IUAV- Università Di Verona

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

IUAV- Università Di Verona Scuola Dottorale di Ateneo Graduate School Corso di Dottorato Interateneo in Storia delle Arti Ca’Foscari - IUAV- Università di Verona Dottorato di ricerca in Storia delle arti Ciclo XXVI Anno di discussione 2014-2015 Titolo La sintesi delle arti negli allestimenti della IX Triennale di Milano: alcuni aspetti del confronto tra artisti, architetti e designer Settore scientifico disciplinare di afferenza: L-ART/03 Tesi di Dottorato di Monica Trigona, matricola 955892 Coordinatore del Dottorato Tutore del Dottorando Prof. Giuseppe Barbieri Prof. Guido Zucconi Co-tutore del Dottorando (solo se designato) Prof. Letizia Tedeschi INDICE INTRODUZIONE i CAPITOLO I – LO SCONFINAMENTO DEI LINGUAGGI ARTISTICI 1. I primi allestimenti “di regia” e il dibattito sulla pittura murale 2. Il Congresso A. Volta di Roma del 1936 3. Arte e architettura del dopoguerra CAPITOLO II – IL CASO EMBLEMATICO DELLA IX TRIENNALE DI MILANO 1. La Triennale devota alla forma 2. Percorsi e allestimenti 2.1 La scoperta dello spazio: gli ambienti di rappresentanza 2.2 Lo spazio contestualizzato: la mostra dell’abitazione 2.3 Il plastico di Zanuso e Cagli 2.4 Lo spazio artistico: la mostra dello sport 2.5 Lo spazio concettuale: Studi sulle proporzioni 2.6 Lo spazio del pubblico: mostra dei concorsi del Duomo 3. La Triennale dell’ “unità delle arti”: ricezione e critica CAPITOLO III – EREDITÀ E SVILUPPI DEL DIBATTITO 1. X Triennale: quale eredità? 2. La mostra e il convegno di Industrial Design 3. Il caso emblematico del Labirinto dei ragazzi alla X Triennale Fonti Bibliografia INTRODUZIONE L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare alcuni eventi espositivi in seno alla Triennale milanese del ’51 e, successivamente, per sondare di questa gli effetti e le influenze, a quella del ’54, nell’ottica di coglierne i positivi risultati derivanti dalle contaminazioni e dalle trasgressioni linguistiche, frutto della collaborazione tra artisti e architetti. Per giungere a suddetti episodi la prima parte dello scritto è interamente dedicata ad una ricognizione storico-critica di mostre in ambito italiano di varia natura, ma dal comune carattere temporaneo, che dagli anni Venti del secolo scorso fino al secondo dopoguerra hanno tracciato un percorso particolarissimo nella definizione di figure che, per aspirazione personale, per allargare i propri orizzonti disciplinari o per sopravvenute esigenze “impiegatizie”, sono state filtri e menti di straordinarie scenografie. Sebbene s’intraprenda il “racconto” a partire dalle premesse del periodo succitato, bisogna fare un ulteriore passo indietro per contestualizzare quell’atteggiamento progettuale orientato verso un concetto di unità delle arti che ha i suoi prodromi nella tendenza di riqualificazione artistico-artigianale da una parte e di attenzione per l’aspetto decorativo del fabbricato dall’altra attuata nel periodo della cosiddetta “Art Nouveau”1. Nella seconda metà del XIX secolo, l’inglese William Morris, erudito d’arte e d’architettura, con la sua interessante cerchia di amici, tra cui l’architetto Webb e i pittori Rossetti e Burne Jones, fonda nel 1861 la sua ditta di tessuti, mobili, vetri, piastrelle ecc..., preparando il campo ad un ripensamento dei manufatti in chiave artistico-artigianale. In quanto maggiore teorico delle “Arts and Crafts”, movimento di reazione alla brusca industrializzazione allora in atto, egli aspira alla creazione di uno stile comune per tutte le classi ma il suo desiderio, come è noto, non si realizza e gli arredamenti e i prodotti che escono dal suo laboratorio rimangono appannaggio di pochi privilegiati. 