Fabbriche D'europa
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« FABBRICHE D’EUROPA » A cura di Aziliz GOUEZ Lynda DEMATTEO Aziliz GOUEZ Antropologa presso il Laboratorio Responsabile delle ricerche di Notre Eu- d’Antropologia delle Istituzioni e delle rope sull’identità europea, ha concepito Organizzazioni Sociali (LAIOS, EHESS- il progetto «Fabbriche d’Europa», che CNRS, Parigi). E’ l’autrice di un inchiesta esamina il modo in cui l’Europa si vive etnografica sulla Lega Nord nella provin- e si costruisce nel quotidiano. Questo cia di Bergamo, edita dal CNRS nel 2007, progetto, frutto di ricerche incrociate e prosegue le sue ricerche sulle pratiche fra l’Italia e la Romania, la Polonia e l’Ir- e sulle rappresentazioni politiche che es- landa, la Serbia e la Svezia, esamina dei cono dei quadri istituzionali nell’Europa nuovi spazi transnazionali emersi grazie contemporanea. all’allargamento europeo, alle speranze La Corsa verso la Romania degli imprenditori italiani ed alle tensioni che lo attraversano. Lynda DEMATTEO Fabbriche d’Europa Dagli anni ’70, le provincie del Nord Est dell’Italia si sono considerevolmente arricchite grazie ad una miriade di mi- croimprese caratteristiche del Made in Italy. Da qui è nato il « mito del Nord Est », la trasposizione italiana del mito dell’Ovest americano. Prima ancora della caduta del Muro di Berlino, i piccoli imprenditori italiani hanno cominciato a delocalizzare le loro unità di produzione nella Romania comunista per meglio resistere alla concorrenza dei Paesi emergenti. Gli imprenditori italiani chiamano oggi Far East i vecchi Paesi del Blocco orientale, che sono passati in meno di dieci anni, dal « socialismo reale » al « capitalis- mo reale », poichè si tratta per loro di una nuova Frontiera nel cuore dell’Europa. Attraverso le testimonianze di questi particolari « pionie- ri » del liberalismo, Lynda Dematteo ci apre le porte di una delle fabbriche d’Europa dove Italiani e Rumeni lavorano insieme, si arricchiscono all’unisono e si contendono le donne. www.notre-europe.eu e-mail : [email protected] Studi & 69 Ricerche Studi & La Corsa verso la Romania degli imprenditori italiani 69 Circolazioni, asimmetrie e narrazioni Ricerche di Lynda DEMATTEO A cura di Aziliz GOUEZ FOTOGRAFIA DI COPERTINA: TIMIŞOARA , 2008 © RIP HOPKINS/AGENCE VU’ Lynda DEMATTEO Notre Europe Antropologa al Laboratorio d’Antropologia delle Istituzioni ed Organizzazioni Sociali (LAIOS, CNRS-EHESS, Parigi). E’ l’autrice di una tesi d’antropologia politica dedicata alla Lega Nord realizzata sotto la direzione di Marc Abélès. Nel 2004 ottiene una borsa di studio dal Centro di Studi e Ricerche Internazionali di Montréal (Canada) per rinforzare la sua specializzazione in antropologia del contemporaneo. Parallelamente, essa partecipa ad un progetto di ricerca pluridisciplinare sul diritto della clemenza in Europa. Il suo Notre Europe è un gruppo indipendente di ricerche e di studi sull’Europa: il contributo sull’utilizzo della memoria degli « anni di piombo » suo passato, le sue civiltà, il suo cammino verso l’unità e le sue prospettive nei dibattiti contemporanei italiani è pubblicato in Une per il futuro. L’associazione è stata creata da Jacques Delors nell’autunno del histoire politique de l’amnistie (PUF, 2007). 1996. Nel suo libro edito dal CNRS nel 2007, L’idiotie en politique. Notre Europe interviene nel dibattito pubblico in due modi: pubblicando Subversion et néo-populisme en Italie, sviluppa una riflessione studi propri o sollecitando esperti esterni per contribuire alla riflessioni sugli sull’indipendentismo nordista dei militanti della Lega Nord argomenti europei. Questi documenti sono destinati a dirigenti politici e/o che parte dalle analisi antropologiche dei riti d’inversione economici, ad universitari ed a diplomatici dei Paesi europei. Essi sono anche proveniente dalla sua tesi. Oggi, prosegue le sue ricerche sulle disponibili sul sito internet dell’associazione (http://www.notreeurope.eu). pratiche e sulle rappresentazioni politiche che escono dai quadri istituzionali nell’Europa contemporanea. Notre Europe organizza anche dei seminari e delle conferenze, in collabora- zione con altre istituzioni o organi di stampa. Il “Comitato europeo di orien- LA CORSA VERSO LA ROMANIA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI LA CORSA VERSO LA ROMANIA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI Studi & 69 Ricerche tamento” dell’associazione, composto da personalità provenienti dei vari Paesi europei, si riunisce almeno una volta all’anno. Attualmente, l’associazione è presieduta da Tommaso Padoa-Schioppa. Riassunto Dagli anni ’70, le provincie del Nord Est dell’Italia si sono considerevolmente arricchite grazie ad una miriade di microimprese caratteristiche del Made in Italy. Da qui è nato il « mito del Nord Est », la trasposizione italiana del mito dell’Ovest americano. Prima ancora della