“L’arte è per noi inseparabile dalla vita....” (F. Tommaso Marinetti)

Negli anni Ottanta, su iniziativa dell’Amministrazione Comu- nale e grazie alla passione di un gruppo di volontari, ha preso forma in Biblioteca la Sezione di Storia Locale, una vasta e ricca raccolta di documenti e fotografie su Novate. Dall’insieme di queste testimonianze è nata la guida Passeg- giando per Novate, un vero e proprio itinerario alla scoperta di luoghi, beni artistici e tradizioni della nostra città. 1 Un modo semplice per celebrare la nostra identità municipale e comunitaria, per capire i processi di trasformazione sociale, culturale ed economica che hanno attraversato la nostra storia e per ricordare gli uomini sulle cui gambe hanno camminato le idee e le cui azioni hanno abitato, rappresentato e proget- tato la nostra Novate. Un modo semplice per valorizzare il patrimonio culturale di uomini che hanno voluto e saputo legare, indissolubilmente, la propria arte alla vita di Novate e ai novatesi.

Assessore Angela De Rosa 2 3

■ Novate Milanese - veduta aerea. Rif. 7 Ringraziamenti La realizzazione di questa piccola signor Claudio Livetti “guida” non sarebbe stata possibile • l’Associazione Giovanni Testori senza l’aiuto di tante persone che, • il Lions Club di Bollate a vario titolo ed in tempi diversi, • la famiglia Fumagalli hanno contribuito a conservare e • la famiglia Milanesi a valorizzare la storia della nostra • la signora Miuccia Gigante della comunità e del nostro territorio: Sezione ANPI di Novate Mila- nese • il dottor Lorenzo Caratti di Val- • il signor Roberto Missaglia della frei, storico locale, autore di gran Sezione ACLI di Novate Mila- parte dei testi riportati in questo nese opuscolo e venuto a mancare di • il signor Ghirimoldi recente • tutti gli autori delle foto pub- • il Gruppo di Storia Locale che ne- blicate e delle fonti da cui sono gli anni Ottanta iniziò la raccolta tratti i testi degli articoli, in parti- dei materiali del Fondo nel quale colare Alessandra Lancini, Sergio sono conservate quasi tutte le Benintende e le scuole di Novate fonti citate nell’opera Milanese • i signori Aleardo Faroldi, Achille Giandrini e Luigi Perego “storici” •la Provincia di Milano. cittadini novatesi, preziosi “ar- chivi viventi” della storia della Grazie a tutti i colleghi del Comu- 2 nostra città ne di Novate che hanno aiutato e 3 • i signori Gattico, Gregolin, Loca- sostenuto questo progetto: ti, Zucca, e tutte le persone che - tutto il gruppo di lavoro della hanno offerto alla Biblioteca la Biblioteca ed in particolare Flavia possibilità di utilizzare i materiali Negri e Mariangela Passerini su Novate in loro possesso; in - l’Ufficio Tecnico ed in particolare particolare la signora Flaminia Raffaella Grimoldi, Elena Morgan- Orlandi D’Amico, per aver do- ti e Antonio Ponetti nato al Fondo di Storia Locale la - Claudia Rossetti, Elena Strazzi, raccolta di diapositive realizzate Simona Lamioni e Gemma Par- dal marito Franco - prematura- ravicini mente scomparso - dalla quale ...e a tanti altri che, nel corso di sono state tratte alcune illustra- questi mesi, ci hanno fornito in- zioni della guida formazioni utili per la realizzazio- • la professoressa Cristina Silvera, ne di questa guida. consulente per la programmazio- ne artistico culturale della Biblio- Un ringraziamento in anticipo a teca di Novate Milanese tutti quelli che, da oggi e per il • gli artisti Maria Grazia Boldorini, futuro, vorranno aiutarci a com- Roberto Ghisellini, Gianfranco pletare, precisare ed arricchire le Lamon, Cesare Rovagnati informazioni che sono raccolte • i parroci di Novate ed i loro nella guida e farne, così, uno collaboratori strumento vivo ed in continua • il prevosto di Busto Arsizio, mon- crescita. 4 5 Avvertenze per il lettore

I testi in genere sono una sintesi di citazioni testualmente tratte dalle fonti depositate presso l’archivio di Storia Locale della Biblioteca di Novate. È stato volutamente mantenuto lo stile espressivo dei singoli contributi per trasmettere, anche stilisticamente, la grande ricchezza e varietà dei materiali utilizzati. Dato il taglio divulgativo dell’opera, non si è ritenuto opportuno appesantire le singole schede con le note nel testo. Le fonti sono riportate in un apposito elenco finale e citate con il numero di riferimento sotto ogni articolo; nello stesso modo vengono indicate le fonti delle illustrazioni. Date indicative sono state inserite nelle didascalie delle foto prive di riferimenti precisi. I monumenti presentati sono quelli che si incontrano nel percorso della passeggiata che vi proponiamo in questa occasione, consapevoli di non aver potuto esaurire, in queste pagine, la descrizione di tutte le “cose notevoli” di Novate. Le opere contrassegnate con il simbolo ▲ sono visitabili previo appuntamento da fissare rivolgendosi ai seguenti recapiti: Tel. 02/35473302 E-mail: biblioteca@.novate-milanese.mi.it Villa Venino Largo Padre Ambrogio Fumagalli, 5 Sito internet: www.comune.novate-milanese.mi.it Biblioteca Comunale Tel. 02/354.73.247-306 Fax 02/39.10.17.45 E-mail: [email protected] Orari: Lunedì 9-12.30 Da martedì a venerdì 9-13/14-19 Sabato 9-12.30/14-18 Ufficio Cultura Tel. 02/354.73.272-309 Fax 02/39.10.41.78 E-mail : [email protected] Orari: Lunedì 9-12.30 Da martedì a giovedì 9-13/14-18 Venerdì 9-12.30

4 5 Indice

Cartina pagina 8

La Storia pagina 10

Passeggiando per Novate pagina 19 1. La Stazione pagina 19 2. Chiesa Sacra Famiglia pagina 20 3. Il “Grande Giocatore” pagina 24 4. Monumento ai Caduti pagina 26 5. Monumento del ciclo “I Racconti della Sera” pagina 27 6. Chiesa S. Carlo Borromeo pagina 28 6. Organo “Gaspare Chiesa” pagina 31 7. Parco Carlo Ghezzi pagina 32 6 7. Torre dell’acquedotto pagina 33 7 8. Stemma Visconteo pagina 34 9. Chiesa SS. Gervaso e Protaso e “Natività della Vergine” di Camillo Procaccini pagina 35 10. Lastra in pietra del XII secolo nel cortile dei “Tri Basei” pagina 40 11. Villa Venino pagina 41 12. Monumento ad Alcide De Gasperi pagina 47 13. Villa Testori pagina 47 14. Via Repubblica pagina 49 14. Monumento ad Aldo Moro e alla sua scorta pagina 54 15. Piazza Martiri della Libertà pagina 55 15. Monumento ai Martiri delle Foibe pagina 57 15. Cascina del Vicolo Chiuso pagina 57 16. Monumento a Sandro Pertini pagina 59 17. Il Gesiö pagina 59 18. Parco Marco Brasca pagina 63 19. Il Municipio pagina 66 19. Il trittico “La Pace” pagina 69 19. “Ciclamini” pagina 72

INTORNO A NOVATE 20. Chiesa della Resurrezione Milano- pagina 72

Personaggi pagina 74 Giovanni Testori pagina 74 Padre Ambrogio Fumagalli pagina 76 Vincenzo Torriani pagina 78 Bernardino da Novate pagina 81 Bertola da Novate pagina 81 6 Simpliciano da Novate pagina 81 7

Fonti e Bibliografia pagina 82

Orari monumenti Le chiese sono visitabili durante gli orari di apertura, con l’esclusione dei momenti in cui vengono svolte le funzioni sacre. Il Cimitero Monumentale di Novate osserva i seguenti orari: lunedì chiuso. Dal martedì alla domenica dal 1° ottobre al 31 marzo 8,30-12,00/14,00-17,00 dal 1° aprile al 30 settembre 8,30-12,00/14,30-18,00 Il Municipio è aperto dal lunedì al venerdì: 8,45-12,30 e nei giorni di martedì e giovedì anche dalle 16,00-18,00 I cancelli del complesso “Le Filande” sono aperti con i seguenti orari: autunno-inverno ore 6.30-21 - primavera-estate ore 6-20 Villa Venino è aperta negli orari indicati a pagina 5 1. La Stazione 2. Chiesa Sacra Famiglia 3. Il “Grande Giocatore” 4. Monumento ai Caduti 5. Monumento del ciclo “I Racconti della Sera” 6. Chiesa S. Carlo Borromeo 6. Organo “Gaspare Chiesa” 7. Parco Carlo Ghezzi 7. Torre dell’acquedotto 8. Stemma Visconteo 9. Chiesa SS. Gervaso e Protaso e “Natività della Vergine” di Camillo Procaccini 10. Lastra in pietra del XII secolo nel cortile dei “Tri Basei” 11. Villa Venino 12. Monumento ad Alcide De Gasperi 13. Villa Testori 14. Via Repubblica

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via Stelvio

via Bollate

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1 3 18 4 19 2

via Baranzate 14 14. Monumento ad Aldo Moro e alla sua scorta 15. Piazza Martiri della Libertà 15. Monumento ai Martiri delle Foibe 15. Cascina del Vicolo Chiuso 16. Monumento a Sandro Pertini 17. Il Gesiö 18. Parco Marco Brasca 19. Il Municipio 19. Il trittico “La Pace” 19. “Ciclamini” di Giovanni Testori

INTORNO A NOVATE 20. Chiesa della Resurrezione Milano-Vialba

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7 17 via Garibaldi 9 16 8 via Repubblica piazza Chiesa 15 10 via Matteotti

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12 La storia Il più antico documento che ricorda Novate è un atto no- tarile datato 17 marzo 877. All’epoca Novate rientra, dal punto di vista religioso, nel- la cosiddetta pieve di Bol- late, mentre politicamente fa parte del contado della Martesana. Nel 1385 la pieve di Bollate - e pertanto anche la terra di Novate - viene scorporata dal contado della Martesa- na e aggregata a quello di Milano.

