SNA

Rassegna Stampa del 12/05/2014

La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE

SNA

10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 5 Pensioni agenti assicurativi, Fonage a rischio commissario

ALTRE ASSOCIAZIONI Il capitolo non contiene articoli

SCENARIO ASSICURAZIONI

11/05/2014 Corriere della Sera - Nazionale 7 «Axa punta sul mercato italiano Montepaschi, alleanza più stretta»

11/05/2014 Il Sole 24 Ore 9 Se il mercato cambia le maggioranze

12/05/2014 Il Sole 24 Ore 10 Giovani, selezioni aperte dal retail alle banche

10/05/2014 La Stampa - Alessandria 12 Un "polo" dedicato ai motori ora con la concessionaria Leauto

10/05/2014 ItaliaOggi 13 I tributaristi in società

12/05/2014 La Repubblica - Affari Finanza 14 Piccolo e a rischio di estinzione l'albergo cerca aiuto

12/05/2014 Corriere Economia 15 Spese Caccia all'ultimo risparmio

12/05/2014 Corriere Economia 17 Busta arancione per tutti

12/05/2014 Corriere Economia 19 Eventi La festa si avvicina Le aziende aprono le porte

12/05/2014 Corriere Economia 23 Portafogli Cercasi un paracadute anti-tasse

12/05/2014 Corriere Economia 25 Holding e trust Passare la mano così è più facile 12/05/2014 ItaliaOggi Sette 28 Rc auto, risparmiare si può

10/05/2014 Milano Finanza 30 Al top nella governance

10/05/2014 Milano Finanza 32 Una rete gonfia di profitti

10/05/2014 Milano Finanza 34 Ma Renzi fa bene a rispolverare l'abolizione della Covip?

10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 35 Ma ad l'agente diventa titolare dei dati dei clienti?

10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 36 La donazione può diventare «sicura»

10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 38 modello Scaroni

10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 40 Le polizze trainano i ricavi Vita e Previdenza rami forti

10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 42 Gli obiettivi convergono sull'aumento delle masse

11/05/2014 Il Fatto Quotidiano 43 "I primi 40 anni del No che cambiò noi e l'Italia"

09/05/2014 Effe - Risparmio e Investimenti 46 Fondi pensione e PIP Chi costa meno e chi rende di più

11/05/2014 Investire 48 Alcuni colossi solidi

11/05/2014 Investire 50 Aspettando le Poste

SNA

1 articolo 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

previdenza Pensioni agenti assicurativi, Fonage a rischio commissario È quanto accadrebbe se entro il 30 giugno non venisse presentato il piano di risanamento

Vitaliano D'Angerio e Federica Pezzatti Un mese e mezzo. È il tempo a disposizione per mettere a punto il piano di riequilibrio dei conti di Fonage, il fondo pensione degli agenti assicurativi che, primo in Italia, ha bloccato i trasferimenti degli iscritti ad altre forme di previdenza integrativa. Una decisione presa per evitare ulteriori problemi alle casse del fondo a cui aderiscono 15.714 agenti e che gestisce un patrimonio di 900 milioni. Entro il 30 giugno Ania, l'associazione delle assicurazioni, e i sindacati di categoria dovranno presentare il piano di risanamento alla Covip, authority di settore. Se non si trovasse un accordo fra le parti, potrebbe essere deciso il commissariamento di Fonage. «Le parti sociali hanno espresso la volontà di trovare delle soluzioni per il fondo - ha dichiarato a Plus24 il presidente di Fonage, Francesco Pavanello - confido quindi che non ci sarà nessun commissariamento dello stesso. Il prossimo incontro fra le parti per discutere del piano è previsto per il 13 maggio». bilancio e calcolo delle riserve A monte dei problemi di Fonage vi è il nuovo metodo di calcolo delle riserve tecniche stabilito dal decreto ministeriale 259/2012: il fondo, per tale calcolo, dovrà tenere conto solo dei contributi degli iscritti e non più di quelli delle future generazioni. Con tali modalità, il disavanzo del 2012 sale a 786 milioni di euro e quello del 2013 è a quota 706 milioni; l'ultimo bilancio è stato approvato il 29 aprile dall'assemblea del fondo. Ci sono altre cause per tale squilibrio? «No, deriva soltanto dall'applicazione della nuova regola di calcolo delle riserve - ricorda Pavanello -. Tanto è vero che il bilancio tecnico al 31 dicembre 2012, calcolato come previsto dalla normativa fino ad allora vigente, era in equilibrio. Lo squilibrio è emerso perché la nuova norma non permette di tener conto dell'apporto contributivo dei nuovi ingressi». A questo punto bisognerà aspettare il piano di riequilibrio per capire quanto durerà il blocco dei trasferimenti ad altri fondi: «Il blocco - conferma Pavanello - cesserà alla fine del periodo previsto dal piano stesso. La durata di tale piano sarà concordata tra le parti». Nelle recenti modifiche Covip al regolamento del 15 luglio 2010, è stato stabilito che i piani di riequilibrio non possono essere superiori ai dieci anni, oltre a indicare una serie di documenti e relazioni di accompagnamento. cosa dicono i sindacati Sul tema Fonage, nessun commento da parte di Claudio Demozzi, presidente Sna, sindacato storico degli agenti: «Fino al prossimo incontro sul fondo non possiamo approfondire ulteriormente la tematica visto che le principali determinazioni proprio sugli aspetti evidenziati non sono state ancora assunte». Più critico il sindacato Anapa presieduto da Vincenzo Cirasola: in una newsletter viene spiegato che «Anapa è stata la prima associazione a lanciare l'appello a tutte le parti sociali relativamente al salvataggio del nostro fondo pensione». Nel documento Anapa vengono passati al setaccio i compensi degli organi sociali di Fonage e criticati una serie di investimenti in particolare nel settore immobiliare. Forse martedì prossimo la parola fine all'intera vicenda. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Francesco Pavanello (Fonage)

SNA - Rassegna Stampa 12/05/2014 5

SCENARIO ASSICURAZIONI

24 articoli 11/05/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Intervista L'amministratore delegato: «Con le riforme il vostro Paese è tornato di moda per i mercati» « Axa punta sul mercato italiano Montepaschi, alleanza più stretta» De Courtois: sottoscriveremo l'aumento da 5 miliardi di Siena Puntiamo alla crescita organica ma se ci sono buone opportunità le esaminiamo Sergio Bocconi

«L'Italia è tornata di moda». Frédéric de Courtois, amministratore delegato di Axa assicurazioni e Axa-Mps, è il numero uno della compagnia francese nel nostro Paese. Seduto nella sala del consiglio del palazzo Axa a Milano, dedicata al Nobel per l'economia Franco Modigliani, riassume con una battuta l'orientamento positivo del gruppo transalpino (e non solo) verso il mercato italiano. Orientamento che si può riassumere in tre punti principali: Axa ha in portafoglio oltre 20 miliardi di Bot e Btp e prosegue negli acquisti; seguirà l'aumento di capitale da 5 miliardi del Montepaschi perciò, con il 3,6% si confermerà primo (e unico) socio industriale della banca senese; il nuovo piano strategico per l'Italia prevede una riorganizzazione importante, la crescita con aumento delle quote di mercato, l'«acquissizione» di agenti professionisti sul mercato e nuovi accordi con istituti per la distribuzione delle polizze. Cominciamo dal tema forse più «caldo»: Mps. «Confermiamo quel che avevamo già detto quanto si prospettava la ricapitalizzazione da tre miliardi: seguiremo con la nostra quota l'aumento da cinque. È un segnale di grande fiducia verso Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Abbiamo un dialogo molto importante con il top management, siamo presenti in consiglio e seguiamo con attenzione l'evoluzione della governance della banca. Siamo qualcosa di più di un partner industriale». Nessun dubbio quando la ricapitalizzazione è stata rivista al rialzo? «Consideriamo giusta la decisione, così come la determinazione a fare l'operazione il prima possibile». L'impegno è anche un segnale verso il Paese? «Senz'altro. Dico che l'Italia è tornata di moda per due ragioni. La prima riguarda anche gli altri Paesi più colpiti dalla crisi: grazie in particolare alla Bce è ormai fuor di dubbio che l'euro verrà difeso fino in fondo; in particolare per l'Italia i mercati intravedono un inizio di riforme che vanno nella direzione giusta e una maggiore stabilità politica». Quali i progetti per il nostro Paese? «Vogliamo crescere e rafforzarci in un mercato che presenta novità importanti. Il nuovo piano industriale risponde alle nuove sfide». Per novità si riferisce alle recenti operazioni che hanno coinvolto le maggiori compagnie italiane? «Anche. Certo, la fusione Sai e l'acquisizione degli asset ex Milano da parte di Allianz hanno determinato una maggiore concentrazione nei rami danni: le tre maggiori compagnie detengono il 60% del mercato, uno dei più concentrati in Europa. Ma dobbiamo rispondere anche a sfide "strutturali" come quella digitale: quasi il 60% dei clienti prima di sottoscrivere una polizza va sul web. Cinque anni fa la percentuale era vicina allo zero. È una priorità per Axa nel mondo e anche in Italia. Puntiamo proprio sul digitale per rafforzare la capacità dei nostri agenti di essere vicini a clienti e territorio, in un Paese dove vicinanza e prossimità resteranno centrali. Prenderemo il meglio dei due mondi». Il piano industriale è "unitario", riguarda cioè anche la joint venture con Montepaschi? «In marzo i consigli di Axa assicurazioni e Axa-Mps hanno approvato il nuovo business plan e la nuova governance del gruppo. Prima le due compagnie erano gestite in modo indipendente, con due capi-azienda. Ebbene, dobbiamo gestirle come una sola compagnia. Non possiamo prevedere una fusione perciò nel 2015 partirà una società consortile nella quale confluiranno circa metà dei dipendenti in Italia. Metteremo a fattor comune sistemi informatici, finanza, risorse umane, gestione sinistri e altro: la joint venture con Siena è stabile e ne siamo pienamente soddisfatti, abbiamo una rete agenziale di grande qualità e professionalità, ora

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 7 11/05/2014 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

puntiamo alla condivisione delle strategie di crescita in Italia». Con quali obiettivi? «Oggi, con oltre 6 miliardi di premi, abbiamo una quota di mercato pari al 5% sia nel vita sia nei rami danni. Abbiamo l'ambizione di salire di qualche punto, sebbene senza aver predeterminato target specifici». Anche con acquisizioni? «Pensiamo a una crescita organica. Poi il gruppo in tutto il mondo, Italia compresa, esamina le buone opportunità che si presentano». Come pensate di muovervi? «Puntiamo all'acquisizione di agenti dalla concorrenza, possibilità offerta dalla legge sul plurimandato, continuando a valorizzare la centralità dei nostri attuali agenti. Lo abbiamo già fatto in passato e intendiamo accelerare in questa direzione. In secondo luogo abbiamo deciso di lavorare anche con altre banche, utilizzando due compagnie del gruppo: una già esistente nel vita e una di nuova costituzione nei rami danni.Facciamo questo passo dopo aver raggiunto un accordo in tal senso con Mps, che è e resta il nostro partner bancario più importante». Avete già preso contatti? «Sì, con istituti nazionali e locali. Nomi non posso farne». La bancassurance in Italia ha vissuto fasi alterne. «Non è decollata nei danni, perché i prodotti sono più complessi da studiare e proporre allo sportello. Le banche finora non hanno investito. Ma le cose stanno cambiando rapidamente, gli istituti di credito hanno un grande appetito di polizze danni, come si può ben vedere dall'offerta crescente di Rc auto. Noi pensiamo di puntare anche su salute, previdenza e protezione». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Manager Frédéric de Courtois

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 8 11/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 1 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato DOPO l'ASSEMBLEA ENI Se il mercato cambia le maggioranze Antonella Olivieri u pagina 5

Roma, 8 maggio. Assemblea Eni, in sede straordinaria. Gli azionisti ministero dell'Economia e Cassa depositi e prestiti richiedono di «deliberare in merito alla proposta di introdurre nello statuto un'apposita clausola in materia di requisiti di onorabilità e conesse cause di ineleggibilità e decadenza dei componenti del consiglio». Quattro investitori istituzionali su cinque votano no e la proposta non passa. I fondi presenti all'adunanza con il 28,5% non sono più garantisti del Governo, semplicemente non hanno ritenuto del tutto chiara la ratio di una modifica statutaria in materia già disciplinata dalla legge, che espone la società al rischio di contestazioni e il management a quello di paralisi. Tanto più che non ci sono riferimenti all'estero. Eh sì, bisognerà proprio abituarsi. L'onda lunga del mercato è arrivata nella società italiane a ribaltare vecchie logiche, imponendo un inevitabile cambio culturale all'Italia dei salotti buoni in smantellamento e dello Stato padrone in ritirata. Minoranza di blocco in Eni, lista più votata in Telecom, maggioranza azionaria in Intesa, primo "singolo" azionista in Generali. Mai come in questa campagna assembleare il ruolo degli investitori istituzionali ha assunto evidenza, determinando situazioni senza precedenti. Situazioni con le quali val comunque la pena di confrontarsi. «I soldi vanno dove sono trattati meglio. Se crea le condizioni perchè siano trattati in modo corretto, l'azienda si assicura i capitali per crescere e svilupparsi», osserva Dario Trevisan, il legale che ha portato i fondi esteri a votare in Italia. Trattare tutti gli azionisti in modo corretto significa anche dare adeguata rappresentanza alle minoranze in consiglio. «Il voto di lista che assegna alle minoranze una prerogativa di legge è una peculiarità preziosa del mercato italiano, mai abbastanza sottolineata», fa notare Giordano Lombardo, presidente di Assogestioni, l'associazione dei fondi italiani che si è assunta il compito di selezionare i candidati per gli organi sociali. Sono sempre di più le società che, per necessità o virtù, aprono al mercato: ha ridotto all'osso del 30% l'azionariato sindacato; Rcs nel giro di un anno vedrà aumentare il suo flottante dal 7% al 50%; con la conversione delle risparmio la famiglia Pesenti perderà per la prima volta il controllo assoluto su Italcementi. E si potrebbe continuare. Con il processo di dissoluzione dei patti di sindacato, ormai inesorabilmente innescato e l'altrettanto inesorabile processo di smantellamento del capitalismo di relazione, si va nella direzione in cui più prima che poi si romperà lo splendido isolamento in cui ha vissuto finora Prysmian, (dopo la "resa" di Parmalat) l'unica vera public company italiana, dove gli istituzionali lo scorso anno in assemblea erano presenti col 50,4% del capitale. Un trend che, con l'accelerazione dell'ultima stagione assembleare, rischia di cogliere impreparati gli stessi fondi. Non si tratta solo di inserire più indipendenti in consiglio (oggi mediamente al 40% nelle quotate). «Un concetto che nasce con le public company. Non a caso nelle prime cento società di Wall Street, gli indipendenti nei board sono l'80%», osserva Paola Schwizer, presidente di Nedcommunity, l'associazione italiana degli amministratori indipendenti non esecutivi che conta 350 aderenti. Ma si tratta anche e soprattutto di porsi il problema se in un domani non troppo lontano gli istituzionali possano essere chiamati, come già avviene all'estero, a designare il management delle società rimaste senza un azionariato di riferimento o con un azionariato stabile troppo esiguo per giustificare il controllo. Una questione di assunzione di responsabilità. «Un tempo si diceva che il mercato, se non è d'accordo, "vota coi piedi", uscendo dall'investimento. In futuro forse questo sarà un po' meno vero». Parola del presidente di Assogestioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 9 12/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 17 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato LAVORO Recruiting. I piani delle grandi aziende per offrire posti a studenti e laureati Giovani, selezioni aperte dal retail alle banche Si ricercano addetti vendite e store manager, revisori e analisti Francesca Barbieri

Addetti alle vendite e store manager, revisori junior, figure commerciali per il mondo delle assicurazioni, analisti di bilancio. Sono i principali profili ricercati dalle aziende che hanno partecipato alla ventunesima edizione del «Bocconi&Jobs», il career day dell'università milanese: un buon termometro delle richieste delle imprese a caccia del candidato ideale e dei settori che offrono i principali sbocchi occupazionali per i giovani al primo impiego, neolaureati o studenti universitari. Quest'anno c'è stata la partecipazione di 96 realtà professionali: 63 employer di primo piano nel panorama internazionale e italiano di industria, commercio, energia, tlc, finanza, consulenza e revisione, insieme a 33 studi legali e tributari. Tra le campagne di inserimento appena lanciate spicca quella di H&M Italia, che con 114 punti vendita sul territorio e due nuove aperture (Cuneo e Pisa) già decise si dichiara «in forte espansione» nel nostro Paese, considerato «sempre più strategico». Posizioni aperte per product e junior lease manager, addetti alle vendite e store manager. «Valutiamo le proposte contrattuali - sottolineano dalla società - a seconda del profilo e dell'esperienza del candidato. In ogni caso tutti i nostri contratti sono investimenti che facciamo sulla persona a lungo termine». Il canale d'ingresso privilegiato nel mondo del lavoro, nella maggior parte dei casi, resta comunque lo stage: quasi tutte le imprese sono in cerca di giovani che siano disposti a partecipare a tirocini formativi prima di un eventuale contratto di lavoro. La buona notizia, a quanto dichiarano i recruiter, è che la maggior parte delle esperienze è finalizzata all'assunzione. I rimborsi spese, in media, oscillano tra i 600 e gli 800 euro lordi mensili, con punte di un migliaio di euro. Nel settore della consulenza e dell'audit ci sono le ricerche di Deloitte e di Kpmg: la prima inserisce laureandi come tirocinanti, mentre per i neolaureati la formula più utilizzata è il contratto di apprendistato. La seconda, invece, apre le porte a 50 apprendisti e 20 stagisti nella revisione, a 20 tirocinanti per l'advisory e a 20 consulenti per la divisione "tax&legal". Il comparto finanziario offre diverse opportunità di training on the job ai laureati in economia e commercio: è il caso di Crédit Agricole corporate&investment bank, che da settembre inserirà stagisti nella sede di Milano da avviare alla carriera dell'analisi di bilancio e dell'investment banking, con la possibilità di un successivo inserimento attraverso il contratto di apprendistato. Nel mondo assicurativo si ricercano figure commerciali, «con buone prospettive di guadagno» sottolineano i selezionatori di Generali Ina-Assitalia, che nel primo anno «possono arrivare a 30mila euro lordi». Guarda invece oltreconfine il progetto del colosso della cosmetica L'Oréal per la formazione dei giovani. «Puntiamo a intercettare i talenti ancora nel corso degli anni di studio - spiegano dalla società - per poi "coltivarli" al nostro interno, sviluppando competenze trasversali e capacità d'innovazione». I giovani prescelti sono inseriti nel «Lab graduate program», un percorso di job rotation di 12 mesi nelle funzioni marketing e sales in Italia e all'estero. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le campagne in corso H&M Si ricercano product manager, junior lease manager e addetti alle vendite/store manager. Proposte contrattuali a seconda del profilo e dell'esperienza del candidato. Stage retribuiti finalizzati all'assunzione per addetti vendita. Il programma «International talent», poi, offre stage ai neolaureati di due mesi a Stoccolma, e tra gli 8 e 10 mesi in due Stati all'estero www.hm.com/

