POESIA CLASSICA E MEDIEVALE a cura di Gianfranco Agosti e Francesco Stella

La veglia di Venere. Pervigilium Ve- XXI secolo la meritata fama di un com- sto culturale da cui nasce e il pubblico cui neris, introduzione, traduzione e note di ponimento più volte pubblicato, tradotto si rivolge il PV (si parla di ‘marginalità’, ANDREA CUCCHIARELLI (BUR e commentato nel corso del secolo appe- pensando all’Africa del IV sec.); la dia- Classici Greci e Latini), Biblioteca Uni- na trascorso (l’ultima precedente edizio- lettica tra ‘disordine’, su cui poneva for- e versale Rizzoli, Milano 2003, pp. 167, ne è quella a cura di C. Formicola, Napo- temente l’accento Marchesi (vd. p. 54), e 10,00. li 1998), ma ci offre insieme qualcosa di la ricerca di equilibrio. Aspetti, la cui de- nuovo: la non facile ed assai pregevole finizione è resa ardua dal complesso pro- capacità di conciliare un’interpretazione blema di datazione – e, in subordine, di filologico-letteraria di serio livello scien- attribuzione – che viene ampiamente di- tifico con l’agilità e la chiarezza di una scusso nella Premessa al testo (pp. 19-49), presentazione che si rivolge – com’è nel- insieme alle caratteristiche linguistiche, la tradizione della collana – a un più va- stilistiche, metriche e di struttura del com- sto pubblico di lettori, cui restano tuttora ponimento, alla presenza in esso di mo- largamente ignoti i prodotti poetici della delli poetici e filosofici, da cui non si può 1

tarda antichità . ovviamente prescindere anche ai fini della medievale e classica Poesia Il bel saggio introduttivo (La dea, il collocazione cronologica del testo, erra- poeta, la città muta, pp. 7-17) pone subi- bondo tra II e V secolo d.C. (senza dimen- to in primo piano il paradosso e l’affasci- ticare l’attribuzione a Catullo da parte dei nante ambiguità del PV: «Il carme di Ve- primi scopritori). Completano la Premes- nere si chiude con un improvviso cambio sa i capitoli che informano sull’occasio- di rotta. Alla iterata felicità del domani ne – la festa in onore di Venere -, sulla tra- (cras), alla forza della dea che sommuo- dizione manoscritta e sul Fortleben del ve e vivifica, segue, assolutamente inat- carme. Secondo l’uso della collana, la tesa, la dimensione personale della soli- parte introduttiva si conclude con una tudine e del dolore... Sembra che l’inne- Breve antologia della critica (con contri- Una festa notturna primaverile in ono- starsi della individualità, su di una fanta- buti che vanno da Voltaire al 1998) e una re di Venere, celebrata ad Ibla in Sicilia, sia corale di vergini e ninfe, abbia dovuto ricca e aggiornata Bibliografia (pp. 51-72). costituisce lo spunto di questo componi- accendere una incontenibile forza distrut- Per quanto riguarda la datazione, C. si mento di 93 versi, articolati in dieci stro- tiva» (p. 7). Ciò che, infatti, ha più colpi- focalizza su due secoli, il II e il IV, che si fe di disuguale lunghezza, che descrivo- to e colpisce nel componimento è questa presentano come il contesto culturalmente no le manifestazioni della potenza della singolare escursione dalla gioia per la ri- più adatto alla collocazione del PV. La dea, simbolo della forza generatrice che nascita del cosmo, pervaso in primavera preferenza accordata al IV secolo – sen- in primavera spinge il cosmo alla ripro- dalla potenza di Venere, dalla felicità che za tuttavia spingersi ad accogliere la pro- duzione e al rinnovamento. Tramandato- appartiene al domani (e agli ‘altri’), al posta, pur autorevole e per alcuni risolu- ci anonimo in quell’ampia silloge poeti- sentimento del dolore individuale del poe- tiva, di identificare l’autore in Tiberiano ca composta in ambiente africano intor- ta, che appartiene all’oggi, espresso nel- – è in linea con la tendenza predominan- no al VI sec., che va sotto il nome di An- l’enigmatica chiusa: Illa cantat, nos tace- te della critica odierna, che vede nell’im- thologia Latina, il Pervigilium Veneris (= mus. Quando ver venit meum? / Quando piego del tetrametro trocaico (adottato PV) costituisce di tale raccolta il brano faciam uti chelidon, ut tacere desinam? / proprio in questo periodo in composizio- forse più famoso. Dietro il tono voluta- Perdidi Musam tacendo nec me Phoebus ni di maggior impegno), negli elementi mente ‘popolare’ conferito da un’apparen- respicit (vv. 89-91). A chiarire questa «ir- linguistici tardi, nell’interesse per la poe- te facilità di scrittura, dall’adozione di un ruzione disvelante dell’io» (p. 15) e la sia argentea (si riscontrano riecheggia- metro quale il tetrametro trocaico catalet- costruzione dell’intero componimento menti di Calpurnio Siculo e Stazio) ele- tico (il versus quadratus dei carmi trion- come «una specie di trappola emotiva» (p. menti decisivi per una datazione tarda. A fali) e dalla scansione strofica con ritor- 7), concorrono i diversi aspetti esaminati mio avviso, comunque, la questione è tut- nello (cras amet qui numquam amavit, da C.: la ‘poetica dell’immedesimazione’, t’altro che chiusa e proprio le interessan- quique amavit cras amet), vi si cela una che sfrutta le diverse suggestioni poetiche ti osservazioni sull’intenzionalità e sul poesia raffinata e complessa, di un fasci- (ma anche mitologiche, filosofiche, sto- significato stilistico dell’uso di de + abl. no particolarissimo, che ha assicurato al riche) come mezzi di coinvolgimento – un vero e proprio ‘stilema’ per ottenere poemetto fortuna autonoma e costante a emotivo, in una costante tensione tra tra- effetti di immediatezza e spontaneità, cor- partire dalla sua riscoperta in ambito dizione e ricerca sperimentale, che rende rispondenti alla forma non-classica del umanistico. Con questa nuova edizione difficile l’appartenenza del PV a un gene- tetrametro (p. 27 ss.) – sottolineano quel- Andrea Cucchiarelli (= C.) consegna al re definito (epitalamio, inno?); il conte- la tendenza a uno sperimentalismo metri-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 107 La veglia di Venere

co-linguistico, che trova ampio e convin- sospetto de maritis imbribus (già incon- del non facile v. 18: «precipite la stilla si cente riscontro nei poetae novelli: al pre- trato al v. 4), per quanto marinis del Ri- trattiene dal cadere, piccolo cerchio», ziosismo lessicale, che annovera grecismi, vinus non sia del tutto esente dal sospet- dove lo spostamento in fine di verso, dopo termini rari, tecnicismi filosofici (della to di congettura normalizzante con ripre- la pausa, dà forza al nesso orbe parvo. Al dottrina stoico-pneumatistica), si associa sa appena variata, e perciò poeticamente v. 89 la forte contrapposizione tra la gio- la ricercata esibizione di modi popolare- non molto efficace, rispetto alla clausola ia che precede e la malinconica chiusa è schi nel lessico, nella sintassi e nel me- del v. 4. Al testo tràdito si torna anche con sottolineata eliminando il verbo nelle due tro; il trattamento del tetrametro trocaico floribus del v. 13, dopo il largo consenso proposizioni che riguardano la sfera indi- lascia sempre percepire l’autonomia rit- decretato dagli editori alla congettura del viduale del poeta: «lei canta, a noi il si- mica dei due emistichi, scomponendo il Rigler floridis (da riferirsi a gemmis), in- lenzio: a quando la mia primavera?». Dif- verso lungo in due versiculi (vd. Sept. Ser. terpretato sulla scia di Bernardi Perini ficilissima la resa della strofa filosofica, fr. 6), e d’altra parte tende a non far coin- come concettosa distinzione tra l’impor- dove si apprezza soprattutto il tentativo di cidere l’accento ritmico con quello di porarsi delle gemme e l’azione di Venere tradurre con precisione non priva di ele- parola (come invece è nell’Amnis di Ti- che le fa sbocciare in fiori (vd. trad. «Essa ganza la terminologia stoica: «La stessa beriano); tra i modelli fondamentali tro- l’anno, che si imporpora di gemme, co- dea le vene e la mente con pervasivo spi- viamo, accanto a Virgilio e Lucrezio, Ca- lora di fiori»): valide le argomentazioni a rito / dall’interno governa, procreatrice tullo, presente sia nella dimensione ogget- sostegno della scelta (vd. p. 101), anche dalle occulte forze. / ... infiltra la sua for- tiva dell’epitalamio, da cui è ripreso tra se in favore di floridis resta molto forte e za penetrante, nei sentieri generativi, / e l’altro l’uso del ritornello, che in quella attraente il confronto con Apul. met. così volle che il mondo imparasse le vie soggettiva del poeta d’amore escluso dal- 10.29.2 ver... iam gemmulis floridis cun- del nascere» (vv. 63-67). l’amore. Anche l’emergere malinconico e cta depingeret et iam purpureo nitore pra- Completa il volume un’appendice che

Poesia classica e medievale e classica Poesia sentimentale dell’‘io’ nella chiusa potreb- ta vestiret. Diversamente da Shackleton raccoglie importanti componimenti tardo- be trovare significativo riscontro nell’ana- Bailey che espunge il verso 58 senza ri- antichi sulla rosa, per lo più anonimi e loga sensibilità espressa da Adriano nel- nunciare alla correzione recentibus, me- tutti provenienti dall’Anthologia Latina, l’apostrofe alla propria animula; e la de- todologicamente corretto è il manteni- alcuni dei quali tradotti per la prima vol- stinazione del carme – che difficilmente mento del tràdito rigentibus (del resto ta in italiano. «Le poesie della rosa» (te- poteva essere riservato a una esecuzione suffragato dal confronto con Tiberian. sto e traduzione, senza commento, pp. collettivo-liturgica, vista la chiusa perso- carm. 1.11) in un verso che è verosimil- 155-165) si collegano da un lato alla ter- nale (giustamente C. pensa piuttosto a una mente privo del suo contesto originale, se, za strofa del PV, dedicata appunto al fio- lettura pubblica per un uditorio scelto, p. sulla base delle convincenti considerazio- re di Venere, dall’altro ci mostrano la dif- 41 s.) – presuppone comunque un pubbli- ni strutturali addotte da C. (p. 125 s.), si fusione di questo tema che, particolar- co amante di quei festival e riti religiosi opta per l’ipotesi della lacuna. D’accor- mente suggestivo e ricco di implicazioni campestri che fanno da scenario alle figu- do invece con Shackleton Bailey, C. ac- simboliche, dall’epoca tardoantica passe- re e ai versi un Anniano o di un Sereno. coglie nel tormentatissimo v. 74 della rà nella letteratura europea di tutti i tem- Dunque, la consonanza con la poesia no- strofe storica la brillante congettura di pi: fortuna e vitalità di un motivo che i due vella è tale che, anche ammettendo una Cameron parem, per il quale è facile sup- esergo di Lorenzo de’ Medici e di Pasoli- cronologia più tarda, si dovrebbe consi- porre una precoce corruzione in patrem, ni ben sintetizzano (p. 155). I componi- derare il PV come prova d’un postumo e da cui l’incomprensibile matrem dei co- menti insistono soprattutto sull’origine e perdurante influsso del novellismo2 (d’al- dici. la caducità della rosa, come simbolo del- tra parte per Settimio Sereno e Avito non La traduzione riproduce con versi liberi la brevità della vita e soprattutto della sono mancate ipotesi di datazione al II- i versi dell’originale, cercando di rispet- bellezza; tuttavia, non mancano riscontri III secolo e proprio il confronto con i te- tare la pressoché costante coincidenza sull’attraente ambiguità ‘rosa-fanciulla’ trametri trocaici dell’Amnis di Tiberiano ‘frase-verso’, nonché di rendere il singo- che è centrale nella suddetta strofa del PV, porta a considerare il PV precedente a lare impasto di livelli dotti e popolareschi. dove attraverso una ricercata insistenza di questo autore). Particolare attenzione è rivolta alla resa allusioni erotiche, la rosa ritrova il signi- Il testo seguito da C. è quello di Shack- dell’esibito ‘popolarismo’ del ritmo con ficato simbolico di flos virginitatis, che è leton Bailey (Stutgardiae 1982), da cui le sue ripetizioni e il gioco delle anafore: tuttavia si discosta in nove casi (vd. Ta- vd. e.g. «Domani ami chi mai ha amato, 1 Tra i tentativi di divulgazione della poesia vola comparativa, p. 73) con scelte ocu- e chi ha amato domani ami. Nuova prima- tardo-antica, si ricordi il volumetto Poeti latini late e tendenzialmente conservatrici, am- vera, è primavera ormai di canti: in pri- della decadenza, a cura di C. Carena, Torino piamente argomentate nel ricco commen- mavera il mondo nacque, / in primavera 1988, un’antologia che va dall’imperatore Adriano a Draconzio e comprende (ma solo in to che occupa quasi metà dell’intero vo- concordano gli amori, in primavera si spo- forma parziale) anche il PV. lume (pp. 87-151) e costituisce una novi- sano gli uccelli / e la selva scioglie la chio- 2 Così G. Bernardi Perini, Il Mincio in Ar- tà per la collana, finora caratterizzata da ma alle feconde piogge.» (vv. 1-4); «gli è cadia. Scritti di filologia e letteratura latina, a brevi note a pie’ di pagina del testo. Giu- stato comandato di andare inerme, di an- cura di A. Cavarzere e E. Pianezzola, Bologna stamente al v. 11 – uno dei luoghi più pro- dare spoglio gli è stato comandato» (v. 32, 2001, p. 364. Lo studioso, che ha dedicato al blematici dell’intero carme – C. rinuncia più efficace di traduzioni più sintetiche PV diversi contributi ora raccolti nel suddetto volume, riconosce nel poemetto una forte com- al pesante intervento de marinis fluctibus, come quella e.g. di Carbonetto «gli è sta- ponente stoica e pneumatistica, difficilmente optando con i più per il lieve ritocco de to ordinato di andare inerme / di andare pensabile oltre il II secolo, cioè in tempi di marinis imbribus del tràdito e fortemente nudo»). Particolarmente elegante la resa dominio neoplatonico (vd. in partic. p. 381 ss.).

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 108 Nonno di Panopoli

motivo epitalamico di ascendenza catul- un primo e benemerito tentativo di rom- professione. Utile l’accorgimento, adotta- liana (cfr. comm. p. 100 con rinvio a Ca- pere il ghiaccio è stata in anni recenti la to nel primo volume, di contraddistingue- tull. 62.39-47). traduzione italiana di Maria Maletta, con re con un asterisco i passi in cui la tradu- Concludendo, l’edizione di C. è un la- la supervisione di D. Del Corno e le utili zione italiana si discosta dal testo greco voro completo che, senza mai rinunciare note di F. Tissoni, finora fermatasi al canto dell’edizione francese riprodotto a fron- a un notevole rigore scientifico, rende 24. Ma un’ come questa, che tende te. Tradurre Nonno è impresa non facile, fruibile a un pubblico di lettori colti – ma a scoraggiare il lettore medio tanto per la e tuttavia i due curatori di questa prima non necessariamente filologi classici – un sua mole (48 canti, per un totale di più di metà del poema dionisiaco l’hanno assolta testo fondamentale della poesia latina tar- 20.000 versi) quanto per la sua innegabi- con grande efficacia. La caratteristica che da, affrontando da un lato con chiarezza le prolissità (la constatazione che solo col più immediatamente salta agli occhi è espositiva e ottime capacità di sintesi spi- canto 9 si arriva alla nascita di Dioniso, l’accortezza con cui entrambi hanno sa- nosi problemi testuali ed esegetici, dall’al- dopo ben otto canti di antefatto, parla da puto interpretare il lussureggiante stile tro offrendo una interpretazione persona- sola), ha forse bisogno di essere proposta aggettivale del poema, evitando i cumuli le e un’ampia inquadratura storico-lette- con un corredo più ricco: un apparato ese- di epiteti e trasformando gli aggettivi ‘nar- raria del carme. Sicuramente un’edizione getico decisamente ampio, corpose intro- rativi’ nella funzione sintattica che essi che può piacere grammaticis... ut sine duzioni capaci di porre nella giusta pro- erano destinati ad assolvere. Ma altrettan- grammaticis. spettiva storica le caratteristiche della to importante è la duttilità con cui essi Silvia Mattiacci poesia nonniana più estranee al gusto sono riusciti a riprodurre la costante al- odierno e tuttavia più utili alla compren- ternanza di registri stilistici delle Dioni- sione della poetica tardoantica, e magari siache – maggiore di quanto l’apparente Nonno di Panopoli, Le Dionisiache. il testo greco a fronte. Chi desiderava tutto omogeneità linguistica possa suggerire ad

Volume I (canti I-XII), introduzione, tra- questo non aveva finora altra scelta che un primo approccio –, dal solenne (cfr. medievale e classica Poesia duzione e commento di D. GIGLI PIC- rivolgersi all’edizione diretta da F. Vian Gonnelli in 22.392-396: «O parente delle CARDI (BUR Classici greci e latini, L per le Belles Lettres – di meno agevole Naiadi, tu che hai sangue disceso da Zeus, 1472), Milano, Rizzoli 2003, pp. 882, e fruizione per il lettore non specialista e / abbi rispetto dell’acqua santa che da 20,00. non francofono, oltre che caratterizzata da Zeus è scesa. / Di Indiani la tua lancia ne Nonno di Panopoli, Le Dionisiache. un costo proibitivo. Adesso l’edizione ha uccisi a sufficienza: smetti / di far pian- Volume II (canti XIII-XXIV), introdu- BUR, curata da quattro tra i migliori spe- gere le ninfe Naiadi che di pianto non zione, traduzione e commento di F. GON- cialisti italiani di Nonno (ai due volumi sanno; / Naiade dell’acque fu anche tua NELLI (BUR Classici greci e latini, L sinora apparsi, che coprono metà del poe- madre») al sarcastico (cfr. Gigli Piccardi 1473), Milano, Rizzoli 2003, pp. 632, e ma, faranno presto seguito i volumi III e in 2.565-566: «Un bel difensore davvero 18,00. IV ad opera rispettivamente di G. Agosti ha trovato il vecchio Crono, o Tifeo; / si è e di D. Accorinti), risponde in pieno alle data un bel da fare la Terra a generare un Il monumentale poema di Nonno di esigenze suddette. Ciascuno dei due tomi figlio dopo la guerra di Giapeto»), dal Panopoli sulle gesta di Dioniso, testimo- si apre con un’introduzione generale am- barocco (Gonnelli in 18.250-256: «ma dal nianza importantissima della cultura let- pia e approfondita: Daria Gigli Piccardi petto fino alla piega delle cosce / la sua teraria e della temperie filosofica e reli- si occupa della poesia tardoantica e del enorme forma ibrida si induriva in scaglie giosa del V secolo d.C., era rimasto fino suo rinnovato approccio alla tradizione di mostro / abissale; mentre le unghie a pochi anni fa sostanzialmente precluso epica, dei pochi e problematici dati bio- delle innumeri mani / erano ricurve in al pubblico dei non specialisti. In Italia, grafici relativi a Nonno, della compresen- forma di falci rapaci. / E dalla cima del za nella sua opera di elementi pagani e collo, su e giù per il dorso spaventoso, / cristiani, del significato del Dioniso non- uno scorpione, la coda incombente sul niano come figura salvifica; Fabrizio collo, svariava / ruotando su se stesso, ar- Gonnelli traccia la storia della fortuna mato dell’acuto pungolo di grandine») a delle Dionisiache, prima a Bisanzio e poi una pur infrequente scrittura più rarefatta nel Rinascimento e nell’età moderna fino che si sarebbe tentati di definire lirica (Gi- a Kavafis e a Calasso. A ciascuno dei nu- gli Piccardi in 1.140-145: «all’epoca in cui clei tematici del poema, generalmente i monti / vagavano battendo alle porte del- costituiti da uno o due canti, è poi dedi- l’Olimpo indistruttibile, / allorché gli dei cata una introduzione specifica. Assai ric- alati sul Nilo tranquillo / volavano alto, a che le note (tendenzialmente più ampie imitazione degli uccelli irraggiungibili, / quelle del primo volume), che illustrano con un remeggio d’ali nel vento a cui non adeguatamente il testo nonniano nei suoi erano abituati / e la volta celeste ne era aspetti letterari, storico-culturali e filoso- come percossa nelle sue sette zone»). fico-religiosi senza rifiutarsi di affronta- In definitiva, due volumi che coniuga- re, ove necessario, problemi di critica te- no nella forma migliore alta divulgazio- stuale con adeguata brevità e chiarezza; ne e Altertumswissenschaft. Si attende con c’è molto di prezioso non solo per il let- sincera impazienza il completamento del- tore colto, ma anche per lo studioso di l’opera. Enrico Magnelli

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 109 Ruodlieb

Ruodlieb con gli epigrammi del Co- te, il consiglio di famiglia per la scelta di esametri leonini, cioè con rima interna, dex Latinus Monacensis 19486. La for- una moglie adatta a Ruodlieb, una prima piuttosto pesanti e grossolani ma, appun- mazione e le avventure del primo eroe scelta sfortunata con una donna di costu- to, rimati: il che significa che il poeta ha cortese, a cura di ROBERTO GAMBE- mi impuri, e il sogno della madre che pre- dedicato una parte significativa del suo RINI, Firenze, SISMEL-Edizioni del figura i successivi sviluppi. Di quel che lavoro a individuare le parole in ragione Galluzzo 2003, pp. LXXX-202, s.i.p. segue resta solo un frammento di pochi del loro suono oltre che del loro signifi- versi che racconta come l’eroe catturi un cato, e la prosa non può che rinunciare a nano che gli promette di svelare il modo valorizzare questo aspetto strutturale del per conquistare il tesoro di una coppia re- testo. Ma grazie alla libertà che questa gale e sposarne la bellissima figlia Heri- scelta gli conquista il traduttore riesce a burg. mantenere costantemente una correttezza È probabile che il destino si realizzas- esemplare e a reggere un registro narrati- se secondo questa linea, ma non abbiamo vo avvincente anche nella frammentarie- un testo che ce lo confermi: tutto quel che tà, permettendosi di sciogliere spesso con possiamo leggere, infatti, 18 frammenti di leggerezza nodi semantici di non facile in- lunghezza variabile dai 3 ai 621 versi, è terpretazione: come a V 195, qui veluti stato trovato fra 1803 e 1807 da Bernhard glandes semper flant regis ad aures, rela- Joseph Docen, bibliotecario della Baye- tivo ai troppi consigli che i cortigiani sus- rische Staatsbibliothek di Monaco di Ba- surravano al re, tradotto «come ghiande», dove la pioggia serve a la rilegatura di un codice. Il suo succes- far capire il senso del misterioso glandes,

Poesia classica e medievale e classica Poesia sore Schmeller ne concluse solo nel 1838 finora variamente interpretato e da Gam- la prima edizione, successivamente arric- berini finalmente svelato, su consiglio di chita dalla scoperta di altri piccoli fram- P. G. Schmidt, come allusione a Georgiche menti, e da allora il poema ha attirato l’at- IV 81 nec de concussa pluit ilice glandis. tenzione di una serie estremamente nutrita L’introduzione costituisce una summa In un vecchio numero di «Semicerchio» di studiosi e filologi, tanto che solo nel No- preziosa al vario sapere che su questo (VIII del 1992, p. 4) un distico del Ruo- vecento ne sono state pubblicate 8 edizio- poema, negli ultimi decenni soprattutto da dlieb era citato, forse per la prima volta ni critiche: una situazione assolutamente Benedikt Konrad Vollmann, è stato accu- in una rivista italiana di poesia, all’inter- inconsueta nella filologia mediolatina ma mulato ma certamente poco frequentato no di un’esplorazione dedicata alla ‘poe- giustificata dall’enorme interesse lettera- dai lettori italiani. Riferisce con rapidità sia del ritorno’. In effetti questo poema, rio, folklorico, linguistico e storico-cultu- ma anche con accuratezza sia sugli aspetti composto nell’XI secolo e abitualmente rale del poema, oltre che dalla necessità filologici e linguistici sia sui problemi sto- presentato come il primo esempio di ro- di confrontare più soluzioni per arrivare rico-letterari suscitati dal testo: dalla ti- manzo cortese, è in qualche modo anche alla migliore edizione di un testo così stra- pologia di cavaliere (ormai profondamen- una nuova narrazione del nostos eroico: ziato dalla tradizione manoscritta, che non te intriso di tratti morali più che guerrieri ambientato in contesto germanico medie- solo ha perduto intere parti dell’opera ma e cristianizzato non solo nella forma ma vale anziché in ambito greco arcaico, nar- ha lasciato molti suoi versi incompleti e anche nell’ideologia, eppure non ancora ra comunque le avventure di un cavaliere mutili. impregnato degli elementi mistici che si che, partito dalla patria per superare ini- Il Ruodlieb, che diversi ordini di prove imporranno in alcuni sviluppi romanzi), micizie e ostilità, dopo aver servito un re conducono a collocare fra la metà e la fine al ruolo del rex maior fino alle ipotesi africano per dieci anni intraprende la stra- dell’XI secolo in ambito bavarese (forse sull’autore, che vengono presentate con da del ritorno, richiamato in patria da due nel monastero di Tegernsee) è stato defi- prudenza e completezza senza avventurar- lettere che gli comunicano la scomparsa nito come la più antica attestazione di si in soluzioni ulteriori. di tutti i suoi nemici e il desiderio della poema eroico cortese, largamente anterio- Una lettura anche non erudita fornisce madre di rivederlo. Il re africano lo con- re ai primi romanzi francesi e a quelli infatti sollecitazioni continue alla memo- geda con dodici consigli di saggezza, che mediotedeschi, e per questa sua posizio- ria letteraria, sia per analogia sia per ano- prefigurano altrettanti episodi della trama ne di sorgività originaria, ma anche per la malia: come le scena di pesca e di caccia a venire. E la strada del rientro è lastrica- caleidoscopica ricchezza di situazioni e (fr. 10 e 3) con un’erba allucinogena (la ta di avventure: l’incontro con un malvi- colori, ha meritato finora più di una tra- buglossa), le scommesse al gioco con gli vente dai capelli rossi che rimane impli- duzione in tedesco, inglese e spagnolo. scacchi (fr. 4), la celebrazione della mes- cato nella seduzione di una donna sposa- Questa di Roberto Gamberini è invece la sa da campo nel fr. 5 e il sontuoso elenco ta; il salvataggio del nipote, che lo accom- prima versione italiana, e contribuirà in di donativi regii, la curiosissima descri- pagnava, dagli adescamenti di una prosti- maniera che ci auguriamo importante alla zione del procedimento con cui dall’uri- tuta; un pranzo di corte nel castello dove conoscenza di quest’opera nella cultura na di lince si ricava una gemma misterio- Ruodlieb si esibirà all’arpa e il nipote co- italiana, anche filologica. È una traduzio- sa, il fulgido ligurio, le descrizioni di noscerà sua moglie, e infine il ritorno a ne limpida e agile, affidabile e leggibile. smalto e oreficeria come la fibbia cesel- casa, accolto con il massimo onore, l’aper- Scegliendo la prosa, evita i rischi e l’am- lata della spilla che chiude la camicia fem- tura dei doni munifici che il re africano bizione di una resa «paritaria» con la vi- minile a 5, 357 per evitare che si vedano i aveva affidato all’eroe, le nozze del nipo- vacità fonetica dell’originale – scritto in seni, nel caso siano maiuscula; i 12 pre-

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 110 Peter Dronke

cetti del re, vera e propria summa di pru- di Wace (madre di Guglielmo il Conqui- linguistico, vero coacervo di germanismi denza contadina e morale cavalleresca; la statore). Ma tutta l’opera è ricca di ele- e grecismi, volgarismi e cultismi, depo- scena della seduzione della giovane mo- menti degni del massimo interesse sia nel sito di un latino tanto vivace quanto ete- glie del suo ospite da parte del perfido confronto con altre testimonianze folklo- rogeneo, irriducibile alla facile gabbia di Rosso (non nominato, come molti perso- riche (studiate in particolare da Seiler e una costellazione privilegiata di modelli. naggi tipizzati di questo romanzo), degna Fowkes) sia con altra documentazione Su questi fronti molto è stato già esplora- di una commedia, l’assassinio del marito letteraria coeva e successiva (studiata da to da Vollmann e predecessori, ma anco- da parte dei due amanti e l’atroce auto- Panzer, Godman, Haug e dallo stesso ra di più credo che si possa fare oggi con condanna della donna, scoperta e perdo- Gamberini, tanto che su questo piano i il sostegno dei nuovi repertori elettroni- nata con un passaggio culturale fulmineo succosi rimandi asciuttamente concentrati ci, che condurrebbero sicuramente a con- ma significativo dal teorico rigore altome- nella nota 160 p. XLVIII avrebbero meri- fronti inediti o localizzazioni di focolai dievale alla clemenza cortese: un mondo tato l’espansione in un vero e proprio ca- culturali fondate su materiali più solidi dei di cui si godono scorci coloriti nel pran- pitolo). La stessa ripresa di espressioni reperti occasionali di una volta; qualche zo al castello del fr. 10 o nella descrizio- metriche sembra seguire una tecnica for- sopresa potrebbe venire forse anche dal- ne della castellana di 10, 55 ss. (que dum mulare che la apparenta alle meccaniche la consultazione, finora inespletata, della procedit, ceu lucida luna reluxit etc.), che tipiche dell’epos di tradizione semiorale schedatura del Mittellateinisches Worter- avrebbe consentito una versione in versi e alle sue riprese colte da Omero in poi, buch, inedita per tutto ciò che riguarda le neostilnovistici, ma che Gamberini af- ma in questo caso è articolata spesso in lettere E-Z ma consultabile su richiesta fronta comunque con eleganza: «Quando tonalità ironiche e ludiche che erano del nella sede di Monaco. Potranno sembra- ella comparve, risplendeva radiosa come tutto estranee all’epica classica e che sa- re itinerari di erudizione, ma dinanzi alla la luna. Nessuno, per quanto valente fos- ranno invece tipiche, anche se in misure ricchezza di esche offerte da questo ro- se, avrebbe potuto riconoscere se stesse variabili, del mondo medievale. manzo ricerche del genere diventerebbe- medievale e classica Poesia volando o fluttuando o se stesse muoven- Anche sul piano strettamente filologi- ro vere e proprie esplorazioni dei miste- dosi in qualsivoglia altro modo, tanto lan- co il Ruodlieb è una palestra insostituibi- riosi laboratori nei quali si consuma la mi- guidamente, infatti, muoveva il passo al le perché, nella necessità di integrare il sconosciuta creatività linguistica del me- suo incedere»; la scena leggiadra della testo perduto nei margini erosi o tagliati dioevo centrale: su questa pista il Ruo- voliera e della maestra degli uccelli nel fr. della pergamena, ha consentito a schiere dlieb è suscettibile di fornire altre sorprese 11; il tenerissimo quadro del servitore che di editori una serie di interventi diagno- ai cultori della letteratura mediolatina, aspetta Ruodlieb appostato da vedetta sui stici e terapeutici che Gamberini riporta come – ora che finalmente si può apprez- rami di un ciliegio, affidando a una tac- utilmente in apparato, scegliendo poi di zare in italiano – è suscettibile di rilancia- cola parlante gli aggiornamenti per la re- solito la soluzione dell’ultimo e migliore re sollecitazioni ai conoscitori di altre let- gina (fr. 12); le nozze (fr. 14) del nipote editore, cioè Vollmann. Ma molto lavoro terature medievali e moderne. di Ruodlieb con la figlia della castellana sarebbe ancora possibile immaginare an- Francesco Stella (altri due personaggi senza nome ma con che nella produzione o nell’espansione di personalità fortissima), segnate dal ritua- un apparato di loci similes: Gamberini, le misterioso dell’affilamento della spa- sulla scorta dei precedenti editori e di ri- PETER DRONKE, Imagination in the da e dal discorso inaspettatamente sfron- cerche personali, propone già qualche pre- Late Pagan and Early Christian World. tato della fidanzata, che rivendica con vi- zioso rinvio nel succinto corredo di Note The First Nine Centuries A.D., Firenze, gore una parità perfetta di diritti e di po- che chiude l’edizione (precedendo quella SISMEL-Edizioni del Galluzzo 2003, pp. sizione («voglio che mi serva notte e gior- degli 11 epigrammi trovati nello stesso XIII + 261, s.i.p. no con abnegazione: tanto meglio lo farà, codice monacense). Su questa base esile tanto più mi sarà caro... vorresti che io ma solida si potrà costruire un vero e pro- Pur vivendo in una società fortemente fossi la tua meretrice? ... frequenta pure prio commento, che ci auguriamo sia nei visuale, tendiamo oggi a privilegiare un tutti i bordelli che vuoi, ma senza di me! programmi dello stesso Gamberini o di rapporto con le immagini molto sempli- Ci sono tanti uomini al mondo...); o an- suoi emuli: per suggerire solo qualche ce e immediato, legato all’effimera occor- cora la descrizione dell’uomo e della don- direzione di ricerca, a 5, 61 veluti bellare renza o al costituirsi di segni a scopo uti- na invecchiati, di un realismo impietoso paratum si cita Waltharius 1282 pedites litaristico facilmente identificabili, e an- e maturo accanito nei dettagli ma privo di bellare parati, ma in altra sede sarebbe ch’essi di brevissima durata. La tarda an- sgradevolezze nella sua retorica umanità utile ricostruire l’anamnesi completa della tichità (III-VII sec. d.C.), una società (fr. 16); la scena magistrale (fr. 17) dello formula risalendo a Stazio Theb. 7, 321, basata sull’immagine in modo per certi smascheramento della tresca fra la prima Corippo Ioh. 3, 124 e Anthologia Latina aspetti simile al mondo odierno, aveva candidata moglie di Ruodlieb e un prete, 3, 134; oppure a 5, 70, ove per il termine una concezione assai differente della fun- fra l’imbarazzo e lo sdegno, e il successi- compatres, che darà «compari» ma non ha zione delle immagini: si era interessati vo sogno della madre, che anticipa la nar- molte attestazioni latine precedenti se non soprattutto a vedere ciò che la vista fisica razione futura secondo un modello che, in documenti conciliari, si potrebbero ci- non può cogliere, a esercitare quello che per limitarci anche solo al mondo franco- tare i Quirinalia di Metello (48, 13 e 48, veniva chiamato «occhio intellettuale». germanico dell’epoca, ci sembra riscon- 11), proprio un testo di quel monastero di Non conosco formulazione più chiara ed trabile anche nel Waltharius (Hagen) e Tegernsee da cui si ipotizza che il Ruo- efficace di due epigrammi di Agazia (lo nell’Ecbasis captivi (il lupo), nell’Edda dlieb provenga. Numerose sono le curio- storico ed epigrammista vissuto nell’età (Brunilde e Atli) e nei Geste des Normans sità che il poema suscita anche sul piano di Giustiniano e morto nel 582) che de-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 111 Peter Dronke

greco si chiama phantasia, la «capacità spirituale dell’arte erano state precedute immaginativa». da considerazioni di Filone sul valore tra- Il nuovo libro di Peter Dronke, uno dei scendente delle immagini (phantasiai), di massimi mediolatinisti europei, è dedicato Longino sulla capacità dell’artista di ve- proprio allo studio delle concezioni tardo- dere oltre il mondo sensibile (de subl. 35- antiche e altomedievali delle immagini e 36) e soprattutto di Filostrato, vit. Apoll. dell’immaginazione, e ai suoi concreti 6.19, sulla phantasia come capacità crea- riflessi nella poesia e nelle arti figurati- tiva superiore, che permette all’artista di ve. Il periodo preso in esame è quello che creare non imitando il mondo visibile, ma va dal I al IX sec. d.C., dalla scuola ales- facendo riferimento alla vera realtà (e non sandrina (Filone, e poi Origene e Plotino) vanno trascurate le idee sulle immagini alla rinascenza carolingia e alla grandis- visuali che possono raggiungere una real- sima personalità filosofica, teologica (e tà superiore, espresse da Cicerone, come poetica) di Giovanni Scoto Eriugena, la ricorda Dronke sulla scia di Panofsky). cui figura di unificatore di idee e imma- Tuttavia Filostrato negava un punto chia- gini che traversano il mondo continenta- ve, cioè che anche immagini incongruen- le e quello irlandese, il latino e il greco, ti possono esprimere la realtà trascenden- scrivono raffigurazioni dell’arcangelo il neoplatonismo e il cristianesimo (cfr. p. te: è il punto decisivo, il valore da dare alle Michele, conservati in due chiese di Co- 232) è costantemente presente in tutto il immagini simboliche, su cui lavorerà la stantinopoli (Antologia Palatina 1.34 e volume. È difficile dare una definizione speculazione neoplatonica e che troverà 1.36). Nel primo, A.P. 1.34, dopo aver complessiva del genere di ricerca cui per- negli scritti dello Pseudo Dionigi l’Areo-

Poesia classica e medievale e classica Poesia osservato il paradosso della rappresenta- tiene il lavoro di Dronke: iconologia, sto- pagita (VI secolo), influenzati fortemen- zione concreta di un’entità incorporea, il ria delle immagini, storia dell’estetica, te da Proclo, la sua formulazione più com- poeta suggerisce che la cosa non è fuori letteratura comparata, storia della tradi- piuta: di qui passerà al medioevo greco luogo «dato che l’uomo vedendo la figu- zione retorica, filosofia, storia dell’esege- (meno studiato da Dronke) e a quello la- ra, indirizza l’animo suo a superiori pen- si, sono tutte discipline che si armonizza- tino attraverso la traduzione e l’interpre- sieri: cosicché non ha più egli incostante no in modo mirabile in queste pagine, tazione di Eriugena. Gli angeli – dice lo venerazione, ma in se stesso inscrivendo accompagnate da una profonda conoscen- Pseudo Dionigi –, in quanto immagini di l’immagine ne ha timore come se fosse za della tradizione letteraria e della poe- Dio, permettono al divino di discendere presente. Gli occhi stimolano l’anima, sia tardoantica e medievale, anche nei suoi nel mondo sensibile e alla mente umana profondamente ché l’arte, con i suoi co- momenti più inaspettati. Se si vuole indi- di compiere il percorso trascendente, pro- lori, sa condurre la preghiera dello spiri- care un modello si può, a mio avviso, pen- prio riconoscendo e creando le immagini to» (trad. G. Viansino)1. L’immagine del- sare solo alla Letteratura europea e il degli angeli (cfr. p. 18): è esattamente il l’arcangelo, dunque, non ha tanto va- Medioevo Latino di Curtius, con cui del concetto espresso negli epigrammi di Aga- lore in sé, ma deve essere osservata per resto Dronke dialoga di continuo nel suo zia sopra citati. Il valore anagogico delle la sua capacità di condurre l’anima alla libro. immagini, la complementarietà di simbo- contemplazione di una realtà superiore. Al primo capitolo (pp. 5-24) è affidata li appropriati e inappropriati, sono concet- Circa un secolo prima tale valore anago- la discussione sul concetto di immagine ti dionisiani che vengono rielaborati nel- gico era stato esplicitamente dichiarato in e di phantasia nel mondo greco-latino e l’esegesi di Eriugena, che si caratterizza un essenziale distico da Nilo Scolastico, nei suoi sviluppi tardoantichi. Nel percor- anche per la peculiare concezione di un Antologia Palatina 1.33: «audace dar for- so storiografico un punto centrale è occu- processo immaginativo in cui il sacro e ma a un essere incorporeo: ma l’immagi- pato da Plotino, che nel III secolo elabo- l’artistico procedono in armonia, a forma- ne eleva al ricordo intellettivo delle cose rò una teoria della visione e della cono- re una theologia veluti quedam poetria. celesti». La vista fisica è solo il primo scenza artistica che sarà alla base delle Seguono cinque capitoli dedicati ad momento di un processo intellettuale e nuove estetiche dell’arte tardoantica e esplorare le modalità di riutilizzo e tra- metafisico: nella tarda antichità si assiste medievale2. La mimesi artistica secondo sformazione di immagini e simboli del al fenomeno di un ampliarsi delle capa- Plotino è una «imitazione capace di co- trascendente nelle arti figurative e soprat- cità descrittive delle opere d’arte, che gliere come uno specchio il riflesso di una tutto nella poesia tardoantica e altomedie- corrisponde a un parallelo aumento di forma» (4.3.11), cioè deve cogliere non vale, nella produzione greca, latina, irlan- ‘astrattismo’ in esse. È un’epoca in cui l’apparenza della materialità, ma l’essen- dese, siriaca. La ricchezza del mondo che erano di gran voga le ekphraseis, le de- za delle cose, che è quella parte di spiri- Dronke dipana al lettore è stupefacente: scrizioni di monumenti, edifici, pitture, tuale che le lega al Nous, al Primo Prin- si comincia con le immagini della danza spesso opere in versi di grande raffinatez- cipio della vera realtà, che è solo spiritua- nelle sue risonanze cosmiche e soteriolo- za, ma che descrivono la realtà fisica in le. Quindi il mondo materiale può aiuta- giche (quella dell’anima nel coro celeste, termini ben diversi da come appariva: gli re a cogliere l’Intelligibile, ma d’altra quella di Cristo che danza nella risalita al autori, e il loro pubblico, erano interessa- parte ha valore solo in quanto riflette que- Cielo, quella del coro delle stelle che dan- ti non a ciò che si vedeva, ma a ciò che si sto intelligibile. Osservare un’opera d’arte za accogliendo il Salvatore), un capitolo non si vedeva, a una realtà superiore, per- significa dunque trascenderne la forma che prende le mosse dalle ricorrenti figu- cepibile non con le facoltà sensoriali, ma sensibile e coglierne invece la luce intel- re di danzatrici dell’arte copta tardoanti- con quelle intellettive: con quella che in lettuale. Le idee di Plotino sulla visione ca e passa attraverso i neoplatonici, gli

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 112 Peter Dronke

Inni di Sinesio (di cui in tutto il volume sori del viaggio al paradiso terrestre di zione della letteratura e delle immagini Dronke offre letture in filigrana spesso Dante. Il quinto capitolo offre una pano- pagane e del loro rapporto con quelle cri- sorprendenti), Clemente Alessandrino, gli ramica di alcuni animali simbolici, dalle stiane: non viene riproposta la concezio- Atti di Giovanni (col bellissimo inno di rappresentazioni dell’anima come uccel- ne di due poli irriducibili o di due momen- Cristo che guida la danza degli apostoli), lo, al cigno (con l’analisi della bellissima ti di un consequenziale processo storico Gregorio di Nazianzo, Ambrogio, Proclo, Sequenza del cigno, ritmo latino del tar- di adattamento e di superamento, bensì Romano il Melodo, fino al IX secolo con do IX sec.), la colomba e la tortora, l’aqui- la visione di un mondo di fecondi scam- i carmi di Notkero e il Cristo di Cynewulf la, il leopardo, le sirene, il cervo (pp. 148- bi e di mutue relazioni, che ha adottato (pp. 25-67). Segue poi un capitolo sul 184): anche qui Dronke mette il lettore a linguaggi, riusato immagini e forme di mare come immagine del cosmo e sulle contatto con un grandissimo numero di pensiero, in un continuo movimento di rappresentazioni poetiche e figurative di testi, alcuni dei quali assai poco noti al di ripensamento della tradizione, che ha Thalassa (pp. 70-100), un viaggio che fuori degli specialisti, come la versione portato infine a una compiuta ridefinizio- comincia da Eriugena, costeggia Dante e latina dell’inno degli Atti di Tommaso o ne del sistema concettuale e letterario. poi ritorna in dilettosa navigazione a So- un brano del commento di Eriugena al Un modo di approccio alla letteratura (e focle, Seneca, e ancora a Clemente, Ago- prologo di Giovanni (stampato secondo la al mondo visuale) della tarda antichità e stino, Ephrem siro, la poesia antico irlan- sua struttura di prosa poetica, pp. 167- del medioevo che costituirà un imprescin- dese e quella anglosassone, e poi le 168), o il Salmo dei Naasseni (II secolo). dibile punto di riferimento negli anni a ekphraseis protobizantine e un bel mosai- Infine l’ultimo capitolo (pp. 185-228), venire. co giordano. Il quarto capitolo (pp. 101- come vorrebbe un percorso ascendente di Gianfranco Agosti 145) è dedicato alla persistenza delle im- tipo dionisiano, tratta delle immagini del magini di Afrodite ed Eros nell’arte Sole e della Luna, dell’interazione del- 1 Agazia, Epigrammi, Milano 1967. Si veda

(Dronke prende le mosse dal famoso l’imagerie pagana e cristiana relativa ai E. Kitzinger, «DOP» 8, 1954, pp. 138-139; R. medievale e classica Poesia quanto controverso cofanetto di Proiecta, due astri, e delle rappresentazioni della McCail, «Byzantion» 41, 1971, pp. 241-247 (è in cui una sposa cristiana è celebrata con divinità come fuoco e luce: anche qui non probabile che dietro il tono difensivo ci sia la polemica sulle rappresentazioni degli angeli). la toeletta di Afrodite) e nella letteratura, mancano le esplorazioni di testi pochis- 2 che si spiegano con la rilettura allegorica simo noti come gli Inni orfici, i papiri Da ricordare il pionieristico A. Grabar, Plotin et les origines de l’esthétique médiéva- di tali figure (si pensi all’interpretazione magici greci, gli Oracoli caldaici, e poi le, CA 1, 1945, pp. 15-34. Per lo «hidden me- origeniana dell’amato del Cantico come ancora Sinesio, Gregorio, Ambrogio, Pru- aning» si veda anche G. Mathew, Byzantine Cristo-logos, chiamato però Eros-Amor, denzio, ma anche Anastasio Sinaita, gli Aesthetics, New York 1971 (1964), pp. 38-47; e alla raffigurazione di Eros e Psiche in aenigmata anglosassoni. e inoltre M. Cagiano de Azevedo, L’eredità alcuni sarcofagi paleocristiani), che ne ha Il lettore, anche non specialista, ma in- dell’antico nell’alto medioevo, in IX settimana di studio del Centro Italiano di studi sull’alto permesso la continua presenza nella tra- teressato alla poesia e alla storia delle medioevo, Spoleto 1962, pp. 466-474. dizione degli epitalami cristiani (Sidonio immagini, troverà un libro di una ricchez- 3 Impossibile qui enumerare tutti i singoli Apollinare, Ennodio, Draconzio etc.); ad za inesauribile, in cui sono coniugati sen- contributi critici a questioni spesso assai discus- esse segue un suggestivo studio sulla per- so storico e sensibilità letteraria, sostenuti se: ricordo però almeno le poche ma ficcanti os- sistenza dei motivi pagani nelle rappre- per di più da una prosa vivace e assai per- servazioni sulla profonda religiosità che traspa- re dal carme De Salvatore di Claudiano (p. 126), sentazioni letterarie del mito della fenice spicua e da un’esposizione simpatetica e o l’identificazione palmare della figura di Mel- 3 e nella sua interpretatio christiana di sim- affascinante . Dal punto di vista metodo- chisedek in un affresco da poco scoperto, che bolo di Cristo e di uccello del paradiso, logico l’aspetto forse più innovativo del getta nuova luce sulla diffusione dell’apocrifo per finire con lo studio di alcuni precur- lavoro di Dronke è la diversa considera- 2Enoch nell’Occidente medievale (pp. 142-145).

