2017 — 2018

Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, Torino

2 20-21/1026-27/10 GiovedìVenerdì 2026 ottobre 2017, 2017, 20.00 20.30 VenerdìSabato 21 27 ottobre ottobre 2017, 2017, 20.30 20.00

JamesDirettore Conlon: James direttore Conlon

AntonínJohannes Dvořák Brahms GustavSinfonia Mahler n.3 in fa maggiore op.90 Sinfonia n.1 in do minore op.68 GIOVEDÌ 26 OTTOBRE 2017 ore 20.30 VENERDÌ 27 OTTOBRE 2017 2° ore 20.00

James Conlon direttore Aga Mikolaj soprano Yulia Matochkina contralto Brenden Gunnell tenore Thomas Tatzl baritono Coro Filarmonico Ceco di Brno Petr Fiala maestro del coro

Antonín Dvořák (1841-1904) L’arcolaio d’oro, poema sinfonico op. 109 (1896) (da K. J. Erben) durata: 22’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino: 30 novembre 2007, Tomas Netopil

Gustav Mahler (1860-1911) Das Klagende Lied, cantata in tre parti per soli, coro e orchestra (1878-1901)

Waldmärchen (Fiaba della foresta) Langsam und träumerisch (dalla versione in tre movimenti) Der Spielmann (Il menestrello) Mit sehr geheimnisvollem Ausdruck (dalla versione in due mov.) Hoch zeitsstuck (Scena di nozze) Mit höllischer Wildheit Il concerto di (dalla versione in due mov.) venerdì 26 ottobre è trasmesso in durata: 60’ ca. collegamento diretto su Radio3 per il programma Ultima esecuzione Rai a Torino: “Radio3 Suite”. 29 maggio 1997, Giuseppe Sinopoli GIOVEDÌ 26 OTTOBRE 2017 Antonín Dvořák ore 20.30 L’arcolaio d’oro, poema sinfonico op. 109 VENERDÌ 27 OTTOBRE 2017 ore 20.00 Gli ultimi poemi sinfonici Nel 1895 Dvořák tornava a Praga dopo aver trascorso tre anni alla direzione del Conservatorio di New York. L’esperienza era James Conlon direttore stata davvero costruttiva Dvořák era stato letteralmente assali- Aga Mikolaj soprano to da fama, successo e benessere economico. Ma l’aria di casa Yulia Matochkina contralto gli era mancata incredibilmente. Dopo l’entusiasmo iniziale per Brenden Gunnell tenore le tradizioni musicali scoperte al di là dell’Oceano, testimoniato Thomas Tatzl baritono dal Quartetto «americano» e dalla Sinfonia «dal nuovo mondo», la nostalgia della cultura esteuropea era riemersa con straordina- Coro Filarmonico Ceco di Brno ria intensità già a partire dal Concerto per violoncello e orchestra. Petr Fiala maestro del coro Dvořák non sapeva vivere lontano dalla sua terra. Se non fosse stato estremamente dotato per la musica, probabilmente avreb- Antonín Dvořák (1841-1904) be rilevato la trattoria del padre, in un piccolo villaggio della Bo- L’arcolaio d’oro, poema sinfonico op. 109 (1896) emia. I suoi primi maestri erano stati quei musicisti ambulanti, (da K. J. Erben) che passavano tra gli avventori del locale, suonando melodie durata: 22’ ca. popolari, radicate nel cuore di quella cultura. Solo in un secon- do momento era arrivato l’amore per i grandi monumenti della Ultima esecuzione Rai a Torino: 30 novembre 2007, Tomas Netopil musica occidentale. Qualcosa di autenticamente boemo era destinato a rimanere sempre in ogni sua esperienza musicale. E così, dopo quei tre anni di dolorosa lontananza dalla patria, Gustav Mahler (1860-1911) per Dvořák era giunto il momento di immergersi completamen- Das Klagende Lied, cantata in tre parti per soli, coro e orchestra (1878-1901) te nella cultura delle sue parti, riprendendo in mano i racconti dello scrittore boemo Karel Jaromìr Erben. Fino a quel momento Waldmärchen (Fiaba della foresta) i contatti con il genere del poema sinfonico erano stati piuttosto Langsam und träumerisch sporadici. Alcune ouvertures composte prima del periodo ame- (dalla versione in tre movimenti) Der Spielmann (Il menestrello) ricano vi erano andate molto vicino (La mia patria, Nel regno del- Mit sehr geheimnisvollem Ausdruck la natura, Othello). Ma solo allora, a otto anni dalla morte, Dvořák (dalla versione in due mov.) si sentiva pronto per affrontare uno dei generi più frequentati Hoch zeitsstuck (Scena di nozze) dai compositori della seconda metà dell’Ottocento. Nacquero Mit höllischer Wildheit così, tra il 1896 e il 1897, i 4 poemi sinfonici ispirati alle ballate di (dalla versione in due mov.) Erben: Lo spirito delle acque, La strega di mezzodì, L’arcolaio d’oro e La colomba del bosco. durata: 60’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino: L’arcolaio d’oro 29 maggio 1997, Giuseppe Sinopoli Sfinito dalle lunghe ore di caccia, une re decide di chiedere risto- ro agli abitanti di una solitaria casetta, immersa nelle tenebre di una foresta secolare. Sulla porta compare una bellissima fanciul- la, Dornička, che gli apre, lo disseta e poi ritorna a filare davanti al focolare. Il re, affascinato da tanta bellezza, s’infiamma d’amore e la chiede in moglie. La sua passione è però ostacolata dalla ma- trigna della ragazza, che cerca di persuaderlo a sposare la sua figlia naturale. Il rifiuto del sovrano spinge la perfida vecchia a escogitare un orribile stratagemma: dopo aver fatto a pezzi il cor- po di Dornička, riesce a portare all’altare sua figlia, approfittando della sorprendente somiglianza tra le due ragazze. Il re non se ne accorge, sposa la fanciulla e parte per la guerra. Nel frattempo un vecchio saggio trova nella foresta il corpo di Dornička; la matrigna ha mutilato il cadavere delle mani, dei piedi e degli occhi. L’anzia- no indovino ne è al corrente e manda un garzone al castello per barattare quelle parti mancanti con un serie di oggetti d’oro, tra cui un prezioso arcolaio. In questo modo, avvalendosi delle sue arti magiche, riesce a ricomporre il corpo di Dornička. Al ritorno dal campo di battaglia, il re chiede alla sua sposa di filare qualco- sa sull’arcolaio d’oro, portato in dono dal vecchio indovino. Ma dal fruscio della ruota magica si leva una voce misteriosa, che svela il macabro crimine. Il sovrano corre nella foresta, dove trova la fanciulla nella sua triste casupola, intenta a lavorare all’arcolaio. Ordina di far sbranare le due traditrici dai lupi, e finalmente riesce a sposare la donna di cui è realmente innamorato. È una storia in- quietante, quella su cui si basa il poema sinfonico di Dvořák; due fanfare sfavillanti la incorniciano, dipingendo rispettivamente la battuta di caccia con cui il re entra in scena e l’entusiastico lieto fine conclusivo. Nel mezzo si agita un dramma dalle tinte spes- so fosche, che alterna momenti di eterea dolcezza a passaggi di agghiacciante violenza sonora. Sono gli stessi colori della bal- lata di Erben, tra passioni sanguinarie e sentimenti di leggiadra spensieratezza. Non mancano episodi radicati nel terreno del fantastico: nel macabro rito di cui è vittima la fanciulla risuonano gli echi sinistri delle streghe del Macbeth di Verdi o delle demo- niache apparizioni che percorrono la Faust-Symphonie di Liszt. Ma le interpretazioni dell’irrealtà più affascinanti sono soprattut- to quelle in cui emerge la dimensione magica, con quei timbri leggeri e svolazzanti che ricordano il Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn. Particolarmente suggestivo è il momento in cui l’arcolaio d’oro prende vita: l’orchestra si immobilizza su un disegno circolare, che ritorna sempre su se stesso; ed ecco che il movimento della ruota incantata prende forma nell’immagina- zione dell’ascoltatore, portando a compimento uno straordinario percorso evocativo.