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 10 12/05/2014 Il Sole 24 Ore Pag. 17 (diffusione:334076, tiratura:405061) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

DELOITTE Analisti, consulenti fiscali, esperti informatici. Sono le principali posizioni riservate ai giovani da Deloitte. Ai laureandi sono offerte proposte di stage, mentre per i neolaureati la formula più utilizzata è il contratto di apprendistato. La selezione prevede colloqui di gruppo, con un test di valutazione della lingua inglese, e due successivi colloqui individuali. http://careers.deloitte.com/ GENERALI INA-ASSITALIA Per l'agenzia generale di Como e per quella di Piacenza si ricercano figure commerciali, una ventina, da "reclutare" come collaboratori con partita Iva. Previsto un programma di formazione iniziale di 15-20 giorni. Il compenso prevede un fisso più una provvigione. Per un giovane al primo impiego il guadagno iniziale è intorno ai 30mila euro lordi l'anno. http://lavoro.inaassitalia.it/Chi-cerchiamo/ CRÉDIT AGRICOLE Selezione di neolaureati da inserire nella sede di Milano da settembre a dicembre 2014 attraverso la formula dello stage retribuito con possibilità d'inserimento attraverso il contratto di apprendistato. Si ricercano analisti di bilancio e figure da inserire nell'investment banking. Tra i requisiti essenziali l'ottima conoscenza della lingua inglese. http://www.ca-cib.com/ KPMG Porte aperte a 50 apprendisti e 20 stagisti nella revisione, a 20 stagisti per l'advisory e a 20 consulenti per la divisione "tax&legal". Candidature aperte anche ai laureati in economia triennali. Si selezionano anche studenti universitari da inserire attraverso la formula dello stage. http://www.kpmg.com/IT/it/ Careers/Graduate/Pagine/ default.aspx I giovani sono inseriti in un percorso di job rotation di 12 mesi nelle funzioni marketing e sales. Il programma è aperto a giovani professional e/o neolaureati con un percorso d'eccellenza e ottima conoscenza di una lingua straniera oltre all'inglese, esperienza di stage/lavoro in una multinazionale, ottime capacità analitiche, comunicative e di lavoro in team. www.loreal.it L'ORÉAL

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 11 10/05/2014 La Stampa - Alessandria Pag. 67 (diffusione:309253, tiratura:418328) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

A ROSSIGLIONE OFFICINA, AGENZIA DI PRATICHE, ASSICURAZIONE E DA OGGI LA VENDITA DI VETTURE Un "polo" dedicato ai motori ora con la concessionaria Leauto

Un'autofficina, con gommista, centro revisioni, noleggio gru e soccorso stradale; un'agenzia di pratiche auto; un ufficio assicurativo. Nell'ex cotonificio Ligure di Rossiglione, primo lembo di Liguria alle spalle di Ovada, fino a oggi non mancava che un tassello per completare quello che è a tutti gli effetti un polo di servizi per le quattro ruote: un concessionario. Ed ecco che a mettere l'ultima tessera del puzzle è arrivato Fabrizio Prato, 46 anni, che oggi inaugurerà la rivendita «Leauto». Un nome che può sembrare scontato e che non lo è affatto. «Già, perché le prime 3 lettere corrispondono alle iniziali dei figli dei titolari delle varie attività presenti: Lucrezia, Elisa e Alessio» spiega Fabrizio, 25 anni d'esperienza come venditore in un concessionario di Ovada. Ora ha scelto di tornare a casa, nella sua Rossiglione, a una manciata di chilometri dalla città dell'Orba e dello Stura. Posizione ideale, quella prescelta, facilmente raggiungibile dall'Ovadese e dal resto della Valle Stura. «E anche da Genova» fanno notare nella concessionaria. Moderni serramenti rosso lacca si fondono con lo stile industriale di primo Novecento della struttura e fanno il paio con quelli delle attività vicine: la storica officina «Olivieri» (che è anche centro revisioni, gommista, servizio di soccorso stradale e noleggio gru), l'agenzia di pratiche auto «3A» e le . Quattro mondi che si completano e si intersecano, non solo per competenze ma anche fisicamente, visto che a separarli non c'è che una serie di porte interne, sempre aperte. «Qui - spiegano i titolari - i clienti possono trovare tutti i servizi a pochi metri l'uno dall'altro, e con un comodo parcheggio comune». Si può fare la revisione, stipulare una polizza assicurativa, pagare il bollo per la propria macchina. Da oggi, i veicoli si possono anche comprare, grazie a «Leauto», specializzato nella vendita di nuovo e usato con marchi come Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Jeep, Suzuki, Opel, Peugeot, Wolkswagen, riuniti in un ampio spazio espositivo. «Offriamo anche una serie di finanziamenti personalizzati, per venire incontro a ogni esigenza» spiega Prato, che accanto alla scrivania ha ricavato una mini area giochi dedicata ai più piccoli, per permettere ai genitori di scegliere la nuova auto in tranquillità. «Leauto» apre oggi, alle 16, con una grande festa, gadget e un rinfresco preparato dal signor Baschiera. Il concessionario è in via Vallestura 1, nell'ex cotonificio a Rossiglione. Per info: 010 925748 e [email protected].

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 12 10/05/2014 ItaliaOggi Pag. 23 (diffusione:88538, tiratura:156000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Cresce la voglia di associarsi, mentre le Stp rischiano di non vedere la luce I tributaristi in società Numerose le compagini iscritte alla Lapet LUCIA BASILE

Se la riforma delle società tra professionisti, introdotta nell'ordinamento italiano con la legge di Stabilità 2012, rischia di rimanere solo sulla carta, le forme societarie di cui alla legge n. 4/2013 sono già una realtà. Infatti, a un anno dall'approvazione del nuovo regolamento di iscrizione, deliberato il 22 aprile 2013 dal Consiglio direttivo nazionale Lapet, numerose sono le compagini societarie iscritte all'associazione che godono degli stessi servizi messi a disposizione del singolo professionista, solo per citarne uno: la polizza rc professionale. A tal proposito, ha precisato il presidente nazionale tributaristi Lapet Roberto Falcone: «la nostra polizza oltre a essere gratuita e automatica al momento dell'iscrizione, da quest'anno prevede l'inserimento, tra le altre, della clausola relativa alla copertura assicurativa per gli studi associati e/o società tra professionisti». La professione è esercitata in forma individuale, in forma associata, societaria, cooperativa o nelle forme del lavoro dipendente. Questo è quanto previsto dalla legge n. 4/2014 all'art. 1, comma 5 in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi. Pur potendo il tributarista, da sempre e senza alcun limite, costituire società professionali secondo i modelli civilistici delle società commerciali, la legge n. 4/2013 ne ha convalidato e rafforzato l'uso secondo criteri di assoluta competitività con i partner europei. Pertanto, possono essere iscritte alla Lapet le società esercenti l'attività professionale di consulenza tributaria purché tale attività sia espressamente prevista dallo statuto, anche se non in modo esclusivo e regolarmente denunciata all'amministrazione finanziaria e a tutti gli enti competenti. I commenti che in questi giorni si leggono sui principali quotidiani di settore evidenziano le incertezze sul regolamento delle Stp, quali la facoltà di costituire realtà pluridisciplinari, oltre ai limiti posti alla governance e alle maggioranze deliberative. «Tali barriere non sussistono nella costituzione delle società professionali che, oltre a essere da sempre previste nelle forme indicate dal codice civile, ora, con la legge n. 4/2013 vedono ulteriormente riconosciuta la loro valenza giuridica», ha chiosato Falcone. «Peraltro, mentre l'art. 10 della legge n. 183 del 2011, con l'introduzione delle nuove società professionali, ha abrogato la legge n. 1815 del 1939 che prevedeva, per gli iscritti agli albi, l'obbligo dell'esercizio associato della professione nella forma dello studio associato e il divieto di adottare la forma societaria, così non è mai stato per le professioni non regolamentate. In questo contingente momento di difficoltà economico-fi nanziaria ed in considerazione del fatto che le società professionali sono ampiamente rispondenti alle richieste del mercato, ritengo che le stesse, a differenza delle Stp, rappresentino una buona occasione di accesso al mondo del lavoro, proprio per la loro elasticità e semplicità di struttura».

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 13 12/05/2014 La Repubblica - Affari Finanza Pag. 45 (diffusione:581000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Milano Piccolo e a rischio di estinzione l'albergo cerca aiuto CROLLATA LA QUOTA DEGLI HOTEL A UNA E DUE STELLE SU UN TOTALE DI ESERCIZI INVARIATO. LE AZIENDE MOSTRANO LA NECESSITÀ DI RICEVERE CONSULENZE AD HOC. INIZIATIVA DI ZURICH (l.d.o.)

Il settore alberghiero è dominato da aziende di piccole o piccolissime dimensioni. Infatti, al di là delle grandi catene internazionali (quasi tutte in mani estere data la tradizionale difficoltà degli imprenditori italiani del settore nel fare rete), il mercato è composto da centinaia di realtà a gestione familiare, che presentano molte caratteristiche simili alle piccole realtà di altri comparti economici, dai produttori alimentari e di bevande alle società di servizi, a quelle attive nel settore primario. Questo spiega, ad esempio, la ridotta disponibilità di risorse da destinare all'innovazione e la tendenza diffusa a sottostimare i rischi d'impresa, con il rischio poi di doversene pentire quando si presentano imprevisti. Una situazione che in parte è dovuta anche al credit crunch persistente e agli investimenti effettuati negli anni passati per riammodernare le strutture. Scorrendo i dati Istat si scopre che tra il 2002 e il 2012 il numero degli alberghi è rimasto sostanzialmente stabile, poco sotto quota 34mila, ma è cambiato il volto delle strutture ricettive, con gli hotel a una e due stele scesi rispettivamente del 44 e del 26%, a vantaggio degli alberghi di qualità più elevate, con i tre stelle in progresso del 19%, i quattro stelle del 76% e le realtà a cinque stelle cresciute addirittura del 140%. Partendo da queste considerazioni Zurich ha messo a punto un servizio gratuito di assestment e consulenza su tutto il territorio della Penisola, forte di una convenzione con Federalberghi. La rete del gruppo assicurativo è stata dotata di un'App per elaborare un check-up dell'azienda e assistere l'imprenditore nella scelta delle coperture assicurative. «Albergo Sicuro consente, con un unico contratto, di coprire sia la specifica attività alberghiera che la responsabilità dell'albergatore per i servizi aggiunti, come spa, parrucchiere e attività commerciali all'interno dell'hotel - spiega Luca Sina, direttore vendite di Zurich in Italia - Inoltre, la copertura assicurativa viene estesa al cliente per i casi di furto e rapina anche all'esterno dei locali dell'hotel, garantendo così attenzione al turista». Foto: Nella foto Luca Sina , direttore vendite di Zurich in Italia

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 14 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato La mappa Non c'è stato, per fortuna, l'annunciato giro di vite alle spese detraibili e deducibili Spese Caccia all'ultimo risparmio Tutte le voci che possono aiutare a tagliare il conto del Fisco. Come approfittarne DOMENICO LACQUANITI

Il fortino delle spese detraibili ha resistito. Da tempo nel mirino, è rimasto in gran parte inviolato dalle forbici del Fisco.A parte il protrarsi (con qualche ampliamento) dei robusti incentivi riferiti agli interventi di recupero edilizio e finalizzati al risparmio energetico, con l'appetibile corollario del «bonus mobili» (vedi articolo a fianco), il Fisco non ha in alcun modo allargato i cordoni della borsa, anzi li ha ristretti per ciò che riguarda la detraibilità dei premi di assicurazione sulla vita e dagli infortuni. C'è del rammarico, ovviamente, ma la difficile situazione dei conti pubblici non poteva portare a nulla di diverso. La platea degli sconti in vigore resta comunque ampia. Innovazioni Vediamo le principali novità che interessano le dichiarazioni 2014: per i mutui stipulati per la costruzione dell'abitazione principale, cointestati a due coniugi, con fatture di spesa intestate ad uno solo dei due, ora entrambi i titolari del contratto possono detrarre gli interessi passivi in relazione alla propria quota di intestazione del prestito; scende a 630 euro (contro i precedenti 1.291) il limite massimo di detraibilità dei premi pagati per le polizze vita, infortuni, invalidità permanente non inferiore al 5% e non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana. A partire dal 2014 il tetto detraibile scende ancora, a 530 euro, ma risale però ai precedenti 1.291 per le cosiddette polizze «long term care»; riconosciuta la detraibilità delle spese sostenute per conseguire la laurea in teologia; la detrazione delle spese sostenute per la frequenza degli asili nido viene riconosciuta anche per la frequenza delle «sezioni primavera»; dal 2013 - quindi con effetti sulla dichiarazione 2014 - si detrae il 24% e dal 2014 il 26% delle erogazioni in denaro a partiti politici per importi compresi fra i 50 e i 10.000 euro annui; dal 2013 - quindi con effetti sulla dichiarazione 2014 - si detrae il 24% e dal 2014 il 26% delle erogazioni liberali in denaro, per un importo non superiore a 2.065 euro annui, in favore delle Onlus e delle iniziative umanitarie, religiose o laiche, nei Paesi non appartenenti all'Ocse. I pagamenti devono essere effettuati mediante strumenti tracciabili; per l'ultimo anno, il 2013, può essere dedotto dal reddito anche il contributo al Servizio sanitario nazionale pagato dagli automobilisti unitamente alla polizza Rc auto (10,5% dei premi corrisposti). Ora è deducibile solo la parte di spesa complessiva (quindi, eventualmente riferita a più veicoli di proprietà) che eccede 40 euro. Dal 2014 il contributo non è più deducibile dal 2013 è ammessa la deducibilità delle somme versate all'Unione Buddhista Italiana ed all'Unione Induista Italiana (massimo di 1.033 euro). Documenti Ricordiamo che gli oneri devono essere documentati: la documentazione deve essere conservata fino al 31 dicembre 2018, meglio qualche mese in più. In caso di compilazione del 730 i Centri di assistenza fiscale ed i professionisti abilitati devono apporre il «visto di conformità», ovvero attestare che le spese di cui si chiede la deduzione o detrazione siano rispondenti alle condizioni previste. La legge di Stabilità 2014 - 147/2013 - stabilisce l'obbligo per il Caf di conservare copia della «documentazione a base del visto di conformità fino al 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione». E' pertanto necessario presentare al Caf una copia di tutta la documentazione che sarà trattenuta dal Centro di assistenza fiscale. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 15 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Contributi a istituzioni religiose riconosciute Contributi previdenziali obbligatori e volontari (compreso il riscatto laurea) Contributi per i Paesi in via di sviluppo Fondi pensione e piani previdenziali individuali Mutui prima casa (acquisto) interessi e accessori Adozione bimbi stranieri Animali domestici Asili nido Assegni periodici al coniuge Contributi per colf e baby sitter Locomozione portatori handicap Mutui seconda casa (acquisto) interessi e accessori Provvigione pagata ad agenti immobiliari Spese funebri Spese per addetti all'assistenza personale Spese per attività sportive dei ragazzi Spese per interventi di risparmio energetico Spese per ristrutturazione edilizia Spese sanitarie Spese sanitarie portatori handicap Tasse scolastiche No Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Polizze vita tradizionali, Unit linked, polizze infortuni Sì Sì Sì Sì Polizze vita caso morte, invalidità superiore al 5% e "long term care" Versamenti onlus S. Franchino Sì Sì Sì Sì * I contributi per il riscatto della laurea possono essere detratti dai genitori se il figlio risulta a carico nel casoin cui non abbia ancora iniziato un'attività lavorativa Detraibili le spese veterinarie sulla parte che eccede i 129,11 euro ed entro un tetto di 387,34 euro Nei limiti stabiliti dal giudice. È esclusa la quota per i figli Fino a un massimo di 1.032,91 euro Interamente detraibili. Per i veicoli il tetto di spesa è di 18.075,99 euro e la spesa può essere sostenuta una volta ogni quattro anni Interamente deducibili* Il 50% delle spese sostenute per l'espletamento pratica (comprese quelle di viaggio e soggiorno) Fino a 632 euro l'anno per ciascun figlio Fino a un massimo di 1.549,37 euro Fino al 2% del reddito complessivo dichiarato Fino a un tetto massimo di 5.164,57 euro Fino a un tetto di 4.000 euro Fino a un tetto di 1.549,37 euro per decesso Fino a un massimo di 210,00 euro a ragazzo Interamente detraibili. Non è prevista franchigia Il 50% entro un tetto massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare. Detrazione da ripartire in 10 anni Condizioni Fino a 1.000 euro e solo per acquisto abitazione principale Fino a un massimo di 2.100 euro, se il reddito complessivo non supera 40.000 euro Il 65% delle spese sostenute dal 3 giugno 2013, il 55% per quelle pagate fino al 2 giugno. Detrazione da ripartire in 10 anni Interamente detraibili con franchigia complessiva di 129,11 euro Nei limiti previsti dagli istituti statali Fino a un tetto di 630 euro Deducibili Sì Sì Sì Sì Sì Sì Sì Fino al 10% del reddito con un massimo di 70.000 euro o a scelta del contribuente detrazione del 24% entro un tetto massimo di 2.065,83 euro Detraibili solo se stipulati entro il 1992 e fino a un tetto di 2.065,83 euro Fino a un tetto di 650 euro se sottoscritte entro il 2000 Sì Come distinguere a colpo sicuro gli oneri detraibili da quelli deducibili e le condizioni da rispettare per beneficiare degli sconti

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 16 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Tra gli stand Busta arancione per tutti R. E: B.