Novate nel feudo di Desio Il 1476 costituisce un anno particolarmente importante 10 per la storia della città. Infat- ti il duca di Milano stralcia la terra di Novate dal suo contado e la inserisce in un feudo da lui appositamente costituito - il feudo di Desio - investendone contestual- mente una sua cortigiana: ■ Atto notarile (17 Marzo 877). Lucia Marliani. Rif. 1

Il nome

Fino alla fine del XIX secolo, la nostra città si chiama semplicemente Novate; poi per non confonderla con altri due centri della Lombardia con lo stesso nome (Novate Brianza, frazione del comune di Merate in provincia di Lecco e Novate Mezzola, comune della provincia di Sondrio), la sua denominazione viene definitivamente modificata in quella di Novate Milanese, con R.D.13 novembre 1862 n. 982. Per quanto riguarda poi il significato del suo nome, ci sono diverse teorie. La più fondata sembra quella che lo fa derivare dal latino “novatum” che significa: “campo rimesso a coltura dopo un lungo periodo di riposo”; il che risulterebbe ulteriormente confermato anche dall’accertata antica origine agricola del nostro territorio. Il 25 aprile 1574 viene com- Nell’estate del 1733 scoppia pilato il primo “stato delle una breve ma violenta epide- anime” della parrocchia di mia di vaiolo. Due anni dopo, Novate, un vero e proprio nel 1735, nelle terre vicino a censimento che contiene Novate le truppe gallo-sarde l’elenco di tutti i cittadini e le truppe imperiali austria- (792 anime), con relativa indicazione dell’età e della professione. Risale al 1618 il nome del primo sindaco di Novate di cui ci sia giunta notizia: Luigi Carcano. Nel 1630 la terribile pestilen- za di manzoniana memoria colpisce anche Novate.

Novate, con , a capo del suo feudo Il 19 aprile 1674 il marchese Giovanni Manriquez vende le terre di Novate e di Ro- serio, già parte del feudo desiano, alla Regia Camera Ducale che a sua volta le rivende, lo stesso giorno, a Carlo Pogliaghi; Novate ■ Cabreo (1683). Rif. 1 diventa quindi il centro di un nuovo feudo. che si affrontano. Gli scontri Nel 1683 il Luogo Pio Ele- provocano la morte di 52 mosiniero della Misericor- militari sardi del reggimento dia di Milano fa redigere di “Tarantasia”. il “Cabreo”, un documento Nel 1770 un dato demogra- che contiene la descrizione fico di notevole interesse: la di tutte le terre di Novate di realizzazione del primo vero proprietà di questa antica censimento della nostra città: Opera Pia milanese. Questo 970 abitanti, dei quali 494 ci consente di individuare uomini e 476 donne. Nel 1786 - anche se con una certa ap- un altro importante avveni- prossimazione - l’ubicazio- mento cittadino è l’inaugu- ne di numerose ed antiche razione del nuovo cimitero; località terriere della città. infatti, prima di questa data Nel 1722 viene compilato il i defunti venivano seppelliti primo vero e proprio catasto. in chiesa o nel piccolo cimi- tero che anticamente era secolo, una vivace emigra- situato accanto alla chiesa zione di novatesi verso le parrocchiale. Americhe ed in particolare in Argentina. Novate sotto francesi, Non tutta la popolazione austriaci e piemontesi, attiva che decide di restare fino all’unità d’Italia a Novate riesce ad essere La lunga epoca feudale di assorbita dall’agricoltura. Novate giunge intanto al suo epilogo. In forza di una Due attività rurali diventano il legge del 30 dicembre 1800 simbolo tradizionale di Novate: il governo francese, instau- la coltivazione degli asparagi - rivenduti poi a Milano - e l’alle- rato in Lombardia, abolisce vamento delle oche, pregiate e definitivamente tutti i diritti utili, da cui si ricavano il grasso, feudali in questa regione. La la carne e il piumino usato per storia di Novate viene ora imbottire i materassi e i cuscini ad identificarsi con quella dei “signori”. della Lombardia: nel 1859, con la Seconda Guerra d’In- dipendenza, termina l’occu- pazione austriaca ristabilita durante la Restaurazione e la 12 Lombardia viene annessa al Regno di Sardegna. Il 17 mar- zo 1861, Novate entra quindi a far parte del nuovo grande Stato unitario costituito dal Regno d’Italia.

Novate alla fine del 1800 A questa data Novate si presenta ancora come un piccolo centro agricolo rac- colto attorno ad un nucleo ■ Via Cascina del Sole, la curt di di cascine. Gli abitanti della “Lumbard” . Rif. 2 Novate preindustriale sono contadini. Molti figli di contadini comin- Poichè il territorio è ricco ciano quindi a recarsi in città di gelsi, molti installano in in cerca di lavoro impiegan- casa le tavole a castelli per i dosi soprattutto nei cantieri bachi da seta, arrivando ad- edili. Si forma così una forte dirittura a dormire all’aperto. categoria di muratori nova- La generale miseria stimola, tesi che maturano il deside- alla fine del diciannovesimo rio di associarsi per risolvere i propri problemi. Il risultato Saranno proprio i muratori di tali processi è la nascita a darsi da fare per dotare di un forte movimento coo- Novate delle strutture sociali perativo di ispirazione laica di cui è carente: lavorando e socialista che costituirà gratuitamente il sabato e la un perno fondamentale in domenica costruiranno un tutta l’evoluzione seguen- asilo per i propri bambini. te di Novate fino ai nostri È il 1910. giorni. La trasformazione La nascita del movimento industriale cooperativo a Novate Cominciano intanto a sorge- Nel 1889 nasce la Cooperati- re le prime industrie, seppure va di Consumo La Previden- di piccole dimensioni. Nel te e nel 1901 la Cooperativa 1905 inizia l’attività la fabbri- Edificatrice La Benefica. ca “storica” della città: la F.lli “... sin mis un pò de omen in Testori che realizza prodotti cumitiva, tessili per uso industriale. Nel e han furmàa la prima 1910 nasce la Manifattura cuperativa Testori, che fabbrica stoffe e propi in la butega del pun per arredamento. Entrambe Tresa, sono collocate nel centro andaven i donn in cuperativa del paese. Da ricordare an- 13 13 a fa la spesa...” che le Filature Metti e, lungo [da “Storia di Nüaa Vècc” di via Vialba, un saponificio di Umberto Vaghi] proprietà della Cooperativa

■ Il primo negozio della Cooperativa La Previdente al Ponte Tresa. Rif. 3 ■ L’asilo infantile (1953). Rif. 4 Mutua Provinciale fra La- de Guerra: tra essi Clemente vandai (“el stabiliment del Bonfanti, sindaco di Novate. savuun”). Il risentimento popolare Il processo di industrializza- esplode il primo maggio zione ha come effetto un ge- 1917: contro i tentativi di im- 14 nerale miglioramento delle pedire la celebrazione della condizioni di vita. Festa del Lavoro i novatesi scendono per le strade per Dall’inizio del 1900 protestare contro la guerra. alla Grande Guerra I manifestanti vengono cari- Già nei primissimi anni del cati ripetutamente da un re- Novecento si manifesta a parto di cavalleria dell’eserci- Novate uno spirito di so- to. Le dimostrazioni durano lidarietà “municipale” tra alcuni giorni e si concludono muratori, contadini, operai con decine di arresti. e anche piccoli borghesi con Dopo la fine del primo con- l’obiettivo di conquistare la flitto mondiale l’abitato di direzione della vita pubblica Novate comincia ad espan- locale. dersi fuori del perimetro del Nel 1905 vince la lista popola- vecchio centro. Si assiste con- re e il 10 settembre dello stes- temporaneamente all’am- so anno viene eletto sindaco pliamento delle industrie Marino Vaghi, socialista e esistenti ed all’insediamento presidente della Cooperativa di nuove. Vanno ricordate la La Benefica. Fargas e la Cucirini. Nel 1927 Sono molti i caduti fra i no- viene aperta l’officina delle vatesi nel corso della Gran- Ferrovie Nord. Gli anni del Fascismo, la brigata Matteotti e si get- Seconda Guerra Mondiale tano le basi di quello che e la Resistenza sarà il distaccamento della A Novate la sezione del Fa- brigata SAP del Fronte della scio nasce dopo la marcia su Gioventù. Roma del ’22, data alla qua- Molti partigiani perdono le sopravvive ancora una la vita. Il 25 aprile 1945 nel giunta di sinistra. Il Circolo campo di concentramento Sempre Avanti (costituito di Mauthausen muore An- nel 1905) viene devastato gelo Lodi, arrestato a Milano nel corso del 1924 e riaperto per avere svolto una intensa due anni dopo come Circolo attività partigiana. del Partito Fascista. Sotto la direzione del CLN, L’avvento del Fascismo por- i gruppi partigiani arrivano ta all’arresto di un gran nu- intanto a controllare tutta mero di cittadini novatesi. Novate: quando, dopo al- È nel 1944 che il movimento cuni giorni, attorno al 30 di Resistenza si sviluppa aprile, giungono a Novate i a Novate in modo orga- primi nuclei di soldati allea- nizzato. I Fascisti emanano ti, trovano un paese perfet- il decreto di condanna a tamente organizzato e che morte per i renitenti alla ha già saputo darsi nuove leva che non si presentino strutture democratiche. 15 15 entro l’8 marzo. È un proli- Si attende il ritorno a casa ferare di iniziative. Nascono di prigionieri e internati: a i distaccamenti locali della Novate se ne aspettano 38. 107ª, della 111ª, della 127ª Fra caduti e dispersi, Novate brigata Garibaldi, della 62ª ha perso 70 cittadini.

