Mussolini, Uomo Di Teatro

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Mussolini, Uomo Di Teatro Mussolini, uomo di teatro (Mussolini, Man of the Theatre) Facoltà di Lettere e Filosofia Dottorato di ricerca in Tecnologia digitale e metodologia di ricerca sullo spettacolo Candidato Patricia Leigh Gaborik Matricola 1365532 Relatore Antonella Ottai A/A 2012/2013 Table of Contents List of Abbreviations … i Introduzione: Mussolini l’attore? … 1 Chapter One: Mussolini, a Life in the Theatre … 24 Chapter Two: Mussolini the Critic … 43 Triumph of the Will: Nietzsche in d’Annunzio, Pirandello, George Shaw … 49 “Gabriele d’Annunzio è come un dente marcio o lo si estirpa o lo si ricopre d'oro” … 51 “Pirandello fa in sostanza – senza volerlo – del teatro fascista: il mondo è come vogliamo che sia, è la nostra creazione” … 72 “Quando si vede costruire una nuova struttura, quando i martelli battono e le betoniere girano non è il momento di chiedere al capomastro cosa pensa di Bernard Shaw” … 104 The Allies of the Good Old Days; Clamoring for Revolution, Imagining Reconstruction … 131 “Bontempelli va letto e va ascoltato. È, forse, la voce più moderna dell’intellettualità italiana” … 132 Chapter Three: Mussolini the Impresario … 152 The Impresario and the Capocomico … 152 The Impresario and the Coràgo … 175 Chapter Four: Mussolini the Censor … 205 In Enemy Territory: the USSR, England, and France … 211 On Morality: Theatre for Pleasure vs. Theatre for Instruction … 227 The Empire Strikes: The Other Internal Enemies … 244 Mussolini and His Doubles … 251 Fascist Censorship, When All Is Said and Done … 254 Conclusion: A Broader View of Fascist Theatre … 266 Bibliography … 295 Davvero mostra di non aver compreso l’arte dell’indagine chi ravvisi soltanto un gioco nel chiedere a un uomo di Stato quale musica preferisca, perché proprio questi piccoli indizi forniscono elementi decisive per valutare la sua azione politica – German biographer Emil Ludwig (pseudonym of Emil Cohn), Colloqui con Mussolini. List of Abbreviations for Cited Archive Collections ACS – Archivio centrale dello stato, Roma MCP – Ministero della cultura popolare UCT – Ufficio Censura Teatrale b, f – busta, fascicolo MI – Ministero dell’Interno PolPol – Polizia politica SPD - Segretaria Particolare del Duce RSI – Repubblica Sociale Italiano CR – Carteggio riservato CO – Carteggio ordinario GRI – Getty Research Institute, Los Angeles, CA (home to the Massimo Bontempelli papers) b, f – box, folder HI – Hoover Institute, Stanford University, Stanford, CA b – box INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico, Siracusa MBAG – Museo Biblioteca dell’Attore, Genova i Introduzione: Mussolini l’attore? Benito Mussolini è l’icona più duratura del fascismo italiano. Quell’imponente presenza fisica, quella voce tonante, profonda e non sgradevole, quel carisma così difficile da definire hanno qualcosa di strano per noi, ma le testimonianze dell’epoca sono concordi. Ricordiamo la testa completamente calva, la linea prominente della mascella, gli occhi sporgenti, il pugno che si agita nello spazio o chiuso e appoggiato alla cinta di una impeccabile uniforme nera. Vedere i cinegiornali di allora produce un certo sconcerto negli spettatori di oggi, ma occorre riconoscere che Mussolini aveva senza dubbio doti performative: un elemento, questo, sul quale anche i suoi nemici erano d’accordo. Di lui o delle sue orazioni è stato detto: “Egli, come pochi, conosce l’arte del dire”1, “La sua parola squilla come una tromba di guerra e canta come un bronzo sacro”2, “Il gesto del Duce è superbo e bellissimo”3. Il futurista Emilio Settimelli ha sintetizzato: “Un gigante questo magnifico Mussolini!” 