Antonio Cavallucci: Un Pittore Romano Fra Tradizione E Innovazione (*)

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Antonio Cavallucci: Un Pittore Romano Fra Tradizione E Innovazione (*) ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte STEFFI ROTTGEN ANTONIO CAVALLUCCI: UN PITTORE ROMANO FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE (*) NTONIO CAVALLUCCI, rl nato a Sermoneta teristica di cui esamineremo più tardi le cause e nel 175I, occupa un posto eminente nella gli aspetti particolari. A cerchia dei pittori romani la cui attività si L'occhio moderno, sensibile al classicismo di esplica principalmente sotto il pontificato di Pio VI. stampo più rigoroso, riesce difficilmente a trovare Egli appartiene, infatti, a quella generazione, nata un interesse profondo o persino un piacere, nella intorno al 1750, che poteva già usufruire delle con­ pittura smaltata, tecnicamente perfetta del Caval­ quiste dei primi neoclassici, quali Batoni, Mengs lucci, con la sua dolcezza spesso piuttosto pene­ e Gavin Hamilton. Fra il 1786 . e il 1795, anno trante i anche se la stessa perfezione tecnica, unita della sua morte, egli fu uno dei pittori favoriti ad una certa sentimentalità, può offrire, nonostante del Papa e della Curia, ed ebbe una parte notevole il logoramento dei temi, lo stimolo a trarre dalla in tutte le più importanti commissioni artistiche, stretta materia pittorica un piacere quasi sensuale. date in appalto dallo Stato Pontificio: collaborò, Nella prospettiva della pittura europea del tardo infatti, all'aUestimento della chiesa di S. Andrea Settecento, il Cavallucci è senz'altro un fenomeno a Subiaco, e del Duomo di Spoleto i lavorò per periferico, che va però discusso, specialmente in Loreto, per la Cattedrale di Urbino, e la Sacrestia quanto è espressione delle tendenze artistiche in­ Nuova di S. Pietro, per nominare soltanto alcuni dicate dal Papato. Rimarrà compito di un altro degli incarichi ufficial1 più prestigiosi sui quali si saggio analizzare le cause e le forme della pittura concentrò l~ produzione artistica romana negli ulti­ religiosa del Cavallucci, descrivendone la genea­ mi due decenni del Settecento. Accanto a Cades, logia e le ripercussioni, per contribuire alla ste­ Unterberger e Marcello Leopardi, il Cavallucci è il sura, ancora incompleta, di una storia dell'arte protagonista più esemplare di una corrente artistica durante il pontificato di Papa Braschi. che, coi servizi resi alla politica ecclesiastica di Pio Per ora tratteremo gli inizi e il contesto sociale VI, spiega in buona parte la fondamentale tendenza della sua attività artistica e le sue prestazioni nel tradizionalista della sua produzione. campo della pittura profana e del ritratto. Com­ La limitazione geografica e di repertorio del suo mittenti e mecenati del Cavallucci furono l'aristo­ campo d'azione, aggiunta alla sua posizione storica crazia romana e la Curia. Fu decisiva, infatti, per e stilistica - fra la prima fase del neoclassicismo la sua carriera, la protezione di cui godé presso romano e il classicismo normativa di Canova e la famiglia Caetani, che gli aprì, grazie agli in­ Camuccini - hanno fatto sì che il Cavallucci trecci di parentele, la via fino al Papa. Ricostruendo rimanesse pressoché sconosciuto alla storia del­ le singole fasi della sua carriera e seguendo i rap­ l'arte più recente. Egli divide questo destino con porti fra i committenti, emergono le strutture ti­ non pochi dei suoi contemporanei romani. Solo piche del patronato artistico di Roma e dello gli studi degli ultimi anni hanno reso possibile Stato Pontificio. considerare l'attività artistica romana sotto Pio VI Nello stesso tempo in cui il Cavallucci è sotto come una fase stilistica autonoma, in sé omogenea la protezione della famiglia Caetani, che lo libera ed eccezionalmente feconda, e sotto la