Regione - Provincia di

COMUNE DI MOSCIANO SANT’ANGELO

PIANO REGOLATORE GENERALE VARIANTE TECNICA GENERALE

ADOZIONE ALLEGATO ALLA DELIBERAZIONE DI C.C. N° DEL

APPROVAZIONE FINALE ALLEGATO ALLA DELIBERAZIONE DI C.C. N° DEL

Preliminare Progetto di Piano

Valutazione Ambientale Strategica Documento di Scoping

Sindaco Data Geom. Giuliano Galiffi Luglio 2018

Progettista Arch. Giustino Vallese (Progetto di Piano) Studi Specialistici Arch. Francesca Garzarelli (Valutazione Ambientale Strategica) Geol. Mirco Angelini (Microzonazione sismica) Collaboratori Pian. Simone Faraone Pian. Valeria Giosia 1

INDICE

1. Premessa

2. Riferimenti generali e normativi 2.1 Inquadramento normativo

3. Struttura metodologica della VAS 3.1 Fasi del processo metodologico

4. Finalità del documento di scoping e soggetti interessati 4.1 Documento di scoping 4.2 Soggetti interessati dal procedimento VAS 4.3 Definizione delle Autorità con Competenza Ambientale e Stakeholders

5. Analisi preliminare del contesto territoriale 5.1 Inquadramento dell’ambito territoriale 5.2 Programmazione Regionale e Programmazione Provinciale

6. Analisi preliminari delle Componenti 6.1 Componenti Antropiche 6.2 Componenti Ambientali 6.3 Beni materiali 6.4 Definizione preliminare degli indicatori

7. Obiettivi generali del Progetto di Variante al PRG

8. Presumibili effetti del Piano sull’ambiente

9. Descrizione del metodo di valutazione

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10. Proposta di indice del Rapporto Ambientale 1. Premessa

L’Amministrazione Comunale di Mosciano Sant’Angelo, nell’ambito delle proprie competenze in materia di programmazione e gestione del territorio, ha in essere la redazione della Variante Generale al Piano Regolatore Generale. Il Comune è attualmente regolamentato dal Vigente P.R.G. approvato con Delibera di C.C. n. 16 del 27/04/2005.

Come stabilito dall’art. 13, commi 1 e 2, del D. Lgs. 152/06 e s.m.i. vi è l’obbligo di sottoporre qualsiasi strumento di piano e/o programma alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

La VAS è un processo valutativo di sostegno alla pianificazione urbanistica in grado di verificare le possibili ricadute ambientali derivanti dall’attuazione di un piano o programma. Affinché tale valutazione abbia un ruolo strategico all’interno delle scelte di Piano è fondamentale che venga redatta in concomitanza con la stesura del documento urbanistico.

Il presente documento, individuato nella procedura di VAS come documento di Scoping, costituisce il primo elaborato utile ad avviare la consultazione con i soggetti competenti in materia ambientale e con gli Enti territorialmente interessati, affinché sia chiaro il livello di dettaglio, la portata delle informazioni da elaborare e la metodologia di analisi. Rappresenta il primo atto di carattere ambientale volto ad individuare quegli elementi ambientali particolarmente sensibili alle trasformazioni ai quali prestare specifica attenzione durante la fase decisionale.

2. Riferimenti generali normativi

2.1 Inquadramento normativo

La procedura di V.A.S. è stata introdotta in sede comunitaria con la Direttiva 2001/42/CE del 27 giugno del 2001, in attuazione del Trattato istitutivo della Comunità Europea, che all’Art. 6 stabilisce che “le esigenze della tutela dell’Ambiente devono essere integrate nella definizione delle politiche e delle azioni comunitarie, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile”, ed all’Art. 174 ricorda come la Comunità Europea persegua “gli obiettivi della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, della protezione della salute umana e dell’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali”. La Direttiva ha carattere procedurale e fissa un quadro minimo per la Valutazione Ambientale che sancisce i principi generali, mentre agli Stati membri è demandato il compito di definire gli elementi di dettaglio tenendo conto del principio di sussidiarietà. Valutazione Ambientale Strategica a supporto dell’adeguamento e aggiornamento del Piano Regolatore Generale del Comune di Mosciano Sant’Angelo - Documento di Scoping

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Alla Valutazione Ambientale di Piani e Programmi viene attribuita la finalità di “…garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazione ambientali all’atto dell’elaborazione, dell’adozione e approvazione di detti Piani o Programmi, assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile”. Tale Valutazione non si riferisce alle opere, come nella Valutazione d’impatto Ambientale (V.I.A.), ma a Piani e Programmi, assumendo per queste caratteristiche più generali la denominazione “Strategica”. Si tratta quindi di uno strumento di supporto alla decisione (DSS - Decision Support System), da applicare in modo sistematico nella valutazione delle conseguenze ambientali di proposte pianificatorie, e finalizzato ad assicurare che queste vengano incluse in modo completo e considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi economici e sociali, all’interno dei modelli di sviluppo sostenibile, a partire dalle prime fasi del procedimento. Inoltre, di fondamentale importanza è la valutazione delle alternative.

La Direttiva stabilisce infatti che il rapporto ambientale deve individuare, descrivere e valutare i probabili effetti significativi del piano o programma e le “ragionevoli alternative tenendo conto degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma”.

Gli Stati membri avrebbero dovuto adeguare la propria regolamentazione in materia ambientale entro la data del 21 luglio del 2004. In Italia la Direttiva è stata recepita con il D. Lgs. n.152/2006 “Norme in materia Ambientale” successivamente integrato dal D. Lgs. n.4/2008 e dal D. Lgs. n.128/2010, i quali appunto definiscono i principi generali in materia di tutela ambientale e le procedure per la Valutazione Ambientale Strategica. Il criterio ispiratore è rappresentato dalla compatibilità dell’attività antropica rispetto alle condizioni dello sviluppo sostenibile, alla capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, alla salvaguardia della biodiversità ed a una più equa distribuzione dei vantaggi connessi all’ attività economica. A tale scopo la valutazione ambientale individua, descrive e valuta in modo appropriato, gli impatti diretti e indiretti di un progetto di pianificazione sui seguenti fattori: l’uomo, la fauna e la flora; il suolo, l’acqua, l’aria e il clima; i beni materiali ed il patrimonio culturale; nonché l’interazione tra i fattori precedentemente citati.

Nella Regione Abruzzo il recepimento della VAS è avvenuto per mezzo dei seguenti dispositivi normativi:

• Legge Regionale 9 agosto 2006, n. 27 “Disposizioni in materia ambientale”;

• D.G.R. 19 febbraio 2007, n. 148 “Disposizioni concernenti la Valutazione Ambientale Strategica di piani e programmi regionali”;

• D.G.R. 13 agosto 2007, n. 842 “Indirizzi concernenti la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di Piani di competenza degli Enti Locali ricadenti nel territorio regionale”;

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• Circolare del 31 luglio 2008, Prot. n. 19565 “Competenze in materia di Valutazione Ambientale Strategica. Chiarimenti interpretativi”;

• Circolare del 2 settembre 2008, Prot. n. 21136 “Definizione delle competenze in materia di Valutazione Ambientale Strategica per i Piani di Assetto Naturalistico (PAN)”;

• Circolare del 18 dicembre 2008, Prot. n. 30766 “Individuazione delle Autorità con Competenza Ambientale nella struttura regionale”.

• Circolare del 17 dicembre 2010, Prot. n. 14582 “Chiarimenti interpretativi su alcuni aspetti del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica VAS”;

• Circolare del 18 gennaio 2011, Prot. n. 528 “Competenze in materia di valutazione ambientale strategica - Ulteriori chiarimenti interpretativi”;

• Circolare del 13 dicembre 2011, Prot. n° 10226 “Chiarimenti sulla procedura VAS”.

In particolare i riferimenti regionali che saranno presi in considerazione per il presente processo di valutazione ambientale strategica sono:

• la Circolare del 31.07.2008 Prot. n°19565; • la Circolare del 18.12.2008, Prot. n°30766; • la Circolare del 17.12.2010, Prot. n°14582; • la Circolare del 19.01.2011, Prot. n°528; • la Circolare del 13.12.2011, Prot. n°10226.

3. Struttura metodologica della VAS

3.1 Le fasi del processo metodologico

La procedura di VAS è da considerarsi come un procedimento interno a quello del piano e da questo dipendente in termini temporali. La V.A.S. non è solo elemento valutativo, ma s’integra nel piano e ne diventa elemento costruttivo, gestionale e di monitoraggio.

In Italia l’applicazione di tale processo si scontra con un’esperienza relativamente limitata, basata, in linea generale, su quanto svolto rispetto alla valutazione dei progetti (studi di impatto ambientale), i quali godono di un’esperienza maggiore e pertanto più strutturata. Naturalmente queste esperienze possono essere utilizzate solo per alcuni passaggi della valutazione dei piani. Si rendono necessari, infatti, specifici adattamenti che tengano conto della diversa articolazione temporale del processo. Negli ultimi tempi quindi, l‘attenzione si è spostata alla ricerca della Valutazione Ambientale Strategica a supporto dell’adeguamento e aggiornamento del Piano Regolatore Generale del Comune di Mosciano Sant’Angelo - Documento di Scoping

5 metodologia perfetta alla comprensione del percorso decisionale per ottenere risultati che siano prima di tutto efficaci.

FASE FASE FASE FASE FASE 0 1 2 3 4 Orientamento ed Consultazione/ impostazione del Elaborazione e Adozione/ Attuazione e Preparazione Piano Redazione Approvazione Gestione

Conferenza di Conferenza di valutazione valutazione

(Consulta, Rapporto (Consulta, Rapporto Preliminare) Ambientale)

In maniera sintetica la procedura di Vas, applicata a piani e programmi che possono avere impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale, come meglio specificato dall’art. 6 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., si sviluppa secondo la seguente articolazione generale: a) L’Avvio del procedimento, ha la finalità di definire i riferimenti concettuali e operativi attraverso i quali si elaborerà la valutazione ambientale. In particolare, nell'ambito di questa fase vanno stabilite indicazioni di carattere procedurale (autorità coinvolte, metodi per la partecipazione pubblica, ambito di influenza, metodologia di valutazione adottata, ecc.) e indicazioni di carattere analitico (presumibili impatti attesi dall'attuazione del Piano, analisi preliminare delle tematiche ambientali del contesto di riferimento e definizione degli indicatori). b) La fase di Scoping, come disciplinata dall'art. 13, del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., deve prevedere un processo partecipativo che coinvolga le autorità con competenze ambientali (ACA) potenzialmente interessate dall'attuazione del piano, affinché condividano il livello di dettaglio e la portata delle informazioni da produrre e da elaborare, nonché le metodologie per la conduzione dell'analisi ambientale e della valutazione degli impatti. c) Lo svolgimento delle consultazioni con le Autorità con competenza Ambientale in merito alla strutturazione del Rapporto Ambientale descritta nel Rapporto Preliminare. d) L’elaborazione del Rapporto Ambientale, nel quale devono essere individuati, descritti e valutati gli impatti significativi derivanti dall’attuazione del piano o del programma, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi. e) La valutazione del Rapporto Ambientale, gli esiti della consultazione e la decisione, nei quali l’autorità competente, svolta l’attività d’istruttoria e acquisita e valutata la documentazione presentata e le osservazioni, esprime il proprio parere motivato in senso

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favorevole/sfavorevole all’attuazione del piano/programma. Il parere motivato e la documentazione acquisita nell’ambito della consultazione, con il piano/programma ed il Rapporto Ambientale, costituiscono la decisone che dà il via libera all’organo competente all’adozione o approvazione del piano/programma. f) L’informazione sulla decisione: pubblicazione della decisone sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sul BURA con l’indicazione della sede dove si può prendere visione di tutti gli atti. g) Attività di monitoraggio: previsione di una fase di monitoraggio che serve ad assicurare il controllo sugli ipotizzati impatti significativi sull’ambiente e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati.

La struttura metodologica assunta per la V.A.S. della Variante al P.R.G. del Comune di Mosciano Sant’Angelo è tratta dal progetto di ricerca ENPLAN “Evaluation Environmental des Plan set Programmes”, il cui fine è la messa a punto di una metodologia comune di applicazione della Valutazione Ambientale Strategica. Nelle Linee Guida, pubblicate nel 2004, vengono definite le principali fasi da seguire nel percorso Piano / V.A.S. esplicitate nella tabella che segue.

Nel seguente schema vengono elencati gli obblighi relativi alla consultazione in base a quanto previsto dal D. Lgs. 152/2006 e ss. mm. ii. ATTIVITÀ DI FASI V.A.S. TERMINI TEMPORALI CONSULTAZIONE/INFORMAZIONE

La consultazione si conclude entro Verifica Preliminare (scoping) Consultazione delle ACA sul Rapporto 90 gg. (salvo diverse disposizioni) Preliminare (art. 13, commi 1,2)

1. Comunicazione all’Autorità 60 gg. dalla pubblicazione competente della proposta di Piano dell’Avviso (punto due) perché le comprensiva di Rapporto Ambientale ACA ed il pubblico possano prendere e Sintesi non tecnica (art. 13 comma visione della proposta di piano e del 5). rapporto ambientale. 90 gg. per l’espressione del parere motivato 2. Pubblicazione di avviso su GU o sul Rapporto Ambientale e gli esiti Rapporto Ambientale e Proposta di BURA (art. 14, comma1). della consultazione da parte Piano dell’Autorità competente, in 3. Deposito dei documenti e collaborazione con la procedente pubblicazione sul sito web.

4. Consultazione delle ACA (art. 13, comma 1).

5. Consultazione del pubblico (art. 13, comma 2).

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Attività tecnico-istruttorie Entro il termine di 90 gg. a decorrere dell'autorità competente e dalla scadenza di tutti i termini di cui Formulazione del parere motivato procedente di sintesi di tutti i ai punti precedenti contributi pervenuti

Adozione del Piano, unitamente al Pubblicazione per 60 gg e successiva RA, alla sintesi non tecnica e al valutazione dei contributi pervenuti parere motivato dalle ACA e dal pubblico

Approvazione

Queste fasi sono comuni sia al processo di formazione del piano, sia a quello di valutazione. Ciò implica un cambiamento radicale del processo pianificatorio e programmatico, che si lega, dalla fase di impostazione fino alla sua attuazione e revisione, al tema ambientale. Ciò comporta che l‘integrazione debba essere continua e che si sviluppi durante tutte le sopra citate quattro fasi principali del ciclo di vita di un piano.

In particolare verrà effettuata un’analisi di contesto e un’analisi di dettaglio. La prima è relativa alla individuazione delle questioni ambientali rilevanti ed alla definizione dei temi da sviluppare attraverso la VAS (fase di Scoping); la seconda riguarderà il territorio comunale più nello specifico e quindi evidenzierà con maggior dettaglio gli elementi distintivi propri del Comune di Mosciano Sant’Angelo, sia naturalistico-ambientali che antropici (fase del Rapporto Ambientale).

L’analisi ambientale e territoriale di dettaglio avrà quindi lo scopo di approfondire lo studio dell’area o delle porzioni di territorio su cui il piano ha effetti significativi e di consentire, di conseguenza, la definizione di obiettivi specifici, articolati nello spazio e nel tempo. L’analisi di dettaglio non dovrà toccare necessariamente tutte le tematiche ambientali già affrontate nella prima fase, né tantomeno tutto il territorio comunale ma si potrà concentrare su temi ed aree “strategiche”.

4. Finalità del documento di scoping e soggetti interessati

4.1 Documento di Scoping

Il percorso valutativo ha inizio con il documento di Scoping, il quale descrive e analizza il contesto ambientale di riferimento, le possibili criticità e opportunità dello stato ambientale e del territorio in generale al fine di individuare le eventuali pressioni ambientali che possono verificarsi sul territorio oggetto di pianificazione. Valutazione Ambientale Strategica a supporto dell’adeguamento e aggiornamento del Piano Regolatore Generale del Comune di Mosciano Sant’Angelo - Documento di Scoping

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Il documento definisce il quadro di riferimento per la Valutazione Ambientale Strategica stabilendo indicazioni di carattere procedurale come l’elenco delle autorità coinvolte, la modalità di partecipazione pubblica e la metodologia di valutazione adottata e indicazioni di carattere analitico come le descrizioni dei possibili effetti sull’ambiente derivanti dall’attuazione del piano o programma, l’analisi delle tematiche ambientali e la definizione degli indicatori.

Il Documento è rivolto, in prima istanza, alle Autorità con Competenze Ambientali al fine di determinare l’ambito d’influenza ed il valore delle informazioni da introdurre nel Rapporto Ambientale. In questo modo vengono recepite le eventuali osservazioni, integrazioni, correzioni e modifiche.

I contenuti del documento di Scoping riguardano:

• La definizione delle Autorità con Competenze Ambientali (ACA);

• Le modalità di consultazione;

• Gli obiettivi strategici generali di sostenibilità;

• Gli obiettivi generali del Piano o Programma;

• Eventuali ambiti di influenza del Piano; • Analisi preliminare di contesto; • Definizione degli indicatori;

• Individuazione di eventuali aree sensibili e di elementi di criticità;

• Possibili impatti derivanti dall’attuazione del Piano o programma;

• Descrizione del metodo di valutazione.

4.2 Soggetti interessati dal procedimento VAS

I soggetti coinvolti dal procedimento di Valutazione Ambientale Strategica sono:

• L’Autorità Competente (art.5, comma 1, lettera p), ovvero la Pubblica Amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento di verifica di assoggettabilità e l'elaborazione del parere motivato nella procedura di VAS;

• L’Autorità Procedente (art.5, comma 1, lettera q), rappresentata dalla Pubblica Amministrazione che elabora il piano, ovvero nel caso in cui il soggetto predisposto alla

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stesura del piano/programma sia un diverso soggetto pubblico o privato, dalla Pubblica Amministrazione che recepisce, adotta e approva il piano;

• L’Autorità con Competenze ambientali (ACA) (art.5, comma 1, lettera s), ovvero tutte le Pubbliche Amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull'ambiente dovuti all'attuazione del piano.

L'Autorità Procedente, una volta elaborato il Documento Preliminare di Scoping, lo invia alle Autorità con Competenza Ambientale le quali dovranno esprimersi entro un termine di 30 giorni e trasmettere il loro parere all’Autorità Procedente e all’Autorità Competente che ne prenderà atto. Sulla base del Rapporto preliminare l’Autorità Proponente entra in consultazione con l’Autorità Competente e gli altri soggetti in materia ambientale, al fine di definire la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale.

L'Autorità Competente ha il compito di verificare se il Piano o Programma incida negativamente sull'ambiente, valutando possibili alternative e, successivamente, emette e rende pubblico un provvedimento di verifica assoggettando o escludendo il Piano o Programma della procedura di VAS.

4.3 Definizioni delle Autorità con Competenza Ambientale e Stakeholders

In questa fase, la procedura di VAS prevede che le Autorità con Competenza Ambientale (ACA) e il pubblico interessato dall’attuazione del Piano abbiano la possibilità di esprimere la loro opinione.

L’Amministrazione Comunale di Mosciano Sant’Angelo in qualità di Autorità Proponente e Procedente, per la definizione delle Autorità con Competenze Ambientali ha preso in considerazione tutti i soggetti istituzionali che direttamente o indirettamente partecipano al governo del territorio esaminato. L’elenco di seguito riportato risulta indicativo per un primo confronto e non implica l’esclusione di nuovi soggetti a seguito di osservazioni che in merito al presente documento perverranno.

Come specificato dalla circolare della Regione Abruzzo del 18 Dicembre 2008 prot.n.30766, sono state individuate le ACA e gli aspetti del Rapporto Preliminare su cui ciascuna ACA è invitata ad esprimersi.