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 113 POESIA FINLANDESE a cura di Lorenzo Amato

Quando il sole è fissato con i chiodi. ironia emerge in poesie come quella senza / Sono quel ragazzo dai capelli d’oro che Poeti finlandesi contemporanei, a cura titolo tratta da Chi parla (Kuka puhuu vi bruciò / l’essiccatoio l’estate scorsa. di ANTONIO e VIOLA PARENTE, Mi- 1994), dove la descrizione di un paesaggio Verniciai di rosso / le case, i cavalli e i lano, Asefi 2002, pp. 144, e12,00. naturale si trasforma in un gioco sensuale campi; rimasi in piedi nudo / davanti al di descrizione femminile: «Giacciono tramonto e tu ridesti, / mi chiedesti in che Questa nuova antologia di poesia in lin- languide nella bufera di neve / come una modo il mio sole / è fissato con i chiodi». gua finlandese merita una segnalazione donna sotto la doccia, / queste alture, co- In Merja Virolainen l’interesse per speciale non solo per la scelta di autori sce formose semiaperte, / le lingue deci- l’identità della donna nella storia, nella contemporanei mai tradotti precedente- se delle costole / sotto la pelle bianca mitologia e nel presente si affianca a quel- mente in lingua italiana, quanto soprattut- come neve / scendono spioventi nella go- lo per le tradizioni e l’antica religione to perché tale scelta verte su quei poeti che la, / dove uno sciatore solitario / si fa sci- pagana della Finlandia. Riporto di segui- nel corso degli anni ’90 hanno saputo ri- volare sulla neve intatta arranca / [...]» to una poesia, che, inedita anche in Fin- vitalizzare e rilanciare la poesia in Finlan- Jouni Inkala, studioso del poeta ameri- landia, ha visto la luce per la prima volta Poesia finlandese Poesia dia dando vita alla cosiddetta ‘terza età cano E. E. Cummings, nella poesia tratta proprio in questa antologia: dell’oro’ della poesia in lingua finlande- dalla raccolta Qui il suo limite riflette sul se. Come scrive Viola Parente-Capkova potere evocativo di una poesia che, nata Se mi sciolgo fondendomi nella pioggia, nell’introduzione al volume «questa rac- come gioco fanciullesco, come atto di e vedi colta non vuole essere una selezione rap- cesello, quasi suo malgrado arriva a rive- alla finestra il caprimulgo, presentativa della poesia finlandese con- stire un ruolo attivo in un mondo dal qua- quando prima di dormire ti togli temporanea [...]. Gli autori scelti sono le è sparita ogni traccia di velo giocoso: la camicia bianca, legati fra loro da un comune retroterra «I figli dei vicini giocano, scrivono con culturale: tutti hanno studiato o studiano le muffole / sui vetri delle finestre / co- apri la finestra: sono io, teoria letteraria, lingue o filosofia, inoltre perti dalla brina della sera, rigo dopo rigo, ali scottate, svolazzo nei tuoi occhi, quasi tutti hanno collaborato [...] con la / presto vedranno attraverso le loro paro- mi appoggio al tuo collo ardente, rivista Forza Giovane e hanno partecipa- le. / La crudeltà del mondo si schiarirà. / una risata morbida, bisbigli, to, negli anni novanta, al progetto di ‘ri- Presto ne decideranno la sorte, / ne pren- apro le ali sul tuo petto, le chiudo, surrezione e rilancio’ della poesia». Altro deranno possesso». atterro in un respiro sulla pancia ardente, assai significativo tratto comune a tutti Olli Heikkonen, ne Il sole di Yakuzia amore, rimango sulle tue labbra questi poeti è «l’attenzione particolare per (Jakutian aurinko) descrive un viaggio la lingua e per la sua influenza sul pen- attraverso la Siberia fino a Vladivostok da Viola Parente Capkova e Antonio Pa- siero e sull’identità». Gli autori presenti lui mai compiuto: immagini e suggestio- rente collaborano da anni a numerosi pro- nell’antologia sono Juhani Ahvenjärvi (n. ni di rara forza emotiva, quali «E la terra getti di traduzione letteraria dal finlande- 1965), Olli Heikkonen (n. 1965), Jouni è scossa, quando l’oro nero, l’oro verde / se, e hanno pubblicato, tra l’altro, su Ate- Inkala (n. 1966), Riina Katajavuori (n. viene estratto, le uova di storione messe lier, , Poesia e Settentrione. Pre- 1968), Jyrki Kiiskinen (n. 1963), Tomi in scatola / a due mani, in tre turni/ si nu- sentare al pubblico italiano un movimen- Kontio (n. 1966), Heidi Liehu (n. 1967), tre la bocca affamata», oppure «Il ghiac- to poetico che in Finlandia è tuttora vivo Lauri Otonkoski (n. 1959), Annukka cio si contorce diventando masso / vicino e vitale è certamente un’operazione di Peura (n. 1968), Helena Sinervo (n. 1961), la riva. / Il margine del mondo, veniva grande valore culturale per il nostro pae- Merja Virolainen (n. 1962): tranne detto, / ma adesso si sente anche dell’al- se. Ottima la scelta degli autori e delle Otonkoski, tutti nati nel corso degli anni tro. / I fili dell’alta tensione / friniscono, poesie che, pur in un volume di non gran- ’60. Pur perseguendo strade poetiche ben e vengono portati i binari [...]», derivano dissime dimensioni, riescono a dare un distinte, il gruppo di poeti, rilanciando infatti da libri di fotografie che il poeta ave- quadro completo dei diversi interessi e l’antica rivista Forza Giovane, seppe dif- va visto in una libreria. Ma in questo modo, inclinazioni dei poeti di Forza Giovane. ferenziarsi dalla poesia dell’establishment come scrive Kari Sallamaa, in «Books Notevoli le traduzioni di Antonio Paren- letterario, ma anche da tutti quei movi- from Finland» (anno 2001, vol. I pp. 6-6), te, che pur restando sostanzialmente fe- menti poetici giovanili underground che, «(...) because we are, in relation to other deli agli originali, riescono a dare in ita- collocando la propria esperienza lettera- cultures, at the mercy of images and men- liano una resa poetica e linguistica di for- ria al di fuori o in opposizione alla socie- tal images, deliberate anachronism may te suggestione musicale ed emotiva. Poe- tà, di fatto si chiudevano a ogni possibili- tune the attention to what is typical». ti fra loro diversissimi per spirito, lingua tà di dialogo, e quindi di azione, con la so- La ricerca di nuove possibilità espres- e ricerca trovano nelle versioni italiane cietà stessa. sive e i toni assurdi e surrealistici carat- una voce che sa adattarsi alle loro parti- Fra i poeti segnalo Riina Katajavuori, terizzano l’opera di Juhani Ahvenjärvi, colarità lessicali, anche laddove i riferi- che indaga a fondo la lingua e l’identità una delle cui clausole ha dato nome alla menti al mondo arcaico finlandese (si dal punto di vista della donna-poeta: la sua presente antologia: «Non mi conosci più? pensi alla Virolainen) sono espressi in una

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 114 Helena Sinervo

lingua la cui connotazione, più che tradot- sie, gli animali associano, piuttosto, le ta, necessita di essere completamente ri- creature che conosciamo dalla poesia sur- creata. realista. Nella raccolta, le dimensioni Successivi sviluppi della poetica di mitiche e intertestuali si fondono con Helena Sinervo, Merja Virolainen e Tomi quella comune di ogni giorno, in scena Kontio sono analizzati nelle recensioni nella Helsinki di oggi, dove i protagoni- che seguono. sti sono «le meravigliose donne nel cor- Lorenzo Amato tile» e un bambino che riconosce «la ma- gia adamantina dei nomi». Leggerezza, ironia e senso d’humour, gioco e magia HELENA SINERVO, Oodeja korval- compensano l’importanza filosofica e le (Odi per l’orecchio), Helsinki, WSOY l’urgenza degli interrogativi posti dall’au- 2003. trice.

L’ultima raccolta di Helena Sinervo Sebastian in trauma conferma la grande capacità dell’autrice di sviluppare, in modo creativo e origina- Si aggira nella sala degli specchi, le, l’eredità della poesia finlandese, popo- probabilmente un romantico, lare e non, e di fonderla in maniera ele- esamina la società dalla propria immagine, gante e senza forzature con la tradizione una faccia rispecchia tutto il regno animale, te di fondo delle poesie sembra essere finlandese Poesia culturale europea e mondiale. Il titolo si l’ago di un pino tutti i tipi di bosco. piuttosto la «rapacità». Anche se il titolo ispira apertamente alla tradizione classi- della raccolta sembrerebbe indicare la fre- ca delle odi e anche ai modi del loro suc- Se non ci credi, esamina anche il genotipo sca energia di una ragazza, si tratta piut- cessivo sviluppo nella poesia mondiale. [del topo: tosto di voci, grida e domande di una don- Queste poesie di virtuosa ritmicità sono in ogni specchio un piccolo grida dalla na adulta. La credenza in un amore ro- vere e proprie ‘odi per le orecchie’, piene [fame, mantico, da batticuore, si giustappone in di variazioni strofiche e rimiche, usate le corde vocali del buio fuoriescono dalla modo parodico al dogma del cristianesi- come mezzo di defamiliarizzazione del- [bocca, mo, nel quale viene provata e ritualmen- l’uso poetico corrente, dove l’assenza di inviano richieste di soccorso alla rete te ripetuta la credenza in un uomo o un rime è la norma. La precisa e suggestiva [nervosa. dio unico e giusto. Essenziale è l’impe- composizione delle singole poesie e del- tuosa presa ritmica e anche l’incisivo uso le sezioni della raccolta sottolineano l’am- Allunga la mano per soddisfare la fame, strategico della simbolica fonetica, testi- piezza dell’inquadratura offerta dall’autri- si comporta come fosse a se stesso madre, monianza della gioia e dell’amore per la ce: le variazioni del mito di Orfeo si fon- entra nella stanza dei bambini dell’immagine lingua. L’accorto uso ritmico, già presente dono col mito baltofinnico dell’eroe [riflessa nell’opera d’esordio dell’autrice dove Väinämöinen, capace coi suoi canti ma- un verso sciocco, il biberon nella tasca veniva elaborata anche la tradizione del- gici di richiamare tutto ciò che fosse vivo, [interna. la poesia metrica, indica qui una fortissi- e si legano alle allocuzioni della moder- ma voglia di vivere, una dimensione ‘fi- (Traduzione di Antonio Parente) na ‘cantrice di runi’. Nella poesia Arkit- sica’ della poesia, si arricchisce di vortici tomat (I senz’Arca), che dà il nome alla Viola Parente-Capkova. e correnti di fonemi, di assonanze e cicli- prima sezione della raccolta, si assiste alla cità e mostra anche collegamenti alla ses- culminazione del tema dell’alienazione sualità. Anche il sesso è oscurato dall’ine- degli attuali eredi del Noè biblico, ai quali MERJA VIROLAINEN, Olen tyttö, vitabile solitudine, ma, da questo punto di «l’acqua sale già fino all’ombelico». ihanaa! (Sono ragazza, che bello!), Hel- vista, le poesie cercano di aggiungere L’Arca di Noè, illuminata, compare sol- sinki, Tammi 2003. anche qualcosa di verosimile: un caos tanto nell’ultima sezione della raccolta, senza fine, una multipla contemporanei- dove «si rispecchia nel liquido amnioti- La quarta raccolta di poesie di Merja tà e forse anche assurdità. Sono forse parte co». Lo sconfinamento delle questioni Virolainen, Sono ragazza, che bello!, svi- dell’essere ragazza le varie esperienze di metafisiche in questioni fisiche viene luppa i temi già presenti nelle raccolte stravaganza e di non esistenza? La raccol- esplicitamente indicato nella sezione della precedenti, vale a dire l’amore carnale, i ta pone, oltre a queste, anche altre doman- raccolta intitolata Ruumiissa (Nel corpo). ricordi d’infanzia, l’esistenza senza amore de, ad esempio come la donna potrebbe La decomposizione della dicotomia cor- e la problematica dell’identità. Le con- trovare opportuni punti di appoggio a cui po e anima fa da filo conduttore a tutta la traddizioni e l’ambivalente irresolutezza ancorarsi. Il passato non offre molti attrac- raccolta, e viene rinforzata, in apertura, sono tipiche per la Virolainen: le poesie chi e neanche il presente fornisce spazi dalla citazione cartesiana sullo studio il- sembrano sfidare il lettore in un modo che adatti per le donne che chiedono qual- lustrativo dell’anatomia del cuore animale potrebbe anche importunarlo. Da queste cos’altro che il riuscire sempre in tutto col invece che umano. Il confine tra uomo e poesie non c’è da aspettarsi un equilibra- massimo dei voti. «Non sarò mai quello animale viene sottolineato e, allo stesso to compimento o una sofisticata catarsi. che vuoi» afferma l’io lirico verso la fine tempo, messo in dubbio sulle variazioni La bellezza di essere ragazza è da consi- della raccolta. Questo non significa, però, della metamorfosi di Ovidio; in altre poe- derarsi tra virgolette, in quanto la corren- la fine del mondo ma piuttosto l’inizio di

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 115 Tomi Kontio

un mondo tipicamente proprio, tipico le lepri ondose si precipitano dal mare modo sempre fragile. Anche dopo un’at- come la poesia stessa della Virolainen. per far danzare le ragazze! tenta lettura, il lettore rimane in dubbio se il cielo, presente già nel titolo, sia la (Traduzione di Antonio Parente) * * * meta dell’ultimo viaggio, un esplicito Siru Kainulainen conforto con la sua stessa esistenza oppu- Sono ragazza, che bello re un’immagine irreale dalla quale stac- appena ascesa in terra carsi pregando. Kontio sfida il lettore con coi capelli sabbiosi di sparto, TOMI KONTIO, Vaaksan päästä tai- la sua intertestualità, con un virtuosismo vaasta (A una spanna dal cielo), Helsinki, linguistico che conquista spazi nuovi gra- c’è un porticciolo cosciente della propria TEOS 2004. zie ad immagini profonde e toccanti. essenzialità che sogna di me, La poesia di Tomi Kontio origina, in Dice è lui, qui, sempre. senso letterale e multiforme, dall’area di le alghe si ergono incantate, confine della città, esplora concetti, li Non ha rinunciato a nulla, né rinuncerà, l’erba storna sorride, smantella e rimodella, percorre la distan- col proprio corpo misura il peso delle parole gli occhi dei fiori si aprono, za tra comunicazione, comunità e incon- divisibilità. E ciò a partire dal titolo stes- e comunque così lieve, è così lieve ciò che uno spiffero scrupoloso dimentica so della raccolta; in finlandese, la parola continua di soffiare sulla bua del pino sulla riva, vaaksa (spanna) è associata a un famoso Poesia finlandese Poesia adagio che ammonisce sulla possibile in- così lieve che neanche il vento può arrivo incespicando, combenza del pericolo. Anche la presen- [afferrarlo, l’inciampo fa sobbalzare cavolaie, za di vari pericoli risulta molteplice nelle neppure un sospiro, una voce, le fugaci ballerine, sacchi di vermi, poesie di Kontio, e ciò malgrado la morte [tenaglie della luce sorvolo al galoppo la rocambola, e la ‘chiassosa erosione’ procedano len- tamente e inesorabilmente: il senso di ir- così lieve e così greve rende sprizza la gioia, punzecchia revocabilità è, comunque, da sopportare. ciò che misura con se stesso o con l’altro, in ogni graffio: La grande tensione dell’opera, che si scelto no, questo è davvero manifesta attraverso una forte corporali- troppo, che bello! tà, femminilità, mascolinità e veloci ac- che i piedi affondano nel nucleo pietroso, celerazioni e rallentamenti di ritmo, na- gli occhi nel nucleo penoso Tutto si è raccolto in rosso sce dalla contrapposizione del silenzio per ricevere me, proprio me: finale con le voci, le immagini della cit- e l’eternità, l’unicità in eterno nei suoi tà, la vivacità e l’organicità strutturale. [buchi oscuri come se aspettasse, fosse l’acetosa fa spazio Nelle poesie possiamo trovare rielabora- nella sua marsina, s’inchina, zioni della faccia conosciuta della città, avesse voglia, volesse. il canneto sussurra di me, bruisce, di storie, dettagli, introspezione e narci- le maestà in altoparlanti fogliose sismo. L’essere vivo implica una gioia (Traduzione di Antonio Parente) frangono l’infinito discorso ufficiale, immeritata e una continuità in qualche Outi Hollender

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 116 POESIA FRANCESE a cura di Michela Landi

CHARLES BAUDELAIRE, I fiori del l’equilibrio tra visione idiosincratica del tiche di singoli componimenti: l’endeca- male. Traduzione e cura di Antonio Pre- reale e forma-senso dell’opera d’arte, che sillabo di Luzi che asciuga gli attardamen- te, Milano, Feltrinelli 2003, pp. 422. in Baudelaire si rivela costitutivamente ti vocalici della Vie antérieure, facendo- instabile come un edificio in perpetuo ed ne un gioiello della poesia italiana) è que- imminente crollo, fa della traduzione una sta un’esperienza traduttiva che, estesa ad paradossale conservazione dell’instabile: un’intera raccolta, dimostra come una un funambolico destreggiarsi tra una per- profonda conoscenza dell’officina poeti- cezione individuale sempre ridondante e ca unita ad una lunga e paziente frequen- la sua resa artistica, governata dal nerbo tazione dell’autore possa fornire non solo della prosodia e, nondimeno, recalcitran- felicissime – quanto inevitabilmente spo- te. Antonio Prete presenta, in una preli- radiche – rispondenze ma, soprattutto, un minare «Nota sulla traduzione», il dilem- tenore costante di alta resa. L’indole ‘tea- ma che gli si è prospettato e che, pur pre- trale’ e tendenzialmente narrativa del dop- Poesia francese Poesia

Brodsky e irenze e Brodsky sente di per sé in ogni esperienza di tra- pio settenario, che risulta quasi sempre il duzione poetica, il caso di Baudelaire ac- metro italiano più congeniale all’alessan- centua per i risvolti metapoetici appena drino, è ammorbidita e diluita, ovvero evidenziati: cedere al dispotismo della adeguata in tal modo a sopportare la scar- visione o a quello della forma; dell’imma- sa ritmicità del verso sillabico francese; gine cultualizzata o della prosodia. Men- mentre, come nella stessa lingua di Bau- tre sostiene implicitamente – con Leopar- delaire giocoforza avviene, l’impatto rit- di, lo stesso Baudelaire e tutta la corrente mico si condensa nella clausola rimica ermeneutica – che non vi è miglior rifles- (ahimé, costitutivamente povera di varia- Baudelaire resta, in Italia e in Europa, sione sulla traduzione che l’operazione zioni). Mostrando una non comune abili- uno degli autori più ‘tradotti’, intenden- stessa, Prete ammette, sul piano teorico, tà a rimare (in ciò soccorso dalla maggiore do per traduzione, in senso lato, anche una l’impossibilità di perseguire, in unum, la varietà dell’italiano) nonché una profon- annessa opera ermeneutica. Molteplici e forma e la visione e privilegia, tra i due da intuizione plastica della parola e del differenti tentativi di comprendere – ab- termini complementari, il primo. Tale testo, Prete per primo riconosce e restitu- bracciare – l’opera baudelairiana nella sua ‘umiltà’ teorica è, a nostro avviso, scon- isce la funzione compensatoria della rima costitutiva ‘modernità’ si sono avvicendati fessata – e per la prima volta – nella resa: nella poesia francese. Baudelaire, infatti, nell’ultimo ventennio, mossi dalla neces- che si rivela senza dubbio, ad oggi, la più la coltivò con idolatria pari a quella dei suoi sità di penetrare quello che si presenta equilibrata e la più soddisfacente. È vero altri oggetti-culto, comprendendo che sen- come uno dei fenomeni più affascinanti che, per ottenere tale equilibrio l’interes- za almeno quell’impatto, dinamico e salu- di eccedenza psicologica di una forma. se – fin qui prevalentemente centrato sul- tare, i versi sillabici, pari ai vermi omoni- Tradurre Baudelaire – scommessa che ha l’immagine e sul referente – deve adesso mi (vers/vers) e ai serpenti striscianti che tentato in Italia, prima di Prete, grandi essere spostato sugli aspetti ritmici e pro- popolano le visioni del malato d’angoscia, nomi: da Bufalino a De Nardis, da Bon- sodici: la loro incidenza metapoetica, for- non facevano della poesia il riscatto etico fantini a Raboni – significa non solo di- tissima nella costituzione del senso delle dell’arte ma il simulacro estetico di una sporsi a trattare con la peculiare dramma- Fleurs du mal, è ciò che il traduttore ha pigrizia morale. ticità di tale forma (restando sul crinale ben compreso. Di contro ad una tradizio- Michela Landi tra referenzialità e metascritturalità), ma ne tesa a privilegiare l’impatto emotivo anche, e soprattutto, fare i conti con un della visione, la scelta traduttiva di Prete, autore che è, a sua volta, ermeneuta e tra- teoricamente ‘parziale’, è insomma quel- YVES BONNEFOY, Seguendo un duttore, e che fa della critica una metafi- la dell’elaborazione stilistica. Egli infatti fuoco. Poesie scelte 1953-2001, a cura di sica. Non si può insomma cimentarsi con ha ben intuito, penetrando i segreti della F. Scotto, Milano, Crocetti 2003, pp. 254. Baudelaire senza aver preso coscienza del scrittura baudelairiana, che tale scelta non fatto che ogni suo testo è già una ‘riscrit- sminuisce, nei risultati, quell’impatto; YVES BONNEFOY, Il disordine. tura’, vuoi a partire da un presunto «dic- anzi, ne incrementa la capacità. Infatti, la Frammenti, a cura di F. Scotto, Geno- tionnaire de la nature», com’egli ama de- perdita della componente metapoetica, va, Edizioni San Marco dei Giustiniani finire l’universo da cui attinge cromatica- che fa di molte traduzioni un prodotto di 2004, pp. 42. mente Delacroix, vuoi da un patrimonio superficialità referenziale (quella che, fre- filosofico e culturale che il poeta sapien- quentemente, si ha del Baudelaire vulga- Nella postfazione a Seguendo un fuo- temente rielabora e reinterpreta; il che fa to), è, qui, finalmente compensata. Se fino co, che ripercorre tutte le sue tappe poe- della produzione baudelairiana il massi- ad ora potrebbero essere segnalati, nella tiche da Douve alle Planches courbes, mo esempio della parola intesa come ver- traduzione di Baudelaire, rarissimi casi di Bonnefoy ricorda di aver molto scritto «in tice simbolico e sintetico delle concordan- mirabile congiunzione tra ritmo e imma- memoria». Egli cerca infatti di riportare ze universali. Con tali presupposti, quel- gine (i quali si riducono a rese idiosincra- alla presenza, attraverso una parola epi-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 117 Yves Bonnefoy

fanica e sgravata dal suo differimento con- poesia presentifica contro la deiscenza e mente (2001) il percorso poetico di Bon- cettuale, eventi dalla significanza viva e la senescenza di ogni bene vivo. Testimo- nefoy qui rappresentato1, l’immagine sal- pungente che hanno costituito, per lui, un ne, il frutto del legno della vita da cui si vifica del lignum vitae? Come la nave dei momento iniziatico. Di qui un legame estrae, viva sostanza, il succo sacrificale folli fonda, col suo viaggio iniziatico, la profondo, e quasi materiale, al vissuto si- che nutre e avviva, nuovamente, i frigidi società simbolica (e ciò non può certo gnificativo; un affectus, nel suo più auten- corpi: «Come una mano pigia un grappo- sfuggire a Bonnefoy, grandissimo cono- tico designare: ad-ficere. Tale ‘affezione’, lo, mano divina, / Da te dipende il vino; da scitore di miti), è la barca del sacrificio filo immaginario dello spazio-tempo che te, che la luce / non sia quest’unghia che che il «leurre du seuil», miraggio di una rapporta il soggetto agli eventi o alle pre- lacera» (pp. 162-163). Simulacro del ri- terra e di una pietra liminare, fa salpare. senze oggettive: freccia, voce, viaggio, tuale presentativo della parola mediante E la barca è, di per sé, legno vivo, piega- unisce, religiosamente, il passato che ‘col- la spremitura del frutto è, alla stregua to dalla volontà creatrice dell’uomo, che pisce’ con il presente della scrittura. Que- della poesia, la pittura (l’invocazione al costruisce una fluttuante consistenza sul st’ultimo, cristallizzando tale dimensione «Peintre» di Dedham vista da Langham, corso del tempo e del senso. Tra la barca vivificante, si fa pietra viva e incandescen- II, pp. 164-168 ha un corrispettivo in prosa – che trasporta, metabolicamente, il sen- te, nella quale si iscrivono – e mirabilmen- nell’omaggio all’uva di Zeusi in La vie so verso la forma – e l’acqua – sua regres- te consistono – tutti i passaggi: luoghi, errante). Qui, la mano dell’artista dal- siva inconsistente materialità – vi è, intan- volti, e voci che, pur nella loro transito- l’esterno «lacera» e «macchia di sangue to, uno scontro elementare che induce, rietà, rappresentano nella mente dell’au- l’immagine», in una vendemmia sacrifi- come in sogno, la conoscenza: «Ora, nel- tore l’attimo bruciante che prelude ad una cale del senso come materia viva (e ci lo stesso sogno / Sono disteso sul fondo

Poesia francese Poesia fissazione memoriale. Bonnefoy parla, soccorre, qui l’idea del «céleste vendan- di una barca, / La fronte, gli occhi poggia- nella stessa postfazione, di «poesia tran- ge» baudelairiano, nonché il chicco d’uva ti contro le sue assi ricurve / Su cui ascol- sitiva», come evocazione di una rosa di svuotato dal fauno di Mallarmé). La sen- to frangersi l’acqua bassa del fiume». istanti i quali abbiano segnato, qua e là, sibilità cromatico-pittorica di Bonnefoy dei punti di convergenza, di incontro tra produce un contrasto ontologico tra il gri- I frammenti dal titolo Le désordre, che il soggetto e la presenza di quel luogo, di gio – segno della costante e sorda presen- Bonnefoy affida a F. Scotto nella prima- quel fatto. Per questo egli accoglie favo- za – ed il rosso nella sua sacrificale, vio- vera del 2003 quali inediti destinati alla revolmente, e quasi come un ulteriore lenta pungenza e transitorietà. È quest’ul- rivista «Europe» in occasione degli ottan- evento significativo, la proposta di una timo che è capace, mediante la sua vive- ta anni del poeta (nn.890-891, giugno-lu- silloge da parte del traduttore. Si tratta, scenza sublimata, di addensarsi plastica- glio 2003) siglano, come afferma il cura- infatti, di una ‘raccolta’ di momenti esem- mente nel fuoco interno del sasso vivo: tore e traduttore nello scritto introduttivo, plari nei quali «la poesia ha vissuto il suo ctonia profondità del vero insondato, pie- una «prossimità fra poesia e teatro». Tale rapporto con l’evento che la abita». La tra che, misteriosamente, si ‘spetra’ prossimità, che proprio lo scorso numero motivazione dell’autore aggiunge, insom- (esemplare il neologismo denominale per di «Semicerchio» ha studiato (Il verso ma, un valore intrinseco all’apparente ar- parasintesi: «désempierrer», di p.106). recitato. Teatro di poesia nel Novecento bitrarietà della ‘raccolta’ poetica, fecon- Come la pietra trasuda sangue, la parola europeo, n. XXIX, 2003/2) è, per Bonne- da messe di istanti pungenti, di memora- si fa corpo consistente, minerale e vivo: foy, anche una complementarità. Il van- bilia. Erompe infatti, da questi testi, quel di contro all’edificazione – materiale e taggio che la poesia ne trae, è il suo af- punctum barthesiano che, stagliandosi simbolica – con il sasso sordo ed inerte, francamento dal concetto quale che si fis- dalla piattezza bidimensionale del testo la poesia, pietra scartata dai costruttori, si sa e si aggrega nel testo come scrittura, come da una fotografia, costella di con- affaccia sul deserto del dicibile come una per rifondare una corporeità agente del comitanze un vissuto lineare, affidando- pietra-ostacolo; materia refrattaria che linguaggio. Bonnefoy, che ha frequenta- lo all’esemplarità. Come ancora il poeta coniuga – come nella filosofia eraclitea – to a lungo Shakespeare e, attraversando- sottolinea, vi è un impensato che sotten- scontro e conoscenza. Mineralità e li- lo, ha colto la trasversalità unificante tra de a queste stesse concomitanze: vergini quidità, dunque, come due verità insepa- le lingue, medita ora sulla presentificazio- misteri, silenzi infralinguistici evocati rabili: testimone il pozzo, la pozzanghe- ne dell’essenza attraverso una parola che come segni di una verità insondata, ed ra, la fonte; o l’uccello, liquida vox che il si confronta, corpo a corpo, con l’azione. accolti umilmente – misticamente – dal canto tra le pietre rifugia e conserva (p. A buon diritto Scotto osserva, come du- poeta come enigmatica fenomenicità. 142). L’idea sacrificale del frutto, sorta di plice corollario della dissipazione del Molti temi percorrono trasversalmente – liquidità minerale non ancora consisten- nucleo semantico della parola mediante la costanti e consistenti, a dispetto di tempi te è duplicata, in Les nuées (Dans les leur- sua vivificazione gestuale, sia una «inde- e luoghi occasionali – la poesia di Bon- res du seuil, 1975, pp. 122-123), da quel- cidibilità del referente» (come in molta nefoy. L’«elementalità presocratica» – la della barca che lo trasporta. Si tratta di produzione tra Otto e Novecento il tema, diremmo piuttosto eraclitea – che a buon un viaggio iniziatico della parola viva e denotativamente eluso, si dissemina nel- diritto il traduttore sottolinea nella prefa- ignara, fructus oris, verso il suo destino la predicazione) sia, sul piano stilistico, zione, si manifesta spesso in una costitu- referenziale: stasi, soglia concettuale fon- la marcata tendenza alla sostantivazione tiva sacrificalità della materia, nutrimen- datrice di negazione e di assenza (pp. 122- dell’infinito. In ciò Bonnefoy conferma, to ontologico dell’umano. Il poeta invo- 123). E come non riconoscere, nelle Plan- anche sul piano formale, quella indole ca, a più riprese, Demetra-Cerere affinché ches courbes, che conclude cronologica- anti-idealistica e anti-metafisica da lui quella desertificazione, pietrificazione e manifestata (noto il suo Anti-Platon) che incenerimento della vita organica (alberi caratterizza il cosiddetto style concret e 1 Pubblicato nel 2001 per le Edizioni Mer- bruciati, carbone, terra petrosa) siano cure de France, Les planches courbes è riedito, che si distingue, fra l’altro, per la rinun- compensati dai riti di fecondità che la nel 2003, per la collana «Poésie» di Gallimard. cia al suffisso astrattivo (le déchirer per:

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 118 Chantal Danjou

la déchirure), così frequente, invece, nel- cese: hache), dove sono assimilate funzio- edizioni Le Temps qu’il fait, Gérard l’italiano. Il «disordine» di questi fram- ne disgiuntiva del fonema (hache disjon- Macé propone Mirages et solitudes che menti è evocato dal poeta nella didasca- ctif, che si traduce in un’aspirazione in- rielabora, trasponendola all’immagine lia iniziale: si tratta di vociferazioni con- terna alla parola ad indicare la presenza poetica, la sua esperienza fotografica fuse. Un’eterofonia che sale da più luo- di un dittongo: trahir) e azione ‘disgiun- (2004). Jean-Yves Masson, poeta e tra- ghi, sollevando, con sé «scontri, enigmi, tiva’, separatrice dell’utensile. In quel fla- duttore (a lui si devono molte versioni e il desiderio che questi si risolvano»; tus primordiale – in quello spazio franco francesi di M. Luzi), ritorna con Le Che- desiderio accompagnato dal timore che le che sta tra i due termini disgiunti – abita min de ronde (Voix d’encre, 2004), tutto voci restino invece «avviluppate per sem- forse il disordine prima ch’esso venga incentrato su percezioni uditive: ascolto pre nel ‘flutto mobile’ del linguaggio». composto nel significato, univoca e mor- di rumori e vociferazioni che costituisco- L’immagine visiva che il poeta associa ta referenzialità: «Mi volevo da ogni lato no il «langage de notre appartenance à la all’immagine uditiva appena evocata, è l’ascia / Che sfaldasse la massa di ciò che terre». Pris dans les choses di Gérard quella di una quindicina di uomini e don- è / L’ascia sorda, infinita, / Di cui s’ode il Noiret (Obsidiane, coll.«Les solitudes», ne; un gruppo serrato, dal quale qualcu- rumore nella valle». 2003) è il risultato di una meditazione di no si stacca, per poi rientrarvi. I volti, in- Michela Landi due decenni, che ha corso parallela a Le distinti: «potremmo crederli mascherati» Commun des mortels (Actes Sud, 1990) (p. 17). Le figurazioni che via via pren- SEGNALAZIONI e a Toutes voix confondues (Nadeau, dono corpo dalle voci, addensandosi in 1998). Il richiamo tematico a Ponge, con- presenze tematiche, sono per lo più nuo- Opere sono alla poetica delle cose di Noiret, ha ve epifanie di entità che, costantemente, una rispondenza formale nel componi- francese Poesia si ripresentano nell’itinerario di Bonne- Il n. 304 di «Encres vives» (Colomiers, mento breve e asciutto. Una militanza foy: il colore come substantia viva ed or- dicembre 2003), collana di plaquettes di- della poesia civile sembra proporre Chri- ganica dell’oggetto («Le coffre ouvert retta da Michel Cosem, presenta una nuo- stophe Hannah con Poésie action directe dont des couleurs ruissellent. [...]. À tra- va opera di Chantal Danjou, dal titolo: (Al Dante éd., 2004), mentre lo stesso vers la couleur la forme se brise», p. 18); D’ocre et de théâtre. Autore di una deci- sguardo disincantato, rielaborato in forma la consunzione organica, qui soprattutto na di raccolte e di alcuni saggi critici, aforistica, è quello di Patrick Wateau evocata attraverso la dispersione umora- nonché animatrice di varie attività cultu- (Abruption, Atelier la Feugraie, 2004) le, lacrimale («Je pleure / Pour tous ceux rali legate alla poesia, l’autrice si è trasfe- autore, tra l’altro, di un recente saggio su et pour toutes celles qui ont pleuré, / Pour rita da Parigi in un piccolo paese della B. Noël (Bernard Noël, l’expérience ex- les morts qui n’en finissent pas de mou- Provenza, dove ha udito affacciarsi alla térieure, Corti). rir», p. 22) di contro alla desertificazio- coscienza nuove voci. La cultura degli La collana «Poésie» di Gallimard ce- ne, alla stratificazione della materia im- amerindi, che costituisce la principale lebra i grandi nomi, riproponendo sia Les memoriale e all’aridità minerale (ricor- fonte di ispirazione di questi componi- planches courbes di Bonnefoy (2003), sia renza della sabbia e del fuoco). Infine, il menti, si innesta nella tradizione proven- il Cahier de verdure di Jaccottet, seguito sacrificio fondatore: accanto all’evocazio- zale, ricreando un passato primitivo e sin- da: Après beaucoup d’années (2003). ne dell’auleta Marsia scorticato dal cita- cretico. Si intrecciano infatti due tradizio- Segnaliamo, infine, l’ennesima antolo- redo Apollo (il tema si ripropone attraver- ni ancestrali, dominate dalla pratica cul- gia curata da Henri Deluy nell’ambito so la metafora delle superfici raschiate), tuale della danza e siglate da una testimo- della consueta «Biennale internationale ritorna costantemente anche l’immagine nianza di R. Oneida, che Chantal Danjou des poètes en Val-De-Marne» (Autres biblica di Ezechiele e dell’Apocalisse; a rielabora immaginativamente: «è dai no- territoires, une anthologie, Farrago, 2004), significare, attraverso la metafora della stri piedi che ci vengono i pensieri e le che si aggiunge al cospicuo numero di sil- pergamena inghiottita (oltre che raschia- poesie, ed è ciò che la terra ci insegna». logi pubblicate negli ultimi anni in Fran- ta come un palinsesto) il dolore, in char- Accostando, com’è sua consuetudine, te- cia. Il suo criterio preferenziale resta quello tam, della scrittura che, facendosi voce, sti in poesia e riflessioni in prosa, l’autri- della ‘scoperta’ del talento giovane – già si tinge del sangue della parola viva. Di ce constata, nella riflessione conclusiva, consacrato dall’invito alla «Biennale» stes- qui le svariate immagini del sacrificio gli esiti di una re-iniziazione culturale che sa – nonché l’attenzione alle tendenze del cartaceo: oltre al raschiamento di carta da abbatte i pregiudizi antropocentrici del- momento. Il suo pregio è un panorama parati, fogli accartocciati, fotografie bru- l’Occidente: tutti noi siamo «locataires de aggiornatissimo sulla poesia francese. ciate, pagine di giornale infilzate, spiegaz- notre corps et de la terre». zate, strappate. La teatralità del testo in- Tra le opere critiche relative alla poe- fatti non si risolve solo nella drammatici- Segnaliamo, altresì, la seconda silloge sia contemporanea, ricordiamo il volume tà stilistica tout court (sensibile presenza di Didier Ayres, Comme au jour accom- collettaneo diretto da Pierre Vilar: di allocutivi e deittici che, accanto a gri- pli (postfazione di J.-Y. Masson, Paris, L’Espace, l’inachevé. Cahier Claude da e mormorii, alludono ad un referente Arfuyen, 2003), che giunge dopo Nous Esteban (Farrago, Léo Scheer, 2003), che generatore sottratto alla denotazione e ad (éd. William Blake ando Co, 1997); con rende omaggio a uno dei più grandi poeti uno sforzo vocale, incessantemente in fie- Les Parvis (Gallimard, 2003) Jean Gro- della precedente generazione, nonché cri- ri, della nominazione), ma anche nelle sjean ritorna, dopo Messie, sul tema bi- tico, filosofo, traduttore. Vi figurano testi implicazioni metapoetiche di una scrittu- blico, che costituisce un presupposto sia di autori celeberrimi, quali Guillén, Char, ra-consunzione: nella voce come nel tematico che stilistico. Alla traduzione di Paz, oltre ai contemporanei Dupin e Hoc- fumo. La teatralizzazione del segno come versetti del Vangelo di Giovanni segue un quard. La rivista «Prétexte» diviene una metaletteralità si incontra, infine, nell’im- commento poetico, nel quale l’autore fa casa editrice, mantenendo la sua linea, magine dell’acca-ascia (omonime in fran- parlare il Figlio in prima persona. Per le sensibile alla poesia contemporanea.

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 119 Guy Goffette

Escono così due volumi dal titolo: Plura- della forte componente fonico-ritmica, tro al «Centre International de Poésie de lités du poème. Huit études sur la poésie presenta esiti non sempre uniformi, dovu- Marseille»). Oltre agli aggiornamenti su contemporaine (Prétexte, 2003), dedicati ti alle diverse sensibilità interpretative dei editoria ed eventi culturali, vi si leggono ad autori quali P. Commère, Y. Di Man- due traduttori. La ‘paternità’ di ciascun te- interventi – spesso in forma di entretien – no, J.-M. Reynard, con particolare atten- sto è, comunque, debitamente segnalata. dei più noti esponenti della poesia france- zione alla pluralità di intenti e registri che se che sono legati, per nascita o adozione, caratterizza la vocazione poetica più re- Traduzioni francesi alla Francia del Sud: A. Freixe, F. Bon, Y. cente. Un panorama del lettrisme dall’Ot- Huges, M. Butor, B. Noël. tocento alla contemporaneità è quello che Da qualche tempo dedito anche alla delinea Jean-Pierre Bobillot (Trois essais prosa di Montale, Patrice D. Angelini – È al suo debutto editoriale la rivista sur la poésie littérale. De Rimbaud à principale traduttore del Nostro in Fran- «Formes poétiques contemporaines» (Les Denis Roche, d’Apollinaire à Bernard cia – presenta, per le edizioni La fosse aux impressions nouvelles éd., sept. 2003), Heidsieck, Al Dante, 2004), con riferi- ours (Lyon, 2004), degli estratti da Prose che si propone, in controtendenza rispet- menti al cut-up di Burroughs, o alla tradi- e racconti (t. I: Fuori di casa, Mondado- to ad una certa militanza imperante nel- zione francese orale cui attinge Heidsieck. ri, coll. «I Meridiani», 1995), dal titolo En l’area parigina, di esaminare la creazione France. Come P. Angelini specifica nella poetica contemporanea soprattutto da un Traduzioni italiane sua prefazione, si tratta delle impressioni punto di vista formale. Il suo impianto non montaliane ricavate dai viaggi in Francia: è attivista o difensivo come «Action poéti- Chiara de Luca presenta, per la colla- dal suo primo soggiorno nelle Alpi del- que» ma, piuttosto, descrittivo e tecnico.

Poesia francese Poesia na «poeti&narratori» delle edizioni Gedit l’estate del 1929, a quello parigino che Scopo principale è fornire degli strumen- di Bologna, la traduzione de La vie pro- segue la morte di Mosca, nel 1964. Lo ti di lavoro; si cerca, ad esempio, di stila- mise (1991) di Guy Goffette (La vita pro- sguardo del poeta, appassionato e critico re un repertorio e, in seconda istanza, pro- messa, 2004). Corredata di testo origina- al tempo stesso costituisce, per i france- porre un’analisi di tutte le forme metriche le a fronte e introdotta da uno scritto a si, un punto d’osservazione straniante, che attuali, confrontandole con quelle tradi- cura della traduttrice nonché da una nota coglie i tratti distintivi di un’«exception zionali o con le prime forme del verslibri- alla traduzione, la versione italiana, accu- culturelle» ancora attuale. sme. Un dossier monografico è dedicato rata e sensibile, è frutto di una lunga e a J. Roubaud, nel quale si delineano le pe- assidua frequentazione della scrittura del Riviste culiarità stilistiche dell’autore in rappor- poeta belga. Ne risulta una parola fedele to alla tradizione oulipienne. alla poetica goffettiana: asciutta, nitida ed I numeri 3-4 di «Balises», «Cahiers de essenziale. Poétique des Archives & Musée de la Lit- A testimoniare di un diffuso, recrude- térature» (Bruxelles, Didier Devillez éd.) scente penchant per la violenza in poesia, Per la serie dei «Quaderni del Gallo costituiscono la prima parte di un tema la rivista «Moriturus» (Association Fissi- Silvestre» dell’editore leccese Manni che interessa due pubblicazioni successi- le, 2 impasse Troy, 31200 Toulouse) pre- (2004), A. Lollini e A. Prete rendono ve della rivista. Si tratta, attraverso la ri- senta, alla sua seconda uscita, un tema dal omaggio al poeta egiziano Edmond Jabès, presa tematica di una nota «variation» titolo Le sens en sang (reminiscenza pro- scomparso a Parigi nel 1991. Dopo il noto mallarmeana, di rendere conto di una «cri- babile di Le Sens la Sensure di Noël, pro- volume collettaneo edito da Sansoni nel se de vers» (Crise de vers 1, 2003), ovve- tagonista di questo numero). Il titolo del 1985, che contiene, oltre ad un’intervista ro dello statuto critico che, dal secondo periodico, ispirato all’omonima opera di all’autore ed un inedito, interventi di Luzi, Ottocento – testimone Mallarmé – ha as- un altro autore ‘crudele’, H. Michaux, è Bigongiari, Zanzotto, Pasi, Risset, la stes- sunto la versificazione nella poesia occi- un titolo programmatico che, sulla scia di sa collana di Manni ha già pubblicato, di dentale. La prima sezione, di carattere Bataille, Artaud e lo stesso Noël, si pro- Jabès, Poesie per i giorni di pioggia e di teorico e generale, si apre con uno scritto pone di studiare il tema della morte come sole e altri scritti, a cura di C. Agostini, di H. Meschonnic («Vous avez dit une propulsore drammatico della creatività. I con un saggio dello stesso A. Prete. Que- crise de vers?»), mentre nelle sezioni suc- «Sonnets de la mort» di Noël sono, anco- sta volta, sono le Chansons pour le repas cessive si alternano testimonianze di poeti ra una volta, ispirati alla guerra d’Alge- de l’ogre, edite a Parigi da Pierre Seghers (A. Anedda, Ph. Jaccottet) e interventi ria, capitolo tragico del colonialismo nel 1947 (Canzoni per il pasto dell’orco, critici (su Pessoa, Beckett, Noël e Mal- francese, che resta a tutt’oggi una ferita 2004) ad essere proposte al pubblico ita- larmé, Mohammed Dib). Nel numero aperta. Con questa produzione, Noël sfi- liano. Si tratta dei primi testi non scon- successivo (uscito nell’autunno 2003 ma da la celebre frase di Hölderlin rivisita- fessati dal poeta e composti nei primi anni non pervenuto in redazione), figurano in- ta da Adorno: vi sono dunque ancora della guerra dove l’orrore storico, reinter- terventi di J. Borel (noto verlainista) e, tra poeti in questi tempi di miseria; poeti pretato in un’ottica cultuale e regressiva, gli altri, dei poeti J. Darras e V. Magrelli. della crudeltà. ispira giaculatorie rivolte ad una divinità primitiva (Thot?), assetata di sangue uma- Sotto l’egida simbolica del basilisco Si segnalano, infine, tra le riviste di no. Ma la pratica rituale ed espiatoria del prosegue costantemente e puntualmente la poesia o dedicate alla poesia: «Grèges», canto come glossolalia collettiva di cui il sua attività editoriale «Basilic», Gazette de n. 8 (ed. Grèges, 2003); «Le Mâche-lau- poeta si fa interprete prova, come scrive l’Association des Amis de L’Amourier (nn. rier» nn. 20-21 (Obsidiane, 2003); «Nioc- Jabès in una prefazione del 1985 qui ri- 15-17, Nice-Coaraze, septembre 2003-mai que» 1-9/2-0 (Leo Scheer, 2003), sempre proposta, che dalla morte ci riscatta lo 2004): un bollettino di informazione che improntata sugli aspetti performativi e cor- sguardo puro dell’infanzia. L’opera, di testimonia della febbrile attività poetica redata di CD; «Nunc», Revue spirituelle 3 difficile approccio traduttivo in ragione della Provenza e oltre (pensiamo senz’al- (éd. de Corlevour), che omaggia P. Oster.

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 120 POESIA GRECA a cura di Gabriella Macrì

Antologia della poesia greca contem- poraneo è Giorgio Seferis, insignito nel presentativa della generazione dei poeti poranea, a cura di Filippomaria Pontani, 1963 del Nobel per la letteratura, ormai greci degli anni Venti, caratterizzata dal- Introduzione di Maurizio De Rosa, Mila- famoso in Italia, al pari di Elitis, di Rit- la lezione del simbolismo francese, so- no, Crocetti 2004, pp. 735, e 35,95. Con sos e di Kavafis, per le numerose tradu- prattutto di Baudelaire, quindi dall’iden- testo greco a fronte. zioni della sua opera in poesia e in prosa. tificazione dell’arte con la vita; e, all’in- Il ventennio dopo la seconda guerra domani della Rivoluzione d’Ottobre, dal mondiale vede i contributi di Miltos Sa- tentativo di creare una poesia militante. chtùris, Takis Varvitsiòtis, Eleni Vakalò, Dettami che connotarono il particolare Melissanthi, Takis Sinòpulos, Kriton percorso poetico di Kariotakis, anche se Athanasùlis, Titos Patrikios e altri. Negli il poeta non s’identificò mai con nessuno anni oscuri della dittatura dei colonnelli di essi. La raccolta d’esordio, Il dolore (1967-1973) nascono i poeti degli anni dell’uomo e delle cose (1919), suscitò Settanta: Nasos Vaghenàs, Katerina An- l’interesse della critica, ma con la secon- greca Poesia ghelaki-Rooke, Nanà Isaia, Ghiannis Var- da, Nepenti (1921) il poeta si affermò véris, Antonis Fostiéris, Michalis Ganàs definitivamente negli ambienti ateniesi. Il sono tra le voci più significative di que- titolo Nepenti, da quanto ci informa il sta generazione caratterizzata dalla scrit- curatore del volume, Filippomaria Ponta- tura eterogenea, da un modo nuovo di rap- ni, sarebbe un richiamo al pharmakon portarsi ai canoni versificatori tradizionali népenthès di Baudelaire (cioè l’oppio), facendo proprie, al contempo, le forme accostamento confermato dalla Ballata poetiche della nostra epoca, compresa la per i poeti senza gloria d’ogni tempo in poesia visiva e sperimentale, con un va- cui il riferimento ai maudits è esplicito: La poesia greca del ventesimo secolo lore diverso dell’elemento simbolico. «Hanno vissuto sconsolati i Poe / hanno è presentata in modo molto esaustivo in Dagli stilemi e dai dettami poetici di que- vissuto morti i Baudelaire, / ma è data loro questa voluminosa antologia, ricca sia nel sti autori nasce il gruppo degli anni Ot- l’Immortalità». panorama degli autori che nel repertorio tanta (Iulita Iliopulu, Charis Vlavianòs): Con la terza raccolta, Elegie e Satire poetico. Si apre con Kavafis, della cui il verso acquista una dimensione ancora (1927), si delinea una profonda trasforma- opera è offerto un ampio quadro con una più personale, esprime tematiche più in- zione del percorso poetico di Kariotakis: preferenza per le poesie a contenuto più teriorizzate e contraddistinte da un rap- la scrittura è realistica, distaccata, ironi- interiore, rispetto alle poesie a contenuto porto assolutamente individuale con la ca nel suo rapportarsi ai valori sociali; a ‘storico’. Kostas Kariotàkis, anello di con- scrittura poetica, nella quale prevalgono ridimensionare valori e idee personali giunzione tra i poeti del Protonovecento ancor di più gli elementi autobiografici, contribuiva una sorta di autoironia che e la generazione a lui successiva, è l’espo- e gli autori si sentono meno legati ai ca- sconfina nel sarcasmo. Le vicende perso- nente più insigne della poesia degli anni noni della loro tradizione. nali (la routine dell’impiegato statale da Venti: si avvicina al poeta alessandrino Nell’antologia, laddove sia stato possi- funzionario di prefettura, la sifilide, l’in- per la riflessione sui valori quotidiani e bile, sono state riprese le migliori tradu- capacità a risolvere il legame con la poe- per l’ironica distanza verso la realtà che zioni pubblicate finora. Inoltre vengono tessa Maria Poliduri, sua collega d’uffi- lo circonda, con in più una dose di autoi- presentate per la prima volta alcune tra- ronia e di sarcasmo. Lo segue Sikelianòs, duzioni inedite di Sikelianòs, Elitis, Vret- con una poesia ricca nel fraseggio, domi- takos, Athanasulis e altri autori eseguite nata dall’accostamento tra passato e pre- da Filippo Maria Pontani. Sorge sponta- sente, nella riscoperta dello spirito del- nea la domanda come mai versioni così l’antica Ellade rivisitato in chiave moder- belle siano rimaste nel cassetto per decen- na; e Vàrnalis, il primo poeta greco mili- ni e non abbiano incontrato in preceden- tante, la cui problematica del rapporto tra za l’interesse degli editori italiani. poesia e società influenzò Ritsos (consi- Gabriella Macrì derato dai più il suo successore), Vret- tàkos e Anagnostàkis. Gli anni che prece- dono la seconda guerra mondiale sono KOSTAS KARIOTAKIS, L’ombra connotati dal movimento surrealista, che delle ore, a cura di Filippomaria Ponta- ebbe nel nobelista Elitis, in Embirikos e ni, Milano, Crocetti 2004, pp.177, e in Randos i suoi più validi rappresentanti 14,90. (quest’ultimo fu il primo ad occuparsi di letteratura e avanguardia). Loro contem- Kostas Kariotakis è la figura più rap-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 121 Ghiannis Ritsos

cio) incoraggiarono questo cambiamento. quando nel campo dei deportati politici Elegie e Satire è stata avvicinata alla poe- dell’isola di Leros gli venne diagnostica- tica di Kavafis ma, se l’ironia kavafiana è to un cancro. Come dichiara Sangiglio, comprensiva verso le debolezze umane, la «ne viene fuori il racconto della vita del- pungente ironia di Kariotakis tradisce un l’uomo, della sua vicenda terrena, che si certo disprezzo per sé e per gli altri: «I agita tra l’irrazionale e il fortuito, tra la travet si consumano e si scaricano / come violenza e la sopraffazione, tra il miste- pile a due a due dentro gli uffici. (Da elet- ro, in definitiva, di un’esistenza che egli tricisti, per sostituirli, / fungeranno la vive in uno stato di eterna, permanente Morte ed il Governo). // Seduti su una se- precarietà». Un percorso e un’opera stra- dia, scarabocchiano / fogli bianchi e in- ordinari, quelli di Ritsos, costellati di nu- nocenti, senza scopo.(...) // E a loro resta merose raccolte di poesie brevi e altret- solo quell’onore / quando risalgono le tante di componimenti lunghi. strade, a sera, / alle otto: la carica li spin- [G.M.] ge. // Castagne in forno, e pensano alle leggi, / pensano al cambio valutario, e scrollano / le spalle, questi poveri travet». scelta facile, considerato che il poeta gre- GHIANNIS RITSOS, Pietre, Ripeti- (Impiegati statali). L’autoironia non ri- co è autore di oltre 150 raccolte di versi. zioni, Sbarre, a cura di Nicola Crocetti, Poesia greca Poesia sparmia nemmeno i suoi versi: «Non è più Nella poesia di Ritsos coesiste una gran- prefazione di Louis Aragon, Milano, Cro- un canto, questo, non è un’eco / umana. de varietà di registri stilistici combinati cetti 2004, pp. 174, e 14,90. Senti: arriva / come l’ultimo grido, a not- con una molteplicità tematica. La sua at- te fonda, / di qualcuno che è morto» (Cri- tenzione è rivolta ai problemi dell’uomo, Il volume, curato da Nicola Crocetti tica). Kariotakis si tolse la vita nel 1928 della società, della storia, dell’arte. Deter- con una commovente testimonianza di con un colpo di pistola, a Preveza, in Epi- minante per il suo percorso poetico, inci- Louis Aragon a Prefazione, presenta tre ro, dove era stato trasferito. Il suo gesto dendo nelle sue farie fasi, è stato il coin- raccolte poetiche composte tra il 1968 e concludeva l’identificazione tra l’artista e volgimento, ideologico e personale, negli il 1969, pubblicate prima in Francia nel la sua arte. In Suicidi ideali, una delle li- eventi che hanno segnato la storia della ’69 da Gallimard, con traduzione france- riche più intense di Elegie e Satire, dopo Grecia contemporanea («I morti dimen- se, e solo nel 1971 in Grecia. La peculia- una descrizione particolareggiata dei pre- ticati sotto la neve. Cornacchie pasciute / rità di Pietre, scritta tra maggio e ottobre parativi alla morte degli aspiranti suicidi, con le loro nere lucide ali inchiodavano del 1968 nell’isola di Leros, dove il poe- dichiara che si tratta di gesti inutili di fino al fondo / il biancore infinito. Qual- ta era deportato politico, è l’elemento un’idea, quella di togliersi la vita, giac- cuno si fermò: osservava / le orme lascia- autobiografico. Le pietre sono quelle del ché sono «sicuri in cuore che rimanderan- te dalle zampe degli uccelli sopra la neve paesaggio di Leros: «Non restarono che no». Il valore della poesia di Kariotakis è / come se cercasse qualcosa, un bottone, le pietre. Dobbiamo arrangiarci con que- stato riconosciuto, tra gli altri, anche da una scarpa consunta...» (Segno distintivo). ste, adesso; / con queste, con queste, – ri- Giorgio Seferis e Ghiannis Ritsos che gli Il sovrapporsi della poesia sulle vicende pete. Quando la notte scende / dall’alto sul dedicò alcuni versi. Essa costituisce un storiche evoca memorie che arricchisco- monte livido e getta nel pozzo le nostre capitolo importante nella storia della let- no e rafforzano la coscienza del tempo chiavi, / mie pietre, mie pietre, – dice – teratura greca. presente: «E forse, chissà, / forse sei tu a potessi scolpire uno per uno i miei volti [G.M.] dar ordine, prima che annotti, / di accen- sconosciuti e il mio corpo» (Con queste dere le lampade verdi del cortile della pietre). Esse sono l’unica certezza in una chiesa, /(...) // Sì, tu, / incaricato (da chi?) realtà sopraffatta dall’angoscia, dalla GHIANNIS RITSOS, Poesie scelte, a introdurre palesemente nella poesia / i morte, dalla solitudine: «Gli uomini den- Traduzione e cura di Tino Sangiglio, Trie- cavalli di legno e le chiavi di vecchie va- tro le proprie giare – ciascuno nella sua. / ste, Collana di poesia neogreca 2001, pp. ligie perdute...» (Onestà). L’allegoria e (...) Grosse giare ronzano tutt’intorno alle 81, s.i.p. Con testo greco a fronte. l’allusione denunciano chi si appropria giare di Beckett» (Fotograficamente). Il del potere, anche se esercita una critica canto di Ritsos è il canto di un poeta umi- Che l’interesse degli studiosi e degli alle posizioni della sinistra o alla caduta liato perché non può esprimersi libera- intellettuali italiani verso il poeta greco del socialismo reale. mente, ferito dagli eventi che tormentano Ghiannis Ritsos (1909-1990) sia ancora La raccolta antologica comprende tren- il suo Paese. Con uno stile prosastico, dal vivo, non può che essere motivo di gioia. totto poesie. Nell’Introduzione, molto ritmo lento e dal fraseggio a volte lungo A pochi anni di distanza sono usciti infatti ampia e completa, il curatore inquadra invita alla riflessione sulla libertà tradita. due volumi di poesie in cui si propone ai l’opera poetica di Ritsos, dagli esordi fino Quando descrive le torture, il ritmo ver- lettori, pur con diverse modalità, l’opera al 1984, rapportandola alla storia della sificatorio diventa più veloce, più inten- poetica di un grande autore della poesia Grecia contemporanea. Periodi che vide- so: «Caduto lì, bocconi; il mento nella greca contemporanea, e anche il più tra- ro Ritsos combattere in difesa della liber- terra; il collo / serrato tra i ginocchi del- dotto all’estero. tà: per essa subirà le persecuzioni e il car- l’altro; – quasi cianotico; le vene gonfie Tino Sangiglio, con la sua antologia di cere, come antifascista prima, come op- sulle tempie. Immobile. / Un movimen- Poesie scelte, presenta le varie fasi del- positore al regime dittatoriale poi, com- to; – l’estremo spasmo? Chiudi gli occhi. l’opera poetica di Ritsos. Non è stata una presi gli arresti domiciliari nel 1969, No, no» (Necessariamente). La raccolta