4 (un gigante che era alto solo un metro e settanta). Oggi, però, Mussolini non viene più ricordato come un ottimo oratore ma piuttosto come un grande attore: “Un commediante meraviglioso”5, “Un recitatore innato”6, “Come istrione, è veramente un genio”7, “Lo spettacolo sarebbe stato nulla senza il suo primo attore”8. Nel 1922, quando Mussolini giunse al potere, il collegamento tra eloquenza oratoria e abilità di attore era molto più stretta di quanto non sia oggi. Una lunga tradizione vedeva 1 Giuseppe Cavaciocchi, Mussolini. sintesi critiche, Cappelli Editore, Bologna 1933, p. 13. 2 Fernando Gori, Mussolini Poeta, Edizioni Pattuglia Nera, Roma 1933, p. 7. 3 Luigi Freddi, Pattuglie. Editrice Antieuropa, Roma s.d. (but 1930), p. 54. 4 Emilio Settimelli, Mussolini visto da Settimelli, Casa Editrice Pinciana, Roma 1933, p. 19. 5 Gaetano Salvemini, cit. in Berneri, Mussolini, Psicologia di un dittatore, ed. Pier Carlo Masini, Edizioni Azione Comune, Milano 1966, p. 25. Il testo di Berneri, è stato scritto negli anni trenta, ma non pubblicato, con il titolo Mussolini, grande attore. 6 Ruggero Zangrandi, cit. in Introduzione a Berneri, Mussolini, Psicologia di un dittatore, cit., p. 24. 7 Alceste De Ambris, “Mussolini. La leggenda e l’uomo,” (1930) in Benito Mussolini. Quattro Testimonianze, ed. Renzo de Felice, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1976, p. 79. 8 Luigi Barzini, cit. in Introduzione a Berneri, Mussolini, Psicologia di un dittatore, cit., p. 24. Per Barzini, si veda The Italians, Antheneum, New York 1967 [1964]. 1 l’arte del dire e l’arte del recitare strettamente connesse, come indica l’origine latina del verbo (re-citare), la quale allude tanto all’atto di ripetere a memoria quanto a quello di impersonare sulla scena una parte. Ai tempi di Mussolini, gli stessi manuali trattavano l’oratoria e la recitazione assieme, ed è solo attraverso una attenta lettura che il lettore di oggi può capire quando i loro autori pensavano a un pulpito e quando a un palcoscenico. La ragione di questa indistinzione è chiara: la padronanza dell’actio – la parte della retorica che si interessa della voce e dei gesti di colui che parla – è altrettanto essenziale per l'oratore e l’attore di teatro. Nessuno potrebbe mai diventare un grande oratore o un grande attore senza giungere a esercitare un controllo assoluto sul suo corpo e sulla voce, e senza imparare a manipolare entrambi per ottenere un effetto sicuro su un dato pubblico. Tra il XVIII e il XX secolo, la recitazione teatrale e la sua teorizzazione registrò un costante allontanamento dai dettami della retorica classica e da uno stile piuttosto statico e roboante, in favore di un più stile più naturalistico9. In Italia, dove i grandi istrioni erano anche gli amministratori delle compagnie teatrali, gli anni a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo segnarono un periodo di rapida transizione in questo senso, tanto che nel 1959 l’autore di un manuale di dizione e di recitazione avrebbe proclamato che la “declamazione” (vale a dire la tendenza a recitare con “gesto ed espressione piuttosto esagerati ed enfatici”) aveva regnato fino alla fine del secolo precedente, ma che adesso si