■ Veduta della ditta Fargas - Via Vialba (1955). Rif. 4 ■ Panorama Via Garibaldi - Via Bertola (fine anni Settanta). Rif. 4

16 La Ricostruzione - Gli anni Novate si sviluppa la vivace Cinquanta e Sessanta presenza delle cooperative di Sindaco della Liberazione ispirazione cattolica: nel 1946 (così verrà chiamato per molti nascono la Cooperativa del anni) dalla Giunta provvisoria Lavoratore ACLI e il Circolo del 26 aprile 1945 al 1964 è del Lavoratore ACLI; nel 1948 Carlo Ghezzi, direttore della viene costituita la Cooperati- Previdente. Anche a Novate va Edilizia Casa Nostra e, suc- questi sono gli anni della cessivamente, all’inizio degli ricostruzione che, anche a anni Settanta, la Cooperativa seguito dell’aumento de- Edilizia Novatese, anch’essa mografico e dell’emergere legata alle ACLI. di nuove necessità, implica Nel frattempo, dopo il pri- necessariamente l’adegua- mo singolare fenomeno im- mento di diverse infrastrut- migratorio dei “cremaschi” ture (fognature, acquedotto, negli anni Trenta, a Novate strade, scuole, etc.). negli anni Cinquanta arri- L’impegno per la soluzione vano cittadini provenienti di questi problemi esaurisce, da comuni della provincia nel corso dei primi dieci anni di Milano e da varie regioni dopo la fine della guerra, tut- dell’Italia settentrionale e nel te le risorse pubbliche. decennio successivo si regi- È questo il periodo in cui a stra lo spostamento di gruppi più consistenti di immigrati manifatturiere (meccaniche, 17 dall’Italia meridionale e da tessili, chimiche e derivate) Milano città. che nel decennio 1951-61 Si sviluppa e si trasforma crescono del 92,83%. quindi il tessuto urbano; Il primo Piano Regolatore di in particolare nel vecchio Novate, approvato dal Con- centro, caratterizzato dalle siglio Comunale il 14 marzo tipiche corti raccontate da 1959, pur venendo attuato Umberto Vaghi nel suo “Sto- da subito, non otterrà mai ria de Nüaa Vècc”, vengono l’autorizzazione del Mini- introdotti alcuni elementi stero; la sua approvazione, di novità con la realizzazio- prevista per il 1965, viene ne dei tratti porticati in Via bloccata a causa della con- Repubblica e dell’articolato troversa introduzione delle complesso del Centro Civi- “convenzioni” con i privati, co, comprendente la galleria oggi prassi consolidata. ribassata e la piazza soprae- La Legge 167 sull’edilizia levata. popolare del 18 aprile 1962 Negli anni Cinquanta si assi- e le direttive del Piano In- ste ad un netto ridimensio- tercomunale Milanese del namento dell’attività agricola 1967/68 (che vara tra l’altro e di contro ad un considere- il progetto del “Parco delle vole aumento delle industrie Groane”) precedono il Piano Regolatore di Novate delibe- spazi pubblici in via Repub- rato dal Consiglio Comunale blica 80 e la ristrutturazione nel 1969 e approvato dalla di Villa Venino, quale centro Regione Lombardia il 30 gen- culturale e nuova sede della naio 1973. Biblioteca.

Lo sviluppo sociale Novate Città ed economico alla fine Riconoscendo i significativi del Ventesimo Secolo processi di trasformazione e All’inizio degli anni Settanta riqualificazione urbanistica, si procede alla costruzione di economica e viabilistica rea- nuove sedi per asili nido e lizzati nel corso dell’ultimo scuole materne, elementari mezzo secolo, il Presidente e medie, oltre alla ristruttu- della Repubblica, il 16 gen- razione degli edifici già esi- naio 2004 ha conferito a No- stenti. Nel 1974 si ha l’attesa vate Milanese, su istanza del- realizzazione del sottopasso l’Amministrazione Comunale alle Ferrovie Nord. Nasce il in carica, il titolo onorifico Centro Socio Sanitario. di Città. In questi anni si assiste, nelle (Fonti: 8; 10; 12; 15; 20; attività economiche, ad un 23; 32; 38; 39; 48; 50; progressivo aumento del- 52; 59; 60; 62; 63) 18 la percentuale di addetti al settore terziario: servizi, credito, trasporti e teleco- municazioni. Nel 1982 viene approvato dalla Regione Lombardia il nuovo Piano Regolatore Generale già deliberato dal Consiglio Comunale il 16 novembre 1979; questo, modificato nel corso del tempo da diverse varianti (da quella generale del 1993 alle successive parziali re- lative a specifiche zone del territorio), ha guidato lo svi- luppo urbanistico della città che tra le opere pubbliche più rilevanti dell’ultimo pe- riodo ha visto la realizzazio- ne del centro polifunzionale Polì, la costruzione di nuovi Passeggiando per Novate

1 La Stazione Piazza Giovanni Testori

■ Stazione Ferrovie Nord - ingresso. Rif. 5 19 19 Il primo treno a vapore passa assidua di gran parte dei da Novate il 22 marzo 1879, novatesi e crocevia di innu- giorno in cui le Ferrovie Nord merevoli storie, è stata teatro inaugurano la tratta ferrovia- delle vicissitudini della città ria Milano/Saronno. e dei suoi abitanti: tra essi Da allora la stazione, meta Giovanni Testori.

■ Stazione di Novate Milanese (1939). Rif. 6 Infatti, dal suo quotidiano A testimonianza del legame incontro con i pendolari delle simbolico che univa il gran- “Nord”, lo scrittore ha tratto de autore ed artista novatese ispirazione per creare alcune a questi luoghi, nel 1998, ov- tra le sue opere più famose. vero nel quinto anniversario della sua scomparsa, l’Am- “Abitando in un paese appena ministrazione Comunale gli fuori Milano, uso servirmi, pei miei intitola la piazza antistante la quotidiani spostamenti, delle Fer- ferrovia e colloca una lapide rovie Nord; greve eppur cara di- mestichezza che dura dai lontani a sua memoria all’ingresso tempi della scuola e durerà, spero, della nuova stazione. fino alla conclusione stessa della Il nuovo edificio, che ha so- vita. Chi li abbia frequentati sa stituito la “storica” stazione che quei treni, grigi e malandati, di Novate (chiusa nella notte risultano quasi sempre disagevo- tra il 31 marzo ed il primo li, tanto son colmi di viaggiatori: aprile 1990 e nei giorni suc- pendolari del lavoro, dell’impiego, cessivi demolita), accoglie dello studio, e, insomma, nei modi così il tributo di Novate al suo più diversi, della fatica...” [da “Corriere della Sera” più noto “pendolare”. 5 febbraio 1978] (Fonti: 11; 13; 23; 24; 47; 59) 20 2 Chiesa Sacra Famiglia Via Resistenza Risale al 1954 la donazione di un appezzamento di terre- no di oltre cinquemila metri quadri da parte della sig.ra Teresa Picozzi-Catilina per la costruzione di una chiesa sussidiaria per soddisfare le necessità degli abitanti del popoloso rione situato tra Novate e Baranzate. Il 4 luglio 1959 viene benedet- ta la nuova chiesa dedicata alla Sacra Famiglia realizzata dalla ditta Corsi di Novate su progetto dell’architetto don Enrico Villa. Due anni dopo, l’8 gennaio ■ Chiesa Sacra Famiglia. Rif. 7 1961, viene eretta canoni- camente la parrocchia della otto tele raffiguranti i racconti Sacra Famiglia ed l’1 ottobre dell’Antico e del Nuovo Testa- il parroco, don Mansueto mento realizzate dal pittore Messa, entra solennemente novatese Cesare Rovagnati a servizio della comunità. su commissione di don Am- Il 15 maggio 1966 viene inau- brogio Giudici nel corso degli gurata la grotta della Madon- anni Novanta. na di Lourdes nel piazzale La narrazione parte da “La antistante la chiesa, nel 1971 Creazione del Mondo”, posto il nuovo Centro parrocchiale sulla parete sinistra della chie- e nel 1982 i campi di basket e sa vicino all’altare e sviluppa pallavolo costruiti con il con- - nei primi quattro quadri tributo dell’intera comunità - i principali temi dell’Antico parrocchiale. Testamento con tratti che ricordano la pittura naïf e che, Guida alla Chiesa nell’intenzione dell’autore, in- Nella nicchia centrale, dietro tendono creare un’atmosfera al piccolo altare in marmo, è quasi fiabesca nel rappresen- posto un affresco raffigurante tare questi antichi testi. la Famiglia di Nazareth con La seconda tela, “La Negati- ai lati due angeli, dalle figu- vità”, illustra la cacciata dal re nitide e dolci. Al di sopra Paradiso Terrestre, il Diluvio delle porte che accedono alla Universale e la Torre di Babele. 21 21 sacrestia spiccano altri due La presenza di un arcobale- piccoli affreschi raffiguranti no rappresenta, tuttavia, la la Sacra Famiglia in diversi speranza e idealmente con- atteggiamenti. giunge il terzo quadro: “Dio Arricchisce il patrimonio arti- chiama Abramo”. stico della chiesa una serie di Questa tela raffigura la mani-

