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FONDATA DA FILIPPO TURATI NEL 1891 DIREZIONE GIORNALISTI EDITORI scarl Ugo Finetti - Stefano Carluccio Via Benefattori dell’Ospedale, 24 - Milano (direttore responsabile) Rivista di Cultura Politica, Storica e Letteraria Tel. +39 02 6070789 / 02 683984 Email: [email protected] Fax +39 02 89692452 [email protected] Grafica: Gianluca Quartuccio Giordano Anno CXXII – N. 2-3 / 2013 Email:

Registrazione Tribunale di Milano n. 646 / 8 ottobre 1948 e n. 537 / 15 ottobre 1994 – Stampa: Industria Grafica - Editoriale Pizzorni - IGEP srl - Via Castelleone, 152 - 26100 Cremona - Abbonamento annuo: Euro 50,00 Euro - 10,00

■ UN DURO ATTO DI ACCUSA PER L’“IMPERDONABILE NULLA DI FATTO” IN MATERIA DI RIFORME SOPRATTUTTO DELLA LEGGE ELETTORALE DI FRONTE AD UN DRAMMATICO ALLARME RINNOVAMENTO DELLO STATO, CONTRO PULSIONI EVERSIVE

ULTIMO AVVISO

a almeno tre anni abbiamo operato perchè nel sistema politico in declino D nascesse una reazione vitale per favorire le riforme istituzionali con i ca- ratteri essenziali delle trasformazioni sociali che la prima parte della Co- stituzione aveva indicato. La crisi dei partiti ha provocato la disfatta sociale, la disgrega- zione della coesione sociale e minaccia di travolgere le istituzioni. Un nuovo virus è penetrato nel corpo vivo della nazione: il fascismo mediatico. Un mezzo di comunicazione è diventato un fine, senza regole, senza guida e senza cul- tura politica. Questo virus ha intaccato tutti i partiti ed ha paralizzato i sindacati. La democrazia politica e sociale nelle sue forme storiche organizzate è senza ossigeno. Il Parlamento sempre più impotente ne ha preso atto e ha rivolto il suo disperato SOS all’anziano Capo dello Stato, ultimo figlio generoso e forte della grande generazione dei padri repubblicani. Napolitano non imporrà niente. Ha già dato molto e, forse, troppo. Ora sono i partiti che dovranno offrire la loro rivoluzione culturale. Se non lo faranno sappiano che il Presidente della Repubblica ha due pistole cariche: lo scioglimento delle Camere e la sua lettera di dimissioni. “Dal discorso per il Giuramento di ai Grandi Elettori dopo la sua ri- Se non sarà costretto ad impugnare queste armi vorrà dire che il fascismo telematico è conferma alla Presidenza della Repubblica”. stato distrutto nella sua fase ascendente più pericolosa. s Rino Formica Giorgio Napolitano

emerso da tali incontri, nella mattinata di sabato, un drammatico allarme per il È rischio ormai incombente di un avvitarsi del Parlamento in seduta comune nel- ultimi anni, a esigenze fondate e domande pressanti di riforma delle istituzioni e di rinnovamento l’inconcludenza, nella impotenza ad adempiere al supremo compito costituzio- della politica e dei partiti - che si sono intrecciate con un’acuta crisi finanziaria, con una pesante nale dell’elezione del Capo dello Stato. Di qui l’appello che ho ritenuto di non poter declinare - recessione, con un crescente malessere sociale - non si sono date soluzioni soddisfacenti : hanno per quanto potesse costarmi l’accoglierlo - mosso da un senso antico e radicato di identificazione finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di con le sorti del paese. convenienza, tatticismi e strumentalismi. Ecco che cosa ha condannato alla sterilità o ad esiti La rielezione, per un secondo mandato, del Presidente uscente, non si era mai verificata nella minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento. storia della Repubblica, pur non essendo esclusa dal dettato costituzionale, che in questo senso Quel tanto di correttivo e innovativo che si riusciva a fare nel senso della riduzione dei costi aveva lasciato - come si è significativamente notato - “schiusa una finestra per tempi eccezio- della politica, della trasparenza e della moralità nella vita pubblica è stato dunque facilmente nali”. Ci siamo dunque ritrovati insieme in una scelta pienamente legittima, ma eccezionale. ignorato o svalutato : e l’insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, Perché senza precedenti è apparso il rischio che ho appena richiamato : senza precedenti e tanto sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di più grave nella condizione di acuta difficoltà e perfino di emergenza che l’Italia sta vivendo in opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del un contesto europeo e internazionale assai critico e per noi sempre più stringente. mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono. Attenzione : Bisognava dunque offrire, al paese e al mondo, una testimonianza di consapevolezza e di coe- quest’ultimo richiamo che ho sentito di dover esprimere non induca ad alcuna autoindulgenza, sione nazionale, di vitalità istituzionale, di volontà di dare risposte ai nostri problemi : passando non dico solo i corresponsabili del diffondersi della corruzione nelle diverse sfere della politica di qui una ritrovata fiducia in noi stessi e una rinnovata apertura di fiducia internazionale verso e dell’amministrazione, ma nemmeno i responsabili di tanti nulla di fatto nel campo delle riforme. l’Italia. E’ a questa prova che non mi sono sottratto. Ma sapendo che quanto è accaduto qui nei Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale del 2005. Ancora pochi giorni giorni scorsi ha rappresentato il punto di arrivo di una lunga serie di omissioni e di guasti, di fa, il Presidente Gallo ha dovuto ricordare come sia rimasta ignorata la raccomandazione della chiusure e di irresponsabilità. Ne propongo una rapida sintesi, una sommaria rassegna. Negli Corte Costituzionale a rivedere in particolare la norma relativa all’attribuzione di un premio di maggioranza senza che sia raggiunta una soglia minima di voti o di seggi. La mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell’abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare una 2

0 PER ABBONARSI simile sovra-rappresentanza in Parlamento. Ed è un fatto, non certo imprevedibile, che quella 0

3 legge ha provocato un risultato elettorale di difficile governabilità, e suscitato nuovamente fru- 1 Abbonamento annuo Euro 50,00 strazione tra i cittadini per non aver potuto scegliere gli eletti. c/c postale 30516207 intestato a Giornalisti editori scarl 3 Non meno imperdonabile resta il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme 0

0 Banco Posta: IBAN IT 64 A 0760101600000030516207 della seconda parte della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai 7

5 Banca Intesa: IBAN IT 06 O 0306901626100000066270 giunte a infrangere il tabù del bicameralismo paritario. 0 E-mail: [email protected] 0 Molto si potrebbe aggiungere, ma mi fermo qui, perché su quei temi specifici ho speso tutti i 0 0

8 possibili sforzi di persuasione, vanificati dalla sordità di forze politiche che pure mi hanno ora comma 1, DCB Milano - Mens. Editore - Stefano Carluccio 7 POSTE ITALIANE S.p.A. Spedizione ITALIANE POSTE 7 in a.p.D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) Art. 1 353/03 (conv. in a.p.D.L. ISSN 1827-4501 La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7/08/1990 n.250 9 Continua a pagina 24 2 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

IL LIBRO ■ L’INTRODUZIONE DAL LIBRO DI PAOLO FRANCHI SUL “SOCIALISTA” DEL PCI NAPOLITANO, DA BOTTEGHE OSCURE AL QUIRINALE

Paolo Franchi

o intervistato per il «Corriere H della Sera» Giorgio Napolita- no un’infinità di volte, impa- rando subito a conoscerne, come tutti i suoi in- tervistatori, la proverbiale pignoleria: «Alla terza riga della quarta risposta, hai scritto: “dunque”. Ma a me sembra proprio di aver detto “quindi” ... », Almeno altrettante ho scritto di lui, delle sue posizioni politiche. dei suoi libri e anche del suo ottantesimo comple- anno, festeggiato con una bella cena sulla fan- tastica terrazza di un ristorante al Campido- glio. È ospite di una trasmissione che condu- cevo alla radio, Radio Tre Mondo, sul finire del 2005, quando per la prima volta gli viene pubblicamente pronosticata, da un’amichevole radioascoltatrice, l’imminente ascesa al Qui- rinale, e lui smentisce ogni possibilità, ma pri- ma ancora ogni personale interesse al riguar- do. lo gli credo. Sbagliavo, ovviamente, quan- to alle possibilità. Ma sull’assenza di ambizio- ne personale penso di essere stato nel giusto. Napolitano, comunque, non l’ho conosciuto da giornalista. La circostanza esatta in cui ho parlato con lui per la prima volta non la saprei indicare con precisione: di sicuro risale a qua- ranta e passa anni fa, quando guidava la com- missione culturale del Pci, e io, ventenne o po- co più, ero il responsabile nazionale degli stu- denti comunisti. Di quel tempo ho, credo, una discreta memoria politica. Ma i miei ricordi di allora più vivi sul Nap, come lo chiamavamo, riguardano episodi che con la politica propria- ‘e Nola e di Pupetta Maresca (testimoni di funzionano benissimo anche con i compagni Se è così, qualche mese dopo, sarà stato settem- mente detta c’entrano fino a un certo punto. nozze del boss sono stati, nell’aprile del ‘955, più stagionati. Poi, tocca a Napolitano. bre, devo avergli dato una delusione. In agosto, Storie minime, si capisce, visto che all’epoca Giovanni Leone e Silvio Gava), alla cui storia Proprio quel giorno «l’Unità» ha pubblicato in vacanza sulla Costiera amalfitana, a Praiano, Napolitano è uno dei dirigenti più autorevoli un vecchio amico di Napolitano, Francesco una pagina intera di dichiarazioni di voto al mi sono lasciato crescere, per estiva pigrizia, la del partito, e io un giovanotto. Se mi sono ri- Rosi, ha dedicato un film famoso, La sfida, Pci di docenti universitari, intellettuali, perso- barba che, tra l’altro, porto ininterrottamente da maste impresse nella memoria, però, è perché con José Suarez nel ruolo di lui, Rosanna nalità dello spettacolo: il rito è antico, ma per allora. Quando, di ritorno, vado a trovarlo nel le ho sempre trovate, nel loro piccolo, illumi- Schiaffino in quello di lei. molti dei firmatari è la prima volta. Il respon- suo ufficio al quarto piano delle Botteghe nanti. Mi ha detto con affettuosa ironia parte- Quella sera di aprile del ‘972, sulla piazza sabile della commissione culturale le cita quasi Oscure, mi guarda più allibito che perplesso, e nopea Raffaele La Capria - cui ho chiesto lu- centrale di Nola, dove Napolitano, il filosofo tutte, si sofferma sul significato di questo o di non mi nasconde, seppure in tono semiserio, la mi, per questo libro, sul Napolitano giovane, Biagio de Giovanni e il sottoscritto debbono quel messaggio, da ultimo tiene a precisare, sua contrarietà. La barba .. un cedimento così anzi, giovanissimo, nella Napoli dei primi anni arringare la folla, la camorra forse non c’è, o siamo sempre a Nola, siamo sempre nel 1972, grave allo spirito del tempo, da me, che gli ave- Quaranta - che, a pensarci su adesso, quello se, come più probabile, c’è, se ne sta sullo quanto piacere in particolare gli abbia arreca- vo dato l’impressione di essere una persona se- studentello di tre anni più giovane di lui, così sfondo, tra i tanti cittadini che comunista non to, e qui il tono della sua voce si fa quasi mu- ria, non se lo sarebbe mai aspettato. a modo, così equilibrato, così per bene, era voteranno mai, ma sono venuti lo stesso, sicale, la pubblica testimonianza di voto di uno Qualche punto, forse, almeno sul piano per- l’unico, tra gli studenti del liceo Umberto, per com’è d’uso nel Mezzogiorno, a sentire il co- storico eminente come il professor Ernesto Se- sonale, l’ho recuperato poco più di un anno do- il quale si sarebbe potuto pronosticare (c’era mizio, perché all’epoca il comizio è ancora pu- stan. Comincio a preoccuparmi un po’, fino a po in Piemonte, a Torre Pellice, dove entrambi ancora il fascismo, c’era ancora il re) un futuro re una forma, e non secondaria, di spettacolo qualche minuto prima ho inneggiato al Fronte eravamo stati convocati dall’infaticabile Piero da capo dello Stato. Non so se dai miei ricordi popolare, e l’ars oratoria è apprezzata, avreb- nazionale di liberazione del Vietnam del Sud, Fassino, allora segretario della Fgci torinese, dovrei trarre un’analoga riflessione. Ma quan- be detto Totò, «a prescindere». Più vicino al e mi sono guadagnato un’ovazione (siamo ne- per un seminario degli studenti comunisti del do Napolitano, il lO maggio del 2006, è stato palco, e sono in tanti, c’è un partito in gran gli anni della strategia della tensione) assicu- Nord. La data, in qualche modo, conta: 28 set- eletto presidente della Repubblica, nella lettera parte tuttora bracciantile; e poi molti giovani, rando gli astanti che i reazionari non dovevano tembre del 1973. Di primo mattino, Fassino e di congratulazioni e di auguri che gli ho invia- soprattutto studenti, perché la scolarizzazione illudersi, perché saremmo stati in grado di ri- io aspettiamo, nell’atrio sgangherato della fe- to, una delle tantissime che gli sono piovute di massa è arrivata anche qui, con le loro ban- spondere loro «su tutti i terreni». Preoccupa- derazione comunista torinese, in via Chiesa addosso in quei giorni, alcuni glieli ho (breve- diere e i loro slogan. zione infondata. Napolitano, esaurito l’elenco della Salute, l’automobile che ci deve portare mente) rievocati. E nella sua (brevissima) ri- Il segretario della sezione locale, prima di degli intellettuali, rafforza i toni del suo di- a Torre Pellice. Per terra, ancora nel cellopha- sposta al mio messaggio il presidente ha volu- salire sul palco, mi ha preso da parte per ma- scorso abbastanza da mandare a casa soddi- ne, ci sono pacchi di copie dell’ultimo numero to vederci « il segno di un’antica amicizia». Di nifestarmi una preoccupazione e una richiesta, sfatto il pubblico. Poi, sebbene siano passate di «Rinascita» appena scaricati dai camion. È cui vado, ovviamente, orgoglioso. Ma che ho partendo da una premessa. La premessa è che le dieci, e lui non sia certo un nottambulo, mi un numero importante perché ospita il famoso cercato di non far pesare più di tanto nella «qui piacciono i toni forti». La preoccupazione invita a cena in città, anche perché, dice, ma- articolo di sul compromesso scrittura di questo libro, è per Napolitano che, ovviamente, parlerà per gari sarò un po’ estremista ma, visto che sto storico. Ne facciamo una rapida lettura trasver- Aprile 1972, campagna elettorale. Siamo a ultimo: niente da dire sulle sue posizioni poli- sopravvivendo da settimane a Napoli con la sale, io molto colpito, e alquanto perplesso, Nola, un grosso centro dell’entroterra napole- tiche, per carità, ma con quel suo eloquio così povera diaria della Federazione giovanile, Fassino meno. Poi, partiamo. tano. Nel settembre del ‘43, dopo lo sbarco di forbito, che concede così poco alla passione e avrò pure diritto a un pasto come si deve. Non Nel seminario valdese che ci ospita, Napoli- , qui c’è stato forse il più feroce eccidio alla pancia della piazza, rischia di raffreddare ricordo di che cosa abbiamo parlato a cena, so- tano è arrivato direttamente da Roma. Fassino, tedesco nell’Italia meridionale, quattordici vit- gli animi, quando invece bisogna riscaldarli. prattutto di politica, immagino. Ricordo però che tiene molto al rapporto con la comunità time, quasi tutti militari; poi, il primo di otto- La richiesta, visto che il professor de Giovanni bene il suo atteggiamento: l’atteggiamento di valdese, ci spiega le severe regole della casa: bre, i nolani si sono impadroniti di armi e mu- è, se possibile, ancora meno comiziante di Na- chi non parla soltanto, ma ascolta anche, prova l’ospitalità è spartana, ma è opportuno mangia- nizioni custodite nella caserma dei Carabinie- politano, è naturalmente per me: sei giovane, a spiegare, ma cerca pure di capire le ragioni re e dormire lì. Napolitano risponde che non ri, è scoppiata una mezza insurrezione e le scaldali tu, i compagni. lo non mi faccio pre- dell’interlocutore. La cosa, tra i dirigenti co- c’è problema, e io, ovviamente, mi adeguo. Ma truppe di Kesselring sono state costrette ad an- gare, anzi, probabilmente (mi viene facile) munisti, non è poi così frequente. non possiamo sapere né come si mangia né so- darsene in tutta fretta. Ma la storia più recente, esagero un po’: soprattutto i ragazzi applaudo- Può darsi che, quella sera, gli sia sembrato prattutto quanto freddo, e freddo feroce, fa. Co- anche al cinema, parla d’altro. Della camorra, no, scandiscono le loro parole d’ordine, sven- un po’ diverso, migliore, rispetto all’aspirante sì che a sera, terminata la prima giornata di la- per cominciare: questa è la terra di Pascalone tolano le loro bandiere, ma i «toni forti» qui demagogo che dovevo essergli parso in piazza. vori, ciascuno con la propria valigetta, e all’in- CRITICAsociale ■ 3 2-3 / 2013

saputa dell’altro, ci ritroviamo davanti al can- una pura coincidenza, il fatto che a farmi per fuoco i meriti e le caratteristiche del premiato. sali, mi ha chiesto, dando per scontata una mia cello del seminario: avevamo adocchiato, arri- primi il nome del (quasi) coetaneo Napolitano Recita così: «In tutti questi anni si è impegnato risposta affermativa, se sapessi che Napolitano vando, una piccola locanda in paese, e la ten- per il Quirinale siano stati loro. Ma a me piace in modo sistematico e flessibile, e con succes- è da sempre, o quasi, un uomo degli americani. tazione di raggiungerla si è rivelata irresistibile vedere in questa coincidenza anche qualcosa so, nell’indirizzare la politica italiana in senso Quando gli ho risposto di no, contestandogli per entrambi. Credo di essere stato, da giova- di emblematico. Non certo una congiura di ot- europeistico; e ha contribuito in grande misura pure, cortesemente, questo modo di discutere notto, uno dei pochi che abbiano condiviso così tuagenari. E neppure una specie di vendetta all’avvicinamento del Pci alla sinistra europea delle persone e dei problemi, mi ha guardato con Napolitano il piacere della trasgressione: della parte migliore della sinistra storica e, più e a quella che si può chiamare la “socialdemo- sorpreso. E mi ha domandato se non ero nep- ricordo quel vago senso di complicità meglio in generale, della Prima repubblica sulla Se- cratizzazione” dei comunisti italiani». E si pure a conoscenza del fatto che Napolitano del classico menù piemontese della cena e della conda, entrata in agonia prima ancora di essere conclude rimarcando, tra i tratti distintivi aveva condotto per mano Silvio Berlusconi al- calda trapunta sul mio letto. Parliamo, a tavola, venuta compiutamente al mondo (e già questa, dell’uomo, la «riflessività», la «predisposizio- le dimissioni, e portato Monti a Palazzo Chigi, anche dell’articolo di Berlinguer, Se ha dei non lo nascondo, sarebbe una discreta soddi- ne al dialogo», 1’« apertura antidogmatica». su mandato imperativo del presidente degli dubbi (ma penso di no), non li manifesta certo sfazione). Quanto, piuttosto, il manifestarsi, Sistematico, flessibile, riflessivo, dialogante, Stati Uniti. Alla mia seconda risposta negativa, a me, Che, oltretutto, porto la barba. ora sì, di qualcosa di effettivamente inedito, o aperto, antidogmatico. Sono tutti aggettivi im- con le ulteriori contestazioni di merito e di me- comunque di largamente inesplorato: di una portanti, che sotto ogni cielo qualificano, o do- todo annesse, ho avuto chiara l’impressione possibile alleanza riformatrice tra i nonni e i vrebbero qualificare, gli esponenti di maggior che mi considerasse uno sprovveduto totale. O I VECCHI E I GIOVANI nipoti, che, per cominciare, accompagni più o rilievo non di una casta, ma di classi dirigenti peggio. meno cortesemente alla pensione, riforma For- al passo con i tempi, aperte, inclusive: quelle Si tratta, ovviamente, di sciocchezze; anche «Il presidente della Repubblica lo farà Gior- nero permettendo, la gran parte di una genera- élites la cui latitanza è forse l’aspetto più gra- se di una specie particolare e pericolosa, so- gio.» Manca ancora una settimana all’inizio zione (forse quella del Sessantotto; di sicuro ve, e inquietante, della crisi italiana. Altrove, prattutto in tempi di crisi, quando chi prova a delle votazioni, ma , al la mia). Una generazione che, non essendo riu- questi aggettivi sono indubbi titoli di merito. ragionare, a distinguere, a storicizzare rischia quale ho chiesto lumi sull’imminente corsa per scita a prendere il potere con le cattive, prima Da noi, no. Talvolta, anzi, alimentano addirit- di passare per scemo o per complice, e i die- il Quirinale, sembra proprio non avere dubbi. lo ha circuito spregiudicatamente, lasciandosi tura sospetti, dicerie, qualcosa di simile a mo- trologi non faticano a trovare adepti più o me- So bene quanto sia amico di Napolitano, ma però sedurre persino dai suoi segni esteriori; derne, o postmoderne, leggende nere. 0, per no interessati, perché, se siamo così inguaiati, so pure che Emanuele è testa politica fine, una poi, quando, ormai con i capelli grigi, lo ha fi- meglio dire, rosso-nere. Nel senso che a rac- vuoI dire che da qualche parte ci deve pur es- delle pochissime rimaste in circolazione. nalmente avuto, e senza particolari meriti, ne coglierle e a rilanciarle, soprattutto ma non so- sere una potente Spectre che trama incessan- Quindi, sebbene il nome di Napolitano, nelle ha fatto un uso ora duro ora tragicomico, ma lo sul web, sono gruppi e personaggi magari temente contro di noi. Ma, per la parte che, di- ore della vigilia, non circoli affatto, prendo sempre strumentale, con i risultati che sono agli antipodi, eppure accomunati dal culto os- rettamente o indirettamente riguarda Napoli- mentalmente nota. Oltretutto, il primo a far- sotto gli occhi di tutti. sessivo delle più diverse e strampalate teorie tano, viene da chiedersi perché mai, si tratti del melo non è stato lui, bensì, qualche giorno pri- Dei giovani, da presidente, Napolitano ha del complotto, segugi sempre lanciati sulla pi- principe Umberto o del club di Bilderberg, ai ma, un altro vecchio, lucido combattente della parlato molte volte, e non retoricamente. Non sta di qualche cospirazione, meglio se mondia- complottologi di turno venga più facile asso- sinistra italiana, il socialista Rino Formica, che saprei dire, però, se condivida o no questa mia le, contro la libertà degli individui e delle na- ciarlo ai disegni oscuri di grandi poteri sovra- con Napolitano ha un antico e collaudato rap- personalissima tesi. In tre circostanze soprat- zioni. Napolitano non ne è certo risparmiato, nazionali che, per esempio, a qualche capitolo porto, di quelli in grado di reggere al brusco tutto mi ha dato l’impressione di sì. La prima alcune, anzi, lo accompagnano sin dai primi ancora inedito del Libro nero del comunismo. mutare delle stagioni politiche. E io Formica volta è il 22 dicembre del 2010, quando accetta passi in politica. La più antica, e la più nota, è C’entra, sicuramente, la diffusa avversione lo sto a sentire, perché non è solo molto più di ricevere al Quirinale una delegazione del quella che, per via di una forte rassomiglianza (in parte, temo, meritata), per le élites, che si appassionato, ma anche parecchio più infor- movimento degli studenti in lotta contro il di- fisica, lo vuole figlio naturale di Umberto, il mescola, formando una miscela esplosiva, a mato di tanti giovanotti, o ex giovanotti, che segno di legge del ministro Gelmini, con la so- re di maggio. Sembrava se ne fossero ormai quella, dilagante, per la politica e i politici. Non calcano le scene della cosiddetta Seconda re- la condizione che cessassero subito le violenze smarrite le tracce, ma è tornata come d’incanto c’è al mondo, credo, e comunque di sicuro non pubblica. e gli scontri di piazza. Non farà proprie, ovvia- a materializzarsi quando è stato eletto presi- c’è in Italia, un ex comunista (perché così si è Con Napolitano, Macaluso ha vissuto tutta mente, le posizioni degli studenti, ma li ascol- dente della Repubblica: di nuovo un Savoia al più volte definito Napolitano, anche di fronte la storia dei miglioristi e poi dei riformisti: e, terà con un’attenzione vera, e si sorprenderà Quirinale. a interlocutori della stazza di Henry Kissinger: prima ancora, la storia del Pci, sin dai giorni anche un poco della loro disponibilità: nel Poi c’è la storia, chiamiamola così, di un aformer communist, non un pallido postcomu- della Liberazione. Sono stati entrambi, per for- ‘968, o nel ‘977, a nessun giovane contestatore Napolitano che non sarebbe così «anglosasso- nista) che si muova, e non da oggi, nell’esta- mazione, homines togliattiani, e forse in un sarebbe passato per l’anticamera del cervello ne» (e quindi sistematico, flessibile, predispo- blishment politico, economico e culturale mon- certo senso, seppur convertiti da un pezzo (Na- di chiedere udienza al presidente della Repub- sto al dialogo e via elencando) solo per stile, diale come se ne facesse parte da sempre, senza politano sicuramente per primo) al socialismo blica; persino quelli che accettarono di parte- gusti, inclinazioni culturali, ma anche per an- incontrare mai qualche obiezione da parte dei democratico, seppure fatti oggetto nel loro cipare a una discussione con il segretario del tichi, più o meno oscuri legami con gli Stati protagonisti e dei comprimari per così dire vecchio partito, tra il 1989 e il ‘994, di una Pei, , vennero duramente criticati. Uniti e la Gran Bretagna: legami risalenti ad- «storici» dell’establishment in questione. Per campagna martellante Ce infamante) che li La seconda volta è nel novembre del 2011, dirittura alla Napoli appena liberata del ‘944- chi lo descrive partecipe Co succubo) di una rappresenta come una specie di quinta colonna quando, facendo tornare alla mente dei più an- ’945, mai del tutto interrotti nemmeno nei qualche congiura universale, naturalmente, di Bettino Craxi, lo sono ancora. Formica pro- ziani il suo antico maestro Amendola alle prese tempi più duri della guerra fredda, pienamente questa è una specie di prova regina. Per chi in- prio no, la sua storia nella sinistra italiana, dal con il Sessantotto, coglie l’occasione niente riattivati negli anni Settanta, quando l’attuale vece alle congiure universali non crede, e a una giovanile Ce mai del tutto dismesso) trotz-ki- meno che della Giornata dell’ Albero per bac- capo dello Stato è, tra i dirigenti comunisti, il partecipazione di Napolitano alle medesime smo al craxismo irrequieto degli anni della chettare un po’ i ragazzi e le ragazze convenuti primo a ottenere il visto per gli Stati Uniti. Più ovviamente meno ancora, fermarsi a riflettere maturità, è tutta diversa. Con Napolitano, ha al Quirinale: «Organizzatevi come studenti e, o meno allo stesso filone, infine, appartengono un attimo su questa banalissima domanda può condiviso prima una tenace resistenza al dila- se permettete, organizzatevi non solo per dire le teorie che indicano in Napolitano una specie essere utile, può aiutare, forse, anche a com- gare della guerra civile, a sinistra, tra comuni- dei no a come vanno la scuola e l’università, di garante, e in Monti il rappresentante, di po- prendere meglio la cifra del personaggio. O ad- sti e socialisti; poi, probabilmente fuori tempo ma per fare proposte, sollecitare scelte, indica- tentissimi circoli internazionali in cui, manco dirittura «l’opera di una vita», la sua. massimo, il tentativo di trovare la strada di una re le necessità vitali per lo sviluppo del Paese». a dirlo, giocherebbero un ruolo primario la ricomposizione unitaria. Ma, se gli chiedi cosa La terza è il 23 maggio del 2012, ventesimo an- massoneria e, si capisce, gli ebrei (un tempo pensi di lui, comincia con una citazione che niversario della strage di Capaci, quando, a Pa- era in gran voga la Trilaterale; poi le attenzioni LA SCUOLA NAPOLETANA attribuisce, con ogni probabilità arbitrariamen- lermo, visibilmente si commuove, strappando dei cospirativisti si sono in parte spostate te, a Giuseppe Stalin: «L’inflessibilità del co- un applauso caldo e sincero alla platea, mentre sull’Aspen Institute; adesso, soprattutto sulla Napolitano delle élites italiane ha sempre, in munista consiste nella capacità di oscillare allo si appella ai giovani affinché compiano il loro rete, spopola il Club Bilderberg) che tramano, un certo senso, fatto parte. Anche ai tempi del stesso ritmo della linea del partito». Poi, alla apprendistato civile, aprano porte e finestre, con fortune crescenti, per sostituire il dominio Pci. C’entrano, non c’è dubbio, la sua origine citazione fa seguire una domanda: «E quando scendano al più presto in campo. Non sono internazionale della grande finanza al potere, sociale (un tempo si sarebbe detto: di classe), non ci sono più né la linea né il partito, come mancate in altri casi, naturalmente, le contesta- ormai allumicino, degli Stati nazionali. la Napoli di Benedetto Croce e di Giorgio fa a oscillare un figlio dell’aristocrazia intel- zioni nei suoi confronti di gruppi più o meno In un Paese che ha tante pagine bianche, tut- Amendola, le buone letture. Non è una storia lettuale napoletana, di formazione crociana, estesi di giovani. Ma, in queste circostanze, te ancora da scrivere, nella sua storia, ma è af- a sé: tra i giovani della sua generazione che togliattiano di destra più ancora che amendo- Napolitano ha sempre risposto per le rime. Co- follato di gente, importante o minuta, che la sa scelgono l’impegno a tempo pieno nelle fede- liano? Gli restano due ancoraggi soltanto, ma m’è giusto che sia, per chi cerca un confronto lunga o almeno vuole fartelo credere, le leg- razioni o nei giornali del Pci, e spesso percor- molto forti. Il primo se lo è conquistato in pri- vero, non un consenso formale. gende, anche le più strampalate, sembrano non rono il cursus honorum sino ai gradi più alti, ma persona, sulla scia di : morire mai. Si inabissano, magari, ma poi tor- gli intellettuali di matrice alto, medio e piccolo ed è l’Europa. Quanto al secondo, capisco che nano d’improvviso a galla, arricchite di nuovi borghese sono tanti. C’è un filo che unisce qualcuno salterà sulla sedia, ma, almeno in LEIBNIZ E BILDERBERG particolari, non fa nulla se stravaganti, e di molti di loro, e li rende diversi dai compagni parte, glielo ha lasciato in eredità, basta rileg- presunte pezze d’appoggio; e si combinano tra cresciuti nella clandestinità, nelle galere, nel- gere i suoi interventi alla Costituente, Palmiro Napolitano è ministro degli Interni del primo loro fino a prendere le fattezze di un’unica l’emigrazione a Mosca. Non tanto il mito di Togliatti: ed è il costituzionalismo liberale» .1 governo Prodi, quando, il 19 giugno ‘997, gli pseudostoria, del tutto indifferente ai vincoli Stalin, che pure c’è, eccome. Quanto, semmai, Macaluso e Formica non sono più in Parla- viene conferito, ad Hannover, un premio pre- dello spazio e del tempo, Se di populismo si quello di Stalingrado. La convinzione cioè, o mento da un pezzo: per estese che siano le loro stigioso, il Leibniz-Ring. Raramente, che io tratta, è un populismo che non fa proseliti sol- l’illusione, che, con la vittoria sul nazismo e frequentazioni, e tuttora intensi i loro rapporti sappia, la motivazione di un premio «per tanto tra i semplici. In una bella serata d’estate sul fascismo, sia giunto il tempo non della ri- politici, è difficile rappresentarli come i grandi l’opera di una vita», di un premio alla carriera, ho conosciuto un autorevole banchiere, il qua- voluzione mondiale, ma di una stagione nuova elettori di Napolitano. E sarà stata sicuramente insomma, è stata più puntuale nel mettere a le, davanti ad altrettanto autorevoli commen- di democrazia e di giustizia: «Molti giovani in 4 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

