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Anno VI - N. 1 - GENNAIO - APRILE 2018

Raduno Sezionale 2017 a Santo Stefano D’Aveto

Direzione e Amministrazione: Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova - Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Genova GENOVA

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LE NUOVE CARICHE SEZIONALI SALUTO Presidente DEL NUOVO Pansini Stefano Consiglieri PRESIDENTE Bonicelli Piero, Lazzari Valter, Belgrano Gio- vanni, Tripodi Saverio, Timossi Mauro, Mina- glia Renzo, Marchetti Vittorio, Parodi Giobat- Cari alpini, ta, Cavagnaro Marco, Firpo Michele, Alberani innanzi tutto grazie. Alfredo, Montaldo Giov. Franco, Sciandra La fiducia e il consenso che mi avete Marco, Parenti Luca, Ivaldi Roberto espresso mi fanno certamente un grande NB. Il consigliere Orazio Bellatti ha rinunciato al- piacere ma nel contempo mi caricano di una la carica. Gli subentra il primo dei non eletti, Ival- forte responsabilità nei confronti di voi tutti. di Roberto. Sapete meglio di me che in sezione non è Revisori Dei Conti un momento sereno: ci sono state incom- Banchero Enrico, Gaggero Tomaso, Sensi prensioni, tensioni che purtroppo non si sono Franco ancora risolte. La vostra fiducia in me credo pretenda il rapido superamento di questo sta- Giunta Di Scrutinio to e sarà questo il mio primo e assoluto im- Zappaterra Emilio, Vassallo Luigi, Grossi An- pegno. Ho fiducia che tutto si risolva. Prima gelo di tutto perché ho ascoltato tanti e ho capito, Collegio Dei Probiviri se mai ce ne fosse stato bisogno, che tutti Brisca Roberto, Molfino Bruno, Firpo Pietro siamo alpini, che ci crediamo tutti e probabil- mente queste incomprensioni sono cresciute Delegato Ass. Nazionale a dismisura senza che fatti realmente impor- Zappaterra Emilio, Belgrano Giovanni, Tripodi tanti le giustificassero. Credo e mi auguro Saverio, Derqui Ezio che si scioglieranno come la neve a quel so- le di primavera che stiamo aspettando. Prima vi parlavo del peso di responsabili- CINQUE PER MILLE tà che sento. Ebbene io credo che quando tutti noi ci mettiamo il cappello, e lo facciamo Si rammenta che è possibile versare sempre con gioia, dobbiamo ricordarci di il 5 x 1000 a favore della Sezione di Genova quanto pesi questo cappello. Molti di noi lo dell’Associazione Alpini, indicando 00875020109 hanno portato ghiacciato e pieno di neve. An- il codice fiscale: che quello era un peso. Ma il peso, quello ve- ro, è il sangue dei nostri caduti che lo ha ba- gnato. Guardiamo i nostri ormai pochi reduci: a me sembra che loro questo peso lo senta- no molto, il cappello lo portano... in maniera diversa. Guardiamoli sempre, e non dimenti- chiamoli. Non siamo una associazione qual- Direttore responsabile: Nicola Pellegrino siasi: siamo alpini. Discutiamo a lungo se ne- Comitato di redazione: Presidente STEFANO PANSINI cessario, ma alla fine la nostra immagine di Membri: PIERO BONICELLI - ROBERTO MARTINELLI GIANCARLO MILITELLO - LORENZO SANTAGATA unità non deve mai vacillare. MAURO TIMOSSI - FRANCESCO TUO Quindi dico a me stesso: zaino in spalla! PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA E a voi tutti: datemi una spinta e non per- Direzione e Amministrazione: mettetemi di piegare le ginocchia. Spero di Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova Tel. 010 587236 - Fax 010 5709480 non deludervi. e-mail: [email protected] Viva l'Italia e viva gli alpini! Autorizzazione: Trib. di Genova N. 4-2013 del 17/05/2013

Stampa: Arti Grafiche Francescane srls - Corso Europa, 386 b - 16132 Genova

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA FRONTE MACEDONE urante la Prima Guerra Mondiale i nostri soldati furono impiegati anche su fronti al Ddi fuori del territorio nazionale. Tra questi, il principale fu il Fronte Macedone dove venne in- viato un contingente di oltre 50.000 uomini, com- posto da brigate di fanteria, batterie di artiglieria da montagna, compagnie di bersaglieri, ecc. Inspiegabilmente questo fronte è stato quasi del tutto dimenticato ed anche oggi, in occasione del centenario della Grande Guerra, non esistono eventi che lo ricordino. Per far conoscere questa storia, per tutti coloro che persero la vita in terra macedone, ho perso- nalmente realizzato il sito www.frontemacedo- ne.com che sottopongo alla vs attenzione. Lo scopo di questa lettera è dunque chieder- le di informare i vs iscritti dell’esistenza di questo sito nella speranza di mantenere vivo il ricordo di tale spedizione. Sottolineo che quanto faccio è solo per senso di dovere da italiano e non nasconde alcuna forma di profitto personale. pini, ma penso tanti). Se le interessa mi faccia sa- Il prossimo autunno mi piacerebbe organizzare pere. un viaggio nei Balcani per visitare le zone di guer- Allego locandina da eventualmente appendere ra oltre che per rendere omaggio ai ns caduti che presso la vs sede. riposano a Sofia (170 di cui circa 28 alpini) e a Cordialmente Salonicco (circa 3000, non so quanti sono gli al- Prof. Fabio Cotifava

UN NEMICO PER TUTTI NEL 1918: L'INFLUENZA “SPAGNOLA”

ella seconda metà del 1918 un evento straordinario si aggiunse alle stragi dei Ncampi di battaglia: una strana epidemia influenzale mieteva milioni di persone. La chia- marono “spagnola” perché si era manifestata in Spagna all'inizio di febbraio 1918 e furono i gior- nali spagnoli privi della censura a parlane aper- tamente; in realtà, il virus fu portato in Europa dalle truppe del Corpo di Spedizione americano che, a partire dall'aprile 1917, erano confluite in Francia per la Grande Guerra. Tra i sintomi tosse, dolore agli occhi, dolori articolari poi una febbre incontrollabile oltre i 40 gradi e la morte per complicanze polmonari. All'inizio non si diede troppa importanza ma questa malattia in pochi mesi uccise ben 50 mi- lioni di persone nel mondo senza distinzioni di sesso e ceto sociale di cui circa 375.000 (ma al-

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cuni sostengono 650.000) soltanto in Italia. Gli volita ad un secolo di distanza. Studi epidemio- ospedali erano ridotti a depositi di infelici ab- logici hanno spiegato il motivo per cui gran par- bandonati nelle corsie, vivi accanto ai morti te delle vittime erano giovani sani tra i 18 e i 29 spesso dimenticati. L'importante era fare la anni di età, una fascia di popolazione che di so- guerra e cadere eroicamente al fronte: quelli lito è più resistente a questo tipo di infezione: che venivano uccisi dalla “spagnola” si poteva- questi giovani si trovarono fatalmente in una fi- no considerare caduti inopportuni alle faccende nestra di vulnerabilità dovute ai cambi di ceppo della guerra. Non c'erano medicine efficaci, non dell'influenza in particolare dopo la pandemia esistevano antibiotici e non si trovavano i medi- della “influenza russa” del 1889. ci quasi tutti impegnati al fronte. Lorenzo Santagata Sembrava che non vi fosse scampo soprat- tutto per le classi più giovani, proprio quelle che dovevano finire sotto le armi a rimpiazzare i ca- duti in combattimento. Mussolini prese pretesto anche dalla “spagnola” per alimentare la sua campagna contro la borghese stretta di mano. Scrisse sul Popolo d'Italia: “che si impedisca ad ogni italiano la sudicia abitudine di stringere la mano e la pandemia scomparirà nel corso di una notte”; un buon consiglio visto che oggi sap- piamo che la trasmissione può essere facilitata tra il contatto delle mani e le mucose e che la- varsi frequentemente le mani con acqua e sa- pone impedisce il contagio. Vi fu un momento in cui sia i tedeschi che gli alleati parvero sul punto di arrendersi perché le loro divisioni si disfacevano sotto l'attacco in- fluenzale. Fu un avvenimento che sconvolse il mondo e la cui memoria non si è ancora affie-

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LE MEDAGLIE D’ORO AL VALOR MILITARE DELLA GRANDE GUERRA

Anno 1918 - Prima parte

Dopo il disastro di Caporetto, la proprio Alpini, entrambi volontari all’amore patrio ed al senso del parte orientale del fronte italo della classe ‘900, caduti all’età dovere proprio dalla madre, im- austriaco si trasferisce tra il di soli 17 anni. pegnata in quegli anni anche Monte Grappa ed il mare, se- nella lotta per l’emancipazione guendo il corso del fiume Piave, Gian Luigi Zucchi (Tradate, femminile in Italia. mentre la parte occidentale ri- 1900) si arruola volontario nel Già a 15 anni prova ad arruolar- mane ferma sulle posizioni pre- novembre ’17, col consenso del si falsificando i documenti, ma cedenti. Il conflitto cambia total- padre e dopo breve addestra- scoperto viene rispedito a casa. mente volto e significato perché Con il consenso del padre ri- da quel momento fino alla fine esce finalmente ad entrare nel- delle ostilità si trasformerà in l’Esercito nel luglio ’17 ma solo una disperata guerra difensiva, nel novembre, dopo molte insi- onde evitare un’ulteriore avan- stenze, può raggiungere il fron- zata nemica nella Pianura Pa- te, assegnato al btg Monte Bal- dana che porterebbe alla disfat- do. ta definitiva. Partecipa ad alcune azioni sulle Solo dal giugno ’18, dopo aver Melette di Gallio, altipiano di stroncato un estremo tentativo Asiago, distinguendosi e rice- nemico (Battaglia del Solstizio), vendo un encomio solenne con incominciano a manifestarsi i la promozione a caporale. Al ri- segni di una sempre più proba- torno da una licenza premio, nel bile vittoria. gennaio del ’18 partecipa alla battaglia difensiva dei tre I protagonisti di quest’ultimo an- dura Monti no saranno 300.000 giovanissi- alle pendici sud dello stes- mi diciottenni reclutati nella clas- so altipiano: il giorno 28, dopo se del 1899 (il loro numero per mento viene assegnato al btg aver preso parte alla conquista combinazione risulterà pari a Cividale che è in linea sui fianchi della vetta del Col d’Echele, quello dei prigionieri italiani nel del monte Valderoa, nel gruppo conduce i suoi compagni nella trincea nemica, facendo prigio- corso della ritirata), che passe- del Grappa, la cui cima è in ma- nieri e bottino di armi. ranno alla storia con l’appellati- no nemica. In una delle sue pri- Nel pomeriggio, nel corso del- vo di Ragazzi del ‘99: il loro en- me azioni di guerra partecipa al- tusiasmo si cementerà con l’e- la conquista della trincea som- sperienza dei reduci di mille bat- mitale del monte; in un contras- taglie ed insieme questo nuovo salto nemico, trovatosi circonda- esercito riuscirà a compiere il to con il suo comandante dagli miracolo di ribaltare le sorti della austriaci, gli corre in aiuto e fa- guerra. cendogli scudo con il proprio I combattimenti si svolgeranno corpo muore trafitto da un colpo prevalentemente tra Piave e di baionetta. Grappa e le 96 medaglie d’oro del 1918 saranno attribuite per Roberto Sarfatti (Venezia, fatti avvenuti in quei campi di 1900), figlio di Margherita Gras- battaglia: nel primo quadrime- sini Sarfatti, importante scrittri- stre dell’anno saranno solo 7. I ce, giornalista e critica d’arte de- primi due Caduti decorati sono gli inizi del ‘900, viene educato

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l’attacco ad un vicino presidio mente sotto forma di colpi di ma- viene colpito a morte. Riposa nel no ed incursioni nelle munite Sacrario Leiten di Asiago tra le baie delle coste dalmate dove altre Medaglie d’Oro dell’Altipia- se ne rimane rintanata, presso- no. ché dall’inizio della guerra, la pur possente flotta austro unga- Sull’adiacente Col del Rosso, fa- rica, costituita da numerose co- tre cente anch’esso parte dei razzate di nuova tipologia (la fa- Monti , lo stesso 28 gennaio ca- mosa classe Dreadnought ingle- Giovan- de il tenente colonnello se). ni Antonio Aprosio (Vallecrosia di Imperia, 1874). Uno dei maggiori artefici di que- E’ un valoroso ufficiale di carrie- sti attacchi, al pari del famoso ra che ha partecipato alla batta- comandante Luigi Rizzo di cui si glia di Adua nel 1896 ed alla è trattato la scorsa puntata, è il capitano di fregata Costanzo Ciano (Livorno, 1876). Uscito Euge- Anche la vita del capitano dall’Accademia Navale di Livor- nio Niccolai (Macerata, 1895) no, si distingue già nella guerra si spegnerà sul Col del Rosso. di Libia. Studente al terzo anno di giuri- Nella Grande Guerra, al coman- sprudenza, nazionalista e pro- do di un cacciatorpediniere nel pagandista dell’intervento sui ‘16 intraprende ardite operazioni giornali locali, si arruola volonta- esplorative ed incursioni in alto rio allo scoppio della guerra. Do- Adriatico tra Parenzo e Pola, ri- po un corso per allievi ufficiali, cevendo ben tre medaglie d’ar- viene assegnato alla Brigata gento. Promosso nel ’17 coman- Sassari dalla quale non si stac- dante delle flottiglie MAS (Moto- cherà mai più. Combatte nell’au- scafi Armati Siluranti) nel mese trin- tunno del ’15 nelle famose di novembre attacca e costringe cee delle frasche e dei razzi sul a ritirarsi due grandi navi da bat- monte San Michele; nel ’16 par- taglia nemiche che volevano ap- campagna di Libia. Allo scoppio tecipa alla controffensiva sull’al- poggiare con i loro cannoneg- della guerra è tra i primi a varca- tipiano di Asiago (Melette e giamenti l’avanzata austriaca re il confine sull’Isonzo nei pres- Monte Zebio). verso il Piave dopo la rotta di si di San Pietro ed a portarsi al- Nel ’17 si trova sull’altipiano del- Caporetto: riceve una quarta le pendici del Carso, dove com- la Bainsizza con il grado di capi- medaglia d’argento. battendo presso Monte Sei Busi tano al comando di una compa- La massima decorazione gli vie- all’inizio di giugno viene decora- gnia; si distingue per la perizia ne conferita nel febbraio ’18 to con una prima medaglia d’ar- con la quale dirige la ritirata del quando realizza l’ardito attacco gento. A fine mese riceve una suo reparto dopo Caporetto. seconda analoga ricompensa in La Sassari, reparto di punta un altro combattimento durante dell’esercito italiano, valorosis- il quale rimane ferito. simo e molto temuto dal nemi- Dopo una seconda ferita viene co, viene inviata nel punto più ricoverato; a fine anno è pro- nevralgico della difesa sull’Alti- mosso maggiore. piano, cioè la zona dei tre Mon- Nel ’17 è tenente colonnello al ti. Cade il 31 gennaio sul Col comando del 151° rgt della Bri- del Rosso, nel corso di furiosis- gata Sassari che non abbando- simi combattimenti in atto da tre nerà più. Nel gennaio del ’18 nel giorni, dopo essere passato al corso della battaglia dei tre Mon- comando di uno dei battaglioni ti porta il reparto alla conquista di cui era rimasto l’ultimo uffi- del Col del Rosso ma mentre i ciale superstite. suoi uomini procedono ulterior- Il 1918 è contrassegnato da nu- mente verso il nemico, viene uc- merose imprese marittime nel- ciso da una scheggia di granata. l’Adriatico, compiute prevalente-

