22 IDEE LIBRI DIBATTITO giovedì 8 giugno 2006

ORIZZONTI EX LIBRIS Sono partenopeo IDENTITÀ LETTERARIE Esi- e parte napoletano ste una specificità dello «scrit- tore napoletano»? E se sì, che cosa significa? E quell’attribu- Scrittore napoletano? to localistico serve a marcare un’appartenenza o implica piut- tosto un malcelato giudizio di inferiorità? ■ No, grazie Totò di Marco Salvia* / Segue dalla prima

SETTEQUATTORDICI

MANUELA TRINCI a ci è punta vaghezzaM di portare su tale argo- Il mondo è meglio mento anche una riflessione più ampia che possa coinvolgere in primo luogo chi in que- sta fantomatica squadra di pallone letteraria visto dall’albero ci gioca, ci vuole giocare, ci è stato convoca- to suo malgrado, ci vorrebbe essere. Ovvia- mente sono il meno titolato per una riflessio- l progetto trasgressivo di Cosimo di ne di tale importanza ma è proprio per questo Rondò, meglio conosciuto come il che mi piacerebbe dare il la ad un confronto I Barone Rampante, potrebbe diventare più serio. Innanzitutto diamo uno sguardo di realtà: le capanne arboree per i più piccini in insieme: in attesa di ricevere presto una sfida Nidi e Scuole Materne, volute dall’Istituto di dalla nazionale cantanti, la nazionale degli Bioarchitettura del Trentino, e un intero scrittori napoletani oggi come potrebbe percorso sugli alberi realizzato lungo le schierarsi? Proviamo una formazione tipo. rapide della Dora Baltea, nel fantastico Allora, innanzitutto l’allenatore: La Capria. parco di Villeneuve, non sono che minime Poi in porta Cilento, è femmina ma è forte, tracce. La tendenza alla treehouse, a dar sulla fascia Cacciapuoti e Cotroneo, al cen- corpo cioè alla più antica delle fantasie, è tro Scurati, libero Saviano, centrocampo infatti fortissima. E non ci sono solo i d’esperienza con Montesano, Starnone, De «capricci verdi» di divi, stilisti, architetti Luca, tridente Parrella, Perrella (oriundo), ecc… con i loro rifugi-miliardo appollaiati Petrella. In panchina l’altro oriundo, il fu- su querce, aceri e magnolie, né bastano hotel nanbolico De Silva, Pascale, Vladimiro Bot- sospesi fra sequoie, abeti o bambù, o tone, Angelo Cannavacciuolo, Beppe Lan- ristoranti nei quali si cena dall’alto di 16 zetta, Lello Voce. Massaggiatore il teologo cedri, anche mamme free lance e impiegati Gennaro Matino, secondo coach Ermanno ambiscono a un nido fra le foglie, mentre a Rea. E adesso fatevi sotto Morandi e soci che Una bancarella vende manifesti di alcune icone napoletane: Totò, Eduardo, Maradona (foto di Uliano Lucas) Tangeri, Roderick Romero, personaggio cult vi facciamo un m… così! Va bene, basta del settore, sta costruendo con i problematici caz…are, però, a cosa deve la nostra Italia ragazzini di strada una treehouse, questo superbo affollamento di talenti e di prefiggendosi il compito di consegnare loro storie che dalla capitale del sud provengono, 1999 infatti, Fabrizia Ramondino, dalle pagi- chiarava addirittura che era un modo per un editore, quando riceve un manoscritto tar- un mestiere e tanta allegria.Vivere all’aria di questa spesso parlano e a questa inevita- ne dell’Indice tuonava contro la malsana eti- sminuire il valore di un autore, insomma, gato Napoli, si frega le mani o corre a lavar- aperta sviluppa la creatività, hanno subito bilmente ritornano per la necessaria ispira- chetta senza senso: «Noi scrittori definiti «scrittore napoletano», non equivale a «scrit- sele? Dipende, direte voi saggiamente, e in riaffermato gli ecologi della mente, zione? “napoletani” ci siamo sempre sentiti a disa- tore» ma a qualcosa in meno come il sette questo vi diamo ragione, ma ne siamo pro- giustamente preoccupati dal fatto che le Una indagine sugli scrittori napoletani fatta gio sotto questa etichetta (...). Questo non preso a scuola veniva a volte viziato da quei