Piano di Protezione Civile del Comune di

Luglio 2017

COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

INTRODUZIONE

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Il Piano di Protezione Civile del Comune di Monteriggioni è impostato secondo il Metodo Augustus e segue quindi i concetti di semplicità, flessibilità e facile consultazione delle procedure operative definite per ogni rischio previsto nel territorio comunale.

Il Piano è composto da due sezioni: la Parte Strutturale e gli Allegati. La Parte Strutturale è approvata dal Consiglio Comunale, mentre gli Allegati possono essere aggiornati dal Responsabile di Protezione Civile, senza l’approvazione del Consiglio Comunale, con una semplice delibera di Giunta di presa d’atto.

La Parte Strutturale è divisa in tre parti: A – Parte generale, contiene l’indicazione degli Enti preposti al monitoraggio e le procedure per recepire le attività di monitoraggio previsionale probabilistico del Centro Funzionale della Regione Toscana, i riferimenti alla cartografia di base e a quella tematica e degli scenari di rischio, l’individuazione delle aree di emergenza (attesa, ricovero, ammassamento) eseguita dalla Amministrazione Comunale nei territori non a rischio. B – Lineamenti della Pianificazione, sono elencate: le Componenti e le Strutture Operative (artt. 6 e 11, L. 225/1992) del Servizio Nazionale della Protezione Civile presenti nel territorio comunale e che a vario titolo partecipano al Piano Comunale; le priorità d’intervento rispetto agli obiettivi da raggiungere per la risposta di protezione civile comunale dall'attivazione del Centro Operativo Comunale in poi. Le procedure generali di intervento per ogni rischio sono allegate al Piano. C – Modello di Intervento, è descritto il luogo e il funzionamento del Centro Operativo Comunale, le Funzioni di Supporto organizzate, i flussi della comunicazione interna ed esterna al C.O.C. sia per l’attivazione del principio di Sussidiarietà verticale che per il principio di Sussidiarietà orizzontale o circolare per l’informazione ai cittadini. È codificata per ogni tipo di rischio atteso o manifestato la relativa procedura di base da adottare, tenendo sempre conto dei modelli probabilistici per il preannuncio di alcuni eventi.

Sono altresì considerate parte integrante di questo Piano di Emergenza Comunale tutte le attività descritte negli “Allegati al Piano”, a cui si rimanda.

L’operatività di risposta di Protezione Civile contenuta in questo Piano ubbidisce al Principio di Sussidiarietà.

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A – PARTE GENERALE

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A - PARTE GENERALE

A.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E DEMOGRAFICO

Il Comune di Monteriggioni si trova nella Val d’Elsa e confina con i Comuni di Poggibonsi e Castellina in Chianti, a Nord, con il Comune di Colle di Val d’Elsa, a Ovest, con il Comune di Casole d’Elsa, a Sud-Ovest, con il Comune di Sovicille, a Sud, con il Comune di , a Sud-Est, con il Comune di Castelnuovo Berardenga, a Est. Il suo paesaggio è prevalentemente collinare e ricco di aree boscate. L’orografia di Monteriggioni comprende il rilievo di Montemaggio, costituito dal Calcare Cavernoso, limitato a nord dai piani di Abbadia e dal solco dello Staggia, a Est dal fondovalle del Fosso della Ruota e dal Pian del Lago, a sud dal confine comunale e a ovest dalle colline plioceniche che si estendono da a Scorgiano. Ad ovest del comune, le colline che si staccano dal Montemaggio e si affacciano sul fondovalle dell’Elsa, sono caratterizzate dalla presenza significativa di bosco e da un sistema insediativo anche di origine medievale (Pieve a Castello) distribuito sulle colline e lungo i crinali. L’area centrale più elevata del Montemaggio è caratterizzata dal dominio pressoché assoluto del bosco (in prevalenza Leccete) con limitatissimi coltivi e piccole radure residuali minacciate dal progredire del bosco, fenomeno incontrastato e accentuato dal graduale declino delle attività agricole che si è avuto nel tempo. Nella zona assume importanza la viabilità storica talora bordata con muretti a secco di grande qualità formale e con resti di antichi selciati. Alle pendici del Montemaggio fino ad Est verso Pian del Lago e a Nord a partire dal colle sul quale sorge il Castello di Monteriggioni, fino ai rilievi ondulati intorno a Fornacelle, troviamo una sequenza di boschi e di coltivi, sia di carattere insulare che disposti secondo distese continue e articolate. sulla collina di e di Basciano (litotipo argilloso-sabbioso) e sulle colline di Strove e di Castiglionalto , intorno a Querciagrossa (litotipo sabbioso- ciottoloso), l’uso del suolo è caratterizzato da coltivi continui quali: seminativi nudi, pascoli e vigneti meccanizzati in gran parte ristrutturati e semplificati con frequenti isole di bosco (eccezione fa la collina di Lornano, quasi completamente nuda). Le zone a prevalenza di argille sono caratterizzate da instabilità potenziale e da una particolare sensibilità al fenomeno dell’erosione superficiale, molto diffusa e resa più grave in concomitanza con pendenze accentuate e pratiche colturali inadatte come arature profonde e vigneti a rittochino. Il sistema delle acque, costituito dalle acque superficiali e dalle aree formate per deposito di materiale alluvionale, comprende i fondivalle dell’Elsa, dello Staggia e del Fosso della Ruota e l’invaso lacustre bonificato di Pian del Lago. Nel territorio di Monteriggioni ricade una parte della Montagnola senese, zona collinare di quasi 14.000 ettari sulla quale si trovano le sorgenti del Fiume Elsa. Il Fiume Elsa nasce in Località Molli (comune di Sovicille) alla quota di circa 580 m s.l.m.. L’attuale assetto strutturale del bacino della val d’Elsa è il risultato di più fasi COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

