Anno IV - n. 16 - Trimestrale Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 €uro 1,00

Le origini siciliane ETTERE di Shakespeare L

Intervista ad ERIDIANE de laltrareggio Alessandro Preziosi il DOMANI di Cosenza

Direzione, redazione, amministrazione: Via Ravagnese Superiore, 60/A - REGGIO CALABRIA MTel. 0965644464 - Fax 0965630176 - E-mail: [email protected] - www.cittadelsoledizioni.it Il Premio Nosside Una radice di pietra e di mare più forte della diversità delle rive (Franco Cassano)

Il Festival di Fotogiornalismo a Reggio Calabria

Il Premio Anassilaos

L’Albania comunista di Anilda Ibrahimi

Nella foto da sinistra: Giuseppe Casile, Mario La Cava, Pino Bova e Rodolfo Chirico Il Premio Rhegium Julii Mario La Cava e la Calabria Aspromonte: Il centenario della nascita dello scrittore di Bovalino storia e misteri

60° della Dichiarazione dei diritti dell’uomo

Le novità della Città del Sole Edizioni

Lettere dalla Calabria Un saluto per Sharo di GianCarlo Bregantini - Ida Nucera LETTERE 2 MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008

vevo sentito Totò Delfino l’estate A scorsa, sapevo che stava male ma nonA pensavo che la fine fosse così immi- nente; ci siamo detti parecchie cose e ci eravamo salutati con la reciproca promes- I viaggi della vita sa di incontrarci per avviare una nuova comune iniziativa editoriale. Purtroppo la malattia è stata più rapida n questo tempo non molto noi, rimarrà schiacciato e leso, non Chissà se questo treno lo prende- delle nostre intenzioni, mi rimane il ram- felice, nonostante ci si sfor- crederà più in se stesso, nelle pro- remo mai, o continueremo a perder- marico, oltre la pena per la scomparsa di I zi di credere al potere del prie forze, nelle proprie possibilità, e lo e a ripiegare come siamo abituati un amico, di non poter onorare il catalogo I magari perderà l’occasione di una a fare, a celebrare ospiti che per for- della mia casa editrice con un lavoro di pensiero positivo, al bicchiere mez- zo pieno, e agli innumerevoli artifici intera vita: essere chi voleva essere! za di cose sono assenti, con un certo Totò. Quando devo commemorare un ami- “psico-acrobatici” dell’era del capi- La società è lo specchio di ciò retrogusto di amarezza, di ciò che co, e via via che avanzano gli anni pur- talismo post-capitalista, l’ottimismo che siamo, continuiamo a rinnegarla, non può più essere, nonostante lo troppo succede sempre più frequentemen- è più che un miraggio. a prendere le distanze, a puntare il sforzo di un’infinita immaginazio- te, cerco sempre di evitare le espressioni Siamo figli illegittimi del “pessi- dito, e ci siamo dentro con tutte le ne... che possono sembrare di circostanza o mismo cosmico”, eppure, ancora nostre “parzialità”. L’individuali- Il grande assente è l’obbligo che abusate; ma per ricordare Totò non posso una volta, la natura è tale che non smo, per quanto padre di libertà, di abbiamo metabolizzato, si può rime- fare a meno di ricorrere a una definizione possiamo fare a meno di piegarci autonomia e di progresso è altresì un diare andando avanti e cercando di che può avere il sapore del luogo comune ma gli si attanaglia perfetta- alle sue leggi. pessimo consigliere. Dove finisce celebrare con la memoria, cercando mente: Totò Delfino era un giornalista ed uno scrittore assolutamente Il Presidente Napolitano parla di l’uomo? Non certo ai confini delle di perpetuare, di non dimenticare... libero e fuori dal coro e tutti quelli che negli anni hanno cercato di “ti- “immiserimento della politica” e ci ossa che lo compongono... o non Ma l’attimo nessuno lo renderà mai, rarlo dalla giacca” strumentalmente, sono rimasti prima o poi con le richiama alla storia maestra ma noi esisterebbe alcun sentimento e nes- nessuno ricordo, nessuna fotografia pive nel sacco. Lo stesso Vittorio Feltri, che lo stimava tantissimo, ha abbiamo ormai imparato a dimenti- sun pessimismo può essere tale da potrà sostituire la viva voce dell’uo- dovuto registrare più di un rifiuto quando pretendeva qualche “lavoro care, a rimuovere perché questo ci portarci a credere che non abbiamo mo, della sua verità fatta parola... su commissione”. Totò conosceva la Calabria e i calabresi come pochi chiede la vita. Ci riadattiamo conti- un “cuore”... Possiamo cercare di scorgerla, tra le altri ma, come spesso succede, quelli che avrebbero avuto più bisogno nuamente, riassettiamo i nostri cir- In occasione del centenario della pagine; ma di una cosa possiamo es- degli altri di ascoltarlo, “dimenticavano” regolarmente di invitarlo cuiti per poter vivere l’oggi e pensa- nascita di Mario La Cava, ci si è sof- sere certi, la stessa verità, che sem- quando si trattava di organizzare convegni e manifestazioni. Quanti re a cosa faremo domani, ma la no- fermati naturalmente sul rapporto bra assumere infinite e indetermina- sono gli eredi che lascia Totò? Scorrendo le pagine dei quotidiani re- stra visione è per forza di cose seg- dello scrittore con la propria terra, te forme, scorre nelle nostre vene. Ci gionali francamente non ci pare di scorgerne tantissimi. mentata, perché? Perché abbiamo tema dominante nella sua figura. La serve, dunque, una forte dose di one- Addio Totò, ti sia lieve la terra. paura e non c’è nessuno che ci tenga terra natia si è rivelata come il più stà intellettuale, per riscoprirla, per Franco Arcidiaco la mano. Dobbiamo ammetterlo, o difficile banco di prova della sua riconsegnarla al tempo. Credo sia non siamo più uomini, siamo terro- arte; matrice della sua narrativa, così questo il vero ottimismo, quello che rizzati dal terrorismo intrinseco alla controversa nella critica nazionale; sfocia nell’evoluzione e non nel pro- stessa vita. Le malattie, gli errori, le “letteratura senza aggettivi” come ci gresso, ciò che ci rende tutti profon- Calabria Inutile conseguenze, i tetti che crollano, la ricorda Pasquino Crupi. La Cava ha damente diversi ed uguali. natura che si ribella, il potere appa- raccontato ciò che ha visto e ha vis- Proust scrisse “la realtà è il più C a l a b r i a rente delle nostre scelte. Tutto sem- suto, per alcuni forse questo non era abile dei nemici. Lancia i suoi attac- a pezzi, un merito, ma è come dire che il ge- chi contro quel punto del cuore dove smembrata, rovesciata, vomitata, bra andare per il verso sbagliato! svuotata e sotterrata. T. S. Eliot diceva che “la razza nere umano potrebbe tranquillamen- non ce li aspettavamo, e dove non Calabr.…. provvisoria umana non può sopportare molta te essere per natura muto! E Mario avevamo preparato difese”. da asfaltare, da integrare, realtà”. È vero non può, e forse non La Cava sapeva bene, come sanno Difendiamoci, quindi, dal più da riparare, da rilanciare. deve. Ma se ci troviamo in questo bene tutti gli esseri viventi, quanto abile dei nemici, comprendendo che Calabria democratica stato è soprattutto colpa nostra; la dannoso possa essere il silenzio... abbiamo sempre un vantaggio sugli che si candida, che promette, realtà può essere cambiata ma è ne- La sua vita “una prova di resi- eventi; possiamo e dobbiamo usare che compra i voti, che risulta, cessario, prima di tutto, accettarla. stenza”, resistere con e per la lettera- il tempo a nostro favore e quando il che non ce la fa. Anche un maciste, se non conosce le tura, la più difficile e nobile delle nostro treno, quello giusto, arriverà, Calabria in ginocchio dimensioni del proprio nemico non scelte, che, come la maggior parte saremo pronti. che vota, che protesta, sarà in grado di ponderare la propria delle scelte ardue, viene compresa in che chiede il favore, che strappa la scheda, forza ed abbatterlo. Perderà come ritardo... Federica Legato che segue la processione. “Calabria occupazione in crescita”, la Magna Grecia, il mare, i Bronzi di Riace, Calabria stampata, esaltata, denigrata edulcorata, censurata, pubblicizzata. Calabria abusiva, abusata, deturpata sporcata, incendiata, violentata, ingannata, costretta a emigrare, a rubare, a spacciare. Calabria latitante, arrestata, giudicata, condannata, assolta in cassazione. Cala bria federale, autonoma, indipendente, leghista, legata. strozzata dai debiti, che compra troppe medicine. Calabria malata, in ambulanza, al pronto soccorso, nella clinica privata, possibilità di guarigione 50%. Calabria Calabria Calabria inflazionata, citata, usata, gettata. Il turismo, la clonazione dei Bronzi, il ponte sullo stretto. Calabria colta, ignorante, Corrado Alvaro, l’abbandono scolastico, le sale giochi, la Magna Grecia, le sovvenzioni, i circoli culturali. Calabria con il mercedes e l’abito firmato, al bar, affacciata alle finestre, che parla a un telefonino, Calabria che scrive poesie, Calabria inutile. Giuseppe Gangemi (Gli “Appunti dalla Calabria” di Giuseppe Gangemi continuano a pag. 23)

SSOOMMMMAARRIIOO L ETTERE Tanto scrusciu pi nenti. Le origini siciliane di Shakespeare pag. 3 MERIDIANE Cinema. L’immagine a sud. Vogliamo anche le rose “4 de Supplemento a laltrareggio n. 125 - aprile 2004 Teatro. Intervista ad Alessandro Preziosi “5 CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI REGGIO CALABRIA Eventi. Il Festival di poesia di Sarajevo - Premio Nosside “6 Iscrizione Registro Stampa Trib. di Messina n° 17 Eventi. Il Premio Anassilaos. Il Premio Rhegium Julii “7 dell'11 luglio 1991 Iscrizione R.O.C. n° 9262 Arte. Fotofilmfest – La mostra di Gerardo Sacco - La mostra di Amelia Romeo “8Via Ravagnese Sup. 60/A 89131 RAVAGNESE (RC) Rosso come una sposa di Anilda Ibrahimi “9CITTÀ DEL BERGAMOTTO Tel. 0965644464 Intervista a Sharo Gambino “10 Fax 0965630176 Carlo Carlino e la Calabria “11e-mail: [email protected] ABBONAMENTO ANNUO: Mario La Cava. Cento anni dalla nascita “ 12-13 € 10,00 comprese spese postali da versare su CCP n. 55406987 Le menzogne di Solzhenitsin “16intestato a Città del Sole Edizioni S.A.S. Direttore Responsabile: Recensioni “17 FRANCO ARCIDIACO Direttore Editoriale: Gli scavi di Oppido Mamertina. La poesia di Dino Claudio “18 FEDERICA LEGATO Coordinamento Editoriale: 60° della Dichiarazione dei Diritti Universali. Una mostra per l’Africa “19 ORIANA SCHEMBARI Stampa: AFFARI Aspromonte: storia e misteri “ 20-21 Zona Asi Larderia - Messina

Rubrica di Marco Benoit Carbone “22 Associato USPI Unione Stampa Rubrica di Domenico Coppola. Appunti dalla Calabria di G. Gangemi “23 Periodica Italiana La collaborazione al giornale è volontaria ed Le novità della Città del Sole Edizioni “ 24-27 avviene esclusivamente in FORMA GRATUITA LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE 3 Tantu scrusciu pi nenti Il romanzo di Domenico Seminerio riprende la querelle sulle origini siciliane di Shakespeare

razie ad una re- Crollalanza nell’esatta tra- censione ra- duzione inglese, ovvero: G diofonica e al William Shakespeare. Inol- G tre il prof. Iuvara sostiene periodo feriale, ho avuto la possibilità di leggere un de- che i primi dubbi vennero lizioso libretto edito da Sel- colti proprio in Italia, nei lerio: Il manoscritto di primi anni ‘20, quando ven- Shakespeare, ultimo roman- ne ritrovato un volume di zo di Domenico Seminerio. proverbi, “I secondi frutti”, La lettura è stata godibilis- scritto nel XVI secolo da sima, il libro (340 pagine) uno scrittore calvinista, tale si legge d’un fiato, la storia Michelangelo Crollalanza. è molto intrigante e plausi- Molti di questi detti erano bile. Lo stile è originale con gli stessi che William narrazione in prima persona Shakespeare avrebbe utiliz- e tantissimi dialoghi resi in zato successivamente ne costruzione indiretta, arric- L’Amleto. chiti da un sapiente e non The Times scriveva te- ossessivo (alla Camilleri, stualmente: “Il mistero di per intenderci) utilizzo di come e perché William neologismi a matrice dialet- Shakespeare sapeva così tale e dall’utilizzo di nomi tanto dell’Italia ed ha messo di fantasia o espedienti biz- tanto dell’Italia nelle sue zarri (la nuova compagna opere è stato risolto da un del narratore viene sempre accademico siciliano pen- e solo indicata come Lei e sionato, la questione risiede la moglie come la Prima); i nel fatto che non era affatto nomi dei personaggi e dei inglese, ma italiano. Le bio- luoghi sono fantasiosi e ri- grafie del Bardo ammettono cordano un po’ l’atmosfera che ci sono moltissime la- di Macondo: Borgodico, cune nella sua vita, ma atte- Grandocchio, Guardabella, stano che Shakespeare era Castelgrotta sono i luoghi scritti in arrivo presso la sua gibilità, altri sono sovrae- figlio di John Shakespeare e immaginari, dove si muo- casa editrice costituiva un sposti modello nerofumo, Mary Arden, che era nato a vono personaggi come lo grosso problema, dopo aver per non parlare delle odiose Stratford-Avon nel mese di scrittore protagonista e voce così sapientemente pontifi- pieghe alla carta causate dal aprile 1564, e che sia stato Domenico Seminerio narrante Agostino Elleffe cato andò via senza aspetta- taglio a trentadue… sepolto là nel mese di aprile (che un curioso refuso tra- re gli altri interventi; si per- Veniamo ora alla storia, del 1616. Il professor Mar- il professore, ha semplice- tostrada Catania- sforma a pagina 226 in Ef- se la mia risposta, con l’in- Domenico Seminerio, ri- tino Iuvara, 71 anni, un in- mente preso questo nome non potrà non emozionarsi ferre) e gli altri che rispon- vito a girare i manoscritti prende e rielabora (con il segnante pensionato di let- per se stesso, diventando nel leggere queste mirabili dono ai nomi di Gregorio presso la sede della mia grande merito quindi di di- teratura, sostiene che William Shakespeare.” righe: “Ho attraversato tutta vulgarla al di fuori dagli Shakespeare era siciliano, Nel romanzo di Semine- la Sicilia interna per giun- ambienti accademici) una nato a Messina come Mi- rio questa storia viene pro- gere a Palermo. Quella Sici- vecchia querelle che vuole chelangelo Florio Crolla- posta al protagonista Ago- lia misteriosa e antica come il grande William Shake- lanza e che fuggito a Lon- stino Elleffe, affermato il cielo e il mare, fatta di speare di origini siciliane. È dra a causa della Santa In- scrittore di provincia, da un enormi distese di ristoppie e risaputo che la biografia del quisizione, perché apparte- anziano insegnante, Grego- di calcari fratturati, di paesi Bardo è piuttosto scarna, si nente al rito Calvinista, rio Perdipane, il quale un che s’intravedono appena sa solo che era di umili ori- cambiò il suo nome nell’e- bel giorno lo va a trovare a sulla cima di qualche colli- gini, figlio di un macellaio quivalente inglese. Crolla- casa con fare circospetto na, di pecore al pascolo tra elevatosi successivamente a lanza o Crollalancia si tra- dando il via ad una avvin- ulivi stentati e agavi in bili- guantaio, con una carriera duce letteralmente Shake- cente sarabanda di situazio- co su costoni franosi. E poi studentesca che non spiega speare. In un’intervista al ni e ad un groviglio di sto- i corvi, appollaiati in fila la grande cultura in materia magazine Oggi, il professor rie che si dipanano tra qua- sulle spallette dei ponti, classica, geografica e stori- Iuvara ha detto che la chia- dretti coloriti di vita paesa- come note musicali su un ca, che manifestano le sue ve del mistero era il 1564, na, improbabili agenti se- aereo pentagramma, indiffe- opere. Il mistero permane l’anno in cui John Calvin è greti inglesi piuttosto sprov- renti al rombo dei motori e fino a quando il prestigioso morto a Ginevra. Era l’anno veduti, capi-bastone fameli- ai bolidi colorati che sfrec- quotidiano londinese The in cui Michelangelo nacque ci ed all’occorrenza assassi- ciano loro accanto.” Moz- Times in data 8 Aprile 2000 a Messina da un medico, ni, un azzeccagarbugli dal zafiato! E sentite ancora non riporta, riprendendo lo Giovanni Florio e una no- sorriso smagliante (Avvoca- quando arriva a Palermo, a studio di alcuni coraggiosi bildonna chiamata Gugliel- to Dentifricio, appunto) e Monte Pellegrino: “È il re- ricercatori inglesi e del ma Crollalanza, entrambi dal fare melenso ed avvol- gno della bellezza assoluta, Prof. Martino Iuvara di seguaci di Calvino. L’inqui- gente; il tutto condito da lo strappo attraverso il quale Ispica (docente della catte- sizione era sulle tracce del gustosi aforismi, irresistibili ti sembra possibile andare al dra di Letteratura Italiana a Dott. Florio a causa delle duetti dal tono macchietti- di là delle apparenze, del Palermo), un articolo se- sue idee eretiche calviniste, stico tra i personaggi, sa- mondo stesso, e penetrare in condo il quale William allora la famiglia fuggì a pienti divagazioni socio-an- una dimensione sconosciuta Shakespeare sarebbe nato a Tresivio in Valtellina e tropologiche sulla insula- che ha la parvenza dell’eter- Messina. Secondo questa ri- comprò una casa denomina- rità e sulla sicilitudine. nità.” Il romanzo finisce in Ritratto di William Shakespeare cerca egli, infatti, sarebbe ta Cà d’Otello costruita da Quando, per esempio, de- modo amaro, fra tentativi di dovuto scappare dalla sua un mercenario veneziano scrive un’ordinaria situazio- redenzione ed ammissioni Perdepane, Rodrigo Pappi- casa editrice che, contraria- Messina alla volta di Lon- chiamato Otello che, la leg- ne di degrado, chiosa: “E sconsolate: “Forse, come na, Avvocato Dentifricio, mente alla sua, considera dra a causa della Santa In- genda locale diceva, anni sullo sfondo quello che tanti, sono onesto per man- don Giovannino, Angelo gli stessi un patrimonio. Ma quisizione (in quel periodo prima, avere ucciso, per la sembra essere una sorta di canza di occasioni e incapa- Pappalisca, Maresciallo evidentemente si trattava di Messina era sotto il giogo sua mal risposta gelosia, la nichilismo morale in molti cità più che per precisa vo- Franco Sbirrone, Marialau- un pensiero in libertà, se della dominazione spagno- moglie. Michelangelo stu- campi della vita sociale, che lontà.” ra Pelorosso, Preside Scac- ancora oggi la sua casa edi- la) essendo i genitori di lui diò a Venezia, Padova e porta ad assumere atteggia- Domenico Seminerio è ciapulci; altri personaggi, trice sforna gioiellini come fervidi sostenitori e asserto- Mantova e viaggiò in Dani- menti quotidiani mutuati un maestro di artifici lette- non meno comprimari, ven- il libro in oggetto. ri del calvinismo. Arrivato marca, Grecia, Spagna ed dagli atteggiamenti malavi- rari, un funambolo del lin- gono indicati solo con il Prima di entrare nel me- in Inghilterra, nella cittadina Austria. Diventò amico del tosi e una concezione del guaggio capace di acrobati- nome di battesimo Concet- rito della storia narrata, vo- di Stratford-Upon-Avon, filosofo Giordano Bruno, bene e del male più vicina che divagazioni al limite tina, Lina, Enzo, il tutto con glio segnalare all’autore avrebbe trasformato quindi che sarebbe stato bruciato all’utile che non all’one- dell’inverosimile e creatore una freschezza ed una sciol- una piccola incongruenza il suo nome da Michelange- sul rogo per eresia nel sto.” Ed ancora: “Mi è an- di pregnanti figure dal tono tezza veramente mirabili. temporale: nelle ultime pa- lo Florio Crollalanza, nel 1600. Bruno, dice lo Iuvara, che venuto il sospetto che a solo apparentemente mac- Sappiate che Seminerio, gine del romanzo fa arriva- suo equivalente (tradotto let- aveva forti collegamenti forza di parlare di sicilitudi- chiettistico che trascinano il come peraltro Bufalino e re il Capodanno dopo l’Epi- teralmente Shake= Scrollare con William Herbert, Conte ne, di sviscerare abitudini e lettore in un vortice di si- Camilleri, è arrivato al suc- fania descrivendo due in- e Speare= Lancia) Shake- di Pembroke e con il Conte comportamenti propri di noi tuazioni colorate ed intri- cesso oltrepassati i 60 anni; contri chiave del protagoni- speare, mentre il nome Wil- di Southampton. Nel 1588, isolani, si finirà col suggeri- ganti. mi viene da pensare a quan- sta (vedi pagg. 309 e 318); liam lo avrebbe derivato da a 24 anni, Michelangelo si re questi comportamenti, ti tesori nascondano ancora al collega editore invece se- un suo cugino da parte di recò in Inghilterra sotto il ottenendo l’effetto che mol- Franco Arcidiaco le scrivanie siciliane ed in- gnalo un editing non molto madre, morto prematura- loro patronato. Sua madre, ti smetteranno di essere si- vidio gli editori che avran- accurato, si sarebbe potuta mente a Stratford-Upon- la Signora Crollalanza, ave- ciliani e si accontenteranno no la fortuna di intercettar- evitare infatti qualche inuti- Avon, cittadina dove già da va un cugino inglese a di fare i siciliani, per ri- li! Anni addietro ho parteci- le ripetizione sulle rivela- tempo vivevano alcuni suoi Stratford, che prese il ra- spondere meglio ai prototipi Il manoscritto pato a un dibattito tra edito- zioni di Perdipane (vedi parenti. Un’altra ipotesi è gazzo in casa. Il ramo di delineati dalla letteratura e ri a Roma, nell’ambito della pagg. 149 e 215), e la scar- invece quella secondo cui il Stratford aveva già tradotto soprattutto da cinema e te- di Shakespeare Fiera Più libri più liberi; tra sa accuratezza della stampa, Bardo non fece altro, una il loro cognome come levisione.” Non mancano Domenico Seminerio mirabili descrizioni paesag- gli altri colleghi c’era un almeno per quanto riguarda volta giunto in terra britan- Shakespeare ed aveva avuto pp. 360 - € 13,00 rampollo di casa Sellerio la copia in mio possesso: al- nica, che trasformare al ma- un figlio chiamato William, gistiche; chiunque abbia che andava sostenendo che cuni trentaduesimi sono sot- schile il nome e cognome che era morto prematura- mai avuto il piacere di per- Sellerio Editore l’enorme mole di mano- toesposti al limite della leg- della madre Guglielma mente. Michelangelo, dice correre la meravigliosa au- LETTERE 4 CINEMA MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 Appunti da una terra vicina, il Sud Breve viaggio nella nuova rappresentazione visiva dei territori meridionali

difficile raccontare e collettivo. Negli interni così un tavolo di dissezione au- in maniera credibi- caratterizzati e negli esterni, ri- toptica. Percorsa la rampa È le un territorio, an- conoscibilissimi, tutto trasuda di scale l’ambiente nel È quale sono sistemati gli cora più difficile è attivare Sud, tutto è però anche astratto, tracciati di rappresentazione metafisico, delocalizzato. scatti di Mazzacane risalta originali. Questa difficoltà ori- C’è anche lo spazio per sor- ancora di più per la sua di- gina non esclusivamente da ridere bonariamente dei luoghi stanza da quello appena quanto si descrive, talvolta si comuni sul Sud come luogo attraversato. Quanto prima tratta di usura del mezzo con selvaggio, con il fumetto di Pa- era freddo e respingente cui si racconta. squale la Forgia, La vita vera, e qui è caldo ed accogliente. È quanto capita, a volte, coi con una serie di Ex-Voto sotto Si ha l’impressione di im- territori meridionali, nei quali forma grafica, che punteggiano mergersi in una bolla d’ac- la passione civile e la tensione le storie più “distese” con un qua, di scendere nelle sociale hanno spesso tradotto gradevole effetto di pausa rit- l’immagine del Sud in un mo- mica. Questi ultimi mescolano nolito naturalista. Non si tratta alla tradizione della religiosità del sonoro immersivo. Ci del modo di presentare un im- popolare la sua traduzione con- si sente cullati dalle rive magine “positiva” o “negati- temporanea, con effetti di del Mediterraneo e le volte va”, ma c’è quasi sempre una “straniamento”, non solo ico- a crociera e le pietre a vista logica da reportage, di docu- nografico-narrativi, ma anche di Palazzo Casotti, assieme mentazione fenomenologica, attraverso un tratto moderno ed alla sobria luce bianca che le rischiara, contribuiscono spesso spiccia. È vero che con insofferente. Infine il piccolo capolavoro all’effetto di astrazione, ri- tanta parte del cinema e della duzione dell’osservatore narrativa meridionale degli ul- di Roberto La Forgia, Patatine, ad una condizione di stasi timi anni, da quando è sorto il capace di sviluppare un’opera- atemporale fra le onde del paradigma meridiano che zione rara, creare un mondo mar delle Sirene: non è un informa anche l’identità di que- autosufficiente, “nuovo”, origi- qui e un ora situato ma sta rivista, tali proposizioni nale, e di contro fortemente ra- l’essenza del Sud, la sua possono essere ritenute relati- dicato: morbido, tenue nel rico- astrazione dallo spazio e vizzate, ma ne Gli INTRUSI noscere e trasferire la delicata dal tempo. L’effetto è certa- appunti da una terra vicina psicologia infantile e nell’istil- profondità abissali assieme alle Sirene che danno titolo all’e- mente involontario, ma che una (Coconino Press, 2007) accade per di più praticato attraverso essi siano “Intrusi” sanno farsi lare una goccia di fiducia ed il- nuova immagine mediterranea qualcosa in più. lusione, partendo da Sud. sposizione, che traducono in un mezzo, il disprezzato fumet- interpreti dello “spirito del luo- immagini un bel romanzo di derivi da osservatori esterni Si tratta di un’iniziativa già to, poco riconoscibile proprio go”, rendendo ragione del sot- Un altro metodo di narra- che si fanno “interni” come i tentata altrimenti - la raffigura- zione per trasfigurazione è Laura Pugno. in questo profilo “alto”, da par- totitolo del testo: “appunti da Astraendo dalla storia che si fumettisti de Gli INTRUSI e da zione attraverso uno sguardo te dei potenziali fruitori della una terra vicina”. quello che si serve della foto e osservatori interni che si fanno plurimo dello stesso territorio del video. È delle foto di Elio vuole illustrare, una vicenda biblioteca ed “elettori”: un raro Così ai “traffici” economici fantascientifica di brutale pes- esterni e sembrano allontanarsi (la provincia di Bari) -, ma che caso di vera e propria “politica e alla sensazione agre di vo- Mazzacane che si vuole parla- dal Sud, pur raccontandolo co- qui viene assegnata ad un grup- re, presentate all’ultimo festi- simismo, in ragione della quale culturale” e non di “valorizza- lontà di fuga e rimpianto della è proposto il particolare allesti- munque, sembra un tratto ine- po di fumettisti, tutti parte della zione turistica dell’evento”. Un stessa dei giovani meridionali val “Fotografia europea” di dito e salutare, dunque “salu- Reggio Emilia. Il mezzo si pre- mento scenico - volti umani in New Wave, giovani ed agguer- dono senza restituzione, come (un ricordo dei Basilischi di circolo che sembrano osservare tiamolo” prima che quest’im- riti. Questa operazione assume ormai solo in qualche assesso- Lina Wertmüller?) di Miracolo sta in maniera meno immedia- fissi il parallelepipedo esago- magine del Sud si accomiati un interesse particolare da al- rato del’Emilia-Romagna in a Polignano di Francesco ta, giacché in esso è indissocia- nale con le figure marine im- verso nuovo sterile reportage meno due punti di vista. Il pri- Italia si può ritrovare. Chiacchio, si accompagna bile la dimensione riproduttiva. piantato al centro delle stanze, scandalistico. mo è che la sinergia istituzio- Il secondo motivo è insito l’immagine allegorica di Poli- È vero che il digitale ha affie- con sottofondo di rimbombi e Federico Giordano nale si trova su un mezzo, il fu- nella natura del mezzo, ossia la gnano a Mare che, ripercorren- volito questa dimensione, ma stridii di versi cetacei2 - che in metto “maturo”, misconosciu- trasfigurazione dei corpi e dei do a ritroso la leggenda della come ne Gli intrusi è la forza qualche tratto (quello della 1 to, o forse sarebbe più corretto territori che interviene di per propria origine, si distacca dal- della soggettività autoriale a “mattanza” delle creature mari- Di sguardo antropologico, dire “decentrato”, in Italia sé, grazie alla struttura dei fu- la penisola e viaggia verso il donare all’opera una così pa- ne e in un più universale timore prima che sociologico parla (tant’è che molte delle maggio- metti stessi: sistemi di tradu- Mediterraneo dei miti greci. tente dimensione mediterranea per la precarietà dell’ecosiste- nella sua brillante introduzione ri pubblicazioni dei giovani au- zione della soggettività dell’ar- Come in Underground di Ku- ed una contemporanea trasfigu- ma3) traspare, e osservando le Goffredo Fofi. Goffredo Fofi, tori sono in lingua straniera, tista anche quando vogliono es- sturica il paesaggio diviene razione universalizzante. Qui è immagini “pure”, come se non “Non fidarsi degli occhi”, in principalmente francofona, sere riproduzione più oggettiva personaggio, si fa vivo, e sal- il contesto a coadiuvare l’effet- se ne conoscesse l’antefatto, si AA. VV., Gli INTRUSI appun- espressione dei territori dove il possibile del dato esterno. pando, rompe il legame con la to. Si accede dopo aver affron- ti da una terra vicina, a cura ha l’impressione di essere cala- di Pasquale La Forgia, Rober- fumetto ha un profilo “cultura- Per entrare più nello speci- propria radice di terra - e la tato, al piano inferiore, un’at- ti in una realtà “in essenza” le” maggiormente riconosciu- fico dei racconti, quello che violenza che l’ha improntata - mosfera da morgue nelle figure to La Forgia, Michele Casella, mediterranea (sarà l’origine na- Coconino Press, Bologna, to). Si carica, dunque, di un ri- colpisce in queste storie, cui avviandosi verso un futuro in- di Paolo Gioli con l’esposizio- poletana dell’artista a tradir- lievo ancora maggiore l’inve- ne dei dettagli corporali lividi 2007, pp. 8-9. giova anzitutto la brevità (una certo ma accolto quale mirag- si?). I volti sporchi di un mate- 2 A questo proposito si vedano stimento di istituzioni culturali volta tanto l’appellativo “no- gio: di speranza. dai colori freddi e dalle domi- riale che potrebbe ricordare la le dichiarazioni dello stesso (l’assessorato alla cultura del velle grafiche” è ben speso) è Ancora il segno della “sta- nanti brillanti, con gli occhi sabbia di giovinette e bambini, Mazzacane in http://www.ni- Comune di Bari, la Biblioteca la capacità di essere così speci- si” esistenziale, del soffoca- sgranati e con le mappature di le linee delle creature marine tal.it/sguardi/58/reggio.php Provinciale Santa Teresa dei fiche e connaturate al territorio mento della quotidianità, coglie nei e piccole imperfezioni sulla che si perdono nella dominante 3 Cfr. Laura Pugno, “Elio Maschi-De Gemmis, l’associa- e contemporaneamente talmen- i giovani, nelle storie di Aman- pelle che emerge con una lumi- blu appena rischiarata dalla Mazzacane. Sirene”, in Elio zione Struktura e il Comune di te italiane e “universali”1. Sor- da Vähämäki, La creatura, e di nosità esangue da un fondo luce che filtra e persino le reti Grazioli, Riccardo Panattoni, Putignano) su un progetto i cui prende apprendere che queste Alessandro Tota, Fratelli, af- nero, con gli sbaffi liquidi sulle insanguinate traducono tutti un Fotografia europea. Umano contorni sono esclusivamente storie sono stese da autori che fetti da problemi sì specifica- figure che si avvicinano a per- richiamo all’essenza del Sud, troppo umano, Damiani, Bolo- didattico-conoscitivi, senza un provengono da fuori Puglia o mente meridionali, ma trascorsi dite, secrezioni dell’oltre-vita. alla sua solarità, ancor più ac- gna, 2008, pp. 176-177. immediato ritorno “politico” e perfino fuori Italia, ma sebbene da un disagio che è più diffuso Sembrano foto di cadaveri su centuato dall’effetto amniotico “Vogliamo anche le rose” L’opera di Alina Marazzi sul movimento femminista secondo Adele Cambria

lo provinciale, l’annuale rassegna del Circolo di peso e portata sulla camionetta della celere». ca “la vita trema”. Ora non c’è più nulla, né ci- del Cinema “Cesare Zavattini”. Pezzi di vita vissuta che il film ricostruisce gni, né scritte. L’ho confessato pubblicamente Ospite d’onore della serata - moderata dal assemblando fotografie, fotoromanzi (Paola Pi- ad Alina: ho sognato per anni quell’Opera da tre presidente del sodalizio, Tonino De Pace, con i tagora che propaganda l’uso della pillola), filmi- soldi femminista che sarebbe stato il musical del contributi delle consigliere di parità, rispettiva- ni di famiglia, dibattiti e inchieste televisive governo vecchio… ». mente regionale e provinciale, Stella Ciarletta e (“L’amore in Italia” di Comencini), film indi- Oggi, finalmente, un film che ci costringe a Patrizia Malara - la scrittrice e giornalista reggi- pendenti e sperimentali, riprese militanti e pri- leggere il nostro tempo alla luce di quelle vicen- na Adele Cambria. vate, pubblicità, musiche, animazioni d’epoca e de. Storie di conquiste che 30 anni fa non erano Per lei, femminista della prima ora, il film è originali. Sono cuciti, con sapienza di montag- affatto scontate e che sono ricordate dalla regi- un viaggio a ritroso nelle pieghe di una storia gio, sulle prospettive parallele di tre voci fem- sta, prima dei titoli di coda: la legalizzazione collettiva di cui è stata protagonista: «Ho rivisto minili, quelle di Anita, Teresa e Valentina, sco- della contraccezione (fino al ’66 considerata i miei ricordi - racconta - L’8 marzo del 1972 a perte setacciando l’archivio diaristico nazionale reato contro la stirpe), del divorzio, della pillola, Campo dei Fiori, il primo vero 8 marzo femmi- di Pieve di Santo Stefano. dell’aborto. Ma la domanda di pane e rose, lan- nista: non ne sarebbe rimasta traccia, se non fos- Le loro storie, rispettivamente ambientate nel- ciato, nel 1912, in uno sciopero, dalle operaie se stato per Alberto Grifi, un maschio, che con- la Milano del ’67, nella Bari del ’75 e nella Roma tessili del Massachusetts, e ripreso dal titolo, ha tinuò a filmare la manifestazione anche dopo del ’79, rappresentano le diverse difficoltà incon- ricevuto piena risposta? che Jane Fonda, che aveva voluto parteciparvi, trate dalle giovani donne dell’epoca ad affermare Molte le sfide ancora aperte sul piano dei di- era andata via, portandosi dietro il suo codazzo se stesse, la propria affettività, la maternità come ritti femminili, secondo Adele Cambria, e le più di tele-operatori. Non eravamo più di 80: guida- libera scelta e l’impegno politico militante, in una difficili, oggi, riguardano le donne extracomuni- te da Alma Sabatini del collettivo romano Pom- società ancora largamente patriarcale. tarie: «Mi sono occupata di infibulazione - mi peo Magno, una rispettabile e geniale professo- E il ruolo essenziale svolto, in tal senso, dai racconta a fine serata - A Mogadiscio, qualche ressa di inglese in lotta contro il sessismo nella primi collettivi femministi, dai gruppi di autoco- anno fa, il caso di una bambina salvata in extre- lingua italiana, e vitalizzate dalle combattive ra- scienza, da quelle pagine che Adele, attraverso mis da un medico italiano dai postumi di un in- gazze del Cerchio Spezzato, gruppo di femmini- il film, continua a sfogliare: «le altre immagini tervento delle fattucchiere. La madre era co- ste che contestava dall’interno i compagni di riscoperte da Alina che mi hanno emozionato munque decisa, una volta che la figlia fosse Trento. Ma fu una bambina, Susanna, la figlia di sono quelle del governo vecchio occupato dalle guarita, a farla ricucire: “se no, chi la sposa?” n affresco del bel paese tra gli anni una giovane donna del collettivo “Pompeo Ma- donne, e precisamente, dal movimento libera- diceva. Organizzammo un convegno in cui una ’60 e la fine degli anni ’70, riper- gno” che era allora la nostra casa madre, ad ac- zione della donna federato al Partito Radicale docente somala ed il suo gruppo di femministe U corso sul filo delle lotte femminili e cecare quasi, per la rabbia, i poliziotti che ci con Eugenia Roccella in testa. Era il 1976: cito stilarono un semplice manifesto di poche righe: U sorvegliavano e che fino a quel momento aveva- soltanto l’ostello Pink Pantera gestito da una “Non sposerò mai una donna infibulata e non delle sue memorie soggettive: è il tentativo, riu- scito, di “Vogliamo anche le rose”, l’ultima ope- no mostrato un certo ambiguo paternalismo: meridionale un po’ claudicante in fuga da un farò infibulare le mie figlie” e lo proposero ai ra di Alina Marazzi, presentata all’ “Aurora” di “Andate sul marciapiede - ci intimavano con ménage coniugale oppressivo: i sacchi a pelo, le presenti. Tutti intellettuali maschi, che lasciaro- Reggio Calabria, nell’ambito di un’iniziativa sorriso beffardo - state sul marciapiede!”. Come brande, le ottime torte. E poi i grandi cigni di- no la sala senza firmare... ». che, nel centenario della Giornata Internaziona- a dire: siete tutte puttane. Dopo la provocazione pinti su una grande parete cinquecentesca da La battaglia per le rose del rispetto, dell’e- le della Donna, ha rilanciato il tema dei diritti di di Susanna, iniziarono le manganellate. Alma una compagna danese che insegnava il self- mancipazione, della poesia è ancora in itinere. genere, inaugurando, col patrocinio dell’Ufficio finì all’ospedale con la testa rotta, un’altra don- help. E le indimenticabili scritte sui muri. La della Consigliera Regionale di Parità e con quel- na, si vede nelle sequenze di Grifi, fu sollevata più bella per me resterà sempre quell’enigmati- Elisabetta Viti LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE TEATRO 5 Riflessione sull’audacia: conversazione con Alessandro Preziosi L’attore napoletano a Reggio per lo spettacolo “Il Ponte” parla di Italia, memoria e monnezza

