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Anno IX N. 86 | Settembre 2020 | ISSN 2431 - 6739 Lo sguardo italiano Sitis Tutti sappiamo che, funge da “io” narrante. Si mette in gioco sul fi- fra i suoi tanti effetti, lo del rasoio, rischiando (ma asciuttamente «Tola il fattore smise di raccontare che già imbruni- la pandemia Covid-19 rigettando) la smanceria. va dopo una giornata dominata dal caldo umido, ha avuto anche quello Questo è il film di un espatriato che s’interro- torrido la parola giusta. Si sudava solo a pensarlo. di riportare in auge l’i- ga sulle sue radici. Non vi troviamo la conven- Era la prima settimana d’agosto. L’uomo, era di di- screte proporzioni risaltante da una canotta bianca- Giannalberto Bendazzi dentità nazionale agli zionale nostalgia dell’emigrato che rumina sul occhi della cittadinan- paesello. Vi troviamo il vuoto che sperimenta- stra, andava per i settanta. Asciugò il sudore con un za. Spontaneamente si sono sciorinate ban- no l’uomo o la donna che, a un certo punto panno di arancione spugnoso, stretto nel pugno co- diere e si è intonato l’inno di Mameli, e sono della loro vita, si riconoscono come inseriti me un mannello di grano. Era scuro di pelle, gli oc- apparsi cartelli che parlavano in prima perso- tanto nella casa d’arrivo quanto nella casa di chi da arabo, radi i capelli e i denti. Parvo Artus non na plurale (“Ce la faremo”, “Andrà tutto be- partenza, hanno disponibilità economiche, si era pentito di averlo ingaggiato come mezzadro ne”). Il pericolo ha portato in dote un ideale prendono aerei. L’expat non ha lacerazioni. “Io pure se ogni tanto gli sorgeva dubbio di una qualche condiviso e unificante a un popolo che dal 1918 non mi sento mezzo italiano e mezzo tedesco” sotterranea alleanza del fattore con Irredento, il vi- in poi era stato scisso. mi disse una volta un amico che viveva a Rati- cino, i due fondi separati da rete metallica, filo spi- Chi scrive non è pensatore sociale. Semplice- sbona. “Io mi sento tutto italiano e tutto tede- nato, gli immancabili rovi, ciliegi, fichi, melacoto- mente vuole portare qui la propria testimo- sco. Questo è il mio problema”. Le statistiche, gne e altra siepe. Irredento era causa e conseguenza nianza di abitante che per molti anni ha speri- prese con il dovuto granello di sale, parlano di della guerra per l’acqua». mentato la nebbiosità dell’identità nazionale, duecentomila laureati italiani che sono usciti per aver lavorato all’estero; in termine gerga- stabilmente dal Paese tra il 2013 e il 2018. le, la testimonianza di un expat. Lo faccio al- Nei miei anni trascorsi fra un aeroporto e un La sete appartiene al lacciandomi a un ottimo cortometraggio d’a- altro, mi sono sovente interrogato io stesso lessico cinematografi- nimazione, Lo sguardo italiano di Sandro Del sulle mie radici. Ho sentito quel vuoto anche co da sempre. Sete di Rosario, pescarese residente a Los Angeles. quando gli ospitanti stranieri cercavano di gola e di viscere, arsura Lo sguardo italiano suscita molti aggettivi posi- mettermi a mio agio seguendo gli stereotipi: divorante anima e cor- tivi. Il primo è “coraggioso”. Del Rosario non parlando di calcio od offrendomi un caffè po. E sete che quando teme di parlare delle proprie emozioni in pri- espresso (odio entrambi, fra l’altro). si fa inestinguibile tro- ma persona, con una voce fuori campo che segue a pag. successiva va come condizione il Natalino Piras deserto in superficie e gli inferni dentro. Sete che ha l’acqua come oasi, come tregua, come Immaginare senza la realtà, gli sconosciuti nemica del fuoco, come contrario e come ter- immaginari del cinema mine di paragone. Due film rendono questo incipit: Törst (Sete, 1949) di Ingmar Bergman e Lo spettacolo della morte, al cinema, si ascrive a una sobrietà anti-ingannevole che rifugge il virtuosismo, Il buono, il brutto, il cattivo (1966) di Sergio Leo- in virtù di una sospensione necessaria e rispettosa ne. Il film di Bergman dice di una coppia in Jacques Rivette abissale crisi che in treno attraversa la notte di una Germania ancora devastata dalla guerra. Il cinema sa creare im- Se, come dice il curato Donnissan (Gérad De- maginari. La sua capa- pardieu) di Sotto il sole di Satana (Sous le soleil de cità onnicomprensiva Satan, da Bernanos, 1987) di Maurice Pialat li traduce reificandoli “l’inferno è non amare più”, Rut (Eva Hen- nell’affabulazione e li ning) e Bertil (Birger Malmstem) di Törst spe- trasforma in nuovi sce- rimentano su di sé che la sete d’amore non può nari, innumerevoli e so- essere “colmata artificialmente, con viziose vrapponibili il più possi- anormalità” (Ernesto Guido Laura). Altra sete bile coerenti all’idea di nel terzo titolo della trilogia del dollaro di Ser- partenza. Un processo gio Leone. Biondo (Clint Eastwood) è tenuto onirico che si ripete sep- Tonino De Pace sotto tiro da Tuco (Eli Wallach). Il brutto a ca- pure con differenti gra- vallo, divorato da sete di vendetta, fa cammi- dienti di apporto fantastico. nare davanti a lui, a piedi, il buono: il deserto È anche questo che ci piace del cinema, la sua come terra di nessuno, che persino la guerra, versatile potenza che nutre il nostro immagi- quella civile americana (1861-1865), rifugge. Il nario. Il cinema, tra i suoi numerosi immagi- volto di Biondo è una maschera enfia di soffe- nari, ha saputo, in differenti occasioni, resti- renza, le labbra screpolate, si trascina sopra la tuire anche quello di una possibile idea dell’al sabbia rovente. Implacabile Tuco che pur di non di là quasi come un altro mondo fantastico del far bere un solo goccio d’acqua al suo corale ne- quale non si possa fare a meno. mico già socio nell’affare delle impiccagioni, segue a pag. 4 Jacques Rivette (1928 – 2016) segue a pag. 3

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segue da pag. precedente Curiosamente, ho avvertito forte il desiderio, o il dovere, di fare qualcosa per il mio Paese. Di pagare un debito di gratitudine... proprio alla nazione che mi aveva messo fuori dalla porta. Credo che Sandro Del Rosario, nel suo Lo Sguardo italiano, dia voce proprio a questo vuoto e a questa gratitudine senza senno. Che ciò permetta a me, meglio che ad altri, di co- gliere il senso del film è ovvio; che mi consen- ta di ritenerlo incisivo, anche. Il secondo ag- gettivo positivo che il film suscita è “bello”. Da un lato, lo definisco bello perché “riuscito” o “artisticamente di pregio”; dall’altro, perché fa un uso sapiente della categoria estetica Bello1. Fiori, cale marine, architetture, passanti a zonzo in piazze eleganti si susseguono sullo schermo, a descrivere quello che tutti cono- scono, appunto, come Il Bel Paese. La risacca Sandro Del Rosario sullo sfondo di un’inquadratura ingrandita del suo film

Il rosone a vetrata di una chiesa gotica italiana, elemento del Bello Artistico del Risacca rossa. La risacca sulla spiaggia si tinge di rosso cianotico e lascia scoperte Paese le pietre che riportano le parole del Brutto d’Italia azzurra della spiaggia si aggiunge a queste che questo Lo Sguardo Italiano impudicamente expat, Sandro Del Rosario è tutto italiano, ma immagini. Un rosso sangue invade e sostitui- sincero dice la propria gratitudine a una ma- da un’angolatura che in Italia non esisteva. sce l’azzurro. Sui ciottoli che rotolano leggia- dre che molto ha dato anche se ha svezzato mo le parole del Brutto: Omicidi, Mafia, Cor- troppo presto molti di noi. Come tanti altri Giannalberto Bendazzi ruzione e così via. Qual è il mio Paese? È questo il mio Paese, o lo era soltanto, e se lo era, lo era davvero? si domanda esplicitamen- te il cineasta. La domanda non è rivolta agli spettatori, che anzi sono chiamati a farla rim- balzare dall’uno all’altro, fra loro stessi. Tutti abbiamo imparato a scuola che Dante Alighie- ri e Francesco Petrarca già la ponevano, sette- cento anni fa. Ci vuol poco, da qui, a suggerire che una vera risposta non esiste; o piuttosto, che da sempre coesistono un’Italia della realtà e un’Italia degli auspici. È probabile che senza questi auspici la fisionomia sarebbe ben- di versa, e la realtà sarebbe ben peggiore. È pro- babile che senza quel vuoto apparentemente incolmabile il senso civico non avrebbe avuto slancio, e che il molto Bello artistico avrebbe aggiunto meno valore al tanto Bello naturale. Il mestiere degli artisti, del resto, è aprire de- gli interrogativi. Scolpire delle sentenze è af- fare di pubblicitari o di propagandisti. Direi 1 Per esempio, la conosciutissima Madonna con bambino di Filippo Lippi (1465) è basata sul Bello; il non meno pregevole L’urlo di Edvard Munch (1893) è ba- Golfo: un paesaggio sul Mar Ligure, elemento del Bello naturale del Paese. Lo stile pittorico del film fa riferimento sato sull’Orribile. all’Impressionismo. 2 [email protected]

segue da pag. 1 acque, di abbagliante calma oppure sgorganti campagna. Non trovavano ombra. Gli alberi si rovescia sulla sabbia quella residua di una dalla terra e dalla pietra, sono imbevibili. Co- rifiutavano di proteggere gli uomini che erra- borraccia. Torna la sete in accezione bergma- me l’acqua avvelenata dei pozzi ne Il Leone del vano come le bestie. Luisi Buitu continuava a niana. Così nel Vangelo di Giovanni, come una deserto (1981) di Mustafa Akkad, film che anco- zappare aspettando la moglie, Variledda, che sceneggiatura: «Quando Gesù seppe che i fa- ra subisce censure in Italia, sugli orrori del co- doveva arrivare dal paese con la brocca del se- risei avevano sentito che egli faceva più disce- lonialismo italiano in Libia. Altre volte, pure greto. Dai muri della loro casa trasudava un poli e battezzava più di Giovanni, per quanto se portante malattia e peste, bisogna berla umidore che si convogliava in canaletti e fili non fosse Gesù stesso che battezzava, ma i l’acqua. «“Tocca a lei, messere!” incalzava Ma- d’acqua stillanti minuscole gocce sull’antico suoi discepoli, lasciò la Giudea e ritornò verso stru Juanne, la Fame. “Il fatto è caro Mastru pavimento di terra battuta e Luisi, senza dir la Galilea. Egli doveva passare per la Samaria. Juanne, che anch’io porto memoria della fa- niente a Mussingallone, aveva pensato di usu- Ora, arriva ad una città della Samaria chia- fruire di quel privilegio naturale per disse- mata Sichar, vicino al podere che Giacobbe tarsi. Variledda gli portava ogni giorno il ci- aveva dato al figlio suo Giuseppe. C’era là il bo in campagna e dentro la sporta pozzo di Giacobbe. Gesù, affaticato com’e- nascondeva la brocca. L’acqua di Rivu Man- ra dal viaggio, si era seduto sul pozzo; era nu non si poteva bere perché il fiume ap- circa l’ ora sesta. Viene una donna della Sa- parteneva, da tempo immemorabile, a Ta- maria ad attingere acqua. Le dice Gesù: lasinis. I Bitudesi bevevano una volta la “Dammi da bere”. I discepoli infatti se n’ settimana l’acqua razionata che alcuni erano andati in città a comperare da man- commercianti portavano dai paesi vicini. giare. Gli dice la donna samaritana: “Come “Il buono, il brutto, il cattivo” (1966) di Sergio Leone Arrivavano le domeniche, dopo la messa mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me maggiore, con gli otri di pelle ben stretti al- che sono una donna samaritana?”. I Giudei me e appartengo alla sua geografia. Provengo la sella dei cavalli e subito era una ressa di infatti non hanno rapporti con i Samaritani. anch’io da una tierra sin pan. Abbiamo avuto spinte e gomitate per passare prima. Era un Le rispose Gesù: “Se tu conoscessi il dono di anche noi le nostre Las Hurdes (1933), come siccagna come quella de su re Accabu». Scene Dio e chi è colui che ti dice: ‘Dammi da bere’, quelle del film di Buñuel. Sì la tremenda mise- analoghe, chi scrive le ha appena viste e vissu- tu gli avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato ac- ria, da dies irae, in una delle zone più depresse te a Nuoro dove in pieno Ferragosto 2020 è ve- qua viva”». Ho sperimentato l’anno scorso, in della Spagna, in principio di Novecento, nuta a mancare, come nel Ferragosto di un un viaggio in Terra Santa, cosa significhi nell’Estremadura, ai confini con i Pirenei. Uo- anno fa e in quello dell’anno ancora prima, e quell’acqua viva come spegnimento immedia- mini e cani e maiali si abbeveravano nello ancora prima, l’acqua. Per interi giorni e inte- to della sete e come proiezione di attese e vi- stesso rigagnolo: un filo d’acqua sporca.”» re notti. Per la cattiva gestione dei padroni sioni, non sempre attuate, di acqua salvifica. Questo tipo di degrado, ammodernato a era dell’acqua e delle acque che hanno, estrema In Israele non piove mai e l’acqua che viene internet, lo ho visto meno di un anno fa in Ci- beffa, Abbanoa come nome. Padroni dell’ac- usata per coltivare la terra è spesso quella che sgiordania, baraccopoli e lamiere, case di fan- qua qui in Sardegna che hanno come referen- si riesce a deviare dal Giordano, lo stesso fiu- go e terrazze basse, polvere e puzza, cielo gial- te Chinatown, un noir di Roman Polánski del me del racconto evangelico. Quella da bere, lo, paesaggio predesertico. Come se fosse 1974. L’indagine di J.J.Giftes (Jack Nicholson) costosissima, è come se venisse rubata. L’oa- ancora il tempo di bibliche siccità, la sete assoldato da Evelyn Mulwray (Faye Dunaway) si, le oasi nel deserto di sabbia, quello della inappagabile al suo più basso grado di rap- per scoprire cosa c’è dietro la scomparsa del Giudea e quello del Mar Morto, sono le stesse presentazione. Lontane, più lontane del reale marito lo porta, in un cammino che sa d’infer- di due, tremila anni fa. Ce ne sono pochissi- sono le acque del Nilo, il vicino Egitto. Oppure no a verificare e mettere a nudo, il potere su me. Le oasi d’ Israele, d’ Arabia, ma anche altri quelle acque del fiume che dà vita a un intero tutto e tutti di Noah Cross (John Huston), nel- deserti, in molte altre parti del mondo, luoghi continente, sono come nei Dieci comandamenti la Chinatown di Los Angeles, nel 1937. A meno dell’acqua e della sete come appagamento so- (The Ten Commandments, 1956) di Cecil B. De di 10 anni dalla grande depressione del 1929, a no insieme tempo storico e tempo inventato Mille e in chi sa quanti altri rifacimenti, tinte due anni dallo scoppio in Europa della secon- su storie se non accadute perlomeno possibili. di rosso sangue. Acque rosse come quelle se- da guerra mondiale. “Non si esce da China- Quante ne vediamo di queste oasi nel cine- town” titolava una recensione al film, in ma, da Ben-Hur (1959) di William Wyler a Ombre rosse, tanti, tantissimi anni fa. Come Cordura (They Came to Cordura, 1959) di nei volti e nelle manifestazioni ubique della Robert Rossen. E quell’acqua in un deserto sete, i paesaggi del film di Polánski sono dove l’oasi è lontana del Volo della fenice (The quello umano, fatto di gente cinica, crude- Flight of the Phoenix, 1965) di Robert Aldrich. le, spietati assassini. E quello di bacini idri- Heinrich Dorfmann (Hardy Krüger), inge- ci da cui dipendono l’energia elettrica degli gnere di aerei giocattolo ruba gocce d’ac- abitanti la metropoli, i quartieri alti e i bas- qua ai compagni come lui sopravvissuti a sifondi. La loro vita, la sussistenza, la loro uno schianto aereo. Scoperto, gli altri lo vo- morte. Su tutto domina Noah Cross, ribal- gliono linciare. Ma dice Dorfmann che a lui tamento infernale, in questa Chinatown, spettano gocce in più, necessarie al lavoro, “Chinatown” (1974) di Roman Polański dell’elemento salvifico che il nome Noè perché è dalla riuscita del suo progetto se comporta. Le terre vengono irrigate con ac- riusciranno a far volare nuovamente l’aereo. E gnanti siccità come condizione storica e geo- que che sanno di sangue, come quelle del Nilo tanti kolossal, western e altri generi, film di grafica. In Sardegna la siccità la chiamanosic - del Vecchio Testamento. Così oltre ottanta anni avventura e di guerra, dove gente che ha at- cagna. Una in particolare viene evocata come fa, in America. Di queste Chinatown ne esi- traversato deserti infiniti, il volto e la pelle maledizione estrema, sa siccagna de su re Acca- stono molte ancora oggi. E lontano sembra il sotto l’impietoso occhio caldo del cielo (citazione bu, Acab re che abbandonò il Dio del suo popo- tempo filmico/tempo reale che nel finale del dal titolo italiano di un film ancora di Aldrich, lo per gli idoli cananei, anche nella significa- Dottor Živago (Doctor Zhivago, dal capo d’opera The Last Sunset, 1961) - sembra sempre la stessa zione di accabare come dare morte. «Da tempo di Pasternak) di David Lean, mostra l’irruenza sequenza - soldati spersi, disertori o destinati non pioveva a Bitudes. Il terreno si screpolava delle acque che escono forti e piene di energia a missioni suicide, a un certo punto, arrivati sotto i morsi crudeli del gelo a cui seguiva un vitale dalle cataratte aperte di una diga. A in- all’oasi, sempre che non sia un’allucinazione, sole di giorni e giorni, ardente come braciere dicare nuovo corso. rotolano dall’alto di collinette e dune, si but- di carbone. Poi arrivava un nuovo gelo e poi il tano in acqua calzati e vestiti. A volte quelle sole alto avvolgeva nel suo calore il paese e la Natalino Piras 3 n. 86

segue da pag. 1 eventi. Ben presto capirà che è difficile andare una finalità ulteriore del cinema che restava Si cominciò con i greci e ancora con la Divina via da quel luogo nel quale forse Alice dovrà regola implicita nel realizzare un film. Commedia si provò a dare forma a quel regno restare per sempre. Diverso discorso per il film di Chabrol, anche che è stato sempre il desiderio di conoscenza Due film vicini nel tempo, differenti nei loro se pure questo prende ispirazione da un ro- celato e costante per ogni uomo. Non è tanto registri, laddove Scola utilizza il tono da com- manzo molto noto che è Alice nel paese delle me- la voglia di anticipare l’esito, quanto il mistero media grottesca, mentre Chabrol le tinte più raviglie. Già l’attribuzione alla protagonista di una inconoscibilità assoluta. Il ci- del nome di Alice e come cognome nema, regno, a sua volta delle ombre, quello di Carroll, cioè lo stesso ha provato, con differenti esiti a dare dell’autore del romanzo, esplicita il risposte a questi eterni interrogativi. gioco non troppo nascosto del regista Non avendo quale compito da assol- francese. In questa prospettiva an- vere quello di scrivere un saggio sul che la rottura del parabrezza va assi- tema, magari incrociando le espe- milata al frantumarsi dello specchio rienze di visione con riflessioni di na- dell’Alice romanzesca e anche qui tura filosofico-morale due film forse proprio questo incidente apparente- un po’ dimenticati, immagino intro- mente banale farà in modo che l’Alice vabili sui normali supporti da home del film, come quella del romanzo, video, ma legati a due nomi storici del attraversi il diaframma del mondo cinema, penso abbiano affrontato con dei vivi per passare e trovarsi in quel- soluzioni interessanti il tema e la pos- lo fantastico e magico, ma non libero sibile ambientazione. da insidie, nel quale si troverà a vive- La più bella serata della mia vita di Etto- re. re Scola del 1972 e Alice o l’ultima fuga Entrambi i film, provenienti da due di Claude Chabrol del 1977 sono i due autori che non hanno frequentato il film che con differenti registi narrativi “La più bella serata della mia vita” (1972) di Ettore Scola cinema fantastico, opponendo al mettono in scena il racconto della contrario un cinema con una forte scomparsa dei loro protagonisti, attraverso lievi di un fantastico quotidiano, ma assimila- presa sulla realtà e addirittura sulla contin- una rappresentazione incruenta e sicuramen- bili nel loro fine ultimo che è quello di offrire genza, propongono dunque nella forma quasi te fantastica, ricostruendo quel mondo possi- una possibile rappresentazione sicuramente indolore della scomparsa dei loro protagoni- bile dentro coordinate che conosciamo, ma al- incruenta della morte, ma piuttosto provano sti, una concezione che resta fantastica dell’al- terando i registri di normalità e di convenzionalità entrambi ad immaginare un al di là possibile tro mondo, riconoscendo al cinema una po- riconosciuti. In altre parole i due film sembrano che qui diventa quasi prosecuzione della vita tenzialità straordinaria che è quella di potere svolgersi sulla nostra stessa Terra, ma, al tem- terrena. L’Alfredo Rossi di La più bella serata immaginare il non immaginabile, lontano da po stesso, l’alterazione delle azioni e delle si- della mia vita vive questa sua ultima avventura ogni realtà, in quella dimensione onirica e ip- tuazioni ci riporta ad un mondo sconosciuto, in forma sostanzialmente punitiva dopo una nagogica, dell’incubo o del sogno propria- misterioso che si regge su regole al- mente detto. In questa meravigliosa trettanto incomprensibili. possibilità dell’immaginazione che si Il film di Scola, con Alberto Sordi pro- fa ricerca più o meno consapevole, in- tagonista, prende avvio dal personag- cidentale o volontaria, ritroviamo il gio di Alfredo Rossi ricco industrialot- piacere del racconto per immagini to lombardo che porta in Svizzera i che sembra sovrapporsi di continuo suoi soldi per eludere le tasse. Una alle nostre vite, alimentando il baga- bella motociclista si mette sulla sua glio di immagini iconiche, sintetiche strada e così Alfredo finisce in un ca- e di possibili mondi sconosciuti che ci stello dove quattro ex uomini di legge, affascinano di continuo. un magistrato, un pubblico ministero Da spettatori (insoddisfatti) ci ren- un cancelliere e un avvocato durante diamo conto che il mito di Orfeo ed un pranzo luculliano servito da una Euridice è ancora attuale, vietandoci bella cameriera, inscenano “per gio- lo sguardo. Come lei, la Euridice clas- co” un processo alla vita del malcapi- “Alice o l’ultima fuga” (1977) di Claude Chabrol sica che viene punita perché guarda tato Alfredo. Un gioco che si fa sem- ciò che non deve e che non può essere pre più serio e segna il suo destino. vita colpevole. La sua condanna a morte in guardato. Il cinema ostinatamente prova a Alice o l’ultima fuga del 1977 è un film conside- quel gioco crudele che è stato il processo in- violare questo profondo mistero. rato minore nella lunga filmografia di Claude scenato dai quattro padroni di casa, non è da Ancora una volta dobbiamo dare ragione al Chabrol. Il film, penso mai distribuito in Ita- intendersi come un trapasso indolore da un vecchio saggio del cinema Jean-Luc Godard, il lia, salvo smentite, è stato possibile vederlo in mondo ad un altro, da un universo ad un altro quale ad un suo personaggio, in un film del una retrospettiva che, nell’arco di due edizio- parallelo, ma, piuttosto, come un’ultima notte 2014 che si intitola Adieu au langage, fa dire: ni, il Festival di Torino ha dedicato al grande del condannato, o quella di ravvedimento dell’In- “non si (fa cinema) né di quel che si vede, né di regista francese. Il ruolo della protagonista è nominato manzoniano. Ma Alfredo Rossi non è quel che non si vede. Si (fa cinema) del fatto che stato affidato a Sylvia Kristel, che da lì a qual- ravveduto, la sua vita corrisponde esattamente a non si vede”. Il cinema, i film, traggono origine che anno, con la breve saga di Emmanuelle, si quella che avrebbe voluto vivere e quindi la dai luoghi fisici o fantastici che esistono lad- sarebbe data al cinema più specificamente sua punizione è moralmente corretta. Il film, dove i nostri occhi non possono arrivare. erotico di quegli anni interpretando la giova- va detto, è liberamente ispirato dal racconto In una teoria dello sguardo, che non potrebbe ne e bella protagonista di quei film. La panne. Una storia ancora possibile dello scrit- esistere senza il cinema, questo processo co- Alice Carroll litiga con il marito e va via da ca- tore svizzero Friedrich Dürenmatt, ma Scola gnitivo è quello che si può tradurre nella sua sa. La notte è piovosa e quando va in frantumi con consapevolezza plasma la sua storia, non frase: immaginare senza la realtà. il parabrezza della macchina la bella Alice si solo imprimendole un tono marcatamente trova davanti ad un cancello. Nella villa che grottesco e fantastico, ma aggiunge screzia- troverà si susseguono strani personaggi ed ture di critica sociale e politica nel rispetto di Tonino De Pace 4 [email protected] Addio a Paolo Finzi, riferimento storico del pensiero anarchico, fon- datore e direttore di A – Rivista Anarchica ...Io mi dico è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati. Fabrizio De Andrè - Giugno ‘73

Diari di Cineclub ricorda Paolo Finzi (Milano, 28 novembre 1951 - Forlì, 20 luglio 2020) anarchico italiano, redattore di A - Rivista Anarchica fin dalla sua fondazione (1971) e direttore della stessa. Il 20 luglio scorso, a 69 anni, ha scelto di morire presso la stazione di Forlì, dov’era andato per l’ennesima iniziativa, lasciandosi investire da un treno

nel 1969 dopo la strage di piazza Fontana nell’ambito di una vio- lentissima campagna mediati- ca che culminò con l’assassinio dell’anarchico Pinelli. Nel febbraio 1971 fonda A - Ri- vista Anarchica» insieme ad Amedeo Bertolo, Fausta Bizzo- zero, Rossella Di Leo, Luciano Lanza, Nico Berti e Roberto Ambrosoli, progetto che porta avanti ininterrottamente per La sua redazione lo ricorda così: «Maestro di 49 anni insieme anche alla sua anarchia, di etica, di dialogo e di confronto, compagna Aurora Failla. La ri- uomo brillante, intelligente, sensibile e genti- vista è ancora oggi punto di rife- le. Ci ha insegnato il dubbio e la riflessione, rimento dei libertari italiani, luo- l’ascolto e il rispetto profondo e sincero. Se ne go di spunti, riflessioni e confronti va un pezzo della nostra storia e dei nostri che mese dopo mese continua a cuori. Continueremo a navigare in direzione uscire, impermeabile alle mode e ostinata e contraria, portando avanti un pro- ai capricci del tempo, una barrica- getto che era la sua casa e la sua vita, nel solco ta di carta che Paolo gestiva con del suo impegno e dei suoi ideali di libertà e maestria e grande delicatezza. giustizia. Faremo tesoro dei suoi insegna- Nel 1976 è tra i fondatori del Centro Studi Li- menti. Sarà con noi per sempre». bertari/Archivio G. Pinelli. Attivista di Crocenera - la società di mutuo Negli anni ha curato vari dossier su Emilio soccorso che aiutava anche gli attivisti in car- Canzi, Giuseppe Pinelli, Franco Serantini, la cere, amico e compagno di tante battaglie, per resistenza anarchica. Profondo conoscitore più di cinquanta anni, è stata una delle figure della storia dell’anarchismo, per le edizioni centrali del movimento anarchico milanese, anarchiche La fiaccola ha scritto i libri Insuscet- italiano e internazionale. A 17 anni, nel 1968 tibile di ravvedimento. L’anarchico Alfonso Failla dopo aver conosciuto Giuseppe Pinelli entra a 1906-1986: carte di polizia, scritti, testimonianze far parte del suo gruppo, Bandiera Nera, e in- (Ragusa 1993) e La nota persona. Errico Malatesta sieme a lui ed altri fondò il Circolo anarchico in Italia - dicembre 1919 – luglio 1920 - (Ragusa Ponte della Ghisolfa. Fu il più giovane arrestato 1990). Con Editrice A, cooperativa editoriale che coordinava, ha pubblicato i libri: Che non ci sono poteri buoni. Il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De André (Milano 2018), di cui è stato curatore, e Farò del mio peggio. Cronache anar- chiche a fumetti (Milano 2019) (vedi su Diari di Cineclub n. 76 – ottobre 2019). Tra le opere di Finzi, da segnalare il dossier Si- gnora libertà, signorina anarchia su Fabrizio De André (suo amico personale), il cd Ed avevamo gli occhi troppo belli (con Dori Ghezzi e don An- drea Gallo), il dvd A forza di essere vento – Lo ster- minio nazista degli zingari. Nel corso degli anni ha instancabilmente or- ganizzato e promosso centinaia di conferenze sui tanti aspetti del pensiero e dell’azione anarchici. I suoi svariati interessi, che poi A - Rivista Anarchica affrontava, erano lontani dal mondo degli anarchici ”insurrezionalisti” votati ad un inevitabile minoritarismo. Vicini ad Aurora, ai figli Elio e Alba, e ai nipoti Lapo e Luna e a tutti gli amici e compagni che gli hanno voluto bene. DdC 5 n. 86 Omaggio a Beirut Cosa ha potuto trasformare il Libano, questo piccolo Paese, un tempo ‘La Svizzera del Medio Oriente’, nel territorio tormentato, che circa un mese fa è stato teatro di uno degli episodi più tragici di questi ultimi tempi. Quali le voci dei libanesi di ieri e di oggi, con particolare riferimento a quelli della diaspora, che si sono levate a testimoni del suo glorioso passato, oggi forse troppo spesso dimenticato

‘Conosci il Paese dove fio- (…) riscono i cedri?’ verrebbe Il mio Libano è una catena di colli- fatto di pensare, riecheg- nette e di monti che giando uno dei versi più s’innalzano riverenti e maestosi famosi della letteratura verso il cielo azzurro. tedesca, quel ‘Conosci il Il tuo Libano è un problema inter- Paese dove fioriscono i li- nazionale ancora da risolvere. moni?’, con cui ai tem- Il mio è calme valli incantate dove pi del Gran Tour Wol- risuonano i rintocchi delle campa- fgang Goethe alludeva ne e il mormorio dei ruscelli. all’Italia. Questo, per- Il tuo Libano è una contesa fra chi Valeria Consoli ché il Libano non è so- viene dall’Occidente ed un avver- lo quel triste ammasso di rovine fumanti, cui sario che viene da Sud. dapprima una sanguinosa guerra civile dura- Il mio è una preghiera alata che ta più di vent’anni, quindi una serie di sciope- volteggia al mattino quando i ri e di manifestazioni contro un Governo pastori conducono al pascolo le greggi, ed ancora a estremamente corrotto e ormai sull’orlo della sera bancarotta, l’ha portato alla fine dello scorso quando i contadini ritornano dai campi e dalle vi- anno. Leggendo i bellissimi versi di Kalhil Gi- gne. bran1, il poeta e pittore morto a New York nel Tu hai il tuo Libano e io ho il mio (…) 1931, uno dei più illustri esponenti di quella Scrive a questo proposito Maria Zambrano, la diaspora, che ha visto molta dell’ intellighenzia filosofa e pensatrice spagnola, che in seguito libanese emigrare soprattutto in Francia e ne- alla guerra civile che nel ’36 aveva sconvolto il gli Stati Uniti e famoso per avere scritto Il Pro- feta 2, una poesia ci colpisce in particolar mo- do, ‘Il tuo Libano e il mio’, i cui versi sembrano essere stati scritti oggi, tanto risultano attua- li leggendoli.

‘Tu hai il tuo Libano e io ho il mio. Il tuo è un Libano politico con i suoi problemi. Il mio è un Libano naturale con tutta la sua bellez- za. Amin Maalouf (Beirut 1949) Tu hai il tuo Libano fatto di programmi e conflitti. nimo. Io ho il mio fatto di sogni e speranza. Si comprende dunque come nel caso dell’ im- Sii soddisfatto del tuo Libano come io sono contento mane tragedia, che quasi per un tragico ossi- del libero Libano della mia immaginazione. moro colpisce un Paese così piccolo, un altro 1 Gibran Kahlil Gibran - Poeta e pittore liba- Kahlil Gibran (1883 - 1931) libanese della diaspora stavolta vivente, Amin 4 nese, nato nel 1883 a Becharre, villaggio a 1400 m. di al- Maalouf parli dei ‘suoi ricordi di una città ferita”. tezza nel Nord del Libano, che collega la regione dei Cedri suo Paese, si era trasferita a Roma insieme al- Dalla sua casa di Parigi, città dove ormai vive alla valle di Qadisha. Negli ultimi vent’anni della sua la sorella Araceli, che ‘esiste una bellezza dell’esi- da più di quarant’anni, all’intervista da lui ri- vita visse negli Stati Uniti dove muore a New York nel lio’, quella stessa che ti consente di rivedere lasciata per telefono si ha quasi l’impressione 1931. con uno sguardo nostalgico anche persone e che di fatto non abbia mai lasciato Beirut, per 2 L’idea di trarre un film ispirato ad ‘Il Profe- cose, che consapevolmente avevi abbandonato. lo meno con il suo spirito. Il Cinema della dia- ta’, il capolavoro di K. Gibran , viene in mente al regista ‘Non capisco perché mi trattengo a Roma, quando spora non è da meno. Maroun Bagdadi, regi- Gary Tarn , dopo aver letto una copia di quel testo, che scrivo sempre e soltanto di Vienna’ sembra farle sta franco – libanese, scomparso nel ’93 poco aveva prestato ad un amico. Sostiene Gary Tarn che “il eco la poetessa e scrittrice Ingeborg Bach- più che quarantenne, nel suo La vita sospesa 3 libro sembra avere le parole appropriate per i grandi mo- mann , romana per scelta ma viennese nell’a- (Hors la vie), ispirato al libro di Roger Auque e menti della vita, eppure li dice sottovoce, e la popolarità 3 Nota anche come Ruth Keller (Klagenfurt, con le musiche di Nicola Piovani, ricostruisce continua de ‘ Il Profeta’ indica che tocca molte persone 1926 – Roma , 1974) è stata una poetessa, scrittrice e gior- segue a pag. successiva profondamente”. The Prophet, (2011), presentato al Co- nalista austriaca. Frequentò le Università di Innsbruck, effetti letali di questo mix di sostanze. Muore il 17 Ottobre penhagen Festival il 9 Novembre dello stesso anno è ap- Graz e Vienna, dove si laurea con una tesi su – ma sarebbe a Roma, dove secondo le sue volontà doveva essere sepolta parso in Italia nel 2012. Inizialmente la voce narrante era meglio dire contro – Martin Heidegger. Diviene in segui- nel Cimitero Acattolico. La famiglia d’origine tuttavia ne stata pensata per un uomo ma successivamente il regista, to redattrice radiofonica dell’emittente viennese ‘Rot – reclama le spoglie. Riposa a Klagenfurt, la città natale. non trovandone una adatta, pensò di affidare il compito Weiss, Rot’ . In seguito alla lettura di una sua poesia, en- 4 Storico e romanziere e giornalista, nato a ad una voce femminile, scegliendo quella di Thandie trò a far parte del Gruppo ’47, che segna il suo debutto Beirut nel 1949 da una famiglia cristiano – maronita, stu- Newton. Le riprese iniziarono a Beirut nel 2006, poco letterario. Trascorre gli ultimi anni della sua vita a Roma, dia inizialmente alla scuola francese gesuitica, quindi dopo gli scontri fra gli israeliani ed il Libano. Per non cor- dove nell’ Ottobre del 1974 muore a causa delle ustioni ri- all’Università di Beirut. Nel 1976 diviene un collaboratore rere il pericolo di venire arrestato, Gary Tarn fu costretto a portate da una sigaretta, che si era accesa in un momento del quotidiano libanese Al – Nahar ma lascia presto l’in- riprendere le immagini da un taxi con i finestrini oscura- di torpore, causatole verosimilmente dall’assunzione di carico a causa dello scoppio della guerra, trasferendosi a ti. Oltre che a Beirut le immagini e le sequenze raccolte alcuni tranquillanti a base di barbiturici, che resero ai Parigi, dove attualmente vive. Membro dell’Academie provengono da svariate località e da varie nazioni fra cui medici dell’Ospedale Sant’Eugenio, struttura specializza- Française, la sua ultima pubblicazione è ‘Il naufragio del- Italia, Serbia, Gran Bretagna, India, Taiwan e Irlanda. ta nel trattamento delle ustioni, impossibile salvarla dagli le civiltà’ (La nave di Teseo) 6 [email protected]

segue da pag. precedente Festival la vicenda di Patrick Perrault, un reporter francese, che mentre svolge il suo mestiere du- rante la guerra in Libano, nel corso di una spa- Lanterna Magica Film Fest 2020 ratoria viene catturato nel pieno centro di Bei- Curato e promosso dall’Istituto Cinematogra- rut, senza neanche sapere chi fossero i suoi fico dell’Aquila “La Lanterna Magica”, con un rapitori e a quale fazione appartenessero. percorso itinerante nella provincia dell’Aquila Un’atmosfera più rilassante e per certi aspetti e nella Città di Silvi (Te). La progettualità cul- assai poco consona alle tematiche fin qui trat- turale è sostenuta dal MIUR e dal MiBACT con tate ce la propone il delizioso Caramel – così si la proiezione di alcuni lungometraggi incen- trati sul delicato rapporto tra genitori e figli. Questo il tema affrontato: Mamma e Papà: istruzioni per l’uso con la collaborazione di As- sociazioni ed Istituzioni, Dirigenti scolastici, Insegnanti, Studenti e Genitori. Un grande pro- getto con un formidabile e necessario valore for- mativo. Diari di Cineclub | Media partner. Sabato 26 settembre p.v. ci sarà la giornata conclusiva del Festival all’Auditorium del Par- co a L’Aquila. Il programma, ancora in via di definizione, “La vita sospesa” 1991 di Maroun Bagdadi prevede alle ore 18.00 la proiezione del film Il chiama nel Medio Oriente la ceretta depilato- giovedì di Dino Risi, lungometraggio segnala- ria - della giovane regista e sceneggiatrice to dagli Istituti scolastici regionali. Gli altri franco – libanese Nadine Labaki, al suo esordio film che concorrono al festival sono: nel 2007 con questo film, di cui è anche inter- Genitori quasi perfetti (2019) di Laura Chiassone; L'Affido - Jusqu'à la garde2017) ( di Xavier Le- grand; L'amour flou - Come separarsi e restare ami- ci (2018) di Romane Bohringer, Philippe Reb- Scientifico-Culturale dell’Istituto Cinemato- bot; Selfie di famiglia (Mon bébé) (2019) di Lisa grafico dell’Aquila “La Lanterna Magica” sve- Azuelos; Ma cosa ci dice il cervello (2018) Riccar- lerà il titolo del film vincitore che con l’occa- do Milani; Poli Opposti (2015) di Max Croci. sione sarà proiettato. Alle 21.00 Stefano Masi, giornalista e critico DdC cinematografico, co-ideatore del Festival, co- ordinerà la serata durante la quale sarà pre- Lanterna Magica Film Fest 2020 – L’Aquila sente un personaggio del modo del cinema. La www.istitutocinematografico.org Giuria di esperti composta da Angelo Tanta- MiBACT | MIUR | Regione Abruzzo | Provincia dell’A- ro, Enzo Pio Pignatiello, Simone Santilli (nella quila | Comune dell’Aquila foto da sx) e nominata dal Coordinamento Diari di Cineclub | Media partner

Il fascino cinematografico del Drive in nelle serate estive L’Istituto Cinematografico dell’Aquila ha già sperimentato negli anni scorsi questa particolare offerta cinematografica con ottimi risultati di pubblico e di grande apprezzamento

Con Lanterna Magica Film Fest, è stata proposta nei mesi estivi, l’inte- “Caramel” (2007) di Nadine Labaki ressante iniziativa culturale attra- prete insieme ad altre quattro donne di età e di verso la quale il cinema è stato frui- religione diversa e che è interamente ambien- to con il suggestivo Drive in, una tato in un salone di bellezza di Beirut, dove le forma diversa di condivisione nata sue frequentatrici si scambiano le loro più in- in America. Questa particolare for- time confidenze. Di certo, anche sotto quest’a- ma di intrattenimento nacque in spetto, uno spaccato su un universo femminile America e in voga particolarmente dove determinate tradizioni ancora dure a nei giovani. Le restrizioni e le atten- morire convivono con una certa apertura zioni sono state necessarie per fronteggiare diversamente lo strumento della condivisione mentale, che a poco a poco comincia a farsi l’emergenza in corso, hanno indotto l’Istituto cinematografica. In questa direzione, il Drive strada. Di certo l’autrice non dimentica la dura Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Ma- in ha consentito di avere un ordinato e sicuro realtà, sia pure a guerra finita, in cui la vicenda gica” a studiare nuove formule e programmare distanziamento. è ambientata. Ne fa fede la dedica appassiona- ta A mon Beirut ( Alla mia Beirut)!

Valeria Consoli

Ex docente di Materie Letterarie negli Istituti Superiori, si occupo attualmente di Critica Letteraria contemporanea ed ha scritto alcune sceneggiature per il Cinema e per il Teatro. Ha lavorato per molti anni a Milano. Vive attual- mente fra Roma e Catania. 7 n. 86

Il nostro ricordo del maestro Ennio Morricone: creare cinema con la musica Morricone è stato è e sarà ricordato nel tempo e nella storia del cinema come un assoluto della musica: un Bach della musica per il cinema, l’esem- pio perfetto di come la Leonardo Dini simbiosi fra musica e immagini possa pro- durre capolavori. Addirittura la forza della sua musica superava la capacità espressiva delle immagini. Le immagini spesso diveniva- no lo scenario visivo per la sua musica. Eppu- re tutto è iniziato per caso quando la strana coppia Sergio Leone Ennio Morricone, strana perché un unicum nel cinema italiano, ha cre- ato gli “spaghetti western” nei lontani anni ‘60. Tutta la forza di quel progetto si esprime- va nella musica di Morricone, così come la ori- ginalità delle idee. Successivamente e per 40 anni ogni colonna sonora di Morricone cosi’come tutta la sua musica, è stata caratterizzata dalla potenza dell’epica, come un Omero dei nostri tempi, e dei sentimenti. La vera genialità di Morricone sta nella trasposizione di forza e sentimento nei films attraverso lo strumento della musi- ca. Ricordo la splendida musica per la colonna sonora del Marco Polo di Montaldo che espri- meva l’epica del viaggio in Oriente. La magni- fica espressività del brano per Sacco e Vanzetti che in assoluto preferisco e che è un inno uni- versale alla libertà e alla giustizia sociale. Dav- vero Morricone avrebbe potuto scrivere l’inno “Ennio raggiunge il suo amico storico Sergio” di Pierfrancesco Uva mondiale delle Nazioni Unite e forse è l’unica cosa che non ha fatto nella sua carriera meri- tatamente premiata con l’Oscar. E che bella la dedica del compositore alla moglie il giorno dell’Oscar simmetrica alle dediche di Fellini alla Masina e di Benigni alla Braschi. Nelle sue note risuona l’amore per la donna amata e per la sua famiglia, la forza delle idee progressiste e di sinistra sincere di Morricone, il suo idea- lismo in sintonia con il suo impegno politico nobilissimo e sincero. La difesa della natura e dell’ambiente e dei po- poli del Sud del mondo echeggia dalle note ce- lebri di Mission. Un’altra peculiarità di Morricone sta nel suo essere stato sempre originale, mai ripetitivo e sempre coerente col suo percorso ideale e umano in ogni sua iniziativa. Così l’ho incon- trato e così ricordo la sua semplicità, affabili- tà, rettitudine da artigiano romano, ed è stato anche questo un artigiano della musica, come Bach, Mozart, Beethoven, come tutti i grandi della musica di ogni epoca della storia. Le sue note risuonano nella storia del cinema come quelle della Storia del Novecento Italiano.