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MONTERIGGIONI PAGINA 4 DI 26 deformative; esso si è originato in seguito a regimi compressivi e distensivi dovuti rispettivamente a un ispessimento ed a un assottigliamento della crosta, costituendo così un bacino neogenico rappresentato da un segmento di fossa tettonica lunga oltre 300 km, che dalla valle del Serchio si estende verso SSE fino alla valle del Tevere. La portata media annua del Fiume Elsa, a Castelfiorentino, è 5,38 m3/s. Le portate minime sono molto costanti durante l’anno, grazie alla presenza di sorgenti il cui apporto, soprattutto durante i periodi più siccitosi, rappresenta il flusso di base. Suo affluente di sinistra è il torrente Foci, di destra il torrente Staggia. Lo Staggia è il corso d’acqua dal quale prese il nome il castello di Staggia di cui il torrente stesso bagna le mura da nord est a nord-ovest. Esso nasce nella sommità orientale del Poggio di Fonte Rutoli, due miglia a levante di Castellina. È costeggiato dalla SS2 (Via Cassia) e davanti a attraversa la strada rotabile di Castellina per accogliere dal lato di ponente il tributo che gli reca il borro di S. Leonino in Conio; quindi scende a piè del Poggio di Resciano, dove voltando faccia, prima a ponente e poi a nord -ovest, s’incammina lungo il fianco orientale del poggio di Monteriggioni. Da qui rasentando a destra la Via Cassia passa fra e Castiglioncelllo per accogliere di lato di Castellina i torrenti di Gena e Gagliano. Arricchito da questi e da altri minori fossi passa davanti alla villa dei Pini divergendo per breve tratto il cammino da sud-est a nord-ovest e poi da sud-ovest per attraversare sotto un ponte di pietra la Via Cassia. Il 22% del territorio comunale di Monteriggioni ricade nel bacino Ombrone-Grossetano. Tale Bacino ha un’estensione di 3.494 km2 e comprende i 3/5 della Provincia di Siena. Il Fiume Ombrone, il più grande fiume della Toscana meridionale, nasce sul versante sud- orientale dei Monti del Chianti presso S. Gusmè e, dopo circa 160 km, sfocia nel Mar Tirreno a sud-ovest di Grosseto. Il clima di Monteriggioni è caratterizzato da temperature di circa 13-14 °C calcolate su base media annua. Sull’area soffiano venti deboli per lo più provenienti da Nord-Ovest con frequenza essenzialmente estiva e venti da Est, subprevalenti, distribuiti in modo uniforme nelle altre stagioni. Le precipitazioni, anch’esse calcolate su base media annua, sono di circa 850 mm. Concludendo possiamo affermare che il clima riscontrato nel comune di Monteriggioni è di tipo sub- mediterraneo, caratterizzato da inverni miti e piovosi e da estati calde e siccitose. Il periodo arido può essere di conseguenza considerato da Maggio a Settembre, periodo nel quale mediamente diminuiscono le precipitazioni in concomitanza con un aumento delle temperature. I mesi più piovosi sono invece individuati in Ottobre e Novembre.

La popolazione totale residente nel Comune di Monteriggioni, riferita all’anno 2016, è di 9.833 abitanti, di cui 4.809 maschi (49% del totale) e 5.024 femmine (51% del totale). Nella tabella successiva, riportiamo le principali frazioni con i relativi abitanti al 30/09/2016.

NOME FRAZIONE N. ABITANTI 2846 873 SAN MARTINO 678 652 614

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POPOLAZIONE TOTALE al 30/09/2016 9.833 numero maschi 4.809 numero femmine 5.024

FASCE D`ETA` DELLA POPOLAZIONE :

Popolazione in età prescolare n. 598 maschi n. 310 femmine n. 288

Popolazione non maggiorenne n. 1.709 maschi n. 881 femmine n. 828

Popolazione ultrasessantenne n. 2.724 maschi n. 1.256 femmine n. 1.468 INDICE DI VECCHIAIA Indica quante persone anziane vivono ogni 100 giovani 145,4

Numero medio dei componenti nucleo familiare 2,26

A.2. ENTI PREPOSTI AL MONITORAGGIO

A.2.1. INGV

L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è stato istituito con decreto legge (D.L. 29 settembre 1999, n. 381) per sostenere dal punto di vista scientifico le attività di protezione civile e, tra gli altri, per “svolgere funzioni di sorveglianza sismica e vulcanica del territorio nazionale e di coordinamento delle reti sismiche regionali e locali […]”. Per svolgere questo servizio, l’Ente si avvale della rete di monitoraggio sismico nazionale attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con più di 300 stazioni sismiche su tutto il territorio nazionale, collegate in tempo reale con la sede di Roma. In caso di evento sismico, entro cinque minuti dall’evento, l’INGV allerta il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e pubblica i dati relativi all’evento su internet al sito http://cnt.rm.ingv.it/. Nel caso la crisi sismica presenti caratteri di particolare rilevanza, l’Istituto provvede entro 24-36 ore COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

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MONTERIGGIONI PAGINA 6 DI 26 all’installazione della rete di rilevamento mobile per migliorare ulteriormente la sensibilità e le capacità di registrazione della rete sismometrica.

A.2.2. CFR

Il Centro Funzionale Regionale (CFR), Centro Funzionale decentrato del Centro Funzionale di Concentrazione (CFC) presso il Dipartimento di Protezione Civile, ha come compito principale la diffusione degli allarmi idrologici ai fini di protezione civile per la Toscana. Le Funzioni del Centro Funzionale Regionale sono sintetizzabili in:  collegamento del CFR con le Centrali Periferiche di coordinamento e raccolta dei dati dalle reti in telemisura ricadenti nell’ambito di competenza;  collegare il CFR con gli altri CF regionali con funzioni di previsori meteorologici operanti nell’ambito di competenza o di interesse, qualora non coincidono con il CF stesso;  collegare il CFR con le sedi del Sistema Centrale;  utilizzare un Sistema Informativo Geografico a risoluzione spaziale variabile su cui implementare le informazioni via via disponibili (pedologiche, di uso del suolo, aree esposte a rischio);  associare le precipitazioni osservate o gli stati idrometrici previsti alle condizioni dei precursori individuati negli scenari di rischio. Il compito della rete dei Centri Funzionali ai sensi della DPCM del 27 febbraio 2004 è quello di far confluire, concentrare ed integrare tra loro:  i dati qualitativi e quantitativi rilevati dalle reti meteo-idro-pluviometriche, dalla rete radarmeteorologica nazionale, dalle diverse piattaforme satellitari disponibili per l'osservazione della terra;  i dati territoriali idrologici, geologici, geomorfologici e quelli derivanti dai sistemi di monitoraggio delle frane;  le modellazioni meteorologiche, idrologiche, idrogeologiche ed idrauliche.

La stessa Direttiva specifica che il sistema di allerta deve prevedere:  una fase previsionale costituita dalla valutazione della situazione meteorologica, nivologica, idrologica, idraulica e geomorfologica attesa, nonché degli effetti che tale situazione può determinare sull’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente;  una fase di monitoraggio e sorveglianza, articolata in: i) osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, dell’evento meteo-idrologico ed idrogeologico in atto, ii) previsione a breve dei relativi effetti attraverso il now casting meteorologico e/o modelli afflussi-deflussi sulla base di misure raccolte in tempo reale.

La finalità di tale compito è di fornire un servizio continuativo per tutti i giorni dell'anno e, se del caso, su tutto l'arco delle 24 ore giornaliere che sia di supporto alle decisioni delle Autorità competenti per le allerte e per la gestione dell'emergenza, nonché assolva alle necessità operative dei sistemi di protezione civile. COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

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Le procedure operative regionali per l'attuazione della suddetta Direttiva nazionale, attualmente in vigore, sono state approvate con DGRT n. 395/2015 - Approvazione aggiornamento delle disposizioni regionali in attuazione dell’art. 3 bis della Legge 225/1992 e della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2004 “Sistema di Allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale”. Il servizio svolto dalla rete dei Centri Funzionali comprende anche la gestione della rete di rilevamento dati in tempo reale ed in tempo differito, afferente al proprio territorio, così come stabilito dalla suddetta DPCM del 27 febbraio 2004.