Paolo Cairoli (dagli archivi Rai) Gustav Mahler Das klagende Lied (Il canto del lamento e dell’accusa), cantata per soli, coro e orchestra

Das klagende Lied è l’opus 1 di Mahler; non il suo primo lavoro in assoluto ma, dopo alcuni juvenilia, il primo in cui si possono ravvisare tratti caratteristici della sua personalità creativa. Fin d’ora Mahler avverte l’esigenza di intervenire direttamente sul testo poetico. Più tardi con modificazioni, integrazioni, sop- pressioni, concatenazioni di testi poetici altrui, indirizzerà il si- gnificato testuale verso personali interpretazioni. Nel caso del klagende Lied, come in quello dei contemporanei Poisl-Lieder ed in seguito dei Lieder eines fahrenden Gesellen, l’intervento è il più diretto possibile: la stesura in proprio. Diverse sono le fonti da cui Mahler attinse per il testo poetico della cantata; innanzitutto due favole:Jorinde und Joringel dei fra­telli Grimm, da cui il compositore mutuò l’immagine del fio- re rosso sangue nascosto nella foresta il cui ritrovamento dà diritto a sposare la regina, e specialmenteDer singende Kno- chen, l’osso che canta, la cui trama contiene tutti gli elementi salienti del testo mahleriano: la promessa della mano della re- gina a chi supererà la prova (in Der singende Knochen costitui- ta dall’abbattimento­ di un cinghiale), il fratricidio, il pastore che trova l’osso fatale e denuncerà il crimine (in Das klagende Lied sosti­tuito dalla figura del menestrello). Il crollo finale del palaz- zo è invece una variante, in chiave ancor piú catastrofica, della con­clusione del racconto Das klagende Lied di Ludwig Bech- stein che, assieme al poema omonimo di Martin Greif, è una delle fonti letterarie dirette del testo della cantata mahleriana. In questo «modus operandi» mahleriano non possono sfug- gire singolari analogie con quello wagneriano: la stesura in proprio del testo poetico, la contaminazione di più fonti, ed altro ancora. Quirino Principe, nella sua monografia su Mahler, ravvisa con molta acutezza nella strutturazione delklagende Lied in tre parti con funzione di prologo, di azione con rinve- nimento fatale e di catastrofe, analogie con la tripartizione dei drammi wagneriani; ed in certe situazioni ed in certi per- sonaggi, addirittura analogie con la Tetralogia. L’infatuazione wagneriana di Mahler, il quale negli anni del klagende Lied stava scrivendo libretti di opere che non avrebbero mai visto la luce (Die Argonauten e Rübezahl), si sarebbe mantenuta an- cora ad un’alta temperatura per anni, se nel 1886, in occasione del terzo anniversario della morte del maestro, il compositore scrisse un compianto funebre in cui si identificava totalmente con la poetica wagneriana. Ma vi sono, nel kiagende Lied, rife- rimenti wagneriani ancor più evidenti. Primo fra tutti, l’impiego del Leitmotiv. C’è però un’importante diffe­renza fra l’impiego del Leitmotiv in Wagner ed in Mahler, che pone allo scoperto un’ancor più fondamentale differenza nel rapporto fra testo e musica. In Wagner questo rapporto è di assoluta complemen- tarità: testo e musica nascono da un’unica idea germinale. In Mahler il rapporto è invece decisamente squilibrato:­ è la musi- ca ad attribuire valore simbolico al testo, che in sé svolge inve- ce una funzione puramente narrativa. Si realizza così, fra testo e musica, come una sovrapposizione di due piani paralleli non complementari: il testo procede in linea retta e rac­conta, sotto le spoglie di una favola, una storia biblica che inizia con una colpa originale e si conclude con una rovina catastrofi­ca; la musica, invece, quando non utilizza il Leitmotiv come segnale per la scansione narrativa del racconto, tende a porre in risal- to la dimensione del ricordo, della rievocazione nostalgica, lasciando così trasparire una tendenza che diventerà tipica del­l’arte mahleriana e che, proiettata retrospettivamente su se stessa, assumerà il senso di un’autobiografia spirituale. Per fare un esempio: nel primo quadro, Waldmärchen, alla parola Traum della frase «der Junge lächelt wie im Traum» in cui è raf- figurato poeticamente­ il passaggio dal sonno alla morte del fratello ucciso, è improv­visamente richiamato il tema associa- to alla regina: il sogno è sogno di un amore vagheggiato ed irrimediabilmente perduto. Dopo il crollo del castello, sull’ul- tima frase interrogativa «Was ist es wohl mit dem Hochzeit- smahl?», Mahler ritorna per l’ultima volta alla melodia iniziale del secondo quadro Der Spielmann. Questo riferimento, con il motivo circolare che suggerisce fra l’inizio della seconda e la fine della terza sezione, deve esser stato una giustificazione in più — e per giunta di natura musicale e poetica — per rendere indipendenti dal primo lungo quadro i due successivi. Non si conosce esattamente la ragione per cui Mahler abbia voluto privare Das klagende Lied del primo quadro, Waldmärchen, che rappresenta un indispensabile prologo alla cantata. Indispensabile non solamente per ragioni di tipo contenutisti- co-narrativo, ma anche per ragioni di tipo puramente musica- le, per le relazioni tematiche che si vengono ad instaurare con i quadri successivi e per i conseguenti riferimenti mnemoni- ci di cui si è detto. Probabilmente ragioni di carattere pratico (l’eccessiva lunghezza del lavoro e la conseguente maggior difficoltà di farlo eseguire) si combinarono assieme ad altre di natura estetico-filosofica. La privazione diWaldmärchen, dei due significati contenuti nell’ambiguo termine «klagende» (la- mento ed accusa ad un tempo) accentua quella del lamento (nessun «Leide» corale ricorre in questo primo quadro), e può darsi che questo desiderio di accentuare l’aspetto «lamento- so» abbia contato nella decisione di cassare il primo quadro. Fin dagli inizi la carriera creativa di Mahler non fu baciata dalle dee della fortuna e del successo: Das kiagende Lied, cosí come non ottenne il «Premio Beethoven», un concorso compositivo della «Gesellschaft der Musikfreunde» nella cui giuria compari­vano Brahms ed Hanslick, fu rispedito indietro all’autore da Liszt, al quale Mahler l’aveva inviato sperando in un’esecuzio­ne all’Allgemeiner Deutscher Musikverein. Siamo nel 1883. Solamente nel secondo anno del nostro secolo, nel 1901, Mahler ne avrebbe diretto la versione mutila della prima parte, che invece venne eseguita la prima volta a ventitrè anni di distanza dalla morte del compositore (radiotrasmessa da Radio Brno), e, in sala da concerto, solamente nel 1970. Gianfranco Vinay (dagli archivi Rai) GUSTAV MAHLER GUSTAV MAHLER Das klagende Lied Il canto del lamento e dell‘accusa

