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ATTI DELLA SOCIETÀ SAVONESE DI STORIA PATRIA VOL. II SAVONA TIPOGRAFIA D. BERTOLOTTO E C. PIAZZA PONTICELLO <9'9 k I II . I I 'I SOCIETÀ* SAVONESE Di . • : • . \ / i . .. V ; N’ ? 't Entrilo 1 __________ ; ! i 1 Biblioteca Storia Patria SV s-sv-sv 0001 SSSP sv 03 002 — ii SAVONA DURANTE IL DOMINIO NAPOLEONICO PER FILIPPO NOBERASCO ! l t s - t- ALLA grande Frangia NEL NOME SACRO DELLA FRATERNITÀ LATINA ; ; ! ? ♦ : i .1 E INTRODUZIONE I rapporti fra Savona e la Francia sono anti chissimi: essi valicano i limiti della storia e si con fondono, e si tingono dei variopinti sentori della leggenda, quando i Focesi prima, i Cartaginesi poi, i Focesi indi ancora avean fatto di Marsiglia e del suo litorale un centro fecondo di scambi commerciali. Le guerre annibaliche rallentarono, ma non di strussero, quei rapporti, accresciuti dalle ciclopiche e mirabili < Vie strate > di Roma, veicoli di civiltà e di benessere. Gli antichissimi padri.nostri ci son descritti, vaganti pel Mediterraneo, su fragili imbar cazioni, bravare stenti e tempeste, strenua avanguar dia di quanto dovea indi produrre il genio di nostra gente. Nemmeno il minare del mondo romano seppe interrompere i rapporti savonesi e liguri, specie coi Provenzali. Quando Carlo Magno, colle sue vittorie / 8 e colle sue istituzioni, tramutò cotanto la civiltà del primo Medioevo, quei rapporti, nell’ ordinamento dei < Ducati », si rafforzarono, per durar compatti nel- T era marchionale, figliazione di quelli. I primi albori della < Compagna » savonese, in sugli ultimi del Sec. XI, se rafforzarono Fattività degli avi nostri, contribuirono altresì al fatto più grande di quelle ere: il < gran passaggio » in Pa lestina per le Crociate. Nella prima, Savona, con Noli e Genova, ebbe parti primarie così che il cavalleresco Baldovino incideva il: < praepotens Genuensium prae sidium » sull’architrave della Chiesa del S. Sepolcro. Savona vi avèa una parte brillante e le franchigie concessele da Bertrando di St. Gilles, dal Conte di S. Egidio, dai due Boemondi, se aumentarono il suo lustro in quel felice albore del Sec. XII, crebbero i rapporti secolari che alla Francia la legavano in modi sì multiformi, intensi, fecondi. Quei legami crebbero in appresso : le conven i zioni con Arles (1194), Grasse (1198), Marsiglia (1207), quando allora allora Savona avea assunta dignità di libera Repubblica, ne sono la più stupenda riprova. E quando Ottone IV, nel 1209, concedeva ai padri nostri libertà di navigare, quegli scambi si fecero pulsanti, straordinari. Gli interessi di Genova talvolta s’attentarono di rallentare quei rapporti, ma Savona fu sempre unita alla Francia. Ricordiamo i grandi aiuti concessi a S. Luigi, per la Crociata, a metà del Sec. XIII, l’am basceria a Marsiglia del 1248, i commerci precipui, del sale, dei vetri, dei panni, dei cereali, la morte ! seguita in Savona di Alfonso, infelice fratello di S. Luigi, martire incomparabile di fede e di cavalleria. Attraverso alle convenzioni con Narbona del 1304, 9 giungiamo al triste episodio, che da Aitone Doria ha nome, seguito, verso la metà del secolo, cancellato indi dalla leggendaria impresa contro i Barbareschi di Tunisi del 1389, in cui le armi liguri, consertate con quelle franco - inglesi diedero luminose scintille di superbo ardire. Altri rapporti seguirono, al finire del Sec. XIV, colla signoria di Luigi d'Orléans, cui tenea dietro il dominio del fratello Carlo VI, re di Francia, che gra tificava Savona dell’ambito appellativo di: < Civitas L nostra ». Savona, in lotta feroce con Genova pro terva, ebbe dai governanti francesi aiuti preziosi. É nota la sentenza del Governatore francese di Genova, Valerando di Lussemburgo, nel 1397, quella di Co- lardo di Caleville, nel 1399, quella di Gaspare Nely, nel 1401, che rispondeva completamente al buon di ritto e alle aspirazioni savonesi. E avvenimenti d’in dole religiosa doveano più e più unire Savona alla Francia: dico lo Scisma d'Occidente, quando Savona seguendo, come la Nazione vicina, le parti dell’anti papa Benedetto XIII, si dava le supreme autorità re ligiose, traendole da essa. Particolarmente ricorderà Savona, con simpatia, il R. Governatore francese Gio vanni Lememgre, detto Bouciquaut, il quale definiva a favore di essa, nei confronti di Genova, 1’ antica, sanguinosa quistione di Quiliano. Dopo varia signorìa, divisa con Genova, Savona riaveva, nel 1458, con un altro Carlo, il VII, gli antichi Siri francesi. Genova si ribellava tosto, ma Savona resisteva per anni, per cedere solo all’ armi unite di Genova e degli Sforza. L’Archivio cittadino serba, in gran parte inediti, gli intimi rapporti fra la città nostra e il re vicino. Carlo VII, neutralizzando odi genovesi, otteneva a 10 Savona rapporti di favore con i re d’Aragona, con quelli di Castiglia : interessante sarebbe, se lo spazio consentisse, riferire i mutui patti fìssati nella dedi zione del 1459. Oltre di che, facilitazioni in materia di consumi, preziosissime nelle frequenti