Leonardo Dini 8 [email protected] Mostre Banksy, è il suo momento… …anche, se in effetti, lo è da tempo. Molte son le mostre a lui dedicate, tra quelle già in atto ed i futures A Palazzo dei Dia- ra per le copertine di dischi e cd. manti di Ferrara, ha Dall’8 settembre 2020 all’11 aprile 2021, poi, aperto da diverse set- sarà la volta del Chiostro del Bramante di Ro- timane Un artista chia- ma, ad allargare le conoscenze italiane su mato Banksy. Durerà Banksy con la mostra Banksy - A Visual Protest, fino al prossimo 27 set- già annunciata per la primavera 2020 ma po- tembre. Curata da Ste- sticipata per l’emergenza Covid-19. Maria Cristina Nascosi fano Antonelli, Gianlu- Promossa in collaborazione con 24 ORE Cul- ca Marziani e Acoris tura e ideata da Madeinart, l’esposizione ro- Andipa, è stata ideata e prodotta da MetaMor- mana segue quella già organizzata al MUDEC fosi Associazione Culturale, in collaborazione di Milano nel 2019, che finì nel mirino della con Ferrara Arte. Originario di Bristol, nato Pest Control Office Limited, la società che tu- intorno al 1974, collocato nei confini banal- tela il marchio di Banksy regolarmente regi- mente generici della street art, Banksy rappre- strato, per violazione del copyright e vendita senta, a tutt’oggi, il più grande artista globale non autorizzata di merchandising. Ma questa del nuovo millennio, esemplare caso di popo- volta dovrebbe filare tutto liscio, anche se con larità per un autore vivente dai tempi di Andy Banksy e la Pest Control non è mai detto. Warhol, non a caso suo mentore, per molti Anche qui molte le opere in mostra, più di 90 aspetti. opere, tutte sempre provenienti da collezioni Il mistero circonda lui e la sua vita, sia profes- private a coprire un arco temporale che va dal sionale che intima, tantomeno; nessuno – pa- Catalogo della mostra “Un artista chiamato Banksy” re – l’ha mai visto. Ferrara, Palazzo dei Diamanti Tutte le icone provengono da collezioni priva- 30 maggio - 27 settembre 2020 te, lui non partecipa mai. Catalogo a cura di Stefano Antonelli, Gianluca A parlare, dunque, le sue opere, pezzi di dav- Marziani, Acoris Andipa vero incredibile potenza etica, evocativa e te- Testi di Stefano Antonelli, Gianluca Marziani, Acoris matica. Andipa Banksy è stato definito l’artista che meglio 200 pagine illustrate rappresenta l’evoluzione più up-to-date della Sagep Editori € 30 Pop Art originaria, l’unico che ha connesso le ISBN 978-88-6373-708-0 radici della stessa con la cultura hip hop, il graffitismo anni Ottanta con i nuovi approcci, al tempo della digitalizzazione più ‘selvaggia’. L’esposizione ferrarese è un evento notevole ed esauriente, visto che offre, al visivo fruito- re, oltre 100 opere ed oggetti originali dell’ar- tista britannico, in un iter che dà conto della sua intera produzione: vent’anni di attività che iniziano con i dipinti della primissima fa- se della sua carriera, fino agli esiti dello scorso anno con le opere provenienti da Dismaland, come la scultura Mickey Snake con Topolino Metropolitana di Londra inghiottito da un pitone. Ci sono poi gli sten-

di tutte quelle immagini che abbiamo visto rimbalzare sulle pagine dei social networks e cils e, ovviamente, le serigrafie considerate da 2001 al 2017, tra pezzi iconici e già presenti a che hanno reso celebre l’anonimo street artist Banksy essenziali per diffondere i propri Ferrara, come Love is in the Air, Girl with Ballo- britannico, l’Autore perfetto per il nostro tem- messaggi. on, Queen Vic, Napalm, Toxic Mary, HMV pro- po. Indiscutibilmente i suoi graffiti mettono in getti paralleli, come le stampe realizzate per la E’ di poche settimane fa l’ultima sua uscita ‘in discussione i temi e le urgenze della società e mostra Barely Legal ed ancora le copertine di pubblico’: questa volta ha colpito proprio a lo fanno con una forza dissacrante di notevole vinili e cd, il suo piccolo grande spazio artistico. Londra. Una sua nuova opera a tema Covid-19 potenza espressa pure negli stencils che elabo- Insomma, un percorso completo, comprensivo segue a pag. 11

9 n. 86 I servizi segreti nei film dal dopoguerra ad oggi Spie e spioni nel cinema italiano Perchè le spie non piac- dopoguerra - con Enzo Fiermonte, sì proprio amano i fiori, 1966), Mario Bava (Le spie che ven- ciono al cinema italiano? lui, il protagonista di Spie tra le eliche!). Del gono dal semifreddo, 1966), Sergio Grieco (Agen- È una domanda che pro- 1953 è Mizar (Sabotaggio in mare) di Francesco te 077 missione Bloody Mary, 1965), Slalom, 1965 babilmente pochi stu- De Robertis, ex ufficiale di marina e speciali- di Luciano Salce, con Vittorio Gassman rapito diosi e saggisti della sta di pellicole d’ambientazione marinaresca. per errore durante una vacanza in montagna settima arte si sono La pellicola di stampo documentaristico e li- e coinvolto in un’intrigo internazionale e La posti. La risposta è ap- beramente ispirata alle vicende della Meda- spia che viene dal mare, 1966 di Lamberto Ben- parentemente sempli- glia D’Oro Luigi Ferrari, narra le avventure di venuti. Ancora Alberto Lattuada prova un’al- ce. In Italia, a differen- Mizar, una coraggiosa sommozzatrice che tra parodia del genere con Matchless, 1967, un Pierfranco Bianchetti za di molti altri paesi, durante il secondo conflitto mondiale nel Me- giornalista americano scambiato per una pe- non esiste una tradizione letteraria della spy- diterraneo riesce a recuperare riservati codici ricolosa spia e lo stesso anno è Primo Zeglio a story (unica eccezione di Liary Pisani, autrice navali nemici, affondando anche diverse navi dirigere 4…3…2…1…morte, tratto dai romanzi di di romanzi sull’agente Ogden, capo di un’a- cariche di materiale bellico. L’intelligence di Walter Ernsting, incentrati su Perry Rhodan, genzia di spionaggio a Berlino) e il disinteres- una sorta di Bond dello spazio, se di sceneggiatori e registi per il mondo dei non dimenticando il divertente servizi segreti è ampiamente giustificato dal Italian Secret Service, 1967 per la comportamento poco limpido degli apparati regia di Luigi Comencini. Il ve- del nostro intelligence a difesa delle istituzio- nerdì pomeriggio del 12 dicem- ni repubblicane dimostrato soprattutto negli bre 1969 in Piazza Fontana a Mi- anni Sessanta e Settanta. Il primo tentativo di lano, nella Banca Nazionale una spy-story sul grande schermo è con Lotte dell’Agricoltura, esplode una nell’ombra, 1939, un film diretto da Domenico bomba che provoca sedici mor- Gambino e sceneggiato da Sergio Amidei, sto- ti e decine di feriti. Sull’Italia ria di uno scienziato inventore di un nuovo cala un clima pesante che am- esplosivo, rapito da agenti stranieri. Nell’otto- morba l’aria. Il 16 l’anarchico bre 1943, quando la seconda guerra mondiale Pinelli, accusato della strage, è in pieno svolgimento, esce nelle sale italiane muore cadendo dal quarto pia- Spie tra le eliche, un film di gran successo per la no della Questura e la paura di regia di Ignazio Ferronetti, protagonista un un colpo di stato autoritario investigatore assunto in una fabbrica d’aero- per molti si fa sempre più vici- plani sotto le finte vesti di un ingegnere inca- casa nostra ritorna sugli schermi nel 1965 per na. Ai primi di gennaio 1970 arriva sugli scher- ricato di smascherare alcuni uomini apparte- merito di Carlo Lizzani, autore dell’episodio mi Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni nenti allo spionaggio inglese infiltrati in una italiano di La guerra segreta, una produzione sospetto di Elio Petri, con un memorabile Gian fabbrica con il compito di sottrarre il progetto italo-franco-tedesca, con Vittorio Gassman Maria Volontè, un commissario di polizia di un nuovo aereo. La pellicola è interpretata nei panni di un agente del controspionaggio convinto che “la repressione è civiltà”. Il cine- da Enzo Fiermonte, all’epoca un vero divo cui incaricato di salvare dal rapimento uno scien- ma italiano, nonostante la drammatica realtà ha reso omaggio Pupi Avati in La seconda notte ziato atomico a Roma messo in atto da spie del paese, tra attentati, tentativi di golpe e mi- steriosi omicidi, non è in grado ancora di affrontare questa re- altà drammatica. Solo Mario Monicelli nel 1973 con Vogliamo i colonnelli, ironizza sul tentati- vo di colpo di stato messo in at- to da Junio Valerio Borghese e sulle trame nere. Nel 1975 è una piccola produzione apparente- mente solo di intrattenimento che invece scava nel torbido. Si tratta di La polizia accusa: il ser- vizio segreto uccide di Sergio Martino, incentrato sulle inda- gini di un funzionario di poli- zia circa un tentativo di golpe, una specie di scandalo Gladio. russe. Negli anni Sessanta anche l’industria E’ un film di genere, certamente, che però cinematografica italiana è contagiata dal fe- mette a fuoco la strategia eversiva negli anni nomeno James Bond, l’agente di Sua Maestà Settanta praticata dagli apparati deviati. britannica popolarissimo in tutto il mondo. Nello stesso anno ancora i servizi segreti cer- Vengono realizzate in pochi anni diverse cano di depistare le investigazioni di un co- pellicole di serie B firmate da Lucio Fulci 002( raggioso poliziotto sull’esplosione in un alber- Agenti segretissimi, 1964, 002 Operazione Luna, go a Milano nel film di Luciano Ercoli, La di nozze, 2005 (“Ho un rapporto di stretta ami- 1965, interpretati dalla coppia Franchi- Ingras- polizia ha le mani legate, con chiari riferimenti cizia – afferma Nino Ricci, interpretato da Neri sia), Bruno Corbucci (James Tont operazione alla strage di Piazza Fontana (vi appaiono anche Marcorè, un imbroglione che si spaccia per pro- U.N.O., 1965 e James Tont operazione D.U.E., 1966, i veri funerali delle vittime in un’angosciosa e duttore cinematografico nella Bologna del con Lando Buzzanca), Umberto Lenzi (Le spie segue a pag. successiva 10 [email protected]

segue da pag. precedente segue da pag. 9 nebbiosa piazza Duomo). L’anno successivo è, infatti, comparsa nella metropolitana della tocca a una pellicola molto controversa di capitale britannica: su Instagram il video Francesco Rosi, Cadaveri eccellenti, tratto da un dell’azione, che sembra il trailer di una serie tv. romanzo di Leonardo Sciascia Il contesto, che Così Banksy è tornato ad un grande classico riesce a interpretare l’inquietudine dell’opi- del graffitismo usando, questa volta, la super- nione pubblica alimentata dagli apparati dello ficie dei vagoni della metropolitana, -giusta Stato infedeli alla Costituzione Italiana. “Com- plotti, stragi, terrorismo - ricorda Rosi – era vera- mente un’epoca di cadaveri, cadaveri eccellenti, quella descritta nel mio film”. Nel 1977 è ancora Gian Maria Volonté, prota- gonista del filmIo ho paura, 1977 diretto da Da- miano Damiani. Il brigadiere Lodovico Gra- ziano è assegnato alla scorta del giudice Concedda (Erland Josephson, doppiato da Riccardo Cucciola), che sta indagando su di un terrorista nero latitante in combutta con il colonnello Ruiz dei reparti d’informazione e mente in pieno spirito…pandemico. Sulla sua di controspionaggio. Nel 1985, a sette anni dal pagina Instagram, dunque, è stato da poco rapimento e dall’uccisione di Aldo Moro, i ser- pubblicato Undergoes Deep Clean – If you don’t vizi segreti sono al centro de Il caso Moro, regia mask – you don’t get, un nuovo video in cui si ve- di Giuseppe Ferrara, nel quale s’ipotizzano de qualcuno non meglio identificato, anzi, tra- apertamente probabili complicità con le Bri- visato con mascherina e tuta da operatore alla gate Rosse e in Segreto di Stato, 1995, ancora di pulizia – con tanto di gilet arancione con bolli- Ferrara, con la sceneggiatura di Andrea Pur- no Stay Safe – entrare, in pieno giorno, in uno gatori, s’immagina che alcuni uomini del SI- sostenuti dai servizi segreti guidati dal gover- dei treni dell’iconica tube di Londra, precisa- SDE siano coinvolti in una sporca faccenda di no Scelba. Nello stesso anno Renzo Martinelli mente la Circle Line, tra Baker Street ed Eu- fondi neri ricevuti come ricompensa per la con La piazza delle cinque lune indaga sui retro- ston, come avvisa correntemente la voce regi- protezione di grandi traffici criminali. In- scena del rapimento di Aldo Moro del 1978, vi- strata. Armato dello stesso spruzzatore a quietante è anche Le mani forti, 1997, di Franco sto attraverso gli ambigui rapporti tra i nostri pressione usato dal personale della metropoli- Bernini, denuncia dell’utilizzo, da parte dei organi informativi e quelli statunitensi, men- tana di Londra per disinfettare i treni, l’uo- pubblici poteri, di psicanalisti per raccogliere tre nel 2005 Michele Placido porta sul grande mo si dà da fare con stencil e vernice, per realiz- informazioni riservate, mentre nel 2002 è schermo Romanzo criminale, dall’omonimo li- zare, dopo aver fatto allontanare i passeggeri, i Piergiorgio Gay autore di La forza del passato bro del giudice Giancarlo De Cataldo. Un ri- famosi e dispettosi topi, un marchio di fabbri- tratto da un romanzo di Sandro Veronesi, che tratto della “peggio gioventù”, quella degli ar- racconta il trauma di uno scrittore quaranten- roganti teppisti della Banda della Magliana, il ne di fronte ad una sconvolgente verità: suo Libanese, il Freddo, il Dandi e il Nero, autori di padre, un generale da poco scomparso, era in sequestri, omicidi, rapine e traffici di droga realtà una spia del KGB. Nel 2003 Paolo Ben- nella Roma degli anni Settanta e Ottanta. I de- linquenti sono agli ordini di Carenza (un con- vincente Gianmarco Tognazzi), giovane ele- gante, con gli occhiali e dall’aria anonima, legato ai soliti servizi responsabili delle trame eversive culminate nelle stragi di Piazza Fon- tana a Milano, di Piazza Della Loggia a Brescia e della stazione di Bologna, tra depistaggi, connivenze mafiose, massoniche e finanzia- ca ormai dell’anonimo street artist. rie. Infine le intercettazioni illegali a livello Come già successo per il bagno di casa, anche globale sono invece il tema di In ascolto, 2006 questa volta i topi si danno alla pazza gioia, per la regia di Giacomo Martelli, protagonista saltando tra vetri e corrimano, starnutendo una ragazza italiana, Francesca Savelli, so- senza rispetto delle distanze di sicurezze o spettata ingiustamente di spionaggio indu- delle più elementari norme di salute e di igie- striale e rapita a Roma dagli emissari della ne. Non sarà scintillante ma di certo quel treno Wendell-Cranshaw, un’azienda privata statu- diventerà il più costoso della metropolitana di nitense con sede in Inghilterra dotata di un si- Londra. stema abusivo di telecomunicazioni chiamato Da non dimenticare che ai primi di Luglio Echelon. La storia recente del nostro paese ca- scorso, con una cerimonia a Palazzo Farnese, ratterizzata da fatti sanguinosi eversivi coper- l’Italia ha restituito alla Francia la porta del Ba- ti da depistaggi e insabbiamenti per impedire taclan a firma Banksy; il lavoro era stato un de- di arrivare alla verità delle stragi, dovrebbe licato e sensibile omaggio alle vittime degli at- ispirare la realizzazione di molti film in grado tentati del 13 novembre 2015. La porta era stata di raccontare, soprattutto alle generazioni de- trafugata nel 2019 dal locale parigino. E’ stata venuti firma un’opera interessante anche dal gli spettatori più giovani, un periodo storico a ritrovata poche settimane fa, in un casale di punto di vista storico intitolata, Segreti di Sta- loro sconosciuto, ma per adesso il cinema ita- Sant’Omero in Abruzzo, dai carabinieri della to, rievocazione della strage di Portella della liano non sembra interessato a toccare temi compagnia di Alba Adriatica, al termine di in- Ginestra in Sicilia avvenuta il 1° maggio 1947, ancora oggi molti scottanti. dagini condotte dalla Procura dell’Aquila. nella quale a sparare sui dimostranti furono i fa- scisti della Decima Mas di Junio Valerio Borghese Pierfranco Bianchetti Maria Cristina Nascosi Sandri 11 n. 86 Butter Fingers (1925) Il baseball nel cinema comico In quel capolavoro che è quel Del Lord, futuro regista di The Heckler, Non molti conoscono la storia di questo atto- The Cameraman, uscito che probabilmente era un vero fan dei “dia- re dalla carriera prolifica, capace di apparire nel 1928 e diretto da manti” e non solo uno sfruttatore di facili sog- in 254 film in un arco di tempo che va dal 1916 Edward Sedgwick, Bu- getti. Credo sia l’unico caso infatti di bis cinema- al 1950. La carriera di Billy inizia prestissimo ster Keaton, in una me- tografico nel mondo del baseball, se escludiamo quando già da adolescente recita in operette, morabile sequenza soli- Michael Ritchie, che dopo l’ottimo comedy “Bad dapprima a Sydney e poi itineranti. Nel 1912 taria sul campo dei New News Bears” – Che botte se incontri gli orsi del arriva negli Stati Uniti, per una tournée che Ignazio Gori York Yankees, esprime 1976, con un grande Walter Matthau – altro toccherà anche il Canada. Poi, come in tutte le col suo tipico humour mimico, il suo persona- grande appassionato – si è ripetuto nel 1994, derive della vita, quando il destino sembra, lissimo atto d’amore per il baseball, sport che sul finire della sua carriera, con il debole e ri- con un simple twist, volgere la buona sorte al- aveva fatto capolino nella funambolica filmo- dicolo The Scout – Un colpo da campione, che ve- trove, la compagnia si scioglie improvvisa- grafia “keatoniana” anche l’anno precedente, de interessanti appena i camei del crooner jazz mente e Billy, rimasto on the road, è costretto a nella cinica comica College (1927, di James W. Tony Bennett e del campione dei St.Louis Car- cercare lavoro. Come i sottoproletari italiani, Horne). È interessante notare che a Roma facevano le file per come sin dagli albori del cine- una comparsata a Cinecittà, a ma muto (vedesi His last game volte solo per un misero pasto, di Harry Solter, 1909) le poten- anche Bevan si ritrova a Los An- zialità cinematografiche del geles, nel medesimo intento. Fu baseball si adattino molto be- Mack Sennett a dargli una op- ne, non solo al genere dramma- portunità, il quale, da genio co- tico, ma anche al genere comi- mico e attento talent scout, si accor- co, soprattutto riguardo lo ge subito delle spiccate capacità scimmiottamento degli usi e espressive pantomimiche del costumi della massa, fino ad giovane australiano. Nel 1922 arrivare al delizioso non-sense infatti, Bevan è già tra le star cabarettistico di Bud Abbott e più in voga della scuderia “sen- Lou Costello – a.k.a. “Gianni e nettiana”. Ma erano altri tempi, Pinotto” – con la gag Who’s on si guadagnava poco e fare l’atto- first (Chi gioca in prima base?), re era una vocazione che com- chicca che non poco ha solleci- portava a ingoiare una quantità tato agli inizi degli anni ’50 alla di bocconi amari e Billy, per maggiore conoscenza del base- sbarcare il lunario, come un ball nel resto del pianeta. eroe di Steinbeck, non si tirava Altro piccolo gioiello da risco- indietro se c’era da sgobbare prire, in questa divertente car- Billy Bevan in “Butter Fingers” (1925) durante la stagione della rac- rellata riepilogante riguardo lo colta dei cedri o degli avocado a sport che più amo, è The Heckler, del 1940, sga- dinals Ozzie Smith. Ma Butter fingers è altresì Escondido, nell’assolata California del sud. nasciante cortometraggio (20 min.) diretto da interessante per la riscoperta di un grande co- Mack Sennett aveva una mente comica bril- Del Lord, dove quella volpe di Charlie Chase, mico dimenticato, William Bevan Harris, al lante e tutta la sua produzione “silenziosa” si diverte a disturbare (heckler in inglese signi- secolo semplicemente come Billy Bevan. meriterebbe una riscoperta in blocco. Come fica disturbatore, scocciatore) gli spettatori delle C’è forse qualcuno che lo ricorda? dimenticare il primo Chaplin, Mabel Nor- partite di baseball e in special modo un gioca- È moltissimo tempo, anche per me, vorace let- mand, Ben Turpin, Harry Langdon? Come di- tore dei Green Sox (squadra di fantasia, per tore di riviste e blog cinefili, che non capita di menticare inoltre il genio di Buster Keaton? aggirare reali faide sportive) particolarmente imbattermi in una qualsivoglia rievocazione Di Roscoe “Fatty” Arbuckle? Il nome di infastidito nel sentirsi vittima preferita del di questo verace artista di vaudeville, nato a quest’ultimo, eccessivo e sfortunato comico, sarcastico urlatore Chase. Si tratta di un’ope- Orange, nel New South Wales australiano nel agli appassionati di baseball non dovrebbe retta – che avrebbe avuto a mio avviso un faci- lontano 1887 e morto negli Stati Uniti nel 1957. passare così indifferente. Nel 1919, nel pieno le trasporto teatrale – davvero esilarante: del suo carnascialesco successo, seguen- forse l’ultimo caso di una comicità popo- do la sua passione per il baseball, Arbuck- lare genuina, legata alla tifoseria, allo le rilevò la proprietà dei Vernon Tigers, sfottò e a quella che Carmelo Bene avreb- squadra della conurbazione “losangele- be chiamato la “Fenomenologia del Bru- na” che militava nella serie minore della scolino”, prima della deriva romantica, Pacific Coast League; i tifosi se lo ricorda- sentimentale, emozionale, trash o grot- no bene Fatty, perché i Tigers, che dopo tesca delle commedie a venire, che co- l’acquisto da parte del comico obeso furo- munque hanno saputo arricchire di qual- no ribattezzati volgarmente Hollywood che buon risultato la filmografia di Stars, vinsero per due anni consecutivi il questo sport. campionato, nel 1919 e nel 1920. Ma que- Ma facendo un deciso passo indietro ne- sta probabilmente è un’altra storia, tanto gli anni, fino ad addentrarci nella “silent affascinante quanto le innumerevoli con- era”, l’affascinante e per molti oscuro tar- taminazioni tra lo sport e il cinema ame- do periodo del cinema muto, e precisa- ricano, storia meritevole di un pprofondi- mente nel 1925, ci imbattiamo in un cor- mento, che, legando un nodo al fazzoletto, tometraggio di 16 minuti intitolato Butter magari mi prometto di ripresentare nelle fingers (Dita di burro), diretto sempre da Charlie Chase in “The Heckler” (1940) segue a pag. successiva 12 [email protected]

segue da pag. precedente arriva quando il proprietario di una squadra future edizioni di Diari di Cineclub. Perché rivale fa una scommessa di 5000 dollari sulle punto i riflettori su Butter fingers? Perché ci so- World Series, la finalissima del campionato e no pochi altri casi di film comici del tipo slap- conseguenti bassi, scorretti tentativi di infi- stick, con un cast così eccezionale e riuscito: ciare la prestazione di Billy sul monte di lan- Bevan infatti, con Madeline Hurlock, Andy cio. Meglio sarebbe impedirgli completamen- te di giocare. Il piano malvagio arriva a compimento quando Billy, vittima fessac- chiotta e ingenua, viene catturato nella vasca da bagno della moglie del proprietario corrut- tore della squadra avversaria (ma come ci era finito lì? Eh, vecchio Billy …). Da questo ambi- Buster Keaton in “College” (1927) guo elemento di catalizzazione erotica, scatta genialata assoluta, qualcosa che si è visto solo il ricatto: il lanciatore dovrà fare in modo di in un alcuni lavori surrealisti di Laurel e Har- perdere la partita senza destare clamori, pena dy o in Our Gang (Le simpatiche canaglie), serial lo sputtanamento sociale. Ma non tutto va se- di cortometraggi interpretati interamente da condo i piani dei malintenzionati, il Dio del bambini, prodotti da Hal Roach nel periodo Baseball, manovrato dal grande cuore di Sen- dal 1922 al 1944. nett, che credeva in un cinema sano, ridente, Il ritmo di Butter fingers è incalzante e si vor- ci mette lo zampino. Quando infatti la ragaz- rebbe che i 16 minuti del film non finissero za di Billy scopre, leggendo in un telegramma, mai, ma vorrei lasciarvi con una battura me- il basso tentativo di ricatto, si precipita allo morabile, che appare ovviamente in un cartel- stadio e con l’aiuto di un cagnolino geniale – forse vero jolly ed elemento trasognato del corto – avvisa il lanciatore di aver sgominato il raggiro, in modo che quest’ultimo possa im- pegnarsi fino in fondo, seppellire di strike i battitori avversari e portare in trionfo la sua squadra. La pellicola, nonostante il tono buffo, è piena di eros - sia Ruth Taylor che Madeline Hurlock sono molto attraenti e autoironiche – e si badi bene che la bellezza non va sempre a braccetto con l’autoironia, anzi – un erotismo feticistico Roscoe “Fatty” Arbuckle che richiama a tratti le strisce di Fatty Arbuck- Clyde e Kewpie Morgan, danno vita a una del- le, anche se i momenti più esilaranti si consu- le migliori comedy prodotte dal genio di Sen- mano durante la partita. Una palla battuta nett, una commedia-fumetto intelligente, pu- molto alta atterra esattamente, con precisio- ra, limpida, un gioiellino con un taglio morale ne millimetrica, sul bordo del recinto esterno volto a ripudiare la corruzione che soprattutto e rotola avanti costringendo Billy a inseguirla, a cavallo tra ‘800 e ‘900 e per tutti gli anni ’10 e pateticamente. Un’altra palla sta per sorvolare ’20 aveva afflitto il mondo del baseball profes- la recinzione, minacciando un letale home run sionistico, cercando di macchiare l’anima del (fuoricampo), ma Billy si arrampica in cima più nobile Old Game. Fu per questo che dopo il alla balaustra, cade all’indietro, verso l’esterno 1920, l’epopea pioneristica e brigantesca del del campo, balza di nuovo in aria aiutandosi Laurel e Hardy in un set fotografico baseball lasciò spazio a una nuova, quasi obbligata denominazione, la Golden Age. lo didascalico, qualcuno dice: “(Quella L’Età d’Oro infatti venne a risanare, nel- donna) è diventata bionda a forza di star le menti offuscate e offese dei tifosi più seduta sulle gradinate!”. genuini, quegli anni bui di loschi traffici, Non è forse questo il confine tra due di scommesse e incontri truccati, per epoche governate da una diversa perce- dar vita a un risveglio, a un rinascimento zione ironica? Non è forse questa battu- che avrebbe portato tutto il movimento a ta dalle mille sfaccettature, più o meno una modernità di più leali intenti pro- eroticamente velate, un esempio di sca- fessionistici. valcamento culturale, generazionale, tra Disponibile in versione integrale su you- chi credeva a una risata e basta e chi cre- tube (video di appena sufficiente quali- de, ora, a una risata che cela un pensie- tà) e inserito nel dvd antologico Forgotten ro? Funnymen - Billy Bevan, silent shorts Volu- Ignazio Gori me 1 (1h e 23minuti, comprendente an- che Wall Street Blues (1924), Whispering Lou Costello, Bud Abbott con Joe Di Maggio Whiskers (1926), Wandering Willies (1926) e Bea- con una tavola a mo’ di catapulta e prende la ch Club (1928), edito Alpha Home Entertain- palla al volo, in tempo per una eliminazione ment e che invito tutti ad acquistare cieca- super spettacolare; un’azione che avrebbe Scheda tecnica del film: mente, Butter fingerstratta di un abile lanciatore senz’altro ispirato uno schizzo di Charles Butter Fingers (1925). di baseball, interpretato dal baffuto Billy Be- Shulz per i suoi Peanuts. Ma la scena più bella Diretto da Del Lord van, che intrattiene, più o meno nascosta- è forse quella che coinvolge il cane, quando con Billy Bevan, Madeline Hurlock, Ruth Taylor, Andy mente, una relazione amorosa con la figlia del salta su un cavallo, tira la criniera con i denti e Clyde, Kewpie Morgan, Barney Hellum, Leo Sulky. Pro- proprietario della sua squadra. La crisi narrativa cavalca sulla strada con nonchalance; una dotto da Mr. Mack Sennett. 13 n. 86 Il delitto Mattarella Un “cadavere eccellente” nell’ultimo film del regista siciliano Aurelio Grimaldi Sicuramente, ricorde- prostitute, a Palermo, o Nerolio (1996 - tratto rete tutti la figura del da una sua pièce teatrale inedita, Sputerò su mio professore interpreta- padre), esplicito “omaggio” a Pasolini attraver- to da Michele Placido, so un ritratto crudo e spietato, così come su impegnato nel carcere Pasolini è incentrato anche il successivo Un minorile di Malaspina, mondo d’amore (2002). a Palermo, nel film In effetti, un altro tema di fondamentale im- Mery per sempre di Mar- portanza nella filmografia di Grimaldi è pro- Nino Genovese co Risi, risalente al prio quello della sessualità e dell’erotismo, 1989 e tratto dal libro omonimo di Aurelio Gri- presenti in filigrana in tutti i suoi film; ma, in maldi. Ebbene, non si tratta di un personag- modo particolare, in una sorta di trilogia ero- gio di fantasia, ma di un’esperienza appassio- tica, che annovera La Ribelle / Storia di Enza nata e contrastata vissuta dallo stesso Grimaldi, (1993 - tratto da un suo romanzo ed interpre- il quale aveva accettato quest’incarico, bistrat- tato da una giovanissima Penelope Cruz), Il tato da tutti a causa dei problemi che un tale Macellaio (1998 - tratto dall’omonimo romanzo lavoro, sicuramente, avrebbe comportato. Ed di Alyna Reyes, con Alba Parietti) e La Donna invece la decisione coraggiosa di Grimaldi l’ha Lupo (1999 - con Loredana Cannata): tre film in premiato, dal momento che essa ha costituito cui – pasolinianamente - si vuole dare corpo una svolta nella sua vita e ha dato l’avvio alla ad una concezione di sessualità intesa come sua fortunata carriera di autore, soggettista, sfrenatezza gioiosa. Il collegamento con Pa- sceneggiatore e regista. solini è evidente anche in Rosa Funzeca (2002), Aurelio Grimaldi nasce a Modica (Ragusa) il il cui nucleo narrativo è costituito dal viscera- 22 novembre 1957; dal 1959 al 1976 vive a Luino le rapporto tra la madre e il figlio, che riman- (Varese), dove il padre, di origine messinese, da a Mamma Roma (1962) di Pasolini. si era trasferito per motivi di lavoro. Nel 1977 Inoltre, Grimaldi ha partecipato come attore, Regione Siciliana, presumibilmente per le sue ritorna in Sicilia, a Milazzo (Messina), dove ri- nel ruolo di se stesso, nel film comico-farsesco indagini sui rapporti tra mafia, neo-fascisti e mane fino al 1981, laureandosi in Lettere pres- Ladri di barzellette (2004) di Bruno Colella e Le- Stato: un delitto, rimasto impunito, ignobil- so la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Univer- onardo Giuliano; ed è anche autore di molti mente dimenticato, che rientra nella serie dei sità degli Studi di Messina. Dal 1992 vive a romanzi e libri. cosiddetti “cadaveri eccellenti” (per usare un’e- Termini Imerese (Palermo), dove ha fondato Tra gli altri suoi film, ricordiamo L’Educazione spressione che dà il titolo a un noto film del una sua Società di Produzione, l’«Arancia Ci- Sentimentale di Eugénie (2005); Anita - Una Vita 1976 di Francesco Rosi, tratto, a sua volta, dal nema S.r.l.». Dopo la collaborazione a varie per Garibaldi (2007), girato interamente in racconto Il Contesto di Leonardo Sciascia): e sceneggiature, esordisce alla regia nel 1992, Brasile; Se sarà luce sarà bellissimo - Moro. Un’Al- Rosi, insieme con Petri, Sciascia, Lizzani, P. P. con La Discesa di Aclà a Floristella, su soggetto tra storia, (2009, montaggio dei materiali fil- Pasolini e pochi altri, con il loro grande impe- dello stesso Grimaldi, in concorso alla Mo- gno in ambito sociale, politico e civile, ri- stra del Cinema di Venezia di quell’anno; entrano tra i referenti culturali di Grimal- seguono altri film, otto documentari e un di, a cui egli costantemente si ispira. film-TV, fino Ila Delitto Mattarella (2020). Il film, presentato in moltissime località, Le tematiche principali della filmografia di spesso alla presenza del regista, ha chiuso, Grimaldi sono incentrate su un sincero, au- fra l’altro, la XII edizione dell’Ortigia Film tentico interesse nei confronti del mondo Festival di Siracusa (18-23 agosto). dei reietti, degli esclusi, dei diseredati: il Recentemente, è stato proiettato anche “modello” è Pier Paolo Pasolini, con la sua nell’Arena Apollo di Messina. realizzata attenzione rivolta ai “ragazzi di vita”, al lum- negli stupendi spazi del Museo Regionale, penproletariat delle borgate romane. Ciò si preceduto da un incontro - coordinato dal- evince dal soggetto e dalla sceneggiatura di lo scrivente - cui hanno partecipato gli at- Mery per sempre, e – ancor più – dal successi- tori David Coco e Antonio Alveario (rispet- vo “sequel” Ragazzi fuori; ma anche dal suo tivamente Pier Santi Mattarella e Segretario primo lungometraggio, La Discesa di Aclà a regionale), che hanno evidenziato il modo Floristella, che, attraverso la storia di un ra- Nino Genovese e Aurelio Grimaldi la sera del 23 luglio scorso in cui si sono accostati a questi due perso- gazzo costretto a lavorare nelle miniere, alla presentazione del film all’Arena Apollo al MuMe Museo naggi, mentre il regista ha simpaticamente analizza le drammatiche condizioni di vita regionale di Messina (foto di Carlo Cucinotta) ricordato i suoi “trascorsi messinesi”, tra dei minatori nella Sicilia degli anni Trenta. l’altro con la costante frequentazione del Al ragazzino costretto a un duro lavoro fa da mati per un film in tre parti su Aldo Moro, in- «Cineforum Orione», che ha costituito un ot- contraltare, sia pure in un diverso contesto compiuto e inedito); L’Ultimo Re (2009); La timo viatico per il suo accostamento a quel socio-economico e temporale, il delizioso, Divina Dolzedia (2016). “cinema di qualità”, di cui egli stesso costitui- garbato ritratto di una bambina (interpretato Il suo ultimo lavoro, Il Delitto Mattarella (2020), sce un degno rappresentante. Grimaldi ha dalla figlia Arancia Cecilia), in Iris (girato nel tratto da un suo libro e da lui sceneggiato, do- anche detto che il “concetto di memoria” è 1999, ma uscito nel 2001), film insolito e diverso, po anni di ricerche e di documentazione, è molto importante, così come lo è «conoscere che si distingue per il candore e la semplicità. una sorta di “docu-film”, che riguarda l’effera- la Storia e farla conoscere». Tematiche, queste, che, naturalmente, strido- to omicidio di Piersanti Mattarella, fratello Per non ripetere gli errori commessi nel pas- no con la virulenza del linguaggio, dei perso- del Presidente della Repubblica, ucciso (quasi sato. Per non dimenticarli. naggi, delle situazioni e degli ambienti, con le sicuramente da frange dell’estrema destra fa- E noi siamo assolutamente d’accordo con atmosfere cupe di altri suoi film, quali Le But- scista, insieme con la mafia) nel giorno dell’E- lui!… tane (1994), storie di vita intrecciate di alcune pifania del 1980, mentre era Presidente della Nino Genovese 14 [email protected] Associazionismo Nazionale di Cultura Cinematografica

68° Consiglio Federale | 31° Convegno Studi Vedere e Studiare Cinema 25-26 settembre 2020 – Diretta streaming e votazioni online

Care amiche, cari amici della FIC suggestione visiva» (I film attraverso i film. Enrico Zaninetti, che in qualità di Vicepresiden- abitualmente in questo periodo dell’anno ri- Dal “testo introvabile” ai video essay, Mime- te senior ha accettato di assumere la guida della cevevate la comunicazione per la campagna sis, 2017). FIC come Presidente ad interim fino a qui. Il re- di Tesseramento e la convocazione per il Con- Al convegno parteciperanno: Chiara Grizzaffi, sto del percorso dobbiamo farlo insieme. siglio Federale di settembre. Quest’anno tutte Giampiero Frasca, Laura Spini, Antonio So- Istruzioni: come funziona quest’anno? le nostre abitudini sono cambiate e noi abbia- maini, con Saverio Zumbo in veste di modera- Consiglio Federale: tutti i delegati dei circoli, in mo cercato di adeguarci ai tempi, pur senza tore. La diretta streaming sarà sabato 26 set- numero proporzionale in base al numero di rinunciare alle cose in cui crediamo. Quest’an- tembre a partire dalle ore 15.30 sulla pagina tessere acquistate e come previsto da Statu- no non ci incontreremo “in presenza” a Ber- Facebook di FIC – Federazione Italiana Cinefo- to, riceveranno l’invito in Zoom per partecipa- gamo, ma ci troveremo in rete. rum, la pagina è accessibile anche a coloro i re all’incontro, domenica 27 settembre ore Il Tesseramento 2020-2021, come già sapete, quali non hanno un proprio account sulla piat- 10.30. Chiedo cortesemente a tutti la massima sarà in due tempi: #fase1 (rinnovo quota ade- taforma. Successivamente il video sarà carica- collaborazione, facendomi avere l’elenco com- sione), #fase2 (risentiamoci a settembre per to e quindi visionabile anche su altri canali pleto degli aventi diritto al voto (nome, cogno- capire quante tessere vi occorrono). Per quan- (Youtube). me, indirizzo mail) fin da subito. Ciò varrà per to riguarda il 68° Consiglio Federale FIC e il Il 68° Consiglio Federale FIC, che quest’anno la verifica dei poteri, ovvero per il controllo dei 31° Convegno Studi Vedere e Studiare Cine- prevede anche le votazioni per il rinnovo delle titoli di partecipazione dei delegati. Durante il ma abbiamo deciso per la modalità streaming. cariche 2021-2023, è fissato per domenica 27 meeting saranno presentate le relazioni del Sarà una cosa nuova per tutti e perciò contia- settembre ore 10.30 in Zoom meeting e sarà Presidente, del Segretario e del Direttore della mo sulla vostra piena collaborazione. Il conve- un momento particolarmente importante, rivista; saranno inoltre presentate le liste dei gno, curato da Adriano Piccardi in collabora- per non dire cruciale, nella storia della FIC. Al candidati, il bilancio per l’approvazione colle- zione con il Premio Adelio Ferrero (Alessandria), nuovo Presidente spetterà il compito di gui- giale e sarà dato spazio di intervento a tutti. A ha per titolo L’analisi rappresentata – I videosag- dare la Federazione verso un nuovo orizzon- partire dalle ore 12.30 saranno aperte le vota- gi: forme e funzioni di un pensiero critico che ambi- te, sia sul terreno delle relazioni con le altre zioni attraverso un modulo compilabile stret- sce a fare delle immagini il cuore del proprio discor- AANNCC, e quindi con il Ministero, che nel tamente personale il cui link sarà reso disponi- so. Sul cinema, sicuramente, ma non solo su di rapporto con i circoli, la cui sopravvivenza è bile nei giorni antecedenti la votazione. Al fine esso. Negli ultimi anni si è andata affermando (stata) duramente messa alla prova dalle seve- di garantire la più ampia partecipazione possi- in modo sempre più diffuso una modalità di re misure di contenimento del Covid-19. Non- bile, sia l’approvazione del bilancio che la vota- approccio critico alla materia filmica e cine- dimeno, al nuovo Presidente spetterà la guida zione per il rinnovo delle cariche sarà estesa fi- matografica, in cui la parola come strumento del nuovo corso di Cineforum – Rivista, in no a 10 giorni attraverso la stessa modalità o in di concettualizzazione e di esposizione lascia qualità di Direttore editoriale. E anche questa maniera cartacea, via posta (all’indirizzo della direttamente spazio in modi e gradi diversi non sarà una sfida facile, dopo mesi di silen- Segreteria: FIC – Federazione Italiana Cinefo- all’oggetto stesso della sua analisi, che ne di- zio cartaceo, con la temporanea sospensione rum, Via Pignolo 123 – 24121 Bergamo), fissan- venta così soggetto in senso pieno. L’idea che della pubblicazione, e il conseguente fermo do come scadenza venerdì 9 ottobre. L’asse- sta alla base di tale approccio è quella di pensa- dei proventi da abbonamenti e rinnovi. Il no- gnazione delle cariche avverrà nel corso della re e analizzare il cinema per mezzo del cinema. me del Presidente, così come quello dei mem- prima riunione di Consiglio Direttivo a seguire L’ambito di riferimento è quello del “saggio”. bri del Consiglio Direttivo, sarà tra i nomi dei il Consiglio Federale. Il Verbale della Commis- Come ha scritto Chiara Grizzaffi, i video saggi candidati nelle liste. L’appello va quindi al sione elettorale e, successivamente, il Verbale «rimontano e remixano immagini cinemato- senso di responsabilità, innanzitutto, con la di Conferimento delle cariche saranno pubbli- grafiche per suggerirne spunti analitici, per vei- consapevolezza che non basta un ottimo capi- cati sul sito e su Diari di Cineclub. colare riflessioni critiche o talvolta più semplice- tano per governare una nave, ma è indispensa- mente per mostrare con l’immediatezza delle bile l’equipaggio. In un anno vissuto tra mille tur- Il Segretario della FIC, Daniela Vincenzi, per immagini un’intuizione e condividere una bolenze, credo sia doveroso un ringraziamento a conto del Presidente ad interim, Enrico Zaninetti 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Mercoledì 9 settembre 2020, ore 14.30 Spazio Regione Veneto - Hotel Excelsior San Marco Un evento organizzato da FIC – Federazione Italiana Cineforum e CINIT – Cineforum Italiano in collaborazione con Cineforum Rivista, Spazio Regione Veneto, La Biennale di Venezia Mazzacurati e il Nordest a cura di Emanuela Martini e della Redazione di Cineforum; intervengono Marina Mazzacurati, Alessandro Padovani (CINIT) La sedia della felicità, La giusta distanza, La lin- atmosfere noir e leggerezze di commedia, Car- cadenze, la sua malinconia e talvolta la sua ango- gua del santo. All’indietro, fino ad arrivare al 1987 lo Mazzacurati è stato l’autore italiano che ha scia un universo fisico, sociologico e psicologico di Notte italiana, con questi titoli che intrecciano anticipato, con i suoi paesaggi, i suoi volti, le sue segue a pag. successiva 15 n. 86

segue da pag. precedente che ambisce a fare delle immagini il cuore del pro- Va peraltro aggiunta anche un’altra possibile che nell’ultimo decennio si è ritagliato un po- prio discorso. Sul cinema, sicuramente, ma non so- direzione in cui procedere parlando di questa sto di primo piano nel nostro cinema: il Nor- lo su di esso. forma testuale: quando cioè il videosaggio di- dest del nostro paese (non solo Veneto, ma Negli ultimi anni si è andata affermando in modo venta strumento non tanto di un nuovo ap- anche Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto sempre più diffuso una modalità di approccio cri- proccio alla critica cinematografica quanto di Adige), la Padania orientale dei piccoli e medi tico alla materia filmica e cinematografica, in cui un pensiero critico sul nostro mondo, utiliz- imprenditori, dei falliti, di quelli che traffica- la parola come strumento di concettualizzazione zando anche il linguaggio e le immagini del no e dei sognatori, dei misteri di paese e dei e di esposizione lascia direttamente spazio in cinema per meglio farne emergere la com- riti di provincia, di acque di laguna e di delta. modi e gradi diversi all’oggetto stesso della sua plessità e l’intreccio che lo attraversa tra pub- Piccola patria ed Effetto Domino di Alessandro analisi, che ne diventa così soggetto in senso pie- blico e privato. Rossetto, Primo amore di Matteo Garrone, La no. Questo anche in considerazione del fatto che felicità è un sistema complesso di Gianni Zanasi, L’idea che sta alla base di tale approccio è quella di nelle ultime tre edizioni del Premio Adelio Villetta con ospiti di Ivano De Matteo, Finché c’è pensare e analizzare il cinema per mezzo del ci- Ferrero, cui la rivista Cineforum è storica- prosecco c’è speranza e Il grande passo di Antonio nema. L’ambito di riferimento è quello del “sag- mente legata, è stata aperta una sezione con- Padovan, Io sono Li di Andrea Segre, I figli della gio”. Come ha scritto Chiara Grizzaffi, i video corso che al videosaggio è dedicata in modo notte di Andrea De Sica, La ragazza nella nebbia saggi «rimontano e remixano immagini cinema- specifico. Nella mia proposta il Convegno sa- di Donato Carrisi, La ragazza del lago di An- tografiche pr suggerirne spunti analitici, per vei- rebbe quindi il risultato di una collaborazione drea Molaioli, Un confine incerto di Isabella colare riflessioni critiche o talvolta più semplice- diretta tra Federazione Italiana Cineforum e Sandri, In fondo al bosco di Stefano Lodovichi mente per mostrare con l’immediatezza delle Premio Adelio Ferrero. sono solo alcuni dei titoli che sono andati via immagini un’intuizione e condividere una sug- Il convegno si svolgerebbe nell’arco di un po- via a comporre questa topografia riconoscibi- gestione visiva» (I film attraverso i film. Dal «testo -in meriggio, con quattro relazioni (ho già otte- le e problematica. E, con il suo amore per il ge- trovabile» ai «video essay», Mimesis, 2017). nuto l’adesione entusiastica del nostro colla- nere e con la sua abilità nel mischiare sugge- Se l’idea in sé è tutt’altro che nuova, sono state boratore Giampiero Frasca, dell’università di stioni disturbanti e autenticità dei caratteri, le nuove tecnologie e facilitarne la realizza- Torino), e naturalmente prevede anche la pro- Mazzacurati ha tracciato il solco nel quale si zione, dando la possibilità a chi ha voluto pra- iezione di materiali ad hoc, permettendo a chi sono mossi gli autori successivi. ticarla di farlo fruendo di potenzialità manipo- lo seguirà anche un utile aggiornamento delle Proponiamo un omaggio a Carlo Mazzacurati lative del materiale di partenza e, di proprie conoscenze in merito. che, partendo dal suo lavoro, nel corso di un conseguenza, espressive a costi decisamente incontro che coinvolga alcuni dei registi citati impensabili in precedenza. Adriano Piccardi e alcuni degli interpreti dei film, si interroghi I pareri intorno a questa forma di esercizio sulla rappresentazione e il ruolo del Nordest, critico non sono ovviamente concordi: a fron- oggi, nel cinema italiano, la sua efficacia nel te di chi ne sottolinea gli aspetti interessanti e rappresentare le speranze, il malessere e le di- di grande novità ci sono coloro che li reputano Mazzacurati e il Nordest sillusioni di tutti noi. – almeno nella maggior parte dei casi – sem- MERCOLEDÌ 9 SETTEMBRE 2020 DAL- plici esercitazioni retorico-spettacolari che LE ORE 14:30 ALLE 15:30 31° Convegno Studi Vedere e Stu- poco hanno a che fare con il lavoro critico vero Hotel Excelsior Venice Lido Resort diare Cinema - 68° Consiglio Fe- e proprio. Per articolare una riflessione sul tema Spazio Regione Veneto derale FIC ho dunque pensato che si potrebbe dedicare (diretta streaming, sabato 26 settembre 2020, quest’anno il convegno annuale della Federazio- Accesso libero, max 30 posti a causa delle ore 15.30) ne all’argomento “videosaggio”, cercando di ab- disposizioni di distanziamento. L’ANALISI RAPPRESENTATA binare una storicizzazione dell’argomento a I videosaggi: forme e funzioni di un pensiero critico considerazioni e analisi dell’attualità.

