Personaggi Nella Storia Della Valdelsa H-Z (Pdf)
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Rino Salvestrini Personaggi nella storia della Valdelsa Barberino Valdelsa, Casole d'Elsa, Castelfiorentino, Certaldo, Colle di Valdelsa, Gambassi Terme, Montaione, Monteriggioni, Montespertoli, Poggibonsi, Radicondoli, San Gimignano, Sovicille e Tavarnelle Val di Pesa. Niccolò da Poggibonsi. Cosimo Ridolfi. H – Z Bibliografia 309 310 Rino Salvestrini Personaggi nella storia della Valdelsa Barberino Valdelsa, Casole d'Elsa, Castelfiorentino, Certaldo, Colle di Valdelsa, Gambassi Terme, Montaione, Monteriggioni, Montespertoli, Poggibonsi, Radicondoli, San Gimignano, Sovicille e Tavarnelle Val di Pesa. Ignazio Malenotti. Vittorio Meoni. H – Z Bibliografia 311 312 H Hènderson J. Thomson (Montaione - Gambassi Terme) Resti dei forni con la ciminiera. Nella miniera delle Cetine, fra Gambassi e Volterra, si scavava minerale di rame fin dal 1854, ma fu nel decennio 1875 – 1885 che si ebbe il maggiore sfruttamento ad opera dell’ing. inglese Henderson (società individuale), che faceva trasportare il materiale con carri e barrocci fino alla stazione ferroviaria di Castelfiorentino, raggiungeva il porto di Livorno e quindi via mare a Liverpool, dove era sorta la raffineria CETINE MINING & C. Nel decennio furono scavate e trasportate 6000 tonnellate di materiale dal quale si ottennero 710 tonnellate di metallo. Nel 1885 l’ing. Henderson cadde in un pozzo della miniera delle Cetine e perse la vita: la società si sciolse e l’impresa fu abbandonata. Da non confondere con l’altra miniera, sempre detta delle Cetine, che si trova presso la Colonna di Montarrenti nel comune di Chiusdino, dove si estraeva l’antimonite o stibina. 313 I Iacopo da Certaldo (Certaldo) Fu un giureconsulto che partecipò alla riforma della Repubblica fiorentina con proposte per creare il Governo dei Priori. Fu poi dei priori negli anni 1289, 1297, 1299, 1302 e 1306. Ricoprì sempre per la Repubblica vari uffici e fu amico di Dante Alighieri, nonché di Chelino di Boccaccio, nonno di Giovanni scrittore certaldese. Jacopo d'Appiano (Montaione) Nel 1398 Jacopo d'Appiano, signore di Pisa, Piombino e territori annessi, al servizio del duca di Milano, con un esercito di Pisani, cercò di conquistare Barbialla. Prima di tutto riuscì a corrompere uno di Barbialla con grandi promesse, perché gli aprisse le porte del Castello e volle anche a garanzia, un nipote in ostaggio. Il tale di Barbialla promise, ma poi andò dai dieci di Balìa della Repubblica di Firenze e, avuta una ricompensa maggiore, fece il doppio gioco permettendo ai Fiorentini di preparare un'imboscata ai Pisani. Vennero i Pisani sicuri di una facile conquista, ma i Fiorentini guidati da Bernardone delle Serre, uscirono dall'agguato, fecero 300 prigionieri e presero 150 cavalli. In seguito, facendo lo scambio con un notabile pisano, fu liberato anche il nipote di quel tale di Barbialla. Iacopo del Casentino (Castelfiorentino) Chiamato anche Jacopo Landino o da Prato Vecchio (1330 - 1380), pittore attivo in Toscana, allievo di Taddeo Gaddi, visse a Firenze, ma presto tornò a Arezzo dove fece molti affreschi. Il figlio Francesco Landino fu un importante compositore. Nel Museo di Castelfiorentino si trova il quadro di Iacopo Santa Caterina d'Alessandria, Sant'Jacopo (o Sant'Andrea) e San Giovanni Evangelista, proveniente dalla chiesa di Cambiano. Sempre nel Museo sono due antifonari provenienti dalla pieve di Sant'Ippolito e San Biagio. 