1 “[…] il nuovo stile si manifestò come decisa reazione alle tendenze eclettiche dell’Ottocento, anche se in parte, rispettando la sua natura contraddittoria, ne assimilò alcuni motivi e caratteri, come il richiamo all’integrità etica del gotico o la rielaborazione di quel gusto per l’esotismo, che vide in particolare l’affermazione del japanisme. Rispetto all’impianto naturalistico della cultura figurativa della seconda metà del XIX secolo, non condivise invece l’attenzione alla prosaicità della vita quotidiana, opponendo a un’impostazione realista e documentaria le categorie del bello, dell’elegante e del decoro.” M. FOCHESSATI, L’Art Nouveau: Tra modernismo e nazionalismo romantico, Milano, 24 ore cultura, 2012, p. 10. i La semplicità dei disegni, “di fiori e foglie”, realizzati dalla Morris and Co., che si avvale dell’originalità creativa del suo fondatore, è atta a conferire giusto valore agli oggetti di uso quotidiano a dispetto del diffondersi di paccottiglia varia e merce scadente. Mutando un’espressione di Pevsner, alla fine del XIX secolo l’entrata in scena della cosiddetta “Art Nouveau” “non segna altro che il trasferimento dello stile dalla dimensione piccola a una maggiore e dall’arte applicata all’architettura”2, affermazione che sottolinea una visione incline alla concezione delle manifestazioni creative come un “unico fatto artistico”, cancellando anche il divario tra le cosiddette arti maggiori e minori. Negli anni Ottanta, ancora in Inghilterra, l’architetto Arthur H. Mackmurdo propone con la sua rivista “Hobby Horse” un rinnovamento dell’arte tipografica con stampa su carta a mano dai caratteri tradizionali e frontespizi dai tipici disegni floreali asimmetrici e stilizzati, che adopera pure nei tessuti, mentre in ambiente francese le arti minori trovano negli artigiani Gallé, Rousseau e nel pittore Gauguin gli esponenti di una ricerca istintiva e indipendente. Centrotavola, vasi, bicchieri, piatti, brocche, mobilio vario, gioielli diventano soggetti d’interesse per gli artisti. I motivi fantastici, organici, acquatici, floreali, talora ingarbugliati, in essi impressi finiscono per “contagiarne” anche le forme. Ma se il vetro e la ceramica, come anche il ferro, si prestano particolarmente alle realizzazioni dell’ “Art Nouveau”, il legno impiegato per il mobilio pone dei limiti oggettivi di malleabilità. Le sole decorazioni possibili vengono allora impresse sulla sua superficie. Certi ambienti realizzati in questo periodo risultano troppo artificiosi e difficilmente abitabili a causa della loro ingombrante presenza (basti pensare agli eccessi di Eugène Vallin). Fortunatamente ciò che in questo campo producono in area tedesca Henry Van de Velde, Otto Eckmann, August Endell, Richard Riemerschmid, per citare dei nomi, coniuga gli accenti più dimessi della nuova poetica con il dato funzionale. L’architettura da parte sua vive in questo periodo della compresenza di individualità e apporti distinti che, ognuna a suo modo, associano l’uso dei nuovi materiali e i caratteri decorativi nella realizzazione di edifici dall’indubbia originalità quanto, spesso, dalla comprovata non funzionalità. La celebre scala al numero 6 di rue Paul Emile Janson di Bruxelles, opera di Victor Horta, che utilizza il ferro come materiale portante quanto ornamentale, è opera architettonica ancor prima che “moda decorativa”. Stessa cosa si può affermare per la sua “Maison du 2 N. PEVSNER, L’architettura moderna e il design, da William Morris alla Bauhaus, Torino, Giulio Einaudi editore, 1969, p. 57. ii peuple”, dove ferro, vetro, acciaio e mattone scandiscono la facciata curvilinea. In ambito francese Hector Guimard disegna le entrate della metropolitana di Parigi utilizzando soltanto il ferro che curva, plasma in forme organiche, modella variamente rappresentando appieno lo stile del periodo e soddisfacendo lo scopo per cui è stato chiamato. “L’influenza delle Arts and Crafts e della cultura figurativa giapponese sugli sviluppi dell’Art Nouveau non concorse soltanto a innovare forme e modelli decorativi del nuovo stile, ma contribuì anche a impostare una moderna attitudine progettuale, ispirata dal concetto di unità delle arti. Questa idea di progettazione integrale si espresse, nei molteplici percorsi linguistici dell’Art Nouveau, attraverso un’attitudine applicativa di quella nozione di sintesi tra funzione e decorazione che già era stata elaborata nel corso dell’Ottocento da alcune innovative forme di produzione. A questo ambito fa riferimento quel modello di panchina inglese da giardino che, rimasto ancora oggi invariato nella sua struttura originaria, fu inizialmente prodotto, durante l’epoca vittoriana, in occasione della creazione di nuovi parchi pubblici in quelle aree metropolitane sottoposte dagli effetti della rivoluzione industriale a