A.2.3. SISTEMA DI ALLERTAMENTO “CODICE COLORE” PER LA RISPOSTA OPERATIVA COMUNALE

Ogni giorno il CFR emette, entro le ore 13:00, un Bollettino di Valutazione delle Criticità regionali con l'indicazione, per ogni zona di allerta, del relativo codice colore che esprime il livello di criticità previsto per i diversi rischi:

 per livello di criticità con codice ARANCIONE – ROSSO: il Bollettino assume valenza di Avviso di Criticità regionale e viene adottato dal Sistema Regionale di Protezione Civile come Stato di Allerta Regionale e diramato dalla Sala Operativa Regionale (SOUP) a tutti i soggetti che fanno parte del sistema di protezione civile regionale, al fine di rendere questi soggetti pronti a fronteggiare l'evento ed adottare misure di preparazione e prevenzione. Le Province provvedono a trasmettere l’allerta ai Comuni, ai Centri Intercomunali, Unione dei Comuni, Consorzi di Bonifica (art. 15, comma 2, lettera a; DGRT n. 395/2015)  per livello di criticità con codice GIALLO: le strutture competenti a livello locale vengono avvisate per via telematica in modo che siano pronte ad attivarsi in caso di necessità e che possano seguire l'evoluzione degli eventi in corso. In generale, il codice giallo è relativo ad eventi potenzialmente pericolosi ma circoscritti, per cui è difficile prevedere con anticipo dove e quando si manifesteranno.

Nel caso di codice VERDE non sono previsti fenomeni intensi e pericolosi, possono comunque essere presenti fenomeni meteo legati alla normale variabilità stagionale.

Ad ogni codice colore il Sistema di Protezione Civile del Comune di Monteriggioni organizzerà specifiche azioni come precisato nella “Parte C - Modello d’intervento” e nell’Allegato “Procedure operative”. Questo Comune adotterà la risposta operativa in funzione delle allerte-codice colore fornite dal Centro Funzionale Regionale della Toscana e, per gli effetti a terra visibili, delle informazioni provenienti dai Presidi Territoriali.

Il Comune di Monteriggioni ricade nella zona di allerta O1 (Ombrone Gr-Alto) (fonte: elaborato A, Allegato 1, DGRT n. 395/2015).

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A.3. - SCENARI DI RISCHIO

Lo scenario è la descrizione preventiva dei danni attesi alle persone e alle cose (attività produttive, commerciali, beni culturali, etc.) e si ricava dalle carte di pericolosità relative ai vari rischi, sovrapponendoci il valore esposto inteso come abitanti residenti, attività produttive e commerciali, rete dei servizi, beni culturali, scuole, etc.

I rischi storicamente rilevati nel territorio afferente al Comune di Monteriggioni sono i seguenti:

- RISCHIO IDRAULICO, IDROGEOLOGICO E TEMPORALI FORTI Secondo quanto riportato nell'Allegato 1 della DGRT n. 395/2015, i rischi idrogeologico e idraulico sono caratterizzati, in linea con le direttive nazionali, come segue:  il rischio idraulico corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli idrometrici critici (possibili eventi alluvionali) lungo i corsi d’acqua principali;  il rischio idrogeologico, anche esplicitato come idrogeologico-idraulico reticolo minore, corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento delle soglie pluviometriche critiche lungo i versanti (che possono quindi dar luogo a fenomeni franosi e alluvionali), dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane con conseguenti fenomeni di esondazione e allagamenti;  il rischio idrogeologico con temporali forti prevede analoghi effetti a quelli del punto precedente, ancorché amplificati in funzione della violenza, estemporaneità e concentrazione spaziale del fenomeno temporalesco innescante; tali fenomeni risultano, per loro natura, di difficile previsione spazio-temporale e si caratterizzano anche per una maggiore intensità puntuale e rapidità di evoluzione.

Dal punto di vista idraulico, il Comune di Monteriggioni è compreso per il 78% del suo territorio nel Bacino del Fiume Arno e per il 22% nel Bacino del Fiume Ombrone-Grossetano. Il sistema delle acque comprende il fondovalle dell’Elsa, dello Staggia e del fosso della Ruota e l’invaso lacustre bonificato di Pian del Lago. Il corso d’acqua più importante che attraversa il territorio comunale è il torrente Staggia, con i suoi due affluenti, il Fosso Ruota e il Fosso del Cerro, mentre il fiume Elsa costeggia il confine occidentale del comune. Per il rischio idraulico si fa riferimento alla cartografia del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA) e alla relativa Disciplina di Piano (Direttiva “alluvioni” 2007/60/CE e D.Lgs. 49/2010). Il PGRA del Distretto Appennino Settentrionale è stato approvato con delibera del Comitato Istituzionale n. 235 del 3 marzo 2016. Le cartografie per singoli stralci del PGRA, a livello di dettaglio (scala1:10.000), sono consultabili e scaricabili dal sito dell’Autorità di Bacino del Fiume, alla pagina web appositamente dedicata, selezionando nell'apposita casella il Comune di Monteriggioni. Il maggior grado di sensibilità a livello idraulico si verifica nel territorio aperto, soprattutto alle pendici del rilievo del Montemaggio, interessate da estese zone boscate e dalla presenza nel sottosuolo dell’acquifero COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

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MONTERIGGIONI PAGINA 9 DI 26 strategico della Montagnola Senese. Tra i centri abitati, quelli soggetti ad un alto rischio idraulico sono Le Badesse, Pian del Casone e la zona di valle del settore settentrionale di Castellina Scalo.

Dal punto di vista idrogeologico, si nota che la maggior parte del territorio comunale presenta una pericolosità di versante bassa, ma non mancano estese zone a pericolosità media tra cui:  Zona nord-ovest del comune che comprende gli abitati di Carpiglioni e di Strove e si estende fino ad Abbadia a Isola;  Zona ovest che comprende la frazione di La Querce fino al confine comunale;  Zona nord-est del comune, dove le zone in cui esiste pericolo di frana medio si estendono in modo frastagliato dall’abitato di Quercegrossa sul confine est fino a Lornano e da Badesse fino all’abitato di e San Martino. Per il rischio idrogeologico, la cartografia del Piano stralcio Assetto Idrogeologico (PAI) è quella di riferimento per la definizione della pericolosità da frana e da fenomeni geomorfologici di versante. Le cartografie per singoli stralci del PAI, a livello di dettaglio (scala1:10.000), relative al Comune di Monteriggioni sono consultabili e scaricabili dal sito dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, nell’apposita pagina web dedicata.

