Nuovi Blocchi Urbani a Milano Progetto Per L'area Della Caserma

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Nuovi Blocchi Urbani a Milano Progetto Per L'area Della Caserma Nuovi Blocchi Urbani a Milano Progetto per l’area della Caserma Montello Tesi di Laurea di: Danqing Zhu Politecnico di Milano Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni Laurea Magistrale in Architettura AA 2015 / 2016 Relatore: Prof.ssa Ilaria Valente Correlatore: Prof.ssa Giulia Setti Indice IV. Elementi compositivi 42 4.1 Elementi dello spazio costruito •Casa in linea Abstract 04 •Casa a corte 4.2 Elementi dello spazio aperto I. Letture 06 • Le piazze: articolazioni dello spazio pubblico • Le corti: lo spazio commune delle residenze 1.1 Studio sull’area dell'ex-Caserma • I percorsi • Morfologia generale • I piani storici V. Riferimenti progettuali 50 1.2 Studio dei quartieri residenziali e delle tipologie 5.1 Progetti a scala urbana: città, quartieri • Inquadramento dei quartieri • Studio dei quartieri 5.2 Progetti a scala architettonica: edifici residenziali • Studio delle tipologie 62 1.3 Caserma Montello VI. Bibliografia • Facciate urbane: i caratteri architettonici • Evoluzione urbana storica VII. Sitografia 63 II. Strategia Progettuale 26 VIII. Allegati 65 2.1 Gli elementi significativi • Maglia urbana • Spazio aperto • Margini edificati e accessibilità • Corti urbane 2.2 Azioni progettuali • Porosità e griglia • Pieni e vuoti • Volumi e usi III. Il Blocco Urbano 34 3.1 Impianto volumetrico 3.2 Le forme dell’abitazione: tipologie e unità 3.3 I volumi e i materiali • Basamento • Coronamento • Fronti • Materiali ABSTRACT La tesi propone un progetto di nuovi blocchi urbani a Milano per l’area della Caserma Montello e lo studio dettagliato di una tipologia abitativa in grado di integrarsi con il carattere urbano dell'isolato proposto. La Caserma Montello, costruita nel 1910, si trova oggi in stato di abbandono, nonostante sia parte di un tessuto urbano fortemente consolidato. L’obiettivo del progetto è lo studio e l'approfondimento dei caratteri del blocco urbano, integrando il quartiere residenziale e i suoi spazi pubblici nel tessuto urbano della città. Il progetto intende affrontare e studiare la molteplicità di usi e la complessità delle forme dell'abitare nella città contemporanea. Il progetto prevede la realizzazione di due nuovi quartieri residenziali composti da case a corte ed edifici in linea e di un sistema di spazi e funzioni di interesse pubblico che favoriranno la permeabilità e la fruibilità del luogo a tutto il quartiere. Attraverso il ridisegno dei quartieri esistenti e lo studio tipologico della casa a corte, si configura una nuova centralità urbana per la Caserma Montello, in grado di tornare ad essrere elemento di unione e relazione con il tessuto urbano. 1.1 Masterplan dell'isolato della Caserma Montello 4 5 I. LETTURE 1.1 Studi sull’area dell'ex-caserma 1.1.1 Morfologia generale La Caserma Montello, costruita nel 1910 con l’introduzione del piano Pavia Masera, si trova in un brano di città particolare, oggi in stato di abbandono, in seguito alla dismissione di numerose caserme sul territorio comunale. Localizzata in un tessuto urbano fortemente consolidato, l’area si configura come un limite invalicabile, al margine nord della Piazza Firenze, che fissa la cerniera tra il disegno napoleonico del Corso Sempione e la Fiera. Il contesto limitrofo all’area di progetto A nord del recinto della caserma, edificata a partire dal 1910, le maglie di piano accolgono un tessuto degli inizi del Novecento, nuove misure e tipologie, come le corti del quartiere popolare Mac Mahon, gli edifici 1.1.1 Mappa di Milano in linea del quartiere I.A.C.P Varesina. A sud, i blocchi compatti ottocenteschi e novecenteschi sono innestati da edifici costruiti tra il 1950 e 1980. Lungo il Corso Sempione, il viale Certosa, isolati più irregolari accolgono un tessuto misto, composto da edifici produttivi, commerciali, residenziali di differente qualità e consistenza. Gli edifici lineari su via Caracciolo sono di carattere residenziale con attività commerciale al piano inferiore, mentre lo spazio sportivo a prospiciente la via Arimondi ospiterà spazi per attività pubblica. La Caserma comunale e gli altri spazi di interesse pubblico favoriscono la permeabilità dell’area a tutto il quartiere. Mentre si nota uno spazio abbastanza ampio dedicato alle attività sportive. Si coglie infine una parte destinata ancora a manufatti di piccola dimensione. 