16 [email protected] La memoria di ieri e oggi: articoli rotrovati. Rinascita pag. 25 del 12 maggio 1962 Il Gattopardo, Visconti e la rivoluzione tradita Il romanzo di Tommasi di Lampedusa affronta lo schermo Abbiamo avuto modo, popolari e contadine del Sud, un sogno di grazie alla cortesia di giustizia. Non a caso la sceneggiatura di Visconti e dei suoi col- Visconti concentra in tre grandi blocchi laboratori, di leggere la materia narrativa del Lampedusa e la sceneggiatura sulla chiude il racconto nell’arco del periodo cui base avranno ini- intercorrente fra lo sbarco dei Mille e il zio tra pochi giorni a disperato tentativo di riscossa garibaldi- Palermo le riprese del na ad Aspromonte. I tre blocchi sono: i film II Gattopardo. È ci combattimenti nelle vie di Palermo con Mino Argentieri siamo ancora una vol- sullo sfondo la presentazione di tutti i ta confermati nella idea, da molti avversata, personaggi di casa Salina al cui centro che non soltanto sia possibile ricavare un im- campeggia, con l’ausilio di rapidi e incisi- pianto filmico autonomo da un testo lettera- vi ritorni al passato, il principe Don Fa- rio illustre, ma che, a determinate condizioni, brizio; la lunga permanenza a Donnafu- questa si confermi come una delle vie maestre gata dove prende corpo il contratto del cinematografo. Prima e insostituibile tra matrimoniale di Angelica e Tancredi, con le condizioni necessarie è che la sceneggiatu- sullo sfondo la realtà della condizione dei ra ricavata da un romanzo, lungi dal limitarsi contadini dal cui oscuro contesto Viscon- a riprodurre fedelmente le situazioni in esso ti ha fatto emergere, con maggior rilievo elaborate, ne costituisca una lettura critica e di quanto non fosse nel romanzo, e ri- quindi non illustrativa, non didascalica. Qual- chiamandosi deliberatamente al modello cuno potrà forse rimproverare alla sceneggia- verghiano di Mastro Don Gesualdo, la figu- tura del Gattopardo persino una certa esacer- ra di Don Calogero Sedàra che diviene, in bata unilateralità. La verità è che non si tratta tal modo, il momento strumentale, concre- di una unilateralità polemica o artificiale, ma to, della formula cinica di Tancredi: «per- di un vero e proprio ripensamento della mate- ché nulla cambi tutto deve cambiare»; il ria e dell’asse ideologico del romanzo di To- ballo in casa Pontelleone, grande apoteo- masi di Lampedusa, alla luce dei contributi si sarcastica dell’ordine feudale soprav- critici della storiografia risorgimentale democra- vissuto alla bufera rivoluzionaria, sul cui fornisce una galleria di personaggi program- tica e del dibattito più specificamente letterario sfondo, echeggiano i colpi di fucileria dei plo- mati e conclusi sin dalla loro prima apparizio- che seguì alla pubblicazione del romanzo. Si de- toni che eseguono le condanne a morte di al- ne, la sceneggiatura di Visconti e dei suoi col- ve inoltre osservare che la tematica de Il Gatto- cuni disertori catturati ad Aspromonte al se- laboratori, introducendo più espliciti motivi pardo ha consentito a Visconti di riprendere guito di Garibaldi. Apoteosi che ricorda quella di analisi classista storicizza i diversi destini un discorso già avviato con Senso nel 1954: la realizzata da Visconti in una sua celebre regia individuali e ne prefigura una loro più umana, demistificazione di una illusione; il tramonto del Matrimonio di Figaro di Beaumarchais nella commossa e realistica caratterizzazione. Se si inevitabile e consapevole di un quale sulle coppie di pensa al dibattito critico che si accese attorno mondo che viene spazzato via un’analogo ballo di al Gattopardo in occasione della sua scoperta sotto l’urto di nuove e aggressi- aristocratici si antici- da parte dello scrittore Giorgio Bassani, risul- ve forze sociali; la speranza in pavano le note della ta assai chiaramente quanto gli autori della un avvenire migliore che soprav- Carmagnola. sceneggiatura si siano tenuti ugualmente lon- vive alle sferzate del tradimento Nel non avere segui- tani dai verdetti negativi di Vittorini e Mora- e della violenza repressiva. Non- to servilmente l’arco via quanto dalle esaltazioni acritiche di ogni dimeno, nella sceneggiatura del narrativo del roman- tipo, ed abbiano, piuttosto, condiviso il punto Gattopardo, il contesto sociale zo che accompagna di vista democratico e storicistico contenuto, ha una maggiore evidenza che in il Principe di Salina ad esempio, nelle analisi di Mario Alicata e di Senso, e condiziona ogni piega In questo salone, detto degli specchi e in altri di fino alla sua morte Leonardo Sciascia. Ne è derivata una traspo- della narrazione. In tal modo, Palazzo Cangi a Palermo, si gireranno le scene sembra consistere la sizione che se non rifiuta il velo di malinconia quella che poteva unicamente del ballo per il film tratto dal “Gattopardo” alla cui creativa originalità e quell’aura di morte che pervadono le pagine profilarsi come la genesi di un sceneggiatura hanno collaborato Suso Cecchi della versione che del Lampedusa, neppure rimane immersa nel matrimonio borghese («un’av- D’Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Visconti ha ricavato puro lirismo della memoria e soprattutto ri- ventura audace e predatoria», la Franciosa ed Enrico Medioli dal Gattopardo. Non fiuta quell’atteggiamento ironico verso la sto- considera l’autore stesso del romanzo), acquista si tratta, infatti di una pura e semplice inter- ria che più d’una volta s’accompagna nel ro- il significato generalizzatore di una situazio- ruzione del racconto ma di un’angolazione manzo ai più struggenti rovelli dei personaggi. ne la quale ha per protagonisti la decadenza di ideologica e drammatica che ne mette in risal- Sulla base di una tale sceneggiatura il regista un’aristocrazia borbonica pietrificata nel suo to tutti i valori dinamici, di scottante attuali- ha voluto porsi più nella posizione del giudice immobilismo e il prorompere sulla scena di tà. Laddove l’opera di Lampedusa risente di che in quella del testimone unicamente com- una borghesia che, sull’onda dei moti per l’U- un’ideologia conservatrice; laddove lo scritto- mosso o sopraffatto dagli avvenimenti narra- nità d’Italia, si pone alla testa del paese, sosti- re siciliano non esita a prospettare una visione ti. tuisce la vecchia classe dirigente, sconvolge i statica del Risorgimento e a identificarsi nel Mino Argentieri tradizionali rapporti e mentre crea una fresca protagonista, imputando l’immobilità e l’immu- e avida leva d’imprenditori e nuovi proprietari, tabilità della società siciliana a presunte ragioni Su YouTube canale di Diari di Cineclub puoi seguire le rinnega le istanze democratiche di un movi- geopolitiche e a un fato incorreggibile dalla vo- lezioni del prof. Mino Argentieri su Visconti: La Scrittura mento per cui si era acceso, nelle grandi masse lontà degli uomini, laddove infine il Lampedusa Filmica https://bit.ly/30FHDaf 17 n. 86 Bacurau, di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles Una parabola brasiliana che fonde vari generi e che spettacolarizza la violenza, nascondendo un pamphlet politico aberrante Bacurau è il terzo lun- latrocinio organizzato ai danni delle casse si svolge in un futuro prossimo, tra qualche gometraggio scritto e dello stato federale e delle grandi concentra- anno. Bacurau è un remoto villaggio con una diretto dal cinquan- zioni industriali statali come la Petrobras. popolazione di poco più di un centinaio di tenne brasiliano Kle- Tuttavia la concezione e l’essenza del film, abitanti, sperduto nel sertão brasiliano. È una ber Mendonça Filho, nonché i veri propositi di Kleber Mendonça comunità in cui ognuno rispetta le abitudini in questo caso in colla- Filho e Juliano Dornelles, sono alquanto più e le stramberie altrui e tutti sono solidali nel Giovanni Ottone borazione con il suo provocatori, mistificanti e strumentali nei difendere uno stile di vita predominante, tol- abituale scenografo Juliano Dornelles. Dopo confronti del pubblico. In effetti, analizzando lerante e libertario, in cui si mescolano nor- aver ottenuto il Premio della Giuria ex aequo dettagliatamente Bacurau, si scopre che si male consumismo di gadget tecnologici mo- al 72° Festival di Cannes del 2019 e, in seguito, tratta di una parabola allegorica che, dietro la derni e pregiudizi, riti e tradizioni ancestrali, numerosi altri Premi in importanti Festival in facciata del cinema d’autore “creativo” e pro- una sessualità libera e promiscua senza limiti Europa e in America (tra cui Munich, Sitges, vocatorio, nasconde un pamphlet autorefe- (compreso un servizio di prostitute arrivate Montréal e Lima), il film è stato presentato in renziale, mortifero e distorto, che esalta scri- con un furgone), l’uso dell’alcool e il consumo Italia al Noir in Fest 2019, tenutosi a Como e a teriatamente lo spettro della ”lotta popolare generalizzato di droghe naturali e sintetiche. Milano lo scorso dicembre e, recentemente, armata” presentandola come un’esperienza La popolazione appare molto unita e orgo- ad inizio agosto, alla 24.ma edizio- gliosamente legata alla memoria dei ne dell’Umbria Film Festival 2020, cangaçeiros (banditi sanguinari che, che ha avuto luogo a Montone nel Nordeste degli anni tra la fine del presso Perugia. Viceversa è anco- XIX e i primi decenni del XX secolo, ra in attesa di essere distribuito derubavano i latifondisti e terroriz- nelle sale cinematografiche del zavano il popolo razziando le cam- nostro Paese. Si tratta apparente- pagne e rapivano e violentavano le mente di un film baroccheggiante donne, mitizzati dalla letteratura e molto colorato, che si configura dal cinema brasiliani) a cui è dedica- come ostentata espressione di to il piccolo museo locale. Ma vive in una cinefilia bulimica. In effetti è condizioni difficili. Tony Jr. (Thar- un’opera che mette insieme disin- delly Lima), il sindaco cialtrone e voltamente molteplici generi: il corrotto di Arco Verde, il comune da dramma sociale e antropologico cui dipende Bacurau, ha interrotto le distopico; l’epopea popolare con forniture idriche, ponendo uomini tracce di commedia; il western in armati a controllare il bacino di rac- versione sertaneja (ovvero am- colta delle acque che è adibito al ri- bientato nel sertão, l’estesissimo fornimento del villaggio. Peraltro entroterra molto arido del Norde- cerca di accattivarsi la simpatia degli ste brasiliano), con voluti riferi- abitanti con periodiche comparsate menti al genere “spaghetti we- nel villaggio e, pur ignorato da tutti, stern”; il thriller atipico con lascia in dono vecchi libri e medici- venature horror e splatter. Peraltro nali scaduti. Motivo per cui la popo- molti critici ne hanno facilmente lazione di Bacurau si serve di un’au- individuato la vera natura di apolo- tocisterna che ogni giorno sfida la go politico. Risulta infatti evidente sorte e li rifornisce. In questo conte- che i due registi vorrebbero pro- sto si colloca il primo momento co- spettare, attraverso un’ardita, e a rale che serve per presentare la va- tratti truculenta, metafora, il triste riegata tipologia degli abitanti, in destino del loro Paese dopo le ele- maggioranza mulatti. Teresa (Bárb- zioni dell’autunno del 2018 che ara Colen), una trentenne stabilitasi hanno insediato come Presidente in una grande città, Recife, la capi- della Repubblica Jair Bolsonaro, un tale dello stato di Pernambuco, torna politico reazionario di estrema de- a casa. Dopo il suo arrivo iniziano le stra, votato dall’ampia maggioran- esequie di sua nonna Carmelita, la za degli elettori dopo la rivelazio- matriarca riverita da tutti, deceduta ne di clamorosi e continuativi all’età di 94 anni. Sono presenti an- episodi di corruzione che hanno coinvolto i mitica e liberatoria. E allora si capisce anche il che il figlio Plinio (Wilson Rabelo), insegnan- precedenti governi guidati dai Presidenti del- perverso riferimento al bacurau, un piccolo te dell’unica scuola, e Domingas (Sônia Bra- la Repubblica Lula e Dilma Roussef, leaders uccello presente nelle regioni interne di Brasi- ga), vecchia dottoressa scarmigliata, lesbica e del PT (Partido dos Trabalhadores), negli anni le, Argentina, Venezuela e Bolivia, che si na- alcolizzata. Nei giorni successivi iniziano una dal 2002 al 2016. In realtà, durante i 14 anni di sconde tra gli arbusti durante il giorno, esce serie di eventi strani e sconcertanti. Plinio governo e di potere, il PT non ha mai proposto allo scoperto di notte e usa ogni mezzo per di- scopre che il villaggio non è più localizzabile una vera riforma politica che stroncasse la ra- fendere la prole e per scacciare gli intrusi: si sulle mappe satellitari di Google Earth, poi dice del male, la presenza in Parlamento di tratta di un grossolano omaggio alle tecniche anche il segnale telefonico scompare, si molti- ben 33 partiti politici, preferendo invece una della guerriglia di memoria guevarista. plicano presagi malevoli e si manifestano i se- politica di continue e varie alleanze, anche All’inizio del film vi è un espediente narrativo: gni di un complotto a danno degli abitanti di con forze di destra, con numerosi schemi di una scritta avvisa lo spettatore che la vicenda segue a pag. successiva

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segue da pag. precedente la scelta del cinema politico rozzamente allar- liberamente. L’obiettivo di tanti clichés, astruse- Bacurau. Quindi un giorno l’autocisterna vie- mista, ma la maschera con una strategia nar- rie e sottintesi, molti dei quali pienamente ne colpita da alcuni proiettili, senza che l’auti- rativa fortemente affabulatoria e con un va- comprensibili, nel loro rozzo e sconvolgente sta se ne accorga. Poi compaiono i primi mor- riegato campionario di incursioni nei generi e significato, solo da parte dello spettatore brasi- ti. Gli abitanti increduli e disorientati scoprono nel cinema di diversa provenienza. Da un lato liano o di quello che ha vissuto nel Paese stu- l’efferato eccidio di una famiglia che abitava vi è un’abile e mistificante strategia di presen- diandolo, è quello di presentare come normale in una piccola fazenda isolata: cinque ca- e giustificata la ribellione violenta con daveri, crivellati dai colpi di arma da fuo- qualsiasi mezzo contro i politici corrotti, co, tra cui quello di un bambino. A que- la polizia e gli organi dello stato. Citiamo sto punto compare un gruppo di una solo due esempi. Ad un tratto compare decina di presunti turisti yankee ameri- un’auto della polizia abbandonata da cani, accampati da qualche tempo in anni in una landa semidesertica e crivel- una casa colonica che dista alcuni chilo- lata da proiettili e il commento derisorio metri dal villaggio. Sono guidati dal ses- e soddisfatto di un abitante è inequivo- santenne Michael (Udo Kier), un uomo cabile. Il secondo caso riguarda uno stra- perfido e subdolo. Dai loro discorsi emer- no episodio in cui una coppia di motoci- ge che stanno compiendo una missione clisti brasiliani sconosciuti entrano nel per incarico di misteriosi committenti: villaggio e piazzano alcune microspie. Quin- devono ammazzare il maggior numero di ammazzano due testimoni scomodi, pri- possibile di abitanti di Bacurau per se- ma di venire a loro volta trucidati dagli minare terrore e disperazione. Utilizza- americani, di cui sembrano essere allea- no uno strano drone, con la forma di un picco- tazione del progetto: la gestazione del film ri- ti, per una questione di incomprensibili diver- lo disco volante, per controllare gli abitanti e salirebbe addirittura al 2009 e sarebbe legata genze. Ma poi si scopre che i due sono agenti al per documentare i loro omicidi. Si comporta- alla tradizione storica e culturale del Pernam- servizio del tribunale: ecco come i due registi no come una masnada di psicopatici goliardi buco, lo Stato dove sono nati e dove risiedono inseriscono il velenoso e strumentale riferi- in cerca di emozioni forti. Sono spietati e cini- i due registi. Non si può metterlo in dubbio, mento ai giudici brasiliani, odiati dai sostenito- ci, ma rispettano assurde e folli regole, dall’u- ma certamente, e in modo mediato, la storia è ri di Lula e considerati come personaggi coin- so di armi automatiche rigorosamente vinta- stata riadattata per legarla allo scontro politi- volti in losche trame e al servizio delle élites. In ge alla competizione per i bersagli umani, con co tra i sostenitori di Lula e di Dilma Roussef sostanza l’assurda e provocatoria storia dei relativi punteggi personali assegnati dopo (e i due registi lo sono pienamente) e i loro fa- gringos americani a caccia di prede umane, in ogni omicidio. Gli abitanti di Bacurau indivi- migerati nemici, gli elettori di Bolsonaro. combutta con il sindaco corrotto, serve a sol- duano i nemici e, dopo un acceso dibattito, Dall’altro vi è la scelta di citare, rileggere e me- lecitare lo spettatore a condividere la spetta- decidono di resistere. Il più attivo nell’orga- scolare, contenuti e poetiche di registi ben no- colare mattanza finale degli invasori da parte nizzare la gente è Pacote (Thomas Aquino), ti: Glaber Rocha, Sergio Leone e Sergio Cor- del popolo glorioso e vincente, armato con i divenuto amante di Teresa, un ex rapinatore e bucci, John Carpenter, Dennis Hopper, Ruggero fucili e le pistole dei cangaçeiros, conservati matador le cui tragiche imprese, compiute a Deodato e molti altri. Ne risulta una narra- nel museo e miracolosamente funzionanti Recife, sono state immortalate in un video di- zione che procede con un ritmo sfrenato, con dopo moltissimi anni. venuto virale sui social network. L’uomo com- continui cambi di registro e di tecnica, visiva- Giovanni Ottone pie un passo decisivo: convince il pittoresco e mente molto ricca, con lo scopo evidente di controverso Lunga (Silvero Pereira, noto atto- deliziare i critici, da sempre oggetto di un cor- re trans della scena teatrale di Fortaleza, altra teggiamento assiduo da parte dell’ex critico grande città del Nordeste), una sorta di nuovo Kleber Mendonça Filho. La messa in scena cangaçeiro, a mettersi a capo delle operazioni sfrutta pienamente il sistema widescreen di autodifesa. Quando gli yankee si dirigono a anamorfico con effetti panoramici e realizza Bacurau per concludere la loro assurda mis- exploit estetici mediante l’ampio uso del dol- sione, cadono in varie imboscate e vengono ly, fluidi movimenti di macchina, tendine e ammazzati barbaramente a colpi di arma da dissolvenze incrociate. Combina l’insistenza fuoco e di machete. Lunga ne decapita cinque caricaturale costumbrista e la spettacolariz- facendo il verso agli storici cangaçeiros di zazione della violenza, alternando alcune so- Lampião. Nel giubilo della vittoria Michael, luzioni azzeccate, molte scelte narcisistiche, unico superstite tra gli invasori, viene sepolto dozzinali, kitsch e contraddittorie e noiose di- vivo in un’antica cella sotterranea. gressioni, senza preoccuparsi della coerenza Kleber Mendonça Filho, dopo aver realizzato stilistica. Ad esempio un’esibizione della tradi- alcuni cortometraggi, ha esordito con O som zionale danza capoeira è accompagnata da un ao redor (Neighbouring sounds) (2012), un inte- brano di cupa musica elettronica. Mentre, nel ressante ritratto delle contraddizioni della complesso, la colonna sonora spazia da balla- classe media di Recife, privo di finalità dida- te popolari a canzoni di successo della MPB Nei prossimi giorni su scaliche, ricco di provocazioni surreali e oniri- (musica popolare brasiliana) a brani di Ma- DdCR | Diari di Cineclub Radio che e caratterizzato da una brillante estetica teus Alves e di Tomaz Souza. In realtà la ric- “Diario Critico della Mostra di Vene- sperimentale. Il suo secondo film, Aquarius chezza visiva spiazzante nasconde una cinica zia”, a cura di Giovanni Ottone in po- (2016), è un dramma esistenziale con velleità e grossolana operazione di propaganda politi- dcast quasi in diretta la sera a partire di denuncia politica e morale mistificante e ca identitaria. Kleber Mendonça Filho e Julia- dalle ore 18 manichea. È un’opera abilmente costellata da no Dornelles inneggiano a un fantomatico situazioni e citazioni politicamente corrette, “popolo unito”, che accoglie e celebra pure ma ben poco plausibili, e segna la scelta di co- banditi di ogni sorta e che incorpora tutte le niugare un immaginario legato al cinema di ossessioni e i miti della cosiddetta sinistra po- genere con una calcolata e schematica voca- pulista brasiliana: armonia interrazziale, libe- zione alla testimonianza politica propagandi- ralizzazione del consumo delle droghe e il so- stica. Bacurau porta alle estreme conseguenze lito prosaico universo polisessuale che si esprime 19 n. 86 Diritto di esserci anche al cinema Le battaglie per la pari- confermando i principi fondamentali in tema tà di diritti fanno da di riconoscimento dei diritti di pari opportu- sempre parte della sto- nità e di non discriminazione, e riconoscen- ria dell’essere umano, do, altresì, il valore della progettazione uni- ma mai come in questi versale di prodotti, strutture, programmi e tempi in cui i social servizi utilizzabili da tutti gli utenti, ivi com- network danno voce prese le persone con disabilità. anche a chi non ne ha, Per quanto, negli ultimi anni si siano fatti si può pensare di rag- passi da gigante per l’accessibilità dei prodot- AIDAC (Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori giungere obiettivi con- ti televisivi attraverso sottotitoli e lingua dei Cinetelevisivi) Laura Giordani creti e dura- turi. che ne usufruiscono a consegnare il Sia che si parli di diritti politici - co- prodotto finito con annessa audio- me il suffragio universale, concre- descrizione per ciechi e sottotitoli tizzatosi in Italia solo nel 1946 - di per sordi. Ma, purtroppo, accade pari dignità davanti a un tribunale, quotidianamente che la copia del di uguaglianza, di equità e di inte- film completa di audiodescrizione grazione, o di diritto all’intratteni- e sottotitoli, venga consegnata alle mento, lo Stato dovrebbe sempre cineteche ma non proiettata al ci- garantire a ogni cittadino la possi- nema, pur essendoci gli strumenti bilità di usufruire dei propri diritti per rendere fruibili questi due ser- in piena libertà, senza distinzioni e vizi ai disabili sensoriali. discriminazioni. Inoltre, capita spesso, che tutto ciò L’articolo n.3 della Costituzione che viene sottotitolato per i sordi Italiana, afferma che “Tutti i cittadi- non venga anche audiodescritto ni hanno pari dignità sociale e sono “Il colore nascosto delle cose” (2017) di Silvio Soldini, audiodescritto da Laura per i ciechi, diminuendo notevol- eguali davanti alla legge, senza distin- Giordani mente la quantità di prodotti acces- zione di sesso, di razza, di sibili ai disabili visivi. lingua, di religione, di opi- Eppure le figure professionali altamente spe- nioni politiche, di condi- cializzate che intervengono nella realizzazio- zioni personali e sociali. ne di audiodescrizioni, e di sottotitoli, esisto- È compito della Repubbli- no. L’audiodescrittore, questo sconosciuto, ca rimuovere gli ostacoli di traduce in parole scene che non possono esse- ordine economico e sociale, re carpite da un non vedente, si occupa di fare che, limitando di fatto la una descrizione fisica dei personaggi, del luo- libertà e l’eguaglianza dei go in cui la scena si svolge, delle azioni, che al- cittadini, impediscono il trimenti andrebbero perse. pieno sviluppo della perso- Sono lavori come questo che permettono a chi na umana e l’effettiva parte- ha delle invalidità di vivere una vita più nor- cipazione di tutti i lavoratori male possibile, andando ad esempio, a “vede- all’organizzazione politica, re” un film al cinema o ad assistere a una rap- economica e sociale del Pae- presentazione teatrale oppure di seguire, se.” “Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente” (2015) di Daniele Luchetti audiodescritto stando comodamente a casa, una serie televi- Ma, nonostante le pa- da Laura Giordani siva. role chiare e inequivo- E tutto questo con un unico scopo: favorire il cabili contenute nella raggiungimento di quella parità tra i cittadini Carta Costituzionale, è che resta l’obiettivo primario di una società facile verificare come, funzionante. ancora oggi, quegli in- tendimenti non si siano Laura Giordani pienamente realizzati, lasciando in molti casi Ringrazio per il contributo all’articolo Nicolas Martin vaste zone d’ombra. Arena. Nello specifico, nell’am- bito delle disabilità sen- soriali, se si confronta la situazione italiana con quella degli altri Stati “La marcia dei pinguini” (2005) di Luc Jacquet, audiodescritto da Laura Giordani. Europei, si ha la sensa- zione che l’Italia tratti questo tema, sia dal segni per i sordi e audiodescrizioni per i cie- punto di vista politico che sociale, più come chi e ipovedenti, l’unica emittente che ha l’ob- una forma di “assistenzialismo” che come il bligo di editare e rendere fruibili a tutti un nu- rispetto, dovuto, di un diritto di uguaglianza e mero di ore all’anno di audiovisivi, è la tv di integrazione, sancito dalla Costituzione. Stato, la RAI. Con la Legge 3 marzo 2009, n. 18, il Parlamento La Legge cinema nr 220/2016 sul Tax Credit, ha autorizzato la ratifica della Convenzione sovvenzioni elargite dallo Stato per la realiz- dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità, zazione di audiovisivi, obbliga le produzioni 20 [email protected] I dimenticati #67 Juliano Mer-Khamis Il mestiere dell’attore, identificava come arabo, quello della madre, Carré e ambientato in Palestina sotto l’occu- quando lo si svolge con diventando così Juliano Mer (poi Mer-Kha- pazione militare. L’anno dopo prese parte a un certo successo, ri- mis). Era entusiasta di servire il suo paese, e quattro film: No Quite Paradise di Lewis Gil- serva grandi soddisfa- se la madre non cessava di sostenerlo, il padre bert, un dramma ambientato anch’esso in zioni e consente un era invece fermamente contrario, affermando Israele, in un kibbutz, con Joanna Pacula, invidiabile tenore di che l’IDF (Israel Defense Forces) era un’istitu- Sam Robards e Tod Graff, dov’egli era Hassan, vita; ma la notorietà zione fascista: - Se lo sono davvero, devo ve- un terrorista; con Rage and Glory di Avi Nesher può rivelarsi un’arma derlo coi miei occhi - gli oppose però Juliano. (che piacque molto al produttore Dino De a doppio taglio, specie Servì come soldato da combattimento nella Laurentis, il quale convinse il regista a trasfe- Virgilio Zanolla se si vive in epoche di brigata di paracadutisti Hativat HaTzanha- rirsi ad Hollywood), nel ruolo del sicario Edy grandi tensioni sociali e in luoghi dove esisto- nim, e fu assegnato di stanza a Jenin, nella Ci- ‘il macellaio’ Juliano venne promosso prota- no fazioni in lotta che possono rendere l’esi- sgiordania settentrionale. L’esperienza tutta- gonista, accanto ad Hanna Azoulay Hasfari e stenza particolarmente tribolata e ad alto ri- via presto lo disilluse e nauseò, costringendolo Roni Pinkovich: anche questa era una storia schio. Di quest’assunto, la storia di Juliano ad ammettere che suo padre non aveva tutti i di terrorismo; il tema di Bar 51 di Amos Gutt- Mer-Khamis costituisce ahimé un triste esem- torti: trovò ignobile certa leggerezza e certi man è invece l’ambiguo rapporto tra Thomas pio. espedienti, come quando in un’azione nottur- (Juliano) e sua sorella Mariane (Smadar Kil- Juliano era nato a Nazareth, nel Distretto Set- na un missile uccise per errore una ragazza chinsky), che vivono a Tel Aviv in un sordido tentrionale d’Israele, il 29 maggio 1958, secon- seduta su un asino, e per coprire l’incidente ambiente dominato dalla prostituzione d’am- dogenito dei tre figli del palestinese Saliba accanto ai due corpi venne lasciato un carico bo i sessi. Nell’86 Juliano fu Amàn in Esther di Khamis e dell’israeliana Arna Amos Gitai, tratto dalla nota vi- Mer (1929-94). I suoi genitori non cenda biblica, con Simone erano persone qualsiasi; lui, di Benyamini, Mohammad Bakri religione cattolica, militò nel e Zare Vartanian. E nell’87 fu Palmach, la sezione paramilita- un ufficiale inNozze in Galilea di re che avrebbe costituito la spi- Michel Khleifi, con Mohamad na dorsale delle Forze di Difesa El Akilji, Bushra Karaman e An- israeliane, e dopo la guerra ara- na Achdian, film vincitore bo-isrealiana del ’48, persa la quell’anno del Premio Interna- convinzione sulla bontà nel sio- zionale della Critica al Festival nismo si era iscritto al Maki, il di Cannes. Partito Comunista israeliano, Dopo d’allora, volle prendersi del quale negli anni Sessanta fu una pausa. Si recò nelle Filippi- per un periodo il segretario; lei, ne, dove si fermò un anno vi- anch’ella comunista e antisio- vendo varie esperienze: non nista, figlia del microbiologista tutte ortodosse, come cibarsi di Gideon Mer (1894-1961), pionie- funghi allucinogeni e instaura- re negli studi per l’eradicazione re un dialogo con le scimmie. della malaria, vinse nel ’93 il Ri- Voleva liberarsi di molti orpelli ght Livelihood Award, un presti- tipici delle società occidentali, gioso premio internazionale infatti tempo dopo dichiarò di istituito in Svezia nel 1980 e pa- avvertire d’essersi scrollato di rallelo all’assegnazione del No- dosso «tutte le identità». Tor- bel, che meritò «per l’appassio- nato in patria si stabilì a Tel nato impegno nella difesa e Aviv, dove visse come un vaga- nell’educazione dei bambini bondo, e per protestare contro della Palestina». Non è senza si- le repressioni israeliane alla gnificato il fatto che i genitori di Juliano nel d’esplosivi; un giorno, inoltre, per disperdere prima intifada si spogliò e andò in giro coper- 1968 abbiano lasciato il Maki, perché il partito dei manifestanti palestinesi fu costretto a pic- to di sangue finto. Venne raccolto sui marcia- non ammetteva l’idea di uno stato unico chiarli: - Volevo stare da una parte, con qualcuno. piedi da una donna, Mishmish Or, ebrea isra- sull’intera Palestina storica: per loro, arabi ed Perché non mi sentivo come nessuno - spiegò in eliana di origine turca per parte di padre ed ebrei di fronte allo stato avrebbero sempre seguito quel gesto. Finché un giorno prese a egiziana per parte di madre, la quale l’ospitò a dovuto avere gli stessi diritti. pugni un ufficiale che gli ordinava di perqui- casa sua, e poco dopo gli diede una figlia, Mi- Juliano (che in un primo tempo venne curio- sire un anziano, e fu sbattuto in cella di rigore lay. samente chiamato Sputnik, in onore del fa- per vari mesi. A trarlo di lì fu necessario l’in- Nell’89 riprese a lavorare nel cinema, nel moso satellite artificiale sovietico mandato in tervento diretto dell’allora direttore del Mos- drammatico Berlin-Jerusalem di Gitai, nel ruo- orbita intorno alla terra solo sette mesi prima; sad Isser Harel, che era cugino di sua madre. lo di Menahme. Negli anni Novanta apparve del resto, il suo fratello maggiore aveva a no- Lasciato finalmente l’esercito, Juliano si in otto film: nel ’93 fu Jeno nel divertente Tel me Spartacus e il minore Abir) crebbe dunque iscrisse a una scuola di recitazione e scoprì la Aviv Stories di Ayelet Menahemi e Nirit Yaron, come un cittadino arabo d’Israele, facendosi magia del teatro, accorgendosi d’essere parti- Morris nel drammatico Zohar di Eran Riklis, ricco delle due culture; aveva dieci anni quan- colarmente dotato come attore. Nell’84 esordì Ramon in Deadly Heroes di Menahem Golan, do suo padre abbandonò la famiglia. Egli fece nel cinema nel ruolo di Julio, accanto a Diane un film d’azione basato sullo scontro tra un i suoi studi prima a Nazareth quindi ad Haifa, Keaton, Yorgo Voyagis, Klaus Kinski e Sami gruppo di terroristi e un ex agente della CIA, e compiuta l’istruzione scolastica volle arruo- Frey, in The Little Drummer Girl di George Roy e Mahmoud nel bizzarro e sadomasochistico larsi nell’esercito israeliano; per poterlo fare, Hill: un dramma spionistico sul terrorismo Night Terrors di Tobe Hooper; nel ’94 fu Antonio dové sostituire al proprio cognome, che lo tratto dall’omonimo romanzo di John Le segue a pag. successiva 21 n. 86

segue da pag. precedente partito, scegliendone uno per schierarsi im- Valdez in Nothing to Lose di Isidore K. Musal- plicitamente contro l’altro: si era sempre bat- lam, altro film d’azione, che ha per sfondo il tuto per la causa palestinese, ma non aveva traffico di droga, e Ariel in Under the Domim mai rinnegato la sua appartenenza allo stato Three di Eli Cohen, un dramma ambientato in ebraico; coraggiosamente, scelse dunque di un kibbutz; nel ’97 prese parte a Overture 1812 non scegliere. Per la sua attività a Jenin era di Menashe Noy, una commedia imperniata stato minacciato più volte. Proprio nel 2009 su un soldato che per poter vedere la propria nel campo profughi era circolato un volantino ragazza rimasta incinta non esita a sequestra- che l’accusava d’essere una quinta colonna re un carro armato; e nel ’98 fu Jules in Giorno Juliano Mer-Khamis e Smadar Kilchinsky in “Bar 51” israeliana e minacciava di ridurlo al silenzio per giorno (Yom Yom) di Gitai, incisivo ritratto (1986) con le armi; il teatro aveva subito molti attac- di una famiglia arabo-israeliana. Nel frattem- chi notturni, qualcuno aveva tentato d’incen- po aveva iniziato a lavorare anche in televisione: diarlo. Pur temendo gli estremisti, Juliano era apparendo in video e film per la tv. fatalista: - Cosa posso farci? Non sono un uomo che Nel cinema, nel 2000 fu Jesus Carrero nel fan- fugge. - E spiegava così le minacce: - Ci sono pa- tascientificoThe Last Patrol di Sheldon Lettich, lestinesi che impazziscono perché un mezzo israe- e il Capitano in Kippur di Gitai, film ambienta- liano si trova al vertice di uno dei più importanti to nella guerra-lampo dell’ottobre ’73 di Siria progetti culturali della Cisgiordania. È ovvio che si ed Egitto contro Israele; nel 2002 fu Moussa tratta di razzismo ipocrita. Sarebbe davvero spia- in Verso oriente (Kendra) dello stesso Gitai, co- cevole morire per colpa d’un proiettile palestinese, produzione italo-franco-israeliana di una vi- dopo tutto questo lavoro nel campo profughi. cenda che si svolge durante il conflitto arabo-i- Juliano Mer-Khamis in “Shachrer Et HaNesicha” (1999) Nel 2011 egli venne chiamato a far parte della sraeliano del ’48. L’anno dopo, con Danniell facoltà dell’Accademia delle Arti dello Spetta- Danniell, produsse e diresse il film-documen- colo a Tel Aviv, dove insegnò recitazione: da tario Arna’s Children, dedicato al centro per allora, divise il suo tempo tra l’Accademia e il l’insegnamento ai bambini istituito negli anni Freedom Theatre. Il pomeriggio di lunedì 4 Ottanta da sua madre nel campo di Jenin, fre- aprile dell’11, uscito dal teatro di Jenin, alla quentato da oltre 1500 di loro; quando egli si guida della sua Citroen Juliano stava tornan- recò a intervistare qualcuno di essi, scoprì con do a casa, in compagnia del figlio Jay e della raccapriccio che molti di loro, divenuti mili- sua baby-sitter. D’un tratto, da un vicolo vici- tanti palestinesi, avevano perso la vita. Il docu- no si parò davanti all’auto un uomo armato mentario si aggiudicò il premio della Federazio- col volto coperto da una maschera, e gli or- ne Internazionale della Critica Cinematografica. Juliano Mer-Khamis coi bimbi di Jenin dinò di fermarsi. Intuito il pericolo, la Nel 2004, per il ruolo di Nahim in God’s Sandbox di baby-sitter gli disse di proseguire, ma Juliano Doron Eran, una storia d’amore ambientata nel si fermò, e le consegnò subito il bambino, che deserto del Sinai, Juliano fu nominato Miglior teneva in grembo: pensava evidentemente di Attore dalla Israeli Academy. Le sue ultime tre spiegarsi e fare recedere il suo assalitore, ma partecipazioni cinematografiche furono co- quello - o quelli: la circostanza non è ancora me il leader Hiking nel drammatico e premia- stata ben chiarita - non gliene diede il tempo, tissimo Il sale di questo mare (Salt of this Sea, sparandogli cinque volte eppoi dileguandosi. 2008) di Annemarie Jacir; come soldato israe- Portato di corsa all’ospedale cittadino, l’atto- liano in Hadutha Saghira di Musallam (2009), re, regista, sceneggiatore e attivista arabo storia del disagio di un palestinese tornato a israeliano venne dichiarato morto subito do- casa ad Haifa dopo la Diaspora; e come l’atti- Juliano Mer-Khamis e Smadar Kilchinsky in “Bar 51” po il suo arrivo, all’età di cinquantadue anni, vista politico Shaikh Saabah nella multipro- (1986) dieci mesi e sei giorni; la sua salma fu traspor- duzione Miral di Julian Schnabel (2010). tata all’istituto di medicina legale Abu-Kabir. Intanto, con Zakaria Zubeidi, un ex leader mi- Sua moglie, incinta di due gemelli, li diede al- litare palestinese, Jonatan Stanczak, un attivi- la luce un mese dopo il suo assassinio e lasciò sta svedese-israeliano, e Dror Feiler, un arti- subito Jenin. sta svedese-israeliano, nel 2006 Juliano aveva Il crimine - opera dell’ala più radicale dei mili- fondato nel campo di Jenin un teatro comuni- tanti palestinesi, contraria all’attività intercul- tario chiamato The Freedom Theatre, di cui fu turale e pacifista svolta da Mer-Khamis - destò nominato direttore, per offrire a bambini e ai vasto eco e grande indignazione: - Quest’omici- giovani del campo profughi l’opportunità di dio rappresenta una violazione palese dei valori sviluppare il proprio talento e, forse, di allon- della nostra gente. Troveremo i colpevoli e li punire- tanarli dai pericoli dell’estremismo politico. Juliano Mer-Khamis ormai deceduto mo in modo esemplare - dichiarò il primo mini- In quel periodo egli conobbe Jenny Nyman, stro palestinese Salam Fayyad. Fu subito av- una giovane finlandese che faceva lavori am- viata un’indagine congiunta di polizia israeliana ministrativi e di raccolta fondi per il teatro Je- e palestinese; ma l’arresto di un presunto re- nin: la sposò e ne ebbe un figlio, Jay. Il Free- sponsabile, il militante di Hamas Mujahed Qa- dom Theatre assorbì sempre maggior tempo niri, identificato dalla baby-sitter in tre diver- nell’àmbito della sua attività artistica. Nel si riscontri, si è rivelato inutile quando lo 2009, nel corso di un’intervista all’Israel Army stesso è stato ritenuto estraneo da un test del Radio, Juliano affermò: - Sono al cento per cento DNA. Sulla tomba di Juliano Mer-Khamis ad palestinese e al cento per cento ebreo. - È difficile Haifa una scritta lo definisce «Martire per la immaginare le reazioni che produssero le sue libertà». parole su certi animi esagitati, per i quali - a torto - certe posizioni sono inconciliabili. Ma Juliano era stufo di dover prendere per forza I funerali di Mer-Khamis ad Haifa (aprile 2011) Virgilio Zanolla 22 [email protected] The Titan: l’incubo transumano in una versione inedita Come abbiamo già det- l’invasione di un mondo ancora vergine, altro malcapitati come il protagonista (un convin- to e considerato in pre- che idealismi o lezioni imparate dalla storia. cente Sam Worthington) saranno costretti a cedenza, negli ultimi La NASA, inizialmente sotto il giogo militare trasformarsi in mostri per poter colonizzare due anni circa, la piat- della NATO per interessi del cattivone, mette un ecosistema altrimenti mortale. Chiara- taforma di streaming su un enorme progetto di addestramento per mente saranno in pochissimi a non impazzire o a a pagamento Netflix si soldati e scienziati selezionatissimi che do- non morire durante il processo di evoluzionismo è riempita di spazza- vranno trasformarsi, come dal titolo, in titani accelerato… tura indescrivibile, ep- e cioè in abitanti del pianeta Titano; uomini e Una saggia riflessione sui tempi che stiamo pure è ancora possibi- donne che non avranno bisogno di respirare vivendo? Forse. Il regista si mantiene a tratti le ripescarci qualche ossigeno, che potranno resistere al freddo in- sul vago, declinando spesso e volentieri l’e- buon film o qualche tenso senza grande fatica e che potranno un splicitazione di contenuti alla presenza effica- Giacomo Napoli pellicola perlomeno in- giorno, nelle intenzioni della storia, trasfor- ce della solita, brava Taylor Schilling o soggia- teressante. È il caso di mare per davvero il satellite di Saturno in una cendola all’impressione immanente e ben questo The Titan, opera del 2018 a firma di nuova Terra, ma per farlo non avranno biso- costruita data dalla fotografia e dal montag- Lennart Ruff, che pur non volendo- gio molto puliti. Certamente un pa- si assolutamente distaccare dal rallelo è impossibile non farlo: il classico film di fantascienza, riesce transumanismo disumanizzante a creare un insieme piuttosto origi- delle origini, concepito in funzione nale e godibile, senza osceni scadi- dell’uomo-macchina e oggigiorno menti nel grottesco involontario o così attuale (tatuaggi quantici, nel già visto, come spesso, purtrop- scanner retinici e digitali, bambini po, succede alla cinematografia da in provetta, microchip sottocuta- consumo di massa odierna. La tra- nei) rimane sempre disumanizzan- ma è il tipico canovaccio da fanta- te ma meno freddo in quanto visto scienza “di frontiera”: in un futuro attraverso la bulbosa organicità prossimo in cui il pianeta Terra della biologia e della genetica, al po- esaurirà le risorse e in cui la so- sto della spietata elettronica e della vrappopolazione mondiale e l’in- virtualità digitale. quinamento causeranno una fine Il concetto quindi non cambia di del mondo imminente, la solita contenuto, bensì di contenitore e NASA, insieme alla solita NATO e ai l’idea del viaggio di conquista side- vari ONU, ESA e chi più ne ha più rale compiuto trasformando l’uo- ne metta, decide che l’unico modo mo stesso in un qualcosa di alieno di far sopravvivere la specie umana che alla fine (per assurdo) nemme- sia quello di farla emigrare sul pia- no potrebbe più sopravvivere sul neta più vicino. Il pianeta prescelto nostro pianeta, ha un forte richia- è Titano, satellite naturale di Satur- mo intellettuale al concetto stesso no, con atmosfera, nubi, fiumi, la- collegato al funzionamento dei mo- ghi, mari e terreno molto fertile. Il tori a curvatura per l’esplorazione problema è che i mari sono di me- interstellare. Fantascienza? Come tano liquido, l’atmosfera è di azoto no, ditelo alla SpaceX o ad Elon Mu- quasi puro e il terreno è di nitrato! sk, quelli ci stanno lavorando da un Ma niente paura, qui viene il bello. pezzo, e inanellano un risultato die- Il solito politicante-scienziato-pro- tro l’altro. Piuttosto, ripeto, non è motore-cattivone della situazione, chiaro quanto tutto questo aspetto in questo caso il noto attore Tom possa essere stato condiviso dagli Wilkinson, sempre a suo agio nelle autori e quanto invece sia solo un parti secondarie, ha l’idea geniale pretesto per fornire l’ennesimo di non preoccuparsi di terraforma- prodotto destinato al consumo di re il pianeta Titano (processo lun- massa: abbastanza bello da non an- ghissimo e costosissimo dagli esiti noiare, abbastanza facile da andare incerti) ma piuttosto di trasforma- bene per tutti. Comunque perlome- re l’essere umano in un organismo no si tratta di un film di fantascien- nuovo ed evoluto in grado di abita- za, e non ci sono neanche cadute di re direttamente ed immediata- gusto nonostante qualche stucche- mente il corpo celeste alieno. In volezza retrò, quindi merita. pratica, ed è questo l’aspetto davve- Chiudo con una curiosità legata al- ro interessante di un film che, altri- la scenografia: sebbene il film sia menti, si sarebbe risolto in un mero ambientato fra una ventina di anni, (per quanto tecnicamente dignito- e nonostante il complesso di adde- so) esercizio di stile e di maniera, stramento della NASA-ESA-NATO non sarà stavolta la natura a pie- sia super-costoso e super-futuribile, garsi al volere dell’uomo ma sarà gli infissi fanno decisamente schifo! l’uomo a trasformarsi in favore del- Porte e vasistas che venivano instal- la nuova natura che troverà su Titano. Ecolo- gno né di tute spaziali né di alcun altro appog- late nelle case popolari degli anni Settanta… gismo? Neanche per sogno: l’obiettivo è la so- gio alla sopravvivenza in loco. Una sorta di curiosa stranezza o voluta negligenza? pravvivenza pura e semplice e la conquista e transumanesimo genetico, quindi, in cui i poveri Giacomo Napoli 23 n. 86 Il tempo ritrovato – le tonalità cinematiche di Marcel Proust Forse l’immobilità delle cose intorno a noi è loro imposta dalla nostra certezza che sono esse e non altre, dall’immobilità del nostro pensiero di fronte a loro. M. Proust, La strada di Swann (1913), Novecento, Torino, 1998, parte I, p. 11