Italia divennero comunisti, riconoscendo in [...] Alicata meridionalista si batteva per un e di un radicalismo verbale che hanno combat- è, quanto meno, tutta da stabilire. quel partito la forza politica che aveva dato il partito rinnovato, così sembrò e a Milano an- tuto per tutta la vita come dei pericoli mortali. Un secondo esempio è molto più recente. contributo maggiore [...] alla lotta antifascista, che fu, con il risultato che c’è di lui una im- È qualcosa più di un dissenso politico, o della Nel giugno del 2012, alla vigilia di una visita e che esprimeva la maggiore capacità di mo- magine persecutoria a Roma e una diversa in denuncia di un cambio degli equilibri (dal cen- di Stato a Varsavia, Napolitano concede un’in- bilitazione sociale. Si respirava un’atmosfera noi settentrionali. Non che fosse un mite né li- tro-destra al centro-sinistra) al vertice del Pci, tervista ad Adam Michnik, direttore del più di unità della sinistra e di unità nazionale. Ap- berale, non lo era per niente neanche Amen- la contestazione mossa da Napolitano sull’e importante giornale polacco, la «Gazeta Wy- pariva possibile un’ evoluzione democratica in dola - ma Alicata era spagnolesco, appassio- Unità» a Berlinguer. È un segnale esplicito di borcza». Non è «solo» un giornalista, Mi- tutta Europa, sembrava aprirsi la più ampia nato, rischiatutto, con un gusto dell’impopo- allarme sulle sorti di un partito, il suo, di cui chnik, esponente storico del dissenso polacco, prospettiva di unità europea. larità, Amendola freddo, ragionante e calcola- considera messi pericolosamente in discussio- figlio di un ex segretario dei comunisti del- Quando cala anche in Italia la cortina di fer- tore, capace di menare una sola botta ma de- ne, assieme ai passi avanti compiuti nell’ulti- l’Ucraina occidentale, fondatore nel 1976, con ro, e arriva il tempo della contrapposizione cisiva, “alla bolscevica” [...]. Alicata si sposta- mo decennio, alcuni tratti distintivi, politici e Jacek Kuron, del Kor, il comitato di difesa de- frontale sul piano ideologico, politico e, prima va su e giù per l’Italia seminando spavento, culturali, considerati a lungo, forse a torto, co- gli operai polacchi: proprio in quella veste Na- ancora, militare, quasi nessuno di questi gio- Amendola si accattivava i più con quel fare da me qualcosa di acquisito e di maturato in pro- politano lo ha incontrato per la prima volta vani dà particolari prove di anticonformismo: gran borghese comunista. Veniva spesso con fondità. trentacinque anni fa. Gli chiede, Michnik, che se in questo clima si sentono stretti, in attesa Giorgio Napolitano, cortese e annuitore. Da quel 21 di agosto del 1981 tutti sanno ha conosciuto le galere democratico-popolari di tempi migliori, non lo danno a vedere. Na- che i contrasti nel gruppo dirigente comunista della Polonia, se, parlando degli «errori» del politano non fa eccezione. In questi anni bui, non solo esistono, ma non sono più pudica- passato, intendesse riferirsi all’età staliniana. semmai, si segnala per una concezione della SIAMO UNA MINORANZA mente ascrivibili alle diverse «sensibilità» pre- E lui: «Intendo il periodo in cui ero membro politica (e forse del mondo) cui resterà fedele senti al suo interno: prima e, soprattutto, dopo attivo di un Partito comunista che non era un a lungo. Mai uno scarto improvviso, mai un Cortese, Napolitano lo resterà sempre. «An- la morte di Berlinguer, nel 1984, saranno pro- partito stalinista come molti altri, in quanto coinvolgimento pericoloso in qualche avven- nuitore», ammesso che, sulla trentina, lo sia prio questi contrasti, sempre meno sotterranei, aveva una fondamentale matrice antifascista e tura della dialettica. Piuttosto, appena se ne dà stato, no. Arriverà anche il momento, a cavallo a fare la storia del Pci, che è la storia di una democratica e comprendeva forti componenti la possibilità pratica, un procedere lento pede tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli crisi di identità e di prospettive di gran lunga liberali, ma era pur sempre nato nel solco sul cammino del togliattiano «rinnovamento anni Ottanta, in cui comincerà, seppure a mo- precedente la caduta del Muro di Berlino, nel dell’Internazionale comunista, e quindi porta- nella continuità», e un perfezionamento sem- do suo, a puntare i piedi, e a far sentire il pro- 1989, e la successiva «svolta» di Achille Oc- va nel suo Dna il mito dell’Unione Sovietica pre crescente negli «esercizi di dialogo» in cui prio dissenso, a costo di ritrovarsi, se non fuo- chetto. Ma una cosa sono i contrasti, ancorché e il legame con il movimento comunista mon- il Pci comincia a impegnarsi, prima in Italia, ri, ai margini del sancta soncrorum. L’atto ini- ricorrenti, e spesso, come vedremo, pure assai diale. Questi elementi originari, a un dato mo- poi, molto prudentemente, nel mondo, già al- ziale - cosa abbastanza clamorosa per lui, e an- aspri, e talvolta clamorosi, un’altra è una lotta mento, sono diventati una prigione dalla quale l’indomani della sconfitta della legge truffa, che per i tempi, considerando che all’epoca il politica chiara e conseguente. Quest’ultima il Pci doveva liberarsi. nel ‘953. Lo caratterizzano il fastidio ostenta- confronto interno al Pci è ancora così cifrato non ci sarà, in realtà, nemmeno dopo la costi- to, verrebbe da dire di pelle, verso ogni forma che i giornalisti più versati nel ramo si fregia- tuzione dei «riformisti» in corrente, in ultima di radicalismo, il culto dell’understatement, la no del rango di «bottegologi» - è un articolo analisi perché Napolitano non la apre: per in- SOTTO I MURI CHE CROLLANO pignoleria al limite del maniacale nel pesare le in prima pagina sull’e Unità»: anche senza es- dole, per realistica valutazione dei reali rap- parole e persino le virgole. Nonché, certo, la sere «bottegologi» si comprende facilmente porti di forza, per riluttanza ad assumersi la re- Non c’è dubbio che, anche da «ministro degli riluttanza a dare battaglia in campo aperto, an- che il principale bersaglio delle sue critiche è sponsabilità di incrinare il bene, considerato Esteri» di un Pci ormai non più stalinista da un che quando ad accendere le polveri è Amen- Berlinguer. Ma attenzione. Quell’articolo, che fino all’ultimo prezioso, dell’unità del partito, pezzo, Napolitano si sia spinto molto in là nel dola, massimo punto di riferimento di quella esce il 21 di agosto del 1981, a mo’ di comme- per tutti questi motivi insieme, o per qualche predisporre i piani di fuga da questa prigione, «scuola napoletana» di cui Napolitano, assie- morazione del Migliore nel diciassettesimo altro motivo ancora. e per non lasciare i fuggiaschi in una terra di me a Gerardo Chiaromonte, è molto più di un anniversario della morte, si intitola: Perché è È una storia che da giornalista del «Corrie- nessuno, cercando rifugio invece nel sociali- allievo brillante. essenziale il richiamo a Togliatti. Ed è a colpi re» ho seguito molto da vicino quasi giorno smo europeo. Non un minuto prima, ma un mi- Scarsa predisposizione alla lotta politica, di citazioni di Togliatti - il Togliatti che ha in- per giorno: e in questo libro, posto che possa nuto dopo la caduta del Muro di Berlino, il connaturata tendenza a non distaccarsi dal segnato al partito a tenere ben distinta la poli- interessare ancora qualcuno, provo a raccon- grosso del Pci è riuscito comunque, grazie al gruppo e a tenersi lontano dalla soglia oltre la tica dalla propaganda, a evitare le «pure con- tarla, soffermandomi anche su qualche detta- coraggio (qualcuno dice alla temerarietà, altri quale non si fa più parte di quel vasto centro trapposizioni verbali» e le «vuote invettive», glio inedito, o pressoché sconosciuto ai più. addirittura alla più o meno lucida follia) di che, quasi per definizione, governa il partito, nonché ad applicare un metodo, quello Dovessi anticiparne una morale, ammesso che , a fuggire dalla «prigione», o non solo a Roma? Di contestazioni e di criti- dell’«analisi differenziata», fondamentale per una morale ci sia, direi che la cosiddetta «pa- meglio a evitare di restare intrappolato sotto le che di questo tipo, parecchi anni, anzi, vari de- evitare il grave errore «di non saper distingue- vidità» di Napolitano, «coniglio bianco in sue macerie. Non solo: grazie all’avallo con- cenni più tardi, Napolitano ne riceverà molte, re cose diverse» - che Napolitano contesta la campo bianco», secondo la nota, sarcastica de- cesso in extremis da un Craxi ormai peggio che anche da parte di alcuni esponenti di primo linea del segretario generale. finizione di Giuliano Ferrara, sia un luogo co- periclitante, il nuovo partito postcomunista, il piano di quell’area «migliorista» prima, «ri- Un paradosso? Forse sì, ma fino a un certo mune. E, anche se la cosa può sembrare al- Pds, riuscirà pure, nel 1992, a entrare a far par- forrnista» poi del Pci-Pds di cui è stato il capo punto. Negli anni della solidarietà nazionale, quanto rétro, tornerei piuttosto alla massima te a pieno titolo dell’Internazionale socialista, naturale: «Il coraggio non sa nemmeno dove gli homines togliattiani della destra comunista, antica di Romain Rolland, di cui chi in Italia è conseguendo così l’obiettivo - un obiettivo sto- sta di casa» dirà di lui, nel momento di una do- da Paolo Bufalini a Chiaromonte, da Napoli- stato comunista si è nutrito, nell’interpretazio- rico - cui Napolitano ha lavorato con pazienza lorosa rottura, anche personale, Napoleone tano a Macaluso allo stesso Luciano Lama, ne di , fin da ragazzino. A un certosina per tanti anni. Paradossalmente però Colajanni. Ne parleremo. Ma intanto resta il non sempre hanno marciato all’unisono, ma «pessimismo dell’intelligenza» che, con il tra- il Pds, socialista, o socialdemocratico, in Eu- fatto che nel Pci di Togliatti, e anche, almeno comunque hanno contato moltissimo nella po- scorrere degli anni, si fa in Napolitano sempre ropa e nel mondo, in Italia non solo non si chia- sino alla fine degli anni Settanta in quello dei litica del partito. A unirli, al di là di ogni di- più marcato. E nello stesso tempo, non con- ma così, e non ha nel proprio simbolo il più va- suoi successori, queste sono considerate virtù, vergenza, è stata l’idea che l’ingresso nell’area traddittoriamente, a un «ottimismo della vo- go riferimento al socialismo o al laburismo, ma anzi, virtù cardinali, buone per il tempo della di governo rappresentasse il primo, fondamen- lontà» che lo induce comunque a stare sempre non si considera e non vuole essere considerato guerra di posizione e tanto più per quell’im- tale compimento di una lunga, difficilissima puntigliosamente «sul pezzo»: si tratti della tale. Solo perché nell’Italia di allora dire «so- precisato domani in cui finalmente si ravvici- marcia, iniziata fin dal ritorno in Italia di To- collocazione internazionale del partito o dei cialista» è come dire Craxi, o craxismo, con nerà una prospettiva di governo: è solo prati- gliatti nell’ormai lontanissimo 1944. Della po- rapporti con Bettino Craxi e i socialisti, della tutto quello che ne consegue? candole rigorosamente («Via i pagliacci dal litica di unità nazionale hanno vissuto prima politica economica o, nei giorni delle piccona- Certo, anche in questa scelta pesano, ecco- campo della lotta») che un partito non plebeo le speranze, poi le difficoltà, infine la crisi, di- te di Francesco Cossiga, di quella istituzionale. me, gli effetti della lunga e feroce guerra civile e nemmeno operaista, certo, ma comunque in ventata drammaticamente evidente già tra il 16 Due esempi soltanto per spiegarmi. Il primo a sinistra che ha imperversato in Italia per tutti primo luogo espressione delle classi subalter- marzo e il 9 maggio del 1978, cioè tra il rapi- risale a più di vent’anni fa. Dice lapidario Na- gli anni Ottanta; e ancor più pesa il fatto che ne, può ambire a diventare forza dirigente del mento e l’assassinio di Aldo Moro. Alcuni (è politano il 28 dicembre del 1989, nelle settima- l’età dell’ oro craxiana, se mai c’è stata dav- Paese. il caso di Chiaromonte, non di Napolitano) ne drammatiche successive alla caduta del Mu- vero, sta finendo nel peggiore dei modi. Ma il La disciplina di partito è dura, ma forse l’au- hanno convenuto con Berlinguer sulla neces- ro, davanti a un consesso di miglioristi divisi gran rifiuto del Pci-Pds, e in primo luogo della todisciplina individuale e collettiva, o se si sità di chiuderla il prima possibile, pena un ra- tra chi vuole, come lui, associarsi, seppur «mo- giovane guardia berlingueriana che con Oc- preferisce l’autocensura, conta anche di più: pido, inarrestabile declino di un Pci sempre tivatamente», alla svolta di Occhetto, e chi in- chetto è andata al potere, ad alzare bandiera praticare queste «virtù», prima che un dovere, più insofferente all’idea (l’immagine, desunta vece ritiene che non basti e occorra dare batta- socialista ha radici più profonde, più antiche: è un costume politico e intellettuale. Che si in- dal titolo di un’opera teatrale del drammaturgo glia in autonomia, su una linea apertamente so- probabilmente inestirpabili. Lungo tutto il de- crina nei passaggi più drammatici (salvo poi russo Leonid Andreev e di un famoso film mu- cialdemocratica, di non essersi mai illuso su cennio precedente, quello della guerra civile, faticosamente ricomporsi) quando ciascuno - to degli anni Venti, è di Eugenio Scalfari) di uno spostamento nel partito verso posizioni so- Napolitano non ha cercato solo di individuare, o meglio, chiunque abbia l’autorevolezza per interpretare il ruolo dell’e uomo che prende gli cialdemocratiche. I riformisti erano e restano di volta in volta, le tregue e gli armistizi pos- farlo - dà più sfogo alle proprie inclinazioni e schiaffi». Ma adesso tutti avvertono, seppure una minoranza. E una minoranza può scegliere sibili. Ha lavorato, spes contra spem, per te- al proprio carattere. ricorda non tutti con la medesima chiarezza, che, ab- solo tra testimoniare (una prospettiva che non nere aperta la strada opposta, quella di una ri- bene, mettendoci anche un po’ di veleno, le vi- bandonata quella strategia dalle radici antiche, lo appassiona affatto) o cercare, nei limiti del composizione unitaria della sinistra italiana site a Milano di quei dirigenti meridionali e il Pci si ritrova, per la prima volta, privo di una possibile, di condizionare la linea generale. sull’unico terreno possibile, quello della so- meridionalisti che all’epoca le paiono sin trop- qualsiasi prospettiva politica, ed esposto al ri- Sempre che, naturalmente, una linea generale cialdemocrazia e del riformismo. Può darsi, po influenti, sul piano culturale prima ancora schio, ai loro occhi esiziale, di ritrovarsi espo- ci sia: la qual cosa, negli anni delle segreterie anzi, è probabile che non abbia dato battaglia che su quello politico, nel partito: «Nel 1956 sto alle sirene di un massimalismo impotente di Occhetto prima, di Massimo D’Alema poi, con la nettezza e con la forza necessarie. Ma CRITICAsociale ■ 5 2-3 / 2013

quello che hanno fatto, lui e i suoi compagni sono mai visti: nel 1989 Napolitano può uscire quello internazionale, nonostante un simile cile e anche la più controversa, quando questo miglioristi prima, riformisti poi, è bastato per tranquillamente da casa, a differenza di Aczel, passato alle spalle. Forse però è vero, o più vi- senso della misura repubblicana non gli ha im- vedersi affibbiata la peggiore delle etichette, senza vedersi «segnato a dito come [ ... ] espo- cino al vero, il contrario, e cioè che tutto que- pedito affatto, anzi, di essere il regista, in uno quella di essere, in due parole, succubi e com- nente del vecchio regime». Ma, lette e rilette sto Napolitano presidente abbia potuto e sapu- dei momenti più difficili della vita nazionale, plici del nemico: al diciottesimo congresso del quelle tre dolenti paginette, e fatte ovviamente to farlo non malgrado, ma in buona misura della ritirata di Silvio Berlusconi e dell’avvento partito, nel marzo del 1989, quello che im- tutte le differenze di questo mondo, la tenta- grazie a quei sessant’anni e passa di politica, di Mario Monti. In entrambe le circostanze, la provvidamente indica l’obiettivo di un «nuovo zione di trovare una qualche analogia tra la tra- in Italia, in Europa e nel mondo; non fosse al- grande maggioranza degli italiani, compresi Pci», la destra comunista è stata letteralmente gedia del «riforrnista sconfitto» ungherese e lo tro perché, nel tempo dei dilettanti allo sbara- molti elettori del centrodestra, e più in generale falcidiata nell’elezione degli organismi diri- stato d’animo del «riformista sconfitto» italia- glio, aver fatto studi regolari in una scuola di molti di quelli che, come me, preferirebbero di genti. La stessa caduta del Muro e la stessa no di allora è, almeno per me, molto forte. tutto rispetto aiuta, eccome, anche se questa gran lunga vivere in un Paese almeno relativa- svolta di Occhetto, che pure i riformisti, per scuola ha chiuso da un pezzo i battenti, e dei mente normale, in cui sono gli elettori a deci- via dell’ ottimismo della volontà, sono impe- limiti (chiamiamoli così) dei suoi docenti, dere chi sarà a governarli, gliene è stata grata. gnati a sostenere, non bastano a modificare in L’ABITO FA IL MONACO nonché dell’infondatezza di molte (molte, non Non credo che Napolitano si sia mosso, in profondità questo stato di cose. E Napolitano, tutte) delle materie che vi si insegnavano ci si questa circostanza, come se in Italia vigesse per via del pessimismo dell’intelligenza, ne è Gli stati d’animo sono una cosa. La politica è resi conto da un pezzo. una sorta di presidenzialismo, o di semipresi- perfettamente consapevole: niente illusioni, un’altra. Si compie sostanzialmente qui (do- In questo libro cerco, raccontando la storia denzialismo, di fatto, facendo leva su una crisi «siamo una minoranza» . vendo indicare una data: il 3 giugno del 1992, del borghese Giorgio Napolitano dai suoi pri- politica ed economica gravissima per eserci- Negli anni immediatamente successivi, in con l’elezione alla presidenza della Camera) il mi passi nel Pci al Quirinale, di renderne an- tare poteri dei quali, in una democrazia parla- specie dopo che sarà il Psi a finire seppellito percorso di Napolitano uomo di partito e diri- che quello che, almeno a me, pare esserne il mentare, il capo dello Stato non dispone: e non dal crollo di un altro muro, quello di Tangen- gente della sinistra italiana. Ma ne comincia senso. Giudicheranno i lettori, come si diceva solo perché, per storia e per cultura politica, topoli, i fatti si incaricheranno di rafforzare subito uno molto diverso, quello dell’uomo una volta. Ma un giudizio mio, personalissi- tutto è fuorché un presidenzialista. Di certo tutte le ragioni del pessimismo. Diventerà pre- delle istituzioni e dell’Europa, che trova il suo mo, in cui conta anche, credo, una conoscenza non è stato un presidente notaio. Ma, ammesso sto senso comune il riconoscimento che, se coronamento nell’elezione a capo dello Stato, antica, lo voglio comunque anticipare. Napo- e non concesso che i suoi predecessori lo siano mai c’è stato un tempo utile per superare la avvenuta quando l’allora ottantunenne Napo- litano è stato un uomo politico di primo piano, stati, sarebbe difficile, anche per i critici più particolarissima anomalia che ha fatto dell’Ita- litano non si considera certo un pensionato, ma mai però un leader politico. Forse non ne ha severi, indicare quali contratti un Napolitano lia l’unico Paese democratico europeo privo di ritiene comunque giunto ormai da qualche an- avuto la stoffa, sicuramente non ne ha avuto «notaio» avrebbe mai potuto stipulare. un grande partito di ispirazione socialista, que- no il tempo della riflessione storico-politica, l’ambizione: la lotta per il potere, in primo luo- La promessa fatta al Parlamento di non sto tempo è scaduto. Stabilire chi porti le re- della memoria, degli affetti. Tra le due stagio- go in casa propria, non è mai stata nelle sue identificarsi nella (risicata) maggioranza che sponsabilità maggiori di questa occasione per- ni, non c’è alcuna cesura netta (e, in fondo, ce- corde. Ma questo non gli ha impedito, anzi, di lo ha eletto l’ha mantenuta alla lettera. L’au- duta è, ormai, materia di lavoro per gli storici: essere un capo dello spicio di un graduale superamento del «clima il Pci non ha varcato, forse perché non poteva Stato al quale gli ita- di pura contrapposizione e di incomunicabili- varcarlo, il fatidico guado, il Psi non c’è pra- liani hanno guardato tà» tra maggioranza e opposizione, «a scapito ticamente più, nell’Italia della cosiddetta Se- con una stima, un ri- della ricerca di possibili impegni comuni», in- conda repubblica la moneta politica socialde- spetto e una fiducia in- vece, è rimasto nella sostanza tale, almeno fino mocratica non ha dunque corso, se non in mi- versamente proporzio- all’autunno del 2011, quando, dopo una lunga, noranze destinate in partenza a esercitare, al nali a quelle, presso- imbarazzante agonia, il centrodestra ha dovuto massimo, un ruolo di testimonianza. Il comu- ché nulle, riservate ritirarsi senza però che il centrosinistra fosse nista italiano che per primo si è incamminato (con sua crescente in grado di candidarsi ragionevolmente a go- e si è inoltrato per questa strada prende atto preoccupazione) alla vernare l’Italia. Non si vive di soli auspici, senza clamori, ma con lucidità e amarezza nel- politica, ai partiti, alle specie quando il Paese è sull’orlo del baratro. lo stesso tempo, della sconfitta. Che è una assemblee elettive. Di Nella circostanza (drammatica) Napolitano sconfitta sua, certo, ma non soltanto sua. A più: non gli ha impedi- l’antidecisionista ha voluto, dovuto e saputo Ovest e ancor più a Est, investe, in alcuni casi to, anzi, di essere pro- decidere, e lo ha fatto attenendosi alle proprie tragicamente, quel che resta dei «riformatori» prio lui, alieno quasi prerogative, così come le determina una Co- di un movimento comunista rivelatosi, nell’ora per carattere da ogni stituzione che non prevede affatto né l’obbligo decisiva, irriformabile. forma, anche la più di sciogliere le Camere in presenza della crisi Non vorrei esagerare. Ma qualcosa in più su larvata, di populismo, di un governo e della sua maggioranza né, tan- quel frangente si può forse intuire da tre pagi- un capo dello Stato to meno, presidenti del Consiglio indicati sulla ne dell’autobiografia di Napolitano dedicate popolarissimo. I moti- scheda dagli elettori. Non solo. Se la politica, alla triste storia di una persona del tutto ignota vi sono tanti, natural- o quanto meno i simulacri di governi, partiti e alla grande maggioranza dei lettori italiani, il mente. Per quanto mi coalizioni che nella cosiddetta Seconda repub- suo compagno e amico Gyorgy Aczel, respon- riguarda, credo sia an- blica l’hanno incarnata, sono stati, come si di- sabile della politica culturale del partito un- che perché Napolitano ce spesso, commissariati, non c’è dubbio che gherese, il Posu, negli stessi anni in cui lui lo è riuscito a essere il hanno provveduto da soli a creare tutte le con- è di quella del Pci. La storia, scrive, di «un ri- punto di riferimento di dizioni, nessuna esclusa, per il loro (presunto) formista sconfitto». Comunista già nella clan- una domanda di serie- commissariamento. destinità, resistente, Aczel è stato gettato in ga- tà e di compostezza Gli interrogativi (tutti legittimi) sul futuro lera per cinque lunghi anni dal leader stalinista (se questi due termini prossimo non tanto del bipolarismo, che, per lo Màtyàs Ràkosi; dopo il 1956, ha collaborato non fossero così abu- meno nella sua versione selvatica, un futuro con Jànos Kàdàr, e nel 1967 è entrato a far par- sati, si potrebbe anche non lo ha, ma della nostra stessa democrazia te della segreteria del partito, ma ne è stato dire: di sobrietà e di ri- preesistono in larghissima misura al governo estromesso nel 1974, su richiesta sovietica, gore), che nel profon- Monti e alla sua «strana maggioranza». Tutta- sotto l’accusa di liberalismo e revisionismo. do della società italia- via, non c’è dubbio che tra il 9 novembre del «Credo di [...] essere profondamente autocri- sure evidenti, databili con precisione in questo na è venuta maturando, di contro al caos dila- 2011, quando Napolitano ha nominato Monti tico in merito al mio operato» scrive al suo o quel passaggio storico non ce ne sono nem- gante, forse più di quanto in genere si creda. senatore a vita, e il 13, quando lo ha incaricato amico Napolitano il 13 novembre del 1989, meno nel Napolitano «politico», che transita All’opposto di quel che recita il proverbio, di formare il governo, sia accaduto, nella storia ma, aggiunge, ora che si è finito per «dipingere dal togliattismo alla socialdemocrazia gradual- l’abito fa il monaco. E l’abito presidenziale Na- politica italiana, qualcosa di assolutamente ine- completamente di nero tutto il passato», è di- mente, passo dopo passo, e sempre cercando politano lo ha indossato da subito come se non dito, non circoscrivibile alla necessità di fare ventato «il bersaglio principale dell’opposizio- un filo che possa legare la parte migliore del ne avesse mai portati altri, o, almeno, come se fronte subito, e con la necessaria autorevolezza ne di destra e di quei [comunisti] dogmatici di passato al presente e al futuro). In ogni caso, nella sua vita precedente lo avesse provato anche sul piano internazionale, all’attacco al ieri che cercano di salvare se stessi come ul- non si tratta certo di storie contrapposte. Per- un’infinità di volte. Persino quelli che gli av- nostro debito sovrano e alle pressanti richieste trariformisti». Dunque, conclude, «sono un ché la seconda non solo non si spiega, ma non versari, e anche molti amici, hanno sempre della Bce. Un tempo della storia nazionale si è uomo che ormai vede il senso di tutta la pro- si lascia nemmeno raccontare senza la prima. considerato, in lui, dei limiti congeniti, sono (fortunatamente) concluso ma, oltre le luci e le pria vita rovinare». La vicenda, spiega Napo- Qualcuno ha provato, e ogni tanto torna a pro- sembrati trasformarsi, nel nuovo incarico, in ombre del governo dei tecnici, del tempo nuo- litano, è «emblematica della complessità tene- vare, a scagliargliela addosso, la sua militanza virtù preziose. Sia nella prima fase del setten- vo che dovrebbe succedergli, e che suscita più brosa della storia dei partiti comunisti»; ma di di una vita nel Pci, anzi, nel gruppo dirigente nato, quando Napolitano ha incarnato il senso timori che speranze, non si intravede granché: questa storia bisogna evitare «condanne indi- del Pci: ma sempre senza successo. Altri si so- della misura repubblicana in un Paese straziato se una cosa sappiamo è, come avrebbe detto scriminate», per rendere omaggio «a figure di no meravigliati, naturalmente apprezzandolo, da una tragicomica simulazione di guerra civile Aldo Moro, che il futuro non è più, in parte, riformisti e moderati sconfitti e umiliati come del fatto che, in tempi calamitosi, Napolitano a bassa intensità, rifiutando di lasciarsi tirare nelle nostre mani. È questa, credo, l’eredità so- Gyorgy Aczel». Roma dista da Budapest 1231 presidente abbia saputo rappresentare, oltre per la giacca da chi in sostanza gli chiedeva, a spesa di un settennato che ha fatto onore a chilometri, Napoli 1415, da noi lo stalinismo che una imprescindibile garanzia istituzionale, fin di bene, di esorbitare dai propri poteri e, in Giorgio Napolitano e, nonostante tutto, alla Re- non ha mai disposto del potere politico di Stato anche l’unica, forte risorsa politica a disposi- sostanza, di surrogare un’ opposizione troppo pubblica. s e carri armati sovietici per le strade non se ne zione del Paese sul piano interno come su debole e divisa. Sia nella seconda, la più diffi- Paolo Franchi 6 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

DOCUMENTO ■ INTERVENTO DI NAPOLITANO ALLA DIREZIONE DEL PCI DEL NOVEMBRE 1989 (DOPO IL MURO) “SUPERARE LE DIVISIONI DELLE FORZE DEL SOCIALISMO DI LIBERTÀ E DEMOCRATICO”

i è un’accelerazione dirompen- V te della nostra storia europea che investe anche noi: c’è una crisi, un crollo ma da esse nascono anche pos- sibilità nuove. Noi, come Pci, non siamo del tutto fuori da quella crisi anche se abbiamo da rivendicare posizioni autonome in tutta la nostra storia. Oggi dobbiamo saper essere protagonisti di queste possibilità nuove… le politiche dei pic- coli passi non reggono più. Come salvare e inverare la nostra funzione storica? O meglio come riproporre la nostra funzione storica in contesti così mutati evitan- do quelli che D’Alema ha indicato come rischi di logoramento? Partiamo dalla nostra funzione nazionale e internazionale. Per quel che riguarda la nostra funzione in- ternazionale, sono d’accordo con Occhetto, as- se essenziale della nostra scelta è il rapporto organico da stabilire con l’Internazionale So- cialista. Abbiamo percorso un lungo cammino nei rapporto con l’Internazionale Socialista dimo- strando sempre grande serietà e dignità di comportamenti. Il compagno Longo prese molte iniziative all’epoca della Ostpolitik, ricordo le prese di posizione di Enrico Berlinguer e di Natta per arrivare sino alla recente lettera di Occhetto diretta al presidente dell’Internazionale socia- lista in occasione del Convegno di Milano. Tutto questo percorso, lo voglio ripetere, è stato segnato dalla nostra serietà e dignità. Le gradualità sono necessarie anche nel rap- porto con l’Internazionale Socialista. E’ da sottolineare oggi l’importanza della Presidenza di Willy Brandt, testimone della nostra linea e rinnovatore dell’Internazionale Socialista. Si può dire che oggi l’Internazionale Socia- lista si è aperta al contributo della parte valida e più viva dell’esperienza comunista. Il nuovo Partito socialista Jugoslavo ha chiesto l’ammissione all’Internazionale Socia- lista per portarvi dentro la parte più viva della tradizione comunista (come ha sottolineato Nyers che pur è di estrazione socialdemocra- tico). Rakowsky parla delle socialdemocrazie e del Pci e si rivolge a Brandt con il programma del nuovo Partito polacco. Vi è quindi l’esigenza di trarre questo dado lista, iniziativa che ha confluenza nel Psi e osservo che neanche quel- dell’Internazionale Socialista perché abbiamo bruciato la volontà di la tra Psi e Psdi si è realizzata. … toccato il culmine in termini di autorevolezza Craxi di fare del Con- MACALUSO: …Veti del Psdi contro il Psi nostra negli ambienti dell’Internazionale So- vegno di Milano una nell’Internazionale Scocialista… cialista per il ruolo da noi svolto. tribuna contro di noi. NAPOLITANO: …Massima unità nelle Dobbiamo rivendicare il nostro ruolo verso Ma i rischi ci sono forme possibili, concrete, propositive, credibili Est e verso Ovest, respingendo tutte le falsifi- anche per il Psi se come spetta ad una forza di “governo” come cazioni: un ruolo per il cambiamento, per le ri- vuole usare il suo di- la nostra. forme, per la libertà e la democrazia. ritto di veto e ciò in Noi siamo un Partito riformista di massa, Ho riletto le posizioni nostre del dicembre dissonanza con noi e che si è innovato e si innova, politicamente, dell’81 e del gennaio 1982: lì sono scritte le ti… dal crollo del muro di Berlino né dagli av- con le maggiori forze socialiste e socialdemo- non un semplice “antagonista” come vuole nostre proposte per l’Est europeo e sono terri- venimenti polacchi e ungheresi. cratiche europee. Magri. bili le ritorsioni polemiche che ci sono state La nostra odierna decisione è il compimento Il nostro Partito non può presentarsi come La nostra scelta va presentata come volta a indirizzate dalla “Pravda”. … di una nostra presa d’atto che supera la distin- la sola forza di ispirazione socialista in Italia: suscitare energie. Oggi coroniamo l’opera da noi svolta … zione e la divisione tra le forze che pensano un non è, cioè, di sinistra solo ciò che si raccoglie Una rapida fase costituente deve affrontare Qualcuno afferma che siamo troppo a ridos- Socialismo di libertà e democratico. alla sinistra del Psi. anche la questione del nome, che è punto di so di decisioni esterne altrui (Polonia, Unghe- I rischi sul piano internazionale: è interesse Dobbiamo continuare ad avanzare proposte arrivo non di partenza. ria) e di avvenimenti drammatici (RDT). del Psi di conservare anche la rendita di posi- di avvicinamento e di unità tra noi e il Psi. Occorre lavorare subito ad una ipotesi di un Ma l’8° Congresso del Pci l’abbiamo fatto zione che gli deriva dal suo diritto di veto al- Riconosciamo che nell’Internazionale So- percorso per la fase costituente e per questa a ridosso del XX Congresso del Pcus … l’entrata del Pci nella Internazionale socialista. cialista vi possono essere forze socialiste an- opera occorre associare tutte le forze che tro- NATTA: …era diverso… Il Psi si è già sentito stretto dalla lettera di Oc- che in competizione tra di loro. vino ruoli dirigenti, al di là degli schemi orga- NAPOLITANO: …Non siamo stati travol- chetto al Presidente dell’Internazionale Socia- Respingo invece la prospettiva di una nostra nizzativi attuali. s CRITICAsociale ■ 7 2-3 / 2013

■ CON OCCHETTO IN MAGGIORANZA LA PARTE MINORITARIA DEL PCI, INDIVIDUALISMO E MOVIMENTISMO ALL’ESTERO NELL’INTERNAZIONALE SOCIALISTA, MA PDS IN ITALIA: FU AMBIGUITÀ