l teatro, come il ci- sito è l’immobilismo. Quando stato scritto, era quello di riportare nema, non deve of- Leonardo immaginò un ponte sul la reazione dei partigiani al nemi- «I frire risposte ai Bosforo, già allora qualcuno gridò co fascista per cercare di com- «I all’impossibile… Insomma, al di prendere come sono andate real- problemi né tesi precostituite, ma sollecitare la riflessione di un là di qualunque considerazione mente le cose, in quel periodo di pubblico consapevole»: è un fiu- tecnica o pragmatica, non si può resistenza italiana che può definir- me in piena Alessandro Preziosi, mortificare l’ingegno umano». si di guerra civile. È l’interrogati- quando si tratta di spiegare le ra- Tra le immagini proiettate vo che il film di Soavi e Placido, gioni e i sentimenti che stanno durante lo spettacolo, quella di partendo dal testo di Pansa, si dietro ai personaggi e ruoli che in- Churchill che, coi tedeschi alle pone. E la reazione qual è stata? terpreta. Da alcuni anni, le opere a porte, incitava il popolo inglese Ostruzionismo. La mia è una pic- cui l’attore prende parte, toccano a non arrendersi mai… cola parte, quella di un partigiano temi controversi: come la “scoper- «È un input per riuscire a capi- che crede nell’ideologia italiana. ta” dell’America, nella commedia re come l’uomo comune, oggi, Forse quello è il momento storico musicale “Datemi tre caravelle” potrebbe reagire rispetto alla pos- più delicato e importante della del 2005, in cui veste i panni di sibilità di non arrendersi. In un nostra storia, perché avrebbe po- Colombo, ma anche l’Italia rac- paese come l’Italia, quale cittadi- tuto formare una coscienza sociale contata da “I Vicerè” di Faenza no accetterebbe da parte di un molto forte. Quando un paese si nel 2006, e quella descritta da “Il capo di governo una frase del tipo trova in difficoltà è quello il mo- sangue dei vinti”, film di Michele “non ci arrenderemo mai”? Non mento in cui ci si stringe tutti in- Soavi tratto dall’omonimo libro di sa nemmeno cosa vuol dire non sieme intorno ad un’idea comune, Pansa, appena ospitato come arrendersi, perché vive in uno sta- non un’idea politica, ma un modo evento speciale al Festival del Ci- to che è già arreso, ha già deposto comune di porsi nei confronti del- nema di Roma e divenuto oggetto le armi… ». la difficoltà. Invece non si sa, nel- di polemiche. Vive a Roma, ma è napoleta- la propria memoria, dove andare a Una questione aperta è anche no: come ha vissuto, in questi recuperare un momento in cui in quella affrontata da “Il Ponte”, mesi, le polemiche sulla monnez- Italia ci si è sentiti tutti italiani, melologo prodotto dal Teatro za? avendo come comune denomina- Khora e andato in scena, a fine «Da una parte penso che il na- tore un’identità di nazione: sem- settembre, al “Cilea” di Reggio poletano abbia quello che si meri- bra piuttosto che si faccia sempre Calabria, nell’ambito del 7° Labo- ta; lo dico anche per una coscien- in modo di tenerci lontani gli uni dagli altri… ratorio Internazionale di Architet- za cattolica: non puoi pensare di Anche il problema di Napoli… tura: l’opera multimediale, su testi distruggere la tua città e poi veder è un male che appartiene a tutta di Carmelo Pennisi e Massimilia- spuntare palme e fiori, non puoi l’Italia, non solo a Napoli. Così il no Durante e musiche di Stefano pretenderlo. Dall’altro, credo che ponte, non appartiene solo alla Si- Di Battista, è una riflessione sul- qualcuno abbia voluto strumenta- lizzare politicamente la situazio- cilia o alla Calabria, ma a tutti…». l’audacia, attraverso la duplice A proposito di ponte e di au- prospettiva di un operaio coinvol- ne… a ciò ascrivo la responsabi- lità maggiore del male che ha col- dacia, si è già confrontato con to nella realizzazione del ponte essa quando ha interpretato Co- sullo Stretto (alias Preziosi) e un pito la mia città. Lo stesso vale per i problemi atavici di Reggio e lombo. Proprio la storia dei con- giornalista (voce off di Mario quistadores, però, è un esempio Cordova) che offre i dati statistici, della Sicilia… Resta l’invito ad amare Napoli ancora di più e cre- di come l’audacia non è sempre costi umani ed economici, e tecni- Alessandro Preziosi solo frustrata da bastian contra- ci, di questa e analoghe imprese. do che, in tal senso, qualcosa stia difichi il territorio, spesso il politi- È un altro aspetto di ingenuità…». accadendo». ri e ideologie (secondo la tesi Per Alessandro Preziosi, che co (che la impone), l’architetto Alla fine, però, delle due in- dell’opera di Pennisi) ma con- abbiamo incontrato a Reggio pro- Proviene da una formazione (che la progetta), l’ambientalista genuità, l’opera sembra sposare giuridica: da dove nasce la deci- dannata, a volte, dall’evidenza prio in occasione dello spettacolo, (che la rinnega), non ne conside- quella favorevole al Ponte… inconfutabile delle sue conse- il ponte è «soprattutto un pretesto sione di fare l’attore? rano le ricadute a grappolo nella «È piuttosto la tesi dell’auda- «Per una questione di audacia: guenze: la cosiddetta scoperta per un discorso più ampio sul pro- vita delle persone, ma strumenta- cia. Il ragionamento dell’operaio è ho voluto buttarmi nel mondo del- dell’America è stata, di fatto, getto nelle sue diverse possibilità: lizzano tutta l’operazione, mai ge- il seguente: nonostante tutte le l’arte perché pensavo fosse giusto l’inizio di una conquista e di un sostenibile, irrealizzabile, non rea- stendola in funzione dei soggetti possibili obiezioni al progetto, io così. Poi ho avuto ragione di que- genocidio... lizzato. E per porre all’attenzione destinatari. Il nostro spettacolo ci sto perché ci hanno detto che sta intuizione, ma non avrei mai «Considero il Columbus Day del pubblico ciò che l’attore defi- vuole restare fuori dalle strumen- questa cosa cambierà il futuro. potuto saperlo se non avessi pro- una commemorazione inutile e as- nisce «una tragedia impressionan- talizzazioni ideologiche per una Nell’intento dell’autore, l’ope- vato». surda: mi chiedo sempre se la te: quella delle tante imprese mor- riflessione a 360° che lasci la que- raio mette alle strette chi lo farà tificate sul nascere»: a Roma, in- stione aperta e dia voce a chi non morire: responsabilizza chi vuole fatti, dove ha debuttato nel mese ce l’ha: un operaio che, pur sapen- la grande impresa, ricordandogli di maggio, “Il Ponte” è stato pre- do che morirà lavorando alla co- che per essa si può anche accetta- ceduto da una mostra di tutti i più struzione del ponte, decide co- re il massimo sacrificio purché il importanti progetti architettonici, munque di affrontare la grande futuro promesso in cambio della non realizzati, degli ultimi 5 anni. impresa. Quel che facciamo è un vita sia reale per le nuove genera- Come nasce lo spettacolo? viaggio nella sua memoria per zioni. Altrimenti, minaccia l’ope- «Da un apporto architettonico e cercare di capire da dove nasce raio, potremmo decidere di non progettuale più che da un input questa ingenuità, questa aspirazio- morire più…». teatrale o drammaturgico. Da una ne un po’ particolare…». E rispetto alle posizioni am- relazione sul progetto del ponte In che senso? bientaliste? che Isidoro Pennisi, docente della «L’aspirazione di tanti è quella «Riflessioni apparentemente facoltà reggina di Architettura, ha di andarsene, dalla Calabria, dalla così comuni e banali come quelle inviato al fratello Carmelo, sce- Sicilia, lasciare la propria terra per per cui il ponte rovinerebbe il pa- neggiatore dell’opera, e che svi- inseguire qualcosa di più impor- norama devono far riflettere lo luppa un concetto filosoficamente tante… quest’operaio, invece, spettatore su quanto forte sia, nel- interessante. Quello del progetto vorrebbe restare: “ecco, dice, chi la storia dell’umanità, la censura che tiene insieme i tre momenti vi farà il ponte, gente come me, dell’audacia; dice giustamente fondamentali della vita di un che forse non ha mai sognato nul- l’operaio: “ma è mai possibile che uomo, secondo Agostino: il passa- la, gente la cui unica aspirazione è ogni volta che sull’isola si orga- to, come tempo della memoria, il non essere costretta ad andar via nizza qualcosa, tutti ricordano presente, come tempo della visio- da qui”. Per l’operaio il ponte rap- che non abbiamo l’acqua, che non ne qui e ora, e il futuro come tem- presenta la possibilità di un alter- abbiamo le strade e che c’è la ma- po dell’aspettativa. nativa alla necessità di emigrare e fia?”. Come se la rinuncia al pon- Alessandro Preziosi con i musicisti L’idea di base è che non esiste di una rivincita…». te permettesse un miglioramento uomo senza progetto, idea eviden- In un’opera che vorrebbe la- dello stato delle cose! Sia che si Le esperienze formative più gente che vi partecipa si accorge, temente difficile e complessa per sciare la questione aperta, un faccia il ponte sia che non si fac- importanti? quando scende per strada, che sta un paese come il nostro che si è discorso pro Ponte… cia, comunque le strade non ci «L’amore per il cinema, per festeggiando la più grande strage fermato alla progettazione e dove, «Poi però, all’interno della sono, l’acqua resta non potabile e l’arte, per l’emulazione: il tentati- della storia dell’umanità». anzi, prima ancora che un proget- stessa figura, lo spettacolo prende manca un piano di risistemazione vo di fare il verso a cose che ve- Ma “Datemi tre caravelle” to venga preso in considerazione e in considerazione l’altro versante urbanistica. L’opera invita lo spet- devo e che mi piacevano». non è a sua volta una comme- vagliato, è talmente strumentaliz- della questione: quello per cui po- tatore a guardare la questione fuo- “Il sangue dei vinti” è attual- morazione? zato e bombardato a livello locale tremmo anche arrivare a smetter- ri da considerazioni meramente mente al centro di diverse pole- «Tenta però di cogliere il signi- e nazionale per ragioni di diversa ne di parlarne. In fondo, quaranta utilitariste e finanziarie. Perché miche… ficato vero della commemorazio- fazione e natura, che solo parlarne minuti di traversata sullo stretto non si può innescare nel nostro «Attraverso il film, mi sono ne, che è un ricordare insieme e sembra oggi un fatto miracolo- rappresentano un momento di paese una molla di rinnovamento, trovato ad approfondire una parte non uno spirito di parte: la storia so…». grande serenità e poesia. “Ci han- se si continua a considerare solo della nostra storia che è stata og- di “Datemi tre caravelle”, al di là Perché farlo attraverso il no detto che impiegheremo sei l’utilità pratica come criterio di getto di interpretazione: ma la sto- del fatto che è avvenuta in Ameri- punto di vista dell’operaio? anni per modificare quello che valore dei progetti. L’audacia, dai ria non va interpretata, va riporta- ca, è qualcosa che dovrebbe ap- «Ci interessava la prospettiva questa terra è sempre stata – dice tempi di Leonardo, viene irrisa e ta. Il tentativo di Pansa con “Il partenere a tutti». dell’uomo comune. Quando c’è l’operaio – e ci pagheranno anche accantonata, mortificata dalla po- Sangue dei vinti”, al di là della una grande scelta da fare, che mo- per smettere di essere noi stessi”. litica e dai “bastian contrari”: l’e- crudezza e schiettezza con cui è Elisabetta Viti LETTERE 6 EVENTI MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 “Cerco una strada per il mio nome” Dedicata al poeta Izet Sarajlic la settima edizione degli Incontri Internazionali di Poesia di Sarajevo

nche i versi infatti ospitato il 3/4/5 ottobre risposta è stata incoraggiante no, Ivana Varunek, Giancarlo sono con- l’appuntamento annuale con ma non risolutiva. E ad offrir- Cavallo, Franco Paris, Sandra «A tenti quan- la memoria e la cultura. Un la è stato il vice sindaco di Mitrovic, Josip Osti, Valenti- «A appuntamento che ormai uni- Sarajevo Predrag Mitrovic il na Confido, Alessio Brandoli- do le persone si incontrano» («I stihovi se raduni, kad se sce stabilmente l’Italia alla quale, nonostante l’imminente ni - accorciavano le distanze sastaju ljudi»), il celebre ver- Bosnia. Il tutto in nome di fine della consiliatura, ha co- e sprigionavano in sala il sen- so di Izet Sarajlic tratto da una poesia che costruisce munque assicurato di prendere so di ciascuna lirica. “Qualcuno ha suonato” che ponti di dialogo in cui il lin- a cuore la causa e di perorarla Ad avvicendarsi sul pal- intitola la sua prima raccolta guaggio della scrittura è uni- di fronte alle autorità compe- coscenico del Kino Bosna, le in Italia, presta la degna cor- versale e diventa materia che tenti, non comunali ma canto- voci di diverse nazionalità so- nice alla settima edizione de- i poeti interpretano, plasma- nali. È stato lo stesso vice sin- praggiunte a Sarajevo per la- gli Incontri Internazionali di no, traducono dalla lingua di daco Mitrovic a ricordare an- sciarvi la traccia indelebile Poesia alla sua memoria dedi- origine alla lingua serbo- cora Izet Sarajlic come uomo della loro poesia. L’Albero cati e promossi dalla Casa croata, forte e al contempo ribelle e libero, capace di rap- che cammina, corre, vola di della Poesia (Baronissi - Sa- dolce e musicale, avvicinando presentare questa forza anche Josip Osti – Bosnia e Slove- lerno) e dall’Ambasciata Ita- così di nuovo questo angolo di nella sua scrittura e nella sua nia - regala i primi versi e le liana a Sarajevo. È proprio Europa alla tradizione poetica poesia. prime emozioni al pubblico. Sergio Iagulli, direttore della internazionale contemporanea. Intanto tutto era pronto Anche la nostra città ha avuto casa editrice salernitana, a ci- La poesia può infatti diventare, per l’inizio delle letture, an- l’onore di ospitarlo, unita- tare il poeta bosniaco durante come auspicava Izet, una casa che gli strumenti musicali ac- mente a Sinan Gudzevic - in la sua introduzione. Il teatro per tutti quelli che la amano e cordati. La poesia chiama in- occasione del primo festival Kino Bosna, a Sarajevo, ha che ad essa dedicano passione fatti la musica. Una lingua Internazionale della Poesia e parole. «Uno stru- musicale, quella serbo-croata, “Verso Sud” promosso dal- mento di dialogo, di per accompagnare la scrittura l’associazione reggina “An- denuncia delle in- che presta il segno alla rivela- goli Corsari”. Dai Balcani giustizie e di difesa zione nascente ogni qualvolta alla Francia con la poesia iro- della dignità del- sia scossa una corda dell’ani- nica di Francis Combres fino l’uomo», così l’am- mo e una melodia ne sgorghi alla Spagna del poeta-parolie- basciatore italiano a interiormente, divenendo poe- re Felix Grande, un tempo padroni di Giancarlo Cavallo, larne ad alta voce per farsi Sarajevo Alessandro sia. Ad aprire il reading e ad chitarrista di flamenco, a Sa- per l’Italia. Dai paesaggi ma- sentire, ma viene allontanato. Fallavollita ha offer- accompagnarne i poeti, le rajevo con la figlia Guadalu- rittimi di Giacomo Scotti, per Come se la poesia non si oc- to i propri saluti alla note dei musicisti Riccardo pe, anche lei poetessa. Spazio l’Italia e la Croazia, al co- cupasse anche di dolore. platea gremita del Morpurgo al pianoforte, Luca anche al ritmo del black stante richiamo alla città di Come se non fossero morte Kino Bosna. Anche Colussi alla batteria, Simone poem di Cletus Nelson Nwa- Trieste di Miroslav Kosuta, anche le parole quando la le autorità locali Serafini al contrabbasso, Giu- dike, poeta svedese di origini per l’Italia e la Slovenia. Dal- notte tra il 25 e 26 agosto del hanno reso omaggio liano Tull al sax e Almir Ne- nigeriane e alla voce degli ul- le immagini che diventano li- 1992 veniva bombardata la a questa iniziativa e zic al basso. timi, affidata ai versi di Ra- riche di Guadalupe Grande, Libreria Nazionale e brucia- ad esse è stato nuo- Una manifestazione che fael Courtoisie dall’Uruguay. per la Spagna, al canto di li- vano oltre due milioni di li- vamente riproposto ha avuto il pregio di avere Il viaggio è proseguito bertà di Abdellatif Laadi per bri. Libri in fiamme e poesia il video della lettura tanti padroni di casa. Quelli per condurre dalla profondità il Marocco e al taccuino del insanguinata. Ma lingue di- di Izet Sarajlic della nati in questi luoghi e quelli che sottende il tra-di-re di Ja- portoghese Ivo Machado. verse possono riscattare quel sua poesia “Cerco adottati dalla lingua serbo- smina Ahmetagic per la Ser- Così in quei luoghi remoti dolore, purché sia lasciato una strada per il mio croata, manifestatasi partico- bia, all’ironia che si spinge a che la parola può svelare, la emergere. A Sarajevo quel nome”, da anni di- larmente materna e generosa, ritroso fino ai tempi dei Ro- poesia si conferma come dolore affonda ancora in venuta monito per le e dalla lingua italiana, ovun- mani di Sinan Gudzevic per sinfonia della resistenza, ca- quella terra che ha visto mori- istituzioni locali af- que apprezzata. I poeti si la Serbia e la Croazia; dalla pace di tracciare collegamenti re, in quattro anni di guerra, finché intitolino una sono alternati sul palcosceni- carica di Marco Vesovic e del che consentano di sopravvi- oltre 11 mila persone. A Sa- strada di Sarajevo a co leggendo i loro versi in giovane Almir Kolar, per la vere all’apocalittico rajevo c’è bisogno di lingue questa figura incisi- lingua originale mentre uno Bosnia Erzegovina, al poeta cui interi popoli sembrano che ritrovino parole nascoste va ed importante del schermo e l’opera degli in- che ha in sè la crudele pietà condannati. Come lo sono sotto le macerie. panorama poetico stancabili traduttori - Sinan di ogni primavera di Giusep- internazionale. La stati i popoli dei Balcani. For- Gudzevic, Raffaella Marza- pe Conte e alle parole senza se qualcuno in sala vuole par- Anna Foti Il successo del Laboratorio Premio Nosside 2008, sempre più globale Teatrale Universitario Daniela Raimondi, italiana di Nicolini e Prati n autunno denso di tappe e apprezzamenti per il di Londra, è Vincitrice Assoluta U Laboratorio Teatrale Universitario “Le Nozze”: fiore all’occhielloU della “Mediterranea” di Reggio Calabria, la della XXIV edizione del Nosside creatura di Renato Nicolini e Marilù Prati sei anni dopo la nascita sbarca alla Biennale Teatro di Venezia e ottiene, per il poliedrico inventore dell’Estate Romana, un premio alla car- Daniela Raimondi, italiana trapiantata a Londra, riera (Premio Universo Teatro 2008), nell’ambito della II edi- la Vincitrice Assoluta del XXIV Nosside 2008, zione di “Universoteatro”, il Festival Internazionale del premiata il 28 novembre a Reggio Calabria, insie- Teatro Universitario diretto da Ugo Gregoretti, a Benevento, ÈÈ dove la compagnia ha replicato, per l’occasione, lo spettacolo me a poeti provenienti da tutto il mondo. Il componimento La Regina di Ica ottiene la vittoria assoluta nella manifestazione “Alcesti e il nemico della morte”. plurilingue conosciuta ormai in tutto il mondo. I partecipanti Grande assemblatore di testi, Nicolini contamina Euripide di 40 Stati dei 5 continenti hanno preso parte alla tenzone poe- con Elias Canetti per rappresentare la scelta di chi, l’Ercole tica in 29 Lingue diverse. 4 Vincitori, 10 Menzionati Speciali, euripideo come l’autore di “Vite a scadenza”, si fa “nemico 20 Menzionati particolari e 37 Menzionati. I vincitori sono della morte” «sentendo per la morte di qualsiasi uomo - spie- quindi il colombiano di lingua Quechua (antica lingua Inca) ga il drammaturgo - lo stesso dolore straordinario di Gilga- Fredy Romeiro Chicangana, l’italiana Ada Incudine, la brasi- mesh, nel mito babilonese, per l’amico Enkidu». liana Vera Marcia Milanesi e il messicano Carlos Urzúa. Proprio questa capacità di mettere in dialogo testi e tradi- Menzionati Speciali Rosa María Barrios (), Carmen Arévalo Chacón (Venezuela), Tatiana Danilyants – poesia in video zioni diverse è il segreto non solo della pièce andata in scena (Russia), Giovanni Favasuli – dialetto di Africo (Italia), Stanka Gjuric – poesia in video (Croazia), Agnes Shun Ling Lam (Cina), il 25 ottobre al “Vittorio Emanuele” di Benevento, ma di tutta Giovanni Longo (Italia), Thomas Mussenge (Congo, res. in Belgio), Patrick Sammut (Malta) e Rosane Zanini (Brasile, res. in Sviz- l’opera di un intellettuale da sempre “in gioco” su frontiere zera). diverse e complementari, richiamate nella motivazione del Il prof. Pasquale Amato, Presidente del Premio Internazionale di Poesia Nosside, ha commentato gli ottimi risultati della XXIV premio: dall’architettura all’impegno politico al teatro “all’al- Edizione sul versante della promozione e delle iscrizioni: «Il Nosside 2008 ha continuato il suo cammino di “unico Premio Globale lestimento di grandi eventi cinematografici teatrali e musica- di Poesia per inediti del mondo” realizzando un’impresa che nessuno aveva mai prima compiuto nel campo dei Concorsi di poesia li” nel cuore di Roma. per inediti. Ha dato vita ad uno straordinario “Viaggio da Reggio Calabria al mondo” organizzando 13 Eventi di presentazione del E, dal 2002, appunto, la nuova sfida de Le Nozze, appro- Progetto nelle Americhe e in Europa». Infatti il Premio ha avuto diversi momenti internazionali distribuiti nell’arco dell’anno: il 16 data, dal 29 ottobre al 3 novembre, alla Biennale Teatro di febbraio alla Fiera del Libro di La Habana; 20 febbraio presso l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico: il 20 marzo a Pod- Venezia, nell’ambito della sezione “Miti Ritrovati” della ras- gorica in Montenegro; il 28 marzo al Museo Archeologico di Olbia; il 3 aprile a Malta, presso l’Istituto Italiano di Cultura; il 26 segna “Mediterraneo: Laboratorio Internazionale del Teatro”, aprile a New York, al Comisionado Dominicano de Cultura; il 3 maggio alla Fiera del libro di Santo Domingo; il 29 maggio a con “Elyssa/Didone – La Regina Errante”: laboratorio sulla Mosca; 7 giugno a Crotone; il 13 giugno all’Università di São José do Rio Preto; il 17 giugno a São Paulo; il 19 giugno a Brasilia, messa in scena teatrale rivolto a 20 studenti della Ca’ Foscari presso il Museu Nacional do Brasil). A Brasilia è stato consegnato il Premio Nosside Internazionale alla carriera 2008 al grande di Venezia, il progetto, svoltosi al Teatro Universitario “Gio- poeta amazzonico Thiago de Mello, “o Poeta da floresta”. vanni Poli”, «ha sviluppato - spiega l’attrice e autrice teatrale Il Prof. Amato si dice oltremodo soddisfatto dei risultati delle iscrizioni: gli Stati di provenienza dei partecipanti sono aumentati Marilù Prati - un confronto, costitutivamente aperto, tra il mito da 32 a 40, (17 Europa, 15 America Latina, 3 Africa, 3 Asia, 1 America del Nord, 1 Oceania); per la prima volta i partecipanti di fenicio di Elyssa e quello virgiliano di Didone», contaminando altri paesi (65,66%) hanno superato gli italiani (33,34%), rafforzando così l’identità globale del Progetto. il blocco originario dell’Elyssa di Mellah-Prati, con “Le Troia- ne” di Euripide, l’ “Eneide” di Virgilio, “La Didone Abbando- I partecipanti brasiliani (20%) hanno altresì scavalcato i cubani (7%), da anni al secondo posto dopo i concorrenti italiani. Al nata” di Metastasio e “Dopo Didone” di Adele Cambria. boom dei brasiliani si sono affiancati gli incrementi dei messicani (quarti), dei maltesi (quinti) e degli argentini (sesti), seguiti da Entrambe suicide per amore, come scelta di libertà, per spagnoli, venezuelani, russi, ecuadoriani, serbi, francesi e statunitensi; l’eroina punica, e come conseguenza di una passione distrut- Le lingue sono aumentate da 22 a 29, rafforzando l’identità del plurilinguismo. tiva, per quella troiana, dal confronto tra le loro storie emer- L’italiano (34%) e lo spagnolo (22%) sono rimasti ai primi due posti, ma il portoghese - già in terza posizione - ha fatto un altro ge, soprattutto, la natura di esule che accomuna Elyssa ad notevole balzo in avanti (dal 10% del 2007 al 18%) grazie all’incremento di partecipazioni dal Brasile. Enea e «invita a riflettere – conclude Nicolini – sul tema, Come quarta lingua è emerso per la prima volta l’inglese (7%), grazie all’uso diretto di esso da parte di un crescente numero di attuale e complesso, dell’immigrazione e sul Mediterraneo partecipanti che lo utilizzano come prima lingua o come lingua di traduzione. come luogo di viaggi, scambi, guerre e dolori». Sempre al quarto posto (7%), in aumento rispetto al 2007, si è collocato il gruppo delle lingue native, minoritarie e dialetti, altro elemento caratterizzante del Progetto Culturale Nosside. Elisabetta Viti LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE EVENTI 7 Il Premio Anassilaos 2008 A Reggio la lectio magistralis di Alain Segonds e l’incontro con il Metropolita ortodosso Gennadios

uando un Premio di cul- cesi Reggio-Bova Vittorio Mondel- ciata di Storia romana nella facoltà tura riesce a perpetrarsi lo e Sua Eminenza Gennadios, Me- di Lettere e Filosofia dell’Univer- lungamente nel corso tropolita ortodosso d’Italia e Malta, sità di Messina, Maurizio Lanfran- Q che ha tenuto una Lectio incentrata degliQ anni sopravvivendo dignitosa- chi, associato di Economia ed Esti- mente all’effetto “erosivo” del tem- sulla figura di S. Paolo. Dopo la ce- mo rurale presso la facoltà di Eco- po allora ciò costituisce il suo mar- rimonia di sabato, domenica 16 la nomia dell’Università di Messina, chio di qualità. È il caso del “Pre- degna conclusione all’evento è stata Emiliano Ferdinando Russo, profes- mio Anassilaos per la Pace Papa sancita dalla Lectio del prof. Don sore a contratto presso l’Università Giovanni Paolo II”, che ha spento Mauro Fotia dal titolo “Ricordando di Tor Vergata in Roma in materia quest’anno le sue prime 20 candeli- Don Raimondo Lico/Impegno cul- di Diritto civile e Diritto comunita- turale dei Cattolici e crescita reli- ne trasmettendo l’assoluta valenza rio e membro del Comitato interna- giosa e civile della Calabria” e ar- zionale Onu per lo studio di modifi- del proprio messaggio culturale at- ricchita dagli spunti di Don Antonio traverso una serie di riconoscimenti che allo Statuto Onu, premiati per Santoro e Giandiego Carastro. La l’attività di ricerca, Vittorio Camini- attribuiti a personalità italiane ed Sala “Green” del Consiglio Regio- estere che si sono distinte in settori ti, presidente provinciale e regionale nale ha fatto registrare il “tutto Federalberghi (Premio “Imprendito- come arte, economia, scienze e, ap- esaurito” sabato pomeriggio per il punto, la cultura. Patrocinato da ria”), il professore Alberto Neri e prestigioso appuntamento della pre- Peppino Impastato alla memoria, lo Presidenza del Consiglio dei Mini- miazione. È emersa in questa occa- stri, Consiglio Regionale della Ca- storico Giuseppe Musolino (Premio sione l’importanza di un appunta- Città di Reggio Calabria “alla car- labria, Provincia di Reggio Cala- mento che contribuisce notevolmen- bria, Provincia Regionale di Messi- riera”), Don Mauro Fotia, sacerdote te ad elevare la crescita culturale e e professore di Sociologia politica na, Città di Reggio Calabria, Città sociale della nostra città nonché il di Messina e Fondazione Bonino- presso l’Università di Roma “La Sa- forte legame storico e di civiltà tra pienza” (Premio Città di Reggio Ca- Pulejo l’evento oltrepassa i confini la diocesi del Metropolita ortodosso nazionali ponendo nella città di labria “Cardinale Luigi Tripepi”), Gennadios e la terra di Calabria. Il Franco Pontorieri, presidente di se- Reggio Calabria il suo centro opera- Comitato d’onore è stato formato zione della Corte di Cassazione e tivo da cui si dipanano le linee di- dai vertici istituzionali dello Stato e rettrici che convergono nei punti di del Governo, da esponenti del Par- docente (Premio Città di Reggio partenza e arrivo dell’intera macchi- lamento Europeo oltre che dai rap- Calabria “Biagio Camagna”), Gior- na organizzativa. L’Associazione presentanti degli enti locali. Non gio Rognetta, direttore responsabile culturale “Anassilaos” presieduta da tutti hanno preso parte all’avveni- del Progetto IRIFOR (Premio Città Stefano Iorfida ha promosso un ci- mento e tra di essi sono intervenuti di Reggio Calabria “Biagio Cama- clo di manifestazioni svoltesi in Giuseppe Bova, presidente del Con- Il Metropolita Gennadios e il Vescovo Mondello gna”), Giancarlo Mazzù, maestro e città dal 14 al 16 novembre e il cui siglio Regionale della Calabria, docente di Chitarra jazz e di Armo- momento clou è stato rappresentato Santo Gioffrè, assessore provinciale gna Graecia” di Catanzaro (Premio bria (Premio “Giovanni Alfonso nia e Analisi di composizioni jazz dalla consegna dei premi giorno 15 alla Cultura e Antonella Freno, as- Calabria), Domenicantonio Fausto, Borelli” per la Ricerca), Ettore Cin- presso il Conservatorio di Musica presso la Sala “Nicholas Green” del sessore ai Beni culturali e ai Grandi ordinario di Scienza delle Finanze gano, ordinario di Letteratura greca “A. Scontrino” di Trapani. Ai pre- Consiglio Regionale. Il primo di Eventi del Comune di Reggio Cala- presso la facoltà di Economia del- presso l’Università Ca’ Foscari di miati sono state consegnate targhe questi appuntamenti si è tenuto ve- bria. All’inizio della cerimonia è in- l’Università “Federico II” di Napoli Venezia (Premio “Giuseppe Morisa- artistiche realizzate da Antonclaudio nerdì 14 nell’Aula magna del Liceo tervenuta anche la dottoressa Foti, (Premio “Attilio Da Empoli” per la ni” per la Ricerca), Alain Segonds, Pizzimenti assieme alle opere del- Scientifico “Leonardo da Vinci” in rappresentanza della sezione reg- Ricerca), Rita Lizzi, ordinario di direttore di ricerca al Centro nazio- l’artista Gloria Oliveti. Per il ven- con la Lectio del professor Alain gina di Amnesty International per Storia romana presso la facoltà di nale di ricerca scientifica di Parigi tennale del Premio, inoltre, Poste Segonds sul tema “Pitagora e la sensibilizzare i presenti sulla “Gior- Scienze della Formazione dell’Uni- (Premio “Erasmo da Rotterdam” Italiane ha concesso un apposito an- scienza nuova (Copernico, Bruno, nata internazionale per l’eliminazio- versità di Perugia (premio “Salvato- Anassilaos per l’Europa), Samuel nullo filatelico con l’allestimento di Keplero)” in cui sono intervenuti ne della violenza contro le donne” re Calderone” per la Ricerca), Gio- Haroutunian dell’Università peda- uno stand presso la stessa Sala Vincenzina Mazzuca, dirigente sco- in programma per il 25 di novem- vanni Sindona, docente di Chimica gogica di Yerevan in Armenia (Pre- “Green” ed essendo il 10° anniver- lastico del “Vinci” e presidente del bre, causa sposata e sostenuta anche organica nella facoltà di Scienze mio Renato Calapso” Anassilaos In- sario della morte del poeta Emilio Centro calabrese di studi filosofici e dall’Associazione “Anassilaos”. In- dell’Università della Calabria (Pre- ternational), i docenti Andrea Do- Argiroffi è stata donata al pubblico storico-sociali e Nuccio Ordine, do- signiti Sua Eminenza Gennadios e mio “Raffaele Piria” per la Ricer- menico Caridi, associato di Micro- la sua raccolta intitolata “Il Cimento cente all’Università della Calabria. Sua Eccellenza Vittorio Mondello ca), Riccardo Barberi, straordinario biologia degli alimenti presso la fa- della parola sconosciuta”, edita da In seguito è stata la volta dell’in- (Premio per la pace Papa Giovanni di Fisica applicata presso la facoltà coltà di Agraria dell’Università Laruffa. contro, dai chiari toni spirituali e re- Paolo II), Francesco Saverio Co- di Scienze matematiche, fisiche e “Mediterranea” di Reggio Calabria, ligiosi, tra l’Arcivescovo della Dio- stanzo, rettore dell’Università “Ma- naturali dell’Università della Cala- Lucietta Di Paola Lo Castro, asso- Alessandro Crupi 41° edizione del Premio Rhegium Julii Givone, Lasorella, Bettiza, Guerri, Ruffili e Barra i vincitori del concorso letterario

otto l’Alto Patronato del Ministero dei Beni e delle I Premi organizzati dal Circolo nel corso dell’anno sono il Attività Culturali – Istruzione Ricerca e Università “Premio Rhegium Julii”, che si svolgerà il 29 novembre, sud- S il 29 novembre si è tenuta la tradizionale ed ap- diviso in saggistica, narrativa, poesia, giornalismo e studi me- S ridionalistici, il “Premio ‘Fortunato Seminara’ Opera prima”, prezzata serata dedicata alla consegna dei “Premi Rhegium Julii 2008”, un appuntamento molto atteso dalla Reggio cul- riservato ad un romanzo di un autore esordiente, il “Premio turale che si rinnova ogni anno sul nostro territorio cittadino e Rhegium Julii inedito” e il “Premio Internazionale Città dello che gode del patrocinio del Consiglio Regionale della Cala- Stretto”, destinato a saggistica e narrativa internazionale. bria, Assessorato Regionale Cultura e Beni Culturali, Comuni Unico cruccio? «Non riuscire ad entrare nei mass media na- di Campo Calabro e Bagnara, Associazione Provinciale Indu- zionali, ma questo, purtroppo, è un problema comune. Per il striali, Camera di Commercio, Fondazione “Bonino-Pulejo”, resto la nostra formula sia organizzativa che di valutazione Fondazione “Italo Falcomatà”, Fondazione “Fortunato Semi- degli elaborati è ormai collaudata, garantisce la massima tra- nara” di Maropati, Comune e Provincia di Reggio Calabria. sparenza e non prevediamo di cambiare in tal senso». Paola Saluzzi ha presentato al Cine Teatro “Odeon” questa In particolare il sistema prevede l’invio di 500 schede in nuova edizione del Premio, giunto alla 41° edizione, che rap- tutta Italia, la segnalazione dei libri e la sottoposizione di presenta una vetrina di grande valore per poeti e scrittori at- questi al giudizio della giuria che così valuta su manoscritti tribuendo loro una serie di riconoscimenti ma soprattutto scelti da altri e non al suo interno. E per risultare vincente che un’attestazione di qualità più che rilevante sul piano locale e tipo di qualità deve possedere un libro? «Deve trasmettere nazionale nel settore della cultura alle esclusive produzioni emozioni» afferma Casile. La commissione giudicatrice del proposte. La scelta di privilegiare questo tipo di manifestazio- “Premio Rhegium Julii” è composta dal presidente Corrado ni testimonia la grande attenzione che il Circolo culturale Calabrò e dallo stesso Casile nel ruolo di segretario generale “Rhegium Julii”, promotore e organizzatore di questo concor- mentre il Comitato d’onore è costituito da importanti rappre- so letterario, dedica alla valorizzazione del talento offrendo sentanti dei Governi nazionali e locali oltre che da enti eco- anche la possibilità a tanti validi artisti “made in Calabria” di nomici, umanitari, socio-culturali e dai rettori delle università farsi conoscere ed apprezzare per le loro capacità nel campo Mediterranea, di Messina e “Dante Alighieri”. Per quanto ri- della scrittura. Ai vincitori verrà consegnata la targa artistica guarda i vincitori dei Premi si segnalano, per la sezione Nar- “Rhegium Julii” ed una dotazione complessiva di € rativa, Sergio Givone per il romanzo Non c’è più tempo (Ei- 10.000,00. Sono quasi 50 anni che il Rhegium Julii attraverso naudi), per la sezione Saggistica storica Enzo Bettiza per il la sua azione sul territorio locale contribuisce concretamente gami di parentela o di amicizia mentre quando veniva un volume La primavera di Praga (Mondadori), per la Saggisti- alla promozione della cultura della società reggina privile- grosso scrittore non vi era la partecipazione che avrebbe me- ca letteraria Giordano Bruno Guerri per l’opera D’Annunzio. giando l’arte dello scrivere. ritato. Ancora oggi, nonostante i passi avanti fatti in questo L’amante guerriero (Mondadori), per la sezione Giornalismo Una scelta valida in ogni epoca e il cui eccezionale riscon- campo, c’è una cultura ancora da costruire e l’unica soddisfa- Carmen La sorella con il volume Verde e Zafferano (Bompia- tro viene offerto dalla grande partecipazione che vede nei zione che ci fa proseguire con entusiasmo è quella di aver ni), per la Poesia Paolo Ruffilli per la raccolta Le stanze del giovani un costante e presente punto di riferimento anche e creato una classe di giovani meravigliosa rendendoli protago- cielo (Marsilio) e per il Saggio sul Mezzogiorno Francesco soprattutto all’interno dello staff del Circolo. Nei giorni pre- nisti e da questo punto di vista siamo sempre andati alla ricer- Barra per il saggio Il Decennio francese nel Regno di (Plecti- cedenti la cerimonia di premiazione siamo andati a trovare ca di talenti». Successivamente il presidente sottolinea come ca). Segnalazione di merito infine per la poetessa Maria Festa nella sede del Rhegium Julii in Via Vecchia Pentimele il pre- il Premio abbia una gestazione piuttosto lunga e si viene a per la raccolta Sul confine del Tempo (Laruffa) mentre sarà sidente Giuseppe Casile, indaffarato assieme agli altri mem- plasmare molto prima della cerimonia finale grazie al lavoro presente la poetessa Maria Grazia Lenisa in riferimento al bri dello staff nella preparazione dell’evento di giorno 29. Tra che viene svolto nelle scuole attraverso gli incontri con gli Premio “Gilda Trisolini” per la silloge Amorose strategie. Al una sistemazione e l’altra di documenti ci accoglie con molta autori e all’allestimento di alcune manifestazioni come il Fe- Conservatorio musicale “F. Cilea” sarà donato un riconosci- disponibilità illustrandoci la spinta propulsiva che determina stival della letteratura contemporanea e i caffè letterari estivi mento-omaggio e sono previste due manifestazioni artistiche: la riuscita periodica di questo appuntamento. «Il Rhegium Ju- ma sempre tenendo ben saldo l’obiettivo primario di promuo- “Reggio tra assoluto e realtà” a cura di Francesco Idotta e Or- lii - spiega - è nato nel 1968 con un obiettivo ben preciso ri- vere il libro che permette di affrontare tematiche importanti sola Toscano e “ ‘Vox Mars’ e ‘Weather Storm’ ”, spettacolo masto immutato nel corso degli anni, vale a dire la promozio- della vita di ciascuno di noi. «Il prestigio della nostra iniziati- di danza con i ballerini Antonio Tago e Marta Mearelli e la ne del libro e della lettura e il nostro motto “l’arte di leggere e va - precisa ancora Casile - è testimoniato dal fatto che chi ha partecipazione della Compagnia “The sparking diamonds” di- il vizio di scrivere” volutamente provocatorio sta a sottolinea- vinto il Premio Rhegium Julii è successivamente divenuto fa- retta da Katia Crucitti ed Eugenia Chindemi. re come molti scrivevano e pochi leggevano. La gente spesso moso e ci sono tanti esempi come Roberto Napoletano, diret- si accostava alle iniziative culturali per motivi clientelari, le- tore de ». A. C. LETTERE 8 ARTE MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 Reggio Photo Fest, immagini dal presente A Reggio Calabria si è svolto il primo festival di fotogiornalismo internazionale