preferiva la “recitazione” (più semplice e più naturale, e da lui definita “ricco di colore, di passaggi, di sfumature”10). Nel 1914, il futuro principe dei critici teatrali italiani, Silvio d'Amico, notò infatti che in Italia i grandi attori, anche i più grandi, si affidavano al proprio talento vocale. In questo senso la figura del mattatore “non interpreta, ma dice; ha delle parole che sottolinea sempre; ne ha delle altre che pronuncia sempre sottovoce […] Egli 9 Joseph R. Roach, The Player’s Passion. Studies in the Science of Acting, University of Michigan, Ann Arbor 1993. Cfr. Claudio Vicentini, La teoria della recitazione, dall’antichità al Settecento, Marsilio, Venezia 2012. 10 Walter Fagiolini, Dizione e recitazione, Tipografiia arti grafiche friulane, Udine 1959, p. 1-7. Sull’evoluzione dell’arte della recitazione nel periodo pertinente, si veda Claudio Meldolesi, Fondamenti del teatro italiano. La generazione dei registi, Bulzoni, Roma 1984. 2 insomma dà rilievo alla parola, tutt’al più alla battuta, qualche rara volta alla scene; ma non al carattere, e men che mai alla commedia” 11. Questa non era del tutto una critica, perchè d'Amico ammirava un simile talento; e tuttavia, metteva bene in chiaro che questo tipo di attore non comprendeva il dramma né la psicologia dei personaggi che interpretava. Nel ventesimo secolo, proprio questa capacità sarebbe venuta a marcare la differenza tra un attore tecnicamente preparato e un grande attore. Amici e nemici erano d'accordo su una cosa: Mussolini era stato un vero maestro della actio. Non è quindi così strano vedere che lo si è confrontato – in senso positivo e in senso peggiorativo – persino ai più grandi attori del periodo eroico del teatro dell’Italia unita: Ernesto Rossi e Tommaso Salvini12. Le analisi stilistiche dell’arte oratorica del duce, possibili grazie ai cinegiornali del giorno, rivelano l’efficacia, la coerenza e la precisione dei suoi gesti e della sua dizione, così come il coordinamento che viene a stabilirsi tra i due. I filmati inducono a sospettare che conoscesse le pubblicazioni sulll’arte della persuasione pubblica, per le tecniche che seguiva alla perfezione, dalla posizione con le gambe leggermente divaricate (per trasmettere una impressione di solidità) all’uso esclusivo della mano destra nella gestualità, e dalla preferenza per i gesti circolari ed “espansivi” (che si riteneva dessero la cadenza) alla esattezza con cui le ripetizioni dei movimenti accompagnavano le ripetizioni verbali13. In fin dei conti, quindi, non è affatto strano che il duce abbia finito per essere considerato da tutti un attore. E tuttavia, poiché molte delle abilità di base richieste all’attore e all’oratore erano le stesse, tanti i maestri quanto i teorici stavano bene attenti a distinguere obiettivi e contesto. 11 Silvio d’Amico, Cronache 1914/1955, a cura di Alessandro d’Amico e Lina Vito, Novecento, Palermo 2001, Volume I Tomo I. p. 94. 12 Barzini, The Italians, cit., p. 145. 13 Marco Gherbi, Analisi della comunicazione non verbale nei discorsi di Mussolini, Tesi di Laurea specialistica alla Università degli studi di Trieste, 2006. Fanno impressione le osservazioni di Gherbi assieme ad un’analisi del duce nei cinegiornali quando messi a confronto con un manuale come quello scritto da Giovanni Ghirlanda, attore della Compagnia Reale di Torino, nonché instruttore di recitazione, Cenni sopra l’arte drammatica (Tipografia Mariani, Firenze 1896).