Le Autorità con Competenze Ambientali individuate sono:

1. Ministero per i Beni e Attività Culturali e del Turismo - Soprintendenza B.A.P. - Sede operativa di Teramo

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C.so De’ Michetti n.1, 64100 TERAMO

2. Regione Abruzzo - Direzione Parchi, Territorio, Ambiente, Energia Via Leonardo da Vinci n.6, 67100 L’AQUILA

3. Regione Abruzzo - Direzione LL.PP., Aree Urbane, Servizio Idrico Integrato, Manutenzione Programmata del Territorio, Gestione Integrata dei bacini idrografici, Protezione Civile, Attività di relazione politica con i Paesi del Mediterraneo Portici S. Bernardino n. 25, 67100 L’AQUILA

4. Regione Abruzzo - Direzione Agricoltura, Foreste e sviluppo Rurale, Caccia e Pesca Via Catullo n. 17, 65127 PESCARA

5. Regione Abruzzo - Direzione Trasporti e Mobilità - Viabilità - Demanio e Catasto Stradale - Sicurezza Stradale Via Bovio n. 425, 65127 PESCARA

6. Regione Abruzzo - Direzione Protezione civile, Ambiente Via Passolanciano n. 75; 65124 PESCARA

7. Amministrazione Provinciale - V Settore - Urbanistica Pianificazione Territoriale difesa del suolo Via G. D’Annunzio n. 28, 64100 TERAMO 8. Amministrazione Provinciale - VIII Settore - Ambiente ed Energia Piazza Garibaldi n. 55, 64100 TERAMO

9. A.R.T.A Abruzzo - Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente Via Guglielmo Marconi n.178, 65127 PESCARA

10. Genio Civile Regionale Via V. Cerulli Irelli n. 7, 64100 TERAMO

11. ASL Azienda Sanitaria Locale Circonvallazione Ragusa, 64100 TERAMO

12. ATO servizio idrico integrato, gestore Ruzzo Servizi S.p.A. Via Nicola Dati n.18, 64100 TERAMO

Il pubblico interessato dal procedimento, come definito dalla Direttiva 2001/42/CE, è individuato nei seguenti soggetti:

• Associazioni di Protezione Ambientale

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− Lega Ambiente, via del Santuario n. 160, 65127 PESCARA − WWF Abruzzo, via Tevere n. 24/26, 64100 TERAMO

• Organizzazioni Professionali Agricole Riconosciute ed Operanti a Livello Locale − C.I.A, Direzione Provinciale di Teramo, via Umberto I, 64100 Teramo

• Associazioni di categoria: commercio, industria e turismo

• Cittadinanza

Di seguito si riportano gli aspetti del Rapporto Preliminare su cui ciascuna ACA è invitata a dare il proprio contributo:

ACA PARERI

Ministero per i Beni e Attività Culturali e del - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con il Turismo patrimonio culturale e paesaggistico.

Regione Abruzzo - Riferimenti normativi; • Direzione Parchi, Territorio, Ambiente, Energia; - Aspetti procedurali; • Direzione LL.PP., Aree Urbane, Servizio Idrico - Conformità della variante al P.R.G. con i piani Integrato, Manutenzione Programmata del sovraordinati; Territorio, Gestione Integrata dei bacini - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con gli aspetti ambientali e paesaggistici del territorio; idrografici, Protezione Civile, Attività di relazione politica con i Paesi del Mediterraneo; - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con aria, • Regione Abruzzo - Direzione Agricoltura, Foreste acqua, rifiuti ed energia e sviluppo Rurale, Caccia e Pesca; - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con gli aspetti geologici e idrogeologici del territorio. • Regione Abruzzo - Direzione Trasporti e Mobilità - Viabilità - Demanio e Catasto Stradale - Sicurezza Stradale; • Regione Abruzzo - Direzione Protezione civile, Ambiente.

Amministrazione Provinciale - Conformità della variante al P.R.G. con i piani sovraordinati; - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con gli aspetti ambientali e paesaggistici del territorio; - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con aria, acqua, rifiuti ed energia - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con gli aspetti geologici e idrogeologici del territorio.

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Genio Civile Regionale - Conformità della variante al P.R.G. con i piani sovraordinati; - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con gli aspetti ambientali e paesaggistici del territorio; - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con aria, acqua, rifiuti ed energia - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con gli aspetti geologici e idrogeologici del territorio.

A.R.T.A. Abruzzo - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con aria, acqua e suolo.

ASL - Azienda Sanitaria Locale - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con la salute umana.

ATO servizio idrico integrato, gestore Ruzzo Servizi - Possibili interferenze della variante al P.R.G. con il S.p.A. ciclo idrico integrato (approvvigionamento/consumi, scarichi, depurazione, etc).

5. Analisi del contesto territoriale 5.1 Inquadramento dell’ambito territoriale Il comune di Mosciano Sant’Angelo (abitanti 9.331 al 1 gennaio 2017) è situato in provincia di Teramo e si estende su una superficie di circa 48,45 km2. Amministrativamente, il territorio confina a nord con il Comune di e il Comune di Sant’Omero, ad est con il Comune di , a sud con i Comuni di , e , ad ovest con il Comune di .

Il Comune è inserito nel complesso morfologico collinare, compreso tra i rilievi della dorsale calcarea appenninica e la fascia costiera; con rilievi meno pronunciati sul versante del , a nord del comune, e più accentuati a sud sul versante del fiume .

Il territorio si compone di due sistemi urbani principali ovvero la città storica di Mosciano capoluogo e l’ambito di Mosciano Stazione sui quali gravitano una serie di nuclei insediativi di piccole dimensioni.

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Inquadramento del Comune di Mosciano Sant’Angelo a scala provinciale

Il capoluogo si caratterizza come “città delle relazioni” in cui il tessuto delle attività si interseca con le residenze e dove si concentrano le funzioni urbane di rango superiore. Nel Capoluogo sono presenti prevalentemente le attrezzature di interesse comune, istituzioni e attività amministrative, istruzione e attività culturali, chiese e strutture religiose, il verde pubblico attrezzato, le attrezzature sanitarie e attrezzature sportive.

L’ambito di Mosciano Stazione, grazie alla compresenza di infrastrutture stradali di diverso livello gerarchico e alla presenza del collegamento ferroviario, nel corso degli anni si è contraddistinto come nodo plurimodale e plurifunzionale in cui si concentrano un mix di funzioni e di attività produttive-artigianali di rilevante importanza per il Comune stesso e per i Comuni che orbitano nelle vicinanze, compreso il capoluogo teramano.

Nella pianura alluvionale del Tordino gravitano attorno a Mosciano Stazione le frazioni di Selva Piana e Mulinetto; nella collina con terrazzi alluvionali antichi, a metà tra il Capoluogo e Mosciano Stazione, troviamo l’insediamento sparso del Convento e i nuclei delle contrade di Santa Maria dell’Arco, Ripoli e Costa del Monte; infine nella collina metastabile oltre al Capoluogo, troviamo il borgo antico di Montone, il borgo rurale di Collepietro, il nucleo della Contrada Marina e gli insediamenti sparsi di Maggi e Colle Imperatore. Valutazione Ambientale Strategica a supporto dell’adeguamento e aggiornamento del Piano Regolatore Generale del Comune di Mosciano Sant’Angelo - Documento di Scoping

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A livello infrastrutturale, come già anticipato, il Comune è dislocato in posizione strategica. Esso infatti è servito dall’uscita del casello autostradale Teramo-Giulianova A14 e dalla strada a scorrimento veloce Teramo-Mare che funge da raccordo tra l’autostrada adriatica A14 e la strada dei parchi A24 e da collegamento diretto con il Capoluogo. La realizzazione di quest’ultima arteria di collegamento ha di fatto declassato la SS80, che scorre parallelamente alla Teramo-Mare, rendendola una strada urbana che funge da collegamento tra i comuni che ve ne sono serviti, compreso Mosciano Sant’Angelo, e la costa teramana.

Sotto l’aspetto ambientale e paesaggistico il territorio si caratterizza per le seguenti unità ambientali:

• Le unità ambientali delle aste fluviali del Tordino e del Salinello Pianura Alluvionale con Paesaggio di Tipo Semiestensivo Vallivo (Tordino) Pianura Alluvionale con Paesaggio di Tipo Urbano (Salinello) Pianura Alluvionale con Paesaggio di Tipo Rurale ad Alta Strutturazione Fondiaria (Salinello)

• L’unità dei terrazzi alluvionali di antica formazione del versante del Tordino; Collina di Terrazzi Alluvionali Antichi con Paesaggio di Terrazzi Insediati

• Le unità collinari metastabili del versante del Tordino e del Salinello; Collina Metastabile a Debole Energia di Rilievo con Paesaggio di Pendio Insediato Collina Metastabile a Debole Energia di Rilievo

L’unità ambientale delle aste fluviali del Tordino e del Salinello comprendono l’area delle pianure alluvionali attuali, l’ultimo ordine dei terrazzi recenti e l’invaso e l’alveo dei fiumi suddetti: questo sistema rappresenta l’elemento di riconnessione fisica, morfologica e funzionale dei vari ambienti.

Sotto l’aspetto dell’uso del suolo, il settore agricolo permane portante, basato principalmente su seminativi irrigui e colture industriali.

L’unità ambientale dei terrazzi alluvionali antichi è caratterizzata dai depositi alluvionali terrazzati più antichi e più alti, generalmente posizionati ai piedi del versante esposto a sud, sud-est della valle fluviale del Tordino. L’assetto vegetazionale è connotato dall’utilizzo agricolo a seminativo erborato e dalla presenza di coltivazioni specializzate a vigneto e a uliveto. L’intensità dell’azione antropica ha comportato una estesa artificializzazione delle componenti naturali, mentre l’attività agricola sta subendo modificazioni in funzione delle espansioni delle aree urbanizzate e dell’introduzione delle colture industriali intensive. L’unità ambientale della collina metastabile, a debole energia di rilievo, comprende la fascia collinare sia sul versante del Tordino che sul Salinello. Questo contesto è caratterizzato dalla bassa intensità del rilievo e dalle frequenti incisioni

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15 dei bacini degli affluenti, a carattere torrentizio, dei fiumi. L’assetto vegetazionale è parzialmente condizionato dalle limitazioni idrogeologiche ed è connotato dall’utilizzo agricolo a seminativo arborato e dalle coltivazioni specializzate a vigneto e a uliveto. L’intensa antropizzazione ha comportato un’estesa artificializzazione delle componenti naturali, mentre l’attività agricola ha subito modificazioni che hanno favorito i fenomeni erosivi dei versanti.

5.2 Programmazione Regionale e Programmazione Provinciale

L’elaborazione del progetto di Variante Generale al P.R.G. prevede il confronto con quanto stabilito dagli strumenti di pianificazione sovraordinata e il recepimento degli indirizzi strategici a livello regionale e provinciale.

L’analisi del contesto pianificatorio ha lo scopo di verificare la corrispondenza tra gli obiettivi strategici previsti dalla variante e quelli previsti dagli strumenti sovracomunali.

Di seguito si riporta un elenco dei piani e programmi regionali, provinciali e comunali di cui tener conto nella definizione degli obiettivi strategici generali.

PIANI/PROGRAMMI DI LIVELLO REGIONALE E PROVINCIALE

Piani/Programmi Descrizione

QRR Quadro Regionale di Riferimento Fissa strategie e individua interventi mirati al perseguimento dei seguenti macro obiettivi: • Qualità ambientale • Efficienza dei sistemi urbani • Sviluppo dei settori produttivi trinanti PRP Piano Regionale Paesistico Contiene prescrizioni per la conservazione, la tutela e un armonioso sviluppo di intere zone soggette a tutela per loro particolare importanza a livello paesaggistico e ambientale. PAI Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico Strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato.

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PSDA Piano Stralcio di Difesa Alluvioni Strumento di individuazione delle aree a rischio alluvione e quindi, da sottoporre a misure di salvaguardia al fine di regolamentare l’assetto fisico dell'ambito fluviale compatibile con la sicurezza idraulica, l'uso della risorsa idrica, l'uso del suolo e la salvaguardia delle componenti naturali ed ambientali. PTA Piano di Tutela delle Acque Il Piano identifica, all’interno dei Bacini Idrografici, i corsi d’acqua superficiali e quelli sotterranei significativi, ne segnala i punti di monitoraggio, ne individua le caratteristiche qualitative, quantitative e le caratteristiche delle pressioni antropiche esercitate sullo stato qualitativo e quantitativo, stabilendo i parametri di tutela e gli obiettivi da raggiungere. PRIT Piano Regionale Integrato dei Trasporti Strumento di pianificazione relativo ai servizi, viabilità, trasporto ferroviario, trasporto aereo, trasporto marittimo, trasporto merci e sistema logistico. PRGR Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Strumento di programmazione della gestione integrata dei rifiuti sul territorio regionale. PRTQA Piano di Risanamento e Tutela Qualità dell’Aria Il Piano ha come scopo l’elaborazione di piani o programmi per il miglioramento e il mantenimento della qualità dell’aria. PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Finalizzato all’avvio ed al sostegno di un processo continuo e coerente di pianificazione e di gestione del territorio e delle sue risorse Piano d’Area della media e bassa valle del Tordino Strumento di attuazione del PTCP per l’approfondimento dei contenuti della pianificazione provinciali nei sub-ambiti locali

Il sistema della pianificazione regionale si compone di due categorie di strumenti: i piani generali di inquadramento e i piani di settore. Di seguito la descrizione dei Piani Regionali sovra elencati.

Quadro di Riferimento Regionale [Q.R.R.]

Il Q.R.R., approvato con D.G.R. n. 1362 del 27/12/2000, rappresenta lo strumento di riferimento per la redazione dei Piani di bacino regionali e interregionali, dei Piani territoriali Provinciali, dei Piani o Programmi settoriali e per l’esercizio dei poteri Provinciali e Comunali.

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Esso definisce inoltre i criteri per la redazione degli strumenti urbanistici di livello provinciale e comunale e il dimensionamento di insediamenti residenziali e produttivi a livello provinciale. Di fatto le indicazioni del Q.R.R. sono quindi vincolanti per la pianificazione subordinata.

Il documento ha come obiettivo la ricognizione delle problematiche territoriali e produttive e definisce obiettivi entro tre settori prioritari di intervento: la qualità dell’ambiente, l’efficienza dei sistemi produttivi e lo sviluppo dei settori produttivi trainanti, articolati ulteriormente in obiettivi specifici e azioni programmatiche.

Il Q.R.R. attraverso i suoi elementi costitutivi (Relazione, schema strutturale dell’assetto del territorio e N.T.A.) costituisce il quadro di riferimento cui devono attenersi gli Enti sottordinati nella pianificazione del territorio. Dall’analisi dello schema strutturale dell’assetto del territorio si evince che il territorio di Mosciano Sant’Angelo interessato dalla Variante Generale non è ricompreso in alcun obiettivo generale. In allegato lo stralcio cartografico del Q.R.R. sul territorio di Mosciano Sant’Angelo.

Piano Regionale Paesistico [P.R.P.]

Il piano, approvato dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo il 21 marzo 1990 con atto n.141/21, è il principale strumento urbanistico “volto alla tutela del paesaggio, del patrimonio naturale, storico ed artistico, al fine di promuovere l'uso sociale e la razionale utilizzazione delle risorse, nonché la difesa attiva e la piena valorizzazione dell'ambiente”.

Il documento suddivide il territorio abruzzese in tre grandi ambiti di tutela: montano, costiero e fluviale, prevedendo per ciascun ambito quattro zone di trasformazione: Conservazione (Zona A), Trasformabilità mirata (Zona B), Trasformazione condizionata (Zona C) e Trasformazione a regime ordinario (Zona D).

Il PRP ha come obiettivo generale la valorizzazione del territorio regionale coniugata ad una razionale esigenza di sviluppo sociale ed economica. Il territorio comunale di Mosciano Sant’Angelo ricade all’interno degli Ambiti Paesaggistici Fluviali ( – Tordino) ove i beni sottoposti a tutela sono:

• Oggetti di interesse naturalistico – abiotici e biotici – identificati nel patrimonio boschivo (non degradato, non antropizzato) ad alto valore biologico, complessità elevata e con elementi faunistici interessanti;

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• Oggetti di natura culturale, identificati da un forte valore archeologico, architettonico, urbanistico;

• Oggetti di interesse percettivo, che consistono soprattutto nella netta eccezionalità degli ambiti fluviali veri e propri, ivi compresi alcuni fossati e torrenti, calanchi e paesaggio agricolo con particolari peculiarità;

• Oggetti di interesse agricolo. In tale interesse ricadono per lo più quelle aree che dal punto di vista agricolo presentano rilevante vocazione da salvaguardare, conservare e valorizzare;

• Siti e zone a rischio geologico.

Come si evince dalla cartografia allegata, la parte meridionale del territorio comunale, lungo la vallata del Fiume Tordino, è interessata dalle categorie di tutela del P.R.P., in particolare la Zona A1 (Conservazione integrale) che interessa le aree a ridosso dei fossi e del Fiume Tordino ove gli usi consentiti sono quelli riguardanti l’Uso Agricolo e quello Tecnologico (Acquedotti, Elettrodotti, Tralicci etc.…), e le Zone B1 (Trasformabilità mirata) e C1 (Trasformazione condizionata) ove è consentito l’Uso Insediativo previa verifica attraverso Studio di Compatibilità Ambientale.

Gli obiettivi del PRP, condivisi per l’elaborazione della Variante al P.R.G. di Mosciano Sant’Angelo, sono di seguito riportati: • Tutela del paesaggio, del patrimonio naturale e storico artistico; • Difesa attiva e piena valorizzazione dell’ambiente;

• Promozione di un uso sociale e razionale delle risorse.

Di seguito si riporta la restituzione cartografica, su base fotogrammetrica, del P.R.P. della Regione Abruzzo.

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Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico [P.A.I.]

Il Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico dei Bacini Idrografici di Rilievo Regionale Abruzzesi e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro "Fenomeni Gravitativi e Processi Erosivi" (di seguito denominato PAI) viene definito dal legislatore quale "strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso

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20 finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato".

Gli obiettivi del P.A.I. condivisi dalla Variante al P.R.G. sono di seguito elencati:

• Tutela della sicurezza ambientale;

• Tutela della sicurezza della popolazione, degli insediamenti e delle infrastrutture;

• Riduzione del rischio e salvaguardia del territorio, senza limitare le opportunità di sviluppo.

In termini generali la normativa di attuazione del Piano è diretta a disciplinare le destinazioni d'uso del territorio, attraverso prescrizioni puntuali su ciò che è consentito e ciò che è vietato realizzare, in termini di interventi opere ed attività, nelle aree a pericolosità molto elevata (P3), elevata (P2) e moderata (P1). Nelle aree di pericolosità molto elevata ed elevata i progetti per nuovi interventi, opere ed attività devono essere corredati, di norma, da apposito Studio di compatibilità idrogeologica presentato dal Soggetto proponente l'intervento e sottoposto all'approvazione dell'Autorità competente.

La sovrapposizione tra la Carta della Pericolosità e gli Insediamenti urbani ed infrastrutturali, ha consentito la definizione della Carta del Rischio. Quest’ultima è stata realizzata seguendo le indicazioni, contenute nel D.P.C.M. 29 settembre 1998 - Atto di indirizzo e coordinamento per l'individuazione dei criteri relativi agli adempimenti di cui all'art. 1 del decreto legge 11 giugno 1998, n. 180, che vede nella incolumità dei cittadini l'elemento prioritario di tutela. Le diverse situazioni di rischio così individuate sono state, pertanto, aggregate in quattro classi di rischio: Moderato R1, Medio R2; Elevato R3; Molto elevato R4.