Di seguito, sono riferite per il rischio idraulico la cartografia di rischio (PGRA) e per quello da frana la cartografia di pericolosità (PAI) e, relativamente alle aree a rischio prevalente nel territorio comunale, l’elenco della popolazione e delle attività produttive potenzialmente coinvolte.

RISCHIO IDRAULICO TERRITORIO COMUNALE

Cartografia del Rischio Idraulico (Piano Gestione Rischio Alluvioni, PGRA; Autorità di Bacino Fiume Arno; Allegato “Cartografia”):  Inquadramento Stralci  Stralcio 751: Casone  Stralcio 752: Castellina Scalo  Stralcio 753: Lornano  Stralcio 754: Quercegrossa  Stralcio 776: P. Bufalaia (Nord)  Stralcio 777: Badia Isola - Montecastelli  Stralcio 778: Valmaggiore – P. Casone  Stralcio 779: Badesse  Stralcio 780: S. Stefano – Molino Staggia – La Ripa  Stralcio 794: P. Bufalaia (Sud)  Stralcio 795: Scorgiano  Stralcio 797: S. Martino - Tognazza

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Valore esposto:

Strada Delle Torri Cimate (cartografia di riferimento rischio idraulico: 778) Popolazione residente n.5

Strada della Bufalaia (cartografia di riferimento rischio idraulico: 776 - 794) Popolazione residente n.8

Strada di Valmaggiore (cartografia di riferimento rischio idraulico: 778) Popolazione residente n.16

Strada di Basciano (cartografia di riferimento rischio idraulico: 779) Popolazione residente n. 7

Strada di Lornano (cartografia di riferimento rischio idraulico: 779) Popolazione residente n. 8

Strada della Staggia (cartografia di riferimento rischio idraulico: 779 - 780) Popolazione residente n. 9

Castellina Scalo (cartografia di riferimento rischio idraulico: 752) Attività produttive n. 10 Popolazione residente n. 244

Strada dei Laghi (Casone) (cartografia di riferimento rischio idraulico: 751) Attività produttive n. 14 Popolazione residente n.2

Badesse (cartografia di riferimento rischio idraulico: 779) Attività produttive n. 145 Popolazione residente n.477

RISCHIO IDROGEOLOGICO TERRITORIO COMUNALE

Cartografia della pericolosità da frana (Piano Assetto Idrogeologico, PAI; Autorità di Bacino Fiume Arno; Allegato “Cartografia”):  Inquadramento Stralci  Stralcio 751: Casone  Stralcio 752: Castellina Scalo  Stralcio 753: Lornano  Stralcio 754: Quercegrossa  Stralcio 776: P. Bufalaia (Nord)  Stralcio 777: Badia Isola - Montecastelli  Stralcio 778: Valmaggiore - P. Casone COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

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 Stralcio 779: Badesse  Stralcio 780: S. Stefano - Molino Staggia - La Ripa  Stralcio 794: P. Bufalaia (Sud)  Stralcio 795: Scorgiano  Stralcio 797: S. Martino - Tognazza  Stralcio 798: Uopini - Montarioso

Valore esposto:

Castellina Scalo (cartografia di riferimento pericolosità da frana: 752) Popolazione residente n. 28

Loc. Lornano (cartografia di riferimento pericolosità da frana: 753) Popolazione residente n.16

Strada della Magione (cartografia di riferimento pericolosità da frana: 753 - 754) Popolazione residente n.32

Strada della Ferrovia (cartografia di riferimento pericolosità da frana: 779) Popolazione residente n.32

San Martino (cartografia di riferimento pericolosità da frana: 797) Popolazione residente n. 238

Belverde (cartografia di riferimento pericolosità da frana: 798) Popolazione residente n.88

Rinfusola (cartografia di riferimento pericolosità da frana: 798) Popolazione residente n.12

S.R. Chiantigana (cartografia di riferimento pericolosità da frana: 780) Popolazione residente n.8

- RISCHIO NEVE E GHIACCIO Il rischio neve considera il possibile impatto dovuto all'accumulo di neve al suolo (sopra i 1000 metri di quota l'evento neve non è rilevante ai fini di protezione civile). La previsione dell'accumulo della neve al suolo è molto difficile e un piccolo spostamento dello zero termico può pertanto influenzare le previsioni anche in modo determinante. Per il fenomeno ghiaccio viene considerato, ai fini di protezione civile, esclusivamente quello causato da una precedente nevicata.

Gli eventi, che sono stati riconosciuti significativi dalla Regione Toscana, sono le tempeste di neve e ghiaccio verificatesi dal 31/01/2012 al 20/02/2012, quella del 12-13/02/2013 e quella dal 22/02/2013 al 25/02/2013. COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

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- RISCHIO SISMICO Questo tipo di rischio è relativo al verificarsi di eventi sismici o terremoti. Si tratta di eventi calamitosi non prevedibili. In base alla DGRT del 26 maggio 2014 n. 421, che recepisce l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 aprile 2006 n. 3519, il territorio del Comune di Monteriggioni fa parte della zona sismica 3 (i Comuni inseriti in questa zona possono essere soggetti a terremoti di modesta entità).

L’ultima versione del Database Macrosismico Italiano (DBMI15), rilasciata a luglio 2016 (Locati et al., 20161), fornisce un insieme di dati di intensità macrosismica, provenienti da diverse fonti relative ai terremoti con intensità massima ≥ 5 e d'interesse per l'Italia nella finestra temporale 1000‐2014. Questa banca dati consente di elaborare le “storie sismiche” di migliaia di località italiane, vale a dire l’elenco degli effetti di avvertimento o di danno, espressi in termini di gradi di intensità, osservati nel corso del tempo a causa di terremoti. L’analisi del DBMI15 ha permesso di verificare che, a partire dall’anno 1897, sono 9 gli eventi sismici risentiti a Monteriggioni, con intensità massima risentita, Int, pari a 6-7 (secondo lo standard proposto da AHEAD, European Archive of Historical Earthquake Data; Figura 1).

Figura 1 - Elenco dei terremoti risentiti nel Comune di Monteriggioni (Fonte: INGV).

- RISCHIO TEMPESTE DI VENTO Comprende fenomeni generalmente associati a danni dovuti a violente raffiche di vento o trombe d'aria.

In occasione della tempesta di vento del 5 marzo 2015, tre attività produttive segnalarono danni alla copertura dei propri stabilimenti. Le tre aziende erano ubicate in zone diverse: Quercegrossa, Badesse e Castellina Scalo.

