Breve Storia Della Repubblica Italiana
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Breve Storia della Repubblica Italiana A cura dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco 2 Giugno 2005 Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo del Consigliere Regionale Onorevole Sebastiano Sorrentino 1 Nascita della Repubblica Italiana Il 2 giugno 1946, dopo venti anni di fascismo e cinque anni di guerra, gli italiani votano il referendum per decidere tra Repubblica e Monarchia. Il 54,3% degli elettori sceglie la Repubblica decretando, con un margine di 2 milioni di voti, la fine della Monarchia e l’esilio dei Savoia. Viene eletta anche l’Assemblea Costituente, con il compito di scrivere la nuova carta costituzionale, frutto dei valori della Resistenza e dell'antifascismo. Nel frattempo riprende la dialettica tra le forze politiche, con la netta contrapposizione tra i partiti di sinistra e quelli cattolici e liberali, in linea con quanto accade a livello internazionale. Il 27 dicembre 1947 l’Assemblea Costituente approva la nuova Costituzione repubblicana, frutto dell’incontro tra la cultura della sinistra, il pensiero cattolico popolare e la tradizione liberaldemocratica. La nuova Carta Costituzionale entra in vigore il 1 gennaio del 1948. Finita la guerra, dunque, l’Italia si incammina verso la ricostruzione, che è sia materiale – città, case, impianti industriali e infrastrutture stradali e ferroviarie distrutte dai combattimenti e dai bombardamenti aerei – sia istituzionale, dopo gli anni del regime fascista. l’Italia ,stanca di guerra e di odio, vuole pace, sviluppo e benessere per tutti. De Gasperi , fino al 1953, guida il governo costituito, oltre che dai democristiani, dai socialdemocratici (PSLI, poi PSDI) di Saragat, dai liberali di Luigi Einaudi e Gaetano Martino (PLI) e dai repubblicani di Randolfo Pacciardi (PRI), attuando una politica di risanamento e di sviluppo che, pur dando ottimi e lusinghieri risultati, vede escluse le masse operaie e lavoratrici su cui si riversano massimamente i costi della già citata politica economica e sociale. Successivamente, negli anni del centrismo, l'Italia vive il periodo del cosiddetto "miracolo economico". Nella prima fase del centrosinistra, vengono realizzate molte riforme e si avvia un graduale coinvolgimento del Pci nel governo del Paese, che sbocca nella politica del compromesso storico e nella comune lotta alle Brigate Rosse. Seguono gli anni del pentapartito, in cui si fa luce la stella di Craxi ma si registra anche una progressiva degenerazione della politica. Nell'89 il crollo del comunismo nel mondo e nel '92-'93 l'inchiesta "Mani Pulite" e i referendum elettorali segnano la fine di un'era e di una classe dirigente, con la comparsa sulla scena di nuovi partiti e di un nuovo sistema elettorale, basato sulle coalizioni. Dal 1993 ad oggi è storia dei nostri giorni. Il Tricolore della Repubblica Repubblica Cispadana Repubblica Italiana 1796-1797 2 giugno 1946 2 Storia del Tricolore della Repubblica Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta "che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti". Ma perché proprio questi tre colori? Nell'Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni,chiaramente ispirate al modello francese del 1790. E anche i reparti militari "italiani", costituiti all'epoca per affiancare l'esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Il Risorgimento fine XVIII – fine XIX Durante questo periodo (circa 100 anni) l’Italia giunge all’unificazione e all’indipendenza nazionale costituendosi in monarchia. Giuseppe Garibaldi 3 Il Regno D’Italia: Cento anni dei Savoia 1831-1931 Da Carlo Alberto (1831) a Vittorio Emanuele III, terzo re d'Italia (1900-1946), nato l'11 novembre 1868 a Napoli, morto nel 1947 ad Alessandria d'Egitto Il Fascismo 1922-43 Mussolini e la marcia su Roma 1922 4 I simboli della Resistenza 1943-45 Manifesto della Resistenza 5 I Partigiani La Repubblica 2 Giugno 1946 – L’Emblema L'autore dell'emblema Paolo Paschetto, di famiglia valdese, nacque il 12 febbraio 1885 a Torre Pellice, in provincia di Torino, dove è morto il 9 marzo 1963. Professore di ornato all'Istituto di Belle Arti di Roma dal 1914 al 1948, fu artista polivalente, passando dalla xilografia alla grafica, dall'olio all'affresco, dalla pittura religiosa al paesaggio. Fu autore, tra l'altro, di numerosi francobolli, compresa "la rondine" della prima emissione italiana di posta aerea. Storia dell’Emblema della Repubblica Assemblea Costituente 6 I Padri della Costituzione Repubblicanalla Repubblica Bobbio, Calamandrei, Croce, De Gasperi, Einaudi, Foa, Galante Garrone, Gronchi, Iotti, La Malfa, Nenni, Parri, Pertini, Saragat, Terracini, Togliatti, Valiani CRONOLOGIA DELLA STORIA DELLA REPUBBLICA (1943-1993) 25 luglio 1943. Il Gran Consiglio del fascismo mette in minoranza Mussolini. Il re lo fa arrestare. 