Mario Bava: - Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro

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Mario Bava: - Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro I GENERI POPOLARI DEL CINEMA ITALIANO: HORROR, WESTERN E COMMEDIA Orario delle lezioni Martedì ore 13-15 T30 Giovedì ore 10-12 T30 Ricevimento IV °PIANO Stanza 26 (tel. 06 /7259-5018) Martedì e Giovedì ore 12-13 Programma del CORSO (1) 1) Parte generale - “Slide del Corso” 2) Approfondimento a scelta di 2 trai seguenti autori o libri: - Mariapia Comand, Commedia all'italiana, Il Castoro - Alberto Pezzotta, Il western italiano, Il Castoro - Giovanni Spagnoletti / Antonio V.Spera , Risate all'italiana. Il cinema di commedia dal secondo dopoguerra ad oggi, UniversItalia - Venturini Simone, Horror italiano, Donzelli Su Dario Argento (scegliere un volume): a) Luca Lardieri, Dario Argento, Sovera b) Roberto Pugliese, Dario Argento, Il Castoro c) Vito Zagarrio, Argento vivo. Il cinema di Dario Argento tra genere e autorialità, Marsilio Su Mario Bava: - Alberto Pezzotta, Mario Bava, Il Castoro Programma del CORSO (2) Su Sergio Leone (scegliere un volume trai seguenti): a) Italo Moscati, Sergio Leone. Quando il cinema era grande, Lindau b) Christian Uva, Sergio Leone. Il cinema come favola, Ente dello Spettacolo (collana Le torri) Su Mario Monicelli: a) Leonardo de Franceschi (a cura di), Lo sguardo eclettico. Il cinema di Mario Monicelli, Marsilio b) Ivana Delvino, I film di Mario Monicelli, Gremese Editore Su Dino Risi: a) Valerio Caprara (a cura), Mordi e fuggi, Marsilio b) Irene Mazzetti, I film di Dino Risi, Gremese 3) Conoscenza di 15 film riguardanti l’argomento del corso (vedi slide successiva) Sugli autori o gli argomenti portati, possono (non devono) essere fatte delle tesine di circa 10.000 caratteri (spazi esclusi) che vanno consegnate SU CARTA (e non via email) IMPROROGABILMENTE ALMENO UNA SETTIMANA PRIMA DELL’ ESAME Previo accordo con il docente, si possono portare dei testi alternativi rispetto a quelli indicati. ELENCO DI FILM PER ESAME . 4 film di Mario Monicelli tra: Guardi e ladri, Soliti ignoti (1958), La grande guerra (1959), L’Armata Brancaleone (1966), Amici miei (1975). 4 film di Dino Risi tra: Il segno di Venere (1955), Una vita difficile (1961), Il sorpasso (1962), I mostri (1963), Straziami ma di baci saziami (1968). 4 film di Sergio Leone tra: Per un pugno di dollari (1964), Per qualche dollaro in più (1965), Il buono, il brutto, il cattivo (1966), C'era una volta il West (1968), Giù la testa (1971). 1 film di Mario Bava tra: La maschera del demonio (1960) e I tre volti della paura (1963). 2 film di Dario Argento tra: L'uccello dalle piume di cristallo (1970), 4 mosche di velluto grigio (1971), Profondo rosso (1975), Suspiria (1977). LA LISTA E IL PROGRAMMA SI SCARICA AL SEGUENTE INDIRIZZO: http://lettere.uniroma2.it/it/programma-dellinsegnamento/storia-del- cinema-italiano-20152016-aa2015-2016 Le trasformazioni degli anni Sessanta (1) 1) Nel 1961 vengono ristrutturati gli stabilimenti della “Tirrenia,” nel 1962 nasce “Dinocittà”; si inaugura a Roma il primo “cinema d’essai”, il Salone Margherita. 2) Nell’aprile 1962 viene riformata la censura: gli interventi censori possono essere solo motivati dalla tutela del “comune sentimento del pudore”. Ciò mitiga di poco la pesantezza dei diretti interventi politici . 