Sulla base di quanto emerge dalle analisi effettuate durante la fase conoscitiva di costruzione della Variante, all’interno del territorio del Comune di Mosciano Sant’Angelo sono presenti tutte le classi di pericolosità e di rischio, la cui estensione sul territorio viene evidenziata nella tabella sottostante.

CLASSI ESTENSIONE (Kmq)

P1 - moderata 177,5 Pericolosità P2 - elevata 841,2 P3 - molto elevata 222,5 R1 - moderato 1224,2 R2 - medio 7,3 Rischio R3 - elevato 9,5 R4 - molto elevato 0,0034

Fonte: Elaborazione propria dei dati

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Di seguito si riportano le restituzioni cartografiche, su base fotogrammetrica, delle Carte di Pericolosità e di Rischio.

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Piano Stralcio di Difesa dalle Alluvioni [P.S.D.A.]

L'Autorità dei Bacini di Rilievo Regionale dell'Abruzzo e del Bacino Interregionale del Fiume Sangro ha disposto, ai sensi dell'Art. 17, comma 6-ter della Legge 18.05.1989 n. 183, la redazione del Piano Stralcio Difesa dalle Alluvioni, inteso come strumento di individuazione delle aree a rischio alluvionale e quindi, da sottoporre a misure di salvaguardia, ma anche di delimitazione delle aree di pertinenza fluviale.

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Il Piano è funzionale a consentire, attraverso la programmazione di azioni (opere, vincoli, direttive), il conseguimento di un assetto fisico dell'ambito fluviale compatibile con la sicurezza idraulica, l'uso della risorsa idrica, l'uso del suolo (ai fini insediativi, agricoli, industriali) e la salvaguardia delle componenti naturali ed ambientali.

In particolare il P.S.D.A. individua e perimetra aree di pericolosità idraulica attraverso la determinazione dei livelli corrispondenti a condizioni di massima piena valutati con i metodi scientifici dell'idraulica. In tali aree di pericolosità idraulica il Piano ha la finalità di evitare l'incremento dei livelli di pericolo e rischio idraulico, impedire interventi pregiudizievoli per il futuro assetto idraulico del territorio, salvaguardare e disciplinare le attività antropiche, assicurare il necessario coordinamento con il quadro normativo e con gli strumenti di pianificazione e programmazione in vigore.

Il Piano Stralcio Difesa Alluvioni, individua le aree di Pericolosità molto elevata (P4), elevata (P3), media (P2) e moderata (P1) per inondazioni. Inoltre il Piano perimetra anche le aree a rischio idraulico molto elevato (R4), elevato (R3), medio (R2) e moderato (R1), esclusivamente allo scopo di individuare ambiti ed ordini di priorità tra gli interventi di riduzione dei rischi nonché allo scopo di segnalare aree di interesse per i piani di protezione civile.

Le finalità del P.S.D.A. condivisi dalla Variante al P.R.G. sono di seguito elencati:

• Stabilire un quadro degli interventi per il riassetto e la riqualificazione del sistema idraulico regionale;

• Evitare l’incremento dei livelli e delle condizioni di pericolo e di rischio idraulico esistenti alla data di adozione del piano;

• Impedire futuri interventi pregiudizievoli l’assetto idraulico dei bacini;

• Salvaguardia e disciplina delle attività antropiche, evitando nuove situazioni di rischio;

Sulla base di quanto emerge dalle analisi effettuate durante la fase conoscitiva di costruzione della Variante, all’interno del territorio del Comune di Mosciano Sant’Angelo sono presenti tutte le classi di pericolosità e di rischio.

Di seguito si riportano le restituzioni cartografiche, su base fotogrammetrica, delle Carte di Pericolosità e di Rischio.

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Piano di Tutela delle Acque [P.T.A.]

Il Piano di Tutela delle acque è lo strumento tecnico e programmatico attraverso cui realizzare gli obiettivi di tutela quali-quantitativa previsti dal’art.121 del D.Lgs.152/06. Costituisce uno specifico piano di settore ed è articolato secondo i contenuti elencati nel succitato articolo, nonché secondo le specifiche indicate nella parte B dell’Allegato 4 alla parte terza del Decreto Legislativo medesimo che prevedono:

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• Descrizione generale delle caratteristiche del bacino idrografico sia per le acque superficiali che sotterranee con rappresentazione cartografica;

• Sintesi delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica sullo stato delle acque superficiali e sotterranee;

• Elenco e rappresentazione cartografica delle aree sensibili e vulnerabili;

• Mappa delle reti di monitoraggio istituite ai sensi dell’art. 120 e dell’allegato 1 alla parte terza del suddetto decreto e loro rappresentazione cartografica;

• Elenco degli obiettivi di qualità;

• Sintesi dei programmi di misure adottate;

• Sintesi dei risultati dell’analisi economica;

• Sintesi dell’analisi integrata dei diversi fattori che concorrono a determinare lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici;

• Relazione sugli eventuali ulteriori programmi o piani più dettagliati adottati per determinati sottobacini.

Il Piano di Tutela delle Acque dunque identifica, all’interno dei Bacini Idrografici, i corsi d’acqua superficiali e quelli sotterranei significativi, ne segnala i punti di monitoraggio, ne individua le caratteristiche qualitative e quantitative, e le caratteristiche delle pressioni antropiche esercitate sullo stato qualitativo e quantitativo, stabilendo i parametri di tutela e gli obiettivi da raggiungere. Il territorio del Comune di Mosciano Sant’Angelo si trova nel Bacino del Fiume Tordino, come l’immagine di seguito riporta.

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P.T.A. Inquadramento territoriale della Scheda del Fiume Tordino

Di seguito si riporta lo Stato Ambientale del Fiume Tordino che mostra il risultato derivante dalle valutazioni delle pressioni insistenti sul corso d’acqua, passando da una classificazione puntuale, ottenute in funzione delle ubicazioni delle stazioni di monitoraggio, ad una classificazione per tratti.

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P.T.A. Stato Ambientale del Fiume Tordino

Il territorio del Comune di Mosciano Sant’Angelo ricade tra la terza e la quarta stazione di monitoraggio (R1303TD8), in un tratto dove sono stati realizzati due interventi finanziati con fondi APQ (APQ 3-37/A e APQ 3-37/B “Realizzazione tratto collettore fognario” e “Potenziamento dell’impianto esistente di San Nicolò”) finalizzati al potenziamento del depuratore in zona industriale e alla realizzazione del collettore fognario.

Gli obiettivi del Piano di Tutela delle Acque presi in esame sono di seguito riportati:

• Prevenire l’inquinamento dei corpi idrici non inquinati;

• Risanare i corpi idrici inquinati attraverso il miglioramento dello stato di qualità delle acque, con particolare attenzione per quelle destinate a particolari utilizzazioni;

• Perseguire un uso sostenibile e durevole delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;

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• Preservare la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali.

Piano Regionale Integrato dei Trasporti [P.R.I.T.]

Il Piano Regionale Integrato dei Trasporti e della Logistica ha come obiettivo la realizzazione di un sistema integrato dei trasporti compatibile con lo sviluppo socio-economico del territorio e con le esigenze di tutela della qualità della vita.

Secondo quanto stabilito il P.R.I.T. deve:

• garantire la piena accessibilità al sistema regionale e nazionale di trasporto per tutti i cittadini, con riduzione del gap infrastrutturale e di servizi sia per le zone interne che per le aree a forte concentrazione demografica e di sviluppo;

• riequilibrare la ripartizione modale della domanda di trasporto, sia di passeggeri che di merci, al fine di ottimizzare le condizioni di esercizio per ciascuna modalità, utilizzando pienamente il sistema delle infrastrutture esistenti;

• individuare un modello di ridefinizione delle competenze delle Istituzioni e degli Enti che hanno potere sui trasporti; • procedere al riordino delle imprese di produzione del servizio di trasporto;

• elevare gli standard di sicurezza per tutte le reti e per tutti i servizi di trasporto;

• ottimizzare il sistema complessivo dei costi della mobilità pubblica e privata attraverso la valutazione del costo generalizzato del trasporto;

• salvaguardare le particolari valenze ambientali, architettoniche e paesaggistiche del territorio attraverso idonee scelte modali di trasporto;

• instaurare uno stretto collegamento con le politiche di sviluppo economico e sociale per adeguare le reti alle necessità produttive attraverso un Ufficio di Piano;

• introdurre lo sviluppo delle reti immateriali di comunicazione, ed in generale sviluppare la telematica nei trasporti;

• collegare le scelte infrastrutturali e gestionali ai bilanci e ai documenti finanziari di accompagnamento.

Il P.R.I.T. prevede i seguenti interventi strategici all’interno del territorio comunale:

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• realizzazione del 4°lotto della SS80 Teramo-Mare di collegamento tra Mosciano Stazione e la SS16 Giulianova Lido;

• realizzazione di parcheggi di scambio intermodale in zona Mosciano Stazione.

Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti [P.R.G.R.]

Il 2 dicembre del 2017 è stato approvato dal Consiglio Regionale il Disegno di Legge "Norme a sostegno dell'economia circolare - Adeguamento del Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti (P.R.G.R.)".

Il Piano Regionale di Gestione Rifiuti è uno strumento di carattere ambientale, il cui scopo è individuare il sistema più adeguato per la gestione integrata dei rifiuti sul territorio regionale. Il Piano “persegue direttamente obiettivi di sostenibilità ambientale legati alla corretta gestione dei rifiuti al fine di garantire la minimizzazione dei rischi di contaminazione delle diverse matrici ambientali compresa la tutela della popolazione”.

Il P.R.G.R. si compone di una serie di allegati operativi tra i quali le "Linee guida ed indirizzi per la riorganizzazione dei servizi a livello locale", il "Programma di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti e prime misure per la preparazione al riutilizzo", il "Piano delle bonifiche delle aree inquinate (PRB)", il "Rapporto Ambientale", lo "Studio di incidenza sui siti della Rete naturale 2000".

Il documento fissa un obiettivo di raccolta differenziata al 2020 del 70% e inoltre, sempre al 2020, una produzione pro-capite regionale di rifiuto indifferenziato residuo inferiore ai 130 kg/ab/a".

Quello che interessa maggiormente in questa fase è la conoscenza di quelli che sono gli obiettivi gestionali, sintetizzabili nei seguenti punti:

• gestione integrata dei rifiuti attraverso soluzioni innovative, efficaci e sostenibili per tutte le fasi (raccolta, trasporto, trattamento e smaltimento) dei rifiuti urbani, perseguendo il superamento della frammentazione istituzionale della gestione e favorendo processi di aggregazione e razionalizzazione della gestione tra i Comuni, garantendo così il contenimento dei costi di gestione;

• definire tramite l’AGIR, politiche di pianificazione e strategie programmatiche coordinate, favorendo l’utilizzazione di strumenti innovativi quali accordi/contratti di programma e protocolli d’intesa con soggetti pubblici e privati;

• sviluppare, in accordo con il mondo imprenditoriale, iniziative volte al perseguimento degli obiettivi del Piano per quanto attiene la gestione dei Rifiuti Speciali.

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Gli interventi da attuarsi dovranno innanzitutto comprendere:

• la riorganizzazione e il potenziamento dei servizi di RD secondo modelli integrati prioritariamente di tipo domiciliare;

• il rilevante incremento dell’intercettazione in primis della frazione organica del rifiuto, oggi ancora decisamente inferiore al di sotto dei livelli attesi, oltre che in generale l’incremento dei recuperi anche delle altre frazioni valorizzabili;

• l’attenzione all’attivazione di sistemi organizzativi dei servizi che, anche con il supporto di adeguate campagne e strumenti comunicativi, informativi e di controllo, possano garantire il conseguimento di buoni livelli di qualità del materiale intercettato con le raccolte differenziate.

Piano Regionale per la Tutela della Qualità dell’Aria [P.R.T.Q.A.]

Il Piano, redatto in conformità ai dettami legislativi del Decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio del 1 ottobre 2002, n. 261, contiene il Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351 (Gazzetta Ufficiale n. 272 del 20 novembre 2002). In particolare, il Piano ha il fine di:

• elaborare piani o programmi di miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli di uno o più inquinanti superano i limiti legislativi;

• elaborare piani di mantenimento della qualità dell’aria, nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite;

• ottimizzare il monitoraggio della qualità dell’aria;

• contribuire al raggiungimento dei limiti nazionali di emissioni;

• conseguire un miglioramento in riferimento alle problematiche globali quali la produzione di gas serra.

Il piano, relativamente agli ossidi di zolfo, ossidi di azoto, particelle sospese con diametro inferiore ai 10 micron, monossido di carbonio e benzene, individua, ai fini del risanamento, le seguenti aggregazioni di comuni con caratteristiche il più possibile omogenee:

• IT1301 Zona di risanamento metropolitano Pescara-Chieti: Pescara, Chieti, San Giovanni Teatino;

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• IT1302 Zona di osservazione costiera: Tortoreto, Giulianova, Roseto degli Abruzzi;

• IT1303 Zona di osservazione industriale: Scafa;

• IT1304 Zona di Mantenimento: tutti gli altri comuni.

Per le aggregazioni ai fini del mantenimento e il risanamento della qualità dell’aria sopra descritte, vengono individuate delle misure di piano con indicazione delle zone di applicazione, delle risorse previste e i riferimenti temporali. Successivamente vengono descritte le misure previste per la partecipazione del pubblico e quelle per il monitoraggio, la verifica e la revisione del Piano. Il territorio regionale viene dunque suddiviso, ai fini delle necessità di monitoraggio, in tre categorie:

• Zona ad Obbligo di Monitoraggio (ZOM);

• Zona a Possibilità Monitoraggio Combinato con Tecniche Modellistiche (ZMC);

• Zona a Valutazione con Modelli o Metodi di Valutazione Obiettiva (ZVM).

Gli obiettivi del Piano Regionale di Tutela della Qualità dell’Aria condivisi dalla Variante Parziale sono di seguito riportati:

• effettuare zonizzazione del territorio regionale in funzione dei livelli di inquinamento della qualità dell’aria ambiente; • elaborare piani di miglioramento della qualità dell’aria nelle zone e negli aggiornamenti in cui i livelli di uno o più inquinanti superino i limiti di concentrazione;

• elaborare piani di mantenimento della qualità dell’aria in quelle zone dove i livelli degli inquinanti risultino inferiori ai limiti di legge.

Piano Territoriale di coordinamento Provinciale [P.T.C.P.]

Il Piano Territoriale Provinciale di Teramo, approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 20 del 30 marzo 2001, è redatto in conformità e secondo le disposizioni contenute nella L.R. 18/83 nel testo vigente. La variante è stata adottata con delibera del C.P. del 29/05/2014.

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale stabilisce la disciplina di uso e di intervento relative all’intero territorio provinciale; esercita e coordina la sua azione di governo del territorio provinciale, delineandone gli obiettivi e gli elementi fondamentali di assetto.

In particolare il Piano:

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• individua zone da sottoporre a speciali misure di salvaguardia dei valori naturalistici, paesistici, archeologici, storici, di difesa del suolo, di protezione delle risorse idriche, di tutela del preminente interesse agricolo; • fornisce, in relazione alle vocazioni del territorio ed alla valorizzazione delle risorse, le fondamentali destinazioni e norme d'uso: per il suolo agricolo e forestale; per la ricettività turistica e gli insediamenti produttivi industriali ed artigianali; per l'utilizzazione delle acque; per la disciplina dell'attività estrattiva; • precisa ed articola, per specifica unità territoriale, le previsioni demografiche ed occupazionali e le quantità relative alla consistenza degli insediamenti residenziali; • indica la localizzazione, nell'ambito dei Comuni interessati, degli insediamenti produttivi, commerciali, amministrativi e direzionali, di livello sovracomunale, delle attrezzature di servizio pubblico e di uso pubblico di livello sovracomunale, con particolare riferimento ai parchi ed ai servizi per la sanità e l'istruzione sentiti, al riguardo, le UU.LL.SS.SS. ed i distretti scolastici competenti; • articola la capacità ricettiva turistica con riferimento ai singoli territori comunali interessati; • individua il sistema della viabilità e di trasporto e la rete delle altre infrastrutture di interesse sovracomunale; • garantisce attraverso specifiche norme una percentuale minima di fabbisogno di alloggi per usi residenziali e turistici da soddisfare, da parte dei Comuni, mediante il recupero di edifici esistenti degradati e le quote minime di residenza da realizzare come edilizia economica e popolare.

Tali indicazioni integrate con i contenuti in ordine alle competenze della Provincia in materia di infrastrutture e servizi, come previsto dall'articolo 14 della L. 142/90, compongono il quadro generale delle attività del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

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Piano d’area della media e bassa Valle del Tordino

Il Piano D’Area della Media e Bassa Valle del Tordino, approvato con delibera di Consiglio Provinciale n.22 del 31.05.2011, si caratterizza come primo esperimento di attuazione del P.T.C.P. in ordine all’opportuno salto di scala per l’approfondimento dei contenuti della pianificazione provinciale nei sub ambiti locali. L’ambito di studio accorpa alcuni Piani d’Area individuati dallo stesso P.T.C.P. – Piano d’area n.1 “Asta urbana della Val Tordino”, Piano d’area n. 8 “Nodo

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34 plurimodale di Mosciano-Giulianova”, un Piano d’area a matrice ambientale e paesistica “Riqualificazione ambientale delle aree di foce del Fiume Tordino”, oltre alla Polarità urbana Complessa coincidente con l’area del Capoluogo Teramo.

Il Piano pertanto ha interessato ben nove comuni: Teramo, Bellante, Mosciano S.A., Giulianova, , Castellato, Notaresco, Morro d’Oro e Roseto degli Abruzzi. La visione strategica alla base del Piano è fondata su un ripensamento complessivo del sistema territoriale del fondovalle che da insediamento lineare deve essere riprogettato come articolazione complessa di centralità urbane e nodi polifunzionali. La visione strategica è stata in prima istanza costruita sui seguenti concetti:

• Valorizzazione polifunzionale dei sistemi urbani di testata (Teramo, Roseto e Giulianova); • Riprogettazione in chiave ibrida del nodo intermodale di Mosciano S. Angelo; • Creazione di nuove centralità urbane in corrispondenza delle stazioni della ferrovia metropolitana; • Salvaguardia dei residui varchi di discontinuità lungo l’asse di fondovalle per la ricostruzione di elementi di naturalità intervallati alla continuità del sistema insediativo lineare; • Realizzazione di un sistema di salvaguardia ambientale lungo l’asse del fiume Tordino che assume il ruolo di parco urbano attrezzato in corrispondenza delle nuove centralità urbane; • Riqualificazione dell’insediamento lineare lungo la strada statale 81 ricondotta oggi ad un ruolo urbano dall’apertura del Raccordo Autostradale Teramo – Mare;

Gli obiettivi del Piano D’Area della Media e Bassa Valle del Tordino sono di seguito riportati:

• Favorire il tema delle “centralità urbane” attraverso la razionalizzazione, l’incremento e il riequilibrio degli spazi pubblici o delle strutture di pubblico servizio; • Favorire il tema delle “aree produttive ecologicamente attrezzate” attraverso la ridefinizione territoriale del sistema della produzione, la razionalizzazione dell’esistente, la riqualificazione delle aree sature; • Favorire il Tema del “Parco Fluviale del Tordino” attraverso la previsione di interventi atti a migliorare l’accessibilità e ad aumentare il livello di attrezzature per la fruibilità delle aree verdi.

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6. Analisi preliminare delle Componenti

In questa fase verrà effettuata una prima analisi degli elementi necessari per connotare la condizione ambientale del territorio comunale di Mosciano Sant’Angelo, nelle varie componenti che definiscono il contesto di riferimento del Piano. Lo scopo è definire un primo quadro conoscitivo e individuare le criticità, le opportunità e le tendenze, sia a livello locale che sovralocale; individuare caratteristiche e potenzialità delle diverse componenti tali da rappresentare elementi di valutazione e orientamento nelle strategie di Piano; verificare disponibilità, esistenza, carenza delle informazioni necessarie per affrontare le problematiche rilevanti.