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA alla munitissima e profonda il suo periodo di lavoro a Trie- baia di Buccari. Una squadriglia ste. di MAS, dopo aver percorso 90 Nella motivazione della sua me- miglia in mare nemico, riesce a daglia d’oro è riassunta tutta la penetrare nelle difese austria- sua complessa vicenda milita- che e ad avvicinarsi al naviglio. re, sempre volta a pesanti e du- Purtroppo solo uno dei sei siluri ri lavori di rafforzamento difese lanciati scoppia (gli altri si impi- o distruzione opere nemiche. gliano nelle reti protettive), ma E’ guastatore volontario dei reti- l’effetto psicologico dell’azione, colati nemici a Monte Piana la prima vittoria eclatante dopo (luglio 1915); collaboratore Caporetto, è durissimo per il ne- preziosissimo alla costruzione mico che scopre di essere vul- dell’osservatorio avanzato del nerabile. San Michele (novembre 1915) La notizia rasserena invece l’a- e minatore di eccezionale tena- nimo dei fanti schierati sul Pia- cia al cavernone di quota 219 trova al comando di una nave, ve: l’Italia può incominciare a ove, allo scoperto, tra il grand- quando a bordo scoppia un pe- guardare ora al futuro con più inare di proiettili, apre con ricoloso incendio nel deposito ottimismo. mazzetta e pistoletto lo sbocco combustibili. Il poeta Gabriele D’ Annunzio, stabilito, dopo che il perforatore Con grande coraggio e rischio che partecipa all’impresa, lan- è stato distrutto da una granata della vita, riesce ad isolare la cia in mare alcune bottiglie avversaria (19 agosto 1917); Santabarbara scongiurando il contenenti un messaggio irri- ma anche fante all’occorrenza. peggio: riceve una medaglia dente nei confronti dell’Austria Viene due volte ferito (il 16 d’argento al valore. Allo scoppio Ungheria; battezzerà poi l’azio- agosto 1916 a Gorizia, il 6 set- della guerra comanda una tor- ne come Beffa di Buccari, Co- tembre 1917 a quota 241 di Se- pediniera con la quale prende stanzo Ciano preparerà poi nel lo), due volte rinuncia al ricove- parte alle difese delle coste del novembre ’18 l’attacco vittorio- ro ospedaliero. basso Adriatico; nel contempo so alla corazzata Viribus Unitis; Durante la ritirata di Caporetto è comanda anche un treno arma- in tempo di pace compirà poi caposquadra incaricato del- to. una grande carriera militare e l’assestamento di varie inter- Nel ’17 consegue anche il bre- politica. ruzioni dei ponti del basso Ison- vetto di pilota, progetta un’azio- zo, operando sotto il fuoco, tra i ne su territorio nemico, concre- Il caporal maggiore caposqua- tentativi di irruzione dell’avver- tizzatasi con l’incursione sulla dra minatore Luigi Bevilac- sario; incitando i suoi uomini ri- base navale di Cattaro. qua (Flaibano di Udine, 1895) esce a condurre a termine il Diventa infine comandante di parte volontario per la zona di proprio compito, rallentando l’a- un battaglione di fanti di marina operazione allo scoppio delle vanzata nemica (Isonzo, 28 ot- con il quale nei giorni successi- ostilità, dopo aver maturato tobre 1917). vi a Caporetto contribuisce effi- sentimenti di italianità durante Cade da valoroso nel Basso Pi- cacemente alla salvezza di Ve- ave il 24 febbraio 1918 mentre nezia. in una zona molto avanzata sta Assegnato nel febbraio ’18 al apprestando nuove e valide comando di un battaglione d’as- difese. salto, la sera dell’11 marzo or- ganizza una ricognizione tra i La vicenda militare del capitano canneti del Basso Piave per Andrea Bafile di vascello carpire notizie sulle posizioni (Aquila, 1878) è veramente avversarie. completa e singolare poiché Al rientro si accorge che manca questo eroico combattente par- un suo ardito e da solo ritorna tecipa a fatti d’arme in mare, in indietro. Scoperto, viene ferito terra ed in cielo. ma riesce ugualmente a rientra- Uscito nel 1900 dall’Accade- re pur in gravissime condizioni. mia di Livorno, dopo un lungo Spira dopo essere riuscito a ri- periodo di imbarco su varie ferire quanto aveva osservato. unità ed aver comandato l’Ar- senale di Venezia, nel ’13 si Giancarlo Militello

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA LA BATTAGLIA DI ARRESTO: NOVEMBRE - DICEMBRE 1917

LA SITUAZIONE DOPO CAPORETTO Parigi, in sostanza al generale Ferdinand Foch; furono tenute in riserva per fronteggiare un even- l termine della manovra di ripiegamento al tuale ulteriore sfondamento in pianura da parte A Piave e sul massiccio del Grappa il fronte - e degli austro-tedeschi, nonché un temuto attacco ciò costituiva nella situazione che si era venuta a verso la Valtellina, e vennero inviate in linea sol- determinare un indubbio vantaggio - si era accor- tanto il 4 dicembre, dopo lunghi tentennamenti e ciato di circa 200 chilometri, da 600 a 400. dispute sul l’attribuzione del relativo comando. Difficile era tuttavia la situazione dell’Esercito ita- Esse costituirono comunque sin dai primi giorni liano, il cui organico di pronto impiego si era ri- successivi al ripiegamento un notevole supporto dotto in poco più di due settimane a circa 700.000 psicologico ai comandi ed ai combattenti italiani. uomini. Le forze italiane dovevano fronteggiare un eser- Esso era costituito: cito nemico di oltre un milione di uomini, dall’ele- – dalle forze – non direttamente coinvolte nel- vato spirito combattivo, galvanizzati com’erano la sfortunata battaglia di Caporetto e nella dai successi ottenuti. Esso aveva inoltre a dis- successiva ritirata – schierate dallo Stelvio posizione le risorse alimentari della pianura friu- al Brenta, che comprendevano il III Corpo lana e di parte di quella veneta, risorse che ver- d’Armata e la 1° Armata, per complessivi ranno abbondantemente depredate anche a be- 400.000 uomini in piena efficienza; neficio delle popolazioni all’interno dei due impe- – dalle Armate 4a e 3a, attestatesi tra Brenta ri; tuttavia la rapida avanzata aveva allontanato le e Piave, per un totale di 300.000 uomini, forze combattenti dalle loro basi logistiche e la stanchi e duramente provati dalle vicende precaria situazione delle vie di comunicazione della ritirata, ma ancora in grado di combat- stradali e ferroviarie, non ancora completamente tere. ripristinate, avrebbe nel prosieguo influito negati- Un’ulteriore massa d 300.000 uomini, già appar- vamente sull’afflusso dei rifornimenti, specie del tenenti alla 2a Armata, moltissimi dei quali sban- munizionamento di artiglieria. dati, necessitava invece di un completo riordino, Le forze austro-tedesche erano schierate dallo prima di essere resa nuovamente operativa. Stelvio alla foce del Piave, così ripartite: Era peraltro in corso l’assegnazione ai reparti in li- – Gruppo d’Esercito (Heeresgruppe) Conrad, nea delle reclute classe 1899, che sarebbero sta- dallo Stelvio al Brenta; te impiegate per la prima volta in combattimento Fronte Sud- Ovest, comandato dall’Arcidu- proprio nel corso della battaglia di arresto. ca Eugenio d’Asburgo-Lorena: Le riserve del Comando Supremo si erano drasti- – 14a Armata germanica (gen. Otto von Be- camente assottigliate a non più di quattro division, low) dal Brenta al Piave (Ponte della Priula) cui si aggiungeva il Corpo di Cavalleria, anch’es- – Gruppo d’Esercito (Heeresgruppe) Boroe- so duramente provato dagli eventi. vic, su due armate, dalla Priula alla foce del Anche le artiglierie avevano subito un notevole ri- Piave. dimensionamento, ridotte nel complesso a non Per un totale di 55 divisioni e 4500 pezzi di più di 3500 pezzi, pari a circa la metà di quelli dis- artiglieria ponibili prima della ritritata. La sistemazione difensiva dell’Esercito Italiano, Vi erano soltanto 33 divisioni di pronto impiego, nonostante le opere che il gen. Cadorna a scopo contro le 59 disponibili anteriormente. prudenziale aveva ordinato di realizzare sul mas- Ad esse si aggiungevano dieci divisioni alleate, siccio del Grappa sin dal 1916, non poteva defi- sei francesi e quattro inglesi, presenti sul territorio nirsi ancora completata. italiano sin dai primi giorni di novembre - circo- Era pronta soltanto una strada carrozzabile, che stanza della quale gli avversari erano a cono- si rivelerà importantissima anche nel prosieguo, scenza - ma ogni decisione circa il loro impiego mentre le opere difensive vere e proprie erano era riservata al Consiglio di Guerra Interalleato di soltanto abbozzate o, al più, costituite da retico-

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA lati ed appostamenti per artiglieria. Anche sul Il disegno delle potenze centrali era quello di re- corso del Piave nella pianura veneta le opere spingere le forze armate italiane fino all’Adige, programmate erano ancora incomplete. quale premessa per poter estromettere definitiva- Tuttavia la zona in cui si sarebbe svolta la batta- mente l’Italia dalla guerra. Ed il Comando supre- glia presentava per i difensori indubbi vantaggi, mo austro- ungarico era fortemente determinato costituiti da una fitta ed intatta rete di comunica- ad agire rapidamente: “lo stato dell’esercito italia- zioni, che favoriva l’afflusso dei rifornimenti e lo no impone un’iniziativa energica, ovunque il più spostamento delle riserve. rapida possibile”. Ma già nei primissimi giorni di combattimento gli austro-tedeschi dovettero constatare una rinno- La battaglia, le zone di operazioni vata volontà italiana di resistere. e le fasi salienti Era perciò negli intendimenti dei comandi avver- sari intensificare il più rapidamente possibile gli La battaglia di arresto, pur essendo riconducibile sforzi offensivi, per non dare tempo all’Esercito ad un unico disegno offensivo, si svolse in tre di- italiano di riorganizzarsi, anche prima che i suoi stinte zone e in due fasi temporali. alleati potessero entrare in linea. Teatro dei combattimenti furono: il margine orien- L’attacco avrebbe dovuto essere condotto simul- tale dell’Altopiano di Asiago, il Massiccio del Mon- taneamente sulle tre direttrici, di cui si è fatto so- te Grappa ed il corso del medio e basso Piave. pra cenno, ma lo sforzo principale si sarebbe Le operazioni si suddivisero in due fasi, la prima concentrato sull’Altopiano e sul massiccio del dal 10 al 29 novembre, la seconda dal 4 al 31 di- Grappa, poiché per il forzamento del Piave man- cembre 1917. cavano ancora sufficienti materiali da ponte.

