Padre Pino Puglisi Strage a Capaci
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mai più MAFIA D’Avenia nasce il 2 maggio 1977 a Palermo da Rita e Giuseppe, terzo di sei figli. Nel 1990 frequenta il liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, dove incon- tra padre Pino Puglisi, che insegnava religione nello stesso istituto, dalla cui figura viene fortemente influenzato. Insegna lettere al Collegio San Carlo di Milano. La sua attività di scrittore inizia contemporaneamente a quella di insegnante. Il romanzo d’esordio Bianca come il latte, rossa come il sangue esce nel 2010 e diventa rapidamente un successo interna- zionale. Il secondo titolo di D’Avenia è Cose che nessuno sa, pubblicato nel novembre 2011 e tradotto in dieci lingue. Collabora come pubblicista con alcuni quotidiani italiani (Avvenire, La Stampa). continua a pagina 2 “Convertitevi” Padre Pino Puglisi “Cambiate vita!... Dio ha detto ‘Non Uccidere!’... Il prete che combatteva la mafia col sorriso e un giorno verrà il giudizio Divino!” Il 15 settembre 1993, le ricostruzioni, don Pino Mai un Papa – prima di che la folla che lo ascolta giorno del suo 56º com- Puglisi era a bordo del- Karol Wojtyla - si era ri- sta vivendo un’intermi- pleanno, intorno alle la sua Fiat Uno di colore volto con tanta forza con- nabile Via Crucis fatta di 22,45 venne ucciso da- bianco e, sceso dall’auto- tro la mafia. Il grido di vittime innocenti, di at- vanti al portone mobile, si era avvicinato al Giovanni Paolo II nella tentati... continua a pagina 7 di casa in Piaz- portone della sua abitazio- Valle dei Tem- zale Anita Ga- ne. Qualcuno lo chiamò, pli è un “punto ribaldi, traver- lui si voltò mentre qualcun di non ritorno” sa di Viale dei altro gli scivolò alle spalle della Chiesa nei Picciotti nella e gli esplose uno o più col- confronti della zona est di pi alla nuca. mafia. Wojtyla Palermo. Sulla base del- continua a pagina 4 quel giorno sa Don Bosco e Padre Puglisi Strage a Capaci Uccisi a pag. 6 Falcone assassinato Borsellino Pensieri, parole Come da consuetudine, una bianca e una azzurra, e cinque a pag. 10 Giovanni Falcone par- del gruppo di scorta della te da Roma per tornare a Polizia di Stato.... agenti Lotta alla mafia casa. Alle 16.45 è all’a- continua a pagina 8 La strage di via D’Ame- Arte e Cultura a pag. 11 eroporto di Ciampino, il lio è avvenuta domeni- ca 19 luglio del 1992. Cronaca dall’estero volo atterra a Punta Raisi. a pag. 14 Allo scalo ci sono tre au- Chi posizionò il tritolo tovetture ad attenderlo: tre nell’auto che saltò in aria Alcune delle vittime Fiat Croma, una marrone, con... continua a pagina 9 della mafia a pag. 15 ALESSANDRO D’AVENIA biografia D’Avenia nasce il 2 maggio 1977 a Palermo da Rita e Giuseppe, terzo di sei figli. Nel 1990 frequenta il liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, dove incontra padre Pino Puglisi, che insegnava religione nello stesso istituto, dalla cui figura viene fortemen- te influenzato. Insegna lettere al Collegio San Carlo di Milano. La sua attività di scrittore inizia contemporaneamen- te a quella di insegnante. Il romanzo d’esordio Bian- ca come il latte, rossa come il sangue esce nel 2010 e diventa rapidamente un successo internazionale. Il secondo titolo di D’Avenia è Cose che nessuno sa, pubblicato nel novembre 2011 e tradotto in dieci lingue. Collabora come pubblicista con alcuni quo- tidiani italiani (Avvenire, La Stampa). Dal gennaio 2018 tiene ogni lunedì una rubrica su Corriere della Sera chiamata “Letti da rifare” in cui indaga il mon- do dei giovani sotto diversi punti di vista. Come sceneggiatore, nel 2008 ha firmato alcuni epi- sodi della terza serie di Life Bites - Pillole di vita presso Disney Italia. A ottobre del 2014 esce il suo terzo romanzo, Ciò che inferno non è tradotto in tre lingue nel 2017. I suoi primi tre libri risultano es- sere tra i dieci libri più amati dai giovani italiani. O Bianca come il latte, rossa come il sangue, Milano, Mondadori, 2011 P Cose che nessuno sa, Milano, Mondadori, 2011 E Ciò che inferno non è, Milano, Mondadori, 2014 R L'arte di essere fragili: come Leopardi può salvarti la vita, Milano, Mondadori, 2016 E Ogni storia è una storia d’amore, Milano, Mondadori, 2018 2 Che cos’è l’amore Angelo Riccardo L’amore secondo me è quando si riesce ad essere Dimostrare amore verso la mamma, basta che non gli se stessi con un’altra persona senza vergognarsi per si risponde male e dandogli affetto e non vergognarsi, quello che si è, senza nascondersi e senza indossare mentre affetto verso un amico e stragli sempre vicino maschere che ti rendono un’altra persona, quando nei momenti tristi e non tradirlo mai. L’ amore verso due persone riescono