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 122 Nea Estia

si conclude con un inno alla vita e a ciò diversamente, quando nasce dalla soffe- recensioni e di presentazioni critiche (rac- che di più prezioso ha l’uomo, la libertà: renza e dalla privazione della libertà?) colte sotto il titolo Minològhio, si potreb- «Pietre, pietre scorticate fino in cima. / diventa, alla fine, un invito a sperare, con be dire ‘Le novità del mese’) sulle novità Accanto, nel basso fondale, s’udì / il se- la Rinascita della vita dopo tanto soffri- letterarie, di teatro, cinema, arti figurati- condo, il terzo salto d’un pesce. / Immen- re: «Da anni più nessuno si è occupato del ve, filosofia. sa, estatica orfanezza – libertà» (Notte). giardino. Eppure / quest’anno – maggio, [G.M.] Il valore della memoria, anche collet- giugno – è rifiorito da solo, / è divampato tiva (di impronta kavafiana), appare fin dai tutto fino all’inferriata, – mille rose, / mil- primi versi di Ripetizioni, raccolta inizia- le garofani, mille gerani, mille piselli odo- I LEXI, nn. 180-182, aprile-giugno ta nel 1968 a Leros e completata nell’esta- rosi - / viola, arancione, verde, rosso e 2004, e 12,00. Redazione: Via Dionisi te del 1969 nell’isola di Samos (dove il giallo, / colori – colori-ali; – tanto che Eghinitu 46, Atene 11528. poeta si trovava agli arresti domiciliari): la donna uscì di nuovo / a dare l’acqua «Ripetizioni – dice, – ripetizioni senza col suo vecchio innaffiatoio – di nuovo Fondata nel 1982 dal poeta Andonis fine; – che stanchezza mio Dio; / tutto il bella, / serena, con una convinzione in- Fostieris (del quale ci siamo occupati nel mutamento è solo nelle sfumature – Gia- definibile». numero XXIV-XXV di SC) e dal critico sone, Odisseo, Colchide, Troia, / Mino- [G.M.] letterario Thanassis Niarkos, è stata una tauro, Talo, – e proprio in queste sfuma- pubblicazione mensile fino al 1990, dal ture / tutto l’inganno e la bellezza a un ’91 è a periodicità bimestrale. Tra le rivi- tempo – opera nostra» (Talo). Le sfuma- RIVISTE ste letterarie che hanno fatto storia, ospi- greca Poesia ture segnano la storia, e l’ispirazione sto- ta articoli degli intellettuali greci e stra- rico-mitologica della raccolta (con un ri- NEA ESTIA, nn.1765-1769, marzo- nieri più prestigiosi. Molti numeri sono a chiamo ai miti dell’età preistorica e sto- agosto 2004, e 8,00. Redazione: via carattere monotematico. La seconda par- rica della Grecia). La corrispondenza tra Evripidu 84, Atene 10553, e-mail: te della rivista, «La clessidra», ospita cri- eventi del passato e realtà presente è chia- [email protected] tiche teatrali e cinematografiche, recen- ra senza mai diventare esplicita, per via sioni, interviste fatte soprattutto a espo- della censura politica: il mito assurge a Fondata dallo scrittore di teatro Grego- nenti dell’icastica greca. Nei 22 anni di metafora della realtà e, al pari di essa, è rio Xenòpulos nel 1927, è tra le riviste pubblicazione del periodico sono stati tra- rappresentato nella sua molteplicità. letterarie più antiche d’Europa. Pubblicata dotti e presentati ai lettori greci molti au- Dopo questa pausa di riflessione sulla con una periodicità quindicinale fino ad tori italiani, tra cui Buzzati, Pavese, Pa- storia, il leitmotiv di Pietre (il presente agosto 1998, da settembre in poi ha avu- solini, Calvino, Pratolini, Quasimodo, vissuto nella sua cruda realtà) traspare sin to una frequenza mensile. Dal 1927 al Moravia, Ungaretti. La linea editoriale dalla lirica introduttiva, L’ultimo obolo, di 1997 una particolare attenzione è stata adottata dal periodico è quella di dedica- Sbarre, la terza raccolta, scritta a Samo dedicata al numero, solitamente volumi- re le pagine della rivista alla produzione nel 1969: «Ore difficili, difficili per il noso, della seconda quindicina di dicem- poetica e in prosa, greca e straniera, evi- nostro Paese. E lui, fiero, / nudo, indife- bre, monotematico e dedicato agli intel- tando saggi di critica letteraria che ven- so, debole, lasciò che lo aiutassero; / han- lettuali più importanti della cultura greca gono solitamente presentati nei numeri no fatto ipoteche su di lui; accampano moderna (Solomòs, Kalvos, Terzàkis, monotematici. Peculiare è l’aspetto gra- diritti, esigono; / parlano in sua vece; gli Sikelianòs, Ritsos, Elitis) ma con sguar- fico della rivista, con la presentazione, impongono il respiro, il passo; / gli fanno di anche sulla cultura occidentale (il nu- volta per volta, delle opere di un singolo l’elemosina; lo rivestono con altri abiti mero di Natale 1968 è dedicato a Chate- artista, per far conoscere la sua produzio- troppo larghi e cadenti, gli legano una aubriand, negli anni successivi ritroviamo ne icastica ai lettori della rivista. cima ai fianchi». Il senso di morte, l’an- J.Joyce, Eliot, Byron, la rivoluzione fran- Tra gli ultimi numeri è doveroso segna- goscia, il pessimismo di questa prima cese, Cechov e altri). La rivista ospita lare quello, voluminoso ma molto interes- poesia sono confermati dalla maggior pagine di narrativa, di poesia, di critica e sante di aprile-giugno 2004, interamente parte dei versi di questa raccolta, contrad- teoria della letteratura, di filosofia. dedicato alla letteratura spagnola contem- distinti dal tono prosastico. In molte di Il numero di maggio 2004 è dedicato a poranea. La prima parte del volume è ri- queste poesie si descrivono gli arresti de- George Steiner, quello di giugno a John servata alla poesia. Ospita, tra gli altri, gli oppositori al regime (Mandato di com- Berryman, mentre luglio-agosto (che è il uno scritto di W.H.Auden sulla Spagna, parizione), le torture (Notti di reclusione), numero 1769!) contiene tre poesie di uno di Rafael Alberti su Picasso e poesie la vita in carcere (Imprevisti abituali), le Ghiannis Varveris, un intervento interes- di Vicente Aleixandre, Aurora Saura, Luis condanne a morte (Nonostante tutto, Raf- sante su «Il Sonno e i sogni di Kostas García Montero. La seconda parte riguar- figurazione), le umiliazioni subite dai Kariotakis», un altro sullo sport (Giochi da il romanzo spagnolo contemporaneo perseguitati politici (Perquisizione), gli e competizioni sportive, valori e regola- con due saggi di Fernando Valls, di Jordi interrogatori (Uffici istruttorii). Il ritmo menti) in occasione delle Olimpiadi di Gracia e altri ispanisti spagnoli e greci; tra prosastico del verso si fa incalzante, la Atene, un saggio sull’opera di Italo Sve- gli scrittori presentati si possono ricorda- scrittura, a tratti, ha la peculiarità di una vo, scritto in occasione della traduzione re Rosa Montero, Javier Marias, Ignacio rappresentazione onirica. Ma il messag- greca di Una burla riuscita e altri raccon- Aldecoa. Le opere riprodotte sono del gio del poeta, connotato da un sentimen- ti. Come ogni periodico letterario anche pittore spagnolo Joaquín Sorolla. to di delusione (e come potrebbe essere Nea Estia ospita ogni mese un insieme di [G.M.]

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 123 POESIA INGLESE a cura di Alex R. Falzon

TED HUGHES, Collected Poems (ed. che dovrà condurre ad una rigenerazione si dissolvono, disintegrandosi alchemica- by P. Keegan), London, Faber and Faber spirituale dell’uomo e alla sua perduta in- mente l’uno nell’altra, suscitando, così, la 2003, £ 40.00. nocenza paradisiaca (in altre parole: alla loro reciproca rinascita: «So, gasping with renovatio della società straniata dalla joy, with cries of wonderment / Like two TED HUGHES, Cave Birds. Un dram- Controriforma). gods of mud / Sprawling in the dirt, but ma alchemico della caverna (a.c. di E. Hughes, però, non riuscì a terminare with infinite care / They bring each other Livorni), Milano, Mondadori 2001, e questo progetto da lui intitolato, non a to perfection» (‘Così, ansando per la gio- 6,71. caso, Difficulties of a Bridegroom (ovve- ia, con grida di stupore / come due divi- ro: ‘Le difficoltà di uno sposo’) e di cui è nità di fango / sdraiandosi nello sporco, È da poco uscito tutto il canzoniere di rimasto soltanto un lungo frammento: il ma con cura infinita / portano l’un l’altra Ted Hughes, quei Collected Poems che già rammentato Eat Crow. Qui, il prota- a perfezione’). Come osserva Keith Sagar, arrivano a ben 1333 pagine, e che raggrup- gonista intraprende una catabasi di tipo nel saggio compreso nell’edizione Mon-

Poesia inglese Poesia pa le raccolte principali di questo prolifi- sciamanico che lo scaraventa in un terri- dadori: «la rinascita dell’eroe, quando co poeta: dall’esordiente The Hawk in the ficante aldilà dove si sente scalpitare il arriva, deve essere davvero una questio- Rain (1957), che l’ha subito lanciato come bestiame e si ode il lamento continuo di ne di scoperta della giusta relazione con una delle voci più stimolanti della sua un coro femminile dal quale, infine, si la donna: uomo e donna che vengono alla generazione, al coronamento finale di stacca un’unica She (‘Ella’) che si offre di vita di nuovo reciprocamente». Birthday Letters (1988), uscito nell’anno fargli da guida e di ricomporgli l’anima della sua morte. Tra le sue altre raccolte martoriata. Il testo che, per l’appunto, non Cave Birds ebbe origine quando l’arti- poetiche, oltre a Lupercal (1960), vanno fu mai completato, non contiene l’unione sta americano Leonard Baskin mostrò a senz’altro ricordate anche Wodwo (1967) mistica tra gli ‘sposi’, né – ancor meno – Hughes un gruppo di nove disegni di uc- e Moortown (1979). La critica, all’unani- una qualche nota di salvezza finale. celli e il poeta vi si ispirò scrivendovi so- mità, ha però eletto Birthday Letters come Tutto ciò, invece, è presente nella rac- pra un breve ciclo di poesie. Baskin, a il suo capolavoro assoluto; forse perché è colta Cave Birds (scritta nel 1975 e poi questo punto, ne rimase così deliziato che qui che egli sembra finalmente riconci- rielaborata nel 1978), il cui sottotitolo produsse altri dieci disegni di uccelli, che liarsi con Sylvia Plath (e con il suo ‘mito’; suona – non a caso – così: An Alchemical ispirarono altrettante poesie; infine, fu si veda, a questo proposito, la poesia Cave Drama (‘Un dramma alchemico Hughes a completare il tutto con dodici Moonwalk, che è senz’altro tra le più belle della caverna’). Qui, il protagonista, un altri componimenti, richiedendo a Baskin dell’intera sequenza, dove la sua voce si uomo gravato da lancinanti sensi di col- i rispettivi disegni (anche se poi ha elimi- unisce a quella della moglie defunta, in pa, subisce un processo da parte di una nato, oppure aggiunto, dell’altro materia- una specie di inquietante duetto). severa assemblea di uccelli, e dovrà difen- le). In ogni stadio della sua ‘iniziazione / Sopra, ho scritto che Hughes «sembra dersi, come nel testo classico chauceria- purificazione’, infatti, il protagonista vie- finalmente riconciliarsi con Sylvia Plath» no, da diverse accuse (soprattutto quella ne comparato ad un uccello diverso: pri- perché, come ci dimostrano chiaramente di aver offeso la natura femminile, fallen- ma è un galletto spocchioso, poi un cor- i Collected Poems, egli, invero, non ha do in tutti i suoi rapporti con le donne: vo deforme e, infine, si tramuta in un fal- fatto altro, sin dagli anni ’60, in testi qua- figlie, spose e madri). Nel Parliament of co dorato. li l’incompiuto Eat Crow (1964) e, soprat- Fowls (1386) di Chaucer, tale processo ha Come suggerisce il sottotitolo (che lo tutto, in Cave Birds (1978) che è, a parer luogo proprio nel giorno di San Valenti- lega ulteriormente a Difficulties of a Bri- mio, un vero trionfo che nulla ha da invi- no, e come non ricordare che la Plath si degroom), la raccolta è un «dramma», diare alla compiuta bellezza della raccolta suicidò proprio a ridosso di questa data? anzi un «dramma alchemico della caver- Birthday Letters, come tra non molto avrò La poesia Something was happening na» che si riferisce, in gran parte, allo stu- modo di illustrare più dettagliatamente. (‘Qualcosa stava accadendo’) tratta del dio che Jung ha dedicato all’alchimia Poco dopo il suicidio della Plath, avve- dolore arrecato dalla scomparsa della don- (Psicologia e alchimia, 1944), da que- nuto nel febbraio del 1963, Hughes passò na amata e si conclude con l’immagine di st’ultimo paragonata ad uno ‘psico-dram- più di un anno a lavorare attorno a un colei che potrebbe redimerlo; mentre A ma’ che purifica, e trasforma, l’operatore dramma in versi che doveva essere un Riddle (‘Un indovinello’) ci parla di come stesso, in un processo di elevazione spi- adattamento radiofonico delle Nozze chi- il doppio ‘mitico’ di quella defunta sia, per rituale che lo porta alla propria ‘perfezio- miche di Christian Rosenkreutz (un trat- l’appunto, rinato per diventare la sua enig- ne’ (o ‘divinizzazione’: il protagonista di tato ermetico dalla forte simbologia alche- matica sponsa; la soluzione dell’indovi- Hughes, alla fine, è un ‘risorto’ che, tra- mica, da Hughes stesso definito «un so- nello (‘Chi sono?’) , infatti, è colei che, mutato nell’egizio dio-falco Horus, ri- gno tribale»), pubblicato in Germania nel al contempo, è sua figlia, sposa e madre. splenderà di luce solare). Per cui, in ulti- 1616 dal rosa-crociano Johann Valentin Nella splendida Bride and Groom Lie ma analisi, la caverna dell’alchimista al- Andreae. Qui viene descritto il mistico Hidden For (‘Sposa e sposo tro non è se non il ‘teatro’ mentale dove matrimonio tra i regali sponsa e sponsus giacciono nascosti per tre giorni’), i due si attua tale processo di ‘iniziazione / pu-

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 124 Philip Larkin

rificazione’, il cui ‘oro’ finale irradia una Cave Birds finisce, tuttavia, con un che non furono mai raccolti in volume vitale, e rigenerante, energia psichica. enigmatico Finale: «At the end of the ri- (come l’indispensabile The Winter Palace). La dottrina ermetico-alchimista, tutta- tual / up comes a goblin» (‘alla fine del Tutto ciò vuol dire che la prossima gene- via, è soltanto una delle (almeno) sei fonti rituale / spunta uno spiritello’); alcuni cri- razione di lettori lo conoscerà, per forza, intertestuali che nutrono continuamente tici hanno trovato questa immagine assur- in modo piuttosto obliquo e parziale. questo testo: 1) Platone: tanto il suo re- da ed incoerente. Ma non è il goblin quel L’ultima volta che trattai di Larkin sul- soconto della morte di Socrate (da Hu- homunculus che sgorga dal dorato uovo le pagine di questa rivista, nel 2001, egli ghes ritenuto responsabile per il ‘morbo’ alchemico? Non leggiamo, in La civetta era ormai diventato poco più di un «ac- corrosivo del Logos), nel Fedone, quanto fiore che «l’uovo-pietra / spunta tra peta- quired taste», ovvero ‘un gusto coltivato’, il suo ‘mito della caverna’, nella Repub- li covanti»? Non è, allora, il frutto stesso e ben protetto, da quei pochi (come Sea- blica; 2) l’arte primitiva: soprattutto gli dell’unione o, se vogliamo, del ‘dramma’, mus Heaney e Derek Walcott, all’estero, affreschi preistorici delle caverne, come che Hughes ci ha appena rappresentato? e Gilberto Sacerdoti e Franco Buffoni, in quelli di Lescaux; 3) la mitologia egizia- E cos’ è, dunque, se non poesia pura? Italia), che avevano davvero capito tanto na: a partire dall’unione sacra tra Iside e L’edizione italiana (a cura di Ernesto la grandiosità quanto la profondità che si Osiride, passando attraverso Il libro dei Livorni) è molto accurata e, oltre al testo celavano dietro le molteplici, ma fragili, morti, dove le anime dei defunti vengono correlato dall’originale inglese, contiene maschere assunte da questo poeta (ritenu- processate da avvoltoi; 4) la letteratura pure un breve saggio introduttivo ad ope- to, dai più, invece, come un provinciale persiana sufi: ovvero, il poema allegori- ra del curatore; e poi: una nota biobiblio- isolato, e per giunta mortalmente bieco), co Mantiq al-Tayr (‘La conferenza degli grafica, nonché un saggio coevo di Hu- e che lo hanno difeso da quell’orrida on- inglese Poesia uccelli’) di Farid-al-Din Attar, dove i vo- ghes stesso (Mito ed educazione, 1977) ed data fatta di politically correct al cubo latili devono attraversare Sette Valli, pri- un’analisi puntuale di Cave Birds da par- che, dopo la sua morte, l’aveva investito, ma di poter giungere all’agognata Luce; te di Keith Sagar, una delle massime au- facendone, nel Regno Unito, la sua vitti- 5) la letteratura inglese medievale: il già torità in questo campo. Peccato, però, ma più eccellente. Sono sicuro che se fos- rammentato Parliament of Fowls di che manchino le immagini di Baskin che se vivo, lui si sarebbe davvero estasiato Chaucer, dove si dibatte circa la natura accompagnano i singoli componimenti, del fatto di esser diventato il primo poét ‘vera’ dell’amore; e 6) la letteratura alche- perché queste ci avrebbero segnalato, maudit inglese dai lontani tempi – vitto- mica: tra cui i già ricordati testi di Andre- immediatamente, il tipo di uccello che vi riani! – di Algernon Swinburne. I suoi ae e di Jung, nonché gli studi di Mircea predomina, aiutandoci, così, anche a com- critici più agguerriti non avevano affatto Eliade dedicati a tale argomento. Non prendere meglio il percorso ‘simbolico’ capito che Larkin, più che essere misogi- mancano, infine, riferimenti all’Amleto tracciato da Hughes in questa sua memo- no, era misantropo e che, più di tutti, non shakesperiano, all’Ulisse di Joyce, come rabile raccolta. accettava se stesso, e quel che era diven- anche alla Terra desolata di T.S. Eliot (ma tato, avendo svenduto i sogni della sua ci sono, anche, echi di Whitman, Hopkins, gioventù (lo scrivere romanzi sotto il be- Yeats, Lawrence e Dylan Thomas). PHILIP LARKIN, Collected Poems nevolo sole del Mediterraneo) per quel Per cui, sia la simbologia degli uccelli (ed. by A. Thwaite), The Marvell Press proverbiale ‘piatto di lenticchie’ (da con- (corvi e avvoltoi fanno parte integrante and Faber and Faber, London 2003, £ sumare, preferibilmente, alla mensa di anche del linguaggio alchemico), che gli 10.99. qualche sperduta biblioteca universitaria allucinati paesaggi psichici dove ha luo- del Nord più brumoso). go il viaggio sciamanico del protagonista, PHILIP LARKIN, Finestre alte (a.c. di Questo è l’argomento delle sue poesie corrispondono ad un processo di guarigio- E. Testa), Torino, Einaudi 2002, e 10,00. più laceranti: come Dockery and Son (dal- ne dai cui meandri ‘sotterranei’ il falco la raccolta Le nozze di Pentecoste, 1964), dorato infine potrà spiccare il suo volo PHILIP LARKIN, Turbamenti a Wil- dove riflette sulla natura attanagliante liberatorio verso il sole. low Gables (a.c. di M. D’Amico), Roma, delle sue nevrosi; mentre nella raccolta La già rammentata poesia Sposo e spo- Nottempo 2003, e 13,00. Finestre alte (risalente al 1974; e che, fi- sa giacciono nascosti per tre giorni, che nalmente, è stata tradotta in italiano) tale è una lucente poesia d’amore (e che, in- Dopo anni in cui è stata fortemente argomento viene ripreso più volte: come, sieme a Il Cavaliere, a Prima, le dubbio- negletta, la poesia di Philip Larkin sta len- ad esempio, in Condoglianze in bianco se mappe di pelle e a La civetta fiore, si tamente tornando alla ribalta, e non solo maggiore, dove il colore bianco del gin può considerare tra le più riuscite della nei paesi anglosassoni, ma anche in Ita- and tonic diventa indice di quella vigliac- raccolta), si può leggere, ed apprezzare, lia, come ora avrò occasione di spiegare. cheria che è l’assenza di joie de vivre; anche estrapolandola dal contesto: qui, In Inghilterra è uscita, l’anno scorso, una oppure in Tristi passi, dove ammette, os- l’amore non solo genera vita ma la ri- nuova edizione dei Collected Poems che, servando la notte stellata, alle quattro del- crea, in un linguaggio altamente mistico pur essendo anch’essa curata da Anthony la mattina, che: «la semplice / e vasta ed erotico che caratterizza pure quell’ al- Thwaite, si differenzia dall’altra in quan- unicità di quello sguardo / sono un ricor- tro testo dedicato all’Amore Divino che to è molto più ridotta, contenendo unica- do della forza e del dolore / della gioven- è il Cantico dei Cantici. E così, la ferita mente le quattro raccolte ‘ufficiali’; per tù; non potrà tornare, / ma in qualche parte psichica si rimargina grazie alla miraco- cui vengono, così, a mancare molti dei resta, per gli altri, intatta». Oppure in Vers losa ‘unione degli opposti’, o mysterium suoi componimenti giovanili (come la de Société, anch’essa dall’ambientazione coniunctionis, promossa dai saggi alchi- struggente elegia An April Sunday Brin- notturna, dove ribadisce che «soltanto i misti. gs the Snow) oppure quelli della maturità giovani possono essere liberi e soli. / Or-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 125 Iwan Llwyd

mai il tempo è poco per la compagnia e Larkin giovanile e simbolista verso le sue una brillante tesi sul canzoniere larkinia- stare seduti accanto a una lampada sem- future posizioni più minimaliste e anti- no. Questo gruppo di poesie (che include pre più spesso / porta non la pace, ma al- moderniste, dovute, per l’appunto, al suo le significative This was your place of tre cose. / Al di là della luce stanno rimor- incontro con il canzoniere di Hardy. birth e The Dancer), purtroppo, apparten- so e fallimento». In Finestre alte troviamo questo aspet- gono – come ho scritto sopra – a quella Ma ciò che è peggio, è che Larkin av- to, per così dire ‘hardyano’, della sua serie di componimenti che sono stati scar- visava questa assenza di emozione e di scrittura in molte liriche, tra cui vanno tati dalla nuova edizione dei Collected calore non soltanto dentro di sé, ma, sem- annoverate Gli alberi (dove il rinnova- Poems, rendendo, così, la loro traduzione pre di più, nel mondo circostante: ovve- mento annuale della Natura a Primavera italiana doppiamente preziosa. ro, non solo avvertiva l’erosione dell’In- è visto, però, come un preludio all’inevi- ghilterra della sua giovinezza, ma il fatto tabile Inverno), oppure Vecchi scemi (che che le tradizioni di una volta venivano è uno dei suoi massimi capolavori; e dove IWAN LLWYD, Da Bangor a Bangor: sostituite dai ‘non-valori’ dell’era del con- la vecchiaia ci viene mostrata in tutta la il viaggio di un bardo (a.c. di A. LLION), sumismo e dalla totale mercificazione sua cupa disperazione). La raccolta, co- Faenza, Moby Dick 2003, e 10,00. della vita proposta dalla società di mas- munque, si conclude con l’emblematica, sa, da lui prese duramente di mira già a e sublime, L’esplosione che pur trattando PETER DE VILLE, Open Eye, Ciren- partire dagli anni ’50 (in liriche quali The di un disastro in una miniera, contiene cester, Tuba Press 2003, £ 6.00. Large Cool Store). Tale tematica riaffio- quell’immagine finale di «uova d’allodo-

Poesia inglese Poesia ra anche in Finestre alte, soprattutto in la intatte» che racchiude in sé un messag- Iwan Llwyd è nato a Carno, nel Galles, componimenti quali Andare, andare («I gio di speranza. nel 1957; si è laureato in gallese all’Uni- bambini urlano e chiedono di più – / più È curioso, tuttavia, constatare come il versity of Wales di Aberystwyth ed è in case, più parcheggi, / più spazi per le rou- Larkin-narratore (quello che in gioventù gallese che ha scritto le sue raccolte più lottes, più denaro»); oppure in Omaggio sognava di diventare un romanziere a tem- importanti: da Sonedau Bore Sadwrn per il governo («I nostri figli non sapran- po pieno), venga tradotto in Italia per la (‘Sonetti del sabato mattino’, del 1981) a no che è un paese differente. / Adesso prima volta, non grazie ai suoi romanzi Owain Glyn Dwr (scritto con Gillian quello che possiamo sperare di lasciar loro più seri e sperimentali – quali Jill (1946) Clarke, del 2000), di cui i traduttori An- è il denaro»). o Girl in Winter (1947), i cui modelli fu- drea Bianchi e Silvana Siviero, in Da Già in The Less Deceived (1955) ave- rono Virginia Woolf e Henry Green – ben- Bangor a Bangor, ci offrono un’ampia va denunciato il tramonto definitivo del- sì tramite quell’opera giovanile e parodi- selezione (complessivamente 22 compo- lo spirito comunitario religioso – nella ca che è Trouble at Willow Gables scritta nimenti assai rappresentativi). poesia Church Going – e ora, in Finestre nel 1943 (anche se è, a modo suo, un te- Iwan Llwyd viene considerato dalla alte, nel sonetto Venerdì notte al Royal sto frizzante). Ce lo descrive Masolino critica come il poeta gallese più importan- Station Hotel, arriva a delineare la com- D’Amico, che ha scrupolosamente cura- te della sua generazione e con Dan Ddy- pleta assenza di umanità, lì dove l’unico to il volume, nella Postfazione al roman- lanwad (‘Come ubriaco’ del 1997) ha segno di vita viene dato dalle spettrali luci zo: «nacque tutto a Oxford nel 1943, vinto il Welsh Arts Council Book of the elettriche che squarciano la Notte: «cupa, quando Larkin aveva circa ventun anni, e Year Award, mentre nel 1990 ha ottenuto la luce scende dagli alti / lampadari a si presenta come opera di un’immagina- la ‘corona’ al National Eisteddfod con grappoli sulle sedie vuote / che si fronteg- ria scrittrice per ragazze, Brunette Cole- Gwereichion (‘Scintille’). Oltre ad esse- giano l’un l’altra [...] / Nei corridoi deserti man. [...] Fu questo lo spirito nel quale il re lui stesso un traduttore, saggista e li- di scarpe le luci restano accese». Il finale giovane Larkin si calò con diabolico ca- brettista, è anche il bassista-cantautore in di questa poesia, non a caso, ricorda quel- maleontismo, divertendosi moltissimo ben due bands gallesi e, perciò, non sor- lo, altrettanto apocalittico, di Dover Beach [...] con lo scrivere un romanzo che rispet- prende constatare come, nelle sue lyrics, (1867) di Matthew Arnold, dove si presa- tava tutti i luoghi comuni del genere, ma egli riproponga tradizioni medievali gal- giva l’avvento imminente della barbarie). con in più una insinuante carica di mali- lesi commiste a suggestioni attinte dal Se tutto questo può far pensare ad un zia erotica [...]; è uno scherzo irresistibi- rock and roll e dal blues (come nella la- Larkin nostalgico e snob, ebbene, ciò non le». La casa editrice Nottetempo promette conica Far Rockway, dove si legge che «ti è affatto vero, perché anche in questa rac- pure di pubblicare il seguito, Michealmas porterò a Far Rockaway, / Far Rockaway, / colta finale egli ripete parzialmente le le- Term at St. Bride’s, dove le eroine del nome che accenna un motivo alla chitar- zioni che aveva appreso da Thomas Har- primo romanzo, uscite dal collegio fem- ra / nella mia testa»; oppure nella spirita- dy verso la fine degli anni ’40:’ovvero il minile, questa volta affrontano insieme ta Route 66 dove, nel descrivere quell’au- cercare di concentrarsi su esperienze or- l’altrettanto ardua vita universitaria. tostrada che attraversa gli Stati Uniti da dinarie e familiari, per poi saperne trarre In conclusione, segnalo che, sull’onda ovest ad est, scrive che «il viaggio stesso delle poesie che trascendono dal quotidia- dell’attuale revival in corso dell’opera di diventò un sogno, / di cadillac e chevro- no per diventare, così, delle gnomiche ri- Larkin, dovrebbe presto uscire, entro que- let, / di notti sveglie in motel polverosi, / flessioni universali sulla condizione uma- st’anno, su Il gallo silvestre (la bella rivi- di Chuck Berry e Jerry Lee / di cherry pie na. È questo l’argomento principale della sta diretta da Antonio Prete), una selezio- e burro a colazione»; oppure si prenda mia monografia – Negative Indicative: ne di alcune delle sue liriche giovanili più l’altrettanto sincopata Come ubriaco, Philip Larkin in the Forties (Pisa, ETS, memorabili, e tutt’ora inedite in Italia, a dove questa volta descrive gli U.S.A. 2000; la prima ad essere apparsa in Ita- cura di Francesco Petrocchi, che si è re- come la «terra di opportunità e California lia), dove evidenzio il passaggio del centemente laureato a Siena proprio con e strade di Filadelfia, / terra della dea del-

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 126 Peter De Ville

la televisione e di Hollywood e di alleluia, te e gustosa, per via dell’uso, spesso lu- Oppure, si prenda la presentazione sog- / terra di Bob Dylan e Dylan Thomas, ter- dico ed incisivo, a cui il poeta sottopone ghignante di una cerimonia in sotto-tono ra dell’esilio del poeta». costantemente il linguaggio; per cui, non che ha luogo in una chiesetta di campa- Come già annuncia il titolo stesso del- sorprende scoprire che uno dei suoi poeti gna, Old Brave World Revisited: at Sou- la raccolta, Da Bangor a Bangor: il viag- preferiti sia proprio Byron (ma non tanto thwell, dove il gusto per l’aneddoto si gio di un bardo, Iwan Llwyd, simile in ciò nell’ascendenza romantica, quanto in confonde con quello per la ‘resa’ clinica ai bardi di una volta, ama molto spostar- quella ‘settecentesca’ che aveva fatto del del rito sociale in atto: «Acorn and vine, si, sia nei territori celtici nativi ed irlan- poeta un critico acuto delle mode e dei some chub-faced peasants / and gap-to- desi, sia nel continente del Nord e Sud modi allora imperanti). Con Byron, De othed wives cheeking us with tongues / America, visitando indios e indiani ma, Ville condivide, soprattutto, quell’open and pig-faced men and men-faced pigs, / soprattutto, andando alla ricerca dei com- eye (insito a partire dal titolo stesso della Roger Rabbit, Talking Heads and Disney / patrioti esiliati, come dimostra nelle poe- raccolta) che è altrettanto ‘aperto’, e al- Trinity, eight centuries ago». sie Gallesi di Filadelfia oppure in Elogio quanto sferzante. Peter De Ville, come si sarà arguito, ha dei fratelli Bod Iwan, trattando questa Nella raccolta, troviamo tale vena, per una grande immaginazione icastica, che volta i gallesi emigrati in Patagonia. esempio, in Academics: English Honours, si traduce felicemente nella continua crea- Adel Llion, tuttavia, ci ricorda, nella nel suo sardonico ritratto del mondo ac- zione di tutta una serie di immagini vivi- prefazione che Iwan Llwyd è un «bardo cademico (a cui De Ville pur appartiene); de e scintillanti, che rimangono impresse celtico» solo «se per bardo (parola abu- oppure nell’agro-dolce Dad in Italy dove, nella memoria. Moltissime di queste poe- sata dai romantici) intendiamo poeta po- con sottile arguzia, mette a confronto la sie, in effetti, richiedono più di una lettu- inglese Poesia litico, poeta al servizio della comunità, cultura anglo-sassone con quella italiana. ra, onde permetter loro di sprigionare tutti sensibile ai miti e leggende, credente nella Ma l’influsso byroniano è presente nello gli aromi, e tutti gli umori, sotterranei di magia della parola e nel valore dell’arte». spirito narrativo, nel tono di voce, pret- cui sono intessute: per esempio, si pren- Tutto ciò trova una conferma in poesie tamente fabulista, che attraversa un gran da At Paraggi, dove si avverte un’aria come Posso essere un indiano, mamma?, numero di queste poesie: come la toccante minacciosa mentre soffia in un villaggio Il Cristo di Capocabana, Certo che puoi Contamination (ambientata in un cimite- ligure di pescatori; oppure l’incipitaria farmi una domanda personale e Guerra ro ebraico) oppure nella spendida Arnold Summer Song che è un inno sensuale alla e pace (dove il poeta ricorre sia ai versi Bennet’s Days che chiude degnamente la Natura risvegliata dal sole e dove De Vil- liberi che alla metrica più tradizionale). raccolta e che sa riproporre, con dovizia le ‘ricama’ anche il tessuto fonico dei I traduttori, comunque, hanno ‘traspo- di dettagli pertinenti, il clima ‘gentile’ di versi, ricorrendo sagacemente sia all’al- sto’ le poesie non dal gallese originario, un uomo di lettere agli inizi del ventesi- literazione che all’onomatopea: «The sun bensì dalle versioni inglesi che sono ap- mo secolo, in una serie di ‘vignette’ che begins its long summer swipe; / geraniu- parse nel frattempo (e molte delle quali ne restituiscono le aspirazioni e i timori ms shiver, hallucinating blood against the sono ad opera dello stesso Iwan LLwyd); (non a caso, la poesia si apre con la de- green; / ants tickle-tickle at the knuckle- per cui, forse, era meglio avere il testo scrizione di un funerale che è il ‘correla- bones of trees; / varicose veins, ivy suc- inglese a fronte, piuttosto che quello gal- tivo oggettivo’ di quell’epoca ormai vo- kers pension off their hosts...» lese, di cui le traduzioni in italiano sono il tata al tramonto): «On Wednesday after- Peter De Ville, con questa promettente riflesso di un riflesso, per quanto sincero. noon to Burslem where / the mater was raccolta, dimostra di possedere un matu- reported seriously gone. / Saw her at 8, ro talento poetico, pieno di inventiva e di Quella di Peter De Ville (in Open Eye, alone for half an hour. Looked very small, grazia; e tutto ciò non può che essere di 2003) è un’opera prima che si annuncia the hollow of the pillows / Made her buon augurio per le sue prossime ‘prove’ come una raccolta davvero impressionan- so...». liriche.

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 127 POESIA ITALIANA a cura di Fabio Zinelli

AA.VV., Altri Salmi, a cura di MA- se di Raffaello Baldini con sberleffo finale memoria del soggetto si riflette nei fram- RIA GERVASIO e LUCA EGIDI, Bolo- che smonta ogni residua (di)speranza. Su menti della concretezza dell’esistenza. Si gna, Gallo&Calzati Editore (Collana di tutto aleggia e tuona il salmo a consunti- tratta di un catalogo, un indice che com- Poesia Forestiera Bologna) 2004, pp. 142 vo intonato da Roberto Roversi al Dicem- bina e propone destini possibili che + STEFANO MASSARI, Salmo del- bre 2003, sdegno urlato da un ottuagena- «chiunque, leggendo, può aggiungere o l’Attesa, VHS. rio ben vivo ai Masters of War che si ri- cancellare». Poesia combinatoria incardi- piega stanco e imbattuto, tuttora in attesa nata sull’istante della scrittura, in cui, Il sistema della parola corredata dal- che, anche tardi, però alla fine faccia gior- nella mappatura che recupera quanto al- l’immagine, a complemento delle parole no. E trovano un posto all’interno di que- trimenti l’essere lascia scorrere, coincido- per dire forte ciò che è necessario, è stru- sto coro sommesso e insistente di voci no passato e ricordo. La parola di Anto- mento editoriale non nuovo. L’intreccio umane le sinestetiche prescrizioni detta- nella Anedda è ungarettianamente scava-

Poesia italiana Poesia mediologico è felice nell’efficacia espres- te da Bruno Brunini Dalla Parte Della ta nell’abisso dell’attimo vivo, posta sul siva benché al contempo amara nel senso Notte, il Salmo 151 (di Yusuf) di Giusep- nudo candore della pagina, il cui corpo di cui dà conto. I due modi si coniugano pe Conte, e il recitativo di pasqua ebraica circonda, avvolge e, al tempo stesso, egregiamente e convergono a uno stesso di Silvia Bre in cui il passaggio cruento schiude al vibrante contatto con il meta- stupore indignato al cospetto delle repli- dell’Angelo di Dio si traduce in canto lai- spazio della pareysoniana «spiritualità che illimitate che l’uomo dà dello spetta- co e civile. È questa la notizia sull’esisten- personale», della reattività dell’interno colo di sé su questo atomo opaco del te cui perviene questa croce di fiammelle personologico all’esterno relazionale. male. Il Salmo dell’Attesa girato in tre vive che a turno salmodiano intonando il Una scrittura la cui poetica risiede nel frazioni da Stefano Massari è un cortome- canto: tutto ciò che sfondava in uno spa- capire, per ricostruire il mosaico del- traggio (20’) che del male ordisce una zio infinito predisposto per l’Uomo da l’esperienza vitale, nel catalogare attra- collezione di prove a carico e lo filma Dio è aggiornato al sentimento sfinito del verso un’architettura che è un labirinto smangiando il fotogramma come sciolto destino umano avvitato sui propri limiti geometrico di corrispondenze tra ciò che da fiamme infernali in cui l’attore-uomo sconfinati e definitivamente consegnato al è di qua e ciò che è di là della scrittura. si aggira in tempi e luoghi diversi ma si- dettato civile. Lo stream of perceptions del soggetto è mili perso nella sua perversione preterin- Daniela Matronola recensito fisicamente dalla penna, proce- tenzionale, dedito a sole azioni di distru- dendo per ecfrasi, enumerando la «felici- zione (a)progettuale. Ed è questo senso di tà terrena» associata al «soffio che fugge primitivismo umano a segnare la poesia ANTONELLA ANEDDA, Il catalogo dalle labbra», alla «fiducia dei fiori che diversamente salmodiante di questo libro della gioia, Roma, Donzelli 2003, pp. si flettono quando scende il sole» e del legato al corto di Massari. Il quale libro è 115, e 11,00. «fulmine» (Ivi, p. 55), nella condizione un documento. Contiene uno degli ultimi della maternità, come in Figlia (a mia fi- contributi della poetessa Giovanna Sicari Il Catalogo della gioia è un libro la cui glia). Poesia scritta sulla «carnicità dello morta l’ultimo giorno dello scorso anno: struttura è raccolta entro il perimetro del- spirito», secondo Matteo Corrias, il cui il suo salmo Osanna della distanza (an- l’isola de La Maddalena, luogo in cui la stile è condizionato fisiologicamente, che che in Epoca Immobile, Jaca Book, libro possiede un ritmo pressante e irriducibi- tanto atteso dalla Sicari e di pochissimo le, fondato sulla dimensione esperienzia- postumo) è un inno vibrante di pena e al- le, sulla fisicità della parola. Il catalogo legria: allude vertiginosamente alla mor- della gioia è suddiviso in alfabetiche sot- te, e ne ride o meglio la irride. Invoca il tounità: I, S, O, L, A, N, C, V, R, M, T, F, perdono per i reiterati peccati (sarebbe P, G e ciascuna di queste unità contiene meglio dire: i reati) dell’umanità contro uno o più pezzi poetici. Come appare l’amore e per la nostra dote paradossale chiaro, «le prime cinque iniziali di lette- di produrre sciagure. Nell’Osanna trova ra del catalogo formano la parola: isola»; voce limpida il grido rotto della creatura. meno immediato, ma reso parimenti chia- In questa chiave trova udienza una sorta ro dalla dichiarazione dell’autrice, il fat- di Spoon River pescarese intonato da to che «da là soffiano tutte le altre lette- Anna Cascella (Salmo della Lontananza) re» (ibidem). Al principio di ciascuna se- in lotta pacificata per la riconquista della zione del catalogo è posta una prosa pro- propria identità completa. E nello stesso grammatica che introduce, usando le pa- tempo è gridata l’invocazione, una vera e role di Corrias, «alla sonorità fonetica del propria preghiera di morte, pronunciata da gruppo di poesie in essa contenute: sono- Salvatore Jemma, o il Sussurro bologne- rità insieme spirituale e fonetica, nella

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quale si restituisce alla percezione quan- logare la gioia con la poesia significa al- musicale: «Timpano / un archetto / – poi to essa aveva consegnato alla parola. E lora cogliere della gioia quanto la poesia la luna», non più che perfetto appunto di questo era chiaro (anche e soprattutto per- è in grado di cogliere dell’essere perce- scena pucciniana. Resta da osservare lo ché dichiarato), nel programma della già pito, riattivato tramite il ricordo e affida- specioso rapporto dell’essere percettivo citata sottounità F del catalogo: «F. È la to al vento del verbo. per eccellenza, il poeta, e la realtà signi- lettera della felicità terrena del soffio che Tommaso Lisa ficata per sensi che lo circonda, motivo fugge dalle labbra...»: felicità di madre, si metapoetico di alcuni capitoli. Nel mini- è detto, e insieme soffio fonatorio, spea- mo sistema dell’haiku anche la scelta del ch act orolaringale, quindi semiotico». PIER LUIGI BACCHINI, Cerchi titolo è fondamentale momento diegetico. Come di fisicità si tratta nell’insistenza d’acqua, Milano, Garzanti 2003, pp. 118, Bacchini ne sfrutta tutta la posizione di sul suono della o, fisicità della suggestio- e 9,50. rilievo ad anticipare quanto narrato nel ne viscerale ed olfattiva creata dal dire, breve giro dei versi, così come a riferire dal dire quanto è detto: e la poesia sche- Conclusasi la stagione delle libere pas- la concatenazione analogica che ha inge- data entro la sezione è titolata, non a caso, seggiate di Scritture vegetali, condotte a nerato la lirica. Persiane estive, si intito- Odori. Verificabile per ciascuna sottouni- erborare e ad appuntarsi in versi lunghi la il capitolo di cui sono protagoniste le tà, questa circolarità di percezione riposa nuove scoperte e inusitati incontri, l’haiku figlie dell’aria, questo poiché i battenti nella carne della voce, della mano che si – cerchio d’acqua che per gradi si dilata chiusi (impedimento che ottundendo la abbassa sul piano, del sibilo del cuore nel in moltitudini, ma rimane, comunque, vista affina l’udito, divenendo così occa- sonno, delle viscere, del respiro, del- forma chiusa – segna per Bacchini il mo- sione di poesia) filtrano i suoni dell’esta- italiana Poesia l’amore, del pianto, del dolore. Si tratta mento del ritorno in un mondo delimita- te, quel «seghettato» canto di cicale, a loro di un libro di ‘carne’, di ‘carni’, dove to, rientro ai giardini del verso breve (dai volta dette «membrane percussive», che l’isola, La Maddalena, diventa archetipi- cui innesti talvolta germogliano con pu- rimanda all’immagine del sistema bina- camente l’hortus conclusus entro il qua- dore classiche misure endecasillabiche), rio buio-luce creato dalle barre delle im- le, nell’esegesi di Corrias, «chi cataloga dove in perfetto rigoglio e tra olezzi sot- poste. In tutto ciò, a proemio dell’opera, osserva, trasceglie, trasfigura». Nel cor- tili spuntano carnose creature dai nomi una dichiarazione sulla consapevolezza po dell’isola si inscrivono luci, oggetti, poco usati. Sophòre dai lunghi corimbi, della propria natura di poeta, consistente odori, situazioni atmosferiche, scene quo- pallide magnolie, flessili glicini, giacinti nel sentirsi strumento, e non strumentista, tidiane; proprio questo presente di cose giovinetti, tumide peonie, gli emerocalli, tramite cui risuona la voce delle cose. Se percepite attiva il ricordo, che associa e terreni fratelli degli infernali asfòdeli, fre- un vento continuo scuote la valle e trae trasforma sguardi, sensazioni, tele, che sche e inodori, le sfere delle ortensie, i dalle fronzute rame arpeggi eolii, anche «trasmutando tramanda» (Ivi, p. 51). Dal- gigli, trombe dorate e lampade dei morti, l’orecchio del poeta, «valva plurimillena- l’isola soffia il resto catalogo, che all’isola la tifa, fallica spiga eretta, la tuia, trali- ria», rimbomba e propaga la voce poten- ritorna. L’ultima sezione del libro s’inti- gnante cipresso che spezza le pietre dei te di questo spirito selvaggio, umile sistro tola, infatti, Maddalena; tra i due estremi sepolcri, quasi a farne uscire ante giudi- umano, la cui poesia non è frutto d’alto del recinto, l’isola verbale e formale (gra- zio i corpi dei risorti... Con l’alternarsi di cesello, ma indotta melodia del mondo. fico-fonetica) del principio e l’isola rea- fioriture e lente cadute di petali avvizziti, Torna al ricordo ancora una pagina del- le, si situa il cuore del libro, la massa il verziere diviene quasi un micro-«siste- l’Innocente: passò stagione in cui il «rom- frammentaria dell’opera, caleidoscopica- ma solare», dove ai tramonti e ai levamen- bo che pare che sia in fondo a certe con- mente svincolata da ogni statica tropico- ti degli astri corrispondono le cicliche fasi chiglie sinuose» fu riconosciuto quale linguistica (l’isola / I S O L A), e discipli- vegetative delle piante. Sempre la vita «rumore delle proprie vene»; oggi, al con- nata dalla forza contenitiva dei due poli appare sorgere come fenice da morte: così trario, l’unico sentiero percorribile per estremi Il catalogo della gioia e Madda- il «rugoso, inferto, olmo» rimette le sue fare poesia è quello che conduce a farsi lena. Il centro del libro è Frammenti, in gemme, «vecchione» pascoliano che si ritorto fossile marino, dove riecheggino i cui, per Corrias, «‘il male di vivere’ schiu- rinverzica in butti novelli, così da un «gran suoni degli evi, versi che magari, così de le soglie della persona per guadagna- pianto» traggono linfa i tronchi virenti del spirati, il poeta neppure si prenda la bri- re, apocalitticamente, l’alterità cosmica «pianoro», mentre il sole, «oltremontano, ga di notare, riconosciuto l’atto del ‘signi- (tra la tragedia di San Giuliano di Puglia o gassoso», pietosamente scalda e conso- ficar per verba’ qual unico momento atti- e il crollo delle Twin Towers)». La zona la «questa d’erbe famiglia» e di «vivi». vo, pure non più dovuto. di maggior peso è decentrata verso la fine, Due note chiare e argute, a dirci, dove sia- Francesca Latini nella sezione Senza vento: non di una pura mo: in un giardino d’Oriente, tra le pic- riflessione sulla poesia si tratta, ma di un cole aiuole di Cio-Cio-San, la cui rama- coinvolgimento di questa nel circolo del- glia ischeletrita dai mille tintinni s’intrec- MARIA ANGELA BEDINI, La lingua la scrittura, secondo una genesi autono- cia, però, fino a divenire inestricabile tra- di Dio, Torino, Einaudi 2003, pp. 145, e ma, stavolta anaerobica: l’assenza di ven- ma, con i lillà già dipinti alla maniera di 12,00. to in questa regione dell’opera si rivela «paravento» di un luogo dannunziano: dunque essere una precisa scelta strategi- l’hortulus e le stanze solitarie di Villalil- La poesia religiosa conosce da sempre ca che riannoda vissuto e scrittura (poeti- la. L’estenuante cobbola dell’usignolo il tormento della ricerca della parola, lo ca) sulla pagina. La parola mostra solo dell’Innocente, che sembra raggiungere sforzo terribile di toccare l’indicibile, ri- come la si possa piegare, ma a costo di compiutezza nel sorgere del rorido Luci- solto per forza di metafore o per vertigi- percepire sconforto e umiliazione. Cata- fero, qui si riduce a un doppio timbro ne di astrazione. Lo stesso nucleo ispira-

