COMUNE DI PROGETTO DEFINITIVO Provincia di Salerno L.R. n° 16/2004 art. 28 - R.R. n° 5 del 04.08.2011

Modificato ed integrato con le osservazioni di cui alla IL SINDACO delibera di G.C. n° 97 del 16.12.2013 Antonello Apolito r2.D01 RESPONSABILE DEL Elaborato N°: PROCEDIMENTO P.U.C. Geom. Antonio Di Fiore P.U.C. VALUTAZIONE D'INCIDENZA APPROPRIATA RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO V.A.S. Geom. Paolo Liguori

GRUPPO DI PROGETTAZIONE A.T.P.:

STUDIO GEOLOGICO MICROZONAZIONE SISMICA ZONIZZAZIONE ACUSTICA Dott. geol. Giuseppe Pagnotto

STUDIO AMBIENTALE CARTA USO AGRICOLO SUOLO Dott. Agr. Roberta Cataldo

COORDINAMENTO E PROGETTAZIONE P.U.C. ARCH.A progetti Associati Arch. Edmondo Scarpa

COLLABORATORE Arch. Angelo Baldo

0 0 0 Scala : DATA: marzo 2014

NDICE DEGLI ARGOMENTI

PREMESSA ...... 1 1 - OGGETTO DELLA VALUTAZIONE ...... 1 2 - SCHEDA IDENTIFICATIVA DEL S.I.C. “FIUME ” ...... 1 3 - NORMATIVA DI RIFERIMENTO ...... 4 4 - METODOLOGIA UTILIZZATA ...... 4 5 - DESCRIZIONE DEL SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA ...... 6 5.1 - Vegetazione ...... 6 5.2 - Fauna ...... 8 5.3 - Geologia e Geomorfologia ...... 11 6 - RAPPORTO TRA SIC E TERRITORIO COMUNALE...... 12 7 - DISPOSIZIONI NORMATIVE OPERANTI ...... 13 7.1 - Norme generali ...... 13 7.2 - Piano Territoriale Regionale (PTR) ...... 13 7.3 - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) ...... 13 Piano del Parco Nazionale e Vallo di Diano ...... 14 7.4 - Piano di Gestione dell’Area SIC IT8050012 ...... 14 7.5 - Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PSAI) ...... 15 7.6 - Classificazione sismica ...... 15 7.7 - Piani in fase di attuazione o approvazione ...... 15 8 - STATO DI CONSERVAZIONE DEL SITO ED ANALISI DEI POSSIBILI IMPATTI O MINACCE ... 15 8.1 - Fattori generali di criticità ...... 15 8.2 - Fattori di minaccia e criticità specifici per il SIC Fiume Alento (IT80500012) ...... 15 9 - PRINCIPALI OBIETTIVI DEL PUC ...... 21 10 - PRESUMIBILI EFFETTI DEL PUC SULLO STATO DI CONSERVA-ZIONE E PROTEZIONE ..... 21 10.1 - Suolo ...... 21 10.2 - Aria ...... 22 10.3 - Rumore ...... 22 10.4 - Inquinamento elettromagnetico ...... 22 10.5 - Inquinamento luminoso ...... 22 10.6 - Ambiente naturale ...... 22 10.7 - Gestione rifiuti ...... 22 10.8 - Connessioni ecologiche ...... 22

11 - INTERVENTI DI MITIGAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI ...... 26 0 12 - RISULTANZE CONCLUSIVE ...... 27 13 - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA ...... 29

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PREMESSA Io sottoscritti, Arch. Edmondo Scarpa, domiciliato in Vallo della Lucania (SA) alla via Stefano Passero n° 26, nella mia qualità di mandatario dell’A.T.P. all’uopo costituita e progettista del PUC di Perito, sulla base dell’incarica ricevuto, ho elaborato la presente Relazione di Valutazione di Incidenza Ambientale (V.INC.A.) riguardante gli effetti, gli impatti e le interferenze che l’attuazione delle previsioni del redigendo strumento urbanistico potrebbero avere sul sito di importanza comunitaria denominato SIC-IT 8050012 – Fiume Alento. Il presente studio è stato coordinato con quelli svolti nell’ambito della procedura VAS, ossia con il Rapporto Ambientale Preliminare (Scoping) e il Rapporto Ambientale con Sintesi non Tecnica. Sono state condotte indagini e rilevazioni sul territorio interessato in modo da verificare la coerenza delle previsioni urbanistiche e con quanto previsto dalla normativa specifica. Le considerazioni e le analisi, sulle quali si basa il presente studio, sono quelle rinvenibili nella specifica bibliografia e nei documenti ufficiali emanati dalle Autorità competenti.

1 - OGGETTO DELLA VALUTAZIONE Oggetto della presente è la valutazione dell’incidenza ambientale che il redigendo Piano Urbanistico Comunale (PUC) potrà avere sul sito di importanza comunitaria (SIC) denominato Fiume Alento, contraddistinto dal codice europeo IT8050012; tale valutazione adempie a quanto disposto dall’art. 6 della direttiva europea 92/43/CEE, e dall’art. 6 del DPR 12 marzo 2003 n. 120, che ha sostituito l'art. 5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357, ed è finalizzata alla individuazione di possibili danni o alterazioni che l’attuazione del PUC può determinare sullo stato di conservazione delle funzioni eco-sistemiche del sito delle rete Natura 2000.

2 - SCHEDA IDENTIFICATIVA DEL S.I.C. “FIUME ALENTO” L'area si estende per circa 3’024 ettari seguendo il percorso del fiume Alento e dei suoi affluenti. Il fiume Alento trae origine dal monte Le Corne (894 m. s.l.m.), a meno di un chilometro da Stio, restando sempre all'interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, nel di . Il fiume, lungo in tutto 36 chilometri, esce dal territorio del parco dopo una decina di chilometri, per poi rientrarvi negli ultimi 3, ove sfocia nei pressi di Velia nei comuni di Ascea e Casal Velino. Sono compresi nel sito anche i tratti finali di alcuni degli affluenti dell'Alento, come la Fiumara della Selva dei Santi in comune di Salento, la Fiumara Santa Lucia in comune di Omignano e i

torrenti Badolato e Palistro nei Comuni di Castelnuovo Cilento e Vallo della Lucania. 1 Dell'area fa parte anche la diga Alento in Comune di Prignano Perito. La costruzione della diga ha inoltre portato alla formazione, a valle del comune di Perito, di un sistema di zone umide composto da sette laghetti di discreto valore naturalistico.

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Tavola PUC: Inquadramento territoriale del comune di Perito, con perimetrazione del SIC

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Tavola PTCP – La rete ecologica provinciale ed il rischio ambientale(Il fiume Alento è oggetto di valorizzazione – Parco fluviale - , oltre alla previsione di corridoi ecologici) V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

SCHEDA IDENTIFICATIVA: Regione Campania Provincia Salerno Territorio per comuni: Comune Sup. (ha) 01 Ascea 222,10 02 Castel Nuovo Cilento 280,26 03 Casal Velino 393,82 04 Salento 87,42 05 Gioi 88,31 06 166,12 07 Perito 355,16 08 Monteforte Cilento 216,62 09 Magliano Vetere 51,73 10 Stio 294,74 11 Cicerale 466,36 12 Trentinara 14,10 13 Prignano Cilento 50,91 14 50,39 15 Lustra 88,70 16 Omignano 51,13 Superficie totale del SIC 3.023,59

Coordinate geografiche Long. 15-10 Est; 40-16 Nord; Tipologia ambientale: Regione biogeografica Mediterranea Tipologia Area Protetta Sito di Importanza Comunitaria Codice europeo IT8050012 Correlazione con altri siti contermini appartenenti alla rete Natura 2000:

 SIC Monte della Stella (IT8050025) 3  SIC Monte Soprano e Monte Vesole (IT8050031)  SIC Alta Valle del Fiume Calore Lucano (Salernitano) (IT8050002)  SIC Monte Sacro e dintorni (IT8050030)  SIC Monte Cervati, Centaurino e Montagne di Laurino (IT8050024)  SIC Monte Sottano (IT8050050)  ZPS Monte Soprano, Vesole e Gole del Fiume Calore Salernitano (IT8050053) V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

3 - NORMATIVA DI RIFERIMENTO La valutazione di incidenza ambientale è stata introdotta dalla Direttiva comunitaria n. 43 del 21 maggio 1992, (92/43/CEE) - Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche -nota anche come Direttiva "Habitat", recepita in Italia a partire dal 1997 (DPR n° 357/97), successivamente sostituito dal DPR 12 marzo 2003 n. 120, art. 6 comma 1 e 2. In base a tale normativa ogni stato membro della Comunità Europea deve redigere un elenco di siti (i cosiddetti pSIC, proposte di Siti di Importanza Comunitaria) nei quali si trovano habitat naturali e specie animali e vegetali (esclusi gli uccelli previsti nella Direttiva 79/409/CEE o Direttiva Uccelli), in cui sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino degli habitat naturali e delle popolazioni delle specie ivi esistenti. In particolare il comma 1 dell’art. 6 del DPR 12 marzo 2003 n. 120 dispone che nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistica e ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione, mentre il comma 2 stabilisce che vanno sottoposti a valutazione di incidenza tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti. L’insieme dei SIC (future Zone Speciali di Conservazione-ZSC) e delle altre zone protette indicate come zone di protezione speciale o ZPS, ovvero zone di protezione scelte lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione di idonei habitat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori (Direttiva 79/409/CEE nota come Direttiva Uccelli, recepita in Italia della Legge n° 157/1992, art. 1 comma 5), costituiscono assieme una rete di zone protette nota come Natura 2000. Le suddette normative prevedono che tutti i piani o progetti che possano avere impatti o incidenze significative sui siti devono essere assoggettati alla procedura di Valutazione di Incidenza ambientale. I siti appartenenti alla Rete Natura 2000 sono considerati di grande valore ecologico in quanto costituiscono habitat naturali di importanti esemplari di fauna e flora. Come innanzi illustrato le zone protette sono istituite nel quadro della cosiddetta "direttiva Habitat", che comprende anche le zone designate nell'ambito della cosiddetta "direttiva Uccelli". Queste insieme costituiscono una rete avente come obiettivo primario quello di preservare le specie e gli habitat per i quali i siti sono stati identificati, tenendo in considerazione le esigenze economiche, sociali e culturali regionali in una logica di sviluppo sostenibile, avendo come finalità la sopravvivenza a lungo termine di queste specie e habitat e nel contempo la 4 protezione della biodiversità nel territorio dell'Unione europea.