1 Locati M., Camassi R., Rovida A., Ercolani E., Bernardini F., Castelli V., Caracciolo C.H., Tertulliani A., Rossi A., Azzaro R., D’Amico S., Conte S., Rocchetti E. (2016). DBMI15, the 2015 version of the Italian Macroseismic Database. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. doi: http://doi.org/10.6092/INGV.IT‐DBMI15 COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

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- RISCHIO INCENDI DI INTERFACCIA Si definisce “incendio di interfaccia” l'incendio che minacci di interessare aree di interfaccia urbano-rurale, intese queste come aree o fasce, nelle quali l'interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta, luoghi geografici dove il sistema urbano e quello rurale si incontrano ed interagiscono, così da considerarsi a rischio di incendio. Tale tipo di incendio può avere origine sia in prossimità dell'insediamento (ad es. dovuto a residui vegetali o all'accensione di fuochi durante attività ricreative in parchi urbani e/o periurbani) sia come derivazione da un incendio boschivo. In generale è possibile distinguere tre differenti configurazioni di contiguità e contatto tra aree con dominante presenza vegetale ed aree antropizzate:  interfaccia classica: frammistione fra strutture ravvicinate tra loro e la vegetazione (come ad esempio avviene nelle periferie dei centri urbani o dei villaggi);  interfaccia mista: presenza di molte strutture isolate e sparse nell'ambito di territorio ricoperto da vegetazione combustibile;  interfaccia occlusa: zone con vegetazione combustibile limitate e circondate da strutture prevalentemente urbane (come ad esempio parchi o aree verdi o giardini nei centri urbani).

In nero è evidenziato il perimetro degli insediamenti e in rosso la Fascia Perimetrale (circa 200 mt lineari dal perimetro). La zona di interfaccia si estende per circa 25 – 50 mt a partire dal perimetro verso le abitazioni.

L’Allegato F del Piano Operativo AIB 2014-2016 identifica il Comune di Monteriggioni con un livello di rischio alto. Tuttavia, si segnala che nel Comune di Monteriggioni negli ultimi dieci anni si sono verificati una trentina d’incendi, quindi un numero piuttosto basso di eventi, per un totale di superficie percorsa dal fuoco pari a 19. 3505 ettari. Nelle zone interessate dagli incendi boschivi non sono presenti rilevanti insediamenti produttivi o residenziali.

- RISCHIO INDUSTRIALE Il rischio industriale è legato ai processi di attività di uno stabilimento industriale, i quali possono per via accidentale provocare danni all’interno dello stabilimento e nelle aree residenziali contigue, tali da coinvolgere lavoratori e cittadini.

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Nel territorio comunale di Monteriggioni non sono presenti stabilimenti a rischio di incidente rilevante, inseriti nell’inventario nazionale del Ministero dell’Ambiente (D. Lgs. n. 334/1999 e s.m.i.).

- RISCHIO TRASPORTO MERCI PERICOLOSE Questo tipo di rischio è legato al trasporto di sostanze e materiali pericolosi che, nel caso di incidente stradale, ferroviario o aereo possono generare condizioni di pericolo per le persone e l’ambiente, in seguito al verificarsi di un incendio, un’esplosione o il rilascio di sostanze tossiche.

La principale fonte per questa tipologia di rischio è rappresentata dalla presenza del Raccordo Autostradale Firenze-Siena, dalla tangenziale di Siena e dai raccordi Siena-Grosseto e Siena-Arezzo, sui quali quotidianamente transitano numerosi autocarri anche per il trasporto di sostanze chimiche e/o tossiche.

A.4. - AREE DI EMERGENZA

Le Aree di Emergenza sono luoghi destinati ad attività di protezione civile, individuati dal Sindaco nel Piano di Protezione Civile Comunale, e devono essere localizzate in siti non soggetti a rischio. Le Aree di Emergenza sono individuate dall’Amministrazione locale e sono distinte in:  Aree di attesa per la popolazione: sono luoghi, raggiungibili attraverso un percorso sicuro, in cui la popolazione viene censita e riceve le prime informazioni sull’evento ed i primi generi di conforto; sono identificate lungo grandi viabilità o grandi aree di parcheggi, mercati, etc.  Aree di accoglienza e ricovero della popolazione: sono luoghi situati in aree non a rischio e facilmente collegabili con i servizi essenziali (luce, acqua, fognature, etc.) in cui la popolazione risiederà per brevi, medi e lunghi periodi. Le aree di ricovero per la popolazione si distinguono in “strutture esistenti”, cioè strutture pubbliche e/o private (alberghi, centri sportivi, scuole, etc.) in cui la permanenza è temporanea e finalizzata al rientro della popolazione nelle proprie abitazioni, alla sistemazione in affitto, alla realizzazione ed allestimento di insediamenti abitativi provvisori, e “aree campali”, cioè aree che consentono di offrire in breve tempo i servizi di assistenza alla popolazione attraverso il montaggio e l’installazione di tende, cucine da campo, moduli bagno e docce con le necessarie forniture dei servizi essenziali  Aree di ammassamento: sono aree, poste in prossimità di grandi viabilità, in cui trovano sistemazione i soccorritori e le risorse quali tende, gruppi elettrogeni, macchine movimento terra, idrovore, etc..

Le Aree di Emergenza del Comune di Monteriggioni sono individuate in apposite schede (Allegato “Aree di Emergenza”) e nella cartografia di sintesi per la pianificazione dei rischi (Allegato “Procedure operative”).

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B – LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

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B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

In questa parte sono descritti gli obiettivi strategici, l’organizzazione della Protezione Civile attraverso i quali si raggiungono i suddetti obiettivi e l’elenco delle Componenti e Strutture Operative che partecipano al Piano, anche attraverso specifiche Convenzioni.

B.1. – OBIETTIVI STRATEGICI

Gli obiettivi strategici del Sindaco sono: 1. informare e mettere in sicurezza i cittadini; 2. tutelare l'attività scolastica; 3. garantire il funzionamento/ripristino dei servizi essenziali; 4. salvaguardare i beni culturali; 5. intervenire a favore delle attività produttive e commerciali; 6. mantenere la continuità amministrativa all'interno degli uffici pubblici.

Questi obiettivi saranno modulati in base agli scenari previsti nel Comune di Monteriggioni e riferiti nella Parte A del Piano.

B.2. – ORGANIZZAZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE COMUNALE PER LA RISPOSTA ALL’EMERGENZA

Il Sindaco, quale Autorità di Protezione Civile nel proprio Comune, assume la direzione dei servizi di emergenza presenti nel territorio comunale ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza e informazione alla popolazione colpita (L. 265/1999); provvede ad organizzare attraverso il Centro Operativo Comunale i primi interventi necessari a fronteggiare l’emergenza (art. 15, L. 225/1992, come modificata e integrata dalla L. 100/2012) (Allegato “Procedure operative”). Il Sindaco svolge tali azioni attraverso le Componenti e le Strutture Operative (artt. 6 e 11, L. 225/92) presenti nel territorio comunale, con l’impiego coordinato delle risorse umane e strumentali interne ed esterne alla propria Amministrazione. Come è previsto dall’ordinamento nazionale e regionale, il Sindaco si raccorda secondo il principio costituzionale della sussidiarietà (L. Cost. n. 3/2001) con la Provincia, il Prefetto e la Regione (L. 100/2012). Il Sindaco in caso di emergenza attiva, tramite il Responsabile Comunale della Protezione Civile, l’Unità di Crisi e convoca il C.O.C. con apposita Ordinanza Sindacale. In caso di assenza del Sindaco, il Vice Sindaco assume la responsabilità politica delle decisioni per l’attuazione dei poteri straordinari (Ordinanze Sindacali).