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tivo è al centro del bel libro di Maria An- dunque nel finale annullamento di ogni pagna) che hanno il loro equivalente emo- gela Bedini, ma con un lieve eppure de- barriera tra l’io e la parola scritta, dispera- tivo nella tensione tra una genuina voca- cisivo spostamento di fuoco, dal dopo al tamente invocato fin dal principio («mia zione al desiderio di farsi cantore di ore prima, dall’oggetto al mezzo espressivo. materia chiamata da un volere / dirigi un gaie («Io vorrei tanti colori, sognare una La lingua di Dio che dà il titolo al poe- desiderio schianta lo specchio / in cui il festa, / scrivere di noi solo favole», Le metto è infatti il premio di una lotta sfi- dentro si depone / uccidi dunque i tuoi vecchie donne...) e i frantumi di un pre- brante, la meta di una quête lunga un cen- fuori»), come anche, forse, nella rinuncia sente che sembra non accettare interferen- tinaio di pagine e parecchie centinaia di alla intenzionale poeticità della scrittura ze al di fuori di quelle insorgenze memo- versi, il precipitato di un magma analogi- poetica; dopo che per tante, troppe pagine riali che costituiscono il tessuto connetti- co spesso di difficile e probabilmente inu- «in sere capitali allo sgomento / in quelle vo del libro. Ma Benedetti sa che la per- tile decrittazione (un esempio: «beviamo sere danneggiate / dalla chincaglieria di dita si articola sempre su un doppio bina- le porte per l’osso / dell’inverno scivola- sguardi / il libro subissava di schiamazzi / rio, dove all’impossibilità del ritorno a un to sulla testa»), soverchiante, stordente, la carta impallidiva come un uomo / senza passato scomparso si affianca quell’altra rivendicato spavaldamente nell’Epilogo sguardi ma lui restava lui / e io rimango io». lacerazione data dalla nostalgia del non contro tutti i ‘grugniti’ dei recensori Elena Parrini provato (Unico sogno); il senso delle cose («‘Ossimori, insensatezze’, grugnì il re- va quindi cercato nelle storie che esse rac- censore») con ormai matura consapevo- contano, e ciò sembra essere il cuore pul- lezza di scrittore e al contempo con evan- MARIO BENEDETTI, Umana gloria, sante che richiede e al contempo provoca

Poesia italiana Poesia gelica spietatezza (Neque mittatis marga- Milano, Mondadori (Lo specchio), 2004, l’esplosione di epifanie di Umana gloria. ritas vestras ante porcos). La lingua in cui pp. 124, e 9,40. È così che gli oggetti, i fenomeni, la na- parla Dio (ma parla, Dio?) è insieme la tura stessa, sono sempre colti nelle riper- lingua in cui si parla, o si tenta di parlare, «O anima! Non sono poesia le lettere cussioni che hanno sull’uomo: «Il colore di Dio, superando pericoli, impasse, sa- che pianto come chiodi, ma il bianco che delle barche / cerca di costruire le sue ra- crosante diffidenze (poiché, come ammo- rimane sulla carta». Queste parole di Paul gioni anche per me che soltanto le guar- nisce il Salmista citato in epigrafe alla pri- Claudel possono essere utilizzate come do» (Brest). Ed ecco ricomparire la neces- ma parte, l’empio «Ha d’incanti e tranel- chiave per entrare nei testi raccolti in sità dell’altro, il senso che si mostra solo li la bocca piena, / cela sotto la lingua di- Umana Gloria. Non si tratta di un’indi- nel completamento con ciò che è dato in struzioni»; e «che al mio palato la lingua cazione di forma, quanto di un invito ad absentia, e da qui la necessità di saper s’impicchi», è lo scongiuro, ancora con le accostare con grazia e leggerezza gli in- legger i silenzi. Ma il percorso possibile parole del Salmista, che apre la seconda numerevoli silenzi che fanno da contrap- sin qui accennato non dà ragione della parte). La conquista di questa lingua ma- punto alle parole, ospitandole e comple- realtà formale della scrittura, la cui com- tura attraverso l’attesa, nell’attraversa- tandole, del libro con cui Mario Benedet- ponente più caratteristica è quella del pie- mento delle stagioni che saranno anche e ti ha finalmente presentato il proprio la- no raggiungimento di una voce carisma- soprattutto stagioni del cuore ma hanno voro al grande pubblico della poesia de- tica e riconoscibile, adulta e dimessa, in una loro tangibilissima concretezza, scan- stando un’attenzione destinata a durare. È grado di suonare marce solenni senza al- sa la trappola della memoria, la presa sempre possibile cercare echi e remine- terigia o cadenza marziale: riducendo al dolciastra del passato, si affaccenda inces- scenze per inscrivere un autore in griglie minimo il ventaglio terminologico, dila- santemente, Marta e Maria insieme, tra determinate e si potranno anche qui rin- tando il verso fino alla flessibilità della carta bianca e inchiostro (quanto inchio- venire le tracce di una tradizione che ade- prosa, Benedetti punta sull’incisività del stro, fogli, matite, quaderni in queste pa- risce all’asse Petrarca-Leopardi-Sereni, movimento sintattico. Si tratta di una scel- gine), si puntella provvisoriamente con ma in questo poeta schivo la trama inter- ta non di comodo, dove la rinuncia alla una personale costellazione di riferimen- testuale si dà più che altro nella modalità ricchezza lessicale della lingua poetica – ti culturali (tra Lewis Carroll, Andersen, del riferimento indiretto, della discreta e con essa alle via di fuga conseguenti a Dickinson) che diventano fantasmi, voci rielaborazione, sintomo di un’assimilazio- una concezione anche impercettibilmen- di un surreale convegno evocate con i loro ne profonda più che della necessità di te ornamentale della poesia – comporta un nomi (Alice, ma anche la regina delle nevi esporre le proprie coordinate culturali. È rigore compositivo di più difficile mante- e naturalmente Emily, che scandisce al- invece nei silenzi che giace la moltitudi- nimento. Da qui la disomogeneità dei te- cuni memorabili versi nella memorabile ne di significati sorgivi che va colta, a sti, che a tratti pagano un appannamento traduzione di Margherita Guidacci) nel metafora della teoria del tempo che vie- delle proprie intime ragioni dando l’im- metaletterario Interludio, che separa la ne formandosi nella lettura. Perché il tem- pressione di un’urgenza eccessivamente prima e la seconda parte del poemetto, e po è il tema centrale del libro, e ne è la diluita. Ciò accade in specie quando l’in- nell’Epilogo; fino, sempre nell’Epilogo, materia. Dal dolcissimo epicedio di aper- sistente sovrapposizione tra passato e pre- all’approdo prevedibile («Gesù stracciò il tura e lungo tutto l’arco delle otto sezioni sente determina una sorta di anchilosi nome, s’accovacciò sul palmo della lin- di cui è composta la raccolta, si articola dell’apparato percettivo che può persino gua, / il nome lo infilzò dentro il costa- una ricerca di pienezza intesa come im- impedire di cogliere il reale, continua- to»), fino alla litania, al balbettio erotico- possibile ricongiungimento tra presente e mente costretto a cedere il passo all’im- mistico («Gesù infossato nelle membra, / passato; dicotomia, questa, foriera di al- magine altra, come in un gioco di statue tuttobello di dolore, / tuttodolente di bel- tre apparenti contrapposizioni (e in parti- di vetro in cui della figura in primo piano lezza»). L’unione con l’amato si compie colare quella geografica tra città e cam- non si cogliessero i lineamenti e si perce-

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 130 Elisa Biagini

pisse solamente la forma di ciò che le sta fiabesco mancano non solo i personaggi nutrito in identificativa qualità di nutri- dietro: è la memoria invasiva, il letargo e le possibili soluzioni, anche i toni: tutto mento. È il corpo scritto forzosamente e di talpe che fa sì che «si può stare male è irrevocabile, l’esser «persa nel verde», ritualmente dall’altro, dall’Ospite, col per un profumo ancora tutto da spiegare» diventar tronco che ha tutto della disuma- cibo. Il corpo-che-mangia è anche corpo- (Giorno di festa). Meglio allora le rare nizzazione e nulla della sensualità dell’es- da-mangiare, secondo un rapporto di re- testimonianze di presenza, gli indizi sco- ser fatta «virente» di un’antica Ermione. ciproco cannibalismo, in odore di autofa- perti di una pace possibile, concentrati La compenetrazione vegetale-animale gia. Così lascia intendere una delle due nella quinta sezione dal significativo titolo dell’io non è confortante né evocativa, epigrafi al libro, quella da Langston Hu- Qualcuno guarderà il bene: «si vedono forse perché pare una singolare quanto ghes, invito ad affondare i denti nel cuo- colline, un’allegria da ogni parte. / Si sta consumata digestione. La poesia è stata re: «Bite into the sandwich of your heart». come a volte si è pensato di potere stare» scritta prima del 1993, quando Elisa Bia- Il corpo-cibo smaschera una reificazione; (Quadri). L’occorrenza rivelatrice del sin- gini esordiva con Questi nodi, raccolta che lo stesso fronteggiarsi interpersonale è tagma che funge da titolo la si ha nell’ul- l’editrice fiorentina Gazebo volle pubbli- rapporto ‘cosale’. Il rapporto di ospitali- tima poesia della sezione Sassi, posti di care assai «meritoriamente», come ebbe tà denunciato dalla genettiana ‘soglia del erbe, resti, dove a Umana gloria si accom- a dire più tardi Francesco Stella presen- testo’ è reciprocamente inquieto e teso, pagna un povera che è misura della pro- tando l’autrice nel Sesto quaderno italia- l’ospite è «terribile», secondo i due versi fonda compassione che pervade ogni pa- no curato da Buffoni. Da subito, questa di Anna Achmatova, che costituiscono rola di questo poeta divenendone, da ca- poesia ha posto come temi fondanti l’io – l’altra epigrafe al volume: «E tu, l’ospite ratteristica esistenziale, la principale ci- un io non pago di sé, della propria uma- terribile lasciasti entrare / e con lei, fac- italiana Poesia fra stilistica; ancora una volta l’equilibrio nità – e una cifra stilistica fortemente or- cia a faccia, rimanesti». Tale ospitalità si sposta su ciò che manca, sulle parole ganica, biologica. Sulla strada de L’ospi- scopre trabocchetti tremendi nel vis-à-vis non (ancora) dette. «Povera umana gloria te, la Biagini aveva poi affidato a una poetico tra l’io e il tu chiamati a non co- / quali parole abbiamo ancora per noi?» plaquette compiutissima, Uova (Genova, municanti conversari. Il codice qui, più Lorenzo Flabbi Zona 1999), i nuclei poetici a maggiore che linguistico, appare corporeo e alimen- caratura emotiva e rappresentativa: la pel- tare. È attraverso la gestione di cibo e le-involucro, confine e limite, organo sen- corpo proprio e altrui che il tu ospite sve- ELISA BIAGINI, L’ospite, Torino, sibilissimo e «buccia di pianeta» che la i suoi assilli. Nella struttura dialogica Einaudi 2004, pp. 136, e 12,00. espone il corpo; esso stesso in pericolo guadagna la scena la rappresentazione di d’implosione, a rischio di «cadere in me, una morte: è la storia, il processo dell’ela- «Voglio far parte d’altro non di me, / in quel / livido che è // il mio stomaco»; borazione preventiva di un lutto. Lutto an- dimenticare gli angoli, le forme / staccar- l’oggettualità figurativa di versi scortica- ticipato e privo di cordoglio, la funzione mi le mani / un colpo secco. / Un percor- ti nella tensione interno/esterno («è come attiva e passiva di ospite non è ancora so nuovo, sa di foglie marce / mi vuole guardare la mia spina dorsale / attraverso venuta meno, la pervicacia della catena divorare, digerire: / sondo col piede e af- un oblò»). Densissimo è in Uova il pro- alimentare-affettiva non è stata superata, fondo, / abbandono anche i denti, casca- blema identitario, il rapporto del sé con e l’esito è un inquietante stravolgimento no intorno come semi / e i capelli pesanti un sé diverso nella corporeità della lingua, fiabesco: «Nonna, mano di lupo, / apri / e lanosi. Non sono segni per trovarmi: se rapporto biograficamente sperimentato in la tua voce, apri / la mia gola per / riem- li mangia la terra. / Persa nel verde, di- un lungo soggiorno statunitense, tra l’io- pirmi anche meglio / di cibo». La morte e ventata un tronco». Questo testo, che ha in-lingua-italiana e l’io-in-lingua-inglese: la sistemazione del corpo sono atti coniu- per tema il desiderio del soggetto di par- «Ho scritto di me in altra lingua / e so- gati al futuro: «le ossa torneranno in una tecipare ad altro, altro vegetale, ricusa la gnato doppiata / pesato in modo diverso, scatola / forse quella che usi per i fili / o i percezione geometrica dello spazio e altre molecole / e la distanza non è mai la biscotti, / oppure in una scatola da scarpe l’acuzie dei ricordi («dimenticare gli an- stessa». Legata a quest’indice di poetica / numero 37, / per le ossa corte e le verte- goli»); ricusa la potenzialità d’azione del- che è la continua tentazione di altro pati- bre: / [...] o ci farò orecchini da usare tut- le mani che il soggetto vuole staccarsi di ta dall’io, è anche la ‘sostanziale’ assimi- ti i giorni / e averti accanto ai denti». La netto; i cammini sono insidiosi ed hanno lazione, reciproca, prevaricante, tra cibo vicinanza non pacificata tra denti propri qualità biologica, con quelle «foglie mar- e corpo, coazione all’assunzione e dige- e ossa altrui, amuleto di un’aggressività ce» in procinto di divorare e digerire. Il stione di molecole di alterità: «You wrote pregressa, può sconfinare nel bisogno di rapporto tra soggetto e terreno è esplora- me in the food, / and now they carry me assunzione del corpo dell’altro per elimi- tivo: il piede affonda nella terra come in the supermarket: / I can read my palms narlo digerendolo, dargli biologica sepol- nell’acqua. L’io fisico si sgretola in una like nutrition facts», di cui un’eco italia- tura che ne cancelli (metabolizzi) residui dismissione di sé: i denti cascano come na nell’Ospite: «Mi hai scritta col tuo e tracce: «per far pulito / e presto, ti / semi, e come semi cascano i capelli. Que- cibo: / ero ogni voce dentro lo scontrino / mangerò, // ti scomparirò / come la riga sti frammenti di corpo non sono tracce per [...] // ero materia ancora, // (e ancora oggi nera / della vasca, per / riportarmi al / sem- ritrovare il cammino: li inghiotte la terra / ogni volta, / mi vedo a pezzi, nel super- pre bianco». Ma se manca ancora il lutto senza che nulla sia dato ipotizzare sulla mercato)». In questo sinistro Happy meal dell’Ospite, se, cioè, il dialogico tu per- loro fertilità; una cosa è certa: questi semi la consustanzialità tra corpo e alimento, sonaggio femminile e familiare vive tut- non aiuteranno i piccoli eroi delle fiabe, che denuncia, politicamente, quella tra tora, c’è però la morte di un centro sensi- gli scaltri Pollicino o Hansel e Gretel, ché corpo e merce, apre una delle plaghe fon- bile del soggetto poetico: la tentata sop- qui per eroi di fiabe non c’è spazio. Del de dell’Ospite: il corpo-da-mangiare, il pressione di una realtà emotiva e affetti-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 131 Roberto Carifi

va dovuta all’invasione che l’ospite ha gliati, // allineati come / tovaglioli, // ci di una casa che è già sepolcro – «in quel- compiuto nei territori interiori del sogget- accarezziamo / con delle presine». Le la / scatola di casa / già una bara» – sono to. Invasione scarnificante, che cerca di cose della minorità quotidiana sono gli elementi che rendono questa una poesia tessere a proprio arbitrio i fili del mate- unici strumenti di una interrelazione per- degli orli. Una poesia che mentre esplora riale genetico: il tu, la figura dell’altra sonale – sia essa sadica, sado-masochista, le bordure sottili della biancheria di casa continuamente convocata sulla pagina, ha rivendicativa o solo appena tentata – co- riesce a correre ai confini, una poesia che ‘lavorato’ il soggetto in modo da vederne munque disseccata, tragicamente prosciu- tende i confini. Che lavora con fili prescel- l’interno: «mi hai fatta / a maglia, / per / gata d’umori e di liquor. Dove domina ti dalla trama: separa le fibre e quelle più questo il mio biancore, il / non reggermi l’incomunicabilità, l’esistenza, miniatu- dolenti tira tanto da far arricciare il tes- in / piedi, no anemia: // per vedermi me- rizzata, può ridursi emblematicamente a suto. È un lavoro che, sfrangiando i mar- glio / dentro, per entrarmi, / attraverso presine, orli, piani dei tavoli, zuppiere. Su gini, permette di individuare i fili che deb- queste maglie / troppo larghe». Dunque, questa negata dinamica della comunica- bono essere portati allo scoperto e messi il lutto è già avvenuto, è l’abuso compiu- zione si esercita uno sguardo autoptico: in luce. È un tirare le conseguenze cercan- to sul soggetto poetico, abuso espresso a rivolto su di sé e sui corpi della morte. done le proiezioni scheletriche che abita- volte con la metafora di strumenti sadici D’altro canto, autopticamente, Elisa Bia- no il profondo. Rimestando una materia – «Non tieni più ago in mano, formeresti gini si era espressa nei testi accolti nel vegetale e corporea minutamente parcel- il tracciato del mio cuore» – eppure con- Sesto quaderno italiano e con espressio- lizzata, in una sorta di lucreziana dissipa- sueti, proprio a rappresentare la compres- nistica inclinazione titolati Morgue, lette- zione. I suoi corpi sono sempre smembrati

Poesia italiana Poesia sione nel quotidiano, la minuzia di gesti raria risposta alla omonima serie fotogra- e asciutti: niente fluidi, ma minime por- ripetitivi e preordinati secondo il disegno fica di Andres Serrano, versificate icone zioni di corpo – unghie, denti, rotule, ver- stabilito dalla ‘ricamatrice’. E sempre alla di pietosi reperti d’obitorio, nelle quali tebre e ossa disarticolate, l’oscurità livi- coazione del quotidiano appartengono gli l’autrice aveva saggiato la propria capa- da dello stomaco, la superficie della pel- oggetti che anticipano la proiezione im- cità di fare ascesi del pathos. Di contener- le –. Sono pezzi bianchi e splendenti, duri: maginativa della morte: «andrai coi / piatti lo raggrumandolo in metafore rapprese, da sgranare. Bianchi come calcinati. Ab- rotti / nella cassa e / le tazze, spezzate / fino al «cuore di buio» che sigillava la baglianti e assottigliati come troppo can- come te [...]». Tanta è l’insistenza con cui raccolta. Ora, nell’Ospite, in versi dalla deggiati. Il suo procedere poetico muove l’io interpella l’altro, quanta l’assolutez- disposizione affilata, brevi ma capaci di secondo una poetica della sottrazione o za con cui è negata ogni risposta. Entro fare «tagli lunghi», tagli fatti con i «fogli della rimanenza. Ciò che resta, autonomo le mura di quella vita-prigione casalinga, di carta o fili d’erba» che appena li toc- e definito come nella perfezione di un hortus conclusus paradossale, locus in chi «è sùbito sangue»; in versi che scar- calcareo orlo-contenitore d’uovo, si potrà nulla amoenus, regna l’incomunicabilità. nificano e sospendono anche un articolo, conservare in una cassetta qualsiasi: den- Elisa Biagini muove dalla fenomenologia una preposizione o un apostrofo in fine di ti e vertebre andranno, a portata di mano, delle cose e dei rapporti umani senza fer- verso, ha luogo un voluto impoverimen- nella scatola dei fili o dei biscotti, o ci si marcisi, cammina entro il perimetro del- to, essiccamento del lessico, una sua pro- faranno orecchini da far tintinnare vicino la domesticità, della cucina, delle singo- fana reclusione claustrale. E davvero an- alle mascelle per ricordare l’avvenuta le stoviglie, senza cercare equilibri né ri- gusto è il recinto – irreligioso tèmenos – damnatio. Oppure, ciò che resta potrà es- spondenze. Piuttosto, il quotidiano offre casalingo e gastronomico che segna il ter- sere offerto, menu esclusivo ed obbliga- similitudini e metafore non dimesse, ma reno su cui la «Nonna, mano / di lupo», to, e crudele sublime sepoltura, ad un di- dure, scalpellate, inesorabili come senten- sacerdotessa tremenda, esercita la sua vio- sfacimento che è necrofila autofagia, pu- ze o agghiaccianti per i loro risvolti ma- lenza di nutrice. Questa scrittura, che sem- nitivo, definitivo e nudo pasto di sé. cabri, similitudini e metafore di un’impla- bra freddare il rancore, mostra di aver a Cecilia Bello Minciacchi cabile oggettualità figurativa: «si sfilano lungo ruminato la lezione della poesia via i nervi / come i gambi del sedano»; «se femminile americana – quella di Sylvia ti apro la / scatola del / cranio come / a Plath e di Anne Sexton tra le prime – so- ROBERTO CARIFI, Il gelo e la luce, cercare dei / fili da / rammendo»; «hai gli prattutto per il legame insolvibile tra let- Firenze, Le Lettere 2003, pp.75, e 11,00. occhi / gocciolati / nell’acqua / dei piatti, tura dei corpi e affondo nell’interiorità, tra occhiali grandi ormai / come scodelle»; registrazione/interpretazione dello stato Il discorso poetico di Carifi sceglie da «mi specchio nel / tuo cuore di / zuppie- fisico ed esibizione metaforica e non di sempre la pronuncia alta e ambiziosa della ra». Un ordito fitto che ha punti di luce uno stato (disagio) psicologico. L’emoti- relazione con l’assoluto, coerente con cruda nella banale opacità degli oggetti vità si sveste del carattere passionato per l’heideggeriano binomio di poesia e veri- implicati: ad ogni pezzo di corpo corri- concretizzarsi in pezzi di corpo e in uten- tà dell’essere. Sottratta a ogni minimali- sponde una cosa, o un vegetale. La sedi- sili e per farsi meglio ghermire nella sua smo della comunicazione e dell’uso quo- mentazione di similitudini e metafore si compattezza. Lo stare in equilibrio su tidiano, caricata di una cifra di oscura sa- addensa esemplarmente in un testo che versi che sono lame d’immagini, il porta- cralità, la parola poetica in Carifi sembra inscena la reciproca diffidenza e la media- re allo scoperto la tensione interpersona- avere il compito indifferibile di alludere zione oggettuale per la quale, soltanto, le, lo sgranare in relitti calcinati un corpo a un’oltranza mai interamente nominabi- può passare la relazione interpersonale, ormai post-umano, il muoversi ossessivo le. Al lettore che, ammirato dalla limpi- scheletrica come quella di aguzzi buratti- entro i confini di una cucina o di una bara dezza espressiva e dalla coerenza simbo- ni fatti in casa: «Noi ci tocchiamo / con – «e quando ti sarai / spenta di fiamme, / lica di questo universo poetico, tenti di le forchette dei // bracci-rami nostri / ta- in una scatola che / non ti è cucina» –, o sintonizzarsi con la sua interrogazione

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 132 Tiziana Cera Rosco

in preghiera, formula antica e perfetta niscenze dalle Scritture, ‘profanate’ in un della ricerca di armonia cosmica, «perché contesto squisitamente affettivo e terreno non c’è preghiera che non sia / voce dal («l’inguine che fora il tuo costato», «la nulla al Nulla». mia bocca ha sete / della linfa segreta dei Caterina Verbaro viventi»), interrogative ‘assolute’ («do- v’era il limite preciso della limpidezza di Dio? / Dov’ero io?») contribuiscono alla TIZIANA CERA ROSCO, Il sangue resa espressiva, anzi espressionistica, di trattenere, Borgomanero (NO), Edizio- una pena antica, e forse meritata, un do- ni Atelier 2003, pp. 48, s.i.p. lore che si rinnova nel giorno, nei giorni, nel tempo: una Domenica che è piuttosto Molti i pregi di questa piccola ma or- un Venerdì Santo, che prolunga la Passio- ganica raccolta. Una poesia intensa e con- ne fino ad un moderno affresco di Ecce trastata, davvero ‘di spirito e carne’ (per foemina, nella donazione completa ma non citare le abusate categorie di ‘sacro’ mai perfetta di sé, sacrificio dissacrante. e ‘profano’, tormento ed estasi, eros e Allo stesso tempo, la bellezza di versi pathos...); in cui colpisce l’elemento del- pregevolmente ‘alti’ («– con quell’assio- dell’assoluto, Il gelo e la luce oppone però la libido sia verso la vita e la creazione, ma nello sguardo / mi farai luce? / un- un carattere arduo e introverso, lontano da che verso l’annullamento liberatorio del guento per il dio? –»; «Ti guardo dalle italiana Poesia ogni compiacimento, esibendo quasi le sé. Il rilievo dato al sangue – simbolo vetrate / da dietro la sepoltura // autenti- stimmate di un discorso iniziatico sul sen- polisemantico per eccellenza – alle varie ca, come uno scarto / come un lungo la- so della poesia e dell’esistenza: una ser- parti anatomiche e in genere alla corpo- voro d’esperienze») e versi di esistenzia- rata tensione interpretativa giocata sul reità della dimensione fisica è pregnante le ispirata forza, ‘religiosamente’ umana paradosso e sull’ossimoro («il muso acer- (un’attenzione che sembrerebbe confer- («La luce non è presto. / la luce non è bo del passato / dentro i tuoi occhi rossi mata anche dal titolo della prima pubbli- appena stata. // Senza abbagli / lievitano di memoria»; «sorda come la luce che si cazione dell’autrice, Calco dei tuoi arti): i chiodi del mio male»; «Ché ti ho visto scioglie in neve / quando ritorni tenera alla la poesia di Cera Rosco è innanzitutto nel- Cristo in questo corpo / la sindone dura fonte»); un paesaggio allegorico di figu- la forza che entra nelle membra, le fa agi- dei capelli sciolti / tesseva il tuo viso le- re e luoghi tipici della poesia ontologica re. Ma non si tratta del fatto che sia la gato alla mia nuca. // – C’era saliva nel (il custode, la sentinella, la tessitrice, la carne a prevalere sullo spirito o vicever- nome che mi hai dato?»). Verosimilmen- soglia, la porta, il confine); la rigorosa sa: piuttosto, nella dialettica degli oppo- te segni, questi, di un amore per la poe- formulazione di aree semantiche ‘arche- sti, è la carne a tendere verso uno spirito sia della ‘frattura’, di tutti i tempi (so- tipiche’ (alla «chiusura» rimanda ad che amandola la sfugge, in un continuo prattutto al femminile): la poesia amoro- esempio la ricorrente area semantica del desiderio di chi non può appartenerci to- sa ed erotica, religiosa, visionaria e mi- gelo-pietra-notte-morte); una dizione sec- talmente, come la Maddalena ‘frenata’ nel stica, in una tradizione perfettamente rein- ca e dichiarativa, mai sfrangiata in enjam- suo slancio di amore verso Cristo. Una terpretata. bements, che concilia un’apodittica tona- tensione che si risolve in una liturgia sen- Caterina Bigazzi lità di oscura certezza con l’ambiguità dei suale e sessuale, che vede i ruoli di una suoi contenuti. Ma nell’ultima sezione del lei e di un lui calarsi nel contrasto insa- libro, Luci e preghiere, il volto un po’ al- nabile tra sessi, in eterna ma mai sconta- ANNALISA COMES, Ouvrage de gido e pretestuoso di questa sacrale oscu- ta lotta (ben dichiarata da un «Facciamo dame, Firenze, Gazebo Edizioni 2004, rità sembra sciogliersi (come il gelo in messa», che suona come invito erotico- pp. 44, s.i.p. luce, appunto) in un serrato e commosso catartico). La celebrazione del rito del- colloquio tra l’io e l’assoluto che, con l’amore si fa così celebrazione eucaristi- Interessante fin dal titolo, questa sillo- accenti di una nuova e felice autenticità, ca, quasi misterica, in profonda e doloro- ge della poetessa-performer-traduttrice, rivela l’indistricabile legame tra ricerca sissima comunione nel corpo («una feri- allieva fiorentino-romana di Amelia Ros- dell’io, di Dio, della parola, del Nihil: «E ta chiara e ben curata / tra il mio corpo e selli. Un titolo scelto in accezione pole- come il fiore abbandonato e nudo / senza il tuo»). Infatti il tema romantico del- mica – venivano così designate, spiega la perché nell’abbandono / e come l’acqua l’Amore – anche umano – come vera Pas- citazione d’apertura da Simone de Beau- che nulla chiede al mare, / Dio delle cose sione, è reso ‘attuale’ dallo stemperarsi in voir, le opere delle donne che scrivevano mute e delle cose buone, / Dio dell’amo- versi di fisicità piena, ricchi di verbi e restando nel proprio piccolo mondo pri- re che non afferra, / della stella accesa e immagini, di gruppi consonantici forti vato, per passatempo – a cui fa in effetti della stella morta, / Dio del pianto e della (con, ad esempio, il ritornare insistito di riscontro, lungo l’arco della silloge, un luce, / senza nome e in ogni nome amato lettere ‘dure’, come la gutturale sorda, o ritornante raffronto tra il rapporto prodot- / lasciami come un fiore abbandonato / vocali ‘drammatiche’, come la a: «dal to poetico/attività femminili, esperienza senza perché nell’abbandono». Cosicché cavo cola polpa cruda controluce»). Neo- combattuta e sofferta, emancipazione queste ultime, intensissime poesie sem- logismi, fusioni esasperanti («la bellez- sempre mancante di risolutive sicurezze, brano illuminare non solo il dittico – il zamiele»; «lo voglio inspessire questo qua- e forse per questo più orgogliosamente da gelo e la luce – che titola il testo, ma l’in- dro / – marmopuledro la tua telapetto – ...»; imparare, da conquistare. «Eppure io ti ho tera poetica di Carifi, che flette la parola «lascia cainizzare i verbi»), echi e remi- insegnato / a portare questo lungo coltel-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 133 Gianni D’Elia

labi riuniti in terzine, del «poema a dia- Belgio», «Ulivo e Movimenti in giroton- rio» che era del precedente volume einau- do» e «un bel Pancho toscano», la morte diano di D’Elia, Sulla riva dell’epoca di Edoardo Agnelli e il Grande Fratello (2000). Elegia di fine estate sulla riviera televisivo, e ancora Sofri, «la faccia di marchigiana e mala tempora della storia Briatore», la rima «Bin Laden» / «l’Ade», d’«Itaglia», «bassa stagione» dei destini e «schiere di Costanzi», «la gang dei ber- individuali e collettivi si intrecciano se- luscones», ecc. ecc. Ma nelle sequenze condo la linea ideologica e poetica Leo- culminanti D’Elia misura le sue terzine pardi-Pasolini, la linea della dicotomia, e con lo spettacolo più riuscito e, dicono, dell’oscuro nesso, natura/storia, corpo/ più gravido di conseguenze «in corso»: coscienza, dando vita a una ginestra che Ground Zero (in rima con «andare in somiglia infatti al primaverile glicine pa- giro», richiamato in apertura e in coper- soliniano: «Ma nella notte marchigiana, tina), mette tutta quanta in versi la video- cova / ancora, a marzo, perché a maggio cassetta dell’11 settembre. Questa che si esploda, / l’antica ginestra leopardiana, vuole poetica della realtà e della vita ha i nuova... ». Pasolini, evocato nelle sequen- suoi interni testuali, immagini: «Come un ze conclusive, è presente in tutto il libro, coltello, nell’orgoglioso panetto / del grat- non soltanto per eco e citazioni (una fra tacielo, l’aereo, nel burro / di cristalloce-

Poesia italiana Poesia le tante: «le T bianche su fondo nero dei mento, assassinava infedeli», che discen- lo / nella notte / tra le pareti di libri / le Tabacchi», che rinvia a Poesia in forma dono dalla retorica giornalistica: «E l’ae- parole che sanno intessere / punto a cro- di rosa, La ricerca di una casa: «Ed ecco reo s’è infilato nella seconda torre come ce / qui nello sguardo / più strettamen- un ‘Tabacchi’, ecco un ‘Pane e pasta’... »), un coltello che si infila dentro un panetto te...»: la scrittura ha una sua dimensione ma come un accento, come un vero e pro- di burro. [...] La prima è implosa, ha in- artigianale, come il ricamo, la tessitura o prio habitus stilistico del quale D’Elia ghiottito se stessa. La seconda s’è fusa, s’è l’acquerello; nella fattispecie, una sua sembra appropriarsi per un personale cul- sciolta. Per il calore s’è sciolta proprio dose d’esercizio, di databile (e presumi- to, come se di Pasolini intendesse perpe- come un panetto di burro messo sul fuo- bilmente ironica) ‘taccuinità’: «i versi tuare la voce. Ma è un Pasolini senza feb- co» (O. Fallaci, La rabbia e l’orgoglio, in sono versi / e la lingua mente o brucia / e bre, crepuscolare, «lontano dai sessi soli- «Corriere della Sera», 29 settembre non sa promettere / che un fascio di eser- tari e ossessi, / ma anche dalla passione 2001). Si sente la mancanza, in questo li- cizi / nel quaderno verdesalvia / milleno- dell’ammanco», che di natura contempla bro di D’Elia, del Pasolini ultimo di Tra- vecentonovantanove». Perciò, se è vero la «meraviglia»: «natura, transumana li- sumanar e organizzar (una via nuova che per un destino ingrato la pratica della berazione», più della perenne agonia. Non dopo la fase «ingiallita» delle sequenze a scrittura è destinata a convivere con quella tanto la lama tagliente del pensiero e nem- terzine definitivamente chiusa da Poesia dei doveri domestici, a condividere il tem- meno l’ebbro abisso del corpo, quanto in forma di rosa) e dell’Abiura dalla «Tri- po con l’amore e gli affetti, contrastati, piuttosto l’obiettivo posato sulla realtà, il logia della vita» (e di Salò), dell’«abiura» mai scontati («la mia origine è pigra / e il piacere di vedere e la sua risoluzione in contro il potere che usa le immagini, la tempo che scorre / la scrittura, che piega parole, la descrizione, personale cifra di retorica. Clausole da sottoscrivere ma un l’anima / ne offre corona / e il resto alla questa poesia. D’Elia descrive col virtuo- poco ‘facili’ come questa di D’Elia: tua presenza...», «sono il commiato / e il sismo di un secentista il catalogo delle «obliata è la santa anarchia del diverso // cantuccio per nascondermi, / per fingere forme di natura: «negli anfratti d’ombre / che s’oppone al mondo così com’è stato / gli affetti / gli oggetti che sono in ginoc- / lucide d’alghe verdi e cozze nere, / dove pensato da qualche bastardo del passa- chio / e l’ordine dell’aldiqua / non l’ago il granchio zampetta anchilosato / risalen- to...», non sono riconducibili alla radica- della bilancia, / non il conto della spesa / do lo scoglio abbarbicato // sopra le spe- lità «che Pasolini addita... »: «Poiché le le sporte residue...»); se i versi sono bre- cie parassite in schiere / incollate al cal- istituzioni sono commoventi: e gli uomi- vi (e spesso le poesie sono fatte di una sola care come gomme / del naturale prodigio ni» (L’enigma di Pio XII), «Destra divina frase), quasi rubati al resto del giorno, ai che avviene; // valve d’ostriche, conchi- che è dentro di noi, nel sonno» (Saluto e gesti di quotidiana dedizione, è pur sem- glie, lumache, / o il piccolo paguro che va augurio). pre nella poesia che l’autrice – e la donna – in fretta»; l’«odorosa metamorfosi»: Giacomo Iori trova veramente, più che la celebre ‘stan- «ogni pomodoro fatto a pezzi, ogni / pe- za tutta per sé’, riscossa senza trionfo, se perone, ogni patata, carota, / mezzaluna stessa, prima di tutto, comunque fedele al di cipolla, ha lo speciale // suo segno nel- GABRIEL DEL SARTO, I viali, Bor- suo «compito di abbellire l’anima». l’odore e nel colore / del frammento del- gomanero (NO), Edizioni Atelier 2002, Caterina Bigazzi la cosa iniziale / che frigge e cuoce come pp. 96, s.i.p. un tritume astrale... ». Ma ciò che più conta è fissare in icona verbale il «nuovo I viali: punto di osservazione privilegia- GIANNI D’ELIA, Bassa stagione, della storia in corso», le immagini del to, ma anche una dimensione personale, Torino, Einaudi 2003, pp. 120, e 12,00. presente. Ed ecco che nel libro nulla man- intima. Strade di viaggi che in fondo non ca del tragico tritume della cronaca: un partono, poesia dello stare: «Senza fretta Sequenze della Bassa stagione «ai bor- pensiero su Craxi ad Hammamet e «il i viaggi si possono fare / bellissimi anche di del millennio», nella forma, endecasil- quarto / posto di Irvine al Gran Premio del seduti / davanti al portone di casa». Una

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 134 Ivano errari

raccolta, dunque, fatta di atmosfere dome- IVANO FERRARI, Macello, Torino, di più – le convenzioni poetiche che pre- stiche (la calma degli interni, la colazio- Einaudi 2004, pp. 88, e 11,00. siedono alla scrittura della raccolta). ne, l’attesa di un figlio, i preparativi...) e «Sventrate intere famiglie / oggi / lunedì di ‘stagioni’ (l’avvento del Natale, Pasqua, Dopo La franca sostanza del degrado, di intensa macellazione. / Una vacca ha la fine dell’estate o l’inverno e il succe- la raccolta del 1999 che lo aveva segna- partorito un vitello / negli occhi la paura dersi dei mesi sui colli, o nella natia Ron- lato come poeta crudo e sincero, capace di nascere / il foro in mezzo il nostro con- chi), ma anche di contrasti acquerellati tra di sprofondare nella descrizione della tributo / a tranquillizzarlo»: nella piana i due aspetti («Radiosa, quest’ora, / e vio- contraddittoria incomprensibilità del pre- rievocazione-attualizzazione della morte, lenta di luce / [...] – piuttosto / la mia tri- sente (la ‘franchezza’ essendo la caratte- gli occhi glauchi del vitellino nato-morto stezza cresce, tristezza casalinga»). Il bi- ristica del degrado ma anche il suo aspet- si configurano come sostanza ‘affranca- sogno naturale è quello del ‘tu’ a cui ri- to meno ‘nascosto’ ed enigmatico), Fer- ta’, liberata da giudizi morali, campo neu- volgersi, frequente, per cercare talvolta la rari torna ai suoi temi di esordio. Macel- tro dello scontro tra vita e morte: la ‘pa- complicità del lettore («No, ti dico, è dav- lo, infatti, era il titolo della più contratta cificazione’ attraverso lo sgozzamento e vero questo lo scandalo / della vita...»), o silloge di versi pubblicati nella raccolta la macellazione impedisce ogni intervento altre volte per prendere un distacco ama- antologica Nuovi poeti italiani 4 (uscita attivo dell’attore-autore sulla scena ren- ro, come lo è il passare del tempo senza sempre presso Einaudi nel 1995) e rappre- dendolo puro testimone. La poesia è rati- che la salvezza accada davvero. Da qui senta l’evocazione più intima e l’image- fica ascetica e purificatrice della morte, l’andamento prevalentemente discorsivo; ry fondamentale della sua proposta poe- inevitabile quanto la vita – se ad entram- e l’uso di versi lunghi, o versi che spez- tica. «Omicidi instancabili / tra incenso e be non si sfugge, protestare contro di esse italiana Poesia zano la sintassi della frase, non riesce a carogne barattate / con l’attesa corruzio- (sembra sostenere Ferrari) non serve che frenare lo scorrere facile del pensiero, in ne dei sogni, / mentre evaporo (grassag- ad aggravarne la funesta perentorietà. forme assodate («un vento tenue respiro / gio) / cedo le parole: / dimostratemi la mia «Ficco dita nelle narici dure / del toro verso la morte», «nell’immobile gemito morte / che conosca ciò per cui vivere»: decapitato / cerco intimità e pensiero / in delle cose», «l’inarrestabile desiderio»). il mondo si configura come l’enorme sala quel vigore moncato / quando potrei ave- Eppure, talvolta, la sobrietà prelude all’ar- di un macello pubblico (luogo che Ferra- re colme / le mani di mammelle»: il toro rivo della gnome finale: qualche poesia ri conosce per avervi lavorato per qualche (simbolo di continuità tra passato e pre- comincia in tono volutamente dimesso per tempo, a Mantova), dove le morti si sus- sente, tra il mito e la descrizione della rivelare poi alla fine una saggezza dal tono seguono scandite dal passaggio incessante Storia, tra la reggia di Cnosso e il talisma- maturo, inaspettato, almeno per un giova- del tempo che monotono si sussegue in un no picassiano di Guernica) è un feticcio ne poeta, e un po’ tesa. Se ne evince un paesaggio che non conosce che sangue e al quale attingere un vigore sperato e ri- lessico di quotidianità e insieme contem- dolore. In questo ambiente asettico e spa- chiesto e che però risulta moncato (neo- plazione: nella dimensione dell’autore ventoso (che tra lager, manicomio e pri- logismo che unifica probabilmente le pa- possono con naturalezza convivere gione mima la ‘scena primaria’ del Nove- role ‘monco’ e ‘mancato’) nonostante la espressioni come «Questo mese si mette cento e la sua atroce pienezza di morte) forza del ‘pensiero’ che dovrebbe alimen- bene», «Dalle suore / ci andavo anch’io a le ‘vittime sacrificali’ vanno al macello tarlo in quanto risulterà alla fine privato fare il mare», «La spesa, / bollette non senza una divinità cui fare riferimento. della tenerezza e della fecondità delle pagate», «con la partita IVA in tasca», e Non più spoglie opime in attesa di grati- ‘mammelle’ che producono e diffondono intuizioni del tipo «Le mie dispersioni / ficare il dio della propria devozione, ma il latte della vita. Sulla scena (apparente- mi perdono, non favoriscono», «oltre la blocchi di carne destinati a scomparire mente sigillata dall’assenza di speranza) frontiera rimane solo una canzone di un nelle fabbriche del consumo generale di della Morte-in-Vita della possibile allego- coraggio / superiore – / nel cuore bellez- massa; i buoi e le vacche che compaiono ria di Ferrari, si aprono talvolta delle brec- za non cumulabile», o anche «trascorse e scompaiono, vengono macellati e tra- ce beanti di possibilità di vita ‘diverse’: mattine invernali tese di estetica limpidez- sformati in anonime porzioni per il mer- «Tra il fecaio / e l’inceneritore / crescono za / provvisoria». Insomma, ci si imbatte cato, rappresentano la dimensione ‘natu- dei fiori / margherite evacuate dalla terra in oggetti comuni visti e intravisti ma rale’, ontologica dell’Essere storico. Ad / soffioni che sembrano sputi / papaveri anche termini più generici e concetti esse non viene rivolto che lo sguardo del- notevolmente pallidi». Questi fiori resi- astratti come destino, contemplazione, l’indifferenza e il loro passaggio sulla ter- stono e perseverano, nonostante la loro dolcezza, nostalgia, tenerezza, passione. ra non è che il tragitto tra la stalla e la assoluta precarietà, in una condizione di Ma più che nelle parole, sembra che la scarica elettrica che le tramortisce confi- vita che li colloca in un territorio ostile, poesia di Del Sarto viva – e riesca –nello gurandole come cosa, pura oggettività rinnovando la loro fragile esistenza in una stretto connubio di memoria e osservazio- destinata a scomparire. Non sappiamo se dimensione di derisoria transitorietà. Re- ne, dentro ‘viali’ da comunicare, che non Macello sia allegoresi del presente piut- sistono anche al ‘disdicevole odore della devono restare vuoti, per «ritrovare / qual- tosto che sua metaforizzazione (come morte’ (per dirla con l’Auden di Spagna cosa, un dialogo perso coi vivi / o un sor- Giuseppe Genna vorrebbe dimostrare, in 1937); la dimensione scatologica di gran riso fra di noi, oltre la tempesta...»; in un testo leggibile solo sul web, attraver- parte della poesia di Ferrari non sembra poesia, perché «Lungo i viali – accade so una ricerca sulle fonti ed i temi della cancellarne e impedirne la creatività: «La anche ad altri / in altri luoghi – mi appaio- raccolta), ma sicuramente in esso il per- merda è colorata / creativa / gratificante no, / come in un sogno ad occhi aperti, / corso della poesia è confitto interamente (ogni tre ventroni un carretto) / è rumo- più chiare le forme dei ricordi». nella sua rarefatta matericità: i corpi sono rosa, suadente, intrigante / gelida / quan- Caterina Bigazzi astrazioni pure (almeno quanto – se non do si ammucchia ostinata nelle grate del-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 135 Ermanno Guantini

lo scarico / è docile, è fieno dei ricordi retorica della elencazione, del calembour, d’infanzia / (la vuotiamo in una vasca di dell’infinita assonanza, della vertigine cemento) / [...] la merda (la grande vasca barocca di ritmi: «estimi // industriali. va svuotata ogni tanto) / protegge la mia folaghe / si alzano al volo, duri / nella intimità e la vostra / svestita / da qualsia- depressione / parco; operai»; o «un’arsu- si pregiudizio». Nella sua non-pregiudi- ra / che sa d’una resa, / dovuta alla rima / zialità e nella sua docilità espressiva, que- delle cose. oggi / arabesca, fina // la tua sto ‘elogio della merda’ è una vera e pro- lagrima» (dove «lagrima» è daccapo ar- pria dichiarazione di poetica: è la sua di- caismo). Non è immaginabile separare il mensione ‘umana, troppo umana’ che pas- ‘colto’ «arabesca» dalla trama che ne rac- sa per la catarsi della scrittura. coglie il suono: «resa», «rima», «cose», Giuseppe Panella «fina». Ecco perché il registro stilistico va, allo stesso tempo, definito doppio e unitario: è realizzata senza scosse una ERMANNO GUANTINI, Variazioni, coesione e coerenza di ‘alto’ (inversioni con un disegno di Paola Ricci, postfazio- e lessici primonovecenteschi) e ‘ricerca’ ne di Massimo Sannelli, Verona, Cierre (meccanismi delle avanguardie del secon- Grafica (Collana «Via Herákleia», n. 20), do Novecento, e vocabolario tecnico). Per

