Università Degli Studi Di Salerno Dipartimento Di Scienze Del

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Università Degli Studi Di Salerno Dipartimento Di Scienze Del Università degli studi di Salerno Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale Dottorato di Ricerca in Metodi e metodologie della ricerca archeologica, storico- artistica e dei sistemi territoriali XI Ciclo Tesi di dottorato Il dibattito critico sulla scultura contemporanea in Italia (1960 – 2010) Coordinatore Prof.ssa Angela Pontrandolfo Tutor Prof.ssa Stefania Zuliani Dottorando Diego Esposito anno accademico 2012-2013 INTRODUZIONE 5 CAPITOLO 1 11 LA SCULTURA IN ITALIA NEL NOVECENTO: UNA RICOGNIZIONE STORICA 11 1.1 IL RINNOVAMENTO DELLA SCULTURA IN ITALIA ALL’INIZIO DEL NOVECENTO: BOCCIONI E WILDT 11 1.2 LA PRODUZIONE SCULTOREA NEGLI ANNI TRA LE DUE GUERRE 18 1.3 IL DIBATTITO FRA REALISMO E ASTRAZIONE: 1945-1948 27 1.4 LA PLASTICA INFORMALE 32 1.5 LA SCULTURA/L’OGGETTO: PROSPETTIVE E RICERCHE NEGLI ANNI DELLA NEO-AVANGUARDIA 35 1.6 ESPERIENZE POSTMODERNE 38 1.7 GLI SVILUPPI DELLA SCULTURA DI FINE MILLENNIO 43 1.8 UNO SGUARDO SULLA SITUAZIONE A NAPOLI: LE ESPERIENZE DI RENATO BARISANI E DI AUGUSTO PEREZ 46 CAPITOLO 2 55 UN DIBATTITO PLURALE: LE POSIZIONI DELLA CRITICA, LE VOCI DEGLI ARTISTI 55 2.1 SCULTURA CONTEMPORANEA IN MOSTRA: SPECIFICITÀ DELLA SCENA ESPOSITIVA ITALIANA 55 2.2 TRE PROSPETTIVE CRITICHE: MARIO DE MICHELI, LUCIANO CARAMEL, MARCO MENEGUZZO 90 2.3 I “QUADERNI DI SCULTURA CONTEMPORANEA” 128 2.4 GLI SCRITTI CRITICI DEGLI ARTISTI: L’ESEMPIO DI PIETRO CONSAGRA 140 CAPITOLO 3 155 2 GLI SPAZI DELLA SCULTURA IN ITALIA: MUSEI, GIARDINI, PARCHI 155 3.1 LA SITUAZIONE A MATERA: LE MOSTRE DEI SASSI COME IPOTESI DI RECUPERO URBANO E LA NASCITA DEL MUSMA 155 3.2 LA FONDAZIONE ARNALDO POMODORO DI MILANO 180 3.3 PARCHI E GIARDINI DELLA SCULTURA: ESPERIENZE E RIFLESSIONI CRITICHE 209 CAPITOLO 4 229 LA QUESTIONE DELLA CONSERVAZIONE DELLA SCULTURA CONTEMPORANEA: ALCUNI CASI STUDIO 229 4.1 UNO SGUARDO SUL DIBATTITO CRITICO 229 4.2 L’INTERVENTO SULLE OPERE DI PINO PASCALI DELLA COLLEZIONE DELLA GNAM DI ROMA 239 4.3 RESTAURO E CONSERVAZIONE DELLA SCULTURA NELLO SPAZIO PUBBLICO: IL CASO DELLE STAZIONI DELL’ARTE DI NAPOLI 244 APPENDICE 259 I “QUADERNI DI SCULTURA CONTEMPORANEA” INDICI 1997-2013 259 LE GRANDI MOSTRE NEI SASSI DI MATERA 1987-2012 279 LE MOSTRE NELLA SALE DELLA CACCIA DEL MUSMA DI MATERA 2006-2014 285 BIBLIOGRAFIA 295 ARTICOLI E RIVISTE 295 DOCUMENTI 297 CATALOGHI 298 VOLUMI 314 3 SITOGRAFIA 323 4 Introduzione Intorno agli anni Sessanta in Italia la ricerca sulla scultura si rinnova, sperimentando nuove e inaspettate relazione con lo spazio circostante con l’intenzione di stabilire col pubblico un diretto e più intimo dialogo. Lontana ormai dalla distinzione del piedistallo, la scultura cerca un rapporto più serrato e complice con l’ambiente, abbattendo ogni separazione tra luogo aulico dell’arte e spazio comune della vita. In questa nuova prospettiva, la scultura rifiuta la “figuratività” e la “verticalità”, che da sempre la connotano e mette in discussione le tecniche e i materiali tradizionali. Si assiste così al tramonto dell’intaglio e della modellatura a favore della sperimentazione di nuovi processi costruttivi, di procedimenti, come l’accumulo o l’assemblaggio, che non richiedono una particolare manualità; contestualmente, si assiste al rifiuto delle materie tradizionali della scultura sostituite, o, talvolta, affiancate, da materiali di origine industriale o da elementi prelevati dalla natura. La scultura intraprende dunque un radicale processo di rinnovamento estetico la conduce verso territori linguistici i cui confini appaiono sfumati, tanto poco decodificabili che la scultura è, a detta di Meneguzzo, “oggi la disciplina più difficile da definire”1. Una difficoltà, questa di definire l’ambito disciplinare, il perimetro stesso della scultura contemporanea, che la critica in Italia ha affrontato secondo prospettive differenti, attraverso voci e proposte plurali che questa ricerca ha provato a ricostruire inserendo il dibattito teorico all’interno di un quadro più ampio, nella rete di rapporti che costituiscono il complesso sistema dell’arte, dove ad agire sono, certo, artisti e critici, ma anche, e sempre più, i musei e i luoghi espositivi (nel caso della scultura, in particolare i parchi e i giardini) come pure i collezionisti, i curatori senza dimenticare i conservatori, chiamati ad uno sforzo critico inedito, legato alla natura processuale, spesso paradossalmente inconclusa, della scultura più recente. 