Recommended publications
  • Aiello Calabro (CS) Italy
    Dr. Francesco Gallo OUTSTANDING FAMILIES of Aiello Calabro (CS) Italy from the XVI to the XX centuries EMIGRATION to USA and Canada from 1880 to 1930 Padua, Italy August 2014 1 Photo on front cover: Graphic drawing of Aiello of the XVII century by Pietro Angius 2014, an readaptation of Giovan Battista Pacichelli's drawing of 1693 (see page 6) Photo on page 1: Oil painting of Aiello Calabro by Rosario Bernardo (1993) Photo on back cover: George Benjamin Luks, In the Steerage, 1900 Oil on canvas 77.8 x 48.9 cm North Carolina Museum of Art, Raleigh. Purchased with funds from the Elizabeth Gibson Taylor and Walter Frank Taylor Fund and the North Carolina State Art Society (Robert F. Phifer Bequest), 98.12 2 With deep felt gratitude and humility I dedicate this publication to Prof. Rocco Liberti a pioneer in studying Aiello's local history and author of the books: "Ajello Calabro: note storiche " published in 1969 and "Storia dello Stato di Aiello in Calabria " published in 1978 The author is Francesco Gallo, a Medical Doctor, a Psychiatrist, a Professor at the University of Maryland (European Division) and a local history researcher. He is a member of various historical societies: Historical Association of Calabria, Academy of Cosenza and Historic Salida Inc. 3 Coat of arms of some Aiellese noble families (from the book by Cesare Orlandi (1734-1779): "Delle città d'Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie", Printer "Augusta" in Perugia, 1770) 4 SUMMARY of the book Introduction 7 Presentation 9 Brief History of the town of Aiello Calabro
    [Show full text]
  • Mafia Motifs in Andrea Camilleri's Detective
    MAFIA MOTIFS IN ANDREA CAMILLERI’S DETECTIVE MONTALBANO NOVELS: FROM THE CULTURE AND BREAKDOWN OF OMERTÀ TO MAFIA AS A SCAPEGOAT FOR THE FAILURE OF STATE Adriana Nicole Cerami A dissertation submitted to the faculty at the University of North Carolina at Chapel Hill in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in the Department of Romance Languages and Literatures (Italian). Chapel Hill 2015 Approved by: Dino S. Cervigni Amy Chambless Roberto Dainotto Federico Luisetti Ennio I. Rao © 2015 Adriana Nicole Cerami ALL RIGHTS RESERVED ii ABSTRACT Adriana Nicole Cerami: Mafia Motifs in Andrea Camilleri’s Detective Montalbano Novels: From the Culture and Breakdown of Omertà to Mafia as a Scapegoat for the Failure of State (Under the direction of Ennio I. Rao) Twenty out of twenty-six of Andrea Camilleri’s detective Montalbano novels feature three motifs related to the mafia. First, although the mafia is not necessarily the main subject of the narratives, mafioso behavior and communication are present in all novels through both mafia and non-mafia-affiliated characters and dialogue. Second, within the narratives there is a distinction between the old and the new generations of the mafia, and a preference for the old mafia ways. Last, the mafia is illustrated as the usual suspect in everyday crime, consequentially diverting attention and accountability away from government authorities. Few critics have focused on Camilleri’s representations of the mafia and their literary significance in mafia and detective fiction. The purpose of the present study is to cast light on these three motifs through a close reading and analysis of the detective Montalbano novels, lending a new twist to the genre of detective fiction.
    [Show full text]
  • VOCAL 78 Rpm Discs Minimum Bid As Indicated Per Item
    VOCAL 78 rpm Discs Minimum bid as indicated per item. Listings “Just about 1-2” should be considered as mint and “Cons. 2” with just the slightest marks. For collectors searching top copies, you’ve come to the right place! The further we get from the time of production (in many cases now 100 years or more), the more difficult it is to find such excellent extant pressings. Some are actually from mint dealer stocks and others the result of having improved copies via dozens of collections purchased over the past fifty years. * * * For those looking for the best sound via modern reproduction, those items marked “late” are usually of high quality shellac, pressed in the 1950-55 period. A number of items in this particular catalogue are excellent pressings from that era. * * * Please keep in mind that the minimum bids are in U.S. Dollars, a benefit to most collectors. * * * “Text label on verso.” For a brief period (1912-14), Victor pressed silver-on-black labels on the reverse sides of some of their single-faced recordings, usually with a translation of the text or similarly related comments. BESSIE ABOTT [s]. Riverdale, NY, 1878-New York, 1919. Following the death of her father which left her family penniless, Bessie and her sister Jessie (born Pickens) formed a vaudeville sister vocal act, accompanying themselves on banjo and guitar. Upon the recommendation of Jean de Reszke, who heard them by chance, Bessie began operatic training with Frida Ashforth. She subsequently studied with de Reszke him- self and appeared with him at the Paris Opéra, making her debut as Gounod’s Juliette.