spinta di da tutte le preoccupazioni del vivere, la maggior questa scoperta è diventato indispensabile riflet­ parte dei pittori che lavorano a Roma dipende tere sull'opera dei rappresentanti più in vista di dalle commissioni che vengono appaltate o dalla tale periodo. Curia, o da sovrani stranieri, oppure da aristocra­ La vasta produzione del Cavallucci cade soprat­ tici europei di passaggio a Roma, specialmente tutto. fra il 1776 e il 1795 i copre dunque, senza inglesi, russi, polacchi e tedeschi. a> Ma, come ha constderare i suoi inizi di artista, un arco di appena dimostrato A. M. Clark nei suoi studi sulla situa­ vent'anni. n repertorio tematico comprende pale zione artistico-politica nella Roma di Pio VI, ~> d'altare, immagini di devozione, soggetti mitologici tali viaggiatori frequentavano gli ateliers di artisti e all~gorici a cui si aggiungono pochi ritratti. Pre­ come Pompeo Batoni e Angelica Kauffman che, dolllfn~no largamente gli argomenti religiosi, e ciò comunque, guadagnavano bene e godevano già C?StttUJ~ce - rispetto alla situazione artistica che della massima reputazione. Per quelli che erano st manifesta, nello stesso periodo, aU'esterno sia meno favoriti dalla fortuna e dal successo, fra i dello Stato Pontificio che dell'Italia - una carat- quali, ad esempio, Giuseppe Cades che visse per 193 ©Ministerolungo tempodei beni ein delle difficoltà, attività culturali 4> l'afflusso e del turismoa Roma -Bollettino di d'Arteperta, avvenuta in circostanze analoghe, del talento importanti personaggi stranieri portò un vantaggio di Andrea del Castagno), l'episodio illumina co­ soltanto relativo. Infatti, gli interessi dei forestieri munque in modo particolare la struttura sociale che volevano acquistare opere d'arte, si concen­ dell'epoca. li feudo non rappresentava solo una travano su pe:~;:~;i d'antichità oppure su quadri di riserva di beni materiali, ma procurava anche tutto maestri del Cinquecento e del Seicento, sicché un l'apparato di personale, indispensabile alla resi­ gran numero di artisti fini per dedicarsi al restauro, denza cittadina. Il signore, che scopriva le doti alla copia o anche alla falsifica:~:ione di tali opere. di un suo dipendente e le incoraggiava attraverso È vero che esisteva anche un mecenatismo stra­ il tirocinio a Roma, si assumeva nello stesso tempo niero, ma ne godevano quasi esclusivamente i pen­ anche la responsabilità del sicuro sostentamento sionanti, inviati a Roma per completarvi gli studi materiale della persona che cosi favoriva. Nei rap­ dalle diverse accademie estere (Parigi, Madrid, porti fra i Caetani e il Cavallucci, il mecenatismo, Lisbona, Dresda, Vienna, Copenaghen, Berlino nato dai forti interessi artistici della famiglia, si ecc.). Tale mecenatismo si valse della collabora­ univa spontaneamente all'impegno di occuparsi, zione di numerosi agenti ed artisti (basti ricordare come padroni, dei propri sottoposti feudali, e alla i nomi del Consigliere Reiffenstein e di Anton possibilità di servirsi di loro. von Maron) i quali, mentre esercitavano una severa Il Cavallucci, che doveva essere grato a tale funzione di controllo e di smistamento degli artisti dipendenza non solo per la propria sicurezza di stranieri, erano nel contempo coinvolti nel com­ vita, ma anche per quella dei suoi familiari a mercio antiquario, s> venendo così a contatto con Sermoneta, 8> accettò queste condizioni per tutta il mondo artistico romano. Qui non possiamo trat­ la sua esistenza. Anzi, il tono di vita che ne trasse tare più da vicino la complessa struttura sociale - egli rimase sempre in Palaz:~:o Caetani a Santa e la situazione economica del gruppo artistico ro­ Maria Maggiore - sembra che fosse molto con­ mano nei due decenni prima della rivoluzione fran­ geniale alla sua indole riflessiva e calma, e parti­ cese; 6) i fatti accennati vogliono solo