MUS I CA Il respiro del mondo nel Tango di dall’italiano Rossini, dal polacco Chopin, dal tedesco Liszt fino al russo Stravinsky nel Nove- Nasceva l’11 marzo di cento, dando luogo a un’identità musicale di 100 anni fa il musicista, tipo cosmopolitico. compositore D i s o m o ge n e i tà e Il , che non riguarda una sola città ma l’i n te ra arrangiatore argentino nazione americana non sarebbe pensabile al di fuori dell’integrazione culturale tra la comunità nera, i bianchi, gli ebrei e tutte le altre componenti variegata di Carlo Piccardi della realtà statunitense. La stessa diso- mogeneità etnico-culturale è caratteristica di Buenos Aires, per cui verrebbe da dire che le Danza, canzone, ricerca strumentale: il Tango, na- con- portano to fra l’umanità diseredata di Buenos Aires (fra gli dizioni che la musica al progresso non quelle emigranti italiani, tedeschi e di altri paesi d’Euro siano che la radicano a una forte stabilità - stilistica, bensì quelle che la costringono al pa spintivi dalla necessità e carichi di passato, fra con- gauchos fronto, ripensare la propria identità, modifi- i scesi da cavallo e inurbati, trascinanti a a nella grande città la memoria della pampa), si è carla in funzione di una trasformazione sociale e permanente. imposto agli Argentini come un’esperienza tota- culturale L’Europa, lizzante capace di riassumere in sé tutta la ric- col suo assetto di nazionalità stabilizza- te, ha da tempo di influenzare il del- chezza della loro cultura e della loro esperienza. cessato corso la musica nel mondo. ricchezza di storia di Non si può parlare di regola, ma non è certo ca- La una suale che le situazioni di sofferenza, di oppressio- città come Berlino ad esempio non basta a dotarla delle prerogative necessarie determinare l’evo ne o di emarginazione quando riguardano un in- a - luzione di nozione musicale che è possibile tero popolo trovino voce nella musica, al punto da una invece in città addirittura prive di passato do- consegnare a questa e non ad altro l’a u te n t i c i tà ma interagiscono i vettori espressivi più disparati della loro espressione. Gli zigani magiari e rume- ve ni, i gitani spagnoli, i neri dell’America del jazz in conseguenza della realtà multietnica a cui deve ecc. documentano situazioni che, al pari del Tan- far riferimento. go in Argentina, individuano nella propria Buenos Aires ha avuto a ha ancora queste caratte- espressione musicale l’emblema della loro cultu- ristiche, benché Astor Piazzolla non abbia mai fatto riferimento esclusivo alla città natale. ra, che nessun libro, nessuna poesia, nessun qua- sua Emigrato famiglia dro potrebbero rivelare più compiutamente. con la a New York all’età di tre anni è là che impara il bandoneón. C’è anche qualcosa d’altro che accomuna il Tango a suonare Quella distanza geografica gettò il di alle esperienze citate: il loro nascere al crocevia seme una fra i popoli, l’instabilità dei modelli culturali che vi distanza culturale, nel senso che la sua immede- Tango confluiscono. La prima grande città che accolse simazione nelle forme del non fu mai tota- gli compiere quella gli zigani (i quali di per sé già convivevano con le e consentì di svolta che un porteño ignaro di ciò che capita fuori della Ungheresi, Valacchi e altre comunità derivando- sua probabilmente potuto ne determinate caratteristiche) fu Vienna al tem- città non avrebbe fare. po dello storico Congresso del 1815, la quale con Sinfonico prima dell’o rc h est ra confermava il ruolo di crogiuolo di popoli ciò suo Alla radice di tale processo sta lo sganciamento il cui risultato fu la grande musica strumentale del Tango dal canto, dalla canzone. Come canzo- del classicismo di Haydn, Mozart, Beethoven, il Tango è tenuto a garantire una linearità: Schubert. Vienna la musica emble- ne A assurse a spezzare una melodia significa compromettere il della cultura proprio in quanto espres- ma sua testo. Sciolto il Tango dal canto a Piazzolla è stato più ogni grado sione di altra in di realizzare la possibile sviluppare ciò che nervosamente si agi- proveniva- sintesi tra i modi ‘nazionali’ che vi tava nel tessuto strumentale, cioè quella fram- componenti dell’Impero (dall’I- no dalle varie mentazione del materiale tematico, quell’angolo