■ “La Creazione del Mondo”. Rif. 7 ■ “Il Battesimo di Gesù”. Rif. 7

festazione di Dio ad Abramo, lo ad angelo quando sorvola il sacrificio di Isacco e il sogno l’immagine delle tentazioni. di Giacobbe. Tema del quar- Il fiume Giordano diventa to quadro è “Mosè”: la fuga lago di Tiberiade quando il dall’Egitto, la consegna delle racconto prosegue e illustra Tavole della Legge e l’arrivo la chiamata degli Apostoli. in Terra Promessa, dove non “Le Beatitudini” è il titolo del entrerà mai. quadro successivo. Il Monte 22 Sulla parete laterale destra occupa la parte centrale del della chiesa, vicino alle porte dipinto e due mani che si d’ingresso, il primo quadro aprono dal cielo soprastante del ciclo relativo al Nuovo indicano a sinistra “il Semi- Testamento: “Il Battesimo natore” ed il “Buon Sama- di Gesù”. ritano” e a destra i miracoli La colomba in volo congiun- di Gesù. ge la natività al battesimo di Nella tela successiva è illu- Cristo e si trasforma da uccel- strata “L’Ultima Cena” con la mensa rappresentata al Cesare Rovagnati centro del dipinto tra la raf- Nato a Mariano Comense nel figurazione dell’entrata in 1944, ha frequentato la Scuola Gerusalemme e l’immagine serale degli Artefici di Brera ed è del bacio di Giuda con la stato premiato dalla stessa con cattura di Cristo. Medaglia d’argento. L’ultimo quadro, che chiude Espone dal 1966 e da allora ha riscosso consensi e riconosci- il cerchio del racconto è col- menti unanimi. locato di nuovo vicino all’al- Molte sue opere fanno parte di tare, rappresenta “La Morte e collezioni civiche e private in la Resurrezione di Cristo”, con Italia e all’estero. Risiede e lavora la significativa immagine di a Novate Milanese. un cielo oscuro e minaccioso sulla scena che raffigura la surrezione. Crocifissione che si lacera e Secondo alcune testimo- si apre alla luce nell’illustrare, nianze risale al 1960 l’artistica sulla sinistra, la Resurrezione. “Via Crucis” in terracotta col- È opera dello stesso autore locata sui muri laterali della anche il quadro realizzato chiesa mentre il crocifisso in nel 1989 con colori a olio su legno posto vicino alla porta legno posto sopra il batti- d’ingresso è stato realizzato stero che illustra, con cinque dagli artigiani del Trentino tavole unite a comporre una Alto Adige. croce, l’Ultima Cena e la Re- (Fonti: 1; 6; 40; 51)

All’interno della chiesa, sopra il portale, è esposto il bozzetto che Padre Ambrogio Fumagalli ha preparato per la realizzazione del mosaico raffigurante il “Volto di Cristo” attualmente collocato sulla cappella del Cimitero Mo- numentale di Novate.

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■ “Volto di Cristo” - bozzetto. Rif. 5

■ Mosaico - cappella del Cimitero Monumentale di Novate. Rif. 5 3 Il “Grande Giocatore” Via Vittorio Veneto, 18

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■ Il “Grande Giocatore”. Rif. 4 Il monumento in bronzo rea- del Novecento. È attualmen- lizzato nel 1980 fa parte del te posto davanti al Municipio, gruppo intitolato “I Gioca- di fronte alla sede della Banca tori di Bocce” all’interno del Popolare di Milano che lo quale rappresenta il gesto donò alla città. Il “Grande tipico di chi guida i compagni Giocatore” (1981), nelle paro- nella “giocata” e testimonia le dello stesso Lamon: significativamente l’opera di Gianfranco Lamon, uno dei ha un gesto d’intesa imperio- maggiori scultori lombardi sa, appare solitario, ma non lo è, interloquisce, manda un mes- presenza, ma la sottolineatura saggio a qualcuno, racconta dei dettagli rivela, al di là del- qualcosa. Si sente confuso nella l’elemento plastico, le trappole sua parte di umile protagonista restrittive che non gli permetto- e cerca di affermare sé stesso, no di liberarsi dalla quotidiana ma, visto da fuori, ironicamente, fatica e dalla condanna a reci- è un perdente, perché rimane tare l’eterno racconto della vita, pur sempre imprigionato nelle delle sue frustrazioni e contrad- contraddizioni del vivere. dizioni, delle sue dolcezze ed Con il suo gesto duro, risoluto, illusioni. occupa lo spazio con solida (Fonti: 14; 19)

Gianfranco Lamon frequenti. [...] Gianfranco Lamon è nato a Noale Compatta è la struttura delle sue (VE) nel 1934 ma ha vissuto la immagini e solidamente sicura la sua infanzia ed ha iniziato la sua loro enunciazione, che sceglie il attività in Brianza. gesto col massimo senso dell’evi- Ha frequentato la Scuola d’Arte denza, sottolinea un dettaglio del Castello Sforzesco di Milano e come elemento emergente di una i corsi dell’Accademia di Brera. definizione globale e interpreta Dagli anni Sessanta ha comin- una piega, un risvolto, la fibbia di ciato a presentare le sue opere, un indumento quale motivo plasti- prevalentemente in bronzo, in co e sociologico a un tempo”. mostre personali e collettive; si- 25 gnificativa, per il nostro territorio èquella realizzata nel 1981 pres- so la Sala Consiliare del Municipio ha riscosso notevole successo di pubblico e di critica. Dai primi anni Settanta ha aperto un nuovo discorso con la terra- cotta colorata ma è ritornato al bronzo nelle grandi sculture per spazi pubblici alla cui realizzazio- ne si è dedicato soprattutto dagli anni Novanta. Destinatario di diverse visite di Giovanni Testori nel suo studio, è segnalato da Mario De Micheli ne “La Scultura del Novecento” delle edizioni Utet (1981):

“Lamon ha scelto di operare nel mondo del quotidiano: un mondo che gli appartiene. Non c’è mito nei suoi personaggi, non c’è amplificazione romantica. I giocatori di bocce, il burattinaio, l’operaio, la ragazza che cammi- na: questi sono i suoi soggetti più ■ Gianfranco Lamon. Rif. 8 4 Monumento ai Caduti Via Vittorio Veneto, 18 la parte più consistente e si- gnificativa dell’opera, è stato realizzato dalla ditta Cubro di Novate - una delle fonde- rie artistiche più preparate e quotate d’Italia - mentre sia il mosaico che riveste la vasca, sia la bella vetrata/quadro posta al centro della fusione in bronzo, sono lavori eseguiti con grande maestria dalla Novamosaici di Bollate.

“Questo monumento vuole es- sere una testimonianza ed un dove- roso riconoscimento in ricordo dei nostri Caduti e riteniamo che, con la sua presenza, possa tenere deste le ■ Monumento ai Caduti. Rif. 7 coscienze delle generazioni presenti 26 e future affinché abbiano ad opera- 27 Il Monumento ai Caduti, posto re in modo da evitare il ripetersi di nel piccolo parco antistante simili ed inutili tragedie” il palazzo municipale, è stato [da una lettera del Consiglio realizzato da Padre Ambrogio Direttivo dell’Associazione Nazionale delle Famiglie Caduti e Fumagalli ed è stato inaugura- Dispersi in guerra] to il 3 dicembre 1989. L’opera, in bronzo, mosaico e vetro è (Fonti : 7; 23) collocata su tre basamenti che poggiano all’interno di una ■ Monumento ai Caduti. Rif. 7 vasca dal fondo in mosaico. Il monumento, alto cinque metri, è formato dalla statua bronzea di un uomo, acca- sciato su un parallelepipedo. Pur sorpreso dal sonno della morte, come indicano le tetre aste incrociate che svettano sul retro, egli vive nella pace della resurrezione significata dall’intensa, variegata lumi- nosità della vetrata. Il lavoro in bronzo, che rappresenta 5 Monumento del ciclo “I Racconti della Sera” Via Vittorio Veneto, 23 della vita della comunità, di co- municare sensazioni. Tutto ciò sarebbe rimasto nella vita dei giovani e dei bambini presenti. La scelta di porre una scultu- ra che appartiene al gruppo de “I Racconti della Sera” in questo nucleo abitativo, sorto nei luoghi dove anticamen- te si ergeva lo stabilimento della Cucirini - in origine una ■ Monumento del ciclo “I Racconti della Sera” - particolare. Rif. 5 filanda - è così sintetizzata dall’artista: Collocata nel giardino interno del complesso residenziale “un modo per ricordare la fatica “Le Filande” , questa scultura - delle donne - che in maggioran- commissionata dal Presidente za vi lavoravano - e, soprattutto, 26 27 della cooperativa costruttrice l’abitudine di raccogliersi la sera in Urbanistica Nuova e realizzata gruppo attorno ad una narratrice nel 2003 - fa parte del ciclo “I che favoleggiava, aiutandosi col Racconti della Sera”, svilup- gesto, storie di vita o fantastiche che rallegravano - e a volte spa- pato da Gianfranco Lamon ventavano - grandi e piccini. Era negli ultimi anni e costituisce una vita, erano abitudini, tutte un’ulteriore testimonianza diverse rispetto a quelle di oggi, sul territorio dell’opera dello connotate da maggiori sacrifici e scultore. Ne “I Racconti della spesso da miseria, perciò i momenti Sera” vivono personaggi vari: dello stare insieme erano conside- uomini, bambini, donne, che rati preziosi. Anche l’architettura si riunivano la sera in gruppo qui ha rispettato il ricordo, perché dopo una faticosa giornata di sono convinto che una città debba lavoro - nei cortili d’estate, nel- cambiare ed evolversi, ma che sia le case o nelle stalle d’inverno bello e positivo che non cancelli - a raccontare vicende di vita del tutto il proprio passato e che vissuta arricchite sempre di qualche traccia, qualche testimo- nianza di esso debba rimanere ed spunti di straordinarietà o sto- entrare nel cuore di chi viene ad rie di assoluta invenzione. abitarvi - magari da lontano - e Lo scopo era quello di traman- dei giovani che quel passato non dare esperienze, di rivivere hanno vissuto”. insieme momenti importanti (Fonti : 28; 59) 6 Chiesa S. Carlo Borromeo Via Stelvio, 41 - Via Gran Paradiso, 2

■ Chiesa S. Carlo Borromeo. Rif. 7 Nasce nel quartiere nord di artista per il suo carattere Novate ed è la chiesa “te- periferico ma spontaneo, 28 storiana” per eccellenza: fre- ospita un ciclo di opere sul- 29 quentata ed amata dal noto la vita di Cristo che Testori

