Disciplinare D'incarico
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COMUNE DI PERITO Provincia di Salerno Assessorato Urbanistica SINDACO Antonello Apolito R esponsabile S ettore Tecnico Geom. Antonio Di Fiore P IANO PIANO URBANISTICO COMUNALE (P.U.C.) Elaborato 1.V1a - DOCUMENTO PRELIMINARE DI PIANO PIANIFICAZIONE E COORDINAMENTO ARCH.A PROGETTI ASSOCIATI PROGETTISTA Arch. Edmondo Scarpa Collaborazione Arch. Angelo Baldo Consulenza carta u.s.a. Dott.sa Agron. Roberta Cataldo Studio geologico Dott. Geol. Giuseppe Pagnotto Data: gennaio 2012 ARCH.A PROGETTI Via s. passero 26 vallo della lucania (SA) telefax 097475865 e-mail: [email protected] 2 DOCUMENTO PRELIMINARE DI PIANO (P.U.C.) (Legge Regionale 22.12.2004 n° 16 1. PREMESSA Il Comune di Perito presenta un patrimonio culturale esteso, con notevoli risorse, che vanno valorizzate e riqualificate. A tal fine è già intervenuta la legge regionale n. 26/2002, che ha regolamentato i criteri della conservazione e valorizzarne dei beni di interesse storico, artistico e ambientale e i contesti urbanistici e paesaggistici nei quali sono inseriti. E‟ necessario, quindi, che siano verificati e documentati, per i centri storici, i seguenti caratteri: a) impianto storico-urbanistico generato da una delle tipiche matrici storiche; b) disposizione geomorfologia che determina unità di paesaggio edificato e non edificato di elevata qualità morfologica urbana, con valore storicodocumentale, etnografico, artistico, ambientale e naturalistico; c) connotati storici urbanistici, dei quali l‟opera d‟arte, gli edifici o i complessi monumentali costituiscono una parte integrante; d) eventuali altri elementi storico-artistico-architettonici e ambientali che contribuiscono a caratterizzare il centro storico, il nucleo e i quartieri urbani antichi e tradizionali; 2. CENNI STORICI Il Comune di Perito si trova in Campania, in provincia di Salerno, ed è un piccolo centro dell'entroterra compreso nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, appartenente alla Comunità montana Gelbison e Cervati. Situato sul crinale di una collina ad oltre 400 metri sul livello del mare, vi si può accedere dallo svicolo della variante alla SS.18 e dalla strada Provinciale n°56. Il paese domina verso sud-ovest la vallata fluviale dell‟ “Alento”, ricadente in gran parte nel proprio territorio comunale, oggi Sito di Interesse Comunitario, verso nord il grande bacino dell‟Alento, verso sud est il fiume “Selva dei Santi”. Presenta una frazione, Ostigliano, ed un borgo ai margini su, Isca dell‟Abate, inserito integralmente nella vallata fluviale dell‟Alento. 2.1. Storia Incerti sono i documenti circa le reali origini di Perito. Secondo una ipotesi dello studioso di storia locale, il prof. Emilio Gatto, Perito fu fondata dagli abitanti dell'antica città di Velia che in questi luoghi trovarono scampo alle incursioni dei barbari o dei saraceni che in quel tempo infestavano le coste del mar tirreno, saccheggiando le città e i villaggi prossimi al mare ed in particolar modo gli insediamenti della Magna Grecia. Da alcune notizie, desunte da un documento riguardante una vertenza sorta tra il Principe di Salerno, Guaimario IV, ed il superiore del convento italo-greco, Areti, circa il possesso di alcuni territori, si può ipotizzare che l'insediamento di Perito esisteva tra il X secolo ed il 1137 d.c.(Cfr. E.Gatto - Perito chi eravamo, chi siamo - pg. 50). Nei secoli successivi Perito seguì le sorti del Cilento che fu soggetto alle varie dominazioni succedutesi nell'Italia meridionale. Fu università autonoma, come Ostigliano, fino alla sua aggregazione ad Orria. 3 2.2. Il Toponimo Il toponimo del capoluogo Perito, (probabilmente Pereto), è riscontrabile ancora nell‟apprezzo del Catasto Onciario (I752) con la dizione di Perito Sottano (collocato in basso), cosa che nella recente storiografia, come le tavolette 1:25.000 dell‟I.G.M. (Istituto Geografico Militare di Firenze) del 1955, per la poca conoscenza del territorio da parte dei compilatori che si servono probabilmente di vecchie cartine comunali, la “P.” abbreviata del Comune seguita dalla “r” minuscola e dall‟aggettivo sottano (Pr. Sottano) è stato trasformato in “Presuttano”. In realtà Perito sottano indica l‟antico sito distrutto nel periodo angioino durante la guerra del Vespro probabilmente da un condottiero aragonese (il re Formica di cui la leggenda è rimasta nella tradizione orale popolare ). Sottano per distinguerlo dalla parte alta ossia Perito soprano, costruito in seguito in luogo elevato e più difendibile dai superstiti. Va osservato che e' impossibile risalire all'indietro in questa datazione per avere elementi certi dell'origine del Centro, in quanto non vi sono riferimenti sia nel Codice diplomatico cavense che nei cultori di studi storici e di agiografia in questo modo anche la leggenda sulla presenza di cenobi benedettini da cui il toponimo S. Benedetto, non è verificabile, in quanto non si può accertare, se questo derivi appunto da un convento benedettino, oppure da singole unità di benedettini che qui non hanno dimora stabile. Il toponimo della frazione Ostigliano è di antica origine, sicuramente prediale, derivante da “Hostilius”. Infatti, scrive il Giustiniani che la terra di Ostigliano è “…situata in piano, l’aria non respirasi insalubre, e il territorio dà del frumento , e del vino,. Vi siraccoglie anche della ghianda per l’ingrasso de’ majali”. 