Una pen drive offerta gratuitamente a tutti i visitatori presso gli stand dell'Inps e degli altri enti previdenziali: ognuno potrà farvi caricare il proprio estratto conto contributivo. Sulla base di questo, all'apposito padiglione potrà ricevere in automatico la proiezione di quando dovrebbe andare in pensione e quanto percepirà. La «Busta arancione» - quella che nel Nord Europa viene mandata a domicilio dei lavoratori per far loro conoscere una stima sulla rendita che li attende a fine carriera - è una delle iniziative di punta della Giornata nazionale della nazionale della previdenza e del lavoro, la tre giorni dedicata al welfare (di cui il Corriere della Sera è media partner), che si apre mercoledì a Milano nei locali di Borsa italiana e in Piazza Affari. «ll nostro paese vive di welfare - spiega Alberto Brambilla, coordinatore tecnico-scientifico di Itinerari previdenziali, che organizza l'evento -. Nel 2012 questo settore ha assorbito quasi la metà degli 801 miliardi di euro di spesa pubblica totale: eppure su questa materia non c'è un'efficace comunicazione da parte dello Stato». In Italia manca un'informativa capillare ai lavoratori sulla loro situazione contributiva, e una proiezione di quella che sarà la futura pensione. «Solo 100 mila lavoratori hanno ricevuto l'estratto conto integrato - spiega Brambilla - . Poi il progetto si è arenato. Il nostro obiettivo è di fornire tutte le informazioni utili, cominciando dai giovanissimi. La previdenza complementare va vista come un libretto di risparmio, a cui pensare prima possibile». L'educazione in primo piano Il via sarà mercoledì 14 alle 9,30 con la conferenza inaugurale, cui parteciperanno fra gli altri i ministri degli Interni, Angelino Alfano, e del Lavoro Giuliano Poletti, il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni e i segretari generali dei tre sindacati. La Giornata nazionale della previdenza e del lavoro, in programma a Milano dal 14 al 16 maggio presso la sede di Borsa italiana in palazzo Mezzanotte e Piazza degli Affari, vedrà una fitta serie di appuntamenti. L'educazione previdenziale sarà al centro del convegno (mercoledì 14 maggio alle ore 17.30) organizzato dalla società di consulenza in pianificazione finanziaria e previdenziale Progetica, in collaborazione con Uni, Comune di Milano e Università Cattolica.La mattina del 15 maggio alle 11,30 alla ribalta saranno invece le compagnie nel convegno, organizzato dall'Ania, su «L'impegno del settore assicurativo per il welfare»: vi parteciperanno il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, Aldo Minucci, Salvatore Rossi e Rino Tarelli, presidente rispettivamente di Ania, Ivass e Covip, e Vittorio Conti, commissario dell'Inps. Inoltre, in vari convegni si potranno porre agli esperti domande su gestione separata, colf e badanti, voucher lavoro. Il programma completo sul sito www.giornatanazionaledellaprevidenza.it. Come trovare un posto di lavoro Senza lavoro non c'è previdenza: partendo da questo presupposto l'occupazione sarà l'altro grande tema al centro della «Giornata nazionale della previdenza», con una vera e propria manifestazione parallela, #servelavoro. In collaborazione con il portale Trovolavoro di corriere.it oltre 170 posizioni lavorative saranno messe a disposizione da imprese di vari settori e dimensioni: durante i tre giorni della manifestazione, i candidati potranno sostenere i colloqui direttamente con le aziende interessate. «I dati sull'occupazione nel nostro territorio nei primi mesi del 2014 sono positivi - sostiene Paolo Del Nero, assessore al Lavoro della Provincia di Milano -. Ci sono segnali che fanno sperare in una concreta possibilità di ripresa». Se ne parlerà in un convegno, giovedì alle ore 12, sulle buone prassi per favorire l'occupazione. E per chi vuole mettersi in proprio, o approfondire tematiche del mondo del lavoro, c'è anche l'isola dei professionisti, un'area dove un avvocato, un commercialista e un notaio forniranno consulenze gratuite e risponderanno alle domande più varie. L'edizione 2014 della manifestazione dedicherà attenzione anche al tema dell'orientamento, in particolare per i ragazzi che terminano la terza media: a genitori, insegnanti e agli stessi studenti saranno

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 17 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

forniti consigli utili su una scelta così importante. I campioni dello sport La validità dei fondi pensione e l'ausilio delle reti per la pianificazione finanziaria di lungo periodo: è il tema del convegno «I campioni della previdenza» organizzato da Banca Generali e in programma per mercoledì 14, dalle 14,15 alle 15,45 nell'ambito della Giornata nazionale della previdenza e del lavoro. Dopo una prima parte che coinvolgerà in una tavola rotonda Roger Abravanel, director di McKinsey, Lorenzo Alfieri, responsabile asset management di Jp Morgan Italia e Marco Bernardi, direttore commerciale di Banca Generali, l'evento vedrà un faccia a faccia fra l'ex giocatore della Juventus Alex Del Piero e l'amministratore delegato di Banca Generali, Piermario Motta. Sarà la prima uscita pubblica di Del Piero in questo 2014: Alex racconterà le sue sfide future e le aspettative alla vigilia dei Mondiali. Altri due sportivi, Franco Baresi e Damiano Tommasi, saranno invece presenti al convegno dedicato ai giovani, in programma per la mattinata di venerdì 16 maggio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Eventi Alessandro Del Piero Foto: Ideatore Alberto Brambilla

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 18 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Eventi La festa si avvicina Le aziende aprono le porte Giochi, educazione finanziaria, sport e tanto divertimento paola caruso

Tra i desideri dei bambini c'è quello di poter andare al lavoro con i genitori. Il giorno per accontentarli è il 23 maggio quando 140 tra aziende, enti, studi professionali e università apriranno le porte ai figli dei dipendenti, grazie all'iniziativa «Bimbi in ufficio con mamma e papà». La giornata di baby-accoglienza, giunta alla 20esima edizione, è promossa dal Corriere della Sera/Corriere Economia in collaborazione con La Stampa e con il patrocinio del Dipartimento per le Politiche della famiglia della presidenza del Consiglio. Qualcuno ha anticipato l'evento (il 23 maggio non è tassativo), come The European House Ambrosetti, il comune di Zelo Buon Persico, Zeta Service la festa si è svolta il 18 aprile con la consegna (ormai un rito) di uova di cioccolato. «Abbiamo preferito organizzare il family day durante le vacanze pasquali - afferma Milena Schiavi, responsabile risorse umane di Ambrosetti -. E' stato un momento divertente: i bambini hanno fatto le foto a dipendenti e manager camuffati da occhiali da pagliaccio e altri travestimenti. Chi si è prestato agli scatti, ha ricevuto l'invito per lo spettacolo delle bolle». Per «Bimbi in ufficio» le aziende programmano intrattenimenti di vario genere, oltre all'immancabile giro tra le scrivanie, seguito dalla merenda. Nella sede di Fox International l'evento (20 maggio) è dedicato allo sport con giochi come il lancio delle spugnette e la corsa ostacoli, sempre in compagnia di animatori specializzati. Tra le mura di Message si preparano costruzioni e trenini per i più piccini e videogiochi per i più grandi. Da Fapim entrano in scena: lo spettacolo di burattini, il trucca-bimbi, le bolle di sapone e i palloncini. In Ubs sono previsti: disegni per gli under 7, una lezione-simulazione nell'ufficio dell'amministratore delegato sul tema «Cosa fa la banca?» (per 8-12 anni) e una lezione sul risparmio per gli over 13. Da Hertz, i mini-ospiti sono chiamati a partecipare, insieme agli adulti, a una gara su finte automobiline a pedali. «In Banca Sistema non ci sono limiti di età per partecipare - spiega Alessia Barrera, direttore marketing di Banca Sistema -. Inoltre, abbiamo esteso l'invito ai genitori dei dipendenti neolaureati, ai clienti con figli e ai bambini che hanno partecipato ai nostri laboratori, previa registrazione online obbligatoria. L'intrattenimento? Abbiamo già consegnato un maialino-salvadanaio da decorare. Questi maialini creativi saranno esposti e acquistabili, e il ricavato della vendita sarà devoluto alla Fondazione Teodora Onlus». In molte aziende il kids day è ormai un appuntamento fisso di primavera. «Per noi è l'ottava edizione di Bimbi in ufficio - precisa Andrea Gaudenzi, responsabile comunicazione del Gruppo Unipol -. Quest'anno la macchina organizzativa è imponente. Lo staff è composto da 50 dipendenti, coinvolti soprattutto nella fase iniziale, e da 90 tra animatori, educatori, artisti, coordinatori e hostess, per poter accogliere più di 800 bambini con oltre 2mila genitori presenti nelle 7 sedi di Bologna, Milano, Padova, Firenze, Torino e Roma». Alla sua quarta edizione è Pomellato che come tema del family day ha scelto il mondo marino, proponendo la pesca dei pesci (gioco) e una merenda ambientata negli abissi dell'oceano. «Il momento di maggior fascino per i bambini è sempre la visita alla fabbrica - dichiara Paola Marletta, Hr director di Pomellato - dove gli esperti raccontano come si produce un gioiello e i piccoli rimangono stupiti». Info e adesioni: [email protected] telefono 02.20400332 © RIPRODUZIONE RISERVATA Le 140 imprese che hanno aderito Aareal Bank AG ActionAid Italia Aler Milano Aler Varese Allianz Amgen

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 19 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Associazione Industriali Lucca Athlon Car Lease Avio Aero Italia Holding Banca Profilo Banca Reale Banca Sistema Best Western Hotel Galles Biffi Italia Blue Assistance Böhler Uddeholm Italia BravoSolution C.M.S. Camera di Commercio di Milano e sue aziende Cdm Milan Ceva Logistics CheBanca! Chep Italia Cogetech Cohn&Wolfe Compass - Gruppo Bancario Mediobanca Comune di Zelo Buon Persico Contship Italia Group Coop Adriatica Ctm Spa Cagliari Dada De Lage Landen International B.V. (suc. Mi) Dentsu Aegis Network Di Tanno e Associati Emporio Adv Enav Enterprise Hotel Milano Europa Gestioni Immobiliari Eurovita Assicurazioni Fabio Perini Fapim Farco Group Ferrero Fondazione Mazzali di Mantova Fondazione Telethon Fondo Est Fox International Channels Italy G.Matica Gambini Gestore dei Servizi Energetici Groupama Assicurazioni

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 20 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

GroupM Italy Gruppo Banca Etruria Gruppo Conform Gruppo Elior Gruppo Granarolo Gruppo Psa Peugeot Citroën Gruppo Società Gas Rimini Hertz Hilton Sorrento Palace Hotel Eden di Roma Hotel Principe di Savoia Ikea Italia Retail Ifom (Istituto Firc Oncologia Molecolare) Infor Interbrand Italia Vita Inventa Cpm Italfondiario Italiana Assicurazioni Italiaonline IWBank - Gruppo Ubi Banca Kme Italy Komatsu Financial Linea Group Holding ManpowerGroup Marsh Maxus McDonald's Development Italy Mec Italy Mediacom Italia Message Metro Italia Cash and Carry Michael Page International Mindshare Miniconf Mondelez International Natixis SA Milan Branch Ntt Data Italia Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Page Personnel Italia Pentair Valves Controls Italia Pepsico Beverages Italia Persico Pibiviesse Pomellato Poste Energia

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 21 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Poste Italiane Poste Tributi Postecom Postel PosteMobile Posteshop Preca Brummel Prénatal Prodotti Naturali - Centro Botanico Protiviti Randstad Group Italia Rcs Media Group Reale Immobili Rotork Fluid Systems Sace Sampi Samsung Electronics Italia Sanofi SealedAir.com Sky Italia Società Reale Mutua Société Générale Securities Services Sodexo Italia St. Jude Medical Italia Studio legale Bird Bird Studio Legale Macchi di Cellere Gangemi TenarisDalmine The European House - Ambrosetti Top Team 1 Twt Unicoop Tirreno Ubs (Italia) Unione Fiduciaria Unipol Gruppo Finanziario Università Roma Tre Università di Ferrara Vegetal-Progress Whirlpool Europe Wind Telecomunicazioni Wolters Kluwer Italia Zeta Service Zurich Italy

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 22 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Idee Così si sta rivedendo il menu degli investimenti per cercare di ridurre il peso del Fisco e massimizzare i rendimenti Portafogli Cercasi un paracadute anti-tasse Le polizze vita e i titoli di Stato riconquistano spazio in vista dell'aumento del prelievo al 26% Patrizia puliafito

Più polizze e più debito pubblico nei portafogli private, per neutralizzare l'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie che, dal primo luglio dovrebbe salire dal 20% al 26% su tutti gli strumenti. Si salvano le obbligazioni governative e sovranazionali (Bei e World Bank), che continueranno ad essere tassate al 12,5%. E, poiché nella costruzione dei portafogli quello fiscale è uno degli aspetti da valutare più attentamente, l'aumento dell'imposta impone una seria riflessione. Pianificazione «Oggi, il Fisco è diventato una variabile molto importante, tanto da obbligarci a rivedere la composizione dei portafogli, con soluzioni che consentano un'ottimizzazione tributaria, ad esempio, differendo nel tempo il pagamento delle imposte. In questo senso, le polizze assicurative sono uno strumento ideale», ragiona Andrea Ragaini, amministratore delegato di Banca Cesare Ponti (gruppo Carige). La tassazione sull'eventuale plusvalenza tra il valore di rimborso e i premi versati si applica soltanto alla scadenza o al riscatto della polizza, mentre le cedole dei singoli titoli in pancia allo strumento vengono di volta in volta reinvestite al lordo, con un ulteriore vantaggio ai fini del rendimento. «Inoltre - aggiunge Paolo Molesini, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Private banking - per definire l'imposta sulle polizze si tiene conto dell'effettivo investimento del sottostante». L'aliquota finale, infatti, è una media ponderata tra il 12,5% dei titoli di stato e il 26% degli altri strumenti. «Supponendo che la polizza sia composta per metà da titoli di debito pubblico e per metà da corporate bond, l'aliquota media effettiva sarà del 19,25%, senza contare gli altri benefici tributari tipici delle polizze, come l'esenzione dal bollo, dall'imposta di successione e l'impignorabilità», spiega Paolo Mencarelli, direttore Private banking di Banca Etruria. Così, dall'attuale 30%, il peso dei contratti assicurativi di ramo primo e delle unit linked, nei portafogli aumenta fino al 50%. A spezzare una lancia a favore delle seconde è Franco Innocenti, responsabile servizio Private top di Banca Monte dei Paschi di Siena, alle quali riconosce il merito di coniugare efficacemente ottimizzazione fiscale, con la possibilità di un'elevata personalizzazione. E, per assicurare un buon flusso cedolare, approfittando del Fisco favorevole, si continua a far ricorso ai titoli del debito pubblico, magari aumentandone il peso, pescando tra quelli più redditizi. A raccogliere consensi in prima fila c'è anche il Btp Italia. «Perché - spiega Robert Rausch, responsabile investimenti di Banca Esperia, - oltre alla tassazione favorevole, il Btp Italia ha un buon rapporto rischio/rendimento. Le perplessità sul nostro Paese sono diminuite, ma il rendimento resta più alto rispetto agli omologhi tedesco e francese, inoltre è legato all'inflazione domestica, pronto, quindi, a beneficiare di un'eventuale riaccensione del costo della vita». Diversificazione Nella riallocazione di un portafoglio, per coniugare ottimizzazione fiscale con un buon rapporto rischio/rendimento, Ubi Banca ha aumentato il peso di strumenti decorrelati, come ad esempio i comparti delle sicav alternative (Ucits 3). «Questi strumenti - spiega Carletto Biolcati, responsabile Advisory private corporate unity di Ubi Banca - consentono le strategie tipiche dei fondi Hedge, come ad esempio posizioni long/short e arbitraggi, ma con una maggiore trasparenza e liquidabilità». Sul fronte della decorrelazione Banca Etruria, per parte sua, rilancia l'investimento in oro. Strumento d'elezione, il conto in oro finanziario, la cui giacenza non è calcolata in euro ma in once. «Questo tipo di conto non prevede il pagamento di un interesse perché il guadagno deriva dall'apprezzamento del metallo», spiega Mencarelli. Tuttavia, a differenza dei conti in valuta, l'imposta sulla plusvalenza viene applicata, solo se la giacenza supera il valore di 51.645,69 euro, per almeno sette giorni lavorativi. Per evitare l'imposta, dunque, è sufficiente non superare questa soglia, in ogni caso sufficiente per garantire la stabilità di un portafoglio.

