Genealogia Della Famiglia Gentili Di Castelli
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CAP 1.1 Genealogia della famiglia Gentili di Castelli Diego Troiano L’importanza della ricerca archivistica intesa produzione ceramica abruzzesi, Castelli, Bussi, come metodologia per un approccio oramai mul- Torre, Anversa, effettuato da chi scrive, ha già tidisciplinare nello studio della ceramica post- prodotto alcuni interessanti risultati, non solo medievale abruzzese appare sempre con maggio- per la ricostruzione delle genealogie di numerose re evidenza. Da qualche anno, gli ultimi studi a famiglie, dei dati anagrafici di molti vasai, degli riguardo includono quasi sempre notizie rin- imparentamenti, ed altro ancora3, ma anche per- tracciate nei vari archivi regionali e non, dando ché si è evidenziata un’insolita fonte dove rin- risultati estremamente interessanti soprattutto tracciare notizie legate al fenomeno del trasferi- nei casi dove il dato archeologico appare più labi- mento di maestranze4. le1. Questo lavoro nasce dalla consapevolezza da Dopo questo primo approccio, che ha già dato parte di chi scrive delle vaste potenzialità di que- come detto risultati abbastanza sorprendenti, dai sto tipo di ricerca e in particolare dell’analisi dei fondi archivistici suddetti emerge un altro dato, documenti degli archivi parrocchiali special- questa volta più complesso e legato all’utilizzo mente per la ricerca genealogica di famiglie di soprattutto a Castelli e per l’epoca più antica, vasai. Questo tipo di studio viene impostato in Cinquecento e Seicento, dell’uso molto diffuso Abruzzo agli inizi degli anni ’8o da Claudio Rosa, non del cognome ma del patronimico. Partendo il quale comunque ha orientato i suoi lavori pri- da questo dato quindi, si è cercato di congiungere vilegiando solo il centro di Castelli e dando pre- le ricostruzioni genealogiche più antiche basate cedenza a poche note famiglie di maestri vasai2. come detto sull’utilizzo del patronimico con Lo spoglio sistematico dei registri parrocchiali di quelle tardo seicentesche e soprattutto settecen- nati, matrimoni e morti dei maggiori centri di tesche in cui è consolidato l’uso del cognome. 1 Vedi ad esempio gli ultimi studi in BATTISTELLA 2oo4, TROIANO, VERROCCHIO 2oo4. 2 Per le genealogie delle famiglie dei Pompei e dei Grue vedi ROSA 198o e ROSA 1981. 3 Per la genealogia dei vasai castellani in Bussi e Torre vedi TROIANO, VERROCCHIO 2oo2, pp. 3oo-312 e solo per Bussi TROIANO 2oo4. Per i vasai di Anversa vedi VERROCCHIO 2oo2 b. Per la genealogia della famiglia de Vincentiis di Castelli in Bussi, Torre, Popoli e Trivento vedi TROIANO 2oo3, pp. 132-33. Per quella dei Barone di Castelli in Pettorano vedi TROIANO, VERROCCHIO 2oo4, pp. 144-145. Per i Marcelli di Anversa vedi VERROCCHIO 2oo2 a. 4 Ad esempio le prime presenze di vasai castellani in Bussi e Torre vengono scandite fin dall’inizio con una cronologia del- l’immigrazione attraverso i registri parrocchiali in TROIANO, VERROCCHIO 2oo2, pp. 3oo-312 e solo per Bussi: TROIANO 2oo4. 7 Diego Traiano Fig. 1. Albero genealogico della famiglia Gentile a Castelli. Si noti l’uso del patronimico “d’Intino” nelle prime tre generazioni. 8 Genealogia della famiglia Gentili di Castelli CAP 1.1 Con questa semplice operazione si è arrivati a dei risultati a dir poco sorprendenti. Si è già visto in un primo lavoro (TROIANO 2OO4 a) come i discendenti del noto Giacomo di Filippo, uno dei più attivi artefici del compendiarlo castellano, assunsero prima il soprannome e poi il cognome Fuina, famiglia che chiuse con l’ope- ra di Gesualdo nell’Ottocento la grande stagione dei pittori castellani. In questo modo, ricongiun- gendo le genealogie, si sono ricostruite in un arco cronologico esteso, le articolate vicende di una famiglia che molto ha dato all’affermazione della ceramica castellana. In questo studio si presentano i risultati di una ricerca analoga a quella suddetta5, ossia si è par- titi dall’esigenza di rintracciare gli antenati di quel Berardino Gentile detto il vecchio vissuto a Castelli a cavallo della metà del Seicento caposti- pite di una delle più note famiglie di pittori castellani. Soprattutto si è cercato di verificare se la sua ascendenza poteva essere messa in rappor- to con l’omonimo maestro e l’omonima famiglia presente ad Anversa nel Cinquecento, come ulti- mamente affermato in base solo all’omonimia, in maniera superficiale e senza l’ausilio di nes- sun elemento probativo6. Si sono quindi acquisi- te informazioni dai registri parrocchiali castella- ni tenendo questa volta ben presente l’uso molto diffuso del patronimico e si sono dunque cercati gli atti di nascita di Berardino ed Anna, gli unici nominativi a presentare per la prima volta, il cognome Gentile. Si è arrivati quindi a Giacomo d’Intino e a Intino di Intino di Penne, rispettivamente padre e nonno del nostro Berardino. La famiglia Gentile risulta discendere da Intino o Berardino di Intino di Penne che si trasferì a Castelli nel 1595 5 Desidero ringraziare in questa sede il parroco di Castelli don Franco d’Angelo per la disponibilità nei confronti di questa ricerca, inoltre ringrazio Van Verrocchio con il quale ho condiviso tutti gli aspetti inerenti la ricerca e la stesura di questo studio. 