L'elisir D'amore
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opera Stagione teatrale 2014-2015 TEATRO DANTE ALIGHIERI Gaetano Donizetti L’elisir d’amore Fondazione Ravenna Manifestazioni Comune di Ravenna Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Regione Emilia Romagna Teatro di Tradizione Dante Alighieri Stagione d’Opera e Danza 2014-2015 L’elisir d’amore melodramma in due atti musica di Gaetano Donizetti Teatro Alighieri 28 febbraio, 1 marzo con il contributo di partner Sommario La locandina ................................................................ pag. 5 Il libretto ....................................................................... pag. 6 Il soggetto .................................................................... pag. 27 Che c’è da ridere nell’“Elisir d’amore” di Francesco Izzo ..................................................... pag. 29 Antidoto ai veleni delle regine: il bordeaux di Dulcamara di Fulvio Stefano Lo Presti ................................ pag. 35 La vocalità dell’Elisir d’amore di Rodolfo Celletti ................................................... pag. 41 L’Elisir d’amore ritrovato: conversazione con Leo Nucci, regista di Giancarlo Landini .............................................. pag. 45 Coordinamento editoriale Cristina Ghirardini Il profumo dell’erba tagliata. GraficaUfficio Edizioni Conversazione con Stefano Ranzani Fondazione Ravenna Manifestazioni di Sara Dieci ................................................................ pag. 49 Si ringrazia il Teatro Municipale di Piacenza per aver concesso il materiale editoriale. I protagonisti ............................................................. pag. 52 Foto © Prospero Cravedi L’editore si rende disponibile per gli eventuali aventi diritto sul materiale utilizzato. Stampa Edizioni Moderna, Ravenna L’elisir d’amore melodramma in due atti musica di Gaetano Donizetti libretto di Felice Romani Edizioni Casa Ricordi, Milano personaggi e interpreti Adina Maria Mudryak Nemorino Marco Ciaponi Belcore Andrea Vincenzo Bonsignore Il dottor Dulcamara Daniel Giulianini Giannetta Ludovica Gasparri Cantanti selezionati nell’ambito del Progetto “Opera Laboratorio 2014” direttore Stefano Ranzani regia Leo Nucci regista collaboratore Salvo Piro scene Carlo Centolavigna costumi Artemio Cabassi disegno luci Claudio Schmid Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di Piacenza maestro del coro Corrado Casati assistente alla direzione d’orchestra Nicola Valentini direttore musicale di palcoscenico Fabrizio Cassi maestro al pianoforte Kayoko Ikeda direttore di scena Luigi Barilone maestro collaboratore di sala Kayoko Ikeda maestro collaboratore di palcoscenico Alberto Vannucci maestro alle luci Patrizia Bernelich responsabile allestimenti scenici Emanuele Grilli responsabile settore tecnico Teatro Municipale di Piacenza Michele Cremona scene realizzate da Keiko Shiraishi, Modena presso Teatro Comunale di Modena tele dipinte da Rinaldo Rinaldi attrezzi contadini Museo civiltà contadina Piacenza attrezzeria Fondazione Teatri di Piacenza, E. Rancati s.r.l. Cornaredo (MI) costumi, calzature e parrucche Artescenica, Reggio Emilia materiale elettrico Fondazione Teatri di Piacenza; Gemmiluci, Milano animali in scena addestrati da Vito Salvia, Verona Si ringrazia il Maestro Leo Nucci per l’utilizzo del Mosquito (telaio Bianchi, 1945) nuovo allestimento coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza e Teatro Alighieri di Ravenna 5 ATTO PRIMO Nemorino L’elisir d’amore (A lei pian piano Scena prima vo’ accostarmi, entrar fra lor.) libretto di Felice Romani (da Le Philtre di Eugène Scribe) Il teatro rappresenta l’ingresso d’una fattoria. (Tutti attenti intorno di Adina.) musica di Gaetano Donizetti Campagna in fondo ove scorre un ruscello, sulla cui riva alcune lavandaie preparano il Adina bucato. In mezzo un grande albero, sotto il (legge) PERSONAGGI quale riposano Giannetta, i mietitori e le “Della crudele Isotta mietitrici. Adina siede in disparte leggendo. il bel Tristano ardea, Adina, ricca e capricciosa fittaiuola soprano Nemorino l’osserva da lontano. né fil di speme avea di possederla un dì. Nemorino, coltivatore, giovane semplice, Giannetta e Coro Quando si trasse al piede innamorato d’Adina tenore Bel conforto al mietitore, di saggio incantatore, Belcore, sargente di guarnigione nel Villaggio baritono quando il sol più ferve e bolle, che in un vasel gli diede Il Dottor Dulcamara, medico ambulante basso comico sotto un faggio, appiè d’un colle certo elisir d’amore, Giannetta, villanella soprano riposarsi e respirar! per cui la bella Isotta Del meriggio il vivo ardor da lui più non fuggì.” tempran l’ombre e il rio corrente; ma d’amor la vampa ardente Tutti Cori e Comparse ombra, o rio non può temprar. Elisir di sì perfetta, Villani e villanelle, soldati e suonatori del reggimento, un notaro, due Fortunato il mietitore di sì rara qualità, servitori, un moro. che da lui si può guardar! ne sapessi la ricetta, conoscessi chi ti fa! L’azione è in un villaggio nel paese de’ Baschi. Nemorino