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 23 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Vale a dire la funzione tipica dell'oro, bene rifugio per eccellenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'identikit Come investono Il mercato servito dal private banking. Dati in miliardi di euro 399 428 410 438 451* 2009 2010 2011 2012 2013 * Dato al 30/9/2013 Fonte: AIPB, Analisi del mercato servito dal private banking in Italia. Dati a settembre 2013 Liquidità 11,4% Obbligazioni bancarie proprie 7,5% Altro 2,4% Assicurazioni 9,2% Fondi comuni 16,6% Gestioni patrimoniali 16,6% Azioni 10,3% Etf 0,6% Altre obbligazioni 12,1% Titoli di Stato 13% La quota del private banking sul mercato potenziale 48,2%

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 24 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Patrimoni I consigli dell'esperto e dell'avvocato Holding e trust Passare la mano così è più facile Lo strumento perfetto non esiste Pro e contro delle soluzioni possibili lionello cadorin

Come proteggere il patrimonio familiare, soprattutto quando, oltre al denaro e ai beni, comprende attività imprenditoriali? Quali strumenti tecnico-giuridici utilizzare, anche in previsione della successione e di un passaggio generazionale alla guida della famiglia e dell'impresa? L'esigenza di amministrare bene e nello stesso tempo tutelare il patrimonio familiare rappresenta uno degli elementi che costituiscono l'essenza della famiglia stessa: nel suo nascere, nel suo divenire, nel suo trasformarsi. Intorno alla ricchezza familiare, e alla sua trasmissione, ruotano gli interessi - spesso conflittuali - di tutti i soggetti coinvolti: dalle volontà del capofamiglia alle aspettative degli eredi legittimi o meno, sino ai diritti vantati dello Stato in base alle norme fiscali e tributarie. Le soluzioni Secondo Roberto Lenzi, avvocato, autore di libri e pubblicazioni in materia di consulenza patrimoniale e diritto finanziario, «gli elementi che intervengono sono molteplici: la struttura familiare con le situazioni individuali e private dei soggetti coinvolti e le aspettative e gli obiettivi di ognuno; la componente psicologico-emozionale; la composizione del patrimonio e la natura dei beni personali e aziendali che ne fanno parte; non ultimi anche i vincoli di natura giuridica che di regola antepongono ai desideri del capofamiglia il soddisfacimento dei diritti degli eredi legittimi». «In linea di principio - osserva Lenzi - è bene sottolineare che lo strumento "perfetto" non esiste. Altrimenti non sarebbe necessario coinvolgere a vario titolo una serie di figure professionali nella ricerca della soluzione più idonea per i bisogni di ciascuna famiglia. La realtà è che le variabili in gioco vanno considerate nell'ambito degli obiettivi che si intendono raggiungere. A finalità diverse, infatti, corrispondono differenti soluzioni». Il patrimonio familiare si presta per sua natura a priorità diverse. «Proviamo a pensare - chiarisce Lenzi - a una delle finalità teoricamente più semplici: mantenere e accrescere nel tempo il valore del patrimonio. O all'esigenza di gestire eventuali conflitti familiari; oppure di ottimizzare lecitamente la pianificazione fiscale, o di predisporre il passaggio generazionale; oppure, ancora, di tutelare il patrimonio da eventuali aggressioni del Fisco o di terzi (particolarmente nell'attuale fase di crisi); non ultima, la necessità di risolvere precisi problemi finanziari o di liquidità». In linea di principio esistono vari strumenti con specifiche connotazioni giuridiche e finanziarie utilizzabili per le diverse finalità: non necessariamente esclusivi, spesso potenzialmente complementari, alcuni utilizzati più frequentemente, altri meno. Sono descritti nella tabella accanto. Quello che conta è la capacità di consulenti e professionisti di ascoltare e interpretare, anche sul piano psicologico, le esigenze, i desideri e le aspettative di chi affronta problemi complessi e potenzialmente devastanti come quelli che hanno al centro il patrimonio familiare. Problemi ancora più delicati quando tra i beni figurano imprese e aziende. In questi casi uno strumento tradizionale è la holding di famiglia (una società finanziaria che controlla le società operative), soluzione adottata da molti gruppi industriali a proprietà familiare. Imprese & Società Per il passaggio generazionale di beni e aziende familiari, oltre che per la protezione del patrimonio in generale, è molto utilizzato il trust . A dispetto dell'ingiusta percezione negativa che si porta dietro per il cattivo uso che ne è stato fatto in passato (ricchezze nascoste, sottratte al Fisco o agli eredi), è in realtà uno strumento istituito per rispondere a esigenze positive e meritevoli di tutela. Come la protezione e la pianificazione patrimoniale, la pianificazione del passaggio generazionale, la tutela di un disabile. «Il trust - sottolinea Raffaella Sarro, amministratore delegato di Esperia Trust Company, società specializzata del gruppo Banca Esperia - non è un prodotto, è un servizio che possiamo costruire sul cliente, a misura delle

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 25 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

sue esigenze e finalità». Nel trust il patrimonio familiare non corre il rischio di essere sperperato o diviso, oppure di finire in mani non gradite. Raffaella Sarro mette l'accento proprio sul «mantenimento dell'unità del bene, con la separazione della proprietà dalle gestione, fondamentale nel caso di un'impresa familiare: perché significa assicurare la continuità aziendale». © RIPRODUZIONE RISERVATA 29 Ogni tipo di bene patrimoniale: mobile, mobile registrato, immobiliare, ecc. Trust Atto negoziale unilaterale istituito da un soggetto (disponente o settlor) con atto tra vivi o mortis causa, con cui determinati beni vengono trasmessi in gestione ad un altro soggetto (amministratore o trustee) controllato eventualmente da un altro soggetto (guardiano o protector), per uno scopo prestabilito o un fine nell'interesse di uno o più beneficiari, individuati o individuabili Perdita della disponibilità dei beni da parte del disponente (la proprietà formale passa al trustee che deve operare secondo le disposizioni dell'atto di trust). Il trustee può essere revocato alle condizioni indicate nell'atto di trust Nei trust opachi senza beneficiari individuati o individuabili, possibili contrasti sulla tassazione con l'amministrazione finanziaria Senza beneficiario individuato (trust di scopo) o individuabile successivamente vi è aliquota fissa pari all'8% per il trust. Gli atti dispositivi con oggetto beni immobili scontano le imposte ipocatastali (3%) Mancanza di una legge regolatrice interna (anche se si utilizzano giurisdizioni straniere) Effetto segregativo del patrimonio purché lo scopo sia lecito Consente di mantenere unito il patrimonio di famiglia in caso di potenziale litigiosità Consente al disponente di definire esattamente come amministrare i beni e fissare le condizioni per la cessazione del trust Strumento di pianificazione successoria (consente al disponente di designare per i diversi beni e nel rispetto dei diritti dei legittimari, i soggetti indicati a subentrare nella sua posizione) Conferendo le quote di una holding (e altri beni) ad un trust apposito (il trustee può nominare come amministratore un erede, senza contestazioni possibili da parte degli altri eredi, beneficiari comunque degli utili aziendali) Nessuna imposta di donazione o successione in caso di trust collegato al passaggio generazionale (aziende e partecipazioni qualificate in cui i beneficiari siano i discendenti in linea retta ed il coniuge con vincolo di detenzione quinquennale) Vincolo di destinazione Beni immobili e mobili registrati Nessun bene conferibile ad eccezione di immobili e mobili registrati Difficile individuazione del connotato della "meritevolezza" Effetto di separazione patrimoniale sui beni conferiti Utile per sostenere persone disabili o enti con finalità di utilità sociale Atto con cui si destinano beni, a persone giuridiche o fisiche, per realizzare interessi meritevoli di tutela Contratto assicurativo sulla vita (polizze collettive o di diritto estero con fondo dedicato) Impignorabilità e insequestrabilità, sotto il profilo civilistico, se stipulata in bonis e con finalità previdenziali Possibile amministrazione professionale del patrimonio Esenzione da imposta di successione Possibilità di designare beneficiari diversi dai legittimari, purché nel rispetto delle quote di legittima Tassazione sul capital gain per la parte che eccede i premi versati, solo in caso di riscatto totale o parziale Abbinabile al trust consente l'anonimato dei beneficiari di polizza (nominabili dal trust) Maggiore rigidità operativa nella movimentazione degli asset (senza delega di gestione) Non utilizzabile come strumento per prelievi e versamenti frequenti Conferimento di beni in natura soggetto a tassazione Beni immobili, mobili registrati e commodities non conferibili Non economicità rapporto costi/ricavi Risultati condizionabili da potenziale conflitto di interessi (soprattutto con deleghe gestionali) Reportistica non sempre adeguata Conferimento di asset ad una compagnia assicurativa con delega di gestione o meno Strumenti finanziari. Per le polizze di diritto estero anche strumenti finanziari non armonizzati e quote societarie (a certe condizioni) Strumento Caratteristiche Principali beni utilizzabili Vantaggi principali Svantaggi o rischi Delega di gestione o amministrazione a terzi Strumenti finanziari Amministrazione professionale del patrimonio Risultati condizionabili da potenziale conflitto di interessi Delega a soggetti inadeguati Mancanza di trasparenza Patto di famiglia Azienda e quote sociali (minoritarie o maggioritarie) Nessun bene trasferibile ad eccezione di azienda e quote sociali Difficile applicabilità in contesti familiari ad alta litigiosità Possibili difficoltà finanziarie nel tacitare i legittimari non assegnatari dei beni Possibilità di derogare ai patti successori trasferendo certi asset ai discendenti legittimi, facilitando così il passaggio generazionale Rafforza l'unità familiare Contratto tra il titolare dei beni (capo famiglia) e gli aventi diritto

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 26 12/05/2014 Corriere Economia - N.17 - 12 maggio 2014 Pag. 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

(legittimari) per il trasferimento di aziende o partecipazioni Fondo patrimoniale Effetto segregativo del patrimonio Utile per la protezione della famiglia (e dei figli) Incerta utilizzabilità su certi beni (quote di fondi, singoli beni aziendali); per le partecipazioni societarie diverse dalle azioni se iscrivibili presso Registro Imprese del territorio Non fruibile in presenza di beni mobili ed aziendali Cessa con il venire meno della «famiglia» (decesso coniuge, divorzio) ad eccezione della presenza di figli minori (cessa con il compimento della maggiore età del figlio minore) Beni immobili, diritti reali immobiliari beni mobili registrati e titoli di credito (azioni, obbligazioni, titoli di Stato) Contratto tra coniugi per destinare certi beni per fare fronte ai bisogni della famiglia Amministrazione patrimoniale Il passaggio del testimone La sensibillità per la gestione del passaggio generazionale Fonte: AIPB, Indagine sulla clientela Private in Italia. Dati 2013 Clienti di strutture Private Clienti non serviti da Private banker Non avrò questo problema 56% Non avrò questo problema 48% Sì, avrò questo problema e ho già provveduto 26% Sì, avrò questo problema e ho già provveduto 23% Sì, avrò questo problema e non ho ancora provveduto 26% Sì, avrò questo problema e non ho ancora provveduto 21%

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 27 12/05/2014 ItaliaOggi Sette - N.111 - 12 maggio 2014 Pag. 23 (diffusione:91794, tiratura:136577) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Come tagliare i costi delle assicurazioni , in attesa della conversione del ddl governativo Rc auto, risparmiare si può Dal web alle polizze a tempo: riduzioni fi no a 720 euro Pagina a cura DI SIBILLA DI PALMA

Tra aumenti della benzina, costi generali di mantenimento, bollo e assicurazioni più care che nel resto d'Europa, l'automobile si sta trasformando sempre di più in un bene di lusso. Un aiuto, almeno sul fronte dell'Rc auto, potrebbe arrivare da un disegno di legge ad hoc approvato dal consiglio dei ministri lo scorso febbraio che, se verrà convertito in legge, consentirà risparmi per gli automobilisti fi no al 23%. Nel frattempo, tagliare ulteriormente i costi dell'assicurazione è comunque possibile seguendo alcuni accorgimenti che, secondo l'Osservatorio Auto Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni), possono portare a risparmi fi no a 720 euro. Rc auto più care rispetto al resto d'Europa. Secondo uno studio condotto da Boston Consulting Group per conto di Ania (Associazione delle aziende assicuratrici), nonostante una piccola inversione di tendenza, le tariffe dell'Rc auto in Italia rimangono ancora molto più alte rispetto al resto d'Europa. Basti pensare che, nel periodo 2008-2012, il costo medio per cliente è stato di 491 euro, ossia 231 euro in più rispetto agli automobilisti di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Anche se nel 2013 i premi per gli automobilisti italiani hanno visto un calo del 10%. Dovuto principalmente all'abolizione, a partire da gennaio dello scorso anno, del tacito rinnovo dell'assicurazione rc auto che ha portato gli automobilisti a mostrare un atteggiamento più attivo nei confronti delle polizze, favorendo così la concorrenza. Ddl Rc auto, sconti fi no al 23% per gli automobilisti. Buone notizie per gli automobilisti potrebbero arrivare anche dal disegno di legge ad hoc sull'Rc auto approvato lo scorso febbraio dal Consiglio dei ministri che, se verrà convertito in legge, consentirà ai guidatori di ridurre fi no al 23% le spese legate a quest'ultima. Per esempio, chi pagava il premio dell'assicurazione 1.000 euro annuali, ne pagherà invece 770. Per usufruire di questi sconti, però, il contraente dovrà accettare alcune clausole all'interno dei nuovi accordi delle polizze. In particolare, chi accetta l'applicazione della scatola nera otterrà uno sconto del 7% sui prezzi medi regionali. In base al testo, sono inoltre previsti ulteriori sconti del 5 e del 10% per il risarcimento in forme specifi che presso carrozzerie convenzionate. Oltre a un risparmio del 7% per chi utilizza medici convenzionati con le compagnie di assicurazione e a un ulteriore 4% di sconto per il divieto di cessione del diritto al risarcimento. Rc auto, come risparmiare. Nel frattempo, ridurre ulteriormente il costo dell'Rc auto è comunque possibile seguendo alcuni accorgimenti che, secondo l'Osservatorio Auto Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni), possono portare a risparmi fi no a 720 euro. In primo luogo, è bene evitare i rinnovi passivi, considerando anche altre possibilità al momento della scadenza della polizza. Molte società offrono infatti promozioni per i nuovi clienti, anche se è possibile comunque provare a rinegoziare il premio finale con la compagnia assicurativa attuale. Prima di procedere nella scelta, la strada migliore è dunque affi darsi a un confronto di preventivi (muovendosi con un certo anticipo) da parte di compagnie assicurative diverse in modo da avere un quadro chiaro delle principali offerte sul mercato. Un aiuto in questo senso arriva da internet e dai comparatori che aggregano le varie proposte. Un'idea per risparmiare potrebbe inoltre essere quella di optare per un'assicurazione online, considerato che stipulare una polizza con una compagnia assicurativa che opera esclusivamente tramite il web consente un taglio dei costi tra il 30 e il 70% rispetto alle formule tradizionali. Occhio, però, perché prima di stipulare un contratto con una società online è bene consultare il sito dell'Ivass (Istituto per la vigilanza delle assicurazioni) dove sono segnalate le compagnie autorizzate. Un altro consiglio è di mostrarsi selettivi al momento di scegliere quali garanzie accessorie abbinare all'Rc auto. In questo caso, la via migliore è tutelarsi soprattutto dai rischi che potrebbero comportare spese particolarmente ingenti. In genere, comunque, per tutte le garanzie accessorie è sempre consigliabile considerare con attenzione i relativi costi e parametrarli in base alle proprie esigenze. Un'altra opzione riguarda poi l'installazione sull'auto della scatola nera, ossia di un dispositivo mobile che serve per rilevare i chilometri percorsi e tutti i dati relativi alla propria guida (inclusi i sinistri). Una soluzione che

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 28 12/05/2014 ItaliaOggi Sette - N.111 - 12 maggio 2014 Pag. 23 (diffusione:91794, tiratura:136577) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

consente, insomma, di dimostrare che la propria guida è sicura, ottenendo una riduzione della polizza. Le polizze temporanee. Infi ne, per tagliare i costi legati alla polizza auto c'è anche la possibilità di stipulare delle assicurazioni temporanee. Per esempio, quella a chilometri, detta anche «pay per use», è adatta soprattutto per chi non usa spesso la macchina e percorre meno di 5 mila chilometri l'anno. Come funziona la formula? Il premio (che può anche dimezzarsi rispetto a un contratto tradizionale) è calcolato in base alle fasce di percorrenza. Basta scegliere quella più vicina alle proprie esigenze e pagare la quota forfettaria indicata nel contratto. Per usufruire di questo tipo di polizza è necessario installare la scatola nera per verifi care quanti sono i chilometri effettivamente percorsi. Tra le polizze temporanee rientrano anche le assicurazioni con validità giornaliera (a 3 o 5 giorni) indicate per chi non utilizza spesso l'auto o ne fa un uso maggiore durante i weekend o i periodi di vacanza. Una formula con la quale il risparmio può raggiungere il 50% rispetto a un' assicurazione tradizionale se si circolano 10 giorni all'anno per poi abbassarsi fi no al 25% man mano che si raggiungono i 100 giorni solari. Come risparmiare sull'rc auto Confrontare i preventivi Evitare i rinnovi passivi Prendere in considerazione le assicurazioni online Valutare attentamente le garanzie accessorie Installare la scatola nera Stipulare un'ass i curazione temporanea Al momento della scadenza della polizza è bene con• siderare anche altre possibilità. Molte società offrono infatti promozioni per i nuovi clienti, anche se è possibile comunque provare a rinegoziare il premio fi nale con la compagnia assicurativa attuale. Prima di procedere alla scelta della nuova polizza, è • consigliabile affi darsi a un confronto di preventivi (muovendosi con un certo anticipo) da parte di compagnie assicurative diverse in modo da avere un quadro chiaro delle principali offerte sul mercato. Un'idea per risparmiare potrebbe essere quella di • optare per un'assicurazione online, considerato che stipulare una polizza con una compagnia assicurativa che opera esclusivamente tramite il web consente un taglio dei costi tra il 30 e il 70% rispetto alle formule tradizionali. Un altro consiglio è di mostrarsi selettivi al momento • di scegliere quali garanzie accessorie abbinare all'Rc auto. In questo caso, la via migliore è tutelarsi soprattutto dai rischi che potrebbero comportare spese particolarmente ingenti. Un'altra opzione è l'installazione sull'auto della scato• la nera, ossia di un dispositivo mobile che serve per rilevare i chilometri percorsi e tutti i dati relativi alla propria guida (inclusi i sinistri). Per tagliare i costi legati alla polizza auto c'è anche la • possibilità di stipulare delle assicurazioni temporanee. Ad esempio, quella a chilometri, detta anche «pay per use», adatta soprattutto per chi non usa spesso la macchina e percorre meno di 5 mila chilometri l'anno. Oppure quella con validità giornaliera (a 3 o 5 giorni), indicata per chi non utilizza spesso l'auto o ne fa un uso maggiore durante i weekend o i periodi di vacanza.