mettere in colarmente propizio al suo talento. Comunque sia, evidenza la particolare e quasi anacronistica posi­ dai cenni che troviamo nelle due biografie, scritte zione del Cavallucci. Le sue condi2;ioni di vita si da Vinci e De Rossi dopo la sua morte, 9) risulta . differenziano soltanto di poco da biografie di pit­ che il calmo e regolare stile di vita di questo pit­ tori del tardo XVI e XVII secolo, il cui campo tore, caratterizzato inoltre da un appartarsi quasi d'azione era spesso legato al mecenatismo di una monacale e da una accentuata religiosità, consentiva sola famiglia aristocratica. 1> lo sviluppo ottimale della sua personalità artistica. Le possibilità finanziarie non eccessivamente ab­ Nel 1765, tredicenne, il Cavallucci arrivò a bondanti della famiglia Caetani consentivano, tut­ Roma, dove inizialmente visse presso lo zio Ber­ tavia, di dare al pittore una base economica sicura nardo, anche lui a servizio dei Caetani, e dove e una sufficiente sfera di attività, anche se non in apprese i primi elementi del disegno presso ii già quella proporzione che gli avrebbe permesso di anziano Stefano Po z:~:i, rol allievo di Andrea Pro­ soddisfare ambizioni sociali ed economiche più caccini e di Agostino Masucci. Dal momento che elevate. Tali ambizioni erano, comunque, estranee era un vero principiante, il triennio di apprendi­ al Cavallucci, a differenza per esempio del Mengs, stato può avergli fornito soltanto le prime espe­ collezionista insaziabile che condusse una vita lus­ rienze del futuro mestiere, delle quali comunque suosa, o del Batoni che accumulava con assiduità non abbiamo alcuna documentazione. Sicuramente capitali, oppure ancora di Angelica Kauffmann che però questi tre anni contribuirono in modo deci­ amava aprire il suo salotto ad una dotta e scelta sivo a dare un'impronta all'orientamento e ai con­ società. tenuti della sua arte. li repertorio del Cavallucci, il livello del suo stile e, infine, il modo stesso di La formazione artistica e i primi lavori. condurre la sua professione, rimasero sempre sul piano della scuola romana1 radicata
Recommended publications
  • FECIT VI Spanish Old Master Drawings FECIT VI FECIT VI Spanish Old Master Drawings
    FECIT VI Spanish Old Master Drawings FECIT VI FECIT VI Spanish Old Master Drawings Acknowledgements: Ángel Aterido, Cipriano García-Hidalgo Villena, Manuel García Luque, Macarena Moralejo, Beatriz Moreno de Barreda, Camino Paredes, Laura Suffield, Zahira Véliz & Gerard Llobet Codina for his support during the last intense days of this CATALOGUE publication © of this catalogue: DE LA MANO Documentation and research: Gloria Martínez Leiva Design: Daniel de Labra Editing and coordination: Alberto Manrique de Pablo Photography: Andrés Valentín Gamazo Joaquín Cortés (cat. 30) Printers: ADVANTIA Gráfica & Comunicación DE LA MANO c/ Zorrilla, 21 28014 Madrid (Spain) Tel. (+ 34) 91 435 01 74 www.delamano.eu [1] ROMULO CINCINATO (Florence, c. 1540 – Madrid, c. 1597) Christ washing the Disciples’ Feet c. 1587-1590 Pencil, pen, ink and grey-brown wash on paper 555 X 145 mm INSCRIBED “60 Rs”, lower left corner PROVENANCE Madrid, private collection hilip II manifested a notable interest Salviati 3 but in recent years it has been thought in both the construction and the that he may have learned his profession in the pictorial decoration of El Escorial. studio of Taddeo Zuccaro due to the similarities The building was not yet completed evident between some of his works and models Pwhen the King began to have paintings sent to used by Zuccaro. 4 Nonetheless, Cincinato’s the monastery, the arrival of which are recorded work reveals a rigidity, an obsession with form in the Libros de entregas [delivery books]. 1 He and a degree of academicism much greater than was also personally involved in seeking out and that of his master.