4 - METODOLOGIA UTILIZZATA Nell’affrontare l’esame del rapporto dello strumento di pianificazione con l’area SIC, si è tenuto conto della metodologia introdotta dalla normativa nazionale e regionale: - DPR 357/1997 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche). All’allegato G prevede in modo dettagliato quali debbano essere i contenuti della RELAZIONE PER LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA DI PIANI E PROGETTI, come di seguito riportato: 1. Caratteristiche dei piani e progetti Le caratteristiche dei piani e progetti debbono essere descritte con riferimento, in particolare: - alle tipologie delle azioni e/o opere; - alle dimensioni e/o ambito di riferimento; - alla complementarietà con altri piani e/o progetti; - all'uso delle risorse naturali; - alla produzione di rifiuti; - all'inquinamento e disturbi ambientali; - al rischio di incidenti per quanto riguarda, le sostanze e le tecnologie utilizzate.. 2. Area vasta di influenza dei piani e progetti - interferenze con il sistema ambientale Le interferenze di piani e progetti debbono essere descritte con riferimento al sistema ambientale considerando:

- componenti abiotiche; - componenti biotiche; - connessioni ecologiche. Le interferenze debbono tener conto della qualità, della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona e della capacità di carico dell'ambiente naturale, con riferimento minimo alla cartografia del progetto CORINE LAND COVER - DPGRC n. 9 del 29/01/2010 (REGOLAMENTO N. 1/2010 – DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA). Viene confermato che per i piani e programmi si applica direttamente la valutazione appropriata. Viene individuata quale Autorità competente la Regione Campania. - DGR 324/2010 (LINEE GUIDA E CRITERI DI INDIRIZZO PER L’EFFETTUAZIONE DELLA VALUTAZIONE DI INCIDENZA IN REGIONE CAMPANIA), approvata in data

19/03/2010 5 Viene fornito uno schema che precisa i contenuti della Relazione per la Valutazione di Incidenza già indicata nell’allegato G del DPR 357/97.

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5 - DESCRIZIONE DEL SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA L'area SIC del fiume Alento, pur non avendo un'estensione notevole (circa 3'024 Ha), comprende diversi habitat: un lago, tre tipologie forestali: - macchia mediterranea - bosco misto di latifoglie eliofile - foresta a galleria lungo le rive del fiume Si trovano, in abbondanza, poi, arbusteti di sostituzione nelle aree agricole abbandonate, praterie o steppe, zone umide ricoperte da canneti, aree coltivate a vite, olivo ed altri fruttiferi. Si tratta quindi di un'area ricca dal punto di vista della biodiversità. L'antico Hales e in seguito Alentum che dà il nome alla terra del Cilento, termine che alcuni fanno risalire ai Frati Benedettini che chiamarono questa terra Cis Alentum(al di qua dell'Alento). Il fiume ha un regime torrentizio, con grandi portate nei periodi piovosi e magre più o meno accentuate in quelli siccitosi. Nel primo tratto il corso del fiume ha una direzione Sud-Nord, parallela alle catene montuose; dopo circa una decina di chilometri, il corso del fiume, lungo in tutto 36 chilometri, non rientra più nel perimetro del Parco Nazionale, e compie un'ampia curva verso sud, scorrendo in direzione opposta alla precedente. Nel tratto al di fuori dal perimetro del Parco Nazionale, nel territorio del Comune di Prignano, è stata realizzata, a cavallo degli anni '80 e '90, la Diga dell'Alento, che dà vita ad un lago artificiale di circa 150 ha di estensione. La diga rappresenta un polo idrico d'importanza strategica per tutto il meridione; a valle, nei comuni di Rutino e Lustra, è stato creato un sistema di zone umide composto da numerosi laghetti che si stanno integrando con l’ambiente limitrofo costituendo un microsistema naturalistico caratterizzato dall’avifauna migratoria. Il corso del fiume, continua per circa 20 chilometri, sempre fuori dal perimetro del Parco, nella piana che prende il nome del fiume; negli ultimi 3 chilometri del suo corso, il fiume rientra nuovamente nel perimetro del Parco Nazionale per sfociare nel mar Tirreno, nei pressi di Velia, segnando il confine tra i comuni di Ascea e Casal Velino. Sono compresi nel sito anche i tratti terminali di alcuni degli affluenti dell'Alento, come il Vallone Corbella, il Vallone di Ostigliano, la Fiumara della Selva dei Santi in Comune di Salento, la Fiumara Santa Lucia in Comune di Omignano, i torrenti Badolato e Palistro nei Comuni di Castelnuovo Cilento e Vallo della Lucania.

6 5.1 - Vegetazione L'area SIC del Fiume Alento è caratterizzata da diversi paesaggi vegetali. Nell'alto e medio corso del fiume, sulle pendici dei rilievi le aree coltivate si alternano ad aree a pascolo, a praterie ed a macchie boschive. Le principali colture, ancora oggi, nelle zone collinari, sono l'ulivo, il fico, la vite; nella piana sono presenti aziende agricole specializzate sia in arboricoltura che in colture serricole. V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

Le formazioni vegetali naturali, che costituiscono le macchie boschive, sono, procedendo dal basso verso l'alto: 1) LA MACCHIA MEDITERRANE Si spinge oltre i 250 m di altitudine ed è costituita, principalmente da specie termofile, sclerofille (foglie coriacee) sempreverdi, quali tra le specie arboree: - il leccio (Quercusilex), o elce, tipica quercia sempreverde; - l'olivastro (Olea europea var. olivaster), chiamato anche olivo selvatico; Tra le specie arbustive, invece, si hanno: - il lentisco (Pistacialentiscus); - la fillirea (Phillyrealatifolia), o ilatro; - il mirto (Myrtuscommunis); - l'erica (Erica arborea); - il corbezzolo(Arbutusunedo); - l'alaterno (Rhamnusalaternus). Sono presenti anche specie arboree caducifoglie, termofile, quali: - la roverella (Quercuspubescens); - l'orniello(Fraxinusornus);

- il pero selvatico (Pyruspiraster). Le aree boscate sono intervallate con zone abbandonate dall'agricoltura ed ora coperte da arbusti come: - ginestra comune (Spartiumjunceum), - lentisco, ilatro, erica. Vi sono anche lembi di praterie, steppe, caratterizzate dalla presenza del "tagliamani" (Ampelodesmos mauritanica). 2) IL BOSCO MISTO Succede in altitudine alla macchia mediterranea e si localizza in una fascia di territorio compresa tra gli abitati di Gorga e Monteforte. Esso è costituito, principalmente, da latifoglie caducifoglie (che perdono le foglie). Le specie arboree più rappresentative sono due specie di querce:

- la roverella (Quercuspubescens) ed il cerro (Quercuscerris); 7 - l'acero campestre(Acer campestre); - l'orniello(Fraxinusornus); - l'ontano napoletano (Alnus cordata), che ritroviamo anche nelle vicinanze del fiume. Lungo le sponde del fiume, la vegetazione riparia è caratterizzata dalla presenza della:

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3) FORESTA A GALLERIA, E’ composta principalmente da salici arbustivi: - salice rosso (Salix purpurea); - salice ripaiolo (Salixeleagnos). Nel medio corso il paesaggio vegetale, delle pendici, mantiene l'alternanza tra aree coltivate a vite, oliveti e seminativi, con piante sparse di fico, ed aree boschive a macchia mediterranea, qui composto principalmente da: - salice bianco (Salix alba); - salici arbustivi; - pioppo nero(Populusnigra) e nuclei isolati di pioppo bianco (Populus alba); - ontano nero(Alnus glutinosa). Le aree adiacenti alle aree boscate, che vengono periodicamente allagate, presentano una vegetazione erbacea dominata da: - lisca maggiore (Typhalatifolia). I terreni posti sui terrazzi alluvionali più recenti, e che non vengono più allagati dalle piene, presentano una vegetazione erbacea ed arbustiva tipica di aree più aride, in cui spiccano: - enula ceppittoni(Inula viscosa); - elicriso (Helicrysumitalicum), la ginestra comune. Il basso corso del fiume, nella piana dell'Alento, è caratterizzato dalla presenza di ampie aree coltivate a fruttiferi, anche di recente impianto. La vegetazione naturale, costituita da un bosco ripariale di specie arboree come il salice bianco, pioppo nero, ontano nero, robinia (robinia pseudoacacia), ed arbustive come il sambuco (Sambucusnigra), è concentrata nell'area golenale del fiume e lo accompagna fino alla sua foce. 5.2 - Fauna L'area SIC del fiume Alento, presenta un patrimonio faunistico molto ricco per numero di specie, alcune di queste hanno un alto valore conservazionistico, tanto che sono inserite negli allegati II e IV della Direttiva Habitat, e che necessitano, quindi, di una protezione speciale. 1) MAMMIFERI Fra i mammiferi è importante segnalare la presenza della:

