2007 Parte 1 Pp. 1-381
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REGIONE LAZIO PRl!SIOENZA Ol!LLA GIUNTA STRENNA DEI ROMANISTI NATALE DI ROMA 2007 ab U. c. MMDCCLX ALPI - BARBERITO - BARI - BARTOLONI - BATTAFARANO - BENOCCI - BIANCINI - BONADONNA Russo - CECCARELLI - CENTI - CERESA - CIAMPAGLIA - COCCIA - COLASESANTI - CORRADI - CRIELESI - D' AMBROSIO - DE ROSA - DELLA SETA - DEVOTI - DI CASTRO - FLORIDI - FRAPISELLI - GIGLI - BARTOLI - GUERRIERI BORSOI - GUIDONI - IMPIGLIA - ]ATTA - LAVAGNINO - LOTTI - MALIZIA - MARIOTTI BIANCHI - MASETTI ZANNINI - MAZIO - F. ONORATI - U. ONORATI - PAGLIALUNGA - PANELLA - PASERO - POCINO - PROIETTI - QUINTAVALLE - RAVAGLIOLI - ROTELLA - Russo DE CARO - SANTINI - SCARFONE - SICKEL - TALALAY -TAMBLÉ -TORNELLO - TOURNON -TRASTULLI - VERDONE - VIAN · (IC{< O~ MATCOIS'""'"' "'C' t~ In copertina: ({j' ~i·!:: Godfred Christensen ( 1845-1928) """""' ,,,,,,, , -· ij-~~"'.·~" lOMA... Una calda mattina di primavera, Monti 1874 LJN JS\.I • EDITRICE ROMA AMOR 19 80 LA STRENNA DEI ROMANISTI DAL 1940 SU WWW. UNISU . IT Comitato dei curatori: .., :.~ MANLIO BARBERITO ~'i MARIA TERESA BONADONNA Russo FILIPPO DELPINO LAURA GIGLI ELIA MARCACCI UMBERTO MARIOTTI BIANCHI ANTONIO MARTIN! FRANCO ONORATI FRANCESCO PICCOLO Coordinamento e impaginazione: GEMMA HARTMANN AMEDEO INNOCENTI BRUNO MARIO NOBILE GIUSEPPE SCIROCCO Consulenza editoriale: ANDREA MARINI GRUPPO DEI ROMANISTI www. gruppodeiromanisti. it [email protected] © EDITRICE ROMA AMOR 1980 TEL. 06 32 34 375 [email protected] MMDCCLX AB VRBE CONDITA Una singolare urgenza notturna MARIO ALPI Quando ero Assistente Urologo negli ospedali, cioè qualche anno dopo la fine della guerra, le urgenze prostatiche erano mol to più frequenti di adesso. La ragione è dovuta all'efficacia del le cure mediche attuali, ma credo anche che - allora - i bravi ro mani avessero la tendenza di aspettare qualche ora nella speran za che la situazione si risolvesse da sé: o facendo un bagno cal dissimo (che qualche volta funzionava) o con l'uso di qualche medicamento empirico, per lo più di natura vegetale, consiglia to da qualche anziano parente. Inoltre va tenuto presente che gli specialisti urologi erano an cora pochi, mentre il Pronto Soccorso esisteva già, ma faceva una certa paura andarci. Nel nostro caso avrebbe costituito lex trema ratio, il punto al quale non si voleva assolutamente arri vare. Tutto accadde di notte. Stavo spogliandomi quando mi rag giunse la telefonata di un funzionario del Quirinale: un anziano conte piemontese, temporaneamente ospite al Palazzo, era stato colpito da qualche ora da una ritenzione acuta di urine, proba bilmente da ipertrofia prostatica. Il medico di famiglia aveva già tentato il cateterismo vescicale, ma senza riuscirvi, le sofferenze dell'ammalato erano ora notevoli e non era possibile aspettare la mattina dopo. Erano già stati cercati altri urologi, fra i quali i due Primari ospedalieri, ma senza riuscire a trovarli (era sabato), fin ché non era stato fatto il mio nome. Naturalmente accettai subi to e mi fu comunicato che entro dieci minuti due agenti sareb bero venuti a prendermi a casa per accompagnarmi al Quirinale. 