Poesia italiana Poesia 2003, pp. 48. quanto riguarda la inusualità delle tarsie trice delle nuove realtà italofone della di Guantini («cesure / come assenzi, / esti- poesia. Da poetessa, Mia Lecomte intes- Già dai primi tre versi di questa raccolta mi»; «tra le mani, pastelli / benservito: / se un paesaggio in bilico («sdrucciola a d’esordio di Ermanno Guantini (di cui e opache») un autore di ipotizzabile rife- volte / obliquo alla cima») tra la precisio- occorre ricordare il recente ebook Pura rimento è forse Milo De Angelis. Mentre ne dell’elemento fisico e toponomastico quiete ritrae, in www.lettoricreativi.com) per un certo uso e ritmo dell’elencare, e (esemplari i componimenti della seconda è dichiarata l’area di senso dell’azione per l’occorrenza del «noi» e di altri feno- e più recente sezione – Metamorfosi En- poetica: il tema amoroso: «sfiorare la tua meni di ‘creazione di identità’ tramite gadinesi (2002-2003) – della raccolta) e pelle, al gioco / consonante degli aman- semantizzazione di singole parti gramma- l’intercettazione dell’«altrove nello stes- ti». Non inganni l’aspetto ‘leggero’ del- ticali (il «che», l’«in»: pensiamo all’inci- so istante»: «C’è sempre un’altra giorna- l’incipit. Questa di Guantini è – come pit di una poesia come quella a p. 29: «che ta. / L’orso fermo sulla fontana, / siede suggerisce la densa postfazione di Mas- cadon late / fise nel brillio, / atri che ci quieto da qualche parte / lontano dalla simo Sannelli – una delle non rare raccolte giocavamo / ben riposti, posti in cieli / e fontana, / altrove nello stesso istante / l’or- di quei poetae novi ai quali ascrivere la cicli, in cadenze / e pose. // in propositi e so quieto sulla fontana / siede fermo da costruzione di un vero e proprio trobar nenie; scie / l’occhi chiose. muse») sento qualche parte / lontano dalla fontana. / E clus. (Con coscienza agíto, pur senza pro- particolarmente opportuno pensare al- c’è questa fontana e / anche l’altra fonta- grammi o programmazioni à la Oulipo). Il l’opera di Giuliano Mesa (in primis I loro na / col suo orso più fermo / e lo stesso al libro spende tutto l’arco delle mutazioni scritti, Quasar, Roma 1992), poeta sicura- suo posto, più quieto». In linea con il sen- e dei giochi sonori entro quella che dire- mente letto e apprezzato da Guantini. Ciò so del luogo mobile e poliedrico delle sti davvero area (o alone) di senso, più che detto, è altrettanto necessario sottolinea- esperienze postermetiche (il senso, preci- tema organizzato in frasi o testualizzato re come la capacità di tarsia che l’autore sa Roberto Galaverni in Dopo la poesia, in cifra incisa stabilmente. È l’alternato mette in campo non è pura sommatoria di di un «qui a cui si sovrappongono o su cui condensarsi e dissiparsi dell’alone amo- elementi ‘appresi’ (da un Novecento-oriz- si proiettano altri orientamenti e altre roso a sorprendere il lettore, più che una zonte) bensì identità, stile individuale e luci»), le Autobiografie non vissute alte- narrazione o una vena epigrammatica. È individuabile. A riprova, si legga la bella rano sagome e profili attraverso le ipote- poi percettibile un doppio e unitario re- poesia di p. 24 (dall’incipit memorabile: si associative della percezione: «ma non gistro di forme, nella ricerca di Guantini. «a suono: nel danno, dicevi»), dove la il bianco che credi, / che dietro di sé sem- Forse non è un caso che la raccolta si di- produzione di senso è affidata alla sapien- bra neve / o è neve rotonda e sciupata, / vida in due sezioni: Variazioni, di nove za delle rime. non è bianco come quella balena / la ba- poesie; e la più ampia Senza altri nomi, Marco Giovenale lena prigioniera del bianco / ma ricorda costituita da tre sequenze rispettivamen- la sua smorfia distesa / nel profilo sbiadi- te di sette, cinque e nove poesie. Ebbene, to di un uomo / il suo bianco certamente il doppio registro corrisponde da un lato MIA LECOMTE, Autobiografie non inesatto, / non il bianco della bestia che a retorica e lessico sceltissimi, quasi (pa- vissute, con una nota di Predrag Mat- credi, / ma l’idea che di lei ti sei fatta / rodicamente?) ‘nobili’, con costrutti di vejeviæ, Lecce, Manni 2004, pp. 67, e giusto in margine / a quell’uomo per sorprendente e voluto e divertito anacro- 10,00. caso». Sono ipotesi mentali di attesa e di nismo (da Novecento ermetico o pre-er- nostalgia, di desiderio e di rimpianto, metico: «contenzioso d’imminente / di- Milanese di nascita e romana d’elezio- oniriche e fiabesche talora (la passata scesa», «collo reclino», «la neve trasmu- ne, Mia Lecomte frequenta da critica i esperienza di autrice di testi per l’infan- ta la pelle», «un’icona mutila di sensi», territorî sdoganati della letteratura com- zia riscorre intera nella lirica Fiaba, nel- «saviezza d’incensi»; bella l’anfibologia parata e in specie della letteratura italia- le sue invenzioni leggere di principi az- «detriti eletti»); e dall’altro a una anti- na della migrazione, industriosa promo- zurri e concubini magici, nel «bisogno /

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 136 Pierre Lepori

quand’è più fondo al fondo / di farli rima- verbo grave / nodo luogo / occhi mani / tivo (anche se non inutile, forse anche più nere»), acuminate nella tensione tra «l’ap- acque ferme, amare acque») e dal Pater facilmente sdoganabile perché in bocca di partenenza / e la perdita» sempre: «Al che, assommando etica e poetica, suggella un rappresentante di un’‘italianità altra’?) largo del mio naufragio. / Dal giorno che la raccolta: «Padre, insegnami ad amare / che una vera e propria uscita dal proble- mi è venuta a salvare. / Sagoma ancora / solo quello che mi è dato da amare / un ma stilistico e rappresentativo posto dal simbolo e ipotesi / del navigare. / Tenuta desiderio senza pugni serrati / ma con le genere della poesia ‘civile’. L’obiezione, al largo del mio naufragio. / Da me.» dita socchiuse / per far scorrere il mon- legata a un problema di registro, potreb- Oggetti, ambienti e corpi cedono ad uno do». Eros («erotismo sottile, tanto raffi- be essere accademica. Si vuol dire che sguardo paziente («senza fretta dilagare / nato quanto sorprendente» è sempre Ma- l’opzione lirica delinea comunque il con- la pazienza del ghiacciaio / di era in era») tvejeviæ a scrivere) ma anche, direi, torno di un canzoniere (anche se ideolo- e assimilatore («Questa Roma di luce / l’amore estroverso dell’agape, della cari- gicamente negato, vedi la citazione da sguardo e schermo / in scacchiera / a ri- tà d’ascolto del vissuto e del non vissuto: Pavese: «singole poesie e canzoniere non flettergli l’ala / miserevole e cruda / tutta «Aiutami ad ascoltare senza tutto il ter- saranno un’autobiografia ma un giudi- piaghe da sotto, / piccolissime piume / rore / il lamento della vita non mia / il zio») e che questo ‘tiene’ meglio quando, sillabate nel petto / intagliate soltanto / da silenzio incessante e discreto / del tuo invece di forzare lo spazio lirico in dire- matite appuntite»), generoso di rifrazioni amore da sempre per sempre». zione della parola scenica, assorbe (ma sentimentali (‘sentimentale’ era il ‘Breve Federica Capoferri sarebbe meglio dire espone le proprie atlante’ delle Geometrie reversibili, la venature ‘per incastro’, come uno strato prima raccolta della Lecomte) e sempre minerale, vedi l’attacco: «Lungo la valle italiana Poesia recettivo alla «eco a caduta dal passato» PIERRE LEPORI, Qualunque sia il potresti / aggrapparti all’idea ch’è la roc- che «balena in incaglio sul futuro»: «E nome, prefazione di Fabio Pusterla, Bel- cia a parlare», in consonanza con la poe- allora / di nuovo tutti i tuoi addii / ad an- linzona, Casagrande 2003, pp. 126, e tica del ticinese Pusterla che firma la pre- ticipare gli addii / la tua nostalgia del fu- 15,00. fazione del libro), nel circuito linguistico turo / ad anticipare il futuro / nato di nuo- del testo lirico ‘di tradizione’, i traumi e vo / con una vita conclusa / che avevi già Per accedere alla seconda raccolta pub- gli urti del presente. Insomma, su premes- vissuto / e ricominci ora a rimpiangere». blicata dal poeta luganese (n. 1968), è se liriche, se è vero che «gridare dentro Conducono le deflessioni di senso delle utile ripartire da quel Canto oscuro e po- non è / gridare per tutti», il ‘grido da den- Autobiografie non vissute non clamorose litico che ha visto la luce nel Settimo qua- tro’ consegna più volte un poeta di sicuro infrazioni di lingua e di stile ma morbide derno di poesia italiana curato da Franco interesse quando la lotta delle generazio- imposizioni di contiguità tra pieni e vuo- Buffoni (Milano, 2001), e che il critico ni («perché ogni generazione è un cate- ti, scarti e repliche: «Vita è quello che ri- proponeva di considerare come riuscita naccio»), e l’accadere della violenza – mane / quando si è perduto tutto. / È il ouverture a un opera, di fatto, in larga con la sua figura intrinseca, la sterilità – cane a tre zampe / tutte e tre dritte e forti parte già scritta, ma ancora in attesa che fosse anche soltanto per eco ‘privato’ della / e una quarta strappata dall’inguine, / è l’autore, impegnato sul doppio fronte di violenza della storia, avviene nel chiuso la quarta zampa del cane / che nessun al- teatro e giornalismo, si accettasse come teatro del testo che ha nell’io dell’autore tro cane ha voluto / e non smette di pian- poeta. L’ambizioso ossimoro del titolo/ la prima condizione di ascolto, dove è gere l’inguine / e tutte e tre quelle altre, programma (comprendente la «rivolta possibile «piantare un grido / esattamen- dritte e forti». L’iterazione di parole o di contro me stesso» e il progetto di «dina- te al centro del gorgo come un ramo», al nessi dalla semantica aspra, creaturale; mitare i padri») esprimeva uno slancio «lato caldo della luce». l’espansione modulare del nodo poetico; vitale ‘autentico’ non completamente im- Fabio Zinelli la ripresa a distanza, quasi in riemersio- mune dal rischio di ‘sovraesposizione’ per ne carsica, di un’immagine sono figure – eccesso di detriti prometeici. La contro- associative, coesive – di ricomposizione parte era affidata a un manipolo di poesie GIULIANO MESA, Nuvola neve. delle distanze. Poesia che «ad un’apparen- in cui il racconto dei giorni si dava nei Nove nuvole in forma di versi, Napoli, te distanza» pare sostituire – lo formula termini di un disegno nitido in cui «tutto Edizioni d’if, «Gli armadilli blu», 2003, benissimo Predrag Matvejeviæ – «un gio- è traslucido e perso». Il grido della rivol- pp. 139, e 10,90. co di incidenze eminentemente intime, ta è ora ritrovato sulla scena del monolo- corporali, calde», la poesia della Lecomte go ‘civile’, in particolare nella sezione La poesia di Giuliano Mesa si è data è nel fondo ‘poesia dell’altro’, che è si- Fratelli II (Il senso della battaglia). Ma due possibilità coesistenti e contempora- gnificant other nelle liriche erotiche del- mentre l’invettiva assesta colpi di buona nee, che potrebbero essere la nuova for- la terza sezione, Periodo ipotetico (2002); efficacia dal ventre del corteo in rotta di ma dell’oscillazione antica tra trobar leu è compagno (perduto) di poesia nella se- collisione con «legioni di preti e morali- e trobar clus: in Mesa, mímçsis (Nuvola rie ispirata dal poeta Dario (Bellezza si sti, di medici / e saggi consigli», e per neve, ora, e prima il poemetto extravagan- presume) che apre l’ultima e più antica accedere al quale bisogna «sfregare / per te Da recitare nei giorni di festa e gli scrit- (1996-1997) sezione, Litania del perdu- anni e notti la politura degli insulti», la ti per Tiresia, con la musica di Di Scipio) to; è ‘fratello’ nei tanti risvolti evangelici dissonanza introdotta dalla ripresa del e non mímçsis (tutto ciò che sta nella ri- e scritturali amplificati da Scritture («E il refrain ungarettiano («Quale diversità / cerca dei loro – non miei – scritti e in gran verbo si fece carne / si fece carne lieve / per noi, / fratelli? [...] il reggimento del parte dei Quattro quaderni del 2000: dove luogo cuore» ma poi in torsione: «E il negare / prende voce di corteo»), sembra i Passaggi sono anche imitazioni/narra- verbo si disfece nella carne / si disfece il costituire alla lunga più un limite opera- zioni, a conferma della coesistenza delle

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 137 Giampiero Neri

due possibilità). È troppo facile dire che cologi, prima di contare le sillabe, dovreb- to» – che occupa la sezione Botaniche), la riproduzione o la non riproduzione del- bero ascoltare un po’ di free jazz)». Più l’incipiente, impercettibile incrinarsi del- la realtà ha a che fare con un desiderio di esattamente: sulla funzione metrica di l’oggettività enunciativa del frammento, politica, accettato, represso o sublimato. ogni parola, in vista di un organismo com- ora più frequentemente screziato da ac- La questione può essere meno semplice: posito e free («...batti e ribatti, tàta ta- centi meditativi che fanno da controcan- per esempio, bisognerebbe verificare se la tàta... / Dico che ha vinto, il cucco, ma to ad antiche voci ora rimodulate, a pre- riduzione della mímçsis è in rapporto con ancora non lo so...»; i «tatà tatà dentro le senze ricorrenti nuovamente inquadrate e una soggettività più marcata (che non vuol strofe, i versi, le parole...»). Solo la com- svelate: così nel terzo quadro di Sequen- dire soggettività dell’individuo G.M.: è petenza tecnica, quando arriva al non plus za lo «scrittore di provincia» che, «cercan- sempre questione di altri scriventi e dei ultra, può destrutturare se stessa per rige- do la verità nel paradosso», «guardava / «loro scritti»). La poesia realistica, com- nerarsi, come ricerca delle altre tecniche alla figura di Giuda», progettando un’ope- plementare, si carica di dati precisi, ma (e per inciso: è necessario e urgente uno ra teatrale, precisa i contorni dello «scrit- sembra impersonale. Se «il mondo è pie- studio sulla fortuna e il ruolo pratico de- tore di provincia» della prosa VII di Li- no di occhi» (Quattro quaderni), l’iden- gli Spazi metrici di Rosselli nella poesia ceo, che «si dedicava a ricerche di inte- tificazione di quegli occhi con un io è un degli altri). Purché l’orecchio non man- resse storico, ma non aveva abbandonato errore; se l’io non è – come non è – tutto chi, quindi; ma intorno a Mesa sembra di i vecchi progetti letterari», e che allora il mondo, il suo sguardo non sarà – non vedere una lunga, e anche vergognosa, leggeva del «valoroso Casca», traditore e potrà essere – né mondiale né assoluto. mancanza di orecchio. In generale, chi ha sconfitto anche lui, come Giuda (la gene-

Poesia italiana Poesia L’abitudine di identificare strettamente studiato tutto può permettersi di non es- rale sconfitta della cultura sarà poi regi- l’altro con il (solo) lettore impedisce di sere più niente, e di semplificare al mas- strata una volta per tutte, mutuando una superare l’apparenza: anche lo scrittore è simo, oscillando tra lingua chiusa e lin- proverbiale chiosa manzoniana a propo- altro, soprattutto quando si impegna nel- gua aperta; chi sa e sa fare poco, sa e sa sito di una «famosa biblioteca» ormai l’organizzazione delle proprie forme, in fare solo quel poco – e «sottopone il let- «dispersa», in Finale); mentre in Armi e vista di un libro (un percorso) di poesia. tore». mestieri, la sezione finale che dà il titolo Gli archetipi critici ci sono già: «Kunst Massimo Sannelli al volume, acquista una collocazione spa- schafft Ich-Ferne» (Celan, Der Meridian), zio-temporale, rassegnandosi alla narra- «Nur wahre Hände schreiben wahre Ge- zione e alla storia («In quelle nebbie, una dichte. Ich sehe keinen prinzipiellen Un- GIAMPIERO NERI, Armi e mestieri, mattina di novembre / aveva visto l’ami- terschied zwischen Händedruck und Ge- Milano, Mondadori 2004, pp. 63, e 9,40. co di suo padre / davanti alla scalinata del dicht» (Briefe an Hans Bender), e soprat- Terragni. / Nell’abbracciarlo, la biciclet- tutto il secondo frammento dovrebbe es- Il nuovo libro di Giampiero Neri inglo- ta era caduta a terra, / ‘doveva essere l’ul- sere preso come segno di un’agápe me- ba una precedente plaquette, Erbario con timo’ / era stato il suo necrologio») il ge- tafisica, oltre il senso comune: basti pen- figure (Lietocolle, 2000), disseminando- sto dell’«amico di mio padre» che, «la- sare a chi lo pronuncia. C’è la distanza e ne però alcuni testi tra la prima sezione, sciato cadere la bicicletta / sulla strada», si dà la stretta di mano, in modo apparen- Persona seconda, e la terza, Botaniche, e lasciava cadere anche un commento so- temente ossimorico; e nella lettera a Ben- collocandone la centrale Sequenza a for- speso («‘se tutto doveva finire’, mi aveva der la critica di un poiein astratto che mare la chiave di volta della nuova rac- detto / abbracciandomi...») in Altri viag- «aveva, con tutte le sue attinenze vicine e colta insieme alla contigua sezione Fina- gi, la sezione che chiudeva Teatro natu- lontane, tutt’altro significato che nel con- le, anch’essa già pubblicata (Dialogolibri, rale. Con il ‘suono’ inconfondibile di testo attuale» (trad. di Bevilacqua). Nu- 2002). La complicata manovra rappresen- sempre, dunque, con minime ma decisi- vola neve esce come libro «per bambini», ta un segno di discontinuità significativo ve sfasature narrative, di un dramma per- o «per ragazzi, poi per giovani, poi per rispetto all’ultima silloge mondadoriana sonale e storico - l’uccisione del padre da chissà chi...». (così deve essere; nel 1940 di Neri, Teatro naturale (1998), che riu- parte di un gruppo di partigiani, la guerra Pavese scriveva a Stein, ringra- nificava le uscite precedenti allineandole civile - di una tragedia senza urla fin qui ziandola per The World is Round: «Of come capitoli di un unico libro; né, certo, moltiplicata e rifratta in frammenti di course, like all children-books, it is for importa soltanto ai fini della burocratica specchio (commenti, flash atemporali, grown up people»). Mesa scrive in limi- registrazione del critico o del recensore. immagini), per una preventiva presa d’atto ne: «La domanda per chi scrivo? non è Il ripensamento della propria poesia, di dell’insostenibilità epistemologica ed eti- riuscita a imporsi. È una domanda che uno cui si fa implicitamente la storia nel mo- ca di un unico punto di vista, certo, ma scrittore non dovrebbe porsi mai. Ponen- mento in cui se ne confeziona ex novo forse anche perché, come recita una mas- dosela, pone se stesso in una condizione l’abito pubblico, sembra infatti qui rispec- sima celebre, né la morte né il sole si pos- di docenza. O di comunicazione. E sotto- chiare il progressivo ridursi della distan- sono fissare a lungo in faccia, si tenta pone il lettore». Non si tratta tanto di un za difensiva posta tra sé e il passato, tra adesso una ricostruzione, un primo, prov- libro sulle nuvole – instabili, vaghe, in- sé e il mondo (le «spine» della Opuntia, visorio riordino; ma «Di quel teatro al- formi («una non è mai una, mai uguale, / pianta tenace e combattiva ma a rischio l’aperto / delle sue figure disperse» è or- non è mai detta l’ultima parola / per dire di ingiallimento per sovrabbondanza d’ac- mai difficile «ritrovare i fili», e la sezio- alla nuvola il suo nome») – ma sulla me- qua – facile paradosso per chi dal caso o ne Finale, che di questo percorso memo- trica (sulle metriche, se «gli schemi sono dall’«immaginario occhio di Dio» è stato riale costituisce, come già si è detto, la argini, che possono delimitare solo este- comandato a mettere radici e resistere in seconda stazione, si chiude su una strazia- riormente il fluire ritmico... molti metri- un deserto dei tartari, tra «sabbia e ven- ta nota ungarettiana, rimodulata e anzi

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 138 Neil Novello

capovolta ma ancora riconoscibile («Di ca’); «Viva tu rusata neglia e viva» (‘Bevi fuacu aru parmu, / culannu.», ‘Un pugno quelle vaghe ombre / dei nomi cui corri- tu rosata nebbia e bevi’). Al Sud della lin- di bianco sole / è fuoco al palmo, / colan- spondevano / il tempo cancellava la me- gua incontriamo serie compatte di arche- do.’). Si prolunga, insomma, nella sintas- moria. / Come sassi lanciati sull’acqua / tipi folclorici (per es. il vecchio soldo di si, quella «densità sonora» che «si chiu- che affondano dopo breve corsa / le figu- sale alle labbra del morto in Camposan- de su se stessa [...] quasi a proteggere la re si allontanavano / svanivano nell’aria to), veicolati da una lingua (un dialetto visione», secondo la formula con la qua- trasparente»), come a voler dire che è che, delle Tre Calabrie, esprime un tipo le Vitaniello Bonito (poeta a sua volta, in quasi troppo tardi. Resta che questa poe- dell’entroterra cosentino, il roggianese di Campo degli orfani, Bologna, Book 2000, sia pone non apertamente, ma chiaramen- Roggiano Gravina), che è di per sé un ser- della storia del lutto materno), nella po- te alcuni interrogativi, lascia intravedere, batoio glottologico di arcaismi (per es. stfazione del libro, tocca dell’implicazio- in misura fin qui inedita, una «penosa nella morfologia: la terza persona singo- ne affettiva legata alla scelta del dialetto. metamorfosi» (Non un lento abbandono, lare con conservazione della denale fina- Il fatto di avere scelto il dialetto, poggia in Botaniche), socchiude la porta di una le, vestidi, ‘veste’, il condizionale, come dunque sulla ‘finzione’ (ma è un patto casa interiore i cui fantasmi sono ora, per spesso nel Sud, dal piuccheperfetto lati- dell’autore con se stesso) di non dovere concessione o abdicazione del proprieta- no, ’nsunnera ‘sognerei’); e buona parte battagliare per portare le cose alla lingua, rio, riconoscibili e provvisti di un’identi- del fascino esercitato da Pierro su Conti- né la lingua alle cose, essendo già le cose tà non solo figurale (la bambina Elena che ni, non dimentichiamolo, è nell’essere nella lingua. Il testo dialettale asciugato abita e alla quale è dedicato uno dei testi Pierro il poeta di quella che per i dialet- di ogni venatura polifonica, è allora tutto di Sequenza è, chiarisce l’autore in nota tologi è la ‘zona Lausberg’. Il fatto di per la voce sola dell’autore. La ragione italiana Poesia infrangendo dall’interno anche l’estrema, Novello è il lutto per la madre che porta ultima del successo del libro è dunque fragilissima barriera dello pseudonimo, il nome-senhal di Rosa, centro geometri- nello scrivere a cielo aperto (a ferita aper- «mia sorella Elena Pontiggia»). Giusto, co del libro («Rosa i nua miridiana», ta) nel cerchio vivo del suo chiuso mono- dunque, che l’immagine della casa di fa- ‘Rosa di noi meridiana’), in un dialogo linguismo (sempre con Celan: «Al bilin- miglia suggelli, in versi increspati da una continuo con un nulla al di qua del nulla, guismo in poesia io non credo. Doppiez- commozione appena trattenuta, la rubri- il «Nenti i Rosa» (il ‘Nulla di Rosa’; l’ef- za di linguaggio – sì, questo esiste [...] cazione conclusiva dell’inevitabilità del- fetto è invasivo, attraversando la parola, Poesia ciò vuol dire, fatalmente, unicità la storia, quella di tutti e quella di ognu- specularmente, il nulla dei vivi, come nel della lingua»). no, e dell’inutilità di ogni fuga: «Il gran- ‘solito’ Celan di Psalm: «Ein Nichts / Fabio Zinelli de terrazzo al primo piano era vuoto, / la waren wir, sind wir, werden / wir bleiben, casa sembrava disabitata / deserta di quel- blühend: / die Nichts-, die / Niemandsro- le care ombre / che il tempo aveva can- se», nel libro, appunto, della ‘rosa di nes- FABIO PUSTERLA, Folla sommersa, cellato». suno’). Il Santu nenti (‘Santo nulla’) as- Milano, Marcos y Marcos 2004, pp. 176, Elena Parrini sume simboli e nomi cristiani, in una fio- e 13,50. ritura di immagini il cui ‘fuoco’ si astuta solo in ceneri barocche (contrasta, sem- Cinque anni (1999-2003) ha impiega- NEIL NOVELLO, Rosa meridiana, mai, il lutto ‘formale’ del sonetto: quat- to Fabio Pusterla a dissolvere il «grumo Novi Ligure, Joker 2004, pp. 46, e 8,00 tro volte ne è evocato lo ‘strofismo’, ma di parole», a «dar ordine al caos» dell’ul- (www.edizionijoker.com). senza rime e misure). Baroccamente si tima raccolta, Folla sommersa, che si può invertire l’ordine logico delle azioni: compone di alcune plaquettes già prece- Tracciando, a partire dal titolo, nel «fiancu tu ara scarda» (‘fianco tu alla dentemente uscite in eleganti vesti illu- Meridiano di Celan la coordinata ‘topico/ scheggia’), «A vulì peddra i jidita jurisci strate; lasso di tempo involutivo, non più tropica’ dell’incontro con l’Altro nella lin- piatali» (‘A volere pelle di dita infiorare che scorcio di un secolo breve, violato, gua, Neil Novello ha voluto disegnare petali’), mentre ogni moto possibile di subitamente confermato nella sua conge- «qualcosa di circolare, che ritorna a se furore e ribellione si spegne contro nita nequizia dai primi anni del terzo mil- stesso attraverso entrambi i poli» (così l’astratto: «tu a vitticà u timpu» (‘tu a fru- lennio. Canto per una terra sconsolata; appunto Celan, la cui ripresa, contro il stare il tempo’); «Va e scighi l’abbannu- civil canto per cui «il poeta in quanto corso della storia, del grido di «Viva il nu» (‘vai e strappi l’abbandono’), «L’uoc- poeta» è chiamato a render testimonian- re!» dalla bocca della Lucile Desmoulins chio rumma nta specchiu disiartu» (‘l’oc- za di una storia iterata: l’imperituro abu- büchneriana, fornisce il motto perfetto per chio tuona in specchio deserto’). Suben- so dei salvati sui sommersi. Ed è la Sviz- ogni sortita in dialetto). Al Sud della liri- tra un sentimento di immobilità, riflesso, zera ancora, patria montana, vallea allu- ca troviamo i paesaggi calcinati («strati sul piano retorico, da frasi nominali (an- vionata, che inesorabilmente smotta mu- ’mpucati», ‘strade infuocate’; «i juarni i che di soli sostantivi «Aru scuornu a jac- tando volto geologico nell’arco di baleni salu», ‘i giorni di sale’), ma insieme not- ca aru viersu vasu.» ‘Allo scorno la ferita come d’evi, a ritagliarsi una parte specia- turni con gelo, neve, nebbia, per il moto al verso bacio’. «Uocchi a frunta carna nta le, in figura dell’orbe intero, nel poema di ossimorico continuo delle metafore (lu- zanga» ‘Occhi la fronte carne al fango’), Pusterla, figlio non ingrato di un paese che stru ara notta ‘Luce alla notte’; «cori i e nella sospensione ‘aspettuale’ legata ha da tempo abdicato perfino alla tradi- notto ’mmienzu u sulu», ‘cuore di notte all’utilizzo di gerundi in clausola, a chiu- zionale sua livrea di ‘repubblica borghe- in mezzo al sole’), ossimoro che azzera i sura di verso e di frase («Terra matri: rosa se’ rinfacciatale, passò stagione, da irri- quadranti nella tautologia: «Ma sicca a i vita prigannu», ‘Terra madre: rosa di vita ducibili coscritti – pure il grido in sesta jumana sicca» (‘Ma secca la fiumana sec- pregando.’; «Nu pujinu i jancu sulu / ghè rima di un ignoto «schiavo prigione» s’al-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 139 abio Pusterla

za tuttora a condannare «libertà» che con- come i pochi tetti di Rio Bo –, da un solo dono a notte, all’alba, magiche presenze, culca «uguaglianza» –; terra cresciuta, sguardo abbracciate, a sera, agli obliqui l’inquieto stambecco, che del suo transi- maturata, affrancatasi dai tratti di un’in- raggi del sole, abbarbagliano secondo le to lascia solo la labile traccia di un «pro- fanzia vichiana, dal bisogno di portare più tradizionali note elegiache di un Gau- fumo selvaggio», un umile e bruno dono odio al comunista; non luogo di soggior- tier o di un Pascoli dipintori di paesaggi di sterco, e ingenera aspettative nella fer- ni risananti, né conviviale ritrovo di ami- segantiniani, la quotidiana consuetudine, vida immaginazione di un infante («E lo ci (sebbene sì Svizzera come terra del- il fenomeno giornaliero può essere fatal- potrò vedere, carezzare sul muso?»), la l’eletta brigata di un maestro di lingua e mente interrotto da una catastrofe impre- gioia di un rito da compiere – porre le di vita, Contini, o di colloqui poetici con vista. Repentina, allora, la metamorfosi mani sulla bestia – per riceverne calore e sodali – Orelli, Sinigaglia, Maria Corti, dell’ambiente, che da montano e boschi- oracoli, come già dai campani, dalle pu- Emery, Snozzi, Patocchi –), ma speculo di vo, tutto un declivio di velluto verde, è pille delle capre «Dalpe», vedute con gli un mondo corso da nuove guerre, da mi- travolto, spazzato, levigato, reso arido, occhi creduli d’incanti, cantate con la li- grazioni nuove battuto. È, «questa» (e qui, uguale, indefinito e desolato aequor, rica lallazione della piccola Giovanna nel deittico che addita a un ideale viator un’uniformità sgomenta, dalla fiumana dall’amico Orelli. Ma se perfetta imma- il microcosmo montanino quale exem- inarrestabile di un corso d’acqua ingros- gine del ciclico dissolvimento è questo plum-scempio, si risente la potenza allo- sato. Sono, queste, le periodiche alluvio- franare di fanghiglia, altra metafora riu- cutoria del linguaggio biblico, la forza ni che cancellano i borghi elvetici, le ef- scita appare l’athanor di una storia barba- sentenziosa di un Ungaretti alla ricerca fimere peste dell’uomo sulla terra; ma ra e brutale (Sul fondo della provetta):

Poesia italiana Poesia d’identità) la «terra di nessuno», colla sono, questi, pure, i segni tangibili di al- come al fondo di futuribili, genetici ma- materia, argilla, che nella sua malcerta tre meno evidenti cancellazioni fisiologi- tracci, in cui si sperimenta e si sconvolge stabilità raffigura le variabili sorti di un che, le cicliche rimozioni della storia, che, l’ordine della vita, rimangono fecce e genere umano frombato in mezzo a triboli ogni ottanta anni, dissipa la memoria del posature che non riescono a salire di gra- e robinie. Da quest’orto richiuso dove il proprio passato. Per tale ragione il mon- do, così sedimentati, a terra, di nuovo, rovo è dappertutto, non «vigna del Signo- do è comunque destinato a perdere il ri- ancora sommersi, restano tutti coloro che, re», ma progressivo avanzare di tabe, cordo di Paul Hooghe, «l’ultimo lanciere «drosofile» di un’alchimia degli eventi, echeggia da sempre un monito a chi tra caduto su nessuna spiaggia» (fratello di non sanno risalire i bordi di questi vasi questi bronchi si trovi inviluppato – «Ep- sventura, seppur non morto in battaglia, lutei in cui l’umanità è sepolta; tanti an- pure si doveva camminare» – rilievo che del «primo caduto bocconi sulla spiaggia cora gli inabissati senza speranza: coloro combina la favola di Renzo, del povero normanna» di altro conflitto universale, di «che battono strade più impervie», come baggiano in fuga, il suo «cammina, cam- altro poeta lombardo), «sommerso» poi- il «liceale annoiato» che disattende al suo mina» di Pollicino iniziato alla cognizio- ché inesorabilmente la storia abbisogna di dovere di testimonianza, gli alpini del ’43, ne del dolore (Promessi sposi, XVI), con spazio ed, imparziale, oblia gli iniqui mandati senza possibilità di ritorno in l’imperativo ideologico dei secolari sfrut- come i giusti; difficile opporre un argine Russia, «fuscelli» dispersi al vento della tati. Andare, dunque, perché questa non è alla piena che dilaga e trascina via con sé guerra e della propria ignoranza, non tut- terra dove posare, ma di trapasso, dove «si fatti e ricordi, ancor più arduo quando, tavia diversi dai loro eredi, contenti a un va come» (e non «si sta come» – anche sorto dal nulla, «un altro» si metta a gri- ‘quia’ che non può più, non deve ormai, l’ungarettiana analogia che predica la dare che «è stato un gioco / uno scherzet- bastare; il decimo porco estromesso dal transitoria natura dei mortali, arse foglie to innocuo», negando «forche» e «fosse» branco, nondimeno come coloro che non caduche, è ‘corretta’ a dire ulteriormente del vergognoso regime fascista. Come la odono l’umano, troppo umano, grugnito la labilità dei giorni dell’uomo che come terra montana è esempio del lento scivo- di questo. Come sperare aiuto in un mon- ombre declinano –) «superstiti e fuggia- lamento nel buio, così dall’atomo alpino, do dove «una» «ne basta» «di vite, a sfar- schi». Zolle alpestri, che mai fomentaro- dalle sue semplici creature, deriva la ‘le- ne troppe», in questo rovesciato reame di no brame di conquista – la lapide napole- zione’ salvifica, che apprende all’uomo la Eusebio? Pure, a qualcuno è dato trovare onica del 1805 riferisce sì di un transito sua perduta innocenza. E può essere il provvidenziale rifugio nella terrena Gio- di truppe per strade che dovevano essere volo a freccia, o ascensionale degli airo- safat: a chi non si faccia «più illusioni», «di speranza e di gloria», ma non più che ni, a instillare un desiderio di elevazione, a chi, come «gli stornelli di Berna», che un passaggio: «hic» non «manebis opti- l’illimitata pietas di un bianco felino, ri- possono riparare nel timpano del duomo me» –. «Pensare altra meta», allora, me- masto un’intera giornata presso il compa- affrescato con le storie del Giudizio uni- nando «sulle spalle un fascio» antico di gno massacrato sulla strada, a suscitare versale, così da sottrarsi all’infernale bu- «improbabili speranze», incamminarsi l’attenzione di due ragazzi appena spor- fera (curioso il lapsus nella nota d’auto- sempre, comunque, con la tenacia di una tisi alla vita, oppure l’alacre volontà dei re, per cui Pusterla muta l’identità dante- «salamandra nera», irriducibile bestiola castori, costruttori indefessi di dighe ab- sca e peccaminosa degli alati in quella di che, venendo anch’ella «da un posto / sen- battute dai torrenti, «modesta colonia» di evangelici passeri, i salvati di Matth. X, za ritorno, inghiottito», «cammina su stra- anime belle mai sfiorate dal dubbio del- 31, guarentigia di divina sollecitudine per de piovose», «cammina nelle città, raden- l’infinita vanità del mondo, a rianimare l’uomo), si svesta di più opime forme, e, do muri, elemosine». Nessuna realtà pos- nell’uomo il connaturato ottimismo della nella sua gracilità, approfitti dei pochi siede la forza esemplificativa di questo volontà, così da spingerlo ad abbicare, sbrecchi («sbricchi» direbbe «la povera piccolo cosmo alpino, nel deprecare le altrove, su spiagge erose, ciottoli e ghia- Piera», nei suoi «anadrammi») dischiusi fragili stirpi dell’uomo, dove se i vetri ra, trasumanante fatica dispersa poi dal- nella maglia. delle venti case di Gondo – numerabili l’onda. Dall’arcano regno animale, scen- Francesca Latini

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 140 Andrea Raos

ANDREA RAOS, Aspettami, dice, zonte ‘naturale’ della scrittura. Con tale rime ed assonanze interne, a rendere la Roma, Pieraldo Editore 2003, pp. 123, termine si indica una rinuncia all’idea di dimensione sonora più ipnotica e unifor- e 10,00. possibili innovazioni sul piano stilistico e me. Ma in questa ricerca di parallelismi tematico. Vi si affianca un’arrendevolez- fonici gioca in senso opposto, verso l’ir- Nato nel 1968, Andrea Raos ha esordi- za nei confronti dei repertori metrici e riducibile molteplicità del discorso, lo to con la raccolta Discendere il fiume cal- stilistici della tradizione. Per il manieri- spettro ampio ed eterogeneo del lessico, mo, nel Quinto quaderno italiano diretto sta odierno, i confini della lingua poetica compreso tra il vocabolo medico «uretra» da Franco Buffoni (Crocetti, 1996). Di sono variamente tracciabili, ma definiti- e quello letterario «innerba». Nella tensio- Raos va inoltre segnalata la realizzazio- vamente assodati: raramente si è disposti, ne tra identità sonora e diversità lessica- ne nel 2001 di un’antologia italo-giappo- con sana arroganza, a ridisegnarli secon- le, si fa strada una figurazione concreta e nese di poesia, intitolata Il coro tempora- do linee di fuga impreviste. Questa som- crudele del corpo offeso. È in tale inten- neo. Il presente volume contiene il lavo- maria definizione di manierismo deve sità e simultaneità di effetti che questa ro di un decennio. La struttura lascia spa- essere completata da un’ulteriore defini- poesia raggiunge il più alto grado di con- zio a componimenti di varia natura: sonet- zione che troviamo in un denso scritto di centrazione, tenendo assieme le più mi- ti, poesie, anche brevissime, dal verso ir- Stefano Dal Bianco, Lo stile classico (in surate esigenze ritmiche con le più incan- regolare, brani di prosa ad altissima con- La parola ritrovata. Ultime tendenze del- descenti esigenze figurative. centrazione. Questa irrequietezza delle la poesia italiana, Marsilio, 1995). Il Andrea Inglese forme non cede mai a spinte informali, manierismo odierno ha soprattutto a che sorvegliando l’autore ogni accostamento fare con la presunzione dello stile indivi- italiana Poesia di materiali sul piano del singolo testo e duale. Nell’ottica classicista di Dal Bian- FRANCESCO SCARABICCHI, L’e- della raccolta. Il tono è di concentrato co, salvaguardare la forza dello stile e la sperienza della neve, Roma, Donzelli distacco, la musicalità cercata per vie tra- sua «istanza di comunicazione» implica 2003, pp. 144, e 11,00. verse, in virtù di rime interne o inaspetta- uno «stile in quanto rifiuto dello stile». te, assonanze, ripetizioni. La chiusura for- Indipendentemente dal partito preso, l’in- Francesco Scarabicchi (Ancona 1951) male e il tenore iperletterario della lingua dicazione di Dal Bianco è importante. E approda alla collana di poesia di un im- non permettono intrusioni del quotidiano: con Raos ne abbiamo una controprova. In portante editore nazionale. Il suo percor- l’universo dell’esperienza è vagliato per lui il rifiuto dello stile individuale è ani- so era comunque di tutto rispetto: le sue estrarne una fibra purificata. Ogni scoria mato da un sotterraneo sperimentalismo principali opere, poetiche e di traduzione, è distanziata per ottenerne un’espressio- che non cerca di saltare la mediazione con sono uscite per L’Obliquo, raffinato edi- ne cristallizzata, in grado di diffrangere in l’eredità letteraria. Non vi è nessuna ten- tore di Brescia, mentre da PeQuod uscì, suoni e significati diversi un flusso emo- tazione da parte sua di acquisire una lin- nel 2001, un’autoantologia accompagna- zionale grezzo. Le correnti dell’astrazio- gua naturale, capace di aderire ad un’es- ta da una nota di Pier Vincenzo Mengal- ne tagliano lo slancio lirico, non per pa- senzialità delle cose filtrata da una sensi- do. Più che una consacrazione, si tratta rodiarlo, ma per purificarlo da elementi bilità autonoma. Le forme sono utilizza- quindi della possibilità offerta a un vero biografici e contingenti. Esiste il rischio te in modo ipotetico, e così la lingua, poi- poeta di poter raggiungere un pubblico che il virtuosismo esaurisca l’attenzione ché non è assodato che la poesia porti ol- allargato. La sua lirica non è affatto ‘fa- dell’autore nella costruzione di un raffi- tre se stessa, a un riconoscimento di espe- cile’. Sebbene il dettato si possa far risa- nato artefatto verbale, privo della capaci- rienze fondamentali. Tale scetticismo non lire alla tradizione di un monolinguismo tà di rinviare al mondo. Ma più spesso implica l’accettazione di un gioco iperlet- latamente ‘petrarchista’, perlustrato nel- Raos raggiunge l’obiettivo, senza rinun- terario ma l’impegno costante per il ritro- le sue possibilità conoscitive più nasco- ciare alla figurazione della realtà, nel rior- vamento di una visione della realtà attra- ste, il lettore è chiamato ad uno sforzo di ganizzare la visione stessa, a movimenti verso gli strumenti offerti dalle istituzio- concentrazione notevole. Vi troviamo un e scorci imprevedibili. L’oggetto diventa ni poetiche, considerate non punto d’ar- lessico ridotto, rastremato fino a compor- secondario, il lavoro espressivo si concen- rivo ma d’avvio del processo espressivo si, per esempio, dei soli elementi legati al tra sulle modalità prospettiche. L’irrequie- individuale. Un buon esempio si legge nel tempo meteorologico e al tempo della tezza della forma si rivela, tematicamen- sonetto della sequenza Nessun frammen- giornata: «Questa pioggia che senti / gio- te, come un incessante bisogno di spostare to, scritta sullo sfondo delle guerra nella vane lungo i muri // picchia, se fai silen- lo sguardo sul mondo, cercando di co- ex-Jugoslavia: «Salendo alta nell’aria, zio, / ai nostri vetri, // bagna inferriate e glierne la ricchezza di superfici. Il dato questa voce, / Facendosi più calde, meno foglie, / crolla dalle grondaie, // allaga il contingente e biografico conta meno del- rare / Le correnti, si unisce alla precoce / buio, / cancella ponti e polvere // e scom- la possibilità di trasformarlo, sottoponen- Sera, si incrina e increspa contro il mare; pare». Altrove Scarabicchi, puntando a dolo ad un’angolatura inedita. È la densi- // [...] // La ferita dando ogni forza all’er- quella brevitas che appare essere un ca- tà emozionale di certi eventi traumatici a ba / Che ne accoglie le membra e si di- posaldo della sua poesia, scrive: «Quan- scatenare l’esigenza di scorci anomali (si stacca / Poco a poco una pelle che non to tempo del tempo muore eterno, / alba prenda la sezione Distruzione, eco, mar- serba // Più acqua o proteine, in cui la di mute porte, nomi che parleranno». È cata dall’esperienza del lutto paterno). Si sacca / Dell’uretra si scassa e quanto in- allora di grande interesse quanto afferma esprime qui una caratteristica importante nerba / La lacca delle urine gela in biac- l’autore nella nota finale del libro: «l’ho nel panorama della poesia italiana con- ca». La scansione dell’endecasillabo a composto come una sorta di epistolario in temporanea: la volontà di smarcarsi dal maiore, che rende ancora più precipitoso versi [...] perseguendo l’utopia di una pa- manierismo, divenuto una sorta di oriz- l’uso dell’enjamebement, è punteggiata da rola che niente altro dica se non la neces-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 141 Giovanna Sicari

saria verità di quanto accade nell’anoni- questo cessa d’essere vita. Essere la cosa l’esortazione «lascia» ripetuta inesausta mato e negli invisibili interstizi del tem- cieca della cosa viva significa forse aver per tutto il libro, alludendo piuttosto a un po irreperibile della vita di tutti, nominan- perso tutto tranne il qui e ora che chiede consiglio, un suggerimento. Consiglio do, come suggerisce un verso delle Mis- di «potersi arrendere, [...] gentili / nel verbale che può essere però subito nega- sive, ‘quel che al sole resiste e al freddo vertice di quelle cose che si fanno senso, to dalla sua stessa veste ossimorica: ‘la- inverno’, concentrando un’attenzione sen- fortuna, salute». L’estrema tensione a sciare’ è ‘permettere’ e, contemporanea- sibile nei confronti del presente». Le Mis- volte si rifugia in una tenerezza che so- mente, ‘desistere’ o ‘smettere’. E, difatti, sive costituiscono una delle sezioni di cui miglia al coraggio: «Amore del rifugio e «il rovescio / si installa negli occhi, oscu- si compone quest’opera, uno dei punti in dell’acqua / soltanto sei un’anima, un ra / il confine delle cose». Il sonno si apre cui si manifesta più forte questa utopia uccello / una pianta, un filo di morte, / una al rovescio della camera oscura, all’ingan- della parola, la quale diventa chiaramen- vita». Coraggio di restare nudi anche di no del «resoconto terrestre»: «lascia ade- te l’aspetto più nuovo introdotto dalla fronte alla propria morte, non maledicen- rire / alle forme dell’inganno le membra». scrittura del poeta marchigiano. È qui che do cioè la vita: la maledizione sarebbe un Il sonno è una forma di abbandono: ab- la poesia di Scarabicchi conferma quanto travestimento per ingannarsi, per convin- bandonare una realtà per abbandonarsi a non sia che apparente la sua ‘facilità’. Ma cersi della vanità dell’esistenza. Ma qui un’altra, attraverso «le lente bracciate» è altrettanto vero che qui il lettore di poe- Giovanna Sicari non arretra, «perché mi del nuotatore, metafora di chi sta tentan- sia riconoscerà la vera forza del libro. Si offrirò intera senza tagli / perché il cielo do di addormentarsi o, ugualmente, di torna dunque a parlare di Utopia, un luo- c’è e mantiene». Ricorda Alioscia Kara- esistere. E proprio in virtù di questa me-

Poesia italiana Poesia go che non c’è nella realtà, ma che si mazov: «Ora il fratello Alioscia dice – non tafora lo spazio liquido del nuotatore può manifesta sempre come una scommessa pentitevi / mai del bene che fate [...] Fra- anche risultare la bacinella d’acqua in per la letteratura. L’Utopia conduce anche tello Alioscia è per te l’ultima chance / copertina di libro, spazio già sufficiente a discutere di etica in poesia. L’Utopia buonasorte da non mancare». La chance a contenere la navigazione, tutta menta- può farsi carico dell’eticità della poesia riposa nella dolcezza di uno sguardo che le, del pensiero. Si insinua una volontà di quando, definendo apertamente il proprio non è né quello della logica euclidea di persistere nel portare a compimento un raggio d’azione ideale, contemporanea- Ivan Karamazov, né quello della passio- tragitto attraverso le esortazioni perenni mente riconosce anche i limiti – spaziali e ne assassina di Dmitrij, ma che li con- della trama testuale: «misura il respiro», temporali – propri della scrittura poetica. prende, rendendoli preghiera. La chance, «lascia variare i silenzi», «ascolta il sof- Alberto Cellotto l’ultima, non ritratta il bene fatto, non fio / di un sonno astratto». Come il movi- consegna la vita alla punizione stermina- mento dell’onda, sono frequenti le impen- trice della morte. Non si ritratta il bene nate e le ricadute: «cadi e l’ala non sor- GIOVANNA SICARI, Epoca immobi- fatto, anche se è debole o forse proprio regge i passi / che nell’azzurro il corpo in le, Milano, Jaca Book 2004, pp. 120, e perché lo è. La logica della morte, il suo volo traccia». Ma allora, «a chi appartie- 12,00. ghiaccio necessario e la passione che esi- ne l’acqua?», elemento motore della vi- ge vita diventano nella Sicari decreto: che cenda poetico-esistenziale. «Fluttua il Nella poesia di Giovanna Sicari l’amo- «venga la gioia con fulmini e alluvioni. – polline / dei versi per squilibri d’acque re è duro, la tenerezza non arrendevole, il / Questo è tutto». limpide». Torna ancora una volta alla grido potente nella disperazione. Pubbli- Lorenzo Chiuchiù mente Valéry – solo che in lui erano il rit- cato poco prima della scomparsa della mo, e, attivata da questo, una parola eti- poetessa, Epoca immobile riesce in quan- mologica e sensoriale, a dettare la stesu- to i versi mettono a nudo un cuore. ITALO TESTA, Gli aspri inganni, ra dei versi – col suo congedo marino: L’estremismo insito in quella prima inten- LietoColle 2004, pp. 38, s.i.p. «Envolez-vous, pages tout éblouies!», zione di Baudelaire è realizzato attraver- ‘Volate via, pagine abbacinate!’ Congedo so una musica che è urto e carezza. Inner- «Tout entouré de mon regard marin». che in Testa si risolve nella direzione di vata dalla violenza e dalla benedizione, la ‘Tutto avvolto dal mio sguardo marino’ un «sogno che si dirada e assiepa fogli / poesia della Sicari si sovrappone alla suona un verso (la traduzione è quella di in un turbinio di lettere e stelle». malattia, all’amore e alla morte. «Trova Maria Teresa Giaveri) de Il Cimitero ma- Giuseppe Bertoni il nuovo grande come bara / l’amore folle rino di Paul Valéry che a suo modo può che guarisce, affonda in una morte / che ambientare l’atmosfera de Gli aspri in- non ricorda». La voce è inconciliata quan- ganni di Italo Testa. Il sole, o comunque PAOLO VALESIO, Ogni meriggio do raggiunge una pace temporanea, è in- la luce, la terra, il vento – forme simboli- può arrestare il mondo/Every After- quieta quando sogna un futuro immobile che dominanti nel poema del poeta fran- noon Can Make the World Stand Still. perché troppo ben conosciuto. «Solo una cese – galleggiano in sospensione, nuota- Thirty Sonnets 1987-2000, traduzione di scia d’amore vorrei cantare / quando non no in quello stato di torpore che prelude Michael Palma, introduzione di John sono né donna / né carne, né volo, né ac- al prendere sonno, nei dieci componimen- Hollander, Stony Brook, New York, Gra- qua / quando non sono quella // e il nulla ti dell’autore italiano. Il comando d’esor- diva 2002, pp. 68, $ 13,00. pietrifica in una condizione / d’inferno: dio «devi» farebbe intravedere una into- sconforto di tutti i giorni / dove tutto e nazione imperativa dominante nel testo, Come evidenzia John Hollander nel- niente sono / la cosa cieca della cosa come è stato sottolineato nella postfazio- l’introduzione, questa di Paolo Valesio è viva». Nulla pietrificato, sfinge infernale ne; in realtà, già dal secondo componi- una prova a carattere metapoetico, che che annienta l’identità ma che non per mento in poi, l’ordine affievolisce nel- riconosce e usa la tradizione del sonetto