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 29 10/05/2014 Milano Finanza - N.91 - 10 maggio 2014 Pag. 19 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato PARLA GALATERI Intervista Al top nella governance Angela Antetomaso Class Cnbc

Gabriele Galateri, presidente delle Assicurazioni Generali, nei giorni scorsi è stato a Londra per parlare di corporate governance alla conferenza di Assonime ed Emittenti titoli al London Stock Exchange. È un tema importante perchè tante cose stanno cambiando anche in Italia e «perchè si parla delle regole e raccomandazioni che consentono un buon funzionamento dei consigli d'amministrazione delle società quotate». In un momento di grande cambiamento come quello che stiamo vivendo in Italia, anche i cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo delle regole dei mercati finanziari, che danno più credibilità e più stabilità ai mercati, hanno notevole portata. Domanda. Quante cose stanno veramente cambiando? Le riforme di Renzi hanno sicuramente portato una ventata d'aria fresca. Abbiamo visto molti cambiamenti anche ai vertici delle grandi società quotate. Risposta. Il clima economico che si è visto negli ultimi anni in Italia e non solo ha costretto tutti a riposizionarsi e a mettersi davanti allo specchio per vedere che cosa si può fare per migliorare l'ambiente, i risultati del Paese, del sistema industriale. Ognuno sta facendo un lavoro nel suo campo. Noi lo stiamo facendo nel campo aziendale: Mario Greco sta facendo una grande rivoluzione all'interno delle Generali con risultati che si sono visti. Io come presidente lo sostengo il più possibile, e poi come presidente del comitato corporate governance sto spingendo con i miei colleghi perché queste regole diventino sempre più chiare, trasparenti e soprattutto applicate. Su questo fronte oggi possiamo dire che l'Italia è ormai a livelli totalmente paragonabili con gli altri mercati finanziari europei. D. Dieci anni fa non si vedevano novità sul fronte della corporate governance, ora invece vediamo molte donne all'interno dei boardoa capo di grandi società. R. È questo è molto importante, perché s'inserisce in uno dei temi del codice che è la composizione dei cda, dove già da alcuni anni si sosteneva che era necessario che fossero più rappresentativi di esperienze diverse, di conoscenze diverse, di internazionalità. Mancava una spinta decisa nei confronti del genere femminile. Lì è intervenuta una legge, abbastanza astuta nel suo genere, perché fissa un certo numero di donne obbligatoriamente nei prossimi tre mandati delle società. A quel punto scompare la legge e si spera che aver acquisito donne nei consigli sia diventato una pratica abituale. Nel cda delle Generali, su 11 membri quattro sono donne, quindi è già una percentuale anche superiore a quella chiesta dalla legge. Per l'esperienza che ho direttamente con le donne, devo dire che la professionalità, l'impegno, la dedizione che hanno sono notevoli. Questo contribuisce anche ad alzare il livello di competenza complessiva dei consigli e rende la dialettica molto più animata. Poi in fondo le donne sono le principali responsabili di processi d'acquisto e dei consumi per oltre il 70%. Come si può non avere nei consigli chi poi è il responsabile per il 70% delle decisioni economiche? D. Parliamo della rivoluzione Generali, con le novità portate dal nuovo amministratore delegato. Quali sono i cambiamenti più significativi che lei come presidente ha visto e vissuto? R. Ci sono molti cambiamenti portati da Mario Greco ma anche dagli azionisti, perché bisogna dire che l'azione dell'ad è stata sostenuta, voluta e spinta (compresa la scelta dello stesso ad) dagli azionisti. E non dimentichiamo che tra questi azionisti ci sono anche pezzi storici del sistema economico italiano. Tutto questo a me sembra in fondo determinato proprio da questa esigenza assoluta di essere i migliori per eccellere in un mondo che non è più protetto e che è comunque diventato globale. D. Tra l'altro questo viene anche riconosciuto dal mercato. Generali è stata recentemente anche promossa dalle agenzie di rating. R. Certo, e si può fare ancora di più, sia per quanto riguarda Generali sia per quanto riguarda quello che si sta facendo nel Paese. Se si riesce ad andare avanti e a consolidarsi questo può rappresentare una grandissima prospettiva per il futuro degli italiani. Non c'è nessun motivo per cui gli italiani e l'Italia debbano essere considerati differenti dagli altri Paesi europei. E mi dispiace quando vedo queste statistiche secondo cui arranchiamo sempre dietro gli altri. Il mio obiettivo è che un giorno si possa dire che siamo nel plotone di testa. E posso dire che, per esempio sul tema della governance, lo siamo. D. Le banche, invece... Si parla molto di quest'Italia con un altissimo debito, con rapporto debito/ pil intorno al 135%, però è anche vero che il

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 30 10/05/2014 Milano Finanza - N.91 - 10 maggio 2014 Pag. 19 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

debito privato è molto basso e anche le nostre banche hanno vissuto rivoluzioni nell'ultimo periodo. R. Io non opero direttamente in quel mondo. A me sembra che oggi si debba dire che le banche sono molto coraggiose, stanno prendendo decisioni importanti e stanno facendo il lavoro giusto, con spirito di dedizione e forse anche umiltà. Non dimentichiamo che il mercato ha bisogno del sostegno delle banche. D. Come vede gli i n v e stitori intern a zionali a l l ' i n terno di alcune delle nostre società? Vegas ha sottolineato l'importanza di aprire le porte a questi investitorie già alcune società lo hanno fatto, tra cui Telecom Italia che lei conosce molto bene. R. Su questo fronte si sta producendo qualcosa di estremamente interessante. L'ho visto nell'ultima assemblea delle Generali, dove gli investitori istituzionali, soprattutto quelli internazionali, sono cresciuti in maniera notevole. Credo che non ci sia da sorprendersi. Se noi gestiamo le cose in maniera corretta, trasparente, credibile, costante, perché gli investitori esteri non dovrebbero venire qui? È il Paese più bello del mondo, ha tutte le qualità per eccellere e comunque ha un grande potenziale. Non mi stupisce che ci siano molti investitori internazionali che vengono in Italia. Io stesso ho incontrato per esempio Larry Fink, che è a capo di Blackrock, durante la sua ultima visita in Italia e i commenti che faceva sul Paese mi sembravano molto favorevoli. Il problema è che dobbiamo dimostrare nel tempo di meritarci questa fiducia, realizzando i fatti. E mi sembra che il momento sia tale per cui sia le imprese sia i politici al governo abbiano quest'intenzione. D. Una società come Fiat ha avuto il coraggio di prendere una società come Chrysler, rimetterla in sesto e spostarsi all'estero. R. Fiat è molto cambiata. Io ho lavorato per moltissimi anni nel gruppo Agnelli, con grandissima soddisfazione. Devo dire che è straordinaria la trasformazione che la Fiat ha avuto dagli ultimi anni in cui ero nell'azienda fino a oggi. Non soltanto perché Marchionne ha fatto una lavoro straordinario insieme a John Elkann per rimettere in sesto patrimonialmente l'azienda ma perché, proprio attraverso passaggi anche complicati come l'accordo con gli Stati Uniti e l'apparente uscita dall'Italia - che poi non era tale -, in realtà ha creato adesso un'azienda globale che è posizionata nei mercati mondiali ed è pronta a competere con tutti i concorrenti nel mondo. Io penso che anche per Generali, senza perdere nessuna radice italiana che è nostra e che rimarrà nostra, in particolare quella di Trieste, dobbiamo avere in testa lo stesso spirito. Siamo un'azienda globale che per fortuna ha le proprie radici in Italia ma che lavora nel mondo. Quando ero alla Fiat, ancora molto italiana e poco europea, si diceva «Siamo italiani ma il nostro mercato è l'Europa». Oggi noi dobbiamo dire: «Siamo europei ma il nostro mercato è il mondo». Ovviamente sempre restando il nostro attaccamento, anche emotivo, all'Italia. D. Che cosa l'ha colpita di più dell'operato di Marchionne? R. Ciò che mi colpisce di tutte le persone di grande successo: il coraggio inizialmente, poi la visione strategica, la capacità di delivery e il fatto di aver fatto sempre tutto con molta serenità e con molta sicurezza. Credo che i leader debbano avere queste caratteristiche, cioè di dare fiducia a chi gli viene dietro, perché c'è una terra promessa davanti e naturalmente bisogna arrivarci. E mi sembra che Marchionne lo stia facendo. D. Guardando la sua carriera, lei ha visto tanti di leader e ha lavorato con grandissimi nomi. C'è qualcuno che l'ha colpita in maniera particolare? R. Devo dire che qualcuno c'è stato sicuramente perché, soprattutto se penso ai primi tempi della mia vita, devo dire di aver imparato molto sia da Gianni che da Umberto Agnelli, con cui ho convissuto per 25 anni. Ho avuto i primi suggerimenti anche da Enrico Cuccia, quando non ero ancora in Mediobanca. Sono certamente personaggi che hanno avuto una statura che, con tutte le criticità del periodo in cui vivevano, con tutte le arretratezze che l'Italia anche in quel periodo poteva avere su più fronti, sono stati dei punti di riferimento per visione, per coraggio, per determinazione. Poi ne ho incontrati molti dopo, che evidentemente sono stati di grande importanza per la mia vita ma onestamente è difficile metterli a confronto con personaggi di quel livello, di quella qualità. D. Cosa c'è adesso dietro l'angolo per Galateri di Genola, allora? R. Concentrarsi sulle Generali: sostenere l'ad Greco e fare sì che le Generali siano veramente la miglior impresa assicurativa non solo italiana, non solo europea ma mondiale. (riproduzione riservata) Foto: Gabriele Galateri Foto: Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/galateri

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 31 10/05/2014 Milano Finanza - N.91 - 10 maggio 2014 Pag. 22 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato ASSET MANAGER QUOTATI Una rete gonfia di profitti Roberta Castellarin e Paola Valentini

La prossima ipo di Fineco e l'approdo sul mercato di Anima riaccendono i riflettori sui titoli del risparmio gestito già quotati a Piazza Affari, ovvero Azimut, Banca Generali e Mediolanum. In attesa che la banca del gruppo guidata dall'ad Alessandro Foti, sbarchi quest'estate sul listino, per le altre quattro società di asset management è tempo di bilanci. Anche perché sia il titolo Azimut che quello di Banca Generali, dopo aver raggiunto nelle scorse settimane i massimi storici, ad aprile hanno registrato forti correzioni che li hanno riportati ai livelli di inizio anno. Come Mediolanum, che aveva toccato il massimo degli ultimi 12 mesi a inizio aprile e oggiè tornata ai corsi di fine 2013. Dopo il rally degli ultimi anni, oggi sono titoli molto sensibili alla volatilità dei mercati. Anche se sul piano dei contie della raccolta queste realtà vivono ancora una fase favorevole, sostenuta anche delle previsioni più ottimistiche sull'economia italiana che nei prossimi mesi, secondo alcuni analisti, dovrebbe beneficiare di un aumento dei consumi. Come mostranoi dati Assoreti del primo trimestre 2014, l'industria registraa fine marzo un patrimonio record di 288,1 miliardi di euro. In questi tre mesi Fineco ha registrato una raccolta netta di 1,1 miliardi ed è arrivata a 45,6 miliardi di masse gestite. Intanto la neoquotata Anima ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 17,7 milioni, in crescita del 28% rispetto ai 13,8 milioni dell'analogo periodo del 2013. Il primo trimestre del 2014 ha visto un andamento particolarmente positivo della raccolta netta, che si è attestata a 2,4 miliardi di euro (circa il 70% degli afflussi netti riscontrati nell'intero esercizio 2013). Tendenza che prosegue. «La raccolta netta di aprileè stata circa 1,1 miliardi, con il totale delle masse gestite che ha raggiunto 51,3 miliardi» ha detto Marco Carreri, amministratore delegato di Anima holding. Il titolo Anima è in rialzo di poco meno dell'1% rispetto ai 4,2 euro del debutto in borsa il 16 aprile scorso. Banca Generali nel primo trimestre ha visto l'utile salire del 10% a 38,9 milioni. La società ha progressivamente migliorato i profitti da aprile 2012 grazie alla forte accelerazione di raccolta e masse gestite, che hanno a loro volta favorito una costante espansione delle commissioni di gestione (+20% anno su anno, +34% a due anni). Per quanto riguarda le masse gestite e amministrate al 31 marzo, queste sono risultate pari a 30,3 miliardi (+12% rispetto ai 27 miliardi del primo trimestre 2013). La raccolta netta ad aprile della società guidata da PierMario Mottaè stata di 213 milioni, portando il saldo da inizio anno sopra 1 miliardo. Gli analisti di Banca Imi e Kepler Cheuvreux, sono positivi sul titolo e hanno confermato, rispettivamente, la raccomandazione add con un target price a 27,1 euro e buy con un target price a 26 euro. Mediobanca Securities, più cauta, è neutral con un prezzo obiettivo a 23 euro. Dai massimi storici toccati a metà gennaio (25,1 euro), Banca Generali quota oggi 22,5 euro ed è tornata ai livelli di fine 2013. Due anni fa il titolo quotava 11,3 euro, il che porta la performance nel periodo a +99%, mentre quella a un anno è stata +35%. Invece il gruppo Azimut ha chiuso i primi tre mesi del 2014 con ricavi consolidati pari a 117,6 milioni e un utile netto consolidato di 36,5 milioni. Dopoi conti, Mediobanca Securities ha confermato il rating outperform sul gruppo guidato dall'ad Pietro Giuliani, e il prezzo obiettivo a 26 euro. Secondo Mediobanca l'utile netto ha battuto le stime degli analisti. «Tuttavia, le commissioni di gestione annuali sono scese da 168 punti base del quarto trimestre 2013a 162 punti nei primi tre mesi del 2014», spiegano gli esperti. «Per tutto il 2014, le nostre stime incorporano un costo medio di gestione di 165 punti, che implica un recupero nei prossimi tre mesi», concludono gli analisti di Piazzetta Cuccia. Invece Equita ha ridotto il prezzo obiettivo da 28 a 26,5 euro, confermando la raccomandazione buy. «Visti i primi quattro mesi dell'anno riteniamo sia prudente ridurre la stima sulle commissioni di performance da 117 milioni a 102 milioni. Anche Kepler Cheuvreux ha ridotto il prezzo obiettivo su Azimut da 23 a 21,8 euro, confermando la raccomandazione hold. Gli esperti si dicono preoccupati del calo dei margini in corso, a fronte di un aumento dei costi. Azimut quota oggi 20,6 euro, il 4% in più rispetto ai 19,8 euro di fine 2013, e il 4 aprile scorso era ai massimi storici di 26,6 euro.A un anno l'azione comunque guadagna il 43% e a due anni il 177% (7,4 euro). Quanto a Mediolanum, in attesa della trimestrale, ad aprile la controllata ha registrato un

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 32 10/05/2014 Milano Finanza - N.91 - 10 maggio 2014 Pag. 22 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

record nella raccolta in fondi comuni: 527 milioni. La raccolta netta totale dei primi quattro mesi è pari a 1,2 miliardi, contro i 933 milioni dello stesso periodo 2013. Equita dà buy con target a 7,7 euro. Il titolo è ora a 6,4 euro dai 6,3 di fine 2013. Dai 3,8 di due anni fa è in rialzo del 67%. (riproduzione riservata) GRAFICA MF- MILANO FINANZA L'ANDAMENTO DELLE RETI QUOTATE A MILANO 2013 2014 G F M A M G L A S O N F M D M G A Ftse Mib Mediolanum Banca Generali Azimut Gennaio 2013 = base 100

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 33 10/05/2014 Milano Finanza - N.91 - 10 maggio 2014 Pag. 37 (diffusione:100933, tiratura:169909) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Ma Renzi fa bene a rispolverare l'abolizione della Covip? Carlo Giuro

Nella riforma della pubblica amministrazione annunciata dal premier Matteo Renzi si prevede il riordino delle autorità di vigilanza e, nello specifico, la soppressione della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) con attribuzione delle funzioni alla Banca d'Italia nell'ambito delle linee guida di una spending review di tipo selettivo e non lineare. L'iter è quello di una procedura di pubblica consultazione dal 30 aprile al 30 maggio e varo con il Consiglio dei ministri del 13 giugno prossimo. Va evidenziato come non si tratti di novità assolute dal momento che già i precedenti governi avevano manifestato questa intenzione. Con il riferimento puntuale alla Covip nel progetto iniziale del governo Monti si prevedeva che l'autorità di vigilanza in materia previdenziale venisse soppressa e incorporata nel nuovo istituto Irvap, che avrebbe anche accolto le funzioni dell'Isvap. Nella versione finale del provvedimento la Covip ha invece mantenuto la propria peculiarità rimanendo autonoma e indipendente. L'Isvap è stata invece soppressa evolvendo nella nuova Ivass, controllata dalla Banca d'Italia. Per lungo tempo la commissione di vigilanza sui fondi pensione è stata poi tenuta in stand by. Nella transizione infatti dal governo Monti al governo Letta l'autorità è stata sprovvista di presidente con un unico commissario facente funzioni. Finalmente in aprile è stato designato il presidente (Rino Tarelli) e nominati i commissari mancanti (nel frattempo ridotti a due dai precedenti quattro in una sorta di spending review ante litteram). Che cosa succederà ora? La considerazione importante è che, comunque vadano le cose e qualunque saranno le decisioni, è importante sottolineare come non debba trattarsi di decisioni spot ma di un disegno organico e ponderato con riferimento ad un bene costituzionalmente tutelato quale è quello il risparmio previdenziale. Al contempo, guardando l'Europa, l'autorità di vigilanza comunitaria, l'Eiopa, ha competenza sia sui fondi pensione che sulle assicurazioni. Ma quali sono i compiti e le funzioni della Covip? La mission è quella di perseguire la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione delle forme pensionistiche, avendo riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare. Nata nell'ambito della riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare (riforma Amato nel '93 e riforma Dini nel '95), dal 1° gennaio 2007 la Covip controlla tutte le forme previdenziali, vale a dire fondi pensione negoziali, fondi pensione preesistenti, fondi pensione aperti e pip assicurativi, anche in materia di trasparenza e correttezza dei comportamenti nelle modalità di offerta, in precedenza assegnate, rispettivamente, alla Consob e all'Ivass. Resta invece ferma la vigilanza delle autorità di controllo (Banca d' Italia, Consob e Ivass) sui soggetti abilitati, che istituiscano o gestiscano le forme pensionistiche. Contro la sua abolizione è sceso in campo Fabio Ortolani, presidente di Fonchim: «La Covip è un ente di controllo che deve restare, anche nella formazione degli organi, nella più assoluta terziarietà. Solo così sarà possibile garantire lo sviluppo della pensione complementare in Italia, facendo rispettare le regole sugli investimenti previdenziali che, ricordo, sono ritenute dagli addetti ai lavori, le più efficaci tra quelle in vigore nei Paesi della Ue». Secondo Ortolani la Banca d'Italia, per come oggi è strutturata, non riuscirebbe a garantire un'attività di vigilanza autonoma sulla previdenza complementare. «Sarebbe infatti come mettere insieme controllori e controllati, tenuto conto che i fondi pensione, come pochi sanno, non possono amministrare direttamente le risorse loro affidate dai lavoratori ma devono operare con investitori istituzionali che sono sottoposti invece alle regole della finanza non previdenziale», continua Ortolani che conclude con una riflessione sulla spending review: «La Covip, per la sua operatività, non riceve contributi dallo Stato italiano ma esclusivamente da soggetti privati». (riproduzione riservata) Foto: Fabio Ortolani

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 34 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato analisi Ma ad Allianz l'agente diventa titolare dei dati dei clienti? Federica Pezzatti