Pertanto verranno analizzati e descritti lo stato della popolazione, del settore economico, dell’ambiente e del patrimonio culturale caratteristici del Comune. In particolare vengono definiti gli ambiti con cui il Piano dovrà relazionarsi ed il livello di dettaglio che occorre avere. Questi aspetti verranno dettagliati in maniera più approfondita all’interno del Rapporto Ambientale, anche con i contributi che verranno forniti dalle ACA.

Di seguito, in base a quanto stabilito dall’allegato VI, lettera f) del D.Lgs 152/06 e s.m.i., si riporta un elenco riassuntivo delle principali componenti e relativi settori sui quali il Piano potrebbe avere effetti. COMPONENTI ANTROPICHE COMPONENTI AMBIENTALI BENI MATERIALI

Popolazione Biodiversità, Flora e Fauna Rifiuti Turismo Aria e Fattori Climatici Energia Urbanizzazione Acqua Trasporti Attività economiche Suolo e Sottosuolo Paesaggio e Beni Culturali

Le analisi dovranno contengono una definizione dell’approccio alla descrizione della componente (come si strutturerà la descrizione del contesto per la componente in esame, la sua importanza nell’ambito del Piano), una descrizione e l’andamento storico della componente in esame volti a fare emergere le aree sensibili e i principali elementi di criticità, un’elencazione puntuale degli indicatori presi in considerazione per l’analisi delle componenti ambientali.

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6.1 Le Componenti Antropiche

Analisi Socio-Demografica

L’analisi socio-demografica della popolazione residente nel Comune di Mosciano Sant’Angelo è stata condotta utilizzando i dati relativi al Censimento della popolazione e delle abitazioni dell’Istat, unica fonte in grado di fornire una conoscenza esaustiva degli aspetti socio-demografici di un territorio.

La popolazione del comune di Mosciano Sant’Angelo, aggiornata al 1 Gennaio 2017, è di 9.331 abitanti, di cui 4.619 maschi e 4.712 femmine. La densità abitativa, calcolata sulla superfice territoriale del Comune di 48,45 km2, risulta essere di 192,60 ab/km2.

Si è analizzato l’andamento demografico sul lungo periodo mediante la consultazione e la ricostruzione grafica dei dati Istat.

Possiamo notare come la popolazione residente nel Comune sia progressivamente aumentata con una media del + 0,81%. Il valore massimo lo si registra nell’anno 2007 con un + 2,4% mentre dall’anno 2009 seppure, numericamente parlando la popolazione tende a salire, la variazione percentuale è dell’appena + 0,34%. Andamento Demogafico 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000

0

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 1990 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT Per approfondire ulteriormente la composizione della struttura demografica è stata analizzata la distribuzione per classi di età nell’ultimo quinquennio.

L’analisi si basa su tre fasce di età principali: Giovani da 0 a 14 anni, Adulti da 15 a 64 anni e Anziani da 65 anni in poi. In base alla consistenza di tali fasce di età e al loro rapporto, la struttura di una popolazione viene definita progressiva, stazionaria o regressiva. Una popolazione si dice Valutazione Ambientale Strategica a supporto dell’adeguamento e aggiornamento del Piano Regolatore Generale del Comune di Mosciano Sant’Angelo - Documento di Scoping

37 progressiva quando la fascia dei giovani è superiore a quella anziana, equivalente quando le due sono in pareggio e regressiva quando il numero degli anziani supera notevolmente il numero della fascia di età da 0 a 14 anni.

I dati del Comune di Mosciano Sant’Angelo mostrano una struttura di tipo regressivo. Negli ultimi cinque anni l’indice di vecchiaia è aumentato del 4,6% e i giovani rappresentano appena un settimo della popolazione totale dove l’età media si attesta sui 43 anni. La presenza elevata di una popolazione anziana e il mancato ricambio generazionale, nel lungo periodo, potrebbero rappresentare uno dei maggiori punti di debolezza per l’economia locale e il suo sviluppo. Di seguito si riportano i dati in forma tabellare e il grafico contenente il rapporto tra le tre fasce di età del Comune di Mosciano Sant’Angelo.

CLASSI DI ETA’ INDICE DI ANNI 0 – 14 anni 15 – 64 anni 65 anni in ETA’ MEDIA VECCHIAIA poi 2013 1.274 6.192 1.832 42,70 143, 80 2014 1.291 6.177 1.826 42,70 141, 40 2015 1.293 6.177 1.868 43,10 144, 50 2016 1.288 6.152 1.868 43,30 145, 00 2017 1.271 6.149 1.911 43,60 150, 40

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

Rapporto percetuale tra le fasce di età della popolazione

19,7% 19,65% 20,00% 20,00% 20,48%

66,6% 66,46% 66,5% 66,09% 65,9%

13,7% 13,89% 13,2% 13,0% 13,62%

2013 2014 2015 2016 2017

0-14 anni 15-64 anni 65 anni ed oltre

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT

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Analisi Socio-Economica

Il settore produttivo

L’analisi socio-economica, importante per la definizione di un quadro compositivo generale, si basa principalmente sulla consultazione dei dati provenienti dal 9° censimento ISTAT delle industrie e dei servizi.

In particolar modo sono stati presi in considerazione, il numero delle imprese attive sul territorio e il numero dei lavoratori raggruppati in sei macro settori di attività economiche.

Nel Comune sono localizzate 844 aziende. Dalle indagini emerge come il settore industriale prevalga sulle restanti categorie generando un valore aggiunto pari a 111.643.127 euro. Come emerge dalla tabella sottostante il Comune di Mosciano rappresenta ben il 6% del valore aggiunto dell’intera provincia di Teramo, preceduto solo dal Comune di Teramo.

PRIMI CINQUE COMUNI DELLA PROVINCIA DI TERAMO SECONDO IL VALORE AGGIUNTO PRODOTTO DAL SETTORE ECONOMICO

Teramo 222.512.314 euro Mosciano Sant’Angelo 111.643.127 euro Roseto degli Abruzzi 109.037.423 euro Castellalto 104.936.075 euro Giulianova 90.441.131 euro

Valore Aggiunto della Provincia di Teramo 1.912.153.432 euro

Il settore industriale conta 304 aziende che generano un’occupazione pari al 56,55% sul totale delle attività economiche. Segue poi il commerciale con 289 imprese, il settore finanziario- assicurativo e professionale con 146 imprese mentre quello agricolo registra il numero più basso di addetti e di unità locali.

Nello specifico il settore industriale si compone di cinque sotto settori che sono: attività di estrazione di minerali da cave, attività manifatturiere, attività riguardanti la fornitura di energia elettrica, attività riguardanti la fornitura di acqua e attività relative alla costruzione di edifici. La tipologia di attività prevalente all’interno del settore industriale è il manifatturiero con 164 unità locali e 1.814 addetti.

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Nel manifatturiero la tipologia di attività predominante è relativa il settore alimentare che incide per il 18% a cui segue, quasi a pari merito, la fabbricazione di prodotti in metallo con un’incidenza del 15%.

Distribuzione del settore manifatturiero all’interno del comprensorio

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [9° Censimento industria e servizi – anno 2011]

In generale, le attività produttive si localizzano su due ambiti: quello di Mosciano Stazione e quello di Ripoli. Nel corso degli anni questi territori hanno diversificato la loro produzione, in Contrada Ripoli abbiamo un apparato prettamente artigianale mentre nella zona di Mosciano Stazione sono dislocate industrie di medie e grandi dimensioni come ad esempio l’azienda alimentare Amadori. Entrambe le aree, dislocate nella zona sud del Comune, godono di una buona accessibilità dal punto di vista della viabilità. In particolare Mosciano Stazione rappresenta uno snodo fondamentale a livello Infrastrutturale in quanto oltre ad essere servita dalla SS80 e dalla linea ferroviaria è servita dal casello autostradale della A14 Teramo-Giulianova-Mosciano Sant’Angelo e dalla Superstrada Teramo-Mare che funge da raccordo autostradale tra la A14 e la A24. L’alto livello di accessibilità giustifica l’insediamento di grandi stabilimenti che nel corso degli anni hanno non solo delineato il carattere prettamente industriale dell’intera zona ma hanno innescato una serie di meccanismi grazie ai quali nell’area si sono potute insediare una serie di attività minori che hanno dato forma a un contesto variegato e funzionale. Di seguito si riportano i dati Istat relativi alle imprese.

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Numero di unità locali delle imprese attive

Attività Trasporto, finanziarie, Agricoltura, Commercio, Magazzinaggio, Assicurative, Totale Altre Comune Silvicoltura Industria Alberghi e Servizi di Immobiliari, Imprese attività e pesca Ristoranti informazione e Professionali, comunicazione Scientifiche e Tecniche Bellante 480 3 166 152 24 81 54 Canzano 131 3 52 41 4 17 14 Castellalto 699 3 297 204 27 96 72 Giulianova 2.311 17 464 893 92 526 319 Mosciano 844 6 304 289 38 146 61 Sant’Angelo Notaresco 549 4 248 146 26 73 54 Teramo 4.986 11 953 1.477 234 1.470 841 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [9° Censimento industria e servizi – anno 2011]

Numero addetti delle unità locali delle impese attive

Attività Trasporto, finanziarie, Agricoltura, Commercio, Magazzinaggio, Assicurative, Totale Altre Comune Silvicoltura Industria Alberghi e Servizi di Immobiliari, Occupati attività e pesca Ristoranti informazione e Professionali, comunicazione Scientifiche e Tecniche Bellante 1.176 3 593 313 68 127 72 Canzano 356 4 212 96 4 21 19 Castellalto 3.552 2 2.436 404 99 185 426 Giulianova 5.884 48 1.563 2.240 405 1.102 526 Mosciano 3.924 7 2.219 1.023 290 262 119 Sant’Angelo Notaresco 1.713 5 955 320 60 289 89 Teramo 14.884 17 4.382 4.635 1.102 2.563 2.185 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [9° Censimento industria e servizi – anno 2011]

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Distribuzione dei sotto settori dell’apparato industriale

Sotto settore Numero Unità locali Numero addetti delle unità locali

Estrazione di minerali da cave e miniere 2 2 Attività Manifatturiere 164 1.814 Fornitura di energia elettrica 1 1 Fornitura di acqua reti fognarie 4 18 Costruzioni 133 384 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [9° Censimento industria e servizi – ano 2011]

Infine come si può notare dal grafico sottostante, che rappresenta una comparazione tra le imprese attive del settore industriale nel Comune di Mosciano e nella provincia di Teramo, le aziende si concentrano negli stessi settori facendo registrare il numero più elevato di unità locali e addetti nel settore manifatturiero e delle costruzioni.

Distribuzione del settore industriale

120

100

80 43,70% 52% 60

40 54% 20 45%

0 Provincia di Teramo Comune di Mosciano Sant'Angelo

Costruzioni Fornitura di acqua reti fognarie Fornitura di energia elettrica Attività manifatturiere Esrazione di minerali da cave e miniere

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [9° Censimento industria e servizi – anno 2011]

Il settore turistico

Per quanto riguarda il settore turistico il territorio è caratterizzato da un discreto livello di esercizi ricettivi. Nello specifico le strutture alberghiere e similari sono dislocate in maniera frammentaria lungo il paesaggio collinare e godono della vicinanza al Comune di Giulianova, principale meta turistica della provincia teramana.

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Nonostante le forti potenzialità del territorio quali un paesaggio rurale per lo più preservato, un patrimonio storico documentale che se adeguatamente valorizzato potrebbe costituire una sicura attrazione, una posizione strategica che vede il territorio comunale non solo facilmente accessibile dal punto di vista infrastrutturale ma compreso in un area tra il mare e la montagna, e quindi capace di offrire al turista un ventaglio di opportunità di notevole spessore, il turismo non è stato mai considerato come un settore economico su cui puntare per il rilancio e la valorizzazione del territorio.

Numero e capacità degli esercizi ricettivi [alberghi e strutture similari]

Comune Numero di esercizi Numero di posti letto

Bellante 5 68 Canzano 2 20 Castellalto 7 115 Giulianova 50 6.804 Mosciano Sant’Angelo 15 391 Notaresco 9 72 Teramo 34 879

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [9° Censimento industria e servizi – anno 2011]

Tasso di Funzione turistica, alberghiera ed extralberghiera

Comune Turistica Alberghiera Extralberghiera

Bellante 8,2 - 8,2 Canzano 13,3 - 13,3 Castellalto 10,2 7,1 3,1 Giulianova 289,2 103,7 185,4 Mosciano Sant’Angelo 41,7 25,7 16,0 Notaresco 12,7 - 12,7 Teramo 16,2 12,7 3,5

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [9° Censimento industria e servizi – anno 2011]

Il settore agricolo

Come emerso dalle indagini effettuate il settore agricolo fornisce un modesto contributo all’economia locale. Esso genera un valore aggiunto di 8.164.774 euro pari al 3% del valore aggiunto totale. Nonostante gran parte del territorio comunale sia prevalentemente agricolo e la superfice agricola utilizzata sia ben il 77% il peso del settore primario all’interno dell’economia locale è piuttosto modesto. Ciò si deve al fatto che le coltivazioni presenti non assumono carattere

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43 produttivo ma costituiscono attività integrative finalizzate per lo più al consumo diretto, continuando ad assolvere in parte al ruolo di gestione e manutenzione del territorio.

Comune Totale Agricoltura Industria Servizi non turistici Turismo Mosciano Sant’Angelo 249.625.623 8.164.774 111.643.127 121.580.986 8.236.736 Fonte: Centro Regionale di studi e ricerche economico-sociali [CRESA – anno 2006]

In termini di superfice coltivata si riscontra una situazione in cui prevalgono i seminativi (80,00%) seguiti dalla presenza di coltivazioni legnose. Tra le colture seminative prevalgono la cerealicoltura (56,00%) e la foraggera (17,85%) mentre tra le colture permanenti l’olivicoltura è la coltivazione prevalente (60%) seguita dalla viticoltura (32,00%). Di seguito si riportano i relativi dati Istat.

Forma di conduzione delle aziende agricole presenti

Forma di conduzione Comune

Conduzione diretta Conduzione con Altra forma di Totale del coltivatore salariati conduzione Mosciano 570 448 121 1 Sant’Angelo

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [6° Censimento agricoltura – anno 2010]

Superfice agricola utilizzata

Superfice agricola utilizzata [Ha]

Comune Totale Superfice Coltivazioni Orti Prati permanenti Seminativi agricola legnose agrarie familiari e pascoli utilizzata

Mosciano 3.409,78 2.747,91 586,76 32,35 42,76 Sant’Angelo

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [6° Censimento agricoltura – anno 2010]

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Superfice dei seminati suddivisa per tipologie Seminativi Tipologia Superfice Incidenza %

Cereali 1.561,61 56,00 % Legumi 100,40 3,65 % Patata - - Barbabietola da Zucchero 103,29 3,75 % Piante Sarchiate da Foraggio - - Piante Industriali 157,80 5,74 % Ortive 191,15 7,00 % Fiori e Piante Ornamentali 1,42 0,05 % Piantine - - Foraggere avvicendate 468,30 17,85 % Sementi - - Terreni a riposo 163,94 5,96 %

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [6° Censimento agricoltura – anno 2010]

Superfice delle coltivazioni legnose agrarie suddivisa per tipologie Coltivazioni Legnose Agrarie Tipologia Superfice Incidenza %

Vite 186,79 32,00 % Olivo 351,86 60,00 % Agrumi 0,20 0,03 % Frutteti 41,18 6,97 % Vivai - - Altre Coltivazioni Legnose 6,73 1,00 % Coltivazioni Legnose Agrarie in serra - -

Fonte: Elaborazione su dati ISTAT [6° Censimento agricoltura – anno 2010

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6.2 Le Componenti Ambientali

Biodiversità, Flora e Fauna

Biodiversità Nel territorio del comune di Mosciano Sant’Angelo non sono presenti aree naturali protette e/o Siti di Importanza Comunitaria (SIC), istituiti ai sensi della Direttiva 92/43 CEE, nota come Direttiva “Habitat”.

Flora Il Comune di Mosciano Sant’Angelo si trova all’interno di un paesaggio collinare sub appenninico costituito da promontori collinari a modesta ed accentuata acclività alternati a lunghe e profonde valli fluviali. Il paesaggio predominante è quello della collina ampiamente coltivata con ridotti lembi di vegetazione naturale, limitatamente alle stazioni irraggiungibili dalla meccanizzazione agricola.

Come documentato dalla Carta della vegetazione reale della Regione Abruzzo (1996), nel territorio comunale, le uniche isole di vegetazione spontanea residua, sono quelle relitte dei luoghi inaccessibili all’utilizzo agricolo o abbandonati dall’uomo in quanto eccessivamente impervi quali scarpate e dirupi ai margini dei campi, zone in erosione e calanchive a ridosso dei fossi, corsi d’acqua, etc. I torrenti e soprattutto i fiumi Tordino e Salinello sono gli unici elementi di connessione ecologica del territorio. Fauna Nell’ambito della redazione del Piano Faunistico per la Provincia di Teramo 2002/2007, è stato condotto uno specifico studio territoriale dal titolo: “Analisi del territorio provinciale su base geografica finalizzata alla realizzazione delle Aree a Gestione Omogenea” (Castiglione G., 2001).

L’analisi statistica condotta sull’intero territorio provinciale ha permesso la suddivisione dello stesso in cinque Fasce Ambientali (FA) disposte parallelamente alla costa. Dalla stratificazione dei tematismi riguardanti variabili esplicative di tipo fisico, come la morfologia, il clima e l’altitudine, e di riflesso anche di tipo vegetazionale, come la fisionomia forestale e la copertura del suolo, si evidenziano le seguenti fasce ambientali omogenee rappresentate nella seguente tabella:

Fasce ambientali Superficie geografica totale (ha) % Territorio Provinciale Collina litoranea 61.800 32 % Collina interna 47.200 24 % Alta collina 48.100 24 % Montagna 31.900 16 % Alta montagna 8.200 4 % Fonte: Provincia di Teramo - Piano Faunistico [anno 2007]

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Il territorio del comune di Mosciano Sant’Angelo ricade sia nella fascia ambientale della collina litoranea che nella fascia della collina interna.

A ridosso della fascia costiera, troviamo il territorio collinare sub appenninico costituito da promontori collinari a modesta ed accentuata acclività alternati a lunghe e profonde valli fluviali.

Il paesaggio predominante è quello della collina ampiamente coltivata con ridotti lembi di vegetazione naturale, limitatamente alle stazioni irraggiungibili dalla meccanizzazione agricola.

Aria e Fattori Climatici

Aria Circa la qualità dell’aria del Comune di Mosciano Sant’Angelo non si hanno a disposizione dati recenti, se non quelli consultabili attraverso il Piano Regionale per la Tutela e la Qualità dell’Aria.

Fonte: Piano Regionale per la Tutela e la Qualità dell’Aria

In generale nella provincia di Teramo la qualità dell’aria nelle aree urbane è in miglioramento con riferimento ai seguenti inquinanti primari principali: biossido di zolfo, monossido di carbonio; tutti i limiti legislativi esistenti sono rispettati. Nello specifico, come è possibile vedere dall’elaborato che segue il Comune di Mosciano Sant’Angelo rientra nell’ultima categoria “Zone di Mantenimento”,

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ossia zone in cui la concentrazione stimata è inferiore al valore limite per tutti gli inquinanti analizzati.

