Estratti Dalla Stampa Locale
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ESTRATTI DALLA STAMPA LOCALE IL MESSAGGERO VENETO 7 LUGLIO L'analisi del presidente dell'Istituto superiore di sanità, Brusaferro, collegato con l'università di Udine e i manager regionali «Fvg competente, vinta la sfida Covid Un tesoro d'esperienza per il futuro» Elena Del Giudice udine Cento giorni di gestione dell'emergenza Covid in Friuli Venezia Giulia dal punto di vista della sanità. Centro giorni frenetici iniziati - fortunatamente - una manciata di giorni dopo l'esplosione dell'epidemia in Lombardia, un ritardo che stato determinante per organizzare al meglio la risposta in regione facendo tesoro di quel che stava accadendo altrove. I risultati premiano il Fvg, inserita a pieno titolo tra le regioni virtuose per le modalità, e i risultati, nella gestione dell'epidemia. Di questo si è parlato ieri nel corso del webinar dal titolo "Covid 19 tra Azienda e università, l'esperienza dei primi 100 giorni", organizzato dall'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale e dal Dipartimento di Area medica dell'Università di Udine (Dame) aperto da Laura Regattin, direttore sanitario AsuFc e da Leonardo Alberto Sechi, direttore Dame.In apertura il messaggio di saluti del presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, che ha rimarcato come «la sanità del Fvg ha una tradizione di grande attenzione all'organizzazione e alla qualità e sicurezza delle cure che, unita all'alta professionalità del personale, ha permesso di affrontare con efficacia l'emergenza dell'epidemia da Sars-CoV-2. Eventi nuovi e inattesi come questa pandemia sono fenomeni complessi che richiedono sistemi preparati alle emergenze e all'imprevisto, capaci di rispondere prontamente, di coniugare risposte locali con strategie nazionali ed internazionali e creare sinergie tra tutti gli attori interessati».Ha parlato di «riconversione» dell'ospedale per rispondere prontamente all'avanzare della pandemia Massimo Braganti, direttore generale dell'AsuFc, ricordando l'immediata disponibilità «ad accogliere pazienti dalla Lombardia, in condizioni critiche». Di protocolli innovativi, di nuove metodiche per l'analisi e la produzione di reagenti ha parlato Francesco Curcio, direttore del Dipartimento di medicina di laboratorio AsuFc, mentre sulla gestione efficiente, e sicura per gli operatori, dei pazienti sottoposti a ventilazione non invasiva, ricoverati presso l'edificio di malattie infettive, l'unico con camere a pressione negativa, si è soffermato Carlo Tascini, direttore della Clinica di malattie infettive, che ha anche fatto il punto su terapie rivelatesi efficaci, come quella che impiega l'ozono, o quelle farmacologiche inserite in protocolli di studio.Amato De Monte, direttore del Dipartimento di anestesia e rianimazione, ha spiegato la riorganizzazione dei reparti, con lo spostamento della terapia intensiva ordinaria e la destinazione di poti letto dedicati al Covid, e del potenziamento dell'accoglienza intensiva su base regionale. «Eravamo pronti ad attivare 150 posti, il 60% in più della dotazione ordinaria - ha aggiunto -, fortunatamente non è stato necessario». La definizione dell'impatto del virus Sars-CoV-2 sul sistema immunitario ma anche il punto sui vaccini allo studio sono stati affrontati da Carlo Pucillo, ordinario di patologia generale-immunologia del Dame, mentre Fabio Barbone, direttore scientifico del Burlo Garofolo di Trieste, ha presentato i dati di raffronto tra il Fvg e le altre regioni. «Non solo i nostri - ha sottolineato - ma anche quelli raccolti dalla Fondazione Gimbe e dall'Iss, che ci vedono tra le aree a minore impatto Covid». Dell'esperienza del personale infermieristico ha parlato Maura Mesaglio, referente dell'area infermieristica, mentre Maurizio Scarpa, responsabile del centro di coordinamento malattie rare, «la pandemia ci ha permesso di trasformare situazioni emergenziali in opportunità di crescita e apprendimento», sollecitando un più ampio uso della telemedicina, fondamentale per evitare di esporre a contagio persone colpite da patologie rare.Il nuovo coronavirus colpisce poco i bambini, ma l'emergenza ha impattato anche sulla salute dei più piccini, come evidenziato da Paola Cogo, direttore del dipartimento di Pediatria. Nel periodo in esame se è vero che si sono ridotti gli accessi pediatrici, sono aumentati di molto i ricoveri dei bambini giunti all'attenzione dei medici con maggiore ritardo.Epidemia e lockdown hanno impattato poi sugli screening oncologici, ha segnalato Giuseppe Tonutti , direttore dell'Arcs, non ancora tornati a regime, così come hanno causato il rinvio di prestazioni sanitarie e interventi programmati. Una nuova andata «andrà affrontata con modalità diverse - ha concluso - evitando di mandare in difficoltà tutti gli altri settori della salute».Al