    [Show full text]
  • The Corporatism of Fascist Italy Between Words and Reality
    CORPORATIVISMO HISTÓRICO NO BRASIL E NA EUROPA http://dx.doi.org/10.15448/1980-864X.2016.2.22336 The corporatism of Fascist Italy between words and reality O corporativismo da Itália fascista entre palavras e realidade El corporativismo de la Italia fascista entre las palabras y la realidad Alessio Gagliardi* Translated by Sergio Knipe Abstract: It is common knowledge that State intervention in Italy in the Twenties and the Thirties developed outside of corporative institutions. The history of Fascist corporatism, however, is not only an unsuccessful story. Despite the failure of the “corporatist revolution” and “Fascist third way”, Fascist corporatism since the mid- Twenties helped the progressive development of a new political system to regulate relationship between State and private interests. The paper examines not only the institutional framework (the systems of formal laws, regulations, and procedures, and informal norms) but also their acts and real activities. It dwells upon internal debates, political and institutional importance acquired by corporative institutions in Fascist regime and behaviours of entrepreneurial organizations and labour unions. In this way, the paper aims to point out the “real” consequences of Fascist corporatism, different from the ideological ones. Keywords: corporatism; Fascism; Italy Resumo: É de conhecimento geral que intervenções estatais na Itália nas décadas de 1920 e 1930 se desenvolveram fora de instituições corporativas. A história do corporativismo fascista, no entanto, não é totalmente sem sucessos. Apesar da falha da “revolução corporativista” e da “terceira via fascista”, o corporativismo fascista, desde meados dos anos 1920, ajudou no desenvolvimento progressivo de um novo sistema político para regular a relação entre o Estado e interesses privados.
    [Show full text]
  • Fascist Italy's Illiberal Cultural Networks Culture, Corporatism And
    Genealogie e geografie dell’anti-democrazia nella crisi europea degli anni Trenta Fascismi, corporativismi, laburismi a cura di Laura Cerasi Fascist Italy’s Illiberal Cultural Networks Culture, Corporatism and International Relations Benjamin G. Martin Uppsala University, Sweden Abstract Italian fascists presented corporatism, a system of sector-wide unions bring- ing together workers and employers under firm state control, as a new way to resolve tensions between labour and capital, and to reincorporate the working classes in na- tional life. ‘Cultural corporatism’ – the fascist labour model applied to the realm of the arts – was likewise presented as a historic resolution of the problem of the artist’s role in modern society. Focusing on two art conferences in Venice in 1932 and 1934, this article explores how Italian leaders promoted cultural corporatism internationally, creating illiberal international networks designed to help promote fascist ideology and Italian soft power. Keywords Fascism. Corporatism. State control. Labour. Capital. Summary 1 Introduction. – 2 Broadcasting Cultural Corporatism. – 3 Venice 1932: Better Art Through Organisation. – 4 Italy’s International Cultural Outreach: Strategies and Themes. – 5 Venice 1934: Art and the State, Italy and the League. – 6 Conclusion. 1 Introduction The great ideological conflict of the interwar decades was a clash of world- views and visions of society, but it also had a quite practical component: which ideology could best respond to the concrete problems of the age? Problems like economic breakdown, mass unemployment, and labour unrest were not only practical, of course: they seemed linked to a broader breakdown of so- Studi di storia 8 e-ISSN 2610-9107 | ISSN 2610-9883 ISBN [ebook] 978-88-6969-317-5 | ISBN [print] 978-88-6969-318-2 Open access 137 Published 2019-05-31 © 2019 | cb Creative Commons Attribution 4.0 International Public License DOI 10.30687/978-88-6969-317-5/007 Martin Fascist Italy’s Illiberal Cultural Networks.