i sono soprattutto espone ben 400 scatti di autori occhi e volti in nazionali e internazionali, fir- CC questa prima edi- me prestigiose e meno cono- zione del Reggio Photo Fest. sciute, e che racchiude anche Occhi di bambini, di giovani e un reportage sulla città di Reg- vecchi, così come ce li propo- gio dei due direttori artistici ne il palermitano Luciano del “Per amore di cronaca”, non- Castillo di “Con il cuore negli ché le foto di reporter in erba occhi”, antologia che presenta selezionate dal concorso “Reg- all’evento di Reggio Calabria gio in pixel”. che si è svolto nel foyer del La mostra si divide in di- Teatro “F. Cilea” dal 9 al 22 verse sezioni: oltre la già cita- Adriana Sapone, "L'Attesa" (Campo Rom - Reggio Calabria) novembre scorso. ta personale di Del Castillo, la Occhi che inchiodano con selezione di Pier Paolo Cito, ressante questa comunità possa poli senza dignità tra miseria, la loro sofferta innocenza, con fotoreporter dell’Associated essere educata ad alcune forme violenza e sporcizia. Dalla sua la loro mestizia carica di pas- Press e vincitore del Premio elementari di civiltà non si spe- indignazione verso una realtà sato e ricordi, occhi velati da Pulitzer 2007, che con “Due gne. Reggio torna, quindi, pro- che non si lascia neanche im- burka che nascondono identità popoli vinti” racconta la mai tagonista degli scatti di dilet- maginare nasce il reportage negate e tra i quali fa capolino risolta guerra tra palestinesi e tanti che hanno colto immagini realizzato tra il 25 marzo e il lo sguardo diffidente di una israeliani; “Come in uno spec- inedite di una città che sembra 25 maggio 1996. Il grande fo- bambina. Ancora occhi di un chio” di Fabrizio Villa che rea- mostrarsi mondana e scintillan- tografo “umanista” brasiliano medico allucinati dall’affac- lizza ventisei intensi primi pia- te e scopre altresì un volto ma- ha prodotto 45 scatti che rac- ciarsi della morte alla quale ni in Eritrea, in collaborazione Luciano del Castillo, "Children" (Suleymanyah -Iraq) linconico e popolare. contano il lavoro quotidiano tenta di strappare almeno una con l’Unicef; Davide Bolzoni Angoli inusuali, ma anche dei contadini, le lotte dei di vita. Occhi. Che rimandano con “Le barche degli sms” rin- donna Padaung in costume di la maggior parte ha mostrato di quei tramonti sullo Stretto dai “sem-terra” contro la concen- allo spettatore la crudezza di traccia la destinazione finale festa. E piene di forza, movi- apprezzare l’iniziativa, non ha colori irripetibili che ci fanno trazione delle proprietà terrie- vita logore e inermi, lontane di una delle tante raccolte fon- provare nostalgia di un’anima re, l’esodo nelle favelas. Da da noi, eppure così vicine nel- di effettuate tramite messaggi mento ed energia sono le im- rinunciato a dare bella prova di magini delle ultime Olimpiadi sé con un evento a dir poco di- che stenta a trovare la via del queste foto è stato tratto un li- la loro umanità. per portare aiuto alle popola- ritorno qui, dove in cui non è bro, con l’introduzione del di Pechino 2008 o dei Mondiali sdicevole che mostra il grado C’è tutto questo e molto al- zioni colpite dal terribile Tsu- lontano il ricordo dei morti sul- noto scrittore Josè Saramago, tro nella manifestazione dedi- nami che sconvolse i paesi di Calcio vinti dalla nazionale di civiltà di una cittadinanza le strade della guerra di mafia e uscito in Europa, in Brasile e cata al fotogiornalismo inter- asiatici nel 2004; “Nel nome italiana, raccolte dai fotografi poca avvezza al senso dell’e- dove la notte porta echi di negli Stati Uniti. nazionale presentata nella città delle donne” è il racconto per- dell’, insieme stetica, al rispetto del bello, ma esplosioni e distruzioni per pu- Grazie a Franco Cufari ed calabrese dall’Associazione sonale e “sensibile” di 25 gior- a quelle raffiguranti altri eventi anche semplicemente alla con- nizione di pochi e ammoni- Adriana Sapone il mondo en- Ateraster in collaborazione naliste italiane e straniere che di risonanza mondiale e i siderazione verso la roba altrui mento per tanti. tra a Reggio Calabria, per mo- con l’Assessorato Comunale mostrano il loro modo di vede- “noti” della terra, Bush, Papa o il patrimonio collettivo. Al- Da non dimenticare, ovvia- strare miserie e bellezze. E la Beni Culturali e Grandi Even- re il mondo, dove accanto alle Giovanni Paolo II, Fidel Ca- cune delle immagini esposte mente, la firma più prestigiosa città, a suo modo, risponde, ti, con la direzione artistica di immagini delle prostitute nige- stro, Berlusconi. sul Corso Garibaldi, salotto del Reggio Photo Fest, Seba- mostrando quello che ha: qual- Franco Cufari e Adriana Sapo- riane, al quartiere Zen di Paler- Anche in Itinera#i, promos- buono della città, nella sezione stiao Salgado che con la sua che scintillio di Fata Morgana ni, fotoreporter molto noti in mo o degli indios in Chiapas, sa da FPA, Fotoreporter Pro- “Per amore di cronaca” dei due “Terra” ci propone un reporta- e molti punti oscuri, che la città, collaboratori rispettiva- c’è posto anche per il mondo fessionisti Associati, molti e fotografi reggini, sono state in- ge trai poveri di San Paolo del luce chiara di una fotografia, e mente di Calabria Ora e Ansa, scintillante della croisette, con diversi eventi, relativi all’anno debitamente trafugate. Super- Brasile. La “peggiore miseria una coscienza limpida, forse e de Il Quotidiano della Cala- la “bellissima” Monica Belluc- 2007, vengono proposti al fluo ogni commento. del mondo” quella dei bambini potranno un giorno illuminare. bria e Associated Press. ci, insieme al volto altero e se- pubblico reggino. Ma la speranza che anche e degli adolescenti di strada Una mostra complessa che gnato dal tempo di un’anziana Pubblico reggino che, se per grazie ad un evento così inte- che si dibattono nelle metro- Oriana Schembari I Frammenti di Luce L’artista reggina Amelia di Gerardo Sacco Romeo espone a Milano L’esposizione del noto orafo calabrese a Villa Zerbi a mostra di Amelia Romeo dal titolo “Atmosfere” promossa dallo Studio di Arti Visive Comerio, si è svolta a Mila- opo il successo dell’esposizione romana al LL no da 9 ottobre al 4 novembre scorso presso lo stu- Vittoriano, in Spagna e in Giappone, è giunta dio di arti visive Comerio. Lo spazio, oltre a viva- DD anche a Reggio Calabria, promossa dall’am- cizzare ricognizioni ad ampio raggio di tendenze ministrazione comunale, la mostra di preziosi dell’orafo che caratterizzano l’arte contemporanea, offre lezio- calabrese Gerardo Sacco, “Frammenti di Luce”. ni tecniche e teoriche e conferenze di illustri artisti e L’expo è stata allestita nei raffinati locali di Villa Ge- intellettuali italiani del secondo novecento. L’espo- noese Zerbi, che sono stati letteralmente “illuminati” dalla sizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Stori- luce e dai colori di gioielli, ori, argenti, coralli ed altre pie- co dell’Arte Contemporanea, che firma anche il te- tre pregiate. sto, dal titolo “Atmosfere” , riunisce trenta opere Un’esposizione di creazioni uniche, raccolte in una mo- dell’artista italiana, che negli anni tra secondo e ter- stra itinerante voluta dallo stilista per eccellenza dell’arte zo millennio ha trovato sia nella lettura dell’univer- orafa, Gerardo Sacco, per celebrare o meglio per “raccon- so che nel suo leggere l’immaginario nello scavo tare” i suoi “primi 40 anni” d’attività. Quarant’anni di suc- dell’animo, la poetica del suo lavoro. L’artista che cessi, tra premi, viaggi in tutto il mondo, incontri interes- oggi espone nello spazio Comerio, con un linguag- santi e grandi soddisfazioni. Ciò nonostante l’orafo croto- gio colto, liberatorio e lacerante offre un testimonial nese è rimasto un uomo semplice, dall’accento calabrese: di vissuto diverso, un loft delle meraviglie . di una semplicità che generalmente stupisce chi lo incontra Scrive Carlo Franza: «La pittura di Amelia Ro- per la prima volta, legato alle proprie origini, ai figli, ai meo fa vivere una sorta di età dell’incanto, e ogni veri valori. Un percorso professionale e di vita brillante, opera è compiuta e autonoma di per sé, ove il dise- che ha proiettato un po’ in tutto il mondo Sacco e le sue gno è sempre una radiografia attraverso cui è possi- creazioni che hanno “vestito”, e continuano a farlo, set cinematografici e teatrali, e le più note attrici. «È la ri- bile contemplare l’origine e il processo creativo di un’opera, il suo autentico svelarsi. Le ra- sposta - ci ha detto il maestro - a tanta passione e tanta applicazione, dopo anni di studio e di sacrifici». Ed ha dici di questa ispirazione artistica lasciano leggere la nobile immaginazione di Aubrey sottolineato che «ognuno di noi dovrebbe amare quel che fa, ed esaltare la forza di ciò che è bello. Metterci se- Beardsley che trasuda innervando nel disegno compositivo una forma di espressione più in- rietà, spazio alla ricerca e all’originalità». tima, più spirituale. I piani della visione si allargano, in una sorta di scenario neometafisico Con “Frammenti di Luce” Sacco ha voluto raccontare attraverso il prezioso percorso espositivo il percorso quasi a rendere visibile l’invisibile, oltrepassando la creazione di una finzione scenica ne- stesso di 40 anni d’attività, mettendo in mostra, eccezionalmente, anche le sue prime opere. Infatti l’esposizione cessariamente artificiale. Le vibrazioni e le emozioni catturano l’eterno presente, e la stessa inizia con un’opera prima, il gioiello “Origini”: un semplice collier oggi di grande valore, anzitutto affettivo, luce non è mai impersonale e fredda ma gioca un caricamento di sensi con una scelta icono- realizzato dall’artista a soli otto anni con fil di ferro e pietruzze raccolte in quel mare di Calabria che egli tanto grafica straniante e surreale. È un viaggio senza fine in queste “atmosfere” le cui tinte in- ama, spesso presente nelle sue creazioni. zuppate in innesti caldi e dorati si argomentano fra il plastico stupore e un sentiero di scelte «La mostra - ha detto durante la cerimonia inaugurale il sindaco Giuseppe Scopelliti - è una prospettiva inter- simboliche, e se i fili legano cose, fatti, storie e sollecitazioni, l’immaginario rimane favolo- nazionale con un autore di grandissimo spessore culturale ed artistico». E di «omaggio ad un grande talento ita- so e meglio indagato. L’innocenza di questa pittura si esibisce in un crescendo di capitoli e temi che Amelia Romeo senza preamboli ci racconta a colori, sogni vivi nello scintillio del liano, ad un autentico figlio di Calabria e alla sua creatività artistica», ha parlato l’Assessore ai beni culturali e loro avorio, stagioni di vita attraversate dal vento della creazione». Amelia Romeo è nata a grandi eventi, Antonella Freno. Reggio Calabria nel 1952. Ha compiuto studi classici fino alla laurea. Autodidatta in pittura, Per il protagonista dell’evento, Gerardo Sacco, la realizzazione della mostra è «il coronamento di un sogno, opera nel mondo dell’arte con mostre fin dal 1989, e ha esposto in più città italiane (Porto- l’esposizione di un racconto». Un’esposizione lunga 40 anni, che si apre con frammenti di “ieri” e giunge sino venere, Ferrara, Lerici, Sarzana, La Spezia, Torino, Sanremo, Reggio Calabria, Bagnara Ca- ad “oggi”chiudendo con un originale gioiello ideato per l’occasione, dedicato allo stile della storica Villa Genoe- labra, Messina, Firenze, Ragusa Iblea, Roma, Chieti, Noto, Possano di Treviso, Cremona, se Zerbi. L’expo, come un libro diviso in capitoli, si snoda in interessanti sezioni: Magna Grecia; Arabesche; Ci- Milano, ecc.) e straniere (New York, in Svizzera, Nizza, ecc.). Si è imposta nel mondo del- nema, teatro e televisione; Argenteria popolare; Il mare; Arte Sacra; Pezzi unici; Pupi siciliani; Palmi e Locri. l’arte con uno stile personalissimo e ha sempre coniugato con forti riflessioni estetica e tec- Una ricca antologia che va dalle creazioni sacre che esprimono la cultura religiosa del popolo calabrese, all’uni- nica tanto da arrivare oggi all’elaborazione di un Manifesto Artistico-Pittorico denominato cità di pezzi dedicati al mare con vistosi gioielli in corallo che riproducono simboli legati alla storia ed alla mito- “METAFISICOSPIRITUALE / METAINTERALUX”. Opera da tempo nell’arte sacra e si- logia degli abissi. E ancora, dagli argenti che celebrano la cultura mediterranea popolare, alle tradizioni siciliane. gnificative tele sono presenti in Chiese italiane prestigiose. È presente nell’edizione 2008 di Un variegato percorso artistico e culturale che coinvolge emotivamente i visitatori: una passeggiata tra pre- “San Rocco nell’Arte” nel Museo di Palazzo Ciardo a Gagliano del Capo/Lecce. È vincitri- ziosi “frammenti di luce” che esaltano “la forza di ciò che è bello”. ce di importanti premi artistici e illustri critici si sono interessati del suo lavoro. Giovanna Nucera Maria Cristina Rocchetti LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE 9 Il dittatore conosceva i suoi polli… Il romanzo dell’albanese Anilda Ibrahimi vince il Premio Corrado Alvato Opera prima

l mio popolo si una donna libera in questo occupata da Dora (alter ego di voce a quanti nei paesi dell’Est divideva tra sistema, libera anche se non Anilda Ibrahimi) che, saltando rimpiangono i passati governi ««II piazze in cui ricca. Prima non ero né ricca la generazione di mezzo quel- Comunisti che avevano sempre aspettava che cascassero dal né libera», dice Saba alla la della mamma Klementina, garantito loro eguaglianza, cielo macchine lussuose e sorella Bedena durante una la cui figura rimane opaca e sobrio benessere e servizi pub- benessere per tutti, e altre discussione familiare. sfumata, raccoglie il testimo- blici efficienti e civili. Sentite piazze, meno belle, in cui cer- La prima parte della saga si ne dalla nonna Saba; Dora, come Dora-Anilda conclude, cava dentro sacchi di plastica svolge nel paesino di Kaltra tipica figlia dei nostri giorni, nel filo dell’amara ironia, l’ar- nera vestiti che odoravano di che la Ibrahimi descrive magi- sintetizza l’essenza del mondo gomento del post-comunismo: Occidente… ». stralmente all’inizio del terzo ancestrale che non è mai stato «… nel 1991 bruciammo perfi- « … Tirana era invasa da capitolo: «Il paese si trovava suo e dal quale è intimamente no gli uliveti coltivati durante bar e discoteche. Discoteche nascosto tra alte montagne. imperniata, lo stile diventa il comunismo. Distruggemmo che non chiudevano mai, ven- Sembrava non essere in con- ironico e scanzonato, i toni fabbriche, macchinari, raffine- tiquattrore non stop, venti- tatto con niente e con nessu- epici vengono accantonati ed rie, miniere, scuole, e tutto ciò quattrore di svago musica no, tranne che con il tempo. il racconto scorre con accenti che avevamo costruito durante alcol. L’Albania doveva recu- Se non ti si fermava il cuore quasi cronachistici con sfuma- il comunismo. Avevamo detto perare in fretta le sue rinunce passando per la gola di quelle ture surreali: «Da piccola morte al comunismo e voleva- giovanili. In quegli anni vidi montagne eri fortunato, o sono stata molto felice, ma mo andare fino in fondo. Per un Paese a me sconosciuto. almeno così diceva una vec- poi ho smesso. Ho smesso ricostruire non bisogna prima Vissi con un popolo estraneo. chia canzone. Ma questo peri- così, di colpo, come i fumatori distruggere? Tutto era conta- Il mio pensiero più ricorrente colo non esisteva perché che decidono da un giorno minato dall’ideologia comuni- era: il dittatore conosceva i raramente capitava che qual- all’altro. Ma non come quelli sta. Prendiamo ad esempio gli suoi polli». cuno passasse per Kaltra. Kal- che poi ci ricadono; io non uliveti: ci saremmo sentiti “Rosso come una sposa” di tra: azzurra. Azzurra come sono più ricaduta. Solo una tranquilli a mangiare una bru- Anilda Ibrahimi è un libro l’acqua che sgorgava dalle volta, all’inizio». Esilaranti schetta condita con olio comu- scomodo per gli anticomuni- viscere della terra al centro sono le pagine in cui si descri- nista?... L’America ci avrebbe sti: per la prima volta si pub- del paese. Kaltra era anche il vono i tentativi del padre di fatto mangiare con cucchiai blica un romanzo (che per nome del fiume che scendeva aggirare le rigide regole del d’oro… ». fortuna l’autrice ha scritto dalla montagna e correva governo Comunista per Grande romanzo dunque, direttamente in italiano…) in verso il mare. Correva sotto i migliorare la propria posizio- grande libertà di pensiero e cui si parla della vita durante monti arcuati fatti di sassi ne lavorativa o quelle in cui soprattutto grande coraggio di un regime Comunista senza bianchi, correva lungo il desti- parla dei metodi sbrigativi andare contro il pensiero preoccuparsi di compiacere la no fermo dei fieri montanari. usati da Enver Hoxha per dominante, che servono sicu- pubblicistica corrente che Le montagne si alzavano risolvere gli ancestrali proble- ramente a dare un segnale vuol sentir parlare di Comuni- verso il cielo come coltelli mi dell’Albania soprattutto in d’incoraggiamento a quanti smo solo in termini negativi. ben affilati. Come se volesse- campo religioso: «Lui, nel sono stufi di sentirsi racconta- La Ibrahimi non esita a rim- ro tagliare fuori dal mondo dubbio, aveva eliminato tutte re le balle del “ritorno alla piangere quanto di buono ci queste esistenze. Non è che il le religioni… Nel 1967 Hoxha democrazia”, dell’ “uscita dal potesse essere in un regime atmosfere alla Marquez ed i mondo». Violenza, raki (bevan- mondo avesse offerto loro aveva proposto che i luoghi di buio dei regimi comunisti”, Comunista chiuso come quel- grandi intrecci narrativi di un da alcolica tradizionale), umi- granché, nemmeno le cose di culto e di preghiera venissero della “libertà riconquistata” e lo di Enver Hoxha guardando John Irving. L’Albania, ma la liazioni, gravidanze forzate, cui avevano veramente biso- concretamente eliminati. O vorrebbero aprire un serio ad esso con oggettività stori- storia è comune a tutta l’area faide, conflitti tribali, gli gno. Eppure nessuno a Kaltra semplicemente trasformati. dibattito su cosa, per esempio, ca, con un senso critico scan- Balcanica, è stata nel Nove- ingredienti classici dello stra- si sentiva isolato. Si sentivano Potevano diventare centri cul- sarebbero potuti essere i zonato e libero, senza livore cento un luogo magico ed potere maschile, vengono note- potenti come le pietre delle turali. O anche magazzini per governi comunisti senza l’in- preconcetto. Pochi mesi fa è arcaicamente misterioso in cui volmente contenuti negli anni tombe che godono l’eternità i cereali, ad esempio… ». Per fame accerchiamento planeta- scomparso l’alfiere della lette- convivevano caoticamente Cinquanta dall’arrivo del inconsapevoli. Il passato era non parlare poi delle pagine in rio della “Guerra Fredda”. ratura anticomunista falsa e religioni e tradizioni risalenti Comunismo; «Domani vado a l’unica certezza e aggrapparsi cui si descrivono i cambia- Ci complimentiamo con la menzognera, quel Solzhenizt- alla notte dei tempi. Una fare due chiacchiere con il ad esso assicurava la soprav- menti derivanti al Paese dal direzione editoriale della sto- syn di cui parliamo in altra società fortemente matriarcale segretario del partito diceva vivenza». Anche in quest’an- passaggio dall’orbita Sovietica rica “Einaudi” e ci auguriamo parte del giornale, che non si in cui le donne anziane scan- Saba. E suo marito diventava golo di mondo isolato e (dopo la scellerata svolta revi- (prima che se ne accorgano i fece scrupoli di mettere la sua divano con consigli e ammo- un agnellino… »; le donne arcaico arriverà la brutalità sionista di Kruscev) all’orbita rampolli di Silvio dalla casa- penna al soldo della Cia e di nimenti i ritmi della vita e cominciano a lavorare: «Mai della guerra, prima con il Maoista, i rapporti della popo- madre Mondadori) che faccia quel Capitalismo di cui negli della morte. Quando Meliha, si era visto prima da quelle volto bonario dei soldati ita- lazione con i “fratelli cinesi” arrivare sulla scena editoriale ultimi tempi, in un patetico la capostipite della saga, si parti che una donna toccasse il liani (i peppini) e subito dopo non saranno mai idilliaci ed italiana altri tesori come que- tentativo di riscatto, avrebbe vanta con la suocera di avere denaro con le proprie mani. con la ferocia dei nazisti che evidente sarà la dimensione sto che sono confinati nei cir- finto di deplorarne gli eccessi. conquistato il cuore del mari- Saba con le sue amiche oltre coprirà di sangue anche quelle forzata di una relazione “con- coli culturali controcorrente di Anilda Ibrahimi, come si to, si sente puntualizzare: che toccarlo poteva anche terre incontaminate, la fami- tro natura” considerata l’abis- tutti i paesi dell’Est. Intanto evince da uno stralcio dell’a- «Solo col cuore di tuo marito spenderlo… E nessuno poteva glia protagonista pagherà un sale distanza tra gli usi e i dalla terra di Calabria, arriva sciutta intervista che pubbli- non saresti andata da nessuna più rispedire la donna dal pesante tributo di sangue che costumi dei due popoli. Dora- per questo libro un importante chiamo in questa pagina parte. Gli uomini a casa non padre senza i figli perché non poi le varrà onori, riconosci- Anilda accompagna così con riconoscimento, la vittoria (tratta dal sito internet sono che ospiti». In realtà la aveva obbedito al marito: era menti e privilegi sotto il levità il suo Paese fino al tragi- nella sezione Opera Prima del www.ilsottoscritto.it a cura di società matriarcale (in tutte le il marito che rischiava di fini- governo di Hoxha. La narra- co epilogo del 1991 quando le Premio Corrado Alvaro 2008. Marisa Cecchetti, che si epoche e a tutte le latitudini), re male se tentava di cacciar- zione alterna pagine d’incisiva armate capitalistiche e consu- dispera a cercare tracce di paradossalmente, non svolge la… Saba andava alla scuola valenza storica e antropologi- mistiche polverizzeranno, Franco Arcidiaco anticomunismo dove non ce altro ruolo che quello di assi- serale con le amiche. Spesso ca a pagine di pura narrativa dopo anni di logoramento tra- n’è nemmeno l’ombra), è una curare il perpetuarsi del potere portava pure i piccoletti, che “romantica” nel senso più mite la Guerra Fredda, i Paesi donna libera e serena che ha reale del maschio, vigilando si addormentavano intorno a ampio del termine, tenere e Comunisti consegnandoli alla Rosso come scritto un meraviglioso che niente stravolga questa lei mentre leggeva da sola struggenti sono le descrizioni democrazia del mercato e del romanzo che rende pienamen- regola: «Il marito ti picchia, il sulla lavagna: La donna, forza degli addii (siano essi parten- consumismo che ne distrug- una sposa te la magia e l’epica dei Bal- marito ti onora… », «… lo della rivoluzione». Con l’av- ze o morti) e dei rimpianti; fin gerà l’identità e la dignità; gra- Anilda Ibrahimi cani; nelle sue pagine si sposo è sempre a posto… si vento del Comunismo, la quando nella seconda parte vissime sono le responsabilità € respira la grande letteratura lava con una brocca d’acqua e donna diventa praticamente del romanzo la narrazione della stampa occidentale (quel- pp. 264 - 16,00 con uno stile chiaro e persona- torna pulito, per la sposa non padrona della sua vita: «Que- cambia registro, passa in la italiana cosiddetta di “sini- Einaudi 2008 le che richiama le più belle basterebbero tutti i fiumi del sto governo mi piace… sono prima persona e la scena viene stra” in primis) che non dà «La politica finisce per scaricarsi sulla vita di ognuno di noi, e questo è vero in democrazia come in dittatura» noto, la politica comunque finisce «Sul punto specifico della violenza ho già ri- st’ottica, le due alleate potevano fare in modo per scaricarsi sulla vita di ognuno sposto: laddove manca il potere pubblico, do- che alla fine l’uomo regnasse senza governare, o di noi e questo è vero in democra- minano le regole convenzionali e private (che governando soltanto per quanto riguardava gli zia come in dittatura. Raccontare la in Albania aveva preso la forma del cosiddetto aspetti dei rapporti esterni della famiglia: l’ono- vita è allora anche raccontare la kanun) che, in come in ogni società contadina e rabilità, il prestigio, etc. Ospite in casa propria, politica: ma mettere in primo piano primordiale, venivano applicate per le vie bre- insomma, come Meliha afferma ad un certo pun- l’aspetto politico mi avrebbe fatto vi. Sui rapporti tra i sessi, invece, non c’è alcun to, trasmettendo in questo modo un preciso inse- uscire dalla letteratura per entrare dubbio che la società albanese fosse senza mez- gnamento alla giovane Saba». nel campo della memorialistica o zi termini una società patriarcale. Ma non di- Anilda ha le idee chiare anche sulla situazio- della saggistica. Operazioni legitti- mentichiamoci che il patriarcato non era una ne attuale del suo Paese, alla domanda di cosa me, intendiamoci, ma non era quello semplice oppressione del più forte sul più debo- rimanga della vecchia cultura nell’Albania mo- che volevo scrivendo questo roman- le (anche se questo elemento esisteva), ma conte- derna non esita infatti a rispondere: zo. E questo mi consente di rispon- neva in sé uno specifico contratto. Infatti, laddo- «Credo che nell’Albania moderna questi ele- dere, paradossalmente, alla prima ve le fonti di sostentamento derivavano più che menti siano ancora esistenti, ma siano come parte della sua domanda: la violen- altro dal lavoro fisico, laddove - non esistendo dire in stato comatoso. E non si risveglieranno Anilda Ibrahimi za privata è una forma di controllo un potere pubblico costituito - la difesa della fa- se l’Albania non prenderà coscienza della con- sociale che ovviamente cede il pas- miglia e dei beni dipendeva dalla capacità di di- vivenza, tra le proprie radici, di fittoni che so, in uno stato organizzato, al pote- fendersi fisicamente, laddove insomma la forza affondano nello strato bizantino come in quello Marisa Cecchetti del sito www.il- re pubblico, che sotto Hoxha si costituisce e si fisica degli uomini era fondamentale - per un ottomano o mediorientale od occidentale, e che sottoscritto.it che le rimprovera una consolida. E in questo non c’entra la dittatura, verso o per l’altro - per la sopravvivenza perso- tutte queste radici portano nutrimento alla stes- AA certa reticenza nei confronti delle sarebbe accaduto anche in democrazia. Ed evi- nale e familiare, l’esistenza del patriarcato rap- sa pianta. È una spiritualità multiforme, la cui (presunte) violenze della dittatura, Anilda dentemente sono riuscita a rendere l’idea, se lei presentava una necessità. La norma “di chiusu- stessa complessità non è sovrapponibile al mer- Ibrahimi risponde di aver voluto incentrare la mi pone la domanda in questi termini» ra” che permetteva il funzionamento del sistema catismo dominante, che dovrà fare necessaria- narrazione sulle vicende personali e familiari e A un’altra domanda della giornalista che le è proprio costituita dalla suocera, ossia l’unica mente un passo indietro. Ma per questo ci vuole dice testualmente: chiede se ci sono spiegazioni storiche, sociali, donna che il patriarca non poteva controllare e tempo, almeno il tempo di smaltire la sbornia «In quest’ottica, l’aspetto politico è passato culturali, della catena di crudeltà nei confronti che quindi ne arginava gli abusi. Il potere della neocapitalista che ci ha portato da un materia- - per così dire - in background anche se, come è delle donne albanesi, Anilda ribatte: suocera era una garanzia per la nuora e, in que- lismo all’altro». LETTERE 10 EVENTI MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 Sharo Gambino, la Calabria e il mestiere di scrivere Ricordo dello scrittore e giornalista di Serra San Bruno morto pochi mesi fa

«Eccome. Sono vissuto rietà e collaborazione a Sharo Gambino è in mezzo a gente che ancora sfondo familiare. Ma quella morto il 25 aprile credeva ai fantasmi, li vede- che ho descritto io era una va camminare per strada. ‘ndrangheta raccontabile, scorso. Abbiamo L’Allaro era una bolgia in- quella di oggi non so». scelto di ricordarlo fernale, si odiava il proprio Poi c’è la questione più con questa intervi- vicino per un centimetro di generale del “rispetto”. sta, fatta il 6 terra. Più che il maestro ele- «Che credo abbia origini dicembre 2004 dal mentare facevo l’assistente ereditarie. ‘U Zirru di Croto- sociale e il comunicatore ne disse una volta: “L’ordine giornalista Bruno perché ho portato all’atten- passa da casa mia”. Il rispet- Gemelli e pubbli- zione nazionale, attraverso to si tramanda. L’emigrante cata su “Il Domani servizi giornalistici, quei prima di partire affidava la della Calabria”, fatti di miseria assoluta. Ho famiglia alla protezione al oggi riproposta per voluto sempre bene a chi capo bastone locale». gentile concessione soffre, per questo forse ho Ma c’è stata sempre smarrito la fede. Sulla terza questa diffidenza verso la della testata e del- pagina del Messaggero feci giustizia. l’autore. un appello, e quel mio grido «Perché ha guardato con di dolore fu raccolto dal Pre- favore i ricchi». sidente della Repubblica Lei è la memoria storica Il cane ha la bocca male- Giuseppe Saragat che, attra- dei misteri e delle leggende detta,/ la capra ha maledet- verso il Prefetto di Catanza- che avvolgono la Certosa ta pure la bocca./ Nella ro, fece portare la luce elet- di San Bruno che credo piazza disselciata e deserta/ Sharo Gambino (a sinistra) maestro elementare negli anni '50 trica in quelle contrade». sia, senza limitazioni per un tubo di grondaia ai piedi La ‘Ndrangheta ci ha gli altri luoghi, il centro nudi/ d’un bimbo scarica re della terra in determinati rivoluzionario-mafioso Pa- Sharo come nasce? fatto e ci fa dei danni in- spirituale della Calabria. l’ultima pioggia./ La nebbia posti indicati da particolari squale Cavallaro a Mastro «Mio padre, che era stato calcolabili. A beneficio dei più giovani va. C’è fame, anche di Cri- segni. Credevano nel maloc- Bruno Pelaggi passando per in America, volle mettere «A partire dal fascismo e vogliamo raccontare come sto./ Fra stracci, uomini, chio che alcune donne capa- l’icona metaforica del giallo questo tocco di esterofilia dai primi anni di democrazia lei ha sventato la bufala donne vivono/ perché la len- ci levavano eseguendo ritua- “Concerto in re maggiore” ma il fascismo vietava i lo ritennero un fenomeno di mediatica secondo la quale ta morte/ non sia suicidio. li magici, e legavano la boc- del 1999. nomi stranieri e all’anagrafe malavitosi, di picciotti di nella Certosa si sarebbe ca del lupo recitando parti- Ad ispirarlo nel suo per- lo trascrissero senza l’acca. campagna, non troppo peri- chiuso il pilota americano Questi versi sono stati colari preghiere così non gli corso letterario pochi sono Però una guardia municipa- coloso mentre poi… special- che aveva sganciato le scritti dal giornalista-scritto- avrebbe mangiato le capre». stati i suoi punti di riferi- le, Peppe Vavalà, amico di mente con l’ingresso dei bombe atomiche di Hiro- re Sharo Gambino quando Questa la miseria della Ca- mento: la Bibbia «nella Ge- mio padre faceva circolare i traffici di droga…». shima e Nagasaki? nel 1958, chiamato dall’U- labria osservata dal giovane nesi ci sono tratti umoristici certificati con l’acca». Lei si è occupato del «L’ho ripetuto milioni di nione Nazionale per la Lotta maestro elementare Sharo per chi non crede», “Il cap- Le piace questo nome bandito Castagna… volte, ma a tutti, compresa contro l’Analfabetismo, ac- Gambino che insegnava la potto e il naso” di Gogol, poco meridionale con l’ac- «Che invece di sfogarsi la Chiesa, fa comodo la ver- cettò di creare e dirigere un sera, col favore di una lam- “La Metamorfosi” di Kafka, ca? con i mafiosi che lo avevano sione romanzata. In realtà si Centro di Cultura Popolare pada a petrolio, a «quegli soprattutto gli aforismi di «Lo scrittore Domenico aizzato uccise gente inno- trattò di questo: scoprii - era nella sperduta contrada Cas- stanchi contadini, con le Achille Campanile. Egli è Zappone di Palmi mi scon- cente, a partire dal padre al la fine di giugno del 1962 - sari di Nardodipace, alle stigmate della sofferenza e stato uno dei primi scrittori giurò di togliere l’acca per- quale disse: “come padre ti da un’informazione che mi pendici delle Serre vibonesi dei patimenti in volto, con italiani ad occuparsi organi- ché sembrava un segno di adoro ma come uomo ti uc- aveva dato il sacrista che si che declinano nel reggino quelle mani nere e callose camente di ‘ndrineria, av- snobismo. Insomma, me lo cido perché non mi hai sa- era fatto certosino un solda- dalla parte pedemontana piagate a volte, che trattava- vertendone tutta la pericolo- porto dietro, ho cercato di puto educare”; questo per to americano che era stato in della Vallata dell’Allaro, no la penna, la matita con la sità e profondità, con La disfarmene ma non c’è stato dire il clima di quei tempi». Corea e poi aveva visto le luogo di mitologia e di dan- stessa grazia con cui tratta- mafia in Calabria (1970), verso. Una volta inviai degli Da lì parte la sua inda- macerie di Hiroshima. Al nazione per la miseria che vano la zappa, la scure, la Mafia: la lunga notte della articoli firmandoli Saro gine verso il fenomeno ma- monaco chiesi ed ottenni lacerava le carni di quelle roncola, presero a sillabare, Calabria (1975), ‘Ndran- Gambino, non vennero pub- fioso calabrese. un’intervista scritta con die- popolazioni nel dopoguerra. increduli d’esserci arrivati, gheta: dossier, del 1982. E blicati e non capivo il per- «Sì, col processo Casta- ci domande a cui lui rispose Lo ricorda lo stesso autore le parole stampate sulla pa- ancora dopo con Vi racconto ché. Poi ebbi la folgorazio- gna che si tenne nella Corte con un discreto italiano. Dal in un pamphlet del tempo, gina del libro, a tracciare, la mafia, un pamphlet del ne: forse è colpa dell’acca d’Assise di Vibo Valentia e trauma della visione di quel- “Cassari” appunto, «Quella sotto la mia dettatura, le pri- 1990 scritto per le scuole che ripristinai immediata- poi con il summit di Polsi le macerie partì la crisi mi- fu una delle rare, rarissime, me parole sul foglio del qua- medie. mente e tutto si mise a po- che era la Cassazione della stica che lo vide riparare volte che fermai sulla carta derno». Questa è la scuola Raggiungo Sharo Gambi- sto». ‘Ndrangheta di allora, sic- nella quiete di Serra San la mia emozione ricorrendo di comunicazione frequenta- no nella sua abitazione di Lei ha lasciato una trac- ché mi venne da fare una ri- Bruno. Un giornalista di al verso. Non diversamente ta dallo scrittore serrese che Serra San Bruno in una mat- cia indelebile nel giornali- flessione comparativa tra i “Oggi”, Giancarlo Poggi, mi sarebbe riuscito di foto- in 57 anni di militanza pub- tinata secca e fredda di fine smo e nella letteratura ca- due eventi, dal caso isolato saputa la notizia venne a grafare una situazione dispe- blicistica ha sfornato 33 novembre. I camini già fu- labrese. A cosa si è ispira- di banditismo all’organicità casa mia e si copiò tutto, in- rata come quella con cui pubblicazioni e tonnellate di mano a pieno ritmo e la città to? del fenomeno mafioso». ventandosi poi la storia che, ebbi un impatto drammati- pezzi oggi conservati nelle del Santo brulica di persone «Il mio iter narrativo ha Che comprese nella sua per motivi di cassetta (80 co, capace di mutare i miei teche della Rai di Cosenza e del circondario che frequen- una precisa identità. Sono complessità. mila lire), fu pubblicata il pensieri sulla vita e sulla so- nelle emeroteche e bibliote- tano il mercatino settimana- personaggi che credono in «Ho studiato e riflettuto primo novembre del 1962, cietà, sulla religione anche». che nazionali regionali a te- le. Mi riceve nel salotto qualche cosa, fino al sacrifi- molto, aiutato in questo dal- spianando così la strada alla Le tragiche alluvioni del stimonianza di un fecondo dove campeggiano le targhe cio, anche quando ho scritto l’avvocato Francesco Tasso- falsa notizia che dura anco- 1951 e 1953 avevano dato il mezzo secolo di produzione di “cittadino illustre” confe- di mafiosi ho scelto quelli ne, direttore di “Quaderni ra. Persino il cardinale Al- colpo finale, tant’è che la giornalistica e letteraria. ritegli dalle Municipalità di che avevano una motivazio- Calabresi”». fredo Ottaviani, Prefetto del frazione Ragonà divenne, Uno degli allievi di quell’e- Nardodipace e Serra San ne. Vizzarro il brigante che Sta parlando del leader Sant’Uffizio, scoraggiò il per motivi di sopravvivenza, popea gli confessò una vol- Bruno, i luoghi a lui più non accetta i Piemontesi in del Movimento Meridiona- Priore a smentire… “è una un’enclave della provincia ta: «“Ora se devo scrivere cari. Nato a Vazzano, si tra- Calabria… Ma volendo de- le che ha per simbolo il bella storia…” si disse negli reggina in territorio catanza- una lettera anonima non mi sferì da piccolo con la fami- scrivere, nell’ultima parte Sole di Campanella? ambienti ecclesiastici». rese. A chi ha visto l’inferno devo più rivolgere a mia fi- glia a Serra perché il clima del mio iter narrativo, i tem- «Proprio lui. Pensi che Cosa provocò quel fal- in faccia non si può chiedere glia”. Feci finta di non avere lo aiutasse a risolvere pro- pi caotici di oggi mi è venu- era presidente del Tribunale so? di parlare dei difetti dei ca- sentito». blemi polmonari. Gambino to in mente che potevo ri- di Vibo e si dimise dalla ma- «Il terremoto. Pino Rauti, labresi. «Erano saliti dalla È superfluo chiedere a oggi ha 80 anni e vive con la prendere la vicenda surreale gistratura perché non sop- che è originario di Cardina- valle dell’Allaro portandosi Sharo Gambino dei difetti moglie Melina al quarto pia- di “Un uomo ha perduto portava che la giustizia fos- le, allora era redattore del dietro, insieme alle povere dei calabresi perché il filo no di un palazzotto che si l’ombra”, un romanzetto se ingiusta. Era troppo sen- “Il Tempo” di Roma, mi ac- suppellettili, anche il baga- rosso che lega la sua lunga affaccia sulla strada che por- scritto nel ’60 che ho trasfe- sibile e si mise a fare l’av- cusò di essermi fatto mettere glio di abitudini, credenze, attività di comunicatore ta alla Certosa. Nessuno dei rito ai convulsi giorni d’og- vocato». nel sacco. Era tanta la con- superstizioni. Credevano in avanti lettera, giornalista, suoi sei figli lo ha seguito gi». Ma i calabresi, in qual- fusione che ad un certo pun- Dio, nella Madonna, nei saggista, sceneggiatore, nar- nella professione di scritto- Per dire cosa? che misura e in determina- to pensai che il racconto del Santi, negli angeli e negli ratore e giallista, è la curio- re. «Mio padre era foto- «Che tutto dipende dalla ti luoghi e settori del terri- soldato-monaco non fosse arcangeli, ma credevano an- sità intellettuale verso quei grafo, io volevo fare il pitto- parola: la politica, la religio- torio, non si dimostrano, vero, ma durò poco perché che nel diavolo che appariva personaggi calabresi che re, mia figlia Marinella ave- ne, escluso la parte buona, forse per quel solito giusti- smascherai subito Poggi sotto forma di capra o cane hanno agito, nel bene e nel va iniziato a scrivere e poi sono tutte parole, si gioca e ficazionismo sociologico, che, fra l’altro, mi aveva an- o serpente, negli spiriti che a male, spinti da motivazioni ha abbandonato, ora solo si può fare tutto con le paro- complici, diretti o indiretti, nunciato che avrebbe co- mezzanotte si mettevano in il più delle volte sbagliate mio figlio Sergio, ribelle le…». con questi mafiosi? struito il falso scoop per mo- fila e in processione andava- ma forti. Da qui le indagini come me, ha mantenuto una In uno dei suoi primi «Per paura e per solida- tivi veniali». no in giro per le vie del e le rappresentazioni di figu- vena artistica come decora- saggi, “Cassari”, lei descri- rietà». E della presenza del ve- mondo e chi gli intralciava il re che hanno animato i suoi tore e ricercatore di musica ve miseria nera ed emargi- La paura si capisce ma scovo Milingo? cammino perdeva la memo- libri, dal brigante Vizzarro, etnica», mi confessa facen- nazione. Queste condizioni la solidarietà… «Non è vera. Il suo segre- ria, o gli morivano parenti e al secolo Francesco Moscato domi accomodare e avvian- non hanno creato isola- «La mafia dà posti di la- tario, che era di Gimigliano, animali. Sapevamo le pre- (una riduzione teatrale è sta- do una lunga e piacevole mento e, quindi, non parte voro, risolve contenziosi, si fece riprendere da una te- ghiere e le litanie dei santi, ta portata in scena di recente conversazione che parte dal da lì una sorta di distacco qualcuno arriva a pensare lecamera davanti al portone ma anche le parole per com- dalla compagnia di Pino Mi- suo breve soggiorno giova- dalla società cosiddetta che qualcosa di buono della Certosa lasciando cre- piere riti magici e scoprire chenzi), al bandito di Rom- nile a San Demetrio Corone. normale, forgiando tempe- fa…». dere qualcosa… Forse vole- tesori nascosti nei tempi an- biolo, il “Mostro di Presina- Gambino una curiosità, ramenti forti con relativi Questo è grave. va depistare il vero rifugio tichi dai briganti nelle visce- ci”, Serafino Castagna, dal innanzitutto: quell’acca in pregi e difetti? «Certo. Quindi solida- di Milingo». LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE 11 Una regione in tour Carlo Carlino in “viaggio” per la Calabria cogliendone i mille volti

