POESIA CLASSICA E MEDIEVALE a Cura Di Gianfranco Agosti E Francesco Stella

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POESIA CLASSICA E MEDIEVALE a Cura Di Gianfranco Agosti E Francesco Stella POESIA CLASSICA E MEDIEVALE a cura di Gianfranco Agosti e Francesco Stella La veglia di Venere. Pervigilium Ve- XXI secolo la meritata fama di un com- sto culturale da cui nasce e il pubblico cui neris, introduzione, traduzione e note di ponimento più volte pubblicato, tradotto si rivolge il PV (si parla di ‘marginalità’, ANDREA CUCCHIARELLI (BUR e commentato nel corso del secolo appe- pensando all’Africa del IV sec.); la dia- Classici Greci e Latini), Biblioteca Uni- na trascorso (l’ultima precedente edizio- lettica tra ‘disordine’, su cui poneva for- e versale Rizzoli, Milano 2003, pp. 167, ne è quella a cura di C. Formicola, Napo- temente l’accento Marchesi (vd. p. 54), e 10,00. li 1998), ma ci offre insieme qualcosa di la ricerca di equilibrio. Aspetti, la cui de- nuovo: la non facile ed assai pregevole finizione è resa ardua dal complesso pro- capacità di conciliare un’interpretazione blema di datazione – e, in subordine, di filologico-letteraria di serio livello scien- attribuzione – che viene ampiamente di- tifico con l’agilità e la chiarezza di una scusso nella Premessa al testo (pp. 19-49), presentazione che si rivolge – com’è nel- insieme alle caratteristiche linguistiche, la tradizione della collana – a un più va- stilistiche, metriche e di struttura del com- sto pubblico di lettori, cui restano tuttora ponimento, alla presenza in esso di mo- largamente ignoti i prodotti poetici della delli poetici e filosofici, da cui non si può 1 tarda antichità . ovviamente prescindere anche ai fini della medievale e classica Poesia Il bel saggio introduttivo (La dea, il collocazione cronologica del testo, erra- poeta, la città muta, pp. 7-17) pone subi- bondo tra II e V secolo d.C. (senza dimen- to in primo piano il paradosso e l’affasci- ticare l’attribuzione a Catullo da parte dei nante ambiguità del PV: «Il carme di Ve- primi scopritori). Completano la Premes- nere si chiude con un improvviso cambio sa i capitoli che informano sull’occasio- di rotta. Alla iterata felicità del domani ne – la festa in onore di Venere -, sulla tra- (cras), alla forza della dea che sommuo- dizione manoscritta e sul Fortleben del ve e vivifica, segue, assolutamente inat- carme. Secondo l’uso della collana, la tesa, la dimensione personale della soli- parte introduttiva si conclude con una tudine e del dolore... Sembra che l’inne- Breve antologia della critica (con contri- Una festa notturna primaverile in ono- starsi della individualità, su di una fanta- buti che vanno da Voltaire al 1998) e una re di Venere, celebrata ad Ibla in Sicilia, sia corale di vergini e ninfe, abbia dovuto ricca e aggiornata Bibliografia (pp. 51-72). costituisce lo spunto di questo componi- accendere una incontenibile forza distrut- Per quanto riguarda la datazione, C. si mento di 93 versi, articolati in dieci stro- tiva» (p. 7). Ciò che, infatti, ha più colpi- focalizza su due secoli, il II e il IV, che si fe di disuguale lunghezza, che descrivo- to e colpisce nel componimento è questa presentano come il contesto culturalmente no le manifestazioni della potenza della singolare escursione dalla gioia per la ri- più adatto alla collocazione del PV. La dea, simbolo della forza generatrice che nascita del cosmo, pervaso in primavera preferenza accordata al IV secolo – sen- in primavera spinge il cosmo alla ripro- dalla potenza di Venere, dalla felicità che za tuttavia spingersi ad accogliere la pro- duzione e al rinnovamento. Tramandato- appartiene al domani (e agli ‘altri’), al posta, pur autorevole e per alcuni risolu- ci anonimo in quell’ampia silloge poeti- sentimento del dolore individuale del poe- tiva, di identificare l’autore in Tiberiano ca composta in ambiente africano intor- ta, che appartiene all’oggi, espresso nel- – è in linea con la tendenza predominan- no al VI sec., che va sotto il nome di An- l’enigmatica chiusa: Illa cantat, nos tace- te della critica odierna, che vede nell’im- thologia Latina, il Pervigilium Veneris (= mus. Quando ver venit meum? / Quando piego del tetrametro trocaico (adottato PV) costituisce di tale raccolta il brano faciam uti chelidon, ut tacere desinam? / proprio in questo periodo in composizio- forse più famoso. Dietro il tono voluta- Perdidi Musam tacendo nec me Phoebus ni di maggior impegno), negli elementi mente ‘popolare’ conferito da un’apparen- respicit (vv. 89-91). A chiarire questa «ir- linguistici tardi, nell’interesse per la poe- te facilità di scrittura, dall’adozione di un ruzione disvelante dell’io» (p. 15) e la sia argentea (si riscontrano riecheggia- metro quale il tetrametro trocaico catalet- costruzione dell’intero componimento menti di Calpurnio Siculo e Stazio) ele- tico (il versus quadratus dei carmi trion- come «una specie di trappola emotiva» (p. menti decisivi per una datazione tarda. A fali) e dalla scansione strofica con ritor- 7), concorrono i diversi aspetti esaminati