Gianni Cervetti dall’altro democratico-individualisti. Sono zione, un semplice orpello poiché, in realtà, in- In sede storica è, tutavia, opportuna, accanto connotati che erano già presenti nel PCI, ma fluenzano il modo di pensare ec di agire, la co- allas costatazione dell’accaduto, una ulteriore a prima considerazione che va in quel corpo si trovavano in condizioni di mi- scienza insomma, degli uomini e delle donne riflessione volta a ricercare e a spiegare i mo- L fatta leggendo l’“intervento di noranza e che ora, invece, nella nuova forma- che aderiscono al disegno proposto e persegui- tivi che hanno impedito la realizzazione della Giorgio Napolitano” alla Dire- zione, diventano maggioranza. to. In sostanza, anche in ragione di ciò, per il “proposta Napolitano”, fatta, peraltro, imme- zione del PCI del 14 novembre 1989 è che es- Sì, è vero, e lo abbiamo appena più sopra ri- PCI è giustificato l’appellativo di strano ani- diatamente propria da quel gruppo minoritario, so si configura come uno “strappo” rispetto al cordato, anche Occhetto e coloro che si racco- male, di “giraffa”, con il quale era solito defi- ma sicuramente autorevole, di esponenti del modo con cui i comunisti italiani hanno ope- glieranno attorno alla sua piattaforma si espri- nirlo lo stesso Togliatti., Non è, quindi, un caso PCI, i quali dapprima si raccolsero attorno alla rato per determinare l’evoluzione del loro par- mono e si adoperano (la lettera a Willy Brandt, che Napolitano sottolinei, da un layto, l’esi- piattaforma della cosiddetta “adesione ragio- tito. Salvo forse, infatti, ciò che accadde nel richiamata da Napolitano varrà da esempio di genza di collegarsi alla part viva della passata nata” alla formazione del nuovo partito e in se- periodo ’43-’45, quando l’allora PCdI (partito ciò) per l’adesione alla Internazionale Sociali- esperienza tralasciando quel che è superato e guito diedero vita all’”area riformista”. Ha, in- comunista d’Italia, sezione dell’Internaziona- sta, ma la particolare torsione che intendono im- caduco, e dall’altro, nel farlo, chiarisce che vi- fatti, poco senso attribuire la responsabilità le, et nomina sunt consequentia rerum) si tra- primere, e nei fatti imprimeranno, al nuovo par- vo è il carattere “riformista di massa”. della mancata realizzazione di un disegno po- sformò in “partito nuovo” attraverso una rifon- tito “democratico della sinistra” determina una Il secondo elemento caratterizzante della litico a cause astratte o, di contro, quali, nel dazione di tipo nazionale, la storia del partito ambiguità di fondo e indica quali siano i propo- piattaforma proposta è dato dall’approdo nel- caso, da un lato l’anomalia che impedirebbe comunista italiano è stata caratterizzata da suc- siti con cui avanza la richiesta di adesione. l’Internazionale Socialista. Napolitano sa bene all’Italia di contenere forze – in specie un par- cessive modificazioni basate sul principio del che, a questo proposito, sono presenti nella di- tito di massa del “socialismo di libertà e de- “rinnovamento nella continuità”. rigenza del PCI due differenti tipi di ostacoli mocratico” - esistenti in altri Paesi europei, op- Oggi, al contrario, “le politiche dei piccoli D’altra parte, anche le due successive “tra- da superare: la tesi di chi ritiene che si debba pure, dall’altro lato, l’opposizione di chi per- passi – dice Napolitano – non reggono più”. sformazioni” del PdS in DS e dei DS in PD entrare nell’Internazionale Socialista per raf- seguiva altri obiettivi: in specie, la creazione Occorre prendere atto della “accelerazione di- non cancelleranno l’impronta originaria e, forzare l’”ala sinistra” o, addirittura, che oc- di un “generico” partito della sinistra la “rifon- rompente” determinatasi nella “storia euro- semmai, auspici le iniziali e le ulteriormente corra costituire una forza europea minoritaria dazione” comunista. pea” e perciò, si deve innovare. acquisite contraddizioni, imprimeranno alle dei raggruppamenti comunisti rimanenti (cosa E’ proprio in questa costatazione, e nella re- formazioni via via susseguitesi un carattere che effettivamente sarà poi promossa da “Ri- lativa necessità di innovazione, che si trova la politicamente sempre più discostato dalla pro- fondazione”) la quale potrebbe convergere con In realtà una analisi ravvicinata degli eventi e radice della prima e fondamentale distinzione posta di Napolitano e, organizzativamente, una la famiglia socialista solo in alcuni obiettivi; dei movimenti verificatisi nel periodo in que- tra la posizione di Napolitano e coloro che ver- struttura di tipo “tribale”. la posizione di chi considera l’ingresso nell’In- stione (1989-’91), due motivi, tra gli altri, ap- ranno denominati del “fronte del No”, i quali, D’Alema, succeduto a Occhetto, riuscirà ad ternazionale Socialista – che pure necessita, paiono a nostro avviso, concomitanti e deter- come si sa, non saranno solo disposti a far va- ottenere con il Congresso di Firenze, detto del- secondo norma statutaria dell’Internazionale, minanti nell’ostacolare il disegno ALLOCA- lere nell’opera di trasformazione del PCI “la la “cosa due” e enfaticamente presentato come dell’avvallo del PSI, e che lo otterrà nei fatti – TO. Fatto è, in primo luogo, che la prospettiva parte più viva della tradizione comunista”, ma una operazione di allargamento a forze socia- come un modo di garantire alla “nuova forma- indicata nell’intervento di Napolitano e soste- si proporranno di mantenere un rapporto di liste e cattoliche, nient’altro che il risultato zione” una sorta di mandato internazionale di nuta dai riformisti del PCI non ha trovato i ne- “continuità” con quella intera tradizione. emblematicamente racchiuso nella fortunata primaria rappresentanza in Italia, confidando cessari referenti e contraenti “esterni” o, per Del resto, anche la relazione di Occhetto che formula di Emanuele Macaluso: “da cosa non su una maggiore forza politica e numerica nei dirla altrimenti, una vera e propria sponda po- aveva aperto i lavori della Direzione, così co- nasce cosa”. confronti del PSI. litica che potesse rendere realizzabile l’idea me la sua azione nel periodo (piattaforma La formale confluenza, poi, di DS e Mar- della edificazione in Italia di un grande partito avanzata alla Bolognina, ecc.) si presentarono gherita nel PD si risolve, in assenza di una au- del socialismo europeo. in forma di rottura nei confronti del metodo tentica riflessione critica per elaborare una È, dunque, per superare il primo ostacolo che Il PSI aveva scelto di percorrere la strada comunista tradizionale. Lo stesso Napolitano, piattaforma di governo rispondente all’interes- nell’”intervento” si insiste nel “lungo cammi- dell’”unità socialista”, cioè dell’allargamento nella propria autobiografia “Dal Pci al Socia- se generale del Paese, in una giustapposizione no” già percorso o nella “importanza della Pre- della propria base organizzata ed elettorale, il- lismo europeo”, riferendosi al comportamento di forze eterogenee o particolaristiche. Ma qui sidenza di Willy Brandt”, o nel fatto che è l’In- ludendosi semmai di replicare ciò che Mitter- di Occhetto sia in quella specifica riunione del siamo chiamati soprattutto a commentare ternazionale Socialista in quanto tale che “si è rand aveva ottenuto nella sinistra francese: e 14 novembre, sia più in generale nella attua- l’”intervento di Giorgio Napolitano”. Il quale aperta al contributo della parte valida e più vi- anche quelle forze che tra i socialisti italiani, zione della “svolta”, parla di “estrema deter- intervento, spogliato drella comprensibile e va della esperienza comunista”, o su altri ana- magari di tendenza “autonomista” avevano pe- minazione” e di “non comune coraggio” del opportuna veste con cui si presenta al PCI per loghi argomenti ancora. Anche al fine di supe- rorato e proposto, qualche anno prima, altre e segretario, sottolineando così – a mio avviso convincerlo a superare la propria storia (la ri- rare il secondo ostacolo si usano vari argomen- più realistiche soluzioni unitarie per la intera – anche un modo di agire che differiva da vendicazione del “nostro ruolo”; il richiamo ti, il principale dei quali, però, si identifica con sinistra italiana erano state sconfitte. quelli tenuti nel passato allorché dsi impresse- alla “nostra serietà e dignità”; il riferimento as il terzo elemento che dovrebbe caratterizzare Le stesse forze sociali – e, innanzitutto, la ro nella vita del PCI elementi di novità più o Longo, Berlinguer, Natta, ecc. ecc.), contiene il nuovo partito. cooperazione e i sindacati dei lavoratori che, meno marcata. tre elementi caratterizzanti la natura e la pro- E questo terzo elemento, come è evidente, si pur nella loro autonomia, erano e sono com- spettiva della nuova formazione politica. esprime nei concetti che nell’immediato defi- ponente essenziale per la costruzione di una Innanzitutto, vi si trova un rapporto con al- niscono il rapporto con il PSI e nella prospet- formazione politica socialista e riformista di In realtà nell’”intervento di Giorgio Napoli- cuni tratti essenziali del PCI, e ciò non è in tiva di medio termine delineano la costruzione massa – non si dimostrarono disponibili nella tano” e nella relazione di Occhetto vi è un’al- contraddizione con lo “strappo” metodologico di ciò che in Italia non è mai esistito, cioè una loro maggioranza e con le loro divisioni, a co- tra coincidenza la quale non concerne soltanto in quanto, appunto, il rapporto concerne la par- grande forza del socialismo europeo. Con que- struire il disegno delineato. la metodologia, ma attiene agli intenti e allas te viva della passata esperienza e non l’intera ste motivazioni si respinge “la nostra confluen- In secondo luogo, tra i riformisti del PCI con- volontà politica. Nell’un discorso e nell’altro storia e natura del “vecchio” partito. E quali za nel PSI” perché, tra l’altro, “neanche quella tinuava ad agire, più o meno consapevolmente, si sostiene, neppure con diversi accenti, che sono i tratti riproposti? Napolitano definisce il tra il PSI e il PSDI si è realizzata”, mentre si la tradizionale idea di ascendenza comunista, una pagina di storia – quella del comunismo PCI “un Partito riformista di massa”. sollecitano “proposte di avvicinamento e di secondo la quale l’unità, pur essendo in sé un in genere e quella del PCI in quanto tale – la unità tra noi e il PSI” e, soprattutto, si afferma bene prezioso, è prima di tutto da salvaguardare si deve considerare superata dal momento in che “la nostra odierna decisione è il compimen- come unità del partito in cui si milita. E pure cui “il rapporto organico da stabilire” è “con Ora, che esso sia stato un partito di massa è to di una nostra presa d’atto che supera la di- ciò non poteva che rappresentare una barriera l’Internazionale Socialista” (IS). del tutto chiaro. Quanto, poi, al connotato “ri- stinzione e la divisione tra le forze che pensano per il raggiungimento dello scopo proposto e Detto tutto ciò, è nella pars costruens o, se formista” occorre procedere a una netta distin- un socialismo di libertà e democratico”. l’anticamera della sconfitta politica. si vuole, sulla prospettiva politica, che le due zione. Effettivamente, il PCI è stato una for- Nell’insieme, l’“intervento di Napolitano”, posizioni o proposte si differenziano netta- mazione politica e culturale riformistica nella in specie attraverso i tre ricordati elementi ca- mente. Quella avanzata dall’allora segretario sua azione e nella pratica fin dal momento in ratterizzanti, configura èer l’essenziale la piat- Naturalmente, i due suddetti motivi avevano è racchiusa nella denominazione che il nuovo cui si è impegnato a fornire il proprio pieno taforma e la natura della nuova annunciata for- le loro radici sia in varie “occasioni mancate” partito assumerà: “democratico della sinistra”. contributo per dare all’Italia una Costituzione mazione politica; dell’una, come si sa, l’auspi- per far decisamente convergere, se non unifi- Si tratta, in sostanza, per Occhetto e il gruppo e una Repubblica democratiche. cio rimarrà tale e la strada che sarà concreta- care, le grandi forze della sinistra (1945; 1964; che si raccoglie intorno a lui, una formazione Nella teoria, invece, o se si vuole, nei suoi mente e principalmente imboccata non sarà ecc.), sia in una insufficiente preparazione po- politica a sfondo ELITARIO, ma con forti riferimenti ideali e storici, esso è stato qual- quella del “socialismo europeo” bensì quella litico-culturale all’unità fondata sulla “pari di- connotati che possono essere definiti, magari cos’altro e, come è noto, tali riferimenti non del “partito democratico della sinistra” e delle gnità” di ciascuno. E ciò è qui una lezione su sbrigativamente, da un lato movimentisti e sono mai, per chiunque e per qualsiasi istitu- sue successive trasformazioni. cui anche oggi varrebbe la pena di meditare. s 8 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

■ LA BATTAGLIA DI NAPOLITANO NELLA DIREZIONE DEL PCI (DOPO IL MURO) PER UNA SCELTA SOCIALISTA MA OCCHETTO FU IL GATTOPARDO: “INNOVARSI AL FINE DI CONSERVARE L’ESSENZIALE”

Ugo Finetti clino del comunismo era già in atto da un de- cennio. uando il 14 novembre 1989 La flessione elettorale iniziata nel 1979 – Q Giorgio Napolitano prende la salvo il risultato del 1984 all’indomani della parola nella Direzione del Pci morte di Berlinguer – era costante e crescente che discute la relazione del segretario, Achille in particolare tra le nuove generazioni che era- Occhetto, dopo la caduta del Muro di Berlino, no sempre state invece un punto di forza del nella sala al secondo piano delle Botteghe voto comunista. La “questione comunista” ne- Oscure si va delineando una piattaforma di “ri- gli anni ’80 è sempre meno centrale nella sce- lancio” del Partito con nuovo nome sulla base na politica nazionale rispetto al decennio pre- di una rivendicazione della sostanziale autono- cedente tra il ’68 ed il ’79 e la dialettica poli- mia e specificità della storia del Pci rispetto alla tica tendeva a ruotare sempre più intorno allo storia di ciò che nelle relazioni di Togliatti, scontro per la leadership del Paese tra Psi e Longo e Berlinguer era denominato “Movi- Dc. mento Comunista Internazionale”1. Una tesi D’altra parte nel dibattito del 14-15 novem- che - come aveva rilevato criticamente Ema- bre dell’89 emergono anche i punti di forza del nuele Macaluso intervenendo subito dopo Oc- comunismo italiano. A differenza degli altri chetto - doveva però essere adattata al fatto che partiti comunisti occidentali, il Pci non era sta- la stessa decisione di cambiare nome veniva to tenuto né si era fatto tenere in un “ghetto” e presa in un quadro di “effetto domino” ovvero vediamo in campo dirigenti che hanno alle sull’onda di analoghe decisioni di altri partiti spalle non solo una storia di lotte anche vinte comunisti al potere nell’Europa dell’Est. e di movimenti ampi e ben radicati, ma che L’obiettivo di entrare nella Internazionale hanno svolto ruoli di governo nelle principali Socialista veniva infatti non più contrastato ed metropoli e regioni italiane e che soprattutto era ormai accettato nel vertice del Pci tenendo sono stati per anni determinanti nella maggio- presente che in tale direzione si stavano già ranza di governo fronteggiando negli anni ‘70 muovendo anche i “partiti unici” di Stati che la più difficile crisi economica del dopoguerra avevano cessato di chiamarsi comunisti. Nello e la più lunga e cruenta stagione di terrorismo stesso Pcus infatti si stava discutendo il muta- politico non “nazionalista”, ma di sinistra. mento del nome2. A ciò si aggiunge l’originalità del “centrali- Naturalmente, nel discorso di Occhetto e nel smo democratico” del partito italiano. Prefi- dibattito, il cambio del nome porta in primo gurazione leninista all’interno del partito della piano il rapporto con il Psi. Negli interventi “dittatura del proletariato” da instaurare nel che si succedono è evidente la preoccupazione Paese, “scelta di vita” nel segno della rinuncia di conservare una sorta di primogenitura nella alla libertà in nome della giustizia, della sot- sinistra italiana, di evitare cioè una riabilita- tomissione dell’individuo alla “volontà gene- zione delle tesi dell’autonomia socialista ov- rale”, esso si era snodato nel Pci lungo i de- vero il rifiuto di una svolta sulla base di un ri- cenni con confini “elastici”12 ed in termini – conoscimento delle ragioni provenienti da al- cora condividere le ragioni che portarono To- ma di “rigenerare” l’organizzazione del socia- più con Togliatti e Longo, meno con Natta e tre esperienze. I discorsi sullo sconvolgimento gliatti nel 1956 ad approvare l’invasione so- lismo europeo (vi è quasi una lontana eco della Occhetto – di sostanziale meritocrazia nella in corso nei paesi dell’Est e tra i partiti comu- vietica dell’Ungheria (“evitare un trauma al rivoluzionarizzazione della socialdemocra- selezione del gruppo dirigente. nisti dell’Ovest, le sue origini e conseguenze, popolo comunista”, non “varcare una soglia zia”8) insieme agli altri partiti ex comunisti sembrano spesso svolgersi prevalentemente che avrebbe probabilmente disperso quelle dell’est europeo che vi entreranno nel segno Per comprendere il reale clima in cui si come un monologo interno al comunismo ne- energie solo a vantaggio degli avversari”, di un nuovo e diverso impegno dell’Interna- svolgeva quel “vertice” del Pci può essere utile gando qualsiasi legittimità a ciò che si trova “probabilmente fu un errore, ma chi può fare zionale Socialista a favore della “democrazia fare un passo indietro e cioè tener presente la alla propria destra. la storia con i se?”)4. globale” ovvero dell’ambientalismo, del fem- sua precedente riunione dell’8 novembre Prende così forma una politica continuista, Vediamo quindi nel corso della riunione del minismo e dell’antagonismo secondo quello 1989. Il giorno dopo la televisione tedesca an- di “innovazione senza revisione”3 per cui Oc- 14-15 novembre 1989 che il gruppo dirigente che il segretario del Pci definirà “un nuovo in- nuncerà la caduta del muro di Berlino, ma solo chetto, da un lato, propone di non chiamarsi più tende a “far quadrato” nel senso che – come ternazionalismo planetario”9. “Non si tratta – la vedova di , , ri- comunisti e, dall’altro, ribadisce la “lezione” dirà Occhetto – si respinge l’idea secondo cui secondo Occhetto - di abiurare, ciascuno, le chiama in modo esplicito l’attenzione su quel di Togliatti e Berlinguer. Quel che colpisce nel- “tutto ciò che è avvenuto mettesse in discus- proprie tradizioni, ma di inventare qualcosa di che sta accadendo all’Est. Quell’8 novembre la lettura del verbale della riunione infatti è – sione soltanto l’esperienza del movimento co- nuovo … di farci promotori di un allargamen- il gruppo dirigente comunista appare scosso e sia pur con propositi diversi ed anche divergen- munista”5. E quindi: “Non si tratta di delineare to della stessa Internazionale socialista” con attraversato da forti tensioni interne, ma so- ti – il prevalere di un clima di arroccamento e un percorso di fuoriuscita da una tradizione “l’ambizioso compito di contribuire a riforma- stanzialmente concentrato sulla situazione in- rifiuto di una soluzione di continuità mentre comunista, per abbracciarne un’altra, quella re l’Internazionale socialista”10. Una prospet- terna. In particolare scotta la sconfitta romana non solo il Muro di Berlino è caduto, ma l’in- socialdemocratica”6. tiva alimentata dal fatto che nello stesso verti- nelle elezioni amministrative del 28 ottobre tera muraglia del sistema dei partiti e paesi co- Insomma la caduta del Muro di Berlino si- ce dell’Internazionale Socialista, con Willy con la flessione di 4 punti. Secondo il filosofo munisti d’Europa andava franando. I dirigenti gnifica la caduta paritaria del bipolarismo tra Brandt presidente, si coltiva l’idea della fine Umberto Curi, il direttore dell’Istituto Gram- comunisti tengono comunque a rivendicare la comunismo sovietico e democrazia occidenta- del comunismo come vittoria di una sua “au- sci di Venezia che all’epoca faceva parte del sostanziale giustezza e superiorità del comuni- le ed il superamento paritario sia del comuni- toriforma” gorbacioviana che può tradursi in Comitato centrale del Pci, per Achille Occhet- smo italiano senza mettere in campo una revi- smo sia della socialdemocrazia. Occhetto de- una confluenza destinata a fornire una vasta ed to “il vero crollo del Muro di Berlino è stato sione dei giudizi espressi in passato nei con- finisce quindi “la collocazione del nuovo par- irreversibile maggioranza socialista nelle isti- l’esito della consultazione romana”13. fronti di movimenti e persone che nei paesi co- tito e della costituente al di fuori della scelta tuzioni europee. Nella capitale il Pci aveva svolto una cam- munisti si erano opposti ai regimi dittatoriali o tra comunismo e socialismo: non si tratta di “I ragazzi di Berlinguer”11 si propongono pagna elettorale molto aggressiva nei confronti che nella sinistra italiana avevano denunciato scegliere tra quelle due tradizioni ma di supe- quindi di entrare nell’Internazionale Socialista della Dc e del Psi al motto di “Liberiamo la la natura repressiva del comunismo sovietico e rarle entrambe”7. con l’obiettivo di evitare di dover recitare un città” e accusando il capolista socialista, Fran- dei suoi satelliti. Anzi si rivendica una storia L’adesione all’Internazionale Socialista si “mea culpa” nazionale ed, anzi, meglio con- co Carraro, di essere un “milanese”. Il candi- del Pci svoltasi in un quadro di sostanziale au- delinea da parte di Occhetto pertanto, da un la- trapporsi alla politica del socialismo autono- dato craxiano è però diventato Sindaco e la Dc tonomia – e di aperta contrapposizione - rispet- to, come salvacondotto proveniente “dall’alto” mista che ha preso forma nel Psi. è aumentata tornando al livello del 1981, men- to al Pcus e ai regimi comunisti. – al di fuori della vita nazionale – a mo’ di be- Questa reazione va anche considerata alla tre il Pci, rispetto all’81, è sceso dal 36 al 27 Eppure, anche dopo l’approvazione della nevola assoluzione senza penitenza e, dall’al- luce del fatto che in Italia – man mano che si per cento. Più in generale la sconfitta comuni- svolta da parte del Comitato Centrale del Pci tro, come una sorta di “entrismo”, di missione è andata sviluppando la politica autonomistica sta in quelle elezioni parziali “sembrava addi- il 25 novembre, Achille Occhetto, intervistato in cui mantenendo “diversità” e “specificità” di “governabilità” dopo la fine della “solida- rittura prefigurare a breve termine il sorpasso in dicembre da Eugenio Scalfari, sembra an- ci si propone non di “socialdemocratizzarsi”, rietà nazionale” degli anni 1976-1978 – il de- elettorale da parte dei socialisti”14. CRITICAsociale ■ 9 2-3 / 2013

Proprio all’inizio dei lavori15 vi era stato un pidamente il passo ad una reazione finalizzata dell’Amazzonia” come simbolo della “cata- Mussi, che dava però una risposta ancora ne- battibecco tra Occhetto e Napolitano dopo che a porre il Pci non sulla difensiva. Per Occhetto strofe ecologica, sociale, umana”. gativa. il segretario lo aveva indicato come esempio la caduta del Muro e lo sgretolarsi dei regimi I soggetti che il “riformismo forte” di Oc- In quell’estate 1989 il dibattito su nuova da non seguire per l’intervento “fuori tema” comunisti esaltano la differenza del Pci dagli chetto annovera sono i “soggetti che nell’Ot- identità e critica della tradizione comunista si del leader della destra comunista, cosiddetta altri partiti comunisti confermandone la poli- tocento non c’erano” ovvero una costellazione anima quindi tra gli intellettuali e nel gruppo “migliorista”, al precedente Comitato Centra- tica seguita da molto tempo. “Questo – dichia- di movimenti antagonisti: “la rivoluzione fem- dirigente del Pci. le. E Giorgio Napolitano intervenendo dopo ra il segretario del Pci quel 10 novembre ap- minile, il rapporto tra quantità e qualità dello Biagio De Giovanni sull’”Unità” del 25 la relazione di Occhetto aveva attaccato la pena rientrato a Roma – conferma la linea del sviluppo, e quello tra Nord e Sud del mondo, agosto scrive un articolo intitolato “C’era una conduzione del Pci da parte del segretario. nostro ultimo congresso. … E’ in corso un la questione ambientale e quella degli arma- volta Togliatti e il comunismo reale”, ma è dal- “Sono preoccupato per le difficoltà del Partito grande processo del quale noi comunisti ita- menti”22. l’ala “migliorista”, messa in minoranza da Oc- rivelatesi anche a Roma” aveva detto attri- liani ci sentiamo partecipi e protagonisti, a cui Gli osservatori sono pressoché unanimi nel chetto al XVIII congresso, che viene la più de- buendole alle “contraddizioni della nostra li- abbiamo dato, con le nostre idee e la nostra definire il “nuovo Pci” di Occhetto come cisa pressione ad una “svolta”: Gianni Cervetti nea”, ad una “opposizione convulsa, esaspera- iniziativa politica, un deciso contributo”. Gor- espressione di “movimentismo” (da Enzo Bet- scrive ad Achille Occhetto sollecitando il mu- ta, ‘becera’ sul piano concreto”. Napolitano baciov è pur sempre al vertice del Pcus e tiza su “La Stampa” a Giuliano Zincone sul tamento del nome e Giorgio Napolitano ai pri- aveva contestato la linea di Occhetto non da dell’Urss ed è sulla sua scia – nella convinzio- “Corriere della Sera”) 23. Napoleone Colajanni mi di settembre ricorda sull’”Espresso” che “il posizioni filocraxiane16, ma in nome di un ne di un’autoriforma del comunismo – che il lasciando il Partito accusa Occhetto di “radi- nome nasce da una delle ventun condizioni per maggior equilibrio e realismo: “Nel Partito – Pci ha disegnato un “nuovo corso” dopo il di- calcomunismo” e “partito radicale di massa” l’ammissione all’Internazionale comunista aveva affermato Napolitano usando negativa- missionamento di . Occhetto è la definizione convergente - in senso positivo dell’agosto 1920”. L’ex inquisitore berlingue- mente un’espressione tipica di Berlinguer – si imposta quindi la reazione come se egli fosse - di Paolo Flores d’Arcais e - in senso negativo riano, Adalberto Minucci29, gli replica sul set- manifesta la sindrome che sta per chiudersi il di fronte a una vittoria ovvero come la caduta - di don Gianni Baget Bozzo. timanale di Scalfari che “per cambiare il nome cerchio ‘tutti contro di noi’”. “Ci sono – aveva in italia dell’anticomunismo. In questa “reidentificazione del Pci” è però occorreva un congresso straordinario”30. polemizzato Napolitano – rappresentazioni ca- E’ un’accelerazione solitaria in quanto – ri- essenziale per Occhetto “coprirsi a sinistra”, Ma di fronte alla caduta del Muro di Berlino tastrofiche sulla libertà e la democrazia in Ita- corda Claudio Petruccioli che era “coordina- evitare l’accusa o soltanto il sospetto della “so- Achille Occhetto supera ogni dubbio e già in lia e sulle situazioni delle nostre grandi città”. tore” della segreteria – “la concezione che Oc- cialdemocratizzazione” o di “abbassare la aereo mentre torna a Roma da Bruxelles, il se- Gian Carlo Pajetta, con l’autorità di essere chetto ha di un gruppo dirigente è molto ele- guardia” nei confronti del Psi. Una preoccu- gretario del Pci confida ai suoi collaboratori: l’unico superstite della Direzione del Pci della mentare. … A me sembra che somigli all’idea pazione che sarà nel segretario del Pci e poi “Per quanto riguarda il nuovo nome, i due con- Resistenza e della Liberazione, aveva tratteg- di un branco. C’è un capobranco che prende la Pci-Pds costante e prevalente anche dopo il cetti di riferimento dovrebbero essere comu- giato una rappresentazione impietosa della si- testa e decide dove andare: gli altri seguono”. cambio del nome. Ciò lo spinge da un lato nità e libertà. Peccato che comunione e libera- tuazione interna al Partito: “Al mio seggio non Decisione solitaria, ma non improvvisata? all’ansia di non perdere il consenso di Ingrao zione esista già!31”. c’era il rappresentante di lista. In Sezione Piero Fassino nel 2009 ha sostenuto che da me- e dall’altro di scavare come un fossato di sal- E’ così che si arriva all’annuncio della pos- c’erano due soli compagni. Le Sezioni non si tutto era pronto per la “svolta”, ma l’opera- vaguardia sulla destra cercando di ridimensio- sibilità di abbandonare il nome “comunista” sanno più preventivare i risultati, né se si andrà zione sarebbe stata, secondo lui, rinviata a do- nare al massimo la presenza degli ex amendo- fatto tre giorni dopo la caduta del Muro, la do- avanti o indietro”. Ed aveva citato un’analisi po le elezioni amministrative di quell’autunno liani (Napolitano e Chiaromonte) e della “de- menica mattina del 12 novembre, all’assem- del sondaggista di fiducia del Partito, Stefano e poi ancora a dopo i primi di novembre per stra togliattiana” (Bufalini e Macaluso). blea di ex partigiani comunisti in un quartiere Draghi: “Circa il 40 per cento del nostro elet- evitare la coincidenza con il giorno dei morti. Di fronte alle sollecitazioni a cambiare no- di Bologna. In verità nel suo discorso il segre- torato o ci nega il voto o vota Dc e Psi”. Per Emanuele Macaluso però quelle “rivela- me al Pci reagisce quindi così: “Il nome che tario del Pci si era limitato a prefigurare “gran- A sua volta un altro leader “storico” del Par- zioni di Fassino … sono facezie ridicole”.19 portiamo non evoca soltanto una storia, ma ri- di trasformazioni” e ad esaltare “l’incitamento tito, Nilde Iotti, che da dieci anni è Presidente Quel che è certo è che proprio alla vigilia chiama un futuro nel quale il libero sviluppo a non continuare su vecchie strade ma ad in- della Camera dei Deputati, aveva lamentato il del XVIII Congresso del marzo 1989, Occhet- di ciascuno sia condizione del libero sviluppo ventarne di nuove per unificare le forze di pro- “nostro isolamento” causato da polemiche to aveva voluto incontrare Gorbaciov per ave- di tutti. Questa espressione, che è il più nobile gresso”. Fu il cronista dell’Ansa che al termine estremistiche nei confronti della stessa Dc: “E’ re una sorta di “imprimatur” moscovita per il e alto riconoscimento della libertà umana, è della manifestazione lo avvicinò e gli chiese giusto criticare la Dc, ma non dobbiamo di- suo “nuovo Pci” e al rientro in Italia, “entusia- stata scritta da un grande uomo, cui si è ispi- se le “grandi trasformazioni” di cui aveva par- menticare le sue radici”. sta” per il colloquio con il premier sovietico, rata la II Internazionale, è stata scritta dall’au- lato avrebbero riguardato anche il nome. E Oc- Occhetto si era quindi difeso sostenendo aveva detto che “il vero problema sarebbe sta- tore del ‘Manifesto dei comunisti’. E allora di- chetto aveva risposto: “Lasciano presagire tut- che “il 26 per cento è il livello elettorale no- to quello di dare vita a una grande Internazio- ciamo che non si comprende perché dovrem- to”32. L’”Unità” di lunedì mattina 13 novem- stro, realistico, oggi” citando il risultato delle nale democratica, di cui Gorbaciov doveva es- mo cambiare nome. Il nostro – proferì Occhet- bre – direttore Massimo D’Alema - non valo- elezioni europee svoltesi nel giugno preceden- sere ‘magna pars’; e, quanto all’Internazionale to sollecitando un uragano di applausi – è stato rizzò l’annuncio e riportò la frase solo te anche se – gli era stato già obiettato - quella che già c’era, quella socialista sostenne che ed è un nome glorioso che va rispettato”. nell’”occhiello” sopra il titolo: “Dobbiamo in- percentuale andava “letta” tenendo presente non era poi il caso di sopravvalutarla”20. E’ così che a conclusione del congresso, nel ventare strade nuove”. che si erano persi 700 mila voti. Achille Oc- Il XVIII congresso era stato quindi imposta- momento della elezione degli organismi diri- E’ nel corso della riunione della segreteria, chetto aveva comunque cercato di essere ras- to guardando non allo sbocco verso il sociali- genti, si attua quel che Macaluso ricorda come che come ogni lunedì si riunisce alle Botteghe sicurante, ma tra i dirigenti comunisti preva- smo europeo, ma nel segno di un “riformismo un autentico “massacro” nei confronti di quan- Oscure, che Achille Occhetto avvia il processo leva l’insicurezza e il pericolo di perdere il forte” in contrapposizione a quello “debole” ti maggiormente e più coerentemente spinge- decisionale33. Sul modello di Togliatti e Ber- controllo della situazione. del socialismo italiano e delle socialdemocra- vano verso l’integrazione nel socialismo euro- linguer, Achille Occhetto mette il gruppo diri- “Non dimenticherei ciò che sta avvenendo zie che agivano “all’interno del sistema”. peo: “Un marcato recupero dell’ingraismo in- gente del Partito di fronte al fatto compiuto e all’Est” aveva detto la Iotti criticando la rela- Quella che Alberto Asor Rosa chiamò la “rei- spirerà nel 1989 il diciottesimo congresso, procede dal vertice più ristretto a via via quelli zione ed aveva aggiunto: “E’ stato colpito dentificazione del partito” ha come origine il quello del ‘nuovo Pci’. Un congresso in cui più ampi – dalla Direzione al Comitato Cen- l’ideale che anima i nostri elettori. Dobbiamo fatto che in dieci anni il Pci ha perso un terzo per massacrare noi riformisti la maggioranza trale fino al Congresso nazionale - per far ap- (…) riprecisare, rivedere i nostri ideali”. dell’elettorato. E’ una crescente difficoltà di si organizza come una frazione”24. provare la propria iniziativa. Il giorno dopo il portavoce del partito comu- caratterizzarsi come “spinta propulsiva” nella “Si era, insomma, - ricorderà Giorgio Napo- Achille Occhetto torna quindi il martedì 14 nista della Germania dell’Est (Sed), Gunther vita nazionale in cui si intrecciano aspetti di- litano – voluto dare un colpo a quella che si novembre in Direzione non più sulla difensiva, Schabowky, avrebbe annunciato che non vi sa- versi: dai mutamenti della società e la loro let- considerava “la destra” del partito, anche se ma la direzione di marcia che il segretario pro- rebbero più stati divieti per andare a Berlino tura sempre classista alle destabilizzazioni nei non si aveva il coraggio di definirla tale e di spetta non è verso una ricomposizione unitaria Ovest. paesi comunisti che minano il consenso ideale combatterla attraverso un dibattito aperto”25. della sinistra italiana. “Craxi – è da tempo la Intanto Occhetto era partito per Bruxelles fino alla leadership meno carismatica di Ales- E’ quindi con questa discriminante interna convinzione di Occhetto – non apre strade per andare a parlare con Neil Kinnock. Era la sandro Natta dopo la scomparsa di Berlinguer. al Partito nei confronti di Napolitano e della nuove … Proudhon contro Lenin, Garibaldi prima volta che un segretario del Pci incontra- Occhetto al XVIII Congresso tenta di voltar “destra socialdemocratica”26 che nell’89, pri- contro Pisacane, liberali contro giacobini”34. va il segretario del partito laburista. Ed è ap- pagina e gioca la carta di un “nuovo Pci” nel ma della caduta del Muro, Achille Occhetto Come sottolinea l’allora “vice” di Occhetto, punto insieme al leader inglese che la mattina segno dell’apertura ai “movimenti” in primo agitava il tema di una sorta di rifondazione o Claudio Petruccioli, “incombeva però lo del 10 novembre Occhetto segue in televisione luogo femministi ed ecologisti mettendo come generale riposizionamento ideale e strategico spauracchio di Craxi, di fronte al quale ogni le immagini dei tedeschi che da Berlino Est temi centrali quelli della “differenza sociale” del Pci come “nuovo Pci”. Nel giugno 1989, difficoltà passava in secondo piano”35. E cioè passano liberamente a Berlino Ovest. “Chiesi e del “governo mondiale” per tutelare i beni protestando contro la repressione di Tien An la direzione di marcia non può essere quella ad Occhetto – ricorderà Kinnock – se il Pci po- della terra. Occhetto su questa linea spazierà Men ordinata dal Partito comunista cinese, il verso destra, verso la “socialdemocratizzazio- tesse cambiare nome e lui mi rispose scanden- dall’impegno per la tutela delle foreste del- leader del Pci aveva dichiarato: “Non possia- ne”. La stessa adesione all’Internazionale so- do tre volte: «E’ molto difficile, molto diffici- l’Amazzonia alla proposta di un piano per la mo più chiamarci allo stesso modo”27. A fine cialista appare dettata dall’intento di poter in le, molto difficile»”17. Nello stessa mattina al- bonifica del deserto del Sahel21. Richiaman- luglio 1989 Michele Salvati e Salvatore Veca tal modo svolgere con maggior forza – ovvero le Botteghe Oscure l’ex segretario del Pci ora dosi esplicitamente all’appello pacifista contro sul settimanale del Partito, “Rinascita”, ave- accreditamento internazionale – una politica presidente del Partito, Alessandro Natta, escla- le armi nucleari e per la salvezza dell’umanità vano sostenuto la necessità di abbandonare la di contrapposizione ai socialisti italiani. “Io ri- ma: “Ha vinto Hitler. Si realizza il suo dise- lanciato da Palmiro Togliatti al X congresso denominazione “comunista” ed avevano pro- cordo bene – precisa Emanuele Macaluso – gno, dopo mezzo secolo. … Non considero in- del 1962, Achille Occhetto dalla tribuna con- posto come nuovo nome “Partito democratico le riunioni della Direzione in quel periodo (pri- toccabile il nome. Ma … qui crolla un mondo, gressuale romana lancia il grido di allarme per della Sinistra”28. Il commento editoriale è af- ma della caduta del Muro, ndr). La questione cambia la storia.”18. il “vero e proprio genocidio degli indigeni del- fidato ad uno dei più stretti collaboratori di dell’ingresso nell’Internazionale la avevamo Lo smarrimento con Occhetto cede però ra- l’Amazzonia” e addita “le foreste pluviali Occhetto nella segreteria nazionale, Fabio posta via via in modo sempre più esplicito noi 10 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