oltanto chi ama pazione francese e l’uccisio- veramente la Cala- ne di Murat avvenuta a Pizzo SS bria riesce a rac- nel 1815. contarla con lucida aderenza alla vicenda reale, senza ce- dere a facili, e spesso como- L’immagine della di, entusiasmi e malgrado il dolore di vedere espressi i Calabria nelle suoi mali. Come ha fatto Car- guide turistiche lo Carlino, nel volume La Calabria, le Calabrie, i Ca- ell’analizzare la “per- labresi (2003, Editoriale Pro- NN cezione” dell’imma- getto 2000), mediante un esa- gine della Calabria, nel secon- me accurato di quanto, della do saggio sui libri di viaggio e regione e dei suoi abitanti, è le guide turistiche dall’Unità stato scritto, detto o rappre- d’Italia ad oggi, Carlo Carli- sentato. Il risultato è una no segue le orme di George somma di aspetti e sfumature Gissing, il viaggiatore ingle- che, se da una parte risultano se preso a modello in quanto ben incorniciati dal naturale «tra i più attenti ai modi e ai contesto storico, dall’altra in- tempi del viaggio moderno»; ducono a un’attenta riflessio- la sua testimonianza, impor- dei disturbi che impediscono dopo tante bugie, a far discu- ne su elementi problematici, tante per la ricchezza di noti- un reale sviluppo turistico tere della Calabria sono so- che non hanno mai perso il zie e la qualità dell’espressio- della nostra terra (assenza di prattutto i media». Secondo il loro carattere di attualità. ne, al pari di quella di altri strutture ricettive e ricreative, suo giudizio, che non pre- viaggiatori come Lenormant, mancanza di professionalità, scinde dai mali reali, la loro sebbene divulgata e tradotta, criminalità, prezzi poco com- azione ha contribuito ad au- Un compendio non è mai stata, fa notare il petitivi, difficoltà di collega- mentare il razzismo nei con- saggista, trasfusa nelle guide mento con il resto del pae- fronti dei meridionali e ai ca- di tre saggi dell’epoca, come le celebri se...). E con un’adeguata pro- labresi, che, di fronte a certi Baedeker e la Murray, «che mozione, che stimoli la curio- episodi infamanti, non posso- autore è uno dei dominavano il mercato euro- sità del turista e faccia coglie- no fare a meno di mescolare L’ più importanti in- peo», ma che non erano mol- re «il volto reale dei luoghi»; all’orgoglio, il disagio del- L’ cosa alquanto rara, a fronte l’essere tali. , in tellettuali di Calabria, scom- spiriti diversi». Gli occhi e avanti lettera»), o il Regno di to precise, né esaurienti; una parso, purtroppo, prematura- lacuna che andò man mano della miriade di pubblicazio- fondo, esercita il proprio ruo- gli spiriti sono quelli di viag- Napoli in prospettiva di Paci- ni sulla Calabria destinate al lo, conclude il saggista, ed mente, alcuni anni fa, dopo giatori, architetti, storici, chelli il quale ha avuto il me- colmandosi, mentre anche in un’intensa attività di scritto- Italia si posero le basi di una turismo di massa, caratteriz- essere calabresi è difficile geografi, storici e artisti che, rito di «cogliere la realtà dei zate spesso da una scarsa qua- specie se a sparare sulla Ca- re, giornalista e direttore edi- «pur con approssimazioni ed centri minori», ma il limite di produzione analoga con la na- toriale, lasciando un vuoto scita, agli inizi del Novecento, lità della comunicazione. labria sono gli stessi calabre- esagerazioni», hanno dato aver “cementato” certi pre- si, quando «s’ammantano di incolmabile; nel libro, pub- un’idea del panorama cala- giudizi. Rappresentazioni im- del Touring Club ad opera di blicato dalla casa editrice co- Luigi Vittorio Bertarelli, un rassegnazione e invece di ri- brese. L’erudito tedesco Me- portanti, dunque, ma legate flettere tacciono; quando, in- sentina, aveva voluto riunire giser, ad esempio, che nel alla ricerca dei miti del pas- «pioniere del turismo moder- Una storia piena tre saggi, scritti in diversi pe- no», capace di percorrere l’I- vece di interrogarsi, impreca- 1605 propone l’immagine sato e lontane dallo studio di pregiudizi no». Riflessioni come questa, riodi e circostanze: Il paesag- della Calabria come di un dell’ambiente naturale, verso talia in bicicletta, pur di favo- gio calabrese tra Cinquecen- effettuate sulla base di un’im- Eden terrestre, in contrasto, cui l’interesse maturerà solo rire la conoscenza del territo- ultimo saggio, che to e Settecento, apparso nel portante documentazione sottolinea il saggista, con gli con il terremoto del 1783, rio attraverso l’esperienza di- dà il titolo al volu- volume Calabria, della colla- retta. Il saggista esalta il valo- LL’’ scientifica, legano con il filo stereotipi e le leggende “in con la discesa in Calabria di me, a partire dal concetto al- doppio i tre saggi del volume, na “Atlante del barocco in negativo” fiorite in Germania scienziati, vulcanologi, bota- re dell’operazione compiuta variano di “identità” del cala- Italia” (Ed. De Luca); La Ca- dall’industriale milanese, che, uno dei tanti che, con amore e e in altri Paesi d’Europa. La nici. Un interesse che, al di là brese, esamina in maniera capacità tutta intellettuale di labria, i libri di viaggio e le anche sulla scorta di impor- vaga conoscenza che, nell’e- delle esclusioni dei viaggia- ancor più approfondita i vari smuovere le coscienze, Carlo guide turistiche dall’Unità tanti studi effettuati nel frat- poca considerata, si aveva tori del Grand Tour, coinci- pregiudizi che hanno accom- Carlino ci ha lasciato in ere- ad oggi, scritto di prefazione tempo, (è del 1928 la prima della Calabria era attestata derà anche, dall’ultimo scor- pagnato la storia della regio- dità; in questo caso un libro al catalogo della mostra Il guida del Tci dedicata alla Ca- anche dalle raffigurazioni cio del Settecento in poi, con ne, alimentati, osserva il sag- che istruisce, appassiona, e, paesaggio e l’antico. Imma- labria) seppe rivelare a un va- cartografiche; una carenza in una sorta di “nuova scoperta” gista, da quel “topos” del ca- soprattutto, accompagna an- gini di Calabria svoltasi qualche modo attenuata dalla da parte di visitatori stranieri, sto pubblico di turisti paesi, labrese (a torto o a ragione) presso la Biblioteca Naziona- che i più colti ed esperti nel produzione di vedute di loca- autori di scritti determinanti opere, usanze e cultura trascu- incivile, sanguinario e vendi- cuore di una Calabria dai le Centrale di Roma nel lità calabresi, tra l’altro illu- per una diversa consapevo- rati fino a quel momento. Uti- cativo, diffuso da viaggiatori 1994; La Calabria, le Cala- mille volti e alla perenne ri- strate nel volume, e anche di lezza della regione. Henry lissima anche la Guida alle alla perenne ricerca dei fasti cerca di certezze. brie e i Calabresi, di introdu- descrizioni che, spiega l’au- Swinburne, l’abate di Saint- strade di grande comunica- degli antichi. Occorre, ad zione alla rassegna omonima, tore del saggio, «pongono Non sono solo alcuni nomi, zione, pubblicata intorno al ogni modo, prendere atto del- Assunta Scorpiniti promossa anche a cura del- l’accento su aspetti che rin- mentre fondamentali, per 1930, che, tra l’altro, rivelò il la “diversità” storica della re- l’autore, nel ‘92 nella stessa novano la percezione del- «l’intento descrittivo e scien- “problema ancora aperto” dei gione e di certe conseguenze sede e avente per tema l’ana- l’ambiente»; come i disegni tifico», restano le tavole del mali strutturali, tutti calabresi. (vedi il decennio francese lisi della raffigurazione ico- di Pieter Brueghel il Vecchio, domenicano Antonio Minasi, Ciò che, del resto, hanno evi- con i “denigratori” del tempo La Calabria, nografica del territorio cala- raffiguranti lo Stretto, o quel- l’Atlante, accluso a “Istoria denziato altre pubblicazioni, e i problemi dello Stato uni- le Calabrie, brese e della letteratura di li di Paola e Tropea, eseguiti dè fenomeni del tremuoto” negli anni Cinquanta, e sem- tario, come il brigantaggio) viaggio relativa alla regione. nel 1664 dal paesaggista del Sarconi, e il Voyage pitto- brano scritte oggi, tant’è che, oltre che di fenomeni come i calabresi Nella prima parte, Carlino fa olandese Willem Schellinks resque del citato abate di a commento, Carlo Carlino la criminalità organizzata e Carlo Carlino confluire, come egli annota, Saint-Non. Opere che daran- con «precisione topografica» pone la sua tesi: il superamen- l’emigrazione. Sono molti i pp. 184 - € 12,00 «immagini e paesi sviluppa- e con «con scene incisive e no elementi di conoscenza e to degli stereotipi non può ef- meridionalisti, gli intellettua- tesi tra mito e realtà come il pittoresche dei costumi, del talvolta di riscatto, necessario fettuarsi solo con l’ausilio del- li che a riguardo hanno scrit- Editoriale Progetto 2000, paesaggio che hanno delinea- quotidiano…» (secondo Ma- per superare il preconcetto le guide, ma anche eliminan- to, ma in questi anni, consi- 2003 to di questa regione tra Cin- rabottini «piccoli exploit di dei calabresi “selvaggi d’Eu- do, con un’opportuna organiz- dera Carlino, «dopo i libri, quecento e Ottocento occhi e un’antropologia culturale ropa”, alimentato dall’occu- zazione, le cause e gli effetti

Mi pare che fosse il nomici evitando di attendere Un paio di anni fa è ve- Lei è stato l’unico gior- Ma fu il mandante del- credente? 1990, i Certosini, rompen- i contributi di Grenoble». nuto a trovarla uno dei più nalista ad intervistare lun- l’assassinio del prete di «Assolutamente no». do un silenzio secolare, Ma ci sono ancora altri grandi inviati speciali di gamente Pasquale Caval- Focà? Lei è o è stato comunista, lanciarono un appello di misteri da svelare? tutti i tempi del “Corriere laro, l’eroe della “Rivolu- «Non credo, quell’omici- socialista, radicale, anarchi- fede contro lo spargimento «No. Anzi, ce n’era uno della Sera”, Ettore Mo - zione rossa di Caulonia”. dio l’attribuirono a lui e al co oppure cosa? di sangue nella lotta tra le che riguardava Boccaccio». reporter di guerra e gira- Prima di venire qua mi figlio Ercole e, da lì, scattò «Radicale no, anche se varie cosche che era in atto Giovanni Boccaccio? mondo in tutti gli angoli sono riletta l’intervista e, la repressione della polizia». ho sempre provato una gran- in quel periodo. È vero, «Sì. Il pio luogo prima di sperduti della terra - che tra i tanti spunti interes- Non ha mai pensato di de simpatia per Pannella. Io ma questo si seppe dopo, chiamarsi Serra San Bruno poi fece un servizio sugli santi, mi ha colpito il fatto farne un soggetto cinema- mi sono sempre sentito di si- che il Priore della Certosa si chiamava Santo Stefano e ultimi carbonai di Serra e che “il tribunale del popo- tografico? nistra, senza una precisa rifiutò i fondi per il restau- Giovanni Boccaccio, su in- Mongiana. lo” presieduto dal Cavalla- «Scrissi addirittura la scelta tra comunista e socia- ro per evitare che aumen- vito di Niccolò da Montefal- «Era seduto dove ora è ro medesimo per punire lo sceneggiatura - che poi fui co- lista». tasse la guerra di mafia? cone, sognò di soggiornare seduto lei, abbiamo parlato “gnuri” traditore lo fece stretto a condividere con altri Libero pensatore. «È vero. Quell’appello fu in Calabria, rimanendo delu- per un’ora. Una persona sputare in bocca da trecen- due autori - commissionatami «Mi ha attirato di più la consegnato a me e io lo girai so. Questo suo desiderio è squisita, piccolino. Da Serra to persone. Come ricorda da Antonio Minasi della Rai parte socialista, mi ha grati- alla “Gazzetta del Sud” che riconducibile, a fronte di de- San Bruno ho fatto voli pin- quei tempi? per la Seconda Rete, ma poi ficato la vicinanza a Giaco- lo pubblicò. C’era in atto una terminati studi, alla Certosa darici. Avevo già fatto un «Cavallaro era un comu- non se ne fece nulla». mo Mancini». guerra tra le cosche dei bo- che appunto prima si chia- servizio per “Uno Mattina” nista che voleva fare vera- Perché? schi, inoltre la Certosa riten- mava Santo Stefano. Mi ha con Tito Manlio Altomare, mente la rivoluzione, obbe- «Minasi mi disse: “la De- La Città del Sole Edizio- ne eccessivi quei contributi». aiutato in questa ricerca mia poi venne un regista per un dendo agli ordini del partito. mocrazia Cristiana non è an- ni ha deciso di omaggiare il Ha rapporti con la Cer- figlia Tiziana che fa l’archi- altro servizio montando le Ma Togliatti sbarcò a Saler- cora pronta a stringere la grande scrittore e giornali- tosa? tetto a Firenze e che trovò riprese con una poesia greca no cambiando strategia…». mano al Partito Comunista sta scomparso, ripubblican- «Ora di meno. Il loro fortunosamente un mano- sui carbonai recitata da me. Contrordine compagni! Italiano”». do due sue importanti opere, mondo è un deserto, in atte- scritto che poi fu tradotto In quel filmato c’era anche «Il partito fece marcia in- Speriamo che questa in- Vita di Tommaso Campa- sa della chiamata vivono un raccontando il viaggio di una testimonianza di Indro dietro e lui rimase solo». tervista sia letta da qual- nella (ottobre 2008 - vedi a rapporto diretto con Dio. Boccaccio a Napoli e l’invito Montanelli e dello stesso Ma era veramente ma- che produttore. pag. 25) e La mafia in Ca- Creando il Museo hanno ri- che gli fece un monaco ci- Mo che si accorse della mia fioso? «Mah!». labria (di prossima uscita). trovato serenità ed hanno stercense di trasferirsi nella esistenza, venendomi poi a «Sì, era il capo della co- Lei, all’inizio ha detto anche risolto i problemi eco- Certosa di Santo Stefano». trovare». sca della Valle dell’Allaro». che ha smarrito la fede. È Bruno Gemelli LETTERE 12 MERIDIANE de N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 Un intellettuale probo, un Nel centenario della nascita di Mario La Cava, l’omaggio allo

re con malcelato odio, con non può neppure sfuggire che secondo l’idea dei Caratteri e Per gentile concessio- spezzante ironia, quello che nel 1948 era già stato scritto secondo una certa e consoli- ne della Pellegrini Edito- lo scrittore meridionale non il romanzo Mimì Cafiero. Il data idea del romanzo. Non re pubblichiamo il saggio può e non deve dare». dilemma non si fa attendere. corrispondeva né all’una né di Pasquino Crupi, uscito Il caso, però, di Mario La Mario La Cava scrittore di all’altra. L’operazione laca- nel numero monografico Cava è più complicato. Non Caratteri? Mario La Cava ro- viana è altra. della rivista “Proposte ha dato neanche quello che manziere? C’informa Paolo Mario La Cava con queste critiche” della Fondazio- per alcuni anni, nel ribollire Milano che nelle «classifiche opere, successive ai Caratteri, ne Fortunato Seminara, sfarzoso del neorealismo, letterarie Mario La Cava è di sposta il centro d’interesse dedicata interamente a dava la letteratura meridiona- solito definito scrittore dei ca- dalla vita di società alla vita Mario La Cava. le. La sua parola ad aghi, che ratteri»6. E pare proprio che il mentale. Costruisce nei Collo- serve più per penetrare e sa- critico de “L’Espresso” sia in- qui il romanzo dei pensieri, lla cattedra di pie- pere che per lacerare e denun- cline a rinserrare La Cava nelle Memorie il romanzo del- na scrittura nove- ciare, non era affatto abilitata dentro la gabbia d’oro: d’oro, la memoria. Dentro l’uno e centesca, contem- ad accogliere il fragore dei tu- ma sempre gabbia. C’è, per l’altro Autore e Personaggi AA multi sociali. Come scrittore Paolo Milano, indubbiamente stanno insieme in un rapporto poraneo alla nostra epoca, a Mario La Cava rimane da su- classico avvia la sua avventu- un mutamento di passo, ma significativamente univoco: perare la prova dell’ingresso ra letteraria, come scrittore La Cava resta in mezzo al nel senso che è il personaggio riconosciuto nella letteratura classico la conclude. Inten- guado. Così, in effetti: «Da a modificare l’autore. È quel- nazionale. A questo sforzo era diamo dire un percorso narra- suoi vecchi Caratteri, è evi- lo che c’insegna il russo Ba- stata chiamata da tempo la tivo singolare, anomalo, im- dente, lo scrittore sta avan- chtin. Ed è quello che inten- critica letteraria, che pure era prevedibile nel quale ogni li- zando, per tentativi, verso il diamo per l’unità del roman- romanzo; di questo processo, zo, di questi due romanzi di stata larga di riconoscimenti. bro pubblicato non si impri- me come un momento del le Memorie sono una tappa Mario La Cava. Una processione di grandi intermedia, che del suo stato Un anno è troppo poco - morti accompagna la lettera- successivo svolgimento, ma come una frattura e una inter- di transizione presenta anche tale è il tempo che scivola tura calabrese in cimitero. In i difetti. L’operetta si potreb- dalle Memorie a Mimì Cafie- questo fine Novecento, che, ruzione di pubblico, di critica, di editori. be definire un documentario ro - per sciogliere dubbi, ma è furiosamente delirante e isteri- I libri di Mario La Cava avviato verso la creazione o, più che sufficiente per scio- co, invoca la finis Calabriae, escono l’uno dopo l’altro a con metafora più alla buona, gliere l’attesa per il romanzo corpo delinquente, e quindi grandi intervalli di tempo: si- una raccolta di schizzi dal lacaviano vero e proprio. Non della sua cultura letteraria, tuazione estremamente como- vero per un futuro quadro di si può dire che Mimì Cafiero guardiano complice e omerto- da e opportuna per farsi di- fantasia»7. deluda l’attesa, ma è certo so, facchino forsennato che ha menticare e sparire. La sfortu- Insomma, la pubblicazione che il romanzo non convince. consumato tutte le sue ener- na di Mario La Cava è di que- dei Colloqui con Antonuzza e Come altrettanto certo è che gie per scaricare addosso alle sta natura. Facciamo un po’ di Mario La Cava con Saverio Strati Le memorie del vecchio ma- aver continuato a guardare la popolazioni calabresi il mor- conti. I Caratteri escono nel resciallo, piuttosto che scon- produzione lacaviana dall’an- bo della rassegnazione e la 1939, vengono ristampati, ac- volgere la “classifica”, la golo di avvistamento dei Ca- tabe consequenziale della do- le ceneri di Mario La Cava sina lodi, ma indulgendo a cresciuti nel numero, nel per accorgersi del non lieve sfondi sociologici, intravede riapprovano. Nei fatti, non ratteri impedisce la compren- manda di mance, di favori, di 1953 (una terza edizione, contributo che lo scrittore ca- nei Caratteri un La Cava che, c’è, compreso Paolo Milano, sione della novità del regio- assistenza, sono morti Dome- sempre accresciuta, si ha nel labrese ha portato allo svilup- «nato narratore, un narratore chi tra i recensori dei due li- nalismo nazionale dello scrit- nico Zappone (1976), Saverio 1980), e Mario La Cava, con po della letteratura nazionale non sicuro ancora delle sue bri, sia pure con apprezza- tore. Contro chi si ostina non Montalto (1977), Leonida Ré- ironia dolorosa, commenta alla quale ha fatto dono di un forze, schivo a espandersi, menti di novità per i due ro- c’è proprio nulla da fare. paci (1985), Antonio Altomon- nel notissimo Presento me genere che le mancava: i Ca- te (1986), Luca Asprea (2005), stesso: «Terminata la guerra, ratteri. Dove il confronto non Sharo Gambino (2008), Rocco dovetti esordire di nuovo»1. è da poco: è con Teofrasto e Carbone (2008). Si sono sep- Del 1954 sono i Colloqui con con La Bruyére. Mario La pelliti nel silenzio, Domenico Antonuzza presso Sciascia di Cava ne esce vivo, cioè non Cuppari, Vincenzo Bonazza, Caltanissetta (ora Donzelli, ripetitivo, con una varietà Virginia Tursi, scrittori di Roma 2000), ma occorrono unitaria di situazioni umane e un’opera sola. È emerso, ma quattro anni di attesa perché di scrittura limpidamente difficilmente sarà riconosciu- escano dai torchi einaudiani, classica da fare subito imma- to, Piero Allera con il suo li- nel 1958, Le memorie del ginare in lui le risorse per un bro-agave Non voglio giocare vecchio maresciallo (ora impegno narrativo di più am- (Pellegrini, Cosenza 2008). Roma, Donzelli 2000). Il suo pio respiro. Non è forse fin Ci rimangono, a parte Saverio primo romanzo Mimì Cafiero, dai primi Caratteri uno scrit- Strati e Carmine Abate, solo scritto nel 1948, riposò per tore, che racconta le sue mo- gli occhi per leggere. Che undici anni nei cassetti prima ralità, non un moralista, che cosa? Ancora scrittori meri- di essere pubblicato nel 1959 racconta? E, difatti, nessuno dionali? Ancora scrittori cala- dall’editore Parenti di Firen- dei suoi critici del 1939 - tutti bresi? ze. Nel 1962 sopraggiunge di elevato profilo: da Silvio Ma sono ormai molti anni per l’editore Sciascia di Cal- Benco a Piccone Stella e ad che Domenico Rea ci ha av- tanissetta Vita di Stefano. Poi, Alessandro Bonsanti - fanno vertito che la letteratura meri- ricomincia il purgatorio, che allusione a intenti predicatori, dionale era morta, perché dura 11 anni, interrotto nel che costringerebbero la parola Cummeo aveva visto tutto, e 1973 con l’uscita presso Ei- dello scrittore a farsi guanto nulla di nuovo poteva più ve- nudi di Una storia d’amore e che indossa qualunque mano. dere e raccontare. Poiché, l’anno seguente con i Fatti di Anzi, già da queste attenzioni però, non tutte le teste furono Casignana (Ivi 1978). Nel critiche all’opera prima di domate e inclinate in questa 1977, dopo 45 anni da quan- Mario La Cava si aprono cre- direzione, e quelle dei Grandi do era stato scritto e parzial- diti di fiducia per lo scrittore Morti tentavano di uscire dal mente pubblicato nel 1936 dal quale si aspettano più confine di silenzio, un invito dalla rivista Caratteri di Pan- estesi frutti narrativi. Insom- Mario La Cava con Fortunato Seminara a nuove esequie funebri era nunzio e Delfini, fa lieta sor- ma, il romanzo. Ma non sem- venuto anche da Raffaele Ni- presa ai lettori di Mario La bra più così quando nel 1953 gro, scrittore prestigioso e di Cava l’impeccabile Il Matri- Einaudi ripubblica, accresciu- non so se o per mancanza manzi-resoconti nei quali si Le riserve antiche sul nar- alta qualità.. Troppe capre e monio di Caterina presso ti del doppio, i Caratteri del d’arte o d’esperienza, o per realizza vicinanza tra Mario ratore, che non si sarebbe an- troppi asini - giudicava Raf- Scheiwiller di Milano. È l’an- 1939. una nativa pigrizia (la vita di La Cava e il neorealismo, non cora compiuto, si sollevano a faele Nigro - sono stati ospi- no pure della Ragazza del vi- I riconoscimenti, è vero, paese mortifica spesso), tenta vi constati o un ancoraggio ai netto giudizio negativo in tati nella letteratura meridio- colo scuro per i tipi degli Edi- non mancano. Tommaso Fio- prima la prova con certi suoi Caratteri o un loro sviluppo. Ferdinando Virdia per il quale nale. tori Riuniti. Nel 1980 Einaudi re vede svolgersi dai Caratte- appunti avari (quasi scalfittu- Per Giuseppe Bertolucci Ma- il protagonista di Mimì Cafie- Come poteva sopravvive- ripubblica, in edizione accre- ri il narratore: «Gli piace re)»4 . Indubbiamente elegan- rio La Cava approfondisce ro è «un grosso personaggio re? E noi sospettiamo grave- sciuta, Caratteri, ripubblicati guardar le cose, vedere cre- te la perplessità del finissimo «narrativamente quella so- per un romanzo mancato»11. mente che il puzzo di orina e nel 2000 da Donzelli. Da qui scere la vita intorno a sé, stu- Robertis («non so») e indub- stanza acerba alle volte e ne- Che questo del critico lettera- di formaggio abbia stordito fino alla morte (1988), salva diarsela amorosamente, senza biamente generose le sue ipo- cessariamente brevissima dei rio della Fiera Letteraria sia parimenti editori e lettori al la lodevole riapparizione di azzeccarci a proposito o a tesi liberatorie, ma qualche Caratteri»8. Per Carlo Bo le giudizio, sorgente da critica punto tale da farli volgere da Scheiwiller, che gli pubblica sproposito una sua considera- “se” o qualche “o” gli sarebbe «nuove pagine sono […] una contenutistica, è largamente un’altra parte. O non è così? nel 1986 Viaggio in Egitto e zione moraleggiante. Da ciò è risultato di troppo sol che maturazione e insieme una dimostrato dal fatto che al O si dà il caso che, in nome altre storie di emigranti ,gli nato quel piccolo capolavoro avesse avuto attento l’occhio prova di fedeltà»9. Anche per Virdia spiace evidentemente della crociata letteratura sen- editori di peso cominciano a che si chiama Colloqui con alla materialità delle date. Carlo Salinari Le memorie l’assenza nel romanzo del za aggettivi, c’era il sofistica- scomparire dall’orizzonte di Antonuzza, piccolo di mole, Infatti. sono «in fondo uno sviluppo personaggio positivo, come è to e celato desiderio di inflig- Mario La Cava. E il purgato- ma perfetto per acutezza di Nel 1932 Mario La Cava di quei Caratteri che già pri- costante insegnamento, prima gere alla letteratura calabrese rio lacaviano viene chiuso pacata osservazione»2. Gior- aveva già scritto Il Matrimo- ma della seconda guerra mon- che del realismo socialista di la uscita dallo stato di asse- nel 1988 dall’editore Ma- gio Caproni non esita ad ac- nio di Caterina ed è egli stes- diale attirarono l’attenzione cui tutti parlano, del realismo dio, cioè dai problemi della nagò di Bordighera, che pub- cordare ai Caratteri gli assi so a informarci: «La delusio- dei critici sul giovane (allo- cattolico di cui nessuno sem- società meridionale? blica il libro suo più dolente propri del romanzo: «[A La ne provata per non aver pub- ra!) scrittore calabrese» sep- bra avvedersi, nonostante l’e- Mario La Cava afferrò e e sconvolgente, Una stagio- Cava] dobbiamo riconoscere blicato integralmente il rac- pure «qui troviamo qualche sempio Manzoni e l’allarme scrisse sul Nuovo Mezzogior- ne a Siena. Una vicenda edi- quest’altro merito non acces- conto, il sospetto di non saper cosa di più che nei Caratteri: lanciato sul Manzoni da Al- no: «Pretendere dallo scrittore toriale, dunque, che ha fatto sorio: d’aver portato, o ripor- scrivere (Luigi Baldini mi una più ampia capacità di rac- berto Moravia. Una posizione meridionale la rappresenta- di tutto per massacrare d’in- tato, nella nostra cultura, un rimproverò i difetti della lin- conto»10. critica di questo genere si zione fittizia di ciò che esiste degno silenzio Mario La abito che ci pareva dimesso e gua e dello stile) contrassero Come non ammetterlo? condanna da sé, condannan- solo nei modelli più esaltanti Cava. Ma l’omaggio di criti- poco casalingo, offrendoci un la mia fantasia narrativa, Non solo Le Memorie del dosi anche alla incomprensio- della letteratura internaziona- ca è stato grande, nel tempo romanzo (una rappresentazio- orientandomi verso brevi no- vecchio maresciallo, ma fi- ne di Mimì Cafiero. Romanzo le, e non quella dei suoi paesi prolungato del neorealismo, ne) di tanta nostra attuale so- tazioni psicologiche, aneddo- nanco gli scarni Colloqui con di vita interiore, di vita men- isolati, delle sue campagne e lui morto. cietà, tra i più garbati e veri tiche o liriche, che, sull’esem- Antonuzza stanno lontani dal- tale, non di denuncia sociale, impoverite, delle sue cittadine Per carità, niente filosofia che ci sia dato conoscere. Un pio degli scrittori antichi, la forma-romanzo per come si che, quando c’è, c’è solo per sonnolente, dove l’uomo con consolatoria foscoliana. La romanzo, una rappresentazio- chiamai Caratteri»5. Il pas- era determinata storicamente via indiretta e rifratta. Che le sue passioni si rivela per critica letteraria contempora- ne appunto»3. Ma Giuseppe saggio, perciò, è dal narratore in Italia. E La Cava è giudica- cosa è un romanzo dialogato quello che è, significa chiede- nea non ha avuto bisogno del- De Robertis, che pure non le- allo scrittore di Caratteri. Ma to due volte impropriamente: se non un romanzo di una LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE de 13 grande scrittore classico scrittore che scelse di restare a vivere nella sua Calabria

più lunga dello stesso autore, no, se c’è ancor della dignità a noi vuole, invece, sembrare letteraria, questa è tutta, «no- e risulta, che il meglio del la- nostante l’appesantimento Tre nuovi volumi voro di La Cava sia da iscri- della sovrastruttura romanze- versi proprio sotto il segno sca», nelle pagine «connatu- del “carattere”, in risponden- rali della sua indole fin da per ricordare lo za al suo naturale, al suo im- quando essa venne manife- pegno ed al suo studio. Un se- standosi, genuina e composi- gno davvero ben riconoscibi- ta, nei primi Caratteri»16. le, quantunque ampliato e Così ragiona e manda il Fal- scrittore di Bovalino svolto narrativamente, nei qui. quarantacinque capitoletti di La stroncatura, proprio ono state molte le manifestazioni organizzate in Le memorie del vecchio ma- perché sostenuta dall’ambi- onore del centenario della nascita di Mario La resciallo [...], laddove nel zione de essere confortata da SS Cava. “romanzo” Mimì Cafiero [...], prove, non poteva risultare La sua famiglia, insieme all’Associazione Culturale a lui e qui cediamo la parola al Bo- più spietata, senza speranze e intitolata, le Istituzioni locali e molti intellettuali della Cala- celli, limitandoci a ricordare senza conforti. Per Mario La bria hanno voluto rendere omaggio allo scrittore bovalinese, che fu scritto nel ’48, sei anni Cava la strada sua è di scritto- ricordandolo l’undici settembre, giorno della sua nascita, pro- dopo il Don Giovanni in Sici- re e non di narratore. E non prio nel suo paese natale, nella fascia jonica reggina. Durante lia di Brancati, cui pure si ri- ha che la via di ritorno ai Ca- un incontro, cui hanno preso parte fra gli altri studiosi e scrit- collega col suo sanguigno ratteri. Attorno non si avver- tori del calibro di Luigi Lombardi Satriani, Vito Teti e Pasqui- caso di gallismo calabrese, la tirono grandi voci a sostegno no Crupi, è stata scoperta la targa a lui dedicata sulla parete “macchina romanzesca, larga- del romanzo e del romanzie- della casa famiglia che si affaccia sulla strada principale di mente adoperata, non che dis- re. Michele Tondo, il quale Bovalino. Un omaggio allo scrittore che ha scelto di restare simulare le suture delle varie non discute che cosa sia un nella sua Calabria, malgrado gli interessi, le amicizie e i suc- componenti, e in particolare romanzo e se Vita di Stefano cessi avrebbero potuto condurlo fuori, nei maggiori circoli della saggistico-moralistica sia un romanzo, si limita a culturali italiani. con la narrativa, finiva col marcare la differenza di Ma- Il tema del “restare” è stato proprio le fil rouge dei nume- metterle tutte in evidenza” rio La Cava dagli altri scritto- rosi interventi. Mario La Cava, intellettuale apprezzato, mal- [...]»”14. ri meridionali se vero è che grado alcuni significativi viaggi, sceglie di vivere nella sua Caratteri Mario La Cava egli «rappresenta non certo Bovalino e lì di morire, continuando a scrivere e a pubblicare, ha continuato a scrivere nei gli aspetti tragici o dolorosi o con sempre maggiore difficoltà. I salotti letterari sono lontani Colloqui con Antonuzza, nelle violenti di una realtà storica e dalla vecchia e asfittica Calabria, solo i giovani vengano a Memorie del vecchio mare- sociale, che è senza dubbio trovarlo. L’ospitalità e la serenità di casa La Cava accoglie sciallo, nello stesso Mimì Ca- tale»17. Però, è sempre possi- tutti: gli epistolari, i ricordi delle visite e degli incontri sono fiero e ancora in Vita di Stefa- bile domandarsi se il Falqui, amorevolmente conservati dai figli che, con cura e sensibilità, coltivano la memoria del padre. idea di sé stessi in rapporto «Cattedra di moralità», l’ha definito Pasquino Crupi, alla realtà circostante? «scrittore con grande senso etico dell’essere e forte rigore È una domanda che Euge- morale» per Vito Teti che ha ribadito come La Cava sia stato nio Montale non si pone. Il «uomo che non ha separato letteratura e vita, così come Sharo suo problema è che dalla fo- Gambino» ricordando lo scrittore e giornalista scomparso sca trama da «libro giallo Ca- qualche mese fa. La Cava ha voluto «fare il proprio dovere, il puana avrebbe tratto un minu- proprio mestiere, pur rimanendo nel luogo in cui è nato. Ha zioso romanzo naturalista, ed vissuto i luoghi, raccontandoli. Ma anche restare comporta fa- Emily Brontë una straordina- tica e dolore e la forma più grave di spaesamento è a volte di ria trasfigurazione, un raccon- chi rimane, non di va via». to stregato. Mario La Cava ha La Cava, come sottolinea Lombardi Satriani, ci insegna scelto invece la via più breve: che «è importante come si parte e come si resta, come ci si ha scritto un romanzo veloce, rapporta a quello che ci circonda, qual è il progetto di fedeltà popolato di figurette sbozzate a se stessi e alla propria terra». alla brava e di dialoghi che A celebrare lo scrittore scomparso anche tre nuove pubbli- sembrano stenografati dal cazioni che vedono impegnate le case editrici più rappresenta- vero. Non c’è letteratura, in tive della Calabria. Pellegrini editore gli dedica un intero nu- questo libro, e se c’è arte, bi- mero monografico della rivista “Proposte critiche” della Fon- sogna convenire che si tratta dazione Fortunato Seminara, con importanti contributi degli di un’arte ferma alle prime stessi Satriani e Crupi (di quest’ultimo pubblichiamo in que- impressioni, che segna ma ste pagine), Chiodo, Pedullà… non approfondisce».12 La Rubbettino dà alle stampe per la prima volta in volume Poiché anche la letteratura una serie di racconti pubblicati su diverse riviste nel passato, è un cibo, si dovrebbe parlare con il titolo I racconti di Bovalino. come si mangia e, perciò, se- La Città del Sole edizioni pubblica la sua tesi di laurea dal condo Montale, Mario La titolo cisalpina, curata dal figlio Rocco La Cava è un buono scrittore, ma Cava (per maggiori info vedere a pag. 24 di questo numero). è un mediocre narratore. Sa- Un altro incontro in sua memoria si è tenuto il 30 ottobre rebbe necessario una dimo- Incontro a Roma con scrittori calabresi: da sinistra a destra, alla Biblioteca di Reggio Calabria, organizzato per Ottobre. strazione puntuale, ma basta Altomonte, La Cava, Piromalli, Strati, Vetere, Casile Piovono libri, dall’Assessorato ai Grandi eventi e Beni cultu- la parola dell’Illustre Poeta, rali del Comune di Reggio Calabria, promotore anche di un’a- naloga iniziativa svoltasi a Torino alla fine di novembre. del resto, indulgente se alla Premio “Villa San Giovanni”. no: questa la conclusione del- accecato dai Caratteri, non fine perfino concede che «il Enrico Falqui non ha dubbi e l’importante e pur sussiegoso abbia avuto più occhi per ve- O. S. libro di La Cava, anche se non ha dubbi contro le ragioni critico… Il romanzo no, il ro- dere in Vita di Stefano il ro- privo di una sostanziale no- dello stesso La Cava, che giu- manzo non si addice a Mario manzo della inettitudine, che, vità d’impianto, merita di es- stamente veniva sempre più 13 La Cava. Zitto, La Cava, al- come bene accerta Antonietta dulgenza e ironia si separano. alta della vita. Le ha superate sere letto e raccontato» . lamentandosi della riduzione meno come narratore. Vita di Cozza , prende inizio sin da Il L’indulgenza, che si carica di tutte. Ora gli rimane da supe- L’occasione era ghiotta as- a scrittore moralista che gli Stefano, che avrebbe dovuto Matrimonio di Caterina, pro- pietà, è tutta riservata alle rare la prova dell’ingresso a sai perché Enrico Falqui se la avevano provocato i suoi per- suonare come una smentita, è seguendo con Mimì Cafiero18. creature umiliate del popolo, pieno titolo nella letteratura facesse scappare quando nel fetti Caratteri: «Senza ac- una prova fattuale dell’infeli- Mario La Cava non si di- l’ironia è interamente indiriz- nazionale del Novecento. La 1962 Vita di Stefano ottiene il campare la pretesa di saperla cità del narratore. Enrico Fal- scosta dalla provincia come zata alla piccola borghesia critica letteraria, che lo ha ac- qui, diversamente da Eugenio Italo Svevo non si discosta poltrona e selvaggia. La clas- compagnato favorevole dopo Montale che si accontenta di dalla borghesia triestina. E, a sica parola di Mario La Cava, il 1973, anche se per cime 1 M. La Cava, Presento me stesso, in “Ausonia”, maggio-giugno 1961. essere apodittico, vuole esse- questo punto, dobbiamo di- mai marmorea, acquista ora isolate, è chiamata a questo 2 T. Fiore, La Cava moralista, in “Il Paese”, 11 settembre 1954. re epidittico. E mette un im- chiarare la nostra meraviglia una mobilità intrattenibile, il sforzo. Antonietta Cozza è pegno estremo nell’analisi del 3 G. Caproni, Caratteri, in “Galleria”, gennaio 1954. per il fatto che tra tanti affian- romanzo, senza perdere il suo scesa in campo nel 1995 e, e 4 romanzo. camenti richiamati come impianto di romanzo della con lo splendore baldanzoso G. De Robertis, Malinconia di La Cava, in “Tempo illustrato”, 10 di- Stefano non è un perso- cembre 1953. quello non molto lecito del vita interiore, della vita men- dei suoi giovani anni, con il 5 naggio. È «semplicemente un Verga, a nessuno sia venuto tale, si muta in romanzo di suo saggio di sopra citato ha M. La Cava, I contemporanei vedono se stessi, in “Almanacco della tale al quale non ne va bene Cometa” a cura di M. Appella e P. Mauri, Roma, 1987. in mente il nome di Svevo. Il peregrinazione dentro un tem- messo in soqquadro la cucina 6 una di quante ne tenta, da pic- vuoto è stato risarcito da An- po fisso che concede molto di letteraria e ha richiamato tutti P. Milano, Antonuzza e il maresciallo, in “L’Espresso”, 26 ottobre 1958. colo e da grande»15. Un “tale” tonietta Cozza, ma non pare 7 più al peregrinare della men- all’obbligo questo di un nuo- Ibidem. al quale nulla va bene è anche che i sovrani giudici della te. Ha questa costanza e que- vo modo di leggere e intende- 8 G. Bertolucci, Le memorie del vecchio maresciallo, in “Avanti!”, 26 il padre di Stefano emigrato critica letteraria si siano data sta connotazione il percorso re Mario La Cava, oggi. luglio 1958. in America e delle “tali” sono la fatica di aggiustare le lan- narrativo di Mario La Cava, La letteratura calabrese del 9 C. Bo, Due giornalisti sono tornati alla letteratura, in “L’Europeo”, anche le sorelle, rimaste zitel- cette dell’orologio. Le quali che comprende e ricomprende Novecento possiede due soli 3 agosto 1958. le e arrabbiate frammezzo un hanno questa prodigiosa for- Viaggio in Egitto e altre sto- scrittori atipici e anomali ri- 10 C. Salinari, I giudizi del vecchio maresciallo, in “Vie nuove”, 27 set- gineceo in amore di Titine, di tuna: pur restando ferme o rie di emigranti e Una stagio- spetto alla linea del romanzo tembre 1958. Clementine, di Bosine, di proprio perché restano ferma- ne a Siena, che ci sembra di meridionale: Alvaro e La 11 F. Virdia, Un storia di provincia, in “La Fiera letteraria”, 20 settem- Nonnine, di Clelie con intor- no, in una determinata fase poter leggere come un roman- Cava. Tutt’e due entrano nella bre 1959. no non pochi mosconi. La segnano l’ora esatta. zo di prova: prove dei perso- letteratura nazionale ed euro- 12 E. Montale, La Cava, in “Il ”, 1 dicembre 1959. materia non è segnata, è solo Nei suoi romanzi successi- naggi, della «loro fedeltà, va- pea con una lesione inferta 13 Ibidem. detta. È quello che accade vi, tutti preceduti da un lungo lore, coraggio, virtù»19. alla letteratura della civiltà 14 E. Falqui, Vecchia Calabria, in “Il Tempo”, 21 agosto 1962. quando il “ritratto” è sforzato sonno editoriale, vuoi in una La prova maggiore - que- dello stato d’assedio. Per Al- 15 Ibidem. a “romanzo”. Stefano non è Storia d’amore, vuoi ne I fatti sto si capisce - l’ha fatta Ma- varo l’osservazione era stata 16 Ibidem. che un “carattere”, ma il La di Casignana e, sotto alcuni rio La Cava: prova del me- fatta da tempo. Per La Cava Cava ha preteso di dargli la aspetti, persino ne Il Matri- 17 M. Tondo, Vita di Stefano, in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 16 stiere di scrivere in Provincia, la novità viene da poco. maggio 1963. dilatazione programmata del monio di Caterina, Mario La prova degli editori, prova del- Mi auguro che il centena- personaggio. L’insincerità ar- Cava accosta la piccola bor- 18 Cfr. A. Cozza, Mario La Cava- Vita e letteratura nazionale- Perife- la critica letteraria, prova del- rio della sua nascita avvii la ria, Cosenza 1995 tistica non può che risolversi ghesia paesana e la piccola la resistenza per tutta la vita svolta decisiva. in insincerità umana. Se qual- società dei popolani. Le acco- 19 M. Bachtin, L’autore e l’eroe, Einaudi, Torino 1979, pag. 197. in una idea di letteratura, che cosa si salva in Vita di Stefa- sta e le mette in relazione. In- fa una cosa sola con una idea Pasquino Crupi LETTERE 14 MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE 15 LETTERE 16 MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 L’arcipelago delle menzogne di Solzhenitsyn