L’Autorità comunale di Protezione civile è supportata per le decisioni di competenza dal Responsabile della Protezione Civile Comunale. COMUNE DI PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

B – LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

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Per raggiungere gli obiettivi strategici suddetti, il Sindaco si avvale di:  Responsabile della Protezione Civile: è nominato dal Sindaco;  Centro Situazioni (Ce.Si.) e Reperibile: il Ce.Si. è organizzato e coordinato dal Responsabile dell’Ufficio di Protezione Civile Comunale. Le funzioni del Ce.Si. sono garantite da un servizio di reperibilità H24 a cui, se necessario, potranno concorrere tutti i Servizi Comunali. Nella “Scheda Ce.Si.” in Allegato, si riportano tutti i riferimenti, telefonici ed e-mail, del Centro Situazioni.  Unità di Crisi Comunale: è l’organismo di immediata consultazione tecnico-operativa da parte del Sindaco per fare il punto della criticità annunciata o rilevata nel territorio comunale. L’Unità di Crisi viene nominata con Delibera della Giunta comunale.  Centro Operativo Comunale: viene istituito da questo piano di protezione civile e convocato, in caso di emergenza, tramite Ordinanza Sindacale come risposta coordinata delle operazioni di risposta di protezione civile svolte dalle Componenti e Strutture Operative che partecipano alle procedure del Piano comunale. Il C.O.C. opera per Funzioni di Supporto, a cui partecipano le Amministrazioni pubbliche e/o private e le Organizzazioni di Volontariato iscritte all’Albo Regionale che fanno parte del presente Piano  Presidi sul territorio: sono dislocati nei punti critici e/o nelle aree critiche del territorio che devono essere periodicamente e/o costantemente controllati.

B.2.1. CONTRIBUTO SUSSIDIARIO ALLE ATTIVITA’ COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE

Per quanto concerne il Contributo Sussidiario delle Amministrazioni sovra comunali, il presente Piano si relaziona con la Regione Toscana e il Prefetto di Siena secondo la L. 100/2012 per il concorso in caso di emergenza delle Strutture Operative di competenza statale; con la Provincia di Siena relativamente alle procedure previste nel Piano di Emergenza Provinciale attualmente in vigore (D. Lgs. 112/1998, in attuazione della L. 57/1997). Per i rapporti tecnico-operativi con l’organizzazione della Sala Operativa regionale, questa pianificazione tiene conto delle normative della Regione specificate nell’Allegato “Normative”. Il Sistema Regionale di Protezione Civile, in caso di criticità con codice arancione/rosso, dirama l’allerta relativa ai “codici colore” per preparare la risposta di protezione civile locale. Ad ogni codice colore il Sistema di Protezione Civile Comunale di Monteriggioni organizzerà specifiche azioni (come specificato più avanti nel Modello d’intervento e nell’Allegato “Procedure operative”).

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B – LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE

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B.3. – ELENCO DELLE PRINCIPALI COMPONENTI E STRUTTURE OPERATIVE PER LA GESTIONE DELL’EMERGENZA (ARTT. 6 E 11, L. 225/1992)

Per la gestione dell’emergenza, le Componenti e le Strutture Operative (artt. 6 e 11, L. 225/1992) possono operare nella pianificazione di protezione civile comunale anche tramite convenzioni o accordi di programma appositamente sottoscritti. L’elenco delle principali Componenti e Strutture Operative è indicato nell’Allegato “Componenti e Strutture Operative”.

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C – MODELLO D’INTERVENTO

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C – MODELLO D’INTERVENTO

Il Modello di Intervento del Comune di Monteriggioni è strutturato, in caso di emergenza e situazioni di crisi, da:  il Responsabile della Protezione Civile Comunale;  il Centro Situazioni e il Reperibile;  l’Unità di Crisi Comunale;  il Centro Operativo Comunale;  i Presidi sul territorio.

C.1. – IL RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE COMUNALE

Il Responsabile della Protezione Civile Comunale, nominato con atto del Sindaco, è identificato nella P.O. Lavori Pubblici e Ambiente. Come indicato nei Lineamenti per la pianificazione, è il referente tecnico operativo per la Protezione Civile dell’Amministrazione Comunale di Monteriggioni. Il Responsabile della Protezione Civile Comunale provvede a:  in ordinario: o mantenere aggiornato il Piano di Protezione Civile Comunale, gli Allegati al Piano e gli elenchi del personale che ne fanno parte attraverso la struttura tecnica comunale o coordinare l'attività di verifica della pianificazione o gestire i rapporti con le Organizzazioni di Volontariato della Protezione Civile o promuovere le attività addestrative o supportare il Sindaco per le attività relative all’informazione alla popolazione  in emergenza: o coordinare il Centro Operativo Comunale e le attività tecniche per fronteggiare l’emergenza o mantenere la comunicazione H24 con il Sindaco o informare il Sindaco sull'evoluzione degli interventi o provvede a compilare i resoconti tecnici e il diario di sala in caso di evento o mantenere i collegamenti con i livelli tecnici di Protezione Civile provinciale o Prefettura-UTG di Siena o coordinare eventuali evacuazioni e/o l'attività di assistenza alla popolazione

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C – MODELLO D’INTERVENTO

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C.2. – IL CENTRO SITUAZIONI E IL REPERIBILE

Il Centro Situazioni (Ce.Si.) è organizzato e coordinato dal Responsabile della Protezione Civile Comunale. Le funzioni del Ce.Si. sono garantite da un servizio di reperibilità H24. In base al modello d’intervento per ogni tipologia di rischio, il Reperibile viene affiancato dal Responsabile del Ce.Si. presso la sede, il quale svolge in loco le attività sotto specificate.

Centro Situazioni (Ce.Si.) Responsabile del Ce.Si. comunale P.O. Lavori Pubblici e Ambiente Sede di riferimento del Ce.Si. Sede del Municipio (via Cassia Nord, 150)

Per quanto riguarda i riferimenti telefonici, di posta elettronica dei componenti il Ce.Si., si rinvia alla “Scheda Ce.Si.” in Allegato.

Il Ce.Si. prima dell’eventuale attivazione del C.O.C. garantisce tutte le attività di monitoraggio degli eventi attraverso i contatti con i Presidi sul territorio, l’utilizzo dei sistemi remoti, la ricezione e la ritrasmissione di ogni ulteriore avviso di criticità o comunicazione da parte di Ce.Si. provinciale e/o S.O.U.P. e l’aggiornamento delle informazioni sullo scenario in essere. In caso di attivazione del C.O.C., l’attività del Ce.Si. confluisce all’interno di quella svolta dalla Funzione di supporto Tecnico-scientifica.