Fattori Climatici Il clima, con i suoi principali elementi (temperatura e precipitazioni), è di estrema importanza per l’analisi ambientale di un dato territorio grazie ai suoi importanti effetti sulla vita delle piante e degli animali. Per tali ragioni, sono state realizzate rappresentazioni cartografiche che tentano di raffigurare tali situazioni macroclimatiche sull’intero territorio nazionale, come la Carta Bioclimatica d’Italia di Tomaselli (Tomaselli, Balduzzi, Filipello - 1973).

La definizione dei parametri climatici assume, nell’ambito delle analisi delle caratteristiche ambientali di un territorio, una grande rilevanza in quanto essi intervengono, unitamente agli altri fattori abiotici (pedologici, ecc.), sulla distribuzione degli ecosistemi. I fattori bioclimatici presi in considerazione sono essenzialmente le precipitazioni e la temperatura, dato che l’acqua ed il calore sono gli elementi fisici che maggiormente condizionano la vita.

Attualmente, per rendere più obiettivi tali elaborazioni, si tende a ricorrere a studi approfonditi che contemplino altri parametri quali l’escursione termica annua o la media delle minime del mese più freddo, la capacità idrica del suolo, l’esposizione dei versanti, etc., e ad applicare poi metodi numerici dell’analisi multivariata per l’ordinamento dei dati e la definizione dei tipi climatici delle diverse stazioni analizzate (Pignatti S., 1995). Il diagramma climatico permette il confronto immediato tra diversi tipi di clima delle diverse località con grande potenzialità nelle indagini di carattere fitogeografico, ecologico e nella risoluzione dei problemi di carattere applicativo (Pignatti S., 1995). In un sistema di assi cartesiani, con temperature e precipitazioni rappresentate in ascisse (a destra le precipitazioni mensili P espresse in mm e a sinistra le temperature medie mensili espresse in °C con una scala doppia rispetto all’altra ascissa: 1P=2T) e i mesi dell’anno rappresentati in ordinata, sono riportati i valori medi delle temperature e le precipitazioni relative ai diversi mesi dell’anno.

La fascia costiera teramana, e le colline retrostanti appartengono alla sottoregione mesomediterranea caratterizzata da un periodo secco che ha luogo nei mesi estivi; le piogge, invece, prevalentemente a carattere temporalesco, sono concentrate nel periodo invernale.

La temperatura media annua piuttosto elevata, pari a 16° C (Lauretum sottozona calda secondo la classificazione del Pavari e del De Philippis), ed il prolungato periodo siccitoso estivo, di circa quattro mesi, fanno rientrare tali località nel climax del leccio (Quercion ilicis Br.-Bl. 1936), ma localmente anche in quello dell’oleastro e del carrubo (Oleo-Ceratonion Br.-Bl. 1936). Tale corrispondenza del periodo arido (o “xerico”) con i mesi estivi può determinare, quale adattamento

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48 biologico per prevenire il fenomeno dell’appassimento, la coincidenza di tale periodo con la stasi vegetativa delle piante.

fonte: Tomaselli, Balduzzi, Filipello - 1973

Il clima temperato, che per estensione e tipologia è senza dubbio quello più rappresentativo del territorio provinciale e del Bacino del Fiume Tordino, risulta caratterizzato dall’avere la curva termica sempre positiva e periodi di siccità decisamente più ristretti del precedente.

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A livello provinciale, il territorio più interno rappresentato dall’antiappennino argilloso può essere ascrivibile alla sottoregione ipomesaxerica, appartenente a sua volta alla regione mesaxerica del clima temperato. Tale tipo bioclimatico presenta temperature medie che oscillano dai 14,6 °C di Teramo ai 10,3 °C di con le temperature del mese più freddo comprese fra 0 e 10 °C ed il verificarsi, dunque, di gelate più o meno frequenti. Sia grazie alla posizione geografica di tali stazioni rispetto alle correnti d’aria fredda di origine atlantica e sia grazie all’influsso del clima mediterraneo di cui esse godono, il minimo invernale tende a verificarsi solo verso la fine della stagione invernale e dunque per un breve periodo.

Il regime delle precipitazioni risulta sdoppiato in due periodi di massima attività, nelle stagioni primaverile ed autunnale, e nei rimanenti due periodi di minima attività; le basse temperature che accompagnano le brevi precipitazioni invernali non consentono, comunque, il verificarsi di una vera e propria stagione secca. I valori pluviometrici medi riscontrati nel Bacino del Fiume Tordino oscillano, comunque, tra i 653 mm della zona a ridosso della costa (Giulianova) ai 1.085 mm delle zone più interne (Cortino). Il climax corrispondente a tale tipologia bioclimatica è quello della roverella (Quercus pubescens Willd), cioè la forma di vegetazione più termofila del clima temperato. La sottoregione temperato fredda, appartenente alla regione axerica fredda del clima temperato, è il tipo bioclimatico che copre tutta la zona montana della provincia di Teramo fino al limite superiore della vegetazione arborea (1.800 metri s.l.m.).

Acqua Il Comune di Mosciano Sant’Angelo fa parte dell’Ambito Territoriale Ottimale n.5 (ATO Teramano) della Regione Abruzzo. Il Servizio è affidato ad un unico ente gestore, il quale si occupa della gestione delle acque reflue, in convenzione con i consorzi di bonifica, e della gestione degli impianti di depurazione. Ne consegue che la pianificazione degli interventi sulle strutture fognarie e di depurazione, ricadenti nel territorio di Mosciano Sant’Angelo è competenza dell’ATO e dovrà rientrare nel Piano d’Ambito.

Acque sotterranee Le acque sotterranee della pianura alluvionale del fiume Tordino, secondo gli elaborati redatti dalla Regione Abruzzo per il Piano di Tutela delle Acque, dal punto di vista quantitativo, ricadono nella classe C dell’Allegato 1 del D.Lgs 152/99, ovvero Stato Chimico Scadente.

L’attribuzione a tale classe è legata (come prevede l’allegato) alla non completezza dei dati e allo sviluppo dell’antropizzazione.

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Un altro aspetto penalizzante, sull’aspetto quantitativo, deriva dal fatto che il corso d’acqua essendo nella maggior parte del suo percorso incassato nelle proprie sponde e a contatto del substrato marnoso o argilloso, non alimenta (se non in casi sporadici di piena) le falde acquifere della pianura alluvionale che lo circonda, viceversa funge da collettore drenante di queste.

Anche dal punto di vista qualitativo (stato chimico delle acque) le acque sotterranee sono state nel complesso classificate scadenti ovvero appartenenti alla classe 4 sempre dell’Allegato 1 del D.Lgs. 152/99.

Fonte: Regione Abruzzo – Piano di Tutela delle acque

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2012

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Corpo Idrico Corpo Stazione Monitoraggio Tipologia 2014 2010 Valori 2010 LIMeco 2011 Valori 2011 LIMeco 2012 Valori 2012 LIMeco 2013 Valori 2013 LIMeco 2014 Valori 2014 LIMeco LIMeco Finale Giudizio 2010 stazione per LIMeco Finale Giudizio 2010 stazione C.I. per 2012

CI_Tordino_1 R1303TD1 S/N 0,94 Elevato n.p. Elevato n.p. 0,85 Elevato 1,00 Elevato Elevato Elevato

CI_Tordino_2 R1303TD2 S/Supp. 0,97 Elevato n.p. Elevato n.p. 1,00 Elevato 0,93 Elevato Elevato Elevato

CI_Tordino_3 R1303TD4 0 0,91 Elevato 0,97 Elevato 0,97 Elevato 0,88 Elevato 0,91 Elevato Elevato Elevato

CI_Tordino_4 R1303TD6 0 0,59 Buono 0,59 Buono 0,59 Buono 0,54 Buono 0,66 Elevato Buono Buono

CI_Tordino_5 R1303TD8 0 0,03 Sufficiente

CI_Tordino_5 R1303TD9 0 0,40 Sufficiente 0,44 Sufficiente 0,55 Buono 0,33 Sufficiente 0,38 Sufficiente Sufficiente Sufficiente Fonte: Regione Abruzzo – Piano di Tutela delle acque

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Suolo e sottosuolo1

Geologia Il modello del sottosuolo Moscianese si colloca tra quelli che caratterizzano i comuni periadriatici della provincia teramana. Su di un substrato di origine marina, di natura prevalentemente argillosa, si sono impostati con un contatto di tipo erosivo, i sedimenti quaternari di tipo continentale (terrazzi fluviali) con le annesse coltri colluviali. Nella zona costiera al substrato sono invece sovrapposti dei depositi di transizione fluvio palustri o di laguna costiera.

L’area studiata fa parte del settore più orientale e recente dell’edificio tettonico dell’Appennino centrale, strutturatosi essenzialmente nel Miocene superiore – Pleistocene inferiore, in seguito all’evoluzione di un sistema orogenico (catena – avanfossa – avampaese) con migrazione delle deformazioni compressive dalle aree occidentali più interne verso quelle orientali adriatiche (Bigi et alii, 1996); su tale sistema si sovrappone, a partire dal Pleistocene basale, la tettonica distensiva. In particolare, il settore più orientale, noto in letteratura come bacino periadriatico, si è impostato a partire dalla fine del Pliocene inferiore quando, il più occidentale ed antico bacino del Cellino è stato coinvolto nella strutturazione in catena, con la formazione di un “bacino satellite” lungo la fascia periadriatica e dell’avanfossa adriatica nel settore esterno più orientale.

L’attuale paesaggio geomorfologico del comune di Mosciano Sant’Angelo è il risultato dell’evoluzione morfotettonica che ha interessato l’area periadriatica soprattutto a partire dalla fine del Pleistocene inferiore. Tale evoluzione è influenzata dal sollevamento regionale il quale, sviluppatosi nelle zone più interne occidentali, si estende anche al settore esterno più orientale che, a causa di un ulteriore progressione del basculamento verso ENE assume un assetto tettonico a monoclinale.

Nel Pleistocene medio tutto il territorio moscianese era già completamente emerso, e mentre si registra un ulteriore basculamento verso est della fascia costiera in esame, quest’ultima viene sottoposta ad una intensa fase erosiva.

Successivamente, il continuo e rapido sollevamento della fascia periadriatica che ha prodotto un incremento del rilievo ha favorito, nei momenti di condizioni climatiche più umide rispetto a quelle precedenti più aride, l’erosione lineare e quindi un rapido approfondimento di tutto il sistema idrografico con la formazione di alvei incisi e valli strette ed incassate. Sempre alle oscillazioni climatiche, e cioè all’alternarsi di fasi fredde e temperate, è dovuta la formazione dei quattro ordini di terrazzi alluvionali presenti nell’area in esame.

1 Fonte: Relazione Illustrativa Microzonazione sismica redatta dal Dott. Geol. Mirko Angelini con Dott. Geol. Mauro DI Nisio Valutazione Ambientale Strategica a supporto dell’adeguamento e aggiornamento del Piano Regolatore Generale del Comune di Mosciano Sant’Angelo - Documento di Scoping

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Lungo la fascia costiera, inoltre, alla complessa interazione tra sollevamento tettonico, variazioni eustatiche del livello marino e variazioni di portata solida dei corsi d’acqua, queste ultime sempre connesse alle oscillazioni climatiche, sono connesse le alterne fasi di erosione e deposito, cioè di avanzamento e di arretramento della linea di riva.

La tettonica quaternaria ha inoltre determinato nell’area in esame, probabilmente nel Pleistocene superiore, delle conseguenze geomorfologiche testimoniate soprattutto dal basculamento verso sud dei terrazzi antichi, in sinistra idrografica del F. Tordino.

Dopo le ultime fasi fredde del Pleistocene superiore, le mutate condizioni climatiche favoriscono una nuova fase erosiva che porta prima all’erosione di gran parte dei depositi sabbioso- conglomeratici di tetto e dopo, quando affiora il substrato argilloso fortemente erodibile, inizia la prima incisione dei reticoli idrici orientati in senso appenninico.

Successione stratigrafica Substrato argilloso stratificato Il substrato ha dei parametri meccanici caratteristici abbastanza costanti sul tutto il territorio investigato; è collocato nel campo dei depositi coesivi molto consistenti o duri ed è generalmente preceduto da una coltre di alterazione di qualche metro di spessore. E’ costituito da una fitta sequenza di strati limosi argillosi, con intercalazioni di livelli o veli sabbiosi, disposti tra strato e strato. Tutta la formazione è inclinata di una decina di gradi verso est, quale risultato delle forze compressive che si sono avute durante il quaternario, non si osservano pieghe al suo interno, l’assetto strutturale è quello di una monoclinale.

Depositi continentali ghiaiosi e sabbiosi Tali depositi sono stati distinti in tre ordini di terrazzo. Il primo ordine è localizzato nelle zone più distali rispetto al f. Tordino che lo ha strutturato. Attualmente l’antico terrazzo è disarticolato dai fossi affluenti al corso d’acqua principale, che hanno trasformato l’antica superficie pianeggiante in una serie di dorsali separati da valli strette e profonde allungate in direzione nord sud.

In ambito fluviale, i depositi ghiaiosi e sabbiosi possiedono spessori variabili (le maggiori potenze si registrano nei pressi del f Tordino), e il loro grado di addensamento è generalmente in diretta relazione alla composizione granulometrica e all’età del deposito. Nell’ambito del territorio studiato il grado di addensamento è compreso tra quello addensato fino a quello sciolto.

Coltri colluviali Le coltri colluviali coprono indistintamente tutti i depositi terrazzati; è uno strato che assume un’importante valenza stratigrafica perché ampiamente diffuso nel territorio comunale.

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Lo spessore varia da luogo a luogo e quelli maggiori si registrano nelle zone distali rispetto al f. Tordino nella zona prossima al centro storico, dove raggiunge uno spessore anche di 16 metri.

Da un punto di vista geotecnico rientra nel campo dei depositi coesivi (limo, limo argilloso o limo da debolmente sabbioso a sabbioso). Il grado di consistenza spazia tra il consistente e moderatamente consistente è ed in diretta relazione con l’età del deposito. Si nota, analizzando i risultati delle prove in sito, un maggior grado di consistenza nella parte settentrionale del territorio moscianese.

Depositi fluvio palustri Sono diffusi nel sottosuolo della piana costiera moscianese e la ricoprono con spessore notevole. Rappresenta le recenti fasi alluvionali a bassa energia del f. Salinello che ha depositato del limo sabbioso di colore avana, con sporadiche lenti di limo argilloso. (Lo spessore dello strato è di circa 5,00 metri.

Al di sotto del limo sabbioso, in continuità stratigrafica, si rinviene dell’argilla limosa, a consistenza bassa, di colore grigio, con frequenti livelli di torba e materia organica carbonizzata in chiazze nerastre. L’ambiente di deposizione non può che essere palustre, forse di transizione; all’interno dell’argilla si intercalano sporadici strati di ghiaia calcarea, che creano dei livelli acquiferi. Lo strato è stato investigato fino alla profondità di -15,00 metri dalla superficie.

Geomorfologia Fra i processi morfogenetici in atto nel territorio comunale di Mosciano Sant’Angelo, quelli erosivi dovuti alle acque correnti superficiali non sembrano creare, almeno al momento, situazioni di particolare rischio geologico per l’uomo e le sue attività.

Fenomeni di denudazione per ruscellamento diffuso e processi di ruscellamento concentrato, con la produzione di fossi più o meno incisi, sono abbastanza diffusi nel territorio moscianese in particolare nel bacino idrografico del fiume Salinello ed il reticolo idrografico, a causa della scarsa permeabilità della facile erodibilità del substrato essenzialmente argilloso e dei dislivelli accompagnati da elevate pendenze, si presenta piuttosto fitto e gerarchizzato.

Per quanto riguarda i fenomeni franosi, nel versante orientale del centro storico di Mosciano Sant’Angelo, e in alcune altre aree non rilevate dal presente studio, sono presenti dei fenomeni franosi di diversa tipologia ed estensione, avvenuti nel passato e/o tuttora in atto sui pendii, che costituiscono diffuse condizioni di rischio geologico, localmente molto elevato. La loro distribuzione sul territorio è strettamente legata alle condizioni lito-strutturali e morfologiche dei versanti, allo stadio di evoluzione geomorfologica raggiunto nelle diverse zone, e naturalmente agli interventi antropici.

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Nel versante orientale della dorsale collinare che ospita il centro abitato di Mosciano S.A., e in altre parti del territorio non rilevate nell’ambito del presente lavoro, sono presenti fenomeni gravitativi particolarmente insidiosi, in quanto impercettibili all’osservazione diretta e non accertabili in tempi brevi. Noti in letteratura come “deformazioni lente di versante”, consistono in lentissimi movimenti traslativi di coltri detritiche limoso-argillose che ricoprono con spessori variabili, il basamento argilloso pleistocenico.

I movimenti interessano generalmente ampi tratti di versante, senza confini nettamente definiti e senza le tipiche evidenze morfologiche che di solito accompagnano i movimenti franosi sui pendii argillosi, quali: cigli di distacco, rotture evidenti sul terreno, contropendenze del versante, ecc. Unica manifestazione sul pendio sono le ampie e blande ondulazioni, allungate perpendicolarmente alla linea di massima pendenza, non sempre facilmente interpretabili.

Le coltri colluviali si muovono sul basamento argilloso verso il fondovalle con velocità molto lente (circa 1 cm/anno) e la superficie di scorrimento si sviluppa verosimilmente all’interno della porzione più alterata del basamento, in genere poco al di sotto del letto della coltre colluviale; pertanto anche la parte più superficiale ed alterata del substrato può essere interessata dalle deformazioni lente.

Il fenomeno franoso di scorrimento traslativo e scorrimento rotazionale interessa una specifica area ubicata in località C.da Marina, lungo un versante affacciato verso la piana costiera e fluviale del Salinello. Il fenomeno ha avuto luogo all’inizio di dicembre del 2014 e ha purtroppo coinvolto alcuni edifici che sono stati sgombrati.

La frana osservata presenta una scarpata di distacco arcuata, e alla base un rigonfiamento del terreno e venute di acqua. Lo spessore di terreno coinvolto è notevole; gli inclinometri hanno misurato spostamenti in profondità anche dell’ordine di 20,00 metri. Un altro imponente fenomeno attualmente quiescente, interessa il rilievo collinare che si affaccia sulla valle del Salinello, in C.da Maggi. Nella zona individuata il fenomeno di dissesto, secondo l’interpretazione del P.A.I. della Regione Abruzzo, è rappresentato da due distinti fenomeni, così come riportato nella sottostante cartografia.

Una valutazione fatta su basi geomorfologiche, che comprende varie irregolarità lungo la superficie topografica, quali: scarpate e ripiani sottostanti, ondulazioni a grande scala lungo il versante e scarpate laterali, ci inducono a ritenere che il fenomeno possa essere più grande di quello ipotizzato e che lo stesso sia in realtà un’unica imponente frana probabilmente di tipo rototraslazionale.

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Idrogeologia Il sistema idrogeologico del territorio è suddivisibile in due grandi complessi idrogeologici: quello dei depositi alluvionali e quello della piana fluvio costiera.

Il primo è sviluppato nel vasto tavolato che dal centro storico di Mosciano Sant’Angelo si sviluppa verso il f. Tordino.

Il mezzo permeabile è costituito dai depositi fluviali ghiaiosi e sabbiosi poggiati sopra un mezzo impermeabile che è rappresentato dalla argilla grigio azzurra di substrato. I terrazzi più antichi che hanno subito una troncatura da parte dei corsi d’acqua affluenti al Tordino, lasciano spesso intravedere delle scaturigini ubicate a mezza costa lungo i versanti, in corrispondenza del passaggio tra i depositi ghiaiosi e l’argilla sovraconsolidata del substrato.

Nei terrazzi più recenti, dove il substrato non è stato “esposto” è ipotizzabile un sistema idrogeologico continuo con l’acqua di falda che si dirige verso l’alveo del f. Tordino, seguendo l’inclinazione del tetto del substrato argilloso.