- lontra europea (Lutralutra), diffusa in tutto il continente, ma quasi scomparsa in Italia. 8 Si stima che entro i confini italiani siano presenti non più di un centinaio di individui, di cui, il 70%, si trova nei corsi d'acqua di Campania, Basilicata e Puglia. Gli affluenti dell'Alento sono fra i pochi corsi che ospitano ancora molte lontre. Questo bellissimo mustelide acquatico è inserito nell'Allegato IV della Direttiva Habitat, cioè tra le specie animali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. Sono significativamente presenti anche numerose specie di pipistrelli, tutte inserite V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

nell'Allegato II della Direttiva Habitat, ed alcune anche nell'Allegato IV. Fra le tante specie, è possibile citare: - ferro di cavallo minore (Rhinolophushipposideros), il più piccolo dei Rinolofi europei, specie in calo in Europa dagli anni '50; - ferro di cavallo maggiore (Rhinolophusferrum-equinum), considerato una specie vulnerabile, perché, pur essendo abbastanza diffuso in Italia, è da tempo in diminuzione numerica; il vespertilio maggiore (Myotismyotis), il vespertilio di Monticelli (Myotisblythi) e il miniottero (Miniopterusschreibersii), specie comuni e diffuse in Italia. 2) ANFIBI Gli anfibi presenti, per buona parte sono inseriti nell'Allegato IV della direttiva Habitat. Fra questi va sicuramente ricordato: - ululone a ventre giallo (Bombina variegata), frequente in Italia, ma solo sulla dorsale appenninica; - tritone italiano (Triturusitalicus), endemico, ma limitato all'Appennino centro- meridionale; - la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata); - la rana appenninica (Rana italica). Oltre alle specie rigorosamente protette sono presenti anche altre specie di anfibi, quali:

- raganella (Hyla italica); - rana verde (Rana sp.); - salamandra pezzata(Salamandra salamandra) Trattasi di specie molto diffuse in Italia, a varie latitudini e altitudini. 3) RETTILI L'area ospita molte specie di rettili, ma nessun endemismo. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un patrimonio ricco di specie ad alto valore conservazionistico, presenti nell'Allegato IV della Direttiva Habitat. E' possibile infatti trovare: - lucertola campestre (Podarcis sicula); - ramarro(Lacertaviridis); - biacco (Coluberviridiflavus);

Queste sono tre delle specie di rettili più diffuse in Italia. E' facile incontrare anche: 9 - cervone(Elaphequatuorlineata), detto anche pasturavacche, anch'essa specie dell'Allegato IV, ma ben presente in tutta l'Italia centro-meridionale; - tartaruga palustre (Emysorbicularis) unica specie di testuggine acquatica presente naturalmente nelle acque italiane, anch'essa soggetta ad un regime di rigorosa protezione e comune in Italia, ma quasi estinta in alcune regioni.

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4) PESCI Ovviamente, trattandosi di un'area fluviale, non poteva mancare una rassegna dei più importanti pesci presenti nelle acque del Fiume Alento e dei suoi affluenti. Anche in questo caso molte specie sono elencate negli allegati II e IV della Direttiva Habitat. Sono stati individuati, fra i residenti nel fiume Alento, esemplari dei comunissimi; - barbo italico (Barbusplebejus) - alborella appenninica o meridionale (Alburnusalbidus), presente con una popolazione significativa rispetto a quella del territorio nazionale; - alosa o cheppia(Alosa fallax) che nell'Alento si riproduce. - rovella(Rutilusrubilio), endemica solo nei fiumi del versante tirrenico. 5) UCCELLI La varietà di uccelli presenti, come nidificanti, svernanti, o di passo è notevole.Negli ultimi anni, grazie alla realizzazione di microinvasi, che hanno modificato le caratteristiche del corso d’acqua a valle della Diga dell’Alento, si sono formate delle vere e proprie zone umide ove si possono osservare: - martin pescatore(Alcedoatthis); - gallinella d'acqua(Gallinulachloropus), nidificante;

- airone cenerino (Ardea cinerea); - usignolo di fiume(Cettiacetti); Lungo i bordi fluviali è presente: - ballerina gialla (Motacilla cinerea); - corriere piccolo (Caradriusdubius). L'alternanza di zone boscate e coltivi favorisce la presenza di altre specie quali: - merlo (Turdusmerula), stanziale nel sito; - tortora (Streptopeliaturtur); - ghiandaia marina(Coraciasgarrulus), rara e di difficile avvistamento: - averla piccola (Laniuscollurio). Nelle aree a steppa e non coperte da vegetazione arborea sono presenti: - allodola (Alauda arvensis), che qui sverna;

- calandra(Melanocorypha calandra). 10 Nelle aree boscate, si possono osservare, durante le migrazioni: - tordo bottaccio(Turdusphilomelos); - beccaccia (Scolopaxrusticola); - colombaccio (Columbapalumbus). V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

5.3 - Geologia e Geomorfologia 1) GEOLOGIA Nel Cilento sono presenti due grandi formazioni geologiche. La linea, ideale, di demarcazione tra le due formazioni corre da Nord a Sud dal paese di Capaccio a Sapri. Ad oriente di questa linea, verso l'interno, si trovano i massicci calcarei degli Alburni, del Monte Cocuzzo, del Cerasulo, Motola e Cervati (1899 m slm); ad occidente, verso il mare, il flysch del monte Stella (1130 m slm), il Sacro o Gelbison (1705 m slm) e il Centaurino (1433m slm). Il Flysch è il termine tecnico che indica una formazione rocciosa di origine sedimentaria, in cui si alternano secondo ritmi più o meno regolari calcari organogeni, scisti micacei, argille, arenarie; quello detto del Cilento, per i suoi limiti geologici quasi coincidenti con quelli geografici, ha la sua massima diffusione nell’area del bacino idrografico del Fiume Alento e dei principali rilievi nord-occidentali citati sopra. Il Flysch del Cilento, è caratterizzato da alternanze ritmiche di rocce sedimentarie di origine marina depositatesi in diverse età a partire dal cretacico, circa 140 milioni di anni fa, fino al miocenico, circa 20-25 milioni di anni fa, su fondali marini profondi in seguito a correnti di torbida, ovvero a frane sottomarine. Caratteristica di questa formazione è l'alternanza di strati di diversa composizione e di spessore variabile. Si alternano strati di marne, arenarie, peliti, a volte anche conglomerati. I paesaggi che ne derivano si riconoscono per le morfologie spesso dolci e per la maggiore presenza arborea della macchia mediterranea. 2) GEMORFOLOGIA Morfologicamente la valle del Fiume Alento è dominata, e delimitata, da tre massicci montuosi: il Monte Stella sul lato occidentale, il Monte Sacro o Gelbison su quello orientale, ed il Monte Chianello a settentrione. L'ultimo è l'unico ad essere un massiccio calcareo, i primi due sono, come già detto costituiti dal flysch. Da questi monti si dipartono le colline che contornano la valle del fiume, colline ricoperte da vegetazione spontanea, boschi ed arbusteti, e da coltivi, oliveti soprattutto. La morfologia del fiume è variabile. Nel primo tratto, per pochi chilometri dalla sorgente, la valle alluvionale si presenta stretta, ed è costituita principalmente da ciottoli, Successivamente, fino al lago artificiale di Piano della Rocca, essa si allarga ed il fiume assume una configurazione cosiddetta "braided", il fiume scorre in più canali e non si identifica

un canale principale di scorrimento; in questo tratto i depositi alluvionali sono costituiti principalmente da ciottoli e ghiaie. 11 A valle della diga di Piano della Rocca, fino alla confluenza con il Vallone Ferrara, la valle alluvionale si allarga, gradualmente, fino ad un'ampiezza di circa 900 metri. In questo tratto si individua un canale principale di scorrimento, con brevi canali secondari che si riempiono solo in casi di piena notevoli. I depositi alluvionali maggiormente presenti sono ghiaie e sabbie, mentre i ciottoli, scendendo verso la foce vanno sempre più diminuendo. In questo tratto le acque del fiume scorrono anche sotto ai depositi alluvionali di ghiaia e ciottoli, scomparendo V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

alla vista nei periodi di magra, per poi affiorare più a valle nella pianura alluvionale. Oltre la confluenza con il Vallone Ferrara la valle alluvionale, si allarga ulteriormente fino a circa 2 km, per diventare poi una vera e propria pianura alluvionale, a valle della confluenza con il torrente Palistro, fino alla foce. Il corso del fiume, in questi ultimi chilometri assume un andamento meandriforme, con ampie anse (meandri), tipico dei corsi d'acqua in pianura e causato dalla diminuzione della pendenza. I depositi alluvionali sono costituiti da sabbie, ghiaie e limi. Nel suo corso il fiume Alento riceve le acque di numerosi affluenti, sia in destra che sinistra orografica, i più importanti sono il Vallone Corbella, il Vallone di Ostigliano, la Fiumara della Selva dei Santi, il torrente Fiumicello, il Torrente Palistro.