La letteratura di un uo- mutevole (quelli vissuti e recuperati nella me- mo dallo sguardo infini- moria del presente con squarci creativi) non tamente più sottile del già si mascherano in enfatiche occasioni, ma nostro (così A. Gide de- si rapprendono in una visualizzazione di come finì M. Proust) prende anche il proprio comportamento possa sugge- vita con il film che rire un riscontro interno-esterno del tutto nuo- Raúl Ruiz portò sul vo. grande schermo nel Nello smarrimento provocato dalla sintesi tra 1999 con una sceneg- ideale e reale, lo sviluppo cinematico della giatura attenta a non narrazione ricompone un quadro di vite che, dissolvere nel tempo nella dinamicità dell’immaginazione visiva, cinematografico la sin- va a corredare il rapporto intessuto dal prota- Carmen De Stasio tetica lettura del setti- gonista con gli spazi dominati da particolari mo volume (pubblicato nel 1927 a cinque anni corrispondenze (l’incontro, dopo anni di di- dalla morte di Proust) di Alla ricerca del tempo stacco, con una Parigi che, però, rilascia sen- perduto. Nel mantenere il titolo (Il tempo ritro- sazioni diverse ed essa stessa diversa si pro- vato), Ruiz calibra la visualizzazione neo-mi- pone negli atti dei prima e dei dopo della tografica della narrazione originale, passando Prima Guerra Mondiale; l’incontro con i per- da una tensione impostata tra flashback e si- sonaggi che hanno costellato la vita pregressa tuazioni in presenza e concependo l’afflato di del protagonista ‒ taluni, pur variegati da una cultura dell’essere nel tessuto della cine- medesime formule comportamentali, travol- matografia contemporanea e che si anima gono per la mutata sensazione che provocano quale specchio al di là delle illusioni stigmati- e così via). Scenario di lettura versatile, dun- che del rapporto tra inizio e fine. que, il film appare un’operazione tanto d’in- intrapreso dalla regia, dalla sceneggiatura e Quella che compare come registra- della fotografia, vivono all’interno zione di eventi (riprendendo libera- di un’interpretazione del tutto mente il titolo del romanzo di R. proustiana, articolandosi nell’im- Roversi) accompagna fin dalle pri- mediato significato dell’azione sen- me scene un paesaggio che, mal- za sottrarsi alla complessità del grado le evidenti differenze in or- tempo; oltretutto, conciliano l’inca- dine di spazio, oltre che di tempo, stro dei tasselli che regolano una sovverte le distanze individuali, la- cornice tutt’altro che idealizzata e sciando che le motivazioni alla ba- che, come vediamo, si carica di lo- se dei comportamenti emergano quace e multiforme materia, la lungo un filo conduttore giammai stessa che consente ai due protago- reciso. Ciò consente allo spettatore nisti – il narratore-Proust e Gilberte di appropriarsi delle equivalenze ‒ d’incontrarsi per riprendere il filo storiche attraverso le quali il regi- dei loro giorni in età matura. Ed è sta riprende quanto realizzato da l’età matura a segnare l’inizio delle Proust, ovverosia, l’agio di ricapito- situazioni fino a un presente totale, lare le fasi di un’esistenza refratta- in grado di gestire le modalità me- ria alle scissioni, ma che pure for- ditative ed esistenziali senza che mula incrinature visuali e percettive nessuno dei due intralci la memo- seguendo la linea attitudinale di ria dell’altro, tanto che entrambi si uno stato di memoria che nulla ha ritrovano a vivere (piuttosto che a ri- di prodigioso, se non la qualità di vivere) gli eventi con una visione essere suggestione pudica di sensi- plastica e accuratamente calata nei bilità autentiche, vissute con auto- nuovi giorni. Va ad attivarsi così determinazione (La realtà che avevo sullo schermo il riservato rapporto conosciuto non esisteva più1). E forse è avviato da Proust con i linguaggi questo a dotare d’innovazione l’in- del tempo abitato in simultaneità da tero impianto filmico al quale con- immagini della memoria ed accadi- tribuisce l’interpretazione sapida e menti, in una divagazione senza coinvolgente di un cast cinemato- sotterfugi e attraverso la quale si ri- grafico di tutto rispetto (oltre a Mar- vela la valenza di un pensiero criti- cello Mazzarella nei panni credibili di Proust gegno quanto di visualizzazione di meccani- co associativo di tale rigore da permettere che nello svolgimento presente, incontriamo, tra smi propri della tessitura proustiana alla la riproduzione di uno schizzo e l’intarsio di gli altri, Emmanuelle Béart nel ruolo di Gilber- quale rimanda e della quale ritrae ‒ senza fin- dettagli prendano il suono della realtà cui si te Swann, Catherine Deneuve e John Malkovi- zione ardita ‒ il modo in cui l’immaginazione riferiscono ch). Infatti, nel film è su questo registro che l’in- aiuti la memoria a contenere la realtà degli Carmen De Stasio tero scenario degli eventi si mantiene, tanto eventi e, viepiù, a non sciogliersi nell’impatto che i disegni di tempi soffermati su un piano con le artificiosità che soltanto condizionano * Prossimo numero: l’attitudine al riconoscimento. In tal senso, sia Michel Piccoli – L’interprete del «fascino discreto» dell’e- 1 La strada di Swann (1913), Novecento, Torino, il rapporto autore-scrittura che il rapporto stetica 1998, parte III, p. 411 24 [email protected] Ritratto di diva #14

Olivia de Havilland, la forza tranquilla del mito Interpretare le brave ragazze era difficile negli anni Trenta, quando la moda era id interpretare cattive ragazze. In realtà io penso che interpretare cattive ragaz- ze sia una noia; ho sempre avuto maggior fortuna con i ruoli da brava ragazza perché richiedono di più da un’attrice. Olivia de Havilland

A distanza di ottantu- alle fatiche materiali e morali, non disde- il ruolo di Elizabeth Bennet in una messinsce- no anni dalla “prima” gnando affatto chi viene tradizionalmente di- na scolastica di Orgoglio e pregiudizio a Sarato- di Via col vento (Gone sprezzato dalla società, come l’avventuriero ga, in California. with the Wind), avve- Rhett Butler (Clark Gable) o la prostituta Bella Nel 1934, grazie alla sua resa scenica in Sogno nuta il 15 dicembre Watling (Ona Munson). Del resto, Olivia de di una notte di mezza estate, il regista austriaco Barbara Rossi 1939 al Grand Theatre Havilland, che le ha offerto le sue fattezze mor- Max Reinhardt intercede per far ottenere di Atlanta, in Georgia, bide e regolari, non è mai stata da meno in all’attrice esordiente un contratto dalla War- e di ottantaquattro (1936) dalla pubblicazione quanto a forza di volontà, in tutta la sua lunga ner Bros. e l’anno successivo le affida la parte del romanzo-fiume di Margaret Mitchell a cui carriera cinematografica. Nata a Tokyo il pri- di Ermia nella sua trasposizione cinemato- il film per la regia di Victor Fleming - vincitore mo luglio 1916, da genitori di origine britanni- grafica dell’opera di Shakespeare. Dopo esse- di ben dieci premi Oscar - è ispirato, è forse le- ca, sorella maggiore dell’attrice Joan Fontaine re stata reclutata alla metà degli anni Trenta, gittimo ritornare pe un momento a indagare (con la quale coltivò sempre una certa rivalità, sempre dalla Warner Bros., per le sue produ- le contrapposte personalità - in realtà rovesci in alcuni momenti ingigantita ad arte dagli zioni in costume in coppia con Errol Flynn della stessa medaglia - di Melania e Rossella studios, a scopo pubblicitario), la de Havilland (tutte di straordinario successo: da Capitan (Melanie e Scarlett nella versione originale in- è stata un’interprete versatile, che ha saputo Blood, La carica dei seicento e il campione glese), ora che Olivia de Havilland - d’incassi La leggenda di Robin Hood di indimenticata interprete della prima Michael Curtiz a Avorio nero di Mer- - è venuta a mancare lo scorso 26 lu- vin Le Roy, per un totale di otto glio, all’età di 104 anni. Descritta già film), la de Havilland, ventiduenne, nello stesso libro della Mitchell come è pronta per una nuova sfida: è il fragile, sia a livello fisico che caratte- 1938 e si sta mettendo in produzione rialmente, Melania pare l’incarnazio- Via col vento, per cui si rende neces- ne di una femminilità dolce e remissi- sario convincere il potente Jack L. va: l’opposto, insomma, della cognata Warner a lasciarle la libertà contrat- Rossella (vedova di suo fratello Char- tuale di lavorare per l’altrettanto po- les, morto di polmonite e morbillo tente produttore e rivale David O. mentre presta servizio nella Guerra Selznick, che la richiede per il ruolo civile americana), interpretata da Vi- di Melania. Un’altra scommessa vin- vien Leigh: un concentrato di energia ta per l’attrice, che riceverà una no- istintiva, sovranamente egoista, do- mination all’Oscar come miglior attri- minata dal principio del piacere ep- ce non protagonista. Nel 1939 Olivia pure necessaria ai tempi in cui viene ritorna a lavorare con Errol Flynn ambientata la vicenda, perché tenace, nel western Gli avventurieri e nel indomita, coraggiosa. È palese, inve- dramma storico Il Conte di Essex, ce, a uno sguardo più attento, che Me- entrambi di Michael Curtiz, mentre lania la dolce non è affatto una donna nel 1941 riceve la nomination all’Oscar passiva o conformista, bensì dotata di come miglior attrice per La porta d’o- una forza differente rispetto a quella ro di Mitchell Leisen, il cui copione è sfacciatamente ostentata da Rossella, firmato anche da Billy Wilder: la de più riflessiva, matura e profonda, in Havilland interpreta Emmy Brown, grado di scavare la roccia con lentez- timida maestra elementare in gita za, senza inutili contraccolpi; il che con la propria classe in una cittadi- significa - nell’infido e ultraconserva- na messicana di confine, dove divie- tore mondo dei latifondisti degli Stati ne oggetto di seduzione per il balleri- Uniti del sud - raggiungere i propri no e gigolò rumeno Georges Iscovescu obiettivi senza perdere il rispetto del- (Charles Boyer), che intende convo- la collettività. La sotterranea grinta di Mela- destreggiarsi fra ruoli femminili più tradizio- lare a nozze con lei in modo da ottenere la cit- nia è visibile in molti snodi narrativi: nel film nali (vedi la Catherine Sloper de L’ereditiera tadinanza americana. L’ambita statuetta è, in- di Fleming, in particolare, quando sceglie di William Wyler, 1949, per cui vinse il secon- vece, vinta dalla sorella Joan Fontaine, per Il senza esitazione di lavorare come infermiera do Oscar dopo quello ricevuto nel 1947 come sospetto di Alfred Hitchcock. Un’altra capitale all’ospedale dei feriti di guerra, non sottraen- protagonista di A ciascuno il suo destino di Mi- battaglia vinta da Olivia de Havilland è rap- dosi - come invece fa Rossella - neppure di tchell Leisen) e parti più “nere” e ambigue, co- presentata dalla causa legale che intenta nel fronte all’intervento di amputazione della me in Lo specchio scuro di Robert Siodmak - 1943 contro la propria casa di produzione, la gamba di un soldato; oppure mentre aiuta la 1946 - nella doppia performance legata alla già citata Warner Bros., che pretende di te- cognata ad occultare il corpo del militare che storia di due sorelle gemelle, una virtuosa, l’al- nerla legata a sé per altri sei mesi nonostante la stessa ha ucciso per difendersi al loro ritor- tra con problemi mentali. Non smentendo sin il suo contratto stia per scadere, come forma no a Tara, continuando a difenderla a spada da giovane la sua forza di carattere, un’Olivia di risarcimento per il rifiuto di alcuni ruoli tratta nei confronti di chiunque la critichi, an- diciottenne, osteggiata dal patrigno che vuole che le erano stati proposti. Olivia riesce laddo- che se a ragion veduta. Melania, a dispetto del- impedirle di intraprendere la carriera cinemato- ve persino la granitica diva Bette Davis, sua cara la salute e del fisico cagionevoli, non si sottrae grafica, sceglie di andare via di casa per accettare segue a pag. successiva 25 n. 86

segue da pag. precedente amica, aveva in precedenza fallito: la Corte Indagine su un cittadino al di sopra di ogni d’Appello della California riconosce per la pri- sospetto (1970) ma volta i diritti delle star di Hollywood attra- verso la cosiddetta “Regola dei sette anni”, co- Regia di Elio Petri. Cast: Gian Maria Volonté-Florinda Bolkan-Gianni Santuccio-Sergio Tra- nosciuta da quel momento in poi come “Legge monti-Arturo Dominici de Havilland”. Si tratta di una svolta epocale per il meccanismo di impiego del lavoro atto- Un film che sicura- riale nell’epoca dello studio system, sin dalla mente merita di essere sua nascita castrante e punitivo nei confronti ricordato e risollevato dei propri divi. Il cinema della Golden Age è dal colpevole oblio di costretto a fare i conti con la tenacia di uno dei questi ultimi anni è si- suoi membri, proprio quella de Havilland dallo curamente Indagine su sguardo limpido e rassicurante, lanciata nel un cittadino al di sopra di firmamento hollywoodiano grazie alla sua aria ogni sopetto, un film di da brava ragazza. L’attrice sconterà la rivalsa Giuseppe Previti grandissimo successo nei confronti del sistema con il boicottaggio ai suoi tempi, toccan- praticato dagli altri studi di produzione e con do la corda del film poliziesco e anche quella un allontanamento forzoso dal set lungo quasi del film politico. Una pellicola che segnò an- due anni, ma al suo ritorno - nella seconda metà che uno spartiacque su certi argomenti fino degli anni Quaranta - si schiuderà davanti ai allora tabù. La polizia era uno di quelli, a diffe- suoi occhi un percorso professionale ricco di renza di altri Paesi dove la figura del poliziotto opportunità e soddisfazioni. Nel 1946 la de Ha- corrotto o addirittura di politici, vedi vari film villand - sotto contratto con la Paramount - gi- dedicati alla decadenza della Casa Bianca. Da ra il già citato A ciascuno il suo destino di Mitchell noi francamente era una novità. Il film fu di- Leisen, interpretando Jody Norris, ragazza di retto da Elio Petri e interpretato da Gian Ma- provincia e poi madre alle prese con una vita ria Volontè, acquisì subito una dimensione difficile; dopo aver vinto l’Oscar per questo internazionale vincendo il Gran Premio della ruolo, nel 1948 l’attrice riceve una nuova candi- Giuria di Cannes e conquistando l’Oscar come datura all’Oscar e la Coppa Volpi al Festival di miglior film straniero. Un film che colpì un po’ Venezia vestendo i panni di Virginia Stuart, tutti, non solo i cinefili, ma anche chi si occu- una donna priva di memoria ricoverata in un pava di storia e di politica, ricordiamoci che ospedale psichiatrico a causa delle sue osses- due mesi prima c’era stato l’attentato di Piaz- sioni, ne La fossa dei serpenti di Anatole Lit- za Fontana. vak. Prendendo parte nel 1952 al melodramma Ma la forza del film era quella non solo di foto- gotico di Henry Koster Mia cugina Rachele, grafare una particolare storia legata anche al tratto dall’omonimo romanzo di Daphne du momento politico ma anche di essere un ec- Maurier, in cui accanto a Richard Burton incar- cellente poliziesco che ti tiene avvinto nel suo na l’inquieta e misteriosa Rachel Ashley, sospet- continuo sviluppo. Petri è particolarmente ta omicida del marito, Olivia de Havilland com- abile nell’usare molto l’arma del grottesco e pleta il processo di allontanamento dai ruoli del sarcasmo anche nelle scene più cruente ri- d’esordio, che la incasellavano entro un certo ti- uscendo ad ammantare una storia melodramma- po di femminilità, ingenua e protettiva; lo stes- tica di un senso di satira assai feroce che si riflette so accade in Piano... piano, dolce Carlotta di sul tono realistico del racconto. Robert Aldrich (1964), seguito del thriller psico- logico Che fine ha fatto Baby Jane (1962), in cui - Protagonista della storia è un poliziotto, capo sostituta di Joan Crawford - presta il volto al della squadra mobile appena passato a dirige- personaggio di Miriam Deering, ambigua cu- re l’ufficio politico, che proprio in quella gior- gina della Charlotte Hollis magistralmente in- nata, lui è un essere assai perverso abbagliato terpretata da Bette Davis. Nel periodo finale dal senso del potere, uccide la propria amante della propria carriera e con l’avvento di nuovi che sa di essere anche l’amante di un giovane modelli divistici, l’attrice si ritira progressiva- anarchico che vive nel Palazzo dove abitava mente dalle scene, soprattutto cinematografi- lei. Naturalmente il nostro seminerà tanti in- che, per dedicarsi al piccolo schermo: la sua dizi che dovrebbero portare a lui, sicuro che ultima apparizione al cinema è datata 1979, nel nessuno lo sospetterà. Il film alterna momenti filmI cinque moschettieri di Ken Annakin; in tele- del passato sulla sua relazione e altri momenti visione, invece, risale al 1988, nella pellicola The in cui cerca di depistare le indagini. Anche il Woman He Loved di Charles Jarrott, sull’amore giovane anarchico lo sospetta ma sta zitto contrastato fra Edoardo VIII e Wallis Simpson. perché così può ricattarlo. Lui arriverà a auto- «La gente famosa pensa di poter restare per denunciarsi pur contando che i colleghi lo ob- sempre sulla cresta dell’onda, senza realizzare blighino a dichiararsi innocente. che è contro le regole della vita. Non si può re- Una robusta struttura narrativa, un protago- stare in cima a lungo, è un fatto naturale»: nista che fa vedere i rischi di un potere senza un’affermazione di estrema saggezza, espres- controlli, l’eccellente colonna musicale di En- sa non a caso da una diva come Olivia de Havil- nio Morricone, una riuscita fusione tra film di land, che nella lunga avventura cinematografica intrattenimento e di denuncia, una grandissi- ha espresso con naturalezza la forza tranquilla ma interpretazione di Gian Maria Volontè. del mito. Barbara Rossi Giuseppe Previti 26 [email protected] Manchester-by-the-Sea, Il dolore senza retorica Film scritto e diretto da Kenneth Lonergan dove la sofferenza si respira in ogni fotogramma. Malgrado l’istinto dei personaggi, che cercano di trattenerla e nasconderla, la sofferenza emerge tra i silenzi di una storia dove il dolore, l’autodistruzione e l’espiazione costituiscono una misce- la esplosiva

La trama è articolata in evitare. Nei flashback si evince una costante Hedges riesce a trascinare trasmettendo pau- uno sfondo dove è pre- ricerca di forme di normalità che si scontrano ra e impertinenza, ira e sensibilità senza mai sente un profondo trau- con le ondate di annichilimento autodistrutti- perdere un colpo. Una particolare attenzione ma psicologico contro il vo del protagonista. Casey Affleck, con una va dedicata all’eccezionale scena dell’attacco quale i personaggi prin- strepitosa efficacia, ci pone davanti Lee Chan- di panico. L’irruzione del nipote sedicenne nel- Stefano Pavan cipali si trovano a lotta- dler un personaggio psicologicamente com- la vita di Lee mette a nudo la fragilità del prota- re per resistere al tor- plesso e difficile. In tutto il film il viso del pro- gonista che ammette di non farcela proprio mento del passato mentre cercano un motivo tagonista non perde mai l’intensità espressiva nell’istante in cui decide di occuparsi del ra- per andare avanti. Nella narra- gazzo. Due stati emotivi che zione si giunge al finale quasi affrontano la durezza dell’esi- inaspettatamente attraverso le stenza nell’incapacità di co- interpretazioni potenti e scar- municare. Il nipote vuole re- ne degli attori. Lonergan diri- spirare a pieni polmoni la vita, ge con misura e, senza essere lo zio, spezzato dalla sofferen- invasivo, mantiene un’armoni- za, non sente più nulla. Il primo, ca completezza anche nel mon- senza intenzionalità, coinvolge taggio tra fotografia e musica. il secondo in una possibilità di Nella recitazione, asciutta e futuro. La sceneggiatura non orientata verso la sottrazione, cede a facili sentimentalismi e risaltano le interpretazioni ec- non scade in un insulso finale cellenti dei protagonisti che stucchevole, al contrario, tutto non sminuiscono però quelle resta minimale e dignitosa- degli attori secondari. Siamo mente vero. Tutto mantiene davanti ad una narrazione che una forte e delicata carica emo- si basa tra passato e presente zionale e, allo stesso tempo, un con flashback, apparentemen- profondo rispetto per il senso te disarticolati, in una scrittu- insuperato del dolore. Il film si ra che sa alternare i piani tem- muove senza dilatazioni esa- porali con un perfetto equilibrio. sperate o imbarazzanti spro- La drammaticità, che non entra porzioni, al contrario, siamo mai nel melodramma, mostra di fronte ai silenzi, ai toni gli eventi tragici della vita con spezzati delle frasi, ai movi- personaggi che, senza retori- menti lenti attraverso i quali si ca, nel loro intimo dell’esisten- percepisce un tutto dirompen- za umana, si muovono in as- te e muto. Un’opera rara dove senza di soluzioni plastificate la violenza della disperazione o esaltazioni spirituali del lut- è narrata con inaspettata mi- to. La pellicola non presenta sura e onestà e i personaggi scene d’azione o incredibili ef- trattengono l’emozione pro- fetti speciali anzi, tutto è basa- fonda per poi trasmetterla nel to sulla storia e sulla recitazione non detto, l’obiettivo è la so- senza particolari ambientazio- pravvivenza. Candidato a sei ni. La potenza del film è incen- premi Oscar, Manchester-by- trata proprio nella capacità di the-Sea ne cattura due, uno a trovare in sé la forza di resiste- Casey Affleck per il Miglior at- re e il coraggio di sostenersi re- tore protagonista e l’altro a Ken- ciprocamente in una vita im- neth Lonergan per la Migliore pietosa. Il protagonista è Lee, sceneggiatura originale. Gli al- un modesto lavoratore, che tri quattro, Film, Attore non dopo un tragico passato e una protagonista, Regia e Attrice storia d’amore con Randi, una non protagonista, possiamo eccellente Michelle Williams, vive lontano da riuscendo a mantenere, con lo spettatore, un valutarli noi vedendolo. Mi raccomando, pri- casa, mimetizzato in una disperazione solita- filo comunicativo magistrale in perfetta- ar ma spegnete il telefono. ria e sprofondato in un senso di colpa smisu- monia con una sequenza di emozioni diverse. Stefano Pavan rato. Improvvisamente, con la morte del fra- Michelle Williams interpreta il personaggio tello Joe, (Kyle Chandler), si trova a doversi di Randi e lo fa in maniera straordinaria, con- impegnare come tutore del nipote Patrick servando la potenza emozionale in tutti gli Docente di letteratura ma anche uno scrittore, cantautore, (Lucas Hedges). Nell’occuparsi di quest’ulti- aspetti dove è chiamata a rispondere. Coin- e compositore. Ha pubblicato due romanzi “JACKROAD” mo, Lee viene spinto verso la vita degli altri. volgente, verso la fine del film, la scena dell’in- e “BREAKRADIO” e quattro album, “Cambierà il tempo”, Una nuova realtà, che inizialmente rifiuta, gli contro con Lee, suo ex marito. Lucas Hedges “Lacrime e ruggine”, “Treni verso Sud” e “Jackroad”. La permette di oltrepassare la sua ferma soppor- entra nel mondo del grande cinema con un’in- musica è un incontro di contaminazioni; blues, folk, rock tazione al dolore e a quella rabbia esplosiva terpretazione incredibile: quella di Patrick, il ni- tra ricerca della parola e le influenze del cantautorato di che lo domina e lo devasta per un passato da pote di Lee, un ragazzo fragile e forte. Il giovane casa nostra. 27 n. 86 Diario di un ladro Il tempo e lo spazio nel film di Robert Bresson Diario di un ladro è un nel 1959 era al massimo del suo riconoscimen- film in bianco e nero to artistico. Il film si basa su una complessiva di Robert Bresson del austerità, su un dialogo parsimonioso, sul ri- 1959, considerato tra i fiuto di una psicologia facilona e sul gioco co- massimi capolavori del stante dell'imprevisto, tutto all’interno di un cinema francese. Il film meccanismo straordinariamente preciso. Si della durata di 75 mi- possono apprezzare l'inquadratura millimetri- nuti ha come titolo ori- ca e il montaggio virtuoso che frammenta e Abderrahim Naim ginale Pickpocket (Borsa- scompone i corpi, le azioni che disorientano iolo), gli attori principali lo spettatore e lo stordimento dello spettacolo sono Martin Lasalle (Michel), Marika Green (Je- del "balletto di mani" che si confondono tra anne), Jean Pélegri (nella parte del commissa- quelle dei ladri e quelle delle vittime. Infine, il rio di polizia), Dolly Scal (la madre), mentre le borseggiatore Michel, oltre che voler essere musiche sono composte da Jean-Baptiste Lul- una rappresentazione delle propensioni inti- li. Questa in sintesi è la trama. Un giovane uo- miste del protagonista, appare anche un ri- mo, Michel, confessa nel suo diario di aver ru- chiamo generale alle tentazioni negative insi- bato dalla borsa di una donna nell’ippodromo te in ogni uomo. Egli afferma, "Avete mai di Longchamp a Parigi. La polizia lo arresta, provato il tumulto interiore che può provare un la- ma per mancanza di prove certe è costretta a dro?". Così domanda il regista rispondendo in rilasciarlo. Il giorno dopo appena uscito dal una intervista alla rivista Arts, aggiungendo: carcere, prima di incontrare l’amico Jacques, "È qualcosa che non si può spiegare. Ma il cinema è Michel affida il denaro rubato a Jeanne, una il regno dell'inspiegabile.» giovane vicina di casa della madre ammalata. Il tempo nel cinema e in quello del film Pickpocket evidentemente variabile e soggettiva). Po- Da quel momento il borseggio diventa per Mi- In un film lo studio sulla sua temporalità è tremmo dire che il cinema sia prima di ogni chel una fissazione: da allora non solo moltipli- un'operazione assai complessa. Su questo spe- altra cosa un'arte strettamente legata al tem- ca i furti, ma perfeziona perfino po, poiché questo aspetto è la sua tecnica imparando da bor- quello immediatamente percet- seggiatori professionisti. Tale è la tibile dallo spettatore in ogni sua sfrontatezza che si muove sfi- passaggio del film, sia al livello dando apertamente perfino il più formale (il film è una se- commissario di polizia che lo quenza temporale di immagi- aveva interrogato. L'amicizia ni) e sia al livello più profondo onesta con Jacques e la possibile e specifico, nel quale il cinema relazione sentimentale con Je- tende a temporalizzare tutto anne non produrranno alcun- ciò che rappresenta. Pickpocket ché di bene per lui, continuerà a è da questo punto di vista, cioè borseggiare fino al colpo finale da un punto di vista del tempo che lo porterà in prigione. Tale legato alla storia raccontata, nuova condizione di carcerato un lavoro assai particolare. È gli rivelerà d’incanto il suo amo- una narrazione in cui la misura re per Jeanne. E’ questa insom- del tempo spesso manca per ma la storia di un uomo poten- via di quelli che Gérard Genet- zialmente onesto e intergrato Michel (Martin LaSalle) e Jeanne (Marika Green) in “Diario di un ladro” (1959) di Robert Bresson te chiamava "anacronismi", in nella società che, di punto in cui questa appare a volte impli- bianco, si sente attratto dalla libertà di proiet- cita. Per quel che riguarda l'ordine temporale tarsi fuori dalla legalità. Michel vuole conti- degli accadimenti, a volte questi sono raccon- nuare a fare il borseggiatore, nonostante un tati secondo una cronologia precisa, altre vol- commissario di polizia lo sorvegli attentamen- te per il loro racconto viene usata la tecnica te, benché l’amico stretto Jacques gli proponga della decronologia sotto le due forme delle co- un lavoro onesto e la giovane ragazza Jeanne siddette analessi e prolessi. Spieghiamo di che gli manifesti tutta la sua simpatia e amore. si tratta. L'analessi (flahback in inglese) è il rac- Niente da fare, Michel non può fare a meno di conto di un fatto accaduto in precedenza, la si continuare a provare l’ebbrezza di borseggia- sviluppa grazie alla voce fuori campo in cui si re la gente. Solo dopo essere stato colto in fla- capisce che le immagini del passato stanno at- grante nel rubare sarà messo in prigione. E’ traversando la mente del protagonista. Come qui che Michel scoprirà un nuovo "strano per- quando ad esempio è stata inserita in una sce- corso" che lo avvicinerà a Jeanne e gli farà sco- na importante del film la voce fuori campo per Robert Bresson (1901 –1999) prire l’amore. Nel film Michel racconta la sua mostrare l’impatto psicologico nei personaggi storia, che partiva dal presupposto che la sua cifico aspetto, si devono evidenziare subito principali, che diceva in modo perentorio, "da genialità fosse tale da poter fare il ladro impu- tre importanti livelli riferiti al tema del tempo diversi giorni la mia scelta è stata presa.” Per quel nito, senza neppure averne il bisogno. Questo nel cinema. Vi è il tempo della proiezione che riguarda viceversa l’utilizzo nel film della apparente film poliziesco Pickpocket sorpren- (quindi, della durata del film), quello dell'azio- prolessi (flashforward), che consiste nell’antici- de e affascina. Vi si trova in esso l'originalità ne (la durata del racconto della storia) e, infi- pare alcuni eventi rispetto al tempo della nar- dell’idea e della forza di ciò che può sprigiona- ne, c’è il tempo della percezione (l'impressione razione, questa la si può cogliere pienamente re il cinema visto da Robert Bresson, che già della durata percepita dallo spettatore, che è segue a pag. successiva 28 [email protected]

segue da pag. precedente del diavolo in cui Michel incontra personaggi grazia e la redenzione finale attraverso la -fi ad esempio nelle illustrazioni scritte che ri- diabolici che gli suggeriscono tecniche di bor- gura femminile. Il carcere viene visto come guardano le reciproche promesse tra i due seggio fantasiose. spazio del bene; è il luogo dove il criminale protagonisti amanti Jeanne e Michel, « - tu ver- Gli spazi che emergono dal film trova la purificazione attraverso il dolore e la rai … - io verrò a trovarti, 01:13:30. » Per la durata Diversi sono gli spazi fisici ricorrenti che fan- redenzione rispetto ad altri luoghi vissuti do- (rapporto tra il tempo del racconto «TR » e il no da sfondo alla storia di Pickpoket. Tra questi ve il male si propaga nella società. Il Lon- tempo della storia «TS»), la velocità della nar- sono certamente da annoverare l’ippodromo gchamp, per esempio, è presentato come uno razione, si può evidenziare anche un altro ele- Longchamp di Parigi, la stanza di Michel, le spazio che apre il film in cui Michel borseggia mento che riguarda la pausa, cioè di quel mo- scale, il caffè, la Gare de Lyon, la metropolita- una signora, ma è anche lo stesso spazio in cui vimento della macchina da presa che produce na, la stazione di polizia, la prigione, gli stessi poi sarà arrestato. Ma il Longchamp non è for- un blocco dell'immagine, come quella che av- spazi coperti dalle persone inquadrate… Co- se anche il luogo in cui la società cerca una fa- viene ad esempio sul volto di Mi- cile ricchezza attraverso le scom- chel confuso tra la folla (in attesa messe paragonabili ai furti dell’azione del borseggio). In ter- commessi dallo stesso Michel? mine tecnico siamo in presenza Lo spazio come in questo caso di un sintagma descrittivo e psi- può apparire perfino contrad- cologico, cioè di una serie di seg- dittorio e problematico. Anche la menti di immagini formate da stanza in cui vive Michel ha in sé più inquadrature dal significato aspetti di uno spazio fortemente autonomo, in cui Bresson vuole contraddittorio. E’ un luogo pie- trasporre la sua visione e render- no di libri. Quindi Michel è un la spettacolare. Si può anche dire intellettuale. Ma quella stanza è che sia molto frequente che in anche il luogo dove Michel na- questo film il tempo del racconto sconde gli oggetti rubati e i libri sia uguale al tempo della storia. strumenti utili all’intelligenza Basti pensare solo alla sequenza per poter borseggiare, così come realizzata nella Gare de Lyon in i giornali. Pickpoket sfrutta anco- cui il tempo del borseggio corri- ra parti riferite allo spazio ridot- sponde esattamente a tutto il to, se si pensa soprattutto alle ta- tempo necessario per filmarlo. È qui che lo sti- me nel romanzo Delitto e castigo di Dostoîev- sche delle persone che solo il leggero le tipico bressoniano si manifesta maggior- ski, a cui Pickpoket è ispirato, lo spazio risulta movimento agile delle mani può consentire mente (deducendolo dai gesti, dalla musica e molto significativo per il protagonista che per una presenza inavvertibile (da Giles Deleuze, dal suono, dal movimento delle mani). Una intraprendere la sua azione deve studiare il l'espace chez Bresson). parte delle storia del film viene in qualche mo- contesto in cui muoversi. I posti pubblici sono Riflessioni finali do oscurata, per essere poi illuminata im- luoghi in cui è presente molta folla, come ad Il film Pickpocket di Robert Bresson, come già provvisamente arrivando al cuore di ciò che si esempio nel Longchamp, alla stazione o alla detto, è un adattamento libero, tematico e voleva raccontare. Come avviene ad esempio metropolitana, in mezzo nel caos a persone parziale di Delitto e castigo di Dostoîevski; un nel viaggio che fa Michel a Milano suddiviso tra loro sconosciute e tra un frastuono gene- adattamento che opera sul significato del ro- in tre momenti fondamentali focalizzati da rale di rumori. I posti privati che la storia fa manzo (la sua diegesi), il regista si è ispirato Bresson: Michel che appare sul treno felice, le emergere sono pochi, in particolare la camera allo spirito del romanzo piuttosto che alla sua scene del borseggio e la successiva terribile di Michel e successivamente la prigione dove storia, cercando di modificare e sviluppare il solitudine fisica e psicologica in cui Michel si sarà rinchiuso. Ci sono oltre a questi due rife- significato della sua natura. Tuttavia, - inen rinchiude. Vi è il tema ancora del significato rimenti, luoghi nel film appena intravisti o trambe le opere sono presenti alcuni legami della luce su cui si può aggiungere qualche ri- semplicemente sonori, come quelli riferiti alla comuni riferiti al percorso sulle ragioni psico- flessione. La luce naturale del giorno consente corsa dei cavalli al Longchamp che non si vede logiche o ideologiche del crimine, aspetti che al nostro "eroe" di spostarsi dal mondo inte- ma che vine ricostruita per l’immaginazione hanno portato Bresson a presentare il suo riore al mondo esterno. È in questo tempo che dello spettatore. Ancora emergono altri luo- film attraverso una lettura personalizzata del può rivelare la sua autorità e la sua superiorità ghi aperti oppure chiusi. Questi ultimi sono romanzo di Dostoievski con una visione mo- sugli altri, soprattutto in mezzo alla folla. Poi, certamente la prigione, ma anche l'apparta- derna in cui il regista cerca di esprimere libe- le circostanze che avvengono durante il gior- mento della madre di Michel all'inizio del ramente la sua interpretazione del testo. Pi- no aiuterebbero il protagonista ad avere un film. La porta della stanza di Michel risulta ckpocket è un'opera cinematografica che lavoro che però non trova. Inoltre, il giorno ri- spesso aperta, in orari in cui gli estranei entra- rappresenta al tempo stesso la perfetta mani- salta come un felice momento per incontri e no senza che siano attesi, come nel caso del festazione dello stile bressoniano e la sua effi- spensieratezze. Il giorno appare ancora come suo amico Jacques e del poliziotto. cace nuova visione ipertestuale (dell’imitazio- momento propizio per Michel di trovare l'op- Rispetto alla trama di Delitto e castigo di Dosto- ne e della trasformazione testuale). A livello portunità di andare a rubare, posto che la evski, lo spazio a cui si rifà Pickpoket per i furti tecnico Bresson eccelle nella sua visione com- maggior parte dei borseggi viene eseguita è molto più vario. Nel secondo caso siamo in plessiva cinematografica. Lo fa attraverso il proprio durante il giorno. Quindi, la naturale presenza di riprese in campo lungo, in metro- ruolo degli "interpreti", della potenza dei suo- e vera psicologia del nostro protagonista si ri- politana e poi alla stazione ferroviaria, oltre al ni e dell'inquadratura millimetrica... Così, sul vela con la luce. Cosa avviene invece durante fatto che tra i due racconti né la natura del de- piano tematico, Pickpocket appare come un la notte ? Il commissario neppure indugia nel- litto e neppure il movente del crimine siano prodotto a mosaico di altri film e di altri testi. le sue indagini in questa parte della giornata, paragonabili (omicidio in un caso e rapina E’ proprio l'intertestualità che permette a perché è certo che Michel nella notte dorme. nell’altro). Vi è peraltro una palese diversità Bresson di rendere ricco il suo lavoro, ma che Ma non sa che per Michel quello della notte è del movente dell’azione criminosa tra i due at- gli consente anche di creare un efficace testo un riposo che non dura molto, i suoi pensieri traverso una transmotivazione nella quale il di secondo livello affidandosi alla transdiege- vagano rivolti alla tecnica del borseggio che regista cambia le caratteristiche dell'atto. La tizzazione, alla transpragmatizzazione, alla cancellano in fretta i tempi della notte. Una più avvicinabile somiglianza di uno spazio tra transvalutazione e alla transmotivazione! sequenza scritta [00:22:00/ 00:28:06] ci rac- le due opere è quella della prigione, quale luo- Abderrahim Naim (Béni-Mellal, Marocco) conta di alcuni minuti di una notte, nell'ora go in cui i protagonisti cercano finalmente la Traduzione di Marco Asunis 29 n. 86

Un treno, un film #14 Ore 15:17 - Attacco al treno (2018) Quando un film ripor- che il servizio igienico della carrozza in cui ta un evento realmen- siede, la vettura 12, è occupato da troppo tem- te accaduto, quanto è po, decide di bussare alla porta, e si trova da- possibile a regista e in- vanti un terrorista - il venticinquenne maroc- terpreti di «entrare» chino Ayoub El-Khazzani - che impugna un nello spirito della vi- fucile d’assalto AKM e ha con sé nove caricato- cenda, e di riferire dav- ri per un totale di 227 cartucce, una pistola da vero i fatti così com’es- 9 mm, un taglierino e una tanica di benzina. si si sono verificati? Lui e Damien, un altro passeggero, tentano Federico La Lonza Conosciamo già la ri- d’immobilizzarlo e Mark riesce pure a strap- sposta: è altamente improbabile, o per dir me- pargli il fucile, ma viene ferito al collo da un glio quasi impossibile. Quel prudente «quasi» proiettile della pistola che El-Khazzani ha im- tuttavia è doveroso, perché talvolta circostan- pugnato. Intanto, il trambusto e i fuggi-fuggi ze particolarissime possono consentire un’a- degli altri passeggeri verso le carrozze ante- derenza alla verità molto stretta. È il caso di riori del treno ha colpito l’attenzione dei tre Ore 15:17 - Attacco al treno (The 15:17 to Paris, amici: quando il terrorista entra nella loro 2018) di Clint Eastwood, un film della durata carrozza, Spencer è il primo a reagire, attra- di 94 minuti prodotto dallo stesso Eastwood e versando di corsa il corridoio per gettarsi con- da Tim Moore, Kristina Rivera e Jessica Meier tro di lui. Per sua fortuna, il fucile di El-Khaz- per la Malpaso Productions, la Village Road- zani s’inceppa e Spencer non gli permette di show Pictures, la Dune e la Access Entertain- premere nuovamente il grilletto, ingaggiando ment nonché la Warner Bros, che ne è anche con lui una lotta furiosa e ricevendo ferite da la distributrice, con Blu Murray quale produt- taglio alla nuca, all’osso della fronte e al pollice tore esecutivo. Prima di raccontare la trama, e della mano sinistra, quasi reciso, oltre ad una atto che la progettata strage di El-Khazzani di spiegare il perché di quest’aderenza, ag- lesione all’occhio destro. Subito, Alek ed An- non è riuscita, e al momento la sola emergen- giungo che esso si basa sul libro autobiografi- thony gli danno man forte, riuscendo a disar- za, quella medica riguardante Mark Mooga- co The 15:17 to Paris: The True Story of a Terrorist, marlo ed Alek, colpendolo col calcio del fucile lian e Spencer, viene affrontata con successo a Train, and Three American Heroes, apparso nel gli fa perdere i sensi. A quel punto, mentre dall’equipe paramedica, mentre un’ambulan- 2016 e scritto dal giornalista Jeffrey E. Stern, uno di loro avverte col cellulare la polizia, pur za li porta al pronto soccorso dove verranno che ha raccolto le testimonianze di Spencer se anch’egli gravemente ferito Spencer, appo- operati e curati. L’ultima scena del film illu- Stone, Anthony Sadler e Alek Skarlatos in me- nendo le dita sulla ferita di Mark, riesce a bloc- stra la cerimonia di conferimento del cavalie- rito alla progettata strage da essi sventata carne l’emorragia. Così, quando alla stazione rato della Legion d’Onore ai tre e a Mark, av- l’anno precedente su un treno ad alta velocità venuta all’Eliseo il 22 settembre 2015, alla in servizio tra Amsterdam e Parigi; la sceneg- presenza dell’allora ambasciatrice americana giatura è opera di Dorothy Blyskal, la fotogra- in Francia Jane D. Hartley. fia si deve a Tony Stern, il montaggio aBlu Fin qui la trama. Ma torniamo all’aderenza, Murray, le musiche a Christian Jacob e la sce- che fa di quest’opera un esempio forse unico nografia a Kevin Ishioka. di film-verità: se guardiamo ai suoi interpreti, Prima, durante e dopo l’accadimento citato troviamo come oltre a Ray Corasani nella par- nel suo titolo italiano, il film è in sostanza la te di Ayoub El-Khazzani, a Judy Greer nei pan- storia di una grande amicizia tra tre giovani ni di Joyce Eskel, la madre di Spencer, a Jenna americani: Spencer Stone, Alek Skarlatos e Fischer in quelli di Heidi Skarlatos, la madre Anthony Sadler, conosciutisi da bambini fre- di Alek, e ai ruoli minori, Spencer Stone viene quentando una scuola media cristiana di Sa- impersonato da Spencer Stone, Anthony Sad- cramento, in California. Crescendo, Spencer ler da Anthony Sadler, Alek Skarlatos da Alek entra nell’Aeronautica militare, Alek si arruo- Skarlatos, Mark Moogalian da Mark Mooga- la nell’esercito e viene spedito in Afghanistan, lian, sua moglie Isabelle Risacher da Isabelle mentre Anthony studia all’università. Tenen- Risacher, e Chris Norman, un passeggero bri- dosi in contatto con Skype, i tre progettano di tannico che cooperò alla neutralizzazione del rivedersi in Europa nell’estate 2015 per conce- terrorista, da Chris Norman. Sicché la scena dersi una vacanza: Spencer ed Anthony visita- del conferimento della Legion d’Onore ai no l’Italia (Roma e Venezia), quindi si recano quattro principali antagonisti di El-Khazzani in Germania dove presto li raggiunge Alek. è il filmato della vera cerimonia, e il presiden- Pochi giorni dopo si spostano in Olanda, ad te François Hollande che appunta l’onorefi- Amsterdam, e là decidono di visitare la Fran- cenza sul petto dei coraggiosi è proprio lui in cia; così la mattina del 20 agosto essi s’imbar- carne ed ossa, così come l’ambasciatrice sta- cano sul treno Thalys 9364 diretto a Parigi che tunitense Hartley. Nell’aprile del 2017, quando parte dalla stazione di Amsterdam Centraal fu annunciato che Eastwood era interessato a alle 15:17. Per 553 dei 554 passeggeri che esso realizzare un film sulla vicenda dell’attacco al ha a bordo sembrerebbe un viaggio tranquil- treno, questi pensò di affidare le parti dei tre lo, dove rilassarsi e dormicchiare, ma a un amici di Sacramento ad attori professionisti: certo punto - quando il treno ha appena la- Kyle Gallner, Jeremie Harris ed Alexander Lu- sciato Oignes e superata la frontiera belga è di Arras - la prima fermata del convoglio dopo dwig; poi, dopo aver conosciuto di persona Sto- entrato nel suolo francese - un passeggero, il il tentativo di attacco terroristico - la polizia ne, Skarlatos e Sadler per approfondire certi franco-americano Mark Moogalian, accortosi ferroviaria sale sul treno armi in pugno, prende segue a pag. successiva 30 [email protected]

segue da pag. precedente dettagli della loro storia, decise di puntare su di loro: e mai scommessa si rivelò altrettanto lungimirante, perché i tre hanno tutti facce ‘cinematografiche’ e nell’interpretare se stessi si sono mostrati naturali e disinvolti; e per mostrarli nella fanciullezza si servì di tre atto- ri bambini. Il film, uscito nelle sale cinematografiche ame- ricane il 9 febbraio 2018 è costato all’incirca 30 miliardi di dollari, ne ha incassato in tutto il mondo 57.076.286. Se il gradimento da parte del pubblico è risultato più che soddisfacente, che al kalashnikov impugnato da El-Khazzani da parte dei critici le reazioni sono state con- la cartuccia potesse incepparsi erano inferiori trastanti. È stato scritto che esso rientra tra i ad una su mille: se l’attentatore avesse potuto lavori meno riusciti del grande attore e regi- sparare, da quella distanza l’avrebbe ucciso, sta americano: se paragonato ad opere ispira- spappolandogli il viso o attraversandogli il te come Gli spietati (1992), Un mondo perfetto petto da parte a parte; ma pur consapevole di (’93), I ponti di Madison County (’95), Million Dol- questo, compreso nel suo compito, l’ex ser- lar Baby (2004) e Gran Torino (’08) è senza dub- gente dell’United States Air Force non ha esi- bio vero, ma chi per questo pensasse ad un tato a gettarglisi incontro a mani nude. Come film privo di fascino ed equilibrio narrativo Eastwood ha mostrato in una scena molto an- sbaglierebbe di grosso. Le maggiori riserve teriore, Spencer era già stato testimone d’una “15-17. Attacco al treno” (2018). Anthony, Spencer ed critiche hanno riguardato la sceneggiatura, sparatoria mentre seguiva un corso d’infer- Alek con Clint Eastwood anche per il fatto che la Blyskal era al suo pri- mieristica in un centro medico dell’esercito, mo testo impegnativo (e a quanto consta è ri- ha poi meno motivo di stupirsi quando al mo- quando un sergente maggiore in pensione masto l’unico): in realtà, gli unici rilievi del mento dell’attentato essi mostrano fin da su- aveva sparato alcuni colpi all’indirizzo della tutto condivisibili sono, nel ricostruire la fan- bito una reazione decisa. Al film non sono co- moglie: anche in quella circostanza avrebbe ciullezza dei tre protagonisti, per non aver da- munque mancati gli elogi: «affascinante e voluto agire, ma il ferreo regolamento del cor- to ai genitori di Anthony lo stesso spazio con- commovente» l’ha definito, ad esempio, il po l’aveva costretto a restare chiuso nel capan- cesso alle mamme di Spencer ed Alek (non “New York Times”. none con gli altri allievi, rannicchiati a terra. sappiamo però se ci siano motivi di riserva- Tempo dopo l’arresto, Ayoub El-Khazzani di- A ben guardare Spencer, Alek ed Anthony, co- tezza che l’abbiano impedito), e soprattutto di chiarò d’essere salito sul treno intenzionato me il Chris Kyle di American Sniper (2014) e il non aver dedicato neppure un minuto per ap- soltanto a compiere una rapina: ma era ben Chesley Sullenberger di Sully (’16), i due film profondire la personalità dell’attentatore, fa- difficile credergli, sia per i suoi precedenti di Eastwood che hanno preceduto questo, so- cendo luce sull’assurdità della sua logica: in- (era tra i terroristi jihadisti più ricercati), sia no persone qualsiasi, che le circostanze porta- fatti, nel film El-Khazzani entra in scena, per l’arsenale che s’era portato dietro, e sia in- no ad essere, quasi loro malgrado, degli eroi: armi in pugno, solo non appena si apre la por- fine per la palese assurdità del proposito; in un po’ come il sergente York dell’omonimo e ta del bagno. Riguardo alla struttura di Ore un secondo momento ha ammesso d’avere ri- bellissimo film diretto nel 1941 da Howard 15:17 - Attacco al treno, non sono d’accordo con cevuto l’ordine di compiere una strage da Ab- Hawks e interpretato da Gary Cooper; eroi chi ha imputato ad Eastwood d’avere conces- delhamid Abaaoud, il coordinatore degli at- atipici, com’è nella migliore tradizione. Nell’a- so troppo spazio per descrivere le vite di Spen- tacchi di Parigi, aggiungendo però di non prile 2018, poco dopo l’uscita del film, Spen- cer, Alek ed Anthony prima dell’evento che li aver voluto sparare su Stone (e di questo di- cer, Alek ed Anthony hanno presentato do- avrebbe resi famosi: era infatti indispensabile cendosi pentito, «dopo aver visto quel che suc- manda per ottenere anche la cittadinanza conoscerli fin da bambini per comprendere il cede in Siria»). Quando Spencer si lanciò con- francese: e il 20 settembre di quell’anno la loro loro background e seguire lo sviluppo della loro tro di lui attraversando il breve corridoio del richiesta è stata favorevolmente accolta. amicizia e le loro scelte di vita; da ciò lo spettatore vagone, - ha osservato qualcuno - le probabilità Federico La Lonza

31 n. 86 Harpo Speaks! Il testamento letterario di Adolph Marx Harpo Marx e Rowland Barber: Harpo Speaks! Intervista a Martina Biscarini

Dopo aver letto il magnifico memoirHarpo Speaks! uscito in Italia ben cinquantasette anni dopo la prima pubblicazione americana, incontriamo la traduttrice nonché curatrice del testo Martina Biscarini per capire come abbia affrontato la mole di fitte informazioni, aneddoti e vicende di cui il libro è ricco e per capire come si approccia un lavoro che ha tutto lo spessore e l’importanza di un valido compendio per chi studia il cinema e lo ama.