Cartina generale del teatro d’operazioni (le cifre sulla consistenza dei reparti e delle artiglierie possono in parte differire da quelle indicate nel testo); fonte web

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LA PRIMA FASE – 29a divisione: Meletta Davanti, M. Zomo (2 km. a est di Gallio,) nodo delle Melette (10-29 novembre 1917) (Monte Fior, M. Castelgomberto, M. Tonde- Sull’Altopiano di Asiago recar), M. Badenecche; – 52a divisione: M. Badenecche, M. Sasso Già nella giornata del 6 novembre i comandi ita- Rosso, Fondo Val Brenta, Col Moschin. liani avevano ritenuto necessario rettificare lo Per un totale di 18 battaglioni. schieramento delle truppe sul margine orientale dell’Altopiano per potersi raccordare con la 4a Ar- Anche il contiguo XXII Corpo (gen. Gatti), divisio- mata schierata sul Grappa. SI procedette dun- ni 57a e 2a si rischierò sulla linea M. Sisemol, que a ripiegare su posizioni meglio difendibili e a Stenfle, M. Zomo per assicurare la saldatura: si istituire un punto di collegamento con l’ala sini- ottenne così un accorciamento del fronte ed una stra della 4° Armata, collegamento che dopo al- contemporanea maggior densità di occupazione cuni ripensamenti venne stabilito all’altezza del delle posizioni. Col Moschin sul margine occidentale del Massic- Il ripiegamento creò non poche incertezze presso cio del Grappa. il Comando imperiale sulle reali intenzioni del no- Il ripiegamento sulla linea Meletta Davanti – Mon- stro esercito: Conrad, che aveva predisposto un te Badenecche – Fondo Val Brenta – Col Mo- attacco in direzione Val Frenzela – Valstagna – schin avvenne nel massimo ordine e fu comple- Bassano, quindi con orientamento sud-est, non tato entro il 10 novembre. poteva però sapere se le forze italiane avrebbero A quella data le truppe del XX Corpo d’Armata opposto resistenza a sud o a nord della Val Fren- (gen. Ferrari), appartenenti al Comando Truppe zela; nel primo caso l’attacco austro-ungarico sa- Altipiano (ten. gen. Armano Ricci Armani) venne- rebbe caduto nel vuoto. ro così schierate: Modificò quindi il piano d’attacco verso sud con

Cartina della zona di operazioni: sinistra Monte Grappa – Altopiano di Asiago (dalle memorie del gen. Giar- dino, tratta da www.bassano.eu)

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA obiettivo il Monte Bertiaga. Tonderecar. Obiettivo strategico di Conrad era in ogni caso la Conrad, constatata l’inutilità degli sforzi e le per- discesa in Val Brenta verso Bassano, per pren- dite subite decise di sospendere gli attacchi e ri- dere alle spalle le forze italiane schierate sul Pia- prenderli solo dopo un’accurata preparazione. ve e sul Monte Grappa. Nel frattempo il comando della nostra 29a divisio- La forza di attacco austro-ungarica era costituita ne, approfittando dell’intervenuta stasi nei com- (dall’ala sinistra, all’ala destra) dal Gruppo del te- battimenti, intraprese un attacco volto a riconqui- nente maresciallo Kletter (13 battaglioni) e dal III stare M. Fior. La posizione venne ripresa il gior- Corpo d’Armata su quattro divisioni (41 battaglio- no 18 dopo aspri combattimenti cui parteciparono ni) ; in riserva erano schierate a Trento e sull’al- anche i btg, alpini Stelvio, Monte Pasubio e Mon- topiano di Lavarone due divisioni composte da te Cervino. 16 battaglioni. Il giorno 22 gli imperiali ripresero l’iniziativa: ven- Le truppe imperiali avanzarono sin dal 10 no- ne lanciato un attacco a fondo contro le posizioni vembre, occupando M. Ferragh, M. Fior e Gallio tenute dalla 29a divisione, preceduto da intenso ed intaccando le posizioni italiane su M. Sisemol, tiro a gas e di distruzione, specie sulla linea da ma qui vennero contenute dai contrattacchi della M. Meletta a M. Badenecche. Contro gli 11 batta- nostra 2a divisione. Anche le posizioni perdute glioni italiani furono impiegati 33 battaglioni e 345 furono riprese. pezzi di artiglieria, ma la linea tenne, anche dopo Nelle giornate successive molte importanti posi- cinque attacchi consecutivi, che riuscirono ad in- zioni, quali M. Longara e la Meletta di Gallio sub- taccarne soltanto limitati tratti. Anche gli ulteriori irono violenti attacchi, che furono respinti, ma il 12 tentativi del giorno successivo contro M. Zomo, il M. Longara, dapprima perso e ripreso, cadeva de- Costone delle Melette e M. Fior non ottennero ri- finitivamente; si decise così di soprassedere ad un sultato. ulteriore contrattacco, per non logorare le truppe. L’attacco, ritenuto decisivo, era fallito: dal posto Il 14 l’avversario attaccò ancora sulla Meletta di comando avanzato di Conrad assisteva alle Davanti e su M. Castelgomberto, ma fu ovunque operazioni l’imperatore Carlo, che impressionato contenuto e così avvenne il 15 e il 16. Anche i dalle ingenti perdite, ordinò la sera stessa di so- successivi ripetuti attacchi su M. Zomo e Meletta spendere l’offensiva. Davanti vennero respinti cagionando al nemico L’operazione era costata all’esercito austro-unga- ingenti perdite. Più a est fallì il tentativo contro M. rico 15.000 uomini di cui 900 morti (1).

Monte Fior e Castelgomberto: trincee (da www.magicoveneto.it)

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Sul Grappa L’attacco, fissato per il 14 novembre anche a cau- sa delle sfavorevoli condizioni atmosferiche dei Completato il ripiegamento, le truppe della 4° Ar- giorni immediatamente precedenti, venne affidato mata al comando del gen. di Robilant, avevano dal Comando della 14a Armata austro-germanica assunto il seguente schieramento: (gen. von Below) al Gruppo comandato dal gene- XVIII Corpo d’Armata (gen. Tettoni) tra la riva si- rale di fanteria Alfred Krauss (I Corpo d’Armata nistra del Brenta e la riva destra del Piave ; austro-ungarico). IX Corpo d’Armata (gen. Ruggeri-Laderchi) tra Krauss suddivise la forza di attacco in due Gruppi: M.Tomba e la stretta di Fener – Il primo, al comando del gen. Heinrich I Corpo d’Armata (gen. Piacentini) tra la stretta di von Wieden, costituito dalla divisione Fener e Nervesa. Edelweiss e dalla 22a divisione austro- La difesa del massiccio del Grappa, punto ne- ungarica Schützen, all’ala destra; vralgico dello schieramento difensivo italiano, – Il secondo guidato dal magg. gen. principe perché cerniera tra la difesa montana e quella del Felix zu Schwarzenberg e composto dalla Piave, era affidata al XVIII Corpo d’Armata ed al- 55a divisione di fanteria austro-ungarica e la 17a divisione del IX Corpo. dalla divisione germanica Jäger, all’ala sini- Essa si articolava lungo tre ordini di posizioni: stra. avanzata, principale di resistenza e arretrata e si L’intendimento di Krauss era quello di replicare lo suddivideva in quattro settori : Asolone , Grappa, sfondamento di Caporetto, attaccando nelle valli Spinoncia e Tomba. del Brenta e del Piave per scardinare le difese ita- L’occupazione avanzata della parte settentrionale liane e dilagare nella pianura veneta. del massiccio era affidata a poche forze preva- Nonostante le riserve formulate dai propri subor- lentemente costituite da battaglioni alpini (Val Na- dinati, che ritenevano essere la natura del terre- tisone, Val Tagliamento, Monte Arvenis e Val Ci- no e le vie di comunicazione alquanto diverse da smon,) bersaglieri (LXII battaglione) e batterie di quelle presenti a Plezzo e Tolmino, e pur essen- artiglieria da montagna e presidiava la linea Col di do a conoscenza del fatto che le forze italiane Baio (a nord di Col Cismon), Col dei Zanghi, Mon- presidiavano l’intero massiccio del Grappa con te Roncone, Monte Peurna, Monte Santo, Monte l’occupazione avanzata nella parte settentrionale Tomatico. e con una solida linea di resistenza più a sud, egli La difesa di ciascuno dei quattro settori della po- rimase fermo nel suo intendimento di attaccare sizione principale era affidata ad una divisione: nelle valli anziché sul Grappa ed assegnò ai grup- – Il ristretto settore Asolone, presidiato dalla pi i seguenti obiettivi: 51a divisione, andava da Col Caprile, Col – Il Gruppo von Wieden avrebbe dovuto rag- della Berretta e Monte Asolone e si appog- giungere Bassano del Grappa attraverso la giava alla sinistra sullo sbarramento di fondo Val Cismon e la Valle del Brenta: soltanto Val Brenta a San Marino e sulla destra al un reggimento sarebbe avanzato sulla dor- Monte Pertica; posizione arretrata da riva si- sale M. Roncone – M. Prassolan, M. Perti- nistra del Brenta al Vallone di Santa Felicita; ca per poi prendere il nodo del Grappa, – Il Settore Grappa, affidato alla 15a divisio- mentre un’altra colonna avrebbe puntato ne, comprendeva il vero e proprio nodo verso l’Asolone; montano del Grappa (Cima Grappa - Mon- – Il Gruppo Schwarzenberg avrebbe puntato te Pertica, Cima Grappa - Col Dell’Orso – su Pederobba lungo le pendici sovrastanti Monte Solarolo; posizione arretrata dal Val- la Valle del Piave, inviando poi aliquote ver- lone di Santa Felicita al Vallone di San Li- so M. Tomba e M. Pallone. berale; Era suo convincimento che le posizioni in quota – Il Settore Spinoncia era difeso dalla 56a di- non sarebbero cadute, se non si fosse avanzati in visione e comprendeva Monte Fontana fondovalle. Secca, Monte Spinoncia e Monte Pallone; Nella prima giornata di combattimenti i risultati con- posizione arretrata a Monte Boccaor; seguiti dall’attacco furono alquanto modesti. All’a- – Il Settore Tomba presidiato dalla 17a divisio- la destra von Wieden, discostandosi palesemente ne, che andava dal Monte Tomba alla stretta dalle disposizioni impartitegli, inviò tre reggimenti di Fener attraverso la dorsale di Monfenera; contro il M. Roncone ed il M. Peurna, ma riuscì a era protetto dalla linea avanzata Rocca Cisa, prendere soltanto quest’ultimo, insieme alla conti- Monte Tese, Monte Cornella. gua Cima Sassumà, ed a prezzo di gravi perdite : La forza che difendeva il massiccio era costituita, all’ala sinistra il Gruppo Schwarzenberg operò in incluse le riserve, da 47 battaglioni (fanteria, alpi- quota contro il M.Tomatico, strenuamente difeso ni, bersaglieri, 40 batterie di artiglieria e 4 batta- dal btg. Val Cismon(2). Nella Valle del Piave i bo- glioni del genio. sniaci della 55a divisione riuscirono a raggiungere

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA l’abitato di Santa Maria, ben a nord dell’obiettivo guire qualche successo in quota, avanzando sul intermedio di Quero, che i comandi imperiali si M. Prassolan e catturando con una manovra av- erano prefissi, ma furono fermati dalla tenace re- volgente 1.100 prigionieri. sistenza della brigata Como. Nella stessa giornata isolati reparti si spingevano Le vicende della giornata avevano rafforzato la fino al Pertica, trovato sgombro da truppe italia- contrarietà di von Wieden e dei suoi divisionari, ne, e addirittura nelle vicinanze di cima Grappa, ma anche del principe di Schwarzenberg all’azio- ma venivano richiamati, in quanto troppo sparpa- ne in fondovalle, ma Krauss era fermo nei suoi gliati ed esposti al tiro della nostra artiglieria. convincimenti e ordinò per il giorno successivo All’ala sinistra le truppe imperiali riuscivano dopo un massiccio attacco in entrambe le vallate. aspri combattimenti a superare l’ostinata difesa Ma von Wieden non volle ancora una volta uni- italiana e ad impadronirsi, ma solo nella notte sul formarsi alle direttive ed inviò all’insaputa del suo 17, di Monte Cornella e dell’abitato di Quero. superiore cinque battaglioni in quota all’attacco Il 18 novembre reiterati attacchi al M. Pertica fal- del Col del Prai e M. Roncone, che furono presi lirono, mentre più ad est l’avversario insisteva nella giornata, mentre in Val Brenta le sue truppe verso la dorsale del Monfenera ed il M. Tomba, restavano inchiodate a Cismon del Grappa dal ti- ma era ovunque contenuto. ro delle artiglierie italiane. Von Below constatati i scarsi successi sino ad al- All’ala sinistra le truppe di Schwarzenberg riusci- lora conseguiti, intervenne personalmente dispo- vano a conquistare M. Tomatico e Monte Santo, nendo una diversa ripartizione dei compiti all’in- ma si arenavano nella Valle del Piave davanti a terno della XIV Armata: il Gruppo Krauss avreb- M. Cornella alle porte di Quero, fermati dalla stre- be operato solo sul massiccio del Grappa, men- nua resistenza del 24° fanteria (Brig. Como). tre la Valle del Piave e la dorsale del Monfenera Nella giornata del 16 Krauss, che si era definiti- sarebbero state affidate al Gruppo comandato vamente arenato in Val Brenta, riuscì a conse- dal ten. maresciallo Karl Scotti (XV Corpo d’ar-

(da l’Esercito italiano nella Grande Guerra 1915-1918; www.esercito.difesa.it) )

