Rapporto 2017 Sull'industria Dei Quotidiani in Italia
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RAPPORTO 2017 sull’industria dei quotidiani in Italia Osservatorio Quotidiani “ Carlo Lombardi ” Il Rapporto 2017 sull’industria dei quotidiani è stato realizzato da ASIG per l’Osservatorio tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione. Salvatore Curiale ha coordinato il progetto ed ha curato la stesura dei testi, delle tabelle e dei grafici di corredo Elga Mauro ha curato l’aggiornamento della Banca Dati dell’Industria editoriale italiana Foto in copertina e sul frontespizio: Marjory Collins, New York Times newspaper, Settembre 1942. Farm Security Administration - Office of War Information Photograph Collection, Biblioteca del Congresso, Washington Osservatorio Tecnico “Carlo Lombardi” per i quotidiani e le agenzie di informazione Via Sardegna 139 - 00187 Roma - tel. 064883566 - fax 064883489 [email protected] 2 Rapporto 2017 sull’industria italiana dei quotidiani PREMESSA Negli ultimi mesi del 2016 e nella interesse nel business editoriale è spesso prima parte del 2017 l’industria italiana sembrato secondario rispetto all’interesse dei quotidiani è stata investita da una politico di avere un piede dentro la stan- fase di grandi cambiamenti, che hanno za dei bottoni di uno dei più importanti riguardato anche e soprattutto le realtà e influenti organi di informazione del no- maggiori del settore. Nel mese di giugno stro Paese, il Corriere della Sera. Anche 2017 si è praticamente completata la in questo caso, l’operazione di Cairo ci fusione tra i gruppi editoriali ai quali fa- consegna un gruppo editoriale di grandi cevano capo i quotidiani Repubblica e La dimensioni, attivo nell’area dei quotidia- Stampa: un processo complesso, avviato ni e dei periodici a larga diffusione, nella più di un anno fa (ne avevamo accennato televisione, nella pubblicità, nell’organiz- nell’introduzione al Rapporto 2016), che zazione di eventi sportivi. Un gruppo con è dovuto passare anche per la cessione una massa critica adeguata a sostenere di alcune testate per evitare che il nuovo gli investimenti che saranno richiesti per soggetto superasse i limiti di concentra- competere con gli altri colossi del setto- zione editoriale previsti dalla legge. Il re, in Italia ed all’estero. risultato di questo processo è un nuovo E se non bastassero le vicende dei due soggetto, GEDI, che riunisce tre storici maggiori gruppi editoriali del nostro Pa- quotidiani nazionali – La Repubblica, la ese, ricordiamo il gruppo 24 Ore che ha Stampa, Il Secolo XIX – 13 testate locali, attraversato una grave crisi e da pochi il settimanale L’Espresso ed altri perio- mesi ha rinnovato la squadra di manage- dici, senza dimenticare la concessionaria ment e la direzione giornalistica, va- di pubblicità, le televisioni, le radio, le rando inoltre un importante aumento di attività digitali e – last but not least – un capitale. O ancora la recentissima deci- importante network di stabilimenti di sione del gruppo editoriale Caltagirone di stampa. Un “campione nazionale” con lasciare la Borsa Italiana, dove il titolo un fatturato nell’ordine dei 700 milioni era quotato sin da quando, all’inizio del di euro e con le dimensioni adeguate per 2000, fu costituita la società che raggrup- confrontarsi con gli altri giganti interna- pava le testate acquisite dal gruppo: Il zionali del settore. Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino. C’è A circa un anno fa, per l’esattezza da augurarsi che l’abbandono della Bor- al luglio 2016, risale la seconda grande sa non preluda ad un disimpegno dalle operazione editoriale dell’anno, ovvero la attività editoriali da parte del gruppo. scalata di Urbano Cairo al gruppo RCS. * * * Il risultato di questa operazione è prima Alla radice di tutti questi cambiamen- di tutto quello di restituire ad un editore ti, e degli altri che – ne siamo certi – se- puro un gruppo editoriale che col passare guiranno nei prossimi mesi ed anni, vi è degli anni si dice fosse diventato una sor- la profonda, radicale trasformazione del ta di club di imprenditori, ciascuno con settore editoriale, in ogni sua componen- interessi primari in altri settori e il cui te: dalla elaborazione delle notizie alla 3 veicolazione dei contenuti, dall’acquisi- te pubblicati dal Pew Research Center, zione della pubblicità alla vendita dei la diffusione dei quotidiani negli USA – contenuti ai lettori ed agli abbonati, sino cartacea e digitale – è stata pari nel 2016 alla questione centrale e decisiva, ovvero a 35 milioni di copie giornaliere, in calo il rapporto con gli Over The Top, i giganti dell’8% rispetto al 2015: il valore più bas- dell’economia digitale che condizionano so da quando – nel 1940 – l’Associazione e regolano l’ecosistema sociale ed econo- degli Editori USA cominciò a raccogliere mico che ruota attorno a Internet. questi dati. E se i ricavi diffusionali sono Per avere un’idea di quanto radicale rimasti stabili intorno agli 11 miliardi sia il cambiamento in corso, basta scor- di dollari, grazie agli aumenti di prezzo rere anche distrattamente i capitoli del delle copie singole e degli abbonamen- Rapporto 