una forte espansione urbanistica.”3 In questo sommario quadro, la figura dell’architetto Antoni Gaudi si colloca per certi versi tra i protagonisti della stagione dell’Art Nouveau4 per altri risulta totalmente devoto ad una propria imprevedibile poetica. Certo è che la casualità, l’apparente incuranza e le strambe collocazioni di alcune strutture presenti ad esempio nel parco Güell lo rendono difficilmente incanalabile in qualsivoglia corrente. L’estro creativo di cui si nutre tutta la sua opera raggiunge vette inaspettate nell’edificazione della Sagrada Familia. Come un muratore frequenta giornalmente il cantiere della chiesa e prende le sue decisioni sul campo in modo estemporaneo, come farebbe un artigiano il cui operato è frutto del suo proprio spirito. 3 M. FOCHESSATI, Op. cit. nota 1, p. 83. 4 Gaudi “non mancò di seguire, attraverso le riviste, il trionfo in Francia dell’Art Nouveau, poiché alcuni dettagli interni di due sue unità d’abitazione (la casa Batllò e la casa Milà) appartengono completamente all’Art Nouveau francese, così come l’uso di alberi in cemento, naturalmente senza foglie, nel parco Güell è un concetto di Hennebique, l’artista
Recommended publications
  • Giuseppe Bartolini: Il Linguaggio Fotografico Nella Sua Opera
    UNIVERSITÀ DI PISA Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali Giuseppe Bartolini Il linguaggio fotografico nella sua opera Candidato: Francesca Paoli Relatore: Prof. Sergio Cortesini Anno accademico 2017/2018 Indice Introduzione ................................................................................................................. 1 Cap. 1 GIUSEPPE BARTOLINI .................................................................................. 4 1.1 Gli inizi ............................................................................................................... 4 1.2 La fase “memoriale” .......................................................................................... 18 1.3 Dalla svolta degli anni Settanta ai Duemila ........................................................ 30 1.4 La parentesi della “Metacosa” ........................................................................... 36 1.5 L’ultimo periodo ............................................................................................... 39 Cap. 2 PITTURA E FOTOGRAFIA .......................................................................... 42 2.1 Il linguaggio fotografico nell’opera di Bartolini ................................................. 42 2.2 Giuseppe Bartolini e Luigi Ghirri ...................................................................... 50 Conclusioni ................................................................................................................ 60 Bibliografia ...............................................................................................................
    [Show full text]
  • Italiani a Parigi
    italiani a Parigi Da Severini a S a v i n i o Da De ChiriCo a CamPigli Birolli Boldini Bucci campigli de chirico de pisis levi magnelli m e n z i o m o d i g l i a n i p a r e s c e pirandello prampolini rossi savinio severini soffici Tozzi zandomeneghi ItalIanI a ParIgI D a S e v e r I n I a S AVI n IO Da De ChIrico a CaMPIGLI Bergamo, 10 - 30 maggio 2014 Palazzo Storico Credito Bergamasco Curatori Angelo Piazzoli Paola Silvia Ubiali Progetto grafico Drive Promotion Design Art Director Eleonora Valtolina Indicazioni cromatiche VERDE BLU ROSSO C100 M40 Y100 C100 M80 Y20 K40 C40 M100 Y100 PANTONE 349 PANTONE 281 PANTONE 187 R39 G105 B59 R32 G45 B80 R123 G45 B41 ItalIanI a ParIgI Da Severini a SAVINIO Da De Chirico a Campigli p r e C u r so r i e D e r e D i Opere da collezioni private Birolli, Boldini, Bucci Campigli, de Chirico de Pisis, Levi, Magnelli Menzio, Modigliani Paresce, Pirandello Prampolini, Rossi Savinio, Severini, Soffici Tozzi, Zandomeneghi 1 I g ri a P a P r e f a z I o n e SaggIo CrItICo I a n li a T I 2 P r e f a z I o n e SaggIo CrItICo 3 Italiani a Parigi: una scoperta affascinante Nelle ricognizioni compiute tra le raccolte private non abbiamo incluso invece chi si mosse dall’Italia del territorio, nell’intento di reperire le opere che soltanto per soggiorni turistici o per brevi comparse.