■ “Salita al Calvario”. Rif. 9 ■ Chiesa S. Carlo Borromeo - vetrata centrale. Rif. 5 stesso aveva fatto dipingere 3 settembre 1994 viene ce- ad un artista giapponese di lebrata la prima messa nella straordinario talento. nuova chiesa; il 4 novembre, La prima “cappellina” de- festa di S. Carlo, ha luogo dicata a S. Carlo Borromeo l’inaugurazione ufficiale ed viene aperta l’8 dicembre il 28 settembre di due anni 1965 all’interno di un locale dopo, il cardinal Martini de- 28 29 concesso in uso gratuito dalla dica la nuova chiesa a Dio e Cooperativa Casa Nostra, nel a S. Carlo Borromeo. complesso residenziale di Via Andrea Costa 34. Guida alla chiesa Qui sono ospitate le cele- La chiesa è stata progettata brazioni fino al Natale 1978, dall’architetto Angelo Ga- quando viene completata lesio, un personaggio che la costruzione di una nuo- ha segnato nel profondo la va palazzina con abitazione fisionomia di Novate in qua- del sacerdote e cappella ed rant’anni di attività. oratorio provvisori in attesa Il modello ispiratore è quello della realizzazione, su terreno della “capanna”, di forte ri- donato agli inizi degli anni chiamo simbolico e storico. Sessanta da Ernesta Venino, Nell’insieme la chiesa, co- del nuovo centro religioso struita in cemento armato ed completo. in mattoni a vista sia interna- Il 15 agosto 1982 viene costi- mente che esternamente, ha tuita la parrocchia di S. Carlo una superficie di 1058 metri Borromeo e dieci anni dopo, quadrati - comprese la sagre- all’inizio del 1992, vengono stia e la cappella laterale - e avviati i lavori per la costru- le campate hanno un’altezza zione della nuova chiesa. Il variabile dai 7 metri della prima ai 16 della cuspide sopra l’altare. I bassorilievi con la vita di S. Carlo Borromeo posti sulla parete d’ingresso della chiesa sono dello scultore Sergio Quagliotti. La scritta “Humili- tas”, scandita sugli stessi, era il motto del Santo. Sulle porte d’ingresso otto li- tografie con quattro soggetti indicano la Nuova Gerusa- lemme. La navata è unica, ad accrescere il senso del- ■ “Crocifissione”. Rif. 9 l’accoglienza, dell’abbraccio. La bellissima vetrata che si e le tre acquasantiere. apre nella parete di fondo Il quadro di S. Carlo Borromeo della chiesa e che colpisce sulla parete dietro l’altare subito l’occhio di chi entra, è dell’artista Gabriella Biffi, è opera dell’artista trentino mentre la statua in legno Glauco Baruzzi. Costruzione della “Madonna con il Bambi- affascinante e complessa, è no” nella cappellina a fianco 30 esposta ad oriente ed invita a dell’altare è stata realizzata 31 rivolgere la preghiera a Cristo dalla Scuola Beato Angelico “Sole che sorge”. di Milano. Il pittore ha reso l’effetto di Grazie all’interessamento del una presenza che irrompe vicario episcopale monsignor nella chiesa con il movimen- Monticelli e del prevosto to vorticoso della luce e dei di Busto Arsizio monsignor colori. Claudio Livetti, una prege- Il grande crocifisso in noce vole Via Crucis realizzata con è dello scultore Giuseppe la tecnica dell’acquarello dal Mariani di Lazzate e vuole pittore Natale Dentani di rappresentare Cristo in croce Busto Arsizio arricchisce le e Cristo risorgente, secon- pareti della chiesa. do la teologia antica della Le sei formelle in bronzo con Croce. la Croce e i nomi degli Apo- Altare, pulpito e battistero stoli sono opera di Sergio sono tre giganteschi blocchi Battarola. Le prime quattro di granito, scelti direttamente portano anche i simboli degli alla cava in Val d’Ossola a Ba- Evangelisti. veno. Dello stesso materiale Sulla finestra di destra della sono il tabernacolo, lo schie- chiesa, il lato che dà sulla stra- nale della sedia presidenziale da, sono raffigurati i simboli della storia cristiana. d’arte moderna. Io non avrei Adornano la controfacciata e alcuna difficoltà a donare tutte la cappella laterale le opere quelle che ho: ad esempio, un ciclo del grande pittore giappo- di crocifissioni di Kei Mitsuuchi, nese scoperto da Giovanni giapponese. Pensa all’effetto di una cappella Testori: Kei Mitsuuchi. L’arti- o di un’intera navata tutta piena sta novatese lo conobbe nel di queste crocifissioni, con questo 1981 a Parigi, in occasione di Cristo giapponese.” una mostra. Restò folgorato [dal sito dell’Associazione dalla forza e dalla bellezza dei Giovanni Testori] suoi quadri e gli propose di realizzare un ciclo di opere Il suo sogno si è avverato: sulla vita di Cristo. Nacque dopo la morte di Testori, gra- così una grande mostra che si zie alla generosità di Alain tenne alla chiesa di S. Carlo al Toubas, sono state date in Corso di Milano nel 1985. deposito alla nuova chiesa Testori aveva sempre desi- di S. Carlo Borromeo quattro derato che alcuni quadri di tele del pittore giapponese Mitsuuchi finissero in una appartenute allo scrittore chiesa. (“Crocifissione”, “Salita al Cal- vario” , “Deposizione”, “Cristo 30 “Uno dei miei sogni è che sorga deposto”). 31 una chiesa da adornare con opere (Fonti : 23; 41; 53)

6 Organo “Gaspare Chiesa” Chiesa S. Carlo Borromeo È visibile dall’ingresso della chiesa l’imponente e prezioso organo collocato su un piano rialzato posto dietro l’alta- re. Il suo acquisto è stato un evento di grande importanza, così come l’accurato restauro che ha permesso a questo strumento (unico esemplare superstite in Italia) di tornare a suonare. La sua è stata una vita rocambolesca: viene costruito nel 1828 da Gaspare Chie- sa per la chiesa parrocchiale di S. Pietro in Castelveccana (VA). Sostituito da un altro ■ L’organo “Gaspare Chiesa”. Rif. 5 manufatto, viene poi smon- ed artisti novatesi e da per- tato e collocato nelle cantine sonalità dell’arte organaria, della canonica e lì rimane l’Amministrazione Comunale fino a quando viene notato incarica la Bottega Organara da un nostro concittadino Carlo Capra di Rosate di proce- e - in seguito all’acquisto da dere al restauro a conclusione parte dell’Amministrazione del quale l’organo è inserito in Comunale - viene portato a importanti appuntamenti e Novate. rassegne concertistiche della Su proposta di un comitato Provincia. composto da alcuni musicisti (Fonti : 3; 35; 62)

7 Parco Carlo Ghezzi Via Manzoni

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■ Scorcio del parco. Rif. 7

È stato intitolato a Carlo bre 1911, Carlo Ghezzi - an- Ghezzi - con una cerimonia tifascista e partigiano - è il ufficiale svoltasi il primo mag- Sindaco della Liberazione, gio 1996 - il parco compreso rimasto in carica dalla Giun- tra via Manzoni, via De Amicis ta provvisoria del 26 aprile e via Cascina del Sole. 1945 fino al 1964. Dirigente All’interno dello stesso è col- del movimento cooperativo, locato il cippo commemorati- è stato protagonista - qua- vo progettato dall’architetto le direttore - dello sviluppo Lorenzo Noè nel 1995. della Cooperativa di Consu- Nato a Novate il 5 settem- mo La Previdente e, per un breve periodo, presidente della Cooperativa Edilizia La Benefica. Il 23 dicembre 1975 gli vie- ne conferita presso la Sala Consiliare della Provincia, in occasione della “Giornata della Riconoscenza”, la me- daglia d’oro per importanti meriti in campo sociale. Viene a mancare, nella sua Novate, il 16 aprile 1986. ■ Carlo Ghezzi, a destra nella foto, (Fonti : 23; 31; 38) con un amico. Rif. 4

7 Torre dell’acquedotto Parco Carlo Ghezzi

Nell’attraversare il parco è possibile fermarsi ad osserva- re la struttura architettonica esterna della Torre dell’ac- 32 33 quedotto. Risale al 30 ago- sto 1933 il progetto per la costruzione dell’acquedotto con serbatoio e Torre Littoria, ideato dall’ingegnere Emilio Noè e realizzato dall’Impresa Eugenio Carini su appalto del Consorzio per l’Acqua Potabi- le ai Comuni della Provincia di Milano, cui anche Novate aderisce. Fino a quegli anni, infatti, i cittadini attingono l’acqua per uso alimentare da pozzi situati nei cortili degli abitati che utilizzano la prima falda acquifera del ■ Torre dell’acquedotto. Rif. 7 sottosuolo, soggetta a gravi inquinamenti dovuti a infil- vamento e per la costruzione trazioni superficiali. del serbatoio, viene scelto il Come località per la perfora- cortile retrostante alle scuole zione del pozzo, per l’instal- comunali di via Manzoni, più lazione dell’impianto di solle- a monte dell’abitato e più lontano possibile dal torrente arrivati a valori molto elevati Garbogera, inquinato da sca- rispetto a quelli del passato, richi industriali. comportano la necessità di Invece di adottare il solito potenziare l’acquedotto con tipo di serbatoio sostenuto la costruzione di un nuovo da pilastrate, si preferisce il pozzo, ubicato nello stesso tipo a Torre Littoria con la cortile delle scuole, discosto quale poter ricavare dalla una cinquantina di metri dal stessa struttura vari locali da primo. Diversi interventi sulla adibirsi ad usi diversi, come rete idrica e le sue strutture sale da riunione, magazzi- si succedono nel corso del ni, ecc. All’inizio degli anni tempo, tra cui alcuni di manu- Cinquanta, a causa dell’in- tenzione realizzati nel 1982 cremento demografico e sulla Torre dell’acquedotto dell’aumentato fabbisogno allo scopo di renderla agibile dovuto alla diffusione dei ed utilizzabile per attività moderni servizi igienici, i sociali. maggiori consumi giornalieri, (Fonti : 62)