3. IMPIANTO URBANISTICO ORIGINARIO 3.1 Perito Prima che si parli di Perito bisogna che Immagine dell’insediamento antico, si parli di “Pirillo Suttano”, in gergo popolare “Presuttano”, piccolo paese posto a sud-oves di Perito: dalla cui distruzione ebbe facilmente “presuttano” origine Perito. Qualche voce parla anche di un certo “Napoli Piccolo”, antecedente ancora a Presuttano il quale si trovava fondato fra l‟attuale Perito e Orria. Ma ciò non è attendibile, anche se in alcuni luoghi si possono notare dei resti di antiche mura. I primi a popolare questi villaggi furono dei banditi, (lo stesso nominativo "Napoli Piccolo" può far presagire un distacco forzato e sofferto, da Napoli Capitale; e il nome in ricordo di essa). Questo rifugio di masnadieri era fondato al centro di un semicerchio di colline che man mano allontanandosi dal centro andava degradando in altezza, in modo da offrire un‟ampia visuale a chi vi si rifugiasse. Inoltre da un lato veniva protetto dal fiume Alento e dall‟altro dalle paludi Veline. Pian piano questo paese si spopolò perchè si offriva un rifugio sicuro, ma con scarse probabilità di sopravvivenza per l‟asperità del sito; quindi i suoi abitanti si spostarono verso Presuttano che già doveva esistere anche se solo sottoforma di alcune capanne di pastori, ma non tutti contribuirono a formare un solo agglomerato, vi fu chi si fermò prima, sulla collina che sovrastava il piccolo 4 villaggio. Fu eretta una torre sul promontorio più alto che sovrastava le borgate, la quale più tardi fu rimodernata. 4. PRINCIPALI EMERGENZE STORICHE, ARTISTICHE, ARCHITETTONICHE E AMBIENTALI Nel capoluogo Perito trovasi la chiesa parrocchiale S. Nicola di Bari; è stata costruita intorno al 1550 ed uno dei pochi documenti che di essa parlano ne fa risalire l'inaugurazione al 17 di Febbraio dell'anno 1563. E' presumibile che questa sia stata edificata ampliando una cappella già esistente. Essa in origine si presentava con pianta a croce latina pura; successivamente, nella prima metà del 1700, furono edificate la navata laterale sinistra nonché la vecchia cupola a trullo. Presumibilmente il bel campanile, invece, è coevo alla edificazione della chiesa stessa. Nel corso dei secoli si sono avuti ulteriori rimaneggiamenti quali l'edificazione del vecchio altare principale e degli altri altari nelle cappelle. In questo secolo e precisamente nell'anno 1929 è stato rifatto il solaio di copertura della navata centrale, demolendo l'originario in legno e sostituendolo con uno realizzato con putrelle in acciaio e voltine in laterizi forati; nello stesso intervento fu eliminata la pavimentazione in lastre di pietra locale e sostituita con marmette in graniglia e cemento, furono aggiunti stucchi, cornici, decorazioni ed alcune pitture nella zona absidale. Il pesantissimo e dissennato intervento degli anni sessanta ha portato alla totale distruzione di quanto di pregevole vi era in questa chiesa: è stata completamente demolita la cupola a trullo e sostituita con una in cemento armato e laterizi di squallida fattura; è stato demolito e disperso l'altare principale con tutto quanto vi era intorno; sono stati demoliti gli stucchi e le cornici; sono stati eliminati e dispersi tutti gli altari laterali; è stato demolito e disperso il bell'organo a baldacchino ligneo che sorgeva nella parte anteriore destra della navata centrale. E' stata rifatta la copertura sostituendo l'originale manto di tegole con uno in rame. Altro edificio religioso importante è la Chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, esistente già nel 1500. Nel 1604 mons. Morello la visitò, notandone l‟austerità; è caratterizzata da un‟unica navata, con presbiterio ed abside ad emiciclo, la copertura è stata oggetto di restauro, con la realizzazione di un tavolato in legno. 5 Una amena cappella trovasi all‟inizio del paese di Perito, dedicata alla Madonna del Monte, sempre ad unica navata con piccolo altare e priva di abside. Suggestiva, ancora, è l‟immagine dei ruderi della Chiesa di santa Caterina, posta alla località “Presuttano” Alla frazione Ostigliano è situata, a monte della collina, in posizione dominante rispetto all‟abitato, la Chiesa madre di S. Giovanni Battista, risalente alla metà del 1500. Nel 1583, infatti, la Chiesa fu visitata dal vicario Galasso di mos. Belo; nel 1646 Gerolamo Prignano di Novi, vicario di mons. Tommaso Carafa, che annotò che l‟altare maggiore era “competenter ornatum de necessariis ad celebrationem”. La chiesa era composta di tre altari, il maggiore, quello del rosario dell‟Università e quello di S. Caterina. Poi troviamo, ancora, tre cappelle poste nell‟abitato di Ostigliano, intitolate alla Madonna del Carmine, a Santa Maria di Loreto ed a S. Vito. 5. LE STRATIFICAZIONI E LE TRASFORMAZIONI URBANISTICHE Le stratificazione nel centro antico di perito sono di tipo orizzontale, nel senso che i limiti dell‟insediamento sono rimasti pressoché gli stessi nei secoli.