Il secondo complesso idrogeologico è rappresentato dai sedimenti fluvio costieri con intercalazioni sottili di livelli sabbiosi e sabbioso ghiaiosi che rappresentano il mezzo poroso entro cui l’acqua si infiltra e si muove verso il ricettore finale che è il mare Adriatico. Nella fascia costiera l’acqua è stata misurata alla profondità di circa 5,00 metri dalla superficie. Dinamica fluviale L’azione del Fiume si è esplicitata in un’intensa opera di erosione del substrato pelitico (argille grigio azzurre) ed in un altrettanto intensa azione di deposizione, con la messa in posto sulla superficie erosiva, di depositi ghiaiosi con una percentuale variabile di sabbia e limo (ghiaie sabbiose limose) generalmente di qualche metro di spessore.

A seguito della progressiva migrazione del corso acqua verso le zone meridionali del territorio, si sono depositati al di sopra della ghiaia, estesi e potenti coltri colluviali, le cui modalità di sedimentazione, possono essere riferite, a seconda delle contestuali condizioni climatiche, o ad un deposito “grano a grano” di tipo eolico, oppure ad un accumulo in pianura ad opera delle acque di ruscellamento superficiale che trasportavano i materiali a grana fine e finissima provenienti dal progressivo smantellamento superficiale dei versanti limitrofi.

Complessivamente tutta l’area del territorio comunale che si affaccia verso la valle del f. Tordino rappresenta un tavolato suddivisibile in tre ordini di terrazzo, disarticolato da una serie di compluvi affluenti al corso d’acqua principale.

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Pericolosità sismica Nel territorio comunale di Mosciano sant’Angelo, non sono presenti sorgenti sismogenetiche (faglie attive) con evidente espressione superficiale, indagabili tramite tradizionali indagini geomorfologiche. Le sorgenti sismogenetiche note, a ridosso del territorio provinciale potenzialmente responsabili di terremoti con M>6.5, si trovano all’interno della catena appenninica. Esse verranno in seguito definite come sorgenti sismogenetiche/faglie attive di Norcia, del M. Vettore, dei Monti della Laga, dell’Alta Valle dell’Aterno, di Assergi-Campo Imperatore.

Il sistema di faglia di Norcia è costituito da cinque segmenti che vengono considerati come espressione superficiale di una sola sorgente sismogenetica. Prove dell’attività recente riguardano soprattutto l’area nursina, ove il conoide tardo-quaternario di Patino risulta dislocato dalla faglia normale che borda l’intero bacino di Norcia e dalle sue faglie secondarie (Blumetti, 1995; Galli et al., 2005). Indagini paleosismologiche effettuate nel 2003 hanno permesso di ipotizzare l’occorrenza di almeno quattro eventi di dislocazione negli ultimi 27.000 anni circa. Di questi eventi, il più antico sarebbe avvenuto precedentemente all’ultimo massimo glaciale (cioè prima di circa 22.000 anni fa); un altro evento sarebbe precedente al VI secolo a.C.; il penultimo evento sarebbe avvenuto dopo il VI secolo a.C. ma prima del III-I secolo a.C.; l’evento più recente sarebbe invece occorso dopo il XV-XVII secolo. Esso è associabile, pertanto, al terremoto del 14 gennaio 1703 (Maw 6.81, secondo il catalogo sismico del Gruppo di Lavoro CPTI, 2004), che ha interessato l’intera Umbria meridionale, la provincia di Rieti e l’Abruzzo settentrionale. Verso sud, il segmento di faglia di Norcia è in rapporto en-echelon con il segmento del M. Alvagnano lungo il quale, in occasione del terremoto del 1703, si sarebbero formate lunghe fratture sul terreno di probabile natura gravitativa (Blumetti, 1995). Ad est del sistema di faglia di Norcia, sul fianco occidentale del sistema montuoso M. Vettore-M. Bove, è ubicata la faglia del M. Vettore, cui è associata una delle più vistose scarpate in roccia dell’Appennino centrale. Uno dei segmenti di faglia secondari è responsabile della dislocazione di un conoide polifasico, formatosi tra l’Ultimo Massimo Glaciale e circa 3800-3200 anni BP (Galadini e Galli, 2003). Indagini paleosismologiche in corrispondenza della scarpata di faglia legata a tale attività, hanno evidenziato tre eventi di dislocazione post- Ultimo Massimo Glaciale, in una successione purtroppo incompleta. Due di questi eventi sarebbero occorsi nell’Olocene. Il più recente sarebbe avvenuto tra 4155-3965 BP e il VI-VII secolo d.C. Un precedente evento è cronologicamente vincolato tra 5940-5890/5795-5780 BP e 4155-3965 BP. Un evento più antico, mal vincolato, comprende probabilmente più eventi di dislocazione tra 18000-12000 BP e 5940-5890/5795-5780 BP. Al contrario del sistema di faglia di Norcia, alla faglia del M. Vettore non è associabile alcun evento storico. Ciò ha portato Galadini e Galli (2000 e 2003) a considerare tale faglia come “silente”. Ad essa sarebbe pertanto riferibile un elevato livello di pericolosità sismica.

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Il sistema di faglia dell’Alta Valle dell’Aterno si trova a sud di quello di Norcia ed è costituito da quattro segmenti di faglia in rapporto en-echelon (Capitignano, San Giovanni, M. Marine, M. Pettino). L’evidenza dell’attività recente del sistema di faglia è soprattutto derivata dalle indagini sui segmenti del M. Marine e del M. Pettino, dove le faglie hanno formato scarpate in roccia lungo le quali è spesso visibile la dislocazione di depositi di versante riferiti all’Ultimo Massimo Glaciale (Galadini e Galli, 2000). Le indagini paleosismologiche lungo il segmento del M. Marine hanno chiarito che al sistema di faglia dell’Alta Valle dell’Aterno possono essere riferiti almeno cinque eventi di dislocazione negli ultimi 15.000 anni (Moro et al., 2003). I tre eventi più antichi sarebbero avvenuti in età prossime a 12.000-15.000 anni fa. Il penultimo evento di dislocazione, poco vincolato cronologicamente, sarebbe comunque successivo all’ambito temporale citato. L’evento di fagliazione più recente è stato responsabile della dislocazione di unità stratigrafiche contenenti ceramica storica. Tali unità dovrebbero essersi deposte nell’alto medioevo oppure nel corso della cosiddetta Piccola Età Glaciale. L’evento sismico responsabile della dislocazione è pertanto occorso in epoca storica. Considerando il fatto che il terremoto del 2 febbraio 1703 è l’unico evento storico di elevata magnitudo (quindi con fagliazione di superficie associabile) ad avere interessato l’area, l’osservazione paleosismologica suggerisce che l’origine di tale evento sia da riferire all’attivazione delle strutture in oggetto.

Per quanto concerne il terremoto del 1461 (Mw=6.5), Galadini e Galli (2000) non forniscono indicazioni se non porre in maniera interrogativa la possibilità che esso sia stato generato dalla faglia di Assergi oppure ad una delle faglie minori nella valle dell'Aterno (nel caso specifico, quella di Paganica) (Messina et al., 2009). A questo proposito, sembra utile citare lo schema di sorgenti sismogenetiche più recentemente pubblicato da Boncio et al. (2004). Tale schema include un'ipotesi di sorgente relativa al terremoto del 1461 ottenuta unendo la faglia di Paganica con quella del Monte Pettino. Attualmente, la comunità scientifica tende a considerare i terremoti del 1461 e del 2009 come il risultato dell'attivazione di una sorgente la cui espressione in superficie è rappresentata dalla faglia ridefinita Collebrincioni-San Demetrio (Messina et al., 2009).

Ad est del sistema dell’Alta Valle dell’Aterno viene individuata la faglia della Laga. Per essa le evidenze di attività recente sono rappresentate dalla dislocazione di terrazzi del Pleistocene superiore e dell’Olocene. L’analisi paleosismologica ha permesso di individuare due eventi di dislocazione occorsi dopo 8320-8150 BP (Galadini e Galli, 2003). Anche in questo caso, l’assenza di terremoti storici di magnitudo compatibile con l’occorrenza di fagliazione di superficie ha portato a considerare tale faglia come una sorgente “silente”.

Il prolungamento verso sud della faglia della Laga è rappresentato dal segmento di Campo Imperatore del sistema di faglia Assergi-Campo Imperatore. L’attività dei vari segmenti di faglia è

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58 provata dalla dislocazione in più punti di depositi e forme del Pleistocene superiore-Olocene. A titolo di esempio si può ricordare la dislocazione di un circo glaciale sul M. Brancastello, chiara evidenza dell’attività post-Ultimo Massimo Glaciale (Galadini et al., 2003). Le analisi paleosismologiche hanno interessato in particolare il segmento di Campo Imperatore in due diverse campagne. Nella seconda metà degli anni ottanta, indagini paleosismologiche nelle valli Venacquaro e Maone effettuate dai ricercatori dell’ENEA permisero di individuare quattro eventi di dislocazione negli ultimi 18.000 anni (Giraudi e Frezzotti, 1995). Il più recente di questi eventi sarebbe avvenuto dopo 3490±160 BP. Secondo gli autori citati, l’intervallo di tempo intercorso tra i vari eventi (tempo di ricorrenza) sarebbe variabile tra 2500-3000 anni e 6000-7000 anni. Più recentemente, indagini paleosismologiche nella Piana di Campo Imperatore (zona Monte Paradiso) hanno permesso di individuare tre eventi di dislocazione (Galadini et al., 2003). In base alle datazioni col metodo del radiocarbonio, il più antico di questi sarebbe avvenuto tra 31500±550 BP e 12850±200 BP. Il penultimo evento di dislocazione sarebbe avvenuto tra 7155-7120/7035- 6790 BP e 5590-5565/5545-5475 BP. L’evento più recente sarebbe occorso dopo 3480-3400 BP.

In base al confronto tra la geometria della faglia e la distribuzione del danno dei terremoti distruttivi che hanno interessato l’area aquilana, è stato possibile concludere che nessun evento riportato sui cataloghi sismici può essere attribuito al sistema di faglia Assergi-Campo Imperatore. Anche la sorgente ad esso connessa può essere definita come “silente”. In definitiva, il territorio comunale può subire danni a causa della sismicità, in genere caratterizzata da eventi con magnitudo bassa o moderata. Gli eventi con origine esterna alla Provincia che hanno avuto un più significativo impatto sono legati a sorgenti sismogenetiche appenniniche come ad esempio quello del 2009.

Paesaggio e Sistema Storico Documentale

Paesaggio Il territorio comunale è compreso nella prima fascia collinare del settore settentrionale della Regione Abruzzo, caratterizzato da un patrimonio ambientale di valore, da una rete insediativa tipica dei centri storici minori Abruzzesi, e da un sistema infrastrutturale tutto concentrato sui corridoi fluviali, che a partire dagli anni cinquanta ha determinato un notevole sviluppo insediativo giunto alla data odierna a configurare un ininterrotto sistema urbano filamentoso che, fatta eccezione per alcune sporadiche interruzioni, si svolge dal capoluogo di provincia alla costa.

Al fine di definire caratteristiche e specificità degli ambiti territoriali che potrebbero essere significativamente interessati dalle azioni del redigendo PRG di Mosciano, si fa riferimento ai

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59 paesaggi identitari definiti dal Piano regionale Paesistico e in particolar modo alle Unità Ambientali riportate dal PTP.

La struttura del paesaggio, ovvero il mosaico ambientale di cui si compone l’area, è definita attraverso gli ambiti omogenei individuati dal PTP, che inserisce nei seguenti Ambienti e Tipi di Paesaggio il territorio in oggetto:

1 Una prima fascia costituita dalla “Pianura alluvionale” con paesaggio a “pattern insediativo vallivo arteriale” in cui ricade l’ambito di Mosciano Stazione; 2 La fascia dei “Terrazzi alluvionali antichi” con tipo di paesaggio a “Terrazzi Insediati” in cui ricadono le frazioni di Ripoli e Convento Zoccolanti; 3 La fascia della Collina Metastabile a debole energia di rilievo con paesaggio a “Pendio Insediato” che caratterizza il versante settentrionale del crinale e ricomprende i nuclei di Mosciano Capoluogo, Fonte Luca, Colle Santa Maria e Montone; 4 La Pianura alluvionale del Salinello caratterizzata da un tipo di Paesaggio “Rurale ad alta strutturazione fondiaria”;

1 Ambiente “Pianura alluvionale” - Tipo di Paesaggio “Paesaggio con pattern insediativo vallivo arteriale” Comprende il tratto della piana alluvionale del fiume Tordino costituita da depositi alluvionali attuali e dell’ultimo ordine di terrazzo recente di fondovalle nonché dagli invasi ed alvei in evoluzione o regimati. I terrazzi hanno estensione longitudinale rispetto agli alvei, con il lato a valle costantemente a contatto con le aree di pertinenza fluviale, mentre il lato a monte è individuato dal versante o dai terrazzi più antichi. Le aree di pertinenza fluviale comprendono le aree suscettibili di processi di erosione-sedimentazione fluvio-torrentizia, delimitate dalla prima scarpate significativa che taglia i depositi alluvionali stabilizzati (ambiti di esondazione) o dalle opere di regimazione parallela dell’alveo (argini, gabbionate). Questo sistema rappresenta nel suo complesso l’elemento di riconnessione fisica, morfologica e funzionale tra le varie componenti territoriali ed ambientali della provincia.

Il paesaggio si caratterizza per il pattern insediativo costituito prevalentemente da insediamenti “arteriali” a debole complessità e scarsa profondità impostati sulla viabilità di collegamento infravalliva tra i nuovi centri consolidati di fondovalle posti sui terrazzi più antichi ed i centri di crinale e di mezza costa del versante opposto in corrispondenza dei nodi della stessa viabilità con le aste delle statali di fondovalle. Lungo tali collegamenti si collocano i maggiori insediamenti produttivi strutturati che occupano l’intera profondità della piana fino ai margini degli alvei come per l’appunto Mosciano Sant’Angelo. All’interno di questa “maglia” insediativa, in continua Valutazione Ambientale Strategica a supporto dell’adeguamento e aggiornamento del Piano Regolatore Generale del Comune di Mosciano Sant’Angelo - Documento di Scoping

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“competizione” con le spinte espansive degli insediamenti, il territorio agricolo è quasi interamente destinato a seminativo irriguo.

2 Ambiente “Terrazzi alluvionali antichi” - Tipo di Paesaggio “Paesaggio dei Terrazzi Insediati” Comprende l’area dei depositi alluvionali terrazzati più antichi e più alti indirettamente connessi all’alveo, generalmente posizionati ai piedi del versante esposto a sud, sud-est della valle fluviale del Tordino.

Il reticolo idrografico, notevolmente fitto e gerarchizzato, determina frequenti incisioni trasversali dei depositi alluvionali. Molti di questi corsi d’acqua, in particolare in corrispondenza degli insediamenti hanno subito interventi di canalizzazione artificiale con conseguente distruzione della residua presenza della vegetazione igrofila. I caratteri insediativi si differenziano, nella pur generale tendenza alla saturazione, nei tre sistemi vallivi.

La densità dell’insediamento sparso è alta, con rilevante strutturazione fondiaria. L’insediamento rurale presenta ancora una notevole coerenza con la maglia poderale. Si registra una tendenza alla sostituzione del patrimonio edilizio rurale più che al sistematico recupero dello stesso e uno sviluppo dell’edilizia residenziale che tende a saturare gli spazi agricoli residui.

3 Ambiente “Collina Metastabile a Debole Energia di Rilievo” - Tipo di Paesaggio “Paesaggio di Pendio Insediato” Ricomprende l’ambito più esteso del territorio comunale, costituito appunto dalla fascia della prima collina interna. Il contesto è caratterizzato da una bassa intensità del rilievo, da frequenti incisioni dei bacini degli affluenti del fiume Tordino, che ha un carattere torrentizio, con un pattern del reticolo idrografico prevalentemente parallelo, notevolmente fitto e gerarchizzato sul versante meridionale.

In relazione alle caratteristiche geomorfologiche si individuano due sottosistemi riferibili al versante settentrionale mediamente più acclive, immediatamente innalzatisi dalla piana alluvionale recente, ed al versante meridionale, generalmente più continuo ed uniforme, che si relaziona al sistema dei terrazzi fluviali antichi.

L’assetto vegetazionale è parzialmente condizionato dalle limitazioni idrogeologiche ed è connotato dall’utilizzo agricolo a seminativo erborato e dalle coltivazioni specializzate a vigneto e a uliveto. Le macchie boscate, prevalentemente xerofile a querceto, sono circoscritte.

L’intensa antropizzazione ha comportato una estesa artificializzazione delle componenti naturali, mentre l’attività agricola ha subito modificazioni (aumento di profondità delle lavorazioni, rottura di cotici su pendenze eccessive, semplificazione o annullamento delle sistemazioni idraulico-agrarie)

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61 che hanno favorito i fenomeni erosivi e gravitativi dei versanti.

Il reticolo idrografico sul versante meridionale tramite le incisioni trasversali dei bacini degli affluenti del Tordino, determinando un sistema di crinali secondari perpendicolari allo spartiacque, che definiscono vallecole spesso connotate da fenomeni di erosione calanchiva e dalla presenza di vegetazione con relitti di bosco igrofilo (cariceto-frassineto) e misto mesofilo.

L’ambito, in relazione alle infrastrutture viarie, si colloca sul sistema delle strade di crinale e delle cadenti ortogonali di collegamento con la viabilità di fondovalle che costituisce l’elemento strutturante.

Alle diverse condizioni geomorfologiche corrispondono anche diverse morfologie insediative: l’insediamento storico di crinale del centro principale di Mosciano si sviluppa sul crinale spartiacque esposto a meridione, stabilendo nel tempo sempre più stretti rapporti con i nuovi insediamenti di fondovalle, mentre il versante settentrionale è caratterizzato da scarse e secondarie relazioni dei nuclei storici di crinale con il fondovalle.

Nella fascia altimetrica più alta l’insediamento storico è articolato in centri e nuclei, mentre la diffusione delle case sparse è riferibile a tempi più recenti.

Nella fascia più bassa l’insediamento storicizzato, prevalentemente rurale, assume caratteri simili a quello delle piane fluviali, con case sparse di maggiori dimensioni e la presenza di sistemi appoderati imperniati su casali e in alcuni casi anche su ville padronali.

L’insediamento recente tende a replicare, nella fascia altimetrica più alta, le regole insediative dei nuclei storici (insediamento lineare di crinale, saturazione del perimetro dei centri abitati consolidati), mentre di contro si registra uno slittamento nella fascia più bassa, con espansioni di tipo “arteriale” con tessuti edilizi a debole complessità e profondità, impostati sulle cadenti di collegamento con i nodi della viabilità di fondovalle.

4 Ambiente “Pianura Alluvionale” - Tipo di Paesaggio “Paesaggio Rurale ad Alta Strutturazione Fondiaria” Ricomprende la piana alluvionale del tratto del corso del Salinello che delimita il territorio comunale verso nord; è caratterizzata dall’assenza di insediamenti residenziali e produttivi e da una consistenza densità dell’insediamento rurale sparso a cui corrisponde un alto livello di strutturazione fondiaria ed un’elevata coerenza dello stesso con la maglia poderale. L’assetto vegetazionale è caratterizzato dall’utilizzo agricolo a seminativo irriguo e da una ancora cospicua vegetazione igrofila lungo l’alveo.

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Sistema Storico-Documentale Nel territorio di Mosciano S. Angelo vi sono due “nuclei insediativi” che nel loro complesso determinano il valore storico - testimoniale, architettonico e paesaggistico del comune: il borgo di Mosciano capoluogo e la frazione di Montone.