a divertirsi stando insieme ed la famiglia e anche andarli a trovare se si abita lonta- essendo chi sono veramente si chiama amore. no o farsi sentire e tenere i rapporti con la famiglia. Le scarpe di don Pino... Quali scatole ci impediscono di vivere pienamente? Erica Le scarpe di don Pino sono sformate, prova del fatto che Flavio fosse povero. Apparentemente non gli importava che La scatola dell’egoismo che ci porta a privare gli scarpe indossare all’inferno: non ce ne erano di adatte altri della loro libertà. per quel posto. Don Pino sapeva bene che in quel quar- tiere, Brancaccio, si privilegiava uno dei 5 sensi: la vista, e probabilmente la condizione delle sue scarpe era di Simone aiuto per le persone del posto; le incoraggiava ad avere Secondo me, la società attuale che si basa sull’appa- fiducia in lui e ad avvicinarsi. Lui voleva, desiderava che renza, sulla “popolarità” e sull’egoismo. la gente vedesse lui per le strade di quel posto, a portata di mano e con le scarpe incrostate della stessa polvere. Dove l’inferno non può arrivare… Izabela Anamaria Flavio L’inferno non può ar- L’inferno non può arri- L’inferno non può rivare quando ti senti vare quando stai con le arrivare quando rie- amato persone che ami e che sco a raggiungere un ti amano. obiettivo, quando mi riesce una cosa che Ramona fino a poco tempo fa non riuscivo a fare. L’inferno per me è la cattiveria, l’ottusità, la medio- crità, l’incapacità di amare e di vivere le passioni. Elisa Alisia L’inferno è stato vedere mio padre in un letto di Per me l’inferno è non sapere se domani ci sarai ospedale e dovergli dire addio. oppure no: nonostante tu abbia voglia di vivere, non puoi decidere come andrà il futuro…a me è Alessandra capitato di vivere una malattia da piccola ma no- nostante questo penso che la vita è un dono stra- Per me inferno è non avere una famiglia, non ave- ordinario e comunque vale la pena viverla. Vorrei re amici, non avere un posto dove dormire, non dire a tutte le persone malate: non arrendetevi! avere dei vestiti da indossare, non avere un’amica che ti sostiene quando stai male. Noemi Gabriele L’inferno è sentire di non avere qualcuno che ci guida per la strada giusta o che ti dà un abbraccio Per me l’inferno significa oscurità, la violenza quando ne hai bisogno o che semplicemente ti sta sulle donne, il bullismo. accanto. Padre Pino Puglisi Il prete che combatteva la mafia col sorriso Nel quartiere Brancaccio di Palermo, dilaniata dalla guerra delle cosche mafiose, riuscì a coinvolgere nei gruppi parrocchiali molti ragazzi strappandoli alla strada e alla criminalità Il 15 settembre 1993, Il 19 giugno 1997 venne arre- giorno del suo 56º com- stato a Palermo il latitante Sal- pleanno, intorno alle vatore Grigoli, accusato di di- 22,45 venne ucciso da- versi omicidi tra cui quello di vanti al portone di casa in don Pino Puglisi. Poco dopo Piazzale Anita Garibaldi, l’arresto Grigoli cominciò a traversa di Viale dei Pic- collaborare con la giustizia, ciotti nella zona confessando 46 omicidi tra est di Palermo. cui quello di don Puglisi. Gri- Sulla base delle goli, che era insieme a un al- ricostruzioni, don tro killer, Gaspare Spatuzza, Pino Puglisi era gli sparò un colpo alla nuca. a bordo della sua Dopo l’arresto egli sembrò Fiat Uno di colore bianco intraprendere un cammino di pentimento e con- e, sceso dall’automobile, versione. Lui stesso raccontò le ultime parole di don Pino prima di essere ucciso: si era avvicinato al porto- un sorriso e poi un criptico “me lo aspettavo” Mandanti dell’omicidio furono i ne della sua abitazione. capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, arrestati il 26 gennaio 1994. Giuseppe Qualcuno lo chiamò, lui Graviano venne condannato all’ergastolo per l’uccisione di don Puglisi il 5 otto- si voltò mentre qualcun bre 1999. Il fratello Filippo, dopo l’assoluzione in primo grado, venne condannato altro gli scivolò alle spal- in appello all’ergastolo il 19 febbraio 2001. Furono condannati all’ergastolo dalla le e gli esplose uno o più Corte d’assise di Palermo anche Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo colpi alla nuca. Una vera Nigro e Luigi Giacalone, gli altri componenti del commando che aspettò sotto e propria esecuzione ma- casa il prete. Sulla sua tomba, nel cimitero di Sant’Orsola a Palermo, sono scolpite fiosa. I funerali si svolse- le parole del Vangelo di Giovanni: “Nessuno ha un amore più grande di questo: ro il 17 settembre. dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). operare nel tessuto so- Padre Pino Puglisi ciale, particolarmente a Don Giuseppe Puglisi na- vicario presso la parroc- favore dei più disereda- sce nella borgata palermi- chia Maria SS.