Comitato Di Liberazione Dell'istria

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Comitato Di Liberazione Dell'istria Comitato di Liberazione dell’Istria 1946 – 1967 Inventario a cura di Cooperativa degli archivisti paleografi 2014 1 Produttore: Comitato di Liberazione dell’Istria Detentore: Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata Estremi cronologici: 1946 – 1967 Consistenza: 232 unità archivistiche per la serie Atti e corrispondenza; 930 fascicoli condizionati in 9 faldoni per la serie Dichiarazioni Giurate; CENNI STORICI CNL è la sigla comunemente usata per identificare il Comitato di Liberazione Nazionale, nome assunto in Italia dagli organismi politici unitari, che si proposero di assicurare la collaborazione di tutte le forze antifasciste a diffusione nazionale per guidarle contro il nazifascismo. I CLN svolsero la loro azione a partire dall’8 settembre 1943; essi furono organizzati a vari livelli (regione, provincia, comune). La situazione in terra istriana però fu decisamente diversa rispetto al resto del territorio italiano: qui non si trattava di combattere solo per allontanare lo spettro del fascismo ma anche di salvaguardare l’italianità dell’Istria e della Dalmazia. Infatti i gruppi partigiani jugoslavi, che operavano al confine orientale già dal 1942, erano formati soprattutto da popolazione slovena e croata alla quale interessava che i territori istriani divenissero, a tutti gli effetti, territori jugoslavi. Tale stato di cose portò molti istriani di lingua italiana a lasciare le proprie case e i propri beni per rifugiarsi a Trieste. Ebbe così inizio l’esodo di migliaia di persone.A aiutare organizzativamente la gente che arrivava nel capoluogo giuliano, già dall’estate del 1945, operavano i Gruppi Esuli Istriani (GEI). Il compito della macchina organizzativa per i rifugiati venne poi affidata al CNL istriano, sorto, come abbiamo detto più sopra, decisamente più tardi rispetto ai CNL del territorio italiano, data di costituzione 11 gennaio 1946. Sostanzialmente quindi il CNL istriano ebbe affidati due compiti fondamentali e specifici: da una parte seguire l’evoluzione politica dei rapporti tra le potenze alleate e l’Italia per cercare di risolvere il problema delle terre istriane, nel vivo desiderio di riuscire a mantenerle sotto l’Italia, dall’altro quello di gestire fattivamente l’arrivo degli esuli, aiutandoli in ogni modo (rilascio di documenti, sistemazione abitativa, aiuti alimentari, ecc.) . Si trattava poi di vigilare su eventuali abusi di chi si dichiarava profugo ma non lo era. Ecco i requisiti necessari per essere dichiarato “profugo” tratti da un atto del 15 marzo 1950: Sono da considerarsi “profughi” le persone che, residenti nei territori ceduti o della zona B del TLT alla data del 10/6/1940 siano stati costretti ad allontanarsi da quei territori dopo l’8 settembre 1943 per motivi di carattere bellico o politico e non possano farvi ritorno. Proprio per questo secondo impegno il CNL istriano venne sciolto solo nel 1967, anche in questo caso, per le sue specifiche peculiarità, molto più tardi rispetto al resto d’Italia. Infatti l’esodo, 2 iniziato poco prima della fine della guerra, si protrasse ancora per molti anni. Tra la popolazione istriana vi era sempre la speranza che le cose si sistemassero, che la convivenza con le popolazioni slave potesse divenire pacifica sotto tutti i punti di vista. Spesso invece atti di ritorsione, di sopraffazione o comunque di pura cattiveria, spinsero molti a lasciare la loro terra anche negli anni successivi. L’ARCHIVIO L’archivio del CNL istriano è costituito di tre serie principali: 1) La parte che conserva gli atti di segreteria (domande varie per assistenza, lettere informative, trasmissioni dati anagrafici, corrispondenza con associazioni assistenziali). 2) La serie delle dichiarazioni giurate formata da xxx faldoni contenenti un totale di 909 fascicoli. In questa serie sono conservate, normalmente in più copie, le dichiarazioni rilasciate da persone esuli dall’Istria. 3) La raccolta di circa 45.000 schede riportanti tutti i dati identificativi di ogni singola persona che, allontanandosi dall’Istria, ha richiesto il riconoscimento del suo stato di profugo. Per queste schede è stato predisposto un database specifico riportante tutti i dati presenti sul materiale cartaceo e, al momento, sono stati inseriti i dati riguardanti circa 16.500 schede, ma il lavoro di inserimento continua. Trattandosi di tipologie di materiale diverse, ogni serie è stata inventariata separatamente e ad ognuna è stata allegata una scheda introduttiva che specifica contenuti e metodologia del riordino ed inventariazione. 