    [Show full text]
  • Export / Import: the Promotion of Contemporary Italian Art in the United States, 1935–1969
    City University of New York (CUNY) CUNY Academic Works All Dissertations, Theses, and Capstone Projects Dissertations, Theses, and Capstone Projects 2-2016 Export / Import: The Promotion of Contemporary Italian Art in the United States, 1935–1969 Raffaele Bedarida Graduate Center, City University of New York How does access to this work benefit ou?y Let us know! More information about this work at: https://academicworks.cuny.edu/gc_etds/736 Discover additional works at: https://academicworks.cuny.edu This work is made publicly available by the City University of New York (CUNY). Contact: [email protected] EXPORT / IMPORT: THE PROMOTION OF CONTEMPORARY ITALIAN ART IN THE UNITED STATES, 1935-1969 by RAFFAELE BEDARIDA A dissertation submitted to the Graduate Faculty in Art History in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy, The City University of New York 2016 © 2016 RAFFAELE BEDARIDA All Rights Reserved ii This manuscript has been read and accepted for the Graduate Faculty in Art History in satisfaction of the Dissertation requirement for the degree of Doctor of Philosophy ___________________________________________________________ Date Professor Emily Braun Chair of Examining Committee ___________________________________________________________ Date Professor Rachel Kousser Executive Officer ________________________________ Professor Romy Golan ________________________________ Professor Antonella Pelizzari ________________________________ Professor Lucia Re THE CITY UNIVERSITY OF NEW YORK iii ABSTRACT EXPORT / IMPORT: THE PROMOTION OF CONTEMPORARY ITALIAN ART IN THE UNITED STATES, 1935-1969 by Raffaele Bedarida Advisor: Professor Emily Braun Export / Import examines the exportation of contemporary Italian art to the United States from 1935 to 1969 and how it refashioned Italian national identity in the process.
    [Show full text]
  • Ernesto Treccani
    Storie Milanesi WWW. STORIEMILANESI.ORG Ernesto Treccani Esistono ancora strade a Milano, come via Carlo Porta, che sembrano apparire e sparire. Ci sono e non ci sono, ci passi affianco e neppure le vedi. Qui arrivò una mattina del 1970 una giovane ragazza in cerca di lavoro. Veniva da Vanzaghello, fra Busto Arsizio e il Ticino. Si chiamava Onorina e colma di soggezione non sapeva come rivolgersi nei tuoi confronti. Cercavi una segretaria, Ernesto, che gestisse i tuoi infiniti impegni quotidiani. Onorina ti conosceva bene, conosceva alla perfezione la tua famiglia, che “al paese” aveva dato lavoro a intere generazioni di concittadini. Bastò una tua frase per toglierla dall’imbarazzo: “qui non ci sono né conti né contesse”, dicesti, sorridendo. Era il giorno del suo comple- anno. Lavorò con te fino alla fine dei tuoi giorni. Conoscendo le tue manie, i tuoi orari, i tuoi ritmi. La passione per l’ordine, la precisione, i riti quotidiani. I tuoi appuntamenti mattutini, la pittura, ogni gior- no, fino all’ultimo giorno, il tè pomeridiano o la crostata che le facevi trovare ogni giorno al suo arrivo. Ti preoccupavi dei suoi ritardi, colpa delle ferrovie Nord, ti agitavi se non usciva in tempo per prendere il treno che la riportava a casa. Eri fatto così, ti interessavi di tutti, tutti amavi, condividevi con tutti angosce e passioni. Sembrava quasi volessi espiare il peso di una famiglia così importante. Tua madre Giulia, a cui eri le- gatissimo, era una marchesa genovese, tuo padre Giovanni un capitano d’impresa che aveva fatto for- tuna nella manifattura tessuti, ed aveva acquistato il Cotonificio Valle Ticino, a Vanzaghello, appunto, dove tu crescesti nella grande villa liberty, chiamato dalla servitù “il contino”, ascoltando il suono delle sirene delle fabbriche di tuo padre che proveniva oltre il muro di cinta.