7 E così fu, perché, appena finito di prepararmi, una imperiosa Ci spostammo in un salottino adiacente dove stabilimmo la 1 scampanellata mi avvisò che erano arrivati. serie di ricerche cliniche da praticare e in breve ci raggiunse la Uscito in giardino, vi trovai due giovanotti molto alti, in contessa con un piccolo rinfresco. Poco dopo arrivò anche il Pre borghese, evidentemente due corazzieri, che dopo essersi pre sidente, in veste da camera, molto semplice e amabile. Fu con sentati, mi si misero diligentemente ai lati, misurando il loro tento delle notizie che gli davo e si interessò vivamente al piano passo sul mio. Percorrendo il vialetto incrociammo un mio vi- ' di indagini che proponevo, sottolineando però con chiarezza che cino di casa che stava rientrando e col quale scambiai un breve suo cognato aveva già espressa la volontà di tornare appena pos saluto. sibile a Torino. Voleva ricoverarsi all'Ospedale delle Molinette Giunti in strada, non vidi nessuna automobile ma soltanto una , di cui era apprezzato benefattore e dove conosceva alcuni pri motocarrozzetta ferma davanti al cancello. I due si scusarono mari. Risposi in modo calmo e preciso, spiegando che non mi chiarendo che le macchine del Quirinale erano già tutte sistema pareva prudente mettere in treno l'ammalato con tanta fretta, te nelle rimesse e, per guadagnare tempo, si era deciso di usare mentre si potevano cominciare subito gli accertamenti clinici a questo mezzo. Mi aiutarono ad entrare nella carrozzetta, si ap Roma. pollaiarono sulla motocicletta e via. A velocità quasi pazzesca, Probabilmente mi ero un po' infervorato in questo discorso, per Via Piave e l'interminabile Via XX Settembre, raggiungem ma fu proprio il Presidente che mi tranquillizzò assicurandomi mo il portone del Palazzo, dove trovai ad aspettarmi il gentile che stava rendendosi conto della situazione, certamente delicata, funzionario con cui avevo parlato poco prima. Senza perder tem data anche l'età del paziente. A mano a mano che si esprimeva, po mi prese in consegna e quasi correndo percorremmo dei lun sul suo volto scarno di studioso si apriva un sorriso molto dolce. ghi corridoi, salimmo in ascensore e, come Dio volle, raggiun Di statura era piccolo, ma non quanto me ed io ero ormai sicuro gemmo la camera dell'ammalato, che il funzionario mi comuni che stesse per pronunciare il solito detto, già ascoltato moltissi cò essere il cognato del Presidente, in quei giorni in visita a sua me volte: "nella botte piccola ... ", ma lui si accorse che avevo già sorella. intuito e cambiò la frase: Si dice che quello del Quirinale sia fra i più grandi palazzi di - "Dottore sono d'accordo con lei: convincerò io stesso mio Roma e dopo questa esperienza ne sono pienamente convinto. cognato a restare a Roma per alcuni giorni. L'importante è che Ci aprì una signora piuttosto anziana, ancora bella ma stanca non soffra più e possa mettersi in viaggio senza correre dei ri e visibilmente preoccupata; con lei uscì il medico curante che mi schi". mise rapidamente al corrente della situazione. Poi entrammo in Rientrò nella camera del paziente, vi si trattenne un poco e ne sieme e da allora tutto si svolse con rapidità: era il mio lavoro e, uscì insieme alla sorella, anch'essa visibilmente sollevata. Mi avendo scelto il catetere adatto, riuscii a passare al primo tenta pregò di tornare l'indomani mattina e mi salutò con grande cor tivo. Naturalmente man mano che svuotavo la vescica, il malato dialità. si sentiva meglio. Fissai la sonda con i cerotti ed applicai il lun Presi gli