Arme E Imprese Viscontee Sforzesche Ms. Trivulziano N. 1390 (2A Parte)
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Arme e imprese viscontee sforzesche Ms. Trivulziano n. 1390 (2a parte) Autor(en): Maspoli, Carlo Objekttyp: Article Zeitschrift: Archives héraldiques suisses = Schweizer Archiv für Heraldik = Archivio araldico svizzero : Archivum heraldicum Band (Jahr): 111 (1997) Heft 1 PDF erstellt am: 05.10.2021 Persistenter Link: http://doi.org/10.5169/seals-745770 Nutzungsbedingungen Die ETH-Bibliothek ist Anbieterin der digitalisierten Zeitschriften. Sie besitzt keine Urheberrechte an den Inhalten der Zeitschriften. Die Rechte liegen in der Regel bei den Herausgebern. Die auf der Plattform e-periodica veröffentlichten Dokumente stehen für nicht-kommerzielle Zwecke in Lehre und Forschung sowie für die private Nutzung frei zur Verfügung. Einzelne Dateien oder Ausdrucke aus diesem Angebot können zusammen mit diesen Nutzungsbedingungen und den korrekten Herkunftsbezeichnungen weitergegeben werden. 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(Filippo Maria Visconti corne conte di Elmo posto di profilo d'argento, finito Pavia) d'oro. Cappuccio frastagliato d'azzurro, punteg- giato d'oro, trattenuto sull'elmo da una corona ducale rialzata di tre fîoroni visibili d'oro, ornata con pietre preziose rosse e verdi. Cimiero la vipera nascente d'azzurro, fre- giata d'oro, rialzata sul dorso da una cresta di scaglie acuminate del medesimo, illuminata e dentata d'argento, le fauci spa- lancate e ingollanti un saraceno ignudo di rosso, implorante con le mani giunte. La vipera è finita da una corona innalzata di tre fioroni visibili d'oro. A sinistra dell'arme sono, ordinati in palo, tre frutti di melograno di verde, om- brati di giallo con i picciuoli verdi, rivolti verso il basso, fogliati del medesimo. La seconda melagrana è aperta e mostra i semi. Il tutto è intercalato di foglie al naturale. Fra la corona e l'ingollato vi è un trifoglio di verde. A destra altrettante melegrane delle quali l'ultima è aperta e s'intravve- dono i semi di verde. p. 5 (d) Dominus, dominus Filipus Maria Vicecomes, comes Anglerie (Filippo Maria Visconti come conte di Angera) Scudo a tacca d'argento, alia vipera ondeggiante in palo d'azzurro, fregiata d'oro, illuminata e dentata d'argento, ingollante un saraceno ignudo di rosso, invocante aiuto con le braccia distese. Elmo posto di profilo d'argento, finito Fig 48 p. 5 (c). d'oro. Cappuccio frastagliato d'azzurro, punteg- Scudoa tacca partito: nel 1° d'argento, alla giato d'oro, trattenuto sull'elmo da una vipera ondeggiante in palo d'azzurro, fre- corona ducale rialzata di tre fioroni visibili giata d'oro, illuminata e dentata d'argento, d'oro, impreziosita di pietre rosse e verdi. ingollante un saraceno ignudo di rosso, in- Cimiero la vipera nascente d'azzurro, vocante aiuto con le braccia distese; nel 2° fregiata d'oro, rialzata sul dorso da una cresta 27 2>nS tu«* ftlipuè itidiui Wcco bus biïs^rtiicifatè sfoitia Wc mes* comes iliitplcuc comes quaitiis buvmcbtoUm s c pnptc comes <ic cxciuouebns •r Fig. 49 p. 5 (d) di scaglie acuminate del medesimo, illu- p. 5 (e) minata e dentata d'argento, le fauci spa- Dominus, dominus Franciscus Sfortia lancate e ingollanti un saraceno ignudo di Vicecomes quartus dux Mediolani &c., rosso, in atteggiamento di disperazione Papie Anglerieque comes ac Cremone con la mano sinistra nei capelli, la destra dominus distesa. La vipera è finita da una corona in- (Francesco Sforza, quarto duca di Milano, nalzata di tre fioroni visibili d'oro. conte di Pavia e di Angera e signore di Il tutto è affiancato a sinistra da una me- Cremona) lagrana di verde, ombrata di giallo aperta Scudo a tacca inquartato: nel 1° e 4° d'oro, e mostrante i semi di verde, il picciuolo all aquila di nero, linguata di rosso, coronata fogliato del medesimo, rivolto verso il del campo; nel 2° e 3° d'argento, alia vipera basso, posta fra due rose recise bianche con ondeggiante in palo d'azzurro, dentata i bottoni d'oro, i sepali di verde, stelate e d'argento, ingollante un saraceno ignudo di fogliate dello stesso. A destra invece la rosa rosso, invocante aiuto con le braccia distese. è posta fra due frutti di melograno non an- Elmo posto di profilo d'argento, finito cora maturi. d'oro. 28 Cappuccio frastagliato d'azzurro, punteg- giato d'oro, trattenuto sull'elmo da una corona ducale rialzata di tre fioroni visibili d'oro, ornata con pietre preziose rosse e verdi. Cimiero la