Il soggetto è imitato dal Filtro di Scribe. (guardando Adina che legge) Adina Gli è uno scherzo; e come tale è presentato ai cortesi Lettori. Quanto è bella, quanto è cara! “Appena ei bebbe un sorso Più la vedo, e più mi piace... del magico vasello, Felice Romani ma in quel cor non son capace che tosto il cor rubello lieve affetto d’ispirar. d’Isotta intenerì. Essa legge, studia, impara... Cambiata in un istante, non vi ha cosa ad essa ignota... quella beltà crudele io son sempre un idiota, fu di Tristano amante, io non so che sospirar... visse a Tristan fedele; Chi la mente mi rischiara? e quel primiero sorso chi m’insegna a farmi amar? per sempre ei benedì.” Adina Tutti (ridendo) Elisir di sì perfetta, Benedette queste carte! di sì rara qualità, È bizzarra l’avventura. ne sapessi la ricetta, conoscessi chi ti fa! Giannetta e Mietitori Di che ridi? fanne a parte di tua lepida lettura. Scena seconda (Suona il tamburo: tutti si alzano. Giunge Adina Belcore guidando un drappello di soldati che È la storia di Tristano, rimangono schierati nel fondo. Si appressa ad è una cronaca d’amor. Adina, la saluta e le presenta un mazzetto) Coro Belcore Leggi, leggi... Come Paride vezzoso porse il pomo alla più bella, 6 7 mia diletta villanella, Tutti Tutti or sul prato, or sul ruscel: io ti porgo questi fior. Belcore Andiam, andiam. ti dirà che è in lei natura Ma di lui più glorïoso, Più tempo invan non perdere: (Partono Belcore, Giannetta e il coro) l’esser mobile e infedel. più di lui felice io sono, volano i giorni e l’ore; poiché in premio del mio dono in guerra ed in amore Nemorino ne riporto il tuo bel cor. è fallo l’indugiar. Scena terza Dunque io deggio?... Al vincitore arrenditi; (Nemorino e Adina) Adina da me non puoi scappar. Adina (alle donne) Nemorino All’amor mio (È modesto il signorino!) Adina Una parola, o Adina. rinunziar, fuggir da me. Vedete di quest’uomini, Giannetta e Coro vedete un po’ la boria! Adina Nemorino (Sì davvero.) Già cantano vittoria L’usata seccatura! Cara Adina!... non poss’io. innanzi di pugnar. I soliti sospir! Faresti meglio Nemorino Non è, non è sì facile a recarti in città presso tuo zio Adina (Oh! mio dispetto!) Adina a conquistar. che si dice malato, e gravemente. Tu nol puoi? perché? Belcore Nemorino Nemorino Nemorino Veggo chiaro in quel visino (Un po’ del suo coraggio Il suo mal non è niente – appresso al mio. Perché! ch’io fo breccia nel tuo petto. Amor mi desse almeno! Partirmi non poss’io... Chiedi al rio perché gemente Non è cosa sorprendente; Direi siccome io peno, Mille volte il tentai... dalla balza ov’ebbe vita, son galante, son sergente; pietà potrei trovar. corre al mar che a sé l’invita, non v’ha bella che resista Ma sono troppo timido, Adina e nel mar sen va a morir: alla vista d’un cimiero; ma non poss’io parlar.) Ma s’egli more, ti dirà che lo trascina cede a Marte, Iddio guerriero, e lascia erede un altro?... un poter che non sa dir. fin la madre dell’Amor. Giannetta e Coro (Davver, saria da ridere Nemorino Adina Adina se Adina ci cascasse, E che m’importa?... Dunque vuoi?... (È modesto!) se tutti vendicasse codesto militar! Adina Nemorino Giannetta e Coro Sì, sì; ma è volpe vecchia; Morrai di fame, e senza appoggio alcuno... Morir com’esso, (Sì davvero.) e a lei non si può far.) ma morir seguendo te. Nemorino Nemorino Belcore O di fame o d’amor... per me è tutt’uno. Adina (Essa ride... oh! mio dolor!) Intanto, o mia ragazza, Ama altrove: è a te concesso. occuperò la piazza. Alcuni istanti Adina Belcore concedi a’ miei guerrieri Odimi. Tu sei buono, Nemorino Or se m’ami, com’io t’amo, al coperto posar. modesto sei, né al par di quel sergente Ah! possibile non è. che più tardi a render l’armi? ti credi certo d’ispirarmi affetto; Idol mio, capitoliamo: Adina così ti parlo schietto, A due in qual dì vuoi tu sposarmi? Ben volentieri. e ti dico che invano amor tu speri, Adina Mi chiamo fortunata che capricciosa io sono, e non v’ha brama Per guarir da tal pazzia, Adina di potervi offerir una bottiglia. che in me tosto non muoia appena è desta. ché è pazzia l’amor costante, Signorino, io non ho fretta: dèi seguir l’usanza mia, un tantin pensar ci vo’. Belcore Nemorino ogni dì cambiar d’amante. Obbligato. (Io son già della famiglia.) Oh! Adina!... e perché mai?... Come chiodo scaccia chiodo, Nemorino così amor discaccia amor. (Me infelice! s’ella accetta, Adina Adina In tal guisa io rido e godo, disperato io morirò.) Voi ripigliar potete Bella richiesta! in tal guisa ho sciolto il cor. gl’interrotti lavori. Il sol declina. Chiedi all’aura lusinghiera perché vola senza posa Nemorino or sul giglio, or sulla rosa, Ah! te sola io vedo, io sento, 8 9 giorno e notte, in ogni oggetto: che al par di me sappiate per poco io ve lo do. Dulcamara d’obbliarti invano io tento, ch’io sono quel gran medico, L’ho portato per la posta Sorprendenti. il tuo viso ho sculto in petto... dottore enciclopedico da lontano mille miglia. La mia saccoccia è di Pandora il vaso. Col cambiarsi qual tu fai, chiamato Dulcamara, Mi direte: quanto costa? può cambiarsi ogn’altro amor.