1 M. Meneguzzo, La scultura lingua nuova, in La scultura italiana del XXI secolo, catalogo della mostra, a cura di M. Meneguzzo, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano 19 ottobre 2010 – 30 gennaio 2011, p. 12 5 Si tratta di uno scenario ampio e articolato che ha come premessa la ricognizione storica degli sviluppi della scultura italiana del Novecento, argomento che costituisce il primo capitolo di questo lavoro. La sintetica ricostruzione storica è stata condotta prendendo in esame le personalità più significative del XX secolo, inserite in un percorso organico, scandito cronologicamente, che restituisce il vasto e variegato panorama della plastica italiana del Novecento. Tale ricostruzione ha permesso inoltre di individuare influenze e riallacciare consonanze tra la prima e la seconda metà del secolo scorso. La scelta di soffermarsi sugli scultori più importati del Novecento è stata dettata dalla volontà di fornire una rapida lettura degli avvenimenti storici. Questa prima parte si è rivelata una necessaria cornice storica nella quale inserire i diversi argomenti trattati nei capitoli successivi. Il capitolo si chiude con un focus dedicato al panorama della scultura contemporanea a Napoli nella seconda metà del Novecento e in particolar modo alla diversa concezione teorica della scultura che contraddistingue le opere di Renato Barisani da quelle di Augusto Perez. Nel secondo capitolo si affronta l’argomento centrale della ricerca ricostruendo le diverse “voci” che hanno animato il dibattito critico della scultura contemporanea in Italia. La prima parte si apre con una ricognizione sulle mostre dedicate alla scultura contemporanea che si sono svolte in Italia dalla metà degli anni Sessanta fino ai giorni nostri con l’obiettivo precipuo di restituire il dibattito critico attraverso la sua ricaduta espositiva. Dall’analisi compiuta sono emerse delle forti divergenze teoriche ravvisabili soprattutto nel ventennio compreso tra gli anni Sessanta e Settanta, periodo nel quale la critica si presenta spaccata su due fronti inconciliabili, che vedono da una parte i promotori di una scultura d’avanguardia, caratterizza da materiali innovativi e da tecniche sperimentali, dall’altra i sostenitori di una scultura contemporanea, ancora fortemente legata ai materiali e alle tecniche tradizionali, una dualità attestata, tra l’altro, dalla mostra La sovrana inattualità. Ricerche plastiche in Italia negli anni Settanta, svoltasi al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 1982, a cura da Flaminio Gualdoni, che presenta appunto uno spaccato della produzione plastica italiana caratterizzata dal doppio versante dell’innovazione e della tradizione. Delineata la riflessione critica che ha accompagnato gli sviluppi della scultura e della sua “messa in mostra” in questi ultimi cinquant’anni si è passati ad un affondo sul pensiero di Mario De Micheli, Luciano Caramel e Marco Meneguzzo, 6 critici distanti tra loro per generazione e per prospettiva di indagine che proprio per questo ci restituiscono, anche se certo in maniera parziale, il composito quadro del pensiero critico italiano. La scelta dei tre studiosi è avvenuta tenendo conto della rilevanza dei contributi critici da loro prodotti in questi anni. Profondamente legato ai valori della tradizione, De Micheli ci restituisce una visione del tutto personale, degli sviluppi della plastica italiana della seconda metà del Novecento, muovendosi al di fuori da “ogni mozione più effimera”2; per De Micheli la scultura si consacra nel “mestiere” e nella riconoscibilità del messaggio sotteso. Caramel mostra invece un profondo interesse verso gli aspetti più innovativi del fare plastico, di cui indaga le motivazioni sottese, puntando in particolar modo verso l’individuazione delle radici della modernità nell’arte di fine Ottocento, gli orientamenti della ricerca plastica fra gli anni Trenta e Quaranta e le aperture alle diverse forme di ricerca artistica nel secondo dopoguerra e nell’attualità. Gli interesse di Meneguzzo, oltre a ruotare attorno ad alcuni argomenti della seconda metà del Novecento, si concentrano sugli aspetti dell’attualità della scultura, fornendo interessanti chiavi di interpretazione e nello stesso tempo indicando sviluppi futuri. La terza parte del secondo capitolo si focalizza sull’analisi di una rivista, i “quaderni di scultura contemporanea” che dal 1997 ad oggi costituisce un interessante luogo di approfondimento dei diversi aspetti e delle diverse tematiche legate a questa disciplina artistica e contestualmente un importante volano di diffusione per la sua conoscenza. I “quaderni” forniscono un interessante luogo di confronto tra le diverse voci che animano il dibattito critico, caratterizzate per lo più, da storici dell’arte e critici, da docenti e ricercatori universitari, da studiosi ma anche da galleristi ed artisti che hanno lasciato una propria testimonianza rispetto alle esperienze professionali vissute in prima persona. Nei “quaderni” sono stati pubblicati sia nuovi contributi su argomenti fino ad allora poco noti che saggi che hanno riportato all’attenzione degli studi momenti particolarmente complessi dal punto di visto storico e critico,
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