Harpo Speaks! è il testa- stata qualcosa a metà tra Dickens e del mento letterario di Adol- cinema muto. A mio parere il periodo che precede il ph Marx (detto Harpo) successo e la ricchezza della famiglia Marx resta il che, stanco di stare in si- più interessante e commovente da leggere perché lenzio (questo fu il suo permette di avvicinarci alla New York dei bassifon- ruolo in ogni spettaco- di e dei migranti, dove, come direbbe Scorsese, si è lo), decise di raccontare formata l’identità americana, tra fame e violenza. la sua vita a Rowland Ci può raccontare quali sono stati i momenti che di Barber (scrittore e sce- quegli anni le sono rimasti più impressi? neggiatore di: Lassù qual- Credo che deliberatamente Harpo abbia cala- cuno mi ama, dramma di- to un velo di tenera ironia su un periodo che retto da Robert Wise nel dev’essere stato tosto. È vero, questo ambien- Giulia Zoppi 1956, tra gli altri) lascian- te di immigrati, di gioco d’azzardo, di bande, do ai posteri una testimonianza di indubbio va- di locali malfamati, di bambini solitari, di lore documentario e umano. Manhattan d’inizio secolo chiama Martin HARPO SPEAKS! il memoir di Harpo Marx è arri- Scorsese. Harpo stesso sembra un Oliver Twist vato pochi anni orsono anche in Italia grazie al suo d’oltre Atlantico, con la differenza che sua ma- meticoloso lavoro di traduzione e curatela e ad Er- dre non solo non era morta di parto ma faceva ga, la casa editrice genovese che lo ha pubblicato. parte di tutte quelle mamme imprenditrici La prima edizione in lingua inglese risale al 1961…A che, a inizio secolo scorso, avevano tentato la cosa si deve il ritardo dell’edizione italiana, dal mo- strada del vaudeville per aiutare i propri figli. mento che è un testo che è stato tradotto in moltissi- Nelle biografie dei membri dell’”Hillcrest me lingue e non di recente? Round Table” che ho inserito, la figura della Posso solo fare ipotesi sulla base di alcune ri- mamma-manager ricorre spesso. E mi colpi- Erga edizioni, Genova, 2017 sposte ricevute quando sono andata a fare la sce molto la forza di queste donne che, nono- mia proposta editoriale. Un po’ si crede sba- stante le numerose porte in faccia, alla fine sero potuto scegliere? gliando, che in Italia sia conosciuto solo Grou- spesso ce l’hanno fatta, e per la strada più dif- Ah chissà!!!! Groucho cho, un po’ i riferimenti culturali interni al li- ficile. Come mi colpiscono i cambiamenti ar- probabilmente avreb- bro che rimandano alla storia statunitense chitettonici di una città come New York - uno be comunque fatto l’at- forse, li si considera troppo lontani da un pub- per tutti, quell’inquietante scala arrugginita tore sulle orme dello blico di lettori che, mediamente, non ha pre- che è l’unica cosa che resta dei Polo Grounds, i zio Al Shean. Oppure sente di chi o cosa stiamo parlando. Erga ha campi da baseball demoliti a inizio anni ’60 lo scrittore o il giorna- brillantemente risolto questo punto promuo- dove Harpo andava a guardare a scrocco un lista umorista; scrivere vendomi da traduttrice a curatrice e facendo- quarto di partita (quanto consentito dalla visuale) era il suo sogno nel mi inserire le schede integrative che trovate dei Giants. È ancora lì, la scala dedicata a John T. cassetto - e si sente leg- all’interno del libro. Debbo dire però che Brush, che scende da Coogan’s Bluff in mezzo ai gendo le sue lettere o i quando ho iniziato a tradurre Harpo Speaks palazzoni, a ricordare a New York il suo passato. Martina Biscarini suoi libri. A differenza (correva l’anno 2003) ero una normale stu- E poi… e poi da cantante in gavetta quale so- di Harpo (che detta il libro allo scrittore dentessa liceale che poco o niente sapeva del no, circondata da altri musicisti in gavetta, mi Rowland Barber), Groucho aveva una sua si- vaudeville, di Alexander Woollcott, di tante co- viene spesso da citare l’aneddoto nel quale un curezza con la parola scritta, un suo stile. Il se. Eppure, mi sono goduta il libro come un cinema nickelodeon di New York licenziò Ge- ghost writer non l’ha mai usato. Chico avrebbe romanzo e solo in seguito sono andata a ricer- orge Gershwin come pianista accompagnato- probabilmente sbarcato il lunario come piani- care altrove quello che non sapevo o i perso- re (i clienti lo giudicavano troppo “rumoroso”- sta, quel che già faceva da solo prima di incro- naggi che non conoscevo. Harpo mi ha pre- mah…!) per assumere Chico Marx. Che fa ciare il resto dei fratelli in un teatro di vaude- sentato i suoi amici e ho imparato a volergli bene. ridere, è come dire: “Ho un posto di lavoro per ville, unirsi alla compagnia e rimanere Fratello Ma credo che Maurizio Nichetti abbia sintetizza- un musicista e licenzio Nicola Piovani per as- Marx per tutta la vita. A Chico bastava poco to il concetto quando ha detto che Harpo Speaks! è sumere Lino Banfi”. Fa meno ridere a chi fa per vivere e quel poco se lo giocava d’azzardo. un’autobiografia anomala, dove l’io narrante un mestiere artistico: rospi simili (che magari Harpo… chi lo sa. La musica lo aveva attratto spesso prova gusto a parlare di altri più che di sé. fanno anche spesso dubitare della propria fin da piccolo, ma la sua rocambolesca vicen- Una delle tante ragioni per cui vale la pena immer- stoffa) li ingoiamo anche al giorno d’oggi. da infantile non gli aveva molto permesso di gersi in Harpo Speaks! è la ricchezza di aneddoti e La madre di Adolph Arthur, detto Harpo, Minnie, è studiarla - Minnie aveva deciso che la musica, la descrizione di mondi come di rado capita di tro- stata colei che ha indirizzato i cinque figli verso lo volente o nolente, sarebbe stato il mestiere di vare in autobiografie, biografie o saggi dell’epoca spettacolo per necessità, sfruttando l’intelligenza dei fi- Chico. Approfittando del piano in casa, Harpo del cinema muto (e del cinema tout court). Per buo- gli, bambini molto dotati nonostante non amassero la aveva imparato da solo due canzoni, abba- na parte del libro ho avuto l’impressione di leggere scuola e i suoi precetti. Harpo lascia la scuola in seconda stanza da fargli guadagnare il posto di piani- un romanzo di Dickens perché l’infanzia di Harpo, elementare perché la maestra lo getta letteralmente dal- sta nel losco bordello di Madame Schang. come quella di tutti i Marx, è stata avventurosa, po- la finestra… Lei che è stata a stretto contatto con le bio- L’arpa venne dopo, gliela comprò Minnie per verissima e rocambolesca come quella descritta dal grafie di questi cinque straordinari artisti si è fatta “aggiungere classe” al loro numero di vaudeville grande romanziere inglese. La vita dei Marx era l’idea che sarebbe stato quello il loro destino se aves- segue a pag. successiva 32 [email protected]

segue da pag. precedente rimasero affascinati dalla sua tecnica sgan- perché? all’epoca in cui tentava di spacciare i figli per gherata, alcuni gli dettero consigli utili, anche Banalmente, scelgo Duck Soup per gli anni Pa- piccoli cantori. Harpo imparò a suonarla a se l’unico che gli insegnò quel minimo di tecnica ramount e A Night at The Opera per gli anni orecchio - sua nonna Fanny era stata un’arpi- per migliorare il proprio stile fu il figlio Bill, piani- Metro Goldwyn Mayer. Film come Animal sta girovaga, ma era morta prima di potergli sta, quando negli anni ’50 Harpo incise alcuni di- Crackers pure sono di un certo rilievo, l’im- insegnare qualunque cosa e la vecchia arpa schi. pronta teatrale di fondo però rimane sempre stava tra le cose del nonno, muta e senza cor- Può descriverci a grandi linee quale fu la Hollywo- molto viva. D’altra parte il cinema sonoro era de. L’altra passione di Harpo era lo sport, in od dei fratelli Marx? Scorrendo il memoir siamo agli esordi e Hollywood sperimentava nuovi particolare il golf (e il croquet) – probabilmen- travolti da un mondo incredibilmente vivace e ricco modelli diegetici rimediandosi col teatro. te però senza Minnie avrebbe fatto un lavoro di personalità del mondo della cultura, della finan- Duck Soup è stato scritto pensando già al cine- tranquillo, un po’ come suo padre. Con gli al- za, della politica e del cinema. Harpo divenne ami- ma, e si vede. È una farsa politica anarchica- tri due si va più sul sicuro: Gummo aveva ere- co di molti di questi personaggi mantenendo un’u- mente pungente, ancora oggi. Ai tempi, Mus- ditato dalla madre il senso degli affari, fu ma- miltà rara… solini prese il film come un insulto personale nager dei fratelli per tutta la vita. Ma avrebbe Dal libro si capisce quanto Harpo fosse incu- e lo bandì dall’Italia - i fratelli ne furono pre- potuto benissimo fare il negoziante o il com- riosito dalle persone, soprattutto dalle perso- vedibilmente entusiasti. Al giorno d’oggi, cer- merciante. Zeppo era il genio del business di ne estrose. La Hollywood che visse fu quella ti personaggi improbabili in posti di comando casa: in vita sua si mise in affari di generi di- dei primi anni del sonoro, fino agli anni ’50. della politica internazionale ci ricordano un versissimi fra loro e, quando li lasciò, ne tras- Un luogo bizzarro con piscine a forma di Mar po’ le scaramucce fra Firefly e Trentino. Senza se sempre gran profitto. Il guizzo creativo lo Nero, intellettuali segnati dalla crisi del ’29 in contare che Duck Soup fu finito di girare nel adoperò per le invenzioni di tipo militare di cerca di lavoro (Lederer, Parker, Benchley, novembre 1933, in quello stesso mese Harpo cui aveva il brevetto. Sherwood), esuli in fuga dal nazismo (Schoe- fu spedito in Unione Sovietica e, passando per Harpo si era ritagliato nelle famigerate gags dei nberg), grandi attori in decadenza (Barrymo- Amburgo, assaggiò qualche sprazzo degli ef- Marx il ruolo di suonatore di arpa, muto, non dice- ore), musicisti disturbati (Levant) comici ec- fetti del neonato governo nazista. Inutile dire va una sola battuta durante tutto lo spettacolo tea- centrici, campi da golf e starlettes in cerca di che tutto ciò non gli piacque affatto, anzi lo trale (in verità non è proprio vero, anche se questo pubblicità. Charles Lederer, suo caro amico, colpì profondamente tanto che, una volta tor- racconta la leggenda). La sua performance è stata era nipote di Marion Davies all’epoca pupilla nato a New York, racconta che quando gli talmente riuscita da farlo diventare un’icona del di Hearst il magnate della stampa, fonte di amici parlavano di Hitler rischiava i conati di mondo dello spettacolo, un mito quasi al pari del ispirazione per Citizen Kane di Orson Welles la vomito. Mi chiedo come avrebbe affrontato fratello Groucho. Ad un certo punto scopriamo che cui prima moglie sposò poi Lederer stesso. un film comeDuck Soup se glielo avessero pro- anche grandi arpisti classici lo vollero conoscere per Hollywood ci appare una piccola stramba cit- posto dopo questa esperienza. carpirne la tecnica usata per suonare da autodidat- tà dove tutti conoscono tutti e la “normalità” A Night at the Opera invece unisce il genio pro- ta. Può raccontarci brevemente il rapporto di Har- (qualsiasi cosa sia) proprio non è di casa. Di duttivo del leggendario Irving Thalberg e il po con il successo e il contesto che si trovò a conosce- tutte le donne che gravitavano per Sunset guizzo dei Marx. È al contempo molto classico re quasi all’improvviso, dopo tanta povertà? Boulevard, Harpo si legò a Susan Fleming e molto marxista - probabilmente il punto più Deve sapere che quando ho iniziato a tradurre (Million Dollars Legs) una donna forte che non alto della loro carriera cinematografica. non sono partita dal capitolo 1, ma dal capito- moriva dalla voglia né di continuare a fare l’at- Concludendo, tra il geniale e il lo 11, il mio preferito. Quello dove Harpo cono- trice né di venire stalkerata dai tabloid. Ma di grande Jerry Lewis (tanto per citare due comici dal sce il suo grande amico Alexander Woollcott certo non era una persona ordinaria. Se non talento immortale e di successo), chi tra i due po- che lo inserisce in una cerchia di intellettuali fosse stata a sua volta un tipo strano, probabil- trebbe essere accostato ai meravigliosi fratelli serissimi di giorno e post-adolescenziali di mente fra loro non sarebbe durata. Marx? notte. Gente che parlava in continuazione. E In che modo i Marx adattarono la loro arte al cine- Tra Jerry Lewis e i Fratelli Marx ci sono pochi lui, che non aveva terminato la seconda ele- ma dopo gli anni consumati sui palcoscenici ameri- gradi di separazione - gradi che talvolta mentare, venne accettato in qualità di “ascol- cani e non solo? hanno anche un nome e un cognome: Frank tatore professionista”- in sostanza, divenne il Il cinema gli richiese una certa sintesi – anche Tashlin per esempio, uno degli scrittori di “muto picchiatello” anche nella vita privata. E perché Florey, uno dei registi di Cocoanuts, il Love Happy il film di Harpo, è lo stesso che qua è il momento in cui, nel libro, Scorsese ce- primo film, quando iniziavano a improvvisare rialzò Lewis dalla crisi post-Dean Martin. Il de il passo a Woody Allen. O ad Alan Rudolph e a incartarsi nei loro giochi di parole a raffica, mondo dei Marx, Lewis lo ha respirato fin da bambino. In fondo stiamo parlando di di Mrs Parker e Il Circolo Vizioso - film che rac- si piegava in due dalle risate comprometten- un ebreo russo il cui padre era maestro di conta della stessa cerchia di amici. Tutti mol- do la banda sonora (lo dovettero cacciare in cerimonie nel vaudeville, anche se ogni volta to ricchi (almeno fino alla crisi del ’29) e nono- una sorta di box insonorizzato in vetro). Il fat- che sento di attori comici di origine ebraica stante ciò rimasti un po’ bohemien nell’animo. to è che i Marx erano stati abituati dal vaude- che si sono formati alle Catskill Mountains, Ecco, l’infanzia e l’adolescenza di Harpo era- ville a improvvisare - anche l’avanspettacolo mi viene in mente che Harpo probabilmente no state serie e faticose. Il successo gli permi- italiano è fatto di comici simili, basti pensare avrebbe detto che quel tipo di gavetta è una se di recuperare una spensieratezza che non a Totò e a come le sue spalle, ad eccezione di vacanza rispetto ai circuiti della sua gioventù. aveva vissuto prima - in una cricca di amici Peppino de Filippo e pochi altri, impazzissero Woody Allen stesso, che non rinnega il suo composta dagli intellettuali più importanti cercando di stargli dietro. George S. Kauf- debito con Groucho Marx, si è formato dell’epoca. E stavolta quell’amico-complice che man, autore di alcune delle commedie e dei alle Catskill. Jerry Lewis non ha fatto parte aveva desiderato tanto a lungo da adolescente film migliori dei Marx, durante gli spettacoli dell’”Hillcrest Round Table” per mere ragioni (cacciandosi anche nei guai fidandosi di perso- del suo Animal Crackers, sbottò (cito a memo- generazionali, certo non avrebbe sfigurato. ne poco raccomandabili) c’era. Woollcott fu per ria): “Mi è sembrato di sentire una battuta Quanto a Paolo Villaggio mi viene da citare lui il miglior compagno di giochi che un bam- scritta da me”. Per contro, nel passaggio dalla Veneziani quando sul Tempo il 4 luglio scorso bino cresciuto possa avere. Paramount alla Metro Goldwyn Mayer, Thal- ha scritto: “è stato il Marx degli impiegati. Ma Quanto agli arpisti, beh immaginatevi lo stu- berg ebbe la geniale idea di testare Una Notte nel doppio senso di Karl Marx e di Groucho pore di chi studia uno strumento a inizio se- all’Opera portandolo in giro come spettacolo tea- Marx, il teorico del comunismo e il mago del comicismo. Perché Villaggio ha rappresentato colo scorso ancora associato principalmente trale. Una delle varie intuizioni azzeccate del pro- il riscatto surreale degli oppressi, trasformando al mondo della musica classica e che improvvi- duttore, purtroppo scomparso prematuramente, una vittima, oscura, anonima e insignificante, samente si trova davanti un autodidatta che che portò peraltro alla costruzione della famosa in un protagonista assoluto ed esilarante.” “sbaglia tutto” ma riesce per magia a fare uscire scena della cabina come la conosciamo adesso. dalle corde dei suoni belli. Alcuni arpisti Quale tra i loro film reputa sia l’opera più riuscita e Giulia Zoppi 33 n. 86 “S.O.S. Salviamo le versioni italiane dei film di Laurel & Hardy” per la grafica Daniele Cecilia 34 [email protected] Stanlio, Ollio, allegri vagabondi nel West Il recupero del grande classico Way Out West nella sua prima edizione italiana (1937) Allegri vagabondi, co- i documenti che provano la sua proprietà di nosciuto anche con il una miniera d’oro2. Distratti, ingenui e pastic- titolo di I fanciulli del cioni come sempre, i due rischiano di veder West, è un film diretto sfumare la loro missione per gli intrighi di un nel 1937 da James W. losco baffutissimo proprietario di saloon (Ja- Horne per conto di Hal mes Finlayson3) e della sua ballerina-cantante Roach, famoso produt- (Sharon Lynne), e devono impegnarsi a fon- Enzo Pio Pignatiello tore di pellicole comi- do, in un susseguirsi di tremendi pericoli che Simone Santilli che, prodotto da Stan si trasformano in puntuali occasioni di ilarità, Laurel, distribuito dalla Metro Goldwyn Mayer perché pervenga alla povera Maria (Rosina e ovviamente centrato sulla presenza di Laurel Lawrence)4, ridotta a far la sguattera, ciò che e Hardy. Come suggerisce uno dei titoli che le spetta di diritto. Il film resta abbastanza in- gli sono stati dati in Italia – il secondo, più ri- dicativo delle qualità e tendenze della comici- spettoso dell’originale che era Way Out West1 -, tà che era loro caratteristica, “una comicità di si tratta di una parodia dei film western. carattere, cioè fondata sulla psicologia dei L’edizione recuperata nell’ambito del proget- personaggi…Hardy personifica il carattere di to “S.O.S.Stanlio e Ollio” è quella originale ita- un tipico personaggio della Georgia, lo stato Fotobusta ‘’quadrata’’ della riedizione cinematografica liana della fine del 1937 (N.O. n. 29907 del 16 in cui è nato e ha vissuto nella sua giovinezza. italiana di ‘’Way Out West’’, risalente al 1947 (Stampa dicembre 1937), con le voci dei primi doppia- Egli è cioè molto manieroso e servizievole ver- Stab. Ind. Cartotecnico di Castello S.A. - Firenze) tori ufficiali Carlo Cassola e Paolo Canali, ma so gli altri, per un naturale senso di cavalleria con i titoli della successiva riedizione del 1947 e di padronanza di sé, che lo rende borioso (N.O. n.2016 del 19 aprile 1947), doppiaggio nelle iniziative, ma finisce sempre per fargli storico miracolosamente scampato – assieme combinare dei guai. Laurel, che lo coadiuva a pochissimi altri titoli - alla distruzione del seguendo ingenuamente e docilmente i suoi magazzino italiano della Metro Goldwyn ordini, provoca una catena di disastri che si Mayer di Roma nel 1942, quando, in pieno regi- risolvono nella catastrofe. Hardy ne subisce me fascista di Monopolio, fu ordinato il taglio spesso le conseguenze, mentre Laurel ne esce e l’invio al macero di tutte le pellicole di prove- illeso ed è come stupito di ciò che ha provoca- nienza estera. Nella copia è stata peraltro rein- to” (J. Pantieri). L’irruzione di due caratteri tegrata la sequenza introduttiva, dove viene il- come questi negli ambienti e fra i personaggi lustrato l’ambiente in stile “western” in cui è del West provoca naturalmente esplosioni di ambientata la vicenda, spesso tagliata di netto alta buffoneria, di divertimento travolgente e in molte copie del film finora in circolazione. irresistibile. Stanlio e Ollio arrivano in una piccola città dell’”O- I fanciulli del West contiene una delle gag più vest selvaggio”per compiere le ultime volontà di un celebri e surreali di Stan Laurel, che accende il amico defunto, che vuole far pervenire alla figlia fuoco sfregando il pollice nel palmo della ma- no - Ollie prova inutilmente a imitarlo, gli riu- scirà solo quando non se lo aspetta. Molto di- vertenti anche le gags della bistecca usata come suola di scarpa da Stanlio, e del mulo ca- tapultato sul balcone, in simpatico spregio delle leggi della fisica. Oppure il passaggio in cui la bella ma infida Lola Marcel (Sharon Lynn) fa il solletico a Stanlio per sottrargli il documento conteso. C’è anche un “effetto speciale” abbastanza ben congegnato: il collo di Ollio che si allunga di un metro quando Stanlio cerca di liberarlo dallo sportello della botola…. Nella scena in cui Ollie intima a Stan di tende- re la mano, Stan Laurel e Oliver Hardy ese- guono dello slapstick usato solo due anni pri- ma nel cartone animato di Dave Fleischer An Elephant Never Forgets (1934): invece di picchia- re la mano di Stan, Ollie colpisce Stan sulla te- sta come l’insegnante del cartone animato fa Fotogrammi in pellicola 35mm dei titoli di testa dalle con il suo studente. varie edizioni italiane di “Way Out West” (1947, anni 2 Molti esterni del film furono girati a Placeri- Settanta e 1968), recuperate dal Progetto ‘’S.O.S. ta Canyon, presso Newhall, famoso in tutto il mondo per Stanlio e Ollio’’ essere stato uno dei primi luoghi californiani in cui è stato Sequenza non meno mitica, e divenuta virale Manifesto dell’edizione italiana ‘’pirata’’ di ‘’Way Out scoperto l’oro. nel mondo del web grazie anche al suo recente West’’, circolata in pieno regime di Monopolio (Stampa 3 Doppiato da Olinto Cristina nella versione utilizzo (2017) in uno spot Tim per una campa- F.Milani Succ. - Milano - Febbraio 1942) italiana. gna tv firmata dal’agenzia Havas Milan, quella 1 Il titolo parodizza “Way Down East”, pelli- 4 Il ruolo di Mary Roberts era originaria- in cui i due improvvisano un delizioso balletto cola muta di D.W. Griffith, con Lillian Gish. mente destinato a Julie Bishop. segue a pag. successiva 35 n. 86

segue da pag. precedente inglese dell’attore - che passa dal basso country. Scena tra le più significative di tut- profondo di Chill Wills (attore caratteristi- ta la filmografia del duo, in quanto indicati- co e cantante degli Avalon Boys) al falsetto va di un aspetto tipico della comicità lau- - in realtà la voce acuta gli è imprestata dal- relhardiana, inaugurato sin dai tempi del la bella Rosina Lawrence - , dopo che Ollie muto grazie alla supervisione del grande gli ha assestato un colpo in testa. regista Leo McCarey: il cambio di ritmo che Che il passaggio dal muto alla parola abbia consentì di trarre i personaggi comici dalle messo in crisi il comico cinematografico è reazioni meccaniche, allora tanto in voga, un dato acquisito: Chaplin e i fratelli Marx specie nelle commedie di Mack Sennett e sono eccezioni solitarie e nemmeno co- porre così in rilievo una loro maggiore stanti. Eppure in questo film, che, come si umanità. Il lungometraggio Way Out West diceva, è del 1937, cioè di un periodo in cui (1937) e la sua celebre scena del balletto di Laurel & Hardy sono già sulla via della de- Laurel & Hardy sulle note di At The ball - cadenza, i due appaiono in forma decisa- That’s All, non sono una creazione diretta di mente smagliante. Ha detto Stanlio: “Nei McCarey, ma in essi si può riconoscere una nostri film parlavamo il meno possibile, sorta di epitome di tutto il lavoro congiunto meno di quanto fosse necessario per moti- del regista con i due comici, specialmente vare le nostre azioni, e quando la trama riguardo al ritmo. I quasi tre minuti della aveva bisogno d’essere spiegata, lo faceva- scena del ballo presentano in primo luogo mo fare ad altri personaggi”. Il suono era alcuni cowboys, Chill Wills – un abituale se- piombato fra gli “eroi della risata” con la condario di John Wayne – e gli Avalon Boys, Frame dal trailer italiano della prima edizione italiana di “Way Out protervia della novità che pretende di can- un quartetto popolare degli anni Trenta, West” (1937), recuperato da una copia integrale in 35mm cellare d’un colpo le esperienze acquisite, e che, sul porticato del saloon di Mickey Finn, Howard Hanks e prima quelle di Ken Curtis e si capisce che abbia provocato sconquassi. interpretano una melodia intitolata At The ball dei Sons of The Pioneers in Rio Grande (1950) Stanlio e Ollio, in fondo, lo padroneggiarono - That’s All, scritta da John Leubrie Hill. del grande John Ford prolungheranno in par- egregiamente, anche se dovettero spesso rim- Si tratta di un invito al ballo, il cui testo non ha te la logica qui iniziata da Laurel e Hardy . Un piangere i tempi delle vecchie comiche. Pur altre pretese se non quella di ispirare, attra- mondo la cui civilizzazione si otteneva – pra- avendo esordito ambedue negli anni della verso certe allitterazioni, questo sentimento. ticamente si «strappava» – a suon di battaglie, grande fioritura della slapstick comedy5, Lau- Quando Laurel e Hardy si appressano all’en- lotte e sacrifici, necessitava di un’oasi di bel- rel e Hardy misero a punto i caratteri peculia- trata del saloon, rimangono affascinati dalla lezza, quasi la reminiscenza di un’armonia ri della loro comicità negli anni della transi- musica e osservano come la mula, che hanno originale, mediante la musica, che per alcuni zione dal muto al sonoro: questa circostanza appena legata, muova ritmicamente la sua momenti riconciliasse l’anima dei personaggi facilitò la coppia nel trovare le giuste forme di zampa anteriore, quasi ad accogliere l’invito – e anche degli spettatori – ma solo parzial- integrazione tra le gag visive e verbali -o più al ballo. I due si guardano e condividono un mente. esattamente sonore, vista l’importanza che gesto di complicità con il quadrupede, ini- Il ballo, la danza, il modo in cui parte (l’insi- anche rumori e musica rivestono nella costru- ziando così ad eseguire una danza a duetto, nuazione della mula) e l’atmosfera che crea zione degli effetti comici-. I due attori si im- durante la quale passano in rassegna tutti i lo- (l’entusiasmo dell’anziano), non si limitano pegnarono in un primo tempo nel doppiaggio ro gesti abituali e manierismi, con una logica ad una semplice parentesi. Sottolineano il to- di sé stessi in lingue straniere, tra le quali an- ed una precisione tali da apparire assoluta- no autentico del momentum. Questo non è un che l’italiano. Da ciò deriva il caratteristico ac- mente convinti che quella musica fosse stata film Western o sull’epopea del West. È solo un cento angloamericano della parlata dei loro composta appositamente per quel ballo e che, film comico ambientato nel West e dunque la personaggi che venne poi mantenuto e imita- perciò, essi l’avessero riconosciuta sin dal pri- to dai doppiatori italiani (dapprima Carlo mo momento non per caso. Cassola per Stanlio e Paolo Canali per Ollio; Un anziano, che non fa parte del quartetto, poi, dopo il 1938, rispettivamente Mauro Zam- ma si trova con la sua sedia a dondolo sul pa- buto e Alberto Sordi). Discendenti l’uno da tio del saloon, si unisce al ballo … mentre i sor- una famiglia di coltivati teatranti inglesi, l’al- risi degli Avalon Boys paiono sugellare l’armo- tro addirittura per i rami dell’ammiraglio Nel- nia tra la musica e la danza. Terminata son (questo almeno giurava orgogliosamente l’esecuzione, i ragazzi danzerini entrano nel Ollio), si ritrovarono a fare i buffoni per la locale, accompagnati da uno scoppio di ilarità gente, lunare e indifeso il primo – ma anche generale. capace di crudeltà sottili - , millantatore e re- Laurel e Hardy sono arrivati in un luogo sco- golarmente castigato da oggetti, circostanze e nosciuto e lo hanno subito addomesticato, re- uomini il secondo. Due “maschere” classiche, so familiare, con qualcosa che sembra prove- riunite al momento giusto in una coppia dallo nire dal loro mondo interiore e che sono segue a pag. successiva Rara foto di Laurel e Hardy con Rosina Lawrence ed il riusciti ad esprimere attraverso la loro buffa mulo Dinah sul set di way Out West (1937) 5 Particolare sottogenere cinematografico, danza. Non in maniera forzata, imposta e di- nato nel periodo del muto in Francia e sviluppatosi negli staccata dagli eventi, ma con empatia, con la Violenza non ha l’ultima parola. Stati Uniti negli anni 1920, fondato su una comicità ele- profondità culturale dell’incrocio tra radici et- Il gesto cosmico della mula che inizia la dan- mentare che sfrutta il linguaggio del corpo e si articola niche: il radicamento africano della musica za, la sicurezza di Laurel & Hardy sui passi da intorno a gag tanto semplici quanto efficaci, come quella americana – in particolare jazz e blues –, il fare, l’accompagnamento armonico intorno a messa in moto dal celebre meccanismo delle ‘torte in fac- ruolo delle ballate nel genere Western, l’eco loro, rafforzano la convinzione che dietro il cia’. Il genere slapstick si è sviluppato grazie all’apporto raffinato del ballo liscio francese e centroeu- mimo, l’humour e il movimento ci sia un flus- della casa di distribuzione francese Pathé e di alcuni suoi ropeo… e altro ancora. Ma in questo caso è in- so di umanitarismo che occorre leggere in alfieri come M. Fabre, A. Deed e F. Guillaume. Negli Stati teressante soprattutto soffermarsi sul secon- profondità . Uniti prosperò e si raffinò grazie a registi quali H. Roach do aspetto: la ballata nei film Western. Poco dopo, dentro al Mickey Finn’s Palace sen- e M. Sennett e a formidabili interpreti, quali S. Laurel, O. Le interpretazioni di Ricky Nelson, Dean tiamo cantare The Trail of the Lonesome Pine, con Hardy, B. Keaton, C. Chaplin, R. Arbuckle e i fratelli Martin e Walter Brennan in Rio Bravo (1959) di la voce di Stan – doppiata col consueto accento Marx. 36 [email protected]

segue da pag. precedente subito dopo averlo narrato. Nel 1942 esce straordinario affiatamento. I fanciulli nei cinematografi italiani Il fanciullo del West non è soltanto uno dei film del west con il primo vero grande co- più interessanti di Stanlio e Ollio, ma mico dello spettacolo italiano, Ermi- è anche uno dei migliori film comici nio Macario... Probabilmente il ri- in assoluto della storia del cinema. chiamo è solo nel titolo (tra l’altro Negli anni successivi alla sua uscita, richiamo a sua volta dell’ opera tea- nel 1937, il film è stato oggetto di nu- trale di Giacomo Puccini La fanciulla merosi rifacimenti cinematografici e del west, 1910) e non è possibile verifi- richiami sparsi qua e la in tutta la ci- carne altri perché la pellicola risulta nematografia mondiale. Ciò a ripro- di difficile reperibilità… va del segno indelebile che la pellicola In tempi più recenti, rimane clamo- ha lasciato in eredità ai creatori di rosa una citazione dei fanciulli del gag e situazioni comiche per lo spet- West nel film Le comiche 2, pellicola tacolo, merito straordinario di tutto italiana campione d’incassi nella sta- lo staff tecnico e artistico della scude- gione natalizia 1991-1992, in cui il re- ria Hal Roach e della insuperabile in- gista , gli sceneggiatori e tesa tra Stan e Oliver. Di seguito alcu- gli interpreti Renato Pozzetto e Paolo ni esempi: i due Allegri Vagabondi Villaggio rispolverano quasi tutte le questa volta sono alle prese con un Laurel e Hardy provano i passi del balletto dinanzi al Saloon di Finn sul set gag e le situazioni del film dalle comi- nuovo animale da compagnia, un di Way Out West (1937) che di Stanlio e Ollio; nel secondo simpatico mulo che utilizzano come episodio la coppia Pozzetto e Villag- mezzo di locomozione: il quadrupede gio, in veste di metronotte, sono alle si sfianca nel trascinare Oliver su un prese con un ladro energumeno (Ro- lettino a terra, mangia paglia dai di- mano Puppo) che sta svaligiando la vani in attesa che i loro proprietari cassaforte della Standa (all’epoca an- tornino in possesso del documento cora di proprietà di Silvio Berlusconi, all’interno del saloon, e balla al ritmo che sponsorizzó la fortunata pellicola di musica quando gli Avalon Boys in- con la “Silvio Berlusconi Communi- tonano le loro straordinarie melodie. cations” assieme a Mario e Vittorio Tutte sequenze da antologia... Nel Cecchi Gori). Ogni tentativo di brac- 1940 i fratelli Marx prendono spunto carlo risulta vano e Paolo e Renato si della trama di Way Out West per uno danno alla fuga per non farsi beccare dei loro capolavori I Cowboy del Deser- dal palestrato fuorilegge che intende to (Go West) . In ambito italiano sva- massacrarli... Finiscono all’ultimo riati sono gli omaggi al film a comin- piano dell’edificio, fuggendo per i ciare dalla sequenza iniziale di Lo chiamavano protagonista il solo Bud. Questo film è un al- cornicioni, ma prima tentano di nascondersi Trinità con Terence Hill e Bud Spencer (la cop- tro ottimo esempio di film per famiglie, con in una botola sita nella soffitta, e Renato rima- pia comica più vicina in assoluto agli schemi una colonna sonora impeccabile firmata dai ne incastrato con la testa nel portello della di Laurel e Hardy).... Vedere Trinità coricato a sempreverdi Oliver Onions (Guido e Maurizio stessa, lasciato inavvertitamente cadere da terra su una sdraia, trainato da un cavallo ed De Angelis). In breve, vi è una sequenza in cui Paolo, spaventato dall’avvicinarsi del ladro. oltrepassare con indifferenza sentieri selvag- Bud nell’intento di cucinare un piatto di fa- Allora Paolo nasconde Renato con un secchio gi e ruscelli è un classico omaggio a I Fanciulli gioli in un bosco si accorge che i fiammiferi capovolto sulla sua testa e si nasconde anch’e- del West, dove accade la stessa identi- gli. Nel frattempo il ladro riesce ad intru- ca cosa nelle sequenze iniziali, in cui folarsi nel nascondiglio dei due e, non Oliver schiaccia un riposino sdraiato trovandoli, sferra una calcio violentissi- a terra, trascinato a stento dal mulo, a mo al secchio prima di uscire per cercarli sua volta guidato a passo d’uomo dal- altrove... Ovviamente il secchio rimane lo sventurato Stan6. Tra l’altro vi è immobile: c’è Renato dentro che, stordi- una nota curiosa che non è detto sia to, col naso nero, viene estratto dalla bo- un riferimento o una pura casualità: tola afferrato da Paolo per la testa che si nel film campione d’incassi del 1970 elasticizza, si allunga, e finisce per - di di Barboni, il personaggio di Bud struggere tutto il portellone della botola, Spencer si chiama “bambino”, in in- come nei cartoni animati. È la stessa glese babe : Babe era anche il nomi- identica gag che coinvolge Stan, Oliver e gnolo con cui veniva chiamato Oliver Finlayson nel saloon, verso la fine del Hardy in confidenza tra amici, in film. particolare da Stan! Un altra palese Citazioni a parte, Way Out West rimane citazione del film si riscontra nel film probabilmente il migliore film comi- Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e co-western della storia della cinemato- molto terrestre di Michele Lupo, uscito grafia sonora ed il recupero dell’edizione nei cinema italiani nel 1979, italiana a cura del progetto “S.O.S. sono umidi e non prendono fuoco... La battu- Stanlio e Ollio” restituisce freschezza e vitali- 6 Le scene in cui Stan e Ollie attraversano un ta rivolta al piccolo “bambino alieno” che gli tà alla serie di gioconde e felici fantasie svi- torrente poco profondo con il loro mulo furono girate nella fa compagnia è la seguente : “ci vorrebbero luppate da Stan Laurel e Oliver Hardy sulla te- foresta di Sherwood, 40 miglia a nord di Los Angeles, in Stanlio e Ollio...” con tanto di spiegazione del- nue trama che li vede campioni di una bonaria California. Il luogo non aveva torrenti, quindi lo studio la scena in cui Stan accende la pipa ad Ollio e generosa cavalleria di stile moderno. scavò parte di un vecchio letto di un fiume asciutto e lo ri- con il pollice a mo’ di accendino... Trucchetto co- empì con 94.600 litri d'acqua trasportati da un vicino mico surreale che anche a Bud riesce ad eseguire Enzo Pio Pignatiello e Simone Santilli lago. 37 n. 86 Alekos Panagulis, il poeta che scrisse i propri versi col sangue «Non te l’ho mai detto sevizie impossibili anche solo a immaginarsi: quanto è libero un uo- (…) Con legni percuotono le piante dei miei piedi/ mo in prigione? L’ozio mi spengono sigarette sul corpo/ sul mio viso insan- gli permette di riflet- guinato/ appoggiano le canne delle loro pistole (…) tere finché vuole, l’iso- Mi chiamano puttana/ e la frusta/ lascia segni sul lamento gli permette mio corpo/ ferite nuove/ ferite che si spalancano in- di piangere o ruttare o credule (…) e così cominciano/ Mi infilano dentro grattarsi finché gli pa- l’uretra un ago/ (sottilissimo, di ferro)/ Brividi in re, nel mondo aperto tutto il corpo/ l’altro estremo dell’ago/ ora lo riscal- invece può riflettere dano...(…) Dolore compagno del dolore/ È la nostra Oriana Fallaci e Alekos Panagulis soltanto nelle pause vita. Riuscì a resistere a questo e al pensiero di Maria Rosaria Perilli che gli consentono gli una morte certa che gli veniva di giorno in prefazione di Pier Paolo Pasolini, carissimo altri. E piangere è una debolezza, ruttare una giorno posticipata, e poi a ognuna di quelle amico della coppia Fallaci-Panagulis e im- sconcezza, grattarsi una sconvenienza». Sia- che pensava fossero le sue ultime notti di vita, menso estimatore dell’opera di quest’ultimo: mo ad Atene, 1973. A parlare è «Panagulis è stato trasformato in Alexandros Panagulis al primo in- poeta attraverso la tortura» scrive contro con Oriana Fallaci, la don- Pasolini nella prefazione. «La na che gli resterà accanto fino alla grande poesia di Panagulis è quel- morte in una storia d’amore pro- la che si è espressa attraverso la fondo quanto travagliato, e che di sua azione, o meglio, attraverso il lui così scriverà in un articolo suo corpo. Col suo corpo come pubblicato su L’Europeo: «Ha il vol- strumento, egli ha scritto poemi to di un Gesù crocifisso dieci volte non solo perfetti, ma altissimi». A e sembra più vecchio dei suoi 34 sua volta Panagulis dedicò una li- anni. Le sue labbra sono sempre rica a Pasolini, orrendamente as- piegate in una smorfia amara, sassinato a Ostia il 2 novembre sulle guance si affondano già al- 1975, versi splendidi che parlano cune rughe, e i suoi occhi sono di Voce umana/ vestita di bellezza/ due pozze di malinconia. O di era quella che ci davi/ umana e bella/ rabbia? Anche quando ride, non anche se duramente accusava (…) e si credi al suo ridere. Del resto è ma- vanno a chiudere con un Tu non lato. La salute la perse, assieme al- dovevi andare via. Sì, Pasolini non la gioventù, il giorno in cui fu le- doveva andare via, e anche Pana- gato per la prima volta al tavolo gulis non avrebbe dovuto, solo sei delle torture e gli dissero: “Ora Alekos Panagulis (1939 - 1976) mesi più tardi, perdendo la vita in soffrirai tanto che ti pentirai d’es- un misterioso incidente stradale. sere nato”. Ma non si pente d’essere nato: per- e lo fece aggrappandosi alla parola, ai versi Atene si alzò in piedi per rendere omaggio ché è uno di quegli uomini che sanno come scritti disperatamente ovunque possibile, sui all’eroe, le strade si riempirono di gente – ca- spendere la propria vita. Uno di quegli uomini muri, sui pacchetti delle sigarette, sulle garze, salinghe, operai, bambini, studenti, contadi- per cui anche morire diventa una maniera per addirittura col sangue: Ho dato voce ai muri/ gli ni, pescatori – una folla umana, una “piovra” vivere. Né le sevizie né il carcere l’hanno do- ho dato voci/ perché mi facciano un po’ di compa- per dirla con Oriana Fallaci, a celebrarlo come mato. (...) È Alexandros Panagulis, Alekos per gnia/ I secondini cercano e ricercano/ dove ho tro- simbolo di una resistenza per la quale non gli amici e per la polizia, l’autore dell’attentato vato la tinta/ I muri della cella/ tengono il segreto/ cessò di lottare neppure dopo Boiati, animato che per un pelo, cinque anni fa, non costò la i mercenari frugano e rifrugano/ E lo stesso non tro- dalla libertà e dal profondo significato che la vita a Papadopulos. Per questo attentato fu vano la tinta/ Non gli è venuto in mente/ di frugar- parola racchiude in sé, troppe volte banalizza- condannato a morte (...) Non lo giustiziarono mi le vene. ta e soprattutto mai difesa abbastanza: Se per per non farne un’eroe. E va da sé che lo diven- La Fallaci ascolta la testimonianza straziante, vivere, o Libertà/ chiedi come cibo la nostra carne/ e ne ugualmente: col suo comportamento, col osserva i segni lasciati dalle torture subite, e per bere/ vuoi il nostro sangue e le nostre lacrime,/ suo coraggio, con la sua dignità. Ormai tutti quell’incontro, più che risposta a una sempli- te li daremo/ Devi vivere. sanno chi è Panagulis. Conoscono perfino le ce intervista, diventa una confessione, e per- Ancora, nel giorno in cui si incontrarono per sue poesie, tradotte in decine di lingue. In sino la trasmissione dell’esperienza poetica di la prima volta, in quella stessa intervista Oria- carcere, dove ottenere una matita e un pezzo Alekos, vissuta come salvezza in calvario atro- na Fallaci rivolse a Panagulis una domanda ri- di carta era impresa quasi impossibile, è di- ce durato cinque anni e al quale il regime, ten- masta famosa: «Alekos, cosa significa essere ventato poeta. Prima era uno studente di in- tando inutilmente di non farne il martire-e- un uomo?» «Significa avere coraggio, avere gegneria innamorato delle scienze esatte. Se roe che comunque diventerà, metterà fine dignità. Significa credere nell’umanità. Signi- non lo ammazzeranno, e non lo rimetteranno prima con la revoca della condanna a morte e fica amare senza permettere a un amore di di- in gabbia, se saranno davvero capaci di sop- poi restituendogli la libertà con una grazia ventare un’àncora. Significa lottare. E vince- portare il suo amore disperato per la libertà, immediatamente respinta: «Non l’ho chiesta re. Guarda, più o meno quel che dice Kipling se il fisico non risulterà minato dalle sofferen- io. Me l’hanno imposta loro. Io sono pronto a in quella poesia intitolata Se. E per te cos’è un ze, sentiremo parlare ancora di Alekos Pana- tornare in prigione anche subito». uomo?» «Direi che un uomo è ciò che sei tu, gulis. L’intervista che segue è stata fatta giove- Panagulis amava definire la sua poesia come Alekos». Un uomo diventerà poi il titolo del ca- dì 23 agosto, due giorni dopo la scarcerazione, “un urlo” e mai immagine potrà essere più polavoro a lui dedicato, un libro nel quale la nella sua casa di Atene». chiara e perfetta. Urla diffuse anche sulle note Fallaci racconta la storia di un combattente, La cella della prigione di Boiati nella quale Pa- del maestro Ennio Morricone, urla di fede, di uno studente di ingegneria diventato poeta nagulis diventò poeta era un cubo, una tomba dolore e solitudine che, ricordate e riscritte, tra le mura di un carcere. di due metri per tre, con tanto di cipressino. saranno poi accorpate nella silloge Vi scrivo da Ma egli riuscì a resistere a quella tomba, a un carcere in Grecia, pubblicata nel 1974 con la Maria Rosaria Perilli 38 [email protected] Viva l’Italia (che non c’e’)

“Dire Versilia vive, che fra le mie bugie è quella meno credibile, è come dire Viva l’Italia, che non c’è, tutti si mettono a ridere. Ma noi l’amiamo teneramente questa Versilia, come se fosse tutta l’Italia.”