    [Show full text]
  • History and Emotions Is Elsa Morante, Goliarda Sapienza and Elena
    NARRATING INTENSITY: HISTORY AND EMOTIONS IN ELSA MORANTE, GOLIARDA SAPIENZA AND ELENA FERRANTE by STEFANIA PORCELLI A dissertation submitted to the Graduate Faculty in Comparative Literature in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy, The City University of New York 2020 © 2020 STEFANIA PORCELLI All Rights Reserved ii Narrating Intensity: History and Emotions in Elsa Morante, Goliarda Sapienza and Elena Ferrante by Stefania Porcell i This manuscript has been read and accepted for the Graduate Faculty in Comparative Literature in satisfaction of the dissertation requirement for the degree of Doctor of Philosophy. ________ ______________________________ Date [Giancarlo Lombardi] Chair of Examining Committee ________ ______________________________ Date [Giancarlo Lombardi] Executive Officer Supervisory Committee: Monica Calabritto Hermann Haller Nancy Miller THE CITY UNIVERSITY OF NEW YORK iii ABSTRACT Narrating Intensity: History and Emotions in Elsa Morante, Goliarda Sapienza and Elena Ferrante By Stefania Porcelli Advisor: Giancarlo Lombardi L’amica geniale (My Brilliant Friend) by Elena Ferrante (published in Italy in four volumes between 2011 and 2014 and translated into English between 2012 and 2015) has galvanized critics and readers worldwide to the extent that it is has been adapted for television by RAI and HBO. It has been deemed “ferocious,” “a death-defying linguistic tightrope act,” and a combination of “dark and spiky emotions” in reviews appearing in popular newspapers. Taking the considerable critical investment in the affective dimension of Ferrante’s work as a point of departure, my dissertation examines the representation of emotions in My Brilliant Friend and in two Italian novels written between the 1960s and the 1970s – La Storia (1974, History: A Novel) by Elsa Morante (1912-1985) and L’arte della gioia (The Art of Joy, 1998/2008) by Goliarda Sapienza (1924-1996).
    [Show full text]
  • Futurism-Anthology.Pdf
    FUTURISM FUTURISM AN ANTHOLOGY Edited by Lawrence Rainey Christine Poggi Laura Wittman Yale University Press New Haven & London Disclaimer: Some images in the printed version of this book are not available for inclusion in the eBook. Published with assistance from the Kingsley Trust Association Publication Fund established by the Scroll and Key Society of Yale College. Frontispiece on page ii is a detail of fig. 35. Copyright © 2009 by Yale University. All rights reserved. This book may not be reproduced, in whole or in part, including illustrations, in any form (beyond that copying permitted by Sections 107 and 108 of the U.S. Copyright Law and except by reviewers for the public press), without written permission from the publishers. Designed by Nancy Ovedovitz and set in Scala type by Tseng Information Systems, Inc. Printed in the United States of America by Sheridan Books. Library of Congress Cataloging-in-Publication Data Futurism : an anthology / edited by Lawrence Rainey, Christine Poggi, and Laura Wittman. p. cm. Includes bibliographical references and index. ISBN 978-0-300-08875-5 (cloth : alk. paper) 1. Futurism (Art) 2. Futurism (Literary movement) 3. Arts, Modern—20th century. I. Rainey, Lawrence S. II. Poggi, Christine, 1953– III. Wittman, Laura. NX456.5.F8F87 2009 700'.4114—dc22 2009007811 A catalogue record for this book is available from the British Library. This paper meets the requirements of ANSI/NISO Z39.48–1992 (Permanence of Paper). 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 CONTENTS Acknowledgments xiii Introduction: F. T. Marinetti and the Development of Futurism Lawrence Rainey 1 Part One Manifestos and Theoretical Writings Introduction to Part One Lawrence Rainey 43 The Founding and Manifesto of Futurism (1909) F.
    [Show full text]
  • A British Reflection: the Relationship Between Dante's Comedy and The
    A British Reflection: the Relationship between Dante’s Comedy and the Italian Fascist Movement and Regime during the 1920s and 1930s with references to the Risorgimento. Keon Esky A thesis submitted in fulfilment of requirements for the degree of Doctor of Philosophy, Faculty of Arts and Social Sciences. University of Sydney 2016 KEON ESKY Fig. 1 Raffaello Sanzio, ‘La Disputa’ (detail) 1510-11, Fresco - Stanza della Segnatura, Palazzi Pontifici, Vatican. KEON ESKY ii I dedicate this thesis to my late father who would have wanted me to embark on such a journey, and to my partner who with patience and love has never stopped believing that I could do it. KEON ESKY iii ACKNOWLEDGEMENTS This thesis owes a debt of gratitude to many people in many different countries, and indeed continents. They have all contributed in various measures to the completion of this endeavour. However, this study is deeply indebted first and foremost to my supervisor Dr. Francesco Borghesi. Without his assistance throughout these many years, this thesis would not have been possible. For his support, patience, motivation, and vast knowledge I shall be forever thankful. He truly was my Virgil. Besides my supervisor, I would like to thank the whole Department of Italian Studies at the University of Sydney, who have patiently worked with me and assisted me when I needed it. My sincere thanks go to Dr. Rubino and the rest of the committees that in the years have formed the panel for the Annual Reviews for their insightful comments and encouragement, but equally for their firm questioning, which helped me widening the scope of my research and accept other perspectives.