6 - RAPPORTO TRA SIC E TERRITORIO COMUNALE Il territorio comunale, come si evince dalla tabella su riportata, ricade per 363 Ha direttamente nell’area SIC. I principali dati territoriali sono: Superficie territoriale: kmq 23,80 Altitudine massima del territorio comunale: mt 601 s.l.m. Altitudine minima del territorio comunale: mt 30 s.l.m. Escursione altimetrica: mt 571 Comuni confinanti: Lustra, Rutino, Prignano, Cicerale,

Monteforte, Orria, Salento. Luoghi interessate dal S.I.C. Fiume Alento: Nord: Sponda sud invaso Piano d. Rocca Est: Fiume Alento e Vallone di Orria Sud: Fiumara Selva dei Santi Ovest: Vallone di Orria Perito, con il suo territorio, è posto tra il Monte Stella e il Gelbison, con la peculiare caratterizzazione del Fiume Alento, che scorre lungo il confine posto al limite altimetrico inferiore. Con l’istituzione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, una parte del territorio comunale, individuata nella cartografia allegata, ricade nel perimetro del Parco e, in base al vigente Piano del Parco, ricade in zona C . La parte del territorio comunale interessata dall’area SIC si trova lungo la sponda sinistra del Fiume Alento e la riva della Diga Alento; inizia dalla confluenza con la fiumare di Selva dei

Santi, ove si biforca per salire fino sotto il centro abitato di Perito, lungo il vallone di Orria, risalendo l’alveo principale, l’area è delimitata sulla sponda destra dalla strada a scorrimento 12 veloce di variante alla ss 18, sulla sinistra dalle pendici collinari delle località Cannito e Aria di Cera, fino a che si biforca di nuovo per proseguire da un lato lungo il Vallone di Ostigliano, fin sotto il centro abitato della frazione, dall’altro fino ad arrivare alla Diga Alento. L’area SIC, continuando, comprende la Diga e, per il comune di Perito, la sua riva sinistra, alla fine di questa, si biforca di nuovo per risalire, per quanto riguarda Perito, lungo il vallone Cerrigrossi, ove termina sul confine con il comune di Orria. V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

Trattandosi di area fluviale e di territorio comunale caratterizzato da colline che si elevano lungo il corso, si può ben dedurre che le attività antropiche possono avere effetti anche al di fuori del perimetro del SIC. La peculiarità dell’area comunale interessata, rispetto al resto dell’area SIC, è dato proprio dalla Diga Alento che ha profondamente alterato le caratteristiche ecologiche del sito. Difatti, se da un lato si è evitato il rischio di inondazione della vallata, funzionando la Diga anche da regolatore di portata, dall’altro lato il corso d’acqua ha perso le caratteristiche tipiche che aveva prima, ossia, sotto l’aspetto morfologico, le portate di piena invernali, l’alveo completamente secco d’estate, l’assenza di vegetazione in alveo, l’azzeramento di apporto solido sulla fascia costiera con accentuazione dei fenomeni di erosione marina. Pur tuttavia, il Consorzio Velia, gestore dell’invaso e della bonifica dell’area, ha attuato delle misure importanti di mitigazione, consistenti in percorsi naturalistici, microinvasi per favorire la permanenza di avifauna di passo, sistemazione idrauliche con utilizzo dei criteri di ingegneria naturalistica.

7 - DISPOSIZIONI NORMATIVE OPERANTI Si riportano di seguito il dettaglio di alcune disposizioni normative di tutela cui è assoggettato il territorio compreso nel SIC in argomento: 7.1 - Norme generali Insistono i vincoli di tutela, in relazione alla presenza di aree di interesse naturalistico istituzionalmente tutelate e individuate quale Sito di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva “Habitat” dell’Unione Europea (92/43/CEE), con decreto del Ministero dell’Ambiente del 25/03/2005, denominato “Fiume Alento”, identificato univocamente dal codice IT8050012. Sulle aree del SIC incluse nel perimetro del PNCVD, grava anche il vincolo paesaggistico ex legge 1497/39, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali). 7.2 - Piano Territoriale Regionale (PTR) In base al PTR e alle cartografie allegate (Allegato 4), i SIC fluviali ricadono nei Sistemi Territoriali di Sviluppo a dominanza naturalistica, e cioè i sistemi A1, A2, A3, A4, A5, A6. Le Linee Guida per il paesaggio in Campania definisce direttive, indirizzi ed approcci operativi per una effettiva e coerente attuazione nella pianificazione provinciale e comunale, dei principi di sostenibilità, di tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio, dei paesaggi, dello spazio rurale e aperto e del sistema costiero, contenuti nella legge L.R. 16/04; 13 Non sono previsti interventi di rilievo strategico che hanno rapporti diretti o indiretti con l’area del SIC. 7.3 - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) In data 18/12/200, la Provincia di Salerno, con delibera di consiglio n.145, ha adottato il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP). V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

Nell’ambito delle strategie per il Sistema Ambientale sono state individuate delle aree a rilevante valore paesaggistico, naturalistico e agronomico finalizzate alla costituzione di una Rete Ecologica provinciale; il SIC dovrebbe rientrare nella costituzione del Parco del Fiume Alento. Vengono individuate, inoltre, delle azioni specifiche quali:  ponti biologici (sovrapassi) su infrastrutture di trasporto lineari complesse;  sottopassi faunistici su infrastrutture di trasporto lineari complesse;  passaggi per pesci (rampe di risalita e soglie)  formazione di alvei di magra a flusso idrico permanente in presenza di deflusso idrico critico. Tali azioni, in parte, sono già state iniziate dal Consorzio Velia. Piano del Parco Nazionale Cilento e Vallo di Diano Ai sensi dell’art.12 della L.394/91, il Piano del Parco suddivide il territorio del Parco in zone a diverso grado di tutela e protezione, con riferimento alle seguenti categorie: - zone A, di riserva integrale, suddivise nelle sottocategorie A1 e A2; - zone B, di riserva generale orientata, suddivise nelle sottocategorie B1 e B2; - zone C, di protezione, suddivise nelle sottocategorie C1 e C2;

- zone D, di promozione economica e sociale. La distribuzione del territorio del parco nell’area SIC e così definito: Tipologia Denomina Sup. Percentuali del sito (%) che ricadono Fuori Totale zione (ha) nelle zone del PNCVD Parco

A1 A2 B1 B2 C1 C2 D SIC Fiume 3.024 ‐ 1,1 12,6 2,9 ‐ 40,6 3,3 39,4 100 Alento

L’area è dunque sottoposta alle disposizioni programmatiche e regolamentari previste per queste zone. Al titolo II (a cui si rimanda per un’analisi puntuale del regime vincolistico vigente) le Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del Piano del Parco definiscono il regime di tutela per ciascuna Zona. Infine le zone fuori parco sono tutelate da quanto riportato nell’art. 7 delle NTA, che espone

finalità e vincoli per le aree adiacenti al confine del PNCVD, definite “Aree contigue”

7.4 - Piano di Gestione dell’Area SIC IT8050012 14 Il Piano è stato approvato nell’ambito del PROGETTO LIFE NATURA “LIFE06NAT/IT/000053” “Gestione della Rete di SIC/ZPS nel PN del Cilento e Vallo di Diano” (Cilento in Rete). Si prevedono una serie organica di azioni, basate su analisi puntuali dei SIC del Parco, tali da rendere efficaci le norme di tutela generali.

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7.5 - Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PSAI) Il PSAI dell’Autorità di Bacino Sinistra Sele definisce diverse zone del territorio comunale che presentano criticità sotto l’aspetto del rischio idrogeologico. Nel caso dell’area SIC, si tratta prevalentemente di rischio esondazione, specie per quanto riguarda la Fiumara Selva dei Santi, in quanto il corso del fiume Alento gode della presenza della Diga che funge da cassa di espansione. Nella restante parte del territorio comunale vi sono zone a rischio anche sotto il profilo della stabilità dei versanti (frane) ma che sono ininfluenti per l’area SIC. Il PUC recepisce le norme specifiche emanate a seguito dell’entrata in vigore del PSAI. 7.6 - Classificazione sismica Con delibera della Giunta Regionale N. 5447 del 7 novembre 2002 la Regione Campania ha provveduto all’aggiornamento della classificazione sismica dei Comuni campani, per cui Perito rientra tra i comuni con pericolosità sismica di grado 3, corrispondente ad una pericolosità sismica bassa. 7.7 - Piani in fase di attuazione o approvazione Allo stato attuale non sono in corso attività di pianificazione o di programmazione del territorio che riguardino in modo particolare l’area del SIC.