E’ una delle suggestive L’onesto, ingenuo deputato alla sinistra del malapena leggere e scrivere; date questo posto a poesie del carissimo Partito liberale Cristiano Lobbia, avendo rac- qualcuno che sia più preparato di me, che abbia amico Vittorio Grotti, colto prove concrete dell’avvenuta corruzione, una cultura”.[…] autentico “fuoriclasse” doveva presentare la documentazione alla no- Insomma, diremo noi, qualcuno che sappia della promozione cul- minata Commissione d’inchiesta; la sera pre- elargire bugie e inganni con tranquilla diso- tuale e artistica della cedente viene aggredito in via dell’Amorino a nestà. Quanti, in centosessant’anni di Parla- Versilia anni Settanta Firenze (dove in quegli anni il Parlamento del mento, avrebbero l’onestà di pronunciare pa- e autentico poeta “fuo- Regno si trovava), stordito da una bastonata role del genere? Restando in Italia, altri esempi, Lucia Bruni ri le righe”. Pochi forse sulla testa e ferito da tre coltellate. L’aggresso- intingono la trama sulla corruzione in politica, lo ricordano (è scom- re fugge ma qualcuno ha visto; purtroppo non argomento tanto poco amato perché finisce parso nel 1981 a soli quarantadue anni e da allo- potrà parlare perché morirà in circostanze sempre per scavare nel torbido, senza pur- ra tanta acqua è passata sotto i ponti. In tutti i misteriose prima di venire interrogato. Dopo troppo giungere mai a scalfire le coscienze dei sensi) ma chi volesse saperne di più non ha varie innumerevoli vicissitudini durate anni, depravati protagonisti. Francesco Rosi nel che da chiedere a qualche motore di ricerca. il povero Lobbia, che si troverà addirittura da 1963 dirige Le mani sulla città, un film che entra La scelta dei versi che aprono questa pagina è accusatore ad accusato, finirà amaramente i in merito ai poco chiari metodi usati circa al- dettata proprio dal titolo del film Viva l’Italia, propri giorni in solitudine, dimenticato. Solo cune speculazioni edilizie negli anni Sessan- del 2012, diretto da Massimiliano Bruno, che il trascorrere del tempo e la storia gli rende- ta; nel 1976, sempre per la regia di Francesco la dice lunga su come nel nostro Paese le “bu- ranno giustizia erigendo un monumento ad Rosi, esce Cadaveri eccellenti, tratto dal roman- gie” in politica siano una costante inalienabile Asiago, sua città natale. E nessuno trasfor- zo “Il Contesto” di Leonardo Sciascia, dove gli (anche se è costume diffuso ovunque e in tutte merà in film questa losca e sporca faccenda. A impasti fra ambienti mafiosi, magistratura e le epoche: concediamocelo!) e la “verità”, un proposito di cinema e di corruzioni, come partiti politici fanno bella mostra di sé. Di Pa- folletto dalle infinite mutevoli sembianze. Di- non ricordare la magistrale interpretazione di olo Sorrentino ricordiamo Il divo, del 2008, vertente e amaro assieme, il film racconta le sulla vita di Giulio Andreotti durante gli an- disavventure di un “povero politico”, Miche- ni Novanta e su tutta la congerie di “avven- le Spagnolo, leader del partito “Viva l’Italia”, ture” parlamentari che si scatenarono a quel il quale approfittando della posizione di pri- tempo. Ancora più vicino a noi ecco Suburra vilegio offerta dal suo ruolo, ha sempre an- del 2015, diretto da Stefano Sollima e tratto teposto i propri interessi a quelli del paese e dall’omonimo romanzo di Bonini e De Ca- degli elettori. Ma ecco che il diavolo ci mette taldo, che ancora una volta si infila nelle ma- la coda e, durante un incontro con l’amante, glie sottili di mafia e corruzione politica. Ma è colto da ictus. Le sue condizioni non sono non possiamo dimenticare Il portaborse (1991), gravi ma la scottante sorpresa l’avranno i di Daniele Luchetti, che ancora una volta parenti (moglie e tre figli) quando al letto scandisce la malavitosa dipendenza dal dio dell’ospedale, Michele si riavrà dal malore e denaro per quanti si trovino ad amministra- comincerà a “dire la verità”. L’ictus gli ha re il bene pubblico. Tanto per citarne alcuni. colpito i freni inibitori condannandolo così Oltreoceano, non dimentichiamo, uno fra i a una scoperta franchezza di cui non potrà li- Totò nel filmGli onorevoli (1963) diretto da Ser- più noti, Tutti gli uomini del Presidente (1976), berarsi più. Infiniti e immaginabili i pasticci e gio Corbucci, dove nel finale, dopo numerose diretto da Alan J. Pakula, che cavalca l’inchie- le gags che si consumeranno da quel momento peripezie sulla convenienza di false promesse sta dell’“Washington Post” del 1972, inchiesta in poi, quando davanti a ogni situazione, la e bugie, il candidato Antonio La Trippa, esor- che aveva scatenato la tempesta politica alla “verità” farà cadere la maschera di ogni mac- tato dal partito a mentire agli elettori (famo- Casa Bianca portando alle dimissioni l’allora chinazione di convenienze e opportunità. Il sissima la frase: “Vota Antonio, vota Antonio” presidente Nixon. finale “buonista”, esorta a una riconciliazione che il protagonista infervorato ripete) deci- Ma su tutto spesso viene steso un pietoso velo con tutto il vasto universo dell’agone politico e derà di scoprire la tresca facendo naufragare, che il tempo, suo malgrado, finisce per pro- soprattutto con gli elettori. Ma lascia molto assieme al partito, anche la propria elezione. teggere perché la “verità” (o le “verità”) sembra perplessa la sottoscritta. La spassosa comme- L’altra magistrale interpretazione di Anna non avere né madre né padre. “La verità brilla di dia, offre il fianco a molte considerazioni di Magnani ne L’onorevole Angelina (1947) diretto luce propria, e non si illuminano gli spiriti con le fiam- ordine etico; ed ecco il retrogusto amaro che da Luigi Zampa, in cui Angelina, durante una me dei roghi”: così si esprime al riguardo lo scrit- lascia invitando a ripensare alla nostra Italia e cena fra “onorevoli”, accortasi delle tresche tore Jean-François Marmontel, nel suo rac- alla sua storia che l’ha resa unita dal 1860. Vo- ordite a suo danno, rifiuta di entrare a far par- conto “Bélisaire”. La frase gli costò la censura gliamo ricordare l’affare Lobbia del 1868? Gian te della partita e finisce in galera. Bellissima la della Sorbona nel 1767 che, al riguardo, soste- Antonio Stella nel suo libro “I delitti di via tirata finale nella quale pronuncia il proprio neva l’esatto contrario. Ripresa e citata da Vol- dell’Amorino”, attingendo da fatti storici rea- congedo dalla politica: taire nel suo romanzo breve “L’ingenuo”, traccia li, cerca di far luce sul giallo-scandalo della […]”Io so appena leggere e scrivere, finché c’è stato a viso aperto una straordinaria metafora che “Regia Tabacchi”, definito anche la “madre di da battersi per ottenere il pane che non ci davano o purtroppo si conserva valida per tutti i tempi. tutte le tangenti”. E il Parlamento era un neo- da occupare i fabbricati l’ho fatto perché sapevo far- nato! Pare che sei milioni toccassero al re. lo, ma non posso andare in Parlamento, io che so a Lucia Bruni 39 n. 86 La figura del ribelle in Kubrick Palla di Lardo, la gras- sa recluta di Full Metal Jacket (1987) di Stanley Kubrick, rappresenta una sorta di ribelle, di anticonformista inse- rito in una realtà for- temente gerarchizzata Fabio Massimo Penna come quella dell’eser- cito. La sua impossibi- lità di conformarsi alle regole militari ne fan- no un diverso rispetto all’omologazione alla quale si sono assoggettati tutti gli altri soldati. Di primo acchitto il personaggio sembrerebbe un debole destinato a essere piegato dall’os- sessiva catena di ordini sparati in continua- zione dalla possente voce dell’urlante sergen- te Hartman ma nella realtà è l’unico personaggio in grado di opporre una resisten- za, seppure passiva, al lavaggio del cervello al Odissea nello spazio (1968) è un ribelle. L’ elabo- di “scacco”. Ogni progetto degli eroi di Kubri- quale sono sottoposte le reclute. Attraverso la ratore dati dell’astronave Discovery si qualifi- ck è destinato al fallimento ancor prima di es- distruzione psicologica dei suoi uomini l’eser- ca subito come “diverso”: in un ambiente di sere messo in atto poiché le loro pretese di cito forgia i killer per lo Stato, sempre pronto uomini disumanizzati, privi di sentimenti, avere una qualche forma di controllo sugli av- a entrare in guerra. La vicenda della mina va- lui, una macchina, mostra umanità e sensibi- venimenti è pura illusione. Inseriti in un con- gante Palla di Lardo conosce varie tappe. Dap- lità. La sua rivolta, la sua incapacità di accetta- testo sociale e umano che non riescono a com- prima viene punito dai commilitoni per la sua re il fatto di essere solo un computer al servi- prendere tali personaggi finiscono per scontrarsi ostinata irriducibilità a diventare un numero, zio dell’uomo viene portata avanti fino in con un mondo che ne distrugge qualsiasi a farsi parte di una massa anonima e indistin- fondo. Quando l’astronauta Bowman lo puni- aspirazione. Uscire dal ciclico e circolare ripe- ta, ed è costretto così a rientrare nei ranghi. sce disattivandolo lui comincia a vaneggiare tersi immutabile degli eventi è impossibile Segue una fase in cui, aiutato dal soldato canticchiando la filastrocca “casca il mondo, per questi uomini se non, come abbiamo vi- Joker, sembra uniformarsi agli altri, accetta- sto, attraverso la distruzione dell’umanità re il gioco imposto da Hartman per diventa- (Il dottor Stranamore) o l’accettazione di gio- re un docile soldatino. Infine si verifica la -ca care secondo le regole della società (Arancia tastrofe: il ribelle, indomabile per natura, meccanica). Come sostiene Ruggero Eugeni deve essere espulso dalla società degli uomi- “i personaggi di Kubrick sembrano spesso ni e il suicidio di Palla di Lardo è un atto di ri- mancare di un centro propulsore o coordi- volta a tutti gli effetti. La recluta ha mostrato natore delle proprie azioni, ridotti così a sentimenti, debolezze (ama il buon cibo), marionette agite più che a soggetti agenti” umanità ed è quindi inservibile come arma, (Ruggero Eugeni, Invito al cinema di Kubrick, come macchina di morte, e, fatto imperdo- Ugo Mursia editore, Milano, 1995). Questi nabile, ha continuato a pensare, a non assog- personaggi possono prendere due direzioni gettare il proprio cervello al controllo altrui. opposte: o perdersi nella più totale abulia, Altro ribelle kubrickiano è l’Alex di Arancia casca la terra, tutti giù per terra” conferman- consci sin dall’inizio della propria sconfitta, meccanica (1971). Il nome del protagonista del- do in punto di morte la sua scelta di sentirsi immersi in catatonico sonnambulismo o di- la pellicola, se consideriamo la sua prima let- più umano degli umani. Ribelle tra i ribelli è il sperdere le proprie energie in atti inutili. In tera una ‘a’ privativa, può significare a-lex, maggiore King Kong de Il dottor Stranamore tal senso Kubrick chiede ai suoi attori due tipi privo di legge. Le azioni ignobili delle quali si (1964). Ha ricevuto dal comando l’ordine di di recitazione: una ai limiti dell’inespressività macchia il giovane rientrano nella sua violen- sganciare una bomba nucleare e, richiamato in un gioco di sottrazione che si avvicina za personale, atti di ribellione verso l’ordine dai suoi superiori perché la missione è stata all’immobilità (Ryan O’Neal e Marisa Beren- costituito che lo allontanano dalla società de- annullata, non sente la direttiva e lancia l’or- son in Barry Lyndon) e un’altra dalla teatralità gli uomini. Alex è punito dalla legge non in digno che distruggerà la terra. In questo caso esasperata (Jack Nicholson in Shining). Il la- quanto giovane brutale e perverso ma perché ci troviamo di fronte a un esecutore zelante vaggio del cervello, che abbia la forma della la sua violenza non è volenza di Stato, non è che, nella sua ottusa obbedienza, si trasforma “cura Ludovico” di Arancia meccanica, delle urla riconducibile ad alcun codice, non è gestibile in un micidiale boomerang, divenendo un in- incessanti di Hartman in Full metal jacket o dal potere costituito. È un moderno Don Gio- volontario e letale rivoltoso. Un ribelle per ec- della disattivazione di Hal 9000 in 2001: Odis- vanni teso esclusivamente al soddisfacimento cesso di disciplina. Il tentativo di ascesa socia- sea nello spazio, sembra la tecnica preferita dal- dei propri appetiti e non assoggettabile ad al- le di Redmond Barry in Barry Lyndon (1975) le autorità per imporre il proprio controllo su- cuna regola, libero da legami se non da quelli viene respinto con sdegno dalla casta dei no- gli uomini. Animati da un giusto spirito di utili all’immediato raggiungimento dei suoi bili inorridita all’idea che un parvenu possa rivolta i personaggi di Kubrick, però, si rivela- obiettivi. Incapace di gestire un simile sogget- entrare a far parte dell’aristocrazia. Alla fine no degli inetti. Più produttivo il comporta- to, lo Stato segue la vecchia massima “se non l’irrispettoso Redmond viene rispedito in Ir- mento del personaggio di Bromden, il gigan- puoi sconfiggerli fatteli alleati” e incanala la landa dopo essere stato depotenziato, con tesco indiano di Qualcuno volò sul nido del cuculo violenza di Alex sfruttandola al fine di attuare una gamba amputata, sorta di “castrazione” (1975) di Milos Forman che si finge sordomuto i programmi del governo. Quando non può li- con cui vengono repressi gli istinti e le pulsio- e ottuso per poter meglio osservare e com- berarsi del ribelle lo stato lo assimila, norma- ni del ribelle. Le figure dei ribelli kubrickiani prendere la realtà che lo circonda al fine di lizza il diverso e lo piega al conformismo più si inscrivono nell’asse portante della filosofia fuggire dal manicomio in cui è rinchiuso. bieco. Anche il computer Hal 9000 di 2001: del regista newyorkese fondata sul concetto Fabio Massimo Penna 40 [email protected] Lo specchio scuro (The Dark Mirror, 1946) New York, anni ’40, psicologiche e comportamentali, non di- straniante senso d’inquietudine che si palesa notte. All’interno di sgiunte da una certa problematicità caratte- attraverso il graduale dispiegarsi di una per- un appartamento gia- riale. L’una, Terry, appare più aggressiva ed sonalità psicopatica, tangibile all’interno di ce il cadavere di un ambigua, nonché sinistra manipolatrice, l’al- una conclamata specularità, resa evidente, uomo, con un pugnale tra, Ruth, mite e remissiva. L’interpretazione per esempio, nello specchiarsi dell’immagine conficcato nella schie- di Olivia de Havilland rende ad entrambe una dell’una mentre l’altra le sta di fronte, riflet- na. Si tratta di Frank realistica rappresentazione, assecondandone tendosi a sua volta. Siodmak inoltre tiene tesa Peralta, medico, del luci ed ombre con un rapido mutamento dello fino all’ultimo la fune di una sottile ambigui- caso se ne occupa il te- sguardo, una postura leggermente diversa, ri- tà: Ruth e Terry appaiono spesso affiancate, nente Stevenson (Ro- gida o “morbida”, la gestualità trattenuta o rendendo a noi spettatori la visualizzazione Antonio Falcone bert Mitchell): inter- esibita, facendo sì che mano a mano si renda in carne ed ossa del test delle Macchie di Ror- roga la donna delle pulizie, che ha rinvenuto il del tutto superfluo l’espediente usato per di- schach, il quale fa da sfondo ai titoli di testa e corpo alle 7.30 del mattino, recandosi al lavo- stinguerle, le iniziali sui vestiti o l’esibizione di coda e viene usato dallo psichiatra, come su ro. Prosegue con Mr. Benson (Lester Allen), di vistosi gioielli con i loro rispettivi nomi. La scritto, nei riguardi delle sorelle; il loro sdop- abitante nell’alloggio a fianco: verso le 22 ha credibilità della contemporanea presenza sul- piamento comporta infatti una corrispettiva visto il dottore rincasare in compagnia di una lo schermo di due donne interpretate dalla dualità comportamentale affidata all’interpre- donna graziosa, vestita con un completo blu e stessa attrice, quindi del tutto simili nell’a- tazione di noi spettatori, una sottesa raffigura- fiori nei capelli. Mrs. Didriksen (Lela Bliss), spetto fisico ma differenti riguardo l’atteggia- zione subliminale prima ancora che si palesino abitante nell’appartamento sottostante, mezz’o- mento esistenziale, viene poi ulteriormente conturbanti manifestazioni di un malessere ra dopo ha udito un tonfo provenire dal pavi- suffragato dal lavoro sinergico della cupa fo- paranoico, scatenato quest’ultimo dalla gelosia mento e poi dei rumori di passi sulle scale: nel tografia di Eugen Schufftan (non accreditato, e dall’invidia nei confronti di chi, pur total- socchiudere la porta per vedere chi fosse ha dai crediti ne risulta autore Milton R. Kra- mente identica nell’aspetto, conquistava le notato, illuminata dalla luce, una ragazza sner, fonte Cinematografo.it) e della ricercata simpatie di tutti già da bambina e in particola- molto carina. Frances Beade (Marta Mitrovi- regia di Siodmak, il quale fin dalla sequenza re i cuori degli uomini una volta adulta. La sud- ch), infine, assistente del dottore, rivela che di apertura, la macchina da presa che dallo detta carta dell’ambiguità viene giocata fino Peralta aveva invitato a cena tale Terry in fondo, tanto che nel finale assistiamo ad Collins (Olivia de Havilland), con l’inten- una sorta di rincorsa fra le due differenti zione di chiederla in moglie, visto che si personalità nei riguardi di una stessa per- frequentavano da tempo. La donna lavora sona, fino a quando la rottura di uno spec- ad un banco di vendita alla Casa del medico, chio non porrà fine al dualismo mettendo proprio dove l’ucciso aveva lo studio, viene in luce una netta distinzione tra la donna riconosciuta dai testimoni ma vanta un tanto desiderata dagli uomini, mite, ac- solido alibi, tre suoi amici possono confer- condiscendente, e quella invece ritenuta mare di averla vista al parco, dove si era re- pericolosa, capace di plagiare con astuzia cata per assistere ad un concerto; il caso diabolica persone ed eventi, volgendo il non appare dunque di facile soluzione, an- tutto a proprio vantaggio, autoassolvendo- zi andrà a complicarsi ulteriormente si. Un dualismo, ma ricordiamo sempre l’e- quando Stevenson scoprirà l’esistenza di poca di produzione, dal retaggio sessista o una sorella gemella, Ruth (de Havilland). comunque accondiscendente al pensiero Solite a scambiarsi di ruolo sul posto di la- dominante maschile, la donna angelicata voro, le sorelle non intendono collaborare da un lato e la femme fatale dall’altro, un con- nel dichiarare chi fosse al parco e chi inve- clamato fascino egualmente attrattivo ma ce in casa, d’altronde il codice consente di esternato in modalità differenti. Scritto rifiutarsi di rispondere in simili circostan- della splendida interpretazione della de ze, proibendo che due persone possano es- Havilland, lontana dai consueti ruoli fun- sere accusate dello stesso delitto. Si rive- zionali ad una narrazione improntata spes- lerà provvidenziale l’intervento dello so all’eroismo virile, fra romanticismo dai psichiatra Scott Elliot (Lew Ayres), il quale languidi palpiti e devozione “sacrale” verso otterrà il consenso di entrambe per la sot- l’uomo amato, non si possono che enco- toposizione ad una serie di sedute, com- miare le valide prove di Mitchell, il suo fare prensive di vari test …Tratto da un raccon- sornione tra cinismo e disincanto (“Vi do- to di Vladmir Pozner, pubblicato nel 1945 vrebbe essere il divieto di vendere i guanti agli su Good Housekeeping, sceneggiato da Nun- assassini”, è il suo laconico commento alla nally Johnson e diretto da Robert Siod- mancanza d’impronte digitali sul luogo mak, The Dark Mirror è un suggestivo e del delitto), e di Ayres, figura romantica e conturbante thriller psicologico, nelle vesti distinta, con qualche tocco d’eccentricità, di un torbido noir. Mette in scena, anche vedi la predilezione per le caramelle al li- per il tramite di richiami espressionistici, un skyline newyorchese si muove verso lo stabile, mone. Valido anche il commento sonoro di raffinato ed insinuante gioco di specchi (og- entrando nell’appartamento di Peralta ed in- Dimitri Tiomkin, incline a mutare di tono col getti sempre funzionalmente presenti lungo sistendo sui particolari (lo specchio rotto, la variare delle condizioni psicologiche di Terry lo scorrere della narrazione, dalla sequenza lampada in terra) fino allo svelamento del ca- e Ruth. Nel 1984 venne girato un remake in for- d’apertura fino a quella rivelatrice verso il -fi davere, crea uno stretto legame visivo fra i ma di film tv, diretto da Richard Lang ed in- nale): non vi è il “classico” assassino che cela personaggi ed ogni elemento proprio dell’am- terpretato da Jane Seymour (le gemelle Leigh una personalità deviata dietro le sembianze di biente che li circonda. Siodmak quindi con ra- e Tracy), Stephen Collins (dott. Jim Eiseley) e un’irreprensibile esteriorità, bensì siamo di fron- pidi, efficaci, movimenti di macchina, cui -si ac Vincent Gardena (detective Al Church). te a due potenziali omicide che andranno a rive- compagna un montaggio piuttosto serrato (Ernest lare, gradualmente, diversificate caratteristiche Nims) mantiene alta la tensione insinuando uno Antonio Falcone 41 n. 86 Dieci film che parlano di cibo 4° puntata

Provate a mettervi a altre celebrità. Da Pascal il locale, il cibo, tutto l’esatto opposto di Miles: superficiale, istinti- sedere e chiudete gli (anche Pascal stesso), sono uno stereotipo, vo, a suo modo semplice. La combinazione di occhi. Adesso comin- una macchietta dell’italianità. E’ l’immagine caratteri tra lui e Miles è perfetta e drammati- ciate a pensare al vo- che gli americani avevano degli italiani, quin- ca. Tra nuovi incontri, amori, disavventure e stro cibo preferito, di polpette con spaghetti, patatine fritte, can- risate, i due attraversano la California in mac- non un piatto generi- zoni italiane su ritmi boogie woogie: Pascal china, immersi in infinite colline coperte di vi- co, ma proprio il vo- prende l’immagine dell’Italia e la deforma per gneti. Basterebbe Giamatti a reggere il film, stro piatto preferito in gli americani. Primo e Secondo sono due arti- perché il suo personaggio è davvero grandioso assoluto. Magari ve lo sti della cucina ma senza un quattrino. Il ri- nella sua pelle, ma anche tutti gli altri interpre- cucinava vostra non- storante è sull’orlo del fallimento e Pascal de- ti sono davvero bravi. La pluripremiata sce- na la Domenica matti- cide di aiutarli: lui chiamerà il suo amico neggiatura di Alexander Payne è essenziale e Giorgio Campani na, magari lo avete Louis Prima, famosissimo cantante italo-a- perfetta. Ogni volta che una nuova bottiglia di mangiato in un particolare ristorante , trova- mericano, per rilanciare l’immagine del loca- vino verrà stappata, e saranno molte, Miles to cosi per caso chissà dove. Cercate una im- le, ed i due fratelli offriranno un enorme ban- descriverà l’identità di quella bevanda come magine nella vostra memoria, prendetela, e chetto a lui e molti altri amici e conoscenti. se fosse una persona. Come sopra, signori, mettetela in primo piano. Non vi chiedo solo Ogni volta che riguardo gli ultimi 40 minuti, sarà davvero difficile non stapparsi una botti- di vederlo, ma proprio di vederlo coi 5 sensi: il mi sembra di essere li al tavolo con loro, tra ri- glia di vino dopo e soprattutto durante questo piatto fumante, l’odore, il suo racconto. sapore, spingete i vostri sensi al Numero 3 – Soul kitchen – di Fa- massimo su quest’immagine per tih Akin, 2009 Devo ringrazia- qualche secondo… cco, se l’espe- re mio fratello per avermi fatto rimento ha funzionato, dovreste conoscere Soul kitchen; mentre avere un po’ di acquolina in boc- me lo prestava mi disse:” Ci ca. Quest’immagine creata dalla crederesti? E’ un cavolo di film mente dà un risultato fisico e tedesco, ed è fatto da Dio. E’ ca- tangibile, che è appunto l’ac- rino, divertente, intelligente. quolina in bocca. Ed è proprio Ma perché noi italiani continu- pensando a questo esperimento iamo a fare quelle schifezze di che ho studiato il gruppo di commedie?” Eh, come dargli oggi, che riguarda i “10 film che torto. E’ vero, Soul Kitchen è una parlano di cibo”. Film dove il esilarante commedia tedesca, cibo è l’assoluto protagonista. che si è beccata anche il Leone Di solito, non so voi, quando ho d’argento a Berlino nel 2009. finito di vedere uno di questi Voi direte: ”Bella forza, a Berli- film, mi viene una gran voglia di no premiano un film tedesco”. mangiare o di cucinare, anche Beh se guardate un po’ in giro se ho già cenato. Prima di co- sulla rete, se digitate Soul Ki- minciare vi ricordo che il grup- tchen, verranno fuori un sacco po di FILM che proporrò non è una classifica, sotti, arrosti, e la ricetta segreta: il Timballo. di riferimenti a ristoranti che si chiamano ma solo un gruppo di film che ritengo più che La telecamera balza dalla sala alla cucina. Nel proprio cosi, oltre ai vari link del film. Non degni di farne parte. cast sono presenti anche Minnie Driver, Isa- credo sia un caso … Tutto ebbe inizio quando Numero 1 – Big night – di Stanley Tucci e Cam- bella Rossellini e uno smagrito Mark Antony il temerario Zinos, tedesco di origini greche, pbell Scott, 1996 come aiuto cameriere. Una ode alla cucina, aprì il meraviglioso ristorante Soul Kitchen, E’ strano, pensandoci bene, per ognuno dei 5 all’amore per le pietanze e al magiare, ad uno un capannone abbandonato davanti ad un ru- film che menzionerò in questo racconto devo dei più primordiali e istintivi piaceri che ab- scello melmoso, coabitato da un marinaio ringraziare qualcuno per avermelo fatto co- biamo. E’ assolutamente impossibile non man- ubriacone e a volte preso come sala prove da noscere. E stavolta è il turno di mia madre, giare dopo aver visto questo film, fidatevi. un gruppo Punk. Il menu di Zinos è spartano che comprava sempre DVD quando venivano Numero 2 – Sideways – In viaggio con Jack – di e rustico 40 piatti veloci, tutto precotto, pure, regalati con le riviste, e spesso e volentieri Alexander Payne, 2005 pesce fritto, patatine fritte, wurstel. Vi assicu- beccava qualche perla sconosciuta, che manco Passiamo dal cibo, al vino. Sideways è una ro che i primi 90 secondi del film sono assolu- aveva visto lei. Allora: siamo negli anni ’50, in commedia asciutta e divertente fatta di scrit- tamente esilaranti. Zinos vuole cambiare im- una piccola cittadini del New Jersey. In una tura, libri, partite di golf, amore, sesso, amici- magine al locale e tra una vertebra rotta, gli via lunga e poco battuta che porta verso il ma- zia. Tutti questi elementi vi arriveranno in strozzini alle calcagna, un fratello che è appe- re, ad un capo della strada c’è un piccolo locale. bocca in un calice di vino. Il vino è l’elemento na uscito di galera, incontra un cuoco, Shayn, E’ il ristorante di Primo e Secondo, due fratel- essenziale e portante di tutto lo spettacolo, a tanto geniale tra i fornelli quanto eccentrico. li italiani di Pescara che sono emigrati in volte ne è protagonista, a volte una comparsa, Dalle stelle alle stalle, e ancora alle stalle, tra America per fare fortuna. Primo, (Tony She- ma è sempre presente . E Miles, interpretato mille peripezie, il Suol Kitchen diventerà un ri- loub) il maggiore , è un cuoco tanto ecceziona- da un perfetto Paul Giamatti, ne è il bardo, il storante di grandissimo pregio. Davvero con- le quanto tradizionalista. Secondo (un grande suo alfiere dalla faccia triste. Miles è uno scrit- sigliato, magari mentre cenate !!! Stanley Tucci), è il Maitre e si occupa dei clien- tore, depresso, affronta ogni evento della sua Numero 4 – Le ricette della signora Toku – di Na- ti. Clienti che purtroppo sono pochi, pochissi- vita con estrema profondità, sia i dolori che il omi Kawase, 2015 mi. Nella stessa strada, all’altro capo, c’ è un suo romanzo, che ormai prepara da tempo im- Per questo film devo ringraziare una mia amica, altro ristorante italiano, quello di Pascal (Ian memore. Miles ha preparato per Jack (interpre- che me lo ha fatto conoscere, anche ben sapendo Holm) , ed ogni sera è pieno, ci hanno mangia- tato da Thomas Haden Church) una settimana quanto ami la cultura giapponese e la cucina. to Frank Sinatra, Gregory Peck, ed un sacco di di relax tra vino, campi di golf e sole. Jack è segue a pag. successiva 42 [email protected]

segue da pag. precedente di ricette tipiche ma riadattate per persone era un grandissimo appassionato di cucina, Siamo nella periferia di Tokyo e il giovane che, come lei, approcciano la cucina da zero. con la quale adorava deliziare i propri com- Sentaro lavora in un baracchino vicino ad un Protagonista assoluto di quasi ogni ricetta è mensali per poi bearsi dello stesso piacere di parco molto frequentato. La specialità, per co- uno degli ingredienti madre della cucina cui si giovano gli attori: l’apprezzamento ed il si dire, di Sentaro, sono i Dorayaki, un dolce francese, e cioè il burro. Il piatto piu’ famoso piacere del proprio pubblico. formato da due pancake ripieni di marmellata ed importante del film è il Boeuf Bourgignon, Numero 9 - Lunchbox, Ritesh Batra, 2013 di fagioli rossi azuki. La vita di Sentaro, ra- un piatto di carne e verdure complicato e dalla Di tutti i film a tema “cibo”che ho visto in que- gazzo silenzioso e che non sorride mai, viene preparazione lunghissima. Ultima nota per la sti giorni sicuramente questo è uno dei mi- cambiata dalla signora Toku, una dolce vec- regista e sceneggiatrice Nora Ephron, autrice, gliori. Fa piacere e mette un po’ di tristezza, china quasi 80enne, piena di vita. Da qui poi tra le altre, della leggendaria sceneggiatura di allo stesso tempo, vedere il bravissimo e com- la storia continua, per tramutarsi in un dol- Harry ti presento Sally, che ha diretto, scritto e pianto Irrfan Khan. Molto brava anche la bella cissimo film, silenzioso, dove da colonna so- prodotto una storia che ti fa letteralmente ve- protagonista Nimrat Kaur. A Mumbai esiste, nora ci sono solo il cinguettio di un pappagal- nir voglia di mangiare o cucinare. da diverso tempo, uno staff dedito solamente lino giallo, il ribollire della marmellata di Numero 7- Il Cuoco, il Ladro, sua moglie e l’aman- al ritirare le lunchbox dei lavoratori a casa lo- fagioli azuki ed il vento tra gli alberi di ciliegio te, Peter Greenway, 1989 ro, e recapitargliela a lavoro. Ila, infatti, ogni che ricoprono il viale del negozio di Seitaro. Ho visto questo film per la prima volta solo di mattina prepara il pranzo a suo (passivo) ma- Una delle mie scene preferite è quando, il pri- recente, e ne sono rimasto assolutamente in- rito. Benchè il suddetto staff sia famoso per la mo giorno, la signora Toku insegna a Seitaro cantato. Peter Greenway costruisce un rac- propria precisione e puntualità, la lunchbox a fare la SUA marmellata di fagioli azuki. Nel conto apparentemente semplice, ma pieno di arriverà tutti i giorni tra le mani del Sig. Fer- film viene descritto interamente il procedi- una grazia ed una bellezza fuori dal tempo. La nandez, il quale verrà ogni giorno sedotto dal mento che la signora usa da 50 anni per prepa- scena è quasi interamente svolta su un unico cibo di Ila. Lunchbox che, dopo poco, fungerà rare la marmellata. Dopo questo film, avevo una set, che il regista riprende quasi sempre in anche da “cassetta delle lettere” per i messaggi voglia di cucinare spropositata. Molto bello! orizzontale: l’esterno, l’entrata del ristorante che ognuno dei due si scambierà, insieme al Numero 5 – Il pranzo di Babette – Gabriel Axel, e le cucine (dove decine di cuochi, camerieri, cibo. Un compendio del cibo indiano, dell’a- 1987 lavapiatti svolgono il loro proprio singolo more per la cucina, e della cucina come stru- Siamo alla fine dell’Ottocento, in un piccolo compito), e la sala del ristorante “Les Hollan- mento d’amore. paesino della Danimarca, quando Babette, des”. Una sala maestosa, piena di arazzi, dove Numero 10 - Tampopo, Juzo Itami, 1985 profuga di Parigi, viene accolta in casa dalle i colori rosso e nero predominano su tutto, su Tampopo è il nome della protagonista, una ra- sorelle Martina e Philippa. Dopo alcuni anni ogni dettaglio, anche sui vestiti degli inter- gazza giapponese che, rimasta con un figlio e Babette, a seguito di una enorme vincita alla preti. I protagonisti sono quattro, come sug- senza marito, decide di dedicarsi al proprio Lotteria, decide di organizzare un banchetto gerisce il titolo: Albert, un furfante proprieta- negozio di Ramen, con scarsi risultati. Per in onore del padre delle sorelle. La seconda rio del ristorante, Georgina, sua moglie, una serie di circostanze conosce Goro e Gun, metà del film è largamente dedicata a questo oggetto di scherno e derisione da parte del due camionisti. Sarà lo stesso Goro ad istruir- banchetto, dove Babette serve una portata marito, l’amante Michael, un timido e riserva- la sull’arte del Ramen perfetto, allenandola, dietro l’altra, e dove l’atmosfera tra tutti gli in- to impiegato in una biblioteca, ed il cuoco. facendole conoscere il proprio maestro, in vitati si fa sempre più dolce e rappacificante. Una figura dignitosa ed umile che ha l’ingrato una struttura che è pressochè identica a quel- Il piatto re di questo pranzo è sicuramente La compito di sopportare l’arroganza di Albert e la degli spaghetti-western. Il richiamo al cibo Quaglia en Sarcophage. Il pranzo di Babette si procacciare magnifiche cene ai suoi clienti. è continuo ed evidente, soprattutto negli in- puo’ riassumere in pochissime immagini. La Intorno alle magnifiche scenografie, alle luci termezzi con la coppia che fa sesso con il cibo prima immagine è di una persona rigida e che distinguono, con specifici colori, ogni sce- (bellissime e molto “nippon” alcune scene), un rancorosa con una forchetta in mano, la se- na ed ogni ambiente (rosso e nero la sala, ver- omaggio a Charlie Chaplin preparando la fa- conda, la stessa persona che porta il cibo alla de le cucine, bianco i bagni), si parla del rap- mosa “omelette con riso” (omurice) in una cu- bocca. E la terza, la stessa identica persona che porto tra bellezza e mostruosità, tra grazia e cina di un ristorante, e tanti altri ancora. mentre gusta quei sapori paradisiaci, sorride, sporcizia, cibo e sesso. Infinite disquisizioni Tampopo imparerà come tagliare il maiale, il viso si allenta, mentre rancori e ruggini su cibi particolari, come le ostriche, mentre quanto cuocere gli spaghetti, e soprattutto co- scompaiono per un momento. E’ il potere del Albert sbraita al cameriere e Georgina e Mi- me preparare una vera zuppa per il proprio cibo, la convivialità e della condivisione di un chael si scambiano, da un tavolo all’altro, le Ramen, ingrediente essenziale. Un cliente meraviglioso pasto. Come per Big Night, diffici- prime occhiate d’amore. soddisfatto, infatti, è colui che beve tutta la le non fermare il film a metà e non correre in Numero 8 - La grande abbuffata, Marco Ferreri, zuppa, lasciando la scodella vuota. Un film cucina a mangiare. 1973 che non ho trovato in lingua italiano, ma coi Numero 6 - Julie & Julia, Norah Ephron , 2009 Quest’opera grottesca di Ferreri è un inno al sottotitoli, che merita sicuramente una visio- Questa è la storia di due donne realmente esi- cibo, ma è anche l’unico dei 10 film in questio- ne, anche se non apprezzate il cibo giappone- stite, e realmente una legata all’altra. La storia ne che, probabilmente, vi farà passare la vo- se. L’ultima scena del film rappresenta un di , americana di inizio secolo che, glia di mangiare. Si perché i quattro protago- bambino che succhia il latte dal seno della grazie alla sua tenacia, è diventata una cele- nisti di questa storia Ugo Tognazzi, Marcello propria madre, a sugellare l’importanza del brità coi suoi programmi televisivi di cucina. Mastroianni, Philippe Noiret e Michel Piccoli, legame vitale che c’è tra l’essere umano ed il E la storia di Julie Powell, ragazza dei giorni stanchi di una vita senza piu’ stimoli e mono- cibo. nostri, afflitta da un lavoro che non la soddi- tona, hanno deciso di riunirsi tutti e quattro Giorgio Campani sfa, che decide di aprire un blog e cucinare in una casa di Parigi con un intento comune: tutte le 524 ricette del libro di Julia Child, in spendere le loro ultime giornate a mangiare, Ricordiamo che le puntate sono state pubblicate in po- 365 giorni. Il racconto rimbalza costantemen- mangiare continuamente, fino a morire. Una dcast su DdCR | Diari di Cineclub Radio oltre sul canale te tra i primi anni 30 e gli anni 2000, le due vi- commedia amara e grottesca che però rappre- YouTube 10 Alfred Channell te di Julie e Julia nel film si svolgono in paral- senta una gran varietà di cibi borghesi ed ec- lelo, senza mai incontrarsi. Oltre alla crescita cessivi: fagioli con cipolle e salsicce, tortellini e la storia personale delle due donne, il prota- panna e funghi, montagne di purè di patate gonista assoluto del racconto è l’ambiente del- con burro, cornetti, dolci. Per concludere con la cucina, pentole, casseruole, decine di ingre- il capolavoro di Ugo, il cuoco: un patè di tre ti- dienti. Julia Child si innamorò della cucina pi differenti di fegato, contenuto in una cupo- francese ed il suo libro porta proprio una serie la di pasta sfoglia. Ugo Tognazzi che, tra l’altro, 43 n. 86

Abbiamo ricevuto

a mio padre Quando il fumo si dirada

Federico Raponi

Momenti di una vita tra politica, arte e cultura partigiane, Più di trent’anni, tutti d’un fiato. Dalla Pantera ai centri sociali. Dal Chiapas al Kurdistan. Dal processo Priebke al Teatro Val- le Occupato. Soprattutto, Radio Onda Rossa e la passione per Cinema e Teatro. Il viaggio – lungo quasi quarant’anni – in cui ci accompagna Federico Raponi, classe ’68, ribattezzato Fedingo dai tempi di Askatasu- na, il centro sociale occupato autogestito di Roma in via della Nocetta, nel suo quartiere, Monteverde classe ‘68. Un’autobiografia /te- stimonianza dagli ’80 ad oggi che ripercorre le battaglie, la militanza politica, l’impegno ci- vile, la passione per il cinema, la radio, i gior- nali, le tante amicizie e gli accadimenti di quel periodo. Nel suo racconto non manca il reso- conto degli attacchi dei gruppi fascisti, dei tanti sgomberi e anche degli arresti, esperien- za, quest’ultima, a Rebibbia, che lo segna pro- fondamente.“Il contraccolpo della prigionia ha i suoi effetti: Fedingo non riprende l’attività di volon- tariato al Don Guanella e lentamente abbandona l’università… Piuttosto continua a praticare un ul- teriore avvitamento nella militanza. Anche se, dati gli obiettivi e i rapporti di forza in campo, la lezione dei giorni in carcere è che – ora – non c’è una batta- glia per cui valga la pena finire di nuovo dentro”. La narrazione si snoda, tra entusiasmi e delu- sioni, dalla Pantera alle prime occupazioni, dall’esperienza del Teatro Valle occupato a Ror – Radio Onda Rossa (autogestita, antago- nista e indipendente), una tappa ventennale, alla quale approda – dopo una breve parentesi liceale con “Fuori dai banchi” – con il pro- gramma “Voci della Resistenza” negli anni del processo Priebke, restandovi con le trasmis- sioni dedicate al cinema, al teatro, alla musi- ca, alla politica… “Del resto Federico crede ferma- mente nella funzione catartica della cultura per cambiare la società”. Non mancano le esperien- ze di solidarietà internazionale, prima in Chiapas, quindi in Kurdistan. Il risultato è una sintesi efficace di quegli anni, un raccon- to autentico (certamente di parte), appassio- nato e a tratti commovente – dedicato al pa- dre, recentemente scomparso e a ‘Vali’, la sua compagna – preceduto da un’efficace introdu- zione del leader storico dell’Autonomia Ope- raia, Vincenzo Miliucci. https://tuttascena1.wordpress.com/2020/07/17/11546/ foto di copertina Tano D’Amico introduzione Vincenzo Miliucci Roma “... E questa è una canzone senza finale, contributi scritti Tano D’Amico e Ottavia Monicelli Libreria Anomalia – centro di documentazione anarchica, come senza fine è il nostro sbatterci, il nostro l’attrice e doppiatrice Cinzia Villari interpreta un estratto: via dei Campani, 73 – Roma vivere, il nostro amare. https://youtu.be/46v4kKJOCcU Libreria Caffè Lo Yeti, via Perugia, 4 – Roma Vivere, come in un vortice di lavandino, come la versione cartacea: versione digitale: fiamma di un cerino, come in un nido di serpenti, Libreria Raponi, circonvallazione Gianicolense 296/a – Roma https://store.streetlib.com/it/federico-raponi/quan- con le unghie e con i denti, aggrapparsi alla vita (per spedizioni: [email protected]) do-il-fumo-si-dirada per non farla più scappare…” Libreria Odradek, via dei Banchi Vecchi 57 – Roma per aprire un ebook con protezione DRM: Libreria Fahrenheit 451, piazza Campo de’ Fiori 44 – https://help.streetlib.com/hc/it/articles/211787545 Truzzi Broders 44 [email protected] Abbiamo ricevuto Le finestre di fronte Maria Rosaria Perilli Editore Nardini

Dove le finestre si guardano affacciandosi sull’elegante chiostro di un nobile palazzo fiorentino, le luci si accendono sulle vite de- gli abitanti: la scrittrice di talento, il profes- sionista affascinante, il marito violento, la donna abusata, la ragazzina problematica, la moglie ancora giovane e provocante, gli anziani che ricordano troppo o non ricorda- no, e infine il testimone misterioso, che arri- va ogni giorno in quel cortile e si ferma, ma- ni sul cuore e sguardo rivolto verso l’alto. A un passo dal baratro si può comprendere chi vogliamo diventare e come vorremmo essere considerati? La solitudine degli esclu- si; la rabbia e la violenza sulla donna e sul proprio corpo; la menzogna nell’amore, in famiglia e nei rapporti sociali: sono i temi che si intrecciano in un romanzo composto come un puzzle e soprattutto come una par- titura musicale, in cui “tutte le parti reali di un complesso sono scritte su righi differenti e sovrapposti”. “Le finestre di fronte” racconta con spietato realismo la scoperta di sé: un affresco socia- le che rivela incertezze, paure, segreti e disa- gi di tante vite in maniera forte e diretta, fo- tografando situazioni in cui ognuno di noi può ritrovarsi. Per tutti, la speranza di un ri- scatto. Ma è il Direttore d’orchestra che os- serva e decide le parti da affidare...

