Antonio Cavallucci: Un Pittore Romano Fra Tradizione E Innovazione (*)
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©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte STEFFI ROTTGEN ANTONIO CAVALLUCCI: UN PITTORE ROMANO FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE (*) NTONIO CAVALLUCCI, rl nato a Sermoneta teristica di cui esamineremo più tardi le cause e nel 175I, occupa un posto eminente nella gli aspetti particolari. A cerchia dei pittori romani la cui attività si L'occhio moderno, sensibile al classicismo di esplica principalmente sotto il pontificato di Pio VI. stampo più rigoroso, riesce difficilmente a trovare Egli appartiene, infatti, a quella generazione, nata un interesse profondo o persino un piacere, nella intorno al 1750, che poteva già usufruire delle con pittura smaltata, tecnicamente perfetta del Caval quiste dei primi neoclassici, quali Batoni, Mengs lucci, con la sua dolcezza spesso piuttosto pene e Gavin Hamilton. Fra il 1786 . e il 1795, anno trante i anche se la stessa perfezione tecnica, unita della sua morte, egli fu uno dei pittori favoriti ad una certa sentimentalità, può offrire, nonostante del Papa e della Curia, ed ebbe una parte notevole il logoramento dei temi, lo stimolo a trarre dalla in tutte le più importanti commissioni artistiche, stretta materia pittorica un piacere quasi sensuale. date in appalto dallo Stato Pontificio: collaborò, Nella prospettiva della pittura europea del tardo infatti, all'aUestimento della chiesa di S. Andrea Settecento, il Cavallucci è senz'altro un fenomeno a Subiaco, e del Duomo di Spoleto i lavorò per periferico, che va però discusso, specialmente in Loreto, per la Cattedrale di Urbino, e la Sacrestia quanto è espressione delle tendenze artistiche in Nuova di S. Pietro, per nominare soltanto alcuni dicate dal Papato. Rimarrà compito di un altro degli incarichi ufficial1 più prestigiosi sui quali si saggio analizzare le cause e le forme della pittura concentrò l~ produzione artistica romana negli ulti religiosa del Cavallucci, descrivendone la genea mi due decenni del Settecento. Accanto a Cades, logia e le ripercussioni, per contribuire alla ste Unterberger e Marcello Leopardi, il Cavallucci è il sura, ancora incompleta, di una storia dell'arte protagonista più esemplare di una corrente artistica durante il pontificato di Papa Braschi. che, coi servizi resi alla politica ecclesiastica di Pio Per ora tratteremo gli inizi e il contesto sociale VI, spiega in buona parte la fondamentale tendenza della sua attività artistica e le sue prestazioni nel tradizionalista della sua produzione. campo della pittura profana e del ritratto. Com La limitazione geografica e di repertorio del suo mittenti e mecenati del Cavallucci furono l'aristo campo d'azione, aggiunta alla sua posizione storica crazia romana e la Curia. Fu decisiva, infatti, per e stilistica - fra la prima fase del neoclassicismo la sua carriera, la protezione di cui godé presso romano e il classicismo normativa di Canova e la famiglia Caetani, che gli aprì, grazie agli in Camuccini - hanno fatto sì che il Cavallucci trecci di parentele, la via fino al Papa. Ricostruendo rimanesse pressoché sconosciuto alla storia del le singole fasi della sua carriera e seguendo i rap l'arte più recente. Egli divide questo destino con porti fra i committenti, emergono le strutture ti non pochi dei suoi contemporanei romani. Solo piche del patronato artistico di Roma e dello gli studi degli ultimi anni hanno reso possibile Stato Pontificio. considerare l'attività artistica romana sotto Pio VI Nello stesso tempo in cui il Cavallucci è sotto come una fase stilistica autonoma, in sé omogenea la protezione della famiglia Caetani, che lo libera ed eccezionalmente feconda, e sotto la spinta di da tutte le preoccupazioni del vivere, la maggior questa scoperta è diventato indispensabile riflet parte dei pittori che lavorano a Roma dipende tere sull'opera dei rappresentanti più in vista di dalle commissioni che vengono appaltate o dalla tale periodo. Curia, o da sovrani stranieri, oppure da aristocra La vasta produzione del Cavallucci cade soprat tici europei di passaggio a Roma, specialmente tutto. fra il 1776 e il 1795 i copre dunque, senza inglesi, russi, polacchi e tedeschi. a> Ma, come ha constderare i suoi inizi di artista, un arco di appena dimostrato A. M. Clark nei suoi studi sulla situa vent'anni. n repertorio tematico comprende pale zione artistico-politica nella Roma di Pio VI, ~> d'altare, immagini di devozione, soggetti mitologici tali viaggiatori frequentavano gli ateliers di artisti e all~gorici a cui si aggiungono pochi ritratti. Pre come Pompeo Batoni e Angelica Kauffman che, dolllfn~no largamente gli argomenti religiosi, e ciò comunque, guadagnavano bene e godevano già C?StttUJ~ce - rispetto alla situazione artistica che