6 ARBACE 1998, p. 25; ARBACE 2ooo, p. 143. In forma dubita- tiva si sono invece espressi DE POMPEIS 1998 p. 8 e PROTERRA 2oo3 p. 9. In realtà il primo a proporre la discendenza di “Mastro Bernardino de’ Gentili de Anversa” nella omonima famiglia di Castelli fu nel 1879 il Campori (G. CAMPORI, Notizie storiche e artistiche della maiolica e della porcellana di Ferrara nei secoli XV e XVI, terza edizione, Pesaro, 1879, p. 44). 9 Diego Traiano Fig. 2a. Castelli, Chiesa di S. Donato, mattone datato 1615, produzione di magister Giacomo d’Intino (per gentile concessione di Andromeda Editrice). Fig. 2b. Castelli, Chiesa di S. Donato, mattone datato 1616, produzione di magister Giacomo d’Intino (per gentile concessione di Andromeda Editrice). Fig. 2c. Castelli, Chiesa di S. Donato, mattone riferibile alla produzione di magister Giacomo d’Intino. Si noti il modo di rappresentare alcuni particolari quali il disegno dell’orecchio, il taglio dell’occhio e del sopracciglio identico al mattone precedente datato 1616 (tratto da AA. VV., Castelli Ceramiche di cinque secoli. Catalogo della mostra, Castelli Museo delle Ceramiche, 5 agosto-5 settembre 1984, tav. 21, Teramo). morte come magister Giacomo figulo fu l’autore di almeno due mattoni compendiari del soffitto della chiesa di San Donato che presentano l’an- notazione del suo nome (Fig. 2). L’altro figlio Lazzaro come vedremo si occupò anch’esso di ceramica, quindi nella certezza che la famiglia abbia prodotto ceramica anche prima del noto Berardino il vecchio, è proprio nella produzione compendiaria e nello specifico in questi due mattoni, andranno ricercate le caratteristiche peculiari di Giacomo d’Intino o, se si vuole, della produzione più antica della famiglia Gentile. Infine, i legami presunti con l’omonima famiglia di maestri vasai anversani decadono totalmente di fronte alla documentazione qui di seguito pre- sentata, documentazione naturalmente basata non solo sulle carte parrocchiali. I dati raccolti vengono presentati in maniera esemplificativa sotto forma di scheda dei singoli nominativi seguendo una numerazione progres- siva e cronologica. Tutti i documenti, i commen- ti, gli approfondimenti e quanto altro attinente sono stati inseriti all’interno della singola scheda del nominativo a cui si fa riferimento. La ricerca come detto è stata svolta presso l’ar- chivio parrocchiale di Castelli, si sono consultati i seguenti volumi: 1. “Battesimi dal 1575 al 162o”, sposando una castellana. I suoi figli vennero 2. “Battesimi dal 7 ottobre 1631 al 25 ottobre annotati con il patronimico “d’Intino” ed i nipoti 1696”, 3. “Battesimi dal 1698 al 18o1”, 4. “Liber con il patronimico di suo figlio Giacomo cioè “di Baptizatorum” (18o1-1813), 5. “Liber Giacomo” (Fig. 1). I due nomi Berardino e Baptizatorum” (1814-183o), 6. Libro dei matri- Giacomo furono inoltre presenti in maniera moni (1572-1663), 7. “Liber matrimoniorum costante nella famiglia anche in tutte le genera- Castellorum oppidi” (1663-1792), 8. Libro dei zioni successive. matrimoni (1793-18o1), 9. “Liber matrimonio- Pur non avendo notizie sull’attività ceramica di rum” (18o1-1813), 1o. Libro dei morti (1596- Intino, di certo suo figlio annotato nell’atto di 1668), 11. “Libro dei Morti dal 1668 al 1711”, 12. 10 Genealogia della famiglia Gentili di Castelli CAP 1.1 “Liber defunctorum” (1712-1789), 13. “Liber sce molto sulla sua famiglia7, di certo va sottoli- defunctorum” (1789-18o1), 14. “Liber defuncto- neata la qualifica di mastro di suo padre rum” (18o1-1813). Costantino, qualifica che comunque anche in questo caso non è possibile relazionare con cer- tezza all’attività ceramica, attività che, come sta 1. INTINO d’Intino. Intino d’Intino della città di emergendo dagli ultimi studi contraddistingue Penne, detto anche Intinillo, Intinello o per l’ampiezza del fenomeno, anche e soprattutto Berardino secondo l’uso come vedremo in segui- in questo periodo, le attività produttive di to di identificare il nome Berardino o Castelli. Di Intino e Diadora non sono annotati Bernardino con la sua forma dialettale Intino o nei registri parrocchiali gli atti di morte. Di certo Intinello, sposa il 5 aprile 1595 a Castelli, Intino è ancora vivo nel luglio del 1616, quando Deaurea figlia di mastro Costantino di Castelli. interviene in qualità di testimone in un atto di Intervengono all’atto come testimoni Medoro di matrimonio, e ancora nel 1623, quando il suo Domenico e Andrea d’Intino, quest’ultimo pro- nome è inserito in un elenco di castellani pre- babile fratello dello sposo. Questa annotazione senti ad una seduta della locale Università8. presente nel libro dei matrimoni dell’Archivio Risulta invece deceduto il 1 febbraio 16279. Dalla Parrocchiale di Castelli rappresenta la prima coppia nacquero di certo 1o figli di cui si sono attestazione ed il punto di partenza della genea- rintracciati gli atti di nascita, e la discendenza logia della famiglia d’Intino in Castelli.