8 Stemma Visconteo Via Madonnina, 13 34 A testimonianza del domi- nio visconteo a Novate può osservarsi ancora oggi lo stemma riprodotto sul por- tale della cosiddetta “Casa Visconti”, in via Madonnina. “Inquartato: nel 1° e 4°: d’oro, all’aquila di nero coronata del campo; nel 2° e nel 3°: d’ar- gento al biscione visconteo”. Questo era infatti lo stemma che la famiglia dei Visconti, duchi di Milano, potè utiliz- zare dal 30 marzo 1397, data in cui venne autorizzata da Venceslao, ad “inquartare” la sua arma famigliare (il “bi- ■ Stemma Visconteo. Rif. 10 scione”) con quella dell’Im- pero (l’”aquila”). proprio a questa costruzione, Si perde nei secoli, tra leg- arrivi uno dei tanti cunico- genda e realtà, la diceria che, li segreti che “sbucavano” fuori dalle mura di Milano oggi non si conosce una partendo dal Castello di Por- mappa precisa, serviva come ta Giovia (l’attuale Castello “uscita di emergenza” per Sforzesco, allora residenza gli abitanti del Castello in dei Visconti). caso di assedio o di attacco Questa fitta rete di passaggi improvviso. segreti, della quale ancor (Fonti : 10; 11)

9 Chiesa SS. Gervaso e Protaso e “Natività della Vergine” di Camillo Procaccini Piazza della Chiesa, 12

La più antica testimonianza dell’esistenza della chiesa di S. Protaso di Novate, è contenuta in un antico atto di compravendita di terreni che risale al 1042, ma pro- babilmente essa esisteva 34 molto tempo prima. La struttura architettonica originaria aveva un aspet- to molto diverso da quello attuale: un documento cin- quecentesco contiene la riproduzione della pianta della chiesa e del territorio a questa limitrofo, così come si presentava nei primi anni del XVI secolo. La pianta era quadrata, di di- mensioni molto ridotte (nel 1574 gli abitanti di Novate erano esattamente 729) e la chiesa era orientata come ■ Chiesa SS. Gervaso e Protaso. quella attuale. Rif. 5 Sul lato di fronte a quello dell’ingresso vi erano due la di sinistra - rispetto a chi cappelle semicircolari, l’una entrava in chiesa - contene- accanto all’altra, che occu- va l’altare maggiore, quella pavano l’intera parete (quel- di destra era dedicata alla Vergine Maria); le entrate metri. erano tre: una principale sul Al di là del cimitero, si erge- fondo della chiesa e due più va, in quel tempo, l’antica piccole sul lato destro dalle chiesa di S. Dionigi, larga quali entravano separata- circa 7 metri. mente uomini e donne. Il luogo più probabile in cui Il battistero - come oggi - un tempo era situata questa occupava l’angolo sinistro prima antica struttura, può della chiesa, il campanile essere individuato sull’area - separato dalla struttura dell’attuale oratorio di S. Giu- principale - era situato, inve- seppe. ce, a circa due metri a destra Per conoscere le successive del lato sud, all’altezza delle e più importanti trasforma- due cappelle affiancate. zioni avvenute nel corso dei Accanto all’edificio vi era secoli, possiamo avvalerci il cimitero largo circa 7,5 delle descrizioni dell’edificio contenute nelle relazioni delle numerose visite pa- storali che, nel tempo, si sono susseguite nella par- rocchia. In breve sintesi, la chiesa parrocchiale - nella sua strut- 37 tura - ha subito nei secoli tre radicali trasformazioni: la prima tra il 1585 ed il 1592 quando, dietro indicazione di S. Carlo Borromeo, sul terreno dell’antica chiesa di S. Dionigi venne realizzato l’ampliamento della chiesa principale. La seconda nel 1620 con una importante ristrutturazione ed estensione delle dimen- sioni della chiesa preesi- stente e la terza tra il 1931 ed il 1941 quando, a seguito del notevole aumento del- la popolazione novatese, il parroco di allora, don Arturo ■ Pianta della primitiva chiesa Galbiati, decise di affidare la parrocchiale (prima metà del 1500). progettazione di una nuova Rif. 11 chiesa parrocchiale all’ar- chitetto Ugo Zanchetta di dei SS. Apostoli di Milano, Milano. Il 21 settembre 1941 consiste in un locale di for- l’arcivescovo di Milano, car- ma rettangolare - il cui lato dinale Schuster, benediceva maggiore aderisce al lato e consacrava solennemente sinistro della chiesa - che la nuova chiesa. è stato costruito proprio Ulteriori modifiche ebbero sull’area in cui un tempo luogo nel 1950 con la rea- sorgeva la primitiva chiesa lizzazione di una rilevante di S. Protaso. elevazione del campanile Sul lato destro si trova un della chiesa, nel 1953 con antico altare con un paliotto l’acquisizione di un nuovo lavorato in scagliola conte- concerto di cinque cam- nente la raffigurazione di S. pane ed infine nei primi Giuseppe. anni Novanta, con la totale Due lapidi sono visibili al- tinteggiatura interna e, in l’interno dell’oratorio: una alcune parti, affrescatura dedicata a Carlo Villa, no- dell’edificio. bile residente a Milano, due volte Podestà di Milano, Guida alla chiesa proprietario di diverse terre La chiesa attuale ha la forma a Novate, che aveva contri- di una croce latina, a tre buito nel 1830 a sostenere navate, realizzate da una le spese di ampliamento 37 serie di colonne binate in della chiesa parrocchiale. marmo di Giaveno; ha un L’altra datata 1895, dal cui vasto transetto terminante in due cappelle laterali; una vasta abside affiancata da SS. Gervaso due piccole cappelle late- e Protaso rali, due ampi vani adibiti Ma chi erano Gervaso e Protaso? uno a sagrestia ed uno a La storia della Chiesa ci dice che penitenzieria; una vasta i due erano figli di un militare romano convertitosi al Cristia- cripta sottostante la parte nesimo. I due fratelli preferirono anteriore della chiesa ed un morire martirizzati per volere elevato campanile di circa del Conte Astasio (condottiero 50 metri d’altezza. nella campagna contro i Barbari) Nella parete di sinistra del- piuttosto che sconfessare Gesù adorando gli dèi come lui gli la chiesa una piccola porta, imponeva. quasi nascosta, dà accesso S. Ambrogio scoprì i loro resti all’antico oratorio di S. Giu- nel 386 d.C. e li santificò come i seppe. Eretto qualche anno primi martiri milanesi. Da allora prima del 1741 a spese del- si festeggiano i due santi il 19 giugno, giorno della scoperta l’abate Giuseppe Ranca- ed anche Festa Patronale di ti, canonico della basilica Novate. “Natività S. Anna - madre della Vergine - a letto, attorniata da altre tre della Vergine” di figure tra cui S. Gioacchino; il Camillo Procaccini terzo piano, infine, nella parte La tela rappresenta la Natività di alta e centrale del dipinto, è Maria Vergine e risulta compo- costituito da quattro angioletti sta da tre diversi piani. Il primo che si affacciano ad osservare la piano è quello costituito dalla scena, segno della partecipazio- Vergine, appena nata, in grembo ne divina all’evento. ad una giovane nutrice [figura Per quanto riguarda l’autore invece identificata - nella tradi- di questo dipinto, non esisto- zione popolare - con quella di no dubbi in proposito. Infatti, S. Anna, madre della Madonna], un’iscrizione latina, posta sul attorniata da altre cinque figure bordo di un bacile colmo d’ac- femminili e da due bambini. qua, nella parte inferiore destra La bambina alla sinistra della gio- della tela, dice testualmente: vane donna ha lo sguardo diret- CAMIL.PROCAC. P. 1618; ossia: tamente rivolto a chi osserva la Camillo Procaccini lo dipinse nel tela, quasi invitasse lo spettatore 1618 - probabilmente su com- a partecipare all’avvenimento; missione della Confraternita di il secondo piano, in alto e sulla Novate intitolata proprio alla destra del quadro, rappresenta Natività della Vergine Maria.