Il Reperibile di turno, in via ordinaria, ha i seguenti compiti:  garantire la ricezione e la presa visione dei Bollettini/Avvisi (DGRT n. 395/2015) emessi dal Centro Funzionale Regionale e delle allerte emanate dal Sistema Regionale della Protezione Civile  confermare al Ce.Si. Provinciale l’avvenuta ricezione degli avvisi di criticità  informare il Responsabile della Protezione Civile Comunale e il Sindaco circa gli avvisi e le eventuali altre comunicazioni ricevute dal Ce.Si. Provinciale e/o dalla S.O.U.P.  può attivare, in caso di necessità, i Presidi del territorio per il monitoraggio.

C.3. – L’UNITA’ DI CRISI COMUNALE

L’Unità di Crisi Comunale è costituita con Delibera di Giunta ed è composta da:  il Sindaco o il Vicesindaco in sua assenza;  il Responsabile della Protezione Civile Comunale,  il Comandante della Polizia Municipale o suo delegato.

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C – MODELLO D’INTERVENTO

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Il Sindaco, in relazione alla situazione prevista o in atto, convoca l’Unità di Crisi tramite un Suo atto amministrativo trasmettendolo poi alla Provincia, alla Prefettura-UTG e alla Regione. La sede dell’Unità di Crisi è nella sede del Palazzo Comunale in via Cassia Nord, 150.

C.4. – IL CENTRO OPERATIVO COMUNALE

Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) ha sede in Via Cassia Nord, 150, presso il Municipio. In caso d’inagibilità o per qualsiasi necessità, il C.O.C. potrà riunirsi nella sede secondaria sotto specificata.

Sede principale Indirizzo Recapiti struttura tel. 0577/306620 Sede comunale Via Cassia Nord, 150 fax 0577/306621 Sede secondaria Indirizzo Recapiti struttura tel. 0577 304195 Scuola elementare G. Rodari Via Martiri di Montemaggio, 21 fax 0577 307634

Il C.O.C. è coordinato in emergenza dal Responsabile della Protezione Civile Comunale.

Il C.O.C. è organizzato in Funzioni di Supporto (Metodo Augustus) e viene attivato dal Sindaco, o in Sua assenza dal Vice Sindaco, a mezzo di Ordinanza Sindacale (l’Ordinanza deve indicare la sede del C.O.C., la durata di validità e le Funzioni di Supporto attivate per rispondere all’emergenza). Il C.O.C. potrà essere attivato, con le modalità definite in questo piano, in differenti configurazioni sulla base delle esigenze connesse allo scenario in essere. La scelta della configurazione necessaria è nelle facoltà del Sindaco, o del Coordinatore del C.O.C. se delegato dal Sindaco. Le Funzioni di Supporto possono essere aumentate o diminuite dal Sindaco, a ragion veduta, in relazione al tipo di emergenza da affrontare.

Il Centro Operativo Comunale è costituito da un Coordinatore (che è il Responsabile della Protezione Civile) e dai referenti delle singole Funzioni di Supporto individuate. La nomina delle figure sopra indicate deve avvenire tramite atto scritto del Sindaco.

C.4.1. FUNZIONI DI SUPPORTO

Le Funzioni di Supporto, del Metodo Augustus, adottate dal C.O.C. del Comune di Monteriggioni obbediscono al principio di flessibilità e razionalità e sono perciò considerate numericamente variabili: possono essere ulteriormente aumentate o diminuite, a ragion veduta, in base alle decisioni tecnico operative adottate.

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C – MODELLO D’INTERVENTO

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Il Sindaco del Comune di Monteriggioni, per rispondere all’emergenza, attiverà, in particolari esigenze operative, a ragion veduta, una o più Funzioni di Supporto tra le seguenti in elenco:

FUNZIONE 1 - TECNICO SCIENTIFICA, MATERIALI E MEZZI, SERVIZI ESSENZIALI Compiti: 1 - segue il monitoraggio degli eventi (compresa l’informazione dai presidi) e acquisisce informazioni e documentazioni sull'evoluzione degli eventi per l’aggiornamento degli scenari 2 - mette a disposizione la cartografia ed il sistema tecnologico necessario per la gestione delle informazioni relative all’evento emergenziale 3 - fornisce supporto nell’attività di censimento dei danni (schedatura Regionale, aggiornamento della cartografia con indicazione dei danni e degli interventi sul territorio, etc.) 4 - gestisce e aggiorna la banca dati dei materiali e dei mezzi del Comune e delle Organizzazioni del Volontariato, nonché dei materiali e dei mezzi delle imprese private ubicate nel Comune che partecipano alle attività di protezione civile 5 - provvede all’attivazione dei materiali sussidiari dai vari Enti pubblici (Regione, Ministeri, etc.) 6 - assicura la presenza al C.O.C. dei rappresentanti degli Enti Gestori dei Servizi Essenziali (luce, gas, acqua, telecomunicazioni, raccolta rifiuti, distribuzione e commercializzazione della catena alimentare, gestori degli impianti di carburante e stoccaggio e rivendita combustibili, gestori allevamenti) 7 - provvede ad inviare sul territorio il personale degli Enti Gestori al fine di verificare la funzionalità e la messa in sicurezza delle reti dei servizi

FUNZIONE 2 - ASSISTENZA E INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE, ATTIVITA’ SCOLASTICA Compiti: 1 - assiste la popolazione dislocata nelle aree di attesa e recepisce i dati sulla disponibilità di strutture da adibire a ricovero della popolazione 2 - supporta il Sindaco per l’informazione alla popolazione, operando in una struttura (anche furgone o camper) posta in un luogo conosciuto e accessibile alla popolazione, preferenzialmente distaccato dalla sede dell’operatività comunale (C.O.C.) 3 - mantiene un costante collegamento con i Dirigenti Scolastici delle scuole pubbliche e private, di ogni ordine e grado, presenti all’interno del territorio comunale 4 - verifica l’attuazione delle singole pianificazioni in emergenza nelle scuole 5 - informare in maniera continua, in caso di emergenza, la popolazione residente nel Comune

FUNZIONE 3 - VOLONTARIATO Compiti: 1 - partecipa alle attività organizzate dalle varie Funzioni di Supporto (sanità, assistenza alla popolazione, presidi, etc.) attraverso specifiche convenzioni precedentemente stipulate

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C – MODELLO D’INTERVENTO

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2 - coordina le attività delle squadre dei Volontari per il soccorso, assistenza ed informazione alla popolazione, nelle aree di emergenza