    [Show full text]
  • Antonio Cavallucci E La Sua Pittura Religiosa Un Pictor Cristianus Nella Roma Di Pio VI*
    Originalveröffentlichung in: Debenedetti, Elisa (Hrsg.): Palazzi, chiese, arredi e scultura. Roma 2011, S. 253-291 (Studi sul Settecento romano ; 27) Antonio Cavallucci e la sua pittura religiosa Un pictor cristianus nella Roma di Pio VI* Steffi Roettgen Il governo di Pio VI Braschi (1775-1799), sebbene travagliato da continui conflitti con le monarchie europee ed i loro sempre più tenaci attacchi all'autorità pontificia, era culturalmente un periodo di grande lustro1, come attestano le numerose imprese artistiche, ma anche gli spettacoli religiosi e le cerimonie pom­ pose, commentati con stupore dai viaggiatori stranieri2 abbagliati dalla bellezza dei rituali e dallo splendore delle rappresentazioni religiose, anche se spesso criti­ ci verso i principi tradizionali e ortodossi che si celavano dietro le quinte di questi eventi3. Con la scelta del nome "Pio" ­ in diretto riferimento a San Pio V (1566­ 1572) come uno dei più fervidi promotori della riforma ecclesiastica ­ il cinquan­ tottenne Gianangelo Braschi, eletto il 15 febbraio 1775, aveva indicato sin dall'ini­ zio del suo governo la linea guida per il rinnovo morale e religioso che intendeva di seguire per combattere i pericoli di eresia e di disgregazione. Il programma del Papa è già esplicito nella sua prima Enciclica pubblicata nel Natale del 1775 e in concomitanza con la chiusura dell'Anno Santo, che sarebbe stato l'ultimo dello Stato della Chiesa di antico regime. Le ben note vicende politiche che hanno poi contrassegnato la fine tragica del pontificato di questo Papa deportato da Napo­ leone in Francia solo per morirvi nel 1799, trovano il loro riscontro nella situazio­ ne artistica romana che con la frattura tra il Settecento e l'Ottocento4 subirà un radicale cambio di direzione, causato dalla catastrofe del 1798 che sconvolse Roma e i suoi artisti forse non meno del Sacco di Roma del 1527.
    [Show full text]
  • Letters from a Young Painter Abroad: James Russel in Rome, 1740-63
    LETTERS FROM A YOUNG PAINTER ABROAD: JAMES RUSSEL IN ROME, 1740-63 by JASON M. KELLY INTRODUCTION AMES RUSSEL was an English artist and antiquary who lived in Rome between 1740 and 1763. At one time he was among the foremost ciceroni in Italy. His patrons included Richard Mead Jand Edward Holdsworth. Andrew Lumisden, the Secretary to the Young Pretender, wrote that Russel was his 'ingenious friend' .1 Despite his centrality to the British Grand Tour community of the mid-eighteenth century, scholars have virtually ignored him. Instead, they favour his fellow artists, such as Robert Adam and William Chambers, and other antiquaries, such as Thomas Jenkins, James Byres and Gavin Hamilton.2 Nevertheless, Russel's career gives insight into the British community in Italy at the dawn of the golden age of the Grand Tour. His struggles as an artist reveal the conditions in which the young tyros laboured. His rise to prominence broadens what we know about both the British and Italian artistic communities in eighteenth-century Rome. And his network of patrons reveals some of the familial and political connections that were neces­ sary for social success in eighteenth-century Britain. In fact, the experience ofJames Russel reveals the importance of seeing Grand Tourist and expatriate communities as extensions of domestic social networks. Like eighteenth-century sailors who went to sea, these travellers lived in a world apart that was nevertheless intimately connected to life at home.3 While many accounts of the Grand Tour mention Russel in passing, only Frank Salmon and Sir Brinsley Ford have examined his work in any detail.4 Part of this is due to the fact that his artistic output was relatively small.