1.1.2 La Caserma e il quartiere Mac Mahon 6 7 1.1.2 I piani storici Il piano Beruto (1889) ha fissato la misura dell’isolato milanese cui si è conformata la densità dei blocchi ottocenteschi e novecenteschi, isolati di circa 400 metri di lato, con larghezza stradale di 40 metri, che delimitano il perimetro della nuova Milano. Un altro aspetto caratteristico del piano è l’importanza che assume la vasta zona di ampliamento prevista e la modestia degli interventi di sventramento all’interno delle mura spagnole. Inoltre si amplia la città senza specificarne le funzioni, limitandosi al lavoro sulla rete stradale. Legato a ciò la scelta di limitare i tracciati stradali solo a quelli principali. Si afferma anche la scelta di non avere utilizzato una lottizzazione rettangolare, ma di aver optato per una lottizzazione irregolare. Infine, per quanto riguarda le piazze, Beruto definisce un sistema di piazze circolare per esempio la piazza Firenze. Il piano Masera (1911) prevede e realizza il sistema infrastrutturale della città attuale, sia le principali attrezzature urbane che si aggiungono a quelle già esistenti, sia buona parte degli insediamenti 1.1.3 Piano Beruto per la città di Milano,1884 della città consolidata. Nel centro storico viene accentuato il processo di demolizione e di trasformazione terziaria mentre la periferia viene allargata. Però non tende a sviluppare l’espansione della città verso nord. Lì come unico criterio di differenziazione delle destinazioni troviamo la diversa dimensione dei lotti, più ampi per le localizzazioni industriali, più minuti per quelli residenziali. Il piano Albertini (1933) aggiunge e trasforma parti marginali di Milano, mentre raccoglie e sviluppa un disegno per la parte centrale della città, in cui si sovrappongono opere già previste nel piano precedente. Nella zona centrale, vengono definite una rete di grandi arterie larghe 30 metri, con l’intento di decongestionare la piazza del Duomo. Nella zona periferica, è prevista una grande anulare esterna, come quella disegnata da Beruto. Negli anni successivi, ogni lotto viene reso immediatamente edificabile attraverso una fitta rete stradale, impostata su una rigida gerarchia composta da piazze, viali, strade primarie, strade secondarie. 1.1.4 Piano Masera per la città di Milano,1912 8 9 1.2 Studio dei quartieri residenziali e delle tipologie 1.2.1 Inquadramento dei quartieri Il tessuto urbano della città di Milano è costituito dalla stratificazione di molteplici soglie storiche e può anche essere letto come l’aggregazione di diversi quartieri. Sulla base dell’immagine morfologico dei manufatti, vengono scelti otto quartieri per periodo storico di edificazione e per dimensione, permettendo uno sguardo approfondito, dell'impianto edificazione sulla forma della città. Dal punto di vista storico, alcuni sono realizzati allo stesso periodo come l’area della Caserma, altri sono realizzati dopo la seconda guerra mondiale. Invece la differenza di dimensione è notevole tra la Mura spagnole e la periferia. 1. Primo quartiere popolare della Società Umanitaria Il Primo quartiere popolare della Società Umanitaria, è un quartiere operaio di via Solari. Anche un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano, costruito fra il 1905 e il 1906 dalla Società 1.1.5 Piano Albertini per la città di Milano,1934 Umanitaria su progetto dell'architetto Giovanni Broglio. Si sviluppa su un unico isolato sull'area nella parte sud-ovest della città. Composta da 240 appartamenti fra monolocali, bilocali e trilocali. L'architettura del quartiere viene definita come “liberty minore” che non può presentare le elaborate decorazioni . 2. Il quartiere Mac Mahon Il quartiere Mac Mahon è un complesso di edilizia popolare a Milano, nella zona nord-occidentale della città. Prende il nome da via Mac Mahon, importante asse viario della zona. Il quartiere occupa un'area rettangolare di 32 000 mq, inserita nella maglia ortogonale del piano regolatore Pavia-Masera, e delimitata sul lato nord-orientale da via Mac Mahon. Le case popolari rappresentano una sintesi delle tipologie costruttive proposte della manualistica coeva: casette isolate o in serie a due piani, edifici con cortile interno di quattro piani con ballatoi. Tutti gli elementi costruttivi servono per consentire un facile confronto economico fra le diverse soluzioni. 1.1.6 Stato Attuale 10 11 3. Il quartiere Spaventa Il quartiere Spaventa è un complesso di edilizia popolare a Milano, si trova nella zona meridionale della città, lungo il Naviglio Pavese. Il piano prevedeva una costruzione di 3 800 locali divisi in quattro quartieri in grado di incidere sull’espansione urbana complessiva. Si compone di fabbricati di tipologia diversa, così da poter confrontare diverse soluzioni e la loro rispondenza alle necessità urbane. È composto da due edifici con cortile aperto, di quattro piani, i cui appartamenti sono collegati da pianerottoli o brevi ballatoi; fra questi due edifici sorge un fabbricato di due piani, adibito a villette a schiera. 4. Secondo quartiere popolare della Società Umanitaria Il Secondo quartiere popolare della Società Umanitaria è un complesso di edilizia residenziale pubblica a Milano costruito fra l'ottobre del 1908 e il novembre del 1909 dall'architetto
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