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M. Pertica, teatro di accaniti combattimenti ( www.magicoveneto.it)

mata austro-ungarico). Rimase comunque la sud- questo settore operò anche Erwin Rommel al co- divisione del Corpo d’Armata Krauss in due grup- mando del Battaglione da montagna del Würt- pi, il primo al comando di von Wieden ed il se- temberg, aggregato al Gruppo Müller. Nei giorni condo del magg. gen. Rudolf Müller. Von Wie- dal 24 al 26 si reiterarono i tentativi di attacco in den avrebbe operato tra Brenta e M. Pertica con Val Calcino e sul Col della Berretta, sempre re- obiettivi Col della Berretta, Asolone, M. Grappa, spinti con gravi perdite per i nostri avversari. Col dell’Orso, mentre Müller avrebbe dovuto im- I comandi austro-tedeschi, constatati i modesti ri- padronirsi di M. Fontanasecca, M. Spinoncia e sultati a fronte delle notevoli perdite subite e pre- Monte Pallone per poi prendere alle spalle le po- so atto dell’accresciuta capacità di resistenza ma- sizioni italiane sui rovesci del M. Tomba. nifestata dalle nostre truppe, sospesero le opera- Nei giorni 19,20 e 21 reiterati attacchi contro Col zioni sul Grappa. della Berretta, M.Pertica e M.Solarolo non ebbero Qui il nostro esercito, senza particolari disposi- esito. zioni del Comando Supremo, aveva messo in at- Il 22 accaniti combattimenti di svolsero ancora sul to una tattica di difesa elastica: non vi erano più, M. Pertica che venne preso dagli imperiali, ma all’infuori della linea principale di resistenza, die- dovette subire numerosi contrattacchi italiani e fu tro la quale il Grappa scendeva a precipizio in pia- poi definitivamente abbandonato da entrambi i nura, posizioni da tenere ad ogni costo, ma, lad- contendenti, perché troppo esposto ai tiri delle av- dove inevitabile, esse venivano cedute, e, senza verse artiglierie, divenendo così, di fatto, terra di subire passivamente gli eventi, venivano lanciati nessuno. su iniziativa dei singoli comandanti, anche di re- Significativo successo fu ottenuto invece dall’av- parti minori, rapidi contrattacchi. versario sul Monte Tomba la cui cima cadde in Il risultato più significativo fu quello di arrestare mani austro-tedesche la sera del 22, ma le nostre l’offensiva austro-tedesca e far nuovamente ac- truppe riuscirono a consolidarsi su posizioni im- cettare all’avversario la guerra di posizione. mediatamente retrostanti. Al termine di questa fase la difesa italiana si con- Gli attacchi contro il M. Fontanasecca e il M. Spi- solidava sulla linea Col Caprile - Col della Berret- noncia si protrassero sino al 23. Discordanti sono ta – M. Asolone – Col dell’Orso – i Solaroli – M. le versioni sull’esito di tali operazioni: fonti avver- Spinoncia – M. Pallone – rovesci del M. Tomba. sarie sostengono che entrambe le posizioni furo- I tentativi di passaggio del Piave no conquistate, anche se a prezzo di gravi perdi- Sin dal 10 novembre erano stati messi in atto dal- te, mentre la relazione italiana ammette la perdita l’avversario tentativi di varcare il Piave. In partico- del Fontanasecca, ma non dello Spinoncia. In lare l’agguerrita 12a divisione germanica tentò

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA quel giorno di forzare il fiume a Vidor, ove cadde comando germanico di poter trasferire al più pre- a difesa del ponte il cap. Stefanino Curti, Meda- sto le truppe dal fronte sud-ovest (il fronte italiano glia d’Oro al Valor Militare, giovane comandante NdR) al fronte occidentale. Nella prima decade di della 221a compagnia del btg. Val Varaita: il suo dicembre vennero predisposti i piani per la ripre- profilo e la motivazione della decorazione si tro- sa delle operazioni sul Grappa, mentre Conrad vano nell’articolo di Gian Carlo Militello dedicato non rinunciava all’ambizioso piano di sfociare in alle Medaglie d’Oro del 1917, apparso nello scor- Val Brenta e prendere alle spalle l’esercito italia- so numero del nostro periodico. no schierato sul Piave. Nei giorni successivi vennero sferrati ripetuti at- Conrad ritenta sull’Altopiano tacchi su tutta la linea del medio e basso Piave, Il piano di Conrad per la discesa in Va Brenta con- che non riuscirono e costarono agli austro tede- sisteva nel dividere lo schieramento italiano, at- schi gravi perdite; le forze avversarie riuscirono taccando il saliente delle Melette ai capisaldi però a stabilirsi sulla riva destra del fiume soltan- estremi, Monte Zomo (presso Gallio) a ovest e to nell’ansa di Zenson, che fu oggetto di vani no- Monte Badenecche a est e dopo aver aggirato stri contrattacchi per riprenderla. Verrà riconqui- Monte Castelgomberto, penetrare in Val Frenzela. stata soltanto il primo gennaio del 1918. Per l’operazione venne predisposta una forza di Ulteriori attacchi furono condotti senza esito dai attacco di complessivi 43 battaglioni. Gruppi Scotti, Hofacker e Stein della XIV Armata La difesa italiana del saliente era affidata: tra Nervesa e Vidor, mentre la 41°a divisione a.u. A sud ovest alla 2a divisione del XXII Corpo d’Ar- appartenente alla II Isonzo Armée riusciva ad in- mata, schierata tra M. Sisemol e M. Zomo: era co- sediarsi oltre Piave nella zona compresa tra San stituita dalla Brigata e dalla IV brigata Ber- Donà di Piave, Cortellazzo e Cavazuccherina saglieri (l’odierna Jesolo). Al centro e a nord est alla 29a divisione del XX Un ultimo tentativo di forzare il Piave venne effet- Corpo d’Armata, schierata tra M. Zomo, M. Fior, tuato il giorno 16 a Fagarè dal 92° reggimento di M. Tonderecar, M. Badenecche; era costituita dal- fanteria austro-ungarico: varcato il fiume gli im- la Brigata Perugia, 4° raggruppamento alpini (6 periali subirono un vigoroso contrattacco delle battaglioni) e dalla I brigata Bersaglieri: concorre- nostre truppe che costò all’avversario numerosi va alla difesa dell’ala destra anche parte della 52° prigionieri. divisione Il giorno 16 vennero inviate da Trieste a bombar- Per un totale di 36 battaglioni ma con organici in- dare le nostre postazioni di artiglieria a Cortellaz- completi. zo, alla foce del Piave, le corazzate Wien e Bu- L’attacco inizialmente previsto per il 1° dicembre, dapest: l’intervento della nostra squadra navale, venne rinviato al 4 per le avverse condizioni me- salpata in forze da Venezia, costrinse le navi av- teorologiche. versarie a rompere il contatto senza accettare il E così il giorno stabilito, dopo un violento fuoco di combattimento ed a rientrare alla base. artiglieria di oltre 100 pezzi, la 52a divisione au- Il giorno 17 la situazione sulla fronte del medio e stro -ungarica si lanciò contro monte Zomo, dife- basso Piave andò stabilizzandosi e non si verifi- so dal 158° rgt. fanteria (Brig. Liguria), che resi- carono ulteriori significatavi tentativi di forzamen- stette a quattro attacchi consecutivi, arrestando to in massa. l’attacco a prezzo di gravi perdite. Più a nord la 18a divisione austro ungarica, ap- poggiata da circa 140 pezzi, attaccò con dodici LA SECONDA FASE battaglioni il settore tenuto dalla 29a divisione tra (4-31 dicembre 1917) la Meletta di Gallio e M. Tonderecar. Qui l’attacco riuscì, specie sulla nostra ala destra e costrinse le Constatata l’aumentata capacità di resistenza del nostre truppe, gravemente provate dalle perdite e nostro Esercito e preso atto dei modesti risultati minacciate di accerchiamento, a ripiegare. La 29a ottenuti in rapporto alle perdite subite, i Comandi divisione perdette in questa infausta giornata oltre austro-ungarico e germanico decisero di sospen- 16.500 uomini. dere l’offensiva ed effettuare soltanto attacchi fi- Il giorno successivo un contrattacco ordinato dal nalizzati al miglioramento delle posizioni in quota; Comando della I Armata fallì sul nascere perché le si sarebbe tuttavia dovuto agire energicamente artiglierie imperiali bersagliarono le truppe italiane per far credere agli italiani che l’offensiva non si sui punti di raduno, prima ancora di poter raggiun- era arrestata. gere le posizioni di partenza; nel frattempo ciò che La decisione era anche riconducibile sia alle per- restava della 29a divisione non resistette all’urto duranti difficoltà nei rifornimenti a cagione delle avversario e dovette ritirarsi mentre l’intero fronte vie di comunicazione non ancora adeguatamente dovette arretrare su una linea meglio difendibile, ripristinate, sia alla necessità da parte dell’alto per evitare l’aggiramento di numerosi reparti. La di-

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Cartina della zona di operazioni: Monte Grappa- Tomba - Monfenera (dalle memorie del gen. Giardino, tratta da www.bassano.eu)

fesa era ora schierata sulla linea M. Sisemol, Sten- ma le infiltrazioni nemiche nei settori contigui, ob- fle, M. Valbella, Il Buso, Stoccareddo. bligarono ad un ripiegamento di circa un chilo- La mattina del 6 dicembre gli austro-ungarici at- metro: gravi le perdite. Né i contrattacchi tentati taccarono M. Sisemol ed il villaggio di Stenfle e ri- nella notte, ma non ben coordinati, portarono ad uscirono ad avere ragione della resistenza italia- un ribaltamento della situazione. Solo un contrat- na soltanto dopo cinque infruttuosi tentativi. La tacco pronunciato nel primissimo mattino riuscì a nostra linea difensiva dovette arretrare di ulterio- far arretrare il nemico, ma non mutò sostanzial- ri quattro chilometri, ma gli imperiali esausti e mente la gravità della situazione. provati anch’essi dalle pesanti perdite non insi- Il 25 dicembre la 2a divisione contrattaccò anco- stettero oltre. ra ed a prezzo di pesanti perdite riuscì a consoli- Per quindici giorni gli austriaci non furono in gra- dare una linea di resistenza che non venne più do di pronunciare attacchi, mentre i nostri co- intaccata. Ma anche gli austro-ungarici, pur mandi provvidero a spostare verso gli Altipiani avendo conseguito indubbi successi, non erano due corpi d’Armata, il XXV ed il XXX. più in grado di esercitare ulteriori sforzi offensivi Le operazioni offensive degli austro-ungarici ri- per giungere allo sbocco in piano. presero il 23 dicembre con un attacco in forze condotto contro la 2a divisione italiana: la supe- riorità avversaria era schiacciante, specie in ter- Nuovo attacco sul massiccio mini di artiglieria (3). del Grappa Gli imperiali travolsero le forze italiane e si spin- I comandi austro-tedeschi avevano programmato sero fino a Monte Val Bella, Col del Rosso, Col un massiccio attacco verso Cima Grappa attra- d’Ecchele, teatro di quella che sarà la battaglia verso due direttrici: a ovest verso il Col della Ber- dei tre monti nel gennaio successivo. retta e a est verso le tre quote del M. Solarolo (i La Brigata Liguria oppose una tenace resistenza, “Solaroli”) e il M. Spinoncia.

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Le posizioni italiane erano difese da: Il giorno 16 dicembre, mentre nel settore orienta- – 51a divisione tra la Valle del Brenta e M. le le operazioni venivano sospese a causa delle Asolone; rilevanti perdite subite dalla 200a divisione ger- – 66a divisione nel settore davanti al M. manica, Krauss ordinò di la continuazione degli Pertica; attacchi nel settore dell’Asolone. Qui riuscì a – 56° divisione nel settore Solaroli – M. Spi- creare una situazione pericolosa per il nostro noncia. schieramento, che fu però prontamente fronteg- L’avversario attaccò l’11 dicembre con 4 divisioni: giata con reiterati contrattacchi. Per contro non in particolare la 4a austro- ungarica riuscì ad im- ebbero esito nuovi attacchi delle nostre truppe padronirsi del Col della Berretta, mentre la 5a volti a riprendere il Col della Berretta. germanica conquistò, ma a prezzo di gravi perdi- Il 17 dicembre l’agguerrito battaglione da monta- te, M. Spinoncia. gna del Württemberg riuscì a prendere nuova- Non riuscì invece l’attacco da parte della 200a di- mente la cima del M. Valderoa, ma le nostre trup- visione germanica sui Solaroli, strenuamente di- pe costituirono una posizione difensiva immedia- fesi dai btg. Monte Arvenis e Feltre e dalla Briga- tamente al di sotto della cima. ta Campania. Intenzionato a raggiugere Cima Grappa attraver- Un nostro contrattacco del giorno successivo so la dorsale dell’Asolone, Krauss lanciò nella lanciato per riconquistare il Col della Berretta giornata successiva reparti scelti della 60a divi- non ebbe esito. sione austro ungarica alla conquista della cima, La 200a divisione germanica ritentò nella giornata che fu presa soltanto nella serata dopo accaniti del 14 l’attacco ai Solaroli e al Col dell’Orso: l’av- combattimenti. Ma anche qui i nostri soldati si at- versario riuscì soltanto ad impadronirsi della som- testarono sotto la linea di cresta a pochi metri dal- mità del M. Valderoa, a est dei Solaroli, ma ne fu le posizioni avversarie. ricacciato in serata da un contrattacco del btg. Constatati però i modesti risultati ottenuti a fronte Feltre e del 38° rgt fanteria (Brig. Ravenna). Un di enormi perdite, i comandi austro –tedeschi ri- nostro tentativo di stabilirsi sul M. Pertica non ri- tennero opportuno sospendere gli attacchi, an- uscì per l’incessante tiro dell’artiglieria avversaria. che per l’incipiente inverno. Nel settore ovest gli austro-ungarici riuscirono ad im- Da parte italiana, però non ci si era rassegnati al- padronirsi del Col Caprile, per poi dirigersi verso l’A- la perdita del M. Asolone e nelle giornate tra il 19 solone, ma lo slancio offensivo si esaurì in serata. ed il 21 dicembre vennero lanciati attacchi volti

La dorsale del Solarolo (www.magicoveneto,it)