a scomparsa di (edizione del 14 ottobre 1970): tici e i 6 milioni di ebrei bruciati Solzhenitsyn segna «È increscioso che il Comitato dai nazisti nei crematori dei L l’uscita di scena di per i Premi Nobel si sia lasciato campi di concentramento. Questi L coinvolgere in un giuoco inde- sacrifici inauditi di una tragedia uno degli ultimi emblemi della Guerra Fredda scatenata dagli gno, intrapreso non negli interes- mondiale devono essere il punto USA e dai suoi vassalli occiden- si dello sviluppo dei valori di riferimento morale di ogni tali per contrastare e, in seguito, spirituali e delle tradizioni della ricostruzione storica. Scrive lo sconfiggere quello che Marx ed letteratura, ma per considerazio- scrittore Jurij Bondarev: «La Engels, con lungimiranza, ave- ni di speculazione politica». battaglia di Stalingrado, ove la vano definito più di un secolo I libri “Agosto 1914” e “Arci- mia generazione di diciottenni prima “lo spettro del Comuni- pelago Gulag” (come del resto i ebbe il battesimo del fuoco, e in smo” che si aggirava per l’Euro- precedenti “Il primo cerchio” e sanguinosi combattimenti invec- pa a spaventare le grandi potenze. “Reparto cancro”) sono esplici- chiò di dieci anni, fu, com’è L’“Operazione Solzhenitsyn” fu tamente dei manifesti politici noto, la svolta definitiva del condotta dalla Cia, con l’appog- che perseguono il determinato corso degli avvenimenti nella gio dei circoli culturali occidenta- scopo di negare il valore della seconda guerra mondiale. Que- li e dei mass media anticomunisti, Rivoluzione d’Ottobre, idealiz- sto durissimo combattimento in modo magistrale: fu intercetta- zare il latifondo patriarcale della costò caro al nostro Paese, ai to un mediocre scrittore, regolar- vecchia Russa zarista e denigrare miei coetanei ed a me stesso. mente pubblicato in Unione la società e lo stato Sovietico. Troppe fosse comuni abbiamo Sovietica tra l’indifferenza e il “Agosto 1914” è un’opera lasciato presso il Volga, troppi disprezzo generale, fu fatta leva apertamente antipatriottica ed sono mancati all’appello dopo la sulle sue frustrazioni per la mar- antipopolare, dalla quale traspare vittoria. Sulle alture presso il ginalità in cui languiva, fu gene- il dispetto dell’autore contro la Don nei giorni afosi e polverosi rosamente finanziato e istigato a Rivoluzione che ha privato lui, di luglio e agosto, quando il sole scrivere una serie di opere nelle rampollo di un grande proprieta- scompariva nel tifone delle quali veniva sapientemente inse- rio terriero, dei privilegi ereditari esplosioni, ci trattenevano nelle rita tutta la più bieca pubblicistica e della ricchezza; dal libro emer- trincee l’odio e l’amore: l’odio anticomunista ed antisovietica, ge chiaramente la piattaforma per chi era venuto con le armi infine, dopo la legittima reazione politica di Solzhenitsyn quale della Germania nazista per delle autorità sovietiche, fu tra- sostenitore degli ordinamenti dei distruggere il nostro Stato e la sformato in “vittima del regime”, proprietari fondiari capitalistici e nostra nazione e, nello stesso addirittura assurto agli onori del quale epigono dell’ideologia dei tempo, l’amore per ciò che nel Aleksandr Solzhenitsyn Nobel e, una volta espulso (il 13 cadetti, disposto a prezzo del tra- linguaggio umano si designa combattevano ancora, insieme di giustificare anche il proprio. E febbraio 1974) dal Paese che dimento della Patria ad adope- come la madre, la casa, la pista con il suo aiutante andò nel vil- le anime belle del comitato del tanto aveva dimostrato di odiare, rarsi per la restaurazione di pattinaggio della propria scuo- laggio di Staraja Polist, aperse la Premio Nobel che ne pensano di trasformato in una sorta di dell’ordinamento borghese. la moscovita, le lame rigate dei porta della prima isba occupata questa visione della storia che “Madonna Pellegrina” planetaria Dopo l’uscita del libro, nel pattini, lo stridore di un cancello da soldati tedeschi addormentati riabilita un personaggio come per diffondere il verbo dell’anti- dicembre 1971, la rivista tedesca in qualche posto di Jaroslavl, e disse: “Non sparate sono il Vlasov che, al pari del capo dei comunismo. Nell’ottobre 1969, Stern (anche questa filocomuni- l’erba verde, la neve che cade, il generale Vlasov”». Per Solzhe- fascisti norvegesi Quisling, è l’allora prestigiosissimo quoti- sta?) pubblicò un ampio articolo primo bacio accanto a un porto- nitsyn la resa e il tradimento di sinonimo universale di vile tradi- diano londinese Times (che non nel quale ricostruì impietosa- ne coperto di neve. In guerra Vlasov furono il risultato di un mento? Nella sua rabbia contro mente la storia della famiglia era certo sospettabile di filo l’uomo prova per il passato i fermo convincimento politico, tutto ciò che è sovietico, ricorre comunismo) scriveva testual- Solzhenitsyn dimostrando il sentimenti più indistruttibili. Noi non essendo d’accordo con le ad ogni mezzo: all’inganno, alla mente: «Gli onorari delle sue carattere autobiografico dell’o- combattevamo nel presente per il azioni di Stalin; tutti gli eroici calunnia, alle false manovre; si opere vengono sistematicamente pera, che l’autore intendeva passato, che ci sembrava irrepe- combattenti della Guerra patriot- schiera apertamente finanche versati dalle case editrici occi- invece negare. tibilmente felice. Lo sognavamo, tica avrebbero dovuto seguire il con la Gestapo che secondo lui dentali sul fondo di un cosiddet- “Arcipelago Gulag” non è un volevamo tornarvi. Noi eravamo suo esempio: lasciarsi sconfigge- «mirava soprattutto alla verità e to ‘Comitato internazionale racconto né un romanzo e quin- romantici: questa era la nostra re, consegnare la patria ai nazisti rimetteva in libertà gli innocen- d’assistenza’, il cui compito pre- di, se parliamo delle forme lette- purezza, la nostra fede, ciò che si cipuo è l’organizzazione di azio- rarie, non lo possiamo ritenere può definire il senso della per liberare la Madre Russia dal ti»! Il suo grande senso umanita- ni ostili contro l’URSS e i paesi una descrizione della realtà attra- Patria». Tutto questo per Solzhe- comunismo! Com’è noto, il rio e libertario lo porta a della comunità socialista». verso l’espressione artistica. Nel nitsyn non esiste, nel libro in calunniatore ha una propria logi- glorificare un sabotatore nazista, Quando, nel 1970, inopinata- libro occupa un posto di rilievo questione minimizza la vittoria ca: non si tormenta sul problema che aveva danneggiato duemila mente e tra lo stupore dei circoli la Seconda guerra mondiale. È di Stalingrado e la attribuisce della verità, ma bada soprattutto paracaduti in un magazzino culturali indipendenti, gli fu ovvio che, parlando di questo alle “Compagnie di correzione”, a riuscire gradito a chi l’ha preso sovietico, con queste parole: «In assegnato il Nobel per la Lettera- periodo, non si può prescindere queste ultime erano delle truppe al proprio servizio. Esaltando tutta questa lunga cronaca carce- tura, la Literaturnaja gazeta, dal ricordare i 56 milioni di “forzate” costituite da detenuti Vlasov, i suoi accoliti e gli altri raria non s’incontrerà più un eroe prestigioso e diffusissimo organo morti in Europa e in Asia, com- per reati comuni, equipaggiate traditori della Patria sovietica, del genere», un cinismo da mal- degli Scrittori Sovietici scrisse presi i 20 milioni di caduti sovie- con artiglieria leggera e quindi Solzhenitsyn parte dal principio fattore capace di esaltarsi davanti non assolutamente in grado di per cui nella lotta contro il pote- alla morte di duemila compatrio- frenare la pressione di un’armata re sovietico e il socialismo tutto ti! E pensare che Solzhenitsyn Fonti bibliografiche: corazzata dei tedeschi, i quali è giustificato. Perciò egli glorifi- riusciva ad accreditarsi come uno inoltre avevano concentrato venti ca i traditori che combatterono scrittore religioso ma, a rimettere divisioni di fanteria nei settori armi in pugno contro il loro le cose a posto ci pensò il Metro- Aleksandr Solzhenitsyn, Agosto 1914, Arnoldo Mondadori Editore d’attacco. A questa prima assurda popolo e non si preoccupa del polita Serafim che, nel 1974, lo 1971 e grave menzogna, Solzhenitsyn fatto notorio che nel momento bollò con queste parole: « … aggiunge quella che riguarda la del pericolo mortale della Patria Solzhenitsyn si è dimostrato nelle Aleksandr Solzhenitsyn, Arcipelago Gulag, Arnoldo Mondadori tutto il paese si levò alla guerra sue azioni un uomo moralmente Editore 1974 figura del famigerato generale Vlasov; si trattava di un perso- contro l’invasione nazista, che degradato, che con odio sfrenato Pravda, 14 gennaio 1974, 14 febbraio 1974 naggio squalificato, circondato milioni di sovietici si batterono tenta di diffamare e calunniare la Agenzia Novosti aprile 1974 dalla fama infame di un Erostra- senza risparmio contro gli inva- terra natale…solo un uomo come Literaturnaja gazeta, 12 novembre 1969, 26 novembre 1969, 3 to, ossessionato dalla brama di sori al fronte e nelle retrovie, nei lui, per il quale non c’è nulla di dicembre 1969, 14 ottobre 1970, 12 gennaio 1972, 23 gennaio successo, era altezzoso e suscetti- reparti e nelle formazioni parti- sacro, può attribuire ai nazisti 1974, 20 febbraio 1974 bile, scrive ancora Bondarev: giane, nel movimento clandesti- “uno spirito umanitario”… Sotto no nelle terre occupate dal il cielo pacifico della nostra Ciasovoj, ottobre 1970 «Non gli piaceva molto aver a che fare coi soldati e recarsi al nemico. Non gli interessano Patria lavorano oggi con abnega- Stern, dicembre 1971 punto d’osservazione esposto alle minimamente gli altri generali zione credenti e non credenti, New York Times, 14 dicembre 1972, 28 gennaio 1973, 9 marzo cannonate. Preferiva il profondo sovietici periti nei campi di con- accrescendo la fama e la potenza 1973, 27 gennaio 1974 rifugio blindato del punto di centramento nazisti senza calca- del nostro paese. Soltanto Solzhe- Agenzia United Press, 18 dicembre 1972 comando, la luce delle batterie re la via del tradimento; i suoi nitsyn non ha partecipato a questo Aa.Vv., Bitva za Leningrad, Ed. Voenizdat, 1964 d’accumulazione, l’intimità degli “eroi” e il suo “ideale” sono il lavoro. Egli, come il figliol prodi- acquartieramenti temporanei, ove traditore Vlasov e i vlasoviani, go, dopo aver ricevuto dalla K. A. Meretskov, Nasluzhbe narodu, Ed. Politizdat, 1968 si disponeva con comodità, senza che egli esalta per avere odiato Patria tutto quanto è utile e neces- Izvestia, 28 gennaio 1974 risparmio e persino con un certo l’ordinamento sovietico al punto sario per la vita, se n’è andato Winston Churchill, Storia della seconda guerra mondiale, Arnoldo stile aristocratico». Comandante di combattere la Patria, e secon- schierandosi coi nemici dell’U- Mondadori Editore, 1960 di capacità medie, non aveva do quanto dice testualmente nione Sovietica. Così doveva New York Herald Tribune, 15 ottobre 1942 acutezza tattica e portò la secon- «avrebbero potuto riuscire se i essere, poiché questa è la meta da armata d’assalto, che egli nazisti li avessero organizzati cui ha mirato per tutta la vita. Le L’Espresso, 3 marzo 1974 comandava sul fronte del Vol- meglio ed avessero accordato sue azioni non erano soltanto un Le Monde, 6 febbraio 1974 chov nel ’42, ad una penosa loro maggiore fiducia». E chiaro insulto al popolo ed alla Patria, Paese Sera, 28 febbraio 1974 disfatta; il peso di questa sconfit- che Solzhenitsyn, affermando ma erano dirette anche contro la Settegiorni, 24 febbraio 1974 ta lo portò al passo fatale come che qualsiasi tradimento è giusti- distensione». testimonia ancora Bondarev: «Di ficato, chiunque lo compia e The Times, 29 ottobre 1969 notte, abbandonate le truppe che quale che ne sia la portata, tenta Franco Arcidiaco LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE RECENSIONI 17 La battaglia per Vibo Il nuovo numero di Quaderni del Sud-Quaderni Calabresi

illustre amico e collega France- ne e stravolgendoli secondo i loro interessi e di pensiero profondo». Quando Ramondino sco Tassone ci ha fatto perveni- soffocando brutalmente ogni protesta con pro- affronta nell’ultimo paragrafo l’argomento LL’’ re l’ultimo numero della sua grammata durezza d’orecchi e, se non basta, “Amare la città” il tono si fa più lirico ma non storica rivista, si tratta di uno speciale mono- con la violenza», ditemi quale cittadino cala- per questo meno incisivo: «Quando la città grafico intitolato: Vibo Valentia. Le mani sulla brese non ritenga che si stia parlando della non è amata, non può essere servita, abitata, città, una storia tutta meridionale. Il Quader- sua città. Tutto il Quaderno è ricco di docu- goduta. Quando le stesse pietre, le strade, gli no è aperto da un’introduzione dello stesso menti interessanti, di analisi approfondite e alberi, le case, le chiese, le scuole, non dicono Tassone e da un editoriale di Filippo Ramon- stimolanti e di citazioni appropriate. Ogni co- niente alla nostra anima, non polarizzano un dino che, oltre all’intrinseco valore, hanno il mune della nostra Regione avrebbe bisogno di collegamento ancestrale, mitico, riconciliante grandissimo merito di contestualizzare la vi- un Francesco Tassone e dei suoi “Quaderni”, passato e futuro, attraverso un concreto pre- cenda della città di Vibo Valentia nel più am- ma purtroppo la passione civile è merce rara a sente, la città non è più abitata, non è vissuta pio scenario calabrese e meridionale in gene- queste latitudini ed il degrado e la sopraffa- col cuore di patrioti. È soltanto terreno di rale. Dice chiaramente Tassone: «Questo è zione hanno inevitabilmente il sopravvento. Il competizione, è luogo di scambi e di calcoli quindi un numero scritto con la partecipazio- saggio di Filippo Ramondino “Appunti per economici, è stazione di transito, è spazio da ne della comunità di Vibo Valentia per Vibo una interpretazione storica della città” è una usare e sfruttare. Senza memoria da preserva- Valentia. Ma con la consapevolezza che le lectio magistralis che andrebbe letta nelle re, senza bellezza da tutelare». Il vero grande vicende narrate sono in tutto simili a quanto scuole all’apertura delle lezioni, sentite come problema della nostra terra è la mancanza di scia alla possibilità di venir fuori da questo può avvenire in ogni altra parte del Meridio- questo brano fotografa tragicamente la realtà senso civico, l’assenza del concetto di bene stato di cose sono davvero poche, soprattutto ne, essendo esse manifestazione del regime delle nostre città: «La decadenza dell’estetica comune che non ci fa comprendere quanto sia per chi si trova a vivere in situazioni ambien- politico che governa il Meridione come pro- molte volte si rivela nell’etica dei cittadini e importante «…amare, cioè rispettare, pro- tali e sociali ben peggiori di quelle di Vibo e vincia subordinata e del quale è strumento ne- viceversa. Il disordine crea persone sguaiate, muovere, tutelare, servire ciò che va oltre i non ha nemmeno un Francesco Tassone su cui cessario una classe politica interna avida e di- la bruttura crea bruti, volgarità. Per esempio: confini del nostro ufficio, del nostro apparta- confidare. pendente». spazzatura per le strade, crocicchi disseminati mento, del nostro giardino, del nostro condo- Franco Arcidiaco Le recenti vicende che hanno coinvolto la da rifiuti di ogni tipo, genitori o parenti che minio. Dobbiamo rinnovare il senso di appar- comunità vibonese sono paradigmatiche della parcheggiano sul marciapiedi adiacente all’in- tenenza, di partecipazione, di corresponsabi- situazione in cui versa tutta la nostra Regione, gresso della scuola per ritirare i figli all’usci- lità, partendo dalle piccole cose. Senza abitua- Quaderni del Sud quando Tassone parla della «constatazione di ta… in alcuni quartieri non domina solo la re l’occhio alla loro decadenza. Senza confor- trovarsi in balia di forze che hanno preso pos- bruttezza, col suo corteo squallido di pessime marci al disfacimento». Quaderni Calabresi n. 104/106 sesso incontrastato della città, dei suoi beni, costruzioni, ma anche la bruttura fatta di spor- Un gioiello, dunque, questo ponderoso nu- Giugno/Dicembre 2008 della sua storia, delle sue istituzioni facendo- cizia, di sconcezze, di deformità. Il cattivo gu- mero dei “Quaderni” che però alla fine lascia pp. 208 - € 15,00 ne oggetto dei loro affari e quindi servendose- sto non è solo mancanza di stile, è mancanza l’amaro in bocca; le speranze che la lettura la- Edizioni Qualecultura Vibo Valentia Dall’Alchimia al compimento della Grande Opera Nel saggio di Daniele Zangari le dinamiche e i motivi dell’Arte Reale a trasmutazione dell’essere, la presa troppo umano per accorgersi del valore della mare cibo, diversi minuti senza aria, ma non si “l’Alchimia - di coscienza che va oltre la coscien- propria spiritualità e dell’importanza di perse- può vivere neanche una frazione di secondo sen- conclude L za, la consapevolezza di sé, questi i guire quell’evoluzione necessaria a riappro- za impressioni. La Pietra Filosofale è nascosta Zangari - ci L piarsi della propria essenza. Un viaggio univer- dentro di noi. (...) La Pietra Filosofale è, dunque, indica infine primi passi che conducono alla reintegrazione degli esseri «nelle loro primitive proprietà, sale che bisogna percorrere in solitudine, poi- per gli iniziati, la sagezza, l’intuizione, il proces- a uno stadio virtù e potenze spirituali e divine». Temi cardi- ché “Questa via è il sentiero delle aquile, dove so mistico che ci avvicina a Dio”. Un’autodisci- superiore la nali dell’Ermetismo, della Scienza Sacra o Al- non si può volare in stormo”, alla ricerca della plina interiore che richiede pazienza, volontà, conquista di chimia intesa come “l’Arte reale che studia i verità, della verità che è consapevolezza. “Ba- perseveranza, sacrificio “per giungere a conosce- vari gradi di principi, le leggi e i fatti per realizzare la Gran- sta essere consapevoli, sempre e comunque, an- re il proprio Sole”. stati di co- de Opera”. E, proprio da qui, da tali definizio- che degli errori, anche dell’incapacità di com- Eugène Canseliet, discepolo di Fulcanelli, ha scienza che ni, ha inizio il saggio di Daniele Zangari Avvia- prendere, anche nei momenti in cui si è consape- lasciato un vero e proprio testamento alchemico ci permette- mento allo studio dell’Arte Reale, (Edizioni voli di non esserlo”, poiché “la consapevolezza di 16 punti, come evidenzia l’Autore, e nell’ulti- ranno di far MEF - L’Autore Libri Firenze, pp. 91 € 9,50), è l’unica verità che in questo Universo può farci mo scrive: « (...) Dovete diventare esseri eletti e ritorno al- un’opera che mette a fuoco le dinamiche, pro- liberi. Il resto è soltanto illusione”. La realtà è, diversi nella Luce di un continuum straordinario. l’Unità Assoluta”. prie delle dottrine esoteriche, che conducono dunque, l’illusione più insidiosa perché frutto La nostra impresa è ardua ma mai impossibile. Federica Legato l’essere alla realizzazione di sé. L’Alchimia è, della nostra mente razionale, delle nostre con- Ascoltate la voce dei nostri Maestri e ricordate infatti, “la Sapienza Divina, la Dottrina Segre- vinzioni e della proiezione dei nostri pensieri. che non si ha nulla senza lotte, dubbi, sforzi su se ta, la Scienza dei Magi. Sua meta è il compi- Ciò preclude i confini del nostro sentire, li ma- stessi. Il mio non è un addio, ma un arrivederci. Avviamento allo studio mento della Grande Opera, cioè il passaggio schera con condizionamenti vari che sorgono Che la trasmutazione terrestre finale in me si fac- dell’Arte Reale dall’imperfezione alla perfezione, dall’impurità proprio dalla ragione, chiusa in un parvente di- cia in nome della Grande Opera che ho sempre Daniele Zangari alla purezza, dall’odio all’amore, dall’egoismo namsmo. “La trasformazione delle nostre im- fedelmente servito». Parole frutto di una profon- pp. 91 - € 9,50 alla carità”. Il punto dove il cerchio si chiude, pressioni, - scrive, infatti, Zangari – è la vera al- da meditazione, di un viaggio interiore alla ricer- Edizioni MEF - L’Autore Libri Firenze illuminato dalla religione dell’uomo, da sempre chimia. Si può vivere diversi giorni senza consu- ca e alla completa realizzazione del Sé, perché La cattedrale del mare In Trilogy di Maria Racioppi di Ildefonso Falcone la fiamma divina dell’Uomo

ldefonso Falcone sta sbancando i botteghini editoriali Le note dell’anima nel canto di una grande poetessa con ben 15 edizioni nell’arco di due anni con la sua II ultima fatica letteraria La cattedrale del mare. a parola poetica racchiude il respiro dell’Uomo, do- Forum tra studenti su Internet paragonano il romanzo a I nandogli il proprio palpito senza riserve, senza esita- promessi sposi manzoniano! LL zioni, senza rimpianti. Una vibrazione dell’animo Evidenziato questo… non potevo non leggerlo! che, sussurra impercettibile, come fiamma inesausta che illumina Ebbene, se il tanto bistrattato romanzo manzoniano inve- ed orienta. La visione profetica dell’essere è questa la materia ce di iniziare con “In quel ramo del lago di Como che volge prima che ispira la poetessa Maria Racioppi e che la ostina nel a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti(…)” Suo canto. Un canto che sa essere lieve e viscerale, al tempo stes- cominciasse con il repentino rapimento di Lucia, per Ius so, dove il verso si piega ad un divenire Oltre la parola. primae noctis: forse i nostri lettori-studenti lo leggerebbero Il cuore dell’Uomo, dimora della fiamma divina, che arde e si volentieri?! La fama letteraria di Falcones, a mio parere, è consuma, che arde. «Nel cuore della luce/ noi ci ritroveremo/ ben meritata per l’impianto narrativo. Infatti, lo Scrittore dove il silenzio è vampa/ (...) Questo perderci per ritrovarci/ nuo- riesce ad ammaliare il lettore sin dall’incipt: «(…)Bernat vi accecati di luce/ forse è disperata fede/ d’Infinito e di Eterno». alzò gli occhi verso il cielo azzurro e terso. Il tenue sole di La finitudine è un’ombra che soffoca la luce della fede, fiducia fine settembre accarezzava i volti dei suoi invitati. (…) Ber- che il senso del Tempo si compia nell’Eternità. I luoghi dell’ani- nat sorrise al cielo autunnale e, quando abbassò lo sguardo, ma, che la poetessa Racioppi ha esplorato e racchiuso nell’opera l’espressione dipinta sul suo volto si accentuò (…)». Trilogy, con l’attenta passione dell’arte, dove «Tutto è memoria» Lo Scrittore catalano riprende l’archetipo narrativo dei e dove non è necessaria alcuna virtù per comprendere, mentre romanzi ottocenteschi per narrare le avvincenti vicende del- una superficie ignobile ci separa dal vero, «memoria relegata/ nel l’umile Bernat la cui vita viene sconvolta il giorno della festa di matrimonio: «Le donne stava- più profondo delle viscere/ ormai destinate all’ambiguità/ d’in- no per togliere l’agnello (…) quando alcuni degli invitati tacquero (…) Il silenzio calò su tutti. consistente vita consapevole». (…)». Sullo sfondo l’ombra incombente della cattedrale, che erge lentamente la sua mole gra- La consapevolezza distorta dalle tirannie della ragione che ci spinge su sterili orizzonti di senso, fa- zie alla fedele spinta dei bastaixos del quartiere della Ribera. tidici impostori del nostro tempo. Un universo reso cieco dalla viltà, da un’errata empatia che non ha ri- Falcones riesce con egregia maestria a tenere insieme la satura lans narrativa modulando i spetto della solitudine, che non riconosce il valore dello Spirito e non sa decifrare il suo silenzio. Oscu- ritmi narrativi sulle note del romanzo storico (Barcellona nel 1300 fortemente soggiogata dal rato dalla realtà e dal realismo, l’Uomo ha perso il coraggio delle intuizioni e così vaga, seppur vinto diritto feudale, la Peste nera del 1347, Inquisizione), col romanzo d’avventura e di formazio- nel suo “tragico destino”, alla ricerca di “un futuro migliore”. La mente che ostacola la volontà, il senti- ne: infatti, all’ombra delle imponenti torri gotiche Arnau matura, cresce insieme alla “sua” re imprigionato tra i meandri dell’apparenza che mutevole deforma vecchie e nuove convinzioni, e così Cattedrale. (Somiglia un po’ al Renzo manzoniano?!) «scivolano le ore fra le dita/ invisibili grani di rosario/ quasi impercettibile preghiera”. La salvezza è, In questo romanzo corale la contrapposizione tra buoni e cattivi è mero pretesto per innal- dunque, contenuta nel lirismo della parola, sinonimo di libertà, sospinta dalle radici del vero, ed il poeta zare un inno alla libertà (Guarda, Arnau. Barcellona. Qui saremo liberi.) … senza dimenticare si consacra ad essa “cosciente e libero come Prometeo». La poetessa Racioppi è interprete e genitrice dell’Uomo nella sua disperazione quanto nella sua spe- le libertà individuali, senza ledere le libertà altrui! ranza «per quel male di vivere/ senza colpa sofferto/ (...) perché arcana è la vita/ e il suo mistero». Tutto E, di questi tempi… ce ne è bisogno! un mondo di poetessa e di donna, che pulsa in questa opera di perfette congiunzioni, di aneliti e di vi- sioni implacabili che divengono indelebili perché, ancora e sempre, «sarà poesia/ e la poesia resta». Mafalda Pollidori Federica Legato La cattedrale del mare Trilogy Ildefonso Falcones Maria Racioppo pp. 642 - € 18.60 pp. 122 - € 10,00 Longanesi Edizioni Art Europa LETTERE 18 MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 Memorie fra gli ulivi L’Antica Oppido riemerge dalla terra con il suo carico di fascino e con il mistero della sua fine

na area archeo- cattedrale rovinata con il si- Ora, grazie all’attività logica interes- sma del 1783”. del prof. Cuteri, che però U santissima, la Le numerose tombe di non ha potuto estendere la U recente ritrovate, oltre alla ricerca all’interno del ca- cui riscoperta e valorizza- zione contribuiranno a conferma di una pestilenza stello e dell’area di sedime creare un parco archeologi- datata 1755, hanno fatto della cattedrale a causa del co che molto potrà contri- pensare all’esistenza della divieto opposto dagli attuali buire per l’analisi e la lettu- Giudecca e dunque riman- proprietari dei due siti, ra delle pagine della storia dano subito alla pagina af- l’antica Oppido è riemersa della Calabria, in quel ver- fascinante e mai compiuta- con il suo messaggio di sto- sante che più di ogni altro mente scritta della presenza ria e di antica civiltà. fu colpito dalla furia dei delle comunità ebraiche in L’area si presta ad un terremoti e che, pertanto, Calabria, consentendo di uso culturale e turistico e molto poco ha potuto con- collocare i reperti in un potrà diventare - come an- servare degli antichi tessuti arco temporale successivo che ha confermato l’Avv. storici e della città d’arte alla emanazione dell’editto Giuseppe Rugolo, Sindaco che contrassegnarono il ter- di Ferdinando di Castiglia e di Oppido, un parco ar- ritorio: come Terranova, di Isabella di Aragona, a se- cheologico che potrà dive- Seminara, Altano e, appun- guito del quale si scatenò la nire un volano per la propo- to, Oppido Antica. prima sistematica campa- sta di una seria qualifica- Le propaggini dell’A- gna persecutoria contro gli zione turistica del territorio. spromonte che si affacciano ebrei d’Europa, tesa, uffi- È necessario però che le a balcone intorno all’attuale cialmente, “En favor de la istituzioni, regione, Mini- Piana di Gioia Tauro, l’an- Fe” (a difesa della Fede stero dei Beni Culturali, tica “Vallis Salinarum” dei cattolica) alla loro conver- Sovrintendenza e Univer- Romani, sono una vera mi- sione, ma in realtà motivata sità non taglino i già risicati niera di scoperte e di stimoli urbano che fu abitato da medievale italiana. E le ico- drale per la cui realizzazio- da ragioni di contenimento finanziamenti e consentano verso l’effettuazione di una società indigena di ne degli scambi commer- ne si sono individuate le e contrasto del grande pote- che a primavera la campa- campagne di ricerca sempre epoca pre-romanica - pro- ciali e culturali con la Ligu- tracce di un lavoro di modi- re economico detenuto dai gna di scavi riprenda vigore più dettagliate e puntigliose. babilmente i leggendari ria e la Campania. fica del piano di campagna mercanti ebrei (che diversa- e i siti di rilevanza archeo- In particolare il com- “Mamertini” - evoluta e do- Il borgo si sviluppava a con spianamento e riempi- mente dal potere clerical- logica vengano sottratti alla prensorio pre-aspromonta- tata di un elevato benesse- raggiera intorno ai resti del- mento del suolo, fino alla monastico soprattutto di miope utilitaristica gestione no dell’hinterland dell’at- re. Dall’altro lato i siti ar- la Basilica - sede vescovile creazione di una ampia spa- matrice domenicana, legato dei privati: quelli che han- tuale Oppido Mamertina, caici di Castellace e, infine, fin dall’anno 1000. La zio pianeggiante, area di se- al prestito su pegno, prati- no ricoperto l’area della sta collocandosi al centro Oppido Antica” . pianta urbana rispecchia dime della Basilica e del cavano il più moderno pre- Basilica con le reti di pla- dell’attenzione per le parti- La città, distrutta dal si- fedelmente l’impostazione contiguo sagrato. stito del denaro ad interes- stica per la raccolta delle colarità delle scoperte che sma del 1783, quando pro- degli impianti urbanistici Le origini del villaggio se). olive e che non hanno an- nell’arco di un ventennio babilmente già si avviava evolutisi fin dalle epoche si perdono nella notte dei Molto, nel corso dei due cora capito come un fortili- hanno contribuito a una ri- alla fase del definitivo de- remote intorno a pochi pun- tempi e - il prof. Cuteri si secoli successivi al sisma zio angioino come il castel- lettura e ri-classificazione clino con il contestuale svi- ti cardinali. Uno di questi è dice certo che una iniziale del 1783 - deve osservarsi - lo, anziché essere lasciato della geografia archeologi- luppo - con una pianta ar- oggi rappresentato dal ca- datazione della storia della è andato perduto a causa in stato di abbandono, con ca del territorio. chitettonica straordinaria- stello di epoca angioina, città potrebbe risalire all’al- della assenza delle istitu- le piante di olivo che ger- “È un virtuale triangolo mente moderna per l’epoca miracolosamente non del to medioevo e alle presenze zioni, della mancanza di mogliano fra i merli mi- – dice il prof. Paolo Cuteri - dell’attuale Oppido - si tutto rovinato, in parte in- monastiche bizantine. campagne di scavo e della nando con le radici la stabi- dell’Università Mediterra- trovava a circa quattro chi- tegro e con la cinta dell’an- “Sarà necessario andare scriteriata azione di privati lità delle mura; questi nea di Reggio Calabria, lometri dalla attuale città, tico fossato nella quale a ricercare più a fondo, ben che spesso - pare - abbiano avrebbero tratto dalla sua medievalista fra i più quali- arroccata su un costone fa- oggi vegetano piante di uli- al di sotto degli attuali strati casualmente fatto rinveni- conservazione e valorizza- ficati in Europa e coordina- cilmente difendibile, con- vo ma ai cui margini gli ar- individuati, che sono i più menti di oggetti, armi, mo- zione una fonte di reddito tore della campagna di sca- trassegnato ai lati dalle por- cheologi hanno rinvenuto, recenti e dove potrebbero nete e altro di cui, per mera certamente significativa, vi nel sito di “Oppido Anti- te d’ingresso. pressocchè intatti, i depositi esserci le prove della antica cupidigia, si appropriarono addirittura superiore a ca” - da un lato vi è l’antica Fu una città ricca, e fra del grano e una “calcara”, cripta bizantina di cui si ha cancellando la possibilità di quanto garantisca loro l’o- Mamerto (portata alla luce le sue rovine, oggi con pa- la fornace dove probabil- - sotto il profilo documen- analizzare nuove pagine di lio di quelle piante di olivo nel 1987 nel corso della zienza certosina riportate mente furono preparate le taristico - la certezza della storia. Moltissimo le visce- che vegetano nel fossato, campagna di scavi curata alla luce e classificate dal- malte e i mattoni necessari sua esistenza e al di sopra re della terra ancora na- fra i resti delle case e den- dal Prof. Paolo Visonà della l’équipe coordinata da Cu- alla costruzione del fortili- della quale venne poi, pro- scondono e proteggono e tro la chiesa. Notre Dame University di teri, si leggono le pagine zio e forse, successivamen- babilmente fra il sec. XV e sono le tracce più antiche e, Toronto) un agglomerato più importanti della storia te, anche quelle della catte- il successivo, edificata la pertanto, le più preziose. Luigi Mamone Il silenzio eloquente nella poesia di Dino Claudio Il mistero e l’essenza delle cose nell’opera omnia Pentagramma del vento

ino Claudio con un colpo di poeta nomina fossero vitali e parlanti, tan- vani il cui fascino dei loro ideali si intrec- è fatto ammaliare dalle sirene delle avan- reni ha messo nel circuito to è la reale potenza del trasfigurare, an- cia nell’epica storica di uno dei periodi più guardie, non ha sgominato dal suo reperto- D della poesia un libro volumi- che la mitologia s’innesta con la storia e travagliati dell’ultimo conflitto, sullo sce- rio quel verso ritmico, musicale, tonale e D acquisisce un apporto salvifico alla spolia- nario di una Roma stremata e anfibologica scabro. La capacità è anche un’altra: ha noso e importante che raccorda tutta la sua attività di poeta, un’opera omnia, salutare zione sistematica di questo Secolo furioso segnata dalla ricostruzione morale e mate- arricchito il linguaggio, lo ha sfrondato di Pentagramma del vento con incluso un e non tenero con i poeti. La notte, le albe, i riale dell’Italia prostrata da una guerra. qualche residuo arcaico o di barocchismi e mannello di poesie inedite. La forza di riposi della terra, sono elementi vicini alla Quest’uomo solitario, fecondo, restio a gli ha dato il fulgore della poesia moder- Claudio a cui ci ha abituati non è il licen- filosofia di Claudio e, nominandoli, acqui- partecipare, fino alla indiscrezione, risulta na, quella che non tramonta alle mode, ai ziare alle stampe opere senza mordente o siscono un ruolo particolare, divinatorio. svisceratamente e lucidamente incanalato capricci dei “taglia teste” dei linguaggi che si arenano nella palude dei “girotondi Le stagioni cantate dal poeta hanno il pre- verso la poesia di cui ha nutrito sempre un manierati, futuristici, rap o di poesia sono- di poeti domenicali”; questa poesia nasce potente messaggio oscuro e vaticinante rispettoso riserbo, prendendo molto seria- ra. Altra lirica che vorremmo citare (s’in- e si mescola con la natura circostante e col della vita fatta metafora di illusione, rapi- mente la lezione dei grandi, Montale, tenda solo per cogliere qualche lacerto per mediterraneo di miti e contrasti celebra la mento della cosa in sé, del noumeno, ma- Luzi, Caproni. chi legge) è la testimoniale, (senza aver sua convinta epifania di luce. Un poeta trice di vita. Un libro così radente e scavato che por- l’aria di “soffrire”) poesia Ritorno a Pas- maturato pubblicando libri di notevole Poi, chi non ha letto I sentieri del vento ta non solo i singulti della terra del poeta soscuro un segno raggiunto di una fissa spessore, basta pensare a Il bosco illumi- non potrà trovare l’incarnazione nostalgi- ma il canto si dispiega e travalica gli ocea- perfezione formale: “… Ed io nel lupo mi nato un piacevole affresco mutuato dalle ca della terra di Claudio, in questo docu- ni, ne fa fede la bellissima poesia “Per l’a- riconoscevo./Solitario, ma sciolto dentro il ville venete del Settecento; dicevamo che mento mai sottratto alla sua attenta osser- mante indiana” che ci riporta nei luoghi vento/che m’impetriva le lacrime negli oc- quel libro fu il furore di Claudio perché vazione coniugata in stretto rapporto con esotici fino laggiù nell’Honduras questo chi/e il cuore attento al ritmo alterno/ del- fece abbracciare la poesia nel tremendo ri- l’Assoluto che ha una funzione catartica e segno vermiglio di potenza evocativa: le aurore e dei tramonti…”. mando del suo essere poeta; dopo di che è sognante (forse anche nostalgica), una no- “…Una chitarra nera sulla gora/ del fiu- Dino Claudio in Pentagramma del ven- scaturita tutta una verdeggiante liaison stalgia del tempo passato nella sua terra me rimanda grida di donne discinte/e to può essere pago dello sforzo, può la- con la circostante campagna pugliese; le molfettana emblema primo di questo poeta scoppi di risa sotto i ponti/ ove dolgono sciare ai posteri una testimonianza di alto descrizioni che ne fa il poeta sono turgide che non trascura di cogliere dal mare, dal gli archi/ e tu ripieghi il capo e squallida valore, sicuramente una poesia dell’indi- di eventi naturistici, di calde visioni, di cielo, l’humus, il salcigno suolo dei padri. morte/ lontano ti riporta/ il tuo silenzio scutibile che squarcia il velo dei critici sortilegi, di antiche presenze favolistiche e La ricerca appassionata di Claudio di cui è amaro…”. della Letteratura Italiana che forse più at- ontologiche. maestro, specie nei romanzi, ci fa riandare Poeta sì nostalgico, però di una nostal- tentamente si doveva considerare, studia- Un climax inesauribile di funzioni e di al capolavoro de L’alba dei vinti che ag- gia mobile, insolvente, non consolatoria; re, recuperare. forti impressioni, quasi che le cose che il giunge meraviglia alla storia di alcuni gio- Claudio è poeta modernissimo che non si Antonio Coppola LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE 19 Un “tempio” da preservare 60 anni fa l’Onu approvava la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