caduta del Muro di Berlino, i piccoli imprenditori italiani hanno cominciato a delocalizzare le loro unità di produzione nella Romania comunista per meglio resistere alla concorrenza dei paesi emergenti. Gli impren- ditori italiani chiamano oggi Far East i vecchi paesi del Blocco orientale, che sono passati in meno di dieci anni, dal « socialismo reale » al « capitalismo reale », poichè si tratta per loro di una nuova Frontiera nel cuore dell’Europa. Attraverso le testimonianze di questi particolari « pioneri » del liberalismo, Lynda Dematteo ci apre le porte di una delle fabbriche d’Europa dove Italiani e Rumeni lavorano insieme, si arricchiscono all’unisono e si contendono le donne. LA CORSA VERSO LA ROMANIA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI LA CORSA VERSO LA ROMANIA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI Studi & 69 Ricerche Indice Introduzione P. 1 III - Globalizazzione made in Italy P. 87 I - Il « mito del Nord Est » o il capitalismo selvaggio in Europa P. 19 3.1 L’oscuramento dei lavoratori rumeni P. 88 1.1 La Padania, un’anti-nazione P. 20 3.2 La mercificazione delle donne P. 93 1.2 Il partito del « far da sè » P. 25 3.3 Riciclaggio, traffico di rifiuti e regioni « immondezzaio » P. 103 1.3 La « secessione invisibile » o la fuga degli imprenditori verso l’Est P. 31 3.4 Strepiti di rivolta padronale P. 110 1.4 Il gusto dell’avventura e l’ansia del guadagno P. 37 Conclusione P. 119 1.5 Narrazioni e contro-narrazioni nel Nord Est P. 43 Bibliografia P. 127 II – La Corsa all’Est P . 51 2.1 Archeologia dello spazio economico italo-rumeno P. 52 2.2 Il ritorno dei pionieri italiani P. 61 2.3 Il Banat ovvero l’Eldorado rumeno P. 68 2.4 Gli Italiani di Timişoara : una comunità frammentata P. 75 LA CORSA VERSO LA ROMANIA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI LA CORSA VERSO LA ROMANIA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI Studi & 69 Ricerche Introduzione Il 31 ottobre 2007 l’Italia è sotto choc: una donna romana di 47 anni viene aggredita selvaggiamente e violentata da un immigrato rumeno di appartenenza rom mentre rientra dal lavoro. Rimarrà per molti giorni tra la vita e la morte prima di morire. Questo evento tragico suscita nell’opinione pubblica una tale ondata di emozione che il governo di centro sinistra si impegna a far passare un Decreto Legge che permette ai prefetti di espellere i cittadini stranieri dell’Unione Europea che rappresentano una minaccia per l’ordine pubblico1. I Rumeni, che sono la prima comunità straniera in Italia, divengono allora il bersaglio di una violenta campagna xenofoba. I politici italiani (sia di sinistra che di destra) arrivano ad invocare espulsioni massicce e deportazioni2. La Lega Nord denuncia tuttavia l’insufficienza delle misure di espulsione: “L’abolizione dei visti di ingresso a partire dal 1 gennaio 2007 ha provocato un nuovo e costante flusso di arrivi dalla Romania, che sono andati ad ampliare in 1 La direttiva europea n.38 del 2004, che regola il diritto di libera circolazione e di soggiorno dei cittadini dell’Unione e dei membri delle loro famiglie, dà la possibilità agli Stati europei di espellere i cittadini di altri Paesi dell’Unione per ragioni di ordine pubblico, di sicurezza e di salute pubblica. Ogni misura in materia deve rispettare il principio della proporzionalità e deve essere fondata esclusivamente sul comportamento personale del soggetto. L’esistenza di even- tuali precedenti penali non può automaticamente giustificare l’applicazione di una tale misura. 2 Il 5 novembre 2007, c’erano 2.744 cittadini rumeni nelle carceri italiane, ovvero il 15,29% della popolazione stranie- ra incarcerata. Il governo italiano ha convenuto con le autorità rumene il progressivo trasferimento nelle loro prigioni. LA CORSA VERSO LA ROMANIA DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI- 1 Studi & 69 Ricerche maniera considerevole la comunità rumena già presente in Italia, da 556.000 nel (distretti industriali). Soltanto un’etnografia multisituata permette di cogliere le 2006 ad un milione a fine 2007. Parallelamente, questo trasferimento di popo- logiche di funzionamento di queste “multinazionali tascabili” che operano su lazione ha determinato in Romania un calo della criminalità del 26%, chissà per scala globale. Il sistema di produzione delle merci Made in Italy è divenuto in quale motivo... Niente offese gratuite, i Rumeni non sono tutti delinquenti, lungi effetti post-nazionale: il territorio sul quale viene prodotto un bene non determina da questo. Detto questo, bisogna arrendersi all’evidenza che una buona parte di più la sua etichettatura. Molte imprese della moda, rappresentative del modello loro viene qui per rubare, semplicemente perché qui i rischi sono inferiori a quelli italiano, fanno produrre i loro articoli all’estero. Sono allora le conoscenze, lo stile, che correrebbero a casa loro o in altri Paesi europei (La