Il primo, borgo medievale adagiato sulla dorsale collinare tra le vallate dei fiumi Tordino (a sud) e Salinello (a nord), costituisce il fulcro delle reti insediative storiche. Si possono ammirare i seguenti monumenti:

• Torre Acquaviva: eretta per volere degli Acquaviva nel 1397. Sorge di fronte la chiesa di San Michele Arcangelo. Tutt'oggi si presenta, dopo più di seicento anni, in perfetto stile medioevale, con le sue merlature in alto alla torre. Un tempo veniva utilizzata come torre di vedetta, oggi invece come orologio e campanile della chiesa di San Michele Arcangelo.

• Chiesa di San Michele Arcangelo: costruita nel 1397 mediante l'annessione alla vecchia torre di guardia "Torrione Acquaviva".

• Torre Cardelli: fa parte del borgo fortificato ed è incastonata tea edifici seicenteschi. Ha pianta esagonale ed è ornata da beccatelli e da finestre a tutto sesto. Fu restaurata per la prima volta nel 1925.

• Torre Marini: anch'essa era collegata al vecchio borgo. Accanto è costruita una casa medicea ornata da ampi archi.

• Torre Belvedere: è posta vicino alla Cardelli. Si identifica per i beccatelli alleggeriti da curve e non da spigoli.

• Palazzo comunale: di matrice cinquecentesca, il palazzo è ornato da una torre rettangolare con una finestra suddivisa in tre archi da bianche colonne. Tutta la copertura è ornata da merlature semplici. I finestrati sono suddivisi da una colonna.

• Torre Zeda: si tratta della torre che è legata alla porta di accesso della vecchia città. A differenza delle altre è circolare ed ha semplici merlature.

• Convento dei Sette Fratelli: si trova fuori la città. Costruito nel Trecento, presenta ampliamenti cinquecenteschi. Il chiostro si trova sulla destra, mentre la facciata è assai sobria, decorata da un piccolo rosone. Spicca il grande campanile quadrato.

Quanto a Montone il suo piccolo ma grazioso centro storico sorge su una collina, dove si può godere di un bellissimo panorama, che abbraccia il vastissimo orizzonte, dall'Adriatico all'Appennino. Oggi non vi resta che la Chiesa di S. Antonio Abate, a cui nel XVI secolo era annesso un Convento appartenuto ai Monaci Celestini.

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6.3 Beni Materiali

Rifiuti

Il sistema di gestione dei rifiuti urbani negli ultimi anni ha subito innumerevoli cambiamenti, dovuti, sia ad una rinnovata coscienza socio-ambientale dei cittadini che agli obblighi di carattere normativo impostici dall’UE ed ai quali il nostro Paese si è dovuto via via adeguare. Grazie al recepimento di diverse direttive europee che si sono susseguite negli ultimi dieci anni, partendo dal D.Lgs 152/2006, e ad una maggior sensibilizzazione riguardo il tema dei rifiuti e il loro ciclo di vita il sistema di gestione dei rifiuti urbani ha subito notevoli cambiamenti. La provincia di Teramo, grazie all’impegno e a una maggior consapevolezza da parte dei Comuni dell’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti, registra la percentuale più alta di tutta la regione, nonostante la cospicua produzione di rifiuti urbani. Parte del merito va anche a i diversi centri di raccolta nati nei singoli comuni che aiutano ad intercettare le frazioni merceologiche, ponendosi come una valida integrazione di un buon servizio di raccolta differenziata. Nel territorio provinciale sono presenti 12 centri tra cui uno nel Comune di Mosciano S. Angelo.

Produzione di rifiuti urbani dei Comuni da 5.000 a 15.000 abitanti Produzione % Provincia Rifiuti Urbani [RU] Raccolta Differenziata [RD] L’Aquila 125.493,04 42,00% Teramo 150.318,35 60,00% Chieti 160.247,90 55,00% Pescara 150.318,35 38,00%

Fonte: Regione Abruzzo [Rapporto sui Rifiuti – ano 2015]

Nell’anno 2014 il Comune di Mosciano, grazie al sistema di raccolta Porta a Porta, è rientrato nella lista di dodici Comuni, del territorio provinciale, che hanno raggiunto l’obiettivo di raccolta differenziata pari al 65%.

Secondo l’Osservatorio Regionale Rifiuti il comune di Mosciano Sant’Angelo nell’anno 2015 (ultimo anno di rilievo disponibile) ha prodotto rifiuti urbani pro capite pari a 367,86 Kg/ab, registrando un leggero incremento (+3,4%) della produzione pro capite rispetto all’anno precedente, che si attestava a 355,86 Kg/ab. In entrambi i casi, come si può vedere dalla tabella sottostante, la produzione pro capite del comune di Mosciano Sant’Angelo confrontata con i Comuni della Provincia di Teramo con popolazione tra i 5.000 e i 15.000 abitanti, risulta essere uno dei valori più bassi, al di sotto della media.

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Produzione di rifiuti urbani dei Comuni da 5.000 a 15.000 abitanti RU Pro capite (kg/ab/a) RU Pro capite (kg/ab/a) Comune Anno 2014 Anno 2015

Alba Adriatica - 823,50 Atri 357,74 363,11 Bellante 303,65 350,43 321,67 318,20 Castellalto 408,09 416,21 - 334,78 - 593,59 296,89 311,96 Mosciano Sant’Angelo 355,86 367,86 - 389,03 Notaresco 267,85 275,11 608,85 591,60 Sant’Egidio alla Vibrata - 417,44 Sant’Omero 601,56 519,41 Tortoreto - 830,73

Fonte: Regione Abruzzo [Rapporto sui Rifiuti – anno 2015]

Per quanto riguarda la raccolta differenziata i dati dell’anno 2015 confermano il trend positivo registrato ormai da diversi anni a Mosciano Sant’Angelo e nei comuni della Provincia di Teramo. Nello specifico nell’anno 2015 la raccolta differenziata nel Comune di Mosciano Sant’Angelo è pari al 67,73% con un incremento del +4,73% rispetto all’anno precedente.

Nella tabella sottostante possiamo notare, oltre all’andamento positivo della maggior parte dei Comuni alcuni dei quali hanno intrapreso da poco il sistema della raccolta differenziata, come il Comune di Mosciano Sant’Angelo sia tra i primi dieci Comuni con la più alta percentuale di raccolta differenziata.

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% di Raccolta Differenziata dei Comuni da 5.000 a 15.000 abitanti % Raccolta % Raccolta Differenziata Comune Differenziata Variazione Anno 2015 Anno 2014

Alba Adriatica 0,00% 55,79% +55,79% Atri 52,59% 52,08% -0,51% Bellante 56,08% 69,27% +13,69% Campli 63,23% 62,73% -0,50% Castellalto 64,47% 65,50% +1,03% Civitella del Tronto 0,00% 57,83% +57,83% Corropoli 0,00% 64,71% +64,71% Montorio al Vomano 70,28% 72,1% +1,82% Mosciano Sant’Angelo 63,00% 67,73% +4,73% Nereto 0,00% 70,33% +70,33% Notaresco 68,33% 66,11% -2,22% Pineto 60,25% 66,12% +5,87% Sant’Egidio alla Vibrata 0,00% 68,81% +68,81% Sant’Omero 59,54% 69,44% +9,90% Tortoreto 0,00% 57,04% +57,04%

Fonte: Regione Abruzzo [Rapporto sui Rifiuti – anno 2015]

Energia Nel 2012, i consumi di energia elettrica nella provincia di Teramo sono risultati essere 1.461 milioni di Kwh pari al 23% sul totale dei consumi regionali. Confrontando i dati con l’anno precedente si registra una diminuzione pari al -2,5%. Tale riduzione, verificatasi in tutte le province della Regione, è stata determinata principalmente dal calo dei consumi industriali (-11,8%), la cui flessione è sicuramente indice di un decremento della produttività legato al momento negativo del settore manifatturiero ed edilizio, dato questo che si conferma anche a livello regionale (-10%). Quasi fermi invece i consumi domestici (-0,4%), mentre, in linea con le altre provincie, risultano in ascesa quelli agricoli (+5,6%) e soprattutto quelli legati al settore del terziario (+ 9,6%). Da notare che il calo dei consumi elettrici nel settore industriale risulta essere quasi il doppio della media nazionale (-6,6%). La provincia di Teramo si conferma comunque prima in regione per i consumi agricoli (30,8% del totale regionale) ed ultima in quelli domestici (incidenza pari al 23,3% del totale).

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La produzione provinciale di energia da fonti rinnovabili è stata nel 2012 di 472,5 Gwh, pari al 20,9% della quantità complessivamente prodotta in Abruzzo. La composizione del totale prodotto deriva esclusivamente dall'apporto del fotovoltaico (55,6%) e dell'idraulico (44,4%). Nel 2012 non ci sono state produzioni in provincia derivanti da biomasse, da geotermia e, a differenza delle altre province abruzzesi, da impianti eolici. Nello sfruttamento degli impianti fotovoltaici la provincia di Teramo risulta essere al primo posto in regione, con 0,75 Kw di potenza per abitante e seconda solo a Chieti per il numero di impianti (3.997 contro 4.197). Per quanto riguarda il Comune di Mosciano Sant’Angelo, gli unici dati a disposizione sono relativi alla produzione di energia fotovoltaica per l’anno 2011. Il comune, grazie ad azioni volte alla promozione di energie rinnovabili quali l’energia solare e al conseguente piano per l’installazione di impianti fotovoltaici, si posiziona, su un totale di 47 comuni, al 7° posto per produzione di energia solare con 6.706 KW prodotti.

Provincia di Teramo Regione Abruzzo

Fonte: Elaborazione CRESA su dati GSE

Mobilità e trasporti

Il territorio del Comune di Mosciano Sant’Angelo presenta un alto livello di infrastrutture ed efficienza delle reti viarie e ferroviarie. Il Comune è servito innanzitutto dal casello autostradale A14 (Teramo-Giulianova-Mosciano S. Angelo) e dalla Superstrada Teramo-Mare che funge da raccordo tra l’autostrada A14 Bologna-Taranto e l’autostrada dei Parchi A24 intercettando non solo il capoluogo di Provincia Teramo, ma tutti i comuni della vallata del fiume Tordino. Tale infrastruttura ha permesso, inoltre, una distribuzione del traffico più funzionale per l’intero territorio interessato dal suo tracciato, declassando di fatto la SS80 a strada urbana.

La SS80 prima della realizzazione della Teramo-Mare rappresentava la principale via di collegamento tra il Capoluogo di Provincia, il raccordo autostradale e la costa adriatica generando notevoli flussi di traffico con conseguente congestione degli ambiti attraversati. Il suo declassamento ha contribuito notevolmente a ridurre il suo impatto in termini di inquinamento acustico e atmosferico.

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Per quanto riguarda la mobilità su ferro, il Comune è servito da una stazione ferroviaria a Mosciano Stazione dove fermano treni diretti al Capoluogo di Provincia Teramo, raggiungibile in soli 17 minuti, e al Comune di Giulianova, raggiungibile in solo 7 minuti, da dove poi si diramano le linee regionali e nazionali.

È importante sottolineare come la presenza dello svincolo autostradale abbia favorito notevolmente lo sviluppo del Comune e in particolare dell’ambito di Mosciano Stazione che nell’ultimo decennio ha consolidato la sua vocazione a territorio produttivo-artigianale.

Tale snodo ha permesso anche l’instaurarsi di punti di fermata per diverse linee autobus, pubbliche e private, che svolgono collegamenti regionali, interregionali e nazionali.

6.4 Definizione preliminare degli indicatori

La valutazione generale dello stato delle componenti ambientali, in termini di valenze e criticità, e degli aspetti rilevanti a cui il Piano dovrà dare risposta, anche in riferimento alle prescrizioni normative degli strumenti di programmazione e pianificazione sovraordinata, ha consentito una prima individuazione di indicatori di “osservazione”, utili per verificare i possibili effetti del Piano sulle componenti ambientali. È necessario predisporre un core-set di indicatori correlati agli obiettivi di piano per verificare le prestazioni dello strumento urbanistico, intese come livello di conseguimento degli obiettivi assunti e come esiti effettivamente generati sulla città e sul territorio: gli indicatori sono quindi considerati come “indicatori di performance” del piano che permettono di quantificare se, quando e quanto gli obiettivi di piano vengono raggiunti.

È inoltre necessario predisporre una serie di “indicatori descrittivi” che quantifichino lo stato dell’ambiente e del territorio già a partire dal Quadro Conoscitivo. Gli indicatori sono dunque lo strumento per fotografare il territorio prima dell’entrata in vigore (tempo T0) del nuovo Piano, e per confrontarlo al tempo T1 quando l’amministrazione deciderà di verificare gli effetti delle decisioni prese. La tematica degli indicatori è strettamente connessa a quella del monitoraggio ed è da ritenersi relativamente di nuova imposizione in tutte le procedure determinanti eventuali implicazioni sulla sfera ambientale e sociale.

Per le prime analisi del contesto di riferimento e delle dinamiche in atto, durante questa specifica fase di Scoping, per ciascuna componente ambientale è stato individuato un primo set di indicatori, che consentiranno di analizzare lo stato generale delle componenti.

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Tale set di indicatori, potrà essere aggiornato durante l’iter processuale sulla base dello schema a seguire e delle osservazioni pervenute da parte delle diverse figure esperte, nonché essere integrato e “popolato” durante la predisposizione e stesura del Rapporto Ambientale.

Segue una lista strutturata di Indicatori da utilizzarsi per la redazione del Rapporto sullo Stato dell'Ambiente, che si intende proporre ai Soggetti Competenti in materia ambientale per la predisposizione e redazione del Rapporto Ambientale.

Motivazione della scelta Indicatore Fonte Note dell’indicatore 1 POPOLAZIONE 1.1 Popolazione residente ISTAT – Atlante Fotografare la situazione al fine statistico dei di comprendere come le scelte comuni di sviluppo del Piano rispondano alle esigenze reali della popolazione 1.2 Struttura della ISTAT – Atlante Valutare la tipologia di abitanti popolazione per classi statistico dei al fine di individuare esigenze e di età comuni necessità specifiche 1.3 Saldo Naturale ISTAT – Atlante Verificare eventuali trend in Differenza tra il numero statistico dei atto al fine di comprendere dei nati e il numero dei comuni come le scelte di sviluppo del morti in un tempo t 1.4 Occupanti per classi di ISTAT – Atlante Piano rispondano alle esigenze età ed attività statistico dei reali della popolazione economica comuni 1.5 Indice di vecchiaia ISTAT – Atlante Indicatore dinamico che Rapporto tra la statistico dei permette di valutare la popolazione over 65 anni comuni tendenza all’invecchiamento di e la popolazione di età 0- una popolazione e quindi di 14 anni, moltiplicato per prevedere le future necessità 100 della popolazione 1.6 Popolazione prevista relazione PRG Indicatore che permette di PRG/popolazione valutare la pressione residente dell’incremento della popolazione sull’ambiente 2 URBANIZZAZIONE 2.1 Grado di ISTAT – Atlante Rappresentare un quadro

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urbanizzazione statistico dei d’insieme che individui la comuni qualità del vivere e le 2.2 Densità abitativa ISTAT – Atlante dinamiche di consumo di suolo statistico dei che interessano il territorio comuni comunale 2.3 Infrastrutture viarie Sito web Regione Definire e valutare eventuali previste/infrastrutture Abruzzo – sezione livelli di conflitto in aree esistenti VAS specifiche 2.4 Superficie a servizi e Sito web Regione Rappresentare un quadro Servizi e attrezzature così attrezzature/ Abruzzo – sezione d’insieme che individui la come previsti dal (superficie VAS, qualità del vivere e le Decreto Interministeriale urbanizzata + Relazione PRG dinamiche di consumo di suolo 1444/1968 superficie urbanizzata che interessano il territorio di progetto) comunale 3 ATTIVITÀ ECONOMICHE 3.1 Imprese attive nel Infocamera Fotografare la situazione Registro delle imprese attuale e verificare eventuali per settori di attività trend in atto al fine di economica comprendere come le scelte di sviluppo del Piano rispondano alle esigenze reali del territorio 3.2 Superficie Produttiva/ Sito web Regione Rappresentare un quadro (superficie Abruzzo – sezione d’insieme che individui le urbanizzata + VAS, dinamiche di consumo di suolo superficie urbanizzata Relazione PRG che interessano il territorio programmata) comunale 4 TURISMO 4.1 Esercizi ricettivi Regione Abruzzo, Fotografare la situazione Distinti per tipologia: CRESME attuale e verificare eventuali alberghi, B&B, trend in atto al fine di campeggi, alloggi in comprendere come le scelte di affitto, … 4.2 Capacità degli esercizi Regione Abruzzo, sviluppo del Piano rispondano ricettivi CRESME alle esigenze reali del territorio 5 BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA 5.1 Indice di Sito web Regione Valutare la frammentazione frammentazione da Abruzzo – sezione causata da infrastrutture per

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infrastrutture VAS una migliore gestione degli impatti sul territorio 5.2 Indice di Sito web Regione Analizzare la frammentazione frammentazione di Abruzzo – sezione territoriale dovuta allo sviluppo urbanizzato VAS di aree urbane al fine di eliminare eventuali “barriere” 6 ARIA E FATTORI CLIMATICI 6.1 Concentrazione di Arta Abruzzo Dato l’attuale assetto inquinanti in produttivo e viabilistico atmosfera presente sul territorio valutarne l’eventuale incidenza a livello emissivo 6.2 Temperatura media ARSSA – centro annua Agrometereologico Regionale 7 ACQUA 7.2 Abitanti serviti dalla Comune, Ruzzo reti Definire eventuali situazioni di rete fognante e ATO criticità 7.2 Consumo acqua Comune, Ruzzo reti potabile e ATO 7.3 Qualità delle acque ARTA Abruzzo Definire eventuali situazioni di superficiali criticità in alcune zone specifiche 8 SUOLO E SOTTOSUOLO 8.1 Classificazione sismica Regione Abruzzo – Definire eventuali situazioni di classificazione criticità in alcune zone sismica specifiche relativamente alle 8.2 Territorio comunale Regione Abruzzo – possibili trasformazioni compreso in aree a PAI territoriali proposte dal Piano pericolosità (P3, P2, P1) e da Scarpate 8.3 Territorio comunale Regione Abruzzo – compreso in aree a PAI diverso grado di rischio idraulico (P3, P2, P1) e da Scarpate

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8.4 Suoli Permeabili / Quadro Stimare il grado di naturalità del (superficie conoscitivo PRG comune in rapporto alle urbanizzata + eventuali criticità ambientali superficie urbanizzata presenti programmata) 8.5 Superficie agricola ISTAT – 5° Stimare l’incidenza che ha utilizzata censimento l’agricoltura sul territorio generale dell’agricoltura 8.6 Superfici coltivate per ISTAT – 5° Individuare l’importanza della tipo di coltivazione censimento connotazione agricola rispetto generale all’assetto economico totale, dell’agricoltura nonché quella delle diverse produzioni rispetto alle produzioni totali 9 PAESAGGIO E BENI CULTURALI 9.1 Centri storici – Beni Soprintendenza Identificare le aree e la loro Monumentali BBAA, rilevanza a livello comunale (L.1089/39) regione Abruzzo, (Zona A di PRG, Beni Comune vincolati) 9.2 Unità del paesaggio PTCP, quadro conoscitivo PRG 9.3 Verde pubblico Quadro Stimare il soddisfacimento o la conoscitivo PRG carenza di verde pubblico nel territorio comunale complessivamente e all’interno dei diversi centri 9.4 Aree destinate ad Regione Abruzzo – Individuare l’importanza della agricoltura intensiva Carta Uso del connotazione agricola rispetto Suolo all’assetto economico totale 10 RIFIUTI 10.1 Produzione totale di Regione Abruzzo – Individuare il livello di rifiuti urbani servizio gestione soddisfacimento dei requisiti rifiuti minimi di legge

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10.2 Raccolta differenziata Comune, Individuare il livello di dei rifiuti Cirsu – Provincia soddisfacimento dei requisiti minimi di legge 11 ENERGIA 11.1 Consumi elettricità Comune, Individuare strategie di ENEL consumo energetico volte alla sostenibilità 11.2 Energia prodotta da Comune, Individuare strategie di fonti alternative ENEL consumo energetico volte alla sostenibilità 12 TRASPORTI 12.1 Presenza di stazioni Comune, Definire la congruità degli ferroviarie provincia interventi finalizzati all’incentivazione di una modalità sostenibile; Valutare l’adeguatezza dei parcheggi esistenti e di progetto rispetto agli abitanti attuali e previsti al Piano 12.2 Livelli di congestione Regione Abruzzo – Individuare strategie alternative servizio di mobilità e flussi informazione statistica 12.3 Struttura della rete Elaborati di Definire la congruità degli ciclabile e pedonale di progetto PRG interventi finalizzati previsione all’incentivazione di una modalità sostenibile

7. Obiettivi generali del Progetto in Variante al PRG

Sulla base degli elementi strutturanti il territorio sono state elaborate le strategie, gli obiettivi di trasformazione e le azioni di intervento da perseguire e mettere in atto per governare e guidare lo sviluppo del Comune con riferimento agli aspetti ambientali.

