Archivio Marija Bernetič

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Archivio Marija Bernetič ISTITUTO LIVIO SARANZ - TRIESTE ARCHIVIO MARIJA BERNETIČ INVENTARIO a cura di Anna Peschier - Alessandro Volk 2006-2007 SCHEDA ISAD G AREA DELL’IDENTIFICAZIONE DENOMINAZIONE O TITOLO Fondo Bernetič DATE 1943 – 1993 LIVELLO DESCRIZIONE Scheda Fondo CONSISTENZA 5 m.l. di documentazione (36 faldoni) AREA DELLE INFORMAZIONI SUL CONTESTO DENOMINAZIONE DEL PRODUTTORE Bernetič, Marija – Marina (Bernetti Maria) STORIA ISTITUZIONALE / NOTA BIOGRAFICA Nata a Trieste nel rione di San Giacomo il 14 marzo 1902 da una famiglia operaia slovena, MB partecipò giovanissima nel periodo immediatamente precedente alla prima guerra mondiale alle manifestazioni contro la guerra e nel 1918 prese parte agli scioperi e alle manifestazioni che chiedevano pane e pace. A partire dal 1919 fu attiva nelle lotte contro il montante movimento fascista. Nel 1921 aderì al Partito Comunista d'Italia (PCI), in cui le furono affidati compiti di collegamento. Dopo la soppressione degli organi del partito "Il Lavoratore" e "Delo" si dedicò alla stampa e diffusione di volantini e giornali ciclostilati. Durante il fascismo il cognome le venne italianizzato d'ufficio in Bernetti. Assunto il nome di battaglia di Tatjana svolse attività politica per conto del partito tra le donne e la gioventù. Venne arrestata una prima volta nel 1927 e condannata a due anni di carcere e a due anni di vigilanza speciale "per l'organizzazione di un movimento clandestino e propaganda antifascista". Scontata la pena continuò l'attività di partito e venne arrestata nuovamente nel dicembre 1931. Processata nel 1932 dinnanzi al Tribunale speciale per la difesa dello stato venne assolta, ma le venne comminata l'ammonizione per la durata di due anni (una serie di divieti a incontrare persone e a svolgere attività che era l'anticamera del confino). Nel novembre del 1932 entrò a far parte del comitato federale triestino del PCI. Ricercata dall'OVRA nel 1933 si rifugiò in Francia, dove svolse attività politica, in particolare tra le emigrate italiane, con lo pseudonimo di Anna Ferri. Nel 1936 collaborò con Maria Sereni alla redazione del giornale "Noi Donne" e rappresentò le donne italiane alla conferenza internazionale per la pace a Bruxelles (il suo intervento venne pubblicato da "Noi Donne"). In questo stesso periodo fece anche parte I dell'Unione per l'aiuto ai combattenti e ai bambini di Spagna. Nel 1937 il partito le affidò l'incarico di riannodare i fili dell'organizzazione in Italia e per due anni fece la spola, illegalmente, tra Francia e Italia. Venne arrestata a Genova nel 1939 e torturata per oltre un mese nelle celle della questura. Nel 1940 venne condannata dal Tribunale speciale per la difesa dello stato a 16 anni di carcere, che scontò nel carcere di Perugia. Dopo la caduta del regime fascista venne liberata e ritornò a Trieste nel settembre del 1943. Assunse la direzione del lavoro clandestino del partito in uno dei settori cittadini assumendo il nome di battaglia di Marina. Venne arrestata nel novembre dello stesso anno e torturata alla sede dell'Ispettorato speciale di pubblica sicurezza di Via Bellosguardo dagli uomini dell'ispettore Gaetano Collotti. Venne liberata con uno stratagemma e ritornò all'attività clandestina quale membro del comitato federale triestino del PCI. Ricercata dalle SS, nel maggio del 1944 raggiunse le unità partigiane, dove si occupò dell'istruzione politica dei combattenti del battaglione "Alma Vivoda" e della Brigata Triestina. In seguito venne inviata nell'interno della Slovenia presso le unità partigiane italiane in formazione. Divenne responsabile per le unità partigiane italiane presso il Quartier Generale delle formazioni partigiane della Slovenia. Fu tra i fondatori della Brigata partigiana Fratelli Fontanot, formata il 17 novembre 1944. Per la sua attività partigiana la Commissione regionale Triveneta del CLNAI le riconobbe il grado di tenente. Il 1 maggio 1945 fece ritorno in Trieste liberata dove entrò a far parte del Comitato cittadino del neonato PC della Regione Giulia (PCRG). Partecipò alla fondazione dell'Unione delle donne antifasciste italiane e slave (UDAIS), di cui fu anche dirigente. In tale veste partecipò al Congresso internazionale delle donne di Praga del 1946 e ai congresso dell'Unione internazionale delle donne del 1948 a Budapest e del 1949 a Mosca, con interventi sulla situazione delle donne del Territorio di Trieste amministrato dagli anglo- americani. Dal 1946 al 1947 fu anche membro del Consiglio di liberazione nazionale provinciale per il Litorale (Pokrajinski narodno osvobodilni odbor za Primorsko - il parlamento per la regione del Litorale) con sede ad Ajdovšcina (Aidussina). Alla nascita nel 1947 del PC del Territorio libero di Trieste (PCTLT), MB entrò a far parte del suo