È toccato agli agenti Allianz, i primi a operare una totale conversione al digitale, conquistare anche questo nuovo primato. Secondo quanto risulta a «Plus24» la rete del gruppo tedesco (nata dalla fusione tra agenti Ras, Lloyd Adriatico e Allianz Subalpina) ha ottenuto la titolarità dei dati dei clienti. Allianz spa ha infatti accettato le richieste dell'associazione riunita degli agenti Aaa (Associazione agenti Allianz, nata a febbraio dall'unione tra Gala Uia e Gna) consentendo ai professionisti la facoltà di optare per la gestione autonoma dei dati personali dei clienti oppure di scegliere per la contitolarità con la compagnia. È anche possibile infine per gli agenti lasciare in capo ad Allianz la titolarità dei dati, restando, come in passato, solo responsabili degli stessi. Non è un dettaglio chi sia il titolare dei dati: in tempi di multicanalità gli agenti sono sempre più intimoriti da Internet e i database dei clienti fanno gola alle compagnie, ma anche ai comparatori, con cui ultimamente qualche mandante ha concluso persino anche degli accordi. Negli ultimi anni sia le organizzazioni sindacali generaliste degli agenti, sia quelle interne alle singole reti distributive e tutte le associazioni ed organismi di settore, talvolta di concerto con le associazioni dei consumatori, hanno evidenziato l'importanza della titolarità dei dati personali dei clienti che è stato anche un argomento ricorrente nel dibattito di settore. «L'auspicio ora è che la materia venga trattata anche dal resto del mercato in modo analogo - spiega Pasquale Laera, rappresentante storico del sindacato Gala -, restituendo agli agenti quelle prerogative che derivano dalle norme stesse e che, dunque, vanno rispettate, seguendo una logica di sana "compliance". Ora sta agli agenti, magari supportati dalle loro organizzazioni, cogliere appieno il valore di una rara conquista» .Il timore che serpeggia però è che possa accadere il contrario: per ora Allianz, contattata da Plus24, parla solo di contitolarità. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 35 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

La donazione può diventare «sicura» Da Aon la prima polizza a copertura dal rischio di contenzioso sul bene

Pagina a cura di Federica Pezzatti Motivi fiscali e non solo stanno spingendo l'utilizzo delle donazioni. La tendenza riguarda anche gli immobili condizionando il mercato del mattone. Spesso, infatti, le compravendite di beni immobili di origine donativa non possono essere concluse perché l'origine del bene viene considerata un elemento di rischio troppo elevato. Gli istituti di credito non concedono finanziamenti e i compratori sono disincentivati all'acquisto. Acquistare un bene di origine donativa è ovviamente possibile, tuttavia l'acquirente o il soggetto mutuante corrono un grosso rischio. Il nostro ordinamento riserva ai legittimari (coniuge, figli e ascendenti del defunto) una quota di eredità (cosiddetta "legittima") della quale non possono essere privati per volontà del defunto, sia che venga espressa in un testamento o eseguita in vita tramite donazioni. Ciò vuol dire che, se un soggetto legittimario ritiene di essere stato privato, in tutto o in parte, di una quota di legittima per effetto di una donazione posta in essere in vita dal defunto, può far valere i propri diritti intentando un'azione giudiziaria, detta azione di riduzione cui, in caso di successo, può far seguito la "restituzione" del bene. L'azione di riduzione ha carattere retroattivo non solo tra le parti ma anche nei confronti dei terzi. Il rischio di restituzione ha una durata temporale assai lunga: dai 10 ai 20 anni. Entro questo termine il legittimario può presentare atto di opposizione alla donazione, sospendendo quindi il termine ventennale che, a partire dalla opposzione riprende a decorrere per un ulteriore periodo di 20 anni. In sostanza il terzo acquirente di un immobile non correrà più rischi solo quando saranno trascorsi i 20 anni se il donante è in vita e se non vi è stato un atto di opposizione, o dopo 10 anni dalla data del decesso del donante, se nel frattempo non è stata esperita l'azione di riduzione. Per ovviare a queste problematiche che si sono create sul mercato italiano è nata la prima polizza in Italia studiata ad hoc "Donazione Sicura" una soluzione assicurativa che tutela l'acquirente di un bene di origine donativa o il soggetto mutuante. La polizza studiata da Aon - leader mondiale e nazionale nel brokeraggio assicurativo e riassicurativo - copre i rischi derivanti dall'acquisto e/o finanziamento dei beni di provenienza donativa, garantendone la commerciabilità e la sicurezza della compravendita». La polizza, che verrà presentata il 27 maggio a Palazzo Mezzanotte a Milano, a banche e operatori interessati alla tematica, è stata realizzata con i Lloyd's. come funziona Con il versamento di un singolo premio "una tantum" il rischio sarà coperto senza limiti o scadenze temporali. In particolare, la polizza mantiene indenne il beneficiario, l'acquirente o il soggetto mutuante, dal danno economico che subirebbe a seguito di esito favorevole dell'azione di restituzione. La polizza, con premio in funzione del valore del bene donato e con un minimo di mille euro, può essere sottoscritta sia preventivamente all'atto della donazione dal donante o dal donatario per garantire pro-futuro la fungibilità del bene, sia in epoca successiva alla donazione dal donatario, dal terzo acquirente e persino dal soggetto mutuante. La struttura ha avuto il placet anche di Federnotai, che attende un'azione legislativa organica. «Il Notariato da tempo suggerisce un intervento del legislatore che modifichi la disciplina relativa all'azione di restituzione - spiega Lauretta Casadei, presidente Federnotai -. Solo in questo modo sarà possibile eliminare i rischi connessi alla provenienza donativa. La polizza diventa uno strumento che può tutelare economicamente la posizione del terzo acquirente, soccombente nella causa di restituzione». Positivi gli istituti bancari ai quali è stata presentata la polizza. «Le banche che hanno esaminato Donazione Sicura hanno preso atto con soddisfazione della disponibilità di questo strumento assicurativo in presenza del quale hanno già accettato di

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 36 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

erogare mutui per i beni di provenienza donativa», conclude Giorgio Moroni, consigliere d'amministrazione di Aon. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 37 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato le assicurazioni in movimento intervista Generali Italia modello Scaroni La nuova geografia di Generali Italia Bruno Scaroni Capo distribuzione Generali Italia

Diffusione delle reti sul territorio A circa un anno dall'annuncio della fusione di Ina Assitalia in Generali, Bruno Scaroni, chief distribution officier, rilascia la sua prima intervista con la stampa e fa un primo bilancio. Il gruppo forte dell'integrazione, ha cominciato in questa primavera a pubblicizzare il nuovo marchio con la campagna «Vediamo Positivo». Generali Italia è nata nel 2013 da tre realtà assicurative esistenti Alleanza- Toro, Ina-Assitalia e le attività italiane di Generali. Con le controllate, rappresenta per dimensione la prima realtà assicurativa del paese, con circa 100 miliardi di attivi per conto di 10 milioni di clienti serviti complessivamente da una rete di vendita formata da oltre 20 mila persone, tra dipendenti, agenti, collaboratori e personale commerciale, e circa 1900 agenzie. Può fare un primo bilancio dell'operazione Generali Italia? Con la fusione di Allenza-Toro in Generali Italia e lo scorporo di Alleanza si è completato il riassetto. La fusione prevede ora l'integrazione operativa e di business: per dare un'idea del lavoro che stiamo svolgendo in pratica, stiamo passando da 270 prodotti a 70, stiamo attivando un nuovo sistema It in 3mila punti vendita e fornendo 10mila giornate di formazione per personale in agenzia. A oggi il bilancio è positivo e stiamo rispettando le tempistiche previste. Quali sono i prossimi step? Entro il 2016 arriveremo al brand unico con rebrandig di sedi e punti vendita, unificazione della governance delle reti (ex Generali, Ina, Toro, e Augusta). E opereremo lo spegnimento di 230 sistemi informatici. Ci saranno sinergie grazie all'utilizzo di una piattaforma unica. Quanto alla digitalizzazione, la nuova piattaforma informatica abiliterà a servizi alla clientela tramite tablet, con la possibilità di poter fornire ai clienti prodotti e servizi paperless (senza carta, ndr) con pagamento elettronico. Come hanno risposto le reti di agenti che sono, si sa, molto diverse tra loro? In maniera molto favorevole anche grazie all'investimento di 300 milioni. Il fatto di poter operare in cobranding rappresenta per gli agenti un driver importante: il marchio Generali significa competenza, solidità patrimoniale e internazionalizzazione. Sono state superate le obiezioni iniziali di alcune reti che non volevano perdere il marchio, come Toro? Con tutti i gruppi agenti abbiamo avuto modo di approfondire specificità ed esigenze reciproche trovando le soluzioni per agevolare l'adesione di tutti i nostri agenti al progetto Generali Italia. Per favorire l'integrazione abbiamo anche organizzato un unico contest (gara di produzione, ndr) che coinvolge i migliori agenti delle singole reti, che verranno premiati tutti insieme a Venezia nella straordinaria cornice della Festa del Redentore, il week end del 18 e 19 luglio. L'obiettivo di arrivare ad un mandato unico dunque non è più una priorità? Il mondo italiano degli agenti è molto eterogeneo. Nella stessa rete convivono mandati diversi, pure dal punto di vista provvigionale, frutto delle dieverse anzianità degli agenti. Nel tempo dovremo darci delle regole per arrivare a una semplificazione dei tre grandi modelli operativi attualmente presenti nel mondo di Generali Italia: il modello Generali dove le organizzazioni produttive sono un unicum del mercato, il modello Ina a "trazione" prevalente del "Vita", con reti secondarie tradizionali agenti e collaboratori, il modello Toro, focalizzato sul danni e sul rapporto diretto con il cliente. Che soluzione propone per risolvere i problemi della categoria degli agenti: diminuizione della reddittività ed eccessivi oneri burocratici in primis? Dobbiamo fare i conti con un futuro in cui probabilmente le auto si guideranno "da sole", e determineranno una sicura riduzione della dimesione dei premi Rc auto con la necessità per gli agenti di diversificare il business. Su questi grandi temi ci confrontiamo costantemente con i nostri agenti per identificare come

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 38 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

mantenere la rete agenziale al centro della strategia di Generali. La digitalizzazione dovrebbe comportare uno snellimento della operatività agenziale: con la nuova struttura si ridurrà il carico amministrativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA La nuova geografia di Generali Italia q Nel 2016 il brand comune, governance unitaria e ampie sinergie con una piattaforma unica

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 39 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 4 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Le polizze trainano i ricavi Vita e Previdenza rami forti Pronto lo sbarco nei Danni ma sullo sviluppo pesano le incognite dell'Rc Auto

Federica Pezzatti La potenza di fuoco dei suoi sportelli è invidiata da tempo da tutte le compagnie. Tanto che nel 2012 Poste Vita era riuscita a conquistare il podio con una raccolta premi superiore a tutte le altre assicurazioni che operano sul mercato italiano Vita. Nel 2013 si deve accontentare del terzo posto visto che nel frattempo Intesa Sanpaolo Vita ha anch'essa schiacciato l'acceleratore sulla raccolta di polizze (+72% con una quota di mercato del 19% e premi per oltre 17 miliardi) e ha conquistato il primo posto nella graduatoria Ania, seguita da Generali. I dati di raccolta di Poste Vita sono stati comunque in crescita del 26% anche lo scorso anno: con un volume di premi pari a 13,7 miliardi di euro. Oggi il gruppo con con 2,8 milioni di clienti gestisce riserve tecniche per circa 65 miliardi di euro. Il gruppo non ha eguali invece nel mercato della previdenza complementare con più di 620mila iscritti al proprio piano previdenziale. Il Pip Previdenza Valore è la forma complementare più diffusa in Italia con una quota di mercato del 35 per cento. Si tratta di un cammino avviato nel 1999 quando è iniziata l'operatività. Nel tempo però la politica distributiva è cambiata notevolmente. Dopo gli incidenti con le index linked (con la presenza di alcuni prodotti derivati pericolosi, poi rinegoziati dopo la crisi del 2008) il gruppo punta ora sulla proposta delle tranquille polizze Ramo I. Le polizze rivalutabili sono il cuore dell'offerta postale: nel 2013 hanno rappresentato, insieme al Pip (che confluisce anch'esso nel Ramo I), il 99% del totale Vita, mentre il Ramo III (unit e index linked) ha incassato premi per "soli" 79 milioni, pari allo 0,6% della produzione. I motivi del successo delle rivalutabili sono presto detti: rendimento minimo garantito, retrocessione del risultato della gestione separata Poste Valore e costi nella fascia bassa di mercato. A ciò si deve aggiungere poi il discorso fiscale: le polizze di Ramo I sono le uniche a non pagare il bollo dello 0,2% sulle attività finanziarie (insieme ai fondi pensione e ai fondi sanitari) ed, poiché le gestioni a esse collegate investono sostanzialmente in titoli di Stato, anche le plusvalenze sono tassate al 12,5% anzichè al 26 per cento. Certo, una volta che la capogruppo sarà quotata, anche Poste Vita, ora abbastanza economica come costi a tutto vantaggio dei suoi clienti, dovrà fare i conti con gli azionisti privati che in Borsa cercano soprattutto la redditività. Redditività che nel settore assicurativo per Poste resta tutto sommato ancora bassa rispetto a quella ottenuta nei servizi finanziari. È legittimo a questo punto domandarsi se i caricamenti, cioè i costi per i clienti, aumenteranno dopo la quotazione? Inoltre come per tutte le compagnie, Poste Vita dovrà confrontarsi anche con la normativa Solvency II, operativa dal 2016 che spinge di fatto gli operatori assicurativi a vendere soprattutto polizze a rischio aperto per il cliente, come le unit di ramo III. Ci si chiede se in un futuro prossimo i migliaia di risparmiatori che hanno sottoscritto polizze verranno traghettati su prodotti più rischiosi, come le unit. Pare difficile, visto che la rete è abbastanza conservativa: piuttosto si punterà su piani di accumulazione con margini più elevati. La scommessa di Poste oggi, comunque, come per tutto il mercato italiano, è sul settore Danni dove Poste Assicura sta conquistandosi, a piccoli passi, fette di mercato. C'è un giallo sul debutto nel Ramo Rc Auto. A quanto risulta a «Plus24» il business plan è già pronto ma non si è ancora deciso se partire. L'Rc auto infatti, per un gruppo come Poste, radicato anche in province poco amate dagli assicuratori, rischia di trasformare il gruppo in una bad company con la fila di assicurati, anche di quelli meno virtuosi, fuori dalla Posta per contrarre. In vista della quotazione, è meglio evitare incidenti di percorso. © RIPRODUZIONE RISERVATA AZIONARIO INDICI DI SETTORE OBBLIGAZIONARIO REDDITO FISSO IL BILANCIO su internet Tutte le tabelle complete di Plus24 su www.ilsole24ore.com/plus24 djstoxx msci var.% var.% settore sett. anno sett. anno Q rendim.annuo% indicideititoli 1anno 5anni 10anni mercato obbligazioni monetario governative a3 anni a 10 anni paesi ultimo 1anno ultimo 1anno Mondiale (1) invalutalocale 11,73 11,44 4,27 in euro 6,08 11,68

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 40 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 4 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

3,46 Europa (1) invalutalocale 9,95 8,42 3,39 in euro 10,75 9,78 3,04 NordAmerica (1) invalutalocale 15,79 15,00 5,66 in euro 8,19 14,33 4,17 Pacifico (1) invalutalocale -1,10 5,33 1,59 in euro -10,38 5,80 1,64 Paesi emergenti(1) invalutalocale - 6,87 8,35 in euro -10,30 6,25 7,08 Italia(2) invalutalocale 24,88 3,05 -1,10 Note: (1)IndiciMSCIsenza dividendi reinvestiti. (2)IndiceComit. rendim.annuo% paese/indici 1anno 5anni 10anni AlimentariD. -0,14 2,64 -0,68 0,51 Assicurazioni -0,45 -0,32 -1,07 -2,76 Auto -3,19 3,53 -1,12 -3,72 Banche - 1,65 1,37 -1,16 -1,07 BeniConsumo -0,43 1,22 -1,97 -9,45 BeniDurevoli 0,13 2,62 -1,09 -4,41 Chimico -0,99 - 0,01 -1,37 5,06 Commercio -1,53 -5,05 -0,55 -2,62 Costruzioni -2,27 9,83 0,03 4,19 Energia 0,92 7,84 0,56 7,21 Industriali -0,74 -1,56 -0,49 0,56 Media -0,26 -4,44 0,15 -1,90 Salute -0,38 7,66 0,16 1,49 ServiziFinanz. -0,44 0,61 -1,45 -3,66 Tecnologici -1,61 -6,30 -0,10 3,09 Telecomunic. 1,38 2,34 0,63 -0,52 Turismo 1,43 4,88 0,20 -1,59 Utilities 0,14 9,20 -1,11 8,40 Mondiale (1) ineuro -1,04 3,53 3,49 Europa (1) ineuro 4,41 5,87 4,96 Italia (2) ineuro 7,91 6,42 5,55 Usa (2) ineuro -2,64 2,68 3,11 Giappone(2) ineuro -5,80 1,02 1,35 Note: (1)IndiciJPMorganGlobal. (2)IndiceJP Morgandelleareedi riferimento. Australia 2,73 2,90 3,82 3,08 Gr.Bretagna 0,50 0,50 2,66 1,79 Canada 0,93 1,00 2,38 1,83 Danimarca 0,36 0,24 1,55 1,42 Svezia 0,67 0,86 1,95 1,75 Giappone 0,12 0,24 0,60 0,60 Svizzera 0,02 0,02 0,85 0,57 Usa 0,03 4,76 2,59 1,78 Area euro - 0,20 1,47 1,30 la parola chiave Ipo L'Initial public offer (Ipo), l'offerta pubblica iniziale, è la procedura attraverso la quale si realizza la quotazione in Borsa di un'azienda. Una società che si quota su un mercato regolamentato (cioé su una Borsa) pubblica un prospetto contenente le informazioni per valutare l'investimento e offre le sue azioni al pubblico, composto sia dai piccoli risparmiatori (investitori retail) che dai grandi investitori (i cosiddetti istituzionali). Queste operazioni sono realizzate in funzione di multipli, cioé indicatori di bilancio che comparano la redditività e il valore dell'azienda che si quota rispetto ad altre società simili. Uno sviluppo decennale l'evoluzione del contributo delle diverse aree di business Nel corso dell'ultimo decennio ha fortemente mirato all'innovazione e alla diversificazione del proprio business, attraverso la capillare presenza degli uffici postali e la sempre più utilizzata rete di sportelli virtuale rappresentata dal sito internet www.poste.it. Un doppio binario che ha consentito al gruppo di consolidare il ruolo di operatore globale. Un'attività riconducibile a quattro settori operativi, con il crescente peso dei servizi assicurativi in termini di ricavi. In particolare, sul fronte BancoPosta, emerge il trend di crescita dei proventi degli impieghi della raccolta, i ricavi provenienti dalla Cdp per la vendita di libretti e Buoni postali, oltre quelli derivanti (con numeri per il momento più contenuti) dalle carte prepagate e dall'erogazione di finanziamenti. bancoposta Ricavi in milioni di euro la ripartizione dei ricavi Valori totali in milioni di euro e distribuzione percentuale per i quattro macrosettori operativi

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 41 10/05/2014 Il Sole 24 Ore - PLUS 24 Pag. 5 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Gli obiettivi convergono sull'aumento delle masse È in corso la trattativa per rivedere la redditizia convenzione con Cdp - G.Ur.