Il documento di sintesi programmatica disegna uno scenario di sviluppo incentrato sui seguenti obiettivi generali:

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• Riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio esistente; • Tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico; • Sviluppo di attività turistiche legate alla promozione e alla fruibilità dei valori paesaggistici e storico documentali del territorio; • Individuazione delle strategie di qualificazione, riqualificazione e valorizzazione dei sistemi insediativi e degli spazi aperti relazionali; • Razionalizzazione e riqualificazione delle aree produttive tramite strategie di integrazione funzionale e tipologiche; • Definizione del quadro di coerenze tra lo scenario di sviluppo, il sistema insediativo esistente, e il quadro di riferimento dei piani sovraordinati e del sistema vincolistico;

Tali obiettivi sono stati declinati individuando tre sistemi di riferimento che rappresentano le dinamiche del territorio, e che possono essere presi a riferimento per affrontare le principali questioni territoriali ed urbane:

• Sistema dell’abitare • Sistema della produzione • Sistema degli spazi aperti • Sistema dell’infrastruttura

Nello specifico i sistemi vengono suddivisi in parti del territorio accomunate da caratteristiche tipo- morfologiche, funzionali e identitarie simili.

Obiettivi e azioni per il sistema dell’abitare

OBIETTIVO GENERALE AZIONI Centri storici, Borghi e nuclei Recuperare e valorizzare il “paesaggio - Riqualificazione dello spazio Rurali storico” attraverso la salvaguardia della pubblico e di relazione esistente consistenza, dell’uso e dell’identità - Definizione di politiche di (Mosciano Capoluogo, attuale dei luoghi defiscalizzazione tese al recupero Montone, Collepietro) da parte dei centri storici, in particolare quello del capoluogo, di nuovi ruoli nei settori del terziario e dei servizi commerciali di uso tipico Tessuti consolidati e in via di Migliorare la qualità dei manufatti - Strumenti normativi per il consolidamento edilizi e degli spazi pubblici, attraverso recupero e la riqualificazione del la variazione delle consistenze ove fosse costruito, anche attraverso la (Mosciano Capoluogo, Ripoli, possibile e nei casi in cui non si alteri sostituzione edilizia

Santa Maria dell’Arco, l’equilibrio complessivo, tramite la - Definizione di Strumenti urbanistici nuova edificazione, per mezzo della per semplificare azioni di recupero Mulinetto, Selva Piana) riqualificazione e ampliamento del e trasformazione dei tessuti sistema degli spazi aperti come - Nuova edificazione Valutazione Ambientale Strategica a supporto dell’adeguamento e aggiornamento del Piano Regolatore Generale del Comune di Mosciano Sant’Angelo - Documento di Scoping

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materiale essenziale per disegnare con - Riqualificazione spazio pubblico e un forte carattere di qualità lo scenario collettivo, e individuazione di urbano nuovi spazi di relazione - Razionalizzazione dei Comparti, attraverso la definizione di nuove modalità attuative e di cessione delle aree destinate alle dotazioni degli standard urbanistici, e composizione di un abaco di riferimento Edificato diffuso - Migliorare la qualità edilizia - Recupero e completamento del attraverso interventi di costruito completamento e riqualificazione - Salvaguardia del verde e del puntuale paesaggio agricolo - Migliorare la qualità parziale e la salvaguardia del paesaggio attraverso prescrizioni che preservino gli usi del suolo e contrastino la possibilità di nuova edificazione

Obiettivi e azioni per il sistema della produzione OBIETTIVO GENERALE AZIONI Ambiti Monofunzionali - Superare la caratteristica - Ibridazione destinazioni d’uso consolidati monofunzionale dell’ambito - Riqualificazione e rigenerazione - Migliorare la qualità morfo-tipologica urbana per il nucleo fronteggiante (Ripoli, Mosciano Stazione, dei manufatti esistenti il casello autostradale

Contrada Marina) - Favorire il tema delle “aree - Attivazione di politiche di produttive ecologicamente marketing e sviluppo di servizi alle attrezzate” attraverso la ridefinizione imprese territoriale del sistema della - Ampliamento delle destinazioni produzione, la razionalizzazione d’uso nelle aree produttive dell’esistente, la riqualificazione esistenti e di nuovo impianto delle aree sature - Maggiore articolazione tipologica - Riqualificazione spazio pubblico e collettivo esistente Ambiti polifunzionali di nuovo - Favorire il tema delle “centralità - Attivazione di politiche di impianto urbane” attraverso la marketing e sviluppo di servizi alle razionalizzazione, l’incremento degli imprese (Mosciano Stazione) spazi pubblici o delle strutture di - Regolamentazione delle tipologie pubblico servizio costruttive - Contenere il consumo di suolo - Implementazione delle tecniche di - Favorire una vocazione di terziario bioedilizia e delle tecnologie di

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direzionale risparmio energetico - Incentivare la qualità architettonica e paesaggistica dei nuovi interventi Ambito agricolo Promuovere lo sviluppo di - Valorizzazione del verde e del un’agricoltura sostenibile, paesaggio agricolo multifunzionale ed integrata, anche in - Promozione di un’agricoltura relazione alle vocazionalità specifiche e sociale con finalità didattiche alle potenzialità intrinseche terapeutiche e di riabilitazione

Obiettivi e azioni per il sistema del territorio aperto

OBIETTIVO GENERALE AZIONI Ambito naturalistico Promuovere politiche di conservazione - Salvaguardia del verde e del ambientale attiva delle risorse naturali paesaggio agricolo preservandole da un sovrasfruttamento - Tutela dei corridoi bio-ecologici ed e riconoscendo il valore delle relazioni emergenze naturalistiche (ambiti ecosistemiche ripariali calanchilaghi) - Definizione di progetti strategici per la valorizzazione delle risorse ambientali e storico-culturali Spazi di relazione Ampliare il sistema con nuove strutture - Riqualificazione dello spazio di qualità collocate in aree strategiche pubblico e collettivo rispetto alle previsioni di crescita e di - Creazione di una nuova rete di definizione dell’assetto insediativo spazi pubblici e collettivi complessivo - Definizione di sistemi coerenti ed integrati di fruizione - Definizione Rete di mobilità lenta/ ciclabile e pedonale

Obiettivi e azioni per il sistema dell’infrastruttura

OBIETTIVO GENERALE AZIONI

Nodo intermodale complesso - Adeguare gli ambiti a diretto contatto Riprogettare in chiave ibrida l’intero al sistema complesso nodo intermodale - Favorire l’interconnessione modale Mobilità urbana Migliorare la fruibilità sostenibile del - Costruzione di una rete integrata di territorio mediante la valorizzazione e la mobilità alternativa razionalizzazione della rete viaria - Risoluzione delle interferenze tra esistente, promuovendo interventi di infrastrutture di rango superiore e messa in sicurezza della mobilità locale veicolare, ciclabile e pedonale - Completamento del sistema di connessioni ciclo pedonali

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8. Presumibili effetti del Piano sull’ambiente

L’attuazione di un nuovo strumento urbanistico, attraverso l’attivazione delle azioni di piano, comporta sempre degli impatti sul territorio. Obiettivo del processo VAS è quello di minimizzare gli impatti negativi attraverso la definizione di alternative possibili su uno specifico obiettivo e la selezione della alternativa migliore, prevedendo se necessario, misure di mitigazione.

In questa fase preliminare, si procede ad un’analisi degli effetti che l'attuazione del piano potrebbe comportare, cercando di comprendere le eventuali interferenze ed interazioni con le diverse componenti ambientali. A questo livello di analisi non viene ancora stabilita la positività o negatività dell’interazione, ma solo la sussistenza di una qualche interazione tra piano e le diverse componenti ambientali.

Di seguito in maniera indicativa si riportano i probabili effetti che potrebbero scaturire dagli obiettivi generali del Piano, a partire dai quali nella fase successiva (redazione del Rapporto Ambientale) verranno individuati i possibili impatti (negativi e positivi) sul territorio.

COMPONENTI COINVOLTE OBIETTIVI GENERALI DI PIANO POSSIBILI EFFETTI

- Recuperare e valorizzare il “paesaggio storico” - Migliorare la qualità dei manufatti edilizi e degli spazi pubblici - Superare la caratteristica - Effetti derivanti dal miglioramento monofunzionale dell’ambito, delle condizioni di vivibilità per i COMPONENTE ANTROPICHE favorendo anche una vocazione di residenti ed i turisti - Popolazione terziario direzionale - Effetti sociali e culturali sui - Turismo - Favorire il tema delle “centralità residenti e turisti - Urbanizzazione urbane” - Effetti sulle risorse naturali - Attività economiche - Incentivare la qualità architettonica - Effetti derivanti dalla e paesaggistica dei nuovi interventi rivitalizzazione del tessuto socio - Migliorare la qualità morfo- economico tipologica dei manufatti produttivi esistenti - Favorire il tema delle “aree produttive ecologicamente attrezzate” COMPONENTI AMBIENTALI - Promuovere lo sviluppo di - Effetti derivanti dagli interventi di

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- Biodiversità, flora e fauna un’agricoltura sostenibile, insediamento di tipologie edilizie - Aria e fattori climatici multifunzionale ed integrata innovative per mezzo dell’utilizzo - Acqua - Promuovere politiche di delle tecniche di bioedilizia e di - Suolo e sottosuolo conservazione attiva delle risorse fonti energetiche alternative - Paesaggio e Beni culturali naturali - Effetti sulla qualità dell’aria - Contenere il consumo di suolo - Effetti derivanti da variazioni - Recuperare e valorizzare il dell’assetto paesaggistico “paesaggio storico” - Effetti derivanti dalla realizzazione - Migliorare la qualità parziale e la ed esercizio dei diversi interventi salvaguardia del paesaggio previsti in ambito di - Incentivare la qualità architettonica riorganizzazione/rifunzionalizzazio- e paesaggistica dei nuovi interventi ne della mobilità ed accessibilità all’area - Effetti derivanti dalla gestione sostenibile delle superfici agricole, con particolare riferimento alla tutela della risorsa suolo dai principali fenomeni di degrado (erosione e perdita di sostanza organica, consumo di suolo) - Favorire il tema delle “aree produttive ecologicamente BENI MATERIALI - Effetti sulla percentuale di raccolta attrezzate” - Energia differenziata effettuata - Migliorare la fruibilità sostenibile - Rifiuti - Effetti sull’utilizzo delle fonti del territorio mediante la - Trasporti energetiche rinnovabili valorizzazione e la razionalizzazione della rete viaria esistente

Il P.R.G. potrà avere effetti limitati (in senso di interazione negativa) con le diverse componenti ambientali dell’analisi del contesto, soprattutto qualora la sua impostazione sia coerente, così come peraltro previsto, con gli indirizzi di sviluppo sostenibile cui il piano intende conformarsi.

La partecipazione degli attori locali, la volontà di inserire prescrizioni specifiche per la bioedilizia, la salvaguardia delle zone agricole, solo per citare alcune indicazioni sulle modalità di redazione del P.R.G., garantiranno, durante la fase progettuale, una attenzione particolare volta ad evitare interazioni negative sull’ambiente.

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9. Descrizione del metodo di valutazione

L’obiettivo prioritario della VAS è quello di individuare i potenziali effetti che l’attuazione del Piano potrebbe determinare sull’ambiente e fornire una loro stima in relazione alle diverse opzioni (alternative di Piano) con cui lo stesso potrà essere attuato. La VAS, pertanto, dovrebbe condurre all’individuazione della soluzione che consenta il raggiungimento degli obiettivi perseguiti dal Piano, garantendo allo stesso tempo, anche attraverso la definizione di opportune misure di mitigazione, la maggiore protezione e salvaguardia dell’ambiente.

Sebbene la parte seconda del D. Lgs. 152/2006, e s.m.i., così come la Direttiva 2001/42/CE, non prevedano un sistema codificato per la valutazione degli effetti ambientali, si ritiene opportuno, anche in virtù del principio di uniformazione delle conoscenze e delle informazioni da utilizzare nel processo di redazione del Piano, fornire alcuni criteri generali di base. In particolare:

• gli effetti sull’ambiente dovrebbero essere valutati su tutte le componenti esaminate nell’analisi ambientale iniziale, ad eccezione delle componenti “sistemi produttivi” e “mobilità e trasporti” che, seppure incluse nell’analisi ambientale, non devono essere considerate nella valutazione degli effetti, in quanto non rappresentano potenziali bersagli di un’azione di piano ma, semmai, delle pressioni. L’analisi di tali componenti è tuttavia necessaria ai fini della costruzione dello stato dell’ambiente in quanto consente di ottenere informazioni sulle pressioni esercitate nell’area di influenza del Piano; • nella valutazione degli effetti ambientali si dovrebbe verificare che le azioni del progetto urbanistico abbiano tenuto in considerazione i risultati emersi dall’analisi ambientale, sia in termini di criticità da risolvere sia di opportunità da perseguire; • il sistema di valutazione degli effetti ambientali dovrebbe poter essere formalizzato in modo da garantire la ripercorribilità del processo; • la valutazione degli effetti ambientali dovrebbe tenere conto sia degli effetti ambientali diretti che di quelli indiretti; • nella valutazione degli effetti ambientali dovrebbero essere considerati anche gli impatti cumulativi derivanti dal concorso su una stessa componente ambientale degli effetti imputabili a più azioni, ovvero dalla sommatoria degli effetti imputabili ad un’azione quando questa si aggiunge ad altre passate, presenti e ragionevolmente prevedibili azioni future.

Per quanto riguarda, più specificatamente, la valutazione degli effetti ambientali, la metodologia che verrà utilizzata si baserà sulla compilazione di liste di controllo e di matrici che consentono di mettere in correlazione le azioni di piano con le componenti ambientali. L’incrocio delle azioni con le diverse componenti consente di individuare i potenziali effetti che ogni azione potrebbe determinare sulle diverse componenti. Per la valutazione degli effetti così individuati il metodo che

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79 verrà utilizzato si baserà su valutazioni quali-quantitative, indicate con un aggettivo (buono, medio, sufficiente, discreto, ecc.) o con un colore (secondo una scala cromatica codificata) o con apposita simbologia (secondo una legenda codificata). Nell’ambito della presente procedura verrà utilizzato il metodo matriciale, basato su una valutazione degli effetti di tipo quali-quantitativo, attraverso l’utilizzo di una simbologia codificata.

Nel processo di valutazione degli effetti che l’attuazione del Piano potrà determinare sull’ambiente, la prima fase è quella dell’individuazione di tali effetti. A tale scopo è conveniente utilizzare una matrice “Azioni/Componenti ambientali” nella quale in riga sono riportate le azioni di Piano, mentre nelle colonne sono riportate le componenti ambientali. L’incrocio di ogni azione con le diverse componenti individua un potenziale effetto imputabile a quella azione. A questo punto occorre procedere ad una stima della significatività dei potenziali effetti individuati. Tale stima dovrà essere effettuata tenendo conto di alcuni aspetti, quali:

• stato delle componenti ambientali interessate (valutabile sulla base dei valori assunti dagli indicatori utilizzati per l’analisi ambientale, o da altri selezionati appositamente); • sensibilità del contesto ambientale, valutabile sulla base dei risultati dell’analisi ambientale; • presenza di criticità ambientali valutabile sulla base dei risultati dell’analisi ambientale; • reversibilità dell’effetto (a breve, medio o lungo termine); • durata dell’effetto. All’interno della matrice, l’entità degli aspetti sopraelencati viene rappresentata attraverso l’utilizzo della classica simbologia + (coerente), - (incoerente), = (indifferente).

10. Proposta di indice del Rapporto Ambientale Sulla base dell’Allegato VI, parte II del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i., le informazioni fornite all’interno del Rapporto Ambientale saranno:

• quadro di riferimento normativo;

• quadro conoscitivo;

• illustrazione dei documenti di livello comunitario e nazionale da cui sono stati tratti gli obiettivi di protezione dell’ambiente ed illustrazione di come si è tenuto conto ditali obiettivi;

• stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione senza l’attuazione del Piano;

• contenuti e obbiettivi della variante al PRG;

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• risultati del processo di condivisione e partecipazione delle scelte strategiche;

• strategie di intervento e qualificazione ambientale della pianificazione sovraordinata;

• possibili effetti significativi sull’ambiente dell’attuazione della Variante Generale;

• misure di mitigazione e compensazione;

• sintesi della scelta e delle alternative individuate;

• misure di monitoraggio ed il controllo;

• sintesi non tecnica delle informazioni del Rapporto Ambientale.

Premettendo che l’avanzamento del lavoro e le conseguenti analisi porteranno certamente alle inevitabili modifiche successive, segue una prima proposizione dell’indice generale da utilizzare per il Rapporto Ambientale e la Sintesi non Tecnica associata allo studio.

RAPPORTO AMBIENTALE

1 Premessa

2 Valutazione Ambientale Strategica

2.1 Riferimenti generali e normativi 2.2 Processo di VAS 2.3 Fasi della VAS

2.4 Autorità coinvolte nel processo

2.5 Consultazione e partecipazione

3 individuazione dei criteri di sostenibilità e compatibilità

3.1 Criteri di sostenibilità della Comunità europea

3.2 Criteri di sostenibilità/compatibilità sovra-ordinati

4 Analisi di coerenza esterna al Piano

4.1 Pianificazione e programmazione di livello Regionale

4.2 Pianificazione e programmazione di livello Provinciale

4.3 Pianificazione e programmazione di livello comunale

4.4 Valutazione di coerenza esterna

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5 Analisi di contesto

5.1 Stato dell’ambiente nel territorio comunale di Mosciano S. Angelo

5.2 le Componenti ambientali di rilevanza

6 La costruzione del Piano

6.1 Obiettivi iniziali dell’Autorità proponente

6.2 Esiti delle forme partecipative

6.3 Obiettivi specifici della Variante al PRG di Mosciano S. Angelo

6.4 Valutazione delle alternative di piano

6.5 Analisi e Valutazione di coerenza interna

7 Esiti della valutazione

7.1 Valutazione delle scelte della Variante al PRG

7.2 Misure di mitigazione e compensazione

8 Monitoraggio nella gestione del piano

8.1 Finalità e Contenuti del monitoraggio ambientale

8.2 Indicatori per il monitoraggio

8.3 Relazioni di monitoraggio

SINTESI NON TECNICA del Rapporto Ambientale

1 Processo di variante e assoggettabilità a VAS

2 Finalità e struttura del Rapporto Ambientale

3 Metodologia adottata

4 Valutazione degli effetti ambientali delle scelte del Piano

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