CLUB ALPINO ITALIANO - Sezione di SALERNO

TITOLO Nel cuore del antico: DATA 25 Novembre 2018 Località escursione Gruppo - Gioi C. Parco Nazionale del montuoso Cilento e Vallo di Diano Luoghi principali lungo il la Laura (750) - Tempa del Bosco (908) - Gioi (690) percorso (con quote) Località ritrovo 8.00 rotatoria autostradale di Battipaglia Trasferimento Intersezionale con Auto propria X Treno Ora partenza 9.30 da Cardile Bus privato Bus di linea Prenotazione entro 23 novembre Contributo trasporto Contributo pranzo Altri contributi € 7.00 x eventuale degustazione salumi a Gioi

Direttori di escursione nome cognome telefono note Giovanni GUERRA 328-6319760 Mario SALSANO 335-7154446

Altri soci responsabili

PERCORSO Quota di partenza (m) 490 Quota massima (m) 908 Dislivello in salita (m) 630 Dislivello in discesa (m) 500 Tempo di percorrenza (ore) 5 Difficoltà T T/E E X E/EE EE EAA EAI Lunghezza complessiva (km) 10,500 Tipologia itinerario circuito traversata X andata e ritorno altro Sentieri CAI interessati (codici) Tipologia di terreno sentiero X sterrata X bosco X rocce Presenza di segnaletica Sì Parziale X No Cartografia di riferimento tav. 6 del P.N.C.V.D. (Monte Gelbison - ) 1:25000 Traccia GPS Sì X No

I Soci CAI che si presentino alla partenza per l’escursione, senza aver dato nessun preavviso, se ammessi a partecipare dal Direttore di escursione, devono essere muniti della “Tessera CAI “ per il controllo del rinnovo del bollino annuale. I Direttori di escursione devono verificare che i partecipanti non iscritti al CAI o Soci non in regola con il tesseramento dell’anno in corso, abbiano attivato, entro venerdì sera in Sezione, la copertura della Polizza assicurativa del CAI con relativo pagamento: il Presidente ed il Consiglio Direttivo declinano ogni responsabilità per l’inosservanza da parte dei Direttori d’escursione e/o degli escursionisti di quanto previsto dalla Polizza di Assicurazione del CAI Nazionale. I Soci ed i Direttori di escursione devono attenersi a quanto indicato nello Statuto ed nei regolamenti della sezione.

Nel cuore del Cilento antico: GIOI

25 Novembre 2018

Tempi previsti: 5 ore Lunghezza percorso: 10,5 km Dislivello: complessivo 630 mt ↑ - 500 mt ↓ Percorso: Cardile (490) – cappella Madonna del Carmine (505) – loc. la Laura (750) – Tempa del Bosco (908) – piano degli Angeli (805) – lago Lavinia (710) – loc. S. Paolo (635) ‒ Gioi (690). Difficoltà: E. Direttori di escursione: Giovanni Guerra (328.6319760) Mario Salsano (335.7154446)

NOTIZIE UTILI Spostamento da Salerno a Cardile: con auto proprie. Ritrovi: ore 8.00 alla rotatoria all’uscita autostradale di Battipaglia. ore 9.15 a Cardile nella parte bassa della frazione lungo la strada per Gioi a dx. Inizio escursione a piedi a Cardile: ore 9.30 L’escursione, contrariamente a quanto previsto nel programma iniziale, prevede la sola andata dalla frazione Cardile al capoluogo Gioi e non più un’andata e ritorno, quest’ultima per via diversa. Arrivati a Gioi, la seconda parte dell’escursione nel pomeriggio sarà dedicata alla visita dei luoghi significativi del paese, avendo come guida d’eccezione il maestro Mario Romano, affermato pittore cilentano, e alla degustazione (facoltativa) dei salumi tipici del luogo, in particolare la famosa soppressata di Gioi (presidio Slow Food) corrispondendo una quota di 7,00 € cadauno (da versare in anticipo venerdì 23/11 in sezione). Al termine gli autisti saranno accompagnati a Cardile per recuperare le auto lasciate all’inizio dell’escursione. Attrezzatura necessaria: scarponi e bastoncini da trekking, indumenti tecnici, colazione al sacco, acqua (almeno un litro poiché fino al paese di Gioi non c’è possibilità di approvvigionamento). Si consiglia l’uso di ghette per la possibile presenza di tratti fangosi.