La dichiarazione è il lità si traduce in quella tra- (diritti civili) e all’interno del- vessillo di tutti coloro sversalità che declina il multi- le pubbliche istituzioni (diritti culturalismo e la territorialità politici). Le libertà negative che sono vittime di perse- allo scopo di garantire costan- quindi invitano lo Stato ad un cuzione e abusi di ogni temente alla persona centra- impegno di garanzia e rispet- genere. È la sintesi dei lità, promozione e tutela. La to, limitandone i poteri di in- principi etici e delle moderna teoria del diritto pro- vadenza e ingerenza, le libertà pone di guardare ad esso e ai positive, invece, favoriscono civiltà del nostro tempo suoi tre caratteri incontroversi il cittadino nella sua realizza- e, in quanto tale, si eleva quali la socialità, l’umanità e zione e nel conseguimento di come un monumento la normatività. Dunque ciò una posizione. Tale posizione perenne che domina le che umano può divenire nor- dell’individuo nella società si ma, senza che ciò sia limitan- definisce in modo compiuto Internazionale sullo status dei Costituzioni nazionali…. te, e ciò che universale può con il riconoscimento dei di- rifugiati del 1951, la Conven- Ora possediamo una leva essere tradotto in diritto posi- ritti economici, sociali e cultu- zione Internazionale sull’eli- capace di sollevare a tivo senza che ciò sia esclu- rali. minazione di tutte le forme di alleviare il peso dell’op- dente. La Dichiarazione Univer- discriminazione razziale del I diritti connaturati all’uo- sale dei Diritti Umani, da un 1969, la Convenzione Interna- pressione e dell’iniquità: mo conquistano faticosamente punto di vista meramente for- zionale sull’eliminazione di impariamo a servircene! un ruolo di primo piano negli male, non è vincolante poiché ogni forma di discriminazione La dichiarazione impe- ordinamenti nel corso del se- rappresenta una enunciazione nei confronti della donna del gna la responsabilità colo scorso, solo dopo l’olo- di principi dell’Assemblea 1981, la Convenzione Interna- causto degli ebrei, le brutture Generale delle Nazioni Unite zionale contro la tortura ed al- delle nazioni e degli della seconda guerra mondia- rivolta all’attenzione di tutti tre pene o trattamenti crudeli, individui, uno per uno. le, le bombe atomiche. La ri- gli Stati. «La Dichiarazione disumani e degradanti del flessione sui diritti umani e impegna le responsabilità del- 1984, la Convenzione Interna- sulle devastanti conseguenze le nazioni e degli individui, zionale sui diritti del fanciullo Renè Cassin, uno dei scaturite da impunite e pro- uno per uno» disse Renè Cas- del 1989. Queste le fonti di di- padri della Dichiarazione lungate violazioni degli stessi sin uno dei padri di questo do- ritto internazionale, ossia il hanno segnato la storia favo- cumento. Essa non è un docu- corpus vincolante di norme Eleanor Roosevelt con una copia della Dichiarazione rendo un successivo percorso mento astratto, poiché i diritti che impegnano gli Stati sotto- u proprio René Universale dei Diritti Umani, in francese che ha condotto alla fondazio- in essa espressi riguardano la scrittori al loro rispetto e alla Cassin, uno dei ne, in occasione della Confe- vita quotidiana di ciascuno. loro tutela. Ad integrazione FF padri del docu- lo costituisce la piazza su cui eventuali nuove categorie im- renza di San Francisco del Tuttavia ciò che ha realmente del testo della Convenzione mento, a paragonare la Di- è stato costruito il tempio e i poste dall’attualità. Rimane da 1945, dell’Organizzazione del- vincolato gli Stati all’osser- sono seguiti nel tempo altri chiarazione Universale dei Di- singoli articoli rappresentano chiedersi quale eventuale ca- le Nazioni Unite e alla stipula vanza dei suoi precetti sono documenti - i cosiddetti Proto- ritti Umani, approvata dal- le colonne portanti, quali le li- tegoria potrebbe mai risultare della sua Carta promotrice di state le Convenzioni successi- colli Integrativi - vincolanti l’Assemblea Generale delle bertà civili, politiche, sociali, non riconducibile alla dignità istanze comuni di pace, rina- ve sottoscritte dagli stessi. per i paesi aderenti alla Cedu. Nazioni Unite il 10 dicembre economici e culturali. dell’uomo e in che misura po- scita e prosperità. Ad essa, il Solo due anni dopo, la Con- Citiamo il protocollo addizio- 1948, ad un tempio in cui ogni «Tutti gli esseri umani na- trebbe l’Universalità, che non 10 dicembre 1948, seguirono venzione Europea Dei Diritti nale del 1954 che ha disposto sua parte trova una sua precisa scono liberi ed eguali in di- è semplificazione o banalizza- la firma a Parigi e l’approva- dell’Uomo e delle Libertà la tutela della proprietà, dell’i- collocazione e ogni compo- gnità e diritti», a questo enun- zione ma necessaria e sostan- zione da parte dell’Assemblea Fondamentali viene adottata struzione, del voto, il proto- nente è fondamentale per l’e- ciato è affidata la base di que- ziale sottolineatura, risultare delle Nazioni Unite di un do- dal Consiglio d’Europa del collo n. 4 del 1968 che ha di- quilibrio e la stabilità dell’in- sto tempio, mentre il frontone escludente di valori nuovi del- cumento di elevata portata 1950. Essa rappresenta la pri- sposto la tutela della libertà di tera struttura. I Diritti in essa è costituito dal diritto ad un la persona. Il rischio è quello storica quale la Dichiarazione ma tra le fonti internazionali circolazione, il divieto di de- enunciati, infatti, universali e ordine internazionale. Parlare di costruire degli alibi per gli Universale dei Diritti Umani, in materia di diritto dei diritti tenzione per debiti, di espul- interdipendenti, garantiscono di Diritti Umani oggi, con le Stati la cui sfida non è quella recettivo delle varie istanze di umani insieme alla Carta So- sione di cittadini e di espulsio- la realizzazione in pienezza guerre che imperversano, le di dare mera esecuzione ai riconoscimento e garanzie ciale europea dedicata ai dirit- ne collettiva di stranieri (unica della persona e pertanto ne- impunità e le discriminazioni contenuti della DUDU, ma di della dignità dell’essere uma- ti economici e sociali, alla disposizione riconducibile al cessitano di un riconoscimen- ancora trame del tessuto so- rivestire un ruolo attivo nel no. Questa l’ispirazione del Convenzione Europea per la mancato riconoscimento del to che sia concreto in ogni ciale di Stati di indiscusso ele- porre al centro delle sue poli- documento in cui si consacra prevenzione della tortura e dei diritto di asilo), il protocollo loro espressione. Il preambolo vato grado di democrazia, for- tiche il rispetto della persona e il passaggio dalle quattro li- trattamenti inumani e degra- n. 6 del 1985 sull’abolizione collega il mancato rispetto dei se richiede una riflessione la sua dignità. I diritti umani, bertà umane fondamentali in- danti del 1987, anch’esse della pena di morte, il proto- diritti umani agli «atti di barba- complessa. Qualcuno accusa infatti, rappresentano i pre- dividuate da Roosevelt nel adottate dal Consiglio d’Euro- collo n. 7 del 1988 che ha pre- rie che offendono la coscienza il documento del 1948 di un supposti della nostra epoca e 1941, ossia la libertà di parola pa. Tra le suddette fonti rien- visto garanzie procedurali per dell’umanità» con chiaro rife- universalismo banale e ormai, gli esiti di quelle ormai passa- e di espressione, la libertà di trano anche gli accordi vinco- cittadini e stranieri, il proto- rimento agli orrori della Se- nell’epoca del relativismo cul- te. Essi chiedono di essere po- culto, la libertà dal bisogno e lanti adottati dalle Nazioni collo n. 11 del 1998 che ha conda Guerra Mondiale e in- turale e della globalizzazione sti e dunque di entrare a pieno la libertà dalla paura, alla de- Unite come la Convenzione istituito la Corte Europea dei dica il rispetto di tali diritti, di diritti e bisogni, scaduto e titolo nel Diritto Positivo non finizione dei diritti di libertà – Internazionale per la preven- Diritti dell’uomo in seduta fissati in una concezione co- anacronistico. Il suo fallimen- perché essi si acquisiscano libertà negative (libertà dallo zione e la repressione del de- permanente e il protocollo mune «ideale da raggiungersi to sarebbe determinato dal fat- con la nascita ma perché con Stato) e positive (libertà nello litto di genocidio del 1948, i n.12 firmato nel 2000 ha vie- da tutti i popoli e da tutte le to che la presunzione di Uni- la nascita stessa dell’individuo Stato) - che riconoscono ri- Patti Internazionali relativi ai tato espressamente ogni forma nazioni», come unica via per versalità ridurrebbe lo scena- essi divengono riconoscibili. spettivamente all’individuo diritti civili e politici e ai dirit- di discriminazione. un futuro di pace e di libertà. rio impedendo l’integrazione Una concezione di Diritto Na- una dimensione di autodeter- ti economici, sociali e cultura- Per questo motivo il preambo- dei diritti e l’inclusione di turale per il quale l’Universa- minazione rispetto allo Stato li del 1966, la Convenzione Anna Foti Insieme per l’Africa Una mostra d’arte a sostegno della Cooperazione in Cameroun

Reggio Calabria. È stato pre- Blasio, l’assessore comunale alle politiche Immagini che scuotono l’indifferenza. Un sentato un progetto di solida- sociali Tilde Minasi, il dirigente provinciale po’ com’è stato per Melina che dopo aver vi- rietà portato a compimento con politiche sociali Federico Faccioli, la preside sto su riviste religiose foto di bimbi africani - finanziamenti dell’amministra- e critico d’arte Pina Porchi, la docente M. ci ha spiegato - ha sentito il bisogno di inizia- zione Provinciale. Progetto che Antonietta Mamone curatrice della mostra in- re il suo lungo “viaggio” pro-Africa: «Sono ha consentito la realizzazione sieme al professor F. Pizzimenti - sono stati stata colpita subito da quegli occhi di bambi- in Africa di laboratori artigiana- tutti concordi sull’idea di creare un robusto ni denutriti, dalle capanne in cui vivevano ed li e di centri di recupero di disa- ponte permanente con l’Africa per conoscere è nato in me un desiderio di condivisione. bili abbandonati: tenuti nascosti meglio questo continente ed i suoi bisogni, Sono passati molti anni, e quando ho cono- a volte dalle stesse famiglie per portare aiuti concreti, ben distanti dall’as- sciuto Padre Damiano ho capito che era arri- perché considerati “colpevoli” sistenzialismo. vato il momento di andare in Africa. Il resto, della loro disabilità. Quasi esse- «Creare un filo diretto - ha puntualizzato si sa: lavoro per coinvolgere i miei concitta- ri “mostruosi e malefici” secon- Melina Ciancia - per aiutarli ad avere un futu- dini in questa missione di solidarietà. Per co- do incredibili credenze popola- ro migliore nella loro terra, offrendo loro la struire scuole, mandare i bambini poveri a ri. Creature bisognose di cure e possibilità di studiare: unico modo per com- scuola, per creare un substrato culturale in d’amore, vittime dell’ignoranza battere povertà e arretratezza cui i popoli afri- quelle zone della terra dove i diritti non esi- e dell’indifferenza. cani sembrano essere condannati da governi stono. “I Progetti di Cooperazione insensibili e corrotti». È una lotta ardua che ho intrapreso e che Internazionale in Cameroun” è Con parole semplici ed intense Padre Da- continuerò finché avrò la forza, perché ci cre- stato il tema del convegno che mien ha descritto il volto della “sua Africa”: do. E credo anche nella generosità dei reggi- ha preceduto l’inaugurazione volto bellissimo ma tremendamente sofferen- ni, anche se talvolta mi scoraggio davanti a della mostra di opere d’arte do- te. Ed ha ringraziato coloro che dalla nostra tanti bei propositi, alle parole con cui alcuni nate in beneficenza da noti arti- città hanno aiutato il popolo africano, in par- si riempiono la bocca senza poi passare ai fat- Melina Ciancia in uno dei suoi viaggi in Africa sti reggini. ticolare i bimbi disabili. ti. La forza che mi fa sperare me la danno i Tema che è stato approfon- «Grazie - ha detto - perché avete fatto di- ragazzi che ho incontrato, le donne che ho dito dalla relazione centrale di ventare dei cittadini queste creature abbando- abbracciato in un gesto di solidarietà per dire: mmagini, “appunti di viaggio” e ri- Padre Damien Diouf, missionario Marista- nate». ti sono vicina, capisco la tua necessità, ti aiu- flessioni hanno illustrato il continen- Superiore del Distretto d’Africa, e da un am- L’iniziativa è proseguita nella sala esposi- terò. So che da sola non ce la potrò fare mai II te più povero ma ricco come pochi pio tavolo di relatori coordinato da Melina zioni con l’inaugurazione della mostra. Un’a- perché non sono ricca! Confido nell’aiuto di di magico fascino, l’Africa, grazie ad una Ciancia. rea, coloratissima, è stata riservata all’artigia- tutti per migliorare la società africana sosti- mostra-convegno che ha avuto luogo nel pa- I relatori - il vicario Curia Arcivescovile nato africano e ad una galleria fotografica tuendoci a quei governi corrotti e indegni di lazzo storico dell’amministrazione Provincia- don Antonio Iachino, l’assessore provinciale composta da centinaia di scatti che raccontano essere al potere. Io ci credo, e vorrei che ci le, organizzata dall’insegnante, missionaria alle politiche sociali Attilio Tucci, la vice l’Africa vista e toccata con mano da Melina credeste anche voi». laica Marista e giornalista Melina Ciancia, in consigliera provinciale di parità Patrizia Ma- Ciancia, già autrice del libro “Yaoundè, il mio collaborazione con Provincia e Comune di lara in rappresentanza della consigliera De viaggio in Africa”, edito da Città del Sole. Giovanna Nucera LETTERE 20 MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 Aspromonte: Dallo splendore delle città magnogreche al declino e al

Greci chiamarono forse Scillezio, e consegnò Hyla/e, cioè, lette- il territorio a Locri: questi I ralmente, legname, eventi si svolsero tra il 388 I e il 386. Voleva scavare un tutti i monti dell’attuale Ca- labria, e i Romani tradusse- canale tra Ionio e Tirreno ro Sila; ma la distinzione in per creare un’isola, ma glie- Sila, Serre e Aspromonte è lo impedirono i Lucani, e la già attestata almeno nel XII bizzarria dell’impresa. In secolo, quando venne com- Calabria, anche quando non posta la Chanson d’Aspre- si chiamava così, c’è sem- mont, di cui diremo. Aspro- pre qualcuno che ha idee monte chiamano il massic- grandiose di nessuna consi- cio meridionale anche l’A- stenza: se pensate che stia nania (1573) e il Fiore pensando a SIR, Saline, (1691). Il primo mistero è Isotta Fraschini eccetera, se significhi monte arduo, avete indovinato. Misteri, monte selvaggio, tutto in la- anche questi sono misteri. tino; o contenga la parola greca aspros, bianco, lumi- noso, forse nel senso di in- Declino dei Greci nevato. e dominio romano Quando i Locresi dedus- sero la loro colonia, nelle Bruzi, divenuti nel falde del monte vivevano 356 un popolo in- tribù di Siculi, la popolazio- dipendente, si spin- ne indoeuropea che, attra- II sero fino a Locri, che, se- versando la Penisola italia- condo Nosside, ottenne dei na, lasciò tracce nel suo successi e conquistò spoglie passaggio nel toponimo di di caduti uccisi. Ma Caulo- Alba, e in alcune piccole nia e Ipponio vengono sotto- genti: tra queste, i Latini, la Locri - Pietra Cappa messe, e così parte dell’A- cui capitale fu Alba, e che spromonte. I Greci sono chiamarono Albula il fiume demone, che pretendeva sa- questo la nobiltà era tra- Reggio, più eroica Reggio resistette con ar- mal ridotti, e, ai tempi di poi detto Tevere. E chissà crifici di fanciulle. Sposata smessa dalle “cento fami- che saggia caica caparbietà, fino allo Cristo, dice Strabone che se l’Aspromonte non fu il quella che salvò, era ancora glie” in linea matrilineare. stremo delle energie militari solo Reggio, Napoli e Ta- monte albus, il monte dei vivo cinquecento anni dopo. La poetessa Nosside, par- e del cibo, e si arrese solo eggio, la frattu- ranto mantenevano la lin- Siculi? Albus in latino si- Ma Eutimo visse davvero, è lando di se stessa, si dichia- quando esaurì ogni risorsa ra dell’Aspro- gua. gnifica bianco, e la lingua attestato tra gli olimpionici, ra figlia di Teofilide, figlia anche disumana. Fitone fu monte (rhègny- Diciamo qui che il 20% latina appartiene al gruppo e resta ad Olimpia l’iscrizio- di Cleoca. Nella Locride at- RR l’anima della guerra; pagò del vocabolario calabrese mi), o la battigia (rhegmìs), latino - falisco - siculo. Non tuale era fino a decenni fa ne della sua statua, purtrop- o, con ardito etimo latino (o la sua eroica ostinazione meridionale è greco, e la dimentichiamo che già i costume che, se un uomo po perduta: Eutimo, figlio di siculo?), città regale, era sta- con un supplizio orribile: “e percentuale è molto più alta Greci chiamavano Leuco- sposava una donna ritenuta Asticle di Locri... Quando le ta colonia calcidese. Un i poeti composero carmi la- se contiamo cognomi e to- petra, roccia bianca, un pro- di più elevata condizione sue glorie atletiche lo consa- mito narrava di un terribile mentosi per la pietà della ponimi; e il loro colorito, montorio che individuiamo sociale, la famiglia usasse il crarono al mito, e divenne cataclisma che avrebbe “rot- sua morte”. A parte ogni come quello della sintassi, è con Capo dell’Armi. cognome legale paterno, ma per tutti un eroe, vollero to” l’Appennino: e sappia- giudizio politico, se ci fu piuttosto bizantino e neo- Gli Aspromontani hanno venisse indicata con un so- che fosse figlio del fiume mo quanti terribili terremoti mai uno reggino nel midol- greco. Si parlò greco attorno parenti illustri, anche se bi- Cecino, che segnava il con- prannome derivato da quel- ricordi la storia. lo, quello fu Fitone. Ma a Bova, e ancora fino al XV sogna riconoscere che i cu- lo materno. La famiglia fine tra Locri e Reggio, ed è Nel VII secolo accolse i Reggio, che pure brulica di secolo, in gran parte dell’A- gini laziali hanno fatto un Fragomeno di Siderno, avi forse l’Amendolea. Da una profughi messeni, e la sua professori di greco e altri spromonte. Qui si aprirebbe poco più di carriera! Tucidi- di chi scrive, era chiamata parte e dall’altra del fiume, lingua si colorò di dorico; uomini di cultura, non ha una questione linguistica, se de attesta che ancora ai suoi per questo motivo i Congiù- le cicale erano o canore o da lì a poco vi giunsero an- una via in lode di questo ha in tutto o in parte ragione tempi (V sec. aC), c’erano stini, e i Congiusta a loro mute, e queste per un pas- che i Focesi, costretti da suo antico valoroso. Anche il Rholfs, che proprio l’A- dei Siculi nell’interno del- volta Ferrèttini. saggio di Ercole. Cartaginesi ed Etruschi a ri- questo, se vogliamo, è un spromonte avrebbe conser- l’attuale Calabria; e tombe Ipoctonico, ambiguo, oscu- Ben altre guerre dovette nunciare alla Corsica. mistero! Coraggio, trovia- vato il greco classico: ma è sicule sono state individuate combattere Locri. Alla metà ro è il culto di Persefone, mo quattro case per una via una questione troppo com- sulla spiaggia dell’attuale che, figlia di Demetra (Ter- Il tiranno Anassila, il cui del VI secolo, venne assali- nome è messeno, mirò alla Fitone. plessa perché non se ne parli Soverato, un tempo Poli- ta da un formidabile eserci- ra Madre), viene rapita da Dionisio rase al suolo più diffusamente un’altra porto. Plutone, e regna sei mesi conquista dello Stretto, e, to di Crotone, e si rivolse presa Zancle, la denominò Reggio, Caulonia, Ipponio e volta. alla dea Persefone. Poiché sulla terra, sei nell’Ade, fi- Messana. Temendo Siracu- anche all’epoca valeva aiu- gura della morte - vita e del sa, scatenò contro la città i tati che il ciel t’aiuta, a par- divenire. Ne derivano i mi- Locri, una storia Cartaginesi: ma il re Gelone al femminile te che Persefone stava sotto steri Orfici, di cui conoscia- terra, costruirono anche del- mo solo quello che alcuni ottenne una schiacciante mystai infedeli hanno rive- vittoria terrestre e navale ad Locresi dovettero le mura: ma la dea le abbat- teva di notte. Venutisi allo lato, e che erano una sorta Imera, lo stesso giorno in combattere contro scontro, lungo la Sagra, i di iniziazione alla morte cui i Greci debellavano Ser- i Siculi; li ingan- II pochi di Locri sconfissero i come liberazione dalla me- se a Salamina (23 settembre narono poi con falsi giura- molti di Crotone, anche con moria della vita. del 480 a.C.). menti: avrebbero mantenuto il soccorso dei Dioscuri Ca- Il potere delle donne a Micito, successore di la pace finché avessero te- store e Polluce. Tanto parve Locri aveva però anche una Anassila, cercò l’alleanza di nuto la terra sotto i piedi, miracoloso, che ne nacque veste meno metafisica. Era- Taranto, e inviò un esercito ma volevano dire del terric- il proverbio antifrastico no propri della città i Lok- contro i Messapi: ma ne de- cio! Ultima arrivata, e co- “più vero della Sagra”; egli rikà àsmata, poesie licen- rivò “la più grave strage di stretta tra Crotone e Reggio, Ateniesi lo seppero miste- ziose. Ce ne è rimasta una Greci che noi conosciamo”, Locri cercò espansione sul riosamente il giorno stesso. sola, ma basta a capire che racconta Erodoto, e i Mes- monte, e fondò le subcolo- I Reggini avevano pro- aria tirava. Una donna non sapi inseguirono il nemico nie di Matauro, Medma e messo un aiuto, ma non ar- certo di encomiabili costu- in fuga lungo tutta la costa Ipponio, che, rispettivamen- rivarono. Ai primi del V se- mi, così canta al suo aman- ionica. te, oggi sono forse Gioia colo, l’amicizia era già rot- te: «Che ti prende? Non ro- Più eroica che saggia, Tauro, certo Rosarno e Vibo ta, e divenne guerra. I Lo- vinarmi, ti prego. Prima che Reggio, sempre perseguen- Valentia. Si spinse, secondo cresi, per ottenere la prote- lui torni, levati, non provo- do il dominio dello Stretto, Pausania, fino a Temesa, zione degli dei, promisero care qualche grosso guaio a si scontrò con Dionisio, e si che dovrebbe trovarsi tra di consacrare delle vergini te stesso e a me disgraziata. alleò con Crotone e Caulo- Gizzeria e Amantea. alla ierodulia, la prostitu- È giorno: non vedi la luce nia, mentre Locri stava con Percorse la strada del zione sacra, ma non si sa se attraverso la porta?». Siracusa. Dionisio in perso- monte l’atleta Eutimo, di lo abbiano poi fatto. Dionisio il Vecchio chie- na assediò Caulonia. Croto- cui parlano Strabone e Pau- La storia di Locri di allo- se di sposare una donna di ne inviò una spedizione, al sania. Vinse tre Olimpiadi ra, e, ad onor del vero, della Reggio. La superba metro- comando dell’esule siracu- nel pugilato, infine affrontò Locride di sempre, è molto poli rispose che gli avreb- sano Eloride, uno sprovve- e sconfisse l’eroe di Teme- femminile. La stessa fonda- bero mandato la figlia del duto che finì nella trappola sa, o Polite, o Lica, o Ali- zione della città sarebbe do- boia. Egli sposò Doride di del nemico. Ma la battaglia bante, un marinaio di Ulisse vuta a donne che avrebbero Locri, che fu madre di Dio- dell’Elleporo riguarda piut- ucciso e divenuto cattivo avuto figli da schiavi, e per nisio il Giovane. tosto le Serre. Ruggero Di Risa LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE 21 storia e misteri ll’oblio di una civiltà intrisa di miti, leggende e... faide

alla sventura e alla morte. Il mistero della Faide, paladini, Vero che, in Aspromon- te, i morti non sono mai ‘ndrangheta chanson... morti del tutto. A volte ap- paiono come il fantasma di giunta l’ora di ei secoli del San Giorgio [Morgeto]; a parlare scienti- Medioevo ci volte una vecchia zia un ÈÈ ficamente del NN furono sulla po’ matta, o forse no, dice mistero aspromontano più montagna signori e feudi. di parlare ogni notte con noto, quello della ‘Ndran- Il ducato di Terranova si loro; a volte si incarnano in gheta, cominciando col ri- estendeva dall’uno all’altro insetti: la falena che gira cordare che la parola signi- mare, ed era così nobile intorno al lume si chiama fica andragathia, capacità, che, nel XV secolo, fu ap- anìmula, un’anima del Pur- valore di un uomo. In gre- pannaggio di un principe gatorio che torna dai vivi. co, agathòs non si traduce reale, quell’Enrico d’Ara- Molti luoghi sono infesta- sbrigativamente “buono”, gona alla cui morte il Mau- ti dai morti. In altri abita il bensì abile a fare qualcosa, rello compose quello che si Faglietta, il cui comporta- quale che sia. In tempi duri ritiene il primo componi- mento è imprevedibile: a e difficili, quando la Cala- mento calabrese in italiano. volte ruba, a volte regala; e bria, chiamata così già nel- Oggi Terranova è ombra c’è chi improvvisamente di- l’VIII secolo dai Bizantini, del passato. venta ricco. Veramente di un diviene la prima linea della Tra gli Abenavoli e gli tale evento si affacciano an- guerra contro i Saraceni, o Alberti di Pentedattilo la che spiegazioni meno arca- Agareni da Agar la schiava faida, per amore o per inte- ne, e, vista una famiglia rim- di Abramo, e le genti si ri- resse, divenne strage il 16 pannucciarsi, i malevoli di- tirarono lungo una linea di aprile del 1686: Bernardino ranno: “O trovatura, o ‘ncor- “kastellia”, paesi posti a Abenavoli massacrò gli Al- natura”. La seconda ipotesi mezza collina e molto vici- berti. Da allora una maledi- ni uno all’altro per chi va a zione grava sul borgo, oggi Locri - Tempio di Marasà dovrebbe essere un mistero, ma di solito lo sanno tutti, piedi per sentieri, e fortifi- deserto, dal fascinoso e cati non tanto da mura, cupo sfondo montuoso a Tra il II secolo a.C. e il le città e tra i ceti medi, e fiume. Ma può essere anche tranne quelli che fingono di quanto da contadini soldati, forma di cinque dita. VII d.C., trionfa la latinità. solo tardivamente nei vil- sangue umano, e accaddero non saperlo. E qui, Aspro- contava di più, otteneva Ci fu anche campo per Reggio è municipio roma- laggi, i pagi abitati dai pa- spesso omicidi proprio du- monte o non Aspromonte, più rispetto, e diciamo pure le leggende dei Paladini, no; Ipponio diviene, dopo gani. Quando giunge anche rante la Festa; come ai Santi tutto il mondo è paese. che serviva di più uno sul monte sovrastato, a vol- una fase bruzia Veipunium, nei luoghi più isolati, accade Medici a Riace. Gli stregoni del monte agathòs con le armi che te, dalla Fata Morgana. la colonia Vibo Valentia; un inevitabile sincretismo. Sull’Aspromonte in- neri sono maschi, mentre le uno agathòs, che ne so, Carlo Magno e il giovanis- Locri, città industriale, pro- Ne è palese esempio il com- combe la minaccia del dia- magare praticano piuttosto con la penna o la lingua. simo Orlandino, canta la spera. Si diffonde il sistema plesso di miti che hanno volo. Si tramanda un in- una magia bianca, apotro- Bisogna storicizzare, quan- Chanson del XII secolo, delle villae, di cui resta ambientazione a Polsi. cantesimo amoroso, che paica, difendendo dal ma- do si parla di storia. vengono a difendere dal re splendido esempio Casigna- Di una Sibilla Appenni- connette la credenza cristia- locchio. Per divenire maga- Questi antichi pronti a saraceno Agolante la città na, che, come Agnana, è ad- nica parlavano già gli anti- na del diavolo con quella ra, bisogna essere figlie e lasciare la zappa e il greg- di Risa, che si vuole sia dirittura un plurale: non un chi, collocandola più comu- classica di Afrodite Venere. nipoti di magare; e l’inizia- ge per sfoderare il coltello, Reggio. Il cavaliere Ruggero predium, ma vari praedia di nemente nell’Italia Centrale, Chi intende legare magica- zione deve avvenire in chie- e l’esercito imperiale bi- di Risa si innamora di Guar- Casinius, di Annius... ma, secondo altri, sull’A- mente a sé un uomo, o don- sa la Notte di Natale. Tutta- zantino, hanno fatto sì che i dicella, o Gallicella, figlia La III regio Lucania et spromonte. Il poeta di Cro- na, guarderà la stella Fosfo- via non si diventa valenti Saraceni prima, e poi i Tur- del nemico, e, dopo immagi- Bruttiorum, il cui capoluo- pani Francesco Grano, nel ro, Lucifero, che è Venere, e fattucchiere senza una stra- chi, non andassero mai al nabili avventure, la sposa. go è Reggio, è ricca di città. suo componimento in latino dirà: “O stella chi si’ la chiù na condizione: che alla bam- Le collegano tre importanti del 1570, fa cenno a questa lucenti, mandami lu demo- bina, durante il Battesimo, il di là dei saccheggi, e non Di lei è però innamorato an- strade, come ben mostra la tradizione di una Sibilla Lo- niu chiù potenti; e manda- sacerdote abbia dimenticato potessero aspirare alla con- che il fratello di Ruggero, e Tabula Peutingeriana: la crese; indizio che la creden- millu cu la gamba storta, u di dire tutte le parole del rito. quista territoriale. Gente a tradimento commette fra- via Popilia, il cui tracciato è za era più antica. pijjia a X Y e mu lu stra- È una sorta di incompletezza del genere, gli agathòi, do- tricidio. Il nome di costui è simile a quello dell’A3, e Racconta il popolo che porta, mu lu straporta u fa della Fede cristiana, in cui vevano avere costumanze Beltrame, il maledetto fiume speriamo per i nostri avi la Sibilla era maìstra, una di li ditti mei ”. Provare per possano trovare spazi anche militari, spicce, caratteri che nel 2001 devastò le Gia- fosse più comoda e meno quelle donne che tenevano credere! altre potenze oscure. Si dice seriosi, linguaggio codifi- re e fece tredici morti: una funestata da lavori intermi- scuola di ricamo ed econo- Si praticano anche liga- ancora, di una persona cato e laconico, rispetto per coincidenza inquietante. Al- nati; l’antico dromos greco, mia domestica; e sua discì- ture amorose, o pour le stramba, “Ti mancanu i pa- la disciplina e la moralità tri luoghi carolingi si trova- il cui ricordo rimaneva an- pula era la Madonna, ancora bon motiv, o per strappare roli do Vattisimu”. familiare, legami familiari no in Calabria, non solo nel- cora nel dialetto come u bambina. La profetessa ap- un uomo alla famiglia, e Al Battesimo si è assistiti e di comparaggio e di la Chanson: Monte Paladi- gromu, e che forse i Roma- prende che la sua allieva, e farlo impazzire d’amore da una comare o da un com- “ruga”, religiosità essen- na, Pietra di Orlando, Barba- ni chiamarono Aquilia; e non lei, sarà la Madre di per una donnaccia. Contro pare. La comare avrà il do- ziale, e santi spesso a loro ro distrutta dall’eroe... una trasversale che collega- Dio, e la prende in odio. questi filtri d’amore, si pra- vere di procurare alla fi- volta guerrieri: Giorgio, Guardicella sfugge a Bel- va Scolacio con Vibo Va- Dalle sue inside a Maria de- ticano incantesimi. Così, glioccia un buon matrimo- Teodoro patrono dell’eser- trame, e dà alla luce i ge- lentia. Dovevano però veni- rivano molti miti eziologici: più in generale, contro ma- nio, e di assisterla in ogni cito bizantino, Barbara pa- melli Marfisa e Ruggero, re praticati anche attraversa- l’origine delle nuvole, l’in- locchiu, iettatura e fàscinu, modo come una madre: trona dei soldati, Agazio protagonisti dei poemi del menti dell’Aspromonte. venzione del pane... Infine la e il rimedio più certo è pre- cum-mater. Anche la prima centurione... E grande fa- Boiardo e dell’Ariosto, e avi Dopo l’invasione di An- Sibilla è sconfitta, e deve ri- ventivo: piangersi addosso a tagliare le unghie ad un miliarità con la morte, l’al- degli Estensi. Fermi tutti, nibale e tranne il breve epi- tirarsi in una grotta: ma, af- il più possibile, dichiarare bimbo, detta “cummari è trui e la propria. Se qualcu- per carità: adesso non anda- sodio di Spartaco e qualche fascinante strega, lì attira gli miseria e malessere. L’in- l’unghi”, merita rispetto, e no ha riconosciuto la socio- te in giro a raccontare che incursione di Sesto Pompeo, uomini, e nessuno ne è mai tellettuale libresco di pas- spesso diventa comare an- logia della ‘Ndrangheta, Nisticò sostiene la personale piccole cose, sotto l’Impero uscito. Per questa malvagità saggio non lo sapeva, e che in chiesa. Le ragazze non ci posso fare niente, è venuta di Carlo Magno dalle di Roma la quiete è totale, è necessario che la Sibilla prese sul serio il lamento di avevano un rito segreto, proprio così, ed era quella nostre parti: ci bastano gli eccessiva: e, con buona pace non veda la Madonna, e du- una donna oltremodo gras- quello di farsi “cummari e di tutti gli Ordini cavallere- sbarcatori di Aschenez e di dei pacifisti, una cosa del ge- rante la processione della sa e che se ne impipava di hiuri”, scambiandosi un schi nobiliari e “rusticani” Ulisse, e diverse altre simili nere ad un popolo non fa grande Festa la statua, giunta esserlo, la quale dichiarava fiore il giorno magico di d’Europa. Poi, come ogni bufale. E nemmeno qualcu- bene. Tranquilli e ricchi, i sotto la grotta, viene rivolta spudoratamente “Non man- san Giovanni, il 24 giugno: cosa umana, avvenne la de- no si senta improvvisamente discendenti dei Greci, dei indietro quasi con violenza. gia nenti” del suo neonato san Giovanni Battista bat- generazione. importante invece che, Bruzi e dei coloni romani, Chi scrive ricorda che, non meno sovrappeso; lo tezzò Cristo. L’Aspromonte, difficile come siamo, l’ultima regio- spariscono per secoli dalla da bambino, a Siderno, scrisse, il viaggiatore fore- Più intensi, e impegnati- e alto, è un buon luogo per ne d’Europa, perché “gli storia, perciò anche da cultu- sentiva raccontare la storia stiero, e tutto il mondo ap- vi, e a tratti metafisici, nascondersi, soprattutto Estensi sono calabresi”: ci ra e tensioni spirituali e crea- del vecchietto attirato da prese che figlio e madre sono i legami tra il cum- quando nessuno ti viene a basta e avanza “qui fu la tive, finché l’Impero non va una bella e generosa signo- morivano di fame! Fortuna pater e il figlioccio ma- cercare. Volendo, tutti i la- Magna Grecia” in tutte le in crisi per cause molto lon- ra, e non dava ascolto alla che non era vero. schio. Il compare è più di titanti finirebbero entro tre salse meno quella corretta. tane da qui. saggia moglie. Quando la un parente, e quando si sta- giorni nel supercarcere di No, tranquilli: si tratta di un donna decise di divorarlo, bilisce un “sangianni” le Palmi. Se non avviene o caso di mitopoiesi, cioè di si rassegnò con questa ma- due famiglie sono unite in avviene ad intermittenza, è come un popolo o parte di linconica cantilena: “Cu- Stregoni, magare ogni esigenza: e ogni può un mistero, ma un mistero esso elabori un mito, e per- Cristinaesimo minciatimi de pedi, c’avia e comari avere, nella tradizione, un che non ha a vedere con Si- ché. I miti sono veri, profon- e miti pagani raggiuni me’ mujjeri”! È significato molto estensivo bille e Lucifero e i Siculi, damente veri, in tutti i sensi una versione paesana, forse en altro e più e molto serio! Se due amici solo con la pigrizia o la di- meno che uno: quello lette- ttorno al IV, V edulcorata per i bimbi, del temibile potere diventano compari perché sonestà degli uomini della rale! Ma vaglielo a spiegare secolo si diffon- mito della Sibilla? BB si attribuisce uno battezza il figlio del- cosiddetta società civile. tu, ai professori, ai sindaci e AA de anche nel Riti arcani si perpetuano agli stregoni dell’Aspro- l’altro, è costume di darsi La quale, che sia civile, è alle Proloco. Bruzio il cristianesimo, e, a Polsi, fondati sul sangue monte, padroni della magia del voi anche se si è cre- ancora da dimostrare. Mi- come dovunque, prima nel- degli animali versato nel nera, che porta alla follia, sciuti assieme. stero. Ulderico Nisticò LETTERE 22 MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008