1 1 Waldmärchen Fiaba della foresta Es war eine stolze Königin, C’era una volta una regina orgogliosa, gar lieblich ohne Massen; d’incomparabile beltà kein Ritter stand nach ihrem Sinn, nessun cavaliere ebbe da lei favore, sie wollt’ sie alle hassen. tutti disdegnò senza pietà. O weh, du wonnigliches Weib! Meravigliosa donna, Wem blühet wohl dein süsser Leib? per chi fiorisce, ahimè, la tua dolce persona? lm Wald eine rote Blume stand, Nel bosco cresceva un fiore rosso, ach, so schön wie die Königinne; bello come la regina; welch Rittersmann die Blume fand, il cavaliere che lo trovasse der konnt’ die Frau gewinnen! avrebbe conquistato la dama. O weh, du stolze Königin! Ahimè, superba Maestà, Wann bricht er wohl, dein stolzer Sinn? Quando il tuo orgoglio s’infrangerà?

Zwei Brüder zogen zum Walde hin: Due fratelli entrarono nel bosco. sie wollten die Blume suchen. desideravano cercare il fiore. Der Eine hold und von mildem Sinn, Uno era bello e d’animo gentile, der And’re konnte nur Fluchen! l’altro invidioso, tetro denigratore. O Ritter, schlimmer Ritter mein, O cavaliere, cavaliere fosco, o liessest du das Fluchen sein! getta via la tua invidia e il tuo rancore!

Als sie so zogen eine Weil’, Quando si furono inoltrati un tratto, da kamen sie zu scheiden; si divisero, ciascuno il suo sentiero. das war ein Suchen nun in Eil’ E allora fu tutto un cercare affannoso im Wald und auf der Heiden! per la foresta e la brughiera. Ihr Ritter mein, in schnellem Lauf, Cavalieri che correte in fretta e in ansietà, wer findet wohl die Blume? chi di voi due il fiore troverà?

Der Junge zieht durch Wald und Heid’, Il piú giovane fruga bosco e prato, er braucht nicht lang zu geh’n: ma non a lungo: da poco si è mosso, bald sieht er von Ferne bei der Weid’ e già scorge da lungi, presso un salice, die rote Blume steh’n. spuntare dal terreno il fiore rosso. Die hat er auf den Hut gesteckt, Già al nastro del cappello l’ha infilato, und dann zur Ruhe sich hingestreckt. e a riposar sull’erba si è adagiato.

Der And’re zieht im wilden Hang, L’altro percorre la valle scoscesa, umsonst durchsucht er die Heide, invano prati e lande tenta e prova. und als der Abend herniedersank, Quando la sera finalmente è scesa, da kommt er zur grünen Weide! presso il salice verde si ritrova. O weh, wem er dort schlafen fand, Oh, guai a chi egli vede dormir là, guai a quello die Blume am Hut, am grünen Band! col fior nel nastro verde del cappello!

Du wonnigliche Nachtigall, Amabile usignolo, pettirosso, und Rothkelchen hinter der Hechen, nascosti dietro i rami, wollt ihr mit eurem süssen Schall mi par che l’infelice cavaliere den armen Ritter erwecken. destar vogliate coi vostri richiami. Du rote Blume hinter’m Hut, Tu, fiore rosso, che dal cappello pendi, du blinkst und glänzest ja wie Blut! tu come sangue brilli e risplendi.