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■ “Natività della Vergine”. Rif. 4 testo si desume che l’antico Crocifissione e della Resur- oratorio istituito dall’abate rezione. Il pregevole altare Rancati era andato in rovina di questa cappella era origi- e il parroco Francesco Bian- nariamente posto all’interno chi, con l’aiuto dei fedeli, lo dell’antica chiesa di S. Vito aveva ricostruito un secolo e mezzo più tardi. Camillo Proseguendo lungo la na- Procaccini vata si accede alla cappella Due parole su questo famoso laterale di sinistra, oggi de- artista del “tardo manierismo” dicata alla Madonna del SS. italiano: Camillo Procaccini na- Rosario, dove trova posto sce a tra il 1558 ed il lo splendido dipinto della 1561 da una famiglia di pittori affermati: il padre Ercole “il “Natività della Vergine” di Vecchio”, i fratelli Giulio Cesa- Camillo Procaccini. re e Carlo Antonio, il nipote La cappella laterale sinistra Ercole “Il Giovane” e la talvolta del presbiterio è dedicata al menzionata sorella Ippolita, Cocifisso, quella di destra ai una delle poche donne artiste citate dell’epoca. SS. Gervaso e Protaso titolari Camillo è il più “accademico” della nostra chiesa parroc- dei Procaccini, il suo stile è chiale. classico, perfezionista e la sua In penitenzieria sono collo- pittura ricca di minuziosi par- 38 cate alcune tele di prestigio ticolari, come appare evidente 39 nel grande quadro. tra le quali “S. Antonio Abate” Numerose e splendide le sue opera del 1691 del pittore opere che possiamo ammirare Carlo Brusca. a Bologna, , Pavia, La cappella laterale di destra Parma, Ravenna, Genova, Son- della chiesa, dedicata al Sa- drio, , Rho, Saronno e Milano; qui, in particolare, i nu- cro Cuore, ospita altre due merosi affreschi della chiesa di importanti opere d’arte: la S. Angelo, le quattro grandiose “Crocifissione” e la “Resurre- tele per gli organi del Duomo, zione”, dipinte da Padre Am- la “Disputa tra i Santi Ambro- brogio Fumagalli nel 1991; gio e Agostino” nella chiesa di S. Marco e molte altre; opera nel dipinto posto sul lato sua è anche la decorazione sinistro della cappella una della Villa Visconti Borromeo figura della Vergine ai piedi di Lainate. della Croce, sul lato destro, L’opera del Procaccini e il qua- invece, la maestosa imma- dro esposto nella nostra chiesa gine del Redentore risorto sono più dettagliatamente de- con le dormienti figure degli scritti nel volume “Procaccini e armigeri che custodiscono il la Natività della Vergine a Nova- te” di Alessandra Lancini, con- sepolcro. sultabile presso la Biblioteca Un’armonia di colori che dà Comunale, cui rimandiamo per risalto ai grandi temi della ulteriori approfondimenti. di papa Leone XIII risalente al 1894 custodito nella sa- crestia, una tela raffigurante Gesù crocifisso risalente alla fine del Seicento e molti altri ancora. Una loro completa e minu- ziosa descrizione è contenu- ta nella “Guida storica della Chiesa dei SS. Gervaso e Pro- taso di Novate Milanese” del noto storico locale dottor Lorenzo Caratti di Valfrei. A questo volume, da cui è stata tratta la quasi totalità dei testi di questo articolo, rimandiamo i visitatori inte- ressati a conoscere le singole opere nel dettaglio. (Fonti : 7; 9; 11; 17; 29)

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■ “Resurrezione” (1991). Rif. 4 al Pasquirolo di Milano. Ri- mosso il 5 gennaio 1938 ed opportunamente modifica- to su progetto dell’architetto Ugo Zanchetta per adattarsi alla nuova collocazione, vie- ne inaugurato nel successivo mese di agosto. Numerosi altri sono gli ele- menti storico-artistici che arricchiscono gli interni della chiesa parrocchiale tra cui la Via Crucis realizzata con dei bassorilievi in rame dal professor Nicola Sebastio di Milano intorno agli anni Ses- santa, un antico documento ■ “Crocifissione” (1991). Rif 4 10 Lastra in pietra nel cortile “Tri Basei” Via Matteotti, 10

■ Lastra in pietra in via Matteotti, 10. Rif. 4 Reperto archeologico di no- via, con una certa probabilità 40 tevole interesse storico è una - sia per la forma dei caratteri 41 lastra del selciato che ricopre incisi che per i pochi elementi parte del cortile interno della che è stato possibile ricavare costruzione posta al numero - questa lastra sembra possa 10 di Via Matteotti detto “Tri ritenersi parte di un’antica la- Basei” (tre scalini). Purtroppo pide sepolcrale, della fine del l’usura del tempo non ha reso XII o dell’inizio del XIII secolo, possibile una precisa inter- che forse un tempo esisteva pretazione del testo che solo nella chiesa parrocchiale di in parte è ancora visibile su Novate. questa lastra di pietra; tutta- (Fonti : 10; 11)

11 Villa Venino Largo Padre Ambrogio Fumagalli, 5

Villa Venino e il suo parco deve il suo nome alla fami- costituiscono un complesso glia Venini - la cui denomi- tra i più apprezzati di Nova- nazione sarà modificata in te, anche per la posizione Venino con una sentenza “strategica”. La villa, di pro- datata 1877 - che entra in babile origine seicentesca, possesso della residenza ■ Villa Venino. Rif. 7

all’inizio dell’Ottocento suc- dall’inizio l’immobile si inse- cedendo alla famiglia Villa, risca in un contesto econo- indicata come detentrice mico-produttivo agricolo. dello stabile nel primo vero Infatti i Venino, una delle e proprio catasto della no- famiglie maggiorenti del stra città, il catasto del 1722. paese, possiedono diversi 42 La struttura dell’immobile è terreni a Novate. La vocazio- 43 composta dalla corte civile ne agricola di tutto l’abitato affiancata a quella rurale, (da notare allora una vasta secondo i canoni comuni coltivazione di asparagi e di a numerosi siti lombardi. gelsi, in “nuates” i “murun”), Si rileva, quindi, come fin è infatti confermata anche

■ Casa Venino (1880). Rif. 4 dalla presenza del cortile co, così come la soffittatu- dei contadini (denominato ra del salone a piano terra Tribiö, luogo dove veniva con cassettoni decorati e effettuata la trebbiatura del l’alberatura secolare del granoturco e del frumen- giardino. Diversi interven- to), i quali operano in sede ti si susseguono sulla villa fino a parecchi anni dopo la nel corso dei secoli modi- fine della Seconda Guerra ficandone notevolmente Mondiale. Nell’ambiente l’estensione. Gli eredi della della villa, inoltre, abitano e famiglia hanno ceduto Villa lavorano, negli anni Trenta Venino all’Amministrazione e Quaranta, alcune famiglie Comunale che ha operato novatesi per la conduzione un restauro conservativo sia e la manutenzione della della corte principale che casa e del giardino. La torre del cortile attiguo. La parte quadrata che sovrasta la destinata ad uso pubblico villa, il portico a tre archi, dal giugno 2006 ospita, in la sala della colonna, sono una struttura di prestigio elementi di spicco da un la sede della Biblioteca Co- punto di vista architettoni- munale e il Centro Culturale

42 Biblioteca 43 Nata nel 1953, la Biblioteca di Novate è da più di 50 anni uno dei principali riferimenti culturali del territorio. Nel corso del tempo ha seguito le trasformazioni della società adeguando spazi e servizi: dalla storica sede nell’edificio comunale (l’ex Casa del Fascio, che ancora qualcuno ricorderà), gestita da Santilli, un bibliotecario fra i più capaci e disponibili, passa negli anni Settanta alla sede di via Venticinque Aprile, in un seminterrato capace di ospitare le nuove generazioni di lettori che vi passano numerose: sono gli anni dello sviluppo che segnano il passaggio ad una nuova fase. Centro di animazione e di stimolo, alla Biblioteca fanno riferimento le organizzazioni del territorio e i singoli cittadini. Di nuovo, agli inizi degli anni Ottanta, la Biblioteca torna nel nuovo Palazzo Comunale: gli spazi sono più adeguati ad una struttura complessa e articolata che continua a crescere ed a rispondere ai bisogni emergenti dei novatesi con nuovi strumenti: lo spazio prima infanzia, la videoteca, l’offerta multimediale e gli accessi a internet. Si rende quindi sempre più necessario un ampliamento degli spazi a disposizione della Biblioteca e dei suoi servizi che si concretizza il 10 giugno 2006 con il trasferimento in Villa Venino. Qui gli iscritti possono leggere o prendere in prestito libri, quotidiani e riviste. Sono disponibili anche cd musicali, dvd e vhs ed è possibile navigare in Internet. I ragazzi trovano uno spazio loro dedicato dove leggere e studiare e per i bambini più piccoli è a disposizione la sala “Prima Infanzia” che si affaccia sul parco, con cuscinoni colorati, libri morbidi e cartonati ed uno spazio fasciatoio, per rendere il più confortevole ed accogliente possibile il primo incontro con la lettura. Le opere di Padre Ambrogio Fumagalli esposte in Villa Venino Grazie alla generosità delle famiglie Fumagalli, Longhi e Toniutti, possono essere ammirate presso le sale studio al primo piano della Villa alcune significative opere dell’artista: • “Creazione dell’Universo” (olio su tela del 1970) • “Autoritratto” (olio su tela degli anni Quaranta) • “Cavalli dell’Apocalisse” (olio su tela degli anni Sessanta) • “Città” (legno dipinto a rilievo anni Settanta) • “Pianura rossa” (olio su tela degli anni Settanta) • “Vexilla regis” (olio su tela degli anni Settanta) • “Meteora” (mosaico del 1973) • “Barche” (olio su tela degli anni Cinquanta) • bozzetto del trittico “La Pace” (1985) • bozzetto finale del trittico “La Pace” (1985) • “Forno crematorio Gusen” (olio su tela del 1975) • “Camera a gas Gusen” (olio su tela del 1978) • “Forno crematorio Gusen” (olio su tela del 1975) Queste ultime tre opere fanno parte del ciclo realizzato per commen- tare il “Diario di Gusen” di Aldo Carpi sugli orrori dei campi nazisti di sterminio.

novatese. Il corpo centrale “Lorenzo Caratti di Valfrei” della villa ospita la mostra della Biblioteca, al primo 44 permanente dei quadri di piano della villa, sono con- 45 Padre Ambrogio Fumagalli sultabili i materiali docu- ed il “Fondo” Giovanni Te- mentari e fotografici che stori. raccontano i mutamenti Nella sala di Storia Locale storici, demografici e cultu-

■ Sala studio Padre Ambrogio Fumagalli. Rif. 5 ■ Il “Girotondo” (1988). Rif. 4 rali della nostra città e che Lo spazio Prima Infanzia costituiscono le fonti da ospita una stampa de “Il cui abbiamo tratto i testi di Girotondo”, acquarello del questa piccola “Guida”. 1988 donato dall’illustra- 44 Nella zona dedicata alla trice alla sua città. L’opera, 45 Letteratura sono esposte dapprima riprodotta quale tre acqueforti realizzate nel premio di partecipazione 1980 da Gianfranco Lamon: alla terza edizione del con- “Due donne a passeggio”, “I corso “Espressioni Artistiche Girasoli” e “L’incontro”. Novatesi” (1992), è stata suc-