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 142 Poesia contemporanea

– italiana ed inglese soprattutto – a rea- parola breve, e proveniente com’è noto dal ni’ proposti continuassero poi con costan- gente del problema del rapporto traduzio- latino iaculum ‘dardo, giavellotto’ (dun- za lungo l’arduo tragitto della ricerca poe- ne/tradizione. È una lingua di dialogo che que giaculatoria è come una preghiera che tica originale e sapessero mettersi in luce ha l’ambizione di essere colta e leggera, si scaglia)». Il riferimento alla preghiera con successive raccolte autonome di poe- scritta nel marmo ma con pudicizia. È la inserisce i Dardi pubblicati nel 2000 e più sia. E come altri esordissero con succes- lingua di chi è partito e da questa distan- in generale la poesia valesiana nell’ambi- so anche come critici, saggisti e narrato- za percepisce il mondo. Troppo divertito to del sacro. Un sacro che Valesio medita ri» (Franco Buffoni, Premessa). Il succes- è il gioco e l’amore delle parole in Vale- e individua nel rapporto di salute con la so naturalmente si misura con l’alta per- sio, per limitarsi al confronto con il mo- terra, scommettendo – oltre il registro del centuale di poeti poi acquisiti da grandi numentum, che una lingua romanza qua- sublime – sulla forza sempre vitale di case editrici (Stefano Dal Bianco, Anto- le l’italiano e la forma del sonetto in par- eros. Scrive Valesio: «Ma per fortuna non nio Riccardi, Alessandro Fo, Elisa Biagi- ticolare implicano. Qui è l’ardire e la tutto, nell’opera d’arte, è tenuto nel regi- ni...), ma anche, soprattutto, con la conti- modernità della sua ultima raccolta, il cui stro del sublime. Dove andrebbe a finire, nuità della ricerca espressiva e, appunto, carattere innovativo consiste nell’attraver- se no, il rapporto risanante con la terra? con la realizzazione di libri importanti (si sare tale limite, per inaugurare soglie per- Un certo bambino, le prime volte in cui citano almeno i casi di Claudio Damiani, sonali, aperte ai luoghi/loci dei libri e udiva la parola giaculatoria in penombre Massimo Bocchiola, Edoardo Zuccato, della vita. Il sonetto è usato in forma nar- ecclesiali, ravvisava in essa (con un arbi- Antonello Satta Centanin alias Aldo rativa, come esplicitato nella nota di ap- trio etimologico infantil-popolare) la Nove). Ben vengano dunque sul mercato pendice al testo: «The choice and organi- molto colloquiale parola di quattro lette- editoriale e nell’agone letterario questi italiana Poesia zation of these three sequences (with their re designante il deretano, e si sentiva per- sette nuovi poeti: Fabrizio Bajec, Vanni published and unpublished components) plesso... Da grande avrebbe filologica- Bianconi, Nicola Bultrini, Andrea De Al- outline a story that constitutes the foun- mente notato che l’etimologia di giacula- berti, Tommaso Lisa, Annalisa Manstret- dation and the novelty of the present vo- toria e di eiaculazione è la stessa: e avreb- ta, Luigi Socci, accompagnati rispettiva- lume». Roma assume un valore simboli- be cominciato a capire come nella dimen- mente da Antonella Anedda, Fabio Puster- co di riconciliazione e di porto: «that pla- sione desertica della modernità, il sesso la, Claudio Damiani, Flavio Santi, Ga- ce of the impossible and the compatible possa temporaneamente (e illusoriamen- briele Frasca, Umberto Fiori e Aldo Nove. that is Rome». Nella cornice complessi- te) giuocare il ruolo di surrogato del sa- Il risultato anche stavolta sembra di alto va Trastevere and beyond viene infatti a cro». Il virtuosismo di Valesio sul tema livello – e si perdonerà il critico se si indicare una conclusione aperta, dopo la della tradizione invita a leggere: «Il sonet- esprime con prudenza, ma si tratta pur prima (Thresholds) e la seconda sezione to è morto! Evviva il sonetto!» e ad instau- sempre di sette libri autonomi da assimi- (The Sacred and the Profane) – è inoltre rare un «rapporto risanante» con la poe- lare. Colpisce soprattutto la laica icasti- nel Sonetto Transtiberino, 2: Villa Medi- sia in lingua italiana oggi. Se – come scri- cità di Luigi Socci, anconetano del 1966, ci che ritroviamo l’endecasillabo eponi- ve Hollander – la sequenza narrativa dei le cui ascendenze comico-gnomiche sono mo della raccolta: «ogni meriggio può sonetti del libro è un’operazione parago- perfettamente individuate da Satta Cen- arrestare il mondo». Sono poesie costrui- nabile a quella realizzata da Dante Ga- tanin-Nove (Palazzeschi-Caproni-Buffo- te intorno al centro di un concetto classi- briele Rossetti in The House of Life è an- ni): «Questa poesia non è / per te né per co di durata e di forma, sulla base di un che vero che questa raccolta risponde a nessuno / non lascia alone / ha l’aut. min. moderno principio di non identità tra voce una precisa questione della lirica italiana: ric. / non odora di chiuso / e poi / non si poetica e autore. Autenticamente moder- quella della sua grazia e del piacere di ri- fa i fatti miei / ha tutte le carte in regola / no è il collegamento tra sogno e frammen- trovarla. è ochei. // Questa poesia è bielastica / può to dell’immagine fotografica e filmica, Francesca Cadel essere una esse / o volendo un’ixelle, / con il suo riferimento al doppio: «ci uma- questa poesia si stende / come una parte niamo / solo quando noi stessi raddoppia- del corpo, / una pelle. // Questa poesia non mo» (Il doppiaggio), così come l’assun- Poesia contemporanea. Ottavo qua- quadra / il cerchio casomai / si acumina zione di un dualismo logico e visivo: «Ieri derno italiano, a cura di FRANCO BUF- in un rombo, / questa poesia non è / per te notte ho sognato una poesia / Non ricor- FONI («Testi di Testo a Fronte»), Mila- che sparirai / prima che tocchi il fondo». do nemmeno una parola, / ma solo che no, Marcos y Marcos 2004, pp. 288, e Analoghe e altrettanto apprezzabili doti non era opera mia [...] ne seguivo il con- 14,50. aforistiche si riscontrano in Nicola Bul- torno e forma pura: / era compatta sotto trini, marchigiano, quasi coetaneo di Soc- la mia mano» (Sogni quasi-poetici). È Superata la soglia dei cinquanta poeti ci ma gravitante intorno all’ambiente ro- proprio attraverso spostamento e proiezio- – con questo ottavo quaderno siamo esat- mano. Il prefatore Damiani (la cui poesia ne dell’io che Valesio realizza la figura più tamente a quota 51 – la fortunata formula agisce direttamente su quella del prefato) autentica della sua poetica: il dardo (si dei quaderni italiani può essere a pieno sa individuare con sicurezza la lezione veda qui L’Erosione Temporale, Sonetto titolo considerata la più adeguata a ren- cardarelliana, soprattutto al livello del Trasteverino, 3), kairos aperto ad uno spa- der conto del panorama poetico italiano progetto ritmico-sintattico («Ama la mia zio-tempo post-moderni – di sincronie e contemporaneo (dal ’91 a oggi), e il suo sposa / bagnarsi di sole. / Poi si fa bella a sintropie – alla ricerca di un ‘centro’: «la inventore e gestore può affermare: «È sta- sera, / e la sua ombra riluce / notturna. // parola dardo allude all’etimologia del ter- ta una grande soddisfazione – in questi Mio figlio gioca / invece, anche con mine italiano giaculatoria designante una anni – constatare come molti tra i ‘giova- l’aria...». Notevole, poi, la voce di Anna-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 143 Poesia contemporanea

lisa Manstretta (1968), che conduce uno se accoglienti / per attrezzi e bestiame». tica, un precipitato lessicale». Con altret- splendido dialogo amoroso attraverso la Riprendendo l’ordine alfabetico del libro tanta chiarezza e generosità Flavio Santi lingua limpida del paesaggio (scrive Fio- (e passando alla generazione dei venten- (come sempre attento a giustificare anche ri: «A guidarci verso il fondo più segreto ni), Fabrizio Bajec apre il libro con la dif- teoricamente il proprio intervento critico) e più solido del nostro essere, allora, non ficile raccolta Corpo nemico (Anedda ci introduce alla raccolta di Andrea De sarà la psicologia; saranno la geologia, la parla di un «itinerario aspro e raffinato»), Alberti, il quale «organizza i suoi testi con storia», p. 210). La sua semplicità – ar- ricca di asperità che sembrano mimare lo una compagine precisa e puntuale di de- dua conquista – fa pensare al poeta-agro- scontro con il corpo, la sua inospitalità. dicatari», come se ogni parola, ogni ver- nomo bassotedesco Peter Kuhweide tra- Vanni Bianconi, svizzero e cosmopolita, so non dovessero andare sprecati, cadere dotto da Giovanni Nadiani, o all’inglese traduttore dall’inglese e dal gaelico, esor- nel vuoto dell’incomunicabilità: questa Selima Hill. Siamo comunque, seppur disce qui con Faura dei morti (faura, at- poesia e «trasmissione di saperi e di vite». dentro confini strettamente lombardi, a testato anticamente sull’arco alpino – Tommaso Lisa, infine, sembra prosegui- sud e a nord di Milano, in un’atmosfera spiega Pusterla – significa ‘bosco sacro’, re con questo suo «microcanzoniere ba- poco italiana, ariosa e libera, discretamen- protezione vegetale dai pericoli della rocco» (la definizione è di Frasca) certo te ironica, leggibile, godibile: «La gente montagna). Si tratta – si cita ancora dalla lavoro sulle forme e sulla lingua avviato contadina ama le cose familiari / fa piani limpida introduzione di Pusterla – di una da Scarpa Nove e Montanari in Covers, a lungo termine / non segue i sentieri pol- «Poesia esistenziale, dunque, o frammen- alla ricerca di una posizione originale nel verosi dei nomadi / pensa per generazio- to di Bildungsroman contemporaneo, in panorama postmoderno (non senza argu-

Poesia italiana Poesia ni. / Tu sei stato lontano / in un’altra lin- cui le vicende individuali non sono esibi- te strizzate d’occhio a Magrelli, a Sangui- gua per anni / e voli via con l’aeroplano / te, e neppure alluse: di tali vicende, in- neti o allo stesso Frasca). mentre sto seduta a leggere in cucina. / ghiottite dal vortice, sopravvive appena un Simone Giusti Sorridi, però, e gli occhi / si vedono rimes- riflesso linguistico, un’esitazione sintat-

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 144 RIVISTE ITALIANE a cura di Simone Giusti

ATELIER, trimestrale di poesia critica le Gigli, Marco Merlin. Gli interventi lezionata dalla redazione, che ha il meri- letteratura, anno VIII, n. 32, dicembre sono naturalmente l’occasione per ripas- to di non rispondere alle regole non scrit- 2003, L’invenzione della realtà; anno IX, sare efficacemente il tema generazionale te della critica e dell’editoria militante n. 33, marzo 2004, La resa dei conti; anno a osservazione dei poeti trentenni e qua- contemporanea – che troppo spesso ten- IX, n. 34, giugno 2004, Il testamento de- rantenni, aggiungendosi in re, un incrocio de a far circolare i soliti nomi e le solite gli eredi. C.so Roma, 168 28021 Borgo- interessante con l’inchiesta dei fascicoli poetiche – per prediligere semmai testi più manero (NO) (www.atelierpoesia.it). precedenti: quello dell’idea di generazio- vicini alle predilezioni e ai gusti dell’edi- ne critica, applicato stavolta ai poeti tren- tore e dei suoi lettori. È così che qui tro- Una scheda breve non rende adeguata- tenni in quanto critici più attendibili dei viamo poesie descrittive e memoriali as- mente conto della nuova avventura criti- loro fratelli maggiori quarantenni. Tra i sai dignitose, adeguate allo stile narrati- ca intrapresa dalla redazione di Atelier. poeti segnaliamo: Pier Luigi Bacchini, vo dominante nella rivista. A dimostrazio-

Dopo l’importante lavoro di censimento Flavio Santi (n. 32), Gianni Priano, il bel- ne del fatto che la poesia non è solo ma- italiane Riviste e confronto avviato sui poeti dell’ormai ga Guy Goffette (n. 33), Alessandro Ri- teria da rivista di poesia e che le riviste di battezzata generazione del Settanta, è il vali, Massimo Sannelli e la breve antolo- poesia non sono solo dei cantieri o labo- momento di un’inchiesta sullo stato della gica di Charles Olson (1910-1970). ratori in cui cercare consensi o editori più critica letteraria italiana. Particolare atten- [F.Z.] grandi: qui la poesia è (ancora o di nuo- zione è rivolta a un manipolo importante vo?) un genere letterario; la rivista un li- di critici (soprattutto, ma non solo, ‘criti- bro da leggere di tanto in tanto, a secon- ci-giovani’) chiamati a intervenire sulla IL BANCO DI LETTURA, n. 27-28, da delle sue lunazioni e in un territorio base di un questionario: Andrea Cortelles- 2003-2004. Trieste, Istituto Giuliano di delimitato. sa, Roberto Galaverni, Niva Lorenzini, Storia, Cultura e Documentazione (un Oltre ai testi di Franco Riccio, Daniele Giampiero Marano, Massimo Onofri, fascicolo e 5,00). Redazione: Via Cosa- Ronco, Francesco Paciscopi, si segnala- Massimo Raffaeli, Emanuele Trevi, Ste- ni, 43 - 34070 Turriaco (GO) no gli interventi critici di Stefano Verdi- fano Verdino, Paolo Zublena (n. 32, dove no, Maria Antonietta Grignani e Luigi si leggono anche la bella intervista a Pier Il numero si apre con un adeguato e Oliveto sul libro Siena mi guarda di Ma- Vincenzo Mengaldo e quella a Edoardo opportuno ragionamento sul poeta e la rio Luzi e del fotografo Pepi Merisio. Sanguineti in posa epicurea e stoica ‘al guerra di Maria Pia Argentieri, che ha per tempo stesso’). Il questionario è ripreso altro il merito di riportare all’attenzione da Alberto Bertoni, Stefano Colangelo, dei lettori l’antologia Le cinque guerre. IL FOGLIO CLANDESTINO DI Daniele Piccini (n. 33, l’inchiesta è affian- Poesie e canti italiani presentati da Sal- POETI E NARRATORI, a. XI, n. 51, cata da un’indagine parallela, ma ‘a fred- vatore Quasimodo, a cura di Renzo Lau- ottobre 2003 (s.i.p.). Redazione: Casella do’ di Luigi Severi, Paolo Lagazzi, Ste- rano e Gaetano Salveti, Nuova Accademia Postale 67 - 20099 Sesto San Giovanni fano Lecchini, Mauro Ferrari, e da un in- 1965. Nella rivista la poesia trova spazio (MI) - www.ilfoglioclandestino.it quadramento estetico del canone nove- nei saggi critici – in particolare, France- centesco con interventi di Giuliano Ladol- sco Piselli legge il sonetto Une dentelle Vera e propria fanzine di poesia, que- fi, Marco Zulberti, Salvatore Ritrovato, s’abolit di Mallarmé, e Tino Sangiglio sta rivista si distingue per il suo piglio Giorgio Gazzolo). In clima di dichiarazio- dedica un ‘dittico’ alla politica e la teolo- combattivo più che militante, teso cioè ni a mezzavoce, ma sottolineate ad arte, gia di Kavafis – e nella pubblicazione di non tanto ad aggredire criticamente la di sfiducia dei critici nei poeti (cordial- testi: Achille Serrao, Melo Freni, Plinio realtà contemporanea quanto semmai a mente ricambiati dai poeti e dai critici- Perilli, Guido Zavanone, Giulia Ananìa. trovarvi uno spazio, un luogo di condivi- poeti), l’occasione per rispondere era sione e di relazione, dove vivere all’inse- ghiotta, e infatti il tradizionale mugugno gna di alcuni numi tutelari: Pessoa e Cio- si apre ad opportuna, fosse pure effime- ERBA D’ARNO, n. 90-91, autunno- ran innanzitutto. Le 64 pagine spillate al ra, ricarica di intelligenza. Chiudono inverno 2002-2003 (un fascicolo e 8,00, centro, con copertina in toni di grigio su idealmente questo primo round, ospitati abbonamento e 28,00). Redazione: Piaz- cartoncino colorato, sono evidentemente dal n. 33, gli atti del convegno Novecento za Garibaldi, 3 - 50024 Fucecchio - stampate in proprio e hanno una gradevole e oltre: prospettive della poesia contem- www.ederba.it aria sovversiva. La scelta dei testi sembra poranea (tenutosi a Firenze e a Stresa tra rispondere quindi a un’esigenza primaria, il dicembre 2003 e il febbraio 2004): in- Pur mantenendo una prevalente e me- emotiva prima che culturale: una pagina tervengono: Giuliano Ladolfi, Stefano ritoria attenzione per la narrativa, il trime- dei quaderni di Cioran, scelte antologiche Guglielmin, Andrea Ponso, Daniele Pic- strale «Erba d’Arno» continua a pubbli- (e traduzioni) di poesie edite: dell’argen- cini, Gabriella Sica, Paolo Febbraro, Sal- care nei suoi eleganti volumi poesie e cri- tina Alejandra Pizarnick, tradotta da Ma- vatore Ritrovato, Enrico Francese, Danie- tica di poesia. Ed è una poesia, quella se- ria E. Spikermann; di Ingeborg Bach-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 145 Hebenon

mann, con traduzione di Peter Patti; di trice, che lascia poi a Daniele Bonanno il minato da un vento occidentale di Ligu- Leonardo Sinisgalli, a cura di Luca Aria- compito di tirare le provvisorie conclusio- ria (secondo la nota critica di Guido Ol- no. Poi ci sono le poesie rubate, sottratte ni. Questo l’elenco dei saggi: Michele dani, pienamente condivisibile); Boccar- con discrezione e senza scopo di lucro agli Croese, Fra Dante e Montale: occasioni di è più musicale e cantabile, e, in certi editori titolari dei diritti: Carver, Pessoa. di una corrsipondenza (davvero troppo passaggi, nella sua poco intimista atten- C’è un sonetto di Peter Russel, uno dei generoso nell’attribuire relazioni interte- zione agli elementi naturali, più meridia- poeti prediletti – e redattore, prima della stuali); Flavia Frangini, Maurice Maeter- no che lombardo. Chiudono il numero, scomparsa – dal Foglio clandestino, ci linck e The Wings of the Dove di Henry nella sezione dei Materiali, le risultanze sono altri inediti e editi di poeti esordien- James; Silvio Curletto, Similitudini bota- di una ricerca sulla «meccanica del tem- ti o dilettanti che siano. niche: il colchico e l’unione dei contrari; po» di Sergio Serapioni. Renzo Olivieri, Storie di revenants: Leo- nore tra Oriente e Occidente. HEBENON. RIVISTA INTERNA- NUOVA CORVINA. RIVISTA DI ZIONALE DI LETTERATURA, a. IX, ITALIANISTICA, n. 15, 2004. Budapest, terza serie, n. 2, giugno 2004. Torino, KAMEN’. RIVISTA DI POESIA E Istituto Italiano di Cultura (s.i.p.). Redazio- Associazione Hebenon (un fascicolo e FILOSOFIA, a. XV, nn. 23 e 24. Piacen- ne: Olasz Kuktùrintézet - Bròdy Sàndor u. 11,00, abbonamento e 22,00). Redazione: za, Editrice Vicolo del Pavone (un fasci- 8-1088 Budapest - www.italcultbudapest.hu Via De Gasperi, 16 - 10010 Burolo (TO) colo e 8,00, abbonamento e 14,00). Re- Riviste italiane Riviste dazione: c/o Amedeo Anelli - Viale Veneto Il numero, un elegante libro di 180 pa- Con decorrenza semestrale (e con gra- 23 - 26845 Codogno gine, è interamente dedicato alla celebra- dita puntualità) escono i bei volumi di zione del settimo centenario della nasci- «Hebenon», oltre 180 pagine ben curate Uno rosso e l’altro blu, gli ultimi due ta di Francesco Petrarca, a cui sono dedi- nonostante la non straordinaria qualità di numeri di Kamen’ ribadiscono, dopo cati i numerosi saggi di studiosi unghere- stampa. Come al solito, la prima parte del quindici anni, la puntualità e la serietà si e italiani. Si segnalano all’attenzione fascicolo contiene la serie dei poeti stra- della redazione di Codogno, nonché la dei lettori italiani almeno il saggio di aper- nieri: i poeti cechi, a cura di Antonio Pa- vocazione all’ibridazione delle due cultu- tura del curatore del fascicolo Luigi Tas- rente (Kabeš, Nàpravnìk, Øeznìèek, Šik- re, scientifica e letteraria. Nel 23 leggia- soni (sulla «memoria testuale»), l’inedi- tanc, Topol), i poeti greci, a cura di Cre- mo la seconda parte (I parte sul n. 22) di to di Piero Bigongiari dal titolo Alcune scenzio Sangiglio (Stavros Zafiriu, Sakis un impegnativo saggio di Viktor Žirmunkij considerazioni sull’energia figurale pe- Serefas, Spiros Vrettos), i poeti cubani, a sulla versificazione di Majakovskij (che trarchesca, il prezioso ragionamento di cura di Carlo Carlucci (Martinez Rivas, probabilmente sarebbe reso più accessi- Adelia Noferi intorno ai commenti petrar- Pablo Quadra, Cajina Vega), i poeti fin- bile da una diversa disposizione delle tra- cheschi, l’articolo su Le versioni unghe- landesi, a cura di Antonio Parente (Merja duzioni dei testi poetici citati dal critico, resi del Canzoniere di Petrarca e la loro Virolainen). Si tratta di una sezione ricca allineati tutti in fondo all’articolo anziché critica, di Judit Jòzsa. e accurata, la cui struttura a volte rigida- collocati a fronte o al di sotto dell’origi- mente nazionale e poi autoriale rischia nale); un’antologia di poesie edite di Ro- tuttavia di rendere la lettura difficile, in- dolfo Quadrelli, con una nota di Amedeo PAGINE. QUADRIMESTRALE DI dirizzata solo agli addetti ai lavori delle Anelli; un’intervista a Edoarda Masi. Il POESIA INTERNAZIONALE, a. XV, singole ‘discipline’. In questo senso, quin- più corposo n. 24 si apre con un apprez- n. 40, gennaio-aprile 2004. Roma, Zone di, risulta particolarmente apprezzabile il zabilissimo omaggio al novantenne feno- Editrice (un fascicolo e 7,00, abbona- pezzo di Carlo Carlucci sui tre poeti ni- menologo Dino Formaggio, del quale si mento e 22,00). Redazione: Associazio- caraguensi, dove i testi sono presentati riproducono importanti pagine della sua ne Culturale Zone - Via Arnobio, 11 - all’interno di un efficace racconto critico. Fenomenologia della tecnica artistica Roma - http://zor.org/pagine La poesia italiana è rappresentata da cin- (1978), di L’idea di artisticità (1962) e, que inediti di Giacomo Bergamini, a cura soprattutto, del suo ultimo libro autobio- L’ampio raggio d’azione – supportato di Antonio Curcetti, e da una piccola an- grafico Riflessioni strada facendo. Un dalla collaborazione di esperti – e il taglio tologia di editi e inediti dello scrittore cammino verso il sociale (Milano, Mime- divulgativo conferiscono un aspetto dav- piemontese Piero Ravasenga (1907- sis 2003). Dino Formaggio, operaio aiuto vero internazionale a questa rivista. Il fa- 1978). A quest’ultimo autore è dedicato meccanico nel 1928, maestro di scuola scicolo (52 pagine di grande formato) si ampio spazio nella sezione Riproposte (a elementare, intanto artista per proprio di- apre con una proposta di Antonella Fran- cura di Piero Flecchia), dove accanto alle letto, poi professore liceale e universita- cini, che traduce e introduce i virtuosismi poesie si pubblica e commenta un inedi- rio, infine, nel 1990 professore emerito, jazzistici del poeta afroamericano Yusef to saggio dantesco. Infine, la seconda sembra il perfetto paradigma dell’ambi- Komunyakaa. Ancora, tra gli stranieri si metà della rivista è occupata dalle Pagi- zione di questa rivista, che vuole tenere segnalano: la poetessa spagnola Ana Ma- ne di Letteratura Comparata, a cura di insieme, pedagogicamente, la filosofia (e rìa Navales tradotta da Emilio Coco, la Enrica Salvaneschi, la quale continua qui la tecnica, secondo il modello rinascimen- poetessa israeliana (in lingua inglese) dal numero precedente un interessante tale-illuminista) con l’arte della parola. La Karen Alkalay-Gut tradotta da Andrea percorso a tappe su «Archetipi e no»: sezione Poesia è dedicata stavolta a San- Sirotti, la poetessa ucraina Lina Kostenko quattro saggi di autori differenti legati cia- dro Boccardi, lombardo anomalo, fedele tradotta da Lorenzo Pompeo. L’attenzio- scuno da un breve commento della cura- alla linea dei suoi conterranei ma conta- ne alla poesia internazionale lascia le sue

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 146 Per leggere

tracce, infine, nel resoconto della Festa ni. «Intorno al testo»: Sul nuovo testo del- Accanto alla rivista di traduttologia della poesia in Mali, a cura di Marie-José la Comedia di Dante, Enrico Fenzi inter- «Testo a Fronte» il laboratorio di compa- Hoyet. Particolarmente interessante l’ini- vista Federico Sanguineti. ratistica di Franco Buffoni promuove e ziativa di pubblicare «poesia di straniero cura questo raffinato semestrale di lette- in italiano», dando seguito sulla rivista (o ratura comparata, rappresentativo sia della viceversa?) alla collana editoriale diretta TESTUALE. CRITICA DELLA feconda attività di ricerca che il diparti- da Mia Lecomte per lo stesso editore POESIA CONTEMPORANEA, a. XX, mento conduce intorno alla letteratura Zone. Su questo numero si legge una scel- n. 34-35, 2003. Verona, Anterem Edizio- moderna e contemporanea, sia della vo- ta di testi editi (Guanda 1977) del poeta ni (un fascicolo e 7,75, abbonamento e cazione militante dei suoi redattori e del brasiliano Murilo Mendes. La poesia ita- 20,66). Redazione: C.P. 71 - 28040 Lesa direttore, poeti essi stessi, traduttori e liana è rappresentata da una piccola schie- (Novara) animatori culturali esperti nelle principa- ra di poeti affermati, per quanto non sem- li letterature occidentali. Nelle sei sezio- pre adeguatamente conosciuti: Pier Lui- Fin dal nome della testata questa rivi- ni che compongono il numero è molto lo gi Bacchini (con testi editi e inediti pre- sta manifesta le sue origini strutturaliste spazio dedicato alla poesia, a cominciare messi da una breve nota autoriale), Lino e, per usare una metafora reperita nell’edi- dalla succinta antologia tematica sui la- Angiuli, Guido Zavanone, Anna Maria toriale del presente fascicolo, la sua pre- birinti letterari di Luca Manini (poesie di Mazzoni. Martina Banchetti e Sabrina dilezione per una critica e una poesia ‘la- Serafino Aquilano, Pierre de Ronsard, Bellini sono le due “voci nuove” propo- boratoriali’: «La nostra rivista aveva ed ha Lady Mary Wroth, Johann Michael Di- ste dalla redazione, mentre Giulia Ananìa l’ambizione (...) di fare della teoria com- lherr, Antonio Del Rey). Natalie Malinin italiane Riviste è presente con una prosa poetica. Tra le provandola il più rigorosamente possibi- presenta un’ampia scelta di traduzioni numerose note critiche si segnala quella le sui testi: che è infine l’unico modo (con testo a fronte) di poesie di Naboko; irritata di Gianfranco Palmery, antiitalia- ‘scientifico’ di operare per ‘capire’» (p. 3). Roberto Baronti Marchiò traduce invece na e antimoderna nel criticare i giorni E il contenuto sembra tener fede agli im- i testi della poetessa americana Martine nostri «plumbei» per la poesia. La critica pegni. Il fascicolo si apre con la merito- Bellen; Amanda Salvioni traduce La con- appare motivata e giusta in particolare nel ria ripubblicazione di un classico della quista del agua di Xavier Oquendo Tron- segnalare l’inefficacia dei professionisti moderna metricologia: il saggio Verso coso. La sezione «Officina» si chiude con dell’italianistica, ma sembra smarrirsi poi proiettivo di Charles Olson (trad. di Ro- sei poesie in versi e in prosa di Guido nel finale, rivelando un idealismo davve- berto Cogo), già noto in Italia soprattutto Mazzoni. «Poiein» ospita in questo nume- ro troppo italiano. Notevole anche la nota grazie ai novissimi. Seguono: Andrea Ton- ro una autoanalisi di Stefano Dal Bianco di Achille Serrao sulla poesia dialettale tini, Linguaggio scientifico e scrittura dal titolo Il suono della lingua e il suono del Molise, fondata sull’ancora poco co- poetica: riflessioni su Porta, Caproni, delle cose. Tra i saggi di «Dimore» si se- nosciuta antologia Poesia dialettale del Zanzotto; Francesco Muzzioli, Le ‘nuove gnalano: Valerio Magrelli su Valéry, Fer- Molise. Testi e critica di Luigi Bonaffini, frammentazioni’ di Franco Cavallo; Ka- nando Marchiori su La formula della di- Giambattista Faralli e Sebastiano Martel- tia Cappellini, La scrittura della crudel- strazione: intertempo e varco animale, li, Isernia, Marinelli, 1993. Prima delle tà in Tommaso Landolfi; Marina Larocchi, Luisa De Nardis su Marina Cvetaeva, recensioni, infine, Roberto Pagan introdu- Arthur Rimbaud: ‘Larme’. Abbandonato Paola Loreto sui prose poem di Robert ce alla poesia di Claudio Grisancich. il terreno solido della critica ‘scientifica’, Bly, Laura Di Pofi su Stili e temi della Chiude idealmente il numero l’intervista Giulia Niccolai svolge un ragionamento Terza Emigrazione Russa in Zinovy Zinik, di Doriano Fasoli a Paolo Lagazzi. per frammenti intorno all’opera di Magrit- Sauro Fabi su Edwin Morgan e Vladimir te (Spazio/Tempo – Oriente/Occidente Majakovskij, Tommaso Lisa sulle Figure VII). Di seguito, Vincenzo Guarracino dell’eccesso. Chiude il fascicolo di 392 PER LEGGERE. I GENERI DEL- propone una serie di Paradigmi e imma- pagine, dopo le recensioni, una breve re- LA LETTURA, a. III, n. 6, primavera gini, frammenti di critica che a partire da lazione di Flavio Santi su Scrittura del- 2004. Lecce, Pensa Multimedia (un fasci- un breve testo poetico conducono rapida- l’oscenità, oscenità della scrittura, tenu- colo e 18,00, abbonamento e 36,00). Re- mente alla conclusione icastica, traccian- ta all’Università di Cassino in occasione dazione: Facoltà di Lettere - Via Roma, do un profilo, indicando una chiave di let- del secondo incontro del ciclo dedicato ai 47 - 53100 Siena tura; Gio Ferri rende pubbliche alcune sue Testimoni autografi. lunghe lettere ad amici poeti e non solo. «Per leggere», semestrale di edizioni, commenti, letture, discussioni e informa- TRATTI. FOGLI DI LETTERATU- zioni sul testo letterario, è giunto al sesto TRAME DI LETTERATURA RA E GRAFICA DA UNA PROVIN- numero: Tiziano Zanato, Lettura del can- COMPARATA, a. III, n. 7, 2003. Cassi- CIA DELL’IMPERO, a. XX, n. 65, Pri- to XVIII dell’Inferno; Marcello Ciccuto, no, Laboratorio di Comparatistica del mavera 2004. Faenza, Mobydick (un fa- Lettura di Decameron VI.1; Nicoletta Fa- Dipartimento di Linguistica e Letteratu- scicolo e 10,00, abbonamento e 25,00). bio, Dialogo di Ercole e Atlante di Gia- re Comparate, Università degli Studi di Redazione: Corso Mazzini, 85 - 48018 como Leopardi; Beatrice Stasi, La trama Cassino (s.i.p.). Faenza (RA) - www.mobydickeditore.it dei Quaderni di Serafino Gubbio opera- Redazione: Via Bellini, 1 – 03043 Cas- tore; Paolo Squillacioti, Amerigo di Fran- sino (FR) www.dllc.unicas.it/riviste/Tra- Si conferma, alle soglie del ventesimo cesco Guccini; Fabio Magro, Ombra fe- me/trame_index.htm. compleanno, la più importante rivista di rita, anima che vieni di Giovanni Rabo- ricerca creativa del nostro frastagliato –

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 147 Le voci della luna

non impervio, anzi pianeggiante – pano- Questo l’elenco dei poeti italiani: Lu- brano incisioni, sono di Ornella Fiorini. rama letterario. La sua redazione insiste ciano Benini Sforza, Monica Pavani, Da- caparbia e civile a voler leggere e selezio- niele Piccini, Stefano Raimondi, Remo nare i metri cubi di inediti ricevuti, con Rapino, Silvia Sola (poeta undicenne che LE VOCI DELLA LUNA. TRIME- l’impegno di rispondere a tutti e di pub- farebbe la gioia di Arrigo Bugiani e dei STRALE DI INFORMAZIONE E blicare i migliori. Inoltre, continua il la- suoi libretti di Mal’aria), Enrico Brambil- CULTURA LETTERARIA E ARTI- voro critico di discussione intorno alla la Arosio, Paolo Longo. Colpiscono, ri- STICA, n. 28, marzo 2004. Sasso Mar- poeticità contemporanea, accompagnato spettivamente, il progetto metrico di Ra- coni (Bo), Circolo Culturale Le Voci della dal solito e ormai affermatissimo lavoro pino, il suo ritmo civile, e la conquistata Luna (un fascicolo e 3,50, abbonamento traduttorio. semplicità di Paolo Longo. Nella sezione e 8,00). Redazione: C.P. 107 - 40037 Sas- Il numero – vestito più sobriamente, in Altri luoghi Riccarda Novello presenta al so Marconi (BO) - www.levocidellaluna.it un austero monocolore nero su cartonci- pubblico italiano la poetessa austriaca no bianco – si apre con una poesia diffi- Marie-Thérèse Kerschbaumer. Mario Be- L’editoriale ribadisce l’intento princi- cile da estirpare dalla memoria: l’Italia nedetti traduce, in collaborazione con lo pale di questi fascicoli (60 pagine spilla- mia di Claudio Grisancich, l’affermato e stesso autore, un manipolo di poesie di te al centro): «Ancora una volta bisogna parco poeta triestino del quale si pubbli- Dejan Ilic, mentre Giovanni Leghissa e ripartire dall’urgenza di una diffusione cano cinque inediti, con una nota di Anna Tatiana Silla, ancora in collaborazione delle basi teoriche del pensiero delle don- De Simone: «zinque ore a far gnente / in- con l’autore, ripropongono un autore ne che però si concretizzi in azioni reali,

Riviste italiane Riviste t-un treno a vardar / l’italia che via passa noto ai fedeli di Mobydick, Hans Rai- che superi anche la limitazione delle pa- / de trieste a milan...». E l’incipit segnala mund. Di quest’ultimo si segnalano an- role. Anzi, la scrittura dovrebbe essere la almeno due preferenze ormai radicate che le straordinarie pagine autobiografi- prima fase di un lavoro di filiazione criti- della redazione: la vocazione dialettale che nella sezione Dialoghi: Scappate. ca di intervento sul reale» (p. 3). Lo stru- (ovvero, per le poetiche neodialettali); la Strappate. Riflessioni su me stesso (e nella mento poetico è poi chiamato a suppor- predilezione per la lingua e i temi quoti- stessa sezione si vedano anche le rifles- tare l’idea di fondo: a ciascuna poetessa diani (proprio perché, come scrive Remo sioni di Giancarlo Baroni, Luciano Cec- (o poeta, al plurale poete, qui a p. 5) spet- Rapino nella sua nota alle tre lettere-poe- chinel intervistato da Maurizio Casa- ta una brevissima introduzione critica e sie ad un poeta [Pasolini]: «Scrivere poe- grande, Antonio Cerella, Francesca Ven- poi lo spazio di una, due, massimo tre sia, oggi più che mai, è sempre un atto tura). Le Terre mobili sono interamente pagine. Due le proposte straniere: Vicki politico, nel senso più largo del termine, ingombrate dal saggio La memoria e il Feaver (trad. di Brenda Porster e Giorgia in quanto atto civile nella e per la polis, tempo nella poesia di Pierluigi Cappel- Sensi) e Anise Koltz. Si propongono tre gesto ampio e ribelle contro i luoghi co- lo di Anna De Simone. Chiudono il fa- giovani poetesse argentine e una serie di muni, la retorica servile, l’estetica delle scicolo le Letture a cura di Franco Fo- ‘voci di donne’ italiane. Chiudono il nu- apparenze»). schi e Giorgio Faggin. I disegni, ma sem- mero saggi e interviste.

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 148 POESIA DI LINGUA SPAGNOLA a cura di Martha L. Canfield

ALEJANDRA PIZARNIK, La figlia essa impedisse di vedere la fermezza del- spessore della Pizarnik e proprio perché dell’insonnia, a cura di Claudio Cinti, l’edificio poetico in questione, la solidità arriva con un ritardo di qualche decennio Milano, Crocetti 2004, pp. 196, e 14,98. del pensiero filosofico che lo fonda, l’ori- (ma non sarebbe purtroppo l’unico caso ginalità del suo verbo. La presente anto- nel mercato editoriale italiano), un rico- Da quando è morta suicida (anche se logia d’altra parte testimonia con effica- noscimento speciale va al curatore non- oggi si dubita che il gesto sia stato volon- cia anche le varianti stilistiche dell’autri- ché all’editore, Nicola Crocetti. tario) a soli trentasei anni nel 1972, ce, che sa concentrarsi in brevissime liri- [M.L.C.] Alejandra Pizarnik, una delle voci più che dove spesso la metafora unica segna- intense e originali del Novecento argen- la la congiunzione drammatica tra il mon- HUGO DIZ, Palabras a mano. Poe- tino, non ha smesso di destare interesse, do osservato e l’intimità costantemente mas escogidos - Tomo I - 1969/1983, adesioni appassionate e vivaci polemiche. lacerata; oppure sceglie il poème en pro- Rosario (Argentina), Editorial Ciudad Ne è prova lo studio con cui Claudio Cinti se, o la forma della sentenza, o la forma Gótica 2003, pp. 286. chiude la raccolta antologica da lui cura- della confessione. Vediamone alcuni ta per i tipi di Crocetti. Cinti sembra re- esempi: «Questo lillà si spoglia. / Cade da Questo è il primo dei due volumi anto- spingere la tesi del suicidio, ma la cosa se stesso / e occulta la sua vecchia om- logici dell’opera poetica di Hugo Diz: che lo irrita di più è il fatto che la critica bra. / Morirò pressappoco così» (p. 73); argentino, nato a Rosario nel 1942, gior- spagnola lingua di Poesia letteraria abbia voluto insistentemente so- «Ed è sempre il giardino dei lillà dall’al- nalista e curatore del Festival Internazio- vrapporre la vita dell’autrice e soprattut- tro lato del fiume. Se l’anima domanda se nale di Poesia di Rosario che quest’anno to la sua fine all’esegesi della sua poeti- è lontano le si risponderà: dall’altro lato arriva alla XII edizione. Come ricorda ca. Non è accettabile che tutta la sua poe- del fiume, non questo ma quello» (p. 77); Martín Prieto nella sua prefazione (Hugo sia si possa spiegare come un percorso «E soprattutto guardare con innocenza. Diz: poesía y política en la tradición de disegnato che conduce inevitabilmente Come se nulla fosse, il che è vero» (p. 81); la vanguardia, pp. 9-22), l’autore è inscin- alla morte cercata. Con attenta conoscen- «Parlo come si parla in me. Non la mia dibile dalla storia di una rivista memora- za della vasta bibliografia in proposito, voce che si ostina ad assomigliare a una bile nella letteratura argentina, «El lagri- oltre che dell’opera in causa, ma con una voce umana ma l’altra voce che attesta che mal trifulca», realizzata insieme a Fran- tale veemenza da perdere qualche volta non ho smesso di abitare nel bosco» (p. 91). cisco ed Elvio Gandolfo e pubblicata tra quella freddezza di giudizio che in gene- Cinti trova la sua chiave di lettura nel- il 1968 e il 1976. La rivista proponeva una re si pretende dal critico, Cinti attacca la ricerca di una «perfezione poetica» che poetica molto definita, che riunendo il studiosi autorevoli come Guillermo Sucre per la Pizarnik è uguale alla libertà, al- modernismo brasiliano, il cosiddetto «ex- e scrittori rinomati come César Aira, tra l’amore e anche alla morte, intesa que- teriorismo nicaraguense» e l’antipoesia altri, perché secondo lui l’idea del suici- st’ultima come spazio dell’assoluto, a del cileno Nicanor Parra veniva a rinno- dio dovrebbe risultare «opaca», o meglio contrasto con ciò che vive, che è peren- vare il panorama della poesia di quegli ancora «gonfia di riflessi inesistenti» in nemente incompiuto, e sofferente, quindi anni. Ed è proprio in questa linea che si un’autrice che «inscrive con naturalezza alla ricerca di compiutezza, calma, silen- definisce la poetica dello stesso Diz, vale e sin dall’inizio il discorso sulla morte, zio, assoluto, termini che alla fine si con- a dire, nel distacco dall’effusione lirica quale elemento del proprio quehacer [daf- fondono con la morte. O nella morte tro- mediante l’ironia, nella preponderanza fare, attività, lavoro] nel corpo stesso della vano la propria immagine riflessa. «Scri- dell’oggettività sulla soggettività e nella poesia» (p. 166). Cinti cita molte dichia- vere una poesia», dice ancora Alejandra, preferenza per il tono narrativo piuttosto razioni della Pizarnik, rilasciate in diver- «è riparare la ferita fondamentale, lo che lirico. La poesia di Hugo Diz – se si se interviste, nonché alcuni testi di dichia- squarcio». E poi: «Desideravo un silenzio sorvola sulle pubblicazioni molto giova- rata intenzione teorica: «Penna in mano, perfetto. Per questo parlo». Illuminante nili, che girano attorno alle tematiche del- penna sulla pagina, scrivo per non suici- l’accostamento alla poetica del boliviano l’amore, della morte e della fugacità darmi» (testo senza data raccolto in Pro- Jaime Saenz (p. 178) e giusti i riferimen- («Conta / soltanto il morire. // Muore una sa Completa, Barcellona, Lumen 2002); ti alle letture amiche e complici di coloro luce / la sua intensità / il suo splendore. / oppure: «La poesia non è una carriera, è che in vita sono stati in effetti molto vici- / Oppure è la notte / che resta in aggua- un destino [...]. Sicché affermo che esse- ni all’autrice: Olga Orozco, Julio Cortá- to?») – , già le prime raccolte si presenta- re nata donna è una disgrazia, come lo è zar, Octavio Paz. no con le caratteristiche caldeggiate dal- essere ebrei, essere poveri, essere neri, Le traduzioni sono precise, talvolta di- la rivista, come poesia engagée, militan- essere omosessuali, essere poeti, essere scutibili, ma spesso indovinate nel cerca- te, di testimonianza e di denuncia. I testi argentini, ecc. ecc. È chiaro che l’impor- re termini non letterali ma risultato di un dei Poemas insurrectos son del ’71, e il tante è ciò che facciamo con le nostre di- indubbio lavoro d’interpretazione. Manual de utilidades del ’72, ossia degli sgrazie» (questionario in «Sur», n° 326, La figlia dell’insonnia è un’opera che anni durissimi del ritorno di Perón, la lotta Buenos Aires, 1971). E si sarebbe d’ac- lascerà sicuramente traccia nella memo- armata e la feroce repressione operata cordo con Cinti nel respingere una linea ria dei buoni lettori di poesia. Era dovuto dalla dittatura militare, con la drammati- di lettura che egli definisce morbosa, se questo riconoscimento a un’autrice dello ca sequela dei desaparecidos e dell’esi-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 149 Ángela García

lio di massa. Lo stesso Diz ha raccontato to / e canta / vecchio salice / pianto / e tici (forse a scapito dell’omogeneità del- che una volta venne contattato da Santu- sogno / piegato / e notturno» (p. 190); l’insieme). È dominante il tema della ri- cho, capo storico del gruppo guerrigliero oppure Verso l’alto: «Risale per le scale / cerca di un volto definitivo – o una voce, ERP, per il quale Diz non nascondeva le dell’aria, gradino per gradino, / l’acqua forse una lingua –, con la constatazione simpatie, per manifestargli il suo apprez- dei fiumi. // Di sole in sole, il raggio lan- tuttavia che mentre il cambiamento è sem- zamento, personale e di tutto il suo grup- cinante / sogna il suo sogno vaporoso. // pre vitale, la permanenza risulta destino po, per le sue poesie, che avevano foto- E viene, il ciclo sulle spalle, / cavaliere / fatale, e soltanto l’amore dà continuità copiato e distribuite in un particolare vo- d’altre acque, l’eterno ritorno» (p.184). Il all’essere definendone il volto: «Nel pas- lantinaggio nella città di Tucumán. Si ca- volume si chiude con Tre canzoni a Jose- sare davanti allo specchio / ogni mattina pisce che non manchino omaggi a poeti fa, splendido omaggio alla madre, con mi sorprende il mio volto: / è il solito! / dichiaratamente marxisti e militanti, l’uso del delicato, rispettoso e insieme non dovremmo arrivare all’alba / con un come César Vallejo o Ernesto Cardenal, affettuoso pronome usted, che una volta volto diverso? // Dopo una parola nuova / e perfino a poeti guerriglieri, alcuni di loro si usava dare ai genitori e che qui serve a le labbra dovrebbero cambiare tessitura! tragicamente morti, come il peruviano creare questa atmosfera di distanza e fi- // Soltanto l’amato raggiunge un tale pro- Javier Heraud o l’argentino Haroldo Con- ducia, ubbidienza e voglia trasgressiva, digio / il volto muta le fattezze / davanti ti. Niente a che fare quindi con la poesia propiziata dalla presenza materna come alla visione dell’unico altro / che la ge- fine a se stessa, auspicata dalle avanguar- da ogni indiscussa figura tutelare: «Il gior- nera // O la morte che ci annovera alla die storiche, bensì una poesia strumenta- no arrivava insieme a voi / e al canto dei notte / e volto e nome scompaiono / e la le, «che serva a qualcosa» (Cardenal), e che galli / della casa». vita ci riporta sotto diverse spoglie». Il «magari riesca a risvegliare il popolo» [M.L.C.] tema dell’amore, pure questo molto pre- (Conti). Non manca tuttavia una venatura sente, gira attorno alla figura dell’Ama-

Poesia di lingua spagnola lingua di Poesia di lirismo, in particolare quando si canta ÁNGELA GARCÍA, Farallón conste- to, visto come immagine interiore presen- l’anelito di libertà o la follia d’amore, lado / Sternige klippe, Rimbach (Germa- te attraverso i vari tempi del vissuto, e creando una continuità che, seppure mar- nia), Verlag in wald 2003, pp. 105. come roccaforte che insieme protegge iso- ginalmente, attraversa tutta la poesia di lando ma anche veicola la comunicazio- Hugo Diz («Non il volo, / non il canto, / Con Farallón constelado siamo alla ne con l’esterno: «L’Amato è doppio / non il piumaggio invidiava, / ma l’aria, le terza raccolta poetica di Ángela García, l’assente e il presente / il visibile e l’evo- nuvole, / il riposo in cima agli alberi, / la colombiana, classe 1957, fondatrice e di- cato // Il primo è leale con la sua vicinan- libertà che regna / al suo interno / finché le rettrice insieme a Fernando Rendón del za / il secondo con la sua perfezione // A ali / affaticate / smettono / di muoversi», Festival Internazionale di Poesia di Me- questi sono fedele con tenerezza / l’amo- da Historias veras historias, 1974, p. 70). dellín dal 1991 fino al 1999, anno in cui re ci rapisce / A quello sono fedele con il I momenti più alti dell’impegno politi- si trasferisce a Malmö, in Svezia, dove desiderio / l’amore ci costringe // All’uno co si trovano invece nel citato Manual de risiede e dove attualmente coordina il lo- dico: / vivo con te / e ti amo // All’altro utilidades (scritto in parte nel ’72 ma pub- cale Festival di Poesia. I libri precedenti dico / vivo senza di te / e ti amo // È diffi- blicato nel ’76), dove la cifra espressiva sono stati pubblicati in Colombia: Entre cile sapere quale dei due / è quello inven- predominante è l’ironia (v. La nueva ley, leño y llama (1993), e Rostro de agua tato». Altro tema presente è quello della o l’amaro Métodos), dentro il quale spic- (1997), mentre rimangono inediti altri tre, ricerca del sé, legato all’esperienza degli ca il poemetto Secuencias de mayo (pp. scritti tra il 2000 e il 2002. La presente spostamenti già accennata, ma in chiave 113-129), che ricrea la rivolta rosarina del raccolta, che esce in traduzione tedesca di introspezione e di analisi interiore: ad maggio 1969, finita nel sangue. Seguiran- con testo a fronte, curata dall’ispanoame- esempio un componimento come Varia- no le poesie dedicate al golpe in Cile (v. ricanista Tobías Burghardt, testimonia un zioni sul desiderio, sviluppato in tre par- Chile 1973, 1973), e alla guerra del Viet- periodo esistenziale di continui sposta- ti, e tutto giocato sul ritornello «ciò che nam (Hurra Vietnam, 1974). Fra questi menti e di esperienze e di conoscenza e voglio essere», per concludere «ciò che ultimi versi sono particolarmente toccanti verifiche con popoli molto diversi, dal voglio essere / è la mia dote», ma dove il quelli che ritraggono la piccola Thi, «dieci Portogallo all’Italia, all’Argentina, al Ve- dramma esplicito deriva dall’assillo di lin- anni freschi e rustici / dieci anni freschi nezuela, nonché alcuni paesi africani. gue senza corpo, di «fonemi» o «segni» ingenui», vittima di una feroce violazio- Spesso compare l’angoscia dell’estranei- senza somiglianza, vicini nello stesso ne finita nel sogno liberatorio della fuci- tà («A Cabo da Rocha lontano dalla terra tempo all’immagine del sole e dello scu- lazione (p. 162). materna / volti familiari tra questi scono- ro. E c’è ancora nella raccolta un piccolo La vena lirica dell’autore, come già sciuti [...] / Tu – ti riconosco – cerchi il gruppo di poesie che rimandano a culture accennato, sotterranea e isolatamente tuo paese / in questa lingua schiva»); ma indigene della Colombia e a miti cosmo- emergente in tutti questi anni, esplode predomina la fratellanza creata mediante gonici da esse derivati. infine in Cancioneros del jardín de Robin- la parola poetica, vissuta quasi come pa- [M.L.C.] son (1983), con lo sviluppo di una nuova rola evangelica, come messaggio di soli- voce che dichiara con semplicità e grazia darietà, di ricerca di valori etici al di so- JUANA ROSA PITA, Cantar de isla, la sintonia con la natura e con tutti i tipi pra dei confini geografici, etnici o cultu- Selección y prólogo de Virgilio López Le- di animali, sintonia gioiosa, talvolta ma- rali. Quello che comunica la poesia di mus, La Habana, Letras Cubanas 2003, linconica, sempre sul filo della comunio- Angela García è il sentimento che ha dato pp. 165. ne ecologica o del misticismo laico. Si origine senz’altro al Festival stesso di veda, ad esempio, questo Paesaggio: «Il Medellín. Al di là di questa chiave di let- Quarantadue anni fa la poetessa cuba- fuoco / del sole / nella notte / viene / len- tura, la raccolta offre molti nuclei tema- na Juana Rosa Pita (1939) partiva da Cuba

