CULTIVAR DI OLIVO LAVAGNINA: IDENTITA’ DEL LEVANTE di Alessandro Giacobbe

Ponente e Levante di e una cultivar di olivo simile. Da un lato Taggiasca, a Ponente, dall’altro Lavagnina a Levante. Un denominatore immediato. Devono il loro nome ad una località, rispettivamente Taggia e . locale: serve sul posto o è merce Giorgio Gallesio a riconoscere di scambio, senza dimenti- una nomenclatura ed asso- care l’importanza religiosa: ciare le cultivar. Gallesio, almeno una lampada con la sua Pomona Ita- al Santissimo Sacra- liana (1817-1839), parla mento e i sacra- di Olea sativa ita- menti del Battesimo lica, ovvero Ulivo o dell’Estrema Gentile. Correg- Unzione necessi- giolo, Frantoio, tano di olio, dun- Razza, Tagliasca, que per le stori- Lavagnina, Luc- che chiese pievi chese, Olivier de del Levante ligure Grasse, Olivier e per tutte le par- pleureur. Gallesio rocchie sorte di incalza: “La Lava- secolo in secolo. gnina è un’oliva Soltanto nel Cin- che si tiene per pri- quecento la piazza vilegiata anche nella di Genova richiederà Liguria Orientale, e se anche a Levante notevoli l’olio che produce in quantità di olio, doppiando quel littorale non gode la l’importazione da Ponente e Oliva Lavagnina riputazione di quelli di Nizza favorendo un’espansione della e di Diano ciò si deve attribuire al coltura fino al XIX secolo, con prezzi modo difettoso di estrarlo piuttosto che vantaggiosi. Nel frattempo è chiaro che una al terreno o alla varietà”. Così anche l’abate produzione di qualità e di alto livello passa Gian Maria Picconi, autore dei Saggi sull’eco- sempre di più da un contesto di proprietà nomia olearia, pubblicati nel 1808, nota che importanti ai piccoli e medi coltivatori. L’olio la Giuggiolina detta volgarmente taggiasca, del Levante è dunque un bene a larga diffu- celebre da Ventimiglia fino alla valle d’An- sione sociale. Per quanto riguarda la fase cru- dora diventa lavagnina da Genova a Mone- Due centri agricoli storici che hanno irradiato stica, a parte quanto potesse appartenere a ciale del XVI secolo, attorno al 1530, una “cara- glia. Molti anni più tardi, l’analisi di Carlo cultura olivicola al territorio circostante e San Fruttuoso di Capodimonte. Il fatto che tata”, indagine catastale-fiscale genovese, Carocci Buzi ne Le varietà di olivo coltivate hanno dato nome a celebri cultivar legate in la diffusione dell’olivo sia così diversificata, indicava nel Levante ligure una produzione in Liguria, pubblicato nel 1950, individua in modo forte al territorio ligure, occidentale anche come tempi di collocazione, nega a olearia in surplus rispetto ai fabbisogni locali provincia di Genova la preminente presenza ed orientale. Per lungo tempo si è pensato priori un’opera diffusa da parte esterna, vuoi nelle podesterie o comunque nei siti ammi- della Lavagnina al 60 % del totale, seguita (e all’azione decisiva di ambiti monastici per dai monaci di San Colombano, che pure nistrativi di , , e Casti- lo si elenca per curiosità, anche da Pinola, la collocazione degli olivi in Liguria orien- apprezzavano l’olivo, o piuttosto da parte glione, La selezione della Lavagnina doveva Rossese, Mortina, Negrera, Olivastrone, Otto- tale. In particolare era indicato come cen- dei Crociati. Di fatto il Moggia nota che nel essere già avvenuta, perché si parla di una brina e Spagnola, le ultime con percentuali tro diffusivo l’abbazia di San Colombano di XIII secolo c’è la spinta maggiore ad intra- cultivar produttiva. A fine Settecento-inizio modestissime). Sempre il Carocci Buzi avvi- Bobbio. Sono rilevanti a proposito gli studi prendere l’olivicoltura. Si esaminano 200 atti Ottocento saranno figure come il pomologo cina in modo deciso Lavagnina a Taggia- del professor Carlo Moggia, basati su inoppu- notarili relativi al nel periodo: le terre gnabili fonti documentarie. La coltivazione olivate sono 37% circa del totale (contro il25% dell’olivo si attesta sin dalla fine del X secolo della vite). La concentrazione maggiore è per UN RECUPERO e dall’inizio dell’XI, soprattutto nel Chiava- le aree costiere, mentre nell’interno la pene- rese (Maxena, Leivi, Sanguineto), a Lavagna trazione