Ein Auge blickt in wilder Freud’, L’occhio lampeggia di crudele gioia, dess’ Schein hat nicht gelogen; e quel lampo non mente; ein Schwert von Stahl glänzt ihm zur Seit’, spada d’acciaio gli balena al fianco, das hat er nun gezogen. già l’ha sguainata velocemente. Der Alte lacht unter’m Weidenbaum, Il fratello maggiore sotto il salice ride, der Junge lächelt wie im Traum. il fratello minore come in sogno sorride. lhr Blumen, was seid ihr vom Thau so schwer? Fiori, perché la rugiada ora pesa di più? Mir scheint, das sind gar Thränen! A me ciascun di voi par di lacrime gonfio Ihr Winde, was weht ihr so traurig daher, Venti, perché così tristi spirate da laggiú? was will euer Raunen und Wähnen? Che vuol dire il vostro bisbiglio e il vostro soffio? «lm Wald, auf der grünen Heide, «Nel bosco, sul prato verde, da steht eine alte Weide» un vecchio salice si erge».

2 2. Der Spielmann Il menestrello Beim Weidenbaum, im kühlen Tann, Accanto al salice, fra ombrosi abeti, da flattern die Dohlen und Raben, fremono l’ali di civette e corvi. da liegt ein blonder Rittersmann Là giace in terra un biondo cavaliere: unter Blättern und Blüten begraben. sotto le foglie e i fiori egli è sepolto. Dort ist’s so lind und voll von Duft, È un luogo profumato, pien d’incanto: als ging ein Weinen durch die Luft! par che attraverso l’aria vaghi un pianto. O Leide, Leide! Oh, dolore, dolore!

Ein Spielmann zog einst des Weges daher, Qui un menestrello un bel giorno arrivò: da sah er ein Knöchlein blitzen; biancheggiar vide un ossicino, e, incauto, er hob es auf, als wär’s ein Rohr, lo prese, e come canna lo intagliò, wollt’ sich eine Flöte d’raus schnitzen. poiché pensò di fabbricarsi un flauto. O Spielmann, lieber Spielmann mein, O menestrello, caro mio giullare, das wird ein seltsam Spielen sein! oh, come sarà strano il tuo suonare! O Leide, weh! O Leide! Dolore, ahimè! Dolore!

Der Spielmann setzt die Flöte an, Porta il flauto alla bocca il menestrello, und lässt sie laut erklingen. e trae da esso un suono forte e chiaro. O Wunder, was nun da begann, Prodigio e meraviglia! Ecco, da quello welch’ seltsam traurig Singen! esce uno strano canto, strano e amaro. Es klingt so traurig und doch so schön, È un suono triste, ma di tale incanto, wer’s hört der möcht vor Leid vergeh’n! che chi lo ascolta si strugge di pianto. O Leide, Leide! Oh, dolore, dolore!

«Ach Spielmann, lieber Spielmann mein, «Mio giullare, mio caro menestrello, das muss ich dir nun klagen: ascolta come accuso e grido forte: um ein schönfarbig Blümelein per un fior colorato, mio fratello, hat mich mein Bruder erschlagen. ah, mi ha colpito, mi ha ferito a morte. lm Walde bleicht mein junger Leib, Nel bosco, il giovane mio corpo sbianca; mein Bruder freit ein wonnig Weib! mio fratello un’ardente sposa abbraccia! O Leide, Leide! Dolor, dolore, Ahimè!» Der Spielmann ziehet in die Weit’, Vaga per mari e monti il suonatore, lässt’s überall erklingen. e ovunque il flauto di suonar s’ingegna. «Ach weh, ach weh, ihr lieben Leut’! «Su, buona gente, dite, per favore, Was soli denn euch mein Singen? questo mio canto, a voi, che cosa insegna? Hinauf muss ich des Königs Saal, Salir devo alla sala gloriosa hinauf zu des Königs holdem Gemahl!» del re, dov’è del re la bella sposa!» O Leide, weh! O Leide! Dolore, ahimè! Dolore!

3. 3. Hochzeitsstück Scena di nozze Von hohen Felsen erglänzt das Schloss, Sull’alta roccia lampeggia il maniero, die Zinken erschall’n und Drometten; e corni e trombe squillano sonori: dort sitzt der Ritter mutiger Tross, la siedon gli animosi cavalieri, die Frau’n mit goldenen Ketten. le dame con monili e lucidi ori. Was will wohl der jubelnde, fröhliche Schall? Che cos’è il giubilante e lieto suono? Was leuchtet und glänzt im Königssaal? Perché risplende la sala del trono, O Freude, heia! Freude! O gioia, evviva! O gioia!

«Und weisst du’s nicht warum die Freud’?» «E sai dirmi perché tanto tripudio?» «Hei, dass ich dir’s sagen kann: «Posso ben dirti quel che ci commosse: die Königin hält Hochzeit heut’ in questo dí la regina conclude mit dem jungen Rittersmann». col cavaliere giovane le nozze». Seht hin, die stolze Königin! Dall’alto guarda la regina, altera: Heut’ bricht er doch, ihr stolzer Sinn! ma oggi spezza il suo orgoglio il cavaliere! O Freude, heia! Freude! O gioia, evviva! O gioia!

Was ist der König so stumm und bleich? Perché pallido e muto il re si mostra? Hör nicht des Jubels Töne, Perché gli inni di giubilo non sente? sieht nicht die Gäste, stolz und reich, Vede gli ospiti, altera e ricca chiostra? der Königin holde Schöne. Della regina la bellezza ardente? Was ist der König so bleich und stumm? Perché si mostra il re pallido e muto? Was geht ihm wohl in Kopf herum? Qual pensiero nel capo gli è venuto? Ein Spielmann tritt zur Türe herein! Un menestrello è entrato per la porta! Was mag’s wohl mit dem Spielmann sein? Chi è il menestrello? Uomo di qual sorta? O Leide, Leide! Weh!» Dolor, dolore! Ahimè!

