Strategie E Forme Della Comunicazione Mafiosa

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Strategie E Forme Della Comunicazione Mafiosa UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN COMUNICAZIONE PUBBLICA E D’IMPRESA LA PAROLA AL PADRINO: STRATEGIE E FORME DELLA COMUNICAZIONE MAFIOSA Tesi di Laurea di: Simona Apollonio Relatore: Prof. Nando Dalla Chiesa Correlatrice: Prof.ssa Maria Luisa Leonini Anno Accademico: 2011/2012 INDICE PARTE I .................................................................................................. 8 La comunicazione interna alla mafia ................................................... 8 CAPITOLO I ............................................................................................... 9 Lo stile comunicativo degli uomini d’onore ........................................... 9 1.1 Dalla comunicazione orale all’uso della tecnologia ................................ 9 1.2 Bernardo Provenzano ............................................................................... 14 1.2.1 Un boss “sgrammaticato”… .............................................................. 14 1.2.2 …e prudente ........................................................................................ 17 1.2.3 I destinatari ......................................................................................... 21 1.3 Le donne di Cosa Nostra .......................................................................... 27 1.4 L’uso dei soprannomi ............................................................................... 29 1.5 Impliciti, metafore e allegorie .................................................................. 31 CAPITOLO II ............................................................................................ 33 Stile comunicativo o strategia? ............................................................. 33 2.1 Cosa Nostra cambia volto ........................................................................ 33 2.2 La strategia della conservazione ............................................................ 35 2.2.1 Finta umiltà ......................................................................................... 36 2.2.2 “Con il volere di Dio” ......................................................................... 38 2.2.3 I canali di comunicazione .................................................................. 39 3 2.3 La strategia della mediazione .................................................................. 42 2.4 La strategia acquisitiva ............................................................................ 45 PARTE II ............................................................................................... 49 La mafia comunica con l’esterno ....................................................... 49 CAPITOLO III ........................................................................................... 51 Parlo così perché… ................................................................................ 51 3.1 L’uso strumentale dei media.................................................................... 51 3.2 Il caso dei grandi pentiti ........................................................................... 54 3.2.1 Per conservare l’onore ....................................................................... 55 3.2.2 Per la propria vita e per vendicare quella dei propri familiari ........ 59 3.2.3 Per combattere la mafia ..................................................................... 60 3.2.4 Per saperne di più: i pentiti “di seconda generazione” .................. 64 3.2.5 Il ruolo degli inquirenti ....................................................................... 68 3.3 I “veri uomini d’onore” ............................................................................. 71 3.3.1 Per non compromettere la propria situazione giudiziaria .............. 72 3.3.2 Per la conservazione dell’organizzazione ........................................ 78 3.4 Il ruolo delle donne ................................................................................... 80 3.4.1 Per i figli .............................................................................................. 81 3.4.2 Per amore ............................................................................................ 83 3.4.3 Perché Cosa Nostra viene prima di tutto ......................................... 85 CONCLUSIONI ..................................................................................... 88 BIBLIOGRAFIA .................................................................................... 