riformisti. Prima ci si rispose di no, poi con vedere con il crollo di quel passato”. Il Pci non to come spostamento politico a destra. La ten- re il Partito proponendolo come rappresentan- mugugni, infine con un ‘sì, benissimo, ma … è quindi coinvolto ed ha, anzi, agito per pro- sione con il Partito socialista è il principale za per nuovi movimenti e nuovi soggetti di ’. Ma – spiega Macaluso – senza dimenticare vocare la crisi del comunismo: “Noi abbiamo fronte aperto. una nuova sinistra. che l’internazionale socialista era vecchia, ar- operato freddamente affinché ciò che sta ac- Nella relazione l’”accelerazione dei rapporti Il Partito deve – precisa Occhetto – “racco- rugginita, senz’anima. E che sarebbe toccato cadendo si realizzasse”, “Se si fossero accolte con l’Internazionale socialista” si sfuma nel gliere energie nuove”, “rimettere in moto tutte a noi, al Pci-Pds, portarle sangue fresco, rivi- le nostre sollecitazioni, tutto ciò, si sarebbe po- quadro di “una gigantesca ricollocazione delle le forze disperse di una sinistra diffusa, di una talizzarla, cambiarla”. Era – afferma Macaluso tuto fare prima e meglio”40. forze in campo” che porta il Pci “nella direzio- sinistra sommersa e scoraggiata”. Con il muta- – “una logica spocchiosa”36. La relazione del segretario del Pci imposta ne di una nostra originale volontà di aggregare mento del nome, i comunisti, “fondando il ‘ri- E Giorgio Napolitano preciserà nella sua au- una lettura critica “da sinistra” della storia co- una sinistra nuova, capace di parlare alle forze formismo forte’”, secondo Occhetto, possono tobiografia che “è un dato di fatto che non si munista e della crisi in corso. “Salvando” Le- di progresso, all’ovest e all’est”. in modo più libero e convincente far sì che era ancora mai affrontato negli organismi di- nin, Achille Occhetto accusa: “Lo stalinismo La via del nuovo partito è nel rifiuto sia del “questi altri ‘soggetti’ … possono riconoscere rigenti del Pci il tema di un’eventuale doman- e la sua variante brezneviana ha trasformato la rimanere comunisti sia del diventare socialde- la loro funzione in qualcosa di nuovo a cui essi da di ammissione all’internazionale socialista grande vittoria politica e morale della resisten- mocratici. “La discussione vera non può essere partecipano”. Il cambio del nome, prosegue il e di ciò che essa avrebbe potuto comportare. za in una politica di potenza che, alla luce dei quella tra due formule contrapposte: l’unità so- segretario del Pci, significa quindi dar vita ad Ci eravamo prefissi di intensificare le relazioni fatti, si è ridotta ad una dissipazione di quel cialista (proposta dal Psi, ndr) e il neocomuni- “una formazione politica capace di aggregare con l’internazionale socialista, ma non di più. patrimonio ideale”. “Politica di potenza” e smo”, che per Occhetto sono “due posizioni forze nuove: si può così aprire la strada ad una Magari si pensava che si potesse entrare a far quindi “collettivismo burocratico di Stato”: la entrambe settarie”. Cambiando nome secondo vera e propria costituente, a un processo alla cui parte dell’Internazionale senza metterci in di- crisi è configurata come conseguenza di una Occhetto si azzera il cosiddetto “fattore K”. fine vi sia una cosa nuova e un nome nuovo”. scussione come Pci”37. sorta di tradimento di un’idea originaria, giu- “Nessuno d’ora in avanti può definirsi solo in La conclusione sembra una citazione del sta, di comunismo a cui il Pci è sempre invece quanto anticomunista” e si può quindi “toglie- “Gattopardo”: “Occorre oggi avere … corag- Di fronte alla caduta del Muro e per soste- rimasto fedele. “Il Muro di Berlino – dichiara re ogni alibi”, “rendere possibile l’alternativa”, gio di innovazione, anche al fine di conservare nere il cambio del nome Achille Occhetto Occhetto – è stato una vergogna per la storia e “sbloccare la situazione italiana”. La caduta l’essenziale, altrimenti il rischio è che tutto va- quindi si richiama a due precedenti in cui l’in- la civiltà che noi vogliamo continuare a rap- del Muro di Berlino è intesa come la caduta da superato”. novazione fu accompagnata dalla condanna presentare”. dell’anticomunismo in Italia. Achille Occhetto rivolge quindi un appello della esperienza dei partiti socialisti europei. al voto positivo alla sua proposta di cambiare Il primo è il dibattito che vi fu nel 1964 sulla il nome proprio per salvaguardare “ciò che è proposta di Giorgio Amendola di dar vita ad stato essenziale e ha reso grande il Pci”, “ciò un partito unico della sinistra che in concreto che c’è di meglio della nostra storia”. “Non a significava appunto cambiare nome al partito caso – sottolinea – ho voluto scegliere una as- dopo la morte di Togliatti e la traumatica de- semblea di veterani per porre il problema”. stituzione di Krusciov (che aveva determinato Conclusa la relazione – sono le 13.30 – in Urss un raffreddamento della destalinizza- Achille Occhetto sospende la seduta e, senza zione). In quell’occasione ad Amendola che preoccuparsi del dibattito sulle sue proposte, aveva sostenuto un parallelo fallimento dei scende nella sala stampa ed annuncia la “Co- partiti comunisti e socialdemocratici in Europa stituente per la rifondazione del partito”41. occidentale, Achille Occhetto, all’epoca segre- Massimo D’Alema, che dirige “L’Unità”, nel tario ingraiano della Federazione giovanile co- pubblicare la dichiarazione di Occhetto la farà munista, aveva replicato sostenendo che il pa- seguire da un commento “più prudente sulla rallelo fallimento riguardava la socialdemocra- discontinuità”42. zia e lo stalinismo. Infatti nel dibattito non c’è solo la linea di Il secondo precedente è quello della dichia- demarcazione tra chi appoggia la svolta e chi razione sull’”esaurimento della spinta propul- si oppone in quanto chi contesta Occhetto in siva dell’Urss” che nel 1981 Enrico Berlinguer seno all’organismo di 54 membri, sono voci accompagnò con un rilancio del terzomondi- isolate: Luciana Castellina dell’ex “Manife- smo (recandosi in America latina per incontra- sto” (che definisce la proposta di Occhetto re Fidel Castro e i leader sandinisti del Nica- “una risposta pigra, nominalistica, preoccupata ragua) e della condanna della socialdemocra- più dell’involucro che della sostanza” che ri- zia “anche seria” (cioè tedesca e svedese) per- schia di determinare “una perdita di identità”), ché nella sua storia si era occupata solo dei la- Gianluigi Cazzaniga che era stato segretario voratori sindacalmente organizzati e “poco o della federazione giovanile del Psiup e soprat- nulla degli emarginati, dei sottoproletari e del- tutto Lucio Magri che era stato il primo (ed le donne”. “Noi – affermò Berlinguer – abbia- unico nella prima giornata di dibattito) a pro- mo messo al centro della nostra politica non nunciare un “no secco”43. Per l’ex radiato del solo gli interessi della classe operaia propria- “Manifesto” che era rientrato nel Pci, dopo lo mente detta e delle masse lavoratrici in gene- scioglimento del Pdup, nel 1984 “il cambia- rale, ma anche quelli degli strati emarginati mento del nome del partito è anzitutto un fatto della società”38. simbolico” e rischia di essere interpretato co- me segnale “che si esaurisce, o almeno si at- Achille Occhetto torna quindi la mattina del tenua di molto, la nostra ambizione di costi- 14 novembre in Direzione non sulla difensiva. tuire una forza antagonista”. La replica di Oc- “Occorre tenere i nervi a posto” esordisce e chetto a queste parole di Magri sarà risentita: quindi svolge una relazione meditata che sem- “Quel che è inaccettabile è l’accusa infamante bra anticipare la prevalente storiografia italiana La storia del Pci è una storia “a parte” che La prospettiva non è quindi una mera ade- di cedimento. Non l’accetto perché ho servito sul comunismo secondo cui “i comunisti hanno così Occhetto riepiloga: con Palmiro Togliatti sione all’internazionale socialista, ma una di sempre questo partito con passione, non ho seguito i percorsi più diversi nella storia del “siamo stati la parte più dinamica e intelligente evoluzione e rigenerazione grazie all’ingresso mai sentito il bisogno di abbandonarlo”. An- XIX secolo. Quando hanno avuto il potere han- del movimento comunista”, con Enrico Ber- dei comunisti italiani di quell’organismo se- che Giuseppe Chiarante, pur senza opporsi, no contribuito a lotte di emancipazione sociale linguer “siamo divenuti un partito che con lo condo “il progetto congressuale di una demo- esprime riserve: “Si rischia di dare un’imma- e di liberazione. Quando lo hanno avuto hanno ‘strappo’ si poneva in una collocazione auto- cratizzazione globale” e quindi, oltre l’Inter- gine liquidatoria della storia del Pci”. instaurato regimi oppressivi e liberticidi”39. noma e di stimolo … ivi compresa l’influenza nazionale socialista, Occhetto esalta “il Pro- I dirigenti cresciuti da Togliatti, Longo e Relazione e dibattito, in quella seduta della sulla stessa ‘perestroika’” ed infine con la sua getto dell’eurosinistra” e “di una nostra auto- Berlinguer seguono in blocco il segretario, ma Direzione del Pci all’indomani della caduta del segreteria “siamo oggi partito della Sinistra noma funzione in questo quadro”. gli accenti sono diversi. Muro di Berlino, ruotano appunto intorno a europea”. “Questa caratterizzazione – sottoli- La direzione di marcia in Italia non è per- Emanuele Macaluso intervenendo subito questa tesi: nessuna corresponsabilità dei co- nea – è chiamata adesso a svolgere tutte le po- tanto quella della ricomposizione della sinistra dopo la relazione avverte “il rischio, in defini- munisti italiani che si sentono, anzi, “parte lesa” tenzialità”. italiana, con il Psi (“E’ da comunque da re- tiva, di legare la nostra vicenda a quella del- di fronte ai regimi comunisti e rivendicano di Una storia da continuare è quindi la moti- spingere ogni visione subalterna che si accon- l’Est”. Egli preferirebbe una maggiore deci- essere stati promotori del loro rovesciamento. vazione di fondo che anima la svolta che Oc- ciasse alla richiesta di altri di accedere ad una sione nell’avere come obiettivo “lo sbocco “Ciò che è accaduto a Berlino - afferma Oc- chetto in quanto “anche il meglio della nostra non meglio definita unità”), ma la ricomposi- nell’alveo del socialismo europeo”. “Superia- chetto - ha messo in luce ciò che sapevamo”. tradizione è stato vissuto entro la logica dei zione di tutto ciò che è a sinistra del Psi come mo – esorta - le ambiguità della parola ‘siamo Ed aggiunge: “La differenza e l’originalità del blocchi”. Ma – aggiunge Occhetto – “ciò vale gli sarà contestato dai “miglioristi” nel corso nella sinistra europea’, siamo nel socialismo nostro tragitto ideale e politico è davanti a tut- anche per gli altri”. In sostanza per Occhetto del dibattito. europeo, verso la sua area….Non rientro, - tie- ti”. “La crisi dei Paesi dell’Est – precisa – è va tenuto fermo come punto centrale che la ca- Achille Occhetto sembra cioè esortare a vi- ne a precisare - ma entrata con la storia che ci per noi un fatto scontato”. “Al congresso ave- duta del comunismo significa “il superamento vere la caduta del Muro di Berlino come se appartiene”. Il cambio del nome deve rappre- vamo visto ciò. … Non abbiamo nulla a che del bipolarismo” e ciò va interpretato non cer- fosse una sorta di nuovo Sessantotto: rinnova- sentare per Macaluso una reale soluzione di CRITICAsociale ■ 11 2-3 / 2013

continuità con le posizioni “antagoniste” col- l’altro verso i partiti italiani che hanno gover- anche se vi sono stati errori nostri che sono du- o dalla Segreteria) che non si può modificare tivate in campo comunista: “Il Paese ha biso- nato l’Italia. rati nel tempo….Non siamo a rimorchio degli e anche respingere”. Anche l’ex numero due gno di una sinistra di governo e non di una si- “Noi – dichiara Nilde Iotti - che abbiamo avvenimenti”. Anche per Zangheri dopo la ca- di Berlinguer all’epoca della “solidarietà na- nistra di opposizione”. Ma anch’egli si preoc- una così gloriosa storia alle spalle, non possia- duta del Muro i comunisti possono allargare zionale” tiene a sottolineare la continuità con cupa di ribadire la continuità con la sostanza mo essere costretti alla difensiva”. La vedova lo spazio di penetrazione denunciando “gli in- il passato: “Abbiamo commesso certamente dell’esperienza storica che si ha alle spalle (”Il di Togliatti esprime così un autorevole ‘salva- dirizzi neoliberistici su cui il Psi si è adattato”. molti errori politici e di giudizio, ma non ab- partito non si scioglie, il nucleo essenziale del- condotto’ al segretario del Partito sollecitando Ugualmente per Ugo Pecchioli il cambia- biamo niente di cui vergognarci per il nostro la sua politica resta l’asse di ogni futuro”) e di ad “andare senza indugi e speditamente al- mento si iscrive in una linea di sostanziale lavoro in Italia”. “Davvero – insorge Chiaro- evitare cedimenti verso il PSI in quanto Craxi l’esperimento che ci propone Occhetto” pro- continuità: (“Esso in fondo realizza idealità monte – milioni di persone sono state preda punta a “guadagnare una egemonia sulla sini- prio, afferma, per “onorare la nostra storia”. che furono pure della Resistenza”) e mette in per 70 anni di una colossale mistificazione?”. stra con un collasso del Pci. E’ un progetto sui- Anzi gli sconvolgimenti in corso possono es- guardia da “i rischi di una svendita alle richie- La polemica politica di Chiaromonte è quindi cida per la sinistra. Dobbiamo contrastarlo”. sere l’occasione per “riacquistare nei confronti ste di Craxi”. Quando però il più stretto colla- verso Veltroni e lo stesso Occhetto: “Non ci Ma il predecessore di Occhetto, Alessandro del Psi quell’autorità che negli ultimi anni ab- boratore di Achille Occhetto, Claudio Petruc- può essere discorso sulla sinistra diffusa o Natta, e lo stesso Aldo Tortorella (che era stato biamo perduto”. cioli, per sostenere il cambio del nome afferma sommersa che possa sostituire quello dei rap- tra i principali sponsor della ascesa di Occhet- appare invece più pruden- “da tempo non siamo comunisti”, in sala scop- porti positivi fra noi e il Psi”. to), appaiono esitanti. Tortorella rivendica l’or- te ed esprime dissenso “sulle motivazioni della pia quel che egli ricorderà come “un putife- E’ in questo quadro che si colloca l’interven- goglio di Partito: “Deve essere chiaro che noi svolta proposta” criticando “chi ha ripetuto il rio”. “In molti mi interruppero, ma Natta so- to di Giorgio Napolitano. dedicato soprattutto siamo l’opposto dei partiti dell’est: noi che sia- termine di accelerazione e di inevitabile”. So- vrastò gli altri. Con il viso alterato, mi urlò: al “rapporto organico da stabilire con l’Inter- mo stati non gli oppressori, ma i discriminati”. prattutto non condivide l’idea di dare vita a una ‘Parla per te!’. La comunità era rotta”45. nazionale Socialista”.che viene commentato in Ed anche nell’ambito degli ex “ragazzi di “Costituente” che rischia di determinare un dia- E’ quindi la destra che reagisce all’arrocca- queste pagine per “Critica Sociale” da Gianni Berlinguer”, che costituiscono il gruppo più fe- logo in sostanza solo sulla sinistra, con la co- mento che può portare a un isolamento. Cervetti. dele ad Occhetto, si intravedono le differenzia- siddetta “nuova sinistra”: “C’è il rischio – af- Paolo Bufalini in contrasto con il rilancio In realtà da tempo Giorgio Napolitano aveva zioni che segneranno la vita del postcomunismo ferma – di sentirci rispondere di sì soltanto da di una politica antisocialista a protezione della prefigurato una svolta in quella direzione. Già dallo scontro per la successione ad Occhetto fi- chi rappresenta briciole di movimenti dispersi transizione che si deve affrontare sostiene in- nel 1988 egli aveva sostenuto che il Pci era no ad oggi. Walter Veltroni, più in sintonia con “ben oltre Togliatti e la sua scelta di campo” e il segretario, guarda ai movimenti della cosid- si poteva considerare “uscito dai confini della detta “società civile” e auspica “una maggiore tradizione comunista”46. Ancora ai primi di capacità di aggregazione di quella sinistra dif- giugno del 1989, in occasione delle elezioni fusa e sommersa di varia ispirazione che non europee, Napolitano aveva dichiarato che “il riesce ad esprimersi sul piano politico”. cambiamento del nome può essere preso seria- Massimo D’Alema, più preoccupato della mente in considerazione”47. tenuta di ciò che è già organizzato, si erge in- Napolitano sembra convinto che la forza vece a custode e garante della tradizione delle cose, i processi ormai in atto sulla scena (“Non abbiamo un passato da cancellare o di mondiale, siano destinati a determinare co- cui vergognarci”) e più aperto verso quanti munque un’evoluzione positiva della crisi del svolgono ruolo frenante nei confronti di Oc- Pci in quanto è ormai inevitabile la confluenza chetto. Il nuovo nome, precisa, significa che nel socialismo europeo. non si dà vita ad un “partito neo-comunista”, Nel raggiungimento di questo traguardo ob- “ma – aggiunge al fine di riassorbire le preoc- bligato anche il percorso è obbligato e cioè il cupazioni di sinistra - una speranza di questo riconoscimento del ruolo di chi nel Pci è più tipo deve poter vivere nella nostra formazio- affidabile agli occhi dei partiti dell’Internazio- ne”. L’intervento di D’Alema è quindi volto a nale. Parallelamente, anche i rapporti con il Psi difendere la esperienza del PCI nel suo com- sono destinati a migliorare in quanto Napolita- plesso e a ribadire la condanna del socialismo no sa benissimo che Craxi, se si vuole entrare autonomista come “tradimento”. “L’originalità nell’I. S., non può essere ‘scavalcato’. Proprio e il valore del Pci sono stati – afferma - nella in quelle ore il presidente dell’Internazionale sua capacità di rappresentare un punto di con- Socialista, Willy Brandt, da Bruxelles ha di- fluenza tra la tradizione democratica europea chiarato in modo inequivocabile che “davanti e l’esperienza che si era aperta con la rivolu- ad una domanda di adesione del Pci all’Inter- zione d’ottobre”. “La discriminante tra noi e il nazionale Socialista avrei difficoltà”. E così ha Psi – precisa – non passa tra democrazia e to- chiarito: “C’è una regola non scritta secondo la talitarismo”. Senza svolgere considerazioni quale i partiti membri dell’I. S. dovrebbero da- autocritiche D’Alema propone una linea di at- re il loro parere. Di fronte ad un’eventuale do- tacco al PSI dato che è per lui evidente “la ri- manda del Pci – ha spiegato Brandt – il Psi e il nuncia del partito socialista ad una battaglia Psdi dovrebbero mettersi d’accordo”48. che si ispiri ai valori e alle idealità del sociali- Ma la replica conclusiva di Achille Oc- smo. … Il Psi non conduce una battaglia so- chetto delinea invece la priorità di guadagnare cialista”. E quindi di fronte alla caduta del Mu- consensi soprattutto alla propria sinistra: nel ro di Berlino il comunismo italiano trova più partito e fuori dal partito. Nel suo discorso il conferme che smentite alla sua storia: “Questa segretario del Pci continua a ripetere che non crisi può anche liberare nuove forze… Rilan- si tratta né di rinnegare la propria storia né di ciare su basi nuove la funzione internazionale andare a destra. La sua proposta, egli sottoli- del Pci”. o ci offre il contributo spesso confuso di idee vece che “si tratta di lavorare per una ricom- nea, rappresenta “una sfida in avanti che non E’ significativo che al termine della riunione che non possiamo condividere”. posizione unitaria delle forze del socialismo ha nulla di liquidatorio, ma esprime il meglio Massimo D’Alema tiene a sottolineare il pro- E’ invece Gianfranco Borghini a sollecita- italiano”. “Ci si deve – afferma - proporre della nostra tradizione”. “Nulla va disperso. … prio distinguo da Occhetto. Rivolgendosi al ca- re Occhetto affinché la caduta del comunismo nell’immediato un miglioramento di rapporti Siamo – rassicura - con i compagni che mo- po ufficio stampa di Occhetto, Massimo De An- ed il cambio del nome non aprano una nuova tra le forze della sinistra ed in particolare tra strano oggi grande affetto per il Pci e per la gelis, dirà: “Guarda che sto con voi solo perché stagione di offensiva sulla destra, ma, al con- Pci e Psi….Non giova a tal fine una deforma- sua grande storia. E’ anche l’affetto mio e di dall’altra parte (tra gli oppositori al cambio del trario portino ad “interrompere la spirale po- zione polemica della proposta di unità socia- tutti noi”. Il cambio del nome è motivato dal nome, ndr) sento puzza di morto”44. lemica con il Psi”. lista”. dare vita a “una nuova forza politica che sia il Sulla stessa lunghezza d’onde di D’Alema , che da posizioni “ingra- Anche Gerardo Chiaromonte butta acqua risultato di un processo di aggregazione a si- è Piero Fassino. Il cambio del nome, per il re- iane” è diventato un autorevole collaboratore sul fuoco nei rapporti tra Pci e Psi dichiarando nistra”. sponsabile dell’organizzazione del PCI, “non prima di Berlinguer e poi di Occhetto, sottoli- – in riferimento alle prese di posizione socia- Per riscuotere consenso alla sua proposta è né una rottura, né una svendita, ma lo sbocco nea la attualità dell’”insegnamento di Togliat- liste - “non mi sento turbato se altri ci chiedo- Occhetto insiste quindi sul pericolo di destra naturale, il coronamento di un lungo itinerario ti” e, in polemica con il PSI, sostiene che nella no di cambiare il nome”. ”Ad ogni modo – in- che altrimenti si favorirebbe come mostrano che il Pci non percorre da oggi”, ma “da alme- storia della sinistra italiana ”in verità i rifor- siste - dobbiamo tendere a un miglioramento diverse situazioni nell’Est: “In Ungheria si no vent’anni”. La storia comunista “è un pa- misti siamo stati noi”. Anche Renato Zanghe- radicale dei rapporti tra noi e il Psi”. E rivolto cerca tra grandissime difficoltà di salvaguar- trimonio che ora … il Pci mette a disposizione ri invita a legare il cambio del nome alla ri- al segretario del partito aggiunge: “Critico il dare una prospettiva socialista e democratica” di un processo politico più ampio”. conferma della continuità con la storia del par- metodo che è stato seguito parlandone prima di fronte a “seri pericoli di destra”; in Urss ci Nella maggioranza degli intervenuti emerge tito: “Si pensi al Palmiro Togliatti della Costi- all’esterno.… Ne faccio un problema sostan- sono “fenomeni nazionalistici” e “lotte cruen- comunque l’insistenza sulla continuità in no- tuente e dell’VIII Congresso. Si pensi a Gram- ziale … Nessuno deve avere l’impressione di te” che “indicano rischi”. me della autonomia e della diversità del Pci da sci che è un gigante del pensiero socialista del trovarsi di fronte a un dilemma fra prendere o Sul piano della gestione interna il segretario un lato verso i partiti comunisti al potere e dal- ‘900. Possiamo dunque parlare a fronte alta lasciare, a una decisione (presa dalla Direzione si mostra disponibile ad accettare la richiesta 12 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

di maggiore “collegialità” venuta non solo da 3 Cfr. in proposito Massimo De Angelis, E’ rispuntata l’illusione dello sfondamento Camera. destra, da Macaluso e Chiaromonte, ma anche “Post. Confessioni di un ex comunista”, Gue- verso di noi alle amministrative del 1990 e in 30 Iginio Ariemma, “La casa brucia. I De- da Tortorella arrivando persino a ridimensio- rini Associati, Milano 2003, pp. 48-52. altre occasioni, con provocazioni indegne e mocratici di Sinistra dal PCI ai giorni nostri”, nare il suo discorso della “Bolognina”. Essen- 4 Eugenio Scalfari (intervista a Achille Oc- grottesche”. APC 8912, Direzione 8 novembre Marsilio, Venezia 2000, pag. 43. dogli stato contestato di aver messo la Dire- chetto), “Ho fatto quel che dovevo”, “La Re- 1989. 31 Massimo De Angelis, “Post. Confessioni zione di fronte ad un fatto compiuto, Occhetto pubblica”, 17 dicembre 1989. 17 Achille Occhetto, “Il sentimento e la ra- di un ex comunista”, Guerini e Associati, Mi- si difende sostenendo di aver solo detto gene- 5 Achille Occhetto, “Un indimenticabile ’89 gione (Un’intervista di Teresa Bartoli)”, Riz- lano 2003, pag. 31. ricamente che “si poteva discutere di tutto”. (a cura di Massimo De Angelis)”, Feltrinelli, zoli, Milano 1994, pp. 63-64. 32 Achille Occhetto, “Secondo me”, Piem- Ma, soprattutto, Occhetto tiene a rassicurare Milano 1990, pag. XIII. 18 Claudio Petruccioli, “rendiconto”, Il Sag- me, Casale Monferrato 2000, pag. 304. La fra- che egli sarà contro chi volesse “spacciare il 6 Ibidem, pag. XIV. giatore, Milano 2001, pag. 26. se di Occhetto nell’articolo viene sintetizzata nostro sforzo come un processo di omologa- 7 Achille Occhetto, “Il sentimento e la ragio- 19 Emanuele Macaluso, “Bolognina: una in un “Tutto è possibile” nella titolazione. Wal- zione verso un’unità socialista indistinta”. ne. Intervista con Teresa Bartoli”, Rizzoli, Mi- svolta senza progetto”, “Le nuove Ragioni del ter Dondi “Occhetto ai veterni della Resisten- Quindi, insiste, “niente di liquidatorio” e riba- lano 1994, pag. 86. socialismo”, dicembre 2009, pag. 15 za”, L’Unità 13 novembre 1989. disce “tutto l’orgoglio che ci ha portati sin qui” 8 Cfr. Giorgio Dimitrov, “Dal fronte antifa- 20 Paolo Franchi, op. cit., pag. 140. 33 Nella segreteria eletta al XVIII congresso contro “ogni rischio di cedimento subalterno”. scista alla democrazia popolare”, Edizioni Ri- 21 De Angelis, op. cit., pag. 61. Achille Occhetto oltre a riconfermare lo “Con i socialisti il rapporto va posto come sfi- nascita, Roma 1950, pp. 88-90. 22 Achille Occhetto, “Un indimenticabile “staff” di cui si era circondato dopo l’elezione da sul terreno dell’alternativa”. Verso il Psi se- 9 Achille Occhetto, op. cit., pag. 89. ’89”, pag. XIII. a segretario nel 1988 (Claudio Petruccioli, Pie- condo Occhetto “vi sono differenze program- 10 Achille Occhetto, op. cit., pag. 87. 23 Per questi commenti v. Nello Ajello, “Il ro Fassino, Fabio Mussi e Livia turco) aveva matiche rimarchevoli che – assicura il reso- 11 Titolo del libro di ricordi di Pietro Folena lungo addio. Intellettuali e Pci dal 1958 al aggiunto Antonio Bassolino come “garante” conto dell’Unità - non c’entrano nulla con la - che nel 1989 era segretario nazionale della 1991”, Laterza, Bari 1997, pp. 373-375. della sinistra ingraiana controbilanciato dal- situazione dell’Est”49. “Non c’è bisogno di Federazione giovanile comunista (FGCI) - 24 Emanuele Macaluso, op. cit., pag. 138. l’ingresso di altri due, suoi ‘fedelissimi’: Wal- omologazione, - conclude Occhetto - ma di un edito da Baldini&Castoldi nel 1997. 25 Giorgio Napolitano, “Dal Pci al sociali- ter Veltroni ed il segretario amministrativo conflitto”. Dalla caduta del Muro di Berlino, Marcello Stefanini. secondo il leader del Pci, viene la conferma 34 Ferdinando Adornato (intervista a Achille del “nucleo delle idee-forza del XVIII con- Occhetto), “Siamo figli dell’’89”, “L’espres- gresso”. so”, 23 gennaio 1989. L’unico condizionamento che il segretario 35 Claudio Petruccioli, op. cit., pag. 22. del Pci nella replica prende in considerazione 36 Paolo Franchi, Emanuele Macaluso, “Da è solo sulla sua sinistra. Ingrao non è presente cosa non nasce cosa”, Rizzoli, Milano 1997, e Occhetto prevede e teme il suo dissenso. pag. 140. Cossutta non è più membro della Direzione, 37 Giorgio Napolitano, op. cit., pag. 246. ma è già sicuro il suo voto contrario in Comi- 38 Sugli incontri di Enrico Berlinguer con i tato Centrale. In seno alla Direzione il suo pre- dittatori castristi e sandinisti in America Latina decessore ora presidente del partito, Alessan- e la conferenza-stampa contro le socialdemo- dro Natta, capeggia l’ala frenante che non vuo- crazie europee v. anche Ugo Finetti, “Storia di le ancora decidere sul cambio del nome. Craxi”, Boroli, Milano 2009, pag. 135. L’ulti- Dopo due giorni di dibattito attraverso qua- ma giornata di Berlinguer a Managua, capitale rantacinque interventi quando la sera del 15 del Nicaragua, coincise con l’arresto di dirigen- novembre si tratta di concludere è appunto ti della Confindustria locale e del partito comu- Natta a sostenere di andare al Comitato Cen- nista deciso nella notte dal regime sandinista. trale convocato per lunedì 20 novembre senza Berlinguer, alla notizia degli arresti, reagì di- un voto della Direzione che potesse “in qual- chiarando ai giornalisti che “i comunisti italiani che modo apparire vincolante”. Occhetto ac- risolverebbero le divergenze con metodi poli- cetta dichiarando che ciò era già “implicito” tici” (v. l.f., “Incontro di Berlinguer con I lea- nel suo discorso conclusivo. La riunione si ders della guerriglia in Salvador”, La Stampa, chiude così senza un voto. 24 ottobre 1981). Il giorno prima Berlinguer Rimangono a verbale “il dissenso comple- era stato a pranzo con il ministro dell’Interno to” di Magri e Castellina, le “critiche” di Pa- Borge e al “coordinatore” della giunta sandini- jetta e le “riserve” di Chiarante. sta, Daniel Ortega, il segretario del Pci aveva “Scelta giusta. Tuttavia – rifletterà poi Ema- espresso “l’amicizia e la solidarietà concreta nuele Macaluso - a quella svolta non fu data con la vostra rivoluzione” e le “affinità che sen- una base politica in grado di parlare non solo tiamo nei confronti della vostra esperienza” al partito, ma al paese. … Quale Pds aveva in (Ugo Baduel, “I colloqui di Berlinguer in Ni- mente il nuovo gruppo dirigente del partito ce caragua”, L’Unità 22 ottobre 1981). lo dice il fatto che a Leoluca Orlando, come 39 Sivio Pons, Robert Service (a cura di), ha dichiarato più volte lo stesso sindaco di Pa- “Dizionario del comunismo, Einaudi, Torino lermo senza essere smentito, era stato offerto 2006, pag. XVII. l’incarico di segretario con Occhetto presiden- 40 Tutte le citazioni del dibattito sono tratte te. Cosa aveva a che fare Orlando con il rifor- dal verbale custodito presso la Fondazione mismo e l’area socialista italiana ed europea Istituto Gramsci, APC 8912, Direzione 14 no- non si capisce. O si capisce abbastanza”50. s vembre 1989. 41 “Un nuovo partito per la sinistra”, Ugo Finetti 12 Già nella Direzione del 17 dicembre smo europeo. Un’autobiografia politica”, La- “L’Unità”, 15 novembre 1989. 1980, Giorgio Napolitano, all’epoca responsa- terza, Bari 2005, pag. 238. 42 Luciano Barca, op. cit., Vol. III. “La crisi bile organizzazione, aveva affermato: “Il cen- 26 Definizione solitamente già in uso duran- del Pci e l’effetto domino”, pag. 1072. NOTE tralismo democratico è stato nella storia ‘ela- te la segreteria Berlinguer per definire polemi- 43 Lucio Magri, “Il sarto di Ulm. Una pos- stico’ (come dice Gramsci). Anche in Lenin, camente Napolitano e Chiaromonte, mentre sibile storia del Pci”, Il Saggiatore, Milano 1 Tra i tanti esempi può essere ricordato si è dimostrato, che vi sono più visioni del Par- Bufalini e Macaluso erano definiti “destra sto- 2009, pag. 394. l’uso di questa espressione da parte di Enrico tito, più ‘concezioni’ del Partito a seconda del- rica” (v. Luciano Barca, “Cronache dall’inter- 44 Massimo De Angelis, op. cit., pag. 51. Berlinguer nell’incontro Pci-Pcus del 14 no- le situazioni storiche” (Atti Direzione PCI, no del vertice del Pci”, Rubbettino, Soveria 45 Claudio Petruccioli, op. cit., pag. 27. vembre 1968 (dopo la “riprovazione” espressa Fondazione Istituto Gramsci, APC 8107). Mannelli 2005, in particolare il vol II, “Con 46 Giorgio Napolitano, “Parole e silenzi di in agosto nei confronti dell’invasione sovietica 13 Umberto Curi, “Lo scudo di Achille. Il Berlinguer”, ad es. pag. 715). Togliatti”, L’Unità, 21 febbraio 1988. della Cecoslovacchia) quando egli ricorda, Pci nella grande crisi”, Franco Angeli, Milano 27 Claudio Petruccioli, op. cit., pag. 21. 47 Nello Ajello, “Il lungo addio. Intellettuali senza alcuna revisione critica, come nel 1956 1990, pag. 29. 28 Michele Salvati, Salvatore Veca, “E se e Pci dal 1958 al 1991”, Laterza, Bari 1997, per la repressione in Ungheria vi fu “l’appog- 14 Carlo Baccetti, “Il Pds”, Il Mulino, Bolo- non ora quando? Cambiare nome”, Rinascita, pag. 385. gio all’azione delle truppe sovietiche da parte gna 1997, pag. 50. 29 luglio 1989, n. 25, pp. 35-38. 48 “Brandt: Devono accordarsi Psi e Psdi”, di tutto il movimento comunista internaziona- 15 Tutte le citazioni del dibattito sono tratte 29 A Minucci nel settembre 1981 Enrico L’Unità 16 novembre 1989. le” (Verbale dell’incontro in Pietro Folena, “I dal verbale custodito presso la Fondazione Berlinguer aveva affidato la relazione-requisi- 49 Giorgio Frasca Polara, “il nostro patrimo- ragazzi di Berlinguer”, Baldini&Castoldi, Mi- Istituto Gramsci, APC 8912, Direzione 8 no- toria contro Giorgio Napolitano nella Direzio- nio va arricchito, non disperso”, L’Unità 16 lano 1997, pag. 212). vembre 1989. ne del Pci per il “processo” che si sarebbe con- novembre 1989. 2 Intervista di A. Zypko del C.C. del Pcus in 16 Giorgio Napolitano: “E’ prevalsa [nel cluso con l’allontanamento di Napolitano dalla 50 Paolo Franchi, Emanuele Macaluso, “Da Chiara Valentini, “Il nome e la cosa”, Feltri- Psi], per scelta di Craxi, una risposta negativa segreteria nazionale ‘degradandolo’ a presi- cosa non nasce cosa”, Rizzoli, Milano 1997, nelli, Milano 1990, pag. 50. a qualsiasi proposta di dialogo e di alternativa. dente del gruppo parlamentare comunista della pp. 25-26. CRITICAsociale ■ 13 2-3 / 2013