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 150 Ginebra Magnolia

alla volta di Miami: iniziava così la sua stabilirsi nell’ambito del mito, vale a dire, Sudamerica, e più precisamente alla poe- storia di esilio e poesia, perché da quel adottare come propria una prospettiva mi- sia cilena. È un’impresa pregevole che rac- momento lei lanciò la sua sfida poetica tologica che arresti e sovverta quest’epo- coglie cinquant’anni di tradizione poetica alla storia. Cantar de isla è la prima an- ca che di preferenza è scientifica e tecno- e 25 poeti in circa 250 pagine. Reinhard tologia della sua opera poetica e, contem- logica», diceva Jesús J. Barquet nella pre- Huamán Mori e Cinthia Torres Nuñez, poraneamente, un primo importante rico- fazione a Los viajes de Penélope, settima curatori della rivista, negano qualsiasi in- noscimento in patria. La poesia ha con- raccolta dell’autrice, pubblicata a Miami tento antologico e rivendicano come crite- sentito dunque all’autrice quell’accesso al nel 1980. Cantar de isla è scritto con le ri di scelta dei nomi e delle opere, l’arbi- mare di Cuba e all’isola stessa, che lei ha vene e mi piace proporvelo così per scam- trio e il capriccio. Vi sono inclusi poeti noti sognato e cantato in questi lunghi anni biarci ossigeno e scorrere nel corpo della come Nicanor Parra, Pedro Lastra, Rolan- d’esilio. Il curatore dell’antologia, il poeta poesia latinoamericana con l’energia e la do Cárdenas; poeti della neoavanguardia e critico letterario cubano Virgilio López, grazia dei suoi versi. come Rodrigo Lira, Héctor Hernández; celebra questo ritorno, sottolineando che Brigidina Gentile poeti giovani come Armando Roa, Alejan- Cantar de isla è un rituale dell’amore dra del Rio, Javier Bello, solo per citarne dove Juana Rosa Pita riesce a tessere i alcuni. Ogni autore è introdotto da una sentimenti con le emozioni, l’incanto con LE RIVISTE LETTERARIE brevissima nota biobibliografica, mentre il disincanto, l’ironia con l’umorismo, ma ampio spazio è lasciato ai testi poetici, sempre con la bussola rivolta all’orizzonte GINEBRA MAGNOLIA, anno 1, n. moltissimi dei quali inediti o rari, come delle origini, della patria d’origine. Si di- 1, 25 dicembre 2002, Taller Visual - Cayl- la riproduzione di una plaquette che Jor- staccano, in questa raccolta, le poesie loma 451 of. 210 - Lima, Perù. ge Tellier aveva realizzato nel 1981, du- contenute nei quattro libri che sono i punti rante un suo ricovero in ospedale. Cinque cardinali della poesia di Juana Rosa Pita: Recente pubblicazione peruviana di soltanto sono i testi critici fra i quali me- spagnola lingua di Poesia El arca de los sueños (1978), Viajes de creazione e analisi letteraria, apre il suo rita particolare attenzione la lunga e det- Penèlope (1980), Plaza sitiada (1987) e primo numero, dedicando ampio spazio, tagliata introduzione di Thomas Harris Tela de concierto (1999). Dall’iniziale articoli e traduzioni, ai postulati dell’OU- Espinosa allo sviluppo della poesia cile- ricerca di un proprio linguaggio per situar- LIPO (ouvroir de littérature potentielle), na, dalle generazioni formatesi prima del si nella poesia come soggetto, l’autrice movimento fondato nel 1960 da Raymond colpo di stato del 1973 (che portò molti prosegue il suo cammino nell’universo Queneau e dal matematico François Le intellettuali all’esilio o al silenzio, quan- femminile attraverso Penelope e la tela dei Lionnais, e alle rielaborazioni della pra- do non alla morte) fino alle generazioni suoi sogni e desideri per sfociare con Tela tica ludica della parola portate avanti dal- di poeti che, nonostante il clima di vio- de concierto nel più maturo sguardo di l’OPLEPO (opificio di letteratura poten- lenta repressione, hanno cominciato a chi, nell’essenzialità e pienezza della so- ziale), altro gruppo di rinnovazione arti- esprimersi nella seconda metà degli anni litudine, trova la propria isola, senza fron- stica sorto in Italia nel 1985. Si segnala settanta. Più breve, ma non meno densa, tiere né limiti geografici e culturali. Jua- in particolare l’interessante versione è la nota in cui Martha L. Canfield ana- na Rosa Pita ha costruito con i suoi versi dell’Elogio dell’Opera Poetica Limitan- lizza l’opera di Pedro Lastra, poeta, criti- un universo personale di vitale importan- te Entropiche Profondità Ombelicali, in co e docente di letteratura, mettendo in luce za nel panorama della poesia cubana con- cui si mantengono coerenza testuale, or- punti focali della sua poesia di matrice temporanea. La sua forza espressiva risie- dine e ritmo, pur perdendo, ovviamente, surrealista, quali la fratellanza e l’esilio, de nella tela di segreta bellezza della sua l’acrostico italiano, in cui con le iniziali quest’ultimo elevato a destino esistenziale poesia perché lei, come Penelope, che di ogni parola del testo si formano i nomi ovvero a metafora dell’esistenza. vive nei suoi versi, è una tessitrice cicli- dei poeti appartenenti al gruppo. Reinhard Huamán Mori analizza il rap- ca, padrona del verso e custode del segreto Nella seconda parte lo spazio si divide porto fra testo, intertesto e ipertesto nel- divenire della poesia. Cantar de isla è un tra le poesie di giovani poete peruviane, l’antipoesia di Nicanor Parra, e Armando viaggio alla ricerca del paradiso perduto. Ana Maria Gazzolo, Giovanna Pollarolo, Roa Vial rende omaggio a Rolando Cár- Tra i motivi più ricorrenti della sua ‘tra- Rossella Di Paolo e traduzioni di poeti del denas e alla sua Elegía del futuro suici- versata’ poetica troviamo anche il mito, calibro di Louis Aragon e Wis³awa Szym- da. Il giovane poeta Andrés Ajens affron- che costituisce per la poetessa una fonte borska. Particolare attenzione merita, in- ta, cercandone i processi di significazio- storica più puntuale del dato positivo. In fine, il saggio di Camilo Fernández Coz- ne, La poesía chilena, provocatoria pub- opposizione alla presunta obiettività dei man sulla poetica di José Watanabe, di cui blicazione del 1978 di Juan Luis Martí- libri di storia, la verità mitica rivela, ai analizza l’uso della parola, la struttura e nez, che non conteneva altro che le copie suoi e ai nostri occhi, il lato nascosto e l’organizzazione dei titoli e delle raccol- dei certificati di morte di Neruda, Gabrie- segreto delle cose, ciò che gli storiografi te poetiche. la Mistral, Huidobro e Pablo de Rokha, un dimenticano, sottovalutano o non dicono. sacchettino di terra della Valle Central e Essendo insoddisfatta della storia ufficia- GINEBRA MAGNOLIA, anno 1, n. trenta schede con la bandiera cilena. Au- le, Juana Rosa Pita la riscrive attraverso 2-3, ottobre 2003, av. Venezuela 2097 casa tore mai antologizzato, viene qui citato, ma la poesia che, come lei stessa dice, è l’al- 3 - Jardines Virú / Callao 2 - Lima, Perù. sotto la sua scheda biobibliografica anzi- tra storia, la creazione infinita che rivela ché la sua opera troviamo la sceneggia- il vero senso delle cose dietro il caos ap- Dopo una lunga pausa, «Ginebra ma- tura del documentario Señales de ruta de parente. «Con la poesia di Pita ci trovia- gnolia» esce con un numero doppio, in- Juan Luis Martínez che Tevo Diaz gli ha mo di fronte a una delle più significative teramente dedicato, come dice il sottoti- dedicato nel 2000 e con il quale ha vinto il poetiche contemporanee che ha deciso di tolo, a una panoramica della poesia del Festival dei documentari di Santiago. Antonella Ciabatti rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 151 POESIA STATUNITENSE a cura di Antonella Francini

LOUISE GLÜCK, L’iris selvatico, tra- / che non parlerò più, non / sopravviverò ckinson, da Stevens al contemporaneo duzione e postfazione di Massimo Baci- alla terra...»; «Non m’importa / quante Charles Wright, il quale ha ugualmente galupo, Varese, Giano Editore 2003, pp. estati vivo per ritornare: in quest’unica trasformato il suo giardino in un luogo 158, e 14,00. estate siamo entrati nell’eternità...»). Si spirituale. Si lega anche a Theodore Roe- vede così che il giardino è una felice me- thke, altro grande poeta americano esperto La pubblicazione de L’iris selvatico, tafora con cui Glück tratta di questioni di botanica che trasformò le serre del pa- primo libro di Louise Glück tradotto in metafisiche. Le voci dei fiori si confon- dre, giardiniere del Michigan, in un mon- italiano, ha preceduto di poco la nomina dono con quelle della donna, e le loro do più che terreno dove il mistero della a poeta laureato degli Stati Uniti per il speculazioni giungono identiche; l’arco di vita e della morte si ripeteva a ogni sta- 2004 della sua autrice, autorevole rappre- tempo di un’estate richiama quello del- gione. Come scrive Bacigalupo, cui va il sentante della poesia americana contem- l’esistenza – della sua (incluso l’esaurir- merito d’aver fatto conoscere in Italia uno poranea (v. Semicerchio XXIV-XXV, si del matrimonio con John), e dell’uma- dei libri più belli e importanti della poe-

Poesia statunitense Poesia pp.155-56). Si tratta del settimo volume nità da quando, biblicamente, fu esiliata sia americana contemporanea, queste poe- di questa poetessa e di uno dei vertici della dal Paradiso terrestre, abbandonata a se sie «avvicinano il lettore a un’esperienza sua carriera, uscito nel 1992 e premiato stessa da un Dio indifferente. La giardi- chiaroveggente del mondo». l’anno seguente con il Pulitzer. Massimo niera rimprovera al «padre irrangiungibi- Antonella Francini Bacigalupo, che cura con delicatezza la le» d’aver abbandonato le sue creature in traduzione delle 54 poesie che lo compon- un giardino-replica di quello dell’Eden gono, illustra nella postfazione la trama nella prima poesia di un ciclo poetico in- ANTHONY HECHT, The Darkness del libro: siamo in Vermont, nel giardino terno al libro intitolato Mattutino: «La- and the Light, New York, Alfred A. di Louise Glück, e lei, la giardiniera, si sciati soli / ci esaurimmo a vicenda. Se- Knopf 2001, pp. 67, $ 10,50; Melodies muove fra i suoi fiori e le sue piante tra guirono / anni d’oscurità; facemmo a tur- Unheard: Essays on the Mysteries of l’inizio della primavera e la fine dell’esta- no / a lavorare nel giardino, le prime la- Poetry, Baltimora, Johns Hopkins Uni- te, in momenti diversi della giornata, pre- crime / ci riempirono gli occhi quando la versity Press 2003, pp. 304, $ 24,95. feribilmente al mattino e all’ora del ve- terra / si appannò di petali...». Un’altra spro o nelle notti stellate e al chiaro di serie, intitolata Vespri, riprende il tema del luna. Ci sono anche il marito John e il fi- rimprovero, in toni colloquiali, a un dio glio Noah, che praticano il giardinaggio assente: «Nella tua assenza prolungata, mi alla loro maniera, e sono perciò esclusi dal permetti / l’uso della terra, aspettandoti / singolare rapporto che Louise stabilisce un profitto dall’investimento. Devo comu- con la natura trasformandola in un mon- nicarti / di aver fallito nell’incarico, so- do parlante, altamente metaforico, dove prattutto / per le piante di pomodoro. Pen- s’intrecciano conversazioni sulla vita e so / che non dovrei essere incoraggiata a sulla morte, sulla fugacità dell’esistenza. coltivare / pomodori. Ma se sì, dovresti Gli interlocutori sono i fiori stessi, la giar- trattenere / le piogge torrenziali, le notti diniera e Dio, il creatore imperfetto d’im- fredde che qui arrivano / così spesso...». perfette specie tormentate dal male di vi- Dio le risponde, ad esempio, nella poesia vere e da un infinito anelito verso l’eter- Ninnananna: «Non pensare più a queste nità. È un libro narrato sottovoce, bisbi- cose. / Ascolta il mio respiro, il tuo stes- gliato. Le parole, intense oltre l’apparen- so respiro / come le lucciole, ogni picco- te semplicità, hanno la leggerezza della lo fiato / una fiammata in cui appare il brezza che spira nel New England nella mondo [....] Occorre insegnarti ad amar- bella stagione: leggere ma sicure, verga- mi. Agli esseri umani / occorre insegnare The title of Anthony Hecht’s latest vo- te con grande maestria, tanto da suonare ad amare / silenzio e oscurità». Ma chi è lume, The Darkness and the Light, sug- come indelebili pronunciamenti. La pri- che parla? Dio o la natura tramite tutti gests a fine balance between positive and ma voce che sentiamo è proprio quella quei fiori del giardino di Louise, trasfigu- negative values, between good and evil. dell’iris selvatico che narra la sua nascita rati in metafisiche presenze? Con queste The cover itself is neatly divided betwe- («Alla fine del mio soffrire / c’era una suggestive ambiguità, con questa carica en light and dark: the upper portion shows porta...»); l’ultima è quella elegiaca dei metaforica dispiegata nel giardino di casa, a detail from a luminous fresco by Tiepo- gigli, alla fine dell’estate e della breve Glück si ritaglia un posto autorevole nel- lo, Angel Preventing the Sacrifice of stagione dei fiori, che narra il terrore del- la tradizione più alta della poesia ameri- Isaac, while beneath it a dark photograph, la morte e la gioia d’aver vissuto («Poi- cana, in quel filone mistico-metafisico che in murky greys and blacks, shows ché percepisco / che ora sto morendo e so corre ininterrotto dalla Bradstreet a Di- silhouetted soldiers engaged in battle.

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 152 Anthony Hecht

However, once one enters the world of the redemption, from its horrors – perhaps scent labyrinth of the spider, / Its tethe- poems contained in the volume, the sen- never more significantly than in the final red tensor nest of polygons / Puffed by the sation is inescapable that it is the forces section of his Holocaust poem, Rites and breeze to a little bellying sail»? As these of darkness that prevail. Indeed, even the Ceremonies. However, in this case, this lines suggest, Hecht has lost none of his Bible scene from the cover-painting, we moment of suspension has grim narrative love for the elaborate pleasures of the soon find out, is far from being as radian- significance; the poem proceeds: «There ‘high style’. Indeed, the fastidious might tly joyful as the painter’s style may sug- was leisure enough to take full note of this even feel there are moments when his love gest. In Venetian Vespers, Hecht had paid / In the most minute detail as the soldier of elaboration takes him too far, with such homage to Tiepolo’s skill in rendering the held / Steady his index finger on the trig- playfully punning phrases as «a weake- «splendor of the insubstantial»; however, ger». The gun is never fired. The boy, like ned, weekend father», «The ring-a-ding the episode that the artist depicts here, for Isaac, is spared. However, the poet tells Ding-an-Sich», «The annual rings and all the frothy brilliance of his style, is full us that the family’s «long silence» was to wrongs that wring my withers...» Howe- of grim substance, the full weight of which continue «agonized, unviolated» for years ver, Hecht, like his early master, Auden, is explored in a sequence of three poems to come. No accusing finger is pointed has never denied the essential ludic com- in the volume, under the general title Sa- by the poet; the searing trauma is left to ponent in poetry, which also implies a crifice. speak for itself. readiness to abide by the formal rules These poems are just three among As the Tiepolo fresco seems to suggest, (Frost’s tennis-net), however arbitrary many in the volume which present Bibli- and as the excruciating clarity of the de- they may occasionally seem. As the Bri- cal stories, treated in a variety of manners, scriptive passage above confirms, light tish poet Glyn Maxwell has put it: «The ranging from a philologically faithful re- itself is by no means invariably positive work of Anthony Hecht shatters the cosy statunitense Poesia production of the vocabulary and manner in its associations. One especially power- notion that a fragmented, fractured age of the original text, to ironic updating. In ful poem, a kind of summation of Hecht’s should be reflected in the forms of its art, the case of Sacrifice Hecht combines the skill in creating evocative landscapes, is that ugliness and shapelessness demand two modes; the first two poems in the se- entitled Despair. It consists of three stan- payment in kind». Although not untrou- quence present the episode from the poin- zas, each depicting a landscape suggesti- bled by post-Adorno moments of guilt at ts of view of Abraham and Isaac, with ve of a particular emotion; the first two engaging in poetry after Auschwitz, He- unembarrassed recourse to Biblical voca- depict «Sadness» and «Gloom», with, re- cht has always finally come down in fa- bulary and, in the case of Abraham, an un- spectively, a dim, fog-swathed scene and vour of the healing qualities of great art; settling adoption of the structure of a a subway of «tiled and aging light». the high style may have its faults of over- psalm of praise. The third poem, entitled However, the landscape of «Despair» is indulgence but it is also a product of ci- simply 1945, presents a brief but power- mid-afternoon in «the worn bank of a dry vilisation and, at its best, of genuine ful narrative that echoes the Bible story arroyo», with a «startled lizard ... expo- thought and feeling. Richard Wilbur, in resonantly and disturbingly. It recounts an sed / To the full glare of relentless mari- a fine Ballade for Hecht’s eightieth birth- apparently minor episode during the Ger- gold sunshine». day, described him as a poet «in whose man retreat from France in which a far- However, it would be unfair to suggest darkest verse one sees / How style and ming family hid their precious bicycle that the volume is as unremittingly bleak agile intellect / Can both instruct and from the risk of German depredation in as these quotations might suggest. El- greatly please». the orchard; the climax of the story comes sewhere, effects – or tricks - of the light These qualities are fully in evidence when a German soldier, knowing the fa- do offer moments of genuine consolation also in his recent book of essays, Melo- mily must possess such a vehicle, points or even glimpses of transcendental possi- dies Unheard. In addition to offering some his rifle at the eldest son and shouts aloud bilities. These can occur in the most superb close readings of poems by «what was certainly meant / To be his ter- unlikely settings, as in the opening poem, Hopkins, Frost and Bishop, he devotes minal order: BICYCLETTE!» where «oily patches» on the water of an several essays to the possibilities offered industrial port suggest the «surfaces of by particular forms, such as the sonnet and It was still early on a chilly morning. Florentine bronze», and offer a «miracle the sestina, and concludes the book with The water in the tire-treads of the road of colors» to the viewer. In the poem two wide-ranging essays, On Rhyme and Lay clouded, polished pale and chalked Memory, a claustrophobic Victorian-sty- The Music of Forms. In these essays we [with frost, le interior is given the blessing of a «du- can see the supreme craftsman pondering Like the paraffin-sealed coverings of sty gleam of temporary wealth» when, on the tools of his trade; Hecht’s techni- [preserves. «on sunny days toward midsummer / The cal mastery – since the death of James The very grass was a stiff lead-crystal gray, brass andirons caught a shaft of light / For Merrill – is rivalled only by that of his Though splendidly prismatic where the sun twenty minutes in late afternoon...» It is contemporary, Richard Wilbur. The book Made its slow way between the lingering true that these transformative moments ends with a tribute to the art of criticism [shadows seem to occur most often in memory, but itself, which, if exercised with «care, tact, Of nearby fence posts and more distant trees. they are no less precious for that. Indeed, and delicacy», can help us to understand as a poem sardonically entitled Lot’s Wife the ways that the music of forms works This recalls other moments in Hecht’s puts it, «Who can resist the charms of upon us. Dismissing a claim by William poetry, where the sensitivity to the visual retrospection?» Stafford that analysing poetry is «like splendours of the world seems to offer Who, indeed, when retrospection offers boiling a watch to see what makes it tick», momentary but significant relief, if not such marvellous visions as «The iride- Hecht states with confidence that the bet-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 153 Ezra Pound

ter poetry is, «the sturdier it becomes un- shows their finer jumble, and indeed a (p. 204); and finally from the Rock-Drill der inspection». There is no doubt that huge talus rock slide of stuff he wanted phase in Washington: «a bad thing to have Hecht’s own poetry, so solidly founded in to pick through on his re-ascents of the an abstract idea of a senator, / worse for a experience and thought and so caringly slopes. As someone who has looked at the writer, but a bad thing for anyone» (p. embellished with all the grace and splen- Beinecke’s manuscripts for the first thir- 226). While Bacigalupo did not set out to dour that the forms of poetic tradition of- ty cantos, I can attest to Bacigalupo’s acu- underline such relevancies, his selection fer, proves his point perfectly. men in picking out good stones. The ear- lets anyone find them for themselves, and Gregory Dowling ly, supplanted Three Cantos appear here in so doing know more than one sequen- – posthumous in that they were reprinted ce at time. He has opened a new trail into only after Pound’s death – as do telling the Alps. EZRA POUND, Canti postumi, a cura selections from the global, aborted para- John Peck di Massimo Bacigalupo, Milano, Monda- diso of 1944-1945, Scotus Eriugena and dori 2002, pp. 298, e 9,40. Cunizza consorting with Gautama and Confucio – «Il Sole grande ammiraglio ELIZABETH ROBINSON, Apprehend, conduce la sua flotta / nel suo gran péri- NewYork, Fence Book 2003, pp. 89, $ polo, / conduce la flotta sotto i nostri sco- 12,00. gli» – bits of their phrasing soon to be jol- ted by trauma into the English of the Pi- Though Elizabeth Robinson is by no san Cantos. The selection of drafts for means a new figure in the landscape of

Poesia statunitense Poesia Rock-Drill preserve Pound’s own title for American poetry – she has published six their appearance in Italian, «Prosaic Ver- full-length books of poetry in the last de- ses» or «Versi Prosaici». cade and some nine chapbooks since 1987 Texts appear in English and Italian on – in the last several years her work has re- facing pages, with care for the niceties of ceived the considerable attention that is its bilingual navigation (for example, the in- due. Since 2000, she has published two verted commas added on p. 141 in tran- well-received collections, House Made of slating Pound’s comment on an 1815 ac- Silver (2000), and Harrow (2001); two count in the Gazzetta di Genova of Na- additional books have been published as poleon’s fall and return, paralleling Mus- recipients of major prizes – Pure Descent, solini’s in 1943, which alert Italian rea- National Poetry Series Prize winner in ders to Augustan allusion: «which to the 2001, and Apprehend, winner of the 2003 genovese mind showed zeal; but / scant Fence Modern Poets Prize. With these While Massimo Bacigalupo will not be knowledge of the ways of the human books, and with her work as an editor of new to readers of Pound, his selection heart»). The endnotes and introduction gui- 26 Magazine and Ether Dome Press, Ro- from manuscripts for The Cantos brings de readers, whether poundisti or curious binson is beginning to be recognized as welcome news in the form of choice pas- visitors, over this crevasse-rich terrain one of the most important writers of her sages from papers at Yale’s Beinecke Li- with a sure hand. generation (the generation born in the brary and several other sources, arranged A personal note, which some of my 1960s) and as a force in contemporary in eight phases of the poem’s composi- readers may register as communal. American poetry. tion, including the Italian cantos from Working through these selected drafts, I In Apprehend, Robinson employs spa- 1944-1945. Pound’s way of piling up drafts found spiky addresses to the current Usa re music and taut, lyric lines in a conti- for his ongoing harvest of gists was abun- Metternich-like war to impose order wil- nual revision of narrative structures and dant and practical, but seismic shifts of ly-nilly on others, and impose it while a thoughtful investigation of readership. the historical ground beneath him made being carried on the backs of other nations Many of the poems here recast the fami- of his granary a grand array of ruptures. to the tune of an astounding debt and sel- liar stories of fairy tales and childhood Not only did World War I and its aftermath ling the world most of its weaponry. The rhymes, always with a slant, a new sha- largely erase the cultural context for the ignorance of such facts and their prece- pe; «an old story, told yet again». Robin- first thirty cantos; the collapse of Musso- dents was Pound’s subject. Some of the- son writes in Hansel and Gretel, «is su- lini’s regime in World War II, the deten- se gists, then. From the years in Rapallo bject to certain deformations». These are tion at Pisa, the de facto incarceration in and Venice, 1928-1937, on the effects of poems that reexamine the elements, at Washington, and the prolonged twilight debt commercialism or ‘Geryon’: «under once familiar and fantastic, of these old after Pound’s return to Italy, made even his shadow is quiet, cometh their stupor, stories – monsters, dragons, candy hou- his witness as ego scriptor an affair of / then death of the spirit» (p. 102); from ses, glinting jewels; at the same time, Ro- fresh starts and geological renewals. The- the war years: «all that we know of things binson’s deft use of plain and precise lan- refore the beauty of an augmented view is their sequence / what precedes and what guage to continually modify and tran- of this discontinuous poem, the Alps in follows» (p. 128), which one may stitch sform these figures forces the reader to re- Basil Bunting’s phrase, which by the same to the non-thing poetic of p.166, «Dante / consider her own expectations, her desi- token embraced perforce the synclines of sense / not the thing but the time»); from re for a certain narrative, the consolation uncontrollable upheaval. Pound’s text as Pisa in 1945: «as some Jersey City by of a well-known tale; «the nature of trea- printed incorporates these; his workshop Lethe ... / the continuity of the gun sales» sure,» Robinson writes in Treasure Chest,

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 154 rederick Seidel

«being to appear transparent / as it re- ble readings of them: «Tomorrow we cati precedentemente dal poeta e qui ri- flects». Telling a known story, these poems sweep out the cinders and the black clods proposti come un’unica sequenza dagli remind us, is always an act of reading, in- of wood. / The door is still locked. Our inequivocabili richiami danteschi. L’ope- terpretation, and adaptation; here, then, rea- secure house is more gesture than matter. razione non è nuova (nella poesia Usa si der and writer are allied in compelling // Were there three of us sheltering there. contano ormai diverse riscritture del gran- ways, the acts of reading and writing / That wind was relevant. We had a bel- de testo medievale), ma quella di Seidel linked. lows. / The record would have shown we è senz’altro fra le più interessanti e azzar- One excellent example of Robinson’s sought confusion. / So did we inhale». date per l’inversione di rotta del viaggio, elegant borrowing of a familiar story is the We may recognize many of the narra- scandito dai 33 testi (o canti) delle prime long poem Hansel and Gretel mentioned tive threads and images in Apprehend – due parti e dai 34 dell’ultima, ciascuno above. In graceful lines, Robinson recounts the three bears, the three pigs and the svolto in otto quartine in versi sciolti di it as a tale of hunger, and one that might huffing wolf, Chicken Little’s falling sky, varia misura. Pur rinunciando alla terza be understood anew. Near the middle of the Little Match Girl – but these are not rima, la scelta formale di Seidel richiama the poem, we get the following synopsis the stories of our childhoods. Rather, they lo schema fisso del modello a cui si è ispi- of the story: «Two children, mad with are intense explorations of the limits of rato e crea visivamente una continuità fra hunger, / impose themselves on a gentle narrative, the volatility of language. The le parti. Crea anche, specie nel terzo vo- old crone. / They hustle her into her hou- poems in Apprehend resist the passive rea- lume, una ricca trama fonica con rime e se, / and finding her larder bare, / they ding one might think likely for well- rime al mezzo, assonanze e allitterazioni attack the house itself and try to consume known stories and require that the reader che rendono fluido lo scorrere dei versi. it». Robinson’s Hansel and Gretel is a tale grapple with a text rich with fluid, shif- La poesia finale, intitolata semplicemen- statunitense Poesia in which the once-clear distinctions ting images, one that confounds expecta- te One Hundred (Cento), è ricollegabile between villainous and virtuous, child and tion and demands attention. al canto introduttivo della Commedia ben- witch, reader and report have become Nancy Kuhl ché qui, a cose fatte, serva piuttosto a ri- murky. «The wicked stepmother,» Robin- velare al lettore che ancora non si fosse son tells us, «is merely hungry and absent- accorto di nulla il gioco che il poeta ame- minded»; later in the poem, the poet con- FREDERICK SEIDEL, The Cosmos ricano è andato abilmente giocando fra flates Hansel and the witch in image: «the Trilogy, New York, Farrar, Straus and amaro umorismo e metaletteratura: «The- boy stretches into such a posture / that, Giroux 2003, pp. 208, $ 15,00. re was a door because I opened it. / It was seen from above, / he forms the profile of the muse. It had a human face. / It had to the witch’s face». When Robinson addres- have to make the three parts fit. / The ses the reader, her tone is not without ac- Cosmos Poems was fire that filled the spa- cusation and implication: «You have ce // With fire in Life in Earth [...] Fly / grown weary / of this story’s slow pro- Me to the bottom where I have been. I gress. // You look at a fantastical candy have been // Completing Area Code 212. house, / its reflection warped and wave- / I’ve been in heaven in Manhattan on / ring. / You turn from its reflection in / an The bottom. Hell is what to live can do». unnamed body of water. / You turn, go, Il poeta ha alzato le vele della navicella and sink your teeth in». del suo ingegno e diretto il volo, non ver- Another reader address later in the so le stelle, ma dritto nel «bottom», nel- poem further complicates the relationship l’abisso buio e senza uscita della decaden- of the reader to both the text and the te e corrotta contemporaneità di cui New speaker of the poem: «You, Reader, come York è simbolo. La poesia, rappresentata closer / and extend your fingers / through da Virgilio e Dante, nominati solo in que- the bars of the cage// so I can feel their st’ultima poesia, guida il poeta america- pleasing tenderness: / be our mirror. // For no verso scenari di morte, uniche mete you / are neither boy nor girl / but the nella sua visione apocalittica del terzo certain // unity of the sweet abode– / a millennio: «My life is life emerging from spun sugar house...». Inesauribile fonte d’ispirazione per la the slime // And writing poems. Virgil Throughout Apprehend, Robinson sug- poesia statunitense, la Commedia rispun- took my hand. / We started up the steep gests the instability of received narratives, ta ora in questa trilogia cosmica di Fre- path to the crest. / He turned to warn me. inserts the possibility of alternative lines derick Seidel, il quale inverte il viaggio Did I understand / I would be meeting reader or narrative might follow; Panoply dantesco procedendo dagli spazi celesti Dante? I confessed / I hated cold. To flee begins, «You can sit here: / there are three della prima silloge, The Cosmos Poems the urban light / Pollution in the sky and bowls from which to select,» and conti- (2000), verso il purgatorio tutto terrestre see stars / Meant getting to a crest of fre- nues, «Here you may rise / to keen the della seconda, Life on Earth (2001), e l’in- ezing blight / And human nature inhuma- terms of escape. / The window defines the ferno nella New York contemporanea del- ne as Mars, // And things far stranger that house / but spurns its duty to view». In la terza, Area Code 212 (2002), titolo che I can’t describe». Si noti il gioco di rima Three Little, the first poem in the collec- ricalca il prefisso telefonico di Manhat- in questi versi («Slime», limo, melma, tion, Robinson considers the aftermath of tan. La trilogia annunciata dal titolo è «blight», degrado, «light» e «describe») the tale, the consequences and our possi- composta infatti di tre volumi già pubbli- che sottolinea la circolarità del viaggio:

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 155 Language Poetry

l’ascesa alle vette poetiche consente di cella della navetta come un astronauta, senza dubbio cambiato il panorama della contemplare l’entità di un degrado che non può fare a meno di osservare, dall’alto poesia americana. neanche ‘l’alta fantasia’ è capace di de- del cosmo, la sua terra in fiamme e virare La Language poetry ebbe grosso modo scrivere. Sarà utile sapere che l’argomen- verso il pessimismo. Delle tre sezioni la origine a San Francisco e a New York, to di questo centesimo ‘canto’ (e dei due prima, scritta su commissione per il Mu- dove era legata a un ampio e variegato che lo precedono) è l’attentato alle Torri seum of Natural History di New York gruppo di scrittori inclusi, per citare al- Gemelle, ormai divenuto un topos della quando nel 2000 fu inaugurato il nuovo cuni nomi riconoscibili, Charles Bern- poesia americana di questi anni, l’imma- planetario, è la meno riuscita. Seidel ri- stein, Bruce Andrews e Bob Perelman gine estrema del definitivo tramonto del- trova invece tutto il suo stile nelle due se- all’est, e Ron Silliman, Barrett Watten e la civiltà tecnologica e dei mali incancre- zioni seguenti, più a suo agio nel purga- Lyn Heijinian all’ovest. Cominciò a ma- niti della società occidentale. Collocato torio e nell’inferno terrestri. A fine lettu- nifestarsi all’inizio degli anni 1970 attra- qui, a chiusura del volume e dell’inferno ra si apprezza molto di questo volume, no- verso una rete di riviste (This, Hills e A di Seidel, assume appieno il suo ruolo me- nostante si tratti di poesia di non facile ap- Hundred Posters) che ebbero vita breve e taforico nel rappresentare drammatica- proccio, dalla sintassi spesso ambigua e di piccole case editrici come The Figures mente la fine di un ciclo storico. New York intessuta di immagini talvolta chiuse, e Tuumba Press, ma la sua apoteosi ven- come Sodoma e Gomorra dunque, e un enigmatiche. Ma ci s’interroga anche sul- ne celebrata sull’influente pubblicazione impietoso e freddo, quasi compiaciuto la freddezza e sul distacco con cui viene diretta da Charles Bernstein e Bruce An- sguardo poetico sulla disfatta e sulle per- illustrata la disfatta della nostra civiltà drews, L=A=N=G=U=A=G=E, uscita per sone intrappolate nelle torri che si getta- come se l’arte non sappia che registrarla la prima volta nel 1978. In quella rivista

Poesia statunitense Poesia no nel vuoto verso la morte, replicando, con sardonica ironia. Ci si chiede se dav- diversi poeti legati direttamente o indiret- anch’esse, la traiettoria inesorabile del vero la poesia oggi non possa far altro che tamente al movimento presentarono sag- libro: «They scream higher / and dive invertire il viaggio dantesco e togliere al- gi e dibattiti di poetica ponendo un’enfa- down, crying, corpses on a pyre, // and rise l’umanità ogni speranza o se, invece, si si particolare sul registro politico della lin- back to the hundredth floor and turn / debba trovare ancora in quella tradizione gua della poesia. Nell’introduzione a The Their cell phones on. We call to say good- un’alternativa alla poetica del pessimismo L=A=N=G=U=A=G=E Book, il volume bye. [...] Everyone will die». E ancora, tout court che domina spesso il contem- che raccoglie i successi della rivista, An- ecco il topos del volo in una beffarda pa- poraneo. The Cosmos Trilogy solleva una drews e Bernstein spiegano che il loro rodia dei voli danteschi sullo scenario in- problematica cruciale per la cultura del intento in quanto direttori della pubblica- fernale dell’undici settembre: «I am flying XXI secolo, e il suo valore risiede, oltre zione era quello di creare un forum che to Area Code 212 / To stab a Concorde che nella suggestiva trama, soprattutto «desse enfasi a una gamma di scritture into you, / To plunge a sword into the gan- nelle domande che impone. attente alla lingua e ai modi di creare si- grene. / This is a poem about a sword of [A. F.] gnificato, senza dare per scontato né il kerosene. // This is my 21st century in hell. lessico, né la grammatica, le norme, la / I stab the sword into the smell. / I am forma, la sintassi, il programma o l’argo- the sword of sunrise flying into Area Code L’intervento su aspetti e correnti della mento». 212 / To flence the people in the buildin- poesia americana meno noti in Italia è La Language poetry nasce dal momen- gs, and the buildings into dew». dedicato in questo numero alla Langua- to storico e culturale fra la fine degli anni Nella trilogia di Seidel la Commedia è ge poetry. Richard Deming, che firma l’in- 1960 e l’inizio degli anni 1970 quando il dunque un punto d’appoggio autorevole tervento, insegna letteratura inglese alla pensiero marxista e la teoria letteraria che fornisce l’architettura al suo libro più Yale University. Il titolo del suo contributo sotto forma di strutturalismo, e quindi ambizioso e numerose immagini di cui il allude al libro How to Do Things with post-strutturalismo, arrivarono nelle mi- poeta americano si appropria per scrivere Words del linguista J.L. Austin, le cui teo- gliori università americane – Harvard in il suo poema della non-speranza. Chi co- rie sono state importanti per alcuni espo- particolare, dove studiavano molte delle nosce l’opera di Seidel sa che decadenza nenti della «poesia della lingua». figure centrali della Language poetry (in- e corruzione sono i suoi temi, trattati con clusi Heijinian, Bernstein e Robert Gre- freddo umorismo attraverso situazioni Come fare cose con la poesia: breve nier, per citare qualche nome). Queste estreme, talvolta fantascientifiche e tea- storia della Language Poetry nuove idee divennero cruciali per alcuni trali. Autore di dieci volumi di poesia, giovani scrittori nella formazione del loro Seidel esordì nel 1963 con un libro che A più di trent’anni dalla sua comparsa, pensiero circa il significato culturale e le risentiva molto dell’influenza di Robert quella particolare scuola di poesia cono- funzioni sociali dell’arte e dell’estetica. Lowell, uno dei suoi primi estimatori. Ma sciuta negli Stati Uniti come Language Una delle influenze più importanti fu la già con il secondo, nel 1979, trovò la sua poetry è ormai ‘finita’, sia come momen- critica di Jacques Derrida al modo in cui voce e dichiarò la poetica a cui è rimasto to coerente nel tempo che effettivo esem- la filosofia occidentale privilegiava la fedele in un verso spesso citato dai suoi pio d’avanguardia. Eppure i suoi effetti e voce. Derrida, in libri come Della gram- critici, «I took for my own motto / I rot la sua influenza, non solo continuano ad matologia e La scrittura e la differenza, before I ripen» («Feci mio il motto / im- essere evidenti, ma sembrano aumentare. riteneva meramente illusoria l’autentici- putridisco prima di maturare»). Perfino Questo perdurare suggerisce che, sebbe- tà che, secondo molti, offriva la lingua. nel volume paradisiaco di questa trilogia, ne la Language poetry possa non essere Avvicinarsi di più alla lingua parlata non il poeta, che viaggia in astronave e si av- più valida come avanguardia, la sua in- aumenta il suo valore di verità. La scrit- ventura nello spazio attaccato alla cordi- fluenza e le questioni che solleva hanno tura, insisteva Derrida, concede indeter-

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minatezza e gioco. Nel saggio On Spee- ci ritenuti legittimi o perfino istituziona- Daddy di Plath una donna inveisce violen- ch, da molti indicato come il punto di lizzati nelle accademie. Spesso il proble- temente contro il padre defunto e il mari- partenza della Language poetry, il poeta ma derivava dal fatto che i valori aveva- to vivente, paragonandoli ambedue a Hi- Robert Grenier scrisse a lettere maiusco- no una storia assai lunga e pochi li consi- tler e descrivendoli come vampiri psico- le, «IO ODIO LA PAROLA», per sotto- deravano nozioni ricevute; erano per lo logici. Questo è l’esempio più noto di lineare che pensare alla voce quando si più visti come caratteristici o addirittura poesia con una situazione drammatica legge una poesia nega la sua presenza costitutivi della poesia come genere. implicita dove un narratore immaginario come sistema di segni sulla pagina, sepa- Alcuni di questi valori sono brevemente offre una specie di monologo sul suo rati da un qualsiasi effettivo parlante. Gre- espressi dal filosofo inglese del secolo ambiente psicologico e sociale. L’enfasi nier, consapevolmente o no, sembrava XIX John Stuart Mill che, come è noto, ricade ancora sull’emozione rappresentata evocare lo scetticismo di Derrida sulla in uno dei suoi primi saggi descrisse la e la poesia serve da forum per la perfor- presenza autoriale per aprirsi alle possi- poesia lirica come poesia che «confessa mance del poeta davanti a un lettore passi- bilità disponibili nella scrittura. se stessa a se stessa in momenti di solitu- vo, silenzioso e presumibilmente com- L’opera di Derrida, come pure quella di dine», attribuendole così la natura del prensivo. Roland Barthes (in particolare il suo sag- soliloquio. Possiamo dire che questo con- Il dibattito più importante che i vari gio La morte dell’autore) esemplificava- cetto pervadeva le diverse tendenze e tra- raggruppamenti poetici del secondo dopo- no una gamma di metodologie teoriche dizioni della poesia lirica degli Stati Uniti guerra affrontarono negli Stati Uniti ri- che cercavano di mettere in dubbio la vec- negli anni 1960 e 1970. In primo luogo guardava i meriti del verso libero rispetto chia idea secondo cui il centro di un testo esisteva un ristretto gruppo di modelli alle forme tradizionali. Alcuni ritenevano letterario è in realtà un parlante immagi- poetici accettati e pubblicati nei libri e che solo le forme collaudate costituisse- statunitense Poesia nato che esprime le sue esperienze emo- nelle riviste più visibili, formando ciò che ro la poesia; tutto il resto era considerato tive. Presupporre una soggettività lirica e Charles Bernstein avrebbe poi chiamato semplicemente frammenti di prosa. Altri affermare che una poesia tratta in primo la «official verse culture» (cultura poeti- pensavano che il verso libero permettes- luogo di emozioni significa perpetuare ca ufficiale). Uno di questi gruppi, cono- se di scrivere poesia spontanea e pertanto l’autorità dell’autore senza mai rivolger- sciuto come il gruppo dei «deep image più autentica. Perfino gli eredi della tra- si all’attività della lettura in quanto, essa poets» (i poeti dell’immagine profonda), dizione modernista istituita da Pound, stessa, un coinvolgimento tramite il qua- associava le idee sull’immediatezza del- William Carlos Williams, Mina Loy e le si crea o si arriva a un significato. Bar- l’immagine poetica di Ezra Pound ai prin- H.D. – Robert Duncan, Charles Olson, thes nel suo fondamentale saggio sostie- cipi della psicologia del profondo per rap- Allen Ginsberg e Denise Levertov – insi- ne che «il testo è un tessuto di citazioni presentare intensi stati spirituali usando stevano sulla centralità della presenza del tratte dagli innumerevoli centri della cul- immagini evocanti archetipi junghiani poeta ritenendo che un verso doveva es- tura». Asserisce inoltre che un autore che dell’inconscio psicologico. A Man Writes sere modellato su «un’unità di respiro» desidera «esprimersi» ha bisogno «alme- to a Part of Himself di Robert Bly ne è un («a breath union»), secondo la definizio- no di sapere che la ‘cosa interiore’ che ottimo esempio: «What cave are you in, ne di Olson nel suo importante saggio pensa di ‘tradurre’ non è altro che un di- hiding, rained on? / Like a wife, starving, Projective Verse. Così la poesia sarebbe zionario già formato, le sue parole solo without care, / Water dripping from your risultata più spontanea e ‘autentica’ per- spiegabili con altre parole, e così via al- head, bent / Over ground corn...». La lin- ché il suo ritmo avrebbe avuto la cadenza l’infinito». Barthes invoca una morte me- gua della poesia è piuttosto semplice, for- del parlato naturale. Benché l’opera di taforica dell’autorità dell’autore cosicché se prosaica, anche se la risonanza delle questi scrittori fosse molto spesso davve- l’enfasi possa spostarsi sul processo di immagini richiede attenzione per perce- ro provocatoria per quanto riguarda il sen- lettura e prendere in considerazione i pire il loro significato psicologico e la loro so letterale, il poeta continuava a essere modi in cui viene costruito il significato allusività. La poesia dell’ ‘immagine pro- accettato come la voce strutturante – uni- nella negoziazione fra lettore e testo. fonda’ tratta dunque di immagini, non di co e presente come figura eroica che an- Questa posizione si scontrava con il con- lingua, e si basa sulla centralità della vita nuncia (e in alcuni casi addirittura decla- cetto di poesia allora prevalente, ancora emotiva del poeta e sull’asserzione che la ma) le poesie. apparentemente pervaso degli ideali di un «deep image» è universalmente significa- Se tutta questa concentrazione sulla prolungato romanticismo. Non si vuole tiva in termini di verità emotive e spiri- voce e sull’emozione costituiva il pensie- qui suggerire che Barthes o Derrida, o un tuali. Rimanere coinvolto nel modo in cui ro dominante in poesia, allora è facile ca- qualsiasi altro teorico, siano direttamen- la lingua funziona distrarrebbe il lettore pire perché la Language poetry creasse te responsabili della nascita della Langua- dalle immagini, impedendogli o impeden- scompiglio. La Language poetry si batte- ge poetry, sebbene la loro influenza sia dole di sperimentare il contenuto emoti- va contro la soggettività e impiegava chiara. Ma si vuole tuttavia indicare che vo. Il risultato sarebbe una poesia non riu- frammentazione, non sequitur, collage e essa fu partecipe di un più ampio Zeitgeist scita. doppi sensi per dissipare una coerente intellettuale reagendo contro i concetti di Dominante in quegli anni era anche la persona lirica. Si legga per esempio l’ini- ‘forma organica’ e ‘voce autentica’ che scrittura dei poeti confessionali, fra cui zio della poesia For Love Has Such a Spi- dominavano poesia e poetiche. Sarebbe Robert Lowell, Sylvia Plath e Anne Sex- rit that If It Is Portrayed It Dies di Char- inoltre errato dire che la Language poe- ton. Essi davano forse più importanza dei les Bernstein: try è prettamente accademica – tutt’altro. poeti della «deep image» alla retorica dei I ‘poeti della lingua’, almeno all’inizio, si testi, ma soltanto perché costruivano con- Mass of van contemplation to intercede trovarono in contrasto con i valori esteti- sapevolmente personaggi singolari. In [crush of

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Plaster. Lots of loom: ‘smoke out,’ merely testo. Non erano interessati a rivelare la coesistere è un fatto inconfutabile. Se Complicated by the first time something vita interiore del poeta, ma piuttosto a molti lettori conservatori non la conside- [and don’t. quello i movimenti del tutto tecnici di un rano poesia perché è troppo astratta, trop- Long last, occurrence of hell, altitude, testo insegnano al lettore circa i modelli po teorica, troppo frammentaria, troppo [attitude of. linguistici. In ultima analisi, tutti i lin- linguisticamente destabilizzata, la scom- guaggi sono segnati da questi modelli; la messa della Language poetry è preparar- Benché il titolo suggerisca che è una poe- poesia, o il discorso letterario in genera- si ad assumere la responsabilità delle pro- sia d’amore, il testo destabilizza ogni per- le, appartiene a un grado linguistico ele- prie tendenze estetiche. La ‘scrittura del- cezione di un narratore centrale e coeren- vato per cui la lingua ordinaria è strappa- la lingua’ può non essere il genere di poe- te, spostando l’attenzione sull’artificio ta dal suo abituale contesto della comu- sia prodotta da scrittori come James Mer- della costruzione. Ma una poesia d’amo- nicazione quotidiana, viene «deformata» rill o Elizabeth Bishop, ma questo non re tradizionale è forse meno artificiale? o estraniata dalle nostre solite aspettative vuole neanche dire che non sia poesia. È, Questa è solo una delle domande che sol- e ci viene richiesto di pensare a come fun- quasi per sua definizione, un tipo diverso leva la Language poetry. zionano le parole nel creare un significa- di scrittura, basata su assunti diversi che Anche se sono riscontrabili principi e to leggibile. richiedono criteri diversi di valutazione. caratteristiche che fanno pensare a una I ‘poeti della lingua’, ponendosi in di- Infatti è fondamentale chiedersi quali sia- rete di affinità, non esiste qualcosa come retto contrasto con il ‘modello organico’ no i criteri per definire il valore estetico, lo stile della Language poetry, il che ren- che tentava di minimizzare o nascondere ed è questa la continua provocazione del- de fuorviante citare uno specifico poeta l’artificialità o materialità della poesia, la Language poetry. I poeti americani non

Poesia statunitense Poesia come rappresentante di tutta una scuola. ritenevano che i meccanismi dell’ideolo- possono più presupporre l’universalità dei La Language poetry mise fra l’altro in gia fossero almeno altrettanto invisibili loro standard e dei loro valori in poesia. dubbio ogni possibilità di stabilire uno negli Stati Uniti della fine del secolo XX. Una rottura degli schemi poetici potreb- stile comune in un determinato periodo Perciò questi scrittori volevano rendere gli be essere in effetti uno sviluppo positivo, («period style») perché i poeti stessi fa- artifici della poesia e i puntelli ideologici e la poesia americana potrebbe perfino cevano affiorare in superficie i principi della soggettività lirica evidenti il più pos- divenire completamente diversa, nelle sue artistici delle tradizioni e delle epoche sibile. Siccome molti di loro condivide- complesse collisioni e collusioni, come precedenti. In altri termini i ‘poeti della vano l’interesse per il materialismo sto- spesso gli Stati Uniti possono esserlo, loro lingua’ tendevano a essere uniti nel desi- rico, i ‘poeti della lingua’ trattavano la malgrado. Quanto alla lettura e ai lettori derio di mostrare le componenti ideolo- materia della poesia in quanto tale, mate- che devono confrontarsi di continuo coi giche di certe tendenze concettuali della ria. Così facendo intendevano strappare loro tentativi di creare significato, di per- poesia lirica. Tali concetti erano diventa- le parole dal loro contesto sociale natura- cepire addirittura il senso, potremmo an- ti ‘naturalizzati’, come li definirebbe il lizzato e troppo definito affinché i mec- che avere l’opportunità di vedere non solo critico marxista Louis Althusser, il che canismi attraverso i quali viene creato il come ognuno di noi ha dato forma ai pro- indica un processo per cui le idee cultu- significato potessero essere più evidenti. pri valori, ma anche come i valori sono in ralmente costruite sono rese ‘naturali’, Questi poeti tentarono – e per lo più van- ultima analisi modellati dalle nostre con- appunto, come se fossero semplicemente no ancora in quella direzione – di rivela- tinue scelte, consapevolmente o no. la realtà incontestabile delle cose. re che i meccanismi e le strategie sempli- Richard Deming Nel suo insieme, la Language poetry fu cemente assunti come l’essenza ‘natura- influenzata da alcune istanze dei Forma- le’ della poesia erano in realtà valori este- listi russi, i quali enfatizzavano la forma tici socialmente costruiti. Lo scopo di Opere citate letteraria e asserivano che il contenuto era questi tentativi era dare più forza al letto- semplicemente l’occasione per una deter- re, affinché potesse essere più attivo e in- Andrews, Bruce e Charles Bernstein (a minata forma. Le opere letterarie, soste- vestito di un maggior ruolo sociale nel cura di), The L=A=N=G=U=A=G=E nevano questi scrittori, non erano fatte di rendere una poesia funzionante. Book, Carbondale, IL, Southern Illinois emozioni o della chiara percezione di un In conclusione, può darsi che sia impre- UP 1984. io narrante naturale e intuitivo che comu- ciso, come fanno molti, pensare alla Lan- Roland Barthes, Image—Music—Text, nicasse direttamente con la vita interiore guage poetry in termini di semplice poe- Trans, New York, Hill 1977. del lettore. Sottolineavano che una poe- tica d’opposizione. Piuttosto, e questo Robert Bly, Silence in the Snowy Fiel- sia, ad esempio, fatta di parole, piuttosto spiegherebbe il suo perdurare, essa ha am- ds, Middletown CT: Wesleyan UP, 1962. che di emozioni, rivolsero la loro atten- pliato, e continua a ampliare, le possibi- Ron Silliman, (a cura di), In the Ame- zione ai vari artifici, alle leggi e alle strut- lità della poesia. Che la poesia tradizio- rican Tree, Orono, ME, National Poetry ture che governano il funzionamento di un nale e la Language poetry possano oggi Foundation 1986.