FUNZIONE 4 - VIABILITA', CENSIMENTO DANNI E ATTIVITA’ PRODUTTIVE E COMMERCIALI Compiti: 1 - coordina le Strutture Operative locali e quelle istituzionalmente preposte alla viabilità 2 - monitora la situazione della viabilità lungo la rete stradale 3 - predispone il divieto di accesso nelle zone a rischio 4 - coordina il censimento dei danni a persone, edifici pubblici e privati, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, beni culturali, infrastrutture pubbliche, agricoltura, zootecnia 5 - mantiene aggiornati gli elenchi delle attività produttive e commerciali in collegamento con le Associazioni di categoria 6 - garantisce il supporto alle attività produttive e commerciali

FUNZIONE 5 - AMMINISTRATIVA Compiti: 1 - assicura il supporto amministrativo e contabile per la fornitura di beni e servizi 2 - assicura il servizio per la gestione documentativa e contabile

Nell’apposito Allegato “Composizione C.O.C.” vengono precisati i Referenti di ciascuna Funzione di Supporto e le Componenti e Strutture Operative (artt. 6 e 11, L. 225/92) facenti parte ad ogni Funzione di Supporto del Centro Operativo Comunale.

In “tempo di pace”, i Responsabili delle Funzioni di Supporto provvederanno ad organizzare esercitazioni congiunte con i vari soggetti che partecipano alle attività del Piano per verificarne le capacità organizzative ed operative.

C.5. – I PRESIDI SUL TERRITORIO

L’attività di Presidio sul territorio (DPCM 27/02/2004 e Piano Operativo della Regione Toscana) assume una rilevanza strategica poiché consente di avere un riscontro sul campo in merito agli eventi previsti o in essere; inoltre, permette di stabilire un contatto diretto tra le strutture di coordinamento e la popolazione interessata agli eventi.

I Presidi sono attivati, a ragion veduta, dal Responsabile del Ce.Si. o dal Responsabile della Protezione Civile Comunale e hanno i seguenti compiti:  per il rischio idraulico, monitoraggio delle aste fluviali e dei punti critici;

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C – MODELLO D’INTERVENTO

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 per il rischio sismico, gestione delle aree di attesa al fine di verificare la situazione in atto e le esigenze della popolazione.

I Presidi dovranno periodicamente informare il Ce.Si. o il C.O.C., se convocato, circa l’evolversi della situazione. Il ruolo dei Presidi Territoriali nell’assicurare l’azione di vigilanza e di intervento tecnico in tempo reale è assolutamente imprescindibile, specialmente per quel che riguarda il rischio idraulico in bacini idrografici di ridotte dimensioni, nei quali a seguito di precipitazioni intense, anche se di breve durata, si possono manifestare fenomeni repentini quali colate rapide di fango, esondazioni, erosioni spondali, etc..

Fanno parte dei Presidi: - la Polizia Municipale, - le Organizzazioni di Volontariato anche attraverso apposite convenzioni. Il Personale individuato deve essere formato e addestrato secondo quanto previsto dall’Allegato “Attività addestrative”.

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GLOSSARIO

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ACRONIMI

AHEAD: European Archive of Historical Earthquake Data

AIB: Anti Incendi Boschivi

C.O.C.: Centro Operativo Comunale

Ce.Si.: Centro Situazioni

CFC: Centro Funzionale Centrale

CFR: Centro Funzionale Regionale

D.Lgs.: Decreto Legislativo

DBMI15: Database Macrosismico Italiano (rilasciato a luglio 2016)

DGRT: Delibera della Giunta Regionale della Toscana

DPCM: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri

INGV: Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

L.: Legge

PAI: Piano di Assetto Idrogeologico

PGRA: Piano di Gestione del Rischio Alluvioni

SOUP: Sala Operativa Unificata Permanente

UTG: Ufficio territoriale del Governo

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ALLEGATI

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ALLEGATI AL PIANO

Allegato 1 - Cartografia in singoli stralci (scala 1:10.000) del rischio (citato alle pagg. 9, 10) idraulico (PGRA) e della pericolosità da frana (PAI)

Cartografie di sintesi per la pianificazione del rischio idraulico e da frana (scala 1:10.000) del Comune di Monteriggioni.

Allegato 2 - Procedure operative per la gestione dei rischi del territorio (citato alle pagg. 7, 14, 15, 16)

Allegato 3 - Aree di Emergenza (citato alla pag. 14)

Allegato 4 - Scheda operativa Centro Situazioni (Ce.Si.) (citato alle pagg. 16, 19)

Allegato 5 - Composizione del C.O.C. (citato alla pag. 22)

Allegato 6 - Elenco delle Componenti e Strutture Operative per la (citato alla pag. 17) gestione dell’emergenza (artt. 6 e 11, L. 225/1992)

Allegato 7 - Normative (citato alla pag. 16)

Allegato 8 - Attività addestrative (citato alla pag. 23)

Allegato 9 - Programmi di informazione alla popolazione

Allegato 10 - Convenzioni e/o Accordi di programma

Allegato 11 - Edifici strategici con criteri antisismici

Allegato 12 - Modello di ordinanza convocazione C.O.C.

Allegato 13 - Database e documentazione ad uso delle Funzioni di supporto

Allegato 14 - Modulistica/Schede segnalazione Provincia e Regione

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SOMMARIO

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SOMMARIO

A - PARTE GENERALE ...... 3 A.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E DEMOGRAFICO ...... 3 A.2. ENTI PREPOSTI AL MONITORAGGIO ...... 5 A.2.1. INGV ...... 5 A.2.2. CFR ...... 6 A.2.3. SISTEMA DI ALLERTAMENTO “CODICE COLORE” PER LA RISPOSTA OPERATIVA COMUNALE ...... 7 A.3. - SCENARI DI RISCHIO ...... 8 A.4. - AREE DI EMERGENZA ...... 14 B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE ...... 15 B.1. – OBIETTIVI STRATEGICI ...... 15 B.2. – ORGANIZZAZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE COMUNALE PER LA RISPOSTA ALL’EMERGENZA .. 15 B.2.1. CONTRIBUTO SUSSIDIARIO ALLE ATTIVITA’ COMUNALI DI PROTEZIONE CIVILE ...... 16 B.3. – ELENCO DELLE PRINCIPALI COMPONENTI E STRUTTURE OPERATIVE PER LA GESTIONE DELL’EMERGENZA (ARTT. 6 E 11, L. 225/1992) ...... 17 C – MODELLO D’INTERVENTO ...... 18 C.1. – IL RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE CIVILE COMUNALE ...... 18 C.2. – IL CENTRO SITUAZIONI E IL REPERIBILE ...... 19 C.3. – L’UNITA’ DI CRISI COMUNALE ...... 19 C.4. – IL CENTRO OPERATIVO COMUNALE ...... 20 C.4.1. FUNZIONI DI SUPPORTO ...... 20 C.5. – I PRESIDI SUL TERRITORIO ...... 22 ACRONIMI ...... 24 ALLEGATI AL PIANO ...... 25