Antikythera - Appunti per un’antropologia della festa a cura di Marco Benoît Carbone - www.marcobenoit.net/antikythera Il Natale pagano e pre-cristiano Le feste di Yule, del Sol Invictus il culto mitraico sono all’origine della festività cristiana

orse non tutti sanno che la data del nascita del Sole” e che anche i cristiani prendeva- 25 Dicembre è originariamente lega- no parte a queste festività, pertanto i dotti della F ta alle feste di Yule o del Sol Invictus Chiesa “decisero in concilio che la ‘vera’ Natività F doveva essere proclamata in quel giorno”. - giorni della “nascita” del sole, celebrato poco dopo il solstizio d’inverno - e non al Natale cri- Chi sostiene la similitudine tra il culto cristia- stiano. La festa cattolica, infatti, a dispetto di una no e quello mitraico rapporta il primo al mitrai- diffusa e incorretta opinione comune, è stata im- smo persiano, fa notare la fusione tra i culti di piantata sulla data del Sol Invictus solo in un se- Mitra e Apollo nella cultura ellenica e il fatto che condo momento, con una serie di atti storica- la stessa sorte toccò a Gesù agli albori del cristia- mente ben documentati. nesimo, quando fu raffigurato alla guida di un I surrogati cattolici della festa del Sol Invictus carro solare alla stregua della divinità che lo pre- sono stati animati da finalità prettamente politi- cedeva. Chi sostiene l’originalità del cristianesi- che, e la loro dimensione storicamente determi- mo, evidentemente ignorando il principio della nata cozza in maniera stridente con la pretesa di continuità storica e contro ogni evidente docu- universalità che ad essi si accompagna. Dal can- mentazione, lo rapporta al mitraismo romano, to suo, il solstizio d’inverno è davvero un fatto per cui sarebbero stati i seguaci di Mitra a copia- umanamente universale e oggettivabile: i giorni re dal culto cristiano dal II secolo. tornano più lunghi delle notti, con tutte le ricadu- te simboliche di questo fenomeno sulla festa e sul mito. Ridimensionare il Natale cristiano lla luce di questa ricostruzione storica, ri- Il “Sole che rinasce” AA conoscere la forte continuità delle feste nel palinsesto del solstizio d’inverno equivale da l termine solstizio deriva dal latino solsti- un lato a una constatazione sulla sterilità di questa II tium e si riferisce all’apparente stasi del polemica; dall’altro, ad accettare in termini meno percorso che il Sole compie in cielo. Nell’emi- Gavle christmas goat 2006 accondiscendenti la pretesa assolutistica dei catto- sfero nord del pianeta, tra il 22 e il 24 Dicembre, lici sulle origini e i significati di queste feste. Se popolazioni diverse o distanti si affollano la stella sembra non cambiare da un giorno al- per diffusione successiva, nelle lingue finniche. serva la Nuova enciclopedia cattolica dell’Ordi- similmente nel corso della storia intorno a feno- l’altro il suo moto giornaliero, come se fosse or- Yule, tuttavia, non è l’unica risposta culturale ne Francescano, fu scelta la data del solstizio meni universali come quello del solstizio, dando- mai “ferma”. alla percezione del fenomeno astronomico del d’inverno perchè in quel giorno “il sole comin- ne ragione nella ricchezza della loro specificità Il fenomeno, tanto più evidente quanto si è solstizio. La predominanza della luce sul buio (o cia il suo ritorno nei cieli boreali” e in virtù del culturale, artistica e mitopoietica, la storia rende prossimi all’equatore, astronomicamente parlan- simbolicamente del bene sul male) è un tema che fatto che “i pagani che adoravano Mitra cele- testimonianza delle vicende attraverso le quali il do è quello dell’inversione del moto percepito accomuna pressoché ogni cultura e mitologia, e i bravano il Dies Natalis Solis Invicti”. mito migra, si sovrappone e trasforma cambian- del Sole nel senso della sua declinazione. L’astro giorni successivi al solstizio sono una data co- La festa del 25 Dicembre “sarebbe stata isti- do anche radicalmente, e della dimensione politi- si trova nel suo punto di massima distanza dal mune di nascita di altri personaggi divini o semi- ca e ideologica di queste vicende. piano equatoriale, cosicché il buio della notte dei accomunati dalla discendenza solare, dall’ac- tuita per contrapporre una celebrazione cristiana La creazione della data di nascita di Cristo, la raggiunge la massima estensione rispetto alla cadico Shamash al babilonese Tammuz fino al a quella mitraica” (Enciclopedia Italiana Treccani, sua imposizione sul calendario delle feste del luce del giorno. Nel solstizio d’inverno si regi- dio egizio Horus. ed. 1949, Sansoni, vol. XXIV, pag. 299), in piena strano dunque la notte più lunga e il giorno più ignoranza sulla reale nascita del Cristo e in sosti- solstizio d’inverno e la messa al bando e il di- corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, tuttavia, tuzione della festa di Aureliano. Il vescovo siriano scredito delle festività pagane sono fatti storici, le ore di luce tornano ad aumentare gradualmen- Il mitraismo e il Sol Invictus Jacob Bar-Salibi scrive nel XX Secolo che “era non privi di riscontro nelle cronache contempo- te mentre quelle di buio diminuiscono – e così costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la ranee. Questi fatti dimostrano come la presunta assolutezza e verità proposta dal cristianesimo fino al momento del solstizio d’estate, in cui il ithra, divinità che percorre le civiltà processo si inverte nuovamente. sul Natale, come anche sul tempo, sulle altre fe- MM persiana, induista ed ellenico-romana ste e sul destino, sia in realtà una mistificazione, Il giorno del solstizio cade in genere il 21 Di- fino allo zoroastrismo antico e contemporaneo, è cembre, ma i suoi effetti iniziano a essere visibili frutto di limitatezza, finitezza e interessi pura- una delle figure che più profondamente spiegano mente terreni. intorno al terzo o quarto giorno successivo, come le modalità attraverso cui il cristianesimo si è attestano le mitologie, i calendari e le narrazioni storicamente impiantato su un sostrato di feste, di civiltà diversissime tra loro, accomunate dalla valori e miti pre-esistenti. registrazione dell’effetto simbolico di un Sole Da un lato, il cristianesimo si è assestato gra- Riferimenti bibliografici: che pare precipitare nell’oscurità, poi fermarsi, dualmente sui palinsesti delle feste già diffuse, infine riprendere forza e rinascere. MacMullen, R., Christianity and Paganism tentando di coincidere temporalmente con la loro in the Fourth to Eighth Centuries, Yale, 1997 attuazione. Dall’altro, ha piegato quei valori ai propri nell’imporre la propria visione delle feste, Altheim. F., Storia della religione romana, in parte in maniera naturale e sincretica e in parte Settimo Sigillo, Roma, 1996 con specifici atti sociali e politici. Parlando in termini di palinsesti festivi, la fe- Momigliano, A. (a cura di), sta del Sol Invictus era stata consacrata da Aure- Il conflitto tra paganesimo liano il 25 Dicembre 274, nel giorno detto dies e cristianesimo nel secolo 4, Torino, natalis Solis Invicti, che l’aveva innestata a con- Einaudi, 1975. clusione dei Saturnali, la più importante festa ro- mana antica. Aurelio aveva suggellato la princi- www.wikipedia.org: ‘Sol invictus’, ‘Yule’. pale divinità del dio-Sole attraverso l’uso rituale Julbock (Uppland) e figurativo della corona a raggi solari, ereditato dall’imperatore Eliogabalo. Con Eliogabalo, Il Sol Invictus aveva iniziato Oxford multiculturale contro il Natale: “troppo cristiano” a acquisire importanza, in continuità con l’im- portazione del dio-bolide di Emesa, la sua città natia in Siria. Alla sua morte, e prima dell’av- Oxford, su richiesta di un’associazione di beneficenza locale, il capo del consiglio muni- vento di Aureliano, il titolo di Invictus fu attri- AA cipale ha deciso di “cancellare” il Natale, abolendo il termine “Christmas”. Tutti gli even- buito a Mithra, in piena continuità con un culto ti che ruotano intorno alla festività non saranno aboliti, ma raccolti sotto il termine di “Winter Li- del Sole diffuso in tutte le regioni dell’Impero. ght fest” per riconoscere l’identità multietnica e multiconfessionale inglese. Toccò a Costantino cedere sotto il peso assun- Secondo l’amministrazione, l’obiettivo è quello di ridimensionare l’eccessiva risonanza della to dai cristiani nell’economia generale dell’impe- festività cristiana a discapito di altre religioni. L’albero di Natale sarà comunque assicurato, ma “lo ro romano: è a questo imperatore, non a caso chiameremo in modo diverso”, ha spiegato a Repubblica Tell Williams, portavoce dell’associazio- equiparato ai santi dal clero cattolico, che la cri- ne Oxford Inspires, precisando che “l’intero periodo comprenderà attività di ogni genere per la du- stianità deve il primo appoggio decisivo sul pa- rata di due mesi” e che in tale ambito si terranno anche le celebrazioni per il Natale come “i cori e linsesto delle festività del solstizio d’inverno. le canzoni natalizie”. Santaandgoat Negli anni scorsi altre città inglesi avevano deciso di non chiamare più il Natale con questo nome, ma il fatto che questa decisione arrivi oggi da Oxford, cuore pulsante della cultura inglese, Dal Sol Invictus al natale cristiano ha destato non poco clamore. Le prime proteste sono arrivate dalla Chiesa Anglicana e dalla comunità cristiana locale, ma Dalla festa di Yule ai culti solari bbracciando la fede cristiana, Costantino sono ben presto state seguite da quelle dei leader religiosi di altre confessioni. Secondo Sabir Hus- A ufficializzò nel 330 il festeggiamento sain Mirza, presidente del Consiglio Musulmano della cittadina universitaria, Natale non sarebbe della natività di Gesù – un profeta storico inve- a festa di Yule, di origine germanica e una festa per i soli cristiani, ma anche per “i fedeli islamici e quelli di altre confessioni”, che lo stito di tratti divini e mitologici e simbolici in pre-cristiana, è una delle più antiche ma- aspettano “con trepidazione”. Eli Bracknell, direttore del Jewish Educational Centre, il centro stu- LL larga parte debitori del mitraismo. Il decreto fa- nifestazioni a oggi note a testimonianza dell’im- di ebraico di Oxford, gli fa eco: “è importante mantenere un tradizionale Natale britannico. Qual- ceva coincidere la festa pagana con quella cri- patto culturale del solstizio d’inverno. Parziali siasi iniziativa che diluisce la cultura tradizionale e la cristianità del Regno unito non è positiva stiana, e fu così che il Sol Invictus divenne il Na- resoconti sulle celebrazioni di questa festa ripor- per l’identità briannica”. tale della chiesa. tano di danze e riposi, sacrifici animali e libagio- La data fu ufficializzata nel 337 da papa Giu- ni, continuate in Islanda per tutto il Medioevo in Fonti: lio, I come riferito da Giovanni Crisostomo. La onore del dio pagano Freyl, che il clero cattolico la Repubblica, 3/11/2008: ‘Oxford cancella il Natale’ religione del Sol Invictus restò in auge fino al avrebbe frainteso come Jul nella sua denuncia http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/11/03/oxford-cancella-il-natale- 380, data in cui il celebre editto di Tessalonica contro quelle pagane e demoniache giornate. troppo-cristiano-scorretto.html impose il cristianesimo di Nicea come religione L’etimologia della parola Yule (Jòl) non è chiara, come anche la sua origine per alcuni nor- ufficiale di stato e bandì ogni altro culto. Il 3 no- UAAR.it: ‘Oxford organizza festa della luce invernale’ dica, per altri pre-indoeuropea. Sia come sia, Yule vembre 383 il giorno di riposo, il dies solis, fu ri- http://www.uaar.it/news/2008/11/03/oxford-organizza-festa-della-luce-invernale-interculturale- è un termine arcaico per Natale ancora in uso nei nominato dies dominicus. proteste-dei-religiosi/ canti di natale antichi inglesi, in alcuni dialetti Una serie di inconfutabili dati storici e docu- scozzesi, nei linguaggi scandinavi - dove viene mentali dimostra che la data di nascita di Cristo TGCom, ‘Oxford cancella il Natale’ usato per indicare altre festività di dicembre – e, come personaggio storico, che essa sia nota o http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo431908.shtml) meno, non è dunque il 25 Dicembre. Come os- LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE 23

CALABRIA ANTICA Rubrica di Domenico Coppola ASCZ - Giunta di corrispondenza Reali Dispacci / / varie

Busta 274 alla fine si espose col’armi in mano per difendere la Real sotto sequestro, e così trovasi vacante. E parte non di scon- Corona, e per onor della sua Padria, e per futura memoria viene, che spogliati i ribelli di quel chè immeritamente go- Questa Reale Segreteria di Stato e dell’Ecclesiastico ri- umilia a sua Sacra Real Maestà il presente ricorso di con- devano s’abbia per li veri fedeli considerazione. Si fa ani- mette a V.S.Illustrissima nel Real Nome le qui sottonotate cederli qualche Abbazzia o Beneficio per restare la memo- mo a piedi della Paterna Maestà Vostra, e con lagrime agli suppliche di pro tensori di compenso per servizi resi nelle ria dei veri Realisti. Per tanto supplica sua Sacra Reale occhi supplicarla, che si compiaccia di deferire a lui tal be- passate turbolenze, perché ella verifichi i servizi, e la con- Maestà di benignarsi a’ concedere tale richiesta, e dia Iddio neficio che anche come cittadino avrebbe allo stesso mag- dotta tenuta dà Ricorrenti nell’estinta Anarchia e riferisca Sacramento vita lunga, pace, contentezza per difenderci di gior diritto, che non avevano i suddetti forastieri. quella maledetta Nazione, e l’avera della Maestà Vostra a Potendosi sul prestato servizio informare dal mentovato omissis grazia ut Deus. capitano Papasodero ed il tutto avrà grazia quam Deus. Io sacerdote Pietro Panzarella supplico come sopra Sacerdote Francesco Paparo supplico come sopra D.Pietro Panzanella Argantonio Terranova testimonio Ita est etc. coram me etc. testor ego Regius et publicus D.Francesco Paparo Tomaso Gullo testimonio Notarius per totum Regnum Michaelangelus Giordano Nu- cerie Paganorum incoola in Terra Sancti Viti Calabrie Ul- omissis Quantunque d’alieno carattere, sottoscritta però d’esso trae signavi rogatus D.Pietro Panzanella della terra di Curinga in presenza dei In fidem etc. Napoli, 12 aprile 1800 sottoscritti testimoni. Locus sigilli Michaelangelus Giordano L’attesa io Paolo Pettinato di questa terra di San Pietro a Signum Tabrllionatus M.G. Signor Visitatore e Preside di Catanzaro Maida Regio Publico Notaro per tutto il Regno e richiesto l’ho segnato Siamo nell’800, appena fuori dalle “passate turbolenze” f.to C’è il Signum Tabellionatus P.P. e dalla “estinta anarchia”. I due ricorrenti dei dispacci di cui sopra si fanno avanti e vantano le loro benemerenze e i Francesco Migliorini servizi resi al Sovrano nelle vicende del ’99. Sagra Real Maestà Sono due sacerdoti, di Curinga e di San Vito, e rivolgen- S.R.M. [Nota marginale] dosi al Re gli rappresentano i pericoli a cui erano andati in- È stato rimesso con Real Dispaccio dè 12 aprile 1800 per contro mentre le popolazioni innalzavano le Coccarde rivo- [Nota marginale] la Real luzionarie e loro non temevano di gridare “viva Iddio e È stato rimesso con Dispaccio dè 12 aprile 1800 Segreteria dell’Ecclesiastico per informarsi dè servizi resi Ferdinando IV e muoia la Repubblica Francese”. Ora, per Segreteria dell’Ecclesiastico coll’ordine d’informarsi e della condotta tenuta in tempo delle passate vicende e come si dice, presentano il conto. L’uno, il Panzanella dè servizi resi e della condotta tenuta e riferire riferire chiede - e scusate se è poco - “qualche Abazzia o Beneficio per restare la memoria dei veri realisti” e supplica il Re di Sire, Signore aderire a tale sua richiesta “per difenderci di quella male- il sacerdote Pietro Panzarella della Terra di Curinga Pro- Il sacerdote Francesco Paparo della terra di San Vito in detta nazione”. vincia di Calabria Ultra, nello Stato di Maida, umilmente Provincia di Calabria Ultra in Diocesi di Squillace umil- L’altro, il Paparo, vanta il suo servizio col cardinale rappresenta à sua S.R.M. come nelle circostanze della Re- mente prostrato ai piedi della Maestà Vostra le rappresenta, Ruffo. Purtroppo una grave malattia lo aveva costretto a pubblica il predetto sacerdote con un popolo contrario e com’esso oratore per attaccamento alla Corona, nelle pas- tornare indietro. Ora poiché San Vito trovasi vacante un fece buttare il bando per tutto il paese, che formava tremila sate critiche circostanze del Regno per spargere il sangue piccolo beneficio sotto titolo di Santa Caterina che era sta- anime, con dire viva Iddio e Ferdinando IV e muoia la in difesa della stessa, si portò servendo l’Eminentissimo to conferito a due forestieri di Montauro, ma gli era stato Reppublica Francese; di più il supplicante è stato e sarà Vicario Generale Cardinal Ruffo persino alla città di Croto- loro tolto dal vescovo perché erano stati accusati come rei vero Realista, e la maggior parte del popolo portava la ne in compagnia del Capitano D. Giuseppe Papasodero di di Stato, il beneficio appunto trovasi vacante. Poiché il po- Coccarda Francese ed il povero sacerdote si pose la coccar- Centralla. Avrebbe egli l’oratore proseguito la sua intrapre- vero sacerdote è “carico di famiglia e troppo angusto di da di Sua Sacra Real Maestà, tanto che era malvisto d’alcu- sa se non l’avesse inabilitato una mortal malattia per tal ca- beni”, per ciò “con le lagrime agli occhi supplica il Re che ni Repubblicani e pericolo di essere ucciso per la defenzio- gione contratta, per cui fu costretto restituirsi in sua Padria. si compiaccia di deferire a lui tale beneficio che anche ne della Real Corona, ed il predetto in pubblico levò la Sire ritrovarsi nella precipitata terra di San Vito vacante come cittadino avrebbe allo stesso maggior diritto che non Coccarda Francese a Mastro Carlo Magione di detta Pa- un piccolo beneficio sotto il titolo di santa Caterina, quale avevano i suddetti forestieri”. dria, come benanche parlava e sparlava contro lì Gentiluo- dopo la morte del quondam D. Antonio Pulerà erasi confe- I due richiedenti mostrano in queste suppliche una certa mini di detto luogo, che non portassero Coccarda Francese, rito unicamente per aderenza a due forestieri di Montauro, pretesa come se la richiesta fosse loro dovuta per diritto. asserendoli, che Iddio provederà, che in questi luoghi non li quali, perché accusati rei di Stato fu ad essi loro tolto dal Queste che abbiamo esaminato sono solo due delle tante vengono Francesi, e tanto più era criticato e maltrattato ed Vescovo Diocesano in virtù di Vostro Real ordine, e posto suppliche avanzate alle autorità del tempo dopo i fatti del ’99. Appunti dalla Calabria Un nostos originale nord. Occorre lasciare al proprio destino la massa impro- Calabria duttiva e assistita dei meridionali. Prima di fare al nord Italia questo regalo Nicola Zitara propone di chiedere una Esiste la possibilità di un nuovo ritorno. Un nostos ori- sorta di buonuscita, di quantificare ed esigere i danni che Finirà questo lungo inverno ginale dove le istanze più nobili del pensiero antico e mo- abbiamo subito a partire dall’unificazione. Forse occorre fatto di noia e di apatia derno producano un benessere che non si nutre di confini, qualcosa di più. La conoscenza, la morale, il senso esteti- di rabbia e di rassegnazione di odio, di guerre e di esclusioni. Una società dove l’eco- co. Quello che i nostri avi chiamavano cura di sé. Saranno le ali di un falco nomia non sia l’unica misura della ricchezza. Sono troppi ad annunciare la primavera i soprusi che il Meridione ha subito e subisce, troppe le in- o sarà il fremito indignato della terra giustizie che il colonialismo perpetua in diverse forme per a destarti da questo lungo sonno sperare di uscire dal degrado in tempi brevi e senza sacri- Quando si compirà il ritorno fici. Pensa che occorre agire sul piano culturale prima de- Impressioni il dolce zefiro diraderà le nubi gli altri. Che l’emancipazione politica sarà la conseguenza e le tue colline si dipingeranno di verde della consapevolezza storica. Siamo stati espropriati con Cadranno le impalcature della barbarie l’inganno anche della conoscenza di noi stessi. Essa è fon- A volte viene la voglia di andarsene. Di fuggire più lon- getteremo le maschere per guardarci allo specchio damentale per capire che i meridionali non sono pigri e tano possibile. Capita quando sei stanco e le cose non van- e capire chi siamo delinquenti per natura o in conseguenza del clima. Che no per il verso giusto. Quando le macchine svoltano al- Finirà questa tristezza celata da sorrisi euforici nessun essere umano lo è. Ci sono delle cause, delle vo- l’improvviso senza freccia e qualche cretino che si sente questa vana ostentazione di cose inutili lontà, degli interessi, che producono l’emarginazione. Al- Gesù Cristo abbandona l’auto in mezzo la strada e blocca Usciremo nudi, senza vergogna cuni studi svelano i meccanismi di sfruttamento coloniale il traffico per un’ora. Quando in un ufficio incontri il soli- a nuotare in mari puliti del Sud che la cultura egemone tace o nasconde dietro ter- to impiegato che dorme insieme alla tua pratica e si la- a ritrovare il coraggio e la dignità perdute mini come questione meridionale, sottosviluppo, mafia. menta che il lavoro è troppo e che lo stipendio non basta Nuovi germogli si leveranno dai tuoi alberi Questi alibi celano gli interessi predominanti del centro e più. Quando l’abbandono ed il degrado hanno il volto ar- secolari e dei, filosofi e poeti del nord Italia a usare i meridionali secondo le occorrenze rogante e mediocre dei politici e ti rendi conto di vivere torneranno a celebrare la tua bellezza come consumatori, risparmiatori, riserva di manodopera. nel medioevo. Altre volte ti senti forte e bello come un dio Con l’estensione dei mercati, la competizione globale e greco, niente ti può fermare. Guardi con disprezzo e con l’utilizzo della manodopera straniera il Sud non è indi- commiserazione i nuovi baroni e hai la sensazione che lo spensabile, anzi è una palla al piede per le economie del zefiro li spazzerà via. E pensi a un’altra Calabria. Giuseppe Gangemmi LETTERE 24 CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 La tesi di laurea di Mario La Cava Nel centenario della sua nascita esce l’inedito del grande scrittore calabrese

coltà di Giurisprudenza della città to- scienza unitaria, né propriamente fede- della Storia” della casa editrice reggi- scana, appassionato di letteratura e rativa, e che essi siano solo in appa- na, a cura del figlio dello scrittore, La Repubblica con un sogno nel cassetto, diventare renza liberi ma in realtà sottomessi al- Rocco La Cava. Si avvale di una nutri- Cisalpina uno scrittore, nel 1931 si accingeva a l’Armata napoleonica e al Direttorio ta appendice storiografica e di un’ap- completare il suo percorso universita- francese nello stilare una Costituzione profondita prefazione del prof. Gaeta- Mario La Cava rio, con una laurea in Legge che forse del tutto simile a quella d’oltralpe del no Briguglio, docente e amico dello pp. 126 - € 10,00 dava più soddisfazione alla sua fami- 1791. scrittore, che grazie al materiale perso- glia, che a lui stesso. Ma con impegno Una tesi, quindi di carattere stori- nale messo a disposizione dal figlio, Collana I tempi della storia e passione si mette al lavoro per porta- co-analitico che inizialmente non ave- ricostruisce quel primo periodo della re avanti il compito affidatogli dal pro- va suscitato l’entusiasmo di La Cava vita dello scrittore, lì a Siena, luogo fessore di Storia del diritto italiano, per la sua apparente sterilità. La ricer- che ha rappresentato per lui “la pace n occasione del centenario Giovanni De Vergottini, suo estimato- ca, però, ebbe il giusto riconoscimento interiore”. «…Nella bella Siena - così della nascita del grande scrit- re, e riuscendo in una ricerca che an- da parte della commissione esamina- scrive nel suo ultimo romanzo - II tore calabrese Mario La cora oggi presenta caratteri di assoluta trice che eccepì solo sullo stile, consi- …girò…dall’angolo di via dei Rossi, Cava, la casa editrice Città del Sole originalità. derato poco formale e non in linea con dove ancora era aperta la Trattoria Edizioni pubblica un inedito, la sua Lo studio si compone di tre capito- il linguaggio giuridico, così come ri- dell’Orso, che era stata del padre di tesi di laurea dal titolo La Repubblica li: uno introduttivo sulla situazione po- portato anche nello stesso romanzo Federigo Tozzi […] Si sentiva inco- Cisalpina (Appunti sulla Costituzione litica in Italia all’arrivo di Napoleone, Una stagione a Siena. Un giudizio che raggiato a… sperare… nella… carrie- e sull’Attività legislativa della Repub- una seconda parte dove si analizzano i aveva deluso l’aspirante scrittore, che ra di scrittore, purché la dittatura non blica Cisalpina). Opera prima dello discorsi dei deputati e la legislazione si era proposto invece di compiere ci distrugga la fantasia… ». scrittore e giornalista originario di Bo- in discussione, e le conclusioni dove un’operazione diversa proprio sul pia- In una lettera del 3 maggio 1931 si valino, si presenta, oltre per l’indiscus- emerge che la figura di Bonaparte sia no del linguaggio, cioè renderlo pluri- legge «…Non posso negare che io mi so valore storico, come uno strumento quella, per il giovane La Cava, di un discorsivo ed, in qualche misura, emo- proponessi con la tesi di laurea, gran- l’argomento del quale sta parlando e meta-letterario: infatti, proprio nel suo regista intelligente, «un grande talento zionante per i lettori: un’aspirazione di cose: fra le quali metto in prima li- “…Il linguaggio di Mario La Cava…” ultimo romanzo di ispirazione auto- organizzatore della vita civile». Con il propriamente letteraria che rappresen- nea l’onore di inaugurare ufficialmen- biografica, Una stagione a Siena, lo consueto acume, l’autore sottolinea ta un’anticipazione del suo futuro di te la carriera di scrittore…» e il prof. come mi disse molti anni fa, a Messi- scrittore si sofferma sul suo periodo di come gli Italiani non siano ancora suf- scrittore. Briguglio aggiunge «Uno scrittore na, Vincenzo Consolo in una amabile studi nella città toscana. ficientemente preparati sul piano poli- Il volume viene oggi pubblicato per vero, infatti, lo si riconosce special- conversazione a più voci, “…Ha la L’allora giovane studente della Fa- tico, non avendo maturato una co- la prima volta nella collana “I tempi mente dal linguaggio, qualunque sia stessa forza di quello di Moravia…». Dal grande schermo al teatro in libreria A Roma in scena “Gli incantatori di fotoni”, raccolta di racconti sul cinema di Cameriere

maginifico del grande schermo e della simbologia ad esso legata attraverso una scrittura vivace e Gli incantatori di fotoni sempre divertita, quasi a voler costantemente ri- Enrico Antonio Cameriere cordare la funzione ludico-sociale dell’immenso € carosello cinematografico, quel divertissement pp. 192 - 12,00 che è il motore primo della sua esistenza e che ne Collana La vita narrata costituisce il patto fondamentale con ogni spetta- tore. Scintilla, uno dei protagonisti del primo rac- conto che narra l’ingresso di un giovane Enrico associazione “Teatro in libreria” sul set di “Colpire al cuore” di Gianni Amelio, fi- porta in scena il libro Gli incanta- gura mitica di capo macchinista dai modi sbriga- tori di Fotoni, di Enrico Antonio tivi, ben riassume questo spirito di umiltà e go- LL’’ liardia che si traduce in un non prendersi troppo Cameriere. L’opera dello scrittore e cineasta cala- brese è stata rappresentata in quattro appunta- sul serio. Sono tre le sezioni che ospitano diversi menti presso alcuni tra i più noti ritrovi culturali approcci narrativi al tema del cinema, attorno cui della Capitale. ruota tutto il libro: la prima, di taglio più pretta- L’idea di presentare un testo letterario attra- mente autobiografico, racconta l’esperienza del- verso una performance teatrale nella quale con- l’autore sul set di “Colpire al cuore”: dal suo in- fluiscono più forme artistiche (musica, danza, contro con Gianni Amelio, che gli accorderà la mimo…) è alla base dell’attività dell’Associazio- sua stima e gli consentirà di partecipare alle ripre- ne che opera senza scopo di lucro per promuove- se del film e di incontrare alcuni personaggi miti- re la narrativa italiana in modo originale e coin- ci come Jean Louis Tintignant e Samuel Fuller, volgente. Si assiste così ad un vero e proprio fino ai primi tentativi del giovane studente di fa- “trailer teatrale” del romanzo, ottenuto attraverso miliarizzare con le tecniche del mestiere, quale una rielaborazione in chiave scenica del testo nar- appunto la capacità di “addomesticare” la luce: rativo: per Gli incantatori di fotoni, due dei rac- abilità quasi magica, aulica, del tutto lontana dai conti dell’opera di Cameriere - “Binario” e “La meccanicismi degli effetti speciali. La curiosità Enrico Antonio Cameriere con Marzia Pez durante una delle rappresentazioni a Roma) mia vita senza Lara” - si fondono in una prospet- per i retroscena della tecnica torna spesso nel cor- tiva nuova che trascina lo spettatore/lettore nel so della lettura, manifestando una certa attrazione qui troviamo “La mia vita senza Lara”, intrigante dato a un racconto “aperto”, che strizza l’occhio cuore del libro: il cinema quale magico luogo in verso i segreti della macchina da ripresa quale fe- storia dai toni noir, omaggio a Billy Wilder e al al lettore che sembra un vero e proprio invito ad cui risiede il sogno collettivo. Il testo, adattato da ticcio vero e proprio, ma non fa mai del mero suo Sunset Boulevard, pietra miliare del cinema uno sforzo creativo: un incipit cinematografico in Marzia Pez, è stato rappresentato da Giorgio Fi- “gesto tecnico” il fulcro della narrazione, sempre mondiale e antonomasia del flashback, di cui co- piena regola, in cui ciascuno può cedere alla ten- lonzi, Manuel Ricco, Antonio Cappella e Marco immersa in un’atmosfera carica di magia. Tale stituisce modello di riferimento per l’uso di tale tazione di provare a stare dall’altra parte. Come Reale, con la colonna sonora di Lorenzo Cortoni che raggiunge il suo apice nel racconto della foto espediente narrativo. nelle parole di Cameriere: “Questo mi piaceva (alla chitarra) e Enrico Martella (alla tromba). scattata con Samuel Fuller, che aveva “una bellis- L’omaggio alla terra calabrese è invece il cen- del cinema: quella grandissima pienezza di quel Il libro di Cameriere è un affascinante viaggio sima testa bianca, un sorriso malizioso e una stu- tro della terza parte del libro, Verso il Sud, in cui niente dove, in quella zona a parte, in quella terra dentro il mondo del cinema e delle sue professio- penda faccia da anarchico”. la caratterizzazione dei tipi umani si mescola ai di nessuno, in quel giardino segreto, ognuno po- ni. Ne viene fuori un racconto quasi epico, carico La seconda sezione raccoglie racconti in cui la ricordi dell’autore impegnato anche nella realiz- teva nascondersi e sognare”. di forza evocativa, che esprime tutto il potere im- pura invenzione diviene l’ingrediente principale: zazione di documentari. Il finale dell’opera è affi- Beatrice Mollica Il dramma di un’infanzia negata A Taurianova discussione sul libro “Il mio male custode” di Ettore Caruso

dre, negli anni ’60 Caruso è stato un “Il mio male custode” con gli interroga- giudizio, bisogna tornarvi su quei fatti, bambino col fardello di un’infanzia tivi attuali sulla difesa dell’infanzia. Un leggendo tra le pieghe delle parole. Il mio male custode trascorsa negli istituti minorili del pre- argomento di cui, certo, si fa un gran Tipo quelle impiegate per ricordare l’a- Ettore Caruso legge Basaglia, quella che nel 1978 parlare, ma spesso non se ne conoscono bitudine alla camicia di forza, che lo co- pp. 210 - € 12,00 sprangò ufficialmente i cancelli dei le implicazioni e i risvolti più profondi. stringeva a dormire a faccia in su e manicomi. Il suo è un racconto che va È seguendo questo filo rosso che la vo- mani conserte: «dopo esser andato via Collana La vita narrata letto piano, fermandosi a riflettere per lontaria Fausta Ivaldi, intervenuta alla da quel posto, per molti anni non sono capire a fondo. Una storia «da consu- presentazione in qualità di esperta nel- riuscito a ribellarmi a quella posizione». mare come un elefante», per dirla con l’aiuto dei bambini e delle donne in dif- Tipo quelle sulla quotidianità in istituto, iù che una convenzionale l’editore Franco Arcidiaco, perché si ficoltà, nonché di amica dell’autore e dove «l’omosessualità infantile è l’uni- presentazione, quella de “Il tratta di una commovente confessione sua prima lettrice entusiasta, ha sprona- ca compensazione alle altre mancanze». P mio male custode” è stato che l’autore ha donato al pubblico nel- to soprattutto i più giovani, «figli dell’e- Tipo, ancora, quella sua incapacità di un evento emozionale. Un’esperienza la speranza di costituire una spinta al- ra del benessere e della superficialità» a pronunciare la parola “mamma” e l’at- condivisa tra i presenti, ai quali è stato impossibile restare impassibili di fron- l’azione. «Vorrei che tutti riflettessero leggere il libro. Senza lacrime e indugi, taccamento morboso nei confronti del- che al suo debutto in società, ma la vit- te alla richiesta di assunzione di re- sul problema fondamentale della cura sono pagine in cui «si parla di cattiveria l’Istituto che gli aveva imprigionato tima di un mondo che si sente superiore sponsabilità proveniente dalla consa- dell’infanzia - ha dichiarato infatti Ca- ma che non suscitano rabbia, perché - l’infanzia. «Quando il direttore mi per status e spesso non si interroga sui pevolezza che l’opera veicola. Perché ruso -, vorrei far capire che gli istituti in ha spiegato la psicologa Laura Melara - chiamò, a 20 anni, e mi informò che do- suoi figli, alla fine ha trionfato sul male “Il mio male custode” non è un ro- Italia esistono ancora anche se li si chia- raccontano la conquista delle piccole vevo andar via, mi sentii perso - ha am- patito conducendo la sua vita fuori dai manzo, ma il racconto di una vita. Di ma casa-famiglia. Vorrei che si sempli- cose, la vita nel suo farsi e senza giudizi messo lo stesso Caruso - e caddi in pre- binari della “normalità”. Ma senza cer- una crescita, di una sopravvivenza. Un ficasse la pratica dell’adozione perché è morali di sorta. Raccontano gli eventi da all’angoscia all’idea di dover da quel care giustificazione nei torti subiti. sopravvissuto in fondo è Ettore Caru- inutile trovare scuse: ogni bambino ha nudi, proprio così come li ha vissuti il momento in poi, vivere nel mondo Come ha spiegato la giornalista e so, protagonista e autore dell’autobio- diritto e ha bisogno di crescere con un protagonista da bambino». La storia esterno e in mezzo alla gente». Facile scrittrice Federica Legato, organizza- grafia presentata il 19 novembre scor- padre e una madre. Questo sarebbe il prende le mosse dalla Piana di Gioia, non è stato, infatti. La presunzione di trice dell’evento: «Basta considerarci so nella sala consiliare del Comune di mio sogno». L’evento, che è stato mo- luogo d’origine della famiglia di Caru- normalità negli uomini può condurre sempre come il frutto di qualcosa, Taurianova, per volontà di Città del derato da Oriana Schembari, di Città so, e lo conduce a Messina e poi in Ve- alla violenza latente, che è più insidiosa l’uomo è un esempio. Caruso è un sole, la casa editrice che ha pubblicato del sole, è stato quindi l’occasione per neto. L’autore lascia parlare i fatti, in un di quella manifesta. Discriminazione e esempio». e promosso il libro. Oggi marito e pa- ribadire il legame tra i temi trattati ne avvicendamento serrato. E per farsi un repulsione hanno atteso il giovane an- Francesca Pugliese LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI 25 Il pastore di anime e la gente di Calabria Le lettere di Mons. Bregantini e le risposte dei calabresi oggi raccolte in volume