3) Il 4 novembre 1965 viene varata una nuova legge sul cinema la cosiddetta 1213 detta anche legge Corona. L’importanza della 1213 è stata quella di riconoscere per la prima volta il preminente valore culturale e sociale del cinema. Le trasformazioni degli anni Sessanta (2) Nella legge Corona ci sono alcuni importanti meccanismi innovativi: a) “l’articolo 28” per il finanziamento ad opere ispirate a finalità artistiche e culturali. b) l’istituzione dei “premi di qualità”, 20 premi annuali in denaro.; c) il rifinanziamento dell’Ente Gestione Cinema (fondato nel maggio 1958) che assicura l’intervento di stimolo dello stato nella produzione e nel noleggio (l’Italnoleggio nasce nel giugno 1966) ma manca ogni intervento pubblico nel settore dell’esercizio. 4) Dal 1966 la televisione comincia timidamente a produrre o co- produrre film di finzione (Roberto Rossellini e Alessandro Blasetti sono trai pionieri) ma tale intervento viene visto con grande sospetto dall’industria privata. In effetti a rigore la data d’inizio di tutta questa trasformazione è il 1958 con la nascita della “commedia all’italiana”. PER CARATTERIZZARE GLI ANNI SESSANTA (1) Elementi fondanti il periodo: 1) Un generale processo di evoluzione-traslazione in controtendenza rispetto al resto dell’ Europa. In Italia non c’è stata una vera guerra contro il “cinema di papà”, perché esso contemplava calibri come Rossellini, Visconti o Antonioni e Fellini. I furori iconoclasti dei nostri giovani si stemperano in un armistizio con il cinema commerciale, pur perseguendo l’utopia che il cinema possa trasformare la realtà. Nasce da ciò quello che verrà definito il “cinema della crisi” prima del ‘68- un fenomeno più implosivo che esplosivo. Alcuni titoli: Prima della rivoluzione (1964) di Bertolucci, I pugni in tasca (1965) di Bellocchio, Uccellacci e Uccellini (1966) di Pier Paolo Pasolini, I sovversivi (1967) dei Fratelli Taviani. PER CARATTERIZZARE GLI ANNI SESSANTA (2) 2) la presenza di una congiuntura favorevole della produzione sia dal punto di vista dei numeri sia dall’elevato standard di qualità consente un grande bricolage di esperienze diverse e producono la diversificazione dei generi. Abbiamo un cinema fortissimo (2400 titoli in questo periodo) dove si intrecciano e si confrontano tre diverse generazione: quella dei “veterani” attivi sotto il fascismo come Mario Camerini (1895–1981) o Alessandro Blasetti (1900 –1987); la generazione formatasi con il neorealismo ed infine quella dei giovani “newcomer”. 3) L’esperienza del cinema di genere di cui la commedia all’italiana è stata – insieme allo spaghetti-western - il caso più fortunato al botteghino. E di cui parleremo nel nostro. CON IL 1960 INIZIA IL VERO QUINDICENNIO D’ORO DEL CINEMA ITALIANO: ALCUNE ARIDE CIFRE • La produzione: 129 film nel 1960 (USA 230), 265 film nel 1963 (USA 203), 205 nel 1965 (Francia 151, USA 248), 294 nel 1968 (USA 230), 236 film nel 1969. • Incassi italiani negli anni Cinquanta mediamente circa il 30% (USA 60%), all’inizio degli anni ‘60 circa 50% (USA 40%), alla fine del decennio 60% (USA 30%) • Spettatori: da 745 milioni di spettatori nel 1960 si passa ai 663 mil. del 1965 (Francia 259 mil., RFT 320) e ai 551 milioni del 1969. Particolarità dell’Italia Festival di Cannes 1959: Les Quatre Cents Coups (I quattrocento colpi ) di François Truffaut e Hiroshima mon amour di Alan Resnais Festival di Venezia 1959: Leone d’oro ex-equo a Il generale della Rovere di Roberto Rossellini e La grande guerra di Mario Monicelli Le trasformazioni strutturali negli anni Sessanta in Italia • 1961 ristrutturazione degli