25 luglio 1943 - 22 aprile 1944. Governo Badoglio (I). 8 settembre 1943. Badoglio annuncia la firma dell’armistizio con gli Alleati. Il re, il governo e i vertici militari lasciano Roma e fuggono a Brindisi. L’Esercito, lasciato senza ordini precisi, si dissolve. I tedeschi occupano gran parte della penisola. 9 settembre 1943. Gli Alleati sbarcano a Salerno. A Roma, nei palazzi del Vaticano, i partiti antifascisti (DC, Pd’A, PDL, PSIUP, PCd’I) danno vita al Comitato di Liberazione Nazionale. Marzo 1944. Svolta di Salerno: Togliatti, giunto a Napoli dall’URSS, propone di rinviare il problema istituzionale al dopoguerra e di far partecipare tutti i partiti del CLN al governo Badoglio; al momento della liberazione della capitale il re cederà tutti i poteri ad una luogotenenza affidata al figlio Umberto (proposta di De Nicola). 22 aprile 1944 - 15 giugno 1944. Governo Badoglio (II). 4 giugno 1944. Gli alleati liberano Roma. Il 5 giugno il capo del Governo, Badoglio, si dimette ma riottiene l’incarico dal luogotenente. Il CLN protesta, sia perché la scelta è stata effettuata dal luogotenente, sia perché il maresciallo è troppo compromesso col passato regime, e ottiene la nomina del proprio presidente, il demolaburista Bonomi, con l’assenso americano e l’opposizione inglese (questo episodio segna il declino dell’influenza britannica sull’Italia, sostituita da quella americana). 18 giugno 1944 - 12 dicembre 1944. Governo Bonomi (I) (PLI, DC, Pd’A, PDL, PSIUP, PCd’I). Cade sul tema dell’epurazione dei fascisti poiché la sinistra propende per metodi e criteri radicali, mentre i moderati di centro-destra auspicano interventi che colpiscano solo gli esponenti delle alte gerarchie del passato regime. Altra spinosa questione è quella del ruolo politico da attribuire al CLN in futuro. 12 dicembre 1944 - 19 giugno 1945. Governo Bonomi (II) (PLI, DC, PDL, PCI). Il nuovo incarico gli viene affidato dal luogotenente; socialisti e azionisti non accettano questo ritorno delle prerogative regie e decidono di non aderire alla coalizione di governo. Nei mesi in cui l’esecutivo resta in carica il problema del peso politico del CLN viene accantonato, mentre sul tema dell’epurazione prevale la linea dei moderati. Cade sotto la spinta del cosiddetto vento del nord, cioè l’entrata sulla scena politica delle forze settentrionali, dopo la progressiva liberazione della penisola da parte degli Alleati. 7 20 giugno 1945 - 24 novembre 1945. Governo Parri (PLI, DC, Pd’A, PDL, PSIUP, PCd’I). 25 settembre 1945. Si svolge la prima seduta della Consulta. 7 novembre 1945. Elezioni amministrative. 10 dicembre 1945 - 1 luglio 1946. Governo De Gasperi (I) (PLI, DC, Pd’A, PDL, PSIUP, PCd’I). 2 giugno 1946. Referendum istituzionale (repubblica 54,3% - monarchia 45,7%). Elezioni per l’Assemblea Costituente (DC 35,2% - PSIUP 20,7% - PCI 20,6% - UDN 6,5% - UQ 5,3% - PRI 4,3% - Blocco naz. Delle libertà 2,5% - Pd’A 1,1% ...) 28 giugno 1946. Enrico De Nicola eletto Presidente provvisorio della Repubblica. 13 luglio 1946 - 20 gennaio 1947. Governo De Gasperi (II) (DC, PRI, PSI, PCI). 9 gennaio 1947. Scissione di palazzo Barberini: Saragat esce dal PSIUP di Nenni e fonda il PSLI (poi PSDI). 2 febbraio 1947 - 13 maggio 1947. Governo De Gasperi (III) (DC, PCI, PSI). 13 maggio 1947. De Gasperi si dimette. 32 maggio 1947 - 12 maggio 1948. Governo De Gasperi (IV) (PLI, DC; in dicembre, con un rimpasto, entrano PRI e PSLI). 22 dicembre 1947. L’Assemblea Costituente approva la costituzione a larghissima maggioranza. 1 gennaio 1948. Entra in vigore la Costituzione 18 aprile 1948. Elezioni Camera dei Deputati (DC 48,5% - Fronte Popolare (PSI, PCI) 31% - PSLI 7,1% - PLI 3,8% - Mon 2,8% - PRI 2,5% - MSI 2,8%) Elezioni Senato della Repubbl. (DC 48,1% - Fronte popolare (PSI, PCI) 30,8% - PLI 5,4% - PSLI 4,2% - PRI 2,6% - Mon 1,8% - MSI 0,7%) 11 maggio 1948. Luigi Einaudi eletto Presidente della Repubblica. 23 maggio 1948 - 12 gennaio 1950. Governo De Gasperi (V) (PLI, DC, PRI, PSLI) 14 luglio 1948. Attentato a Palmiro Togliatti. 27 gennaio 1950 - 16 luglio 1951. Governo De Gasperi (VI) (DC, PSLI, PRI). 26 luglio 1950 - 29 giugno 1953. Governo De Gasperi (VII) (DC, PRI). 7 giugno 1953. Elezioni Camera dei Deputati (DC 40,1% - PCI 22,6% - PSI 12,7% - Mon 6,9% - MSI 5,8% - PSDI 4,5% - PLI 3% - PRI 1,6 ...). Elezioni Senato della Repubb.