    [Show full text]
  • Thing Theory and Urban Objects in Rome
    Thing theory and urban objects in Rome Citation for published version (APA): Wallis De Vries, J. G., & Wuytack, K. (Eds.) (2013). Thing theory and urban objects in Rome. (Seminarch; Vol. 5). Technische Universiteit Eindhoven. Document status and date: Published: 01/01/2013 Document Version: Publisher’s PDF, also known as Version of Record (includes final page, issue and volume numbers) Please check the document version of this publication: • A submitted manuscript is the version of the article upon submission and before peer-review. There can be important differences between the submitted version and the official published version of record. People interested in the research are advised to contact the author for the final version of the publication, or visit the DOI to the publisher's website. • The final author version and the galley proof are versions of the publication after peer review. • The final published version features the final layout of the paper including the volume, issue and page numbers. Link to publication General rights Copyright and moral rights for the publications made accessible in the public portal are retained by the authors and/or other copyright owners and it is a condition of accessing publications that users recognise and abide by the legal requirements associated with these rights. • Users may download and print one copy of any publication from the public portal for the purpose of private study or research. • You may not further distribute the material or use it for any profit-making activity or commercial gain • You may freely distribute the URL identifying the publication in the public portal.
    [Show full text]
  • Rome in the 18R.Li Century
    fl urn Rome in the 18r.li Century •ii" On the cover: Giovanni Battista Piranesi Detail of the Fontana di Trevi WS'? 0FP/C6- SLIDE UBRARY Artists in Rome in the 18th Century: Drawings and Prints The Metropolitan Museum of Art February 28 - May 7, 1978 Copyright © 1978 by The Metropolitan Museum of Art • This exhibition has been made possible through <^ a grant from the Esther Annenberg Simon Trust V V The drawings, prints, and oil sketches brought together for this exhibition offer eloquent testimony to the rich diversity of artistic activity in eighteenth-century Rome. They are the work of artists of many nationalities—Italian, French, English, Dutch, Flemish, and German—but all were executed in Rome in the course of the century. The city retained in the 1700's its position as a major artistic center, though outdistanced by Paris for first place. Rome continued to be the city to which artists came to learn, by studying and copying the ruins of Classical Antiquity and the great works of the Renaissance and Baroque periods. Papal and princely patronage continued to attract artists from all Europe, but commissions were no longer on the very grand scale of previous centuries. History painting remained a Roman specialty, occupying the highest rank in the hierarchy of painting. Preparatory drawings for major projects by Giuseppe Chiari, Pompeo Batoni, Benedetto Luti, and the Frenchman Pierre Subleyras document this side of Roman production. Sculpture flourished—witness drawings by Pietro Bracci and Camillo Rusconi for important tombs, and Luigi Vanvitelli's designs for the throne of St.