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 158 POESIA TEDESCA a cura di Paolo Scotini

GERTRUD KOLMAR, Das lyrische che spesso non rispettavano le intenzioni sche Wappenbuch), o al mondo dei fiori Werk, a cura di Regina Nörtemann, Göt- dell’autrice. Regina Nörtemann emenda cui Gertrud Kolmar restituisce l’aura e lo tingen, Wallstein Verlag 2003, 3 voll., pp. questa selva di errori filologici, e avvalen- stupore violati dal linguaggio della pub- 1232, e 98,00. dosi del lascito diviso tra il Literatur-Ar- blicità, come in Die Rose des Kondors chiv di Marbach, il Leo Baeck Institut di (Gedichte 1927-1937). Con la stessa in- New York, il Zentrum Judaicum di Berli- tensità si volge poi al mondo degli eventi no e alcuni lasciti privati, restituisce per epocali mal risolti e dei loro attori con- la prima volta tutti i cicli nella composi- troversi (Robespierre), e infine, tragica- zione e nella grafia originarie, con un mente, al mondo della politica sempre più nutrito apparato di note e varianti e un scellerata del Terzo Reich (Das Wort der esaustivo commento. Ne esce un profilo Stummen). che rende giustizia della complessità di Poetessa della lingua tedesca che fu dei

un’autrice che fino ai tardi anni ottanta romantici, Gertrud Kolmar cerca il suo tedesca Poesia aveva patito di un duplice oscuramento pubblico nella Germania dell’assimilazio- ideologico, tanto nella Germania occiden- ne, e lo trova anche grazie al cugino Wal- tale quanto in quella orientale. Nella Re- ter Benjamin, che a partire dal 1928 la pubblica Federale si era infatti consolidata introduce alle riviste letterarie più note. l’immagine di una scrittrice impolitica Regina Nörtemann ricostruisce le tappe di ispirata dal mondo familiare della casa queste pubblicazioni, e illumina il percor- paterna di Berlino, dalle vicissitudini di so forzato di una ghettizzazione sempre un diario intimo e dal rimpianto di una più stretta della cultura ebraica, relegata maternità negata, mentre nella Repubbli- di anno in anno in un circuito chiuso di ca Democratica, dove Uwe Berger aveva riviste per proscritti. È in questa traietto- pubblicato in «Sinn und Form» tre liriche ria dell’esclusione che Gertrud Kolmar si Sono dovuti passare sessant’anni dal- di Das Wort der Stummen (1972), la spe- avvicina alla lingua della sua gente, scri- l’uccisione di Gertrud Kolmar nel campo cificità ebraica di molte delle sue poesie vendo poesie in ebraico di cui non è ri- di sterminio di Auschwitz perché tutte le creava un certo imbarazzo politico legato masta alcuna traccia. L’edizione critica sue poesie fossero raccolte in un’edizio- ai tesi rapporti tra Berlino Est e lo Stato parla anche di questo vuoto, di queste ne critica impeccabile come quella cura- di Israele. Negli anni novanta, venute parole assenti, le ultime, scritte alla fine ta da Regina Nörtemann, che in tre volu- meno alcune delle riserve ideologiche che di una escalation di violenza che Gertrud mi ricostruisce con perizia filologica il ritardavano un confronto trasparente e Kolmar registra, tutt’altro che impolitica percorso lirico di una scrittrice da consi- complesso con la Kolmar, l’interesse per e domestica, in Das Wort der Stummen derarsi tra le più belle voci poetiche del le sue opere in versi ma anche in prosa, a con i versi di Anno Domini 1933, Im La- novecento tedesco. lungo ai margini della critica letteraria, si ger, Wir Juden, Die Gefangenen: brani di Già nel 1955 era apparso Das lyrische fa più che mai vivo, culminando in que- un’epopea inumana del «Terzo Reich cri- Werk a cura di Hermann Kasack, che riu- sta edizione che dedica un ampio com- stiano-tedesco», da cui la poetessa si ri- niva al postumo Welten (1947) i Gedichte, mento alla valenza politica delle liriche trae nell’incontro muto e estatico con Der Preußische Wappen e Die Frau und die degli anni trenta. Engel im Walde, nella stessa raccolta. Il Tiere, volumi usciti rispettivamente nel La poesia di Gertrud Kolmar è dappri- bosco che accoglie l’angelo è ancora un 1917, nel 1934 e nel 1938. Riedita nel ma un sensibile esercizio poetico che con bosco tedesco, ma è quello della poesia, 1960, la raccolta era poi stata seguita da levità riattiva la prosodia ottocentesca del oltre la contingenza, oltre la realtà del Das Wort der Stummen (1978), ciclo sco- Volkslied e della ballata, raccogliendo le tempo storico e della sua violenza. Der perto all’inizio degli anni settanta, dai suggestioni di Clemens Brentano e Jose- Engel im Walde ritorna nell’ultimo ciclo, Frühe Gedichte (1980) e da Weibliches ph von Eichendorff, ma poi si volge ai toni Welten (1937), solo che ora l’angelo è pri- Bildnis. Gedichte (1987): tutte edizioni più personali e diaristici nelle fantasie di vo di ali, «il suo volto è dolore», e nel suo che avevano il merito di offrire al pubbli- un io lirico che sempre cerca il volto di silenzio non volge lo sguardo ai dolenti. co una poetessa a lungo trascurata nel un altro, ora bambino, ora uomo (Frühe Una dichiarazione di silenzio è l’ulti- dopoguerra e rivalutata soprattutto negli Gedichte. 1917-1921). Elementi, questi, ma poesia della raccolta, che qui compa- anni ottanta grazie a Gert e a Gundel che rimangono il basso continuo di una re per la prima volta con il titolo Kunst Mattenklott, ma che oltre a essere lacu- poetica che matura nell’incontro con Rai- anziché Zueignung, e in chiusura anziché nose perpetuavano una grande confusio- ner Maria Rilke e Paul Valery, e che si in apertura al ciclo Welten. La poetessa ne nell’attribuzione ora all’uno ora all’al- volge lentamente, negli anni della Repub- dalla «penna argentea» traccia le linee dei tro ciclo poetico delle singole liriche, nel- blica di Weimar, dall’io al mondo delle suoi monti sulla carta bianca che è la sua la loro successione e finanche nei titoli, cose e delle loro immagini (Das preußi- terra, la sola, ma i monti sono «kahl»,

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 159 Christian Uetz

spogli, nudi, desolati. Svaniti sono i cor- Anche nella raccolta Das Sternbild ver- e di morte. Trasportato da questa energia pi, gli odori e i colori, tutto tace e tutti la singt (una traduzione meramente esplica- erotica, Uetz rielabora e trasforma in lasciano sola. Soltanto uno, «ein Warten- tiva potrebbe essere Il canto della costel- modo talvolta drastico il lessico tedesco, der», uno che aspetta, incoronato da due lazione si estingue) i due cicli di poesie lavorando le parole ai fianchi, inondando- basilischi in una luce crepuscolare, le si di cui si compone il volume sono prece- le del calore di quel respiro che è la poe- fa incontro: «Ein Wartender, / Dem zwei duti e inframezzati da ‘poesie in prosa’ la sia (ancora Celan), fino a che il flusso del grüngoldene Basilisken den Kronreif sch- cui funzione poetologica è troppo dichia- discorso poetico si addensa e inciampa su langen, / Stand im Dämmer auf, glomm rata ed esposta per non essere interroga- una parola, le cui sillabe vengono carica- und neigte sich, sie zu grüßen». Che sia ta, non senza qualche sospetto, in sede te o forzate in senso onomatopeico in la speranza di un incontro che libera, o il preliminare. Scrive Uetz: «ICH KOMME modo che dalla parola scaturisca un nuo- timore di una minaccia che annienta, che NICHT ZUR EXISTENZ. Ohne Wort vo significato. Ad esempio, in una delle sia una promessa di amore o un presagio komme ich nicht zur Existenz, und mit poesie più belle della raccolta le associa- di morte, è in questo paesaggio di deso- dem Wort komme ich auch nicht zur Exi- zioni sonore conducono alla nascita del lati monti che Gertrud Kolmar scrive l’ul- stenz, sondern zur Nichtexistenz». Il do- neologismo «irrgernwann» (al posto di tima delle sue parole in tedesco che giun- lore del ‘nascere all’esistenza’ è il dolore «irgendwann»), dal quale può poi scatu- gono fino a noi. dell’insufficienza della coscienza e di Dio rire la chiusa della poesia: «Und irrgern- Stefania Sbarra (il quale oltretutto, sottolinea Uetz, dopo wann wird der Traum wahrer als der Nietzsche non esiste affatto), dell’insuf- Raum, // das Erregen stärker als das Le-

Poesia tedesca Poesia ficienza di tutti i riferimenti metafisici ben, die Zeitlosigkeit tiefer als die Zeit, / CHRISTIAN UETZ, Das Sternbild ‘classici’, che non solo non servono affat- / und die Wunde barer als die Welt». («E versingt, Frankfurt am Main, Suhrkamp to ad accendere l’esistenza dell’uomo, ma prima o poi – errando dolcemente – il Verlag 2004, pp. 96, e 7,00. che non introducono neanche a quella sogno diverrà più vero dello spazio // l’ec- «nonesistenza» dal sapore mistico (il les- citazione più forte della vita, / l’eternità Nato a Egnach (Svizzera) nel 1963, sico di Meister Eckhart è presente in tut- più profonda del tempo, // e la ferita più Christian Uetz ha alle spalle studi di filo- ta evidenza nello stile della prosa di Uetz) scoperta ed evidente del mondo»). sofia, comparatistica e filologia classica che nel tormentato e troppo spesso com- Non poche sono però le poesie a pro- che, alla lettura delle sue opere, si rivela- piaciuto autogenerarsi delle argomenta- posito delle quali il lettore ha l’impressio- no in tutta evidenza molto densi e profi- zioni di Uetz rimane l’ultimo appiglio di ne che il gioco linguistico sia semplice- cui. Prima della raccolta di poesie Das una qualche consistenza concesso all’uo- mente fine a se stesso, come trasportato Sternbild versingt l’autore aveva già pub- mo: «Und genau im Nichts des Worts ist da una vibrazione autoerotica del linguag- blicato, sempre per la Suhrkamp, i raccon- die Nichtexistenz vergegenwärtigbar. gio in cui le svolte cui conduce l’adden- ti di Don San Juan (2002) e, prima anco- Doch geschrieben oder gelesen oder ge- sarsi del flusso poetico si rivelano acro- ra, i due volumi di liriche, Luren, Reeden dacht ist es wie den Tod anderer sehen, bazie verbali e fonetiche portatrici di e Nichte (Nulla, al plurale) raccolta dal nicht aber selber erfahren, solange ich messaggi piuttosto scontati sull’illusorietà titolo più che emblematico del gesto e nicht selber tot bin. Es geht aber ums Le- dell’unione amorosa e della fusione delle delle tematiche tipici di questo autore. ben, und es kommt vom Wort. Ich kom- anime, o sull’origine comune di amore, L’opera con cui Uetz ha raggiunto una me ums Leben, wenn ich nicht zu Wort poesia e tensione religiosa (esemplare in certa notorietà è però il volume di prose komme». tal senso è Du dichtendes Gebet). Forse Zoom Nicht, del 1999, premiato allo In- Nell’itinerario dei giochi linguistici di si tratta in questi casi ancora di poesie che geborg-Bachmann-Wettbewerb. queste dichiarazioni introduttive Uetz andrebbero ascoltate in una delle perfor- enuncia la sua poetica e, al tempo stesso, mance di spoken poetry per cui Uetz è il tema centrale delle liriche di questa rac- famoso, e che invece, sulla pagina di un colta. Si tratta di poesie apparentemente libro, hanno un effetto talvolta persino erotiche o amorose, che hanno i loro im- irritante. Una spiegazione potrebbe stare portanti e talvolta troppo dotti riferimen- nelle affermazioni che chiudono la breve ti in Celan, nel Rilke dei Gedichte an die prosa introduttiva del volume: così come Nacht e delle ultime poesie, ovviamente per Uetz è inutile vedere la morte di altri, nel Novalis degli inni alla notte, nel mito perché per il poeta la questione vitale con- wagneriano dell’amore, così come, a li- siste nel «prendere la parola», così forse vello linguistico-filosofico, in Heidegger, è inutile essere ‘lettori’ di questa poesia, nella mistica tedesca, nella poesia medie- che andrebbe piuttosto esperita nella sua vale (il titolo del secondo ciclo è «Minne realtà di bisogno vitale dell’autore. sang») e così via. In realtà, il tema più Gianluca Miglino scoperto di queste poesie è l’impossibili- tà dell’amore, che diventa il presupposto irrinunciabile del (ri)fluire dell’energia JAN WAGNER, Guerickes Sperling, erotica nel pulsare del linguaggio e della Berlin, Berlin Verlag 2004, pp. 84, e parola poetica, il che, per il poeta minac- 16,00. ciato persino della perdita della «Ni- chtexistenz», è questione appunto di vita L’immagine che chiude il volume di

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bra emergere già in prima istanza una duttiva botanischer garten: «kahl-kühl»; certa casualità del momento tematico- «wachs-gewächs»; «verdrehte-drähten») contenutistico. La copertina nera, su cui o spezzate per tmesi. spiccano i volti inquietanti del quadro The In questo senso la lirica di Jan Wagner Experiment di Joseph Wright of Derby, può essere ricollegata, quale variante ‘se- richiamando alla mente il passero sacri- ria’, alla tendenza diffusa nella poesia te- ficato alla scienza nell’esperimento di desca contemporanea che connette il re- Otto von Guericke a cui si riferiscono il cupero di strutture liriche tradizionali a titolo del volume (Guerickes Sperling) e una ritrovata immediatezza espressiva e la poesia omonima, sembra suggerire che è di norma legata a contenuti comi- un’indagine sugli abissi del moderno sulle co-umoristici, come testimoniano ad orme di Durs Grünbein. Sarebbe tuttavia esempio i lavori di Steffen Jacobs. Ma errato – per quanto forse editorialmente anche tale immediatezza dell’espressione, proficuo – inserire la poesia di Jan Wagner che pure sembra superare l’autismo di un nella scia neo-benniana inaugurata da certo avanguardismo di ritorno, non può Grünbein, seppure non manchino nella facilmente eludere la questione di ‘cosa’ breve raccolta richiami più o meno espli- debba essere comunicato, senso e motore citi al tono riflessivo-sarcastico del poeta di ogni comunicazione. E ciò significhe-

liriche Guerikes Sperling, seconda prova di Dresda, come in hauch, dove il «respi- rebbe in ultima analisi anche ridefinire tedesca Poesia poetica di Jan Wagner, è quella della spe- ro» del titolo intende allo stesso tempo spazi, potenzialità, limiti della poesia, dizione di Shackleton in Antartide nel l’alito/anima di un morto per incidente, e destinata altrimenti a rimanere bloccata 1915, quando l’equipaggio della nave af- il profumo (Chanel 5) di una donna che a tra i ghiacci, nella condizione di isolamen- fondata trovò scampo in una scialuppa su margine osserva l’accaduto. to e precarietà esistenziale dei naufraghi cui restò per cinque mesi: «es frißt sich È in realtà difficile, ma forse anche in- di Jan Wagner. von den rändern bis zum herzen / der debito, cercare nel breve volume di Wag- Paolo Scotini scholle stetig vor. dort kauern wir, / vom ner una definita linea poetologica che, al ruß verklebt, wie lettern nach dem di là degli interessanti e complessi acco- schwärzen. / die blanke fläche. dieses blatt stamenti simbolici e di uno sguardo stra- RIVISTE papier.» (si consuma dai bordi fino al cuo- niato su un reale che è anche e soprattut- re / la lastra di ghiaccio, senza sosta. qui to ‘storia’, tocchi essenziali nodi sociali AKZENTE, Zeitschrift für Literatur, stiamo, / incollati dalla fuliggine come let- o esistenziali. Le composizioni di Jan Heft 1, Februar 2004; Heft 2, 2004; Heft tere dopo l’annerimento. / la superficie Wagner vivono invece di un giuoco tutto 3, Juni 2004, e 7,90, Postfach 860420, D- bianca. questo foglio di carta.) La variante interno alla poesia stessa e di valore emi- 81631 München. ‘polare’ della metafora del paesaggio nentemente musicale. come foglio scritto ci presenta implicita- Tale musicalità si sviluppa anche e so- Il primo numero della rivista monacen- mente la poesia nella situazione di un prattutto nella ripresa di forme e struttu- se si apre ricordando la figura e il ruolo naufrago alla deriva, in attesa di essere re liriche tradizionali che porta l’autore a del suo fondatore, il germanista Walter ritrovato, un’immagine che potrebbe es- cimentarsi, oltre che con moduli rimici e Höllerer, che, scomparso lo scorso anno, sere anche vista come rimando al celania- ritmici noti, con modelli più esotici per la si era trovato negli ultimi tempi al centro no «messaggio nella bottiglia» dell’allo- lirica tedesca, come l’haiku (il ciclo ein di svariate polemiche per essere stato un cuzione per il premio della città di Bre- japanischer ofen im norden), la catena di tempo iscritto alla NSDAP. Come a sug- ma. Ma dove Celan evidenziava soprattut- sonetti (görlitz), la canzone sestina (der gellare la fiducia del direttore Michael to un’urgenza di dialogo (l’importanza del veteranengarten). Tale poesia nasce, Krüger nel ruolo della ‘verità’ della lette- messaggio e della speranza di trovare un come è evidente, sotto il segno dell’eclet- ratura rispetto alla retorica massmediati- interlocutore), nell’immagine di Jan Wag- tismo e di una apparente naturalezza del ca, il quaderno propone alcune liriche di ner, nato nel 1971 e già noto per il suo rapporto con la tradizione, sebbene forme Dürs Grünbein tratte dal ciclo Fleisch und precedente volume Probebohrung im chiuse, strutture ritmiche più o meno com- Stein, una poesia filosofico-erudita che Himmel (2001), l’accento sembra cadere plesse non abbiano qui valenza sostanzia- scandaglia biografie di artisti e pensato- sulla condizione di abbandono a se stes- le. Esse non affermano, ma al tempo stes- ri, qui Vermeer e Spinoza. Molto spazio sa della scrittura poetica, una condizione so non negano, testimoniando piuttosto la trova anche il poeta israeliano-tedesco di cui la sua produzione lirica è espres- volontà di recuperare una certa ‘piacevo- Elazar Benyoëtz, autore in lingua tedesca sione emblematica. lezza’ della lettura, affrancando la poesia di aforismi e liriche incentrate sul moti- Poesia di viaggio e d’occasione, poe- da un eccessivo carico di responsabilità. vo della memoria dello sterminio sul filo sia stagionale, descrizioni di quadri (il La composizioni di Wagner mirano al pia- di una poetica del montaggio e della cita- ritratto di Massimiliano I di Dürer in gra- cere di riconoscere il flusso delle melo- zione criptica, con echi da Benjamin e natapfel), riflessioni su personaggi stori- die o di identificarne i toni discordanti, di dall’Antico Testamento, ma anche versi ci (kolumbus, saint-just): le composizio- scoprire le sottili divergenze che sorpren- del giovane Herming Ziebritzky (nato nel ni di Wagner attraversano tutta la canoni- dono – almeno inizialmente – il lettore, 1961) e la poesia cronachistico-telegrafi- ca gamma tipologica dell’esperienza liri- ad esempio nel raffinatissimo giuoco delle ca di Kornelia Koepsell, con il ciclo Im ca, anche se proprio in tale varietà sem- rime imperfette (come nella poesia intro- Ring.

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 161 Schreibheft

Il secondo quaderno della rivista usci- SINN UND FORM, Beiträge zur Li- no spiccano invece le poesie di un altro to nel 2004 è dedicato, per quanto riguar- teratur, H. 1, 2004; H. 2, 2004, H. 3, giovane poeta di Dresda, Christian Leh- da la poesia, a Emily Dickinson, qui pre- 2004, e 12,50, Tucholskystr. 2, D- nert, incentrate attorno al motivo della sentata in una scelta di traduzioni a cura 10117 Berlin. memoria quale riesumazione archeologi- di Gunhild Kübler, che sta preparando ca di oggetti affioranti da un paesaggio un’edizione completa delle liriche della «Trümmerhaft oft / die Überlieferung, vulcanico, una immaginaria Pompei del- poetessa americana, mentre il numero di / die ihn anspricht, / die er durchwandert». la memoria dove «tutto è traccia». giugno ruota attorno allo scrittore e criti- («Un cumulo di macerie spesso / la tradi- [M. L.] co Witold Gombrowicz, ricordato e osser- zione, / che a lui si rivolge, / che lui attra- vato da una duplice prospettiva tedesco- versa»). È un verso tratto dalla poesia di ZWISCHEN DEN ZEILEN, Eine polacca, tra cui figura la voce del poeta Walter Helmut Fritz dedicata a Hans Ge- Zeitschrift für Gedichte und ihre Poetik. Adam Zagajewski. org Gadamer, pubblicata sul secondo nu- N. 22, Dezember 2003, e 17,00, Urs En- Monica Lumachi mero di «Sinn und Form» del 2004, un geler, Postfach, Dorfstrasse 33, CH - 4057 omaggio che sottolinea il ruolo di Gada- Basel. mer – «punto di orientamento intellettua- SCHREIBHEFT, Zeitschrift für Lite- le», come ha ricordato di recente il diret- Ancora nel segno della traduzione il ratur, Nr. 61, Oktober 2003, e 10,50, Ri- tore Sebastian Kleinschmidt – per la rivi- numero 22 della rivista di poesia e poeti- godon-Verlag, Nieberdingstr. 18, D – sta, impegnata a portare avanti, all’indo- ca diretta da Urs Engeler, che viene ad

Poesia tedesca Poesia 45147 Essen. mani della caduta del muro e con questo aggiungere un’ulteriore e importante tas- delle ‘certezze’ ideologiche, un dialogo sello al discorso contemporaneo su que- C’è una poesia e una letteratura che filosofico, teologico ed estetico attorno sta fondamentale attività di mediazione e ancora non ha rotto i ponti con il moder- alle possibiltà di recupero di una trascen- interpretazione. no, che persiste nella sfida formale come denza nell’epoca «postsecolarizzata» Al centro del volume sono le traduzio- momento di relazione – più o meno criti- (Habermas). Tra gli interlocutori di que- ni dei sonetti di Shakespeare da parte di co – con il reale. Se in Germania questa sto numero spicca in particolare Durs Franz Josef Czernin e di Felix Philipp tendenza appare in questi anni particolar- Grünbein, con un ciclo di poesie dedica- Ingold, non a caso due tra i poeti contem- mente agguerrita, ciò si deve anche alla te a Dresda e Berlino, rispettivamente la poranei più impegnati anche in campo presenza della rivista «Schreibheft», sno- città natale e luogo di residenza del poe- teorico. Particolarmente interessante ap- do di raccordo tra una tradizione della ta, ma soprattutto luoghi simbolo della pare l’esperimento di Ingold di ritradurre modernità che viene riesumata in tutte le micro- e macrostoria tedesca; ciclo che Shakespeare a partire dalle varie e discor- sue facce, e la ricerca poetica contempo- Renatus Deckert, in un denso commento danti traduzioni in lingua russa, soprattut- ranea. Paradigmatico in questo senso è il dal significativo titolo Der Nachgebore- to alla luce degli alti risultati lirici che numero 61 della rivista, che è possibile ne auf dem Barockwrack (Il postero sul emergono da questa traduzione ‘di secon- suddividere in due blocchi principali: il relitto barocco) legge nel complesso del- da mano’, in cui un sonetto appare in tre- primo dedicato alla riscoperta di autori la produzione grünbeiniana, confrontan- quattro varianti completamente dissimili eccentrici o comunque dimenticati come dolo con altre, diverse rielaborazioni poe- e che pure mantengono un affascinante Michael Georg Conrad, Hans Flesch e tiche dei luoghi di Dresda (Braun, Cze- legame con l’originale. Paul G. Erhardt, e l’altro riservato a in- chowski, Mickel, Tragelehn). Se il grigio- Alle versioni da Shakespeare si affian- terventi di poeti contemporanei. Oltre alla re quotidiano del socialismo reale e la cano poi le libere traduzioni da John Don- composizione poetico-fotografica Bunte centralità del tema delle macerie di un ne di Benedikt Ledebur, che presenta an- Tuben I-XVI, di Brigitta Falkner, costrui- passato glorioso caratterizzano le poesie che alcune proprie odi che propongono ta su anagrammi, vengono presentati al- dedicate alla propria città, in cui il sarca- una rifunzionalizzazione attualizzante di tri tre autori sotto il titolo comune di Kopf- smo grünbeiniano non concede alcun spa- questa forma classica. meinkopf. Tra essi colpisce in particola- zio al mito della ‘Firenze sull’Elba’ rasa In questo senso il volume della rivista re, accanto alla poesia neobeat – ma sem- al suolo dalle bombe alleate nella notte del si pone quindi implicitamente anche come pre estremamente viva e affascinante – di 13 febbraio 1945 («Doch Erinnerung, der un momento di riflessione sulla questio- Paulus Böhmer e alle composizioni foni- Vorrat Luft da an Legenden, / Ist längst ne dell’utilizzo, nella poesia contempora- che neofuturistiche di Urs Alleman, la aufgebraucht, und jede Heimkehr wird nea, di forme chiuse, più o meno eredita- forza linguistica di Anja Utler (nata nel bestraft» si legge in Dreizehnter Februar), te dalla tradizione (si veda a questo pro- 1973) nella sua rilettura del mito di Mar- Berlino è la cifra dell’oggi, punto di tran- posito anche la recensione al volume di sia (marsyas, umkreist). sito (Transit è il titolo di una poesia) aper- Jan Wagner in questa sezione e il numero Ma la parte forse più interessante – e to a ogni possibilità. XXIII di «Semicerchio»: Antropologia in cui si arriva ad un rapporto diretto tra Grünbein è già presente nel primo nu- del sonetto). ‘nuova’ e ‘vecchia’ modernità – è quella mero del 2004 di «Sinn und Form», dove Appesantiscono invece il numero i due dedicata a Gertrude Stein, presentata con compaiono materiali legati al ciclo Vom saggi teorici – di Thomas Poiss su Czer- traduzioni e interventi critico-creativi di Schnee oder Descartes in Deutschland nin e di Ledebur sull’Ode – e che pure Ulf Stolterfoht e Barbara Köhler, due voci (Della neve o Cartesio in Germania, sono purtroppo paradigmatici nel ricorso tra le più rappresentative e suggestive del- 2003), insieme a liriche di Harald Hartung a un indigeribile ductus diventato lo stan- la ricerca poetica contemporanea. e di Nico Bleutge (nato nel 1972 a Mo- dard della germanistica tedesca. [P. S.] naco). Nel terzo quaderno uscito quest’an- [P. S.]

semicerchio rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 162 POESIA E ROCK a cura di Alex R. Falzon

“MASKED AND ANONYMOUS” (2003): nendo canzoni dell’‘era della protesta’ coro femminile, ed una It’s Alright, Ma, DYLAN & IL CINEMA (quali Blowin’ in the Wind oppure A Hard I’m Only Bleeding dalla forte carica cor- Rain’s A-Gonna Fall) che da tempo ave- rosiva, e dove lui ‘sputa’ fuori le parole I. I paragrafi che seguono si prefiggono va tolto dalla propria scaletta. con la raffica virulenta di una mitraglia- un duplice scopo: non solo di recensire il Negli altri ‘film-concerto’ in cui appa- trice impazzita). E poi, sempre in questo film Masked And Anonymous, in cui Bob re – e cioè The Last Waltz e Hard Rain – gruppo di films, non vanno tralasciate The Dylan, dopo circa 17 anni, recita una parte egli svolge, rispettivamente, un ruolo ‘co- 30th Anniversary Concert Celebration determinante (anche per via della colon- rale’ e ‘centrale’. In The Last Waltz (1977, (1993; prodotto da Jeff Rosen) e, infine, na sonora stessa del film); ma di conte- diretto da Martin Scorsese e da molti con- MTV Unplugged (del 1994). stualizzare tale film all’interno dell’ormai siderato il miglior film musicale in asso- In The 30th Anniversary Concert Cele- lunga carriera cinematografica del cantau- luto), Dylan è solo uno dei tanti ospiti del bration, di nuovo al Madison Square Gar- tore statunitense. In altre parole, verrà de- concerto d’addio della Band (come Van den, un folto gruppo di musicisti ha reso lineata una breve cronistoria del rapporto Morrison, Dr. John, Neil Young, Muddy tributo all’allora trentennale carriera di Poesia e rock che, a partire dagli anni ’60, ha legato Waters, Joni Mitchell, eccetera), per Dylan (che ha chiuso lui stesso la serata Dylan al mondo dei Fratelli Lumière. quanto sia l’ospite finale; e canteranno con una versione acustica di Girl From the Anzi tutto, c’è da dire che ho visto insieme quei brani – davvero incande- North Country); la maggior parte degli Masked And Anonymous sul DVD ingle- scenti – da I Don’t Believe You a Forever artisti invitati, comunque, forse perché un se di recente uscita (arrivato dall’Inghil- Young, passando attraverso l’estatica I po’ intimiditi dall’impressionante canzo- terra, dove il film, per l’appunto, è ‘pas- Shall Be Released – che, negli anni, han- niere di Dylan, si sono limitati a riprodur- sato’ solo in DVD e VHS, saltando quin- no vitalizzato la stretta colloborazione tra ne delle covers senz’anima; per cui, in di un’eventuale apparizione in sala); e Dylan e The Band. Il film Hard Rain mezzo a tale ‘deserto’ creativo, hanno la- temo che lo stesso destino gli spetterà (1976), come si è detto, è dedicato inte- sciato la propria impronta solo una man- anche in Italia: per cui dovremmo accon- ramente ad un concerto di Dylan, tratto ciata di essi: tra cui Lou Reed (la cui sar- tentarci di non vederlo mai sul grande dalla sua Rolling Thunder Revue (appar- donica Foot of Pride sembra proprio un schermo; e ciò è un vero peccato: perché so poi anche su vinile, sempre nel 1976), brano uscito dalla sua penna); Eddie Ved- ogni film che viene visionato sul piccolo e dove Dylan comincia stravolgere le can- der e Mike McCready (che hanno canta- schermo del video perde, inevitabilmen- zoni classiche del suo repertorio (cosa to insieme la funerea Masters of War, con te, non solo in spessore, ma anche in pro- che, oggi, fa abitualmente nel corso del un ritmo così allucinato che, non a caso, fondità. La colonna sonora, tuttavia, era Never Ending Tour, avviato nel lontano ricordava quello di una campana suonata già uscita da un anno (anche in Italia), in 1986, sconcertando i suoi fans di ‘primo ‘a morto’); e poi bisogna menzionare l’in- contemporanea con l’uscita del film ne- pelo’): in questo caso, sto pensando ai tramontabile, ma sempre dinamico, Neil gli Stati Uniti; avrò, comunque, occasio- gustosi, e nuovi, arrangiamenti di Mag- Young (in una trascinante versione di Just ne di tornarci sopra tra non molto. gie’s Farm, nonché di Lay, Lady Lay. Da Like Tom Thumb’s Blues), senza tralascia- I films di Dylan si dividono, in larga questa fortunata tournée è scaturito quel re Johnny Winter (la cui performance di misura, in ‘musicali’ e ‘non-musicali’; ‘in ‘diario di bordo’ (il Rolling Thunder Lo- Highway 61 Revisited è pura dinamite larga misura’ perché Renaldo and Clara gbook, per l’appunto, del 1978), ad opera che, per una volta, infonde gioia). (1979; scritto e diretto da Dylan stesso) è del grande drammaturgo Sam Shepard Infine, c’è MTV Unplugged (uscito su un ibrido tra questi due generi. che, nel 1986, contribuì a scrivere, a quat- DVD solo quest’anno): si tratta di un con- I films ‘musicali’, poi, sono tutti dei tro mani con Dylan, l’unico pezzo – dav- certo, registrato negli studios sulla East documentari: o, se vogliamo, sono delle vero stupendo, lungo 17 strofe – dell’al- Coast della Sony, nel 1994: un concerto registrazioni live di memorabili concerti bum Knocked Out Loaded (altrimenti tra- più che dignitoso (e che il New York Ti- in cui Dylan ha partecipato; e qui penso a scurabile); Brownsville Girl non solo è mes giudicherà uno dei suoi migliori da- Concert for Bangla Desh (uscito nel una delle sue canzoni più belle degli anni gli anni ’60; ma il 1994 fu un ‘anno ma- 1972) che, in un certo senso, segna il suo ’80, ma è anche estremamente ‘cinema- gico’ per tutto il Dylan live); grazie an- grande ritorno sulle scene, dopo la sciat- tografica’ , con le sue molteplici allusio- che al batterista, Winston Watson, che ta performance del 1969 all’Isola di ni al western di Henry King (The Gunfi- mostra di avere un orecchio davvero in- Wight, di cui si salva solo il brano Min- ghter, del 1950, con Gregory Peck). fallibile per il ritmo, e che sa sempre come strel Boy (incluso poi sul doppio album, Sempre in questa categoria del ‘film- accentuare ogni brano con il suo proprio Self-Portrait, del 1970), dove un Dylan concerto’ (con Dylan che vi occupa un battito sanguigno. Tra i brani memorabi- del tutto privo d’ironia, si domanda: posto centrale), si può annoverare Hard to li, si possono menzionare la sottovalutata «Who’s gonna throw this Minstrel Boy a Handle (1986; diretto da Gillian Arm- Shooting Star, la magnifica Dignity (uno dime?». Nel Concert for Bangla Desh (re- strong) dove Dylan, in Australia, si esibi- dei migliori pezzi dell’ultima produzione gistrato al Madison Square Garden di sce insieme a Tom Petty e The Heartbre- di Dylan), nonché una ipnotica Desolation New York, nell’agosto del 1971), Dylan, akers (e dove spiccano sia una In the Gar- Row (che avrà senz’altro suscitato più di invece, accontenta i vecchi fans ripropo- den molto spirituale, potenzializzata dal un fantasma, soprattutto per chi, all’epo-

rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 163 Bob Dylan

ca, aveva più di quarant’anni). cinematografico di Cannes del 1978 ed è, In Pat Garrett e Billy the Kid, uno dei I documentari ‘non-musicali’ centrati come ho scritto sopra, un incrocio tra il tanti films western in cui Peckinpah met- su Dylan: sono, essenzialmente, due: documentario ‘non-musicale’ e il ‘film- te a nudo i miti della frontiera, Dylan ebbe Don’t Look Back (diretto da D.A. Penna- concerto’: in quanto alterna riprese – ef- una parte tanto breve quanto intensa: quel- baker) e Eat the Document (co-diretto da fettuate nel 1977, durante la tournée con la dell’emblematico ‘Alias’ (anche se il Pennabaker e da Dylan stesso), entrambi la Rolling Thunder Revue – con l’aggiunta nome, e il personaggio, figuravano già nel del 1967, ma filmati qualche anno prima di parti ‘narrative’ e ‘sceneggiate’ (in al- romanzo di Rudy Wurlitzer da cui fu tratto e, quindi, con un Dylan eletrizzante ed in tri termini: si tratta della tentata realizza- il film), in cui, alla fin fine, grazie alla sua pieno ‘stato di grazia’. Don’t Look Back, zione degli intenti – allora mancati – in- recitazione nervosa e scattante, Dylan se girato in un bianco e nero sgranato, in sin- siti in Eat the Document). Il film, che ori- la cavò piuttosto bene, suscitando il plau- tonia con lo stile cinéma vérité voluto da ginariamente durava più di quattro ore, so della critica, nonché dei fans. Ma fu il Pennabaker, segue, insegue, e perseguita venne stroncato ovunque, anche se Paul film stesso a non farcela affatto, perché il Dylan durante la sua tournée inglese del Williams – uno dei critici più autorevoli di produttore (Gordon Carroll, che non ave- 1965 dentro e fuori i camerini dei teatri, Dylan – lo chiama (in Bob Dylan: Watch- va fiducia in quella ‘testa-matta’ che per le camere d’albergo, le sale dove incon- ing the River Flow, del 1996), un grandio- lui era Peckinpah), glielo massacrò: ese- tra i giornalisti (e se li mangia), gli uffici so film epico incompreso, volutamente guendo un altro montaggio che, tra l’al- dove si firmano i contratti, i taxi ed delle non-lineare ed enigmatico, il cui stile ‘de- tro, aveva riarrangiato la colonna sonora, auto che lo portano ai concerti, in modo costruzionista’ era un po’ in anticipo rispet- scartando – in tal processo – brani già

Poesia e rock serrato e claustrofobico, registrando tut- to ai tempi. Teniamo Renaldo and Clara a scritti (come la tutt’oggi inedita Goodbye to e tutti, dimostrando – se non altro – mente, perché, tra non molto, ci aiuterà a Holly) oppure introducendoli in sequen- l’enorme pressione a cui era sottoposto. I capire meglio Masked And Anonymous, ze che Dylan non aveva previsto creando, brani cantati in concerto (tra cui l’ine- che ne è l’odierna re-incarnazione. così, delle ‘atmosfere’ sonore ben diver- briante Gates of Eden, l’agghiacciante se da quelle anticipate. Se non altro, Dy- The Lonesome Death of Hattie Carroll, II. Il ‘Dylan-attore’ (il che, di per sé, è già lan imparò una dura lezione da questo l’incantevole Love Minus Zero, eccetera, abbastanza ossimorico, in quanto lui, co- film, da lui successivamente messa in pra- sono davvero troppo brevi; benché questo munque, si porta sempre addosso le mol- tica per il suo Renaldo and Clara: ovve- film contenga ciò che è senz’altro il pri- teplici maschere sfuggenti che ruotano ro, che a Hollywood è impossibile realiz- mo video-clip della musica rock (di cui attorno al suo nome ‘Dylan’, esso stesso zare un film creativo e che, se vuoi fare a Dylan, all’epoca, andava tracciando la – in origine – uno pseudonimo), si foca- modo tuo, devi controllarne ogni minimo futura grammatica e sintassi): Subterre- lizza attorno a tre films: Pat Garret and elemento: dalla casa di produzione alla nean Homesick Blues. La breve canzone Billy the Kid (1973; diretto dal grande, ed distribuzione. (che è un primo tentativo da parte di Dy- eccentrico, Sam Peckinpah), la cui melan- Il prossimo film con Dylan, questa vol- lan di fondere il folk al rock, unendo conica colonna sonora si deve interamente ta protagonista, Hearts of Fire, si rivelò Chuck Berry a Woody Guthrie, e recente- a Dylan (è qui che appare, per la prima essere un vero fiasco su tutti i fronti, in- mente ripresa dai Red Hot Chili Peppers), volta, quell’indimenticabile spiritual che cluso quello della colonna sonora (con si sente mentre, nel cortile dell’albergo è Knockin’ on Heaven’s Door); e poi He- soli due brani scritti da lui; e non tra i suoi Savoy londinese, sullo sfondo, Allen Gin- arts of Fire (1987; diretto da Richard migliori). Il film di Marquand – regista di sberg e Ringo Starr passeggiano da destra Marquand, e la cui colonna sonora solo Guerre Stellari – venne girato in Inghil- a sinistra e, in primo piano, Dylan regge, e in parte è di Dylan); e, infine, il già ram- terra e qui Dylan interpreta la parte di una poi lancia, dei cartelli contenenti le paro- mentato Masked And Anonymous (2003; cinica ex-rockstar che si contende l’amo- le-chiave del testo, mostrate in sincronia diretto da Larry Charles, un cineasta in- re di una aspirante cantante (‘impersoni- con la loro apparizione nel brano. dipendente e svincolato dall’ideologia ficata’, si fa per dire, dall’insipida Fiona Eat the Document, invece, doveva es- meretrice di Hollywood). Flanagan), gareggiando con una moderna sere – nelle intenzioni di Dylan – una spe- A dire il vero, la carriera di ‘Dylan-at- rockstar (interpretata dall’altrettanto cie di ‘anti-Don’t Look Back’ (e ciò è tore’ ebbe inizio con un vero e proprio scialbo Rupert Everett); il film sparì su- implicito già nel titolo); cioè: doveva es- fuoco d’artficio, negli anni ’60, allorquan- bito dalla circolazione e non venne nem- sere ‘in positivo’ ciò che l’altro film era do, bazzicando fugacemente la Factory meno distrubuito negli U.S.A., se non nel ‘in negativo’, e doveva, perciò, lasciare newyorkese di Andy Warhol, andò a fini- mercato degli home videos, nel 1990. più spazio alla creatività, all’inventiva e re in uno dei suoi films muti sperimentali L’unica cosa buona che sortì dal soggior- all’improvvisazione (in una serie di ‘sce- (Fifty Fantastics, conosciuto anche con il no inglese di Dylan, fu la realizzazione di nette’ esistenziali e di ‘quadri’ surreali). titolo Fifty Personalities, girato tra il 1964 un documentario, di 50 minuti, Getting to Dylan volle, ed ottenne, il controllo asso- e il 1965). Anzi, già nel 1963, Dylan era Dylan (1987), diretto da Christopher luto del film ma, non essendo del tutto apparso, con una breve parte (da ‘ribelle Sykes per la BBC, il cui pezzo forte fu sicuro circa gli obiettivi finali, non ne ri- incompreso’) sulla televisione inglese, in l’intervista filmata di 25 minuti, nel cor- mase affatto soddisfatto; per cui, alla fine, un testo teatrale, Madhouse on Castle so della quale il cantante affronta serena- il documentario venne mandato in onda Street (con David Warren, quello di Mor- mente il tema della propria fama ed ico- una volta sola da una stazione televisiva gan matto da legare,1966), trasmesso dal- nografia. newyorkese e, da allora, è sparito dalla la BBC, e nei cui titoli figurava la sua Tra gli anni ’80 e ’90, Dylan ha anche circolazione. Blowin’ in the wind, allora fresca di com- partecipato alla produzione di una dozzi- Renaldo and Clara, scritto e diretto da posizione; la pellicola, purtroppo, è sta- na di video-clips per promuovere i suoi Dylan stesso, venne presentato al festival ta, nel frattempo, distrutta. nuovi album (a partire da Sweetheart Like

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You, realizzato nel 1983); ma, poiché ha mai di recitare in un film e, alla sua rispo- Masked And Anonymous è un film in- sempre collaborato a malincuore a questi sta positiva, gli fu domandato di che cosa quietante ed intrigante e, talvolta, lo am- progetti – proprio lui che, come abbiamo si sarebbe trattato; allora, Dylan rispose metto, può esasperare chi ‘dylaniato’ pro- visto prima, aveva creato questo genere che tale film sarebbe stato, semplicemen- prio non è (né vuole esserlo). Mi ha ricor- con Subterrenean Homesick Blues – non te, «una lunga canzone». Ebbene, ecco dato la Cinico TV di Ciprì e Maresco: ma merita soffermarvici sopra più di tanto. che cos’è, in nuce, Masked And Anony- solo, ed unicamente, perché il film di mous: per i ‘dylaniati’, questo DVD sarà Dylan, come i loro corti, raffigura un pae- III. Il rapporto tra Dylan ed il pubblico si come abitare all’interno dell’universo saggio desolato, ‘guasto’ e per niente or- può ormai riassumere seguendo questa canoro di Dylan per l’arco di circa due ganico; in ambedue i casi, non solo tro- ‘fisionomia’ tripartita: 1) innanzitutto, ci ore. Tuttavia, fuor di metafora, ciò è vero viamo che Dio è morto, ma lo è anche sono i ‘non-fans’: cioè coloro che lo ri- anche ad un livello letterale: e ciò succe- l’Uomo, del tutto alienato e degradato, ri- tengono un cantante sorpassato e non ca- de perché la trama del film si dipana, ed dotto ad un oggetto tra gli oggetti (non a piscono come mai venga considerato da ‘illustra’ (se vogliamo), principalmente, caso, è la frase: «This God-forsaken coun- alcuni come una leggenda vivente; 2) poi tre canzoni di Dylan (che appaiono anche try» / ‘Questa nazione dimenticata da Dio’ ci sono i ‘dylanisti’, ovvero coloro che nel film), e sono: Senor (Tales of Yankee quella che udiamo, in voice-over, all’ini- hanno comprato molti suoi albums e che Power) (1978; per via del fatto che gli zio del film). hanno partecipato anche a qualche suo Stati Uniti, nel film, sono governati da una Vorrei chiudere queste riflessioni su concerto; e, infine, 3) ci sono i ‘dylania- dittatura militare d’origine ispano-ameri- Dylan e il cinema riportando due notizie: ti’: cioè coloro che ne possiedono l’inte- cana mentre il paese, stremato, è anche la- la prima riguarda Martin Scorsese (che Poesia e rock ra discografia (ufficiale e pirata) e che cerato internamente da una guerra civile); aveva incluso Like a Rolling Stone nella collezionano ogni concerto, libro, filma- e poi Drifter’s Escape (1968; per via del colonna sonora del suo episodio in New to e souvenir che lo riguarda (scambian- personaggio elusivo, Jack Fate (!), reci- York Stories, del 1989), il quale sta pro- doseli sul web, dove viene chiamato His tato da Dylan, che sta ai margini della gettando una biografia filmata su Dylan, Bobness). Legge); e, infine, Down in the Flood facendo ampio uso di materiale filmico Ebbene, il DVD Masked And Anony- (1971; per via del tono apocalittico, da già esistente, e che percorrerà la vita del- mous piacerà moltissimo ai ‘dylaniati’, imminente Giudizio Finale, che pervade l’artista fino all’uscita dell’album Blon- poco ai ‘dylanisti’ e per niente ai ‘non- tutto il film). In altre parole, Masked And de on Blonde (il primo doppio LP nella fans’ (i quali, comunque, non sono nean- Anonymous, che è altamente autobiografi- storia del rock, lì dove Dylan porta al cul- che consapevoli della sua uscita). Il film, co, è l’erede diretto sia di Eat the Docu- mine la sua ricerca di un suono ‘sottile e sin dalla sua premiére al Sundance Festi- ment (1967) che di Renaldo and Clara mercuriale’ e che, forse, è il suo capola- val del gennaio del 2003, quando metà (1979), da cui riprende molti stilemi e ‘si- voro assoluto). Dylan ha accettato di far- della sala si svuotò, ha attratto soprattut- tuazioni’ di fondo (e ciò spiega anche l’uti- si intervistare nel corso della lavorazione to critiche negative che si sono tutte con- lizzo, da parte di Dylan, di un regista ‘in- di questo documentario di Scorsese, la cui centrate sul fatto che si tratta di un enor- dipendente’ come Larry Charles, non lega- uscita è prevista per il 2005. me vanity trip (o ‘viaggio’ egocentrico e to agli schemi tradizionali hollywoodiani). L’altra notizia riguarda Todd Haynes (il narcisista) da parte di Dylan, che ne ha Se non altro, il DVD merita di esser regista di Velvet Goldmine, 1998) che sta scritto la sceneggiatura originale, insieme visto non solo per quel Dylan granitico ed lavorando su I’m Not There: Suppositions al regista (anche se, nei titoli, il suo con- impassibile (il testimone degli Ultimi On A Film Concerning Dylan. Dylan gli tributo appare sotto il duplice pseudoni- Giorni), ma per quel folto gruppo di atto- ha concesso di utilizzare la sua musica per mo di ‘Rene Fontaine e di Sergei Petrov’). ri davvero eccezionali (che hanno accet- la colonna sonora, ma non vi apparirà Ebbene, in un certo senso, tutto ciò era tato di partecipare per una ricompensa personalmente; anche perché il ‘personag- forse inevitabile: con questo voglio dire ‘simbolica’): da Jessica Lange a John gio’ di Dylan verrà interpretato da ben che qualsiasi film che contenga una per- Goodman, da Jeff Bridges a Penelope sette persone diverse (tra cui un bambino sonalità forte, originale e geniale (come Cruz, e da Mickey Rourke a Bruce Dern; e una donna). I’m not there, come ogni quella di un Dylan o, poniamo, di un Or- e poi: Ed Harris, Val Kilmer, Christian ‘dylaniato’ ben sa, si riferisce a quel bra- son Welles, Carmelo Bene o Federico Fel- Slater, Chriss Penn, eccetera, eccetera, no, per ora inedito (anche se è tra i boot- lini), non può non trasparire da ogni foto- che appaiono fugacemente, spesso in ruoli legs più ricercati di Dylan), tratto dalle gramma del prodotto finale; e Masked comici, e che lasciano tutti la propria im- sessioni musicali che Dylan fece con The And Anonymous, in effetti, ci offre la vi- pronta indelebile. Dunque – e qui bisogna Band nel 1968, a Woodstock, sfociando sione – anche politica – che Dylan ha davvero essere dei ‘dylaniati’ patentati per nei cosiddetti Basement Tapes (di cui solo della società contemporanea (e, per ciò, poter cogliere questo aspetto del film – un quarto è affiorato ‘ufficialmente’). I’m ne siamo grati). tutti questi personaggi (sia quelli ‘cattivi’ not there è un capolavoro imperdibile (ma La colonna sonora, come ora espliche- che quelli ‘buoni’) contengono un ele- già quel genio perverso di Dylan ci aveva rò, non vi svolge una parte meramente mento (sia positivo che negativo) relati- negato, fino a tempi assai recenti, altre decorativa e superflua, bensì un ruolo pri- vo alla vita, alla filosofia, nonché all’arte magnifiche sue canzoni quali Blind Wil- mario e utilissimo alla comprensione stes- di Dylan e, come in un gigantesco puzz- liam McTell, Angelina, Series of Dreams sa della pellicola. Poco tempo prima che le, spetta allo spettatore, che ne fa parte e la già rammentata Dignity). Chissà, for- Dylan venisse coinvolto nel suo primo, integrante, ricollegare tutti i vari pezzi; se il film di Todd Haynes lo convincerà vero, intervento cinematografico (mi rife- tuttavia, il film solleva una moltitudine di finalmente a pubblicare ‘ufficialmente’ le risco a Don’t Look Back), gli fu chiesto, domande che, volutamente, non trovano intere registrazioni dei Basement Tapes nel corso di un’intervista, se prevedeva una immediata risposta. (magari ripulite e in ordine)?

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