3 INTRODUZIONE SERIE ATTI E CORRISPONDENZA La parte dell’archivio del CNL dell’Istria che conserva la corrispondenza ed il carteggio, per alcune pratiche più specifiche, consta di 232 pezzi tra faldoni e registri. L’inventario è stato suddiviso in più parti cercando così di evidenziare le varie tipologie di documentazione di cui quest’archivio è formato. La maggior parte degli atti di corrispondenza è suddivisa cronologicamente per anno, all’interno del quale vi è un ulteriore suddivisione mese per mese. Quest’assetto risulterebbe essere quello dato all’origine. Le carte riportano quello che presumibilmente deve essere stato il numero di protocollo, solo raramente vi è un timbro di protocollo con indicazione di numero e data di arrivo. In linea generale i fascicoli quindi risultano essere riordinati cronologicamente e secondo il numero progressivo di protocollo, pur con varie lacune. Però non sono rari i casi in cui, vuoi per similarità di materia, vuoi per motivi oggi difficilmente comprensibili, alcune carte si trovano pinzate assieme se pur con un unico atto con data riferibile al mese del fascicolo. In alcuni casi , per esempio per l’attestazione rilasciata annualmente ad un membro del Comitato comunale di Fianona-Valdarsa in cui si dichiara che tale persona facesse spesso viaggi per disbrigo pratiche per conto di profughi, più veline sono raccolte insieme pur riferendosi ad anni diversi. In linea generale si tratta sempre di minute di lettere o comunicazioni scritte dal CNL: richieste di certificati penali inviate al Ministero di Grazia e Giustizia – casellario giudiziale centrale, dichiarazioni di qualità morali per ottenere un posto di lavoro o l’iscrizione al registro della popolazione stabile del Comune di Trieste. Vi è la corrispondenza per facilitare l’ottenimento di sussidi, le richieste di ricoveri ospedalieri o visite mediche nonché certificazioni attestanti la qualifica di profugo ecc. Purtroppo, al momento e nonostante minuziose ricerche , i protocolli riportanti gli estremi di tutte queste carte non sono stati reperiti. Sono stati trovati invece solo tre registri protocollo, dal 1946 al 1951, ma non risultano essere legati a questi documenti, forse erano stilati per uffici o documentazione particolare. Questa lacuna inficia non poco la possibilità di effettuare sistematiche ricerche in questa parte dell’archivio in quanto non vi è alcun altro registro, quaderno o rubrica che possa supportare la consultazione. Il ritrovamento di un atto potrebbe avvenire solo casualmente, sfogliando ogni singolo foglio. Da qui anche la decisione di non prendere l’iniziativa di ribaltare una situazione di fatto; infatti, non potendo disporre dei protocolli a supporto di un capillare riordino, qualsiasi spostamento o suddivisione diversa da quella già in essere risulterebbe una scelta soggettiva. Anche un’ipotetica suddivisione per materia (contenuto di ogni singola missiva) sarebbe impossibile, non solo per il numero di carte da suddividere, ma anche per la scelta delle priorità da segnalare: ogni atto può venir letto seguendo interessi diversi. Comunque dal riordino di questi atti risulta evidente che il culmine dell’attività del CNL si è avuta negli anni tra il 1949 e il 1952 quando gli atti prodotti si aggirano tra i 10.000 e i 13.000 pezzi, mentre negli anni 4 seguenti il numero degli atti scende gradualmente a poco più di 6000, per giungere, nei primi anni ’60, a meno di 2.000 – 3000 registrazioni. In uno dei tre protocolli presenti, più precisamente in quello degli anni 1949 – 1951 era inserito un foglio riportante un titolario, segno che vi erano le buone intenzioni di creare un archivio ordinato e ben organizzato ma sembra proprio che questo sistema di archiviazione non sia mai stato applicato. In questo titolario era prevista una suddivisione in tre parti con ulteriore suddivisione in fascicoli: I Segreteria II Assistenza III Amministrazione Il carteggio che segue in inventario è suddiviso tenendo conto di particolari tipologie e argomenti : domande di assistenza, assistenza alloggiativa, domande per riconoscimento dello stato di profugo, opzioni cittadinanza, trasporto masserizie, sussidi mense, attività sportiva ecc. L’ultima parte è dedicata alla serie contabile con resoconti, reversali e mandati, tutto riordinato anno per anno. Come risulta evidente anche dall’inventario la contabilità annuale, dal 1948, è suddivisa in due parti. La spiegazione di ciò è supportata da quanto riportato in un atto del luglio 1948, contenuto nel faldone 193, che conserva estratti e copie di libri cassa e rendiconti contabili in cui risulta molto evidente che fino a quell’anno la contabilità era unica sia per i contributi dati ai soggetti ancora abitanti in Istria (clandestini) sia per i profughi giunti o transitati per Trieste. Dalla metà del 1948 la contabilità viene nettamente distinta tra: a) Assistenza agli esuli con finanziamento da parte del Comitato Assistenza Esuli Giuliani e Dalmati di Trieste, al quale vengono forniti regolarmente i rendiconti. b) Assistenza
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