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alla conquista della posizione perduta, ma senza combattiva si nutrivano non solo da parte dell’av- esito, se non quello di ridurre la pressione austro- versario stesso, ma anche dagli alleati e dei me- ungarica in questo settore del fronte e consentire desimi comandi italiani notevoli perplessità – op- lavori di consolidamento delle nostre posizioni di- pose una crescente resistenza, che soprese il ne- fensive. Dal 22 le operazioni sul massiccio del mico e lo costrinse più volte a fermarsi per riordi- Grappa cessarono, anche a causa delle avverse nare i reparti, predisporre ulteriori mezzi offensivi condizioni meteorologiche, caratterizzate da fit- e rivedere i propri piani; e non fu meno importante te nevicate e densa nebbia; inoltre entrambi i la tattica di difesa elastica condotta sul Grappa contendenti erano esausti per la durezza dei spesso su iniziativa dei comandanti in sottordine, combattimenti e le perdite subite. Iniziò anche il anche a livelli meno elevati, che rallentò notevol- graduale ritiro delle truppe germaniche, destinate mente lo slancio offensivo nemico. al Fronte occidentale. Non furono peraltro estranee all’esito dei com- Un’operazione destinata nelle intenzioni degli au- battimenti una pianificazione non oculata e talvol- stro – tedeschi ad una correzione del fronte si era ta contraddittoria – come ad esempio sul Grappa trasformata in una battaglia durata undici giorni. nel caso del gen. Krauss – delle operazioni da Gli obiettivi erano stati parzialmente raggiunti nel parte dei comandi avversari, e le difficoltà logisti- settore ovest ma si era dovuto ancora una volta che che dovettero affrontare gli austro-tedeschi fronteggiare una resistenza italiana inaspettata- nel corso dell’offensiva, specie in termini di muni- mente accanita. zionamento. Sul Piave, mentre fallivano i nostri tentativi di ri- In ogni caso l’Italia poteva ora guardare con mag- prendere l’ansa di Zenson, reparti ungheresi pe- gior fiducia all’andamento della guerra, il cui esito, netravano il 9 dicembre nella zona tra le foci del come si vedrà, non poteva dirsi ancora scontato. Piave e del Sile, ma, privi di rinforzi, erano co- stretti a ritirarsi. Pier Giorgio Ponzio Il 10 dicembre la flotta austro-ungarica, che a me- tà novembre si era avvicinata alle foci del Piave, ma era stata costretta a ritirarsi per l’intervento della nostra squadra navale, ricevette un duro colpo: la corazzata Wien, all’ancora nel porto di Trieste, venne silurata ed affondata da un’ardita 1) Fonte la stessa relazione austro-ungarica, di solito ab- azione dei MAS al comando del s.ten di vascello bastanza parca nel diffondere tali cifre; nel sottolineare in Luigi Rizzo. tale sede le perdite italiane dello stesso periodo in termi- Nel frattempo erano entrate in linea il 4 dicembre ni di soli prigionieri (10.340 uomini) deve tuttavia pren- le divisioni alleate sino ad allora tenute in riserva: dere atto dell’accresciuta fiducia diffusasi in seno all’E- sercito italiano dopo l’efficace resistenza sull’Altopiano e tre divisioni francesi furono schierate tra le pendici sul Grappa del Tomba e Pederobba e tre inglesi sul Montello. 2) scrisse in proposito Krafft von Dellmensingen: “… sul To- Il 30 dicembre gli Chasseurs Alpins francesi della matico si ebbe a che fare con il battaglione alpini Val Ci- 47° divisione riconquistarono la cima del Monte smon: un avversario ostinato, cresciuto a stretto contat- Tomba, da oltre un mese in mani avversarie. to con questo lembo del patrio suolo, che conosceva al- Terminava così la grande battaglia di arresto, con la perfezione”: Lo sfondamento dell’Isonzo, ed. italiana a cura di Gianni Pieropan, Milano 1981 la quale veniva scongiurato il pericolo di una 3) 24 battaglioni 550 pezzi austro-ungarici contro 15 batta- disfatta ancor più grave di quella di Caporetto: glioni e 200 pezzi italiani l’intero ciclo operativo dal 24 ottobre al 30 dicem- bre 1917 era costato all’Italia la perdita di 700.000 uomini tra morti, feriti e dispersi, ma l’E- BIBLIOGRAFIA: sercito si era risollevato in modo sorprendente –MINISTERo DELLA DIFESA, STATo MAGGIoRE ESERCITo, Uf- dalla pesante sconfitta. ficio Storico: L’Esercito Italiano nella Grande Guerra vol. IV, tomo 3, Roma 1967. Sito Internet : www. esercito.difesa.it. Conclusioni –ŐSTERREICH-UNGARNS LETzTER KRIEG (Relazione Ufficia- le austriaca), vol VI, Vienna 1936. Sito internet: oberöster- La battaglia che si svolse sul fronte italiano tra il reichische Landesbibliothek (www.http://digi.landesbiblio- novembre ed il dicembre 1917 costituì un’indub- thek.at). bia vittoria per l’Esercito italiano, che riuscì dap- –MARIo SILVESTRI, Caporetto, una battaglia, un enigma, prima a contenere e subito dopo, anche se non Milano 1984 –KoNRAD KRAFFT VoN DELLMENSINGEN, Lo sfondamento definitivamente, ad arrestare l’offensiva delle dell’Isonzo - ed. italiana a cura di Gianni Pieropan, Milano armate austro- tedesche vittoriosamente iniziata 1981. a Caporetto. Contro un avversario galvanizzato –LUCIANo LUCIANI: La riscossa dopo Caporetto, Roma dal successo L’Esercito – sulla cui efficienza 2014.

18 30 SETTEMBRE / 1 OTTOBRE: RADUNO SEZIONALE A S. STEFANO D'AVETO

resso lo storico castello Malaspina – Fie- sulle lapidi, ma ecco altri visi, stavolta giovani, schi – Doria il tricolore è appena sceso dal gioiosi: quelli di bimbi e bimbe curiosi e felici pennone ed è già tempo di guardarsi indie- mentre accarezzano i cani da salvataggio che li Ptro e ripensare alle ore vissute tra alpini, accanto hanno scovati nascosti tra i cespugli, intanto che alle lapidi ed ai cippi dei Caduti, ma pure tra i provano l'ebbrezza di farsi trasportare su di un fi- bambini: volti di alpini, visi ormai per la più par- lo, imbragati a dovere dai volontari, sensazioni te rugosi, barbe bianche, cappelli con la piuma se- che costringono ad uno sguardo speranzoso al gnati dal tempo nonostante le cure amorose, poi futuro pur tra i tanti problemi del presente. volti scoloriti dalle intemperie quelli delle foto Il raduno sezionale 2017 è stato quanto sopra ed

Onori ai vessilli

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Alza bandiera

altro ancora: ricchissimo il programma della due po locale pronti per il via: dopo l'alzabandiera giorni tra i monti avetani. quelli con le tute gialle a lavorare di olio di go- Attraversata una Alta Valle imbandierata come mito per la pulizia di un vecchio sentiero che rare volte s'era visto, ci si trova a Santo Stefano porta ad un laghetto tra i boschi, paradiso della d'Aveto dove già è arrivato un gruppo di volon- natura per chi cerca un po' di tranquillità, gli al- tari della Protezione Civile e tanti alpini del grup- tri, debitamente muniti di corone di lauro, al se-

Sfilata

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S. Messa guito il Vessillo Sezionale scortato dai consiglieri chi non li dimentica. Renzo Minaglia e Vittorio Marchetti, coordinato- Per fortuna il cammino della vita riserva accanto re del settore, a compiere un giro doveroso per alle tristezze dei momenti lieti, spensierati: basta l'omaggio ai Caduti nelle varie frazioni dove esi- guardare dei bambini che giocano, che si incurio- ste una lapide o una stele che li ricordano. Tappa siscono per le cose nuove, per un po' di respon- a Pievetta, Ascona, Allegrezze, Amborzasco, Al- sabilità affdata loro come è accaduto nel pome- picella e Gavadi: quanti nomi di giovani partiti e riggio nel parco giochi e nei prati vicini dove una non tornati (e quante lacrime di fidanzate, spose, unità cinofila della P.C. ed i rocciatori della sezio- mamme!). ne di La Spezia hanno coinvolto i ragazzi e le ra- Il silenzio ed una corona per dire che c'è ancora gazze nelle dimostrazioni di ricerca persone, ar- rampicata e trasporto su fune (op- portunamente imbragati). Intervento del Sindaco Maria Antonietta Cella Ovviamente i giocattoli più gettona- ti sono stati gli amici a quattro zam- pe che si sono fatti il pieno di cocco- le, ma l'interesse dimostrato da que- sti piccoli, che spesso giudichiamo in malo modo perché amano troppo videogiochi e, magari un po' troppo spesso, pc o smartphone, è stato una trasfusione di fiducia nel futuro per i grandi. Si divertivano pure i volontari intenti a stuzzicare e poi ad assecondare la curiosità e la vo- glia di provare dei piccoli. Un riuscitissimo concerto con l'esi- bizione dei cori "La Contrada", "Vo- ci d'Alpe" e del polifonico con la banda Del "Complesso musicale di S.S.d'A" ha concluso la giornata: cante e musiche, ora piene di pa- thos, ora più a dolci e spensierate, eseguite con maestria e amore come solo chi dedica tanto del proprio

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Taglio del nastro

tempo ad una tale passione sa fare. tro non ha voglia di faticare, ma poi si pente e ob- Domenica primo ottobre, tra un folto numero di bedisce, quest'ultimo ha come un non so che di rappresentanze di sezioni e gruppi alpini, tanti "alpino", quei rudi figli dei monti pronti al mor- anche da fuori regione, si parte con una parente- morio scontento che però poi sanno sacrificare si particolare con l'inaugurazione della nuova se- tutto per il senso del dovere o della solidarietà. de per il gruppo di S. Stefano. Dopo l'alzabandie- Finalmente scarni i discorsi di rito e la distribu- ra, la sfilata tra le vie del borgo intervallata dal- zione degli omaggi, con il sindaco Maria Anto- l'omaggio ai Caduti presso il Sacrario al piano nietta Cella a ringraziare gli alpini di S. Stefano terra del municipio e alla lapide posta sul muro ricollegandosi, dopo anni, ad un loro sollecito in- di cinta del cimitero. tervento di protezione civile del passato per rin- La S. Messa, celebrata dal parroco Don Emilio Ni- graziarli dell'attività nel presente,e le parole del colini, presentava il brano di vangelo che parla presidente Firpo che ha approfittato dell'occasio- del padrone di una vigna che chiede ai figli di an- ne del raduno di sezione (un po' un'assemblea darci a lavorare: uno dice "sì", ma non ci va, l'al- generale degli alpini genovesi) per invitare ad

Concerto di chiusura

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sopra, delle ragazze e dei ragazzi del "Complesso Musicale". Manca poco all'ammainabandiera e con altri si entra nella nuova sede per curiosare in po': alcu- ni alpini del gruppo di Santo Stefano d'Aveto so- no seduti ai tavoli finalmente rilassati e, credo, soddisfatti; il capogruppo Peo Fugazzi ci costrin- ge a bere qualcosa in compagnia: sono state due belle giornate, anche se, alpinamente, i compli- menti sono lasciati sottintesi. uniformarsi allo statuto dell'Associazione. Scende il tricolore dal pennone e ci allontana da Il pomeriggio a chiudere la manifestazione anco- questo ameno angolo di Liguria con un po' di no- ra un concerto, stavolta della sola banda locale, stalgia unita alla certezza che tanto di positivo è che ha deliziato chi ascoltava con brani della tra- possibile costruirlo, anzi, certo. dizione e non: un caloroso applauso per la bra- Carlo Fontana vura, l'impegno e l'amore, come si scriveva più

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SETTORE STURA - PONENTE - GRUPPO DI Al PINI NEl l E Scu Ol E

inalmente anche alla scuola elementare di Rossiglione sono arrivati gli Alpini per la “lezione” di FProtezione Civile. Il 22 Marzo i nostri soci Militello e Carloni hanno tenuto cattedra per la quar- ta e la quinta della scuola primaria intitolata ai F.lli Puppo caduti in Russia. Oltre alla lezione è inter- venuto un gruppo di cinofili “armati” di cani addestrati che per la gioia dei bambini (e delle maestre) si sono sbizzarriti nella ricerca di bambini nascosti, il tutto sotto un vento gelido che spazzava via tutto ma non l'entusiasmo dei presenti. Visto il successo dell'operazione si spera poterla ripetere in futuro. Saluti alpini Mauro Pastorino

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SETTORE DI STURA - PONENTE - GRUPPO VOLTRI BENEDIZIONE DEl Nu OVO GAGl IARDETTO

l Gagliardetto del gruppo, per gli IAlpini, è secondo per importan- za solo al Cappello ed al Tricolore. Domenica 21 gennaio il Grup- po di Voltri si è riunito per la pro- pria Assemblea Annuale, la Santa Messa in ricordo degli alpini del Gruppo “Andati Avanti” ha aperto la giornata che è culminata con la Benedizione del nuovo Gagliar- detto. Alla presenza dei rappresen- tanti Sezionali il vicepresidente della Sezione di Genova Tripodi, Berta e Fassone e, soprattutto della Madrina, la gentile signora Chiara Ferrari, consorte del no- stro Alpino Dario Delle Piane che ci ha lasciato, il nuovo Gagliardet- to è stato assegnato al Gruppo di Voltri secondo le direttive del Ceri- moniale ANA: Don Tommaso Danovaro, Parro- La mattinata è proseguita con la colazione co di S.Erasmo, al termine della Santa Messa alpina nella Sede con la nostra tradizionale fo- ha benedetto il vessillo che, spiegato nelle ma- caccia e l’immancabile vino bianco, e a segui- ni della signora Chiara è passato nelle mani del re l’Assemblea degli Alpini del Gruppo in se- Capogruppo. conda convocazione che ha condiviso le attivi- Un momento intenso, un passaggio da un tà svolte e programmato le tante iniziative che simbolo a quello nuovo che rappresenta un rin- ci vedranno protagonisti. novarsi nelle tradizioni e, soprattutto nei valori Il capo Gruppo alpini. Giacomo Cattalini