che animano un cristiano doc; ma nello suoi malsicuri istanti e le nostalgie da deve essere. Perché “Dio non turba mai Lettere dalla Calabria stesso tempo avvicina ai dubbi dello “emigrante”, che lo hanno fatto diven- la gioia dei suoi figli, se non per prepa- scettico e a quelli dell’uomo postmo- tare “uno di noi”. La sua voce è giunta rarne loro una più certa ed una più GianCarlo Bregantini derno, il quale spesso crede, ma senza chiara, attraverso discorsi e lettere. grande”, non occorrono armi, ma lette- Ida Nucera sapere bene in che cosa. Chi scrive lettere, come Bregantini, re, parola. Il Vangelo stesso si rinnova € Anche Platone compose delle lette- lo fa spesso per denunciare, non solo nel momento in cui diviene viva pre- pp. 168 - 15.00 re, tredici scritti in cui viene fuori un un malessere sociale, ma anche i propri senza. Collana Il pensiero religioso uomo d’azione appassionato e tenace, dubbi di uomo. Il Bregantini che emer- “Occorre, scrive la Nucera, lasciar che sa affrontare pericoli e travagli, pur ge in queste pagine non è solo il pasto- risuonare il cuore, cercando di cogliere di realizzare il suo progetto ideale, ri- re di anime, ma anche l’uomo tenace, gli echi che, come voci sommesse, ma sulla spinta di un’onda volto al rinnovamento della società; caparbio, coraggioso, e pur sempre percepibili nella vibrazione interiore emotiva che ci accingiamo più o meno come il Vescovo di Locri. uomo. Solo chi non conosce i tormenti dell’anima, sarebbero venute fuori dal- a parlare dello scambio Sarà l’epistola, con la sua forza, na- di Cristo, sembra annunciare questo li- le venti riflessioni pubblicate sul Quo- ÈÈ scente dall’avere un destinatario ben de- bro, potrebbe restare sorpreso di trovarsi tidiano della Calabria. Ma quale può epistolare avvenuto da luglio 2007 al gennaio 2008 tra Monsignor Bregantini terminato, che spinge lo scrivente a es- davanti un uomo sofferente, a volte per- essere il filo che raccorda il tutto?” Chi sere diretto e vero, convincente, autenti- plesso e che trova la forza in Dio, un dio legge questo libro trova subito la rispo- ed i suoi fedeli attraverso le pagine di co. La lettera è la prima forma di psica- per molti lontano, assente. Per Monsi- sta a questa domanda: il filo è quello un noto quotidiano locale. Le parole nalisi e, come dimostra Platone, di con- gnor Bregantini, tuttavia, Egli è vicino, dorato che dall’uomo porta all’uomo, scritte hanno composto fogli di intenso fessione sincera. D’altronde anche gli come la mano di ogni suo fedele, come dalla terra porta al cielo e dalla soffe- lirismo, che Ida Nucera, giornalista, apostoli scrissero molte lettere per an- il sole caldo della Locride, come la ma- renza conduce alla vita. È un filo fatto cristiana di formazione ignaziana, ha nunciare il Vangelo. Nella fortezza del gnificenza dei fiori che rendono meno di parole, le stesse che compongono le voluto rendere pubblici, concedendo, a discorso diretto risiede un mistero, lo “aspro” l’Aspromonte. lettere di questo libro. credenti e non, un’opera letteraria di stesso che anima ogni parola, ogni gesto Dio c’era anche quando giunse da L’uomo della strada è smarrito, pro- indubbio valore artistico e sociale. rivolto a sconfiggere l’isolamento socia- Duisburg un grido d’allarme, che il Ve- cede a tentoni, “E l’aria si fa irrespira- alle quali, parafrasando Hetty Hille- Col trasferimento di Monsignor le, l’afasia e l’indifferenza. Monsignor scovo di Locri-Gerace ha colto come bile”, perché “l’inerzia è peggio della sum, “la sera tardi, quando il giorno si Bregantini, la Locride, i fedeli e la Ca- Bregantini e la sua privilegiata interlo- una invocazione alla Vergine. cattiveria” scrive Monsignore. Occorre è inabissato dietro di noi, ci si avvede labria onesta hanno perso un interlocu- cutrice sembrano saperlo bene. Dal sangue si generi vita, non mor- agire affinché le fiumare della Locride che la vita è una cosa splendida e gran- tore unico e per il momento insostitui- L’onda emotiva di cui si parlava te. Dall’odio bisogna uscire veloci, af- non inondino ancora i campi e i cam- de”… questo induce anche a pensare bile. Lo dimostra Lettere dalla Cala- prima è stata la stessa che ha spinto mi- fidandosi ad una preghiera che non sia peggi, perché le parole non siano cifra- che “più tardi dovremo costruire un bria, apparso recentemente per i tipi gliaia di fedeli a scendere per le strade semplice fuga verso Dio, per trovare ri- te, ma universali, comprensibili da tut- mondo completamente nuovo”. della Città del Sole Edizioni (pp.168 per dare un saluto, che non aveva per paro in braccia sicure: la preghiera è ti, pronunciate scandendole come un Tra le pagine di Lettere dalla Cala- euro 15) e corredato da un opuscolo fo- nulla il sapore del definitivo, a quel pa- incontro, è parola che chiede, ma non solfeggio, affinché anche i sordi possa- bria, in effetti, si respira, leggendo l’in- tografico dal titolo “Immagini dalla store che, come dimostra la Nucera, ha pretende. La stessa che emerge dalle no intendere leggendo le labbra. timo scambio di parole tra Mons. Bre- Calabria”. saputo, sin dal primo giorno del suo lettere di questo servitore degli ultimi, La Calabria, nonostante la sua mi- gantini e Ida Nucera, il desiderio di La lettura di questo libro concede mandato, confessarsi al suo popolo, raccolte da Ida Nucera, in cui affiora il seria, chiede di essere amata, perché i vita nuova e di umanità. una pausa sostanziale dalla distrazione: educandolo così alla parola, non solo suo essere libero, partecipe, in trincea suoi luoghi stupiscono, i suoi alberi e essa conduce tra le familiari certezze biblica, ma anche umana, esprimendo i disarmato, come ogni buon cristiano le sue montagne sono preghiere, grazie Francesco Idotta La biografia di Tommaso Campanella La vita del filosofo calabrese narrata da Sharo Gambino

del filosofo che trascorse ben 27 anni nelle campagne intorno a Stilo ed è quale ha vinto nel 1976 il Premio Sila, Vita di Tommaso in carcere. Arrestato con l‘accusa di capace di donare a chi la mangia ogni conferito da una giuria presieduta da essere stato l’ispiratore di una rivolta sapere (da qui la sua grande sapienza), Carlo Bo. Gambino ha poi dedicato al Campanella contro il Regno di Spagna, negò sem- e con la controversa questione, che tema della criminalità anche Mafia la Sharo Gambino pre, fingendosi pazzo e sfuggendo così tanto dice sugli atteggiamenti dei cala- lunga notte della Calabria e ‘Ndran- € alla morte certa. La sua sorprendente bresi, dell’attribuzione dei natali di ghita dossier, cui hanno fatto seguito pp. 160 - 2,00 lucidità mentale, il sapere accumulato Campanella, contesi ancora oggi tra i un’intervista per la BBC ed un ciclo di Collana I tempi della storia negli anni di studi, la sua perseveranza comuni di Stilo e Stignano. conferenze in Svizzera. prodigiosa gli consentirono di conti- Nel primo incontro di presentazio- È stato collaboratore di quotidiani nuare a scrivere numerosissimi libri, ne del volume, durante la Fiera del nazionali, Il Messaggero, Il Tempo, pochi mesi dalla scompar- anche nelle terribili condizioni in cui libro calabrese a Lamezia Terme, il 30 Momento-sera, e di giornali locali, sa del grande giornalista e era tenuto. I suoi scritti, grazie all’ap- ottobre scorso, è emerso un paralleli- Gazzetta del Sud, Corriere calabrese, A scrittore calabrese, la Città poggio di diversi amici ed estimatori smo tra questi due personaggi calabre- Gazzettino del Jonio, i Quaderni cala- A in Italia e in Europa, furono pubblicati bresi, il Giornale di Calabria ed altri. del Sole Edizioni ha voluto omaggiar- si, Gambino e Campanella, due ribelli, lo con il volume Vita di Tommaso all’estero, accrescendo la fama del in lotta per fare uscire la loro terra dai Ha collaborato per quarant’anni col Campanella di Sharo Gambino, monaco di Stilo che solo a tarda età fu pantani di una povertà e di una igno- Giornale Radio Rai e con la Struttura ristampa della biografia del filosofo liberato e condotto a Parigi, dove tra- ranza ataviche. Gambino, infatti, come di Programmazione della Rai di Tommaso Campanella, già edito nel scorse i suoi ultimi anni si ricorderà fu, tra le altre cose, anche Cosenza. 1987 con il titolo “Dieci cavalli bian- Gambino, in omaggio alla ferrea maestro elementare a Cassari, dove è Per quasi sessant’anni anni, la chi”, e ora inserito nella collana I forza di volontà che aveva fatto supe- incaricato di dirigere un Centro di cul- verve narrativa, la facilità di scrittura, tempi della storia. La casa editrice rare a Campanella i terribili supplizi tura popolare, esperienza da lui stesso la cultura, il profondo interesse per reggina, inoltre, ripubblicherà a breve cui l’Inquisizione sottoponeva i paragonato a quella di Carlo Levi con tutto quanto fosse di argomento cala- anche il volume di Gambino La mafia sospettati di eresia, volle intitolare il la Lucania, che gli detterà Sole nero a brese, hanno prodotto decine e decine in Calabria. libro proprio “Dieci cavalli bianchi”, Malifà, il suo primo romanzo. di articoli, saggi storici o letterari, controverso soggiorno a Capistrano Sharo Gambino aveva pensato que- la folle risposta che il monaco proferì Giornalista e scrittore, Gambino fu romanzi, antologie, recensioni - tutto del pittore P. A. Renoir - ed infine sta biografia per gli studenti delle a un certo punto dei lunghi interroga- il primo nel 1969, quando le forze del- all’insegna della calabresità. Gambino dello spettacolare ritrovamento di una scuole medie, al fine di introdurre tori. l’ordine pubblico interruppero un sum- è all’origine della leggenda metropoli- lettera di Giovanni Boccaccio, aspi- anche ai più giovani questa figura Un invito alla lettura, quindi, per i mit mafioso a Montalto, in Aspromonte, tana sulla presenza, nella Certosa di rante ad un asilo in Calabria. eccezionale del pensiero utopistico e giovani studenti calabresi ai quali a intuire che la vecchia mafia contadina Serra San Bruno, del militare america- Molti e interessanti i suoi contribu- vero emblema della Calabria. In uno Gambino propone questa grande figu- calabrese stava per mutare pelle e no autore del bombardamento atomico ti alla letteratura calabrese alla quale stile semplice e lineare, ma sempre ra, senza rinunciare a colorire il rac- compiere un salto di qualità. È nata di Hiroshima (vicenda ricostruita e si è dedicato con diverse ricerche e brillante e coinvolgente, racconta la conto con la leggenda sulla magica così La mafia in Calabria, primo sag- spiegata nel pamphlet L’atomica e il pubblicazioni e numerosi i suoi vita avventurosa e piena di sventura “erba di Campanella”, che cresce solo gio sull’argomento in Italia, per il chiostro) - come pure dello scoop sul romanzi. Alla scoperta del delirio dell’uomo In libreria l’unica silloge del giornalista Silvestro Prestifilippo

tutta la stesura dell’opera sin dal titolo: ni…», sulle solitudini e sulla morte: ali spiegate / nel giorno della morte, / delirare il mare. Delirano i pastori, gli «La morte è un sortilegio / un sortile- se è vero che è vita eterna la morte». Delirare il mare occhi, l’umanità tutta, un pazzo iddio gio che allontana, che strappa, che Quanto dubbiosa e delirante è la condi- Silvestro Prestifilippo di vendetta… cancella / la morte è una solitudine zione umana di Prestifilippo, quante € La linfa della meridionalità fluisce estranea, un silenzio…». domande senza risposte razionali sod- pp. 64 - 6,00 senza reticenze sui bianchi fogli di carta La morte incombe nella poetica di disfacenti, quanta necessità di sperare Collana Il viaggio del poeta come cicatrici su un guerriero travolto in Silvestro Prestifilippo, la permea, come che vi sia un “oltre” riconducibile alla una pugna senza speranza: «Benedici Si- una premonizione: sia essa la propria: figura di un Dio Padre Signore con cui gnore / questa terra maledetta / che «Oggi mi hanno detto che devo morire interloquire! Delicate le liriche squisi- l mio incontro con Silvestro c’inghiotte», ed ordisce un canovaccio /……./ e il sole mi è apparso subito tamente al femminile: Tu ci sarai Si- Prestifilippo era predestinato, poetico di forte impatto emotivo. nero / e gli uomini e le cose già lontani gnore, La luna è ammuffita, Voglio ve- come solo i grandi incontri L’archetipo ancestrale della paura / … » o quella del padre, espressa con stirmi, La notte fa il bagno e Comin- II permea il tutto: una paura, impalpabile versi accorati, disincantati, quasi inge- cerò a camminare in cui, accanto ai possono esserlo. Di lui ne conoscevo la o vistosamente evidenziata, del buio e nui nel rivolgersi ad un Signore che temi già noti, si affaccia il tema dell’a- valenza come giornalista, l’incisività della notte: «Non voglio morire di viene invocato affinché possa restituir- more infranto che Prestifilippo sviscera della sua penna di romanziere, la crea- notte / alla luce delle candele. / Ti pre- glielo, anche solo per un attimo. Su tut- con la sensibilità che solo il poeta pos- tività e l’eclettismo come autore di testi go, Signore, fammi morire / che sia to è, comunque, l’intuizione di destini siede giacché il poeta non ha sesso; egli teatrali nonché l’abilità di regista cine- appena l’alba / o che sia già fatto il ineluttabili, di mondi sottili, di dimen- racchiude in sé le componenti maschile matografico. Quello che non conosce- mattino. / Ho sempre avuto paura sioni parallele, inconfessate, che si fan- e femminile e dall’una e dall’altra at- vo era, però, il suo mondo interiore, sa- della notte…», del dolore: «Sono stan- no spazio tra la luce che piove sui suoi tinge a piene mani per trasmettere sen- pientemente celato e, per pudore, mo- co / di questo dolore del mondo. / versi: «Scadono i destini / si compiono sazioni ed emozioni. strato solo ad un taccuino, interlocutore Sono stanco / di questo morire sottile / le sorti e vanno / e vengono questi pic- Un cammino nella pienezza stilisti- silenzioso, che ha raccolto, negli anni, che ogni giorno / si fa più umano / e coli iddii di carne e di soffio / superbi e ca del Nostro questo breve ma intenso le sue poesie, quelle che oggi compon- diventa / il mio morire…». miserabili / in parola e in silenzio» libro, grazie all’utilizzo di parole di- / vagabonde estasi cammino / lungo gono la silloge Delirare il mare edita Il Nostro rappresenta l’anima del …… «lui non può tornare da quel nulla rette e semplici, gravide di vibrazioni approdi di terre e d’acque / indefinita- da Città del Sole Edizioni nel gennaio mondo, il suo respiro senza tempo che o da quel tutto dov’è» … «Forse scen- sottili, capaci di avvincere anche il let- mente». del 2008. Il vaneggiamento incombe su alita sul: «silenzio spaurito degli uomi- deranno con gli angeli / gli uccelli ad tore distratto: «Anch’io ipotesi umana Annamaria Barreca LETTERE 26 CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI MERIDIANE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 Tutto quello che le donne dicono Nel romanzo di Emanuela Crispo il ritratto impietoso di una generazione incapace di amare

patinati di esistenze apparentemente senti efficacemente il mondo dei gio- Consiglierà di Parità della Provincia di brillanti e “riuscite” i cadaveri dei loro vani oggi, «che ciondolano nei locali Reggio Calabria, Daniela De Blasio, è Ghiande ai porci sentimenti sgualciti e irrealizzati. notturni per cogliere occasionali mo- intervenuta all’incontro e ha invitato a e confetti alle spose Un’opera prima, dai toni forti e menti di esaltazione cui seguono inevi- guardare gli uomini e le donne al di là concitati, con un linguaggio voluta- tabilmente altrettanti momenti di delu- degli stereotipi che continuano ad im- Emanuela Crispo mente giovanilistico, e che di tanto di sione che originano depressioni e de- perare nel nostro tempo e a costruire pp. 120 - € 15,00 tanto si abbandona a momenti di quasi vianze». delle relazioni sociali che superino le involontario lirismo, a testimoniare Di questa instabilità emotiva, sor- apparenze e certi modelli duri a mori- Collana La vita narrata che la voce narrante, Lulù, affascinan- retta da forti dosi di egoismo, è perva- re, un consiglio dato anche alle donne. te single trentacinquenne, è alla ricerca so tutto il romanzo. «Volevo descrive- E l’autrice risponde: «Il mio propo- in fondo solo di un amore vero, di un re una società dove dominano superfi- sito era spingere gli uomini ad analiz- onne in preda alla passio- uomo che sappia andare al di là di cialità e individualismo anche nei rap- zare meglio i propri sentimenti e com- ne amorosa. Tormentate «una superficie bionda su dei tacchi a porti personali, e in particolare quelli portamenti e imparare, forse, ad acco- DD da uomini vanesi e super- spillo, in fondo semplice vanità di qua- amorosi». starsi all’altro sesso in modo diverso, ficiali, incantati dalla bellezza fisica, lunque donna». «Potrebbe essere definito un ro- più vero, più aperto e rispettoso. Ma ma disinteressati alla loro anima. Un Il romanzo, pubblicato dalla Città manzo sociale» continua Pino Bova anche invitare le donne a rinunciare a eterno gioco che ha nome amore, dove del Sole Edizioni, è stato presentato «perché rappresenta il mondo giovani- quella che sembra essere una loro vo- si corteggia, ci si lascia andare, si fug- nello scorso novembre al Salone della le dove c’è voglia di libertà e di libera- cazione atavica, dalla quale rimangono ge e soprattutto ci si fa del male. Provincia di Reggio Calabria, in colla- zione dai codici educativi imposti dal- inevitabilmente travolte e distrutte: Il tono del romanzo di Emanuela borazione con la Promedia, consorzio la famiglia, alla ricerca di esperienze quella di voler cambiare i propri uomi- Crispo è rivelato già nel titolo Ghiande che si occupa di promuovere moltepli- cosiddette del tutto e subito; la Crispo ni». ai porci e confetti alle spose, si tratta ci attività culturali nel reggino e valo- rivela però anche una grande capacità A fronte di accenti spesso feroce- di una sarcastica riflessione sulle mo- rizzare così le promesse del territorio. di analisi psicologica dei personaggi». mente sarcastici e rabbiosi, espressi dalità e qualità dei rapporti amorosi in E a giudizio del suo presidente, Euge- L’autrice lavora a stretto contatto anche nel finale definito dall’editore e gli uomini insieme dovrebbero rico- una città di provincia, rappresentativa nio Siracusa, Emanuela Crispo lo è a con le donne, e proprio raccogliendo le “pirotecnico”, forse questo è semplice- minciare a imparare. di quella società dell’apparire nella tutti gli effetti. Una scrittrice che si af- loro confidenze, i loro sfoghi, ha potu- mente un romanzo d’amore, che parla A concludere la serata la bella quale la nostra epoca sembra essere ir- faccia oggi per la prima volta nel pa- to costruire una storia in cui tante pos- di tutte quelle relazioni che non si performance teatrale dell’attore Enzo rimediabilmente confinata. Un ritratto norama editoriale in cui Franco Arci- sono riconoscersi. «Tutte lamentano la sono sapute coltivare, difendere e fare Maria Dè Liguoro, accompagnato al impietoso, ironico e amaro. Giovani diaco, editore della casa editrice reggi- stessa sofferenza della mia protagoni- crescere bene, forse perché, ci dice pianoforte dal musicista Mario Loca- che mimano l’amore, senza riuscire a na, crede molto. sta, Lulù. A lei do il coraggio di urlare l’autrice, si è smarrita soprattutto la scio, cha ha letto alcuni brani del ro- viverlo nella sua completezza e re- Il critico letterario Pino Bova ha il dolore, la delusione di tutte le donne concezione del rispetto per se stessi e manzo, coinvolgendo la numerosa sponsabilità, lasciando sui marciapiedi sottolineato come il romanzo rappre- di fronte a certi tipi di uomini». La per gli altri. Una lezione che le donne platea. Piccolo mondo antico… calabrese Nel racconto leggero e ironico di Domenico Genovese la storia dei calabresi negli anni 60

una giovinezza vivace e le prime risparmiare i soldi che i “novecento trasferirsi per lavoro. Il tema dell’e- scelte della vita adulta, le lezioni di ladri” tentano di estorcergli attraver- migrazione e del distacco doloroso Il ciliegio del prete greco e gli amici con cui condividere so le tasse in combutta coi soliti av- dalla terra è il leit-motiv malinconi- Domenico Genovese la passione per il calcio e la tentazio- ventori insolventi; l’avvocato Ciara- co del libro, che pure nei toni farse- € ne del ciliegio proibito. mitaro, il cui titolo accademico rico- schi tocca con forza l’amarezza della pp. 136 - 12,00 Cerasi, piccolo paese arrampicato nosciuto honoris causa gli deriva piaga sociale. La storia di Ninì Tut- Collana La vita narrata in collina, è il teatro delle vicende di dall’aver sostenuto qualche esame in toilmondo, emigrante a Chiasso, di- un gruppo di ragazzi le cui vite si in- legge e gli conferisce il titolo di in- venta perciò la storia di un intero trecciano a quelle degli altri abitanti, tellettuale e un’aura da erudito di- paese e di un’epoca tutta: trasferito ra di essi uno eccel- personaggi comici e ameni, vere staccato dalle cose terrene, abilità ormai da anni con la famiglia, vive leva per la sua mae- proprie “maschere” che sotto l’egida che sfoggia con saggio pragmatismo; un’esistenza “provvisoria”, nel ricor- ““FF stosità: alto, frondo- dell’ironia dissacrante del narratore il dottore Bebè Certomosca, medico do costante dei luoghi lasciati alle so, svettante con i suoi grandi e folti svelano a tratti una vena amara, resa di Cerasi che da una contrada vicina spalle, nella sensazione di un’appar- rami rivolti verso il cielo; le sue cilie- ancora più vivida dalla miscela di arriva una volta a settimana a trovare tenenza inscindibile che diviene tut- gie maturavano un mese prima delle malinconia e umorismo. Il carosello i suoi assistiti con cui si attarda mol- tavia speranza per il futuro, fede in- altre, erano le più belle le più rosse, le dei tipi umani è la vera forza del ro- to più facilmente nelle conviviali crollabile nel ritorno. Fino al giorno più proibite: il ciliegio del prete!” manzo, che si dipana attraverso lo riunioni notturne che durante le visi- in cui decide di comprare quelle ten- Il ciliegio, icona di una terra che scorrere quieto della vita di provin- te appena accennate, approssimate de mai messe alle finestre, conside- promette bellezza, messe allettante cia e della quotidianità dei suoi pro- da un “Dassa futtiri” che ne riassume rate inutili per quella stessa sensa- da trafugare per godere appieno del tagonisti. Troviamo Don Peppe, pro- la bonaria indolenza. Fino ad arriva- zione di ineluttabile accadimento per sapore della conquista è il pretesto prietario del bar del paese e centro re alle struggenti pene d’amore di cui prevedeva - quasi come fosse la con cui Domenico Genovese ci ac- della vita sociale, che nelle vesti di Lobetto, innamorato degli sguardi fioritura dei ciliegi - di “Volare in compagna in un viaggio attraverso la un Arpagone nostrano sempre impe- furtivi della giovane Anna, da cui Calabria… per la fine di aprile… Calabria rurale degli anni sessanta, gnato nel suo “contropiede allo Sta- dovrà separarsi per l’improvvisa par- massimo i primi di maggio”. scegliendo lo sguardo curioso di un to”, escogita i modi più bizzarri per tenza della famiglia di lei costretta a Beatrice Mollica ragazzo conteso tra le occupazioni di Un posto nel mondo Il pirata del Mediterraneo

Due Ulugh-Alì Giovani Bambace Il Pirata dei Mari pp. 216 - € 12,00 del Mediterraneo Alfredo Allaro i sono momenti nella vita dopo i quali niente sarà mai come prima, e la pp. 192 - € 10,00 sensazione di stare vivendo qualcosa di profondamente diverso è molto CC reale. È come svegliarsi da un lungo sonno, tutto intorno a te è cambia- to, ma ciò non spaventa: tra le cose quotidiane, dentro sguardi fissati da fotografie lugh-Alì, pirata del Me- ingiallite, dietro persiane e arabeschi di ombra, sapevi che niente era come sembra- diterraneo, uno dei prota- va. Su questo intrigante tema narrativo si muove Due, romanzo di esordio di Gio- UU gonisti della storica bat- vanni Bambace, uscito da poco presso Città del Sole edizioni. taglia di Lepanto, è una leggendaria Romanzo molto intenso, che si svolge tra Bologna e Bagnara, Due racconta di figura calabrese. Si presume che il un perdersi e di un ritrovarsi: Andrea, il protagonista, ritiene di avere tutto quello suo vero nome sia stato Luca Galeni, che a trent’anni basta per trascorrere una vita normale, ma un tragico incidente, nel ribattezzato all’Islam con il nome quale perderà entrambi i genitori, gli sconvolgerà doppiamente l’esistenza, facen- Ulugh-Alì. Passò alla storia come dogli scoprire il mistero della sua nascita. profondo conoscitore della naviga- Andrea è catapultato di colpo in una dimensione parallela, in un mondo scono- zione, uomo determinato e audace, sciuto, senza alcun punto di riferimento in merito alla sua adozione, e in lui cresce forte un sentimento di rabbia e ranco- stratega di battaglie nei mari nel sedicesimo secolo. re per chi non ha detto, per chi ha sempre taciuto, e, nel contempo, in verità, si sente incredibilmente poco stupito. Solo L’autore ne tratteggia la vita avventurosa e i viaggi, mescolando ora avverte come un macigno il peso dei silenzi, del non detto, e il dolore autentico per quello che crede essere un grande realtà e fantasia. Rapito dai Turchi dalle coste calabresi, l’autore ne si- inganno lo proietta in una pericolosa spirale. Ovunque, in casa, per strada, si materializzano piccoli segni, frammenti che tua in Gerace l’origine, il giovane Luca si trasforma in un pirata dei non erano mai stati del tutto chiari miracolosamente vanno a posto, e lui comincia un tenace viaggio, fuori e dentro se mari, che viaggia lungo tutto il Mediterraneo, realizza l’Associazione stesso, per ritrovarsi. La domanda che percorre con lucida sofferenza l’intero romanzo è legata alla necessità di ogni es- dei fratelli musulmani, diventando il capo indiscusso della pirateria nel sere umano di essere parte di un qualcosa di riconoscibile, di essere parte di una storia, di una vita, di un disegno, e in mare nostrum. Leggendaria anche la sua partecipazione alla battaglia di molte parti del testo si riflette attentamente sulla difficoltà di chi sente di non avere un posto nel mondo. Lepanto contro la flotta della Lega Santa. Il protagonista ha bisogno di coordinate precise, deve in qualche modo ricongiungersi alla fonte, crede che solo La secolare opposizione tra mondo islamico e mondo cattolico che quella sia la strada per continuare a vivere o, forse, per cominciare finalmente a vivere. ha attraversato lunghi periodi della nostra storia, e ancora oggi si ripro- Con questi propositi, dopo aver raccolto nella città del Nord dove vive altri preziosi tasselli, che gli consentono di pone con tutto il suo carico di ferocia e sanguinaria violenza, trova in ritrovare parte della verità e l’amore, intraprende un lungo viaggio che lo riporta alla terra di origine dei suoi genitori, questa singolare figura una cerniera particolare e densa di simbolismi. Bagnara, dall’amico d’infanzia, dal nonno, figura basilare del romanzo, a immergersi in antichi rituali di appartenenza Eroe-antieroe moderno, fuori dalle norme, ma capace di autodetermi- per cercare di placare la rabbia che gli offusca il cuore. Scoprirà che anche lui ha un posto nel mondo, l’ha sempre nare il proprio destino, passando da schiavo a capo, da sradicato ad avuto, là, in quel luogo in cui era capitato deposto da un magico paracadute, scoprirà che e che l’amore non segue “abitante del mare”, è simbolo di una libertà e di una concezione del solo la strada del sangue, esso è un dono disinteressato, non ha bisogno di certificati, così come la vita stessa è un mondo del tutto moderna che informerà di sé la civiltà occidentale. dono, il dono più grande che un essere umano possa avere. Convertito all’islam per opportunismo, fa della sua appartenenza re- Il suo posto era sempre stato lì, sulla barca di Ciccio a pescare, al capezzale del letto di ospedale del nonno Gio- ligiosa un vessillo di battaglia, uniformandosi così a coloro che erano vanni, nella cucina profumata di basilico della nonna Maria, dentro una storia scritta per lui dai suoi genitori e da loro stati nemici della sua gente. vissuta per lui e con lui; e Andrea, ora, lo sapeva. Il racconto si snoda ricco di particolari geografici e storici, rendendo- Maria Zema lo una lettura utile e interessante per i giovani studenti. LETTERE N. 16 - Ottobre / Novembre / Dicembre 2008 MERIDIANE CITTÀ DEL SOLE EDIZIONI 27 Il giudice, la città, la mafia La magmatica realtà criminale reggina raccontata da un magistrato in prima fila

Non ce lo siamo mai detto; ma solo vissuta, ma anche plasmata nel senza e le stesse articolazioni delle Pubblichiamo l’intervento del certamente c’è una sorta di compli- momento processuale che ha sì na- dinamiche del fenomeno mafioso. dott. Salvatore Di Landro, S. cità nel bene, che nasce da quella tura cognitiva, ma che in essa ri- Tutta la letteratura, tutta la saggi- Procuratore Generale presso la comunione di ideali, di sogni, di tre- comprende la profonda rivisitazione stica su tale fenomeno può per lar- Corte di Appello di Reggio Ca- pidazioni, che contestualmente in e l’analisi circostanziata di una ghi versi trovare chiarezza e sempli- labria, tenuto alla presentazione quel momento abbiamo vissuto e realtà criminale magmatica, che ri- ficazione dalla cognizione che se ne del libro “La libertà rubata” di che ci ha accompagnati in tutti que- marrebbe sommersa ed obliata ove trae dalla lettura dell’opera del Pre- Pasquale Ippolito, svoltasi lo sti anni, nel profondo convincimen- la magistratura, unitamente alle for- sidente Ippolito. to di esercitare una delle funzioni ze di polizia, non la portasse alla Egli, nel suo racconto, enuclea scorso 8 settembre presso la spiritualmente più alte e nobili del- luce e la trasformasse in realtà stori- tutte le facce del prisma mafioso Terrazza della cultura dell’On. l’uomo: quella di attuare, umana- camente accertata. nella sua poliedricità, ed ognuna di Natino Aloi, organizzata in col- mente, la giustizia in terra. Ed il libro tradisce la sua vera esse mette in rilievo l’effige con i laborazione con il Circolo Cul- Ecco perché in altra occasione natura: anche il semplice lettore co- contorni ben definiti; sicché l’im- turale “Giuseppe Calogero” e ho detto che il vero magistrato è an- glie subito che, contrariamente all’ magine che se ne trae è di straordi- il Centro Studi “F. Grisi”. che lui “sacerdos in aeternum” del “introibo” dell’autore, non si tratta naria nitidezza. suo essere giudice, investito di una di un’opera di fantasia, ma di una E la peculiarità dell’opera, che la “sacertas”, che non si può mai di- ricostruzione storica del fenomeno rende particolarmente apprezzabile, on vero piacere ho ade- smettere e che ci accompagna per mafioso nel distretto di Reggio Ca- consiste nel fatto che non si tratta di rito all’iniziativa di que- tutta la vita. labria. un saggio specialistico, che come CC sto incontro rivolto a Orbene, l’occhio attento coglie, «L’Historia - diceva il buon don tale potrebbe risultare pedante. commentare il libro del Presidente anche ad una prima lettura della no- Lisander - si può veramente definire La forma del romanzo, con la vi- Ippolito: La libertà rubata. stra opera, che essa è stata scritta da una guerra illustre contro il Tempo, vezza dei personaggi, il susseguirsi Il mio particolare gradimento na- un magistrato: il libro, pur calibrato perché togliendoli di mano gl’anni incalzante dei fatti narrati, ne rende La forma discorsiva, il susseguir- sce dal fatto che trattasi di un even- su un sottile umorismo, è pervaso suoi prigionieri, anzi già fatti cada- la lettura avvincente; il lettore è pre- si dei dialoghi rende l’opera scorre- to letterario di grande spessore, le- da una profonda amarezza, da un veri, li richiama in vita, li passa in so dalla trama, dalla quale è difficile vole e gradevole alla lettura. pessimismo sconsolato sulle sorti di rassegna, e li schiera in battaglia». staccarsi ed alla quale torna appena gato a tematiche di enorme attualità, Il piglio dello scrittore è sicuro, questa terra nel contrasto con quel Dello storico l’opera è espressio- possibile. che incidono direttamente e note- da maturo professionista; ammire- volmente sulla nostra vita di cittadi- fenomeno cancerogeno, ormai meta- ne per la ricostruzione attenta, direi I toni sono all’occorrenza neces- ni calabresi, e ancor di più, preci- statico che incide nelle più profonde quasi minuziosa, degli aspetti più sariamente forti, poiché truce è la vole è la capacità di costruire la sto- puamente, sulla funzione di magi- fibre della nostra società al tempo emblematici delle vicende di mafia storia della mafia, ininterrotto il filo ria in un susseguirsi di dialoghi strato che da oltre trentasette anni stesso vi è una partecipazione dolen- che hanno insanguinato questa terra, di sangue che la connota quale stru- espressi con grande forza e con una svolgo. Ma non direi tutto, se non te che tradisce nell’autore non il quali ad esempio l’omicidio del giu- mento e simbolo di essa. costruzione tecnica incredibile in un aggiungessi una notazione di carat- semplice spettatore, lo storico del fe- dice Scopelliti. Ma l’Autore sa essere delicato e autore aduso piuttosto alla stesura di tere strettamente personale, discen- nomeno, ma chi ne vive il dramma Ma il merito certamente più carezzevole quando in punta di pen- provvedimenti giurisdizionali. dente dal rapporto di grande amici- dal di dentro; pur un dono, in conti- grande, importante, del libro, tale na racconta la storia d’amore di Ro- Nel ringraziarlo per averci sor- zia che mi lega al Presidente Ippoli- nua lotta per l’affermazione del che a mio avviso bisognerebbe con- salba e Gabriele. preso per il regalo che dalla godibi- to, appunto da trentasette anni; pre- bene, e che individua nel “dolore” la sigliarne la lettura anche agli stu- «Dal letame, nascono i fior», le lettura dell’opera ne abbiamo cisamente dal giugno del 1971, regola universale al di là del risultato denti delle scuole medie superiori, cantava De Andrè. tratto, non possiamo non pretendere quando entrambi varcammo la so- che da tale lotta può scaturire. oltre al più vasto pubblico, è che da Così, il pessimismo è stemperato da Lui che essa abbia un seguito, glia del tribunale di Messina per in- L’occhio attento coglie poi nel- esso si coglie pienamente tutta la da quel germoglio di pulizia, di ri- naturalmente in tempi brevi. traprendere, da giovani uditori, la l’autore il giudice, profondo cono- mentalità, la logica, la metodologia, scatto che il messaggio dei due ra- nostra tormentata funzione. scitore della materia per averla non le finalità: in una parola tutta l’es- gazzi ci trasmette. Salvatore Di Landro Palizzi rende omaggio al suo scrittore Enzo Movilia Nemo profeta in patria? pagnato dall’Assessore alla cultura lia, in compagnia della sua adorata che riguardano, sì, la sua terra, ma Non Enzo Movilia, non in questa Gianni Vacalebre, che si è speso Peppa e di un’altra coppia di amici, che, come nella sua ultima fatica circostanza, non a Palizzi, deliziosa molto per la migliore riuscita del- scritto in collaborazione con la mo- letteraria, si dilatano e si espandono cittadina della Calabria ionica che l’incontro, Enzo saluta tutti con sin- glie, appunto la Peppa, anche ad altri mondi, molto diversi meglio non avrebbe potuto onorare cera cordialità e colpisce l’eleganza Per celebrare l’evento letterario e e lontani dal nostro, geograficamen- il suo scrittore in una serata indi- dei modi, dolci e decisi, del mana- dare maggiore spessore all’incontro, te e culturalmente. La sua straordi- menticabile di questa calda estate ger quale egli è stato per lunghi anni l’Editore Franco Arcidiaco, titolare naria padronanza della lingua e la che sta per lasciarci. nella Direzione Finanziaria e di della “Città del Sole Edizioni” ed il competenza che gli deriva dai suoi L’appuntamento era il 28 luglio quella del Commercio Internaziona- Direttore editoriale Lucio Pasquale frequenti viaggi attorno al mondo, scorso, all’imbrunire, ed un volo di le in una multinazionale petrolifera. hanno voluto testimoniare con la per esigenze professionali o per va- farfalle, frutto della fantasia del L’Associazione Culturale “Paliz- loro presenza al tavolo presidenziale canza, hanno la capacità di rendere creativo Lucio Pasquale, indicava la zi” ha curato ogni particolare del- la stima verso lo scrittore di Palizzi. avvincente il racconto e di coinvol- strada verso l’antico borgo di Paliz- l’organizzazione dell’evento e la Il momento culminante della se- gere emotivamente il lettore inchio- zi, tanto caro e tanto amato da Enzo Banda Musicale di Palizzi, per rata, condotta con competenza e dandolo alla pagina. Movilia perché proprio lì, su un co- espressa decisione del suo Presiden- brio dal Dott. Angelo Ferraro, è sta- Dalle pagine di Dal Sahara al- cuzzolo di una collina che presta il te Fortunato Plutino, ha voluto ac- to quando il Sindaco di Palizzi Gio- l’Equatore emerge il valore del fianco alla fiumara canterina, quasi cogliere l’Autore con un’allegra vanni Nocera, a nome suo, della sua viaggio accostato al concetto di ri- per accompagnarla nel suo lento ci, si, insomma, in un secolare fran- marcia sinfonica. I successivi inter- Amministrazione e dell’intera co- cerca, di scoperta dei luoghi e di se percorso a valle, si adagia dolce- toio, il Prof. Franco Plutino, al co- mente la mitica Casa delle Pirarelle mezzi musicali hanno allietato la se- munità palizzese, ha letto il “Pub- stessi, scoperta sempre nuova e rata, supportando magnificamente blico elogio alla figura ed all’opera sempre accompagnata dallo stupore mando di un esercito di abilissimi della famiglia di Enzo che ispirò, cuochi, faceva filtrare antichi efflu- ormai tanti anni fa, l’indimenticabi- l’alto e severo profilo letterario. letteraria di Enzo Movilia, interpre- e dalla commozione. Il viaggio che La piazza era gremita di gente, te dell’anima del sud e faro di me- consente il contatto ed il confronto vi che inebriavano gli animi e ri- le primo libro dell’autore palizzese. chiamavano alla convivialità. La mente si serve dello sguardo ma come succede sempre negli in- moria storica della nostra identità”. con culture e paesaggi diversi, che contri a cui Enzo Movilia partecipa La relativa delibera è stata, poi, aiuta a capire la propria dimensione. L’epilogo della serata non poteva per rivivere il percorso, i colori ed i che svolgersi a tavola che per la profumi di quei luoghi ormai silen- nelle varie regioni d’Italia, sono sta- consegnata allo scrittore con una La notte avanza placida e serena, ziosi dove il tempo, però, sembra ti i giovani che hanno voluto tribu- breve ed emozionante cerimonia. ma nessuno accenna ad andarsene. gente di Calabria rappresenta nella essere trascorso molto lentamente. targli grande affetto, perché nei libri Nel corso della manifestazione Enzo racconta, interpella, rievoca, e sua primordialità il coronamento di La piazza aspetta Enzo e si di questo autore trovano i temi nei Anna Marino, autrice anche di un nessuno fiata. È una notte magica e ogni momento importante. preannuncia una felice serata tra quali essi si riconoscono. simpaticissimo sonetto dialettale in Palizzi la ricorderà a lungo. amici. L’occasione dell’incontro è stata onore di Enzo, ha letto brevi brani È vero, Enzo Movilia ha affasci- Mariella Bevilacqua Ecco spuntare laggiù, sotto la l’uscita del nuovo libro di Enzo, dei libri dell’Autore e il folto pub- nato e catturato letteralmente il nu- (Redattrice di Calabria Ulteriore) grandiosa rocca del castello, il suo Dal Sahara all’Equatore, uno blico ha potuto apprezzare ancora merosissimo pubblico, ma…nel capo splendidamente canuto e la splendido racconto a due voci di una volta l’emozione che Enzo Mo- frattempo dalle cucine allestite per M. Antonietta Dolce gente gli si stringe attorno. Accom- viaggi in Africa, in Asia e in Austra- vilia riesce a trasmettere con storie l’occasione in ambienti caratteristi- (Docente di lettere) Premio a Daniele Zangari

stato conferito a Daniele Zangari per il suo saggio Sulla via da se- percorsi, suggeriti da Raphael: l’intensa aspirazione alla liberazione:; saper guire. Frammenti di un percorso iniziatico il Premio Letterario Na- rientrare in se stesso…; saper ritrovare l’ardire ad essere sordi a tutto ciò che È zionale “Guglielmo Calarco” 2008 con la seguente motivazione: il mondo e la società possono offrire..; la ricerca caratterizzata dalla discri- «Afferma Daniele Zangari che l’uomo aspira alla felicità, ma che non minazione mentale tra reale e non reale, con relativa istanza di conoscenza; può raggiungerla perché non conosce, non conosce più il percorso che deve adesione alla verità percepita. La verità, come la virtù, come il seme della seguire per realizzarla… E difatti egli ha smarrito la memoria dell’originaria perfezione è in noi, poiché in ciascuno è insito un frammento, infinitesimo, perfezione, ne stravolge il senso e il significato, persegue beni fugaci ed illu- ma che può espandersi all’infinito, dell’essenza divina. Sta a noi saperla co- sori, che lungi dal riportarlo a ciò che era in origine e a cui tende, lo allonta- gliere e farci plasmare da essa. nano sempre più e lo seppelliscono sotto le scorie dell’egoismo, dell’intolle- Il saggio costituisce un perfetto decalogo, articolato e visto da molteplici ranza, del disatteso amore verso il prossimo. punti di vista e tale da orientare chi voglia cimentarsi in un percorso iniziati- Da ciò, infelicità, insoddisfazioni, affanni, ricerca della verità al di fuori co che preluda alla liberazione, alla realizzazione e alla conquista di noi di sé. Come riscattarsi da questa condizione? Zangari indica alcuni possibili stessi». I C A R S.R.L. CONCESSIONARIA

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