«Ach Spielmann, lieber Spielmann mein! «Mio giullare, mio caro menestrello, Das muss ich dir nun klagen: ascolta come accuso e grido forte: um ein schönfarbig Blümelein per un fior colorato, mio fratello, hat mich mein Bruder erschlagen. ah, mi ha colpito, mi ha ferito a morte. Im Walde bleicht mein junger Leib’ Nel bosco, il giovane mio corpo sbianca; mein Bruder freit ein wonnig Weib’». mio fratello un’ardente sposa abbraccia». O Leide, weh! O Leide! Dolore, ahimè! Dolore!

Auf springt der König von seinem Thron Balza il re dal suo trono, ed all’esterno und blickt auf die Hochzeitsrund; guarda, scrutando la nuzial riunione und nimmt die Flöte in frevelndem Hohn, afferra il flauto, e, con un empio scherno, und setzt sie selbst and en Mund. egli stesso alla bocca se lo pone. O Schrecken, was nun da erklang! Orrore, quel che adesso suonò forte! Hört ihr die Märe, todesbang? Avete udito la storia di morte? Vaga per mari e monti il suonatore, «Ach Bruder, lieber Bruder mein, «O fratello mio caro, tu crudele, e ovunque il flauto di suonar s’ingegna. du hast mich ja erschlagen; a morte mi hai colpito, e tu lo sai: «Su, buona gente, dite, per favore, nun bläst du auf meinem Totenbein, ora suoni con l’osso del mio scheletro, questo mio canto, a voi, che cosa insegna? dess’ muss ich ewig klagen. ed in eterno la mia accusa udrai. Salir devo alla sala gloriosa Was hast du mein junges Leben La giovane mia vita tu hai distrutto: del re, dov’è del re la bella sposa!» dem Tode hingegeben?» perché l’hai consegnata a morte e a lutto?» Dolore, ahimè! Dolore! O Leide, weh! O Leide! Dolore, ahimè! Dolore!

3. Am Boden liegt die Königin, Vien meno e giace a terra la regina. Scena di nozze die Pauken verstummen und Zinken; Timpani e corni tacciono: una folla Sull’alta roccia lampeggia il maniero, mit Schrecken die Ritter und Frauen flieh’n, di cavalieri e dame fugge via, e corni e trombe squillano sonori: die alten Mauern sinken. le antiche mura del castello crollano. la siedon gli animosi cavalieri, Die Lichter verloschen im Königssaal! Cade nel buio la sala del re. le dame con monili e lucidi ori. Was ist es wohl mit dem Hochzeitsmahl? E il banchetto di nozze ormai dov’è? Che cos’è il giubilante e lieto suono? Ach Leide! Oh dolore! Perché risplende la sala del trono, O gioia, evviva! O gioia! Traduzione di Quirino Principe

«E sai dirmi perché tanto tripudio?» «Posso ben dirti quel che ci commosse: in questo dí la regina conclude col cavaliere giovane le nozze». Dall’alto guarda la regina, altera: ma oggi spezza il suo orgoglio il cavaliere! O gioia, evviva! O gioia!

Perché pallido e muto il re si mostra? Perché gli inni di giubilo non sente? Vede gli ospiti, altera e ricca chiostra? Della regina la bellezza ardente? Perché si mostra il re pallido e muto? Qual pensiero nel capo gli è venuto? Un menestrello è entrato per la porta! Chi è il menestrello? Uomo di qual sorta? Dolor, dolore! Ahimè!

«Mio giullare, mio caro menestrello, ascolta come accuso e grido forte: per un fior colorato, mio fratello, ah, mi ha colpito, mi ha ferito a morte. Nel bosco, il giovane mio corpo sbianca; mio fratello un’ardente sposa abbraccia». Dolore, ahimè! Dolore!

Balza il re dal suo trono, ed all’esterno guarda, scrutando la nuzial riunione afferra il flauto, e, con un empio scherno, egli stesso alla bocca se lo pone. Orrore, quel che adesso suonò forte! Avete udito la storia di morte? James Conlon

Direttore principale dell’OSN Rai dall’ottobre 2016. È Direttore musicale dell’ di Los Angeles e del Cincinnati May Festi- val, il più antico Festival corale degli Stati Uniti. È stato Direttore musicale del Ravinia Festival, sede estiva della Chicago Sym- phony Orchestra (2005-2015), Direttore principale dell’Opéra de Paris (1995-2004), Direttore generale musicale della Città di Colonia, dove era a capo della Gürzenich-Orchester e dell’Ope- ra di Colonia (1989-2002) e Direttore musicale della Filarmonica di Rotterdam (1983-1991). Dal suo debutto, avvenuto nel 1976, ha diretto più di 280 recite al Metropolitan di New York, fra cui nel 2014 Lady Macbeth del Distretto di Mcenskdi Šostakovič. Ha diretto alla Scala di Milano, alla Royal Opera House di Lon- dra, alla Lyric Opera di Chicago, al Maggio Musicale Fioren- tino, all’Opera di Roma (nell’estate 2015 vi ha interpretato La dama di Picche di Čajkovskij), al Teatro Real di Madrid, al Te- atro Mariinskij di San Pietroburgo e alla Staatsoper di Vienna. All’Opera di Los Angeles, dopo la sua nomina, ha diretto oltre 48 produzioni e quasi 300 recite, fra le quali si segnala la prima esecuzione del Ring des Nibelungen di Wagner nel 2010. Oltre a divulgare il lavoro di compositori oscurati dal regime nazista, ha lavorato alla creazione della Fondazione OREL, della serie Recovered Voices dell’Opera di Los Angeles e dell’iniziativa “Ziering-Conlon” alla Colburn School. Nella stagione in corso è stato anche impegnato nella direzione delle celebrazioni cit- tadine per il centenario della nascita di Britten. Ha insegnato nelle scuole della New World Symphony, del Ravinia Festival, dell’Aspen Music Festival, del Tanglewood Music Center e alla Juilliard School di New York. Ha inciso per Emi, Sony Classical, Erato, Capriccio e Telarc. La Decca gli ha dedicato un DVD e la PBS statunitense lo ha voluto come protagonista di nume- rose trasmissioni televisive. Nel 2009 ha vinto due Grammy Awards, riconoscimento replicato nel febbraio 2017 con altri due Grammy grazie all’incisione dell’opera di Corigliano/Hoff- man, The Ghosts of Versailles, per l’etichetta PentaTone. Nel 2002 è stato insignito, per mano dell’allora Presidente del- la Repubblica Francese Jacques Chirac, della Légion d’Hon- neur. Tra i recenti e futuri impegni: Chovanščina di Musorgskij alla Staatsoper di Vienna e Luisa Miller di Verdi al Teatro Real di Madrid, concerti sul podio di Deutsche Symphonie-Orchester Berlin, Orchestre National de France, Filarmonica Nazionale Russa, Chicago e San Francisco Symphony. Ha diretto il Con- certo di Capodanno 2016 alla Fenice di Venezia, trasmesso in diretta su Rai 1. Recente il successo del (terzo titolo della trilogia Mozart/Da Ponte) diretto al Festival di Spo- leto nell’ambito di un progetto triennale. Aga Mikolaj

