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8 ■ CRITICAsociale 2-3 / 2013 ■ LA BATTAGLIA DI NAPOLITANO NELLA DIREZIONE DEL PCI (DOPO IL MURO) PER UNA SCELTA SOCIALISTA MA OCCHETTO FU IL GATTOPARDO: “INNOVARSI AL FINE DI CONSERVARE L’ESSENZIALE” Ugo Finetti clino del comunismo era già in atto da un de- cennio. uando il 14 novembre 1989 La flessione elettorale iniziata nel 1979 – Q Giorgio Napolitano prende la salvo il risultato del 1984 all’indomani della parola nella Direzione del Pci morte di Berlinguer – era costante e crescente che discute la relazione del segretario, Achille in particolare tra le nuove generazioni che era- Occhetto, dopo la caduta del Muro di Berlino, no sempre state invece un punto di forza del nella sala al secondo piano delle Botteghe voto comunista. La “questione comunista” ne- Oscure si va delineando una piattaforma di “ri- gli anni ’80 è sempre meno centrale nella sce- lancio” del Partito con nuovo nome sulla base na politica nazionale rispetto al decennio pre- di una rivendicazione della sostanziale autono- cedente tra il ’68 ed il ’79 e la dialettica poli- mia e specificità della storia del Pci rispetto alla tica tendeva a ruotare sempre più intorno allo storia di ciò che nelle relazioni di Togliatti, scontro per la leadership del Paese tra Psi e Longo e Berlinguer era denominato “Movi- Dc. mento Comunista Internazionale”1. Una tesi D’altra parte nel dibattito del 14-15 novem- che - come aveva rilevato criticamente Ema- bre dell’89 emergono anche i punti di forza del nuele Macaluso intervenendo subito dopo Oc- comunismo italiano. A differenza degli altri chetto - doveva però essere adattata al fatto che partiti comunisti occidentali, il Pci non era sta- la stessa decisione di cambiare nome veniva to tenuto né si era fatto tenere in un “ghetto” e presa in un quadro di “effetto domino” ovvero vediamo in campo dirigenti che hanno alle sull’onda di analoghe decisioni di altri partiti spalle non solo una storia di lotte anche vinte comunisti al potere nell’Europa dell’Est. e di movimenti ampi e ben radicati, ma che L’obiettivo di entrare nella Internazionale hanno svolto ruoli di governo nelle principali Socialista veniva infatti non più contrastato ed metropoli e regioni italiane e che soprattutto era ormai accettato nel vertice del Pci tenendo sono stati per anni determinanti nella maggio- presente che in tale direzione si stavano già ranza di governo fronteggiando negli anni ‘70 muovendo anche i “partiti unici” di Stati che la più difficile crisi economica del dopoguerra avevano cessato di chiamarsi comunisti. Nello e la più lunga e cruenta stagione di terrorismo stesso Pcus infatti si stava discutendo il muta- politico non “nazionalista”, ma di sinistra. mento del nome2. A ciò si aggiunge l’originalità del “centrali- Naturalmente, nel discorso di Occhetto e nel smo democratico” del partito italiano. Prefi- dibattito, il cambio del nome porta in primo gurazione leninista all’interno del partito della piano il rapporto con il Psi. Negli interventi “dittatura del proletariato” da instaurare nel che si succedono è evidente la preoccupazione Paese, “scelta di vita” nel segno della rinuncia di conservare una sorta di primogenitura nella alla libertà in nome della giustizia, della sot- sinistra italiana, di evitare cioè una riabilita- tomissione dell’individuo alla “volontà gene- zione delle tesi dell’autonomia socialista ov- rale”, esso si era snodato nel Pci lungo i de- vero il rifiuto di una svolta sulla base di un ri- cenni con confini “elastici”12 ed in termini – conoscimento delle ragioni provenienti da al- cora condividere le ragioni che portarono To- ma di “rigenerare” l’organizzazione del socia- più con Togliatti e Longo, meno con Natta e tre esperienze. I discorsi sullo sconvolgimento gliatti nel 1956 ad approvare l’invasione so- lismo europeo (vi è quasi una lontana eco della Occhetto – di sostanziale meritocrazia nella in corso nei paesi dell’Est e tra i partiti comu- vietica dell’Ungheria (“evitare un trauma al rivoluzionarizzazione della socialdemocra- selezione del gruppo dirigente. nisti dell’Ovest, le sue origini e conseguenze, popolo comunista”, non “varcare una soglia zia”8) insieme agli altri partiti ex comunisti sembrano spesso svolgersi prevalentemente che avrebbe probabilmente disperso quelle dell’est europeo che vi entreranno nel segno Per comprendere il reale clima in cui si come un monologo interno al comunismo ne- energie solo a vantaggio degli avversari”, di un nuovo e diverso impegno dell’Interna- svolgeva quel “vertice” del Pci può essere utile gando qualsiasi legittimità a ciò che si trova “probabilmente fu un errore, ma chi può fare zionale Socialista a favore della “democrazia fare un passo indietro e cioè tener presente la alla propria destra. la storia con i se?”)4. globale” ovvero dell’ambientalismo, del fem- sua precedente riunione dell’8 novembre Prende così forma una politica continuista, Vediamo quindi nel corso della riunione del minismo e