8 - STATO DI CONSERVAZIONE DEL SITO ED ANALISI DEI POSSIBILI IMPATTI O MINACCE 8.1 - Fattori generali di criticità  Scarsa conoscenza degli habitat e delle specie presenti nei SIC

 Scarsa sensibilizzazione delle Comunità locali

 Randagismo canino

 Incendi non controllati

 Gestione forestale non sostenibile

 Pascolo non regolamentato con progressiva desertificazione dei suoli

 Erosione

 Raccolta o prelievo di specie floristiche protette

 Modificazioni strutturali e alterazioni degli equilibri idrici dei bacini

 Escursionismo ed attività sportive e di divertimento all’aperto 15  Abbandono di cisterne e fontanili

 Cambiamento della qualità delle acque 8.2 - Fattori di minaccia e criticità specifici per il SIC Fiume Alento (IT80500012) Ad eccezione dell’ultimo tratto, la vegetazione ripariale dell’Alento è ben sviluppata e offre protezione e habitat sufficientemente idonei per la lontra. V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

Un ingente sfruttamento delle risorse idriche dell’Alento è stato realizzato con la costruzione della diga dell’Alento, in località Piano della Rocca, tra gli anni ‘80 e ’90, uno sbarramento in terra battuta che ha interrotto il deflusso dell’Alento e dato origine ad un invaso utilizzato principalmente per fini irrigui gestito dal Consorzio di Bonifica Velia. A valle dell’ invaso il deflusso del corso d’acqua è severamente ridotto, completamente asciutto per 1.28 km (rilevazione risalente al periodo estate/autunno 2008). Nei successivi 2.4 km il corso d’acqua è caratterizzato inizialmente da acque ferme con una profondità di 20‐30 cm, progressivamente i volumi d’acqua diminuiscono, fino allo sviluppo di un acquitrino parzialmente occluso da vegetazione contenuto in un ramo dell’antico alveo. Nei successivi 4.9 km il corso d’acqua è completamente asciutto, fino al punto in cui è alimentato da acqua emergente dal sub‐alveo; da questo punto il deflusso è ininterrotto fino alla foce (circa 11 km), ma le portate rimangono esigue. Complessivamente circa 1/5 dell’alveo a valle della diga dell’Alento è asciutto. Questa situazione è probabilmente migliore in inverno, ma in ogni caso un tratto rilevante del fiume non sembra interessato da uno scorrimento consistente dalle acque da lungo periodo, superiore alla periodicità stagionale. Un tratto cospicuo dell’alveo è infatti completamente invaso dalla vegetazione arbustiva in evoluzione avanzata e risulta impossibile rilevare canali di scorrimento delle acque. Pertanto anche in inverno è molto probabile che il flusso sia intermittente e molto ridotto. Dai rilevamenti delle condizioni idriche a valle dell’Alento si presume che il rilascio di acqua dalla diga nell’alveo del fiume è praticamente nullo. Probabilmente l’acqua che si riscontra dopo 1,28 km è un accumulo delle infiltrazioni dello sbarramento che fluiscono in subalveo per poi emergere. L’acqua invece che emerge dall’alveo dopo circa 5 km per originare un deflusso continuo, che si mantiene e arricchisce proseguendo verso la foce, deriva probabilmente da altre sorgenti situate nei pressi di Omignano. Indagini approfondite andrebbero attuate per comprendere meglio la situazione. Questo stato di cose determina una riduzione dell’habitat disponibile per la lontra (Lutralutra) e un forte depauperamento delle risorse alimentari nel SIC. Un tratto di circa 5 km è di fatto precluso al reperimento di risorse alimentari, soprattutto ittiche, ed è utilizzato dalla lontra solo per spostarsi tra l’invaso, il breve tratto di acque lente, e il segmento più a valle che scorre ininterrotto sino alla foce. Il persistere di tale situazione, aggravata da altri fattori di rischio concomitanti legati al disturbo

antropico, potrebbe incidere negativamente fino alla rarefazione della presenza della lontra nel 16 SIC. La riqualificazione ambientale del SIC e la conservazione della lontra richiede in primo luogo il ripristino del minimo deflusso vitale lungo l’intero decorso dell’Alento attraverso il rilascio di un certo quantitativo di acqua dalla diga dell’Alento La distribuzione delle risorse ittiche è inoltre probabilmente alterata dagli impedimenti alla risalita dovuti alla presenza di briglie, che in questo bacino sono molto numerose. V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

La maggiore urbanizzazione di questo bacino e la scarsa efficienza dei depuratori determinano in alcuni casi un decremento della qualità delle acque che andrebbe misurato e monitorato, molto evidente nel torrente Badolato, minore nei fiume Alento e Palistro. La coltivazione dei suoli a ridosso della sponda determina in alcuni tratti del basso Alento la riduzione dell’ampiezza e copertura della vegetazione ripariale. In località Casalvelino Scalo (comune di Casalvelino) è stato attuato nel 2007 un taglio della vegetazione ripariale arbustiva fino a denudare le sponde con pesanti mezzi meccanici per alcune centinaia di metri. L’intervento, probabilmente attuato periodicamente, è molto discutibile sotto il profilo dell’utilità, poiché la lentezza delle acque e la sporadicità degli eventi di piena favorisce il recupero di elevate coperture vegetali in tempi molto brevi. Benché poco utile, può risultare di notevole disturbo per i rifugi diurni della lontra e determinare il rischio di mortalità accidentale dei cuccioli nel caso di tane riproduttive situate nelle sponde oggetto di tali interventi. L’intera valle del fiume Alento ha subito profonde modificazioni negli ultimi trenta anni, connesse principalmente alla realizzazione dell’invaso artificiale di Piano della Rocca ed alla bonifica della valle dell’Alento. Allo stato attuale, non sono identificabili fattori positivi per il popolamento ittico nel SIC. La parte più integra del SIC dal punto di vista della copertura del suolo e del paesaggio, corrisponde al medio‐alto corso del fiume Alento, dove tuttavia l’habitat acquatico è stato completamente stravolto con la creazione dell’invaso artificiale negli anni ’90. In questo tratto una densa vegetazione arbustiva ed arborea, prevalentemente a sclerofille, circonda gli ambienti acquatici e l’incidenza degli abitati è ridotta. Inoltre l’alto corso dell’Alento, inclusa parte dell’invaso, ricade in zona 1 del PNCVD e gode dunque delle misure di regolamentazione e tutela previste per questa zona. Nel medio corso dell’Alento, la presenza dell’area recintata gestita dal Consorzio di Bonifica Velia ha in parte limitato l’accesso al corso d’acqua, limitando lo sfruttamento agricolo di terreni prossimi al corso d’acqua, e riducendone il disturbo diretto. Questi fattori hanno scarsa influenza sullo stato di conservazione della popolazione ittica che è attualmente limitato da una molteplicità di fattori sfavorevoli che agiscono sui corsi d’acqua inclusi nel SIC. Lo stato di conservazione della fauna ittica nel SIC, ed in particolare del barbo e delle altre specie di interesse comunitario presenti nel SIC, è compromesso da:

 Perdita di continuità fluviale lungo l’asta principale (fiume Alento), soprattutto durante il periodo estivo, per interruzione del flusso idrico. Il regime idrico dell’Alento è a carattere

torrentizio e l’intermittenza del flusso nel periodo estivo può essere considerata un evento

atteso, tuttavia l’instabilità delle portate appare aggravata dallo sbarramento di Piano della 17 Rocca, che al momento non rilascia un adeguato quantitativo d’acqua.

 Limitata mobilità ittica lungo le aste dovuta alla presenza di briglie disposte ad intervalli regolari lungo il reticolo idrografico, ed in particolare nel tratto medio dell’Alento (a valle dell’invaso) e lungo il Badolato.

 Presenza di specie ittiche alloctone, competitive con le specie autoctone in acque ferme o

poco correnti, inquinate e poco ossigenate. Queste condizioni ricorrono in habitat lentici Pagina PUC V.INC.A.

artificiali creati lungo il fiume Alento e all’interno del SIC, e lungo il torrente Badolato. Nel bacino dell’Alento sono inoltre presenti altri invasi artificiali, esterni al SIC ma in continuità con elementi idrografici parzialmente inclusi nel SIC o connessi con i corsi d’acqua del SIC, e che ospitano probabilmente specie aliene.

 Qualità dell’acqua sufficiente (ARPAC 2001) lungo l’Alento e probabilmente scadente lungo il torrente Badolato. Il SIC è compreso per gran parte in area contigua del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, sebbene alcuni segmenti di reticolo idrografico del Sito ricadano internamente ai limiti amministrativi del Parco. All’interno del SIC si trova il cospicuo invaso artificiale di Piano della Rocca, realizzato tra gli anni ’80 e ‘90 dal consorzio di Bonifica Velia attraverso la costruzione di una diga in terra che ha interrotto il naturale deflusso delle acque dell’Alento. L’idraulica e la morfologia del canale del fiume Alento sono stati profondamente modificati dalla creazione dell’invaso. In seguito alla realizzazione dell’opera di sbarramento, ritenendo che il corso d’acquaavesse ormai perso definitivamente i caratteri naturali ed originari, un tratto di 6 Km a valle diga, in gestione al Consorzio di Bonifica Velia (CBV), è stato sottoposto ad interventi di sistemazione, tuttora mantenuti, che possono essere così riassunti:

 creazione di un alveo artificiale lungo un tracciato che seguiva uno dei rami del fiume; l’alveo è contenuto in un doppio argine artificiale realizzato con gabbionate e imbrigliato da sbarramenti posti a distanze regolari;  creazione di laghetti artificiali nell’area occupata originariamente dall’alveo fluviale alimentati con acqua dell’invaso;

 recinzione dell’area demaniale in gestione al Consorzio (86 ha, 6 Km di asta fluviale). Allo stato attuale il tratto di fiume Alento compreso nell’area gestita (Oasi dell’Alento) dal Consorzio di Bonifica Velia, presenta caratteristiche in contrasto con l’esigenza di garantire condizioni di funzionalità e qualità dell’ecosistema fluviale, secondo quanto prescritto dalla normativa vigente. Non sembrano disponibili dati sulla quantità d’acqua rilasciata dall’invaso dal Consorzio. Né è stato ancora valutato il DMV (deflusso minimo vitale) adeguato a mantenere integra la funzionalità ecologica del fiume Alento. Comunque, nel periodo estivo un consistente tratto (6 Km nel 2008) di Alento è in asciutta (da: AAVV 2001, oss. pers. durante sopralluoghi nel 2008) L’Autorità di Bacino (AdB) Regionale Sinistra Sele ha emanato dei valori minimi di riferimento per la valutazione del DMV, sulla base del bilancio idrologico, al dicembre 2003, dei principali

corsi d’acqua in sinistra Sele, compreso il fiume Alento. Tale valore di riferimento è il minimo valore assunto dalla portata media in 7 giorni con periodo di ritorno T = 10 anni (Q7,10), 18 ovvero con probabilità di accadimento del 10% all’anno, che corrisponde a 150 l/sec. L’AdB raccomanda di considerare tali valori in termini cautelativi ed auspica dunque stime di DMV superiori a tali limiti. Finora sono tuttavia mancate indagini specifiche sui requisiti ecologici minimi per la persistenza di popolazioni del barbo e di altre specie ittiche di interesse

comunitario nel SIC “Fiume Alento” in relazione alla gestione dei deflussi. Né sono disponibili Pagina PUC V.INC.A.

