Estratti Dalla Stampa Locale 29 Marzo 2019
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IL MESSAGGERO VENETO 29 MARZO 2019 Battesimo per il fascicolo elettronico che contiene la storia clinica dei pazienti Fedriga e Riccardi festeggiano: «Rivoluzione storica per il sistema pubblico» Medici, esami e vaccini La cartella sanitaria su cellulari e computer Mattia Pertoldi trieste. Il Friuli Venezia Giulia entra, finalmente, nel XXI secolo dell'informatica sanitaria con il battesimo ufficiale, dopo anni di attesa, del fascicolo elettronico. Una «rivoluzione storica per il sistema» come l'ha definita il presidente Massimiliano Fedriga. Una svolta che «era stata nascosta in un cassetto e che noi, con un pizzico di coraggio e determinazione, abbiamo riportato alla luce» stando alle parole dell'assessore alla Salute Riccardo Riccardi. Sì, governatore e numero due della giunta gongolano e si fanno accompagnare nella "benedizione" del nuovo portale online Sesamo (Servizi salute in mobilità), che contiene il fascicolo sanitario, da quattro medici, tra cui due luminari della medicina nostrana come Gianfranco Sinagra, direttore di Cardiologia a Trieste, e Roberto Petri, numero uno di Chirurgia a Udine.IL PORTALE apertoLa rivoluzione online del sistema passa attraverso il portale studiato e realizzato da Insiel che mette a disposizione dei residenti in Friuli Venezia Giulia e di coloro che hanno eletto domicilio sanitario in regione un paniere di possibilità davvero ampio. Sesamo si divide in due sezioni: una libera e una ad accesso con credenziali personali riservate. In quelli che vengono definiti come "servizi fast", il cittadino potrà liberamente verificare i tempi di attesa nei vari pronto soccorso e gli orari delle guardie mediche oppure delle farmacie di turno, trovare i medici e i pediatri più vicini all'abitazione, leggere i foglietti illustrativi dei farmaci in circolazione e cercare tutte le strutture residenziali per anziani. Non soltanto, però, perché "armandosi" di ricetta medica e codice fiscale si potranno pure verificare i tempi di attesa per le prestazioni nei vari ospedali, prenotare le stesse, nel caso annullarle entro tre giorni dalla data di erogazione, e ottenere i referti online senza andare allo sportello.l'area riservataLa novità più interessante, e apprezzata anche dai medici, riguarda però l'area riservata cui il cittadino può accedere utilizzando la tessera sanitaria - da attivarsi nelle varie sedi delle Aziende e utilizzabile soltanto attraverso un lettore smart card - oppure optando per il codice Spid (Sistema pubblico di identità digitale) facilmente ottenibile online. All'interno della sezione, quindi, è contenuto il profilo sanitario sintetico di ogni cittadino, l'elenco di eventuali verbali di pronto soccorso, le lettere di dismissione, gli esami dei laboratori di analisi e di anatomia patologica, le prestazioni specialistiche erogate e l'elenco delle vaccinazioni dalla data di nascita in poi. La documentazione presente è legata essenzialmente - a eccezione delle vaccinazioni - a quella realizzata con firme digitali e, più in generale, a partire dall'informatizzazione del sistema avviata una ventina d'anni or sono. Attenzione, però, perché il portale non è a senso unico, anzi. Ogni cittadino, infatti, potrà caricare autonomamente sul proprio profilo la documentazione cartacea in possesso. In questo modo il medico - di base o specialista che sia - potrà avere a disposizione, previo consenso obbligatorio da parte del paziente, un quadro completo della vita sanitaria dell'interessato. Quantomeno, a oggi, all'interno del sistema pubblico. «Ma alla maggior parte dei privati accreditati - è stato assicurato dalla Direzione salute - sono già stati forniti i dati tecnici di accesso per incrementare il fascicolo elettronico».fedriga e riccardiUn cambio di passo che viene festeggiato da Massimiliano Fedriga tra una battuta «se ci fosse stato Sesamo non avrei preso la varicella perché avrei saputo di non essere stato vaccinato» e l'aspetto molto più serio. «Finalmente il Friuli Venezia Giulia entra nell'era digitale - spiega -: con questo strumento potremo far interagire le persone con l'amministrazione pubblica avviando una vera rivoluzione del sistema. È un servizio per i cittadini e dei cittadini, ma è utile anche per le casse della Regione. Noi abbiamo messo più denaro di tutti nella sanità, ma questo è denaro dei cittadini che va utilizzato bene, non sperperato. Grazie a Sesamo un medico potrà sapere se un esame è stato effettuato poco tempo prima e dunque non ripeterlo evitando di sprecare importanti risorse». Sulla stessa linea d'onda il vicepresidente Riccardo Riccardi. «Parliamo di uno strumento che cambierà il sistema di lavoro degli operatori - ha detto - tanto è vero come, dopo un po' di tempo, ho riscontrato un nuovo entusiasmo dei professionisti senza il quale non si supera alcun ostacolo. Sesamo si muove in una doppia direzione. La prima è quella che punta a fare correre i dati, non le persone, da un posto all'altro. La seconda è l'aumento della sicurezza dei cittadini perché il medico avrà molte più informazioni, e in breve tempo, a