webinat hanno partecipato anche Gianluca Tell, Alessandro Cavarape del Dame e Roberto Pinton, rettore dell'Università degli Studi di Udine. sanità pubblica Pressing dei sindacati: confronto con la giunta UDINE Quali sono le risorse che verranno investire sul rafforzamento della sanità pubblica? Come si perseguiranno gli obiettivi di rafforzamento dei servizi territoriali e dei dipartimenti di prevenzione? E quali sono le strategie per far fronte alle carenze di personale, alla crescita delle liste di attesa e a un'eventuale seconda ondata di contagi nei prossimi mesi? Queste alcune delle grandi questioni su cui i sindacati chiedono con insistenza l'apertura di un confronto con l'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi anche alla luce delle nuove ipotesi di ripartizione delle risorse nazionali destinate alle Regioni Speciali e in relazione a un eventuale accesso al Mes. Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia ne parleranno nel corso di una conferenza stampa convocata a Udine per oggi, con inizio alle 10.30, nella sala convegni della Cgil provinciale, in via Gio Batta Bassi 36. Oltre ai segretari generali Villiam Pezzetta, Alberto Monticco e Giacinto Menis, saranno presenti, con le rispettive segreterie regionali, le categorie del lavoro pubblico e dei pensionati. l'analisi di riccardi e zamaro «La nostra governance ha creato coesione Ora più prevenzione» Elena Del Giudice / udine «Se il Friuli Venezia Giulia ha ottenuto risultati migliori rispetto ad altre aree, è perché qui c'è la governance. Con la diminuzione dei posti letto, sin dalla riforma Fasola, è stato creato un network e questo ha fatto sì che ci fosse coesione, coesione che, in momenti critici come quello affrontato, ha prodotto questi risultati». A dirlo Gianna Zamaro, direttore centrale Salute della Regione Fvg, che ha anche evidenziato una criticità: «se la parte ospedaliera è andata via velocemente, non altrettanto è accaduto nel territorio, dove ci sono stati casi che sono stati controllati ma che potevano essere gestiti meglio». E questo perché, secondo Zamaro, in passato la Regione «ha investito meno del dovuto in prevenzione». Il riscontro è rintracciabile in uno degli indicatori di monitoraggio della Fase 2, forniti dal ministero, «che ci vedono a rischio perché numero degli operatori dedicati è esiguo». L'emergenza Covid è dunque un motivo in più per riprendere il percorso di riforma della sanità regionale «che vede il distretto al centro del sistema» ha aggiunto l'assessore alla Salute, Riccardo Riccardi, per il quale il problema non sta tanto nell'erogazione di maggiori risorse, ipotesi non esclusa, quanto «nell'avere la capacità di analizzare le risorse che ci sono, dove sono allocate rispetto alle necessità. Ed è questa una analisi che il sistema deve avere la forza di fare». Rispetto al futuro, «l'investimento vero deve essere sul territorio, anche responsabilizzando la medicina generale che deve assumersi quota parte di responsabilità sul governo del sistema», ancora Riccardi. Che ha rilanciato sulla necessitò di «rimodulazione e riorganizzazione del distretto che è il nucleo attorno a cui dovremo immaginare il nuovo modello organizzativo». Nel rendere merito al grande lavoro dei professionisti della sanità durante l'emergenza, in prima linea insieme all'Università, che hanno reso possibili i risultati raggiunti in termini di gestione della crisi da coronavirus, di risultati in termini di vite salvate e pazienti curati, l'assessore ha sottolineato l'importanza di apprendere da questa esperienza, valorizzando le positività ma anche mettendo mano alle criticità. «Ci sono aree su cui ci troviamo esposti, una di queste è il modello organizzativo che sta tra domicilio e ospedale. È vero che presentiamo dati migliori rispetto ad altri, ma non possiamo non tenere conto dell'esistenza di aree in cui intervenire». Dalle case di riposo alle Rsa, ma anche sul fronte della disabilità... «L'esperienza non ci ha fatto scoprire nulla, ma ha evidenziato nodi che devono essere affrontati». Riccardi ha poi ricordato «il grande lavoro dei professionisti, ma anche la capacità e l'autorevolezza del governatore in primis a convincere la gente a un comportamento responsabile da parte dei cittadini che - ha aggiunto il vicegovernatore - deve continuare». Indice puntato, inoltre, sull'Europa, ancora una volta assente. «Il virus si muove liberamente, e se qui la situazione è sotto controllo, quali strumenti abbiamo per sapere se altrove sta accadendo altrettanto se non c'è uniformità di criteri nella misurazione dei contagi? » è la considerazione di Riccardi alla luce dei nuovi contagi di "importazione". Guardando al futuro «non va sprecata la lezione della crisi e vanno compiute scelte forti - ha proseguito l'assessore -. Uno degli elementi vincenti credo sia stata la flessibilità