Guadagni Di Firenze a Cura Di Rita Romanelli (2007)
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Inventario dell’Archivio della famiglia Guadagni di Firenze a cura di Rita Romanelli (2007) Software impiegato Per il rilevamento e la stampa Arianna 3.1 Note sulla famiglia Guadagni dal suo archivio fiorentino ∗ Elisabetta Insabato, Silvia Baggio L’archivio della famiglia dei Guadagni marchesi di San Leolino 1 è ora tra quelli a disposizione degli studiosi nell’Archivio di Stato di Firenze. Conservato fino al settembre 2005 presso la famiglia, nella antica proprietà di Masseto nel comune di Pontassieve, in occasione della vendita della tenuta l’archivio è stato consegnato all’istituto di conservazione ∗ Questo testo è tratto da quello letto dalle autrici, Elisabetta Insabato e Silvia Baggio, nel corso della Giornata di studi su Palazzo Guadagni di San Clemente tenutosi a Firenze, nella sede della Facoltà di Architettura nel palazzo Guadagni il 23 novembre 2006, ora in corso di pubblicazione negli atti del convegno. 1 Archivio di Stato di Firenze (d’ora in poi ASFi), Deputazione sopra la nobiltà e cittadinanza , 14, ins. 8: processo di nobiltà Guadagni. Tutti e tre i rami della famiglia rappresentati dal marchese Niccolò (ramo ‘della Nunziata’), dal marchese Donato e figli (ramo ‘di Santo Spirito’) e dal senatore cavalier Filippo (ramo ‘dell’Opera’) ottengono il Patriziato con decreto del 17 luglio 1752. Per gli alberi genealogici e notizie sui membri della famiglia si veda il fascicolo relativo in ASFi, Sebregondi , 2763. Per notizie sul castello di S. Leolino o San Lorino in Monti in Val di Sieve: E. R EPETTI , Dizionario geografico fisico storico della Toscana (…) , Firenze 1835, vol. II, pp. 678-679; e ASFi, Guadagni , 107, vecchia segnatura (d’ora in poi v.s.) S/1. Ortensia di Francesco Guadagni sposò nel 1602 Filippo di Averardo Salviati; fu prima aia e poi cameriera maggiore della granduchessa Vittoria della Rovere. Rimasta vedova nel 1614, il 21 giugno 1645 ottenne dal granduca Ferdinando II de’ Medici l’investitura del marchesato di San Leolino in Monti ( ibidem , ins.15). Nel febbraio del 1652 le venne concesso l’ulteriore privilegio di potere, alla sua morte, trasmettere il titolo al fratello Tommaso. Morì nel 1659. L. P ASSERINI , Genealogia e storia della famiglia Guadagni , Firenze 1873, p. 104. 1 fiorentino 2. Dall’esame delle carte è innanzitutto emersa la conferma che l’archivio non è sempre stato in mano alla famiglia che ne porta tuttora il nome. Nel 1938, il nonno di Charles Loren Guadagni attuale proprietario, Guitto di Guadagno, lo acquistava dai marchesi Dufour Berte e in una lettera scritta all’amico Günter Beubel, così commentava: “Le dirò una cosa assai stupida che o fatto: ho comprato l’Archivio della mia famiglia, non ci è molto ma vi sono cose che quando verrà qua la interessera[nno]» 3. Guitto, in quanto portatore del cognome Guadagni, aveva sentito dunque l’esigenza di riappropriarsi, anche attraverso le testimonianze scritte, della memoria di una famiglia che vantava origini antiche e che aveva ottenuto il patriziato fiorentino fin dai primi momenti della applicazione della legge sopra la nobiltà e cittadinanza. Due anni dopo, in osservanza della legge sugli archivi del 1939, egli ne denunciava la proprietà alla Prefettura di Firenze 4. Tuttavia, probabilmente per motivi legati allo stato di commistione in cui erano tenute le carte delle due famiglie, rimasero nell’archivio presso i Dufour Berte 173 pergamene di pertinenza Guadagni (dal 1233 al 1771) e un piccolo nucleo di buste e registri riguardanti in prevalenza fattorie e feudi della famiglia. Uno stretto intreccio con le carte Guadagni, soprattutto per la documentazione ottocentesca, si nota a tutt’oggi nell’archivio della famiglia Dufour Berte5. Nel 1837, infatti, Ottavia di Neri Guadagni (1817-1876) sposava il marchese Edoardo Dufour Berte 6, portando con sé non solo una parte cospicua del patrimonio, nel quale erano compresi, per esempio, il palazzo di Piazza Santo Spirito, la Fattoria della Luna, quella delle Fonti e la fattoria delle Torri, ma anche le carte di vari rami del suo casato che si riconoscevano in un medesimo capostipite 7. Nel 1805 era morto senza figli Niccolò di Ottavio (1730-1805), ultimo rappresentante di quel ramo dei Guadagni che aveva fatto costruire il palazzo ‘dietro la Nunziata’ e al quale si doveva la vendita del palazzo stesso. Divenivano suoi eredi alcuni rappresentanti di un altro ramo della famiglia, quello di Santo Spirito, così detto per avere Donato Maria di Tommaso 8 acquistato dalla Congregazione dei Buonomini di San Martino il palazzo Dei, in piazza Santo Spirito 9. Si trattava di Tommaso di Donato di Neri(1743-1814) e di Donato (1794-?), figlio di 2 L’operazione è stata effettuata in applicazione dell’art. 43 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che prevede la forma della custodia conservativa. Da settembre 2006 a settembre 2007 sono state completate la schedatura e il riordino del fondo, affidati, sulla base di un accordo con la proprietà rappresentata a Firenze dall’avvocato Simone Aiazzi, ad un’operatrice esterna alla Soprintendenza, la dott.ssa Rita Romanelli, in collaborazione con il personale della Amministrazione Archivistica. 