carestìe di quegli anni, resero più proficui i secolari legami. i Seguite altre dominazioni sforzesche, Savona ria veva, con Genova, al finir del Sec. XV, la signoria francese. Accenno a Luigi XII. Il duello fra Savona e Genova era, a quei di, nel suo stadio più acuto e Luigi XII, pressato poscia ancora dal nostro grande i Giulio II, tutto fece per attenuarlo, concedendo, per quanto permetteva la politica, al diritto savonese. i Cordialissimi furono i rapporti tra Savona e il i cavalleresco Francesco I: molti di essi conserva ine diti l’Archivio cittadino: principalissimo il diploma del gennaio 1515, con cui il Sire francese riconosceva i a Savona tutti i precedenti privilegi e quello del 1518, col quale sottraeva Savona a gravosa contribuzione i verso Genova. Furono anni tristissimi per Savona, ! !- che in quel torno era calpesta per sempre da Ge nova, antica rivale. Si può dire che la vecchia Ghi bellina ammainasse insieme due vessilli ugualmente cari: il cittadino e quello del fiordaliso. E le ultime deliberazioni del patrio Consiglio, gli ultimi aneliti della cittadina libertà son tutti : < prò caùtione et conservatione status S.mi Regis Principis nostri ». Savona, appresso il 1528, mancipia di Genova, da Genova completamente rumata nel suo porto, nelle sue industrie, nei suoi commerci, fu sempre unita, nella sparuta attività concessale, alla Francia, alla I Provenza. E quando, maturati i tempi, le idee del- F 89 foggiavano in Liguria la prima Repùbblica de- I I 11 I mocratica, Savona levò, segnacolo d’attesa redenzione, gli alberi della libertà. Gli antichi rapporti furono rinnovellati nell’epo pea napoleonica. Napoleone I vagheggiò grandi disegni sulla sua: < bonne Ville >, primi un porto a Savona, uno a Vado, il canale col Piemonte, e la piena ri surrezione delle industrie locali. Il più grande Pre fetto francese dell’ epoca, il Conte Chabrol, fu il fe lice propulsore dei voleri imperiali; egli brilla fra i primi benefattori della nostra città. Su questi rapporti molto fu scritto (1); ma non tutta fu sviscerata 1’ ampia, importantissima materia. Il civico Archivio storico savonese ha nelle sue < Mi scellanee » moltissimi dati, al proposito, e parvemi dover dare in luce i maggiormente precipui. I capi toli che seguono adempiono, in certa' parte, alla bi sogna. E una lacuna che principia a colmarsi e nelle notizie profferte vibrano due cose sopra tutto: la genialità francese e le cure sapute per quella città che da secoli alla Francia era unita con vincoli d'oro. (1) Tre furono gli storici savonesi che più d’ ogni altro si occu parono di lumeggiare i rapporti fra Savona e la Francia: il comm. Vittorio Poggi, il cav. uff. Agostino Bruno o il vivente cav. uff. Fe derico Bruno. I ! i ì r ; I I ■ ! I 1 . i l. ! ! E ; I L’ avvenire economico di Savona e il Conte Felice Chabrol de Volvic. Dell’ illustre Prefetto, succeduto all’ inflessibile Debelle e agli attivi Nardon e Carpani nella dire zione del Dipartimento di Montenotte, precipua gem ma sbocciata sul tronco francese, fu scritto e si scrive. La brillante carriera di. Chabrol, rivelatosi nella spe dizione d’Egitto e salito fino alla Prefettura della Senna, delinea la personalità dell’uomo e il suo me rito complesso (1). Non ci occuperemo di essa, come non c’ indugieremo a considerare il Conte Chabrol, custode di Pio VII, prigioniero in Savona. Le alte doti politiche del Prefetto convergono ad un duplice intento, fortunatamente proseguito sino al tramonto di Napoleone: mantenersene l’illimitata fi ducia con un governare saputo, con relazioni bril- (1) La figura dolio Chabrol fu studiata parecchio da storici e biografi francesi. 14 lanti, col serbar tranquilli e ligi ì Savonesi mercè una polizia sapiente, dagli occhi d’Argo ed elevando le consuetudini cittadine, le cerimonie religiose, le feste, i salotti, le Accademie, prima 1’ < Arcadia >, ad un fiore brillante, ammaliatore. Felice Chabrol assurse, però, sulle contingenze passeggere, e l’opera del politico si disposò sempre a quella dell’uomo in telligente, di cuore. Egli mirò a restituire a Savona trafficante, industriosa, porto secolare del Piemonte, con tutti i vantaggi della modernità, con quanto era indispensabile al progresso, al decoro del Gapoluogo del Dipartimento, l’antico lustro, da secoli vizzito nel dolore e nell'impotenza. Quel nobilissimo intento, troppo spesso obliterato da chi si occupò di storia savonese, formerà oggetto delle note che seguono. Il sagace Prefetto vagliò la vita savonese sotto 1’ aspetto agricolo, industriale, commerciale e le sue osservazioni complesse, precise, geniali sono affidate ai due grossi volumi della sua famosa : « Statistique ! de l’ancien Département de Montenotte ». Attingia | mo e sintetizziamo. I Per il primo punto constata il poco reddito delle 1 culture a vigne ed oliveti, infrequenti e di metodi antiquati, le concimazioni insufficienti, dati i bovini, gli ovini, scarsi, mal nutriti dai magri pascoli, mal curati per i castagneti che pure eran passibili d’augu- menti e migliorìe.