■ QUANDO SCALFARI SPINSE BERLINGUER SULLA STRADA DELLA “DIVERSITÀ” E DELLA “QUESTIONE MORALE” L’OPPOSIZIONE DI NAPOLITANO ALLA TRASFORMAZIONE “AZIONISTA” ETERODIRETTA DEL PCI (1984)

verità di scontri aperti – in particolare con Ber- Ugo Finetti linguer all’apice della sua popolarità e padro- nanza del partito – non ne sono mancati pagando a regia scalfariana delle vi- il prezzo anche di “processi” e retrocessioni. “L cende politiche della sini- La questione di fondo – modo e spazio poli- stra non aiuta certo la ricer- tico per le posizioni “di destra” sotto Berlinguer ca di convergenze”: così, un “fedelissimo” di - non è quella personale circa l’aver avuto suffi- Enrico Berlinguer come Luciano Barca, com- ciente “coraggio” oppure no, ma riguarda le ra- menta la pubblicazione dell’intervista del segre- gioni per cui le posizioni “riformiste-migliori- tario del PCI su “Repubblica” del 2 agosto 1978. ste” nel PCI non sono state “popolari”. In effetti Eugenio Scalfari svolse un’influenza Il traguardo di dichiarare il PCI “parte inte- non secondaria sull’“ultimo Berlinguer”. In una grante della sinistra europea” fu raggiunto (solo) lettera del 1996 - proprio a Luciano Barca - il nel Congresso di Firenze del 1986 grazie ad una fondatore di “Repubblica” ricorda con una certa azione di vertice. Perché proclamarsi “parte in- commozione: “L’incontro con lui (con Berlin- tegrante della sinistra europea” non fu raggiunto guer, ndr) è stato uno dei più fecondi che io ab- “a furore di popolo”? L’intervento che in quel- bia avuto, e quando dico con lui dico con tutto l’assise riscosse la più grande ovazione fu quello un gruppo che con lui ha operato per la trasfor- di Pietro Ingrao quando scandì il rifiuto della mazione senza perdere di vista la radice ma pun- “de-berlinguerizzazione”. La “sinistra europea” tando su nuovi fiori e nuovi frutti”. E aggiunge: nell’interpretazione di Ingrao erano “i movi- “Ho cercato dal canto mio di contribuire da fuori menti” (pacifisti, ecologisti e femministi, ecc,) a questa operazione, forse tra le più importanti e non i partiti dell’Internazionale socialista. Così alle quali – a mio modo – abbia partecipato”. naccioso l’arrivo di Napolitano alla Festa inver- puntualizzare Berlinguer nel Comitato Centrale come sempre in quel periodo della segreteria “Questa operazione” di “trasformazione” è nale dell’Unità. Secondo Alberto Jacoviello del novembre 1979 in polemica con la “destra” Natta – tra Berlinguer e Occhetto – Giorgio Na- soprattutto la politica condotta da Berlinguer dal (“Napolitano, il laico”, La Repubblica 12 gen- di Giorgio Amendola - che cosa sarebbe avve- politano riuscì ad introdurre nella Direzione del momento in cui abbandonando la maggioranza naio 1984) il malumore del segretario del PCI si nuto, da trentacinque anni a questa parte, se il PCI – per la prima volta – il tema del debito pub- di “solidarietà nazionale” ripropone la “diversi- riversava non solo su Napolitano, ma anche sul nostro partito non avesse avuto sempre a diri- blico. Non senza registrare crisi di rigetto. tà” comunista, non più in nome del leninismo comportamento di Nilde Jotti e del leader della gerlo un ‘centro’. Essere il ‘centro’ – affermava Il “caso” Napolitano è il “caso” Italia nel sen- (centralismo democratico e internazionalismo CGIL Luciano Lama. Berlinguer - non significa essere equidistanti, … so che è da chiedersi come mai nel popolo di tra- proletario) ma della “questione morale”. E’ ap- Giorgio Ruffolo era quindi intervenuto il 18 significa, di volta in volta, combattere contro dizione comunista e poi di identità postcomuni- punto il periodo in cui cresce il contrasto tra Na- gennaio come esponente della sinistra socialista quegli scarti, quelle incoerenze rispetto alla linea sta (la maggioranza della sinistra italiana) l’al- politano e Berlinguer. a sostegno della posizione assunta dal capogrup- del partito, che si manifestano, e che si rivelano, ternativa “escatologica” ha scaldato gli animi e Quando nel gennaio 1984 Giorgio Napolitano po comunista alla Camera. Entrando più nel me- ora in un senso ora in un altro più pericolose: ha trascinato consensi mentre l’alternativa “po- si trovò nuovamente in contrasto con Enrico rito, Ruffolo vedeva nella politica di attacco non dimenticando che la tendenza più pericolosa litica” è risultata sostanzialmente minoritaria ed Berlinguer, Giorgio Ruffolo scrisse su “Repub- frontale alla presidenza socialista la riduzione è quasi sempre quella contro cui si cessa di lot- “impopolare”. blica” un articolo intitolato “Il caso Napolitano”. dell’alternativa da parte di Berlinguer ad una di- tare”. Sono parole che molto chiaramente dipin- Infatti la storia dei congressi del PCI dal XV Di che si trattava? Giorgio Napolitano era già mensione sostanzialmente “escatologica” e solo gono come Berlinguer dirigesse il PCI e cioè se- del 1979 con Berlinguer fino all’ultimo, il XX, entrato in polemica con Berlinguer nell’estate futuribile, mentre con Napolitano, nella linea di condo una logica di stato di lotta permanente del 1991 con Occhetto è quella di una sistema- 1981 dopo l’intervista del segretario del PCI del “un’opposizione che – scriveva Ruffolo - voglia contro “tendenze pericolose”. tica contestazione e ridimensionamento delle 28 luglio sulla “questione morale” ed era stato diventare domani governo con i socialisti”, vi Diversa era la militanza di Giorgio Napolita- posizioni “di destra” e del timore di perdere il “processato” nella Direzione del 10 settembre e era la ricerca di un’alternativa “politica”. Vi era no, cresciuto sulla scia di Giorgio Amendola, consenso di quelle “di sinistra”. quindi estromesso dalla segreteria nazionale e tra Napolitano e Berlinguer una sostanziale di- nella realtà campana come segretario di federa- Prima di parlare di “regime” e di “manipola- destinato a dirigere il gruppo parlamentare a vergenza. zione, consigliere comunale e parlamentare (sin zione” nell’elettorato italiano si dovrebbe guar- Montecitorio. Come capogruppo comunista alla La tensione del gennaio 1984 infatti crebbe dal ’53) secondo due direttrici: rapporti unitari dare con occhio più critico alla “mancanza di Camera, tra la fine del 1983 e l’inizio del 1984, nelle settimane successive in relazione al dibat- con gli altri partiti e analisi della situazione eco- coraggio” che vi è stata nella sinistra italiana nei Giorgio Napolitano aveva nuovamente suscitato tito parlamentare sul decreto sulla scala mobile nomica. Con tutti i suoi limiti, contraddizioni ed confronti di posizioni irrealistiche ed estremiste. il dissenso del segretario del PCI in relazione al fino a cristallizzarsi, subito dopo l’approvazione errori la storia “di destra” nel PCI di Napolitano Non è una questione di casi personali. Nella sto- modo di contrastare alla Camera l’azione del go- definitiva del decreto, tanto che il capogruppo non può non suscitare rispetto e simpatia per due ria del comunismo e del postcomunismo biso- verno guidato dal segretario del PSI. comunista alla Camera il 22 maggio invia una ragioni: il livello culturale e l’indiscutibile coe- gna anche tener presente la “mancanza di corag- Napolitano anziché boicottare il dibattito sulla lettera (scritta a mano “per evitare qualsiasi in- renza politica. gio” (come lamentava Giorgio Amendola) non finanziaria e provocare l’esercizio provvisorio discrezione”) a tutti i membri della segreteria Si deve a Paolo Franchi una seria ricostruzio- solo della “classe politica”, ma anche della co- aveva – con l’appoggio (ed anche la pressione) nazionale come promemoria per una futura di- ne di questo itinerario che intreccia la storia del siddetta “società civile” di sinistra. s di Nilde Jotti presidente comunista della Camera scussione, dopo che Berlinguer aveva annuncia- Partito comunista con quella della vita naziona- – concordato il calendario dei lavori ottenendo to il proposito di voler giungere a un definitivo le, dall’immediato dopoguerra a oggi, con il suo in cambio maggiori risorse per gli enti locali e chiarimento interno dopo le elezioni europee. “Giorgio Napolitano. La traversata da Botteghe un incremento del fondo investimenti. Berlin- Nella lettera Napolitano dichiarava la propria di- Oscure al Quirinale” (Rizzoli, 425 pagine, 18 guer lo avrebbe definito un “increscioso episo- sponibilità a dimettersi da capogruppo e di es- euro)”. Paolo Franchi gran parte di queste vicen- dio”. Contro Napolitano erano allora insorti Re- sere pronto ad abbandonare l’impegno “in prima de le aveva seguite, soprattutto negli anni nato Zangheri e Alfredo Reichlin della segreteria fila”. “Berlinguer – ha detto Natta rievocando dell’”ultimo Berlinguer” e poi dell’”ultimo PCI” nazionale. Napolitano reagì spiegando le sue ra- nel 1992 quel dissidio – aveva l’impressione, per il “Corriere della Sera”, scrutando e renden- gioni in un articolo sull’”Unità” del 4 gennaio l’opinione di essere stato non aiutato, di essere do intellegibile la dialettica interna delle Botte- intitolato “Il ruolo dei comunisti oggi in Parla- un po’ tradito”. E nel malcontento di Berlinguer ghe Oscure. Oggi la sua ricostruzione consente mento”. In esso Napolitano aveva polemica- per un insufficiente sostegno nello scontro con di seguire la coerenza di un impegno politico ri- mente giustificato un “confronto non settario … Craxi, secondo Alessandro Natta (all’epoca “ volto a vincere le posizioni antioccidentali e an- che può portare risultati positivi”. presidente della Commissione centrale di con- tieuropeiste presenti nel PCI e, più in generale, “La Repubblica”, titolò in prima pagina: “Na- trollo” della segreteria nazionale del PCI), c’era nell’ambito della sinistra italiana. Un’azione che politano attacca la linea Berlinguer”. Giorgio anche la Jotti “perché Berlinguer avrebbe voluto Paolo Franchi mette in rilievo nel quadro, da un Napolitano dovette quindi scrivere immediata- che la Presidente della Camera fosse d’accordo lato, di una capacità di confronto con le altre for- mente, il 6 gennaio, un secondo articolo (“An- con noi”. ze politiche e, dall’altro, di una crescita comu- cora sulla nostra opposizione”) per respingere Il contrasto tra l’arroccamento di Berlinguer nista nelle relazioni istituzionali. Vediamo quin- “il pettegolezzo”. Ufficialmente la Direzione del e la tessitura di rapporti di Napolitano rispecchia di come il ruolo di Napolitano nel PCI si è eser- PCI negò contrasti. Sull’Unità però in quei gior- una dialettica di “lungo corso” in seno al PCI. citato in particolare nella definizione della poli- ni compaiono non solo lettere a favore e contro In Berlinguer, cresciuto all’ombra di Togliatti al- tica economica e di quella internazionale. il presidente dei deputati, ma persino una vignet- l’interno delle Botteghe Oscure, vi è il primato A Napolitano si rimprovera però mancanza di ta di Staino che ritrae “Molotov” che attende mi- della tradizione “centrista”: “Non so – volle coraggio, di non aver dato battaglia aperta. In 14 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

■ “SENZA IL SOSTEGNO DELLA CORRENTE RIFORMISTA LA SVOLTA DELLA BOLOGNINA NON SAREBBE STATA POSSIBILE” FORSE FU UN ERRORE CREDERE POSSIBILE L’APERTURA AI SOCIALISTI CON L IDIOSINCRASIA PER CRAXI

Emanuele Macaluso fondo del primo centro-sinistra fu il fatto che il Partito Comunista dopo il ’56 ungherese rimase a svolta della Bolognina si è legato al mondo sovietico e nel momento in cui L fatta sulle macerie del Muro di il centrismo entrava in crisi non poteva concor- Berlino che crollò sei mesi do- rere come forza di governo. po il congresso che rilanciava il nuovo PCI e È chiaro che Craxi avrebbe dovuto sfidare l’orgoglio comunista. Occhetto sul terreno dell’alternativa della sini- stra, come aveva fatto nel ‘78 al congresso di Ma perchè arriviamo alla Bolognina? Torino. Invece pensò di tornare a Palazzo Chigi Perchè gli sviluppi politici mondiali e poi attraverso il CAF, attraverso l’accordo con la quelli taliano spingevano verso un revisionismo Democrazia Cristiana e approfittando della crisi più di fondo della politica del PCI in direzione comunista. del socialismo democratico. E questa fu la stretta Fu un errore politico profondo. Fu un errore in cui si è trovato Occhetto, il quale da un canti che lo portò anche a fare alcune operazioni fi- chiese a Craxi di agevolare l’ingresso dei post- nanziarie di partito che lo avrebbero poi danneg- comunisti nel’Internazionale socialista, dall’al- giato e portato alla rovina. Ti racconto un episo- tro fece tuta una serie di operazioni per presen- dio per capire come Craxi intendeva il rapporto tare il nuovo partito come un partito addirittura con il PCI che si stava sciogliendo. Craxi tramite più a sinistra del PCI (rompendo, tra l’altro, con Borghini (una volta che io ero a Milano) mi la tradizione e offrendo a Leoluca Orlando, un mandò a dire che si poteva fare per le elezioni ex DC, la condirezione di un partito che sem- del ‘92 una lista assieme, socialisti e area rifor- brava prefigurare l’attuale PD). mista dell’ex PCI. Ora è chiaro, diciamo le cose come stanno, che se ci forse stato un gruppo dirigente saggio, P.C.: Quindi era un invito alla scissione. avrebbe dovuto capire che a quel punto se si E.M.: Era un invito alla scissione, con una voleva fare una svolta verso il socialismo il motivazione. La motivazione era che il suo candidato segretario sarebbe dovuto essere Na- gruppo dirigente si era esaurito, che i più noti politano. esponenti socialisti erano diventati dei boiardi Era lui quello che si era mosso con più coe- di partito. Bisognava riformare e rinsanguare il renza in questa direzione. Questa era la questio- gruppo dirigente, e lo si poteva fare attra verso ne. C’era invece alla guida del partito Occhetto l’arca riformista dell’ex PCI. Io gli dissi che era e fu lui a fare la svolta, ma la svolta si potè fare pazzo, che la cosa non esisteva. anche perchè l’area riformista aderì. Non ottenendo la nostra adesione, lui cosa fa? Deve essere chiaro che se l’area riformista Mancini, con Formica... con tanti socialisti che PSI, sia quando costituì il primo governo diretto Fa un’operazione tutta personale, non si fida più non avesse appoggiato la svolta di Occhetto, sono stat miei compagni e amici. Ho avuto un da un socialista. Il sistema politico italiano era di nessuno e affida il denaro delle tangenti a per- questa non sarebbe passata. rapporto amichevole con Saragat. anomalo e consentì a leader autorevoli di partiti sonaggi che non hanno mai avuto rapporti col L’area riformista aderì, infatti, con un suo do- mi nori, Spadolini e Craxi, di guidare governi in suo partito: l’architetto, l’amante della contessa, cumento autonomo in cui la motivazione di fon- Craxi, no. cui la DC manteneva la maggioranza relativa. il suo amico d’infanzia, non ricordo neppure più do era questa: dobbiamo entrare nel socialismo Con Craxi non ho mai parlato, non l ho mai Tuttavia Craxi fece un governo autorevole: Scal- come si chiamavano, gente che non era mai stata europeo. Senza la presenza di quel gruppo che incontrato. Mi ricordo che una volta Napoleone faro agli Interni, Andreotti agli Esteri, Martinaz- iscritta al Partito Socialista. Si affida a loro per- aveva avuto una storia nella vita del PCI - e che Colajanni mi disse: “Craxi ti vorrebbe incontra- zoli alla Giustizia, Visentini alle Finanze, Spa- ché non si fidava più del suo partito, dei suoi uo- storia! - la svolta si sarebbe arenata. re”. “Ma per parlare di che?”, dissi io e non lo dolini alla Difesa. C’era la solita paccottiglia dei mini e volle fare un’operazione leaderistica di Parlo di un gruppo di dirigenti in cui c’erano incontrai. Ma non per diffidenza politica, è che partiti, ma i ministeri chiave erano in mano a fondo, cioè rifondare tutto attorno alla propria Napolitano, Bufalini, io, Chiaromonte, Lama, non c’era tra di noi questa consuetudine di rap- forti personalità. Io, allora direttore dell’Unità, persona. Lina Fibbi, Cervetti e altri. porti. Altri dell’area riformista, per esempio fui molto critico sul governo. Seguendone l’at- Qui c’è un elemento che a mio avviso non è D’altra parte per il no c’erano: Ingrao, Cos- Gianni Cervetti, avevano un rapporto con lui, e tività capii però che sia in politica estera che in stato bene esaminato, tipico di questo tipo di sutta, Tortorella, c’era Natta, c’era Pajetta... anche Napolitano ne aveva...Io no. Però fui bol- politica interna era un gran governo. Quando poi leader, che si innamorano del loro ruolo, che lo Parliamoci chiaro, il congresso successivo al- lato come “craxiano”. In Sicilia ci fu una cam- fu cambiato il Presidente del Consiglio, la staf- ritengono essenziale ed esclusivo. Craxi rite- la svolta fu vinto perchè c’era questa parte del pagna fatta da Pietro Folena e da altri dirigenti fetta con De Mita, si ebbe il segno del degrado neva che da Palazzo Chigi avrebbe rifatto il gruppo dirigente comunista che si spese a suo contro di me quando si discusse la ia candida- della politica. Craxi non seppe reagire bene, non verso a Mitterrand. Fu un errore. E che errore! favore. Tutta l’area che si definiva berlingueria- dura alle elezioni del ’92. Dissero che se fossi capì che la situazione cambiava e fece errori as- Quindi abbiamo avuto un doppio errore: l’er- na, invece, si divise: una parte, compresi Adal- stato eletto sarei andato con Craxi. Tutti i segre- sai gravi. Il più evidente, molto serio, riguarda rore di Occhetto di non collocarsi nell’area so- berto Minucci e Angius, che erano stati a lungo tari di Federazione si mobilitarono dicendo: come lui lesse l’89. Noi sappiamo quel che av- cialista per sfidare anche Craxi su quel terreno, collaboratori di punta di Berlinguer, dissero di “Macaluso è già con Craxi”. E tutti provenivano venne, lo abbiamo detto più volte nel corso di e l’errore di Craxi di non sfidare Occhetto sullo no, e un’altra parte, penso a Reichlin e altri, ri- dall’area del partito che sosteneva Occhetto. questa nostra chiacchierata. Riassumendo: ci fu stesso terreno. masero a sostenere Occhetto. Come poteva lo stesso Occhetto fare una po- la svolta di Occhetto del PCI, una svolta a metà, La crisi esistenziale del Partito Socialista e litica verso l’area socialista con un gruppo diri- Occhetto con la svolta non volle andare nella di- della sinistra ha origine lì, perché l’unica possi- Ma perchè ci fu in quest’ultima area di dare gente che aveva, diciamo così, questa idiosin- rezione del socialismo, perché avrebbe dovuto bilità che quella situazione consentiva era quella al dopo PCI uno sbocco socialista? Cosa impe- crasia verso i socialisti? fare i conti col socialismo italiano. Dall’altro di un esame critico della storia del PCI e del PSI, diva di fare questa scelta? canto Craxi pensò che l’89 metteva in crisi solo e ognuno avrebbe dovuto farsi carico degli errori Intanto c’era stata la guerra con Craxi. Ma E anche sul ruolo dei magistrati e sulle cul- il Partito Comunista e pensava di poter prendere dell’altro e non usarli per ditruggere l’altro. Bi- c’era anche una riserva di fondo sula socialde- ture che nascono da quella stagtone? con sé frange dei comunisti. Fu allora che Piero sognava concludere con una forte iniziativa po- mocrazia. E.M: Anzitutto, vorrei fare un’osservazione Borghini dirigente comunista, diventò sindaco litica il grande duello che aveva diviso la sini- proprio per entrare in que st’argomento. E cioè, di Milano. Craxi pensava appunto che il Partito stra. Io penso che la vicenda di Tangentopoli, La guerra con Craxi, quella ha segnato un’ la crisi del sistema politico italiano si apre prima Comunista avrebbe avuto una crisi profonda e che arriva dopo, risente di questo clima, nel sen- epoca, una generazione. di Tangentopoli. Anche le vicende di cui abbia- lui avrebbe raccolto pezzi importanti di quel par- so che le forze politiche si sono lentamente sfi- Tutti quelli che pensavano ad un rapporto di- mo appena parlato di cono che la crisi del siste- tito per tornare rafforzato a Palazzo Chigi. Cioè, brate, la crisi di sistema era già aperta. La stessa verso con il partito socialista erano bollati di es- ma politico e delle forze politiche era grave. rinunciò a sfidare Occhetto sul terreno dell’unità Democrazia Cristiana cambia nome e diventa sere al servizio di Craxi. Ho scritto nella mia socialista vera, non quella che lui mise nel nome Partito Popolare perché pensa di dar vita a un si- biografia che credo di essere il solo dirigente del P.C.: Fermiamoci qui e facciamo un punto su del simbolo. stema nuovo, perché avverte che il suo rapporto PCI che non ha mai parlato con Craxi. Non ho Craxi. Avrebbe potuto dire: ora si apre una fase nuo- col popolo e forse anche con la Chiesa è cam- mai avuto un rapporto con Craxi. Avevo un rap- E.M.: Su questo punto voglio fare una pre- va, finisce la ragione di fondo per cui Pietro biato. s porto molto affettuoso, ho anche delle lettere, messa, Craxi è stato un uomo politico forte e ca- Nenni fece il centrosinistra (Nenni appoggiato (da “Politicamente s/corretto” con , con De Martino, con Giacomo pace, sia quando ricostruì un ruolo autonomo del da Lombardi e De Martino). Infatti la ragione di Emanuele Macaluso con Peppino Caldarola) CRITICAsociale ■ 15 2-3 / 2013

■ RACCOLTA A CURA DI STEFANO CARETTI CON UN SAGGIO INTRODUTTIVO DI MAURIZIO DEGL'INNOCENTI GIACOMO MATTEOTTI. EPISTOLARIO 1904-1924

Maurizio Degl’Innocenti polo italiano privo di materie e ansioso di oc- cupare la sua manodopera sia in casa sia al- on l’Epistolario 1904-1924, l’Estero”. Matteotti scrive sulla pressione tri- C che consta 207 tra lettere e car - butaria nei Comuni, su Come può diventare toline, edite e inedite, Stefano “atti ua” la gestione privata dei servizi pub- Caretti presenta al lettore il de cimo volume blici, e infine, nel novembre 1923, su Smonta- delle Opere di Matteotti, che già consentono ture finanziarie e La serie dei disavanzi italia- una puntuale ricostruzione del personaggio. ni, “con dati ... sbalorditivi”. L’Epistolario (il carteggio familiare è già stato pubblicato) si pone a utile corredo, disvelando stati d’animo e retroscena, e soprattutto ponen- Turati è e resterà il suo punto di riferimento. dosi come insostituibile chiave di lettura del A proposito dell’ odg del congresso nazionale fattore “situazionale”, oltre che strettamente del PSI che si terrà a Milano dallO al 15 otto- biografico. Così dalla corrispondenza di Mat- bre 1921, in relazione al quale Turati rinunzia teotti datata dal 27 settembre 1904 con Giulia alla designazione di relatore sul tema: “colla- e Ada Ghe rardi, che lo hanno ospitato da stu- borazione, partecipazione al potere, tattica par- dente a Bologna, si hanno interessanti infor- lamentare”, Matteotti condivide il rifiuto del mazioni sul suo apprendistato politico. A quel- tema “collaborazionismo”, in quanto esso sa- la data risulta militante già “da un po’ di tem- rebbe “la collaborazione portata a sistema e po”, e l’impegno si traduce nella istituzione di metodo”, laddove si potrebbe ammettere solo un circolo o di una lega di contadini “con come “incidente” o come mezzo per meglio un’infinità di discussioni”, nonché nella colla- attuare la lotta di classe che resta il fondamen- borazione a “La Lotta”, foglio socialista del to del partito. Non è su questo, pertanto, che Polesine. All’azione di propaganda e di orga- si determina la disputa con gli “estremissimi”, nizzazione si accompagna quella per le elezio- quanto sul “metodo per la conquista del po tere ni politiche dell’ottobre-novembre 1904 a politico”, essendo la posizione dei massirnali- fianco di Nicola Badaloni, riuscito eletto a Ba- sti incerta tra violenza e conquista legale, men- dia Polesine, dopo avere perso per po chi voti tre quella dei riformisti ferma nella “conquista a Lendinara contro il moderato Eugenio Valli. legale graduale”. Ma auspica che sul tema sia Matteotti appoggia Badaloni anche nelle ele- lo stesso Turati (o il comitato di frazione) a zioni politiche del 1909, e gli è ancora legato prendere posizione. N e riemerge qui il retro- nell’ aprile 1912 se raccomanda a Gino Piva terra ideologico classista, del resto comune e di recensire sull”‘Avanti” e sull”‘Adriatico” il comunque ora un inevitabile pedaggio da pa- volumetto di A. Gherardini, Il Pensiero e gare a fronte dell’ offensiva polemica massi- l’opera di Nicola Badaloni, edito a Badia Po- malista e comunista, ma l’impianto di fondo è lesine nel 1912, prendendone le distanze solo inequivocabilmente democratico, non prescin- dopo la scissione dei bissolatiani dal Partito dendo dall’ azione graduale e riformatrice e socialista al congresso di Reggio Emilia del dal metodo legale. Ciò trova conferma nelle 1912, che produce effetti laceranti anche nel polemiche con Serrati del marzo 1922 e con il Polesine prima nelle elezioni politiche del massimalista trentino Lionello Groff del set- 1913 e poi di fronte alla guerra mondiale. tembre successivo, quando respinge l’accusa Contro recenti tentativi di attribuire a Gia- ai riformisti di patteggiamento “coi nemici del como Matteotti la responsabilità di azioni vio- proletariato”, concludendo che il programma lente che avrebbero “giustificato” la reazione massimalista (“proselitismo, propaganda av- fascista il “carteggio” off????? una piena e do- veni ristica, pressione continua, opera di criti- cumentata smentita. ca”) è un equivoco o un errore, essendo di fat- “La lettera inviata in data 3 marzo 1921 ad to ormai tutt’uno con quello comunista, e cioè Aldo Parini, segretario della Camera del lavo- “formazione di quadri di forza che con un as- ro di Rovigo e collaboratore di Matteotti, è il- salto violento si impadroniscano del potere, luminante sulla realtà polesana, sempre in mo- solo l’opportunità, che per consolidare “la vera perché con sente la somma dei voti personali a mediante una dittatura”. A fron te della propo- vimento non risultando mai gli accordi fatico- solidarietà”, bovai, obbligarti avventizi impie- quelli di lista. Si occupa di recensire il libro di sta del PCdI di un blocco tra i tre partiti di samente raggiunti né stabili né condivisi da gati versino una piccola quota per la cassa co- J.M. Keynes critico sulla pace di Versailles (La classe, Matteotti risponde a Palmiro Togliatti tutti. La posizione di Matteotti non è occasio- mune. Per le semine si dice convinto che non revisione di Versailles secondo J.M. Keynes), in data 25 gennaio 1924 che essa contrasta nale, ma il frutto di una meditata riflessione, sia “il momento per ora di pensare ti semine cogliendo lucidamente il pericolo dell’oppres- “con l’obiettivo preliminare della restaura- perché ribadisce concet ti già rappresentati ad forzare, a invasioni di terre e simili”, consi- sione della “nuova Germania democratica”. zione pura e semplice delle “libertà statutarie”, altri organizzatori e esponenti socialisti. Sotto gliando piuttosto alle leghe di garantire pub- Nella corrispondenza con il pubblicista fran- tanto più che il proponente ha posto tre condi- l’apparenza di difendere l’interesse” di clas- blicamente la fornitura di manodopera a gior- cese Charles Omessa del dicembre 1921, Mat- zioni inaccettabili: l’indirizzo tattico comuni- se”, con ciò intendendo l’interesse generale, e nata ncccssaria. Chiara è la raccomandazione teotti ne condivide la percezione del “raffred- sta (“antitetico al nostro”); la partecipazione di non escludere “le ultime chiamate e i mag- contro “le violenze stupide e dannose”: “Non damento postbellico” tra Italia e Fran cia, la- alla lotta elettorale in qualunque condizione, giori sacrifici per tutti”, egli denuncia la mio- precipitate nulla. Chi vuol precipitare è perché mentando come la prima si stia accodando alla rendendo così impossibile l’astensione del pia inconcludente di coloro che vogliono nell’anima si sente incapace di resistere”. È seconda in una politica di armamenti contro la blocco che più immediatamente esprimerebbe estendere l’agitazione e ne taccia i comporta- evidente la preoc cupazionc di tenere unita Germania disarmata, e pre vede che così ope- la protesta di tutto il proletariato contro il re- menti come “meschinamente egoisti”. Certo, l’organizzazione, unico strumento valido rando “resusciteranno e faranno rimpiangere gime di dittatura fascista, e soprattutto perché non è: in grado di respingere in linea di prin- d’unione, ma l’atteggiamento è pragmatico, al popolo tedesco l’antico regime militarista e si vorrebbe escludere a priori “qualsiasi blocco cipio lo sciopero ge nerale, ma lo colloca in attento di non dare agio a “comportamenti prussiano come quello che almeno incuteva ri- di opposizione al fascismo e alla dittatura da una dimensione est rema e, al buon fine, “col egoistici” o a “violenze stupide e dannose”. spetto ai nemici”. Critica la politica francese esso instaurata che si proponga come scopo massimo vigore”, rifiutandosi alla pratica scio- Esce una figura ben diversa da quella dell’in- in Polonia e in Jugoslavia dove, “anziché mi- una restaurazione pura e semplice delle libertà peraiola che tanto ha caratterizzato il biennio cendia rio! E sono i giorni nei quali verrà se- rare alla pace e alla ripresa dei rapporti con la statutarie”, magari con l’appoggio di elementi rosso, Come comportamento “egoistico” indi- questrato e minacciato di morte. Russia e con l’Italia, attizza gli odi e provoca non appartenenti ai tre partiti. T aIe posizione ca la pretesa di estendere lo sciopero anche I rapporti con la Kuliscioff e Turati si fanno armamenti e sospetti di qua e di là dei confi- è confermata nella riposta alla Direzione del “nelle campagne dove gli agricoltori (i pro- più stretti. La collaborazione su “La Critica so- ni”, cosicché “il nazionalismo italiano profitta Partito comunista in data 16 aprile 1924 in me- prietari) accettino la manodopera”, e di coin- ciale”, e in parte sull’“Avanti!”, si sviluppa su della tattica del nazionalismo francese, per ri- rito all’ipotesi di una manifestazione unitaria volgere obbligati e bovai. Sul problema scot- temi di grande rilevunza, in parallelo alla cre- peterne gli errori e i danni contro l’Europa la- per il I maggio. Matteotti respinge la tesi del tante delle compartecipazioni, è dell’avviso scente autorevolezza acquisita dal giovane de- voratrice che anela il ritorno della pace”. Ri- fronte unico, di cui coglie la strumentalità po- che occorra accettarle laddove i proprietari ac- putato all’interno del Partito. In una lettera del- tiene infine che in economia le pretese francesi lemica da parte di chi ha inasprito le ragioni di colgano l’imponibile di manodopera, anche l’agosto 1919 richiama l’attenzione sulla “in- a danno della Germania sollecitano il prote- scissione e di discordia nella classe lavoratrice. per dividere il fronte degli agrari, ammettendo giustizia” dell’art. 12 della legge elettorale, zionismo che è “specialmente dannoso al po- E scrive: “Restiamo quel che siamo. Voi siete 16 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

comunisti per la dittatura e per il metodo della lamentare della crisi” preannuncian do le di- è convinto che anche ai soli fini di prendere fatto di uscire, dà ogni giorno ad amici e a ne- violenza delle minoranze; noi siamo socialisti missioni di Facta, e indica la parvenza di “un per buone “le inevitabili tendenze demagogi- mici la prova provata che il socialismo in Ita- e per il metodo democrati co delle libere mag- movimento per Orlando” (“ma non è ancora che (cosiddette di sinistra) del Governo Mus- lia, percosso e sconvolto dall’ ondata fascista, gioranze. Non c’è quindi nulla di comune tra chiaro”), ben presto abortito. In una successiva solini”, la migliore tattica resti comunque “la non ne fu sommerso, resiste, si abbarbica al noi e voi”. Per lui il nemico è uno solo: il fa- a Turati osserva: “Se il Governo o il Re aves- più ferma e dignitosa resistenza”. A Treves, suolo della Patria ed è deciso a riaversi non ap- scismo, ma complice involontario di esso è il sero voluto resistere, sarebbe stato facilissimo. che dirige a Milano “La Giustizia”, la quale pena le circostanze lo permetteranno”. Occor- comunismo, perché la violenza e la dit tatura Si dice che il Re dapprima avesse consentito sembra individuare i più impellenti problemi re pren dere atto che “La Giustizia” è boicottata predicata dall’uno, diviene il pretesto e la giu- allo Stato d’assedio, e solo poi abbia pensato del nuovo Governo nell’ordine pubblico e nel dai fascisti in molti centri, cosicché sarebbe stificazione della violenza e della dittatura in altrimenti. Si dice che i comandi d’esercito ab- pareggio di bilancio, oppone che sarebbe me- necessario l’aiuto d’Oltre Oceano, per consen- atto dell’ altro. Il distacco con i comunisti è or- biano risposto che essi erano pronti a resistere glio parlare semplicemente di “libertà” e di tire al PSU “per le incontrate esperienze” di mai incolmabile. Troppo diversi gli obiettivi solo se il Governo voleva fare sul serio. Ciò “vita, cioè del pareggio nella economia dei la- sperare di tornare a guidare la classe lavoratri- tat tici e di fondo, perfino il linguaggio. Quello che ... naturalmente Facta non voleva”. Dà voratori”. E ammonendo: “aspettiamo a ven- ce” a raggiungere i suoi destini per una vita socialista unitario parla ormai di libertà e di conto dell’ipotesi di un Ministero Salandra e derei, quando ci pagheranno un prezzo conve- piena, assennata e conforme a natura”. Chio - democrazia. delle voci di un dissidio tra i liberaI-nazionali niente, cioè una vera e non una falsa garanzia sando: “Alcuni affermano che questa via è più e i fascisti, del coinvolgimento presunto di di libertà”. A Turati scrive il 18 dicembre lunga di altre che vengono additate, ma in re- Baldesi. E proposito della marcia su Roma: 1922: “Le cose interne sembrano accomodate, altà non è tale perché quelle altre vie, in appa- Nell’aprile 1923 Matteotti presenta a Turati “molti studi distrutti, una ventina di morti, in- e le corporazioni divengono fasciste, mentre renza più spicce e più estetiche, conducono so- il manifesto redatto per il I maggio (“Di tutta differenza pubblica. Viltà generale alla Came- le milizie che divengono del Presidente del lamente al disastro o ad una sterile contempla- l’Europa civile, solo l’Italia mancherà alla fe- ra: tranne il vecchio Cocco. Tutti pronti a en- Consiglio dovrebbero aprire gli occhi a tutti”. zione”. Si ribadisce così che l’obiettivo essen- sta del lavoro”). Oltre a denunciare la perdita trare nel Ministero ... con lo strazio nel cuo- Nello stesso Gruppo parlamentare serpeggia ziale è ora non fare morire “La Giustizia”, per - della “libertà”, e cioè dei diritti di associazio- re!”, e “l’aria di non sicurezza, perché tutto è verso il Governo una linea attendista, che fa ché si ha la possibilità di “parlare ai lavoratori ne, riunione, propaganda e di stampa, e del affidato all’ arbitrio”, nonostante che la grande capo a Enrico Ferri (,’leale attesa”), e con solo attraverso la stampa”. Ma mentre si cerca peggioramento delle condizioni salariali, la ri- maggioranza delle squadre è partita. qualche difficoltà Matteotti riesce a imporre la di ritessere i contatti con i socialisti europei, flessione è finalmente portata anche sulla de- In quanto al Partito socialista unitario, nato propria in una riunione del 6 febbraio 1923, e anche in vista della ricostituzione dell’Inter- bolezza della sinistra, sulle esagerate illusioni, da pochi giorni dalla scissione con il Partito decisa opposizio ne, e se ne lamenta: in un nazionale socialista, il tesseramento incontra sui rapidi sco ram enti dei facilmente accorsi socialista italiano, a maggioranza massimali- “momento grave come questo, non fanno che grande difficoltà (“mal connesse trincee della dopo la guerra e facilmente passati più tardi sta, il neo segretario si trova di fronte a due op- danneggiare proprio l’unica cosa che ci resta, nostra difesa”), e amaramente si deve am - alle violenze opposte, sui seminatori e sugli zioni: l’aperta opposizione, o “se bisognerà il nostro bagaglio ideale”. Ancora più grave si mettere che non è “lieta prospettiva per chi è autori di continue scissioni, sugli egoismi delle per vivere, vellutare la nostra opposizione, presenta “la crisi di per sone per la particolare abituato a vedere nella milizia socialista l’one- categorie più pronte a mutare colore, sulla tra- considerare il fatto rivoluzionario esclusi - situazione in cui ci troviamo”: l’accenno è alle sto e tranquillo esercizio di qualche carica scuranza degli elementi morali ed intellettuali. vamente dannoso alla democrazia, e portarci visite a Mussolini di Baldesi nella prospettiva pubblica”. Cosicché “la tessera è il legame La revisione della dottrina pare una neces- sui problemi con creti”. Lascia la decisione alla di un’improbabile unificazione sindacale, di simbolico che fa delle nostre anime insoffe- sità ineludibile: “saggiarla al confronto della Direzione che sarà convocata alla vigilia dell’ Vergnanini sul futuro delle , e an- renti un fascio resistente all’irrom pere della esperienza, è cosa degna di un partito d’avve- apertura della Camera per sapersi meglio re- cora di Alessandri. E polemizza con lo stesso tracotanza avversaria, ma è anche il mezzo per nire”. Nella lettera del 4 maggio 1923 a Turati, golare secondo i fatti. E intanto pubblica un Turati, che cerca di evitare personalisrni e si dare alla Direzione la possibilità di esplicare a cui trasmette la prefazione all’opuscolo Di- manifesto “abbastanza largo da poterei lascia- dimostra più com prensivo dei timori dei diri- vantaggiosamente per il Partito il programma rettive del Partito sociali sta unitario italiano, re libero l’esame degli avvenimenti suc- genti della CGdL di salvaguardare il possibile di riorganizzazione delle nostre forze”. ricorda la feconda opera di redenzione delle cessivi”. E al socialista teramano Giuseppe De dell’ organizzazione confederale. Matteotti plebi svolta in trenta o quarant’anni dal partito Dominicis in data 4 novembre 1922 ammette continua a vedere nella linea di Baldesi un pe- socialista e i significativi risultati ottenuti in che è “probabile che permanga ancora quello ricolo mortale, e quando al convegno confe- Matteotti punta su un blocco di alleanze per tutti i campi dalla” civiltà del lavo ro”, e con stato di cose in virtù delle quali ci siano rese derale di Milano del 23 -25 agosto 1923 questi la libertà, e così si dispiace per il fatto che non orgoglio constata come “l’ascesa e lo sviluppo im possibili le nostre attività di organizzazione pretende che spetti al sindacato “la difesa degli si sia riusciti a includere nella lista elettorale dell’Italia nella corte civile delle nazioni, coin- e di propaganda”, e allora “in attesa che la si- interessi immediati dei lavoratori organizzati” per le amministrative milanesi del 10 dicem- cidano perfettamente con 1’ascesa e lo svilup- tuazione si chiarisca” é necessario continuare e dunque di valutare le condi zioni “della soli- bre 1922 “anche persone e competenze fuori po del partito socialista e delle libere organiz - a lavorare com’è possibile, riunendo le sezioni darietà e dell’ aiuto a quei partiti e a quei go- del partito, a destra e a sini stra”. Nel dicembre zazioni operaie”. L’immagine è quella di un e “continuando soprattutto la pubblicazione verni che si trovino sulla stessa linea del pro- 1923 aderisce ad un’Associazione nazionale graduale, ma profondo processo di emancipa- del giornale, tenen do presente che la stampa è gramma minimo di attua zione pratica e imme- per il controllo democratico fondata da antifa- zione popolare, e quindi dell’intera nazione, il solo mezzo di propaganda utile in questo diata del Sindacato”, vi coglie un assist agli scisti a Milano su un precedente inglese du- che prima la guerra, poi le illusioni comuniste, momento”. Il consiglio è di evitare” gli atteg- avversari per colorare i socialisti di scopi pic- rante la prima guerra mondiale, ma insorge e infine “la reazione e la violenza fascista” giamenti che possono dare al nostro lavoro un colo-borghesi di bassa utilità immediata, e in- quando per il raggruppamento antifascista hanno interrotto e distrutto in larga parte. L’at- carattere cospiratorio”. L’opposizione è ridotta terpreta la rivendicata autonomia politica del Prampolini propone il nome “Democratico” tesa è di riprendere il lavoro avviato impron- alla stampa! E per giunta le pubblicazioni de sindacato come premessa per un possibile ac- insorge perché lesivo delle le gittime aspirazio- tato alla “grande solidarietà umana” (“]«, rifa- “La Giustizia” sono sospese: vengono riprese cordo col Governo. In ogni caso, capisce che ni del partito (“Io e T argetti troviamo la cosa remo! “), essendo “il so cialismo un’idea che solo 1’8 novembre. È ormai una lotta solo di una volta accettata la rinuncia all’azione “me- di una inopportunità straordinaria”). Nel mag- non muore! Come la libertà!” “difesa delle posizioni”. L’opposizione si sta diata di tutta la classe e di tutta la collettività gio 1923 al socia lista campano Menotti Bucco, Il carteggio evidenzia il precipitare della cri- sfaldando. Riducendosi la funzione del Partito produttrice” attraverso il Partito in Parlamento che si rende disponibile a recarsi a Chieti per si delle istitu zioni liberali, che dimostrano tutta alla stampa (“aiutiamo la stampa nostra ultima e in paese, sarebbe stata inarrestabile la con- propaganda, raccomanda di “raccogliere in la loro fragilità. Nell’estate 1921 la partita fiaccola di un libero pensiero”), che sembra danna all’ assoluta marginalità del PSU. A quella provincia adesioni e possibilmente, con sembra già compromessa. Le amministrazioni parlare all’interno più che all’ opinione pub- Giuseppe Parpagnoli, emigrato in Argentina, i rimasti nel capoluogo, formare un gruppo o locali sciolte, le cooperative in liquidazione o blica, i problemi di diffusione, di redazione, di trae- una sezione”, e tuttavia sa bene che nei piccoli infiltrate da fa scisti, alcuni esponenti socialisti, costi sono destinati a ingigantirsi, e ben poco .ia nell’agosto 1923 un breve bilancio del paesi ciò è diventato impossibile, e per il resto come il massimalista Antonio Zilli, passati al valgono le sottoscrizioni raccolte da Gregorio biennio di “reazione [ascista”: “le organizza- non si può fare affidamento che su alcuni studi fronte avverso, minacce vengono costante- Nofri o gli appelli rivolti agli emigrati sociali- zioni economiche e politiche del prole- di avvocati, di cui viene fornito 1’elenco. Tra mente rivolte contro la casa e la persona stessa sti nelle Americhe. E poi c’è il disorientamen- I ariato vennero in gran parte assorbite o di- momenti di grande disillusione e incoercibili della madre settantenne di Matteotti, le auto- to, del resto comune alle altre forze politiche, strutte. Molti gior nali perirono. Infinito nume- impul si a fare, Matteotti non perde comunque rità di polizia sono troppo spesso conni venti ma per i socialisti unitari ancora più grave per ro di lavoratori dovettero per fame piegarsi al la speranza di fare del PSU il centro aggrega- con i fascisti. I compagni di Badia Polesine le ripercussioni sull’universo organizzativo, nuovo giuoco. Quelli che non si piegarono fu- tivo delle opposizioni (“l’unione di tutte le for- continuano a informare dettagliatamente sugli sindacale e cooperativo. rono boicottati economicamente quando non ze che onestamente e lealmente intendono di accadimenti, come richiesto con insistenza da anche banditi, carcerati o uccisi”. In quanto al opporsi alla dittatura fascista”), e in tale pro- Matteotti (nell’ attesa di tradurre la protesta in PSU assicura la volontà di tenersi “ritto fra tut- spettiva giunge a considerare l’ipo [(‘si di una atto parlamentare). Matteotti palesa grande lu- Nella lettera a Treves del 9 novembre 1922 te queste macerie. Impoverito di soci, di dena- riunificazione con i massimalisti. Tale even- cidità, e percepi sce tra i primi la drammaticità Matteotti parla “di tutto un movimento di cir- ro, di istituzioni e di consensi attorno, con vo- tualità, su (Id Turati resta molto tiepido, è con- della svolta che si va compiendo nell’ ottobre cuizione, esercitato su molti dei nostri uomini, ce affiocata e coperto di ferite, pure rimane in siderata opportuna per non pvrdere completa- 1922, convinto che l’avvitamento della crisi dagli emissari del dittatore”, convinto com’ è piedi circondato di squallore, grazie alla tena- mente il contatto con le masse. Sta lavorando sbocchi nella dittatura, termine che usa preco- che si voglia indurre il Partito “a piegare, a cia, e, ben può dirsi, talvolta anche dell’eroi- .ill’opusco]o Mussolini nel 1919-20 (uscirà cemente e senza incertez za. Di fronte alla crisi consentire, cioè a permettere il più comodo smo dei compagni superstiti”. Dice di una sua postumo con il titolo Fascismo della prima del Governo Facta e alla marcia su Roma la sviluppo della Dittatura”. Si conferma “l’opera Direzione operante a Roma, ma “vi funziona ora. Pagine estratte dal “Popolo d’Italia”) e posizione è quella dello spettatore passivo, a perfida di assalto a tutto l’ultimo rimasuglio di come può, incoraggia, traccia le linee della pOlta avanti il lavoro preparatorio per il libret- testimonianza dell’inanità politica dei sociali- ciò che possediamo, non più con la violenza nuova I attica, mantiene unite le scarse forze to Un anno di douriuazione fascista, terminato sti così come delle altre forze di opposizione certamente, ma con la sem plice minaccia del rimaste”; e di un suo or gano centrale a Milano, poi agli inizi del dicembre 1923, e pubblicato (“del resto tutto si è svolto fuori di ogni azione terrore, con la corruzione degli elementi più che registra quotidianamente i misfatti del fa- nel febbraio 1924. L’opuscolo è pronto, è di- o possibilità di azione”). Nella lettera a Treves resistenti, con la prigionia morale di chiunque scismo e “riafferma la nostra dottrina modifi- ventato ,Ii 200 pagine e potrebbe “uscire ora dell’ottobre 1922 segnala la natura “extrapar- dei nostri sarebbe capace di agire”. Matteotti cata secondo Ic terribili esperienze, e col solo per lo scioglimento CameIII”. Gli acclude solo CRITICAsociale ■ 17 2-3 / 2013