2017 con tutti i dati aggiornati ti, il fatturato pubblicitario è diminuito sull’andamento del settore. Basti citare del 10% in un solo anno, da 20,3 a 18,3 solo qualche numero sparso per avere miliardi di dollari. Nel 2005, l’anno dello un’idea delle dimensioni della trasfor- zenit dell’industria editoriale USA, i mazione in corso: negli ultimi dieci anni quotidiani fatturarono poco meno di 50 la diffusione complessiva dei quotidiani miliardi di pubblicità. si è più che dimezzata, passando da 5,4 * * * milioni a 2,6 milioni di copie giornaliere Che fare, allora? Una possibile rispo- al netto della free press, che dieci anni sta sarebbe quella di trasferirsi in India fa valeva diverse centinaia di migliaia dove, in netta controtendenza con quasi di copie al giorno ed oggi è pressoché tutto il mondo, negli ultimi dieci anni la irrilevante. Nel solo 2016 la riduzione vendita media giornaliera di quotidiani delle copie diffuse ha superato il 10%, e i è aumentata da 39 a 62 milioni di copie. primi mesi del 2017 non sembrano disco- Ma, scherzi a parte, non esistono a oggi starsi da questo trend: nel mese di apri- risposte definitive su come arginare la le, ultimo disponibile al momento della crisi di un settore industriale che sino a chiusura di questo rapporto, la diffusione dieci anni fa appariva in ottima salute. è risultata inferiore del 3% rispetto a di- Il futuro va sempre più verso il digita- cembre 2016 e dell’11% rispetto all’aprile le, questo appare chiaro, ma il come, il 2016. quando e soprattutto il quanto si potrà Ancora peggiore, se possibile, la guadagnare con questo passaggio appare performance del mercato pubblicitario. ancora difficile da capire. Possiamo pro- L’ultimo decennio è stato attraversato vare a mettere alcuni punti fermi: da una crisi economica gravissima, la • La carta è destinata ad un consumo più peggiore dal secondo dopoguerra, che in elitario e di nicchia, e sarà sempre più Italia ha visto un calo complessivo degli rivolta a chi chiede qualità, approfon- investimenti pubblicitari del 27%, da 8,8 dimento, articoli ed inchieste lunghi e a 6,4 miliardi di euro, peraltro con un ricchi di immagini e di dati; lieve, promettente recupero (+1,7%) nel • La pubblicità è destinata a ridursi 2016. In questo contesto già non brillan- ulteriormente, sia sulla piattaforma te, la performance dei prodotti editoriali cartacea che su quella digitale, dove è stata particolarmente negativa: nel de- a breve gran parte dei browser, sia sui cennio considerato, il fatturato pubblici- computer fissi che sugli smartphone, tario di quotidiani e periodici si è ridotto saranno dotati di dispositivi di ad-blo- di oltre il 60%, ad un ritmo annuo di poco cking, che permetteranno di fruire dei inferiore al 10%. contenuti senza il disturbo di annunci Non che all’estero le cose vadano pubblicitari; tanto meglio. Secondo i dati recentemen- • Le iniziative più convincenti sul ver- premessa 4 Rapporto 2017 sull’industria italiana dei quotidiani sante digitale sono, al momento, quelle come spazio di libertà e di comuni- che puntano a fidelizzare il nucleo dei cazione senza ostacoli e censure, si è lettori non occasionali con abbona- gradualmente trasformato in una rete menti ed iniziative ad essi riservate. autostradale a pagamento dove la riscos- Nel primo trimestre 2017 il numero di sione del pedaggio, che ce ne accorgiamo abbonati digitali del New York Times o meno, è in mano ad un paio di giganti. è cresciuto di 308.000 unità, il mag- Ogni volta che accendiamo il computer gior incremento trimestrale di sempre, o lo smartphone, qualunque sia l’attività portando il totale degli abbonati a poco che svolgiamo, lavorare o chattare con meno di due milioni, con l’obiettivo di- gli amici, acquistare un libro o prenotare chiarato di superare i 10 milioni entro un volo, i nostri dati personali, i nostri il 2020; gusti, i nostri contatti, in breve tutti gli • Per lo stesso motivo, le iniziative che elementi che definiscono la nostra iden- hanno intrapreso molti Over The Top tità digitale, vengono depositati in qual- per ospitare all’interno del proprio che server in un punto imprecisato del ecosistema dei prodotti degli editori mondo, a disposizione di aziende dalle tradizionali – pensiamo alle pagine dimensioni ciclopiche, con un fatturato AMP di Google o agli Instant Articles di superiore al PIL di molte nazioni, che Facebook – potrebbero a lungo andare oggi li utilizzano per fornirci suggeri- impoverire ulteriormente l’industria menti su cosa comprare, cosa leggere, editoriale. Dopo una prima fase di o li vendono ad inserzionisti interessati grande entusiasmo, i grandi gruppi al nostro profilo di consumatori. Ma un editoriali stanno cominciando a ripen- domani…chi può dire come, da chi e sare le proprie strategie: è di qualche con quali finalità saranno usati i nostri settimana fa la notizia che Axel Sprin- dati? Profilazione razziale o sessuale, per ger abbandonerà progressivamente il orientamento politico o religioso: la gam- server di pubblicità di Google a favore ma delle possibilità per chi sa utilizzare i di un altro sistema sviluppato da App- big data è potenzialmente infinita.