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11 VI 2015.Pdf Associazione Culturale Antonella Salvatico Centro Internazionale di Ricerca sui Beni Culturali Sistema Culturale Integrato Langhe Roero Langhe Roero Monferrato CULTURA MATERIALE - SOCIETA - TERRITORIO 2015 primo e secondo semestre 11 ISSN 2282 - 6173 Anno VI, numero 11 - Pubblicazione semestrale - Autorizzazione del Tribunale di Alba n. 4/2010. Direttore responsabile: Emanuele Forzinetti La Morra - Palazzo Comunale - Via San Martino 1 Associazione Culturale Antonella Salvatico Centro Internazionale di Ricerca sui Beni Culturali Sistema Culturale Integrato Langhe Roero Langhe Roero Monferrato , CULTURA MATERIALE - SOCIETA - TERRITORIO 2015 primo e secondo semestre 11 ISSN 2282 - 6173 Anno VI, numero 11 - Pubblicazione semestrale - Autorizzazione del Tribunale di Alba n. 4/2010. Direttore responsabile: Emanuele Forzinetti Associazione Culturale Antonella Salvatico Centro Internazionale di Ricerca sui Beni Culturali Sistema Culturale Integrato Langhe Roero Langhe Roero Monferrato , CULTURA MATERIALE - SOCIETA - TERRITORIO 2015 primo e secondo semestre 11 ISSN 2282 - 6173 Anno VI, numero 11 - Pubblicazione semestrale - Autorizzazione del Tribunale di Alba n. 4/2010. Direttore responsabile: Emanuele Forzinetti LANGHE, ROERO, MONFERRATO CULTURA MATERIALE - SOCIETÀ - TERRITORIO ISSN 2282 - 6173 Periodico on-line dell’Associazione Culturale Antonella Salvatico © Proprietà letteraria riservata DIRETTORE RESPONSABILE: Emanuele Forzinetti. DIRETTORE SCIENTIFICO: Elisa Panero. COMITATO SCIENTIFICO: Claudia Bonardi, Emanuele Forzinetti, Paolo Gerbaldo, Giuseppe Gullino, Diego Lanzardo, Enrico Lusso, Lorenzo Mamino, Irma Naso, Viviana Moretti. REDAZIONE: Valentina Aimassi, Damiano Cortese, Tiziana Malandrino, Giacomo Ravinale, Paolo Sapienza, Shanti Vattakunnel. Autorizzazione del Tribunale di Alba n. 4/2010 del 12 marzo 2010 Sede legale: Palazzo Comunale, via San Martino 1, 12064, La Morra (Cuneo) Sede della redazione: via Richeri 1, 12064, La Morra (Cuneo) In riferimento al Peer Review Process la Rivista si avvale per ogni articolo della valutazione di tre componenti del Comitato scientifico o di componenti esterni che vengono menzionati sul secondo numero di ogni annata Per comunicazioni: [email protected] Sommario Editoriale di EMANUELE FORZINETTI 7 ATTI DELLA GIORNATA DI STUDI «LANGHE. QUADRI STORICI E INTERSEZIONI CULTURALI IN UN’AREA DI TRANSITO» - PARTE PRIMA 9 I del Carretto e le Langhe tra medioevo ed età moderna di RICCARDO MUSSO 11 L’innovazione scientifica a supporto della ricerca storica. Il caso di Ceva di MONICA VOLINIA e MICHELE COCCA 85 RECENSIONI 103 RASSEGNA 105 Editoriale EMANUELE FORZINETTI La produzione storiografica relativa ai terri- sul tema «Langhe. Quadri storici e interse- tori delle Langhe si è arricchita negli ultimi zioni culturali in un’area di transito». anni di importanti studi che ne hanno indi- Riccardo Musso, dell’Istituto Internazionale viduato peculiarità e aspetti poco noti. di Studi Liguri, in un intervento assai artico- Sulla loro scia la rivista ospita in questo e nel lato ha individuato i nodi cruciali che hanno prossimo numero gli atti della Giornata di legato i vari rami della famiglia del Carretto Studio tenutasi il 24 novembre 2012 a Che- alle Langhe tra Medioevo ed età moderna. rasco, organizzata dall’Istituto internazio- Monica Volinia e Michele Cocca, del Politec- nale di Studi Liguri - Sezione di Torino, dal nico di Torino, analizzano invece attraverso Centro Internazionale di Studi sugli Insedia- tecnologie innovative alcuni edifici di Ceva menti Medievali di Cherasco, dall’Associa- che, nonostante le notevoli trasformazioni zione Culturale Antonella Salvatico - Centro subite nei secoli, conservano ancora tracce Internazionale di Ricerca sui beni Culturali, dell’originaria struttura medievale. Atti della Giornata di Studio (Cherasco - 24 novembre 2012) Langhe Quadri storici e intersezioni culturali in un’area di transito (parte prima) a cura di ENRICO BASSO I del Carretto e le Langhe tra medioevo ed età moderna RICCARDO MUSSO La Provincia Langarum Millesimo, Cengio, Bardineto, Rocchetta Ta- naro, Castelnuovo Calcea3. Quando, nel 1703, la coalizione europea Era un guazzabuglio giuridico-diplomatico che si opponeva alle ambizioni egemoni- destinato prevedibilmente a suscitare un che di Luigi XIV sul trono di Spagna cercò vespaio, ma gli sviluppi della guerra di suc- di guadagnarsi la sempre incostante fedeltà cessione di Spagna ne ritardarono gli effetti dei duchi di Savoia, oltre a truppe e denaro fino all’estate del 1708 quando, dopo la vit- offrì al duca Vittorio Amedeo II consisten- toria di Torino e la conquista austriaca dei ti compensi territoriali a spese del ducato possedimenti spagnoli in Italia, le sorti del di Monferrato e soprattutto dello stato di