stabilimenti di “Tirrenia” (vicino Pisa); nel 1962 si avvia la costruzione di “Dinocittà” (vicino Pomezia sulla Pontina). Cinecittà lavora a pieno ritmo • Aprile 1962 riforma (molto moderata) della censura ma ancora casi clamorosi censori a danno di grandi registi come Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini e Bernardo Bertolucci. • Il 4 novembre 1965 viene varata una nuova legge sul cinema, la cosiddetta 1213 detta legge Corona. • Inizio del rapporto tra cinema e televisione pubblica a partire dal 1966 con pionieri non dei giovani registi ma Roberto Rosselini e Alessandro Blasetti. La cosiddetta “Politica dei Produttori” • L’espressione è una formula antagonista a quella della “politica degli autori” francese. (Autorenfilm). Guidata all’inizio dei anni Sessanta dalla “Titanus” di Goffredo Lombardo e da altri importanti produttori come Carlo Ponti, Dino De Laurentis o Franco Cristaldi , presto si esaurisce. • Nello stesso periodo anche grazie alla Legge Corona nascono delle strutture parzialmente indipendenti come la Cooperativa “22 Dicembre” o “L’arco Film” di Alfredo Bini • Il cinema italiano era dunque alle porte di un grande rinnovamento generazionale. Per ricapitolare Così si possono sintetizzare le principali caratteristiche del cinema italiano degli anni Sessanta: • Un generale processo di evoluzione-traslazione che porta il cinema ad assumere una specifica posizione in Europa. Non c’è stata una vera guerra con il “cinema di papà”. In Italia la rivoluzione nel cinema era stata già fatta con il neorealismo post-bellico. • Al posto di una “nouvelle vague” italiana abbiamo il “cinema della crisi” che prepara il ‘68 e la rivolta studentesca. Con film come Prima della rivoluzione (1964) di Bernardo Bertolucci, I pugni in tasca (1965) di Marco Bellocchio, Uccellacci e Uccellini (1966) di P.P. Pasolini, I sovversivi (1967) dei Fratelli Taviani. • Il fenomeno del boom consente la compresenza di esperienze molto diverse che convivono insieme, ad opera di tre diverse generazioni. • L’esperienza del cinema di genere di cui la commedia all’italiana è stato insieme allo spaghetti-western il caso più interessante. I principali generi del cinema italiano a) La commedia e in particolare la grande “commedia all’italiana” b) Lo spaghetti western, insieme alla commedia il genere popolare principale c) L’horror con l’opera di Riccardo Freda, Mario Bava che culmina negli anni Settanta con i film di Dario Argento. E infine d) ll peplum chiamato nel mondo anglosassone Sword and sandal oppure Historical epics si riferisce ad argomenti “storico-mitologici”. E’ il cinema dei forzuti, degli “uomini forti”, dei divi muscolari sempre ricorrenti anche oggi: da Arnold Schwarzenegger o Sylvester Stallone a Jean- Claude Van Damme. Il cinema dei generi:il Peplum (1) Il Peplum - nel mondo anglosassone chiamato Sword and sandal, (Spada e sandalo) o in modo più distinto Historical epics o Religious epics - tratta temi storico-mitologici ed è il cinema degli “uomini forti” (attori muscolari come Arnold Schwarzenegger, Silvester Stallone o Jean-Claude Van Damme) Il peplum aveva accompagnato nei primi del Novecento la nascita del lungometraggio in Italia (i Kolossal Gli ultimi giorni di Pompei, Cabiria, Quo Vadis; poi i film di Maciste interpretati dal divo Amedeo Pagano). Il genere rinasce nel dopoguerra con film come Fabiola (1949) di Alessandro Blasetti o Ulisse (1954) di Mario Camerini.
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