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SETTORE STURLA - AVETO - GRUPPO DI INAu Gu RAZIONE Nu OVO FIAT DOBl O' cROcE VERDE cHIAVARESE

omenica 21 maggio D 2017, in quel di Borzo- nasca, sede di una Sezione della Croce Verde Chiavare- se, è stato inaugurato un nuovo mezzo per il trasporto di persone diversamente abili; si tratta di un’auto Fiat Doblò, acquistata grazie al sostegno economico del di Borzonasca, del- la popolazione della Valle Sturla e grazie ad un contri- buto decisamente sostan- zioso dell’Alpino Pietro Gat- to, amato ed apprezzatissi- mo Socio del Gruppo A.N.A. di Borzonasca, nonché Socio della stessa Croce Verde. Una vita spesa facendo del bene al prossimo, sem- pre concretamen- te disponibile per iniziative solidali, Pietro Gatto ha prestato servizio per tanti anni nel- la Croce Verde ed è, da sempre, So- cio molto attivo e appassionato nel Gruppo Alpini. Un Signore dai modi gentili, affabile e simpatico, ma dai valori alti e fer- mi, non nuovo a slanci di generosità come questo; la comunità di Borzonasca si è stretta intorno a lui ed ha assistito con estrema gratitudine alla cerimonia di inaugurazione del mezzo, che ha visto pre- senziare la sorella, Albina Gatto come Madrina, Il nuovo mezzo è stato benedetto dal Parroco Don An- gelo Adami, mentre sono intervenuti il Sindaco di Borzonasca Giuseppino Maschio (anch’egli Alpino), il Segretario del Consiglio Regionale Claudio Muzio, il Vicesindaco di Franco Federici, il Consigliere delegato di Germana Brizzolara, il Consigliere del Comune di Andreina Solari, la Dott.ssa Giuseppina Malachina della A.S.L. 4 “Chiavarese”, il Presidente della Pubblica As- sistenza Celestino Moruzzi ed il Segretario Paolo Carosini. La Sezione della Croce Verde di Borzonasca, è stata fondata nel 1984, dal locale Gruppo A.N.A.. Diversi Soci vi hanno prestato servizio in questi anni e la stessa unità di Protezione Civile, creata po- chi anni fa, è una costola della Sezione ed è presieduta da un Alpino, il Socio Bruno Boni. Al carissimo Pietro Gatto, va, una volta di più, un caloroso abbraccio e sentiti ringraziamenti da par- te dei Soci del Gruppo A.N.A. di Borzonasca, fieri e felici della sua presenza nelle proprie fila. Il Capo Gruppo Mauro Curotto

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SETTORE STURLA - AVETO - GRUPPO DI REZZOAGLIO REZZOAGl IO 28 OTTOBRE, Nu OVA SEDE E Nu OVO GAGl IARDETTO

oveva essere una festa per il nostro gruppo e si è trasformata in una Dgiornata "diversa", davvero indimenticabile, perché quello stesso gior- no s'è dovuto salutare per l'ultima volta un socio speciale come il reduce Giannino Neri. Quando il tam-tam della nostra valle ha diffu- so la triste notizia, s'era subito deciso di spostare a data da decidere la cerimonia che avrebbe visto protagonista il gruppo con l'omaggio ai Ca- duti e la contemporanea be- nedizione ed inaugurazione del nuovo gagliardetto e della nuo- va sede. L'opposizione della famiglia a questa eventualità ha convinto tutti a rispettare il programma previsto, anzi, ad essere spostato è stato proprio l'estremo omaggio al socio "andato avanti", tenutosi il mattino di quello stesso giorno. Nel pomerig- gio, in un clima commosso, com- prensibilmente, la breve sfilata al monumento ai Caduti presso il quale don Roberto ha benedetto il nuovo gagliardetto, che in verità un “battesimo di fatto” l'aveva già ricevuto salendo l'Ortigara nel pellegrinaggio del luglio scorso, come primissima uscita. Madrina la nostra alpina Serena. La sfilata ha poi proseguito, per l'omaggio ai Caduti alpini presso il monumento che li ricorda.

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Portato dalla figlia Marinella, ha sfilato il cappello di Giannino, a sim- boleggiare la sua presenza tra i suoi alpini, ed è entrato anche nella nuova sede, non solo simbolica- mente, presso la quale un minuto di silenzio, ordinato dal capogruppo Claudio Rocca, lo ha fatto rivivere nel pensiero dei presenti. Il taglio del nastro ad opera del capogruppo emerito Armando Cu- neo e le brevi parole di Claudio e del presidente Firpo hanno chiuso la semplice cerimonia.

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SETTORE - GRUPPO DI

GIORGIO SANGu INETI

n alpino fuori del comune… U colombofilo e campione del mondo! Giorgio Sanguineti alpino con servizio esemplare, negli anni ses- santa, presso gli alti Comandi del 4° Corpo d’Armata delle Truppe Alpine a Bolzano, vola alto e se non in pro- prio ma con le ali dei suoi piccioni viaggiatori, ne possiede ben 70 nel- la sua colombaia modello a Cara- sco e come dei figli li conosce uno ad uno e loro ubbidienti rispondono ai fischi del loro padrone ricono- scendo per ogni tipo di fischio cosa devono fare. C’è chi li definisce i “purosangue del cielo” e nell’era di ‘Twitter’ che non a caso ha scelto per la sua icona proprio colombi dono di un amico di famiglia e poi non l’immagine di un volatile del tipo colombiforme, ha praticamente più smesso. molti appassionati nel mondo intero, come La giornata tipo inizia alle 5.30 e, espletate Giorgio, coltivano questa antica nobile arte, fin le pulizie, si prosegue con i voli di addestra- dall’antico Egitto e sino ai due conflitti mondiali, mento, uno al mattino e l’altro alla sera, rigoro- tali volatili vere staffette del cielo dal senso del- samente a stomaco vuoto altrimenti gli animali l’orientamento incredibile, hanno avuto nel cor- non ubbidiscono, ed il bagno, una volta alla set- so dei secoli, un ruolo importante nei destini timana, alle varie scadenze le vaccinazioni, i commerciali e bellici di tante nazioni. controlli sanitari e quant’altro sempre con un Anche se la parte del leone in questo sport occhio particolarmente vigile sulla grave minac- la fanno nazioni come il Belgio, l’Olanda e poi cia dei falchi che all’improvviso possono fion- Francia e Sudafrica, il campione del mondo darsi sui poveri piccioni indifesi ed atterriti com- 2016 è stato il nostro bravo alpino Giorgio San- piendo una strage! guineti nel nostro Levante ligure. Questi purosangue del cielo possono per- Giorgio che dedica le sue giornate alla cura correre anche 500 km al giorno e raggiungere dei suoi animali, già dall’età di 10 anni iniziò la una velocità di quasi 100 km all’ora con la stra- sua originale passione grazie ad una coppia di biliante capacità di orientarsi per ritornare sem- pre alla propria colombaia ancorché distante centinaia di km. Le gare internazionali, spesso in Belgio, sono veramente avvincenti e grazie alla tec- nologia moderna i gareggianti possono se- guire l’intero percorso tramite computer e, col fiato sospeso per i propri beniamini, parteci- pare così alle gare di volo sino al traguardo. Bravo Giorgio, con la tua singolare pas- sione sei coerente ed onori quelle ali, ancor- ché queste di rapace, che porti orgogliosa- mente sul tuo cappello alpino! Valter Lazzari

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SETTORE VALLESCRIVIA - GRUPPO DI PETROSANI - 2° RADu NO DEGl I Al PINI IN Eu ROPA

ianluigi Trigna- G no e Pasquale Cavo, del gruppo Al- pini Ronco Scrivia, con rispettive fami- glie, hanno parteci- pato al 2° Raduno degli Alpini in Euro- pa tenutosi a Petrosa- ni in Romania il 23 e 24 settembre 2017, organizzato insieme all'Associazione Polli-

cino di Belluno che gestisce a Petrosani, gemellata con Ponte nelle Alpi, una strut- tura che ospita bam- bini disabili e in dis- agio sociale, realiz- zata grazie all' aiuto di molti volontari ve- neti, in particolar mo- do Alpini. 3250 km. in camper e tante emozioni!

Gianluigi Trignano

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SETTORE VALPOLCEVERA - GRUPPO DI RIVAROLO l A PENNA Su l cAPPEl l O, Il PENNEl l O E l A MONTAGNA NEl cu ORE

tiamo parlando di Raimondo La Magna ma Le sue capacità pittoriche accompagnate dalle Sper gli amici era semplicemente “Rai”. sue doti umane, hanno lasciato in chi ha avuto la A chi ha avuto il privilegio di conoscerlo non e fortuna di esserne allievo qualcosa di speciale e sfuggito il suo animo nobile, la sua discrezione non pochi hanno dichiarato di avere trovato in lui ma anche il suo forte senso patriottico. Oltre che anche un maestro di vita. per la sua famiglia, e in primo luogo per la mo- Ad un anno dalla sua scomparsa gli allievi del- glie Linda, aveva un forte amore per la monta- l’associazione dove “Rai” insegnava, con grande gna e per l’arte. Alpino del nostro Gruppo svolse soddisfazione dei famigliari e degli amici, hanno il suo servizio militare nel 1958 e da molti anni deciso di tributargli il loro affetto e la loro ammira- era entrato in associazione. Lo ricordiamo con il zione organizzando una mostra che aveva lo sco- suo sorriso nella sua veste di cuoco, assieme al- po di far conoscere l’artista. Ci sono indubbia- la moglie Linda durante quelli che a noi piace mente riusciti visto il buon esito della stessa e i chiamare “Sabati letterari” e dove il suo spirito al- positivi commenti sulle sue indubbie capacità pit- pino sprizzava da tutti i pori. toriche Se l’amore per la montagna di “Rai” si è spin- E’ stato con immenso piacere che come Grup- to sino al voler lasciare questo mondo con gli po abbiamo assunto un ruolo di sponsor tecnico scarponi ai piedi ed il giubbotto della nostra as- sociazione indossati, non si può non ricordare cercando di concorrere alla buona riuscita della anche la passione che aveva per la pittura. mostra svolgendo un servizio che ha coperto l’in- Si “Rai” era un valente pittore che oltre la pro- tero periodo di esposizione dove 15 alpini si sono pria soddisfazione personale nell’esporre in pa- alternati al presidio della sala espositiva presso il recchie mostre collettive, ha cercato con il suo Palazzo Ducale. insegnamento da vero Maestro d’Arte di non in- Ma in fin dei conti, come abbiamo già avuto segnare solamente le tecniche pittoriche ma, in modo di dire, la nostra partecipazione altro non primo luogo, di trasmettere quella passione e era che una scusa per stare ancora in qualche quell’amore per la pittura che solamente uno spi- modo vicino al nostro amico e Alpino “Rai”. rito puro come era il suo sapeva infondere. FB