comitato centrale in cui si occupava in particolare della questioni della minoranza slovena. Sulla questione scrisse numerosi articoli pubblicati ne "Il Lavoratore" e nel "Delo" ed il saggio "Le lotte degli sloveni e dei croati contro l'oppressione fascista", pubblicato nell'Almanacco Triestino per il 1955. Nel 1948, alla rottura dei rapporti tra Tito e Stalin, si schierò con la maggioranza del PCTLT per le tesi di Stalin. Secondo alcune fonti sarebbe stata tra i dirigenti delle attività clandestine del partito contro la Jugoslavia. Dopo il ritorno nel 1954 di Trieste e della Zona A del TLT all'amministrazione italiana, il PCTLT divenne Federazione autonoma triestina del PCI e MB entrò a far parte della sua direzione. Dal 1956 fece inoltre parte della Commissione centrale di controllo del PCI. Venne eletta al consiglio comunale di Trieste nel 1955 e successivamente rieletta fino al 1964. Nel 1963 venne eletta - prima rappresentante slovena del dopoguerra - alla Camera dei Deputati, rinunciando poi a ricandidarsi nel 1967. Dal 1963 fece anche parte del Comitato regionale Friuli - Venezia Giulia del PCI e divenne direttore responsabile dell'organo in lingua slovena del partito "Delo". Fu autrice di numerosi articoli per il "Delo" e l'altro organo triestino del PCI, "Il Lavoratore". Fece inoltre parte delle direzioni provinciali e dei consigli nazionali dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (ANPI) e dell'Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (ANPPIA). Nel 1981 (21 maggio - 24 settembre), la stazione radiofonica slovena della RAI di Trieste, Radio Trst A, nell'ambito della sua trasmissione "Cetrtkova srecanja" (Gli incontri del giovedì), mise in onda una serie di testimonianze dalla sua vita. Nel 1991, allo scioglimento del PCI, MB aderì al Partito Democratico di Sinistra (PDS). Nello stesso anno le venne conferita per la sua attività partigiana la Croce di guerra al merito della Repubblica italiana. MB è morta a Trieste il 1 marzo 1993. II STORIA ARCHIVISTICA Si tratta dell'archivio personale dell' on. Marija Bernetic - "Marina", da lei raccolto nel corso della sua militanza politica e nello svolgimento dei suoi ruoli all'interno del Partito Comunista Italiano, ANPI, commissioni e organizzazioni varie, Parlamento. Il materiale è arrivato all'Istituto privo di strumenti di ricerca e di corredo coevi. Dopo l'acquisizione da parte dell'Istituto è stata effettuata una prima analisi dei contenuti. E' stata scorporata la maggior parte dei materiali a stampa (libri e periodici), successivamente catalogati e inseriti nella Biblioteca, per la parte in lingua slovena, ancora da catalogare. Il resto è stato riposizionato negli scatoloni, riaperti nel 2003 e successivamente suddiviso in "voci" e collocato in 27 faldoni. Il riordino definitivo è stato effettuato tra il 2006 e il 2007 ad opera, inizialmente di Nicoletta Guidi e Alessandro Volk e successivamente portato a termine da Anna Peschier e Alessandro Volk ; il materiale è stato schedato, con la contestuale creazione di un inventario analitico informatico su base Access e condizionato in nuovi fascicoli e 27 faldoni. Lo stesso è stato fatto anche con ulteriori 10 faldoni circa di materiale individuati successivamente come appartenenti al fondo, portando il totale dei faldoni del fondo riordinato a 36. MODALITA’ DI ACQUISIZIONE I materiali sono arrivati in scatoloni di cartone alla morte dell'on. Bernetič. AREA DELLE INFORMAZIONI SUL CONTENUTO E SULLA STRUTTURA AMBITI E CONTENUTI Il Fondo copre un arco cronologico dal 1943 al 1993 con prevalenza degli anni '50 -'70. Il materiale si presenta prevalentemente in lingua italiana e/o slovena, con singoli pezzi in lingua serbo/croata, inglese, francese, tedesca, ceca, russa e turca. La valenza storica del fondo è costituita in particolar modo dalla presenza di copioso materiale manoscritto da MB, sia in forma di annotazioni e appunti, di bozze di testi nonché di quaderni di tipo diaristico. Si segnala la presenza di fotografie di MB. Una parte della documentazione è prodotta da altri soggetti e il senso della sua presenza all'interno del Fondo non è molto chiaro. Molti documenti sono inoltre privi di datazione. Il materiale riguarda in gran parte la realtà locale, in particolare quella della minoranza slovena nel Friuli-Venezia Giulia; riguarda altresì questioni nazionali, Jugoslave e del movimento comunista internazionale. I documenti sono stati raccolti da Marija Bernetic in relazione alla sua attività personale e politica, in cartelline titolate manoscritte. Marija Bernetic ha speso tutta la sua vita nell'attività politica nelle file del PCI, in cui ha ricoperto vari incarichi e svolto varie attività, spesso contemporaneamente. Il fondo è così nato più come "strumento di lavoro" per l'attività complessiva nel e per il
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