mio avviso, comunque, la questione è tut- nello (cras amet qui numquam amavit, da C.: la ‘poetica dell’immedesimazione’, t’altro che chiusa e proprio le interessan- quique amavit cras amet), vi si cela una che sfrutta le diverse suggestioni poetiche ti osservazioni sull’intenzionalità e sul poesia raffinata e complessa, di un fasci- (ma anche mitologiche, filosofiche, sto- significato stilistico dell’uso di de + abl. no particolarissimo, che ha assicurato al riche) come mezzi di coinvolgimento – un vero e proprio ‘stilema’ per ottenere poemetto fortuna autonoma e costante a emotivo, in una costante tensione tra tra- effetti di immediatezza e spontaneità, cor- partire dalla sua riscoperta in ambito dizione e ricerca sperimentale, che rende rispondenti alla forma non-classica del umanistico. Con questa nuova edizione difficile l’appartenenza del PV a un gene- tetrametro (p. 27 ss.) – sottolineano quel- Andrea Cucchiarelli (= C.) consegna al re definito (epitalamio, inno?); il conte- la tendenza a uno sperimentalismo metri- rivista di poesia comparata XXX-XXXI 2 0 0 4 semicerchio 107 La veglia di Venere co-linguistico, che trova ampio e convin- sospetto de maritis imbribus (già incon- del non facile v. 18: «precipite la stilla si cente riscontro nei poetae novelli: al pre- trato al v. 4), per quanto marinis del Ri- trattiene dal cadere, piccolo cerchio», ziosismo lessicale, che annovera grecismi, vinus non sia del tutto esente dal sospet- dove lo spostamento in fine di verso, dopo termini rari, tecnicismi filosofici (della to di congettura normalizzante con ripre- la pausa, dà forza al nesso orbe parvo. Al dottrina stoico-pneumatistica), si associa sa appena variata, e perciò poeticamente v. 89 la forte contrapposizione tra la gio- la ricercata esibizione di modi popolare- non molto efficace, rispetto alla clausola ia che precede e la malinconica chiusa è schi nel lessico, nella sintassi e nel me- del v. 4. Al testo tràdito si torna anche con sottolineata eliminando il verbo nelle due tro; il trattamento del tetrametro trocaico floribus del v. 13, dopo il largo consenso proposizioni che riguardano la sfera indi- lascia sempre percepire l’autonomia rit- decretato dagli editori alla congettura del viduale del poeta: «lei canta, a noi il si- mica dei due emistichi, scomponendo il Rigler floridis (da riferirsi a gemmis), in- lenzio: a quando la mia primavera?». Dif- verso lungo in due versiculi (vd. Sept. Ser. terpretato sulla scia di Bernardi Perini ficilissima la resa della strofa filosofica, fr. 6), e d’altra parte tende a non far coin- come concettosa distinzione tra l’impor- dove si apprezza soprattutto il tentativo di cidere l’accento ritmico con quello di porarsi delle gemme e l’azione di Venere tradurre con precisione non priva di ele- parola (come invece è nell’Amnis di Ti- che le fa sbocciare in fiori (vd. trad. «Essa ganza la terminologia stoica: «La stessa beriano); tra i modelli fondamentali tro- l’anno, che si imporpora di gemme, co- dea le vene e la mente con pervasivo spi- viamo, accanto a Virgilio e Lucrezio, Ca- lora di fiori»): valide le argomentazioni a rito / dall’interno governa, procreatrice tullo, presente sia nella dimensione ogget- sostegno della scelta (vd. p. 101), anche dalle occulte forze. / ... infiltra la sua for- tiva dell’epitalamio, da cui è ripreso tra se in favore di floridis resta molto forte e za penetrante, nei sentieri generativi, / e l’altro l’uso del ritornello, che in quella attraente il confronto con Apul. met. così volle che il mondo imparasse le vie soggettiva del poeta d’amore escluso dal- 10.29.2 ver... iam gemmulis floridis cun- del nascere» (vv. 63-67). l’amore. Anche l’emergere malinconico e cta depingeret et iam purpureo nitore pra- Completa il volume un’appendice che Poesia classica e medievale e classica Poesia sentimentale dell’‘io’ nella chiusa potreb- ta vestiret. Diversamente da Shackleton raccoglie importanti componimenti tardo- be trovare significativo riscontro nell’ana- Bailey che espunge il verso 58 senza ri- antichi sulla rosa, per lo più anonimi e loga sensibilità espressa da Adriano nel- nunciare alla correzione recentibus, me- tutti provenienti dall’Anthologia Latina, l’apostrofe alla propria animula; e la de- todologicamente corretto è il manteni- alcuni dei quali tradotti per la prima vol- stinazione del carme – che difficilmente mento del tràdito rigentibus (del resto ta in italiano. «Le poesie della rosa» (te- poteva essere riservato a una esecuzione suffragato dal confronto con Tiberian. sto e traduzione, senza commento, pp. collettivo-liturgica, vista la chiusa perso- carm. 1.11) in un verso che è verosimil- 155-165) si collegano da un lato alla ter- nale (giustamente C. pensa piuttosto a una mente privo del suo contesto originale, se, za strofa del PV, dedicata appunto al fio- lettura pubblica per un uditorio scelto, p. sulla base delle convincenti considerazio- re di Venere, dall’altro ci mostrano la dif- 41 s.) – presuppone comunque un pubbli- ni strutturali addotte da C.
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