Amministratori Comunali Sindaco,Primo Eletto E Secondo Eletto Bb
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MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E DEL TURISMO A R C H I V I O D I S T A T O S A L E R N O I N T E N D E N Z A AMMINISTRATORI COMUNALI SINDACO,PRIMO ELETTO E SECONDO ELETTO BB. 334-503 (1803-1873) INVENTARIO A CURA DELLA DOTT.SSA FERNANDA MARIA VOLPE ELABORAZIONI DATI FRANCESCA AQUINO AMMINISTRATORI COMUNALI: SINDACO, PRIMO ELETTO E SECONDO ELETTO Il comune era l'organismo unicellurare della pubblica amministrazione, dove si svolgeva una vita amministrativa con ininterrotta continuità, anche se ristretta in gruppi numericamente esigui di notabili e di possidenti. Le riforme introdotte da Giuseppe Bonaparte con la L. 8 agosto 1806, e continuate da Ferdinando I con quella del 12 dicembre 1816 proponevano di creare centri di vita democratica e di perfezionare le strutture amministrative locali, in funzione ausiliaria dell'azione del Governo. I comuni erano classificati in tre classi: di prima classe quelli 6000 e più abitanti, o con sede di Intendenza, Gran Corte civile e criminale, o con una rendita ordinaria di 5000 ducati; di seconda classe quelli con meno di 6000 abitanti fino a 3000 o con sede di una sottintendenza ed infine di terza classe tutti quelli con meno di 3000 abitanti. Il Sindaco era "la prima autorità del Comune" e unico amministratore con funzione di giudice del contenzioso amministrativo, affiancato dagli "eletti" che collaboravano con lui, il primo eletto era incaricato della polizia urbana e rurale, giudicava su alcune contravvenzioni ed assisteva il giudice regio, il secondo eletto, invece, era un vicario del Sindaco e del Primo Eletto. Nelle grandi città gli eletti esercitavano funzioni ufficiali di stato civile. La nomina del Sindaco e degli Eletti spettava al Decurionato, in base ad una terna tratta dalla lista degli eleggibili e duravano in carica tre anni ed erano obbligati a prestare giuramento. La legge 12 dicembre 1810 art.99, prescrisse che in ogni Comune doveva compilarsi una lista degli eleggibili alle cariche civiche e ai Consigli comunali, distrettuali e provinciali. Il requisito indispensabile per il pieno godimento dei suddetti "diritti politici", cioè per l'accesso alle suddette cariche era il domicilio stabile da almeno cinque anni in un Comune, che veniva accertato 1 con discrezionalità, la qualifica di "eleggibile" indicava l'idoneità del cittadino ad essere oggetto di proposte dei decurionati, sulle quali decidevano definitivamente le autorità governative che si avvalevano delle informazioni riservate di polizia, come quelle risultanti dalle liste degli attendibili. Gli altri requisiti erano quelli di naturacensitaria (art.100 L.12 dicembre 1816): -nei Comuni di prima classe i proprietari di una rendita imponibile annua non minore di 24 ducati, e coloro che esercitavano arti liberali; -nei Comuni di seconda classe i proprietari di una rendita imponibile annua non minore a 18 ducati e coloro che esercitavano da maestro un'arte o un mestiere o che tenevano negozio o bottega. -nei Comuni di terza classe i proprietari di una rendita imponibile annua non minore di 12 ducati, e gli agricoltori, che coltivano per conto proprio l'altrui proprietà a titolo di censo o di affitto. Esse venivano compilate ogni quattro anni e dovevano essere affisse nei rispettivi comuni per tutto il mese di maggio ed ogni cittadino poteva, entro mese, proporre reclamo al sottointendente, che li rimetteva all'intendente col proprio parere e questi ne discuteva nel Consiglio d'Intendenza e, fissate le liste, le rimetteva ai Sindaci, affinchè le comunicassero al decurionato. Chiaramente dalla documentazione si evince che nei Comuni maggiori gli eleggibili appartenevano tutti alla classe dei possidenti e dei liberi professionisti, mentre nei Comuni minori ne facevano parte soprattutto artigiani, bottegai e coloni. Nelle liste non potevano essere iscritti "gli esteri non naturalizzati" gli ecclesiastici, cioè le persone dedicate al culto e al servizio della chiesa, le persone colpite da condanne criminali o correzionali, che implicavano l'interdizione dai pubblici uffici ed i "mercenari addetti al servizio" cioè i domestici e gli operai. In effetti gli amministratori locali appartenevano soprattutto ad una borghesia prevalentemente 2 agraria, che il più delle volte si era arricchita grazie all'eversione dei beni feudali e alla divisione dei demani comunali e spesso fu di scarso sostegno al regime. I sindaci, gli eletti, gli eletti aggiunti e i cassieri avevano l'obbligo della residenza e non potevano allontanarsene senza l'autorizzazione dell'Intendente, che potevano accordare congedi fino ad un mese, mentre per un periodo più lungo era necessaria quella del Ministro. Potevano essere sospesi fino ad un mese dall'Intendente che doveva riferirne al Ministro e destituiti dal re, su proposta del Ministro, in caso di abbandono della carica o di qualunque danno contro il Comune, di cui ne erano responsabili e ne dovevano rispondere di fronte all'Intendente e al Consiglio . Il Cassiere era un