Tutto fa brodo. In vista dello sbarco in Borsa l'incremento delle masse in gestione, sui diversi fronti, aiuta ad accrescere il valore di Poste Italiane. In particolare sul settore ormai guida del Gruppo, quello dei servizi finanziari, che ha i più alti margini di profittabilità tra le diverse aree di business. Nel 2013 su un risultato operativo di gruppo pari a 1,4 miliardi, circa la metà (663 milioni) è giunto dai servizi finanziari (conti correnti, servizi di pagamento e prodotti finanziari, inclusi i libretti e buoni fruttiferi ed escluse le polizze). Il resto è arrivato dai servizi postali e commerciali (300 milioni) e dai servizi assicurativi (poco più di 400 milioni). Eppure i ricavi sono realizzati solo per il 20% dai servizi finanziari, con un rapporto tra risultato operativo e proventi caratteristici (il cosiddetto indice Ros) di settore pari all'11%, rispetto al 6,1% espresso dall'intero gruppo (7% da servizi postali e 3% da servizi assicurativi). In questa direzione vanno quindi letti sia l'incremento del patrimonio gestito da BancopostaFondi Sgr, passato da 3 miliardi di inizio 2011 ai 4,7 miliardi di fine marzo scorso (+54%) e l'operazione "rientro" avviata lo scorso anno anche sul fronte dei mandati istituzionali precedentemente affidati a operatori esterni. Solo nel mese di febbraio 2013 sono stati riportati "a casa" oltre 7 miliardi di euro, collegati alle polizze Poste Vita, prima affidati in gestione a Credit Suisse. Un processo di rientro che mira anche ad accrescere i margini del settore assicurativo. Ma è dal versante dei prodotti di risparmio postale (libretti e Buoni) distribuiti per conto di Cassa Depositi e Prestiti che potrebbero arrivare delle novità di rilievo. Nel 2013 Cdp ha riconosciuto a Poste Italiane per il servizio di collocamento 1,62 miliardi. La convenzione tra i due soggetti valida per il triennio 2011-13 nel dicembre scorso è stata tacitamente rinnovata, ma come emerge dal bilancio della Cdp è in corso un tavolo negoziale tra le parti per ridefinire l'accordo per i prossimi anni, «anche in considerazione del processo di parziale privatizzazione che potrebbe interessare Poste Italiane». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 42 11/05/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 14 (tiratura:100000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

"I primi 40 anni del No che cambiò noi e l'Italia" MARINA E CARLO RIPA DI MEANA RIPERCORRONO LA BATTAGLIA PER IL DIVORZIO: DALLA "LIBERAZIONE DAL MATRIMONIO AI TORMENTI DI CRAXI E BERLUSCONI" RIVOLUZIONE VERA Furono giornate stupende, di grandissima euforia Ricordo il senso di liberazione, soprattutto Perché questa era una rivoluzione vera IL BETTINO DIVISO Alla fine il leader socialista scelse la famiglia, ma nella vicenda con Ania Pieroni intervenne Stefania, che picchiò l'amante del padre Fabrizio d'Esposito

I primi quarant'anni del referendum sul divorzio. Nella versione di Marina e Carlo Ripa di Meana. Sposi dal 1982. Lei, eternamente bella aristocratica e anticonformista, siede di fronte a lui, nella sala riunioni del nostro quotidiano. Si beccano solo un paio di volte, il minimo indispensabile. "M'interrompi sempre, va bene parla tu, adesso sto zitta". Marina s'incazza. È un lampo. Lui rimane in silenzio, una dolcezza impassibile sul viso nobile come il suo cognome da marchese. Era il 12 maggio del 1974. Si votò anche lunedì 13, fino alle tre del pomeriggio. Continua Marina: "Furono giornate stupende, di grandissima euforia. Ricordo il senso di liberazione, soprattutto. Perché questa era una rivoluzione vera: ci si poteva liberare dal matrimonio". Il marito Carlo interviene ancora. Le mani giunte che toccano il naso. Obietta: "Ma tu non fai testo sull'euforia, tu vivevi con Franco Angeli". Le avances del monsignore e il sogno dell'annulla m e n to Marina Punturieri, romana bene ma senza blasone, fu impalmata nel giugno del 1964 da Alessandro dei duchi Lante della Rovere. Esuberante e vitale precipitò nel buco nero dell'aristocrazia papalina della Città Eterna. Un matrimonio infernale, da cui però nacque una creatura incantevole come la mamma, e non poteva essere diversamente, di nome Lucrezia. Marina diventata Lante della Rovere si arrangiò con l'alta moda. Stilista in piazza di Spagna, insieme con un'amica poi diventata regina del Belgio, Paola Ruffo di Calabria. Negli anni settanta, l'ennesimo amante divenne una maledizione impegnativa e comunista. Franco Angeli, arte e cocaina. "Avevo un sacco di amiche che come me volevano divorziare. Prima della legge, ricordo che alcune famiglie abbienti si affidavano a un certo avvocato Sotis, il papà di Lina se non sbaglio, che riusciva a far ottenere il divorzio. Non so come, ma ci riusciva. Un'altra strada era andare all'estero, una sorella di mio padre spese un mucchio di soldi in Francia. Ma la pratica più comune era quella dell'annullamento dalla Sacra Rota. Era il tentativo più costoso. Avevo fatto amicizia con un monsignore che dopo un po' iniziò a farmi delle avances. Decisi di rinunciare". La legge che venne sottoposta al referendum abrogativo del 12 maggio 1974 aveva una doppia firma. La più nota, consacrata agli onori della storia, è quella del socialista Loris Fortuna, tra i padri anche della successiva, e altrettanto epica, battaglia sull'aborto. Quello di Antonio Baslini, invece, è un autografo dimenticato, caduto nell'oblio. Baslini era un liberale vero del Pli, quando i liberali erano ultraminoritari ma seri e non da barzelletta come oggi. "Un simpatico imbroglione e un signore elegante" Carlo Ripa di Meana è stato comunista, socialista, infine ambientalista. Li conosceva entrambi, Fortuna e Baslini. "Ero amico personale di Loris. Era un simpatico imbroglione che ho bazzicato moltissimo. Al Lirico di Milano s'inventò un numero da circo. Apparve il vescovo d'Italia, a capo di una Chiesa scismatica e divorzista. Nella sua battaglia Loris venne fucilato da tutti, anche nel Psi, il nostro partito. Ovviamente, nel plotone c'erano soprattutto gli esitanti comunisti, bacchettoni e prudenti per via della Chiesa. Non dimentichiamo mai che fu Togliatti a sbloccare nella Costituente la questione dell'articolo 7 della Costituzione, che introduce il concordato con la Chiesa". Oltre al divorzio, il liberale Baslini avrebbe un motivo in più per essere ricordato. L'ora legale fu istituita grazie a una sua legge del 1965. Racconta Carlo: "Antonio era un signore elegante e suadente, molto rispettato anche in ambienti vaticani. Aveva toni gentili ed ebbe un ruolo prezioso nelle polemiche con i cattolici lombardi. Era il cugino primo di Giulia Maria Crespi, siamo nell'altissima borghesia danarosa di Milano. È ingiusto averlo dimenticato. Entrambi, Fortuna e Baslini, assicurarono quella forte tintura liberal- repubblicana che aveva ispirazione nella cultura anglosassone, evidente nella campagna dell' ". "Marco era bellissimo, mi respinse con un vaffanculo" Resistere all'allora Marina Lante della Rovere era un ossimoro di valore universale. Marco Pannella fu l'araldo radicale del referendum sul divorzio. Marina: "Ero pazzamente

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 43 11/05/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 14 (tiratura:100000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

innamorata di Marco Pannella, ero folgorata da quest'uomo bellissimo. Ma non lo conoscevo e non sapevo che delle ragazze non gliene fregasse nulla. Io ero una bellona ed ero abituata ad arrivare ovunque grazie alla mia bellezza. Mi misi in testa di parlargli e andai a trovarlo in un albergo romano. Forte della mia esuberanza cominciai ad assillare il portiere che non voleva mettermi in contatto con lui, disse che era occupato e non poteva disturbarlo. Finalmente ci riuscii e me lo passò. Lui mi gridò solo: 'Ma vaffanculo, non mi scocciare'. Me lo ricordo benissimo". "I comunisti bacchettoni e la carne giovane di Nilde" Sostiene Carlo Ripa di Meana: "Il referendum fu una rivoluzione più importante del Sessantotto, che invece era stato molto gestuale". I comunisti furono sempre sulla difensiva. Sia con il Sessantotto, sia con il divorzio. Marina: "Avevo un compagno che era un supercomunista. Franco Angeli mi tormentava con Potere Operaio. Io pensavo a fare la moda ed ero qualunquista". Interruzione di Carlo: "I comunisti s'impegnarono solo nella fase ultimissima della campagna referendaria. Loro sbirciavano sempre la Chiesa, con il Vaticano erano prudenti se non arrendevoli. Il loro disegno, da sempre, mirava al compromesso storico tra Pci e Dc. Eppoi erano bacchettoni i comunisti". Di nuovo Marina: " mappala , avevano una cultura superbacchettona. Io facevo la moda e mi chiamavano la signorina grandi firme. Però poi le compagne venivano tutte da me quando erano mollate dagli uomini, anche le più femministe. Chiedevano consigli su come vestirsi, su quale parrucchiere andare. Erano babbione che indossavano quattro stracci. Si mostrificavano, perciò erano regolarmente mollate". Il bacchettonismo del Pci non fu messo a dura prova solo dal divorzio. Prima c'era stata la questione Iotti. Il socialista Ripa di Meana, che aveva conosciuto il comunismo reale a Praga e si schierò con Antonio Giolitti sull'invasione sovietica dell'Ungheria, nel '56, va a ruota libera, in modo duro e offensivo, a tratti volgare: "Togliatti lasciò di fatto la moglie per la sguaiata di Reggio Emilia e questa vicenda ebbe una grande influenza sugli ambienti comunisti. A molti compagni del Partito questa storia non piacque per niente. Nilde Iotti s'infilò nel letto di Togliatti in ragione dell'età. Fu il simbolo della carne giovane che rincoglioniva gli uomini maturi come Togliatti. È sempre vero: tira più un pelo di fica che un carro di buoi. C'era stata anche l'intricata separazione tra Luigi Longo e Teresa Noce. Ma l'imperativo era sempre quello di privilegiare la famiglia, di non far mai saltare il matrimonio. Un modello ipocrita, oltre che bacchettone. Tutti erano obbligati a tenersi la moglie". "Il dolore di Bettino per quell'a l t ra " Nel 1974, il Psi era ancora un partito demartiniano, nel senso di Antonio De Martino, segretario politico. Il biennio successivo, quello del '75-'76, sancì l'avanzata rossa del Pci, e dalle colonne di Eugenio Scalfari invitò a votare il Psi di De Martino contro il compromesso storico. Ma i socialisti non sfondarono. Anzi: scesero sotto la doppia cifra e nel luglio del '76 ci fu il Midas che aprì l'era di Bettino Craxi. Ricorda Carlo: "Nel '74, Bettino era poco conosciuto. Simpatizzava con Loris. Diceva: 'È un imbroglione ma efficace'". In seguito ci fu anche il fenomeno della doppia tessera socialista e radicale. Un'illusione più che un esperimento. Ripa di Meana prese la doppia tessera: "Ma Bettino riteneva Marco pericoloso. Ripeteva: 'Gli dai una mano e lui si prende tutto il braccio'.E poi Craxi non sentiva Pannella saldo sui grandi valori socialisti. La verità è che sono stati due grandi accentratori". Negli anni ottanta, i Ripa di Meana furono molto vicini ai Craxi. "Bettino fu nostro testimone di nozze". Il divorzio era ormai realtà, ma i matrimoni traballanti non erano solo un fatto di carte bollate. Carlo: "Il primo cedimento della salute di Bettino fu per la sua vita privata. Era ossessionato dalla relazione con Ania Pieroni (attrice, la più nota delle amanti di Craxi, ) e non sapeva cosa fare. Il suo motto era: 'Tieniti l'amante ma la famiglia non si tocca'. Per questo Anna sua (la moglie, ) non l'ha mai lasciato. Ma con quell'altra (la Pieroni, ) fu diverso. Un giorno decideva di divorziare, il seguente ci ripensava. Non parlava d'altro. Allo stesso tempo Anna era terrorizzata ed era necessario tranquilizzarla. In famiglia la più tosta fu la figlia Stefania. Minacciava: 'La vado a picchiare'. Poi successe, Stefania picchiò la Pieroni e Bettino ebbe il primo infarto. Questi drammi incidono sulla tenuta fisica, non solo psicologica". "Silvio, Veronica e la Dellera" "Dalla famiglia Craxi sapevamo molto di questo Berlusconi. Quando l'ho conosciuto dentro di me ho pensato: 'Questo deve essere molto vanitoso'". Silvio Berlusconi è stato molto di più rispetto alla prima impressione di Marina Ripa di Meana, quando lo conobbe: "Si può dire che eravamo quasi parenti perché avevamo in comune i Craxi". Anche in questo caso, un altro dramma familiare: "Tra Silvio e Veronica andava male da subito. Craxi ci diceva: 'È perseguitato dalla moglie'.

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 44 11/05/2014 Il Fatto Quotidiano Pag. 14 (tiratura:100000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

Noi lo prendevamo anche in giro. Non si poteva muovere da casa e dovevamo andare tutti ad Arcore. All'epoca Silvio frequentava la Dellera e Veronica minacciava di andarsene, portando via i figli. Berlusconi non avrebbe mai lasciato la moglie, anche per lui la famiglia non si tocca. Poi sappiamo tutti quello che è successo, a partire dalle lettere di Veronica ai giornali sulle storie del marito". C'è un filo un po'ipocrita che tiene insieme tre storie diversissime tra di loro, in questo ricordo particolare del quarantesimo anniversario del referendum del '74. Togliatti, Craxi, Berlusconi. La Famiglia e il Potere, il privato e il pubblico. "Fanfani e Renzi? Il primo è stato un gigante" Il Grande Sconfitto del 12 maggio 1974 fu il fanfascismo, incarnato dal toscano Amintore Fanfani, segretario della Democrazia cristiana. Diversamente alto, un vignettista trovò la fama con Fanfani-tappo che saltava da una bottiglia di champagne. Sull'etichetta c'era scritto "No", il voto del fronte divorzista, contrario all'abrogazione della Fortuna-Baslini. Quel vignettista era Forattini. Matteo Renzi, quando ha conquistato prima il Pd poi Palazzo Chigi, è stato paragonato proprio a Fanfani. Non solo per le origini toscane. Sostiene Carlo Ripa di Meana: "È un paragone impossibile, che danneggia solamente Fanfani. Il segretario dc era molto colto, questo qui, Renzi, è solo superficiale e inconcludente". Il 12 maggio, Carlo votò "No" a Milano: "Vivevo con Gae Aulenti che non riusciva a ottenere il divorzio da Franco Buzzi, che resisteva per tutelare i suoi interessi". Marina abitava a Roma. Anche lei scelse il divorzio: "Il mio matrimonio era fallito e non pensavo di risposarmi più". Otto anni dopo, la smentita. Con Carlo Ripa di Meana. E dura ancora. I PROTAGONISTI PRESSIONE CATTOLICA Fanfani tra progresso e Vaticano LO SCONFITTO Amintore Fanfani, segretario della Democrazia Cristiana e principale sostenitore del sì all'abrogazione della legge sul divorzio, spinto dalle forti pressioni della Chiesa cattolica. IL PCI E I SUOI FRATELLI Il fronte laico con Psi, Psdi, Pli e Pri IL PCI chiuse la campagna per il no (scelta non scontata, perché cercava di allargare il proprio elettorato ai cattolici) con una grande manifestazione in piazza del Popolo dove parlò anche Ugo La Malfa. I PROMOTORI Baslini e Fortuna in festa con Pannella I FIRMATARI della legge sul divorzio del 1970, Antonio Baslini (primo a sinistra) e Loris Fortuna (secondo a destra) festeggiano la vittoria del no al referendum, insieme a Marco Pannella. RADICALI LIBERI E BELLI La strategia del digiuno IL DIGIUNO PRO DIVORZIO di Marco Pannella. Il fondatore dei radicali e della Lega Italiana Divorzio era in prima linea sul fronte del no: la sua battaglia era iniziata nel '56, insieme a Loris Fortuna. Foto: ORGOGLIO ROSSO Foto: La prima pagina di Paese Sera con i risultati del referendum davanti a Botteghe Oscure, sede del Pci.