    [Show full text]
  • Atelier Rossicone La Ceramica Nell’Arte Contemporanea I Quaderni Di Brera 1 Atelier Rossicone La Ceramica Nell’Arte Contemporanea
    Atelier Rossicone La ceramica nell’Arte Contemporanea I Quaderni di Brera 1 Atelier Rossicone La ceramica nell’Arte Contemporanea A cura di Carlo Franza e Francesca Pensa dal 20 ottobre al 17 novembre 2011 Spazio Laboratorio Hajech Liceo Artistico Statale Brera Via Hajech, 27 - Milano Tel. 02/713443 e-mail: [email protected] Il dirigente Scolastico Prof.ssa Carla Maria Arienti Il Presidente del Consiglio d’Istituto Nicola Licci La commissione Spazio Hajech: Angelici Walter Matteo Cannata Gianluca Canesi, Pompeo Forgione Rossella Guida Francesca Pensa, Laura Puglisi Marisa Settembrini l lavoro singolare e storico che la Commissione Spazio nell’arte contemporanea”, ormai giunta a maturazione, IHajech porta avanti già da anni, pur nei rinnovati fa luce non solo su un materiale usato fin dai tempi più avvicendamenti di taluni docenti,offre uno spaccato ad antichi e classici, avendo dato alla storia dell’arte risultati ampio raggio proprio degli svolgimenti più caratterizzanti nobili di maestria e bellezza, ma chiarisce l’attenzione di un della storia dell’arte del nostro tempo e delle figure più “laboratorio” milanese ,quale l’Atelier Rossicone, artista egli singolari che hanno puntualizzato con il loro lavoro proprio stesso,alla ceramica contemporanea con i nomi più illustri tali momenti . Ora con il nuovo anno scolastico 2011/2012, dell’arte italiana e straniera, come è finemente documentato si fa più mirato e più incisivo tale lavoro di proposizione, nel catalogo che accompagna la mostra. in quanto si vuole dare sia un’opportunità
    [Show full text]
  • Batallas Culturales En Torno Al Clasicismo: De La Formación De La Conciencia Antifascista En El Arte Italiano a La Gran Obra De Arte Socialista, 1922-1948
    «FRAGMENTOS DE FILOSOFÍA», NÚM. 6, 2008, pp. 115-142. ISSN: 1132-3329 JUAN JOSÉ GÓMEZ GUTIÉRREZ BATALLAS CULTURALES EN TORNO AL CLASICISMO: DE LA FORMACIÓN DE LA CONCIENCIA ANTIFASCISTA EN EL ARTE ITALIANO A LA GRAN OBRA DE ARTE SOCIALISTA, 1922-1948. I. Arte y fascismo Los valores fascistas calaron, de un modo u otro, en todas las manifesta- ciones del arte italiano de entreguerras. Sin embargo, no todas las manifesta- ciones del arte fascista fueron el resultado de nacionalismo exacerbado, pro- vincialismo y aislacionismo. Los conceptos de ‘romanità’, ‘italianità’, ‘lati- nità, o ‘mediterraneità’, que caracterizaban la producción cultural italiana de esos años, actuaron originalmente como matriz de estilos diferentes y suscep- tibles de diversas interpretaciones. El crítico de arte Lionello Venturi, que terminó exiliándose, equiparaba la italianità al espíritu racionalista y cosmopo- lita y la revista Valori plastici de Mario Broglio proclamaba un nuevo clasicis- mo que, al mismo tiempo, se inspiraba en el pasado y se expresaba mediante el nuevo lenguaje moderno. Este trabajo presenta los recursos al clasicismo del arte italiano de la prime- ra mitad del siglo XX, y a la noción misma de “lo clásico”, como escenario de batallas político-culturales entre fascismo y antifascismo cultural. Más allá de plantear un discusión típica de la historia del arte italiano, la reflexión sobre lo clásico en Italia resulta de utilidad para considerar cuestiones más generales en lo referente a las características de la recepción de masas del arte moderno y la dialéctica entre el nacionalismo imperialista y el internacionalismo y entre el nacionalismo, el arte moderno y las distintas formulaciones de la democra- cia de masas.