Descrizione: L’escursione inizia nella parte bassa del borgo di Cardile, un tempo autonomo poi da 2 secoli diventato frazione di Gioi, le cui origini risalgono al XVI secolo e che ha dato il proprio contributo di sangue ai moti rivoluzionari antiborbonici del 1828 con la decapitazione dei fratelli Alessandro e Davide Riccio, a cui è intitolata la piazza del paese. Ci si incammina seguendo la strada asfaltata in direzione di Gioi per abbandonarla dopo qualche centinaio di metri in prossimità di un pannello in legno, scendendo a sx delle scale con una staccionata. Si segue quindi un sentiero attrezzato che conduce ad un antico ponte in pietra che supera il torrente Fiumicello, affluente del vicino e si risale sulla strada asfaltata alcune centinaia di metri più avanti in prossimità della cappella della Madonna del Carmine, a cui i cardilesi sono assai devoti unitamente a S. Rocco. Già dopo il ponte si può ammirare l’ampio panorama verso la vallata culminante nella piana di Velia (è ben visibile la torre angioina) e, più a sinistra, verso i monti cilentani culminanti nel Gelbison, ma nello spazio antistante la cappella c’è anche un cannocchiale per una maggiore visibilità. Proseguendo per 300 mt sull’asfalto lo si lascia poi per una carrareccia in salita sulla dx che tortuosa segue il fianco della collina immersa nella vegetazione. Il cammino qui non presenta particolari difficoltà e la pendenza, dopo il tratto iniziale, si addolcisce fin quasi ad annullarsi; l’unico inconveniente è dato dal terreno argilloso che trattiene a lungo l’acqua in pozze fangose che i cinghiali provvedono a rimescolare e allargare per il loro godimento. Dopo circa un’ora dalla partenza, proprio quando si è in vista del paese di Gioi adagiato su una collina tra i 600 e i 700 mt, occorre lasciare la carrareccia ormai pianeggiante per seguirne una in salita sulla dx, facendo quasi un’inversione ad U. Ben presto, guadagnando progressivamente quota, si giunge in località la Laura (750 mt) e la pista in terra battuta conduce ad un pianoro da cui si gode un bel panorama verso Cardile e il Gelbison. Qui, per la presenza di mucche al pascolo, ci si imbatte in una recinzione con uno sbarramento metallico che bisogna aprire e richiudere. Poco oltre, in prossimità di un altro pannello in legno e di quel che rimane della segnaletica installata nel 2012 e poi lasciata in totale abbandono, inizia la salita alla Tempa del Bosco (908 mt), il punto più alto dell’escursione. E’ questo il tratto più impegnativo, sia per la pendenza che per il tracciato appena visibile tra la vegetazione cespugliosa e, a tratti, invasa dai rovi che in buona parte i direttori hanno provveduto a ripulire recentemente. Lungo la salita, volgendo lo sguardo a sx, si ammirano belle vedute di Gioi arroccato sul colle con la sua cinta muraria ed i due campanili svettanti verso il cielo; anche qui, poco prima della cima della Tempa, occorre superare un cancello “apri e chiudi” messo dal pastore a protezione dei propri animali al pascolo, con il percorso che diviene poi pianeggiante nel bosco. Superata la cima si segue il crinale in direzione nord-est con alcuni saliscendi e ben presto si giunge ad un’ampia radura da cui si gode un panorama a 360° passando dal mare di Velia a sud, alle più importanti cime cilentane: Stella a sud, Gelbison ad est, Cervati a nord, Chianiello ad ovest; nelle vallate si scorgono diversi paesi del circondario tra cui si riconoscono , Novi Velia, ad est, ad ovest. Oltrepassata un’area pic-nic si incrocia una stradina asfaltata che va imboccata a sx in discesa e, attraversando dei castagneti con alcune piante secolari, passa dapprima vicino a quello che era il giardino botanico e poi costeggia il lago Lavinia dove è facile avvistare dei germani reali che placidamente lo solcano. Seguendo sempre la stradina in discesa, superato il cimitero, si arriva alla loc. S. Paolo, crocevia per , Cardile ed Omignano scalo, alla base del colle di Gioi. Per raggiungere il centro del paese occorre fare un ultimo strappo con una ripida salita che poi, deviando a dx, diviene un sentiero pianeggiante che fiancheggia le antiche mura fino a raggiungere delle scale che conducono alla piazza-terrazza ubicata dove una volta sorgeva il castello (punto più alto del paese: 690 mt). Superbo è il panorama che si può ammirare da qui, spaziando dal mare alla valle dell’Alento, ai monti della Stella, Gelbison e Chianiello. Dopo una pausa per gustare il panorama e non solo, è d’obbligo una visita al borgo medioevale dove spiccano i due campanili delle chiese di S. Eustachio e di S. Nicola, con la presenza, nella parte più bassa, dell’ex convento francescano risalente al 1466 e scenario per numerosi anni della sagra del fusillo, mentre attualmente è teatro dell’“anatema di S. Santecchia”. Notevoli anche i palazzi nobiliari (Palazzo Reielli, Palazzo Salati, Palazzo Conti, Palazzo De Marco), la Porta dei Leoni e la Porta Nova (Nobe), ma di tutto questo ed altro ancora ci parlerà un cittadino illustre di Gioi, ovvero il maestro Romano. Giovanni Guerra

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