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 45 09/05/2014 Effe - Risparmio e Investimenti - N.5 - maggio 2014 Pag. 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato L'ANALISI / PREVIDENZA Fondi pensione e PIP Chi costa meno e chi rende di più I risultati di uno studio effettuato sulla base dei dati diffusi da Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, relativi all'indice sintetico di costo e ai rendimenti annuali a cura dell' UFFICIO STUDI DI BROWN EDITORE

PIP - CHI COSTA DI MENO ISC (%) SOCIETÀ PIP LINEA PERMANENZA 2 ANI 5 ANNI 10 ANNI 35 ANNI COMPAGNIA ITALIANA DI PREVIDENZA FEELGOOD ITALIANA LINEA PRUDENTE 1,53 0,82 0,57 0,38 REALE MUTUA CENTO STELLE REALE REALE LINEA PRUDENTE 1,53 0,82 0,57 0,38 UNIQA PREVIDENZA DOMANI SICURO PREFIN FUTURO (2) 3,62 2,07 1,30 0,67 MEDIOLANUM VITA TAXBENEFIT NEW CHALLENGE PROVIDENT FUND 4 1,48 1,29 1,16 0,77 PROFESSIONE FUTURO RIALTO PREVIDENZA (2) (4) 2,41 1,55 1,16 0,84 GENERTELLIFE PENSIONLINE RIALTO PREVIDENZA (2) 0,89 0,89 0,89 0,89 ZURICH LIFE FUTURO PENSIONE SISTEMA PENSIONE (2) 3,17 1,93 1,37 0,89 HELVETIA VITA PENSIONE SICURA HV PREVIREND (2) (4) 3,77 2,21 1,50 0,90 HELVETIA VITA PENSIONE SICURA NEW HV PREVIREND (2) (4) 3,77 2,21 1,50 0,90 GENERTELLIFE PENSIONLINE LVA AZIONARIO PREVIDENZA 0,93 0,93 0,93 0,93 Fonte: Elaborazione F su dati Covip PIP - CHI HA RESO DI PIÙ RENDIMENTI MEDI ANNUI (%) SOCIETÀ PIP LINEA ULTIMO ANNO "ULTIMI 2 ANNI" "ULTIMI 3 ANNI" "ULTIMI 5 ANNI" 2012 2011-2012 2010-2012 2008-2012 MEDIOLANUM VITA TAXBENEFIT NEW CHALLENGE PROVIDENT FUND 3 5,55 5,76 6,23 5,61 REALE MUTUA CENTO STELLE REALE REALE LINEA PRUDENTE 9,70 5,89 4,70 5,26 COMPAGNIA ITALIANA DI PREVIDENZA FEELGOOD ITALIANA LINEA PRUDENTE 9,69 5,79 4,54 5,14 PRAMERICA LIFE TAX QUALIFIED ANNUITY III PRAMERICA PREVIDENZA 5,00 5,25 5,30 5,04 GENERTELLIFE PROFESSIONE FUTURO RIALTO PREVIDENZA 4,76 4,81 4,81 4,69 GENERTELLIFE PENSIONLINE RIALTO PREVIDENZA 4,56 4,61 4,61 4,49 UNIQA PREVIDENZA DOMANI SICURO PREFIN FUTURO 4,45 4,17 4,26 4,26 GENERALI INA ASSITALIA PRIMO PREVIDENZA SOLIDA 4,58 4,32 4,25 4,09 GENERTELLIFE FATA FUTURO ATTIVO FATA PREVIDENZA 4,17 3,94 4,02 4,06 C.B.A VITA CBA PREVIDENZA CBAAPPRODO 3,59 3,31 3,53 4,01 Fonte: Elaborazione F su dati Covip FONDI PENSIONE APERTI - CHI COSTA DI MENO ISC (%) SOCIETÀ FONDO PENSIONE COMPARTO PERMANENZA 2 ANNI 5 ANNI 10 ANNI 35 ANNI UNIPOLSAI ASSICURAZIONI CONTO PREVIDENZA PREMIUM TFR (3) (4) 0,73 0,27 0,18 0,15 UNIPOLSAI ASSICURAZIONI MILANO ASSICURAZIONI MILANO-PREMIUM TFR (3) (4) 1,05 0,33 0,20 0,15 PIONEER I.M. UNICREDIT PREVIDENZA GARANTITO (3) 1,44 0,68 0,49 0,39 AMUNDI SGR SECONDA PENSIONE DIFENSIVA 0,77 0,59 0,51 0,44 CATTOLICA CATTOLICA GESTIONE PREVIDENZA MONETARIO GLOBALE 1,51 0,79 0,60 0,48 AMUNDI SGR SECONDAPENSIONE SICUREZZA 0,82 0,64 0,56 0,49 PIONEER I.M. UNICREDIT PREVIDENZA OBBLIGAZIONARIO BREVE PERIODO 1,54 0,77 0,59 0,49 AXA MPS ASSICURAZIONI AXA MPS PREVIDENZA IN AZIENDA TENUTA 2,16 0,89 0,62 0,49 PIONEER I.M. UNICREDIT PREVIDENZA DATA TARGET 2015 1,95 1,22 1,04 0,50 PENSPLAN INVEST SGR PENSPLAN PROFI COMPARTO B 1,08 0,67 0,57 0,51 Fonte: Elaborazione F su dati Covip FONDI PENSIONE APERTI - CHI HA RESO DI PIÙ RENDIMENTI MEDI ANNUI (%) SOCIETÀ FONDO PENSIONE COMPARTO ULTIMO ANNO "ULTIMI 2 ANNI" "ULTIMI 3 ANNI" "ULTIMI 5 ANNI" 2012 2011-2012 2010-2012 2008-2012 UNIPOL ASSICURAZIONI UNIPOL PREVIDENZA UNIPOL FUTURO A 10,69 5,90 4,26 4,91 HDI ASSICURAZIONI AZIONE DI PREVIDENZA GARANTITA 11,60 5,45 3,73 4,58 FONDIARIA-SAI CONTO PREVIDENZA OBBLIGAZIONARIO 6,50 3,71 3,16 4,49 FONDIARIA-SAI FONDIARIA PREVIDENTE OBBLIGAZIONARIO 6,71 3,84 3,12 4,48 LINEA 2 - OBBLIGAZIONARIA MISTA ALLIANZ PREVIRAS CON GARANZIA DI RESTITUZIONE DEL CAPITALE 9,99 5,83 3,94 4,45 TRANQUILLA - OBBLIGAZIONARIA CREDITRAS VITA UNICREDIT MISTA CON GARANZIA DI RESTITUZIONE DEL CAPITALE 8,82 4,82 3,99 4,43 BIM VITA BIM VITA BOND 7,37 4,50 3,25 4,41 MILANO ASSICURAZIONI MILANO ASSICURAZIONI MILANO-GEST 6,67 3,23 2,48 4,34 REALE MUTUA

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 46 09/05/2014 Effe - Risparmio e Investimenti - N.5 - maggio 2014 Pag. 66 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

TESEO PRUDENZIALE ETICA 8,21 5,07 3,76 4,24 PENSPLAN INVEST SGR PENSPLAN PROFI COMPARTO B 9,00 4,65 3,76 4,22 67 Fonte: Elaborazione F su dati Covip

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 47 11/05/2014 Investire - 3 marzo 2014 Pag. 24 (diffusione:28000, tiratura:45000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Le banche IL MEGLIO DELL'ITALIA Alcuni colossi solidi II comparto finanziario a Piazza Affari rappresenta una delle colonne, con una capitalizzazione del 24% dell'intero listino attribuibile agli istituti di credito. Gli operatori internazionali danno un quadro in rosa dei maggiori player, tanto che nell'anno appena passato il segmento ha performato molto bene, con UniCredit e Intesa a fare la parte del leone. E le prospettive sembrano ancora interessanti

L' attività bancaria non e priva di tradizioni in Italia: infatti il nostro paese può a fregiarsi del merito di avere 1 inventato questa tipologia di impresa, intesa in termini moderni. Come spiegano Elroy Dimson, Paul Marsh, Mike Staunton e Michael Mauboussin, gli accademici autori dell'ultimo Yearbook del Credit Suisse Research Institute, «se tracce di attività bancaria si trovano già nella Bibbia, l'Italia può rivendicare un ruolo chiave nello sviluppo iniziale delle moderne attività creditizie. Infatti i banchieri del Nord Italia, inclusi i Medici, dominavano l'attività a scopo di prestito e di trade financing in tutta l'Europa nel Medio evo. Al giorno d'oggi, comunque, questo comparto mantiene ancora una forte importanza per l'economia italiana, con gli istituti di credito che costituiscono circa il 24°/o della capitalizzazione di Piazza Affari, cui si aggiunge un 10% dato dalle assicurazioni». Come accennato, il peso del settore non può essere sottostimato in un'ottica di investimento su un'eventuale ripresa di lungo corso dell'Italia: su 40 titoli del Ftse Mib, sette sono banche (Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Banca Popolare di Milano, , Intesa Sanpaolo, Ubi Banca, UniCredit), tre sono società che offrono servizi finanziari di vario genere (Azimut Holding, Exor, Mediobanca) e tre sono assicurativi (Generali, Mediolanum, UnipolSai). Da ricordare inoltre che Generali è la seconda più grande compagnia di assicurazioni d'Europa dopo Axa. Per capitalizzazione, Unicredit supera attualmente 35 miliardi di euro, Intesa San Paolo 32 miliardi, mentre Generali si colloca oltre 31 miliardi: sono rispettivamente il secondo, il quarto e il quinto titolo del listino. Se analizziamo le performance borsistiche dell'ultimo anno, vediamo che sono state notevoli, a dimostrazione dell'interesse che le aziende leader di questo comparto suscitano sui mercati: Unicredit è passata da circa 3,8 euro per azione a 5,8, Intesa da circa 1,2 euro a 2,1 e Generali da 12,4 euro è salita a 16,3. UN CASO DA MANUALE Si impone dunque, in una panoramica sul paese, un'occhiata ravvicinata al settore. Ciò che si è verificato, infatti, è stato un notevolissimo rally che ha portato a un forte rerating nei confronti di un sistema che sembrava in prima fila per quanto riguarda l'andamento disastroso dell'economia nazionale. Infatti l'Italia ha costituito un caso da manuale di quella che Mare Faber ha definito un influenzarsi a vicenda da parte di una crisi finanziaria e di una sovrana: quando lo stato italiano si è trovato in difficoltà a raccogliere capitali sui mercati, ha reso anche alle maggiori istituzioni del paese la vita difficile sul mercato del denaro. Contemporaneamente è stato chiesto uno sforzo supplementare nel concentrare le risorse sul debito nazionale, cosa che è stata possibile fare solo grazie al sostegno della Bce. Il credit crunch e l'austerità fiscale hanno però esacerbato la recessione italiana, che si è a sua volta tradotta in un aumento notevole dei crediti in sofferenza. Il rallentamento del clima di terrore, comune fino a due anni fa, ha quanto meno permesso di interrompere questo meccanismo mefitico, innescando, come detto, una ripresa dei corsi. E adesso, che cosa ci si può aspettare? Come si può capire, i tempi dei soldi facili sono finiti: oggi le banche italiane costituiscono, come le loro concorrenti in altre realtà europee, una scommessa ciclica, destinata però ad avere senso su un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. Infatti nell'immediato l'Asset quality review (Aqr) della Bce rischia di portare alla ribalta ulteriori magagne sulla qualità degli attivi, correndo il pericolo di impattare non poco la già non enorme profittabilità. Ma se si crede in una ripresa delle sorti del Belpaese, quanto mai necessaria in questo comparto, si può trovare valore investendo nei campioni nazionali. Stefano Fabiani, di Zenit Sgr, introduce l'argomento: «Banche e assicurazioni hanno un ruolo primario sul nostro listino e non potranno che beneficiare di una ripresa. Chiaramente non sarà un percorso lineare e si dovranno mettere in conto volatilità e necessità di ricapitalizzazioni per adeguarsi alle normative europee e per fronteggiare un'economia reale che prima di avere vantaggi dai segnali di recupero avrà ancora momenti di

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 48 11/05/2014 Investire - 3 marzo 2014 Pag. 24 (diffusione:28000, tiratura:45000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato

difficoltà che si tramuteranno in sofferenze. Fra le banche la nostra preferenza a medio termine va a Intesa, ritenuta la più solida». Ivo Dierick, head of buy side research ed equity analyst financial sector di Petercam Asset Management, punta anch'esso su alcuni big con una tesi interessante, ossia che l'uscita dalla crisi possa portare a un nuovo processo di consolidamento del mercato: «A fronte dell'Aqr mi aspetto molti nuovi accantonamenti nei risultati del quarto trimestre. Di conseguenza, sono un po' cauto e titubante man mano che entriamo nella stagione delle trimestrali. Il Pii è un driver importante per il settore bancario ed è ancora fragile in Italia. In più, storicamente, il segmento creditizio italiano non è mai stato molto redditizio. Tuttavia il mercato punta su un'aspettativa di miglioramento macro, che sarebbe un cambiamento positivo. L'aumento dei tassi di interesse si rivelerebbe molto favorevole anche per il fatturato del comparto. Soprattutto c'è una spinta a livello legislativo per ridurre la frammentazione e uniformare la governance del settore, che potrebbe tradursi in una migliore redditività e quindi valutazione. Le banche italiane sono più convenienti rispetto a quelle spagnole. Tutto sommato, siamo quindi abbastanza positivi sul comparto creditizio del paese. Ci piacciono Unicredit e Mediobanca. Quest'ultima costituisce una storia di ristrutturazione alquanto interessante (in termini di attività in cui opera, struttura dei costi e maggiore solidità patrimoniale), ed è ben posizionata per trarre vantaggio dal consolidamento, se e quando ciò accadrà, nel mercato bancario italiano». NPL ELEVATI Altri sottolineano che per rendere di nuovo appetibili i gruppi creditizi italiani un aiuto pubblico sarebbe quanto mai gradito, in quanto il sistema bancario nazionale presenta livelli di Npl elevati e dovuti alla crisi economica domestica. Le banche sono però nei casi più importanti ben patrimonializzate e potranno beneficiare della ripresa economica in corso. Il sostegno della Bce e il Ltro hanno aiutato il settore ad affrontare i momenti più difficili del 2011-2012 e iniziative come conferire gli Npl a una bad bank sarebbero molto apprezzate dai mercati. Tanto che Massimo Siano di Etf Securities, aggiunge asciutto: «II sistema bancario italiano è molto inefficiente con acquisizioni strategiche all'estero del tutto fallimentari. Potrei investire in questo segmento perché i prezzi sono stracciati e svenderanno i crediti inesigibili». Non tutti però hanno una visione così cupa delle acquisizioni all'estero da parte delle istituzioni creditizie italiane, che anzi per alcuni costituiscono un'importante fonte di diversificazione. Pierre Puybasset, portavoce di Financière de l'Echiquier, aggiunge: «UniCredit ha mostrato incoraggianti segni di miglioramento negli ultimi trimestri, con nuovi crediti in sofferenza a un grado minore che nel 2012. Intesa San Paolo, il vero campione nazionale italiano, ha uno dei livelli di capitalizzazione più efficienti d'Europa e un'ottima qualità degli asset, rispetto a gruppi che operano esclusivamente sul mercato interno». Accanto a questi elementi però si può anche notare che complessivamente le banche italiane sono state meno devastate rispetto alle loro controparti periferiche durante la crisi e che qualche accenno di fine del credit crunch già si vede. Ralf Wiedenmann e Fabrizio Basile, di Vontobel Asset Management, entrano nel dettaglio: «I tassi di interesse dei prestiti bancari a breve termine alle piccole e medie imprese sono diminuiti da un massimo intorno al 5% del gennaio 2012 all'attuale 4,3%. Questo è un livello ancora troppo alto per spingere una decente crescita degli impieghi. Alti costi del denaro e una ripresa economica ancora molto timida dopo una recessione lunga nove trimestri hanno compresso la domanda di prestiti. Tuttavia, a differenza di quelli di altri paesi periferici come PIrlanda, il Portogallo, la Grecia e la Spagna, il sistema bancario italiano non ha visto una fuga dei depositi. Attualmente, c'è un po' di luce alla fine del tunnel: i tassi di interesse dei finanziamenti hanno iniziato a diminuire e l'economia ha cominciato a espandersi. Questo potrebbe essere un punto di svolta nella domanda di prestiti». Infine il commento di Viktor Nossek, head of research di Boost Etp, che sottolinea come anche la crisi degli emergenti potrebbe aiutare l'Italia attirando capitali: «Con le turbolenze attualmente presenti tra gli emerging, è probabile che l'attenzione degli investitori si rivolga sempre più all'Eurozona, migliorando in particolare il sentiment verso l'azionario. In questo ambito vi sono forti potenzialità per un ulteriore ampio rerating del comparto bancario europeo, con in particolare quello italiano a risultare un probabile beneficiario». Un livello di ottimismo sorprendente per aziende che fino a poco tempo fa erano considerate vere e proprie appestate. •

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 49 11/05/2014 Investire - 3 marzo 2014 Pag. 27 (diffusione:28000, tiratura:45000) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato Ipo in preparazione IL MEGLIO DELL'ITALIA Aspettando le Poste

L' annuncio della vendita del 40% di Poste Italiane da parte del governo ha generato un notevole dibattito. Il gruppo è una preda allettante e gli investitori istituzionali e i privati potrebbero essere interessati. Allo stesso tempo, alcuni tra i dipendenti, i sindacati e una parte del mondo politico hanno espresso preoccupazione. Così, la previsione di un'offerta pubblica di acquisto la prossima estate è diventata una querelle in questa fine d'inverno. Vediamo i fatti: innanzitutto, il gruppo Poste Italiane è composto da 12 società, attive in vari settori. Oltre ai tradizionali servizi postali, l'unica voce i cui profitti, per ovvi motivi, sono in declino, esso opera nella logistica e soprattutto nei settori bancario, finanziano e assicurativo, che sono invece il punto forte quanto a rendimenti. Oltre a ciò, ci sono, la telefonia mobile e altre attività minori. Vediamo ora i risultati. Le cifre definitive del 2013 verranno pubblicate a primavera inoltrata, quindi diamo un'occhiata a quelli del 2012. Il fatturato è stato pari a 24.069 milioni, di cui 4.533 da servizi postali, 5.145 milioni da quelli finanziari e 10.531 dalle assicurazioni. Da questo volume di vendite è stato ricavato nell'esercizio un profitto di circa un miliardo di euro. Nonostante una fama in passato non delle migliori, Poste Italiane è l'unico player del settore in Europa che negli ultimi nove anni ha messo a segno una costante crescita di volumi e fatturati. Inoltre anche i margini sono tra i più alti del segmento. I risultati in questione sono stati ottenuti grazie a vari fattori. Uno di questi, va detto, è l'indubbia competenza del management, che ha fatto di Poste Italiane un modello di eccellenza celebrato da molti, anche a livello accademico, e che ha portato il gruppo a diventare la blue print di altre compagnie postali un po' ovunque (data questa influenza, sono arrivate anche partnership con Russian Post e altre nell'Europa orientale). Il secondo, è la mera dimensione. Al di là dei 145 mila dipendenti, si parla di una ramificazione sul territorio imparagonabile: Poste Italiane ha oltre 13 mila sportelli, contro i circa 33 mila di tutte le altre banche messe insieme. Queste dimensioni sono ascrivibili chiaramente al passato core business e al fatto che si parla di un (ex?) servizio pubblico. E proprio qui arriva il terzo elemento di successo: nonostante l'ammodernamento, questi risultati sono stati possibili anche pervia della posizione di monopolio che di fatto, nonostante le direttive europee, Poste Italiane detiene, oltre ad agevolazioni fiscali e di altra natura che in definitiva rendono il cammino dell'azienda dolce e sgombro dai molti ostacoli che una società privata incontrerebbe. Un ente di controllo indipendente, il Consumer postai council, nel suo Index of postai freedom, ha avuto parole molto amare su questa situazione, così come due ricercatori dell'Istituto Bruno Leoni in un recente articolo sul Wall Street Journal. Ora, vista l'appetibilità del gruppo, è chiaro che l'interesse degli investitori comunque c'è, anche per via della posizione di privilegio. Rimangono però due considerazioni. La prima è che solo il 40% sarà messo in vendita, mentre lo stato rimarrà con la quota di controllo, il che non promette benissimo. La seconda è che il 5% della quota in questione sarà riservato ai lavoratori, che avranno una loro rappresentanza e voce in capitolo nelle decisioni del management. In pratica chi compra, avrà un potere di gestione notevolmente limitato.

SCENARIO ASSICURAZIONI - Rassegna Stampa 12/05/2014 50