    [Show full text]
  • Santa Maria Maggiore St Mary Major
    Santa Maria Maggiore St Mary Major Piazza di Santa Maria Maggiore Santa Maria Maggiore is a 5th century papal basilica, located in the rione Monti. and is notable for its extensive Early Christian mosaics. The basilica is built on the summit of the Esquiline hill, which was once a commanding position. (1) (i)! History Ancient times The church is on the ancient Cispius, the main summit of the Esquiline Hill, which in ancient times was not a heavily built-up area. Near the site had been a Roman temple dedicated to a goddess of childbirth, Juno Lucina, much frequented by women in late pregnancy. Archaeological investigations under the basilica between 1966 and 1971 revealed a 1st century building, it seems to have belonged to a villa complex of the Neratii family. (1) (k) Liberian Basilica - Foundation legend - Civil war According to the Liber Pontificalis, this first church (the so-called Basilica Liberiana or "Liberian Basilica") was founded in the August 5, 358 by Pope Liberius. According to the legend that dates from 1288 A.D., the work was financed by a Roman patrician John, and his wife. They were childless, and so had decided to leave their fortune to the Blessed Virgin. She appeared to them in a dream, and to Pope Liberius, and told them to build a church in her honor on a site outlined by a miraculous snowfall, which occurred in August (traditionally in 358). Such a patch of snow was found on the summit of the Esquiline the following morning. The pope traced the outline of the church with his stick in the snow, and so the church was built.
    [Show full text]
  • Read Newsletter
    NL 193:Layout 1 04/02/2014 16:23 Page 1 THE FURNITURE HISTORY SOCIETY Newsletter No. 193 February 2014 NICHOLAS LE NORMAND’S FEATHERWORK As someone who has researched extensively the collections of Augustus the Strong, Dresden, and Meissen porcelain, Maureen Cassidy-Geiger approached the subject of the king’s feather bed hangings through her interest in the Japanisches Palais, in an article she published in Furniture History in 1998. I approach the hangings from a different angle, through my interest in early eighteenth-century toyshops in London and Bath — those precursors of today’s department stores that sold trinkets such as gold boxes, watches, seals, and much, much more. Bath. Sept 11, 1732 There is likewise here the ingenious Mr Le Normond, Maker of the admired Bed of Feathers, shew’d several Years since to their present Majesties, and afterwards sold to the King of Poland. He exposes now to View, at Mr Bertrand’s Toyshop, a Suit of Hangings and some Pictures, all done in Feathers, and which so surprisingly imitate Nature that they give general Satisfaction to all Connoisseurs and Lovers of Art.1 Two extraordinary feather panels signed by Le Normand have recently come to light (figs 1 and 2). They are in remarkable condition and admirably demonstrate Le Normand’s mastery of this unusual art form. One of these panels, depicting a monogram surrounded by a colourful garland of flowers is currently on display at The Harley Gallery in Notting - hamshire (Edward Harley: The Great Collector is at The Harley Gallery, Welbeck, until May 2014).2 1 London Evening Post, 12 September 1732, issue 747, and others.
    [Show full text]
  • The Chigi Palace in Ariccia Illustrated Guide
    The Chigi Palace in Ariccia Illustrated guide The Chigi Palace in Ariccia THE CHIGI PALACE IN ARICCIA Illustrated guide Photography Edited by City of Ariccia Mauro Aspri (Ariccia) Daniele Petrucci Arte Fotografica (Roma) Roberto Di Felice Mauro Coen (Roma) Francesco Petrucci Mayor Augusto Naldoni (Roma) Claudio Fortini Daniele Petrucci 1st Area Director Burial Ground of II Partic Legion (Empereor Septimius Severus) Francesco Petrucci Chigi’s Palace curator Noble Floor Princess Antonietta Green room Bedroom Fountains 17th c. Nun’s room Studio of Albani Service Prince Mario room room Sayn Park Avenue Chapel Wittgenstein Aviary (Cappella) Summer dining Bedroom hall (Camera Rosa) (Uccelliera) Ariosto room Gallery Red and yellow hall Master Hall Landscape Tr ucco room Borghese room Mario de’ Fiori Beauties gallery room room Ruins of Fountains S. Roch 17th c. Grotesque room Pharmacy Neviera Monument of Pandusa (Piazzale Mascherone) 1st c. Ground Floor Square of the mask Ancient Quarry Pump House Chapel Garden of the fallen Peschiera Large Square Room of Room of Room of the Chinese Arquebus Big Flocked Paper wallpaper Kitchen (Cucinone) Public gardens Monumental Bridge of Ariccia Chigi Palace 19th c. Gemini room Piazza di Corte Dog’s hall (Bernini, 1662-65) Leo Virgo Antechamber e Cancer room room room The Chigi Palace in Ariccia Piazza di Corte 14 -00072 Ariccia (Roma) ph. +39 069330053 - fax +39 069330988 - Red bedroom www.palazzochigiariccia.com - [email protected] Publisher Arti Grafiche Ariccia Ariccia - printed in october 2019 View of the Chigi Palace on the Piazza di Corte by Bernini. The Ducal Palace of Ariccia represents an unique example of Roman Baroque residence unaltered in its own context and original furnishings, documenting the splendour of one of the major Italian papal families, once owners of the Chigi Palace in Rome, nowadays seat of the Presidency of the Council of Ministries.