una premessa breve, ma di grande efficacia, sempre scritto nel senso (klla Patria libera e Lettera 93. rinnovata fiducia. Il nostro quotidiano che fra .love alla pretesa del Governo fascista di giu- mondo senza guerre. Ma mai più oltre”. Poi Giacomo Matteotti giorni riprenderà le pubblica zioni continuerà ad stificare “la conqui~I il armata del potere po- nuutisce la critica dichiarandosi comprensivo a Giuseppe De Dominicis essere il nostro più efficace mezzo di pro- litico, 1’uso della violenza e il rischio di lilla della situazione particolare di Milano e dell’ paganda. Non tralasciate quindi di procurare guerra civile, con la necessità urgente di ripri- Associazione combattenti, e come già per la “1922: Quanti morti e feriti da parte no- abbonamenti e di raccogliere sottoscrizioni in- stinare l’autorità .lella legge e dello Stato, e di Confederazione, “nelle circostanze attuali, a strsa?” viando il tutto a Milano al compagno Nofri, via restaurare l’economia e la finanza sulvandole cose fat te”, non intende recriminare pubblica- della Signora 8. dal pericolo”, oppone “i numeri, i fatti e i do- mente. Anzi si ripromette “di difendere il fatto” Roma, 4 novembre 1922 Ricordare ai compagni il dovere di prelevare cumenti ruccolti (che) dimostrano invece che e di trarne argomento contro l’avversario. immediatamente la tessera la quale serve non mai, come nell’ anno fascista, l’arbitrio si è so- Caro compagno. solo a testimoniare la inscrizione di ciascuno stituito alla legge, lo Stato asservito alla fazio- Durante gli avvenimenti di questi giorni, la al Partito, ma anche e soprattutto per dare i ne, e clivisa la Nazione in due ordini, domina- Un motivo di maggiore dissenso è dato dal- Direzione dci Partito, non ha interrotto che in mezzi necessari alla Direzione per continuare tori e sudditi”. l’attesa risistema zione dell’organico del gior- parte la propria attività. I suoi membri residen- il programma di lavoro stabilito. Per rilanciare il partito considera l’opportu- nale. In data 8 gennaio 1924 Turati lnmenta la ti in Roma si sono più volte riuniti per esam i Sicuro che tu ed i compagni di codesta pro- nità di un concorso a premi per il “distintivo” frettolosità e la scarsa preparazione di certe de- nare i mutevoli aspetti della grave situazione vincia farete tutto il possibile per sormontare o per la tessera del 1924, la quale infine sarà cisioni della Direzione (“inutili e, dato il mo- e per raccogliere notizie su quanto avveniva in con dignità la situazione presente, vi porgiamo oggetto di studi e vari tentativi. Ha in mente di mento, pericolose”). Matrcotti si sente spiaz- altre parti di Italia. i nostri più affettuosi saluti. organizzare convegni a Napoli, Roma e, il più zato, lamenta l’assenza di un minimo di di- In questo periodo, come sempre, i compagni importante, a Milano tra settembre e ottobre. sciplina, alza i toni parlando di “disfattismo”, che corrispodono con noi possono assoluta- Il Segretario Matteotti Conta ancora sulla autore volezza di Turati, co- che “trova tutti i pretesti e tutte le ragioni”, fi- mente confidare nella oculatezza e nella pru- me dimostra la lettera del 29 agosto 1923: sa- no a coinvolgere lo stesso Turati (“mi duole denza della Segreteria e perciò possono indi- (Da “Avanti!”, a. LXXXI, n. 191, 24 agosto rebbe un suo discorso quel “qualcosaltro”, più soprattutto quando arriva a far presa su di te rizzare le loro lettere al solito indirizzo. 1977, pp. 8-9 . Giuseppe De Dominicis (1883- forte, su cui far leva per cercare di aggregare che ‘l’i uno dei pochissimi che resistevi al- Intanto la situazione politica è da noi seguita 1967), principale esponente dei socialisti uni- ceti e persone interessate ad “un’ azione per la l’inerzia dei molti. Io non comprendo codesto con grande attenzione e cerchiamo di trarre da tari di Teramo) riconquista della libertà, e per toccare l’opi - eterno dire e disdire”), fino a minacciare le di- quella insegnamenti utili per l’avvenire. È pro- nione pubblica”. Ipotizza come sede Torino, al- missioni (“se ciò non va, dite di riconvocare babile che permanga ancora quello stato di co- la presenza dello stato maggiore del Partito, e la Direzione, affinché provveda altrimenti. Io se in virtù delle quali ci siano rese impossibili come “programma” la riaffermazione di che così non vado avanti”). Ma poi Matteotti si ri- le nostre attività di organizzazione e di propa- Lettera 95 cosa ci sia di vivo nella dottrina socialista, per butta nella lotta con inalterato impegno. Tra- ganda. Giacomo Matteotti poi ribadire “l’avversione ai metodi che hanno mite Canepa e Zaniboni nel febbraio 1924 fa- In attesa che la situazione si chiarisca è ne- a Claudio Treves discreditato il partito nel dopoguerra e a tutti vorisce una riunione con repubblicani, bono- cessario continuare a lavorare come e dove si gli eccessi negli scioperi, negli appetiti di ca- miani, sardisti, Italia libera e “Patria e libertà, può; riunendo dove è possibile le nostre sezio- (Il 2 dicembre, insieme a Tito Zaniboni, Bal- tegoria, nei servizi pubblici” e quindi conclu- “Volontà” per rilanciare 1’obiettivo del blocco ni e continuando soprattutto la pubblicazione desi aveva avuto un colloquio con Mussolini dere con obiettivi immediati per la riconquista elettorale per la libertà, cioè di una lista nazio- del giornale, tenendo presente che la stampa è sulla possibilità di unificare tutte le organiz- della libertà e per “la rico struzione economica nale comprendente tutta l’opposizione, ovvero il solo mezzo di propaganda utile in questo zazioni sindacali. Antonio Verganini (1861- e morale del paese”. La prospettiva è am - della comune deliberazione per l’astensione. momento. Siate molto circospetti e prudenti 1934) segretario della Federazione delle coo- biziosa: solo così sarebbe possibile “preparare Una volta tramontata l’idea della lista nazio- nel prendere contatti con i compagni e con le perative, il 120 novembre aveva discusso con una piattaforma nuova e a larga base, che abbia nale delle opposizioni riunite, il partito prefe- sezioni, ma evitate quegli atteggiamenti che Mussolini questioni inerenti il movimento coo- ripercussione non soltanto negli strati popolari, rirebbe l’astensione purché in questo proposito possono dare al nostro lavoro un carattere co- perativo. L’episodio era poi abilmente sfrut- ma anche nei più colti e moderni della borghe - convengano tutti i partiti d’opposizione, da spiratorio. tato dala stampa fascista per contrapporre lo sia”. Turati è molto dubbioso “sull’opportunità Amendola e Bonomi ai massimalisti, “non ri- Poiché dalla cronaca dei giornali apprendia- spirito collaborativo di Vergnanini, nei con- - direi anche sulla serietà e sulla possibilità - di chiedendo invece il concorso dei popolari e mo che ovunque sono state compiute nuove fronti del governo Mussolini, alla rigida in- aprire il fuoco così presto, e di aprirlo proprio dei comunisti”. Anche l’ipotesi dell’ astensio- distruzioni, necessita che ci facciate conoscere transigenza di Turati e Treves) a Torino, dove il comunismo e il fascismo ci ne svani sce ben presto, come risulta in una let- dettagliatamente la situazione locale, indican- prendono tra due fuochi, dove, non è molto, si tera a Giulio Zanardi del febbraio 1924. Resta doci: Roma, 2 dicembre 1922 poterono assassinare a varie diecine di compa- il fatto che già si preannuncia l’Aventino. 1) quanti morti o feriti di parte nostra o me- gni (ciò dice l’ambiente) e dove un insuccesso Le enormi difficoltà incontrate nella prepa- glio di parte sovversiva ci sono stati da quando Caro Treves, comprometterebbe tutto per un pezzo”, anche razione della cam pagna elettorale inducono è cominciata l’azione fascista a tutto il 4 cor- se si dice convinto che in caso di elezioni, i so- Matteotti a rivolgersi ancora a Turati per an- rente mese; Avrai visto la nuova esposizione Baldesi. cialisti sarebbero costretti a tentare, non fosse nunciare le dimissioni dalla segreteria dopo le 2) quante sono state le case private bruciate Come al solito, a noi è stata comunicata solo che per constatarne l’impossibilità. Ma infine elezioni. In realtà, percepisce chiaramente che o devastate a compagni o comunque a militan- dopo avvenuta; e non sappiamo se conosciamo accetta di aprire la campagna elettorale il 20 la lotta politica è entrata in una fase nuova, per ti in partiti od organizzazioni avversate dal fa- esattamente il contenuto del colloquio. gennaio 1924 al Teatro Scribe di Torino, il testo la quale larga parte dei vecchi quadri del Par- scismo; Per Vergnanini abbiamo dato il comunicato integrale del discorso appare su “La Critica so- tito non sembrano più idonei (“ gente arrivata 3) quanti sono i giornali che sono stati sop- che egli non è inscritto al P [artito] S [ocialista] ciale” e poi viene raccolto in opuscolo: resterà in altri tempi e per altri modi”). I tempi richie- pressi; Unitario. uno dei documenti più alti dell’ antifascismo dono gente di volontà e non scettica, per una 4) quanti bandi sono stati emanati dal fasci- Non sappiamo cosa se ne pensi a Milano; italiano. “resistenza senza limite” contro la dittatura fa- smo; ma da tutte le altre parti di Italia arrivano con- I rapporti con lo stesso Turati non sempre so- scista (“Cerco la vita, voglio la lotta contro il 5) quante amministrazioni hanno dovuto di- sensi alla nostra opera, contro gli esibizionismi no all’unisono, anche perché ben presto 1’atti- fascismo. Per vincerla bisogna inacerbirla”). mettersi in seguito alle violenze; personali. vità di partito ha due centri: a Roma è la Dire- Tale presupposto si base sulla convinzione, ri- 6) quali sono stati i compagni che hanno da- Noi crediamo ancora e fermamente che si zione, a Milano si stampa “La Giustizia” e l’in - velatasi corretta, che il fascismo dominante to esempi di fermezza e di coraggio di fronte tratti di tutta una montatura e crisi di persone fluenza del gruppo di “Critica sociale” è più non avrebbe deposto le armi né tantomeno re- alle violenze fasciste; per la particolare situazione in cui si trovano. forte. Un caso signi ficativo è dato dalla cele- stituito spontanea mente all’Italia un regime di 7) quali sono stati i compagni che avendo Ci ha però fatto meraviglia l’articolo della brazione del Milite Ignoto. Matteotti per primo legalità e di libertà perché “tutto ciò che esso cariche rappresentative hanno dato prove evi- “Giustizia” Governo e lavoratori(1) che io cre- pensa di non lasciare ad altri “la brutta ipoteca ottiene, lo sospinge a nuovi arbitri a nuovi so- denti di non saper tenere con dignità ti posto devo di Mazzoni, ma che questi afferma essere bellicosa su un simbolo così sentimentale”, e prusi. È la sua essenza, la sua origine, la sua occupato di fronte alle violenze suddette. probabilmente tuo. Ciò che io non credo. ritiene possibile richiamarsi al Milite come co- unica forza, ed è il temperamento stesso che Tutte queste notizie ci occorrono al più pre- Ad ogni modo cerco di convocare al più pre- lui che è morto “per la patria libera e per un lo dirige”. Da politico persegue sempre la “ri- sto tenendo presente lo spazio di tempo che va sto la Direzio ne; o a Milano, o a Roma. Ma- mondo senza guerre”. Ma non tutti i compagni costituzione delle nostre file” con fede nella dal novembre 1920 a1 4 del c.m. e indicando gari in settimana se si può farla a Milano. Ti sono dello stesso parere. A Milano, senza co- libertà, ma l’ap pello è sempre più rivolto ai per i colpiti oltre ai nomi la professione e la saprò dire. Musatti voleva dimettersi anche ordinamento alcuno con la Segreteria, i socia- “puri di cuore”. Va dunque a ricercare “gli atti località. dalla Direzione. listi cercano di prendere parte al corteo del 4 di coraggio e di fermezza compiuti dai com- Intendiamo segnalare gli atti di coraggio e novembre, ma vengono aggrediti e allontanati pagni in nome del Partito, perché d’ora in di fermezza compiuti dai compagni in nome Saluti cordiali, Matteotti da nazionalisti e fascisti. In tanto, anche “La avanti intendiamo più che mai attingere alle del Partito, perché d’ora in avanti intendiamo Nel blocco amministrativo’ come mai non Giustizia” si è aggregata alla celebrazione della energie morali del partito che fortunatamente più che mai attingere alle energie morali del vi è riuscito includere anche persone e compe- Vittoria. Del mancato coordinamento e del to- rimangono intatte in mezzo al frantumarsi del- partito che fortunatamente rimangono intatte tenze fuori del partito, a destra e a sinistra? no esagerato del giornale (“nessuno finora era l’inquadramento materiale della nostra orga- in mezzo al frantumarsi dell’inquadramento mai arrivato a questo”) Matteotti si lnrnenta nizzazione”. La dimensione della lot ta al fa- materiale della nostra organizzazione. NOTA con Turati in una lettera del 6 novembre 1923: scismo è spostata sul piano dei simboli, dei va- La Direzione, in questo momento veramente “si com I) rende - scrive -1’ esaltazione di una lori, delle idee. Il martirio di Matteotti ne rap- critico per il Partito, intende assolvere a costo (1) L’articolo era apparso sulla “Giustizia” Difesa vittoriosa, ma non di lilla Vittoria che presenterà l’apoteosi. s di qualunque sacrificio il compito che le fu af- del 30 novembre 1922. Nino Mazzoni (1874- per un altro proletario si risolve in una Scon- fidato dal Congresso e perciò fa appello a tutti 1954), dirigente sindacale e parlamentare so- fitta (‘ in una oppressione. Perciò io ti avevo Maurizio Degl’Innocenti i compagni perché le si stringano attorno con cialista dalla XXIV alla XXVII legislatura 18 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

Lettera 96 che poi sarebbe andato a Gardone né a nessun Mi duole anche che si parli o almeno si ac- Se non possono muoversi i Partiti ufficial- Giacomo Matteotti altro di noi; lo disse solo ai soliti giornalisti che cetti da te alcun accenno di mia «ostilità pre- mente, i socialisti dell’uno e dell’ altro campo a Claudio Treves dovevano lanciare la réclame. Perché? concetta» contro Baldesi. lo non ho nes suna devono porre la questione e risolverla. Senza 4°) In seguito a questo fatto si riunì il Diret- ragione personale; non gli sono nemmeno ... ritardo. Le cose non avvengono da sé; ma ad Roma, 4 dicembre 1922 torio, anzi pochi membri del Direttorio, tra i collega di lista di collegio. Fino a quando oc- opera degli uomini. Il ritardo serve soltanto a quali Modigliani, che propose di telegrafare a cuperò il posto di segretario del par tito agirò diffondere un più largo scetticismo nelle mas- Caro Treves, Baldesi perché venisse ad informare prima che obbiettivamente come tale, e pretendo di esse- se, e a lasciare quindi penetrare negli spiriti in- Profitto di un messaggero per dirti rapida- avvenisse qualche cosa di non riparabile. Da re creduto. Se i compagni non credono non deboliti i veleni più opposti. mente qualcosa. noi nessuno ha saputo della spedizione del te- hanno che un mezzo, sostituirmi. Le obiezioni sono facili, e le sento; ma bi- Qui nulla di nuovo veramente importante. legramma, il quale quindi non voleva affatto sogna superarle ad ogni costo, per agire rapi- Ieri il Direttorio (Modigl. - Musatti - Donati lo scandalo dell’ad udendium verbum. Ma tra- damente. - Bocconi - Garib.) deliberava di mandare un pelò per i giornali solo tre giorni dopo spedito, Lettera 184 G. Matteotti telegramma urgente a Baldesi per invitarlo a cioè dopo che fu recapi tato. Perché? Giacomo Matteotti spiegazioni sui colloqui mussoliniani. Egli ci 5°) Non sento che noi gli dobbiamo alcuna a Filippo Turati (L’articolo, proposto da Matteotti, non vide ha risposto oggi che non può e che mercoledì «riconoscenza per essersi esposto alle maligni- mai la luce. Sulla “Critica Sociale” (1-15 vedrà Turati a Milano. tà» ecc. Oggi ci vuole assai poco coraggio ad Roma, marzo-aprile 1924 aprile) veniva invece pubblicato un commento Il colloquio è avvenuto naturalmente senza esporsi a tali specie di malignità. Ce ne voleva di Turati contrario ad ogni ipotesi di riunifi- preavvisare al cuno di noi. Dopo il colloquio nel 1919-20 quando ti ci esponevi tu. Non oggi Caro Turati cazione dei due partiti socialisti) egli cercò me e informò Modigliani che si trat- che tutti sanno con grande fa cilità buttarsi ver- Vorrei fermare un pensiero, nella tua rivista tava soltanto dell’unità sindacale, e che anzi so il vincitore nei più diversi atteggiamenti, affinché non ab bia neppure il sospetto di riper- Mussolini non si era opposto alla adesione ad ma in ogni caso ritrovandosi sempre in una si- cussioni elettorali, e prima delle elezioni affin- Lettera 186 Amsterdam. Naturalmente Mussolini volle sa- tuazione assai più favorevole dei compagni ché non sembri più tardi conseguente a un esi- Giacomo Matteotti alla Direzione pere come la pensasse ciascu no di noi. Modi- che resistono fermi. E questi, questi soli hanno to qualsiasi delle medesime. L’esito darà la mi- del Partito comunista gliani e altri credono che nel colloquio vi sia il diritto alla nostra riconoscenza. Questi soli sura della violenza e del terrore, non del con- stato molto di più da parte almeno di Baldesi. perché essi soli rischia no veramente qualche senso dei singoli partiti. “Non c’è nulla di comune tra noi e voi” Così a Silvestri e a qualcun altro ha invece det- danno effettivo. Vedi infatti articolo del “Po- E vorrei fermarlo personalmente, non come to che partiva per Gardone!! polo d’Italia” che è perfettamente l’opposto di segretario del Partito, tanto più che io sono de- Da “La Giustizia”, a. XXXIX, n. 93, 17 Certo così non si può andare avanti. Mentre quei propositi di libertà che attribuisce adula- ciso e spero, subito dopo le elezioni, che mi aprile 1924, p. 1. da tutte le Se zioni e da tutte le Province ci ven- toriamente Baldesi a Mussolini. vorrete aiutare a liberarmi da un incarico che 1) La lettera della Direzione del Partito co- gono incoraggiamenti a stare fermi e diritti, il 6°) Il Comunicato della Direzione non ha doveva essere provvisorio per due mesi e si è munista per una manife stazione unitaria in oc- primo che vuole, fa per conto proprio e impe - cercato, neppu re esso, lo scandalo. Anzitutto prolungato invece per oltre un anno. casione del 1 o maggio era apparsa sull”‘Uni- gna il partito compromettendolo. non lo abbiamo comunicato ai giornali, ma al- «Anzitutto è necessario prendere, rispetto tà” del 15 aprile 1924. La pubblicità data alla Volevo fare la riunione di Direzione a Mila- la sola “Giustizia”. Poi, prende in un fascio alla Dittatura fascista, un atteggiamento diver- lettera aveva suscitato la reazione negativa no perché voi siete certamente impegnati nella tutti gli intervistaioli di questo tempo, da Ba- so da quello tenuto fin qui; la no stra resistenza non solo dei socialisti unitari ma anche dei so- lotta elettorale; ma i due o tre rappresentanti ratono a Zirardini’, da Baldesi a Vergnanini - al regime dell’ arbitrio deve essere più attiva; cialisti massimalisti (cfr. “Avanti!”, 17 aprile del mezzogiorno non potrebbero venire. In ca- che hanno veramente mosso il disgusto e la non cedere su nessun punto; non abbandonare 1924) che la giudicarono strumentale. so sarà quindi a Roma subito dopo. Ciao nausea in tutti - per lo meno in tutti che ven- nessuna posizione senza le più recise, le più 2 Il riferimento è al fallimento delle tratta- Matteotti gono da noi e scrivono alla Direzione. alte proteste. Tutti i diritti cittadini devono es- tive tra i tre partiti della sinistra per una stra- 7°) La tua pregiudiziale si applica quindi sere rivendicati; lo stesso Codice riconosce la tegia comune in occasione delle elezioni poli- P.S.: Bararono ha indetto per stasera una riu- non a noi, ma a quelli che con i loro fatti, con legittima difesa. Nessuno può lusingarsi che il tiche dell’aprile 1924. nione tra alcuni massimalisti e alcuni nostri il loro scarso riserbo provocano tutti gli argo- fascismo dominante deponga le armi e resti- (Musatti, Donati”, ecc.). Sono invi tato an- menti di scissione. Noi abbiamo avuta fin trop- tuisca spontaneamente all’Italia un regi me di Roma, 16 aprile 1924 ch’io. Pare che egli voglia affermare superato pa pazienza e usate tutte le strade per evitare legalità e di libertà; tutto ciò che esso ottiene, il concetto democratico e nello stesso tempo quel troiaio di cui ora sono riempiti i giornali. lo sospinge a nuovi arbitrii a nuovi soprusi. È Riceviamo la vostra lettera contenente la so- negare la III Internazionale (non so poi come Tanto è vero che di noi non si parla affatto, ma la sua essenza, la sua origine, la sua unica for- lita proposta po ligrafata per tutte le occasioni”. risolva la contradiz.!). Temo sia ingenua mente si parla soltanto di tutti i nuovi avventurieri. za; ed è il temperamento stesso che lo dirige. L’esperienza delle altre volte e dell’ ultima in succube di De Pazzi. Sta mattina il “Messaggero” porta invettive di Perciò un Partito di classe e di netta opposi- particolare’, ci ha riconfermati nella convin- Zaniboni’ contro di noi. L’altro ieri Cabrini mi zione non può raccogliere che quelli i quali zione che codeste vostre proposte, apparente- comunicava un’intervista Zaniboniana sul- siano decisi a una resistenza senza limite, con mente formulate a scopo di fronte unico, sono Lettera 97 l’emigrazione che era un’ira di dio, e così di disciplina ferma, tutta diretta ad un fine, la li- in sostanza lanciate ad esclusivo scopo di po- Giacomo Matteotti seguito ogni giorno. bertà del popolo italiano. lemica coi partiti socialisti e di nuove inutili a Filippo Turati 8°) Che Baldesi abbia salvata la Confedera- D’altro canto bisogna tornare a considerare dispute. zione, nessuno si è accorto né Buozzi, né Ba- la posizione del Partito Socialista Italiano. Pur- Ciò può recare piacere e vantaggio a voi, co- Roma, 8 dic. 1922 glion ai quali abbiamo parlato. Evidentemente gato dai terzinternaziona listi e nettamente di- me al governo fascista dominante con gli stes- voi avete notizie speciali. O siete entrati anche scorde da Mosca, ormai non è diviso da noi si metodi di dittatura e di violenza che voi au- Caro Turati, voi nella mentalità miracolista. che da minori divergenze teoriche, più o meno spicate. Ma non fa piacere né a noi, né alla Mi dispiace dei tuoi giudizi, fondati sull’ au- 9°) Per tua norma, Baratono è quasi sulla li- equivoche o avveniristiche. Nella pratica e nel classe lavoratrice, che subisce il danno delle dizione di una sola campana, e precisamente nea stessa di Baldesi. La parte della riunione momento attuale non vi è poi alcuna differenza vostre disquisizioni e dei riaccesi dissensi. di quella interessata personalmente. coi vecchi massimalisti non terzin- rilevante; e si potrebbe anzi dubitare se non sia Chi ha moltiplicato e inasprito le ragioni di ternazionalisti era ancora peggio. Ma il putrido minore la rigidezza e la combattività, in quelli scissione e di discordia nella classe lavoratrice 1°) «Tutti noi sapevamo». Non so chi siano era nella sug gestione De Pazzi, che chiariva e che ripa rano sotto il pretesto formale che tutti è inutile e ridicolo si torni a camuffare da uni- i noi. lo potrei dire «tutti noi non sapevamo». sviluppava poi l’avvicinamento a Mussolini (il i Governi borghesi sono eguali. tario e da «fronte unico». Cioè tutti coloro che appartengono al Diretto- solo temperamento rivoluzionario secondo Ora, per tali divergenze tutte astratte o pro- Restiamo ognuno quel che siamo: Voi siete rio ed alla Direzione e si trovavano a Roma Baratono); dando a noi la precisa sensazione iettate nel più lontano futuro, non è permesso comunisti per la dittatura e per il metodo della non sapevano nulla. Né Modigliani, né Boc- di tutta la manovra che si ordisce per avvincere tenere divisa la classe lavoratrice italiana, e to- violenza delle minoranze; noi siamo socialisti coni’, né Buozzi, né D’Aragona, né Musatti, questo e quello e sgretolare l’ultima forza glierle tutto quel lievito di speranze, di ardi- e per il metodo democratico delle libere mag - né altri che pure non si chiamano Mat teotti. ideale che ci resta. men ti, di consensi, che soli possono permette- gioranze. Non c’è quindi nulla di comune tra Per lo meno Baratono è venuto a chiederlo, e Noi non siamo né abbastanza disonesti, né re un’ azione efficace, entusiastica e concorde noi e voi. non ha trovato in noi «la ostilità preconcetta». abbastanza inge nui per aderirvi. E abbiamo nel momento attuale. Voi stessi lo dite ogni giorno, anzi ogni gior- 2°) «Invitato da Mussolini - invitato da consenzienti quasi tutti i compagni delle Fe- Il nemico è attualmente uno solo: il fasci- no ci accusate di tradimento contro il proleta- D’Annunzio». Tutto ciò risulta evidentemente derazioni Provinciali che ci hanno scritto. smo. Complice involontario del fascismo è il riato. Se siete quindi in buona fede, è malvagia a te solo e a nessun altro. Noi sappia mo benis- Tutto ciò senza entrare nell’ulteriore merito comunismo. La violenza e la ditta tura predi- da parte vostra la proposta di unirvi coi tradi- simo invece come sono combinati codesti col- delle questioni interne sindacali ed internazio- cata dall’uno, diviene il pretesto e la giustifi- tori; se siete in mala fede, noi non intendiamo loqui e purtroppo sappiamo ora anche di quel- nali, di cui parleremo in una prossima occa- cazione della violenza e della dittatura in atto prestarci ai trucchi di nessuno. lo Baratono «invitato da Mussolini», L’invito sione. La lettera è per te, per la signora Kuli- dell’ altro. I lavoratori italiani, ammaestrati Perciò, una volta per tutte, vi avvertiamo era il parto di uno dei soliti intriganti. E se scioff e per Treves - esclusivamente - per non dalle dure esperienze del dopoguerra, de vono che a simili vostre proposte non abbiamo nulla avessimo saputo, avremmo detto di no anche provocare nuovi pettegolezzi. riunirsi concordi contro il fascismo che oppri- da rispondere. a quello. Se ne sono viste le conseguenze. Scusami, ciao, tuo me, e contro l’insidiosa discordia comunista; Tanto per vostra norma e definitivamente; e 3°) «Ritardo per non piegarsi ai comodi del G. Matteotti così nel campo dell’azione politica, come nella indipendentemente da quella che sarà la deci- dittatore». An che questo risulta a te solo. Qui economica. sione della nostra Direzione intorno alla festa a Roma solo dopo il colloquio, Modigliani eb- P.S.; E (in tutta confidenza) ti ha informato I fatti del resto lo impongono, anche al di dello Maggio. be qualche resoconto da Baldesi che non aveva Baldesi delle sue in tenzioni giornalistiche?! sopra delle nostre minori antipatie, risentimen- Il Segretario del Partito Socialista Unitario, trovato me. Ma Baldesi non disse a Modigliani Tieni nota anche di questo. ti, ecc. Matteotti CRITICAsociale ■ 19 2-3 / 2013

■ UN NUOVO STUDIO SULLA TRANSIZIONE INCOMPIUTA IN UN LIBRO DI LUDOVICO FESTA STORIA DI VENT’ANNI. IL CROLLO DELLA PRIMA REPUBBLICA