    [Show full text]
  • Biografia Di Alberto Moravia
    NonSoloBiografie - Tutte le biografie nel web... NonSoloBiografie: Alberto Moravia Alberto Moravia (per l'anagrafe Alberto Pincherle: il cognome Moravia è quello della nonna paterna) nasce il 28 novembre 1907 a Roma, in via Sgambati, da un'agiata famiglia borghese. Il padre, Carlo Pincherle Moravia, architetto e pittore, è di origine veneziana, mentre la madre, Gina de Marsanich, è di Ancona. Terzo di quattro figli (Adriana, Elena e Gastone, nato nel 1914), Alberto ha una «prima infanzia normale benché solitaria». All'età di nove anni si verifica «il fatto più importante della sua vita», quello che l'autore stesso riteneva avesse inciso «sulla sua sensibilità in maniera determinante»: la malattia da cui non guarirà del tutto che verso i diciassette anni, lasciandolo leggermente claudicante. All'età di nove anni, infatti, Alberto si ammala di tubercolosi ossea, malattia dagli atroci dolori che lo costringe a letto per cinque anni: i primi tre a casa, e gli ultimi due nel sanatorio Codivilla di Cortina d'Ampezzo. Durante questo periodo i suoi studi (interrotti alla licenza ginnasiale, suo unico titolo di studio) sono irregolari. Tuttavia, legge innumerevoli libri, soprattutto i classici e i massimi narratori dell'Ottocento e del primo Novecento (Dostoevskij, Joyce, Goldoni, Shakespeare, Molière, Mallarmé, Leopardi e molti altri); scrive versi in francese e in italiano, e studia tedesco. Dopo aver lasciato il sanatorio nell'autunno del 1925, durante la convalescenza a Bressanone, in provincia di Bolzano, dà inizio alla stesura de Gli indifferenti, che verrà pubblicato con gran successo nel 1929. La sua salute rimane fragile ed è costretto a vivere in alberghi di montagna passando da un luogo all'altro.
    [Show full text]
  • Mussolini and Rome in the Premillennial Imagination
    Illinois State University ISU ReD: Research and eData Theses and Dissertations 6-24-2020 The Beast And The Revival Of Rome: Mussolini And Rome In The Premillennial Imagination Jon Stamm Illinois State University, [email protected] Follow this and additional works at: https://ir.library.illinoisstate.edu/etd Part of the History of Religion Commons, and the United States History Commons Recommended Citation Stamm, Jon, "The Beast And The Revival Of Rome: Mussolini And Rome In The Premillennial Imagination" (2020). Theses and Dissertations. 1312. https://ir.library.illinoisstate.edu/etd/1312 This Thesis is brought to you for free and open access by ISU ReD: Research and eData. It has been accepted for inclusion in Theses and Dissertations by an authorized administrator of ISU ReD: Research and eData. For more information, please contact [email protected]. THE BEAST AND THE REVIVAL OF ROME: MUSSOLINI AND ROME IN THE PREMILLENNIAL IMAGINATION JON STAMM 130 Pages Premillennial dispensationalism became immensely influential among American Protestants who saw themselves as defenders of orthodoxy. As theological conflict heated up in the early 20th century, dispensationalism’s unique eschatology became one of the characteristic features of the various strands of “fundamentalists” who fought against modernism and the perceived compromises of mainline Protestantism. Their embrace of the dispensationalist view of history and Biblical prophecy had a significant effect on how they interpreted world events and how they lived out their faith. These fundamentalists established patterns of interpretation that in the second half of the 20th century would fuel the emergence of a politically influential form of Christian Zionism.