    [Show full text]
  • Papacy and Politics in Eighteenth-Century Rome Jeffrey Collins Frontmatter More Information
    Cambridge University Press 978-0-521-80943-6 — Papacy and Politics in Eighteenth-Century Rome Jeffrey Collins Frontmatter More Information PA PACY and POLITICS in eighteenth-century rome < Pius VI was the last great papal patron of the arts in the Renaissance and Baroque tradition. This book presents the first synthetic study of his artistic patronage and policies in an effort to understand how he used the arts strategically, as a means of countering the growing hostility to the old order and the supremacy of the papacy. Pius’s initiatives included the grand sacristy for St. Peter’s, the new Vatican Museum of ancient art, a lavish family palace, and the reerection of Egyptian obelisks. These projects, along with Pius’s use of prints, paintings, and performances, created his public persona and helped to anchor Rome’s place as the cultural capital of Europe. Jeffrey Collins is associate professor of art history at the University of Washington. A scholar of seventeenth- and eighteenth-century art, he is a fellow of the Amer- ican Academy in Rome and the recipient of Andrew W. Mellon and Fulbright fellowships. He has contributed to Journal of the Society of Architectural Historians, The Burlington Magazine, Eighteenth-Century Studies, Kunstchronik, and Ricerche di Storia dell’Arte. © in this web service Cambridge University Press www.cambridge.org Cambridge University Press 978-0-521-80943-6 — Papacy and Politics in Eighteenth-Century Rome Jeffrey Collins Frontmatter More Information © in this web service Cambridge University Press www.cambridge.org
    [Show full text]
  • CYCLOPEDIA of BIBLICAL, THEOLOGICAL and ECCLESIASTICAL LITERATURE V - Vulturius by James Strong & John Mcclintock
    THE AGES DIGITAL LIBRARY REFERENCE CYCLOPEDIA of BIBLICAL, THEOLOGICAL and ECCLESIASTICAL LITERATURE V - Vulturius by James Strong & John McClintock To the Students of the Words, Works and Ways of God: Welcome to the AGES Digital Library. We trust your experience with this and other volumes in the Library fulfills our motto and vision which is our commitment to you: MAKING THE WORDS OF THE WISE AVAILABLE TO ALL — INEXPENSIVELY. AGES Software Rio, WI USA Version 1.0 © 2000 2 V Vaill, William Fowler a Congregational minister, the son of Rev. Joseph and the father of the Rev. Thomas Scott Vaill, was born at Hadlyme, Conn., June 7, 1783. He was prepared for college by his father, and, mainly by his own exertions, supported himself at Yale College, where he graduated in 1806. He studied theology with Rev. Asahel Hooker, was licensed to preach in 1808, and for twelve years was pastor at North Guilford, Conn. In 1820 he was appointed by the United Foreign Missionary Society superintendent of a mission among the Osage Indians, then occupying the Arkansas country, where, amid trials and hardship, hope and fear, he labored fourteen years, or until the abandonment of the mission on account of the removal of the Indians farther west. He returned to New England, where he preached in various places, until he accepted a commission from the Home Missionary Society of Connecticut as missionary to Illinois. He at once went to Wethersfield, Ill., where he was pastor seven years, and where for twenty- seven years he made his headquarters for constant and faithful missionary toil.