conflitto sembrarono pendere decisamente Milano. Delle terre dell’antico ducato vi- a favore della coalizione antifrancese. Il 7 sconteo-sforzesco vennero allora promessi luglio, infatti, il nuovo imperatore Giusep- al principe sabaudo, oltre alla Lomellina, pe I accettò di investire il principe sabaudo all’Alessandrino e alla val Sesia, anche i dell’Alessandrino, di Valenza, della val Se- feudi delle Langhe che, almeno dalla prima sia e del ducato di Monferrato (da poco con- metà del Quattrocento, nonostante la loro fiscato a Ferdinando Carlo Gonzaga) ma per qualifica di feudi imperiali, dipendevano in quanto riguardava i feudi delle Langhe – ed gran parte dallo stato milanese1. In verità, le è indicativo dell’incertezza in materia – sta- cose – riguardo alle Langhe – non erano così bilì di demandare a un’apposita commissio- semplici. A leggere bene l’articolo XII del ne la definizione di quali tra loro dovessero trattato di alleanza concluso tra l’impera- essere interessati al trasferimento dei diritti tore Leopoldo e Vittorio Amedeo, esse non di superiorità. erano neppure menzionate, né si parlava di Vittorio Amedeo, però, non volle attende- cessione. Nel trattato era infatti stabilito il re oltre e, dopo pochi mesi, intimò a tutti i trasferimento al duca di Savoia soltanto dei feudatari delle Langhe di prestargli il giu- diritti fino allora esercitati dallo stato di Mi- ramento di fedeltà, dando loro tre mesi di lano («omne jus aut exercitium juris quod tempo per farlo. Alcuni si piegarono, altri (i Statui Mediolanensi competere posset») su più) no e, rifiutato di giurare, si appellaro- alcuni feudi già oggetto nel 1690 di una pri- no ai tribunali imperiali, dando inizio a una ma concessione allo stesso duca, poi revoca- battaglia legale che durò quasi trent’anni. ta a causa dell’ondivaga politica di alleanza Al centro delle contestazioni dei feudata- da lui seguita2: concessione, oltre tutto, che ri era lo status giuridico che doveva essere concerneva non già la cessione di diritti, ma attribuito alle loro signorie, in quanto essi solo della possibilità di acquistare la «me- rigettavano decisamente la teoria secondo diam superioritatem» su alcune terre delle la quale esse fossero giuridicamente legate Langhe, tra cui Cairo, Spigno, Gorzegno, allo stato di Milano, affermando al contrario «LANGHE, ROERO, MONFERRATO. CULTURA MATERIALE - SOCIETÀ - TERRITORIO», anno VI, n. 11 (2015) - ISSN 2282-6173 I del Carretto e le Langhe tra medioevo ed età moderna SAGGI Fig. 1. Assetto geopolitico delle Langhe alla metà del XVI secolo che i loro feudi avevano sempre appartenu- negli ultimi decenni del secolo precedente to a pieno titolo al Sacro Romano Impero4. non aveva fatto altro che favorire e raffor- Non era una questione da poco. Dalla prima zare, tanto che la cancelleria di Vienna non metà del XV secolo era indubbio che qua- era molto lontana dal vero quando indicava si tutti i feudi delle Langhe erano stati più quei lontani territori sotto il nome collettivo o meno costretti a legarsi al ducato di Mi- di «provincia imperiale delle Langhe». lano da un rapporto o di vassallaggio o di Si vennero pertanto a creare due fronti op- semplice aderenza, che si era protratto nel posti. Uno, sostenuto dai feudatari, che ne- tempo anche dopo che in Lombardia era gava ogni passata dipendenza dallo stato subentrata la Spagna e che non era cessato di Milano, e l’altro, di segno contrario, fat- neppure dopo la proibizione delle aderen- to proprio dalla corte di Torino. Su questo ze, voluta da Leopoldo I nel 1687. Era anche tema furono versati fiumi di inchiostro e vero però che, almeno dalla seconda metà comparvero decine e decine di memoriali, del XVI secolo, si era venuta affermando per opuscoli e fogli a stampa a sostegno dell’u- alcuni feudi, sia pure faticosamente e con na o dell’altra tesi, senza peraltro venire a continui compromessi con il governo spa- capo del problema anche se, all’atto pratico gnolo di Milano e i re cattolici, una forma di i feudatari riuscirono nel loro intento, per- diretta dipendenza dall’impero che l’ascesa ché ogni decisione venne rimandata a una politica del ramo austriaco degli Asburgo conferenza diplomatica che per lungaggini 12 SAGGI Riccardo Musso varie non fu mai convocata. Così che, sia con i vassalli langaschi, la quale affermava pure in uno stato di precaria provvisorie- perentoriamente che il nome Langhe deri- tà (e con alcune significative decurtazioni) vava «non ex Provincia (nulla enim est nec le Langhe rimasero “imperiali” ancora per fuit sic denominata) sed ex eorum situ in quasi un trentennio, fino a che i preliminari locis desertis de quibus loquitur Otto Impe- della pace di Vienna del 1735 non sanciro- rator in concessione Aledramo facta», come no la loro definitiva sottomissione ai Savoia,
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