dell’antagonismo secondo quello 1989. Il giorno dopo la televisione tedesca an- di “innovazione senza revisione”3 per cui Oc- 14-15 novembre 1989 che il gruppo dirigente che il segretario del Pci definirà “un nuovo in- nuncerà la caduta del muro di Berlino, ma solo chetto, da un lato, propone di non chiamarsi più tende a “far quadrato” nel senso che – come ternazionalismo planetario”9. “Non si tratta – la vedova di Palmiro Togliatti, Nilde Iotti, ri- comunisti e, dall’altro, ribadisce la “lezione” dirà Occhetto – si respinge l’idea secondo cui secondo Occhetto - di abiurare, ciascuno, le chiama in modo esplicito l’attenzione su quel di Togliatti e Berlinguer. Quel che colpisce nel- “tutto ciò che è avvenuto mettesse in discus- proprie tradizioni, ma di inventare qualcosa di che sta accadendo all’Est. Quell’8 novembre la lettura del verbale della riunione infatti è – sione soltanto l’esperienza del movimento co- nuovo … di farci promotori di un allargamen- il gruppo dirigente comunista appare scosso e sia pur con propositi diversi ed anche divergen- munista”5. E quindi: “Non si tratta di delineare to della stessa Internazionale socialista” con attraversato da forti tensioni interne, ma so- ti – il prevalere di un clima di arroccamento e un percorso di fuoriuscita da una tradizione “l’ambizioso compito di contribuire a riforma- stanzialmente concentrato sulla situazione in- rifiuto di una soluzione di continuità mentre comunista, per abbracciarne un’altra, quella re l’Internazionale socialista”10. Una prospet- terna. In particolare scotta la sconfitta romana non solo il Muro di Berlino è caduto, ma l’in- socialdemocratica”6. tiva alimentata dal fatto che nello stesso verti- nelle elezioni amministrative del 28 ottobre tera muraglia del sistema dei partiti e paesi co- Insomma la caduta del Muro di Berlino si- ce dell’Internazionale Socialista, con Willy con la flessione di 4 punti. Secondo il filosofo munisti d’Europa andava franando. I dirigenti gnifica la caduta paritaria del bipolarismo tra Brandt presidente, si coltiva l’idea della fine Umberto Curi, il direttore dell’Istituto Gram- comunisti tengono comunque a rivendicare la comunismo sovietico e democrazia occidenta- del comunismo come vittoria di una sua “au- sci di Venezia che all’epoca faceva parte del sostanziale giustezza e superiorità del comuni- le ed il superamento paritario sia del comuni- toriforma” gorbacioviana che può tradursi in Comitato centrale del Pci, per Achille Occhet- smo italiano senza mettere in campo una revi- smo sia della socialdemocrazia. Occhetto de- una confluenza destinata a fornire una vasta ed to “il vero crollo del Muro di Berlino è stato sione dei giudizi espressi in passato nei con- finisce quindi “la collocazione del nuovo par- irreversibile maggioranza socialista nelle isti- l’esito della consultazione romana”13. fronti di movimenti e persone che nei paesi co- tito e della costituente al di fuori della scelta tuzioni europee. Nella capitale il Pci aveva svolto una cam- munisti si erano opposti ai regimi dittatoriali o tra comunismo e socialismo: non si tratta di “I ragazzi di Berlinguer”11 si propongono pagna elettorale molto aggressiva nei confronti che nella sinistra italiana avevano denunciato scegliere tra quelle due tradizioni ma di supe- quindi di entrare nell’Internazionale Socialista della Dc e del Psi al motto di “Liberiamo la la natura repressiva del comunismo sovietico e rarle entrambe”7. con l’obiettivo di evitare di dover recitare un città” e accusando il capolista socialista, Fran- dei suoi satelliti. Anzi si rivendica una storia L’adesione all’Internazionale Socialista si “mea culpa” nazionale ed, anzi, meglio con- co Carraro, di essere un “milanese”. Il candi- del Pci svoltasi in un quadro di sostanziale au- delinea da parte di Occhetto pertanto, da un la- trapporsi alla politica del socialismo autono- dato craxiano è però diventato Sindaco e la Dc tonomia – e di aperta contrapposizione - rispet- to, come salvacondotto proveniente “dall’alto” mista che ha preso forma nel Psi. è aumentata tornando al livello del 1981, men- to al Pcus e ai regimi comunisti. – al di fuori della vita nazionale – a mo’ di be- Questa reazione va anche considerata alla tre il Pci, rispetto all’81, è sceso dal 36 al 27 Eppure, anche dopo l’approvazione della nevola assoluzione senza penitenza e, dall’al- luce del fatto che in Italia – man mano che si per cento. Più in generale la sconfitta comuni- svolta da parte del Comitato Centrale del Pci tro, come una sorta di “entrismo”, di missione è andata sviluppando la politica autonomistica sta in quelle elezioni parziali “sembrava addi- il 25 novembre, Achille Occhetto, intervistato in cui mantenendo “diversità” e “specificità” di “governabilità” dopo la fine della “solida- rittura prefigurare a breve termine il sorpasso in dicembre da Eugenio Scalfari, sembra an- ci si propone non di “socialdemocratizzarsi”, rietà nazionale” degli anni 1976-1978 – il de- elettorale da parte dei socialisti”14.