3 ASFi, Guadagni , 39 (v.s. E/4). 4 Archivio della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, Fascicolo Guadagni , lettera di Guitto Guadagni del 31 luglio 1941. 5 Elenco di consistenza dell’archivio Dufour Berte, da poco depositato agli atti della Soprintendenza Archivistica per la Toscana. 6 Archivio Dufour Berte, Firenze (da ora in avanti ADB), Affari diversi (numeri rossi) , provv. 332 (v.s. filza 21 rosso), ins. 89: “Copia autentica del contratto nuziale del nobil signore Edoardo Dufour Berte con la nobil donzella Ottavia de’ marchesi Guadagni dì 2 ottobre 1837 [...]. Testamento, atti successori e divisione del suo patrimonio” Ivi , provv. 335 (v.s. filza 24 rosso), inss. 1-10. 7 Si trattava di Ulivieri di Simone (1452-1541), erede di un casato che aveva accumulato un cospicuo patrimonio con l’esercizio della mercatura, ma aveva sofferto l’esilio per aver svolto un ruolo di primo piano nel reggimento albizzesco con le figure dei fratelli Vieri e Bernardo di Vieri. Cfr. P ASSERINI , Genealogia e storia... cit., pp. 76- 77 e R. M. ZACCARIA , Guadagni Bernardo e Guadagni Vieri in Dizionario Biografico degli Italiani , vol. 60, Roma 2003, rispettivamente pp. 55-57 e 64-66. 8 Su Donato Maria di Tommaso (1641-1718) PASSERINI , Genealogia e storia ..., cit., pp. 121-122. 9 L. G INORI LISCI , I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte , vol. II, Firenze 1972, pp. 735-742. 2 suo fratello Luigi che era morto nel 1799 10 . Attraverso l’unico figlio di Tommaso, Neri, interdetto in giovane età, ma vivente fino al 1862 11 , il patrimonio passava a sua figlia Ottavia, nata nel 1817 dal matrimonio con Lucrezia di Lorenzo Capponi 12 : quella Ottavia, già ricordata sopra, che andrà in sposa ad un Dufour Berte. Da queste prime osservazioni si possono individuare alcuni elementi che permettono di delineare le caratteristiche degli archivi nobiliari, nella consapevolezza che esiste comunque una specificità legata al contesto istituzionale locale, ai modelli sociali e culturali e alle prevalenti coordinate economiche dell’area di riferimento. Innanzitutto gli archivi gentilizi si configurano come veri e propri archivi di concentrazione sia perché attraverso istituti giuridici come i fedecommessi si incentivava la trasmissione indivisa del patrimonio, e quindi indirettamente delle carte, sia perché in essi confluiscono spesso carte provenienti da altre famiglie. In relazione alle politiche ereditarie e matrimoniali delle famiglie aristocratiche, si verificano continuamente, all’interno di un casato, degli innesti, degli apporti sia di sangue che patrimoniali, come anche delle sottrazioni. Ciò ha precise conseguenze sul piano archivistico: un archivio principale fa da collettore a uno o a più complessi documentari, a loro volta contenenti fondi subordinati. Ma non sempre questa struttura – che potremmo definire a grappolo - è rispettata, o meglio, è leggibile. E ciò avviene quando un ordinamento ‘originale’ di un fondo familiare è stato superato da una successiva riorganizzazione delle carte, laddove il processo di integrazione di complessi documentari di varia provenienza (cioè ‘famiglie’) si configura come una rigenerazione delle stesse serie dando origine a qualcosa di nuovo. Solo una ricostruzione virtuale grazie alla presenza di antiche segnature e relativi strumenti di corredo può permettere di verificare i contorni documentali dell’antico ordinamento 13 . In secondo luogo occorre sottolineare che il problema della formazione, intesa come stratificazione e trasmissione, degli archivi familiari è tutto interno alla cultura nobiliare e si manifesta, nella sua complessità, nei secoli centrali dell’età moderna, è quindi tutto dentro la società di Antico regime. Dalla seconda metà del Cinquecento in poi, la nobiltà ereditaria costituisce un modello sociale per i ceti dirigenti; si afferma, cioè, anche per l’aristocrazia fiorentina - di cui non deve, tuttavia, essere dimenticata l’origine prevalentemente mercantile – quella che è stata definita l’”ideologia del gentiluomo” 14 . E’ da quest’epoca in poi che si afferma, nell’ambito storiografico, un filone di memorialistica genealogico-familiare, nel quale viene a costituire un binomio inscindibile quello di “storia cittadina/storia familiare”. Alla base o alle origini di questi testi vi era un’intensa opera di rivisitazione delle fonti documentarie, pubbliche e private, che furono oggetto di studio 10 ASFi, Guadagni , 255 (v.s. Filza 24), ins. 3. Il contenzioso generato dalla divisione ereditaria fra i fratelli Tommaso e Luigi, che non si era chiuso nemmeno alla morte di quest’ultimo, terminò definitivamente con il riconoscimento della proprietà dei beni fondiari del Palagio, in Mugello, al figlio di Luigi, Donato. 11 Ivi , ins. 1: Maria Maddalena Baldovinetti, vedova di Tommaso Guadagni, chiede nel 1815 al Tribunale l’interdizione del figlio Neri “facile ad essere ingannato nelle civili contrattazioni” e ne assume la tutela insieme a Pietro Pannilini, procuratore generale per l’eredità di Tommaso.