talia, dalla Boemia, dall’Ungheria, dagli slavi - sità delle cellule componibili e scomponibili come del sud ecc.). maniera degli zigani è La stessa in un puzzle, quell’energia ritmica che non deriva all’origine dello stiramento ritmico tipico del da un apparato percussivo (praticamente assente valzer viennese. Parigi nell’Ottocento, che fu nell’orchestra di Tango) ma che si sprigiona dal capitale letteraria per la Francia, fu capitale modo in cui si confrontano e si sovrappongono le europea per la musica, luogo d’i come n co n t ro cellule tematiche diramate in tutte le parti in un di esponenti delle varie tradizioni nazionali, continuo spostamento d’accenti. L’immagine so- nora che ne deriva accumula con ciò una tensione unica, indescrivibile, che porta la protervia e la carica isterica del modello espressivo di base a un NEL CANTON TICINO livello d’astrazione e d’universalizzazione supre- mo. Se nel 1979 il Concerto para bandoneón fu il Tre volte luganese risultato di un incarico di composizione, la ricer- ca di nuovi rapporti consentiti dall’impiego del- Astor Piazzolla fu a Lugano tre volte. La prima l’orchestra sinfonica si presentava invece come lo per registrazione per la Televisione della sbocco naturale di scrittura che nei confronti una una Svizzera italiana realizzata colori nel vecchio dell’elaborazione motivico-tematica deve a non studio di Paradiso nel 1974, prodotta da Carlo operare adattamento vi riconosce la un ma sua Piccardi dell’uscita di b go”, stessa modalità. Il Tango di Piazzolla è già sinfo- in occasione “L i e r ta n il suo primo disco realizzato in Italia. La seconda nico prima di adattarsi all’orchestra sinfonica: es- col quintetto il 13 ottobre 1983 al Palazzo dei è talmente indissociabile dalla concezione suo so congressi. La terza in concerto tenuto al Tea- contrappuntistica, in cui ogni parte strumentale è un tro Apollo l’11 dicembre 1989 con l’Orchestra del- legata in un rapporto di necessità senza distinzio- la Rsi diretta da Bruno Pizzamiglio nell’esecu ne tra voce principale e accompagnamento, che - zione del Concerto para bandoneón e di altri bra- nella sua versione sinfonica diventa l’esplicitazio - ni suoi in versione sinfonica. In quest’ultima finale di obiettivo tendenzialmente sotteso oc- ne un casione Carlo Piccardi realizzò un’intervista al- nel Tango ‘da camera’. suo l’artista che è possibile ascoltare accedendo al sito della Rsi (www.rsi.ch/musica/documentari Oltre la contemplazione o www.rsi.ch/musica/artis ti). RED Su questa base gli è stato possibile collegare diret- tamente la sua esperienza alla grande tradizione musicale europea e a rompere quel rapporto di contemplazione esotica che da sempre investe il Tango argentino. Se il Tango di Gardel ci appare LA DEFINIZIONE esotico in quanto documenta una realtà a noi lon- tana, il Tango di Piazzolla pulsa direttamente co- ‘El asesino’ espressione della nostra stessa realtà. La sua me Bandoneón, sorta di fisarmonica nata per la mu- variante sinfonica in questo senso conta tanto sica sacra, poi divenuta strumento fondamentale quanto quella del ritrovare il canto , suo con nelle orchestre di tango. Al ritorno Mar del Plata, della capacità di inserirsi nel filone del jazz a sua forte anche dello studio del pianoforte, il 15enne , del suo spaziare meditativo con Piazzolla si fa le ossa in molte di queste formazio- col Kronos Quartet. Certamente la esperienza sua ni prima di trasferirsi, 17enne, Buenos Aires. An- testimonia di quelle operazioni che si ripeto- a una che durante i successivi studi parigini negli ulte- nella storia, del popolare che feconda la tradi- e no riori soggiorni nella Grande Mela, il giovane musi- zione colta, fu la maniera zigana rivisitata come cista lavora tango che scompiglio da Franz Liszt nelle Rapsodie ungheresi. In verità a un nuevo crea tra i puristi del genere e che gli varrà l’a p p e l l at i vo il paragone andrebbe fatto Béla Bartók con e con di ‘assass i o’, più precisamente ‘El asesino del Zoltan Kodaly, poiché Liszt rimasto metà n era a Ta go’. Ma solo in Argentina, perché Europa strada contemplare esoticamente il mondo di n e a Stati Uniti applaudono sin da subito all’innovato quelli che chiamava i “bohémiens” in cui si