vipera nascente d'azzurro, fre- giata d'oro, rialzata sul dorso da una cresta di scaglie acuminate del medesimo, illu- 52 Moneta di Cabrino Fondulo nella minata e dentata d'argento, le fauci spa- Fig. d'argento quale appare l'impresa dei tre anelli intrecciati a lancate e un saraceno ignudo di ingollanti triangolo. rosso, implorante con le mani giunte. La vipera è finita da una corona innalzata di tre fioroni visibili d'oro. Diego Sant'Ambrogio, in Archivio Storico Lom- Il tutto è attorniato dalle imprese: a bardo, 1891, p. 392, ricorrendo all'aiuto della numis- sinistra: a) tre anelli intrecciati a triangolo matica, attesta che nel medagliere della Gherardesca in Pisa si custodisce monetina di bassissima d'oro, incastonato da un diamante una lega ognuno d'argento di Cabrino Fondulo (1370-1425), signore di a d'azzurro15; b) del tagliato punta morso Cremona, e che présenta da una parte la legenda Ca- d'argento16; c) della mela cotogna fogliata brinus Cremone dominus con la croce patente, e dall'altra al naturale17. A destra: a) della scopetta i tre anelli intrecciati a triangolo purtroppo con d'argento con il manico volto verso l'alto legenda corrosa. Il Fondulo pensando di legittimare il proprio do- d'oro18; b, c) della mela cotogna. minio si fece conferire nel 1413 dall'imperatore Sigis- mondo la nomina a vicario imperiale in Cremona e nel 15 dei anelli L'impresa tre intrecciati a triangolo, gennaio 1414 ricevette con tutti gli onori l'imperatore incastonato da diamante ognuno un tagliato a punta Sigismondo e il papa Giovanni XXIII, di casato Cossa, nella del (rari e molto pregiati, prima meta XV secolo, in Cremona. I tre anelli sembrano rappresentare sim- la loro e sfaccettatura) fu nel per tagliatura concessa bolicamente la concorrenza nel governo di Cremona marchese di Ferrara, Nicolö d'Esté, a 1409 dal Muzio del Fondulo, dell'imperatore Sigismondo e di papa Attendolo Sforza dopo che questi ebbe conquistato Giovanni XXIII. S. Reggio in Emilia, Parma e Borgo Donino (Fidenza) Filippo Maria Visconti, dopo essersi impossessato già appartenuti a Ottone Terzi. Minuti, op. cit., p. della signoria di Cremona decapitô nel 1425 il Fondulo dette Montecchio de 154: El marches (Nicold d'Esté) Par- accusandolo di connivenza coi veneziani e dotö liberamente Sforza, et dette stendardo mesana in tutto a Ii il quindi la figlia naturale Bianca Maria, andata sposa a de diamanti. Allora Sforza comenso aportare inanse et mandate Francesco Sforza, della città già del Fondulo. Alla el stendardo de quarteri sotto cui andavano li saccomani morte del duca Filippo Maria Visconti, Francesco che et con qualche homini d'arme li governavano et regevano, Sforza, conquistato il ducato di Milano, per cattivarsi de li homini d'arme andavanopoi sotto el stendardo diamanti o contraccambiare le famiglie milanesi che l'avevano con loro regazi. appoggiato le insignî dell'impresa dei tre anelli che campeggia negli stemmi delle famiglie Borromeo, Bi- rago, Sanseverino e Gavazzi della Somalia, impresa che volle effigiata in una sua moneta per altro di pessima lega (cf. E. e F. Gnecchi, Le monete di Milano da Carlo Magno a Vittorio Emanuele II, 1894, p. 74). È chiaro che lo Sforza assumendo l'impresa non la dérivé dal Fondulo ma da Muzio Attendolo suo padre. 16 Quest'impresa, simbolo di equità, moderazione e giudizio, altrimenti chiamata del freno o delle moraglk potrebbe risalire a Gian Galeazzo Visconti. Quest'ipo- tesi è suffragata da una ricevuta rilasciata il 17 novembre 1394 dal pittore Colard de Laon al tesoriere del duca Luigi d'Orléans per aver dipinto d'ordine del duca una carretta e una lettiera destinate a Valentina Visconti, con l'insegna del compasso e della colombina nel radiante con il motto A BON DR.OIT. È chiaro che dove nella ricevuta rilasciata da Colard de Laon si parla di «compas» va intesa la figura del morso facilmente scambiabile per un compasso. Cf. Delisle L., Le cabinet des manuscrits de la bibliothèque impériale, Paris 1868, T. I. p. 131. L'impresa del morso è stata ripresa dagli Sforza. Il duca Galeazzo Maria la volle accompagnata dal motto ICH VERGIES NIT (Io non dimentico). A proposito di questo duca e delle imprese sforzesche va ricordata la Fig. 51 Impresa dei tre anelli (cod. Triv. 2168). missiva che indirizzö a Gottardo Panigarola già pub- 29 la sempreviva (19). Quelle de li Ill.mi nostri fratelli con le loro diverse, videlicet de d. Philippo con el cane (20), quelle del duca de Barri con le moraglie, quelle de d.