disposizione per curare il paziente. Certo, ci saranno problemi e inconvenienti, almeno all'inizio, e dovremo spiegare bene la novità ai cittadini della regione, ma senza il coraggio di osare non si coglie alcun risultato e, soprattutto, non si migliora la vita delle persone». Anche un pensionato può curare bene un malato Ci sono pochi medici specialisti nei nostri ospedali, ne mancano 1.300, il lavoro di loro competenza resta dunque incompiuto, perciò il governatore Zaia emana una delibera con la quale richiama in servizio i medici andati in pensione. È la stessa idea che hanno in Friuli Venezia Giulia. Il principio è: prima i malati. Abbiamo una donna come ministro della Sanità, Giulia Grillo, e anche lei è dello stesso parere: prima i malati, dunque difende la delibera di Zaia. La ministra spiega il suo pensiero, specificando che questa è una «situazione estrema», non si dovrebbe mai arrivare a questo punto, ma stavolta ci siamo arrivati, e a mali estremi estremi rimedi. Nella Regione però su questo punto si schiera una forte opposizione, con la tesi che la carenza di medici è un male cronico e il richiamo dei medici pensionati (la parola che l'opposizione usa è: «Settantenni») è una soluzione provvisoria, «può funzionare solo per qualche anno». Un alto funzionario sindacale fa un'osservazione drastica: «Per legge, i pensionati non possono lavorare, punto e basta», quindi la delibera della Regione soffre di una tara congenita: è illegittima.Ridotta in parole povere, da uno che non lavora nel settore (non sono un medico), la vertenza sta in questi termini. Non lavorando in questo settore, può darsi che quello che dico sia una sciocchezza. Ma la Sanità è un settore che ci riguarda tutti: non tutti siamo medici, ma tutti, medici compresi, siamo saltuari malati e saltuari pazienti. Il parere dei pazienti nella Sanità è importante. E credo di interpretare il pensiero dei fratelli che ogni tanto hanno bisogno di andare in ospedale se dico: piuttosto che non ricevere nessun servizio, perché non c'è lo specialista, è meglio, mille volte meglio, trovare uno specialista pensionato, che dovrebbe starsene a casa e invece il governo della Regione lo richiama al lavoro. Non c'è peggior situazione, per il malato, che non trovare un medico. Si dispera. Già vedere un camice bianco che gli viene incontro è terapeutico: lo vede e si consola. Gli oppositori di questa soluzione (che, beninteso, è una soluzione di ripiego, siamo tutti d'accordo che bisognerebbe trovare medici in età di servizio) dicono che è una soluzione-tampone, può durare un paio d'anni. Beh, vi pare poco? Dicono anche che questi son medici «settantenni». E con questo? Un medico settantenne può essere più bravo di un medico cinquantenne.Certo, non si doveva arrivare a questa situazione. Non doveva capitare che negli ospedali del Nordest mancassero gli specialisti, e in quantità così massiccia. Noi clienti, noi pazienti, noi saltuari malati non sappiamo come si possa risolvere la questione in via definitiva. Ma diciamo: intanto tamponatela. Pensate anche a noi. Anzi, prima di tutto a noi. Al principio sindacale: i medici pensionati non devono lavorare, punto e basta, ne opponiamo un altro: i malati si devono curare, punto e basta. Quale principio vale di più? i giovani professionisti L'appello dei laureati udinesi «Aumentare le borse di studio» Giulia Zanello UDINE. Aumentare le borse di specialità. Questa per gli aspiranti medici, i neolaureati in Medicina e chirurgia a Udine, dovrebbe essere l'unica, vera, soluzione per arginare la carenza di professionisti.I giovani dottori in medicina, in attesa dell'esame per l'abilitazione, commentano così la decisione di richiamare i professionisti in pensione, a gettone, per la carenza di organico come già avvenuto al Burlo di Trieste. «Non è a tutti chiaro che per poter essere un medico specializzato, e quindi lavorare in ospedale o sul territorio, è obbligatorio, dopo aver conseguito la laurea, formarsi nelle scuole di specializzazione - ritengono i neolaureati -. Queste ultime hanno posti limitati, definiti dalla disponibilità di borse di studio erogate dalle Regioni e dal ministero dell'Istruzione dell'università e della ricerca (Miur). Dunque, a una carenza di borse di studio, corrisponderà una carenza di professionisti». In risposta alla "novità" che è già diventata realtà in alcune strutture, il gruppo di laureati di Udine, in attesa del tirocinio in partenza ad aprile, sottolinea che «all'ultimo concorso di accesso alle specialità mediche il numero dei candidati, medici-chirurghi neolaureati, abilitati e pronti a coprire quei posti vacanti, è risultato essere di circa 16 mila persone, ma tra questi 7 mila 105 sono rimasti esclusi dal mondo della specializzazione, di cui 464 medici in Veneto e 104 in Friuli Venezia Giulia». Si comprende dunque che l'abolizione del numero chiuso per l'accesso al corso di laurea in Medicina e chirurgia non risolverebbe il problema. «Un provvedimento simile non è necessario: esistono già migliaia di medici desiderosi di accedere alle scuole di specialità e che rimangono esclusi a causa della carenza delle borse - insistono i giovani dottori -.