    [Show full text]
  • Vedimento (ASP, PNF Di Mon- Tecatini Val Di Cecina, B
    “La Spalletta”, 12 settembre 2015 DALLA MARCIA SU ROMA ALLA MVSN «Vittoria Fascista»: era questo il titolo di un articolo di fondo pubblicato il 5 novembre 1922 su “Il Corazziere” (a. XLI, n. 45): foglio che mai – occorre dirlo – aveva fatto mancare il suo sostegno al movimento fondato da Mussolini il 23 marzo 1919, prima, e poi al partito nato il 7 novembre del 1921: Il nostro giornale che ha seguito, con simpatia, con fiducia, con ammirazione fervida e sincera, il fascismo, fino dal suo sor- gere, ne celebra oggi la piena e assoluta vittoria con la più grande letizia e con la ferma sicurezza che esso saprà ottimamente ricostruire come efficacemente ha saputo compiere l’opera di santa demolizione. Alle Camice nere, al genio di Benito Mussolini – duce romanamente grande – l’Italia deve la sua salvezza e dovrà la sua rina- scita e il definitivo trionfo. I primi atti del nuovo Governo infondono un ritmo nuovo alla vita nazionale: il ritmo dei forti. Finalmente – dopo l’avvicendarsi di governi abulici, inerti, tentennanti, deboli – l’Italia – per merito di Vittorio Emanuele III – ha oggi alla sua testa un Uomo dal pugno di ferro e dalla mente superiore, un Uomo che è espressione pura e genui- na della nostra razza imperiale! Salutiamo in Benito Mussolini il continuatore dell’Italia di Vittorio Veneto; diamo a Benito Mussolini adesione piena, completa, entusiastica, incondizionata; stringiamoci concordi intorno al Fascismo trionfante: questo è il dovere di quanti hanno amore e rispetto per la Patria, affetto e devozione per il Sovrano: chi non sente questo dovere è un traditore.
    [Show full text]
  • Alceste De Ambris Dall'interventismo All'esilio
    Alceste De Ambris dall’interventismo all’esilio (1914-1934) Enrico Serventi Longhi La figura di Alceste De Ambris è stata studiata ed è conosciuta da diversi ricercatori, studiosi o appassionati di storia. La sua vicenda biografica lo vede protagonista della politica rivoluzionaria e non solo dei primi trentenni del novecento; nato a Licciana di Pontremoli (Massa) il 15 settembre 1874, il suo nome è legato a due episodi celebri: lo sciopero generale dei contadini a Parma nel maggio 1908 e la collaborazione con Gabriele D’Annunzio a Fiume – Rijeka nel 1920. Esperienze profondamente diverse per fini, caratteri ideologici e sviluppi organizzativi, testimoni di una indiscutibile trasformazione, comune del resto alla generazione degli interventisti di sinistra. La guerra fu un momento di rottura fra la tradizione riformistica, parlamentare, persino evangelica, del socialismo italiano ufficiale e parte della nuova generazione di giovani rivoluzionari. In tale ottica ho ritenuto opportuno segnare come inizio simbolico dell’indagine analitica il discorso interventista di De Ambris pronunciato nell’agosto 1914; la guerra rappresenta senza dubbio il determinante momento di rottura del sindacalista di Licciana con il movimento operaio e libertario, sebbene insieme preceduto dall’avvicinamento alle posizioni antigermaniche del sindacalismo rivoluzionario francese e dalla fondamentale esperienza politica ed esistenziale nel Ticino1. La tesi di dottorato nasce con lo specifico intento di mettere in luce la travagliata esperienza del sindacalista aprano e, allo stesso tempo non sottovalutando lo studio prosopografico dei gruppi con cui entra in contatto e collabora. Il taglio biografico può permettere di entrare in profondità nel dibattito, nelle fratture, nelle riorganizzazioni, nelle affermazioni e nelle sconfitte delle diverse scuole della sinistra rivoluzionaria italiana sorte dalla campagna antimilitarista e dall’interventismo rivoluzionario e democratico.
    [Show full text]