dati recenti di verifica sulle portate rilevate, né sui rilasci dalla diga operati dal Consorzio di Bonifica. La gestione dei rilasci appare comunque inadeguata rispetto alla esigenza di preservare la funzionalità ecologica del corso d’acqua ed alla finalità del sito Natura 2000 di contribuire al raggiungimento di uno stato di conservazione soddisfacente per le specie ittiche di interesse comunitario, tra cui il barbo. Il Consorzio di Bonifica Velia gestisce anche un’area denominata “Oasi dell’Alento”, che comprende l’invaso e parte dell’area demaniale lungo il fiume. La gestione di questo parco privato ha contribuito a modificare ulteriormente l’assetto naturale del corso d’acqua anche con la creazione di stagni artificiali di piccole dimensioni che vanno soggetti a frequente interramento e sono dunque periodicamente svuotati, ripuliti dalla vegetazione, eventualmente escavati, e riempiti nuovamente. Il mantenimento di questi habitat acquatici artificiali richiede quantitativi d’acqua sottratti alla già scarsa o inesistente portata del fiume Alento. La creazione di habitat lentici artificiali, anche lungo l’asta principale, favorisce inoltre le immissioni e l’insediamento di specie ittiche alloctone più adatte ad acque ferme e poco ossigenate, come carpe e carassi, a scapito di ciprinidi autoctoni, tra i quali anche il barbo. Le indagini svolte nell’ambito del Progetto Lontra Cilento, e successive indagini realizzate dal Dipartimento di Zoologia dell’Università di Napoli Federico II, hanno evidenziato la presenza di almeno 5 specie ittiche di origine alloctona (Ictaluruss., Lepomisgibbosus, Carassiuscarassius, Gobiogobioe un perciforme non identificato, probabilmente Micropterussalmoides) nel fiume Alento e nei principali tributari. Tali specie invasive rappresentano un fattore di rischio per la conservazione della fauna ittica elencata nella Direttiva Habitat. La presenza di queste specie alloctone è stata confermata dai risultati dell’analisi della dieta della lontra nell’area e da sopralluoghi condotti nella primavera‐estate 2008. In concomitanza con la creazione della diga, il corso d’acqua è stato costretto in un alveo arginato con sponde artificiali in gabbionate, su cui si è impostata una vegetazione secondaria a salici arbustivi, mentre il decorso del fiume è stato imbrigliato da piccoli sbarramenti posti a distanze regolari. Questi sbarramenti limitano o impediscono la risalita della fauna ittica. Il bacino dell’Alento si caratterizza per un rilevante sfruttamento delle risorse del territorio, agente soprattutto nei tratti medio‐bassi dell’asta principale, dove la presenza di coltivazioni intensive domina il paesaggio. Le coltivazioni (in particolare colture irrigue) occupano il 54% della superficie del SIC Fiume Alento. E’ un valore estremamente elevato, considerando che seminativi e colture intensive non sono affatto presenti negli altri SIC fluviali compresi nel PNCVD e nelle aree contigue. Questo tipo di uso del suolo incide sugli habitat ripariali e sulle 19 acque correnti incluse nel SIC in termini di apporto di contaminanti (fertilizzanti azotati, fitofarmaci), e di gestione (taglio) della vegetazione ripariale per dare spazio ai coltivi. Oltre a quanto suesposto, tratto prevalentemente dallo studio contenuto nel Piano di Gestione del SIC redatto dal Parco Nazionale, possono ancora aggiungersi altri possibili fattori di impatto o minacce: V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

 Scarsa efficienza degli scarichi fognari che, seppur non direttamente, interessano i corsi d’acqua minori, vallone di Ostigliano e Vallone di Orria, che a loro volta si riversano nell’Alento.

 Trasporto su gomma attraverso le strade principali che, ancora oggi non presentano un adeguata schermatura e sistemi di attraversamento da e verso l’area SIC, con disturbo della fauna stanziale e migratoria

 Elevato rischio di incendi dovuto all’assenza di un adeguato piano e di strumenti quali piste tagliafuoco;

 Attività turistiche che si svolgono nelle strutture a valle della diga, con parcheggi, rumori, e sistemi di illuminazione notturna;

 Inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni di origine civile provocate dal traffico veicolare sul territorio comunale; le emissioni da attività industriali e produttive, data la scarsa presenza od assenza di insediamenti industriali ed aziendali, sono irrilevanti;

 Inquinamento acustico, dovuto principalmente al traffico veicolare lungo le strade principali e secondarie per cui, sulla base dello studio di Zonizzazione Acustica, l’area del SIC ricade nella Classe per la quale è richiesta la quiete sonica.

 Inquinamento elettromagnetico dovuto all’esistenza di campi elettromagnetici generati da antenne e ripetitori radio-televisivi e di telefonia mobile, che potrebbero interferire con il biosonar di alcune specie di mammiferi (chirotteri) creando turbe comportamentali e disorientamento; tali turbe potrebbero interessare anche l’avifauna migratoria e parzialmente migratoria; attualmente nel territorio comunale sono presenti n. ….. impianti ripetitori così ubicati: - Ripetitore banda larga (Soc. Convergenze), campanile Chiesa S. Nicola, Perito capoluogo; - Ripetitore banda larga (Soc. Omnitel), fabbricato privato in via dei Greci Perito capoluogo; - Ripetitore banda larga, su traliccio autonomo, in località S. Caterina Perito capoluogo; la distanza minima dei ripetitori è di oltre 500 mt dal confine dell’area del SIC, per cui sono sufficientemente ininfluenti.

 Inquinamento luminoso derivante sia da irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste, e prodotta da fonti con difetti di progettazione e/o funzionamento e mal posizionate, che dalla riflessione di flusso luminoso da superfici fortemente illuminate; l’inquinamento luminoso può essere contrastato con l’utilizzo di fonti

luminose correttamente progettate e funzionanti, nonché idoneamente posizionate in modo 20 da produrre la giusta quantità di flusso luminoso in funzione delle reali necessità, con collaterale risparmio di energia e di immissione di CO2 nell’atmosfera; il Comune di Perito ha una dotazione di corpi illuminanti per esterno non sufficientemente adeguata ai recenti indirizzi e norme in materia.

 Rifiuti civili urbani, che nel territorio comunale è di tipo differenziato porta a porta e raggiunge una % di differenziazione pari al …%, anche se lungo le strade carrabili sono V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

frequenti depositi di rifiuti che comportano, oltre all’impatto visivo negativo, fonte di inquinamento per la fauna e per la vegetazione.

9 - PRINCIPALI OBIETTIVI DEL PUC Il Piano Urbanistico Comunale, oltre a regolare l’assetto urbano, che ancora assume una centralità nella pianificazione del territorio, deve tener conto dei rapporti tra l’esistenza umana e le altre forme di vita, con una tendenza alla pari importanza. Si sta sempre più consolidando la consapevolezza che l’uomo, avulso dal contesto ambientale complessivo, non potrà avere un lungo futuro e che il mantenimento degli equilibri consolidati assicura una maggiore speranza di sopravvivenza della vita umana sul pianeta. Quindi, il PUC, nel suo piccolo, opportunamente incasellato in una visione strategica di scala sovra comunale, può essere uno strumento di fondamentale importanza nella conservazione e nella valorizzazione delle proprie caratteristiche ambientali e paesaggistiche, e quindi con la sua adozione si pone particolare attenzione al patrimonio culturale e ambientale sulla base del concetto di una evoluzione socio-economica di tipo sostenibile del territorio. La programmazione del PUC deve tener conto del patrimonio edilizio, delle strutture e infrastrutture esistenti, in fase di realizzazione o di progetto, finalizzando la sua azione alla loro ottimale utilizzo, alla integrazione con altre iniziative e al loro potenziamento o miglioramento. In riferimento ai concetti sopra esposti, gli obiettivi strategici del Piano Urbanistico Comunale possono essere così sintetizzati:

 messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio attraverso l’inibizione all’uso di aree a rischio idrogeologico;

 conservazione del paesaggio, con particolare riferimento agli aspetti botanico-naturalistici questi ultimi supportati da indagini dirette conoscitive;

 salvaguardia e valorizzazione del patrimonio edilizio antico mediante attreverso le norme specifiche contenute nel regolamento edilizio e nelle norme di attuazione.

10 - PRESUMIBILI EFFETTI DEL PUC SULLO STATO DI CONSERVA- ZIONE E PROTEZIONE DEL SITO - INTERFERENZE Il PUC di Perito pone i sui fondamenti sulla tutela degli aspetti ambientali, sull’attuazione dei vincoli legislativi esistenti sui criteri di sviluppo sostenibile. In esso si riscontrano le azioni per la salvaguardia dell’assetto idrogeologico, della tutela ambientale, del risparmio energetico e dell’uso razionale del suolo.