è difficile, considerando peraltro le INTELLIGENTE (Graveglia), nel Sestrese (Libiola), a Sori. Ci condizioni climatiche ben più rigide rispetto Il Panificio e Pasticceria Barbieri, uno dei forni si trova dunque nel Tigullio, un territorio che ad oggi, soprattutto dal 1350 circa in avanti. storici di Chiavari sta realizzando un interessante dal Golfo Paradiso e la val Bisagno a ovest, È in questa fase che, verosimilmente, si deli- progetto per la valorizzazione del territorio. Oltre la val Trebbia e la val d’Aveto a nord, la val nea la selezione della cultivar. Lavagna, per ad essere uno dei protagonisti del rilancio della Nocciola Ligure misto Chiavari il titolare Piero di Vara e le meravigliose e silenti baie del posizione e possibilità operative nella fertile Barbieri ha rilevato un antico oliveto che verrà Levante a est comprende , Santa valle Entella, può aver avuto un ruolo chiave. destinato alla produzione di olio da utilizzare nel Margherita Ligure, Rapallo, , Chia- Del resto l’olivo Lavagnina è considerato la sua pasticceria garantendo così la qualità e l’origine vari, Lavagna e sul mare. La “cugina di Levante della Taggiasca”. Proba- delle materie prime. Nel progetto è coinvolta anche la Cooperativa Agricola Rurale di Isola di Borgonovo prima diffusione olivicola nel Genovesato è bilmente ci si trova di fronte ad un “ecotipo” che si occuperà della cura e della produzione legata sì a proprietà ecclesiastiche, non solo ovvero ad un albero che trova proprio nel dell’olio. La prima frangitura è prevista nel 2019. monastiche, mentre nel Tigullio occidentale Tigullio la sua zona di elezione, assumendo (Rapallo, Recco, , Portofino) l’im- caratteristiche distintive. Una coltura di Contatti: Panificio e Pasticceria Barbieri, Piazza Cavour 10 pianto è più tardo. Rispetto a 800 anni fa non grande valore economico, dunque, che si 16043 Chiavari - Tel.0185.308655 - www.pandolce.it c’è riferimento alla grande proprietà mona- radica fortemente nel contesto economico 39 38 sca. Oggi le schede preparate dalla Regione Liguria in Le varíetà di olivo liguri. Caratte- LA COOPERATIVA rizzazione morfologica, fisiologíca, climatica e genetica delle principali varietà e produ- La Cooperativa Agricola Rurale di Isola di zioni olivicole della Liguria ci parlano di una Borgonovo, nel comune di , è stata pianta con caratteri simili alla Taggiasca, per costituita il 27 Luglio 2005 con l’obiettivo principale invaiatura precoce e graduale e tipologia del di valorizzare i prodotti del territorio, in particolare frutto, considerando anche la propensione ad occupandosi della produzione di olio extravergine di oliva di prima qualità. La realtà cooperativa o essere utilizzata come oliva da mensa. Pic- di aggregazione fra agricoltori è una dimensione cola e gustosa. Interessante anche l’elenco molto legata all’olivicoltura ed alla gestione del di sinonimi: Giuggiolina a Genova; Olivo di territorio del Levante ligure. Isola di Borgonovo non Lavagna a Lavagna; Rapuina a Chiavari, Pegli fa eccezione, ma la sua operatività è lungimirante, e Voltri; Taggiasca piccola a Lavagna. Non si in quanto recupera una dimensione tradizionale può però negare l’unicità della Lavagnina in e territoriale. Peraltro Mezzanego, in valle Sturla, rapporto al suo territorio di elezione. Anche è parte di quel territorio rurale genovese che e soprattutto per l’amore che chi la coltiva però guarda verso il Tigullio e ha vissuto la sua dedica agli alberi, così come allo studio di vicenda storica all’ombra della signoria dei Fieschi quanto è tipico e territoriale nell’agricoltura di Lavagna. Tra le varie tipologie di oli prodotti, del Tigullio, come ha fatto Paolo Passano si trova l’olio evo della Riviera del Levante con con il suo libro Memorie di futuro. E per quel certificazione D.O.P., estratto da olive raccolte in fruttato che dona, per quella punta legger- uliveti gestiti dalla Cooperativa e conferite dai mente piccante e con intonazioni di pinolo soci, è composto principalmente da olive coltivar e carciofo e comunque la dolcezza che rende Lavagnina, cugina della taggiasca del Ponente. riconoscibile l’olio