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA IN FAMIGLIA

ScARPONcINI – il socio aggrega- – il signor Albino SANTO STEFANO D’AVETO to Giuseppe Ottonello. Conti, fratello del socio Ro- – la signora Antonia Raggi, BORZONASCA – Alice, nipote – il socio Gian- mano Conti del socio Luigi Cademartori. zia del socio Giorgio Raggi. franco Capellini. – la signora Li- – Lorenzo, figlio del SANTO STEFANO D’AVETO NERVI – il socio Andrea Fa- via Sacco, madre del socio socio Francesco Cavo e di – la signora Delia Chiesa, zia scio, classe 1948. Mauro Mignone e moglie del mamma Laura, nipote di non- dei soci Lorenzo Fontana, socio del Gruppo di Isola del no Pasquale e zio Federico. ORERO – il socio Graziano Roberto Pareti, Giampiero e COGOLETO – Gabriele, nipo- Corsiglia, classe 1965. Cantone Gianfranco Mignone Giuseppe Cella, Mario e Pie- te del socio Nicolino Rossi. – il socio Agostino GENOVA CENTRO – la si- tro Fugazzi, e Luigi Cella. – Aurora, fi- Stefano Arata, classe 1919, gnora Dina Rocchi, madre SANTO STEFANO D’AVETO glia del socio Alessandro Tor- reduce di guerrra. del socio Walter Manini. – il signor Lino Raimondi, cu- rigini. –GOLFO PARADI- GENOVA CENTRO – la so- gino dei soci Giulio e Giovan- MASONE – Andrea e Veroni- SO – il socio Antonio Ceravo- rella del socio Pietro Firpo, ex ni Campomenosi. ca, nipoti del Capogruppo lo, classe 1938. presidente sezionale. SANTO STEFANO D’AVETO Piero Macciò. REZZOAGLIO – il socio Gio- – il si- – la signora Ersilia Pareti, zia MEZZANEGO – Emanuele, vanni Neri, cognato del socio gnor Armando Di Poce, suo- del socio Mauro Fontana. nipote del socio Giuseppe Gi- Silvio Biggi e zio del socio cero del socio Alberto Ceccoli. – la signora Ir- nocchi (nonno). Luigi Biggi. ISOLA DEL CANTONE – il si- ma Gastaldo, suocera dei gnor Simone Parodi, suocero SANTO STEFANO D’AVETO REZZOAGLIO – il socio Bru- soci Enrico Valentini e Ugo no Queroli. dell’amico degli alpini Paolo – Anna, figlia del socio Silva- Dondero. RIVAROLO – il signor Vin- Tiddia. no Campomenosi. TORRIGLIA – il signor Ar- cenzo Rago (Duccio), fratello ISOLA DEL CANTONE – la si- SANTO STEFANO D’AVETO mando Beltrami padre dell’a- del socio Antonio Rago. gnora Livia Sacco, moglie del – Elettra, nipote del socio mico degli alpini Maurizio Giampaolo Rossi. SAMPIERDARENA – il socio socio Gianfranco Mignone e Domenico Rosso. madre del socio del Gruppo di Beltrami, sindaco di Torriglia. ***** TORRIGLIA – la signora Er- Ai genitori i più vivi rallegra- SAMPIERDARENA – il socio Cogoleto Mauro Mignone. Giovanni Celso, classe 1949. – il signor Giuliano minia Mazzarello suocera del menti e gli affettuosi auguri da socio Giorgio Cavagnaro. parte della famiglia alpina. SAMPIERDARENA – il socio Sivori, fratello del socio Ivo Marco Ughetti, classe 1968. Sivori. VALVERDE – la signora Lui- SAN COLOMBANO CERTE- LAVAGNA – il signor Arman- gia Cipollina, di anni 101, Al PINIFIc I NOLI – il socio Stefano Rag- do Oggiano, consigliere del suocera del socio Enrico Campora. BORZONASCA – la gentile gio, fratello del Capogruppo CAI di Chiavari, padre del so- Giovanni Raggio (Gianetto). cio Alessandro Oggiano. VALVERDE – la signora Gel- signorina Barbara Rossi con somina Susini, madre dell’ami- il signor Marcello Cademarto- SANTO STEFANO D’AVETO MASONE – il signor Enrico co degli alpini Roberto Nicoli. ri, figlio del socio Luigi e nipo- – il socio Battista Tosi (Pino) Evelli, padre del socio Marco VALVERDE – il signor Pieri- te del socio Maurizio Gastal- classe 1941, cognato del ca- e zio del socio Alessandro di, cugino dei soci Renzo pogruppo di Rezzoaglio Pastorino. no Rossi, fratello del socio Longinotti e Mauro Curotto. Claudio Rocca e cugino del MASONE – la signora Adeli- Raffaele socio Giovanni Battista Tosi. na Pastorini, nonna dell’ag- VOLTRI – la signora Luigia ***** TORRIGLIA – il socio gregato Pierpaolo Puppo. Gaggero, vedova dell’ ex capo Da tutti gli alpini auguri di tanta Giacomo Mussio. NE – la signora Angela Chia- gruppo Andrea Bozzano, rifon- felicità ai novelli sposi e … tan- vetta, moglie del socio Giulio datore del Gruppo nel 1954. ti bocia. FAMIGl IARI Alloro. PROTEZIONE CIVILE – il ALTAVALFONTANABUONA NERVI – la signora Natalina suocero del volontario Stefa- l u TTI – la signora Elena Corsiglia, Agnetta, madre dei soci Car- no Baliani SOc I zia dei soci Luigi e Ugo De lo e Giuseppe Consigli. ***** ALTAVALFONTANABUONA - Francesco. RAPALLO – la signora Maria A tutti i famigliari l’espressione il socio Giovanni Badaracco. ALTAVALPOLCEVERA – la Luisa Valente, madre del so- del più vivo cordoglio da parte ALTAVALPOLCEVERA – il signora Mary Traverso, madre cio Roberto Basso. delle penne nere genovesi. padre del socio Marco Locht- del socio Mauro Gamberi. REZZOAGLIO – il signor mans. ALTAVALPOLCEVERA – la Walter Fontana, padre del BOLZANETO – il socio Rinal- signora Sandrina Parodi, ma- socio Mirko Fontana. l Au REE do Parodi, classe 1933. dre del socio G.B. Parodi. REZZOAGLIO – il signor ALTAVALPOLCEVERA – La BUSALLA – il socio Giacomo – la signora Mari- Giancarlo Fontana, nipote del signorina Elena Farenzi, fi- Dellacasa, classe 1928, ulti- na Limido, moglie del socio socio Francesco Fontana. glia del socio Daniele Fa- mo dei soci fondatori del Marco Vigne REZZOAGLIO – il sugnor renzi, si è laureata con lode gruppo. BARGAGLI -. La signora An- Umberto Foppiani, fratello in “Economia e manage- BUSALLA – il socio ultra cin- giolina Russomanno, madre del socio Eraldo Foppiani. ment marittimo e portuale”. quantennale Lino Corradi, del socio Armando Gobbi. REZZOAGLIO – la sgnora Congratulazioni, Dottoressa. Noemi Badaracco, moglie del classe 1942. BUSALLA – la signora Fran- TORRIGLIA – la signorina ca Agosti, madre del socio socio Mario Cella. CARASCO – il socio Rinaldo Giulia Casale, nipote del Casella Emanuele Odino. RONCO SCRIVIA – la signo- CAMPOLIGURE – la moglie ra Maria Luisa Aletti, madre socio Bruno Casale, si è CASTIGLIONE CHIAVARE- laureata in “Ingegneria Chi- SE – il socio Enrico Salini. del socio Gianfranco Casa- del socio Andrea Badino. grande. SANTO STEFANO D’AVETO mica”. CHIAVARI – il socio Daniele Congratulazioni, Ingegnere. Nicora. CAMPOLIGURE – il signor – la signora Angela Carpane- CORNIGLIANO – il socio Antonio Pastorino padre del se, cugina del socio Giorgio TORRIGLIA – la signorina Giorgio Totis. socio Giovanni Pastorino. Carpanese. Giulia Sanguineti, figlia del- MASONE – il socio Giacomo CARASCO – il suocero del SANTO STEFANO D’AVETO la signora Silvia moglie del Pastorino, classe 1915, redu- socio Maurizio Finocchietti. – il signor Giorgio Razzetti, co- socio Carlo Garbarino, si è ce delle campagne di Grecia gnato del socio Guido Campo- laureata in “Economia e e Albania, socio fondatore del – la signora Iolanda Brillante menosi e zio dei soci Gino e Commercio”. gruppo. madre del socio Renzo Rolleri. Silvano Campomenosi. Congratulazioni, Dottoressa.

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA IN FAMIGLIA, SPECIALI BUONE NOTIZIE

BORZONAScA Al IcE cADEMARTORI

Il socio Luigi Ca- demartori, cogna- to del Socio Mau- rizio Gastaldi, nonché zio dei Soci Renzo Lon- ginotti e Mauro Curotto, raggiante di felicità con la piccola nipotina Alice, nata il 6 set- tembre 2017. Feli- citazioni a Nonno Luigi, Nonna Ines ed ai genitori della scarponcina Mi- chele Cademarto- ri e Sara Isetti. Ed anche alla pic- Il 9 settembre 2017, il Signor Marcello Ca- cola Agnese, so- demartori, figlio del Socio Luigi Cademarto- rellina maggiore ri, nipote del Socio Maurizio Gastaldi, non- di Alice, Scarpon- ché cugino del Socio Renzo Longinotti e cu- cina biricchina gino del Capogruppo Mauro Curotto, si è che ha tempora- unito in matrimonio con la gentile Signorina neamente "ruba- Barbara Rossi. to" il Cappello a Nonno Luigi.

GOl FO PARADISO FESTA PER Il VEcIO EMIl IO FERREccIO Grande partecipazione, da Vitturin, per il com- pleanno (e sono 94…) del “vecio” Emilio Fer- reccio del Gruppo Alpini Recco Golfo Paradiso. Festeggiamenti calorosi e tanta commozione per un alpino che è stato protagonista, a ven- t’anni, di una delle pagine più dolorose e tragi- che della nostra storia. Arruolato poco più che diciannovenne e assegnato a reparti in zona di confine, veniva sorpreso dall’armistizio e coin- volto nelle vicissitudini successive. Scampato alla prigionia iniziava una lunga marcia verso casa percorrendo centinaia di chilometri a piedi e con mezzi di fortuna e sfuggendo numerose volte alla cattura. Il Gruppo Alpini Avegno Recco Golfo Paradi- so lo ha festeggiato, partecipando con grande gioia alla serata organizzata in suo onore, con il Capo Gruppo Franco Bonavena e numerosi esponenti della Sezione di Genova.

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA IN FAMIGLIA, SPECIALI BUONE NOTIZIE

BOl ZANETO l ORENZO TORRI Lorenzo Torri, nato il 22 Gennaio 1928, socio del Gruppo Alpini Bolzaneto dal 2001, il giorno 22 Gennaio 2018 ha compiuto il suo 90° compleanno. Auguri da parte di tutto il Gruppo.

RIVEDERSI DOPO 58 ANNI l numero sul fregio, un distintivo (e non importa se la nappina non è più quella di allora) ...”tu hai fatto il militare in quel btg, ... quando, in che compagnia...?”: due commilitoni di tanti anni fa, alpi- Ini della Julia, 8° regg., btg Gemona (nappina color… neve), insieme per 18 mesi, prima a Bassano del Grappa, poi a Pontebba e Moggio Udinese tra il '58 ed il '59, che, salutatisi al conge- do, non si erano mai più rivisti, dopo 58 anni si sono ritrovati così, in occasione dell'inaugurazione della nuova sede a Rezzoaglio, l'ottobre scorso. “Dove hai fatto il C.A.R.?”, “a Bassano”, “in che anno?”, “1958”, “allora sei Beccacino !”: questo il dialogo con cui è stato riconosciuto Romano Baliani, capogruppo di Castiglione Chiavarese da Giovanni Traversone, socio del gruppo di Rezzoaglio. Frequenti ai nostri raduni, con quel copricapo con la piuma, sorprese così, che danno un ulteriore tocco di umanità e amicizia al nostro stare insieme.

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BOl ZANETO

Di Lui ricorderemo il Suo amore per la natura ed FRANcO cRAVEDI i valori umani che hanno caratterizzato tutta la 8 GENNAIO 2008 – 8 GENNAIO 2018 Sua vita. E’ vivo il ricordo del Gruppo Alpini di Bolzaneto, Rinaldo era, è stato e sarà sempre con noi! ed ovviamente dell’ amata Carla, per Franco BOLZA GROUP Cravedi, grande amico e marito esemplare, che dieci anni orsono è andato avanti. Di lui ricordiamo in particolare la sua grande ope- rosità sia a favore del Gruppo che a favore della MASONE Sezione in occasione dell’ultima Adunata Nazio- nale tenutasi a Genova nel 2001. Ciao Franco * * * RINAl DO PARODI Nella mattina del 13 marzo scorso è andato avanti l’alpino (caporalmaggiore tavolettista di Cp. Mortai) Rinaldo Parodi classe 1933. Fratello minore di Adriano Parod,i classe 1921, artigliere alpino inquadrato nella Divisione Cuneense – 4° Reggimento Artiglieria Alpina – Gruppo Val Po – 73a Batteria disperso nella sciagurata campa- gna di Russia e del quale nel 2015 venne ritro- vato il piastrino poi riconsegnato, con cerimonia ufficiale, appunto al nostro Rinaldo. Rinaldo è stato un uomo di elevate doti morali, un vero e sincero amico, un sicuro punto di rife- GIAcOMO PASTORINO rimento. Ha speso la Sua esistenza per la fami- All’età di 102 anni è andato avanti Giacomo glia e sempre a contatto con la gente e tra la Pastorino, classe 1915, reduce di guerra delle gente della Sua Bolzaneto comunicando sempre campagne di Grecia e Albania, socio fondatore, positività. nel 1956, del Gruppo Alpini Masone.

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MONEGl IA GIANFRANcO cAPEl l INI Gianfranco eri tra i nostri soci più anziani, fiero graduato istrut- tore del battaglione Mondovì, 4° reggimento della Taurinense, ora sei andato ‘avanti’, tra le tue amate montagne, nel Paradi- so di papà Cantore ove hai ritrovato i tuoi compagni di naja e gli alpini del tuo Gruppo che ti hanno preceduto. Nella luce del Signore e nella ritrovata bellezza e fierezza dei tuoi vent’anni, ben allineato con i tuoi amici alpini come nel Piazzale della tua caserma,”Maggiore Galliano”, a Mondovì Piazza, sempre fe- dele al motto del tuo battaglione “nostri i silenzi e le cime”. Nel nostro Gruppo, eri sempre il primo ad accorrere e ben ope- rare in ogni evento e manifestazione con il continuo solo inten- to di tenere alto il nome degli alpini monegliesi. Senza di te Gianfranco siamo tutti un po’più poveri, ci manca il tuo insegnamento, la tua saggezza, il tuo esempio costante che ha infuso e rafforzato nei nostri cuori quei peculiari valori alpini, senso del dovere, del sacrificio, lealtà, onestà, solidarie- tà che ti animavano e che ci hanno reso tutti migliori e degni dei nostri “Veci”. Il tuo caro ricordo sarà sempre nei nostri cuori e siamo certi che quando alzeremo i nostri visi al cielo, da lassù ci sorriderai. Gli alpini di Moneglia

RAPAl l O AGOSTINO ARATA Gustìn sei andato avanti sommessamente e qua- si in sordina, in linea con la tua condotta di tutta una vita… ben 99 anni vissuti intensamente con radica- ti e tutt’uno con il tuo essere quei peculiari valori al- pini, senso del dovere, sacrificio, onestà che hai sempre praticato nella tua lunga vita e che hai in- segnato a noi tuoi ‘bocia’. Figlio di operosi migranti vedesti la luce a Valparaiso nel lontano Cile e poi il destino e motivi familiari ti portarono in Italia, la ter- ra dei tuoi avi, ed ancora fanciullo te ne innamora- sti e pensavi di non lasciarla più, quando a vent’an- ni nel 1939 ti chiamarono per la leva a Mondovì de- stinato al battaglione alpino Pieve di Teco, comu- nemente chiamato battaglione “anciùa” poiché ali- mentato in massima parte da liguri, e lì ti diedero quel cappello alpino che hai onorato poi, con tutti quei valori che rappresenta. per l’intera tua lunga esistenza. re il tempo di rendersi conto dell’immensità della tra- Credevi a ferma ultimata, ormai ventunenne, di ri- gedia incombente che ti trasferiscono in Albania e da entrare alle tue belle colline con vista mare sopra lì a marce forzate verso il fronte greco, dove nel fan- Rapallo, a S.Quirico di Assereto, ma il destino bef- go e nell’orrore di quei continui combattimenti, anche fardo aveva disposto diversamente e per molti an- all’arma bianca, scoprirai tutta la vacuità della retori- ni non rivedrai più la tua casa ed i tuoi Cari. ca e delle grancasse che avevano accompagnato le L’Italia era entrata in guerra e tu eri stato trattenuto truppe alpine alla partenza per la decantata ’impresa per mobilitazione ed inviato sul fronte occidentale balcanica’ ‘spezzeremo le reni alla Grecia’...! per, la seppur breve, Campagna di Francia, neppu- Rientrato finalmente in Patria, ormai circa a tre anni