In particolare sono analizzate le possibili tipologie di effetti che possono interessare il sito in 21 argomento, tenendo conto delle componenti abiotiche, biotiche e delle connessioni ecologiche 10.1 - Suolo Diminuzione di superfici agricole, forestali o a prevalente grado di naturalità Il PUC non prevede insediamenti nell’area del SIC o nelle vicinanze. Per quanto riguarda l’equilibrio idrogeologico, nel PUC sono contenute delle norme che

tendono, non solo a evitare la perdita di superfici permeabili ma a ridurle rispetto al dato Pagina PUC V.INC.A.

quantitativo esistente, imponendo nelle aree urbane l’obbligo di rispettare il relativo indice di riserva. Nella normativa di indirizzo, si pone l’obiettivo di un miglioramento del regime idrico delle acque meteoriche, favorendo l’adozione dei principi dell’ingegneria naturalistica nei lavori di realizzazione di infrastrutture o nella ristrutturazione di quelle esistenti. 10.2 - Aria Si possono verificare emissioni, durante la fase attuativa del P.U.C, e riguarderanno la contaminazione chimica dell'atmosfera, di gas di scarico dei mezzi d'opera per il trasporto di materiali e per i movimenti di terreno necessari alla costruzione di opere, emissioni di polveri, dovute operazioni di scavo o demolizione. Tenendo conto degli effetti osservati di altri piani simili in contesti analoghi, questo tipo di impatto è transitorio e può considerarsi compatibile. 10.3 - Rumore E’ imputabili all’aumento del traffico veicolare sulla Strada a Scorrimento veloce e sulle altre strade interne al territorio comunale; tali effetti sono transitori e di entità tale da non procurare alterazioni od effetti permanenti sulla fauna del sito. 10.4 - Inquinamento elettromagnetico Non sono previsti impianti nell’area del SIC né nelle vicinanze, che possano creare problematiche d’inquinamento da campi elettromagnetici. 10.5 - Inquinamento luminoso Nell’area del SIC, per la sua peculiare valenza ambientale e paesaggistica, non sono previsti interventi antropizzanti, per cui non vi è alterazione del ciclo luminoso esistente. 10.6 - Ambiente naturale L’attuazione del piano non comporta rischi di distruzione degli habitat, né tantomeno la colonizzazione di nuovi habitat da parte di specie aliene, o innalzamento della temperatura. 10.7 - Gestione rifiuti Il miglioramento della viabilità e mobilità urbana, insieme alla localizzazione di spazi ed aree attrezzate, prevista nel PUC, possono rendere più efficiente il sistema della gestione dei rifiuti con la raccolta diretta in contenitori. 10.8 - Connessioni ecologiche Nell’are del SIC non verranno realizzati interventi strutturali o infrastrutturali. I corridoi naturali,

i passaggi faunistici, le unità vegetazionali attualmente presenti, non verranno alterate.

L’attuazione del PUC, anche per le aree poste al di fuori del SIC, prevede delle azioni tali da 22 interagire con il Piano di Gestione in modo da estendere e aumentare il grado di naturalità a tutto il territorio comunale. Nell’ambito dell’area comunale del SIC Fiume Alento il PUC prevede le seguenti destinazioni, come si può evincere dall’allegata tavola grafica “Cartografia di raffronto tra il PUC ed il SIC”:

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PREVISIONI DELLE DESTINAZIONI URBANISTICHE DEL P.U.C. NELL’AREA S.I.C. IT 8050012 (Fiume Alento) – Superficie Ha 363, pari al 15% del territorio comunale (N.B. Le superfici inferiori a 0,10 Ha sono state ritenute trascurabili)

ZONA SISTEMI ED AMBITI URBANISTICI Influenza Percentuale impatti area SIC interessata I) Sistema Ecologico e Rurale E1 AMBITI AGRICOLI A COLTURE INTENSIVE 0,00% E2 AMBITI AGRICOLI A COLTURE SEMPLICI 0,00% E3 AMBITI AGRICOLI DI TUTELA NATURALE 0,00% II) Sistema Insediativo A AMBITI DI RECUPERO: Nuclei urbani di antico impianto a 0,00% carattere storico-ambientale peculiare B1 AMBITI DI RIASSETTO URBANO: Aree parzialmente edificate di 0,00% completamento ed integrazione B2 MBITI URBANI CONSOLIDATI: Aree totalmente edificate di 0,00% ristrutturazione urbanistica C AMBITI DI TRASFORMAZIONE URBANA: Aree destinate a nuovi 0,00% complessi insediativi D AMBITI DI TRASFORMAZIONE PRODUTTIVA: Impianti 0,00% artigianali, di commercio e terziari F1 ATTREZZUTURE PER L'ISTRUZIONE 0,00% F2 ATTREZZATURE D'INTERESSE COMUNE E SERVIZI GENER. 0,00% F3 ATTREZZATURE PER SERVIZI RELIGIOSI 0,00% F4 SPAZI PUBBLICI PER I PARCHI, IL GIOCO E LO SPORT 0,00% F5 SPAZI PUBBLICI PER LA SOCIALIZZAZIONE E LA SOSTA 0,00% F6 ATTREZZATURE PER I SERVIZI CIMITERIALI 0,00% V4 FASCIA DI RISPETTO CIMITERIALE 0,00% III) Sistema Infrastrutturale 0,00% F7 SPAZI PER IMPIANTI TECNOLOGICI E SPECIALIZZATI 0,00% VE VIABILITA' PRINCIPALE ESISTENTE 1,39% VP VIABILITA' PRINCIPALE DI PROGETTO 0,00% V1 FASCIA DI RISPETTO DELLE STRUTTURE STRADALI 4,40% V2 FASCIA DI RISPETTO DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI SPEC. 0,00%

IV) Risorse Ambientali

V3 VINCOLO AMBIENTALE: Aree di tutela del patrimonio rurale, 35,26% 23 naturalistico e paesaggistico V5 FASCIA DI RISPETTO IDROGRAFICO: Aree di tutela per la 32,23% conservazione del patrimonio idrografico V6 VINCOLO IDROGRAFICO: Bacini fluviali 26,72% V7 SITI INQUINATI: Aree soggette a caratterizzazione e rinaturalizz. 0,00% V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

Sulla scorta della superiore tabella si evince come il PUC disciplini le aree all’interno del S.I.C. “Fiume Alento” in modo appropriato, evitando qualsiasi interferenza; si ha, quindi ed in modo descrittivo, la seguente situazione:

 Dalla località Isca dell’Abate e lungo la Fiumara Selva dei Santi, sono previste zone di rispetto stradale in prossimità dello svincolo della Superstrada uscita Omignano, zone a vincolo ambientale (in edificabilità assoluta) lungo tutto il bordo del SIC fino al suo termine in località Casalicchio.

 Lungo il corso dell’Alento, lungo il Vallone di Ostigliano e la Fiumara Selva dei Santi, sono previste zone a vincolo ambientale (ad edificabilità assoluta) proprio quale filtro di protezione del SIC da interferenze limitrofe. Inoltre, sono previste zone agricole, inframmezzate da nuclei rurali sparsi, zona di rispetto stradale in corrispondenza dello svincolo della Superstrada uscita Perito e della strada provinciale n. 56.

 Dalla Diga Piano della Rocca il SIC confina con il bordo dell’invaso. Anche qui, il PUC prevede una fascia a vincolo ambientale, fino alla località S.Antonio, ove è prevista una zona agricola. Lungo il Vallone del Lauro fino al confine con il comune di Orria, sono previste zone di vincolo ambientale (in edificabilità assoluta) ed agricole. Per quanto riguarda le aree site nelle vicinanze del SIC, il PUC prevede:

 Lungo la Fiumara Selva dei Santi, in località Piano Marra, ove trovasi la Contrada S. Antonio, zone agricole (E) con zone destinate al recupero e alla riqualificazione dei fabbricati esistenti (A, B1, B2), una piccola zona destinata a piazza e parcheggi (F5), una zona destinata ad attività produttive (D) connesse alle attività agricole e zootecniche esistenti, con attività non inquinanti; una zona F6 (impianti tecnologici) a tutela dei serbatoi a servizio della rete idrica irrigua e potabile.

 Lungo il Vallone di Ostigliano, prima di arrivare al centro abitato, in adiacenza della strada provinciale n. 52, è prevista una zona D (attività produttive) e una zona F6 (impianti tecnologici) a tutela dell’impianto di depurazione comunale in corso di realizzazione.

 In sostanza, anche per quanto riguarda gli effetti indiretti che il PUC potrebbe avere sul SIC, non si riscontrano particolari minacce o impatti che non possano essere risolti in un’ottica di corretta gestione del territorio. Inoltre, le Norme Tecniche d’Attuazione, per le zone agricole “E” prescrivono il divieto assoluto di utilizzo di fertilizzanti chimici od altro.