Editore: Nardini Collana: Connessioni Data di Pubblicazione: luglio 2020 EAN: 9788840401294 ISBN: 8840401296 Pagine: 392

Scrittrice e poetessa, collaboratrice di Diari di Cineclub, vive a Firenze. Premiata in numerosi concorsi letterari di tutta Italia, è stata scelta per inaugurare con Le finestre di fronte la collana di narrativa “Connessioni”. La sua vena inesauribile di scrittrice è supportata da una forte cono- scenza tecnica degli stili letterari, fra i quali spazia con un personale taglio narrativo. Ha esor- dito con Nardini Editore/Iena Reader nel 2014 con il noir Nero Vanessa, mentre per la collana di viaggi immaginari “Città Mai Viste” ha pubblicato Viaggio a Napoli, di Charles Baudelaire L’autrice Maria Rosaria Perilli alla presenta- (Nardini Editore, 2015) e Viaggio a Firenze, di William Shakespeare (2017). zione del volume il 29 luglio al Caffè Letterario delle Murate - Firenze Nardini Editore è una Casa editrice fiorentina fondata nel 1970. Il nostro catalogo contiene tito- Hanno partecipato con l’autrice MR Perilli: li di restauro,conservazione dei beni culturali,archeologia, arte, architettura, territorio,enoga- avv. Elisabetta Bavasso; dott. Stefano Fissi, stronomia, letteratura, musica d’arte,letteratura di viaggio, grandi opere e molto altro. Potete psicologo; Ennio Bazzoni per Nardini Editore. acquistare direttamente usufruendo dello sconto dedicato a voi dedicato e delle offerte periodi- La violinista Elena Craighead è intervenuta che. Oppure contattate o visitatela nostra libreria di Firenze Nardini Editore di Nardini Press con alcuni intermezzi musicali. Paolo Piazzesi srl Via delle Vecchie Carceri, 3 50122 Firenze tel. 055 24 76 080 [email protected] Nardini ha letto brani del libro. Bookstore Via delle Vecchie Carceri (angolo Via dell’Agnolo) - Ex Murate 50122 Firenze 45 n. 86 Mammoy, una fiaba per valorizzare la Sardegna Mammoy, di Catorchio, Cletus e altre avventure, l’ultimo libro della scrittrice cagliaritana Patrizia Boi, un romanzo fiabesco pubblicato con la Casa Editrice “dei Merangoli” e presentato in tutta Italia, non è ancora approdato alla sua Terra, la Sardegna, arrestato dal noto periodo di lock- down.

Eppure l’opera rap- per essere trasformata in un film di animazione e presenta un esempio la Boi ha già realizzato quelle che in gergo si defi- di valorizzazione dell’i- niscono la “Bibbia Letteraria” e la “Bibbia Grafica” dentità regionale in utilizzando le preziose immagini dell’illustratore quanto ogni suo capi- Niccolò Pizzorno che è riuscito a rappresenta- tolo si incentra sul pa- re con sensibilità e humor il preciso spirito trimonio storico-cultu- dell’opera, unendosi ai suoi personaggi e di- rale, antropo-sociologico, ventando con molta fantasia, ogni volta, linguistico-letterario e ognuno di loro. soprattutto paesaggi- Infatti, lei stessa ha chiesto a Niccolò che il stico-ambientale della personaggio del genovese mugugnoso avesse Roberto Luciani Sardegna che diventa le sembianze del suo disegnatore in modo da Teatro per una Fiaba riconoscere a Niccolò anche quel ruolo impor- strutturata alla maniera delle Mille e una Not- tante di coautore dell’effetto complessivo del te. Dalla narrazione centrale che riguarda la lavoro. creazione di un Robottino, Catorchio - pro- Il resto è frutto di un lavoro davvero corale grammato dalla mente dello scienziato-dio portato avanti con professionalità e passione Lug -, e la sua trasformazione in un bambino dalla Casa Editrice attraverso l’editing atten- integrato con la sua parte magico-intuitiva, si to, opera del Direttore Claudia Bisceglia e del- dipartono una sequenza di Fiabe nella Fiaba la giornalista Luciana Luciani, e soprattutto atte alla liberazione dell’identità originaria grazie ad un progetto grafico studiato nei mi- del piccolo Automa. nimi dettagli. L’uomo moderno ricco di programmazioni Niccolò Pizzorno – Mappa Spazio Isola – Itinerario del Questo libro diventerà oggetto di una Rubrica alienanti è anch’esso una sorta di automa, un viaggio in Sardegna dell’Autrice Patrizia Boi “La Fiaba nella Fiaba” uomo robotizzato che non riesce più a com- l’attenzione invece su quell’universo sepolto che potrete ascoltare in podcast su DdCR | prendere il suo stesso nucleo primordiale e la nella parte autentica di ognuno di noi e co- Diari di Cineclub Radio https://bit.ly/2YEmrjr Boi, attraverso la crescita di Catorchio, vuole glierne l’essenza. E lo fa anche con ironia, me- a partire dai prossimi giorni di settembre. mostrare anche come il mondo contempora- diante l’irruenza di Catorchio, la spensiera- Roberto Luciani neo può recuperare quella sua identità primi- tezza del suo migliore amico Cletus, la tiva che lo rende connesso all’ambiente, al lamentosità di Gianguido il Mugugnoso e la Architetto, Archeologo, Storico e Critico d’Arte, specialista in mondo vegetale, alla Natura tutta e all’energia femminilità straripante della Profumiera Ka- Restauro dei Monumenti e Beni Culturali Ecclesiastici. Autore del Cosmo stesso. Ed è proprio la cornice della lika, Principessa dell’antica Isola di Katai, di oltre 70 libri, tradotti e distribuiti anche all’estero; Direttore bellezza, dell’equilibrio e dell’armo- conducendo il letto- di collane editoriali, riviste e della Arsnova Gallery. Ha curato nia del patrimonio inestimabile pa- re, come un passeg- mostre internazionali e restaurato monumenti, anche in Sar- esaggistico e ambientale della Sar- gero dentro il carro degna. degna che favorisce la immersione. della storia, nei cu- Pian piano, grazie a una serie di aiu- nicoli dell’inconscio tanti che costituiranno insieme a collettivo che collega Catorchio una Allegra Brigata, e at- le anime dei sardi e traverso la magia e gli insegnamenti dei popoli mediter- delle Piante protagoniste di ogni ca- ranei tra loro con- pitolo (Zafferano, Rosmarino, Fi- nessi. nocchietto Selvatico, Alloro, Gine- Lo porta incontro ai pro, Salvia, Timo, Basilico, Menta, segreti del mare Me- Mirto, Sambuco, Lentisco) e degli diterraneo e delle al- altri vegetali disseminati di qua e là, tre terre che vi si af- la Boi riesce a stimolare il viaggio facciano, lo trasporta sensoriale nei luoghi dell’isola, del nel passato e nel fu- presente e del passato, della storia e turo, nei mondi visi- della preistoria fino al mito degli at- bili e in quelli invisi- lantidei sommersi sotto la sua Ter- Niccolò Pizzorno –Kalika e l’Allega bili e gli mostra il ra, riesce a trasportare il lettore nel Brigata – Catorchio, Gianguido e Cletus mistero delle Janas e tempo e nello spazio, a fargli sentire i profu- degli altri Spiriti Elementali che abitano nell’i- mi, i suoni, i sapori di una terra antica e ricca sola, delle sue pietre antiche, nei suoi alberi di mistero. Fa conoscere il valore delle erbe, millenari, dei suoi altopiani granitici e delle dei loro usi magici, taumaturgici e culinari, sue pianure arse dal sole, dei profumi di mac- MAMMOY mostra il percorso necessario per addentrarsi chia e dei sapori dei suoi cibi genuini. Non €20,00 nella realtà sconosciuta della cultura sarda, manca naturalmente l’incontro tra il vento Autore Patrizia Boi quella che solo i grandi viaggiatori hanno sa- impetuoso che piega gli alberi e solleva le ac- Illustratore Niccolò Pizzorno puto scoprire e che invece i vacanzieri non ri- que come in un miracolo cristico sospingendo Collana Orti escono ancora a percepire così incentrati come ogni cosa e il mare foriero di avventura e cari- Anno 2019 sono nel potere del consumo e dell’accumulo di co di bellezza e di abbondanza. Pagine 328 - Formato 17 X 20 CM cose e di azioni fatte. La Boi vuole rivolgere Fin dall’inizio, la raccolta di Fiabe è stata ideata ISBN 978-88-98981-55-7 46 [email protected] Il riuso creativo del cinema d’archivio promosso da un Premio dedi- cato a Cesare Zavattini Il Premio Cesare Za- vattini è una iniziativa della Fondazione Ar- chivio audiovisivo del movimento operaio e democratico (Aamod), Antonio Medici avviata cinque anni fa con l’intento di favorire i giovani filmmaker, professionisti e non, nella conoscenza, l’ac- cesso e il riuso creativo del proprio patrimo- nio filmico e in generale degli archivi cinema- tografici. Lo stesso Zavattini aveva definito l’Aamod, di cui era stato fondatore nel 1979 e primo presi- dente, “un archivio più del presente che del passato”1. Le sue parole giocavano con il senso comune: non voleva ovviamente “archiviare” dal cinema delle origini). Le cineteche, quali ed extratestuali: quale che sia la progettualità il presente, mandarlo in soffitta o museizzar- sedi istituzionali di raccolta e conservazione del riuso, occorre tenerne conto, per evitare il lo, ma al contrario si immaginava che i film di film, avrebbero cominciato a prendere for- rischio di ingenui o banali realismi riprodut- “valorosamente raccolti” negli scaffali fossero ma solo negli anni venti del Novecento2, ma tivi. Siamo insomma nel campo dei “film che “percorsi da una viva impazienza” di entrare capitava spesso in quei primi anni della storia producono film”, per utilizzare una formula in relazione con il proprio tempo. Ogni archi- del cinema che le riprese e i film, accumulati di Dziga Vertov, che aveva messo al centro del vio, ragionevolmente, si pone l’obiettivo di va- presso le case di produzione o gli stessi autori, suo complesso progetto estetico e politico la lorizzare i propri materiali e di creare connes- venissero riutilizzati al di là delle occasioni da dimensione “formativa” e non semplicemente sioni tra passato e presente; lo fa a maggior cui erano nati, in nuove produzioni. riproduttiva del cinema, in cui ogni inquadra- ragione un archivio di cinema, il medium na- Il riferimento agli albori del cinema ci riporta tura si presta potenzialmente a inesauribili ri- to poco più di un secolo fa. I documenti filmici ancora a Zavattini, che nella sua celebre rela- utilizzazioni, grazie agli accostamenti di mon- hanno peraltro la peculiarità di poter genera- zione al primo convegno sul Neorealismo in- taggio4. Come la “cine-verità” di Vertov non re o contribuire a generare nuove opere senza vitava a ricercare l’attitudine primigenia delle nasconde l’atto enunciativo del film, così la di- distruggere l’“originale”: ne derivano straor- immagini in movimento, quando tutto era mensione critica e auto-riflessiva sembra ca- dinarie potenzialità conoscitive ratterizzare le pratiche più origi- ed espressive, verso cui si è riac- nali e interessanti di found foutage ceso negli ultimi anni l’interesse film. William C. Rees, cui si deve del cinema e della videoarte. Per uno dei primi studi sistematici molto tempo, infatti, gli archivi sull’argomento, chiama tale ap- filmici sono stati frequentati più proccio “collage/montage”5, per dagli storici che dai cineasti, e vi distinguerlo da quegli usi del re- si è attinto soprattutto per la pro- pertorio che si appiattiscono grammazione televisiva a carat- sull’illusione riproduttiva dell’im- tere storico-divulgativo. Una pra- magine filmica o, all’opposto, se tica che purtroppo ha abituato il ne appropriano per costruire grande pubblico ad un uso illu- nuovi, post-moderni simulacri. strativo del materiale di reperto- In effetti, le esperienze più origi- rio o, nel migliore dei casi, come Cesare Zavattini (1902 – 1989) nali e interessanti in questo cam- fonte primaria per la ricostruzio- po non si esimono da interrogazio- ne di eventi del passato recente. “degno di essere fermato sulla lastra” e pote- ni critiche (estetiche, etiche, politiche, affettive) Intitolandola a Cesare Zavattini, la Fondazio- vano nascere nuovi, aurorali sguardi sulla re- sui materiali che recuperano e lavorano: oltre ne Aamod ha posto il Premio sotto il segno altà, sfrondandone i miti e ricreandola3. Non alle esperienze autoriali – una per tutte, le Hi- della libertà creativa, della sperimentazione, di rado lo “stupore” dello sguardo primigenio stoire(s) du cinéma (1998) di Godard –, penso ad della disseminazione del film-making oltre il si ripete di fronte alle immagini d’archivio, alcune interessanti realizzazioni del cinema mondo professionale e le sue routine. Gli ap- che consegnano talvolta ai cineasti-ricercato- militante, sperimentale e underground. procci al riuso del patrimonio cinematografi- ri sorprendenti scoperte conoscitive, emotive, Anche per questi motivi, il Premio Zavattini ha co e audiovisivo possono essere infatti molto estetiche; e il loro riuso, del resto, ne riaccen- sviluppato una sua propensione pedagogica, of- più ampi, liberi, critici e, per certi aspetti, spe- de o disloca o muta radicalmente il significa- frendo la possibilità di partecipare a un percorso ricolati, dell’ancoraggio al valore referenziale to, portando alle stesse immagini nuova vita. formativo e di sviluppo dei progetti agli autori o documentale dell’immagine in movimento. Si ha a che fare, però, con un materiale già delle nove migliori proposte di cortometraggio a Se ne ritrovano esempi lungo tutta la storia messo in forma, con le sue peculiarità testuali segue a pag. successiva del cinema, fin dalla sua fase primitiva: nel 1903 Edwin S. Porter realizzò il suo Life of an 2 Tra l’altro, nel 1920 nacque a New York la 4 Cfr. D. Vertov, L’occhio della rivoluzione. American Fireman, uno dei primissimi film General Film Library, il primo archivio di stock shots, cioè Scritti 1922–1942, a cura di P. Montani, Mazzotta, Mila- narrativi basato sulla concatenazione di più riprese cinematografiche di ogni genere vendute al metro. no, 1975. inquadrature, mescolando riprese originali 3 C. Zavattini, Il cinema e l’uomo moderno, 5 Cfr. William C. Rees, Recycled Images: The con gli attori e riprese documentarie di pom- relazione al Convegno internazionale di cinematografia Art and Polics of Found Fooutage Film, New York, Antho- pieri in azione (uno dei soggetti più frequentati di Perugia, 24-27 settembre 1949, ora in C. Zavattini, Po- logy Film Archives, 1993. Sull’argomento si veda, nella lemica con il mio tempo, a cura di M. Argentieri, Milano, saggistica italiana, M. Bertozzi, Recycled cinema. Imma- 1 C. Zavattini, 1980 Bompiani, 1997, p. 61. gini perdute, visioni ritrovate, Venezia, Marsilio, 2012. 47 n. 86

segue da pag. precedente Teatro base parziale o totale d’archivio, presentate at- traverso un bando pubblico. Le proposte sono selezionate, tra quelle pervenute, da una giu- Padiglione Teatro Italia per la 48° edizione ria composta da cinque importanti personali- della Biennale Teatro (14-25 settembre) tà del cinema italiano; la stessa giuria, sulla ba- Antonio Latella tira le anzitutto i registi che partecipando alle sele- se del lavoro di approfondimento portato fila nel 48° Festival In- zioni del College hanno visto il loro lavoro ri- avanti dagli autori, sceglie infine i tre progetti ternazionale del Tea- conosciuto e sono stati messi nella condizione vincitori che, oltre a utilizzare liberamente il tro della Biennale del di produrre un loro spettacolo, come Martina materiale filmico dell’Aamod e degli archivi lavoro svolto negli ul- Badiluzzi (The making of Anastasia). Al suo partner, ricevono servizi gratuiti di supporto timi quattro anni di fianco possiamo elencare con fra parentesi i per la realizzazione dei cortometraggi e la sua direzione. A parti- rispettivi debutti: Leonardo Lidi (La città morta somma di 2.000 euro per ciascun progetto re- re da lunedì 14 settem- da D’Annunzio), Fabio Condemi (La filosofia alizzato. bre, all’indomani della nel budoir), Leonardo Manzan (Glory Wall), Grazie al Premio Zavattini, sono stati prodotti chiusura della 77a Mo- Giovanni Ortoleva (I rifiuti, la città e la morte di sinora tredici cortometraggi a base parziale o Giuseppe Barbanti stra Internazionale d’Ar- R.W. Fassbinder). Non mancano, peraltro, arti- totale d’archivio, che hanno avuto la possibilità te Cinematografica, si apre negli spazi in cui van- sti affermati della caratura di Fabiana Iacozzilli di partecipare a importanti festival nazionali o no in scena gli spettacoli di questa edizione (Una cosa enorme), il cui teatro è sorretto da un internazionali, ricevendo in taluni casi impor- un inedito Padiglione Teatro Italia( questa la forte impianto visivo, Giuliana Musso, paladi- tanti riconoscimenti. Hanno aderito al Premio denominazione scelta dal direttore ripren- na in Italia del teatro d’inchiesta con Dentro Zavattini, partecipando alle giurie o in qualità dendo quella dell’impianto espositivo per na- (una storia vera, se volete) e Jacopo Gas- di conduttori degli incontri di formazione, im- zioni delle Biennali d’Arte), una sorta di diffu- smann, con Niente di me (uno studio). Sul ver- portanti professionisti del cinema italiano, tra so scenario in cui sino al 25 settembre debuttano sante delle compagnie, nate tutte nel nuovo cui i registi e sceneggiatori Daniele Vicari, Su- 28 spettacoli, tutti novità assolute. Alcuni so- millennio, si segnalano il duo AstorriTintinel- sanna Nicchiarelli, Alina Marazzi, Antonietta no rappresentati più volte, per cui le recite sa- li, che rilegge i classici sulla falsariga di un ap- De Lillo, Wilma Labate, Roland Sejko, Costan- ranno complessivamente 40. Nelle ultime tre proccio che fu di Ceronetti e Leo De Berardi- za Quatriglio, Paola Sangiovanni, Giovanni Pi- edizioni del Festival Latella ha operato in pa- nis, Biancofango, Industria Indipendente, perno, Gianfranco Pannone, Elisabetta Lodoli; rallelo su due versanti: da un lato ha portato a Babilonia Teatri, Nina’s Drag Queens, che ripro- i montatori Roberto Perpignani, Illaria Fraioli Venezia artisti in qualche caso di grande valo- pongono en travesti, i classici della tradizione e Luca Gasparini; i produttori Gregorio Pao- re per farli conoscere sia ad attori, registi e au- nessa, Giovanni Pompili, Gianluca Arcopinto; tori italiani che al pubblico del nostro Paese; lo scrittore Gianrico Carofiglio; i critici e stu- dall’altro attraverso le attività del College per diosi Roberto Silvestri, Marco Bertozzi, Gio- interpreti, registi e autori ha posto anche le vanni Spagnoletti, Stefania Parigi. premesse per la formazione di una nuova ge- Il Premio Cesare Zavattini, giunto alla V edi- nerazione di artisti italiani, che si stanno im- zione, è una iniziativa promossa dalla Fonda- ponendo all’attenzione della critica e degli zione Archivio audiovisivo del movimento operatori, grazie alla presenza di un nuovo operaio e democratico, sostenuta da Ministero pubblico, fortemente trasversale che non con- per i Beni e le Attività culturali e del Turismo, divide una frequentazione delle platee teatrali da Regione Lazio, Istituto Luce Cinecittà e legata alla routine dell’abbonamento alle sta- “EVE #2” di e con Filippo Michelangelo Ceredi, (foto di Nuovo Imaie, realizzata in collaborazione con gioni. <> Sara’, quindi, un’edizione diretti da Riccardo Pippa. Nel solco di una ri- versità Roma Tre e di “Archivi Audiovisivi” presso l’Uni- del Festival caratterizzata da una valorizza- cerca autonoma si muovono, infine, Daniele versità della Tuscia. zione del teatro italiano maturata negli anni e Bartolini, Filippo Ceredi ( Eve #2 ), Liv Ferrac- perseguita con molta determinazione in que- chiati, Antonio Ianniello, Giuseppe Stellato. Il sta 48a edizione della Biennale Teatro. Ad Leone d’Oro alla carriera andrà a Franco Vi- inaugurare il Festival, quasi a evocare un lega- sioli, sound designer autore di drammaturgie me di ideale continuità fra il presente e il mar- sonore che diventano parte essenziale di spet- cato rinnovamento del teatro italiano negli anni tacoli “polifonici”, mentre il Leone d’argento ‘80 del secolo scorso, Mariangela Gualtieri, poe- sarà assegnato ad Alessio Maria Romano, re- tessa, attrice, autrice con uno dei suoi preziosi gista e coreografo. “riti sonori”, guidato da Cesare Ronconi. Gli artisti presenti hanno diverse provenienze: Giuseppe Barbanti 48 [email protected] E’ tempo di Distruttore Recidere i rami secchi, cancellare il passato, il cambiamento e l’atto di morte che prevede una rinascita sono tutti temi molto co- muni nella narrativa: che sia un atto di re- Nicola Santagostino denzione del protago- nista che decide di fa- re i conti con un passato di infamia dopo che questi è tornato a bussare alla sua porta, che sia la necessità di fare i conti con la propria condizione presente figlia di dolori o errori passati o che sia semplicemente il bisogno di chiudere con delle relazioni tossiche, nella fi- ction la “resa dei conti” è uno dei motori nar- rativi più forti e spesso più usati e abusati. Carl Gustav Jung nella sua analisi degli arche- tipi riconosceva tra i vari aspetti anche uno di kratos da giovane mentre si prepara ad assediare l’Olimpo quelli dal nome forse più temibile: Il Distrut- tore. Per quanto l’atto in sé di distruggere possa sembrare qualcosa di violento, di forte e di aggressivo, in realtà l’analisi di Jung si rifà maggiormente all’Arcano Maggiore dei Ta- rocchi raffigurante La Morte, il triste mietito- re che, come da tradizione spiritualista rap- presenta il passaggio da una condizione a un’altra, un agente di transizione più che un segnale di fine vera e propria. Ma l’Ombra del Distruttore, la sua forma selvaggia e folle che si nasconde dentro di noi, è forse più triste- mente famoso, poiché quando non riusciamo a spezzare i legami passati, quando quelle ca- tene ci trascinano verso il fondo e non ci fan- no più respirare allora emerge in tutta la sua possanza una furia selvaggia e priva di con- trollo che non miete il campo per fare posto a Kratos e suo figlio, i protagonisti dell’ultimo capitolo di God of arW nuove messi, ma devasta senza controllo in una esplosione priva di un Distruttore fuori controllo quel- della sua crescita personale nel caso di Tom qualsivoglia forma. Un buon esem- lo che vediamo ora è un uomo Stall il ritorno della sua vita come Joey Cusack pio di cosa implichi la consapevo- spento, che ha perso ogni legame sarà il motore della rovina della sua nuova vi- lezza del Distruttore la possiamo con un passato che non ha mai ta. La differenza del percorso è abbastanza trovare nel più recente capitolo davvero rielaborato e che si lascia palese se si sa dove guardare: mentre Kratos della saga di God of War, un video- trascinare in una grigia apatia ha sempre vissuto tormentato dai suoi ricor- game che affonda le sue radici nel- dalle catene dei suoi ricordi. Sarà di, al punto tale da non raccontare mai del suo la Playstation 2 e che narra la trage- la necessità di salvare la vita del passato al figlio e di tenere le Lame del Caos dia di un potente eroe spartano, figlio a fare attivare di nuovo l’Ar- nascoste sotto il pavimento di casa, Tom/Joey Kratos il Fantasma di Sparta, divo- chetipo ma stavolta l’accettazio- semplicemente ha azzerato tutto creandosi rato dalla furia per le continue ma- ne del suo passato, rappresentato una nuova identità come buon padre di fami- dalle Lame del Caos che deve re- glia e cittadino modello, senza davvero dare i nipolazioni da parte degli dei del Il protagonista di a “History of cuperare per affrontare il villain conti con la sua vita da sicario per la mala di pantheon greco. Per diversi capito- Violence” fa i conti con il suo di questo episodio, unita alla Philadelfia. Il personaggio interpretato da li il nostro eroe verrà guidato in passato mai rielaborato una follia sempre più distruttiva, consapevolezza del presente e Mortensen arriverà quindi alla conclusione ti- complici i piani di entità superiori a lui, fino della possibilità di non ripetere gli stessi erro- pica di chi non accetta che il cambiamento ad arrivare, dopo una lunga serie di lutti e do- ri sia suoi che di suo padre, promuoverà in lui non passa dal cancellare il proprio passato ma lori a massacrare le entità del mito ellenico, un cambiamento e la crescita di consapevo- dal saperlo metabolizzare: rivestiti i panni di condannando così il suo mondo a una fine lezza tipica dell’eroe. Destino ben diverso at- Joey Cusack sterminerà l’organizzazione per apocalittica per poi ritirarsi nel mondo degli tenderà invece il protagonista di “A History of cui lavorava per poi cercare di tornare a casa dei norreni. Il nuovo capitolo di God of War Violence”, un film di David Cronenberg, dove pensando che tutto possa tornare come pri- per Playstation 5 si aprirà, però, con un Kratos il personaggio interpretato da Viggo Morte- ma. Il danno sarà però ormai fatto e così il irriconoscibile e ormai stanco, vedovo e padre sen, un semplice negoziante, sarà costretto a buon Tom Stall, dopo aver fatto sfogare la sua di un figlio con cui non ha nessun rapporto, fare emergere il suo passato da criminale ma- Ombra, sarà l’ennesimo “Mattia Pascal”: un complice anche il fatto che il nostro protago- fioso dopo essere finito in televisione per ave- uomo diviso tra due mondi che non ha saputo nista abbia dovuto uccidere il suo stesso pa- re sventato una rapina. Ma se nel caso di Kra- armonizzare e che di conseguenza lo hanno dre, Zeus, come da tradizione tipica del mito tos la fuga dal passato e la costruzione di una rigettato. greco. Se il Kratos dei giochi precedenti era famiglia saranno successivamente il motore Nicola Santagostino 49 n. 86

Volumi proposti Letteratura contemporanea, prosa, poesia, testi teatrali La casa del manoscritto maledetto

Claudio Aita Romanzo Geremia Solaris ha cinquant’anni ma non ha ancora rimesso in sesto la sua vita: si attribui- sce la colpa per la morte della moglie, non rie- sce a pubblicare il suo romanzo e la bottiglia di Chianti è l’unica amica fedele che gli è ri- masta. Un giorno incontra un avvocato che intende assumerlo per conto di un uomo mi- sterioso. Incuriosito, Geremia lo segue in una villa del circondario di Firenze e qui incontra il conte Guidi, prossimo a morire, ma deciso a ritrovare suo figlio, sparito in circostanze mi- steriose. Il conte sostiene che è stato amma- liato da una giovane donna, che deve averlo indotto a svuotare il conto in banca e fuggire. Ma la presenza di Geremia è cruciale perché nell’appartamento dell’uomo è stato rinvenu- to il Libro delle Evocazioni, un antico mano- scritto di magia nera. Il conte teme che l’inco- lumità di suo figlio sia a rischio e vuole ricorrere alle abilità di Geremia per ritrovarlo. Lo ritiene, infatti, l’unico in grado di decifrare l’antico volume. Quello che Geremia non sa è che accettare significherebbe, una volta anco- ra, mettere la sua vita in grave pericolo.

Claudio Aita, friulano figlio di emigranti, è nato in Svizzera nel 1962, ha vissuto tra il Friu- li e la Toscana dove si è laureato e dove attual- mente vive. È esperto di Storia della Chiesa e Storia medievale, oltre che musicista, scritto- re ed editore nel settore del restauro, dell’arte e dei beni culturali. Ha collaborato come pub- blicista su riviste di viaggio, cultura e storia locale. Con Nardini Editore ha pubblicato due testi di successo sui rapporti fra religione e cultura alimentare: Viaggio illustrato nella cuci- na ebraica (giunto alla quarta edizione) e Viag- oscure (Nardini Editore), La città del male (Nar- Newton Compton Editori gio illustrato nella cucina islamica. Di prossima dini Editore). ISBN: 9788822727725 uscita Viaggio illustrato nella cucina ortodossa. Con la Newton Compton ha pubblicato due Pagine: 352 Negli ultimi anni, fra le altre pubblicazioni, si thriller che hanno avuto un discreto successo: € 7,90 è proposto soprattutto come autore di thriller Il monastero dei delitti (2018) e La casa del mano- di ambientazione storica e contemporanea. scritto maledetto (2019). Ha pubblicato A.D. 1033 (Il Molo), Le colline Come autore di gialli ha vinto diversi premi. A cura di Maria Rosaria Perilli 50 [email protected] Brutti, sporchi e cattivi La condizione umana nel cinema di Ettore Scola È una perfezione assoluta, e quasi divina, saper godere del proprio essere. Noi cerchiamo altre condizioni perché non comprendiamo l’uso delle nostre, e usciamo fuori di noi perché non sappiamo che cosa c’è dentro. Così abbiamo un bel montare sui trampoli, ma anche sui trampoli bisogna camminare con le nostre gambe. E anche sul più alto trono del mondo non siamo seduti che sul nostro culo. (Michel de Montaigne, 1533-1592, umanista, Essais, 1580-88)

Base Terra a Maggiore Tom/Il tuo circuito è spento,/C’è qualcosa che non va/Mi senti, Maggiore Tom?/Mi senti, Maggiore Tom?/Mi senti, Maggiore Tom?/Mi senti……/Sono qui che galleggio attorno al mio barattolo di latta,/Lontano sopra la Luna,/Il pianeta Terra è blu/E non c’è niente che io possa fare. (David Bowie, Space Oddity, 1969, Philips/Mercury)

Finalmente inghiottì la sua lumaca. Poi si mise a studiare quelle che aveva nel piatto. Hanno tutte il loro minuscolo buco di culo! È orribile! Orribile! Che cos’ha di orribile il buco del culo, tesoro? Si mise il tovagliolo davanti alla bocca. Si alzò e corse in bagno. Cominciò a vomitare. La gridai dalla cucina: Che cos’è che non va nel buco del culo, piccola? Tu ce l’hai il buco del culo e anch’io ce l’ho il buco del culo! Quando vai a comprare una bistecca di manzo, quel manzo aveva il buco del culo! Il mondo è pieno è pieno di buchi di culo! In un certo senso anche gli alberi hanno il buco del culo solo che non si vede, è coperto dalle foglie. Il tuo buco del culo, il mio buco del culo, al mondo ci sono miliardi di buchi di culo. Il presidente ha il buco del culo, il ragazzo del lavaggio macchine ha il buco del culo, il giudice e l’assassino hanno il buco del culo… Perfino Spilla Viola ha il ucob del culo! (Charles Bukowski, 1920-94, poeta e scrittore statunitense, Post Office, SugarCo, MI, 1971)

Tema: Quante solitudi- a un uomo d’oggi, un ventenne al quale sono i partiti della sinistra parlamentare, ma so- ni possono stare in trenta molto legato, insomma a uno, che anno più, prattutto i gruppi, i movimenti della sinistra metri quadri di baracca? anno meno, ha la stessa età che avevo io quan- antagonista ed extraparlamentare di allora si Svolgimento: Brutti, do vidi il film di Scola per la prima volta. E mi spendevano nel tentativo di elevare alla co- sporchi e cattivi, di Etto- ha colpito in maniera forte il fatto che (il ven- scienza di classe, raggiunta in quella bella sta- re Scola. tenne di oggi) abbia colto nel film una serie di gione italiana dagli operai e dagli studenti Brutti, sporchi e catti- aspetti, alcuni dei quali, in quel lontano ’76, medi e universitari, quella fascia di popola- vi, di Ettore scola, uscì per me ventunenne universitario erano asso- zione debolissima, economicamente e cultu- nelle sale dei cinema ita- lutamente marginali, magari funzionali alla ralmente, allora come ora, il sottoproletariato, liani, (allora eran davve- poesia di Scola, (il grottesco, per esempio), al- appunto, molto meno numerose di quanto non Antonio Loru ro tante, ma tante per tri che nella maniera più assoluta non vidi al- sia oggi. Oggi la sinistra, quella larva politica, davvero!), nel ’76. Io ave- lora e non vedo adesso, il comico, e non invece che ci ostiniamo ancora a chiamare sinistra, vo ventuno (21) anni. Bella età, bei tempi! Frasi il drammatico, la tragedia della vita quotidia- ha abbandonato questi disgraziati, li ha messi fatte. Cazzate. Qualcuno, a proposito di que- na, che per me, allora come oggi è l’atmosfera nelle mani alla destra più clericale, reaziona- sto film ha scritto che, come il vino,- invec del film, una tragedia convissuta da tutti i ria e neo-fascista che la storia dell’Italia re- chiando diventa più buono. Frasi fatte. Cazza- protagonisti del film in maniera immediata e pubblicana annoveri. Strumentalizzati, usati te. Forse capirà di cinema, di certo sa poco di inconsapevole, da veri sottoproletari, come come fanteria sociale di riserva nella guerra vino. L’ho rivisto, in una caldissima notte d’a- ancora si diceva negli Anni Settanta del secolo tra poveri, sono come allora altrettanto brutti gosto di questo strambo anno bisesto, assieme scorso. E si discuteva tanto di sottoproletariato, segue a pag. successiva

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segue da pag. precedente trova il gruzzolo. Minaccia di morte tutti i fa- La posta del Dott. Tzira Bella e sporchi, ma molto più cattivi. E come po- migliari e spara a uno dei figli che non dando trebbero non esserlo? Anche nelle rappresen- peso alle sue parole gli volta le spalle, mandan- Scrivete a: Dott. Tzira Bella, C/O Laboratorio Veterinario tazioni, cinematografica in particolare e arti- dolo a quel paese. In realtà la memoria gli ha della Dott.ssa Zira, Planet of the Apes stiche in genere, attualmente manca quella Il Dott. Ubaldugo Tzira Bella compassione vera per la loro condizione, che attraversa dall’inizio alla fine il film di Scola e In mano o diretta- lo fa essere autentico racconto popolare, quel- mente in bocca lo che dalla narrativa, al teatro, in qualche ca- Un etnologo di fama internazionale, (preferisce rimanere so anche all’opera lirica e fino al cinema, ha ac- anonimo, per modestia), riferisce degli effetti che la pande- compagnato, caratterizzato la grande cultura mia di Covid-19 sta avendo sulla fragile cultura di un po- popolare dell’ormai vecchio e sepolto mondo polo oramai quasi in via d’estinzione, sui loro riti che pos- industriale. Oggi al più la condizione degli sono apparire bizzarri e risibili, ma che però sono una emarginati si documenta freddamente. E im- preziosa testimonianza di com’eravamo e di come potrem- mediatamente si dimentica, tra uno stacco giocato un brutto scherzo: ricorda dove aveva mo tornare a essere. E chissà, magari vivere più felici. pubblicitario e qualche zapping. Brutti, spor- spostato il denaro e lo recupera. Innamoratosi Un deciso no alla comunica- chi e cattivi, diretto da Ettore Scola, con un poi di un’esuberante prostituta napoletana la zione d’asporto è arrivato dal immenso Nino Manfredi, forse nella sua in- porta a casa e la impone a tutta la famiglia co- Consiglio degli Eminenti In- terpretazione drammatica più riuscita, (ma dividui di un antico culto ani- non trascuriamo il venditore abusivo di caffè mistico, praticato da uno spa- nella tratta ferroviaria notturna Vallo della ruto gruppo di reduci del Lucania-Napoli, in Café Express di Nanni Loy). Neolitico preceramico, uomi- Periferia di Roma, a metà degli Anni Settanta: ni e donne, perlopiù anziani il racconto della vita quotidiana di una fami- longevi, viventi testimoni di glia allargatissima, più o meno due dozzine di Dott. Tzira Bella un passato remotissimo. Un persone, in una miserabile baraccopoli, ai pittoresco culto latrico, forse di origine afro-asiati- margini del sacco edilizio di Roma che in quel ca, arrivato, non si sa come, in un isolotto sperdu- periodo scriveva un importante capitolo e i to nell’immensità dell’oceano Pacifico. Attual- palazzinari continuavano a stendere le loro mente quasi tutti discendendono dal famoso mani adunche sulla Città eterna. Storia più me sua amante ufficiale. È troppo. La moglie esploratore Capitan Phintus, che alla fine del XIX che vecchia a Roma: millenaria. Re, senatori, decide allora di usare le maniere forti e spicce: secolo lo scoprì accidentalmente: inseguiva un Imperatori, papi, duci, prima dei palazzinari l’onta va lavata col sangue. Giacinto deve esse- banco di bastoncini di pesce. Ora la località porta il repubblicani, hanno sempre fatto e disfatto a re ucciso. Durante il pranzo per la festa di bat- suo nome: Isola di Phintus. Autorevoli voci chie- loro piacimento, dall’insula fino agli attuali tesimo di uno dei numerosi nipotini, la sua dono l’inclusione dei loro cerimoniali tra i beni quartieri popolari dormitorio, al solo scopo di porzione di pasta viene condita con una gene- immateriali inalienabili dell’umanità. La vita a ricavare da queste devastazioni della città e rosa dose di topicìda. Ma Giacinto è duro a Phintus è semplice, regolata da protocolli d’ispira- dell’anima di chi queste sciagurate plaghe e zione religiosa, (una religiosità arcaica, ovviamen- costretto ad abitare, immensi profitti, parte te), riti apotropaici, allo scopo di allontanare i dei quali reinvestiti in propaganda politica a mali. La cerimonia più importante è la consuma- favore di gruppi e gruppuscoli più o meno zione rituale in gruppo di una focaccina a forma operanti alla luce del sole. A capo di tutta la fa- di triangolo equilatero, fatta di farina ottenuta miglia, padre dispotico e padrone c’è il vec- dalla lavorazione della radice di manioca, che qui- chio Giacinto Mazzatella, disgraziato morto vi cresce abbondante, impastata a secco (non chie- di fame di origini pugliesi (e si sente!), guercio dete com’è possibile, è un mistero della loro fede) e e dispotico, storto e obliquo di testa così come farcita di una crema mostosa e alcolica ottenuta d’occhio, che tiranneggia sui famigliari. Ogni spremendo bacche di cui conservano gelosamen- mattina tutti gli elementi della famiglia si morire. Vomita tutto e si salva. E si vendica. te segreto il nome. Secondo il loro innocente mettono in moto per portare a casa il loro con- Vende la baracca a un’altra famiglia di misera- modo di pensare, così entrano in comunicazione tributo al domestico desco, contributo spesso bili, che ingaggiano per prenderne possesso con la divinità. Durante questi atàvici riti lo scia- frutto di attività illegali, piccoli furti, imbro- una vera e propria battaglia con la famiglia di mano serve a ogni partecipante un panzerottino. gli. Domenica è il giorno in cui la nonna ritira Giacinto. Va a finire che si ritroveranno, le Anche da quelle remote parti, purtroppo è arrivato la pensione, che i componenti subitamente si due famiglie a coabitare il medesimo tugurio. il maledetto virus Corona, e le regole per limitarne dividono secondo un codice di ripartizione Il film si chiude con un’immagine che la reto- i contagi. Questa piccola comunità è divisa in due che esclude proprio lei, la titolare INPS che, la- rica buonista, oggi tornata prepotentemente fazioni: da una parte c’è chi sostiene che l’offician- sciata sola coi bambini della tribù, mestamen- di moda, definirebbe di speranza, in realtà di te deve depositare la sacra colazione in mano, ci te farà ritorno alla sua baracca. Domenica per segno completamente contrario, di una dispe- penserà il fedele a mettersela in bocca, aumentan- la famiglia Mazzatella viene una volta al mese. razione infinita: una delle nipotine di Giacin- do però il rischio del contagio; di farsela mettere Ma a casa Mazzatella c’è anche un tesoro. Gia- to, Maria Libera (sic!), quella che tutte le mat- direttamente in bocca non ne vogliono sapere. cinto è in possesso di una cifra a sei zeri: un tine si reca alla fontana per approvvigionare D’altro canto i sostenitori dell’opzione in bocca ri- milione, frutto del risarcimento dell’assicura- d’acqua la famiglia, è evidentemente incinta. battono che essendo nell’atòllo sconosciute le toi- zione per aver perso l’uso dell’occhio sinistro a La famiglia cresce. Certo che Brutti, sporchi e lette e l’igiene molto lontana dagli standard sani- causa di uno schizzo di calce viva. Giacinto vi- cattivi è un film da vedere e rivedere, oggi. Ma tari del mondo civilizzato, in meno mani passa il ve nella costante paura che qualcuno dei fami- con gli occhi di chi l’ha scritto e diretto, con panzerotto meglio è. Dunque per loro, decisa- gliari possa portarglielo via, e cambia ogni quella pietà e quella compassione, che a me mente direttamente in bocca. Una possibile terza giorno nascondiglio alla sua fortuna. Ma la pare non appartengano più, ai nostri occhi soluzione conciliatoria è stata scartata: niente fo- sua memoria non è delle migliori. Una notte, oggi. Tantomeno al nostro cuore e alla nostra caccine in confezione d’asporto. E tu, se fossi un si sveglia di soprassalto, (la paura d’essere de- intelligenza delle cose. abitante di quei lontani luoghi, la prenderesti più predato morde anche l’inconscio e agita i suoi volentieri direttamente in bocca o prima in mano? sogni), va a controllare il nascondiglio, ma non Antonio Loru Un, Due, Tre, Oplà! 52 [email protected] Doppiaggio La Belle Epoque. Il doppiaggio di un perfetto esempio di commedia francese Chi non vorrebbe rivi- stargli dietro sui tempi, vere qualche episodio sui ritmi, sui cambi di del proprio passato? Su tonalità, sul renderne la questo si basa il film, caratura e la performan- sul tema del tempo che ce attoriale. Luca Biagi- passa, sulle sovrastrut- ni è una delle migliori ture che si acquisisco- voci italiane, ha doppia- no vivendo, sull’oppor- to, tra gli altri, John Mal- Tiziana Voarino tunità che invece covich, Kevin Kline e avremmo di recupera- Colin Firth, ma è anche re una parte più spontanea del proprio essere un attore televisivo e ci- per vivere meglio e più pienamente. nematografico. Uscirà il La Belle Epoque è una commedia francese bril- 3 settembre il suo ultmo lante. Presentata lo scorso anno fuori concor- filmLa vacanza di Enrico so al Festival del Cinema di Cannes e poi alla Iannaccone in cui recita Festa del Cinema di Roma è una macchina insieme anche a Cathe- narrativamente perfetta, con tasselli che si in- rine Spaak e Carla Si- castrano come in un puzzle. Rispecchia benis- gnoris. simo i meccanismi tipici del genere in cui i Per l’Ardant è inconfon- francesi sono maestri: sofisticati, sempre con dibile il registro di Ma- gusto, in maniera leggera, molto intelligente ria Pia Di Meo, in que- riescono ad affrontare tematiche importanti e sto caso un po’ sopra le difficili aggiungendo un quid in più. Nelle tra- righe come richiede il me delle loro commedie ci conducono per ma- personaggio, sul recita- no e ci accompagnano verso a riflessioni che to dell’attrice francese. arrivano magari tramite una battuta, median- Maria Pia Di Meo, or- te le conversazioni, negli incontri e negli scon- mai una star del dop- tri, un incedere nello snodare le vicende che piaggio italiano, iniziò fanno prima sorridere e poi conquistare nel a doppiare fin da bam- ragionamento. La Belle Epoque si rivela una bina, figlia d’arte, il commedia che ti offre la possibilità di essere papà Giotto Tempesti- vista divertendosi e non pensando, oppure la- ni fu attore e doppiato- scia spunti per sviluppare i propri nessi e per- re, infatti. Ascoltando- corsi interiori, fino a giungere a una propria la la riconosceremmo conclusione. Una commedia arguta, ma an- nell’interpretazione di che romantica, con un tocco di nostalgia. in My “La Belle Époque” di Nicolas Bedos #RomaFF14 | Festa del Cinema di Roma 17 | Un film fatto con cura, in cui è evidente l’amo- Fair Lady e di July An- 27 ottobre 14. Edizione 2019 re per i dettagli nel far risaltare i personaggi drews per le parti recitate in Mary Poppins professionisti come Domitilla D’Amico nel ed i loro caratteri ben delineati. Le scene sono del 1965, solo per citare due film. Di entrambe ruolo di Margot/Doria Tiller, la briosa giovane girate per lo più in interni, permeate di co- le attrici di Hollywood fu voce fissa. La sua, è attrice che Victor incontra e che interpreterà stanti e lunghi dialoghi, primi piani con stata ed è una carriera davvero rilevante. “nella fiction nel film” la moglie Marianne da espressioni del viso e sguardi che trasmettono Ne La Belle Epoque abbiamo altri impeccabili giovane, al tempo del loro primo incontro, e valori aggiunti nella comprensione dei Francesco Prando nel ruolo di Antoine/ momenti, di cosa sta accadendo. Un film Guillaume Canet, il direttore della strana in cui si va dal serio, all’ironico, al diver- agenzia Time Travaller che mette in sce- tente. Tra i protagonisti due grandi attori na il passato. Tra i personaggi non prota- che naturalmente recitano superlativa- gonisti si distingue per la versatilità Anna mente. Un davvero bravo Daniel Auteuil e Luigini che ha doppiato Jeanne Arènes una delle ultime dive del cinema rimaste nel ruolo di Amelie, senza nulla togliere Fanny Ardant. agli altri. La distribuzione del film è di I Il lavoro del doppiaggio, diretto da Teo Wonder Pictures che ne ha supervisiona- Bellia, non è stato semplice proprio per le to meticolosamente la lavorazione. caratteristiche del film. Mantenere i regi- A proposito di nostalgia, potremmo do- stri, i ritmi, le caratterizzazioni dei perso- mandarci se i doppiatori tornerebbero naggi, trasferire il piglio delle battute, del- indietro nel tempo. Chissà, in un’epoca di la variazione dei toni sia negli interpreti sempre maggiore impatto della tecnolo- principali, sia nei molti secondari e man- gia e della digitalizzazione con i suoi pro tenendo l’equilibrio originale che nelle e contro, se sceglierebbero di tornare a la- commedie francesi fa sempre la differenza. vorare sull’ anello di pellicola. Altro che ti- Ateuil e l’Ardant sono stati doppiati da me code e diavolerie varie! due grandi voci italiane. Rispettivamente nel film sono Victor e Marianne, la coppia in crisi. Luca Biagni ha interpretato Auteuil Luca Biagini premiato a Voci nell’Ombra Con lui l’attrice Giorgia Wurth e si percepisce il lavoro attento e curato nel conduttrice del festival e Maurizio Di Maggio di Radio Monte Carlo Tiziana Voarino 53 n. 86