314 Iacopo della Quercia (San Gimignano) Jacopo di Pietro D'Agnolo di Guarnieri è detto Jacopo della Quercia perché nato a Querciagrossa. La frazione è divisa dalla strada "Chiantigiana" per Siena, a sinistra è nel comune di Castelnuovo Berardenga e a destra nel comune di Monteriggioni; qui nacque nel 1374 circa il nostro, ma a sinistra o a destra? Scultore, fra le sue opere à il celebre monumento funebre di Ilaria del Carretto nella cattedrale di San Martino a Lucca. Come pure la Fonte gaia nella Piazza del Campo a Siena. Altre opere si trovano a Ferrara, Bologna, Parigi (Louvre) e Washington (National Gallery). Nel 1421 scolpì le statue lignee per la Collegiata di San Gimignano, Madonna Annunziata e Angelo Annunziante, (1421), poi policromate da Martino di Bartolomeo nel 1426, come attesta un’iscrizione nello zoccolo della statua della Vergine. Alla classica plasticità dell'Arcangelo Gabriele fa riscontro la rattenuta soavità del volto e della figura della Madonna. Le due statue sono le sole documentate tra le non molte opere lignee attribuite allo 315 scultore senese. Nei libri contabili dell'Opera della Collegiata esse sono dette «di Maestro Jacopo della Fonte di Siena». Jacopo morì a Siena nel 1438. Iacopo di Verzilia (Castelfiorentino) La grande alluvione del 1333 che colpì Firenze e di questo hanno scritto in tanti, non risparmiò neppure Castelfiorentino con l'Elsa che lo attraversa. Vicino al ponte sul fiume si trovava la locanda di Jacopo di Verzilia che aveva la nomea di avaro e usuraio; quel 4 novembre si affaticò a salvare il più possibile ma a un certo punto si ricordò di aver nascosto sopra una trave del tetto, una borsa rubata nel parapiglia ad un mercante avventore della locanda, con 60 lire. Jacopo allora volle ritornare nella bottega invasa dalle acque e riuscì con sforzo a recuperare la borsa, ma all'interno c'era questo messaggio: Messere, la vostra giovane moglie, stanca delle vostre vecchie attenzioni, ed io delle vostre insipide zuppe, vi salutiamo con l'augurio di un bagno salutare. Jacopo morì forse per la polmonite, forse per il dispiacere di aver perso la giovane moglie Lisa, oppure per aver perso le 60 lire pisane! Ignazio da Poggibonsi (Poggibonsi) Conosciuto col nome religioso di Ignazio da Poggibonsi, si chiamava al secolo Alessandro, ma non sappiamo di quale famiglia. Nato alla fine del Settecento, fu prete e poi frate francescano cappuccino. Fu viceprefetto apostolico, predicatore in varie parti d'Europa e poi missionario in America Latina dove morì nel 1872. Ilicino santo patrono (Montespertoli) Nel 1665 i signori Giachi, Casali e Quercetani fecero venire dalle catacombe di Roma le ossa del santo martire Ilicino; furono sistemate in un oratorio sulla Via Fiorentina davanti al Palazzo del Podestà; due anni dopo però con grandi feste le reliquie furono trasferite nella chiesa di Montespertoli in un altare costruito appositamente a spese del Comune. Sant'Ilicino è il patrono di Montespertoli insieme a Sant'Andrea apostolo. 