impiegato di nomina triennale, il solo incaricato dell'introito e dell'esito delle rendite comunali, doveva annualmente rendere un conto materiale della gestione e non era tenuto a prestare giuramento, perché non aveva nessuna facoltà di disporre, ma era obbligato a prestare cauzione. Egli non aveva uno stipendio, né aveva diritto alla pensione, ma veniva retribuito con un premio fisso, a seconda della rendita del Comune. Era sottoposto alla vigilanza del decurionato ed in esito alla verifica di cassa, cui poteva essere sottoposto in ogni momento, il Sindaco, in caso di "malversazioni", poteva sospenderlo previa delibera decurionale. La cauzione doveva essere prestata in proporzione agli introiti, mediante iscrizione di ipoteca sui beni immobili o sulla rendita iscritta nel gran libro del debito pubblico. I cassieri, debitori verso il Comune, dovevano essere rimossi dalla carica e contro i morosi potevano essere mandati anche piantoni. Se egli assumeva l'incarico affidatogli o l'abbandonasse prima della nomina del successore il decurionato, previa approvazione dell'Intendente, nominava un gestore. Gli incartamenti delle buste dalla 334, alla 503 del fondo Intendenza, conservato nell'Archivio di Stato di Salerno, si riferiscono alla gestione amministrativa di tutti i comuni della provincia da Acerno a Vietri per gli 3 anni dal 1807 al 1860. Ordinate cronologicamente e alfabeticamente per Comune, danno un vasto e interessante quadro della situazione sociale dei vari paesi della provincia, da cui è possibile verificare certamente l'applicazione delle leggi in vigore ed esaminare attraverso le terne per le nomine, gli esposti, le denunce quanta importanza e quanto interesse ci fosse per tali cariche comunali. 11 luglio 2000 Fernanda Maria Volpe BIBLIOGRAFIA - Guida storica dell'Archivio di Stato di Salerno, a cura di L.Cassese. Salerno, 1897 - Landi Guido, Istituzioni di diritto pubblico del Regno delle DueSicilie (18151861). Tomo Il. Milano, 1977 4 Busta f.lo Oggetto Località Data 334 1 Nomina delle terne Acerno 1807 1816 dei cassieri. 2 Delibera 1821 1829 Comunale de Decurionato sulla terna per la nomina dei cassieri comunali per l'esercizio dell'anno 1822, candidati Michele Sansone, Donatantonio Freda, Gaetano Salvatore. 3 Stato categorico di 1831 1831 tutti gli amministratori e gli impiegati comunali del Comune. 4 Delibera comunale 1831 1839 per la nomina del nuovo cassiere comunale. Busta f.lo Oggetto Località Data 334 5 Atto Decurionale Acerno 1838 1842 per la nomina del nuovo Sindaco con relativa formazione della terna, candidati: Eugenio Petrelli, Domenicantonio Cerrone, Michele Cerrone. 6 Statino relativo alla 1841 1843 terna per la nomina del cassiere comunale, candidati: Donatantonio Freda, Domenicantonio Cerrone, Nicola Freda. 7 Nomina del 1841 1842 Sindaco con relativo certificato, atto Decurionale e terna relativa ai candidati: Giuseppe De Rosa, Donato Bassi, Vincenzo Sansone. Busta f.lo Oggetto Località Data 334 8 Incartamento Acerno 1843 1846 relativo alla nomina del I e II Eletto per gli anni dal 1844 al 1846. 9 Terna per la 1845 1848 nomina del cassiere comunale, candidati: Giuseppe De Rosa, Domenico Cerrone e Giovanni Petolicchio. 10 Nomina del I e del 1846 1848 II Eletto dal 1847 al 1849. 11 Atto Decurionale 1847 1849 per la riconferma del Sindaco, signor Eugenio Petrelli dal 1848 al 1850. Busta f.lo Oggetto Località Data 334 12 Nomina del Acerno 1848 1852 cassiere comunale dal 1849 al 1851, candidati: Vincenzo Bassi, Diomede Cerrone,Primiano Verrioli. 13 Nomina del I e II 1849 1850 Eletto dal 1850 al 1852. 14 Atto Decurionale 1850 1851 relativo alla terna del Sindaco, candidati: Carmine Zottoli, Donatantonio Freda e Donato Freda. 15 Nomina degli 1852 1853 amministratori comunali per il triennio 1853-1855. Busta f.lo Oggetto Località Data 334 16 Atto Decurionale Acerno 1853 1855 per la formazione della terna per il nuovo Sindaco dal 1854 al 1856, candidati: Giuseppe De Rosa, Federico Sansone e Vincenzo Vece. 17 Terna per la 1854 1856 nomina del cassiere comunale con certificato di affissione e stato dei candidati: Carmine Zottoli, Raffaele Petrelli e Pietro Cappetti. 18 Terna per la 1855 1856 nomina del II Eletto in rimpiazzo dell'attuale Nicola Freda, candidati: Giuseppe Sansone, Vincenzo Bassi e Raffaele Petrelli. Busta f.lo Oggetto Località Data 334 19 Atto Decurionale Acerno 1855 1856 relativo alla terna del I Eletto, al certificato di affissione e allo stato degli individui proposti: Antonio Carusi, Federico Sansone e Alfonso Di Ruccio. 20 Atto Decurionale 1856 1859 relativo alla terna del Sindaco con statino e certificato di affissione, candidati: Donato Freda, Vincenzo Sansone e Antonio Di Ruccio. 335 1 Nomina di tre Agerola 1808 1814 soggetti per la carica di cassiere comunale, candidati: Gaetano Acampora, Tobia Naclerio e Tobia Acampora. Busta f.lo Oggetto Località Data 335 2 Nomina del Agerola 1819 1839 cassiere comunale Pietro Brancati per il triennio dal 1820 al 1823. 3 Delibera 1828 1830 Decurionale relativi agli amministratori per il triennio 1828- 1830. 4 Stato del 1831 1831 personale del Comune.