ultimi accordi col collega, che rimaneva, e, giunti al go tubo di drenaggio. A questo punto il paziente voleva alzarsi, l'uscita, vidi che ad aspettarmi, in luogo del sidecar, c'era una ma non glielo permisi. bella macchina di rappresentanza con un impeccabile autista in 8 9 uniforme. Questi mi aprì una delle portiere posteriori, ma prefe La piazza era poco illuminata e completamente deserta. Le rii sedermi accanto a lui. fontane tacevano. Era un tipo disinvolto e simpatico e chiaramente lora tarda Vedevo la cupola, ma solo nella sua parte superiore, davanti non lo disturbava: a un cielo opaco e minaccioso. Mentre la fissavo intensamente - "Dottore, so che è andato tutto bene. Se lei non è stanco, le mi parve che cominciasse a oscillare, ma forse era uno straordi va di fare un giretto per Roma? Stia tranquillo, loro sanno dove nario effetto ottico dovuto alle nuvole che le passavano dietro in trovarci, abbiamo il radiotelefono". fretta. Tuttavia, poco dopo, mi sembrava che volesse scrollarsi, Effettivamente ero su di giri e non sentivo nessuna stanchez poi iniziò un movimento rotatorio come se volesse svitarsi per za, ma, piuttosto, una gradevole eccitazione. Perciò accettai, la uscire dalla sua base. La visione durò per un tempo indefinibile, sciando a lui la scelta del percorso. mentre mi cominciava un dolore al cuore, sopportabile ma Fummo subito nella Piazza del Quirinale e ci fermammo ad preoccupante. Ero sicuro che sarebbe bastato rinunciare a quella ammirare la celebre fontana dei Dioscuri, che piaceva tanto a visione per stare meglio, ma la situazione era talmente incredi Stendhal, che avrebbe detto: "coi magnifici pezzi a disposizione bile che a qualunque costo volevo sapere come si sarebbe con non si poteva fare di meglio!". Dunque la considerava la più bel clusa. la fontana del mondo? Fossimo già alla fine del mondo? mi chiesi. Per Via XXIV Maggio e Piazza Venezia ci infilammo nel Ero rigido, coi denti serrati ... e certamente stavo oscillando Corso Vittorio Emanuele, nobile e deserto. Lo lasciammo poco perché l'autista mi prese per un braccio, scuotendolo ed escla dopo per una breve visita a Campo de' fiori, poi di nuovo verso mando: il Tevere, ma, senza attraversarlo, volgemmo a destra fermando - "Dottore, lei sta male: è troppo pallido. Salga dietro e si ci all'inizio di Ponte Sant' Angelo per ammirare il Castello illu sdrai, la porto in un momento al Pronto Soccorso, è qui a un pas minato. Scesi dalla macchina. so ... ". - Esattamente qui, a Tor di Nona, si tagliavano le teste ai bri Obbedii, mi sdraiai e, rilasciandomi, il dolore cominciò a di ganti - dissi. minuire. Arrivati davanti all'Ospedale Santo Spirito, il dolore - Con la ghigliottina? - chiese l'autista. era cessato. Pregai quella brava persona di riportarmi a casa: - No, la ghigliottina venne molto tempo dopo, qui si operava - "È passato tutto - dissi - ritorniamo, mi aspettano. Domat con la spada, la "spada di giustizia". Ce n'è ancora un esempla tina mi farò fare un elettrocardiogramma. Stia tranquillo". re in Castello, forse quella che decapitò la povera Beatrice Cen Accettò a malincuore e proseguì verso casa. Non mi voltai a ci ... ". guardare la Cupola. Niente fine del mondo. Era tutto finito bene. - Andiamocene - disse allora lui - non mi piace troppo que Arrivati a casa volle accompagnarmi fino alla porta. Lo invi- sto posto ..