prio sicuri? Napoli non è forse divenuta muc- nuove generazioni sognano sì una casa dagli scrittori napoletani è un bel modo di implica che noi scrittori definiti due segni negativi, il maledetto meno meno, ca da mungere anche in campo letterario? I sull’albero ma sulla scia di Lara Croft - parlarsi addosso certo, ma forse qualcosa di “napoletani” rinneghiamo la nostra terra, che ne inficiava per sempre il valore assolu- suoi argomenti che poi nuovi non sono affat- interprete di un gioco della Playstation - che interessante ne verrà fuori, forse qualcosa di quando tale consideriamo Napoli, una regio- to. to, giustificano sempre lo sforzo narrativo? costruisce la sua virtuale capanna. più vero e sentito di quello che abbiamo inte- ne quindi della nostra anima». La Ramondi- È un idea certo, è una possibilità, ma sarà in- Nutrono il talento? Vivificano o ammorbano Volteggiare, soggiornare sugli alberi, so dire sulla città al lombardo Bocca. Napoli no suggerisce anche una spiegazione: la ra- teressante sentirne altre, e forse non solo da- ancora di più una realtà già difficile? Ai po- arrampicarsi e vedere il mondo dall’alto sembra essere divenuto il fulcro di tante, gione sta nel tentativo di attribuire un locali- gli stessi autori, ma dagli editori e dai lettori steri (e ai contemporanei) l’ardua sentenza. dona, invece, un senso di libertà enorme, troppe cose in questo paese. Perché? E per- smo “diminutivo” agli scrittori in oggetto. anche. Quando si apre un libro di uno «scrit- Ma la nostra breve inchiesta continua. La proseguono gli studiosi, come quello che ché c’è sempre stata tanta letteratura qui da Gia alcuni anni or sono dunque, una autore- tore napoletano» ad esempio, ci si attende questione è aperta. Ma per iniziare bene, per prova un bambino quando passa dal noi? E soprattutto cosa diavolo significa es- volissima esponente della categoria, rifiuta- qualcosa di speciale e di particolarmente par- una volta, la parola diamola prima agli impu- muoversi a gattoni allo stare in piedi, sere oggi uno «scrittore napoletano»? Que- va sdegnata il sottotitolo al suo nome e di- tenopeo anche se parla del Kazakhistan? E tati. * Scrittore napoletano? cambiando così il suo punto di vista, ste le domande cui chiederemo di rispondere mettendosi alla prova e rischiando un po’. a vari autori, ma la questione non è del tutto Perché, come ha osservato l’educatore nuova anche se il fenomeno cresce. Nel americano Richard Louv (in L’ultimo bambino dei boschi, Rizzoli) nei ragazzini contemporanei la natura è diventata più Tantissime direttrici un’astrazione che una realtà. In tale senso, a volte in totale prosegue Louv, bisognerebbe ripensare anche a due diffusissimi disturbi infantili opposizione che oggi quali il deficit di attenzione (ADD) e l’iperattività (ADHD) convertendo il loro si sono complicate nome in un esplicativo «disturbo da deficit di natura» da curare, anziché con con l’emergere GIUSEPPE MONTESANO VALERIA PARRELLA psicofarmaci, con immersioni nell’ambiente di scritture meticce Razionale, elegante, olimpico Più che di Rea è un «nipotino» Autrice, per ora, solo di racconti Il suo ultimo romanzo «Labilità» naturale. In attesa di zoopolis e villaggi un «modello» con Domenico Rea del grande Eduardo De Filippo alcuni assai riusciti e memorabili è un affondo autobiografico popolari di treehouses, Louv non sottovaluta il potere entusiasmante di certi classici per lo sviluppo, nei nuovi Tarzan, di un’«ecologia MAPPE Stanziali o emigrati, nostalgici o espressionisti: chi sono gli autori e le autrici di una città «popolosa» anche letterariamente dell’immaginazione». Perché non affidarsi, allora, al suono dell’intramontabile Il libro della giungla - illustrato da Vanna Vinci Uno, due, tre... ecco i cento fiori della Napoli che scrive (Kipling, ed. Fabbri)?