    [Show full text]
  • Il Novecento 300
    IL NOVECENTO 300. Giacomo Balla (Torino, 1871 - 1958) La pazza, 1905, olio su tela, cm 175 × 115 Galleria Nazionale d’Arte Moderna Prima della fulgida stagione futurista, il pittore torinese, che di quel movimento d’avanguardia fu il fondatore insieme a Marinetti (1876-1944) e ad altri, si avvicinò – come del resto Boccioni – alla pittura divisionista adattandola, però, al proprio percorso che era ben lontano dalla lirica idea simbolista, per esempio, di Gaetano Previati o di Pellizza da Volpedo. La stessa scelta del soggetto – il ritratto di Matilde Garbini, malata di mente ed emarginata, vissuta d’elemosina, quando non era in carcere – dimostra la volontà d’indagare, con la pittura, i disagi sociali dell’epoca e di denunciarli. Naturalmente, anche la tecnica segue queste necessità espressive, semplificando i colori e riducendoli quasi alla loro base rudimentale. Certo è che, di fatto, l’opera è costruita soprattutto con gli azzurri (declinazione del blu), i rossi e i gialli, che sono i tre colori fondamentali. 301. Giacomo Balla (Torino, 1871 - 1958) Ritratto all’aperto, 1902, olio su tela, cm 154 × 113 Galleria Nazionale d’Arte Moderna L’opera ritrae Leonilde Imperatori, figlia di Ugo, collezionista e amante dell’arte. L’ambiente è quello della loro dimora in Piazza di Spagna, dove un’ampia terrazza dominava il panorama cittadino, sulla distesa dei tetti romani e sul crocicchio di strade che elegantemente s’intersecano. Come si vede, la tecnica dell’artista è ancora quella divisionista che esalta così la calda luminosità del sole romano. La figura assume un’importanza monumentale, anche se la posizione eccentrica rispetto alla metà dell’opera, le conferisce un certo dinamismo e quella disinvoltura che è tipica dell’amabilità delle padrone di casa.
    [Show full text]
  • ITALIAN MODERN ART | ISSUE 3: ISSN 2640-8511 Introduction
    ITALIAN MODERN ART | ISSUE 3: ISSN 2640-8511 Introduction ITALIAN MODERN ART - ISSUE 3 | INTRODUCTION italianmodernart.org/journal/articles/introduction-3 Raffaele Bedarida | Silvia Bignami | Davide Colombo Methodologies of Exchange: MoMA’s “Twentieth-Century Italian Art” (1949), Issue 3, January 2020 https://www.italianmodernart.org/journal/issues/methodologies-of- exchange-momas-twentieth-century-italian-art-1949/ ABSTRACT A brief overview of the third issue of Italian Modern Art dedicated to the MoMA 1949 exhibition Twentieth-Century Italian Art, including a literature review, methodological framework, and acknowledgments. If the study of artistic exchange across national boundaries has grown exponentially over the past decade as art historians have interrogated historical patterns, cultural dynamics, and the historical consequences of globalization, within such study the exchange between Italy and the United States in the twentieth-century has emerged as an exemplary case.1 A major reason for this is the history of significant migration from the former to the latter, contributing to the establishment of transatlantic networks and avenues for cultural exchange. Waves of migration due to economic necessity in the late nineteenth and early twentieth centuries gave way to the smaller in size but culturally impactful arrival in the U.S. of exiled Jews and political dissidents who left Fascist Italy during Benito Mussolini’s regime. In reverse, the presence in Italy of Americans – often participants in the Grand Tour or, in the 1950s, the so-called “Roman Holiday” phenomenon – helped to making Italian art, past and present, an important component in the formation of American artists and intellectuals.2 This history of exchange between Italy and the U.S.