    [Show full text]
  • Corrado Giaquinto's Critical Fortune
    03-Stefano Pierguidi:Maquetación 1 26/08/16 13:13 Página 255 ARCHIVO ESPAÑOL DE ARTE, LXXXIX, 355 JULIO-SEPTIEMBRE 2016, pp. 255-268 ISSN: 0004-0428, eISSN: 1988-8511 doi: 10.3989/aearte.2016.17 CORRADO GIAQUINTO’S CRITICAL FORTUNE IN ROME AND THE REASONS FOR HIS DEPARTURE FOR MADRID STEFANO PIERGUIDI Sapienza Università di Roma [email protected] Around 1751, Cochin pointed out that the best painters then in Rome were Masucci, Mancini, Battoni and “le chevalier Corado”. Cochin’s statement would seem to be one of the most meaningful indications of the artist’s fame. Modern criticism, however, tends not to distinguish between the nature of Giaquinto’s and Masucci, Mancini and Batoni’s success: while the latter three artists had definitively established themselves as history painters in oil and could work for international patrons without leaving Rome, Giaquinto never succeeded in asserting himself in that capacity and in this medium. Indeed, in his letter Cochin mistook Corrado for the more famous and well-known knight Sebastiano Conca. Being summoned to Madrid was certainly a great achievement for Giaquinto, but leaving Rome was somehow a forced choice because in the 25 years he had spent there since 1727, the painter had never achieved the success to which he aspired. Key words: Corrado Giaquinto; Giambattista Tiepolo; Francesco De Mura; Francesco Algarotti; Baroque painting; painting in Rome. LA FORTUNA CRÍTICA DE CORRADO GIAQUINTO EN ROMA Y LOS MOTIVOS DE SU PARTIDA POR MADRID Alrededor de 1751 Cochin indicaba a los que eran considerados los mejores pintores de Roma en la época: Masucci, Mancini, Battoni y “le chevalier Corado”.
    [Show full text]
  • ONE HUNDRED DRAWINGS and WATERCOLOURS Dating from the 16Th Century to the 21St Century
    S D R E U S R G O D L N D I N O N U W C A A H R R E E T D N A O W ONE HUNDRED DRAWINGS & WATERCOLOURS STEPHEN ONGPIN GUY PEPPIATT 2019-2020 GUY PEPPIATT FINE ART STEPHEN ONGPIN FINE ART ONE HUNDRED DRAWINGS AND WATERCOLOURS dating from the 16th Century to the 21st Century WINTER CATALOGUE 2019–2020 to be exhibited at Riverwide House 6 Mason’s Yard Duke Street, St. James’s London SW1Y 6BU Stephen Ongpin Fine Art Guy Peppiatt Fine Art Tel.+44 (0) 20 7930 8813 Tel.+44 (0) 20 7930 3839 or + 44 (0)7710 328 627 or +44 (0)7956 968 284 [email protected] [email protected] www.stephenongpin.com www.peppiattfineart.co.uk We are delighted to present the twelfth edition of our annual Winter catalogue of One Hundred Drawings and Watercolours. The catalogue presents a wide range of British and European drawings and watercolours, placed more or less in chronological order, dating from the late 16th century to the present day. Although the areas of Old Master drawings, early British drawings and watercolours and 19th and 20th Century drawings have long been regarded as disparate fields, part of the purpose of this annual catalogue is to blur the distinction between these collecting areas. The works we have selected for this catalogue will hopefully show that a fine drawing or watercolour – whatever the date and whoever the artist – is always worthy of note. As the enclosed price list shows, the prices of the drawings in this catalogue range from a few hundred pounds to around £15,000, with most of the works at the lower end of this range.
    [Show full text]