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FENOMENI ED ATTIVITA’ CHE INFLUENZANO LO STATO DI PROTEZIONE DEL S.I.C. IT 8050012 (Fiume Alento) Superficie ricadente nel Comune di Perito: Ha 363, pari al 15% del territorio comunale

COD CATEGORIE IMPATTI Influenza % area impatti SIC interess. Agricoltura e Foreste Allevamenti zootecnici Debole 1% Pascolo Debole 4% Coltivazioni agrarie Media 6% Irrigazione Debole 3% Gestione forestale Debole 8% Urbanizzazioni, attività produttive e similari Insediamenti rurali e relative pertinenze Debole 1% Altri tipi d’insediamenti Debole 1% Abitazioni abbandonate Debole 1% Trasporti e Comunicazioni Strade carrabili Debole 1% Sentieri e piste Media 2% Ponti, viadotti - 0% Divertimento e Turismo Camping, aree attrezzate Media 8% Sport escursionistici Debole 2% Sport acquatici (Invaso Piano della Rocca) Media 14% Inquinamento ed altre attività umane Scarichi fognari Debole 1% Incendi Media 15% Rifiuti solidi urbani Debole 1% Campi elettromagnetici - 0% Dispositivi luminosi Debole 2% Traffico veicolare Media 3% Processi naturali (biotici ed abiotici) Antagonismo per introduzione di nuove specie Debole 6%

Dissesti idraulico-forestali Debole 8% 25 Modifiche umane del regime idraulico Modifiche del funzionamento idrografico in generale Debole 12%

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I fenomeni e le attività umane che maggiormente incidono sulla conservazione e gestione del S.I.C. sembrano essere quelli riconducibili agli incendi ed alle attività turistico-ricreative collegate all’Oasi dell’Alento, anche se, in quest’ultimo caso, in misura limitata. Tuttavia, va posta maggiore attenzione alle attività correlate alla gestione idraulica dei corsi d’acqua (Alento, Vallone di Ostigliano e Fiumara Selva dei Santi). Facendo una media ponderata dei fenomeni ed attività che maggiormente incidono sul S.I.C., si può asserire che l’impatto a quasi IRRILEVANTE.

11 - INTERVENTI DI MITIGAZIONE DEI POSSIBILI IMPATTI Da quanto riportato nei precedenti paragrafi, si rileva che il livello di pressione e/o di minaccia compresi tra gli effetti del PUC sul sito SIC in argomento è adeguatamente mitigato dalle normative di protezione e dai vincoli previsti, nonché dalle norme dello stesso PUC, da quelle contenute nel RUEC, da quelle contenute negli strumenti sovra comunali (PTR, PTCP), e da altri strumenti di pianificazione territoriale (PdP, PSAI, ecc.). L’esame dei possibili impatti o minacce gravanti sullo stato di conservazione del sito, l’analisi degli obiettivi strategici del PUC che contempla la messa in sicurezza del territorio attraverso l’eliminazione o la mitigazione delle diverse tipologie di rischio connesse all’uso urbano del territorio e la conservazione del paesaggio con particolare riferimento agli aspetti naturalistici, comporta la messa in atto di una serie di azioni od interventi particolari volti a mitigare o minimizzare specifici fattori di disturbo o di minaccia che possono verificarsi durante la fase attuativa del P.U.C. Le azioni di mitigazione riguarderanno se componenti appresso identificate. 11.1 - Uso del suolo L’attuazione del PUC prevede, nella parte relativa alla possibilità edificatoria, l’utilizzazione di suolo già urbanizzato, per cui non si avranno alterazione degli equilibri idrogeologici esistenti; al contrario, l’obbligo di riservare una quota consistente di suolo permeabile, migliorerà il grado di naturalità del contesto urbano esistente; 11.2 - Atmosfera L’eventuale contaminazione chimica dell'atmosfera, dovuta ai gas di scarico dei mezzi d'opera per il trasporto di materiali e per i movimenti di terreno necessari alla realizzazione di opere o infrastrutture, e le emissioni di polvere, dovute a scavi e demolizioni, saranno mitigate sia dall’uso di macchine ed attrezzature in efficiente stato di manutenzione che dalla razionale esecuzione delle opere previste con minimizzazione degli eventuali impatti e del dispendio di risorse. Tutti gli eventuali impatti di questo tipo, sono da considerare transitori e quindi

compatibili. 26 11.3 - Rumore La zonizzazione acustica del territorio comunale tiene adeguatamente conto della presenza del SIC, come già esposto prima. Nell’ambito della programmazione attuativa si deve porre attenzione alla possibilità di piantumazione di essenze arboree di alto fusto e di cespugli lungo i bordi delle strade in modo da ridurre sensibilmente i rumori trasmessi dal traffico. Stesso criterio va utilizzato per le aree urbane o a destinate a insediamenti produttivi. V.INC.A. PUC Pagina Pagina PUC V.INC.A.

11.4 - Elettromagnetismo Sarà evitata l’istallazione di ripetitori di segnali radiotelevisivi e telefonici, oltre che di linee telefoniche ed elettrica in grado di produrre campi eletromagnetici, direttamente nell’area SIC o nelle immediate vicinanze. 11.5 - Luce artificiale Mitigati dalla specifica disciplina prevista dal PUC, e dalle normative preesistenti; eventuali effetti sono transitori e di entità tale da non procurare alterazioni od effetti permanenti sulla fauna del sito; 11.6 - Ambiente naturale L’attuazione del piano verrà effettuata senza provocare alterazioni alle componenti biotopiche e biocenotiche dell’ecosistema del sito, quindi senza produrre danno o alterazione fisica degli habitat, ne tantomeno favorire l’introduzione di specie alloctone con ripercussioni su quelle autoctone; in definitiva l’attuazione del PUC avverrà nel pieno rispetto delle norme di tutela vigenti. 11.7 - Connessioni ecologiche L’attuazione del PUC dovrà tener conto, anche per le aree esterne al SIC, delle connessioni ecologiche che possono intercorrere con altri SIC vicini, quali il SCI Monte Soprano e Monte Vesole, il SIC Monte Soprano, Vesole e Gole del Fiume Calore Salernitano, il SIC Alta Valle del Fiume Calore Lucano (Salernitano) e il SIC Monte Stella. Le misure più immediate potranno consistere nell’ampliamento delle aree a bosco e pascolo e nella corretta gestione di quelle esistenti, rinaturalizzazione della viabilità poderale, rimozione di opere di recinzione preclusive del transito faunistico, favorire l’agricoltura biologica e no ogm, individuare, progressivamente, delle zone con valenza naturalistica nelle quali regolamentare il transito con autoveicoli a motore.

12 - RISULTANZE CONCLUSIVE La proposta di Piano Urbanistico Comunale, recependo le numerose istanze in materia ambientale provenienti sia dagli amministratori che dai cittadini e associazioni coinvolte, costituisce uno strumento di fondamentale importanza per conservazione e la valorizzazione delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche, in grado di indurre un processo socio- economico, sostenibile per il territorio. Partendo dai vincoli imposti per legge, il PUC ha recepito attraverso una specifica normativa i principi del Piano di Gestione dell’area SIC sviluppato dall’Ente Parco Nazionale in modo rendere effettivamente attuabili le Direttive comunitarie. 27 Nelle sue linee generali, il PUC fa riferimento ai criteri di sviluppo sostenibile, è dato riscontrare in esso elementi di salvaguardia dell’assetto idrogeologico, tutela ambientale, risparmio energetico, uso razionale del suolo; inoltre esso deve innestarsi sugli interventi già in atto, o in parte realizzati, finalizzandoli al miglioramento. In particolare come già riferito nei precedenti paragrafi gli obiettivi strategici del nuovo PUC possono essere riassunti in:

 messa in sicurezza del territorio attraverso l’eliminazione o la mitigazione delle diverse

tipologie di rischio; conservazione del paesaggio, con particolare riferimento agli aspetti Pagina PUC V.INC.A.

botanico-naturalistici questi ultimi supportati da indagini dirette conoscitive;

 salvaguardia e valorizzazione delle presenze architettoniche ed archeologiche e dei più importanti elementi di pregio paesaggistici. Per quanto riguarda l’obiettivo della tutela del patrimonio naturalistico si può affermare che il Piano non provoca effetti negativi sulla conservazione della biodiversità. Eventuali impatti (aumento di rumori, polveri, gas di scarico, disturbo alle attività biologiche della fauna come l’alimentazione, la riproduzione, la nidificazione) potranno verificarsi in concomitanza di esecuzione di opere, transitori, da limitare attraverso l’applicazione di specifiche metodologie da valutarsi caso per caso. L’attuazione del PUC, quindi, sia in modo diretto che indiretto, non comporta la distruzione di habitat naturali, l’introduzione di specie alloctone, l’alterazione di elementi biotopici, tutti fattori questi che comportano la diminuzione o la perdita della biodiversità. Per quanto precedentemente esposto, quindi, si può affermare che il PUC del Comune di Perito non incide in modo significativo sul sito SIC IT8050012 – Fiume Alento ovvero non provoca impatti, diretti o indiretti, tali da pregiudicare in modo negativo l’ambiente naturale in esso contenuto per cui la Valutazione di Incidenza Ambientale del Piano è positiva.

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13 - DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

Diga Piano della Rocca - Oasi dell’Alento: panoramica lato est (Comune di Perito)

Bacino Piano della Rocca - panoramica sponda est (Comune di Perito)

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Fiume Alento: panoramica lato est (Comune di Perito) – Zona

Fiume Alento: scorcio zona umida (Comune di Perito)

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Fiume Alento: scorcio (Comune di Perito)

Vallone di Ostigliano: scorcio (Comune di Perito)

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Fiumara Selva dei Santi: scorcio (Comune di Perito)

Vallone di Orria: scorcio (Comune di Perito)

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ALLEGATI:

 CARTOGRAFIA INQUADRAMENTO TERRITORIALE DEL SIC  CARTOGRAFIA DI RAFFRONTO TRA IL PUC E IL SIC  CARTOGRAFIA DEL PIANO DI GESTIONE DEL SIC: o Carta Uso del Suolo o Carta dell’habitat o Carta Idoneità Fauna – Carnivori o Carta Idoneità Fauna – Uccelli o Carta Idoneità Fauna – Erpetofauna o Carta Idoneità Fauna – Chirotteri o Carta degli Interventi

A.T.P.: Arch. Edmondo Scarpa – Dott.sa Agr. Roberta Cataldo

Visto e approvato: Il R.U.P.: Geom. Antonio Di Fiore Il Sindaco: Antonello Apolito

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