    [Show full text]
  • Università Degli Studi Di Salerno Dipartimento Di Scienze Del
    Università degli studi di Salerno Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale Dottorato di Ricerca in Metodi e metodologie della ricerca archeologica, storico- artistica e dei sistemi territoriali XI Ciclo Tesi di dottorato Il dibattito critico sulla scultura contemporanea in Italia (1960 – 2010) Coordinatore Prof.ssa Angela Pontrandolfo Tutor Prof.ssa Stefania Zuliani Dottorando Diego Esposito anno accademico 2012-2013 INTRODUZIONE 5 CAPITOLO 1 11 LA SCULTURA IN ITALIA NEL NOVECENTO: UNA RICOGNIZIONE STORICA 11 1.1 IL RINNOVAMENTO DELLA SCULTURA IN ITALIA ALL’INIZIO DEL NOVECENTO: BOCCIONI E WILDT 11 1.2 LA PRODUZIONE SCULTOREA NEGLI ANNI TRA LE DUE GUERRE 18 1.3 IL DIBATTITO FRA REALISMO E ASTRAZIONE: 1945-1948 27 1.4 LA PLASTICA INFORMALE 32 1.5 LA SCULTURA/L’OGGETTO: PROSPETTIVE E RICERCHE NEGLI ANNI DELLA NEO-AVANGUARDIA 35 1.6 ESPERIENZE POSTMODERNE 38 1.7 GLI SVILUPPI DELLA SCULTURA DI FINE MILLENNIO 43 1.8 UNO SGUARDO SULLA SITUAZIONE A NAPOLI: LE ESPERIENZE DI RENATO BARISANI E DI AUGUSTO PEREZ 46 CAPITOLO 2 55 UN DIBATTITO PLURALE: LE POSIZIONI DELLA CRITICA, LE VOCI DEGLI ARTISTI 55 2.1 SCULTURA CONTEMPORANEA IN MOSTRA: SPECIFICITÀ DELLA SCENA ESPOSITIVA ITALIANA 55 2.2 TRE PROSPETTIVE CRITICHE: MARIO DE MICHELI, LUCIANO CARAMEL, MARCO MENEGUZZO 90 2.3 I “QUADERNI DI SCULTURA CONTEMPORANEA” 128 2.4 GLI SCRITTI CRITICI DEGLI ARTISTI: L’ESEMPIO DI PIETRO CONSAGRA 140 CAPITOLO 3 155 2 GLI SPAZI DELLA SCULTURA IN ITALIA: MUSEI, GIARDINI, PARCHI 155 3.1 LA SITUAZIONE A MATERA: LE MOSTRE DEI SASSI COME IPOTESI DI RECUPERO URBANO
    [Show full text]
  • Botteghe Oscure”
    IN THE GARDEN OF LETTERS: MARGUERITE CAETANI AND THE INTERNATIONAL LITERARY REVIEW “BOTTEGHE OSCURE” Lorenzo Salvagni A dissertation submitted to the faculty of the University of North Carolina at Chapel Hill in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy in the Department of Romance Languages (Italian). Chapel Hill 2013 Approved by: Federico Luisetti (director) Dino Cervigni Ennio Rao Roberto Dainotto Amy Chambless © 2013 Lorenzo Salvagni ALL RIGHTS RESERVED ii ABSTRACT LORENZO SALVAGNI: In the Garden of Letters: Marguerite Caetani and the International Literary Review “Botteghe Oscure” (Under the direction of Federico Luisetti) This study focuses on the international, multilingual literary review Botteghe Oscure (1948-60), which has so far received undeservedly little attention, and its editor, the American-Italian Marguerite Chapin Caetani (1880-1963). In spite of her active role as founder and editor of two modernist anthologies, Marguerite Caetani has long been considered merely as a “lady bountiful” for the multitude of authors she supported during her forty-year career in publishing. Building on an extensive study of Caetani’s correspondence, which includes a great amount of unpublished material, my dissertation presents Marguerite Caetani as a protagonist of twentieth-century transatlantic literature and sheds light on her contribution to the formation of a new literary canon in post-war Italy. iii Marguerite Chapin Caetani (1880-1963) Fig. 1. Marguerite Caetani, ca. 1911. Photo credit: Harry Ransom Center, The University of Texas at Austin iv TABLE OF CONTENTS LIST OF FIGURES……………………………………………………………………. vi LIST OF ABBREVIATIONS…………………………………………………………. vii Chapter INTRODUCTION………………………………………………………............1 I. Life of Marguerite Caetani……………………………………………………29 II.