Lodovico Festa do dopoguerra non assunse corpi dello Stato, procura di Milano e ambienti a pieno il ruolo di classe di- del Pci che ri.hiama in modo impressionante CAPITOLO I - IL CROLLO 1992 rigente anche per le com- la prossima stagione di Mani pulite, venne in- promissioni con il prece- criminato Adriano Sofri per l’omicidio di Lui- 23 gennaio 1992: Francesco Cossiga, «sotto dente regime. Con i ceti gi Calabresi”, Gran parte degli ex lottaconti- accusa» per Gladio, lascia il Quirinale il 28 medi, poi, ci fu più un rap- nuisti (con generose eccezioni anche a sinistra aprile. por to di delega ambigua (si come Marco Boato) finirà, poi, per una sorta 17 febbraio 1992: è arrestato Mario Chiesa. consideri solo la largamente di sindrome di Stoccolma, a ispessire le file Lo stesso giorno si fir ma il trattato di Maa- consen tita evasione fiscale) dei giustizialisti. stricht. che una vera integrazione Forse senza l’uso abnorme della magistra- 5 aprile 1992: politiche: il centrosi nistra nello Stato. Infine gli orien- tura, con più xmsapevolezza su tempi e alle- (Dc, Psi, Pri, Pii e Psdi) ha più del 50 per cento tamenti di larghi settori po- anze, i leader del centrosini stra avrebbero po- dei voti. polari furono segnati da un tuto superare la crisi del ‘92 per via politica. 24 aprile 1992 :retata di imprendito ri mila- atteggiamento antagonisti- Seppure valutazioni strutturali indichino un nesi. 3 maggio: avvisi di ga ranzia per gli ex co verso il nostro sistema deficit di forza per questo obiettivo. Ma così sindaci di Milano Tognoli e Pillitteri. economico-sociale: Craxi non andò, e azione di pm e «distrazioni dei 23 maggio 1992: assassinato Giovanni Fal- impiegherà cinque anni di leader» non provocarono solo una crisi polit cone. segrete ria per riuscire a de- ica, bensì quella radicale - ancora in atto - del- 25 maggio: Oscar Luigi Scalfaro eletto al finire il Psi «riformista»; i lo Stato. Quirinale. comunisti «pragmatici» so- 28 giugno 1992: Giuliano Amato presidente lo dopo la caduta del Muro del Consiglio. di Berlino (13 agosto 1961 1. I disertori 10 luglio: - 9 novembre 1989) inizie- I risultati politici principali di Mani pulite ranno a chiamarsi pubblica- sono la distruzione del Psi e poi quella del- I. Gli sconfitti mente «riformisti». E que- l’area moderata della Dc: del partito di !\ Icide Dura manovra patrimoniale (case e conti ste difficoltà derivano di - De Gasperi resterà in piedi sostanzialmente il correnti). rettamente da radicati atteg- nucleo della «sinistra», solo sfiorata da qual- 19 luglio 1992: ucciso Paolo Borsellino. 25 giamenti classisti di parte che indagine su singoli esponenti. Intorno a settembre: Lucia no Violante all’Antimafia. 17 decisiva del lavoro dipen- questo nucleo si formeranno i vari «ParI i (o di cembre: Gian Carlo Caselli alla procura di dente. Anche la «questione popolare», «Margherita» fino al «Partito de- Palermo. cattolica», inoltre, è stata mocratico»? rnsieme agli eredi del Partito co- 2 settembre 1992: si suicida il senatore so- affrontata più con la surro- munista italiano, l’altra forza lurgarnente ri- cialista Sergio Moroni. Ar resti e avvisi di ga- ga anticomunista assunta sparmiata dalle inchieste giudiziarie. ranzia colpiscono De Michelis, Ligresti. dalla Chiesa nel 1947 e poi Nonostante diffuse nostalgie, l’esperienza 13 settembre 1992: svalutazione della lira, col ruolo dello Stato fanfa- storica della l Jc si è consumata. Chi ne agita uscita dallo Sme, perdite fino al 25 % su mar- niano, che con un vero con- ancora il vessillo ricorda i honapartisti dopo la co e franco. Fi no al 30% sul dollaro. fronto tra tendenze secola- morte di Napoleone: persone che vivo- 110 in 12 ottobre 1992: Martinazzoli sosti tuisce rizzatrici e cultura religiosa. un passato senza più prospettive. Finita la fase Forlani alla guida della Dc. 15 dicembre: pri- Quando saltarono le iniziale della Dc, sorretta dall’impegno della mo avviso di ga ranzia per Bettino Craxi. to pure su un con dizionamento del leader so- «protezioni» collegate al ruolo internazionale Chiesa a evitare la tin, quest’ultimo alla fine La liquidazione del Partito socialista italiano cialista derivante dagli antichi rapporti nell’as- dell’Italia, si interruppero meccanismi che sal - si dimetterà sia per le insensate posizioni del e quella dell’area moderata della Dc non pos- sociazionismo universitario’’ con Marco Pan- davano più o meno precariamente questa so- Pds di Occhetto, sia per i limiti della Cgil, sia sono essere affrontate con i giudizi sommari nella e Achille Occhetto: dal primo, il leader cietà (solo par zialmente responsabilizzata) e per la maturazione di un «erede» che appariva (sia pure di segno opposto) dei tanti antipa- del Psi si farà convincere a scegliere come pre- questo Stato (con basi socia li non adeguate). (poi delude rà ampiamente) più credibilmente tizzanti o dei non pochi nostalgici. Bettino sidente della Repub blica Oscar Luigi Scalfaro Craxi propose la Grande riforma: era con- riformi sta come Sergio Cofferati”. Grazie a Craxi non è Nico lae Ceausescu, Giulio Andre- (peraltro suo efficiente ministro dell’Interno) sapevole delle «scollature», ma poi i movi- nuove intese si definirà un sistema sa lariale otti e Arnaldo Forlani non sono politicanti su- provocando così la rovina principale; del se- menti che perseguirono attiva mente obiettivi che porta strutturalmente sotto controllo l’in- damericani: sono gli uomini di governo che condo sorprendentemente si fiderà, acconsen- di riforma istituzionale (e quelli più o meno flazione, non risolvendo però, a causa dell’ec- ne gli anni Ottanta portarono l’Italia al rango tendo all’entrata dell’ex Pci nell’Internaziona- connessi di riforma fiscale) ebbero segno ora cesso di centralizzazione contrattualistica («to- di sesta economia globale. La ripugnanza, pe- le socialista, rinunciando al voto nel 1991 per leghi sta ora pannellian-segniano, non craxia- tem» cigiellino), i problemi di fondo della pro- rò, per volgarità, ancora in corso, contro i po- evitare guai a Botteghe Oscure, senza ricevere no. La svolta del 19845 sulla scala mobile aprì duttività. Le altre scelte (tagli, privatizza zioni, litici magna-magna (talvolta impreziosite da in cambio alcuna reale apertura. Ci sono stati una discussione tra i lavoratori, ma il passag- assestamento del sistema del credito) conti- riflessioni sul familismo delle nazioni medi- dunque difetti di presunzione rispetto alla pro- gio dalla testimonianza riformista alla lotta per nueranno sulla linea amatiana: scelte utili, in terranee o sulla mancata riforma protestante) pria forza concre ta da parte di Craxi (e, più in l’egemonia riformi sta nei sindacati ha dovuto parte inevitabili per l’emergenza, caratterizza- non impedisce di dubitare del le analisi conso- generale, dei leader moderati del centrosini- attendere so stanzialmente fino al 2008. Il Psi te però dalla mancanza di visione, intrinseca latorie che individuano nel mero uso della stra). Certo ha contato anche il quadro inter - colse l’emergere di una nuova borghesia mo- all’operare - al fondo irresponsabile - di un go - «forza» (dei magistrati) la causa della sconfitta nazionale che giocò contro il centrosinistra dernizzatrice dell’Italia ma poi i rapporti fon- verno tecnico. del riformismo socialista e delle tendenze li- senza che né socialisti né moderati dc lo per- damentali furono tenuti con Gianni Agnelli e Molto di quel che avviene tra il 1992 e il berali della Dc. cepissero appieno. solo quando questi sarà fischiato nel 1994 1993 è frutto di un’emergenza incontrollata (e Partendo dall’esaminare le basi della scon- Alcune dinamiche strutturali, però, del qua- (perché antiberlusco nianamente si lamentava forse incontrollabile), in parte a causa di un ec- fitta del Psi non si possono sottovalutare gli dro nazionale spiegano in sé la parte fonda- che non fosse stato eletto presi dente del Senato cesso di influenze esterne, in parte della crisi errori craxiani sui «tempi»: le mancate elezio- mentale di quello che è avvenu to. In questo Giovanni Spadolini) a un’assemblea di in- di uno Stato troppo disegnato su’un’altra sta- ni nel 1991, il non accordo sul Quirinale’. E il senso «il crollo» del 1992 non può essere com- dustriali a Verona, inizierà concretamente a gione storica, e anche di una tendenza di set- controllo dei «tempi» è essenziale nella mano- preso solo attraverso la politique politicienne. cambiare qual cosa nella rappresentanza degli tori rilevanti delle classi dirigenti (innanzitutto vra politica. Sono evidenti, poi, anche alcune Di fatto si consumarono i margini di uno Stato imprenditori. di quelli decisivi della grande borghesia) a cer- ingenuità nelle alle anze, altro elemento fonda- che formatosi tra il 1943 e il 1948 non era riu- Verso intellettuali che uscivano dall’ estre- care una guida del governo insieme forte per mentale dell’iniziativa politica. U go Finetti in scito a includere definitivamente parti essen - mismo sessantottesco, Craxi fece aperture nel mancanza di alternative e fragile per la dere- un importante saggio (Storia di Craxi, edito re ziali della società. A iniziare dalla cultura libe- 1985 aiutando a far pubbli care il quotidiano sponsabiliz zazione inevitabile che comporta la Boroli 2009) sottolinea l’errore di Craxi nel rale” che, dopo avere guidato la nazione per un Reporter”, una costola della vecchia Lot ta mancanza di alternati ve. Con una fondamen- proporsi di sostituire Andreotti alla guida del cinquantennio, venne consi derata responsabile continua. Si sarebbe potuto così creare un le- tale conseguenza: la mancanza di verità tipica governo e di mettere Forlani al posto di Cos- dei difetti politici che avevano portato al fasci- game come quello tra Gerhard Schroeder e Jo- di governi strutturalmente irresponsabili come siga’, senza pensare a collocazioni alter native smo (elitismo, trasformismo, protezionismo) schka Fischer? che, pur con limiti, ha favorito quelli tecnici. Non sempre la verità conduce al per i due potenti esponenti dc privati delle loro ed emargi nata anche nella nuova Repubblica. modernizzazione e integrazione del la società bene: la storia del Novecento testimonia come cari che. Conversando con Finetti si è ragiona- Proseguendo con una borghesia che nel Secon- tedesca. Ma nel 1988 grazie a un rapporto tra certe «verità» (la rabbia popolare per la guerra 20 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

‘14-’ 18, o la successiva umiliazione della Ger- Andreotti’”) - e il politico sardo si era così e capo della polizia, un’altro «badante» dello stema meraviglioso, solo che Giuseppe Stai in mania) abbiano prodotto devastanti tragedie. espresso anche nel contrasto al terrorismo - scalfarismo, Vincenzo Parisi”. l’aveva applicato male. Ma la «non verità» programmati ca preclude che era meglio una specifica legislazione di È evidente come uno Stato sottoposto a un Alcuni opinionisti «sostanzialisti» ritengono qualsiasi tipo di visione e quindi di proiezione emergenza piuttosto che piegare la giurisdizio- duro attacco terroristico possa avere la neces- che di fatto tutto ciò che serviva è stato portato nel futuro. ne corrente a fini emergenziali. sità di articolare i comportamenti (naturalmen- a casa: abbiamo ammi nistratori scelti dal po- Senza dunque togliere nulla a certe durezze te senza giustificare in nessun modo al cune polo, c’è un sistema bipolare di alternative po- 2. Cose nostre, cose loro & cose di tutti falconiane e a certi contrasti con aree garanti- eventuali scelleratezze come complicità con litiche. L’essenziale va! L’intendenza napoleo- La mafia italiana, racconta Louis Freeh in ste, non è impossibile però ricostruire una li- l’assassi nio di Paolo Borsellino). È chiaro che ni camente seguirà. My Fbi (le sue memorie pubblicate da St. Mar- nea del giudice palermitano che si discosta alcune manovre, al netto delle scelleratezze, Anche senza accettare integralmente gli ar- tin’s Press, 2005), viene rior ganizzata, sull’ orlo dall’idea del grande complotto criminale ca- non determinano automaticamente una tratta- rabbiati argomenti di un fine scienziato della dello sfaldamento, da Lucky Luciano esiliato ratterizzante la storia nazionale di cui la mafia tiva criminogena, come si è imputato a un per - politica come Giovanni Sartori, che insiste su dagli Stati Uniti negli anni ‘50, che convince i sarebbe in effetti solo un terminale: la scelta fetto servitore dello Stato quale il già capo dei come alla politica servano sistemi coerenti e boss locali a darsi un’organizzazione centraliz- stessa di Falcone di lavorare con Andreotti e Ros dei ca rabinieri Mario Mori”. Ma è l’idea non patchwork improvvisati, non è azzardato zata (la «cupola»). È allora che la principale ri- Martelli (atto che concretamente «terrorizza» del governo dei puri (e in quanto tecnici irre- os servare come il riformismo ubriaco degli an- sorsa di Cosa nostra, lo scambio politico, viene i corleonesi), il suo insistere sull’ «indipenden- sponsabili) che impedisce quel mini mo di ve- ni Novanta abbia fallito su un obiettivo deci- razionalizzata. La riflessione di Freeh, gran de za» di Cosa nostra da altri poteri, la sua ope- rità su cui è possibile costruire la discussione sivo: costruire l’ambiente per una nuova ge- amico di Giovanni Falcone e Gianni De Gen- razione per isolare i mafiosi dalla politica piut- pub blica. L’operazione del 1993, che nessuno nerazione di partiti. Ed è l’incoerenza di siste - naro? come scrive nelle memorie, è rilevante tosto che indicarli come frutto di uno Stato cri- conosceva sino al 2010, sul 41 bis, ha la stessa ma che produce questo effetto: la mancanza di perché svolta dal direttore del Bureau che non minogeno, la sua idea di una risistemazione impronta di rinuncia alla verità che si verifica contrappesi politici fa sì che ogni razionaliz- solo non considerava Cosa nostra invin cibile, della magistra tura (a partire dalla separazione nell’impedire a Conso di legiferare sul finan- zazione sia vissuta con pre occupazione (e ten- ma la smantellò nel caposaldo americano. delle carriere) per ridare re sponsabilità alla po- ziamento illecito, della deplorevole operazione denzialmente respinta) da una società che ha La seconda rivoluzione di Cosa nostra si litica, sono sufficientemente delineate per non «non verità» di Scalfaro sul Sisde (per non par- pagato già prezzi esagerati ai troppi poteri del- colloca alla fine dei Settanta con l’inserimento essere smentibili. E determinarono allora rot- lare dei casi Mar cello Gavio o Cornelio Vallet- la po litica. L’anarchico sistema di voto impe- nel traffico degli stupefa centi, che conferisce ture sia con l’antimafiosità più radicale di Leo- to), dell’imbarazzante silenzio con cui si accol- rante (dai comuni alle province alle regioni al- nuovo potere anche finanziario. Da qui l’in- luca Orlando!” (peraltro connessa all’inevita- se uno dei discorsi più tragici della storia re - la Camera al Senato all’Europa, l’elettore ita- cremento delle iniziative, poi su una linea più bile assistenzialismo necessa rio per sostenere pubblicana, quello di Bettino Craxi nell’aprile liano ogni volta vota in modo diverso), il caos ac centuatamente militare (la politica serve me- socialmente il suo estremismo) sia con le po- del ‘93 sul sistema di finanziamento dei partiti della divisione di responsabilità tra assemblee no) con lo ster minio dei «diplomatici» paler- sizioni in quegli anni prevalenti nella Magi- in Italia, dello sbeffeggiamento del Parlamento ed esecutivi - evidente anche su scala nazio- mitani e l’affermarsi dei «du ri» corleonesi, e stratura de mocratica più legata al Pci, a partire da parte del pool di Milano, della mancanza di nale ma esplosivo in regio ni ed enti locali - l’ondata di assassini di uomini delle istituzioni da Violante. rispetto verso i padri costituenti con cui si ac - hanno impedito la costituzione di veri soggetti (da Rocco Chinnici a Cesare Terranova, a Car- La commistione tra contrasto della crimina- colse senza discutere il superamento di un’im- politici nazionali, consentendo - perché si lo Alberto Dalla Chiesa, a Pio La Torre)”. lità e lotta politica, oltre un certo livello, pro- munità parla mentare pensata, con funzione di mante nesse quella minima funzione unificante Contro la svolta mafio sa vi sarà sia una rispo- duce sempre perversioni incontrollabili: lo di- bilanciamento dei poteri, come perfettamente che la politica non può non esprimere - solo la sta popolare (la «primavera paler mitana») sia mostra efficacemente il caso della Campania, simmetrica all’indipendenza dei pm. Sono que- formazione non di movimenti leaderistici ma giudiziaria-istituzionale con Falcone. L’effica - dove un Antonio Bassolino” divenuto figura sti i suggelli della politica di un governo pur «personali» (dal berlusconismo al bossismo al cia politica e repressiva delle risposte di fine centrale di quella regione proprio sull’ onda di non privo di meriti ma di fatto «senza (suffi- dipietrismo, al prodismo, al vendolismo fino anni Ottanta porterà la volontà di potenza e lo questa impo stazione (smantelliamo il sistema ciente) verità» co me quello di Ciampi. al casinismo e al finismo con persino un ten- spirito militare dei corleonesi ad aumentare in camorristico centrato sul «gavismo» e risolve- tato renzismo) con la parziale eccezione di modo drammatico la ferocia dei crimini pro- remo anche i problemi della criminali tà locale) quella ensemble scombinata di cacicchi che vocando però un intervento dello Stato che non solo non ha, in oltre un decennio, elimi- CAPITOLO SECONDO sono le aree ex Dc ed ex Pci del Pd. colpirà seriamente Cosa nostra. nato l’emergenza criminalità ma l’ha grave- Sempre gli opinionisti sostanzialisti affer- Così si arriva al ‘93, quando in settori dello mente peggiorata, anche grazie al prevalere di 3. Un riformismo ubriaco mano che questo esito non sarebbe un gran Stato impe gnati contro la mafia (sia forze di una linea politicizzata sintonica in molte delle Mentre i governi Amato e Ciampi contrasta- male: in fin dei conti anche negli Stati Uniti polizia sia pm) tende a prevalere l’idea che procure campane (persino un pm ultragiu - no le emergenze della crisi con qualche effi- non esisterebbero reali partiti. Il che non è ve- Cosa nostra non sia tanto un’organiz zazione stizialista come Agostino Cordova fu allonta- cacia (ma senza verità e pro spettiva), mentre i ro: i grandi partiti americani non sono affatto criminale in sé quanto la funzione di un assetto nato da N apo li perché troppo di destra). leader del Psi e della Dc moderata sono sem- aggregazio ni volta per volta di interessi e idee, di potere interno alle istituzioni, senza lo D’altro verso proprio il caso Salerno, comu- pre più sconfitti, la «diserzione» di forze «co- bensì luoghi di matu razione nella lunga durata smantellamento del quale non si risolverà mai ne guidato da un antagonista del bassolinismo stituenti» fondamentali come sinistra Dc ed delle posizioni per governare una società e uno la partita. Da qui l’incriminazione di Giulio nel Pci poi Pds-Ds come Vin cenzo De Luca, eredi del Pci, abbandona i problemi di assetto Stato federale complessi come quelli america- Andreotti, di Calogero Mannino e tanti altri dimostra che è possibile percorrere una via op- delle istituzioni a un movimento refe rendario ni. Confederalismo o federalismo, centralità politici di prima fascia, e poi la persecuzione posta in cui la politica batte i criminali facendo che gode sia della geniale capacità organizza- del l’agricoltura o dell’industria, isolazionismo giudiziaria di Marcello Dell’Utri” come nuovo politica. tiva di Marco Pannella (uomo talora indispen- o interventi smo, regolazione o assoluta libera- re ferente del patto orga nico tra Stato e mafia. La linea che non si pone il problema di se- sabile alla Repub blica quando apre spazi di li- lizzazione, integrazione dei ceti popolari o svi- In un libro magicamente delirante (Patria parare i criminali da una società pur ricca di bertà, ma vera piaga quando passa alla parte luppo di comunità e libertà centrate sull’indi- 1978-2010, editore il Saggiatore 2009), Enrico elementi di corruzione, fi nisce invece per cri- costruens) sia del protagonismo di un Ma riotto viduo. Dagli inizi dell’Ottocento la vita poli- Deaglio racconta così - dando epicità alle po- minalizzare ampiamente tutta una società. Il Segni” senza dubbio tenace ma non privo delle tica americana è segnata da una discussione sizioni di certi settori della magistratura inqui- che è di fatto politicamente non tollerabile e fra gilità caratteriali tipiche di certi figli di uo- delle idee interna ai partiti prima che nelle isti- rente - la storia nazionale. porta inevitabilmente all’offuscamento della mini autorevoli. tuzioni. Poi, certo, il carattere aperto della na- La nostra discussione pubblica è permanen- verità come emer ge con chiarezza da un epi- Segni si batte negli anni Ottanta dentro la zione americana fa sì che sia la società a or- temente ne vrotica, tende a non affrontare ar- sodio centrale del ‘93: la decisione da parte di Dc per scelte modernizzatrici, lavora con per- ganizzare i partiti, e a determinare una mobi- gomenti razionali ma si propone perlopiù di Giovanni Conso, allora Guardasigilli, di alle- sonalità anche di qualità (tra tutte, Roberto lità particolare del ceto politico al contrario di suscitare emozioni. Nelle discussioni attuali viare l’applicazione del 41 bis, dispositivo di Mazzotta). E nella tempesta degli anni No - quel che è avvenuto in parte decisiva della sto- sulla lotta alla mafia questa cifra nevrotica si aggravanti penali e carcerarie connesse al rea- vanta sceglie di (e viene scelto per) dare un ria d’Italia, dove sono stati i partiti a or - esprime innanzitutto nell’appello a quello che to di associazionismo mafioso, per qualche colpo agli as setti istituzionali della Prima Re- ganizzare la società. è -sacrosanta mente - considerato dalla comu- centinaio di aderenti a Cosa no stra. Dopo una pubblica. Con una serie di referendum nel In realtà il mancato decollo di nuovi partiti nità nazionale un martire: lunga fase durante la quale si è cercato di «in- 1991, nel 1992, nel 1993 porta ad abolire la post Guerra fredda è il frutto più avvelenato Falcone. Giustamente Violante fa rilevare’ castrare» Dell’Utri sostenendo che aveva preferenza plurima nelle elezioni locali, pro- del riformismo ubriaco che abbiamo vissuto. (nel suo Magi strati già citato) ad alcuni falco- scambiato l’appoggio della mafia a Forza Ita- muovere l’elezione diretta dei sindaci, scardi- Tutto ciò non nasce solo dal caso, che pure niani dell’ultima ora, la lo ro opposizione al lia con la promessa di al leviare il 41 bis (ri- nare il sistema quasi perfettamente proporzio- ha avuto un ruolo rilevante. La stessa scelta di magistrato espressa negli anni Ottanta. Non chiesta peraltro mai materialmente sod disfatta nale del voto politico: modifica così il quadro Segni come leader del rinnovamento da parte mancò, allora, un’ampia ala garantista (non so- da esecutivi di centrodestra) si è scoperto im- istituzionale complessivo in punti decisivi. So- di ampi settori dell’establishment nazionale lo pelosamente ma anche sinceramente garan- prov visamente - dopo circa 17 anni - che un no in sé scelte largamente condivisibili, ma scaturisce da una certa logica. Dai tempi in cui tista) che criticò cer te forzature nella gestione più o meno simile provvedimento era stato as- che non producono quella riforma dello Stato per risolvere i conflitti più aspri si cercava del maxiprocesso falconiano. Particolare im- sunto da un giurista senza macchia come Con- che la chiusura della Guerra fred da imponeva. «l’uomo forte» si è giunti a quelli in cui per pressione suscitò l’attacco che devastò la vita so considerato da Violante uno dei suoi mae- Alla fine nonostante tutto resterà centrale la non disturbare certi equilibri di potere si punta del giudice di Cassazione Corrado Carneva- stri, con Ciampi a Palazzo Chigi che sostiene posizione degli adoratori fanatici della Costi- solo su «uomini deboli». Dai gorilla ai chihua- le>, finissimo - talvolta sin troppo - giurista di «non aver saputo niente»; con uno Scalfaro tuzione (razza ben diversa da quella degli esti- hua. Così Segni, così Ciampi, così Prodi (poi che faceva prevalere il «testo» della legge sul- che sul caso ha bal bettato mentre il suo «ba- matori consapevoli) che sostengono la speri- si è vi sto che «mordeva» più del previsto), Ru- le «esigenze materiali» di colpire la criminalità dante» Gaetano Giffuni - figura centrale prima colata tesi per cui l’Italia sarebbe stata un Pae- telli, così un politi co di rara inconsistenza co- organizzata. a Montecitorio e poi al Quirinale nell’ af - se completamente corrotto nonostante il suo me Walter Veltroni e poi Gianfranco Fini, Lu- Su questo tema del rapporto tra emergenza fiancare Oscar Luigi - ha confermato (nello perfetto sistema istituzionale. Tesi assoluta- ca Cordero di Montezemolo, Mario Monti e e norma giu ridica alla fine degli anni Ottanta sconcertante silenzio della stampa «indipen- mente simmetrica a quella di tanti destaliniz- via evanescendo. s il «folle» Cossiga osservò (innanzitutto contro dente») una discussione sul caso tra presidente zatori dell’Est europeo: il socialismo era un si- Lodovico Festa CRITICAsociale ■ 21 2-3 / 2013

■ NEL CELEBRARE L’UNITÀ D’ITALIA IL RICONOSCIMENTO AL RUOLO DELLA RIVISTA DI TURATI PER LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA NAZIONE ALLA CRITICA SOCIALE L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO

l Comitato Promotore delle Ce- I lebrazioni per i 120 anni della ri- vista Critica Sociale, fondata da Filippo Turati nel 1891, è stato ricevuto in Udienza al Quirinale dal Presidente della Re- pubblica, Giorgio Napolitano che ha concesso alle iniziative l’Alto Patronato della Presiden- za della Repubblica per l’anniversario dela Ri- vista storica del socialismo italiano. Nel corso del “cordiale incontro” – come è stato giudicato nel comunicato del Quirinale - la delegazione ha sottolineato come “La Critica Sociale”, nella continuità delle pubblicazioni e delle sue iniziative editoriali, rappresenta il punto di riferimento politico della tradizione del riformismo anche per l’attualità della lezio- ne delle idee e dei valori del socialismo rifor- mista nell’affrontare i problemi della società italiana di oggi.. Nel consegnare la raccolta ori- ginale della prima annata è stato evidenziato come il socialismo riformista attraverso i suoi Autori - da Filippo Turati, ai due Presidenti del- la Repubblica, Luigi Einaudi e Giuseppe Sara- gat, all’ex Presidente del Consiglio, Bettino Craxi - rappresenti una tradizione politica e culturale vitale della storia nazionale. Nel quadro delle Celebrazioni in corso, i partecipanti all’Udienza hanno preannunciato un grande Convegno conclusivo che si preve- de per il mese di novembre e al quale hanno invitato lo stesso Giorgio Napolitano. Molto ascoltati ed utili sono stati i preziosi suggerimenti rivolti dal Presidente al comitato promotore affinché il convegno sia un’occa- leaders del socialismo europeo a cavallo tra la “Amici della Critica sociale” ha sottolineato tra i socialisti e il concetto di Nazione non è sione seria di studi approfonditi sulla storia del fine dell’800 e l’avvento del fascismo. come il suo impegno nell’organizzare la distri- stato, nella storia, lineare e facile. Viceversa riformismo socialista. Quest’ultimo documento – è stato prean- buzione di questo documento nei Comuni ita- spesso è stato di conflittuale. Il programma, che sarà realizzato con la col- nunciato al Presidente della Repubblica dalla liani, sarà anche l’occasione per promuovere Intendiamo proseguire sulla strada aperta laborazione scientifica della Fondazione Filip- Direzione della rivista - sarà donato a tutti i manifestazioni celebrative dei 150 anni del- dalla revisione iniziata da Craxi negli anni ’80 po Turati di Firenza, prevede quattro seminari sindaci italiani, affinchè loro tramite il patri- l’Unita d’Italia che il riformismo ha contribui- del concetto di Nazione, intesa come fonda- di studio in preparazione del Convegno nazio- monio di cultura politica e di storia de “La Cri- to a realizzare coniugando all’unità politica del mento della stessa democrazia, poichè nale conclusivo, che si svolgerano in una sede tica sociale”, sia reso disponibile in tutte le bi- nuovo Stato, l’unità sociale della nuova socie- fu così alle origini del socialismo italiano e istituzionale della Camera dei Deputati, sui te- blioteche civiche e scolastiche del Paese. tà nazionale nel segno della democrazia e lo fu in particolare per la Critica Sociale. mi della costruzione della società nazionale – Per parte sua l’Associazione nazionale degli dell’eguaglianza. s Come scriveva Arduino Agnelli, “le istanze anche in riferimento al 150mo anniversario nazionali democratiche sono state assunte dai del’Unità dello Stato Italiano: dal municipali- primi socialisti con una fermezza ed un rigore smo, alla cooperazione, alla mutualità, all’eco- frequentemente superiori a quelle di movimen- nomia pubblica, alla conquista dei diritti poli- ti che ad esse avevano fornito l’espressione tici come il suffragio universale e la legge elet- ■ 120 ANNI DI CRITICA SOCIALE NEI 150 ANNI DELL' UNITÀ ITALIANA originaria”. torale proporzionale, ai diritti del lavoro. Lo sottolineava bene anche Rodolfo Mon- Al Presidente Napolitano, è stato fatto il dono L’ANTOLOGIA PER LE CELEBRAZIONI dolfo su Critica Sociale in un saggio del 1923: personale del Primo Volume rilegato da Turati, “Nazione, Patria, Umanità” nel rivalutare la con i fascicoli della prima annata, quella del I MAESTRI DEL PENSIERO RIFORMISTA continuità del socialismo con la democrazia ri- 1891, tratto dal Fondo Faravelli che raccoglie sorgimentale in uno studio comparativo tra l’intera collezione della Critica Sociale e gran Engels e Mazzini, nel solco di quanto lo stesso parte dei libri che costituivano la biblioteca della Jean Jaures scrisse in un articolo pubblicato redazione. Il Fondo si trova ora nella nuova sede a citazione del fondatore di ne delle plebi post-unitarie in una classe edu- postumo nel 1915, “La Nazione è la patria di della Critica situata nella canonica della ex chie- L Critica Sociale che riportiamo cata alla democrazia, il primo concreto tenta- tutti”: “Io mi azzardo a dire che manca oggi sa di San Carpoforo, nel quartiere Brera a MIla- nel titolo, indica l’ampio ven- tivo di ingresso del movimento dei lavoratori alla classe operaia, per essere una grande for- no, che verrà inaugurata con una mostra sui 120 taglio delle ragioni che ci inducono a ricordare nel nuovo Stato unitario per realizzare con la za dello Stato, soltanto la conoscenza di tutto anni del riformismo socialista in autunno e che i 120 anni della rivista in stretta relazione con Nazione le più ampie aspettative del Risorgi- ciò che essa può conseguire, con l’azione me- ospiterà la Biblioteca e l’Archivio storico della la celebrazione del 150 anniversario dell’Unità mento, sia sociali che politiche, di giustizia e todica, nella democrazia”. Critica Sociale e dell’Avanti! di Milano. d’Italia attraverso un ciclo di conferenze, con di libertà. La lunga continuità delle pubblicazioni di Al Presidente Napolitano è stata inoltre con- la pubblicazione dell’edizione digitale dell’in- Critica Sociale, che copre un arco di 35 anni segnata la prima copia “master” del Volume e tera Collezione storica (1891-1926) e con una Un programma di riscatto dalla “vergogna” dalla sua fondazione al fascismo, consente la dei Dvd che costituiscono una opera di grande Mostra “Il riformismo socialista da Turati a non solo della divisione e della dipendenza disponibilità di una continuità ininterrotta (sal- valore storico culturale, raccogliendo in oltre Craxi” : iniziative che si svolgeranno lungo il dallo “straniero”, ma anche dalla “vergogna” vo le censure del momento) di documentazione 8.000 voci l’indice generale degli Autori della corso del 2011. del degrado civile e sociale delle popolazioni storica sulla progressiva costruzione della so- Critica negli anni della direzione di Filippo Tu- italiane pre-unitarie, per le quali Turati attri- cietà nazionale post-unitaria, quasi “ad horas”. rati e tutte le pagine di trentacinque anni di pub- La Critica Sociale, nata nel 1891, è stata te- buiva alla Nazione la missione di dare solu- Da questi presupposti si sviluppa il pro- blicazione nei fascicoli consultabili off line nei stimone e protagonista, con i suoi Autori, di zione all’ “Eterna questione”, come definiva gramma delle celebrazioni dei 120 anni di Cri- dvd allegati Si tratta di un volume di 170 pagine analisi e di dibattiti decisivi per il progresso la “questione sociale”. tica Sociale, nel segno della divulgazione di che cosituisce una sorta di “postumo borereau socio-economico, istituzionale e civile del Si tratta di un punto essenziale del signifi- un patrimonio nazionale (non solo di parte) di di redazione” dei Padri del riformismo sociali- nuovo Stato Unitario. Con un suo contributo cato che attribuiamo a questo anniversario di conoscenze storiche e di cultura politica, che sta italiano e della loro corrispondenza con i specifico in più: l’obiettivo dell’emancipazio- Critica Sociale, poichè il rapporto successivo illustriamo di seguito. 22 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

IL PROGRAMMA la riforma sociale. Il “socialismo dei margini” ca per autore, per numero, per anno, per argo- recensite, citate nei suoi fascicoli. Sono i testi Un’antologia dei Maestri del pensiero nei comuni e l’autogoverno nei servizi pubbli- mento. sui quali si è formata la cultura democratica Riformista incentrata sui temi ci, di igiene, per l’occupazione e nella lotta al- Il cofanetto contiene una guida alla consul- dei giovani animatori della rivista, e attraverso della costruzione della Nazione la povertà. Il suffragio universale e la legge tazione, con un indice generale e un vocabo- cui ha avuto ingresso il socialismo scientifico elettorale proporzionale, il voto alle donne. lario per l’organizzazione degli argomenti. in Italia, la sua elaborazione riformatrice, fino Il riformismo socialista e l’emancipazio- L’organizzazione dei partiti politici di massa, al liberalsocialismo e alla sua ripresa nella re- ne: da plebe a cittadini. le battaglie per la libertà di espressione e la di- Dell’opera intendiamo fare dono gratuito cente storia italiana con il Socialismo liberale La creazione dell’opinione pubblica e le vulgazione della stampa. Gaetano Salvemini: alle biblioteche comunali e scolastiche. del “nuovo corso” del PSI di Craxi. grandi campagne sociali di “national buil- meridionalismo e federalismo. Attraverso una campagna di sottoscrizione La vastità delle collaborazioni è molto am- ding”: i programmi scolastici di “evoluzione”, a cura dell’Associazione nazionale degli pia: si tratta di personalità di spicco della cul- l’organizzazione degli insegnanti e i provvedi- Rifare l’Italia, lo sviluppo economico e il “Amici di Critica Sociale”. Crediamo che il tura italiana ed internazionale dell’epoca, pro- menti contro l’analfabetismo, la lotta contro le progresso sociale. conferimento del dono possa essere l’occasio- venienti da un arco di tendenze aperto ad ogni piaghe dell’alcolismo, del lavoro minorile, la Capitalismo e progresso sociale: alleanza e ne anche per promuovere pubbliche manife- contributo. In questo quadro, tra gli Autori del- questione femminile. Il ruolo dell’associazio- conflitti. La riforma agraria e la piccola pro- stazioni nei comuni italiani in collaborazione la Critica vogliamo sottolineare la collabora- nismo economico e politico nella educazione prietà. I piani di sviluppo delle infrastrutture con le istituzioni e le associazioni locali, sulla zione di due futuri Presidenti della Repubbli- ai diritti civili. Le realizzazioni sociali (“le con- nazionali. Le bonifiche e la nascita della pro- storia e le prospettive dei valori della demo- ca, Luigi Einaudi e Giuseppe Saragat. quiste dei lavoratori”) come nuove istituzioni grammazione territoriale. Le società munici- crazia nazionale, momenti di adesione sponta- Il primo iniziò giovanissimo a scrivere sulle pubbliche: il mutualismo, la previdenza, la sa- palizzate, l’azionariato popolare e la finanza nea alle manifestazioni per i 150 anni del- colonne della Rivista, ancora responsabile degli nità, le biblioteche popolari, i teatri comunali. locale. l’Unità d’Italia. studenti universitari socialisti di Torino, e pro- Le registrazioni e le trascrizioni delle Con- seguì per dieci anni dal 1893 al 1903, già edi- Il movimento cooperativo, la legislazione “Nazione, Patria, Umanità”: la proiezione ferenze saranno collocate in un sito web verso torialista economico del Corriere della Sera. sociale e del lavoro. internazionale dell’Italia. cui sarà possibile essere reindirizzati dai DVD Saragat ebbe nella Critica un punto di rife- Il ruolo dei lavoratori nell’economia nazio- La prima esperienza di “Public Diplomacy”: della collezione. In tal modo il materiale rac- rimento della sua posizione politica, in parti- nale attraverso l’impresa sociale e i consorzi. l’ internazionalismo socialista e i diritti dei po- colto potrà essere successivamente oggetto di colare durante la direzione di Giuseppe Fara- La democrazia economica e i progressi del di- poli. L’idea del federalismo europeo. Il soste- approfondimenti e di interventi specifici che velli, che ne fece per qualche anno una vera e ritto civile nei rapporti di proprietà. Le organiz- gno alla Società delle Nazioni. Le politiche potranno pubblicamente aggiornare l’opera e propria corrente socialdemocratica all’interno zazioni di resistenza dei lavoratori e la nascita commerciali e le opere internazionali di colle- attualizzarla senza interruzione. del Partito socialista. di relazioni industriali su base normativa. Il so- gamento per la crescita economica. Il sostegno cialismo giuridico, l’arbitrato e il sindacato. Le all’emigrazione. La Mostra conclusiva: “Il riformismo so- Il Comitato Promotore. Camere del lavoro per la formazione e l’avvia- cialista da Turati a Craxi”. Al momento il Comitato promotore delle mento professionale contro la disoccupazione. Edizione digitale della Collezione Storica. La mostra costituirà una “biblioteca ideale” Celebrazioni dei 120 anni di Critica Sociale è L’ esperienza della Società Umanitaria. E’ stata predisposta l’edizione digitale della della Critica Sociale, attraverso un percorso tra costituito dalla “Critica Sociale” e dagli “Ami- Collezione storica diretta da Turati dal 1891 al i suoi principali Autori, le loro biografie ed ci della Critica Sociale”, dalla “Società Uma- Democrazia come civiltà: il socialismo 1926 (quando si interrompono le pubblicazio- opere, con una esposizione di opere e di autori nitaria”, dalle “Ragioni del Socialismo”, da municipale, la rappresentanza politica. ni per l’ esilio in Francia) in un cofanetto di a cui ha attinto la Critica organizzata per “pan- “Mondoperaio”. La collaborazione scientifica L’ esercizio della democrazia come leva del- sette DVD con navigazione offline nella ricer- nelli-schede” dei libri e delle riviste segnalate, è curata dalla “Fondazione Filippo Turati”. s