Ha studiato con . Il suo repertorio è ampio e vario; ha interpretato i ruoli principali delle opere di Mozart, Johann e Richard Strauss, Verdi, Wagner nei più importanti teatri del mondo tra cui il Teatro alla Scala, l’Opéra National de Paris, il Teatro Bolšoj, la Bayerische Staatsoper e la Staatsoper unter den Linden di Berlino. Come concertista ha cantato recentemente la Messa da Requiem di Verdi, la Missa Solemnis di Beethoven, i Wesendonck Lieder di Wagner, il Requiem di Dvořák, la Sinfonia n. 4 di Mahler, i Vier letzte Lieder di Strauss diretta dai più prestigiosi direttori quali , , Seiji Ozawa e James Conlon. In questa stagione torna alla Semperoper di Dresda per il debutto nel ruolo di Tatyana nell’Eugene Onegin (regia di Markus Bothe) diretta da Omer Meir Welber e per riproporre la sua celebre interpretazione di Donna Elvira (Don Giovanni) diretta da Jonathan Darlington. Inoltre canterà il Requiem for Hieronymus Bosch di Detlev Glanert, diretta da , alla Elbphilharmonie con la Symphoniker di Amburgo, Lyric Symphony di Zemlinsky diretta da James Conlon con l’Orchestre de Paris e con l’Orquesta y Coro Nazionales di Spagna, Sinfonia n.9 di Beethoven con la Radio Filharmonisch Orkest e Messa da Requiem di Verdi con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio Polacca. Yulia Matochkina

Si è diplomata presso il Conservatorio statale “Glazunov” di Petrozavodsk sotto la guida di Victoria Gladchenko. Nel 2008 ha vinto il concorso nazionale “Giovani talenti della Russia” a Mosca; nel 2009 ha ottenuto il primo premio al Sobinov Me- morial Festival di Saratov , nel 2013 primo premio al Concorso Rimsky-Korsakov per giovani cantanti d’opera di Tikhvin e nel 2015 la medaglia d’oro al concorso internazionale Čajkovskij. Ha ricevuto il diploma al Concorso internazionale dei mezzo- soprani in memoria di Fedora Barbieri a San Pietroburgo. Nel 2014 ha partecipato ai BBC Proms con la London Symphony Orchestra diretta da . Dal 2008 è solista dell’Ac- cademia dei giovani cantanti del Teatro Mariinskij dove ha de- buttato nel ruolo di Cherubino neLe nozze di Figaro. Numerosi sono i teatri in cui ha cantato: Teatro , Royal Albert Hall, Carnegie Hall, Teatro Bolshoi, Gran Teatro di Shanghai, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Gran Teatre del Liceu e molti altri. In tre occasioni ha partecipato al Festival internazio- nale di Edimburgo, incluso il ruolo di Didone ne Les Troyens di Berlioz con il Mariinskij Opera. Brendel Gunnell

È cresciuto nel Michigan (USA), dove si è diplomato nel 2006. Sotto la guida di Brigitte Fassbaender ha fatto parte dell’en- semble di canto del Teatro di Innsbruck per poi trasferirsi alla Norwegian Opera di Oslo su invito di Paul Curran. Nell’autunno del 2012 ha cantato Dream of Gerontius di Elgar ad Amburgo con i Hamburger Symphoniker diretti da Jeffrey Tate. Da allora ha avuto inizio una rapida ascesa professiona- le, coincisa con il passaggio a una vocalità più drammatica. Riscritturato subito dagli Hamburger Symphoniker perKönig - skinder di Humperdinck, ha preso parte all’esecuzione dell’Ot- tava Sinfonia di Mahler con l’Orchestra Verdi di Milano diretta da Riccardo Chailly. Le stagioni successive lo hanno visto impegnato in Sposa ven- duta all’Opera North di Leeds, in Königskinder alla Semperoper di Dresda, in Jenůfa al Comunale di Bologna, nel Ratto dal ser- raglio al Festival di Glyndebourne e ai BBC Proms, in Ascesa e caduta della città di Mahagonny all’Opera di Roma, in Ido- meneo alla Fenice di Venezia, in (ruolo centrale del suo repertorio) a Saarbrücken, in Oedipus Rex a Torino con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, nella Nona Sinfonia di Beethoven a Caserta e Roma con l’Orchestra dell’Accade- mia Nazionale di Santa Cecilia diretto da Antonio Pappano, in Oberon di Weber a Köln e alla Bayerische Staatsoper di Mona- co, in Il Paradiso e la Peri a Roma con l’Orchestra Santa Cecilia diretto da Daniele Gatti. Tra i prossimi impegni ci sono Fliegender Holländer al Teatro Petruzzelli di Bari, Rheingold a Göteborg, Die Meistersinger von Nürnberg al New Centre Performing Arts di Beijing e la Faust-Symphonie di Liszt con la London Symphony Orchestra diretta da Antonio Pappano. Thomas Tatzl