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PERIODICO PER GLI ALPINI DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA IN FAMIGLIA, ANDATI AVANTI dal tuo arruolamento, il tuo battaglione ‘Pieve di Te- stretto al lavoro forzato, la conclusione del conflitto co’ inserito nella Divisione Cuneense ha l’ordine di ti vede In un campo di lavoro in Polonia e, beffa del partenza ,nell’estate del 1942, per l’ultima più dis- destino, liberato proprio da quei russi che t’aveva- astrosa Campagna di guerra , quella di Russia. no mandato a combattere… versatile ed ingegno- Partirete dalla stazione di Cuneo Gesso con oltre so, avevi imparato abbastanza il russo per neces- 200 tradotte, per l’intero Corpo di Spedizione, e sità e ti ricordavi ancora varie canzoni in quell’i- viaggerete per quasi tre settimane prima di arriva- dioma e nei momenti più smaglianti nella Sede del re a destinazione, dopo il treno le marce forzate tra tuo gruppo alpini di Rapallo allieterai poi i tuoi alpi- i girasoli, il sole e la polvere dell’estate russa, ed ni con canti melodiosi che erano un vero pezzo di infine vi attesterete sul Don, con vista dall’altra storia alpina vissuta. Emigrante, alpino, quasi sette parte sul nemico. Ma dopo l’estate viene l’inverno, anni fra leva, guerra e prigionia, e poi nel dopo- in quella che sembra una guerra di posizione, ma guerra, oste, ristoratore, postino e contadino, hai nel dicembre cambia tutto e si scatena l’inferno, il sempre onorato quel cappello che portavi con fie- fronte è sfondato e l’Armata Rossa dilaga per ogni rezza e le medaglie che avevi conquistato nelle ter- dove, inizia il ripiegamento. La terribile ritirata di ribili campagne di guerra per il tuo coraggio, forza Russia ove tu patisti a temperature glaciali il gelo, fuori dal comune- fino all’anno scorso alla bella età la fame, la disperazione, la perdita della gran parte di 98 anni ascendevi allegramente al Rifugio Mar- dei tuoi compagni e ti salvasti miracolosamente so- gherita del tuo Gruppo sul monte Pegge sopra lo perché, sbandato, con spezzoni di altre Divisio- Montallegro - fedeltà, senso dell’onore anche nei ni, ti unisti alla Tridentina e riuscisti ad uscire dalla momenti più duri e grande solidarietà verso i tuoi terribile sacca di accerchiamento russo a Nikola- compagni ed il prossimo. Ora lassù nel Paradiso di jevka e Dio solo sa come, potesti rientrare in Pa- Cantore, ove avevi un posto riservato in prima fila tria con poco più di due dozzine di tradotte contro da tempo, ci guardi con quel tuo bel sorriso che ve- le varie centinaia della partenza! Ma le tue soffe- niva dal profondo del tuo animo, semplice ma ric- renze non erano ancora terminate e la sventura ti co, e ci sosterrai nello sforzo di mettere in pratica colpirà ancora nel giorno dell’armistizio, l’otto set- tutto quello, moltissimo, che ci avevi insegnato, tembre, nella zona del Brennero ove il tuo batta- Gustìn sei nei nostri cuori ed in tutti i cuori alpini ed glione era stato ricostituito, allorquando i tedeschi aiutaci ad essere degni di quella penna che abbia- inferociti dal “tradimento italiano” aprirono il fuoco mo sul cappello e di poterla portare con la stessa sugli alpini e spedirono in Germania nei campi di fierezza ,onore ed orgoglio con cui l’hai portata tu concentramento i superstiti fra cui tu Gustìn. per quasi ottant’anni. Trasferito in vari campi di concentramento e co- Valter Lazzari ed il Gruppo Alpini di Rapallo

SAMPIERDARENA GIOVANNI cEl SO Una vita dedicata alla famiglia e agli Alpini. Nato a Genova Sampierdarena il 29 maggio 1949. Nel 1970/71 ha prestato servizio nel 1° Rgt Art. da Montagna – Gruppo Susa Iscritto dal 1973 al Gruppo di Sampierdarena “Gen. A. Cantore”; era pronto un diploma per il suo 45° anno di iscrizione all’ANA. Lo ricordiamo più volte Consigliere Sezionale e Vice Presi- dente; nel 2004 in qualità di Vice Presidente Vicario per 5 me- si ha retto la Sezione a causa dell’assenza del Presidente Gianni Belgrano colpito da un malore nel corso dell’Adunata Nazionale di Trieste. Coordinatore della Protezione Civile Se- zionale con il compianto Bastianutti. Responsabile nella Commissione Rifugio Maria Elena. Nell’Adunata Nazionale di Genova del 2001 coordinatore del settore Attendamenti e Campeggi. Nel Gruppo ha ricoperto l’incarico di Consigliere fino al 2002, poi Tesoriere dal 2003 al 2011 ed infine Revisore dei Conti dal 2012 fino al 2017, nonostante un malanno di cui la scienza non ha trovato rime- dio lo avesse costretto su una sedia a rotelle, impedendogli di continuare a dedicarsi agli Alpini.

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Caro Gianni. cesso a Cantore per radunare i suoi Alpini; alme- Raccolto in dolorosa meditazione nella chiesa no “speriamo” che così avvenga… Sai, Gianni: io parrocchiale di Capriata d’orba, circondato da non sono tra quelli che “sperano”, sono certissimo una folla di amici e di Alpini che si stringono ad che in questi giorni lassù si sta facendo una gran Anna, Francesco e Marianna, ti penso finalmente festa perché è arrivato un Alpino tutto d’un pezzo, sereno, ormai libero dalle sofferenze terrene. innamorato della famiglia, della penna, dell’Asso- Ricordi? “zaini a terra!” Quante volte lo avrai sen- ciazione, dei valori alpini, e che agli Alpini ha de- tito come Artigliere del “Susa” durante le intermi- dicato tutto il suo impegno, dividendolo con gli im- nabili marce di addestramento in Italia e in Nor- pegni familiari. vegia! Ricordi il sollievo che si provava a sentire Se c’è un rammarico è quello di riconoscere che, quell’ordine? ora ti sei definitivamente liberato nel periodo più doloroso della tua esistenza, non del pesante zaino che il destino ha voluto caricar- sempre alcuni di noi hanno colto appieno la tua ti sulle spalle negli ultimi anni della tua ancor gio- sofferenza. Ma non è il momento dei rimpianti: tu, vane vita, ma che hai dolorosamente e dignitosa- da lassù, sulla cima dell’universo, guardaci con i mente portato, circondato dall’affetto e dalla dedi- tuoi occhi sereni. E raccomandaci a Chi può te- zione della tua amata Anna, di Francesco e di nerci una mano sul capo per impedirci di sbanda- Marianna e degli amati nipoti. re troppo … Quando un Alpino “va avanti” lo immaginiamo ac- Il tuo amico Angelo. colto in quell’angolo di Paradiso che è stato con- Genova Sampierdarena - Capriata d’Orba, 14 dicembre 2017

MARcO u GHETTI E’ ANDATO AVANTI MARCO UGHETTI – Un vero Alpino, negli ultimi anni colpito duramente negli affetti e nella salute. Nato a Genova il 10 marzo 1968 – Morto il 17 gen- naio 2018 Servizio nel 2° Rgt Alpini, Battaglione Saluzzo - Congedato il 15 luglio 1988. Iscritto al Gruppo dal 2007 - Consigliere di Grup- po - Componente attivo dell’Unità di P.C. della Sezione di Genova

Ciao Marco. Ricordo le giornate passate insieme a lavorare nei boschi, nei fiumi (e persino in un canile): ti ricordo orgoglioso di portare la divisa gialla della Protezio- ne Civile, un’attività di cui andavi fiero, nessuno potrà dire il contrario; ricordo anche la tua missio- ne nelle zone terremotate, con quanta passione sei partito. Ricordo gli scherzi a con Massi- Il tuo Gruppo, gli Alpini di Cantore, ti porteranno mo e Antonio, I‘Adunata di Asti, il torneo di calcio sempre nel cuore. Tu vegliaci da lassù. al don Bosco, con Gaetano, Simona e gli altri ra- Mario Cardillo gazzi, sempre con tanta voglia di scherzare per Ciao Marco, compiacere gli amici. Ci vuole coraggio, sai Mar- Sul tuo volto sempre un sorriso, una gioia che ve- co, nella vita, nei rapporti, nella famiglia: quel co- niva da dentro, che metteva a proprio agio le per- raggio che a me è mancato per dirti, quel venerdì sone che hai incontrato. all’ospedale: "Marco sai, ho saputo della tua ma- Amavi sentirti utile agli altri. Ti sentivi ed eri parte lattia, ma tu non ti devi preoccupare”. attiva della comunità, nei vari gruppi che seguivi, Ed ora ti dico: “Il posto che Gesù ti ha riservato è i tuoi commilitoni alpini, gli amici della protezione un posto pieno di affetti, con i tuoi amici più cari civile con i quali hai condiviso diverse missio- e molte persone piacevoli, persone buone che ni umanitarie, ricordo quando raccontavi della non giudicano. Ci sarà anche la tua cara mamma missione nelle aree terremotate dove ti eri recato che tante volte ricordavi con affetto; la tua mam- con il giovane amico Gaetano. Grazie Marco per ma è lì per abbracciarti, con il papà e la tua cara il servizio che hai svolto nei molti pomeriggi, sorella Anna Maria. quando tenevi aperto il campetto dell'oratorio di

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San Bartolomeo del Fossato. Ricordo l'entusiasmo di portare con Gaetano i ragazzi al torneo di calcio che l'Istituto Don Bo- sco organizzó per i gruppi e le Parrocchie. Ricordo l'attenzione che ponevi quando si saliva sulle scale a mettere le bandierine per la festa... Ora quando volgeremo lo sguardo verso gli sca- lini più alti nei servizi e nelle missioni, ritroveremo il tuo sorriso rasserenante, sicuri che ci sorreggerai anche da lassù. Grazie Marco ora riposa in pace. Fabrizio Maranini

Sono rimasto molto addolorato quando ho avuto la notizia del- la morte di Marco Ughetti. Con Marco ho condiviso tutto il CAR a Cuneo fra le file del Battaglione Mondovì nel luglio 1987 e precisamente eravamo assieme nella 3ª squadra del primo plotone della 11ª compagnia. Avevamo fatto dei viaggi in mac- china assieme per venire a Genova in licenza e avevo cono- sciuto anche il padre. Poi sono stato trasferito al Battaglione Saluzzo nella Compagnia Comando a Borgo San Dalmazzo e di lui persi le tracce. Ci siamo rivisti quando io sono stato as- Crocifisso rinvenuto spezzato tra le segnato alla 22ª compagnia a Boves mentre Marco era fucilie- macerie del terremoto, da Marco restaura- to e donato all’Abbazia di S. Bartolomeo re nella 23ª compagnia. Certo non era portato per la vita mili- del Fossato, la sua Parrocchia. tare ma lo incontravo spesso nei viali della caserma sempre sorridente. Poi dopo la naja ci siamo persi di vista, ognuno in- daffarato nelle faccende della propria vita civile fino a quando non ci siamo incontrati, una quindicina di anni fa, durante la festa della Madonna del Don curata dagli alpini del Gruppo di Sampiedarena. Da allora, ristabilita l'amicizia, era sempre bello rivederci. Mi raccontava del suo impegno nella protezione civile sezionale e delle feste alpine a cui andava. Chi lo ha conosciuto lo ricorderà sempre per la sua bontà e la sua simpatia. Lorenzo Santagata

SESTRI l EVANTE GIu SEPPE Al MORI Nato a Genova l'11.08.1934, aveva prestato servizio militare negli Alpini nelle montagne Piemontesi ed era iscritto alla sezione Alpini di da moltissimi anni. Ha partecipato a tutti i raduni sia locali che Nazionali, ha partecipato a tanti eventi come volontario compresa l'alluvione del Piemonte, è stato un attivis- simo partecipante della Sezione Locale di Sestri Levante finché la malattia che lo ha portato via glielo ha permesso. Ai funerali nella parrocchia di Santa Vittoria di Libiola a Sestri Levante (GE) davanti al sagrato della chiesa ad attenderlo sotto una pioggia battente, oltre a tantissimi amici e conoscenti, c'era un picchetto molto numeroso formato da tanti suoi compagni di tanti raduni che, con le loro bandiere ed il loro cap- pello alpino hanno voluto accompagnarlo durante questo suo ultimo viaggio con gli occhi gonfi dalle lacrime, in un commosso e rispettoso silenzio. Sono stati momenti molto toccanti per tutti i presenti, quando la bara con il cappello alpino scolpito nel legno ha attraversato il picchetto di alpini sul- l'attenti prima di fare il suo ingresso in chiesa e quando il Capogruppo di Busalla ha recitato la preghiera dell'Alpino dall'altare, mentre i suoi compa- gni di tante trasferte assistevano alla messa in piedi intorno al feretro a dimostrazione che gli alpini sono uniti fino alla fine, un'emozione talmente forte che noi familiari non dimenticheremo mai. Un caloroso ringraziamento da parte dei familiari alla Sezione Alpini di Sestri Levante da parte della moglie Giovanna e delle figlie Roberta e Grazia.

39 RADUNO SEZIONALE 2017 A SANTO STEFANO D’AVETO

Alpinetti senza paura