■ LA CONSEGNA AL QUIRINALE DEL “MASTER” DELL’OPERA ■ FIGURA COMPLESSA DELLA STORIA POLITICA ITALIANA IL DONO A GIORGIO NAPOLITANO RICORDO DI RENATO MIELI DELL’EDIZIONE DIGITALE UN GRANDE PERSONAGGIO DI CULTURA LIBERALE L’INTERA COLLEZIONE DELLA RIVISTA DI TURATI Piero Ostellino

a ragione principale per la quale chiamandolo dal Giornale con grande irritazione uella che presentiamo è la copia Master in edizione digitale della Collezione L voglio ricordare Renato Mieli è di Montanelli. L’ho chiamato al Corriere perché Q storica di Critica Sociale negli anni della direzione di Filippo Turati, dalla sua che egli è stato un grande per- malgrado non fosse più un comunista, malgrado fondazione il 15 gennaio1891, fino all’ottobre del 1926, anno di cessazione delle sonaggio della cultura liberale. Se in giro ci sono fosse uscito dal Partito Comunista e avesse scrit- pubblicazioni per l’esilio in Franciadel suo Fondatore. ancora “quattro gatti” liberali, lo si deve soprat- to un libro importante come “Togliatti 1937” - Il Master comprende il volume con l’indice generale alfabetico degli Autori, con l’indica- tutto al CESES (Centro Studi e Ricerche su Pro- che racconta le “malefatte” non solo di Togliatti zione degli articoli, suddivisi per anno, fascicolo e numero di pagina, oltre al riferimento al blemi Economico - Sociali) di Mieli, che ha in- ma della dirigenza comunista e staliniana del- Dvd in cui sono stati collocati. fluenzato la cultura politica di coloro che, allora l’epoca - e malgrado avesse diretto un Centro È un documento esso stesso, un “bordereau di redazione” a posteriori - che consente di giovani italiani, oggi genericamente si possono Studi sui problemi del comunismo non tenero farsi un’idea generale delle personalità e degli argomenti agli esordi del Novecento italiano definire democratici liberali. nei confronti del comunismo stesso, Mieli non - ed è anche una guida alla consultazione delle pagine della Collezione storica riprodotte in Renato ha rappresentato una figura complessa è mai stato uno spretato. Non è mai stato uno jpeg nei sei dvd allegati. nella storia culturale e politica del nostro Paese, spretato perché, credo, non sia mai stato un prete La Collezione storica archiviata in edizione digitale, non cambia l’abituale metodo di con- persino, sotto certi aspetti, una figura unica. Na- della chiesa comunista. Non so se Mieli, quando sultazione di un qualunque volume o rivista cartacei. Infatti, grazie al programma di naviga- to come studioso di Fisica, aderì al Partito Co- aderì al Partito Comunista, credesse o meno alla zione interna - off line - si può giungere direttamente all’Autore o all’articolo desiderati per munista Italiano, nel ’38 fu costretto a lasciare rivoluzione bolscevica, resta il fatto però che co- poter successivamente curiosare, sfogliando il fascicolo dalla sua prima pagina in poi, avanti l’Italia per due ragioni evidenti, era ebreo e co- me ex comunista mai assunse quell’atteggia- e indietro. O passare ad altro numero della Rivista come si fa con qualunque libro o giornale. munista, e a riparare in Medio Oriente dove era mento che di solito hanno i preti quando lascia- nato. Sarebbe poi ritornato con l’8a armata al- no la tonaca e conservano una forte astiosità nei Le offriamo, Signor Presidente, questa “prima pietra” dell’opera che sarà editata per farne leata e avrebbe risalito tutta la Penisola assieme confronti della chiesa alla quale sono apparte- dono a tutti i Sindaci italiani, affinché i Comuni d’Italia abbiano nelle loro biblioteche civiche agli altri alleati come ufficiale di collegamento nuti. Mieli ha tenuto sempre un atteggiamento e scolastiche una documentazione, altrimenti introvabile, che permette di conoscere fin nei con i partiti antifascisti e con la resistenza italia- estremamente oggettivo anche nei confronti del dettagli lo sforzo iniziale del movimento dei lavoratori di contribuire con la propria educa- na. Qui compare il primo aspetto complicato comunismo cui era appartenuto e, come diretto- zione e con la democratizzazione del nuovo Stato, a rafforzare con l’unità sociale di un popolo della vicenda, cioè abbiamo come elemento im- re del CESES, ha avuto un approccio assoluta- unito nella sua nuova Nazione indipendente. portante dell’esercito alleato un comunista. Non mente scientifico, cioè basato sui dati di fatto, Raccogliendo con sollecitudine il suo richiamo a celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, è possibile che i servizi di sicurezza inglesi e gli sui documenti, non su pregiudizi o giudizi ideo- abbiamo cercato di dare il nostro contributo rendendo disponibile al pubblico una documen- alleati non sapessero chi fosse Mieli, ma sia gli logici. Certo, il suo processo politico e culturale tazione storica che non rappresenta più la vicenda di una fazione, ma che nel segno dell’Alto uni che gli altri non si posero il problema. Per lo allontanò dal comunismo e lo trasformò com- Patronato da Lei concesso alla Rivista in occasione dei suoi 120 anni evidenzia il contributo una ragione molto semplice: durante la Seconda piutamente in un democratico liberale e quindi, dai riformisti all’unità nazionale affrontando la questione sociale e che rende la Critica Sociale Guerra Mondiale, non vi erano dubbi sul fatto di conseguenza, contrario a ogni forma di auto- e il riformismo socialista un patrimonio di tutti, un patrimonio nazionale. s che le democrazie liberali e gli antifascisti, di ritarismo e di totalitarismo. Ebbene Renato era qualsiasi colore, dovessero collaborare, perché questo e quando lo chiamai al Corriere lo feci Critica Sociale, nell’11 luglio del 2011 c’era un nemico comune, il nazifascismo. Que- perché sapevo che da quel momento avrebbe sto spiega tanto della figura di Renato. Io l’ho scritto sulle pagine del giornale che dirigevo avuto come collaborare del Corriere della Sera, senza atteggiarsi a prete spretato, ma ponendosi CRITICAsociale ■ 23 2-3 / 2013

piuttosto come uno studioso dei problemi del CULTURA LIBERALE naria idea all’interno del Partito Comunista non che sono quelli individuali: la vita, la libertà e la comunismo, senza particolare animosità ma con abbia progredito, come ha fatto nella testa di proprietà degli individui. un grandissimo rigore scientifico, senza astiosità Come detto, Mieli aveva aderito al Partito Co- Mieli, fino al punto di farlo diventare democra- Noi invece (ed è questa la ragione per cui il e senza ricordare che aveva indossato la tonaca munista come vi avevano aderito tanti demo- tico liberale con l’accento più sull’aggettivo li- liberaldemocratico si distingue dalla cultura po- del prete della chiesa comunista. cratici italiani perché era l’unico partito orga- berale che sul sostantivo democratico. litica oggi imperante) viviamo in una società Tuttavia, il fatto stesso che egli non fosse uno nizzato che in qualche modo fornisse un soste- Mi rendo perfettamente conto che qualche che privilegia un’astrazione ideologica che spretato e non si comportasse come uno spretato gno a chi in Italia si professava antifascista. Gli mio lettore si sentirà scandalizzato da queste af- chiama collettività. Potremmo chiamarla status, spiega forse anche la ragione per la quale da gio- altri partiti erano anch’essi antifascisti (il Partito fermazioni (a parte il fatto che è un po’ la mia sarebbe la stessa cosa, però, siccome fa più no- vane laureato in Fisica e docente avesse aderito Liberale, quello Cattolico e quello Socialista) vocazione quella di essere un bastian contrario bile chiamarla collettività, la chiamiamo così. al Partito Comunista, ed è quello che io credo di ma non avevano la stessa organizzazione e la e di non andare dentro la corrente del conformi- Tuttavia, quando si sacrificano i diritti indivi- aver scritto nella prefazione alle sue memorie: stessa capacità di mobilitazione dei comunisti. smo nazionale), ma non è possibile sminuire la duali a una collettività, a un’astrazione ideolo- Mieli era innanzitutto, almeno allora, un demo- Quindi, molti giovani non aderirono al Partito figura di grandi personaggi della cultura politica gica, viene meno la democrazia e viene meno cratico. Era un signore che combatteva il fasci- Comunista perché sognavano la rivoluzione italiana, come appunto Renato Mieli, solo per il la libertà. Ciò non significa che non viviamo in smo in quanto il fascismo era esattamente la ne- bolscevica egualitaria o la dittatura del proleta- fatto che sono stati comunisti. Sono stati comu- un paese democratico, ma viviamo in un paese gazione della democrazia, oltre a essere una for- riato. E tra questi Mieli. nisti poi, a un certo punto, hanno smesso di es- in cui spesso c’è qualcuno che tende a sacrifi- ma di autoritarismo e di intolleranza nei con- La sua organizzazione (e la relativa debolezza serlo perché non aderivano più a quel progetto care le libertà dei diritti individuali a quel- fronti di chiunque non la pensasse allo stesso strutturale degli altri partiti) fu la forza del Par- di società, a cui avevano aderito prima in nome l’astrazione ideologica. modo, cioè non fosse fascista. Quindi, la sua vi- tito Comunista; spiega perché il Partito Comu- della libertà dal totalitarismo nazi-fascista. Qui Fino all’altro giorno, l’Italia era il paese più sione era stata probabilmente quella di qualsiasi nista abbia avuto un’influenza tanto importante sta la ragione profonda che fece sì che al CESES democratico del mondo. Da quando è nato un altro giovane che in Italia si collocava su posi- sulla cultura politica del nostro Paese e perché partecipassero tanti giovani. governo tecnico, abbiamo improvvisamente zioni antifasciste e aveva individuato nel Partito ancora oggi si avverta così fortemente la presen- Il fatto è che in una società complessa e plu- smesso di essere democratici e ci auguriamo che Comunista l’unica organizzazione in grado di za di questa cultura politica che in qualche modo ralista, come la nostra, v’è un tale eccesso di non ci siano più le elezioni. Vorremmo che du- fornire un supporto a chi fosse antifascista, cioè rappresenta, purtroppo, un bagaglio un po’ pe- “domanda politica” che è impossibile prevedere rasse a lungo il governo tecnocratico del profes- che non lo lasciasse da solo nella battaglia con- sante e negativo nei confronti di un Paese che delle risposte da dare a tutte le domande che sor Monti. E perché ce lo auguriamo? Perché c’è tro il fascismo. In questo senso la visione di Re- pure dovrebbe essere oggi definitivamente e sta- emergono. Questo è il limite innanzitutto gno- una strana convinzione in Italia, che la demo- nato spiega anche che cos’è stato il Partito Co- bilmente democratico e liberale. seologico del comunismo e del socialismo in ge- crazia ci sia quando vincono i nostri e che non munista nella vita del nostro Paese. Io come li- Dopo la rottura col Partito Comunista e la nerale e cioè la pretesa di avere in tasca la rispo- ci sia quando vincono gli altri, mentre invece la berale non posso che essere stato anticomunista, Fondazione del CESES, il resto della vita di sta alle domande che una moltitudine di uomini democrazia è sempre un rischio, la democrazia però riconosco a Mieli di aver guardato al co- Mieli ha coinciso con la democrazia liberale. fa sul mercato politico. Qual è la differenza fra mai è una certezza, non è qualcosa di stabile, ma munismo sotto il profilo storicistico e non sotto Renato, uomo di studio più che uomo stretta- una cultura di tipo comunistico-socialistico-di- è in continuo movimento e dobbiamo conqui- il profilo strettamente ideologico. Sotto questo mente di azione (anche se aveva fondato l’AN- rigistico-collettivistico, chiamiamola come vo- starla giorno per giorno. E il modo per conqui- aspetto, per un periodo di tempo, soprattutto per SA e la prima edizione dell’Unità), con la sua gliamo, e una cultura liberale, che si fonda sem- starcela è quello di vivere in una società plurale il periodo di tempo della lotta al fascismo, il co- riflessione è giunto a fondere assieme due prin- plicemente su una osservazione empirica della dove ci siano molteplici interessi e che di tanto munismo ha avuto una valenza estremamente cipi che almeno all’inizio, nel momento del- realtà (e la realtà è complessa, fatta da una mol- in tanto i cittadini vengano chiamati a scegliere positiva nella storia politica del nostro Paese, l’adesione al Partito Comunista, gli apparivano teplicità di opinioni e di interessi che pongono tra questa pluralità di concezioni del mondo, perché aveva come obiettivo la libertà di ciascu- probabilmente antitetici - come in realtà sono ciascuno, a modo loro, delle domande al potere compatibilmente con l’altra parte, cioè quella no di noi, la libertà del Paese esattamente come antitetici o perlomeno sono di difficile concilia- politico)? E’ la differenza tra la pretesa Verità e che finisce per essere minoritaria sul piano degli l’avrei avuta io se avessi avuto a quel tempo nel- zione - e cioè il principio democratico e il prin- le tante piccole verità. interessi e degli ideali. l’animo di essere un antifascista, ma allora ero cipio liberale. Il potere che pretende di trovare una risposta In altri termini, uno dei limiti della nostra cul- soltanto un ragazzo. Questo spiega ad esempio, Antiteticità, o quantomeno parziale contrap- univoca alle domande che si formano sul mer- tura politica è di essere ancora prigioniera di una almeno lo spiega rispetto alla mia esperienza posizione, che già nell’ ‘800 alcuni grandi libe- cato politico tende inevitabilmente all’autorita- certa memoria storica, che è la stessa del 1945, personale, perché durante tutta la mia vita intel- rali avevano segnalato. Infatti, la tradizione che rismo o al totalitarismo, ci tende perché ha la quando abbiamo sconfitto il fascismo e fatto na- lettuale io non abbia mai avuto degli scontri per- ci arriva dalla Rivoluzione francese è una cultu- presunzione di avere in tasca la verità con la V scere la nostra Costituzione. Nel ’45-’48 e negli sonali con un esponente del Partito Comunista, ra democratica, è una cultura egalitaristica, ma maiuscola, mentre in una società aperta come anni successivi, molti intellettuali italiani erano ma anzi i miei rapporti con il mondo comunista rischia di essere scarsamente liberale: la demo- la nostra (e di questo Mieli era maestro come convinti che il comunismo fosse ormai il supe- siano stati sempre molto buoni, indipendente- crazia diventa liberale quando si coniuga con il direttore del CESES) esiste una molteplicità di ramento della democrazia liberale e del capita- mente dal fatto che io non condividessi minima- liberalismo attraverso il costituzionalismo e cioè verità, disperse, con la v minuscola. Il bene co- lismo. La storia ha dimostrato che non era così mente ciò che voleva il Partito Comunista. Non quelle regole del gioco che ci dicono che le mi- mune in una società aperta non nasce perché c’è perché, fortunatamente, le filosofie della storia lo condividevo proprio perché, accanto al desi- noranze devono essere rispettate, che le maggio- qualcuno che sa quale sia la Verità e pretende si misurano dentro la storia, che è giudice delle derio di combattere in favore della libertà e della ranze governano ma non possono governare ol- di imporla genericamente, ma perché ci sono filosofie medesime. E se non fosse dipeso dal- democrazia in questo nostro Paese, nel Partito tre certi limiti. In Mieli vi era la convinzione che tante piccole modeste verità, tutte empiriche, l’uomo qualunque, dalle beghine che uscivano Comunista c’era anche un altro obiettivo, quello tra democrazia e liberalismo non ci fosse con- tutte dettate persino dall’egoismo o dagli inte- dalla parrocchia e andavano a votare Democra- di instaurare un regime che assomigliasse alle trapposizione, né storica né teoretica, e per que- ressi personali, che concorrono assieme ma in- zia Cristiana e se fosse invece dipeso dagli in- democrazie popolari dell’Europa centrale e sto finì con l’essere un grande democratico li- consapevolmente (cioè ciascuna non sapendo tellettuali italiani, noi saremmo diventati una de- orientale, per non parlare dell’Unione Sovietica. berale anticomunista, sia nella gestione del CE- com’è l’altra o non interessandosene tanto da mocrazia popolare come quelle oltre cortina. Ecco, su questo la differenza non poteva che es- SES sia negli articoli che avrebbe scritto prima volerle riunire in un’unica grande verità) al be- Anche un grande maestro di liberalismo, com’è sere dura e feroce, però ciò non toglieva che io sul Giornale e poi sul Corriere della Sera. ne comune. Tante piccole verità che consistono stato il mio maestro all’Università di Torino fossi in buonissimi rapporti con gente come Questa è la ragione per cui siamo stati molto nel fatto che ciascuno cerca il proprio ideale di Norberto Bobbio, era convinto che la pianifica- Giorgio Amendola, Giancarlo Pajetta e lo stesso amici, per cui frequentavo casa sua e lui fre- felicità a condizione di non fare il danno degli zione sovietica – sta scritto in un libro sul quale Enrico Berlinguer, cioè con persone che in fon- quentava casa mia e del perché è venuto al Cor- altri; tutte assieme e così diverse l’una dall’altra quelli della mia generazione sono cresciuti – do avevano l’esigenza di combattere in favore riere. Insomma, in lui vedevo tutte le caratteri- e così razionali al loro interno nella ricerca del fosse il superamento del capitalismo, cioè della della libertà nei confronti di qualsiasi tentativo stiche che consentono a noi quattro gatti liberali proprio interesse, tali verità concorrono dunque concorrenza e della competizione. di mortificarla. Che poi loro avessero un proget- di riconoscerci l’un l’altro. Mieli sapeva di es- a un bene che sarebbe non il bene comune ma Fortunatamente, non hanno vinto gli intellet- to diverso dal mio, quello della cultura liberale, sere in minoranza, come capita di norma ai li- una tragedia dal punto di vista della cultura po- tuali italiani. Quindi, se a margine del ricordo di era un altro paio di maniche, ed era quello che berali, ma non aveva paura di essere in mino- litica, della libertà e della democrazia se ci fosse un grande, come è stato Renato Mieli, devo dare ci divideva ma che non ci impediva di avere dei ranza così come non aveva avuto paura di dirsi qualcuno che pretendesse di sapere quale do- un consiglio, suggerisco di dare mai retta agli rapporti civili e persino molto positivi, senza bi- comunista. vrebbe essere. intellettuali: state ad ascoltare cosa dice l’uomo sogno di atteggiarmi a servo del comunismo. Venendo all’oggi, devo dire francamente che Ora, qualsiasi democratico liberale perlomeno qualunque, quello che passa per la strada, sulle Ho partecipato a diverse feste dell’Unità per- ho una certa diffidenza nei confronti di quelli è borderline con una certa idea libertaria e anar- spalle del quale si annida la democrazia, perché ché mi faceva piacere esporre le mie idee, ben che si vergognano di essere stati comunisti e si chica, come del resto lo era anche Marx da gio- è quello che vota e che vota meno peggio di sapendo che il mio interlocutore, ad esempio Pa- dichiarano adesso democratici liberali. Non c’è vane. Un anarchismo però positivo, non un anar- quanto gli intellettuali pensino, perché la ten- jetta, che era diventato anche un amico, espone- ragione di rinnegare la propria militanza nel Par- chismo che pensa che lo Stato debba estinguersi, denza dell’intellettuale è quella di pensare che va delle tesi diametralmente opposte alle mie e tito Comunista, se non quella di aver aderito a perché una delle peculiarità delle culture otto- il popolo sia bue e che, se non è guidato da una pur sapendo che quando parlavo l’uditorio se ne un progetto di Stato e di organizzazione sociale centesche, non solo del razzismo ma persino del mente illuminata, non sia in grado di sapere qual stava zitto-zitto e quando lo faceva Pajetta pa- fondamentalmente totalitaria, come si è rivelato liberalismo sotto certi aspetti, era la convinzione è il suo bene comune. Invece, fortunatamente, reva di essere allo stadio. Ciò nondimeno quan- il comunismo realizzato. Se fossi stato per qual- che lo Stato fosse un nemico e che prima o poi l’uomo qualunque, quello di cui si parla volen- do finivano questi nostri dibattiti, molti iscritti che ragione iscritto al Partito Comunista non me esso si dovesse estinguere e che la società (come tieri male, sa benissimo quali sono i suoi inte- del Partito Comunista salivano sul palco, mi bat- ne vergognerei, perché in fondo mi sarei battuto avrebbe detto Lenin) potesse esser governata ressi e qual è il suo bene comune, però se lo ri- tevano la mano sulla spalla e mi invitavano a per una certa idea di libertà (come fece Mieli). persino da una cuoca. No invece! Il liberale ri- cerca da solo cioè non cerca di trovarlo colletti- mangiare assieme dicendo una cosa che tutto Nella mente di molti giovani comunisti, prima conosce un valore e un’importanza allo Stato, vamente. Il fatto stesso che non lo trovi o non lo sommato mi faceva piacere e persino onore: ancora di esserci un’idea della società nella qua- ma a condizione che la funzione dello Stato sia cerchi collettivamente lo rende diffidente verso “Certo che hai un bel coraggio a venire a esporre le si voleva vivere, vi era un’idea forte, che era quella sua propria, cioè di tutelare i tre diritti chi cerca il bene comune attraverso quell’astra- le tue idee da noi”. quella democratica. Peccato che poi quell’origi- fondamentali della cultura della pratica liberale, zione che chiamiamo “collettività”. s 24 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013

Segue da pagina 1 na - anche col generoso sacrificio di non pochi nel solco di uno sforzo di politica economico- bia la fiducia delle due Camere. Ad esso spetta nostri ragazzi - alle missioni di stabilizzazione finanziaria ed europea che meriterà certamente darsi un programma, secondo le priorità e la pro- chiamato ad assumere un ulteriore carico di re- e di pace della comunità internazionale. un giudizio più equanime, quanto più si allon- spettiva temporale che riterrà opportune. sponsabilità per far uscire le istituzioni da uno La seconda osservazione riguarda il valore tanerà il clima dello scontro elettorale e si trarrà E la condizione è dunque una sola : fare i con- stallo fatale. Ma ho il dovere di essere franco : delle proposte ampiamente sviluppate nel docu- il bilancio del ruolo acquisito nel corso del 2012 ti con la realtà delle forze in campo nel Parla- se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come mento da me già citato, per “affrontare la reces- in seno all’Unione europea. mento da poco eletto, sapendo quali prove aspet- quelle contro cui ho cozzato nel passato, non sione e cogliere le opportunità” che ci si presen- Apprezzo l’impegno con cui il movimento tino il governo e quali siano le esigenze e l’inte- esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese. tano, per “influire sulle prossime opzioni del- largamente premiato dal corpo elettorale come resse generale del paese. Sulla base dei risultati Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al l’Unione Europea”, “per creare e sostenere il la- nuovo attore politico-parlamentare ha mostrato elettorali - di cui non si può non prendere atto, dovere della proposta, alla ricerca della soluzio- voro”, “per potenziare l’istruzione e il capitale di volersi impegnare alla Camera e al Senato, piacciano oppur no - non c’è partito o coalizione ne praticabile, alla decisione netta e tempestiva umano, per favorire la ricerca, l’innovazione e guadagnandovi il peso e l’influenza che gli spet- (omogenea o presunta tale) che abbia chiesto per le riforme di cui hanno bisogno improroga- la crescita delle imprese”. ta : quella è la strada di una feconda, anche se voti per governare e ne abbia avuti a sufficienza bile per sopravvivere e progredire la democrazia Nel sottolineare questi ultimi punti, osservo aspra, dialettica democratica e non quella, av- per poterlo fare con le sole sue forze. Qualunque e la società italiana. che su di essi mi sono fortemente impegnato in venturosa e deviante, della contrapposizione tra prospettiva si sia presentata agli elettori, o qua- Parlando a Rimini a una grande assemblea di ogni sede istituzionale e occasione di confronto, piazza e Parlamento. Non può, d’altronde, reg- lunque patto - se si preferisce questa espressione giovani nell’agosto 2011, volli rendere esplicito e continuerò a farlo. Essi sono nodi essenziali al gere e dare frutti neppure una contrapposizione - si sia stretto con i propri elettori, non si posso- il filo ispiratore delle celebrazioni del 150° della fine di qualificare il nostro rinnovato e irrinun- tra Rete e forme di organizzazione politica quali no non fare i conti con i risultati complessivi del- nascita del nostro Stato unitario : l’impegno a ciabile impegno a far progredire l’Europa unita, storicamente sono da ben più di un secolo e le elezioni. Essi indicano tassativamente la ne- trasmettere piena coscienza di “quel che l’Italia contribuendo a definirne e rispettarne i vincoli ovunque i partiti. La Rete fornisce accessi pre- cessità di intese tra forze diverse per far nascere e gli italiani hanno mostrato di essere in periodi di sostenibilità finanziaria e stabilità monetaria, ziosi alla politica, inedite possibilità individuali e per far vivere un governo oggi in Italia, non cruciali del loro passato”, e delle “grandi riserve e insieme a rilanciarne il dinamismo e lo spirito di espressione e di intervento politico e anche trascurando, su un altro piano, la esigenza di in- di risorse umane e morali, d’intelligenza e di la- di solidarietà, a coglierne al meglio gli insosti- stimoli all’aggregazione e manifestazione di tese più ampie, e cioè anche tra maggioranza e voro di cui disponiamo”. E aggiunsi di aver vo- tuibili stimoli e benefici. consensi e di dissensi. Ma non c’è partecipazio- opposizione, per dare soluzioni condivise a pro- luto così suscitare orgoglio e fiducia “perché le E sono anche i nodi - innanzitutto, di fronte a ne realmente democratica, rappresentativa ed ef- blemi di comune responsabilità istituzionale. sfide e le prove che abbiamo davanti sono più un angoscioso crescere della disoccupazione, ficace alla formazione delle decisioni pubbliche D’altronde, non c’è oggi in Europa nessun che mai ardue, profonde e di esito incerto. Que- quelli della creazione di lavoro e della qualità senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o paese di consolidata tradizione democratica go- sto ci dice la crisi che stiamo attraversando. Crisi delle occasioni di lavoro - attorno a cui ruota la di movimenti politici organizzati, tutti comun- vernato da un solo partito - nemmeno più il Re- mondiale, crisi europea, e dentro questo quadro grande questione sociale che ormai si impone que da vincolare all’imperativo costituzionale gno Unito - operando dovunque governi formati l’Italia, con i suoi punti di forza e con le sue de- all’ordine del giorno in Italia e in Europa. E’ la del “metodo democratico”. o almeno sostenuti da più partiti, tra loro affini bolezze, con il suo bagaglio di problemi antichi questione della prospettiva di futuro per un’in- Le forze rappresentate in Parlamento, senza o abitualmente distanti e perfino aspramente e recenti, di ordine istituzionale e politico, di or- tera generazione, è la questione di un’effettiva e alcuna eccezione, debbono comunque dare ora concorrenti. dine strutturale, sociale e civile.” Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di Ecco, posso ripetere quelle parole di un anno orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, me- e mezzo fa, sia per sollecitare tutti a parlare il diazioni, convergenze tra forze politiche diverse, linguaggio della verità - fuori di ogni banale di- è segno di una regressione, di un diffondersi del- stinzione e disputa tra pessimisti e ottimisti - sia l’idea che si possa fare politica senza conoscere per introdurre il discorso su un insieme di ob- o riconoscere le complesse problematiche del biettivi in materia di riforme istituzionali e di governare la cosa pubblica e le implicazioni che proposte per l’avvio di un nuovo sviluppo eco- ne discendono in termini, appunto, di mediazio- nomico, più equo e sostenibile. ni, intese, alleanze politiche. O forse tutto questo E’ un discorso che - anche per ovvie ragioni è più concretamente il riflesso di un paio di de- di misura di questo mio messaggio - posso solo cenni di contrapposizione - fino allo smarrimen- rinviare ai documenti dei due gruppi di lavoro to dell’idea stessa di convivenza civile - come da me istituiti il 30 marzo scorso. Documenti di non mai faziosa e aggressiva, di totale incomu- cui non si può negare - se non per gusto di pole- nicabilità tra schieramenti politici concorrenti. mica intellettuale - la serietà e concretezza. An- Lo dicevo già sette anni fa in quest’aula, nella che perché essi hanno alle spalle elaborazioni si- medesima occasione di oggi, auspicando che stematiche non solo delle istituzioni in cui ope- fosse finalmente vicino “il tempo della maturità rano i componenti dei due gruppi, ma anche di per la democrazia dell’alternanza” : che signifi- altre istituzioni e associazioni qualificate. Se poi ca anche il tempo della maturità per la ricerca di si ritiene che molte delle indicazioni contenute soluzioni di governo condivise quando se ne im- in quei testi fossero già acquisite, vuol dire che ponga la necessità. Altrimenti, si dovrebbe pren- è tempo di passare, in sede politica, ai fatti; se si dere atto dell’ingovernabilità, almeno nella le- nota che, specie in materia istituzionale, sono gislatura appena iniziata. state lasciate aperte diverse opzioni su varii temi, piena valorizzazione delle risorse e delle energie - nella fase cruciale che l’Italia e l’Europa attra- Ma non è per prendere atto di questo che ho vuol dire che è tempo di fare delle scelte con- femminili. Non possiamo restare indifferenti di- versano - il loro apporto alle decisioni da pren- accolto l’invito a prestare di nuovo giuramento clusive. E si può, naturalmente, andare anche ol- nanzi a costruttori di impresa e lavoratori che dere per il rinnovamento del paese. Senza teme- come Presidente della Repubblica. L’ho accolto tre, se si vuole, con il contributo di tutti. giungono a gesti disperati, a giovani che si per- re di convergere su delle soluzioni, dal momento anche perché l’Italia si desse nei prossimi giorni Vorrei solo formulare, a commento, due os- dono, a donne che vivono come inaccettabile la che di recente nelle due Camere non si è temuto il governo di cui ha bisogno. E farò a tal fine ciò servazioni. La prima riguarda la necessità che al loro emarginazione o subalternità. di votare all’unanimità. Sentendo voi tutti - ono- che mi compete : non andando oltre i limiti del perseguimento di obbiettivi essenziali di riforma Volere il cambiamento, ciascuno interpretan- revoli deputati e senatori - di far parte dell’isti- mio ruolo costituzionale, fungendo tutt’al più, dei canali di partecipazione democratica e dei do a suo modo i consensi espressi dagli elettori, tuzione parlamentare non come esponenti di una per usare un’espressione di scuola, “da fattore partiti politici, e di riforma delle istituzioni rap- dice poco e non porta lontano se non ci si misura fazione ma come depositari della volontà popo- di coagulazione”. Ma tutte le forze politiche si presentative, dei rapporti tra Parlamento e go- su problemi come quelli che ho citato e che sono lare. C’è da lavorare concretamente, con pazien- prendano con realismo le loro responsabilità : verno, tra Stato e Regioni, si associ una forte at- stati di recente puntualizzati in modo obbiettivo, za e spirito costruttivo, spendendo e acquisendo era questa la posta implicita dell’appello rivol- tenzione per il rafforzamento e rinnovamento in modo non partigiano. Misurarsi su quei pro- competenze, innanzitutto nelle Commissioni di tomi due giorni or sono. degli organi e dei poteri dello Stato. A questi so- blemi perché diventino programma di azione del Camera e Senato. Permettete che ve lo dica uno Mi accingo al mio secondo mandato, senza il- no stato molto vicino negli ultimi sette anni, e governo che deve nascere e oggetti di delibera- che entrò qui da deputato all’età di 28 anni e lusioni e tanto meno pretese di amplificazione non occorre perciò che rinnovi oggi un formale zione del Parlamento che sta avviando la sua at- portò giorno per giorno la sua pietra allo svilup- “salvifica” delle mie funzioni ; eserciterò piut- omaggio, si tratti di forze armate o di forze tività. E perché diventino fulcro di nuovi com- po della vita politica democratica. tosto con accresciuto senso del limite, oltre che dell’ordine, della magistratura o di quella Corte portamenti collettivi, da parte di forze - in primo Lavorare in Parlamento sui problemi scottanti con immutata imparzialità, quelle che la Costi- che è suprema garanzia di costituzionalità delle luogo nel mondo del lavoro e dell’impresa - che del paese non è possibile se non nel confronto tuzione mi attribuisce. E lo farò fino a quando leggi. Occorre grande attenzione di fronte a esi- “appaiono bloccate, impaurite, arroccate in di- con un governo come interlocutore essenziale la situazione del paese e delle istituzioni me lo genze di tutela della libertà e della sicurezza da fesa e a disagio di fronte all’innovazione che è sia della maggioranza sia dell’opposizione. A 56 suggerirà e comunque le forze me lo consenti- nuove articolazioni criminali e da nuove pulsio- invece il motore dello sviluppo”. Occorre giorni dalle elezioni del 24-25 febbraio - dopo ranno. Inizia oggi per me questo non previsto ni eversive, e anche di fronte a fenomeni di ten- un’apertura nuova, un nuovo slancio nella so- che ci si è dovuti dedicare all’elezione del Capo ulteriore impegno pubblico in una fase di vita sione e disordine nei rapporti tra diversi poteri cietà ; occorre un colpo di reni, nel Mezzogiorno dello Stato - si deve senza indugio procedere alla già molto avanzata ; inizia per voi un lungo cam- dello Stato e diverse istituzioni costituzional- stesso, per sollevare il Mezzogiorno da una spi- formazione dell’Esecutivo. Non corriamo dietro mino da percorrere, con passione, con rigore, mente rilevanti. Né si trascuri di reagire a disin- rale di arretramento e impoverimento. alle formule o alle definizioni di cui si chiacchie- con umiltà. Non vi mancherà il mio incitamento formazioni e polemiche che colpiscono lo stru- Il Parlamento ha di recente deliberato addirit- ra. Al Presidente non tocca dare mandati, per la e il mio augurio. mento militare, giustamente avviato a una seria tura all’unanimità il suo contributo su provve- formazione del governo, che siano vincolati a Viva il Parlamento! Viva la Repubblica! Viva riforma, ma sempre posto, nello spirito della Co- dimenti urgenti che al governo Monti ancora in qualsiasi prescrizione se non quella voluta dal- l’Italia! s stituzione, a presidio della partecipazione italia- carica toccava adottare, e che esso ha adottato, l’art. 94 della Costituzione : un governo che ab- Giorgio Napolitano