Il baritono austriaco Thomas Tatzl, dopo gli studi presso le Università per la Musica e le arti interpretative di Graz e Vien- na, si perfeziona con Thomas Quasthoff e Tom Krause. Finalista e vincitore di vari concorsi internazionali, intrapren- de una rapida carriera approdando all’Opera di Zurigo, dove canta nella Fanciulla del West, Ballo in maschera, Elektra, Zau- berflöte. Ottiene un grandissimo successo al Festival di Salisburgo nella produzione Labyrinth di Peter Winter (l’opera concepi- ta come seguito del Zauberflöte mozartiano) diretto da Ivor Bolton e nella produzione de El Publico di Mauricio Sotelo al Teatro Real di Madrid diretto da Pablo Heras-Casado. Suo cavallo di battaglia diventa Papageno che canta al Palau de les Arts di Valencia, all’Opera di Basilea, all’Opera di Colo- nia, al Teatro Regio di Torino, alla Fenice di Venezia. In Italia è inoltre Collatinus in Rape of Lucretia al Maggio Mu- sicale Fiorentino, Figaro in Nozze di Figaro all’Opera di Roma, Ford in Falstaff al Lirico di Cagliari, Guglielmo in Così fan tutte nei Teatri di Ravenna, Novara e Piacenza, Conte in Nozze di Figaro a Cagliari. Viene chiamato da Riccardo Muti per Die Schöpfung a Ravenna e a Otranto (concerto registrato dalla RAI) e Antonio Pappano lo sceglie nel 2016 per la Nona Sinfonia di Beethoven nel con- certo alla Reggia di Caserta con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Numerose le sue recenti partecipazioni in sedi concertis- tiche: Die Schöpfung di Haydn a Ravenna e in Norvegia; Mat- thäus-Passion di Bach ad Antwerpen; Nona Sinfonia di Bee- thoven a Milano, Lucerna, Zurigo, Roma, Madrid; Requiem di Mozart al San Carlo di Napoli; Missa Solemnis di Beethoven a Tokyo; Messa in do minore di Mozart a Lipsia e Erfurt; The last things di Spohr alla Philharmonia di Berlino; Requiem di Fauré al Concertgebouw di Amsterdam; Paulus di Mendelssohn ad Antwerpen e Gent; Weihnachtsoratorium e Magnificat di Bach a Vienna. Gli impegni per il 2018 lo vedono alla Staatsoper di Vienna in Zauberflöte e alla Bayerische Staatsoper in Arianna a Nasso. Coro Filarmonico di Brno Petr Fiala, Maestro del Coro

Il Coro Filarmonico di Brno si è guadagnato un posto ai vertici del mondo corale. I direttori, le orchestre e i solisti con cui ha collaborato ne esaltano le qualità, mentre i critici ne acclama- no il suono compatto e la vasta gamma di mezzi espressivi. Fondato nel 1990, è ospite dei più prestigiosi festival europei e si esibisce nelle sale da concerto più illustri. Il suo fondatore è Petr Fiala, Maestro del Coro e Direttore. Diplomato al Conser- vatorio di Brno e all’Accademia di Belle Arti “Janáček” (dove ha studiato pianoforte, composizione e direzione d’orchestra), Fiala è anche un compositore prolifico. Come maestro del coro e direttore d’orchestra è stato attivo negli ultimi quarantacin- que anni. Nel 2009 è stato insignito dell’Ordine dei SS. Cirillo e Metodio dalla Conferenza Episcopale Ceca per i suoi altissimi meriti come direttore e compositore, e nel 2010 ha ricevuto il Premio Città di Brno per le sue attività artistiche. Il Coro si è spe- cializzato nelle esecuzioni di oratori e cantate. Tiene circa no- vanta concerti all’anno, sia nella Repubblica Ceca che all’este- ro. Ha collaborato con direttori del calibro di Tomáš Netopil, Ju- raj Valčuha, Marc Albrecht, Dennis Russell Davies, Ivan Fischer, Nikolaus Harnoncourt, Eliahu Inbal, Paavo un Kristian Järvi, Kurt Masur, , Ingo Metzmacher, Yannick Nézet- Séguin, Sir Roger Norrington, Sir Simon Rattle, per citarne al- cuni. Oltre ad essere ospite regolare in prestigiosi festival in- ternazionali, il Coro si esibisce frequentemente in patria nelle città di Praga, Brno, Ostrava, Olomouc, Litomyšl e molte altre. Il Coro ha registrato numerosi cd e ricevuto vari riconoscimenti: tre Echo Classic Award (due nel 2007 e uno nel 2014); nomi- nation al Premio Danese per la Musica (2008); Premio della Deutschen Schallplatenkritik (2009); Tokusen Award della rivi- sta musicale giapponese Geijutsu Disco (2011). Le attività del Coro Filarmonico di Brno sono sostenute dalla Regione della Moravia meridionale, dal Ministero della Cultura della Repub- blica Ceca e dalla Città di Brno. Partner generale del Coro Tescan Orsay Holding. Coro Filarmonico di Brno Coro Filarmonico Soprani Tenori di Brno Jana Zachovalá Martin Javorský Petr Fiala, Maestro del Coro Jana Melišková Roman Kopřiva Pavlína Švestková Pavel Valenta Romana Pávková Tomáš Pažourek Bohdana Hlaváčková Martin Fabián Petra Olexová Jakub Daňhel Věra Melicharová Jan Švábenský Markéta Szendiuchová Tomáš Badura Barbora Šturmová Tomáš Dittmann Michaela Tománková Robert Ferrer Lenka Brabcová Antonín Libicher Petra Vachová Michal Kuča Lenka Herzanová Filip Kavoň Pavel Souček Michaela Grundová Michaela Fiksová Bassi Markéta Marečková Pavel Drápal Dana Vaculíková Tomáš Suchomel Petra Balášová Pavel Maška David Vonšík Contralti Martin Frýbort Romana Crháková Michal Blažek Adriana Mahdalová Igor Krejčí Jana Janků Viktor Moravec Veronika Slavíčková Jan Ocetek Jana Plachetková František Herman Lucie Hubená Pavel Rašovský Dita Stejskalová Vítězslav Šlahař Marie Vrbová Aleš Procházka Pavla Zbořilová Jiří Vejmelka Dagmar Suchá Aleš Baláš Miriam Zuziaková Jitka Hedijová Maestro del Coro Jana Nešutová Petr Fiala Partecipano al concerto