■ di Andrea Di Consoli La letteratura napoletana degli ultimi die- commovente epicedio su Giancarlo Siani, gior- del Giudice (L’ultima papessa), Marosia Ca- ni (Sono solo mostri), Giuseppe Ferrandino ci-quindici anni è fatta di tantissime «direttri- nalista assassinato dalla camorra, il recente staldi (Dava fine alla tremenda notte)eVale- (Pericle il nero), Vladimiro Bottone (Mozart a mappatura degli «scrittori napoletani» ci», a volte in totale opposizione - pensiamo, Gomorra di e lo stupefacente ria Parrella (Mosca più balena e Per grazia ri- in viaggio per Napoli) e Ivan Cotroneo (Il re è complicata, ché nessun’altra città può per esempio, alla siderale distanza che c’è tra Viaggio nel cratere di Franco Arminio. cevuta), autrice, per adesso, di soli racconti (al- del mondo): tutti scrittori che, con alterna for- L contare su un numero così cospicuo di un romanzo di solare e robusta nostalgia come Pure, non è mancata una quarta «linea» lettera- cuni assai riusciti e memorabili). tuna, e con differenti risultati, hanno dato robu- scrittori. La premessa doverosa è che la dicitu- Francesca e Nunziata di Maria Orsini Natale e ria, probabilmente più complessa, che fa riferi- Altri scrittori napoletani emersi negli ultimi an- stezza alla propria ricerca letteraria. Altri nomi ra «scrittore napoletano» non è diminutiva - se un romanzo espressionista e plurilinguista co- mento ad , una scrittrice ni sono Diego De Silva (Certi Bambini e Da da tener presenti: Marco Salvia, Davide Mor- detta senza malizia - ma corrisponde a una ben me Nel corpo di Napoli di Giuseppe Montesa- sempre presente nella sapiente e complessa un’altra carne, ma non è da meno La donna di ganti, Pietro Treccagnoli, Giuseppina De Rien- precisa, e gloriosa, tradizione letteraria italiana no. Se fino a qualche anno fa le due «linee» let- scrittura di Antonella Cilento, della quale ri- scorta), che si è imposto per l’eccezionale ca- zo e Francesco Costa. Scrittore napoletano as- cittadina. È segno di provincialismo, piuttosto, terarie erano «dettate» da Domenico Rea (Pen- cordiamo Il cielo capovolto e L’amore, quello pacità di guardare negli occhi il male, ed Erri sai importante è invece , che con il rimarcare concetti tautologici come «scritto- sieri della notte) e Raffaele La Capria (L’amo- vero - nonché il pamphlet durissimo Non è il De Luca, scrittore lirico dal linguaggio secco e due libri di ampia visione politica e sociale re universale». rosa inchiesta) - il primo espressionista, barba- paradiso. Napoli, a ben pensarci, ha molte sentenzioso (suoi sono alcuni dei più bei rac- (Mistero napoletano e La dismissione) ha rac- Gli scrittori napoletani si dividono in due cate- rico e tellurico, il secondo razionale, elegante e scrittrici. Oltre alla succitata Orsini Natale, conti degli ultimi anni, ci riferiamo a In alto, a contato snodi cruciali della Napoli degli ultimi gorie: gli «stanziali» e gli «emigrati». Napoli olimpico -, da cui spesso si facevano discende- «monumentale» scrittrice tutta racchiusa in un sinistra). Interessante l’impegno e la scrittura cinquant’anni (Rea è, forse, il padre nobile di ha moltissimi scrittori - e questo primato non è re gli scrittori più giovani (anche se poi, in veri- nocciolo duro di infanzia come destino, ci so- di Maurizio Braucci (Il mare guasto), l’apoca- certa recente letteratura «di confine»). negativo, se pensiamo ad altri più tristi primati tà, di «linea» ce ne sarebbe una terza, quella di no (scrittrice assente per eccel- lisse di Sergio De Santis (Cronache dalla città Non sono però da meno i poeti, a Napoli. Tanto della città partenopea. La Napoli raccontata Eduardo De Filippo, da cui discende, tanto per lenza, essendo sconosciuto il suo volto e il suo dei crolli), l’affondo autobiografico dell’ulti- per fare due nomi: Michele Sovente (Carbo- dai napoletani è plurale, ogni scrittore aggiun- fare un esempio, Giuseppe Montesano, a torto corpo, epperò «scrittrice napoletana» anch’es- mo Domenico Starnone (Labilità), la bellica nes) e Gabriele Frasca (Lime). Un capitolo a ge un punto di vista nuovo, un diverso modo di ritenuto «nipotino» di Rea), oggi le cose si so- sa), autrice de L’amore molesto edeI giorni magniloquenza di (Il rumore sé, infine, quello degli intellettuali-scrittori. costruire storie e linguaggi. I libri dei napoleta- no complicate, anzitutto per l’emergere, in par- dell’abbandono, due eccellenti romanzi verti- sordo della battaglia) e l’espressionismo di Giusto per fare quattro nomi: Generoso Picone ni - come tutti i libri del mondo - si dividono ticolar modo a Napoli, di scritture meticcie e ginosi, e Fabrizia Ramondino. Non sono poi Michele Serio (Pizzeria Inferno). Non sono (I napoletani), Titti Marrone (Il Sindaco), semplicemente in libri riusciti e libri meno riu- ibridate: scritture «di confine» come La città da sottovalutare scrittrici come Giovanna poi da dimenticare Peppe Lanzetta (Giugno Pi- Francesco Erbani (Uno strano italiano) e Sil- sciti. Fare un canone napoletano, sia pur par- distratta del casertano Antonio Pascale, che Mozzillo (Quell’antico amore), Miranda Mi- casso), Bruno Arpaia (Tempo perso), Sergio vio Perrella (Giùnapoli). Ma un discorso su ziale, non è facile, ma è, in qualche modo, do- con il suo reportage-narrativo ha aperto una randa (Bellissima regina), Rossella Milone Lambiase (Terroristi brava gente), Felice Pie- Napoli e sugli «scrittori napoletani», com’è veroso. strada nuova, L’abusivo di Antonio Franchini, (Prendetevi cura delle bambine), Antonella montese (Dottore in niente), Andrea Santojan- evidente, è ancora tutto da fare.