della massima reputazione. Per quelli che erano st manifesta, nello stesso periodo, aU'esterno sia meno favoriti dalla fortuna e dal successo, fra i dello Stato Pontificio che dell'Italia - una carat- quali, ad esempio, Giuseppe Cades che visse per 193 ©Ministerolungo tempodei beni ein delle difficoltà, attività culturali 4> l'afflusso e del turismoa Roma -Bollettino di d'Arteperta, avvenuta in circostanze analoghe, del talento importanti personaggi stranieri portò un vantaggio di Andrea del Castagno), l'episodio illumina co soltanto relativo. Infatti, gli interessi dei forestieri munque in modo particolare la struttura sociale che volevano acquistare opere d'arte, si concen dell'epoca. li feudo non rappresentava solo una travano su pe:~;:~;i d'antichità oppure su quadri di riserva di beni materiali, ma procurava anche tutto maestri del Cinquecento e del Seicento, sicché un l'apparato di personale, indispensabile alla resi gran numero di artisti fini per dedicarsi al restauro, denza cittadina. Il signore, che scopriva le doti alla copia o anche alla falsifica:~:ione di tali opere. di un suo dipendente e le incoraggiava attraverso È vero che esisteva anche un mecenatismo stra il tirocinio a Roma, si assumeva nello stesso tempo niero, ma ne godevano quasi esclusivamente i pen anche la responsabilità del sicuro sostentamento sionanti, inviati a Roma per completarvi gli studi materiale della persona che cosi favoriva. Nei rap dalle diverse accademie estere (Parigi, Madrid, porti fra i Caetani e il Cavallucci, il mecenatismo, Lisbona, Dresda, Vienna, Copenaghen, Berlino nato dai forti interessi artistici della famiglia, si ecc.). Tale mecenatismo si valse della collabora univa spontaneamente all'impegno di occuparsi, zione di numerosi agenti ed artisti (basti ricordare come padroni, dei propri sottoposti feudali, e alla i nomi del Consigliere Reiffenstein e di Anton possibilità di servirsi di loro. von Maron) i quali, mentre esercitavano una severa Il Cavallucci, che doveva essere grato a tale funzione di controllo e di smistamento degli artisti dipendenza non solo per la propria sicurezza di stranieri, erano nel contempo coinvolti nel com vita, ma anche per quella dei suoi familiari a mercio antiquario, s> venendo così a contatto con Sermoneta, 8> accettò queste condizioni per tutta il mondo artistico romano. Qui non possiamo trat la sua esistenza. Anzi, il tono di vita che ne trasse tare più da vicino la complessa struttura sociale - egli rimase sempre in Palaz:~:o Caetani a Santa e la situazione economica del gruppo artistico ro Maria Maggiore - sembra che fosse molto con mano nei due decenni prima della rivoluzione fran geniale alla sua indole riflessiva e calma, e parti cese; 6) i fatti accennati vogliono solo mettere in colarmente propizio al suo talento. Comunque sia, evidenza la particolare e quasi anacronistica posi dai cenni che troviamo nelle due biografie, scritte zione del Cavallucci. Le sue condi2;ioni di vita si da Vinci e De Rossi dopo la sua morte, 9) risulta . differenziano soltanto di poco da biografie di pit che il calmo e regolare stile di vita di questo pit tori del tardo XVI e XVII secolo, il cui campo tore, caratterizzato inoltre da un appartarsi quasi d'azione era spesso legato al mecenatismo di una monacale e da una accentuata religiosità, consentiva sola famiglia aristocratica. 1> lo sviluppo ottimale della sua personalità artistica. Le possibilità finanziarie non eccessivamente ab Nel 1765, tredicenne, il Cavallucci arrivò a bondanti della famiglia Caetani consentivano, tut Roma, dove inizialmente visse presso lo zio Ber tavia, di dare al pittore una base economica sicura nardo, anche lui a servizio dei Caetani, e dove e una sufficiente sfera di attività, anche se non in apprese i primi elementi del disegno presso ii già quella proporzione che gli avrebbe permesso di anziano Stefano Po z:~:i, rol allievo di Andrea Pro soddisfare ambizioni sociali ed economiche più caccini e di Agostino Masucci. Dal momento che elevate. Tali ambizioni erano, comunque, estranee era un vero principiante, il triennio di apprendi al Cavallucci, a differenza per esempio del Mengs, stato può avergli fornito soltanto le prime espe collezionista insaziabile che condusse una vita lus rienze del futuro mestiere, delle quali comunque suosa, o del Batoni che accumulava con assiduità non abbiamo alcuna documentazione. Sicuramente capitali, oppure ancora di Angelica Kauffmann che però questi tre anni contribuirono in modo deci amava aprire il suo salotto ad una dotta e scelta sivo a dare un'impronta all'orientamento e ai con società. tenuti della sua arte. li repertorio del Cavallucci, il livello del suo stile e, infine, il modo stesso di La formazione artistica e i primi lavori. condurre la sua professione, rimasero sempre sul piano della scuola romana1 radicata