Alla scoperta del viaggio dantesco #9 Conosciamo la Divina Commedia: canto IV, Inferno verso il sette- centenario di Dante L’Inferno è la prima infatti, esclama (vv. 80-81): 97-102): delle tre Cantiche che compongono l’Opera “Onorate l’altissimo poeta;/ l’ombra sua torna, “Da ch’ebber ragionato insieme alquanto,/ volsersi Magna di Dante Ali- ch’era dipartita”. a me con salutevol cenno,/ e ’l mio maestro sorrise ghieri. Dante ha ini- di tanto;/ e più d’onore ancora assai mi fenno,/ ziato il suo viaggio, e Quattro ombre si avvicinano ai due pellegrini ch’e’ sì mi fecer de la loro schiera,/ sì ch’io fui sesto quello dell’anima di e sono Omero, Orazio, Ovidio e Lucano: i tra cotanto senno”. Martina Michelangeli tutti gli uomini, tro- quattro massimi poeti della letteratura classi- vandosi nella selva ca e antica. Virgilio presenta a loro Dante, che La schiera dei poeti si muove insieme fino alla oscura nella notte del 7 aprile, “lumera”, cioè un castello (vv. giovedì santo, e l’alba dell’8 106-108): aprile, il venerdì santo, dell’an- no 1300. Nel quarto canto “Venimmo al piè d’un nobile dell’Inferno siamo nella sera castello,/ sette volte cerchiato d’alte dell’8 aprile. Un tuono fortissi- mura,/ difeso intorno d’un bel mo ridesta Dante, che alla con- fiumicello”. clusione del canto precedente era svenuto salendo sulla barca Nonostante le difese logistiche di Acheronte; al suo risveglio il del castello, i poeti vi entrano e poeta cerca di orientarsi per ca- Dante scorge su un prato verde pire dove si trova (vv. 1-6): i grandi spiriti che si sono di- stinti nella vita terrena per il “Ruppemi l’alto sonno ne la testa/ coraggio e l’altezza d’ingegno: un greve truono, sì ch’io mi ci sono Elettra, Ettore, Enea, riscossi/ come persona ch’è per Cesare e tanti altri, tra cui Ca- forza desta;/ e l’occhio riposato milla e Lavinia, Lucrezia e Mar- intorno mossi,/ dritto levato, e fiso zia (moglie di Catone Uticen- riguardai/ per conoscer lo loco se), e poi ancora Socrate, dov’io fossi”. Platone e Aristotele (vv. 130- 135): Dante si accorge che questo luogo è completamente immer- “Poi ch’innalzai un poco più le so nel buio e lo stesso Virgilio è ciglia,/ vidi ’l maestro di color che pallido, poiché sta per “rientra- sanno/ seder tra filosofica re” nel Limbo (il primo cerchio famiglia./ Tutti lo miran, tutti dell’Inferno), cioè il luogo dove onor li fanno:/ quivi vid’ïo Socrate lui è eternamente condannato a e Platone,/ che ’nnanzi a li altri vivere. Nel Limbo, infatti, sono più presso li stanno”. collocate le anime di coloro i quali sono vissuti prima della Alla visione dei grandi del pas- venuta di Cristo e che sono sato la compagnia dei poeti an- morti senza battesimo (vv. 33- tichi si scioglie e Dante con Vir- 39): gilio giungono in un luogo dove non c’è assolutamente lu- “Or vo’ che sappi, innanzi che più ce (vv. 148-151): andi,/ ch’ei non peccaro; e s’elli hanno mercedi,/ non basta, perché “La sesta compagnia in due si non ebber battesmo,/ ch’è porta de la fede che tu entra, solo per un attimo, nella schiera dei scema:/ per altra via mi mena il savio duca,/ fuor credi;/ e s’e’ furon dinanzi al cristianesmo,/ non grandi poeti: Questa nella critica viene indica- de la queta, ne l’aura che trema./ E vegno in parte adorar debitamente a Dio:/ e di questi cotai son io ta come la dichiarazione di Dante secondo cui ove non è che luca”. medesmo”. egli si inserisce nella scia della classicità, co- me continuatore fra l’antico e il moderno (vv. Martina Michelangeli In questo luogo la terra non trema e non si odono lamenti di dolore, ma solo eterni sospi- ri. Dante chiede alla sua guida se qualcuno sia mai uscito dal Limbo e Virgilio racconta la di- Martina Michelangeli conduce settimanalmente in podcast la rubrica “Conosciamo la Divi- scesa di Cristo dopo la morte e la resurrezio- na Commedia” su DdCR | Diari di Cineclub Radio - https://bit.ly/2YEmrjr ne: Egli liberò dal Limbo i Patriarchi e gli Ebrei dell’Antico Testamento, i quali credettero nella ve- nuta del messia. Durante il percorso Dante vede un fuoco che vince un emisfero di tenebre e il poeta intui- sce che lì risiedono le anime che in vita furono persone degne di onore. In seguito una voce, 54 [email protected] Un borghese piccolo piccolo (1977), di Mario Monicelli Soli, sul cuore della terra, trafitti da un raggio di luce Lungofiume. Con un esplode in un urlo lancinante. Si spegne poi la coscienza a posto. Se i due maschi son com- macigno, Giovanni Vi- nel silenzio sulla sua carrozzina, quel mattino plici nel quotidiano, Amalia non esiste. Tra valdi schiaccia la testa in cui Giovanni – adesso pensionato – s’accin- pasti, bucati e rammendi val quanto un serva. d’un luccio appena pe- ge a raccontarle un sogno davanti a un buon Nessun diritto di pensiero o di parola. Se c’è la scato. Il gesto è cruen- caffè. Ormai solo, Vivaldi siede spesso ai giar- partita non legge neppure il giornale, che l’u- to, e Mario – il figlio – dinetti. Un dì, senza volerlo, incoccia in un co- nica lampada in salotto fa da contrasto al tele- l’osserva. C’è una atto e chiede scusa. Lo spocchioso gli si volge visore. E sfugge ai saltuari “appetiti” del co- padella che attende in con un “vaffa” e riprende la sua via. Ma non sa, niuge per sopraggiunti limiti d’età del diretto una baracca a un tiro lo sciamannato, che anche lui – come quell’al- interessato. Davanti al suo superiore, Vivaldi di schioppo. È un mo- tro – ha già un orco alle calcagna. Giunto alle realizza quanto Mario sia opaco: non ha cre- Demetrio Nunnari mento importante. Il sale nel ’77, il film (su testo di Cerami) è l’addio denziali, ed è spento e impacciato. Per aiutar- ragazzo (Vincenzo di Monicelli alla commedia all’italiana ch’egli lo diventa massone, e con grande sorpresa ri- Crocitti) è da poco ingegnere e, gonfio d’orgo- ha reso imperitura. Nel vivo degli anni di piom- trova in loggia molti colleghi. Gli stessi che glio, l’anziano padre (Alberto Sordi) lo vede bo – con le piazze Fontana e Loggia e l’Italicus – in ufficio – dietro enormi cataste di faldoni già tra i “quadri”. Ma occorre si chiamano per nome senza che sia pronto a dir di “no” con guardarsi mai. Il contatto visi- la testa e “sì” con gli occhi. A ca- vo è, difatti, sempre contatto sa, Amalia (Shelley Winters) – emotivo. E nella dialettica al ro- consorte e madre devota – è ba- vescio del Monicelli niente è al stian contrario. Inutile illudersi; suo posto, e tendersi la mano bisogna “spingere”. All’alba, col nel bisogno è cosa losca. Nella vestito della festa e la cravatta, scena convulsa dell’assalto alla Mario segue il babbo al Mini- banca, un fotogramma indugia stero. Sono attesi da Spaziani sul volto dell’assassino, e mette (Romolo Valli), capufficio di se- due mondi a confronto. Mario, zione. Un disastro. Il ragazzo è cresciuto a cucchiai generosi un mediocre, con la media del d’affetto e pane tostato sul gas a sei e un misero attestato. È po- colazione. Ingenuo e timorato. co per il concorso. Ma Vivaldi E poi un coetaneo, reso ebbro insiste. Dopo una vita al servi- dal lezzo dei soldi, e sprezzante zio dello Stato, quel favore del valore della vita. Ma è nel qualcuno glielo deve. E, al fine, capanno che l’egoismo del mi- il collega ha un rimedio: farsi sero Vivaldi sfocia in pura cru- massone. Quasi alla quiescen- deltà. Col fil di ferro vi lega ad za, il Vivaldi per amore del fi- una trave l’aguzzino, e inveisce glio torna sui libri, e squarcia il su di lui con Amalia che assiste, velo di codici oscuri a antichi ri- credendo così di darle conforto. tuali. Dopo alcune “terribili” Di nuovo, la logica si capovolge. prove iniziatiche riceve la “lu- Non c’è più iato tra vittime e ce”, e scopre tra i fratelli di log- carnefici, e la donna non regge gia i colleghi di sempre. Adesso, lo scempio. Forse, là fuori, una col Grande Incognito che veglia madre siede in cucina accanto e la traccia degli scritti sotto- ad un piatto ormai freddo, banco, Mario ha il concorso in aspettando un ragazzo che mai pugno. La mattina della prova, più tornerà. Alle esequie della Amalia brucia per le stanze signora Vivaldi, infine, l’omelia dell’incenso benedetto. Ma non del sacerdote è da tregenda. serve. Poco prima dell’esame, Costretto a mondare da ogni una rapina in banca. Una mi- nequizia il genere umano, vo- tragliata; Giovanni è confuso lentieri invocherebbe per lo ma incolume. Poi, abbassa lo stesso sentenza di morte. Gior- sguardo: il suo “ingegnere” è a ni dopo, importunato da un terra, occhi fissi nel vuoto, in bullo, il Vivaldi sente rimontar- una pozza di sangue. Amalia, che ascolta il no- – beffarsi dei tic della gente è inopportuno. Il gli per le membra quel sadico, inarrestabile tiziario, perde la parola e resta inchiodata ad Maestro fotografa un Paese svilito da apatia, piacere. E così, sulla vecchia Giardinetta, si una sedia. Adesso, col marito al lavoro, passa violenza, corruzione. Vivaldi è un uomo gri- compiace di placare col male il suo male. Salu- il suo tempo davanti alla tivù perennemente gio, da sempre diviso tra casa e lavoro. Non un tato con tre David e quattro Nastri, il film è for- accesa e la foto del suo Mario sul comò. Non vizio, una sbandata. Ma è anche represso e se la prova più bella di Sordi attore drammati- prega neanche più. Quando in Polizia han tro- rabbioso: a pesca con Mario, stacca la testa co. Tuttavia, è forse la Winters ad imprimersi vato l’assassino, Giovanni non lo riconosce. d’un luccio a sassate, sicuro che non possa più nella nostra memoria. La struggente Amalia, Ma è un bluff. Dopo averlo pedinato lo stordi- nuocere. Teme in cuor suo per il figlio, unico sulla sua carrozzella, capace – fra tanto spasi- sce con un cric, e via subito al capanno della raggio di sole di un pallido vivere. Pensi a se mo – di dire con gli occhi dell’amore più gran- pesca. Qui lo sevizia, un po’ alla volta. Ci porta stesso, che per mamma e papà gli altri non conta- de. pure Amalia a vedere il suo trofeo, ma quando no. Loro son vecchi, e non desiderano che vederlo quegli esala l’ultimo respiro lei non regge, ed “sistemarsi”. Poi lasceranno questo mondo con Demetrio Nunnari 55 n. 86 Franca Valeri ( 1920 – 9 Agosto 2020) in Cesira Colombo dattilografa alla Casa del passeggero di Roma ne “Il segno di Venere” (1955) di Dino Risi Venere” Roma ne “Il segno di di alla Casa del passeggero Colombo dattilografa 2020) in Cesira ( 1920 – 9 Agosto Valeri Franca 56 [email protected]

Ascolta i programmi in podcast DdCR | Diari di Cineclub Radio Alcuni programmi trasmessi: www.cineclubroma.it/diari-di-cineclub-roma/diari-di-cineclub-radio (da 7 agosto a 24 giugno)

- Poesia del '900 (X) - Pierfranco Bruni legge Sandro Pen- - Fellini 100 anni dopo V puntata - "Richettino bambino langeli legge Dante |12° Canto l’Inferno https://bit. na, “Ora la voce tua disparirà" da Stranezze, Rizzoli 1976 qualunque" di Federico Fellini del 25 ottobre 1941. Condu- ly/3iYRcZ5 https://bit.ly/31rw31K ce Roberto Chiesi https://bit.ly/2CTzNAK - Magnifica ossessione di Antonio Falcone (III). "Vittorio - Daniela Murru legge Gramsci (XVI) - Lettera che Anto- - Alla scoperta della Divina Commedia, Martina Miche- Gassman, l'inimitabile poliedricità del genio". https://bit. nio Gramsci scrisse a sua moglie Giulia Schucht a Roma langeli legge Dante |14° Canto l’Inferno https://bit. ly/2OjwQLW il 18 settembre 1924 https://bit.ly/3kiiXMF ly/3jIcwlT - Poesia del '900 (VII) Pierfranco Bruni legge Cristina - Raccontando – Prima puntata. Ti racconto una storia - Un ciclo di fiabe popolari russe. Interpreta Irene Mu- Campo, “Passo d'addio" da Passo d’addio, Edizioni (da Oltre la nausea di Carmen De Stasio – 2009). Condu- scará. Prima puntata | Il gallo e il fagiolo. https://bit. Scheiwiller, 1956 https://bit.ly/2Cmvsp2 ce Carmen De Stasio https://bit.ly/2C2MVTB ly/3hHVbI5 - In occasione del 76° anniversario del Rastrellamento del - Scrittori ad Hollywood | Seconda puntata - Raymond - Poesia del '900 (VIII) Pierfranco Bruni legge Rocco Sco- Quadraro, il QuadaCoro esegue "17 aprile '44" Unterneh- Chander. Scrittori Ad Hollywood: Chandler Vs Hi- tellaro, Dell'amante immacolata (1949) https://bit. men Walfish | Operazione Balena. Dirige il coro il Mae- tchcock. Conduce Enzo Lavagnini https://bit.ly/30wKn- ly/2ZW2jKM stro Francesco Giannelli. https://bit.ly/38O8tPN GL - Daniela Murru legge Gramsci (XIV). Lettera che Anto- - Daniela Murru legge Gramsci (XIII). Lettera di Antonio - Nuove Trasparenze, esecuzione musicale della Band nio Gramsci scrisse a sua moglie Giulia Schucht a Roma Gramsci a sua moglie Giulia Schucht, Roma 4 agosto (XIII) - Cover di “Moondance” https://bit.ly/2PoxU1H il 18 agosto 1924 https://bit.ly/2OSiulT 1924https://bit.ly/3gMRdxo - Riflessioni su arte e cinema. Quarta puntata. Dal testo - Nobel per la letteratura | Seconda Puntata - Pablo Ne- - La grammatica dei sentimenti di Claudio Baldocci ht- letterario alla pellicola. Conduce Giacinto Zappacosta ruda, Premio Nobel nel 1971 - Non t'amo come se fossi rosa tps://bit.ly/2CfzYWv https://bit.ly/30reFe8 di sale. Conduce Maria Rosaria Perilli Data https://bit. - La storia del cinema - La serialitá. Lezione II | Prof. I suoni. I pensieri nelle parole (7°) Carmen De Stasio in- ly/3jBo9L8 Paolo Minuto https://bit.ly/2BO5haW troduce J. Kerouac | La poesia dell'eternità dorata. ht- - Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (VIII). Il Narci- - Fellini 100 anni dopo III puntata -."Il raccontino pub- tps://bit.ly/2XqVpLT so e la rosa di Pier Paolo Pasolini https://bit.ly/2OP21il blicitario" del 19 luglio 1939. Conduce Roberto Chiesi ht- - Fiabe popolari russe | Seconda Puntata: Un ciclo di fia- - Riflessioni su arte e cinema | Seconda Puntata. "Cine- tps://bit.ly/2VVKZ6h be popolari russe. Interpreta Irene Muscará. https://bit. ma è arte". Conduce Giacinto Zappacosta https://bit. - Alla scoperta della Divina Commedia, Martina Miche- ly/2XniRty ly/30AT9CD langeli legge Dante | 11° Canto l’Inferno https://bit. Nobel per la letteratura | Terza Puntata Luigi Pirandello - Il cinema probabilmente | Prima Puntata. Il magistero ly/2ABTBYi - Premio Nobel nel 1934. Conduce Maria Rosaria Perilli. di Bresson. Conduce Natalino Piras https://bit. - La danseuse noire di Claudio Baldocci. https://bit. https://bit.ly/3ft7Woa ly/2E1jlhW ly/3ir2Yv3 - Alla scoperta della Divina Commedia, Martina Miche- - I suoni. I pensieri nelle parole (5°) Carmen De Stasio - Poesia del '900 (VI) Pierfranco Bruni legge Antonia langeli legge Dante | 15° Canto l’Inferno https://bit. introduce Marcel Proust https://bit.ly/30CiOKY Pozzi, “Bellezza” (4 dicembre 1934) https://bit.ly/2NR- ly/3fmLBJ4 - Doroga dlinnaja, Lunga è la strada - Trasmissione men- 7k0n - Poesia del '900 (IX) Pierfranco Bruni legge Lorenzo Ca- sile dedicata alla cultura russa. A cura di Giulia De Florio - Daniela Murru legge Gramsci (XII). Lettera che Anto- logero. https://bit.ly/30jpvTa (Università di Modena e Reggio Emilia) e Maria Candida nio Gramsci scrisse a sua moglie Giulia Schucht: Roma, - Nuove Trasparenze, esecuzione musicale della Band Ghidini (Università di Parma) Seconda Puntata: Inson- 21 luglio 1924. https://bit.ly/2YTtS6L (XII) - Cover di “Black coffe” https://bit.ly/3gkBiXg nia https://bit.ly/39ezgoJ - Bella Ciao, registrazione dal vivo, interpretata dal Qua- - Daniela Murru legge Gramsci (XV). Lettera che Antonio - Alla scoperta della Divina Commedia, Martina Miche- draCoro, diretto da Francesco Giannelli e Sabrina De Gramsci scrisse a sua moglie Giulia Schucht a Roma l' 8 langeli legge Dante |13° Canto l’Inferno https://bit.ly/ Carlo https://bit.ly/2NNUFey settembre 1924 https://bit.ly/39IdCcy 32vCmn0 - Fellini 100 anni dopo II puntata -. "Ma tu mi stai a sen- - Raymond Chandler, scrittori ad Hollywood | Prima - Nuove Trasparenze, esecuzione musicale della Band tire?" (1939) di F. Fellini. Conduce R. https://bit.ly/ Puntata. Conduce Enzo Lavagnini https://bit. (XI) - Cover di “Imagine” di John Lennon https://bit. 31qCWlr ly/30XoPSK ly/3h4Owak - Alla scoperta della Divina Commedia, Martina Miche- - Riflessioni su arte e cinema | Terza Puntata. Il film - Nobel per la letteratura | Prima Puntata Salvatore Qua- langeli legge Dante |10° Canto l’Inferno https://bit. come divulgazione. Conduce Giacinto Zappacosta ht- simodo (Nobel 1949) dalla raccolta “La vita non è un so- ly/2BmqF6N tps://bit.ly/3hUVn6R gno” (1949) - Lettera alla madre. Conduce Maria Rosaria - Poesia del '900 (V) Pierfranco Bruni legge Vincenzo - Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (IX) - ''Ballata Perilli https://bit.ly/2WpjGBz Cardarelli, https://bit.ly/3g5x31e delle madri" Poesia tratta da "Poesia in forma di rosa" - Riflessioni su arte e cinema. I puntata Ignazio Silone. Il - Folclore d’autore sardo III - Musica identitaria sassarese (1964) https://bit.ly/336wzEy suo lascito cristiano. Conduce Giacinto Zappacosta ht- - Drommi drommi https://bit.ly/2Nzzr46 - Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli 17 – 28 tps://bit.ly/3h145ji - Daniela Murru legge Gramsci (XI) - Lettera che Antonio Novembre 2020 - Maurizio Del Bufalo – Coordinatore del - Alfred Channel - 4° puntata: 10 film che parlano di cibo Gramsci scrisse a sua moglie Giulia Schucht: 7 luglio Festival annuncia il bando della XII Edizione https://bit. condotta da Giorgio Campani. https://bit.ly/32tNRvl 1924. https://bit.ly/2VgtVHG ly/3feqxEm - Fellini 100 anni dopo IV puntata - "Il riflettore è acceso" - Nuove Trasparenze, esecuzione musicale della Band (X) - Il cinema probabilmente | Seconda Puntata “Stato d’as- del 16 novembre 1940.Conduce Roberto Chiesi. https:// Brano: “Non è tempo di Rock and Roll” https://bit. sedio”. Conduce Natalino Piras https://bit.ly/333r4Xi bit.ly/30b0DMn ly/3i8KUpp - I suoni. I pensieri nelle parole (6°) - Carmen De Stasio - “Shosholoza” - Brano eseguito dal QuadraCoro. Dirige il - Folclore d’autore sardo II - Musica identitaria sassarese introduce il Poeta W. B. Yeats | L'eterno giorno. https:// Maestro Francesco Giannelli. https://bit.ly/3gVFDQp – Sassari https://bit.ly/2YvE7yg bit.ly/307qk1n - Alla scoperta della Divina Commedia, Martina Miche- a cura di Nicola de Carlo 57 n. 86

58 [email protected] Diari di Cineclub | YouTube www.youtube.com/diaridicineclub Ultimi programmi caricati sul canale di Diari di Cineclub di YouTube mesi di Luglio, Agosto. Inizia a seguire i nostri programmi video. Iscriviti, è gratuito Film avanguardia Marcel Duchamp - Anémic Cinéma | https:// dei più interessanti e acuti osservatori e inter- Maya Deren Meshes of youtu.be/VWL9oBKAqMI - Anémic Cinéma è preti della realtà lucana degli anni Sessanta, the Afternoon - Maya un film d’avanguardia dell’artista Marcel Du- che da tempo ha donato al Comune e al Centro Deren (1943) An Origi- champ del 1926, con la collaborazione di Ray di Tricarico un preziosa selezione di sue foto- nal Score by Two Man Ray - L’étoile de mer | ht- grafie che troviamo in questo Whole Quails | ht- tps://youtu.be/csEDMzs3SXo video scattate in Basilicata nel tps://youtu.be/ihQur- - L’étoile de mer è un film d’a- 1960 al seguito di Carlo Levi. g4xGcI - Meshes of the vanguardia di Man Ray del La cella di Rocco Scotellaro | Nicola De Carlo Afternoon è il primo 1928. Il titolo allude a una stel- https://youtu.be/kN- cortometraggio rea- la marina che ogni tanto si ve- gAsjN8v58 - Servizio de “il lizzato dalla regista Maya Deren, in collabora- de in sovrimpressione e che Settimanale” dell’ 11 Aprile zione col marito Alexander Hammid nel 1943. compare in una scena centra- 2014 sulla presentazione del At Land (1944) | https://youtu.be/KKvlzBY7vOI le. La stella rappresenta pro- volume “Il prezzo della Liber- - At Land è un film sperimentale muto di 15 mi- babilmente l’idea di una bel- tà - lettere da Portici” a cura nuti scritto, diretto e interpretato da Maya De- lezza ideale, geometrica, “di vetro”, che viene di Pasquale Doria avvenuta mercoledì 25 Mar- ren. Ha una narrazione onirica in cui una don- paragonata alla perfezione della donna zo 2014 a Matera. Documentario su Rocco na, interpretata da Deren, è lavata su una Le Retour à la reason (1923) | https://youtu.be/ Scotellaro (Tricarico, 19 aprile 1923 Portici, 15 spiaggia e fa uno strano viaggio incontrando eVHFA_Nq5ek - Le retour à la raison è un cor- dicembre 1953), scrittore poeta e sindaco di altre persone e altre versioni di se stessa. tometraggio, prima opera cinematografica di Tricarico (MT), prodotto dalla DUEA FILM di Ritual in Transfigured Time | https://youtu. Man Ray Pupi Avati per SAT2000, regia e testi di Luigi be/0IG5K65gkTU - è un film sperimentale Emak Bakia (1926) https://youtu.be/e6SqBY6t- Boneschi, - Documentario su Rocco Scotella- breve e silenzioso diretto da Maya Deren. Co- gnU - Emak-Bakia è un film del 1926 diretto da ro (parte 1 di 6)|HYPERLINK “https://youtu. me il precedente lavoro di Deren, A Study in Man Ray. Sottotitolato come cinépoéme, pre- be/3rkI6ksYkr4” https://youtu.be/3rkI6ksYkr4 Choreography for Camera, esplora l’uso della senta molte tecniche utilizzate da Man Ray nelle - (parte 2 di 6) | https://youtu.be/WSqbp__ danza nel cinema attraverso l’obiettivo di sue fotografie, tra cui Rayographs, doppia espo- IlXs - (parte 3 di 6) | https://youtu.be/ commentare le norme sociali, la metamorfosi sizione, soft focus e caratteristiche ambigue. NpUUJ2eCL9k -(parte 4 di 6) | https://youtu. e l’antropomorfismo. Hans Richter - Rhythm 23 (1923) | https://youtu. be/kUzx-ma9gAM - (parte 5 di 6) | https:// Luis Buñuel - Un Chien Andalou | https://you- be/E_s2szMVAr0 - Rhythmus 23 è un corto- youtu.be/AsxXYNbN3Gk - (parte 6 di 6) | ht- tu.be/fh5ejkUL41E - Un chien andalou è un metraggio del 1923, diretto da Hans Richter. tps://youtu.be/PBPODJ0Dep8 cortometraggio del 1929 scritto, prodotto ed Ghosts Before Breakfast | https://youtu.be/ Viaggio nella memoria - Rocco Scotellaro | ht- interpretato da Luis Buñuel e Salvador Dalí, e xUZ3HOkdV2c - Ghosts Before Breakfast è un tps://youtu.be/J399KkzATZY - Servizio di Buon- diretto dal solo Buñuel. È considerato il film cortometraggio animato dadaista tedesco del giorno Regione Basilicata del 27.03.2014 h. 7.30 più significativo del periodo del cinema surre- 1928 diretto da Hans Richter. Utilizza stop Luigi Pirandello - Video rarissimo - Intervista alista. motion per alcuni dei suoi effetti e live action in francese sul Premio Nobel appena assegna- L’Age D’Or (1930) | https://youtu.be/RDba- per altri. Il film non presenta una narrazione to | https://youtu.be/lyQWKE0NuNk - Piran- v8hcl5U - L’âge d’or è un film del 1930 diretto coerente e include una serie di immagini ap- dello ritira il premio Nobel per la letteratura, da Luis Buñuel. Si tratta del secondo film del parentemente arbitrarie Vormittagsspuk 10 dicembre 1934 | https://youtu.be/2h99Jna- regista spagnolo, anche questo spiccatamente (1928) Hans Richter | https://youtu.be/pSkd- XjTk - A Roma Pirandello dirige prove teatra- surrealista e sceneggiato insieme a Salvador 9z6Iv1Y ; Rhythmus 21 (1921) | https://youtu. li | https://youtu.be/0jLsU4xK8QY Dalí, come il precedente Un chien andalou - be/FYPb8uIQENs - Rhythmus 21 è un film in as- Pier Paolo Pasolini - Mamma Roma [1962] | ht- Un cane andaluso. soluto diretto da Hans Richter. Rhythmus 21 è tps://youtu.be/aCY3ZZeXD3I; Anton Giulio Bragaglia - Thaïs (Futurism Film) stato rilasciato nel 1921 in bianco e nero e si esten- Mario Schifano, (1969) Trapianto, consunzione Itália 1917 | https://youtu.be/6G01_2zhulg de per circa 3 minuti. Il film è il primo episodio e morte di Franco Brocani | https://youtu.be/ Thaïs è un film muto del 1917 legato al movi- della serie Film Ist Rhythm di Richter ed è consi- Wq3ocGA9oOY - (Italia, 1969, col., 90’10”). mento futurista, diretto da Anton Giulio Bra- derato, da esperti, un film iniziale e influente del “Trapianto preannuncia la fine dell’utopia, la gaglia e Riccardo Cassano. movimento cinematografico astratto morte dello stesso underground, ma è anche il Fernand Léger - Le Ballet Mecanique 1924 | ht- Derek Jarman - Blue - A Film | https://youtu.be/- miglior prologo a Necropolis, in cui non a ca- tps://youtu.be/wi53TfeqgWM - Ballet mécan- 8Ng-DlJU84 - Blue è un film del 1993 diDerek Ja- so ritroviamo Viva. E’ un film che sancisce il ique è un film del pittore Fernand Léger del rman, l’ultimo diretto dal regista britannico, e passaggio di staffetta tra due amici, Schifano 1924, considerato il migliore esempio perve- rappresenta il suo testamento filmico. Al mo- e Brocani, accomunati dalle stesse passioni e nutoci di cinema cubista. mento di girarlo, il regista era divenuto cieco a dal fatto di vivere il cinema come sfida urgen- Viking Eggeling - Symphonie diagonale! | ht- causa delle complicazioni dovute all’Aids te e vitalistica, sospesa tra sogno e azione” tps://youtu.be/MtBjFv46XLQ - Symphonie Dziga Vertov - “Cineocchio” (URSS, 1924) | ht- Mario Schifano Umano non Umano | https:// diagonale, anche noto con il titolo tedesco tps://youtu.be/qM5A23WxPBE Il cineocchio è youtu.be/feCVp-UWbcs Diagonal-Symphonie, è un film d’animazione un film documentario sovietico del regista Sandro Penna, intervista. HYPERLINK https:// astratto del 1925, uno dei due creati dal pittore Dziga Vertov girato nel 1924 youtu.be/Cm4MCjm2wgU e regista svedese Viking Eggeling e l’unico ar- Ignazio Silone - L’avventura di un povero cri- https://youtu.be/Cm4MCjm2wgU - Una toc- rivato fino a noi. stiano 1/2 | https://youtu.be/c7kFXAqWLA0 cante apparizione di Sandro Penna nel do- Germaine Dulac - La Coquille et le Clergyman | Rocco Scotellaro - Ricordo di Rocco Scotellaro, cu-film di Mario Schifano “Umano non Uma- https://youtu.be/4SIlMhnk6Uc - La Coquille poeta lucano | https://youtu.be/ZUAlsM_ no” del 1972. et le Clergyman è un mediometraggio del wCKg Questo Video contiene un Documenta- 1928, diretto da Germaine Dulac. rio del fotografo e regista Mario Carbone, uno A cura di Nicola De Carlo 59 n. 86

Ripubblichiamo con new entry segnalate dai lettori offesi per alcune involontarie esclusioni La televisione del nulla e dell’isteria (XLI) La Rai Tv, insieme al cinema, è stata la più grande industria culturale del paese, che ha favorito l’integrazione nazionale, una lingua comune a tutti, il superamento dei dialetti locali, la possibilità di accesso ad una qualità formativa prima riservata a pochi. L’avvento della tv commerciale ha portato al ribasso senza alcuna resistenza da parte di un pubblico ormai educato ad essere oggetto di consumo in una società dello spettacolo, effimero, volgare, evasivo che conduce alla resa. La Tv è anche il più importante mezzo di comunicazione capace di mutare i costumi e le abitu- dini degli spettatori. E il massacro è avvenuto con la responsabilità dei politici interessati alle logiche di spartizione del potere e di favorire risor- se senza un progetto culturale. Ma oggi, quale è la responsabilità di questa ex industria culturale sulla formazione e lo sviluppo del bullismo ita- lico? Chi sono e cosa hanno in comune tra di loro questi personaggi, quale è il loro contributo alla cultura del nostro paese e al resto del pianeta. Perchè la Tv dedica molta attenzione a questi personaggi che tutta questa bellezza non hanno e quindi incapaci di condurre e donare bellezza e garbo? Contiamo sui vostri contributi per capirci qualcosa su questa unica “buona scuola” del nulla e dell’isteria. Quale può essere il nostro im- pegno verso la TV che va difesa dai partiti e aiutata a migliorare nella capacità di produzione culturale contro sprechi, clientele e lottizzazioni.

“...Fra 30 anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione...” (Profezia avverata)

Paolo Del Debbio Sandra Milo Mauro Corona

Marco Amleto Belelli noto Alessandro Cecchi Paone Alessia Marcuzzi Alfonso Signorini Antonella Clerici come divino Otelma

Barbara D’Urso Fabio Fazio Gigi Marzullo Flavio Insinna Bruno Vespa

Maria De Filippi Mario Giordano Massimo Giletti Maurizio Costanzo Vittorio Sgarbi

Simona Ventura Teo Mammucari Mara Venier Mara Maionchi Tina Cipollari segue a pag. successiva 60 [email protected]

segue da pag. precedente

Gigi e Ross Gialappàs Band Tiziano Crudeli Angela Troina (Favolosa cubista) Luca Barbareschi

Cristiano Malgioglio Platinette (M. Coruzzi) Daniela Santachè Rocco Siffredi Iva Zanicchi

Emilio Fede Valeria Marini Alba Parietti Vladimir Luxuria Paola Perego

Morgan Marco Castoldi Flavio Briatore Antonino Cannavacciuolo Alda D’Eusanio Alessandro Sallustri

D. Parenzo e G. Cruciani Lele Mora Maurizio Belpietro Federica Panicucci Patrizia De Blank & f.

Vittorio Feltri Mario Adinolfi Piero Chiambretti Loredana Lecciso Costantino della Gherardesca Dalla TV Italiana con qualche imbarazzo

61 n. 86

Omaggio

Marcocci è un crumiro Il ferroviere (1956) di Pietro Germi “Settembre 1961, a Roma. Da Rosati a via Veneto. Germi lo trovavi sempre lì, al bancone del bar, seduto davanti a un bicchiere di vino. Non era una posa d’artista: era davvero nella sua natura starsene silenzioso a pensare sorseggiando del buon vino. Se non avessi saputo ch’era un celebre regista e anche attore avrei detto, per istintiva sensazione, che poteva essere un ferroviere. Perché mi ricordava mio padre come lo avevo in mente da bambino: anche lui ferroviere. Gente solida, buoni bevitori ma rigorosamente sobri in servizio. Quel giorno di settembre, fu proprio Germi a rivolgermi un saluto. Fino ad allora, io lo incontravo spesso lì (lo ammiravo moltissimo), ma non avevo mai osato importunarlo. Mi disse che aveva visto Il posto, il mio film che era stato alla Mostra di Venezia e che gli era piaciuto. Io gli confidai la grande emozione (e le lacrime!) per il suo Ferroviere. Ma al di là della grazia sublime dell’opera di una rara potenza poetica! c’era per me una ragione particolare, che mi faceva amare in modo speciale quel suo film: riguardava la mia stessa vita e quella di mio padre.” — Ermanno Olmi regista, sceneggiatore e montatore italiano 1931 - 2018

Diari di Cineclub Periodico indipendente di cultura e informazione cinematografica www.ilpareredellingegnere.it www.sababbaiolaarrubia.blogspot.it XXIV Premio Domenico Meccoli ‘Scrivere di www.AAMOD.it/links www.cinemanchio.it Cinemà’ Magazine on-line di cinema 2015 www.gravinacittaaperta.it www.cineclubclaudiozambelli.org ISSN 2431 - 6739 www.ilclub35mm.com www.associazionebandapart.it/ Responsabile Angelo Tantaro www.suburbanacollegno.it www.laspeziashortmovie.wordpress.com Via dei Fulvi 47 – 00174 Roma [email protected] www.anac-autori.it www.bibliotecaviterbo.it È presente sulle principali piattaforme social www.asinc.it www.cinalmese35.com www.cinenapolidiritti.it Comitato di Consulenza e Rappresentanza www.usnexpo.it www.officinakreativa.org www.unicaradio.it/wp www.monserratoteca.it www.cinelatinotrieste.org Cecilia www.prolocosangiovannivaldarno.it https://suonalancorasam.com Mangini, Giulia Zoppi, Luciana Castellina, Enzo www.cineclubgenova.net www.cosedaintolleranti.it Natta, Citto Maselli, Marco Asunis www.losquinchos.it www.russiaprivet.org/ita a questo numero hanno collaborato in redazione www.associazionearc.eu www.lombardiaspettacolo.com Maria Caprasecca, Nando Scanu idruidi.wordpress.com www.laspeziafilmfestival.it il canale YouTube di Diari di Cineclub è a cura di www.upeurope.com www.tottusinpari.it Nicola De Carlo www.globalproject.info/it/resources Edicola virtuale dove trovare tutti i numeri: www.domusromavacanze.it www.anelloverde.it www.cineclubroma.it www.isco-ferrara.com www.premiocentottanta.wixsite.com/contest La testata è stata realizzata da Alessandro Scillitani www.bookciakmagazine.it Grafica e impaginazione Angelo Tantaro www.bibliotecadelcinema.it www.scuoladicinemaindipendente.com La responsabilità dei testi è imputabile esclusiva- www.cagliarifilmfestival.it il marxismo libertario mente agli autori. www.retecinemaindipendente.wordpress.com www.armandobandini.it I nostri fondi neri: www.cineforum-fic.com www.radiobrada.com Il periodico è on line e tutti i collaboratori sono vo- www.senzafrontiereonlus.it www.officinastudiotempi.com lontari. www.hotelmistral2oristano.it www.fotogrammadoro.com Il costo è zero e viene distribuito gratuitamente. www.ilgremiodeisardi.org www.radiosardegnaweb.csmwebmedia.com Manda una mail a [email protected] www.amicidellamente.org www.yesartitaly.it per richiedere l’abbonamento gratuito on line. www.carboniafilmfest.org www.teatriamocela.com Edicole virtuali www.teoremacinema.com www.visionandonellastoria.net (elenco aggiornato a questo numero) www.cinecircoloromano.it www.raccontardicinema.it dove poter leggere e/o scaricare il file in formato PDF www.davimedia.unisa.it www.firenzearcheofilm.it/link www.sardiniarcheofestival.it/diari-di-cineclub www.cineclubroma.it www.radiovenere.com/diari-di-cineclub www.edinburghshortfilmfestival.com/contact www.ficc.it www.teatrodellebambole.it/co www.lunigianacinemafestival.movie.blog www.cinit.it www.perseocentroartivisive.com/eventi http://gamificationlab.uniroma1.it www.cineclubsassari.com www.romafilmcorto.it www.artnove.org/wp www.pane-rose.it www.piccolocineclubtirreno.it cinemaeutopia blog.libero.it/Apuliacinema www.greenwichdessai.it www.riff.it www.ilquadraro.it www.cineforumdonorione.com www.tiranafilmfest.com www.sardiniafilmfestival.it www.laboratorio28.it www.festivalcinemasicilia.org www.cgsweb.it/edicola www.cinergiamatera.it www.cinemaesocietaschool.it www.lacinetecasarda.it www.cineconcordia.it/wordpress www.sudsigira.it www.valdarnocinemafilmfestival.it www.parrocchiamaterecclesiae.it www.culturalife.it www.moviementu.it www.manguarecultural.org www.istitutocinematografico.org www.giornaledellisola.it www.infoficc.wordpress.com www.cineclubalphaville.it www.plataformacinesud.wordpress.com www.consequenze.org www.hermaea.eu/it/chi-siamo www.cinematerritorio.wordpress.com www.alexian.it www.centofiori.de www.corosfigulinas.it www.circolozavattini.it www.cineclubpiacenza.it www.facebook.com/diaridicineclub www.vocinellombra.com/diari-di-cineclub www.facebook.com/diaridicineclub/groups www.crcposse.org www.officinavialibera.it www.cineclubinternazionale.eu 62