316 Incontri Gino (Montaione - Gambassi Terme) Il marchese Gino Incontri (1873 – 1940), era proprietario delle fattorie di Pillo e del Castagno, al tempo nel comune di Montaione, All’inizio del Novecento fu sindaco di Montaione quando infuriavano le lotte della frazione di Gambassi per costituirsi comune autonomo. Nel 1909 venne eletto deputato nel collegio di Empoli togliendo il mandato al socialista Giulio Masini. Non fu rieletto quando si ripresentò nel 1913. Amico di Salandra, Giolitti e Sidney Sonnino, entrò nell’Unione Liberale dove cercò, anche col “Nuovo Giornale”, quotidiano fiorentino, di far conciliare gli interessi degli agrari con quelli degli industriali. Lui oltre che agrario era nel consiglio della “Società Toscana per Imprese Elettriche” che nel 1919 fu incorporata dalla “Soc. Elettrica Valdarno”. Consigliere nello “Istituto Agricolo Coloniale Italiano” nel 1920 e presidente della “Etelia” industria per gli inchiostri da stampa. Presidente anche nel 1922 della fabbrica “Concimi Chimici e prodotti Affini per l’Agricoltura”. Sebbene volesse uno Stato forte per reprimere gli scioperi, fu scartato dai fascisti nelle liste provinciali per le elezioni del 1923. Verso il regime, come diceva lui, ebbe una posizione ausiliaria rimanendo non sull’onda politica, ma su quella economica, cioè con un piede nell’agricoltura e uno nell’industria. Ha pubblicato: Agricoltura e zootecnia al benadir, Firenze 1915. Il contadino toscano, Firenze 1925. L’alcool denaturato nei suoi rapporti coll’agricoltura, l’industria e la finanza, Roma 1902. La nuova legge sugli alcools: osservazioni e proposte, Firenze 1903. Posizione ausiliaria, Firenze 1933. La pratica coltivazione della barbabietola da zucchero, Perugia 1898. Innocenzo II papa (Valdelsa) Fu il primo papa che si conosca essere venuto in Valdelsa nel 1136, al tempo di messer Bianco pievano, consacrò la Pieve di Sant'Ippolito a Castelfiorentino. Oggi è una casa per vacanze nei dintorni del paese ed è conosciuta come Pieve Vecchia. Intieri Bartolomeo (Montespertoli) Studioso, ricercatore e scienziato nacque nel 1678 a Montespertoli, in Piazza Vecchia e probabilmente nel Palazzo Monadi. Era figlio di 317 Francesco Intieri (fiorentino) e di Cristina Monadi, appartenente quest’ultima ad una delle famiglie notabili del paese. Visse la prima infanzia a Montespertoli ed ancora giovinetto si trasferì con la famiglia a Firenze. Protetto dal marchese Rinuccini, fu inviato a Napoli, dove compì gli studi basilari e quindi quelli di teologia e filosofia, diventando sacerdote. Persona dotata di grandissima intelligenza, si dedicò con fervore agli studi naturalistico—scientifici, diventando ben presto noto nelle fasce più colte del Regno di Napoli. La sua conoscenza e la sua competenza nei vasti campi della scienza di allora, ne fecero un punto di riferimento per uomini di Stato e docenti. Aperto alle idee innovatrici dell’Illuminismo, ebbe contatto con i più noti personaggi del suo tempo: tra questi il segretario di Stato del re Carlo di Borbone (il marchese Josè de Montealegre), gli economisti Celestino e Ferdinando Galiani, i giuristi Pietro Contegna e Francesco Ventura, lo statista toscano Bernardo Tanucci, il giurista Pietro Giannone, Ludovico Antonio Muratori, il senatore Fiorentino Francesco Maria Buondelmonti e Raimondo di Sangro principe di San Severo. Fu procuratore del re Carlo di Borbone di Napoli per gli affari economici con gli Stati Medicei e curatore delle più nobili famiglie fiorentine nel Regno di Napoli. Nel l754 fondò con i propri personali risparmi la “Cattedra di commercio e meccanica” presso l’università di Napoli, prima ed unica in tutta Europa! Fu autore di numerose opere e trattati, oltre che inventore di macchinari e congegni per l’agricoltura (famosa la “Stufa per la conservazione dei grani”). Morì a Napoli, nel 1757, non avendo compiuto per poco gli ottant’anni.