91 4 INTRODUZIONE La mia tesi nasce dalla riflessione che non ci si debba limitare a considerare le organizzazioni mafiose come fenomeni malavitosi e di criminalità, ma che si debba piuttosto prendere atto del fatto che esse siano diventate delle forme organizzative che possono assumere le sembianze di vere e proprie imprese e di vere e proprie “istituzioni”. A partire da questa considerazione, dunque, è semplice capire come, per le organizzazioni mafiose, così come per le imprese e le istituzioni legali, risulti fondamentale la dimensione comunicativa, rivolta sia verso l’interno che verso l’esterno. Al fine di tenere ben distinti questi due aspetti di quella che possiamo certamente definire una “comunicazione mafiosa”, l’elaborato sarà diviso in due parti: nella prima parte ci occuperemo del linguaggio utilizzato all’interno dell’ambiente mafioso, mentre nella seconda ci si concentrerà sul linguaggio di cui si sono avvalsi gli affiliati dell’organizzazione criminale Cosa Nostra per comunicare con l’esterno. La prima parte sarà divisa, a sua volta, in due capitoli. Ciò ha come obiettivo principale quello di analizzare separatamente da una parte lo stile comunicativo dei mafiosi, il loro modo di esprimersi come risultante della loro personalità, del loro grado di istruzione, nonché del timore di essere identificati, e, dall’altra, la strategia alla quale tale stile comunicativo risulta funzionale. Per quanto riguarda il primo capitolo, in primo luogo, si fornirà una breve descrizione di come la mafia, la cui comunicazione inizialmente era esclusivamente orale, abbia conosciuto nel tempo un numero sempre maggiore di casi di tracce scritte, fino all’uso da parte degli affiliati addirittura di computer e Internet. Ciò va chiaramente contro la regola più ferrea dell’organizzazione, che le ha permesso di sopravvivere tanto a lungo, cioè quella secondo la quale ogni uomo d'onore è tenuto a rispettare la “consegna del silenzio”, non può svelare ad estranei l'appartenenza all'organizzazione, né i segreti di Cosa Nostra. Si vedrà, quindi, come la traccia scritta rappresenti la minaccia più grande alla sopravvivenza dell’organizzazione. In secondo luogo, avvalendosi dei “pizzini” e delle intercettazioni rinvenuti all’interno di atti giudiziari o nella letteratura sull’argomento, si tracceranno le caratteristiche dello stile comunicativo creato da Bernardo Provenzano, uno stile “sgrammaticato”, conseguenza diretta del fatto che il boss non avesse 5 finito la seconda elementare, e caratterizzato da molta prudenza. Nonostante il pizzino sia uno strumento difficilmente intercettabile, infatti, resta comunque la possibilità che questo possa giungere nelle mani delle Forze dell’ordine. Varie e numerose sono, quindi, le precauzioni che il padrino e i suoi adepti prendono per evitare questa possibilità. Nel secondo capitolo, invece, verrà svelata la tattica di Provenzano. Quello che ad una prima lettura può sembrare l’umile stile di un boss incolto e sempre attento alle opinioni altrui, risulterà, invece, essere una chiara strategia di comando. Tale strategia risulterà essere la conseguenza di un’attenta riflessione del boss sulla condotta del suo predecessore, Totò Riina e sulle due principali conseguenze cui questa aveva condotto: una diminuzione del consenso dentro e fuori dall’organizzazione e una forte reazione da parte dello Stato. Avendo compreso questo, dunque, risulta logico l’utilizzo dei pizzini quale strumento finalizzato al perseguimento di una strategia. Con tale strumento, infatti, Bernardo Provenzano può mediare tra gli affiliati al fine di rinsaldare i rapporti tra di essi (strategia della mediazione), tra essi e l’organizzazione per evitare che collaborino con la giustizia (strategia della conservazione) e, infine, tra essi e il mondo imprenditoriale per acquisire maggiore denaro e maggior potere (strategia acquisitiva). La seconda parte riguarda le modalità di comunicazione del mafioso con l’esterno dell’organizzazione. In questa fase ci si avvarrà dell’utilizzo di interviste, concesse dagli uomini d’onore a testate giornalistiche o ad emittenti televisive, e di loro deposizioni. Anche in questa seconda parte verrà descritto lo stile utilizzato, conseguenza della personalità e del ruolo degli uomini d’onore, e la strategia, la modalità di comunicazione che essi utilizzano per perseguire determinati obiettivi. Nel caso della comunicazione esterna, però, i due aspetti non saranno analizzati separatamente, perché si è in assenza di una strategia univoca. Si descriveranno piuttosto gli interessi (personali o riguardanti la conservazione dell’organizzazione) per conseguire i quali ogni uomo d’onore ha scelto di utilizzare un modo di comunicare piuttosto che un altro. Se da una parte, però, non sarà possibile individuare uno stile comunicativo funzionale ad una strategia che sia unica per tutti gli uomini d’onore, dall’altra si potranno dividere tali uomini in due categorie, all’interno delle quali il linguaggio utilizzato risulterà completamente differente e funzionale 6 ad
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