ligure. Lavagnina vuol assieme a Razzola e Pignola. Almeno il 65 % In tal senso spicca l’iniziativa sociale di legare dire caposaldo nella composizione dell’olio della composizione è per queste cultivar, che la produzione olivata alla suggestione emotiva extravergine di Oliva DOP Riviera Ligure- si possono comunque presentare anche come della possibilità, per i clienti, di “adottare un Riviera di Levante, dato che il disciplinare di olio monocultivar. Riconoscibile, distintivo, olivo” nei terreni recuperati. Clienti, ma sarebbe meglio dire “amici”, perché il rapporto tra uomo e produzione le assegna un valore preminente equilibrato e identitario. territorio è quello che più coinvolge l’operato della Cooperativa. E in questo contesto rientra anche chi visita, collabora, acquista, apprezza. L’olio DOP Riviera Ligure-Riviera di Levante è sicuramente un importante traguardo raggiunto da questa piccola Cooperativa che negli ultimi anni è sempre più attiva sul territorio anche per il recupero di noccioleti e la produzione di prodotti unici con materie prime nostrane per permettere di ritrovare e conoscere gusti e profumi incredibili.

La raccolta delle olive lavagnine English version of pages 36-41

ern cousin of the Taggiasca”. Most likely it is Lavagnina: an “ecotype”, i.e. a variety that finds its fittest environment in the Tigullio as well as its truly the olive distinctive features. Definitely more than crop, olive farming soon cultivar of displayed great economic value in the area. Oil eastern Liguria was in fact used locally, traded and employed on occasion od sacraments, too. The plant’s Taggiasca in the Ponente, Lavagnina in the features are analogous to the Taggiasca: early, Levante: the two iconic olive cultivars of the gradual véraison, similar fruit, small and tasty Italian Riviera both owe their name to two (a treat to be enjoyed at the table, too). The Lav- towns, that is Taggia and Lavagna. agnina is also known as Giuggiolina in ; Olive farming in Liguria dates back to the Olivo di Lavagna in Lavagna; Rapuina in Chia- 10th/11th centuries in the zones around Chi- vari, Pegli and Voltri; Taggiasca piccola in Lav- avari (Maxena, Leivi, Sanguineto), Lavagna agna. Flashing through Lavagnina EVO tasting (Graveglia), Sestri Levante (Libiola), Sori; a bit later in western Tigullio (Rapallo, Recco, Camo- notes, it is fruity, slightly pungent, with pine gli, Portofino). There, thanks to its position and nut and artichoke hints – the iconic sweet, to the fertility of the Entella valley, Lavagna balanced harmony of signature Ligurian EVOs. played a key role. Not surprisingly Lavagnina is a stronghold of The Lavagnina olive is known as the “east- PDO Riviera Ligure-Riviera di Levante EVO. BISCOTTI DEL LAGACCIO In the Genoese area the term “Lagaccio” refers for traditional biscuits of ancient origin: they were the choice of sailors away at sea for months. Biscotto means “twice baked”, Lagac- cio hints to the artificial lake (now dried) built by Genoese warlord Andrea Doria to provide water to his grand palazzo. According to local lore, a bakery stood by - a synthesis of history and legend. The original biscuit was obtained from bread loaves, baked, sliced and let dry in the oven. It had to keep for weeks in the food larder of ships as the staple fare of sailors. This simple product probably had a scenting ver- sion featuring fennel seeds and maybe a bit of saba (i.e. cooked grape juice) or honey, too (sugar was an expensive spice). Through time, Lagaccio biscuits were enriched with fats (but- ter, olive oil and – once – lard) and sugar. Dec- linations abounded, each of them linked to the name of a specific manufacturer. Lagaccio biscuits are made with flour, butter, sugar, sourdough (fennel seeds are optional). After rising. Loaves are baked: when cold, they a crunchy, dry and tasty biscuit, with a slight are sliced and baked (again). resistance to dunking. Needless to say, leavening and double bak- ing are pivotal. The final output (with mini- Until the postwar period (1950s), Lagaccio bis- mal differences due to the ge ingredients) is cuits were a festive days treat. 42 43