senti- - Fondato nel 1960, lo storico Quinteto Nuevo coinvolto solo idealmente, mentre i moderni re. va Tango sarà destinatario nella formazione violi- Ungheresi, esattamente Piazzolla ha fatto, – come no, chitarra elettrica, pianoforte, contrabbasso partiti direttamente dalle radici della loro e sono bandoneón di molte delle 750 composizioni. tradizione. Come loro in queste radici egli ha indi- – sue Il tango di Piazzolla include anche altri viduato le regole di linguaggio universale, nuevo un ca- strumenti mai utilizzati nel tango tradizionale, pace di superare i limiti della geografia locale, di l’organo Hammond, la batteria, il basso tenersi legato alla radice per succhiare dalle origi- come elettrico. L’ ‘L i b ta go’, registrato Milano il diramandosi fronde lussu- e r n a ni nutrimento, ma in patria, reggianti cogliere respiro nel 1974, nell’Italia sua seconda li contem- per il del mondo. pla quelle quelle tutti. Di session, e di per l’album con Gerry Mulligan, ‘Summit-Reunion Cumbre’, sono testimoni viventi il bassista Pino Presti e il batterista . RED IL RICORDO Inv i e i er nr no o p o r te ñ o di Daniel Ritzer

Capita spesso che vita e morte si intrec- (...) veramente ricco, riuniva sul palcoscenico Oggi, grandi cino. mentre celebriamo i cent’an - tutti i musicisti che avevano accompa- quel genio ni dalla nascita di che fu gnato Astor in buona parte della sua carriera: il Astor Piazzolla, la mia memoria mi por- poeta Horacio Ferrer e il Quinteto composto da ta dritto a una serata invernale di Bue- Néstor Marconi (bandoneón), Gerardo Gandini nos Aires, esattamente il 15 giugno 1996. (piano), Fernando Suárez Paz (violino), Oscar quel periodo, il di López (chitarra) (con- In sotto nome ‘Astor - Ruiz ed Héctor Console ta n go’, per tre giorni si rendeva omag- trabbasso). In più le voci di Amelita Baltar, Nelly gio grande compositore marplatense al Vázquez, Jorge Sobral, José Angel Trelles e Raúl (così vengono chiamati quelli che na- Lavié. Il meglio del meglio. Plata) quattro scono a Mar del deceduto Il caso vuole che quel freddo sabato di giugno anni prima. Erano in tutto tre serate di fosse anche il penultimo giorno di quella che prima concerti, la dedicata al rapporto probabilmente è stata la settimana più triste di Piazzolla col jazz. Per l’o ccas i o n e della mia vita: il lunedì 10, poco prima dell’alba, Gary suonarono niente meno che Bur- mia madre aveva smesso di lottare contro la sua figlio ton e Chick Corea insieme al di malattia dopo dieci anni di battaglie, il cancro Astor, Daniel Piazzolla. La seconda, l’aveva portata via. Ma il biglietto per l’ultimo quella gettonata, riguardava meno l’in - concerto di ‘Asto r ta n go’ ce l’avevamo già. Quin- fluenza di Piazzolla sul continente ame- di, nonostante il dolore, ho insistito con mio pa- ricano. La terza, il piatto forte: ‘P i a zz o l l a dre per andarci lo stesso. Anche perché (posso p o r te ñ o’ (porteño è il cittadino di Bue- dire oggi, venticinque anni dopo) soffrire ascol- Aires, arrogante sussiegoso nos e se- tando Piazzolla è un bel modo di soffrire. gli condo abitanti delle altre ventitré È difficile dire quanto ho pianto quando, verso province Paese). porteño, del Da buon la fine del concerto, Gandini si mise a suonare al l’ultima serata non me la volevo perde- piano l’introduzione di ‘Adiós Nonino’. Quel- padre acqui- re. Così ho convinto mio ad l’addio che Piazzolla aveva composto per salu- biglietti largo anticipo padre, stare i con per as- tare suo Don Vicente. Chi lo ha mai sen- posto platea. sicurarci il in Il program- tito quel brano sa di cosa sto parlando: a mio (...) ma era avviso le emozioni che riesce a suscitare sono paragonabili soltanto ai colpi alla tastiera di Keith Jarrett nel suo ‘Köln concert’. Cosa fosse Mar del Plata nel 1921 posso solo im- maginarlo. Mi aiuta il fatto che laggiù, cent’anni dopo, tante cose sono ancora le stesse (il che non per forza è positivo). Marzo al sud del mondo è la fine dell’estate , quell’11 marzo di cent’anni fa segnò anche l’ini- zio di una vita prodigiosa. Astor Piazzolla rivo- luzionò il tango e la musica in generale, non c’è alcun dubbio. Ma soprattutto Astor regalò al- l’Argentina le note giuste per un popolo che vive nella malinconia.