Violini primi Riccardo Freguglia *Alessandro Milani (di spalla) Alberto Giolo °Marco Lamberti Agostino Mattioni Antonio Bassi Davide Ortalli Constantin Beschieru Margherita Sarchini Lorenzo Brufatto Clara Trullén-Sáez Irene Cardo Silvia Vannucci Aldo Cicchini Patricia Greer Violoncelli Valerio Iaccio *Massimo Macri Enxhi Nini Marco Dell’Acqua Sara Pastine Giacomo Berutti Fulvia Petruzzelli Stefano Blanc Francesco Punturo Eduardo dell’Oglio Matteo Ruffo Pietro Di Somma Elisa Schack Michelangiolo Mafucci Lynn Westerberg Carlo Pezzati Stefano Pezzi Violini secondi Fabio Storino *Paolo Giolo Valentina Busso Contrabbassi Enrichetta Martellono *Gabriele Carpani Pietro Bernardin Antonello Labanca Roberto D’Auria Alessandro Belli Michal Ďuriš Luigi Defonte Carmine Evangelista Pamela Massa Jeffrey Fabisiak Francesco Platoni Paolo Lambardi Vincenzo Venneri Marcello Miramonti Federico Marchesano Francesco Sanna Isabella Tarchetti Flauti Giorgia Burdizzo *Marco Jorino Elisa Papandrea Paolo Fratini

Viole Ottavino *Luca Ranieri Fiorella Andriani Geri Brown Matilde Scarponi Oboi Giorgia Cervini *Francesco Pomarico Federico Maria Fabbris Franco Tangari Corno inglese Emiliano Rossi Teresa Vicentini Andrea Carattino

Clarinetti Arpa *Luca Milani *Margherita Bassani Antonella De Franco Clarinetto piccolo Franco Da Ronco

Clarinetto basso Orchestra fuori scena Salvatore Passalacqua Flauti Fagotti *Giampaolo Pretto *Andrea Corsi Luigi Arciuli Mauro Monguzzi Ottavino Controfagotto Carlo Bosticco Bruno Giudice Oboi Corni *Carlo Romano *Stefano Aprile Sandro Mastrangeli Marco Panella Marco Peciarolo Clarinetti e Cl. piccoli Paolo Valeriani *Enrico Maria Baroni Graziano Mancini Trombe e Cornette *Marco Braito Corni Ercole Ceretta *Ettore Bongiovanni Roberto Rivellini Marco Tosello Alessandro Caruana Trombe Tromboni *Roberto Rossi *Joseph Burnam Daniele Greco D’Alceo Devid Ceste Antonello Mazzucco Timpani *Claudio Romano Tuba Matteo Magli Percussioni Carmelo Giuliano Gullotto Timpani *Biagio Zoli

Percussioni *prime parti Alberto Occhiena °concertini Primo concerto dei complessi da camera dell’Orchestra Rai

DOMENICA 29 NOVEMBRE 2017 ORE 10.30 Salon Orchester dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Michal Ďuriš violino concertatore Antonio Bassi violino Paolo Giolo violino Ula Ulijona viola Carlo Pezzati violoncello Antonello Labanca contrabbasso Salvatore Passalacqua clarinetto Marco Braito tromba

Wiener Melange Un divertente viaggio musicale porta a rivivere l’eleganza e la raffinatezza dei caffè viennesi attraverso le musiche della famiglia Strauss, di Lehár e di altri compositori mitteleuropei.

AVVISO PER IL PUBBLICO La data del turno rosso del CONCERTO N. 8 previsto GIOVEDÌ 14 DICEMBRE 2017 ore 20.30 è stata posticipata a SABATO 16 DICEMBRE 2017 ore 20.30. Resta invariata la data del turno blu previsto VENERDÌ 15 DICEMBRE 2017 ore 20.00.

La data del turno blu del CONCERTO N. 15 previsto VENERDÌ 23 MARZO 2018 ore 20.00 è stata anticipata a MERCOLEDÌ 21 MARZO 2018 ore 20.00. Resta invariata la data del turno rosso previsto GIOVEDÌ 22 MARZO 2018 ore 20.30. Prosegue il ciclo di iniziative dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dal titolo “Classica per tutti”: tre appuntamenti rivolti a famiglie, giovani, studenti, anziani. Unico requisito richiesto: una spiccata curiosità per la musica classica in generale e sinfonica in particolare. Un percorso condotto con grande “leggerezza” e competenza dal giovane maestro Giacomo Tesini e strutturato in tre momenti: - un’introduzione all’ascolto del programma del pomeriggio con esempi musicali realizzati dall’orchestra; - un ascolto completo; - un question time che offre la possibilità di interagire con i prota- gonisti: direttore, professori d’orchestra e conduttore.

Primo appuntamento: Sabato 4 novembre 2017 , 16.00

John Axelrod direttore

Leonard Bernstein Divertimento per orchestra

Leonard Bernstein Fancy Free, balletto

“Racconta” il concerto il violinista Giacomo Tesini insieme ai protagonisti

CONVENZIONE OSN RAI – VITTORIO PARK Tutti gli abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Sta- gione Sinfonica OSN Rai 2017-2018 che utilizzeranno il VITTORIO PARK di PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. Per informazioni rivolgersi al personale di sala o in biglietteria Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione “riduzioni”. 3° GIOVEDÌ 2 NOVEMBRE 2017 ORE 20.30 VENERDÌ 3 NOVEMBRE 2017 ORE 20.00

John Axelrod direttore

The Swingles

Luciano Berio Sinfonia per otto voci e orchestra testi di Claude Lévi-Strauss e Samuel Beckett

Leonard Bernstein Divertimento per orchestra

Leonard Bernstein Fancy free, balletto

SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: 30.00 €, 28.00 €, 26.00€ 15.00€ (ridotto giovani) 9.00€ (18 app)

INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 € a 9,00 € (ridotto giovani)

BIGLIETTERIA via Rossini, 15 – 011.8104653/4961 [email protected] - www.osn.rai.it

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