    [Show full text]
  • Neocubism and Italian Painting Circa 1949: an Avant-Garde That Maybe Wasn’T
    ITALIAN MODERN ART | ISSUE 3: ISSN 2640-8511 Neocubism and Italian Painting Circa 1949: An Avant-Garde That Maybe Wasn’t NEOCUBISM AND ITALIAN PAINTING CIRCA 1949: AN AVANT-GARDE THAT MAYBE WASN’T 0 italianmodernart.org/journal/articles/neocubism-and-italian-painting-circa-1949-an- Adrian R. Duran Methodologies of Exchange: MoMA’s “Twentieth- Century Italian Art” (1949), Issue 3, January 2020 ABSTRACT This essay considers the category and style of “Neocubism” within the Italian avant- garde of the 1930s and 40s. A term applied to artists such as the Corrente group and Il Fronte Nuovo delle Arti, “Neocubism” became loaded with political and aesthetic connotations in the last years of Fascism and the first of the postwar period. These young Italian artists were deeply influenced by the work of the Cubists, but especially that of Pablo Picasso. His 1937 Guernica became an ideological touchstone for a new generation that had endured Fascism and joined in the partisan fight against Nazi occupation. This essay seeks to disentangle this knotted legacy of Cubism and point to the rapidly changing stakes of the surrounding discourse, as Italy transitioned from Fascist state to postwar Republic to Cold War frontier. Adding nuance and diversity to a term so often applied monolithically will allow for a truer sense of Italian Neocubism when and if it was manifested throughout this period. To be found amidst a panorama of earlier, often better-known examples of Italian modernism on display at the Museum of Modern Art’s 1949 exhibition Twentieth-Century Italian Art was a new generation of painters and sculptors, thrust into the spotlight of a discourse within which they had not yet found their place.
    [Show full text]
  • A Conversation Between Giuseppe Iannaccone and Alberto Salvadori Alberto Salvadori
    to Tommaso and Leonardo Volume I Italy 1920-1945 A New Figurative Art and Narrative of the Self Design Concept Particular thanks to Photographic Credits Studio Mousse Giuseppe Iannaccone Alessandro Barca, Romina © 2017. De Agostini Picture Note to the reader Bettega, Viviana Birolli, Arianna Library/Scala, Firenze: p. 129 Editorial Coordination Catalogue Editors Borroni, Italo Carli, Stefano © 2017. Scala. Foto Art Resource/ Emma Cavazzini Alberto Salvadori Carluccio, Claudio Centimeri, Scala, Firenze/John Bigelow Rischa Paterlini The first volume on the Collezione Giuseppe Iannaccone covers the works Copy Editor Giulia Centonze, Paolo Colonna, Taylor: p. 133 Anna Albano Texts by Caterina Corni, Marcello © 2017. Foto Scala, Firenze: produced in the period 1920–45, personally chosen by the collector and Giuseppe Iannaccone Francone, Paolo Frassetto, pp. 160 left, 178 left, 182 right, Layout Alberto Salvadori Elisabetta Galasso, Alessandro 194 left, 258 top, 294 left purchased up to the date of 30 November 2016. The reconstruction of Giorgia Dalla Pietà Rischa Paterlini Guerrini, Giovanni Lettini, © 2017. Foto Scala, Firenze/ every detail was made possible by the extensive, scholarly records kept Iconographic Research Fabio Benzi Martino Mascherpa, Matteo Fondo Edifici di Culto - Ministero Paola Lamanna Giorgina Bertolino Mattei, Riccardo Mavelli, dell’Interno: p. 306 ever since the first purchase in 1992. The collection was built up spe- Paola Bonani Oblò Architetti, Claudia Santrolli, © 2017. Foto Scala, Firenze/ First published in Italy in 2017 by Fabrizio D’Amico Beppe Sarno, Maura Sarno, Luciano Romano - su concessione cifically as a homogeneous group of works essentially representing the Skira editore S.p.A. Flavio Fergonzi Violante Spinelli, the Studio del Ministero dei Beni e delle course of artistic developments from 1920 to 1945 outside the canons of Palazzo Casati Stampa Lorella Giudici Legale avvocato Giuseppe Attività Culturali e del Turismo: via Torino 61 Mattia Patti Iannaccone e Associati, p.
    [Show full text]