Maria Grazia Boldorini Maria Grazia Boldorini è nata a Novate, dove vive e lavora, il 13 febbraio 1957. La sua inclinazione naturale al disegno si manifesta sin da bambi- na ed in seguito consegue la maturità artistica ed il diploma di grafica pubblicitaria, decisivo è l’incontro con Grazia Nidasio, illustratrice ed umorista del Corriere della Sera. Le sue prime illustrazioni vengono pubblicate nel 1978: sono copertine, fumetti e racconti su riviste tra cui il “Messaggero dei ragazzi” di Padova. I suoi primi libri, riuniti nella collana “Rose Selarose”, vengono pubblicati da Dami Editore. Per le Edizioni Messaggero di Padova illustra “La Bibbia per i ragazzi” giunta all’ottava ristampa. Collabora a lungo con la casa editrice Happy Books - per la quale ha illustrato anche alcuni libri destinati al mercato estero - e con la Audiovisivi San Paolo. Quasi tutta la sua produzione artistica è orientata per scelta all’editoria per bambini. Per la realizzazione della fortunata collana “Io e...” della Coccinella Editrice le viene assegnato il Premio Internazionale Ander- sen “La Baia delle favole” 1990 per il miglior libro da 0 a 6 anni. cessivamente assunta come Novate Milanese. logo per il progetto “Novate Il patrimonio di opere d’arte in gioco” (1998). Nella corni- che verranno esposte tem- ce del giardino secolare della poraneamente o definitiva- Villa si inserisce l’opera di una mente presso Villa Venino è giovane artista contempora- poi destinato ad arricchirsi nea grazie al Premio d’Arte ulteriormente grazie alla di- Lidia Conca istituito dalla sponibilità di diversi artisti. famiglia Milanesi in colla- (Fonti : 8; 22; 23; 34; borazione con il Comune di 35; 44; 54; 58)

Il Premio d’Arte Lidia Conca: il “Sagittario” Amante della cultura nelle sue molteplici espressioni, insegnan- te di italiano a bambini ed adulti stranieri, lettrice volontaria di audiolibri per non vedenti, per- sona solare ed energica, Lidia Conca continuerà a legare il suo nome all’arte ed a Novate grazie all’istituzione, in sua memoria, di un concorso pluriennale che ha lo scopo duplice di dare possibilità di espressione a giovani talenti ed al tempo stesso di regalare alla città ■ Lidia Conca. Rif. 19 di Novate opere artisticamente molto valide. Vincitrice della prima edizione del Premio (2007) è Federica Rapetti, giovane artista milanese, con l’opera “Sagittario”, collocata nel giardino della villa. Il tema del concorso: “Nel silenzio del tempo la bellezza genera amore”, è stato interpretato dall’autrice attraver- so il Sagittario - segno zodiacale di Lidia Conca e simbolo che la rappresenta - e “la freccia, segno dell’amore: rimembranza lontana di Cupido [...] la sua parabola è la vita che conclude il suo percorso nel tempo e nello spazio immer- gendosi nella natura [...] Ed è la freccia stessa, con la sua ombra, con la sua proiezione nel reale, a scandire le ore, divenendo, dopo essere stata scoccata, stilo di una ■ Il “Sagittario”. Rif. 5 meridiana [...]” 12 Monumento ad Alcide De Gasperi Via Venticinque Aprile - Largo De Gasperi Nei pressi di via Ariosto si apre l’omonimo largo De Gasperi, al centro del qua- le ci si può soffermare di fronte al busto in marmo realizzato nel 1960 dallo scultore Ermenegildo Ricci Della Quercia che ricorda il ■ Busto in marmo di Alcide De grande Statista. Gasperi. Rif. 7 (Fonti : 31)

13 Villa Testori Via Piave, 13

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■ Villa Testori. Rif. 7

Casa natale di Giovanni Te- “...però, io ti assicuro che quello stori in cui ha trascorso gran che mi ha sempre aiutato a vivere, parte della sua vita. Qui han- e, di più, ad accettare la vita anche no preso corpo alcune delle nella sua maledizione, è sempre sue più importanti produzio- stato il ritorno a casa...”. ni e qui amava rifugiarsi. [Giovanni Testori] le iniziative commemorative del decennale della scom- parsa dello scrittore. La casa natale del noto artista ha in- fatti ospitato per un mese la significativa esposizione del grande ciclo dei “Pugilatori” - quadri in cui la pittura ha la forza di una scultura - dipinti ■ I quadri esposti nel salone della da Testori nei primi anni Set- villa. Rif. 4 tanta ed esposti nel luminoso salone della casa. Sulle pareti La villa, chiusa dai primi anni dello scalone, che interrompe Novanta, è stata eccezional- il corridoio, campeggiava- mente aperta nel 2003, nel no dipinti con grandi mazzi periodo in cui si sono svolte di dalie; nel corridoio scuro

Ditta Testori Al di là dei muri di Villa Testori, sorge la fabbrica di famiglia, la “Fratelli Testori” fondata il 28 ottobre 1905 dai fratelli Giacomo ed Edoardo, provenienti dal triangolo Lariano e più precisamente dal piccolo paese di Sormano. L’azienda diventa ben presto un solido punto di riferimento 48 per la comunità novatese che conta molti dei suoi cittadini fra le mae- 49 stranze più qualificate nei diversi reparti industriali. La presenza della ditta segna anche lo sviluppo edilizio di Novate, con la realizzazione delle abitazioni per i dipendenti in via Venticinque Aprile e in via Latini. Costruite a misura d’uomo e senza dimenticare l’importanza del verde, sono ormai tutte diventate di proprietà di chi le abita, a coronamento del progetto di chi ne aveva ideata la realizzazione.

■ La Fratelli Testori. Rif. 5 che accede al salone, erano glia Testori ed una ricostruzio- esposti i piccoli quadri con i ne delle splendide raccolte di ciclamini del 1971. Dopo una dipinti ospitate dalla villa nel stanza di disegni, acquarelli e corso degli anni. Il catalogo foto legati al tema dei “Pugili”, della mostra “Testori a No- il percorso si concludeva con vate”, è stato pubblicato da un approfondimento sulla Silvana Editoriale. storia della casa e della fami- (Fonti : 4; 23)

14 Via Repubblica Camminando tra presente e passato...

48 49

■ Via Repubblica (anni Cinquanta). Rif. 4

■ Via Repubblica (2007). Rif. 5 ■ Via Repubblica 80 (anni Ottanta). Rif. 10

50 51

■ Via Repubblica - Piazza Martiri della Libertà (1939). Rif. 6

■ Via Repubblica-Ex Cinema Corso (anni Sessanta). Rif. 4 ■ Via Repubblica 80 (2007). Rif. 5

50 51

■ Via Repubblica - Piazza Martiri della Libertà (2007). Rif. 5

■ Via Repubblica - Piazza Pertini (2007). Rif. 7 ■ Via Repubblica vista dall’attuale Piazza Pertini (1941). Rif. 6

52 53 ■ Via Repubblica vista dall’attuale Piazza Pertini (2007). Rif. 5

52 53

■ Piazza della Chiesa (2007). Rif. 5

■ Piazza della Chiesa ex Piazza Costanzo Ciano (anni Trenta). Rif. 6 14 Monumento ad Aldo Moro e alla sua scorta Via Repubblica - Angolo via Piave

Situato alla fine di via Re- pubblica, nello spazio verde all’incrocio con via Piave, il monumento, realizzato dallo scultore Antonio De Nova e dalla fonderia artistica Cubro di Novate, è formato da una lastra di marmo verticale sulla quale è collocata un’effigie di Moro; alla base della stele, cinque blocchi rettangolari rappresentano gli agenti della sua scorta - Oreste Leonardi, ■ Monumento ad Aldo Moro e alla Raffaele Iozzino, Francesco sua scorta.Rif. 7 Zizzi, Giulio Rivera e Domeni- co Ricci - mentre sul retro della è stato inaugurato domenica 54 stessa è inciso un brano tratto 10 maggio 1998 in occasione 55 dall’intervento addolorato del ventesimo anniversario che Paolo VI fece nel terribile dell’uccisione dello Statista e giorno in cui fu ritrovato il della sua scorta da parte delle corpo senza vita di Moro. Brigate Rosse. (Fonti : 23; 31; 49; 55) “... il nostro cuore sappia perdo- nare l’oltraggio... inflitto a questo uomo carissimo e a quelli che hanno subito la medesima sorte crudele; fa che noi tutti raccoglia- mo...l’eredità superstite della sua diritta conoscenza, del suo esem- pio umano e cordiale; della sua dedizione alla redenzione civile e spirituale della diletta nazione italiana.” Paolo VI

Realizzato per iniziativa dei Popolari Novatesi che l’han- no poi donato all’Ammini- strazione Comunale ed alla cittadinanza, il monumento ■ Aldo Moro (1916-1978). Rif. 20 15 Piazza Martiri della Libertà

■ Piazza Martiri della Libertà vista da via Bertola (2007). Rif. 5

Nel corso del tempo, questa Repubblica 110 anni fa si chia- piazza si è in parte trasfor- mava via degli Spagnoli. [...] mata, assumendo l’aspetto Tornando alla funzione tipi- 54 attuale. Nelle parole di un ca della piazzetta, ricordo che 55 protagonista della vita po- nell’angolo a sinistra, un po’ - litica e culturale di Novate, nascosta, esisteva una botte ga artigiana di fabbro, della la storia della “Piazzetta” e famiglia Basilico. Vi si facevano le perplessità di chi stava lavori in ferro battuto, cancelli, vivendo la sua trasforma- parapetti, ma anche ferri per ca- zione: valli e tanti di noi, allora ragazzi, si stava lì a guardare come si “La piazzetta, per quanto io “mettevano le scarpe ai cavalli” ricordi [...] si chiamava una volta e si lucidavano gli zoccoli. Piazza della Concordia. La Trattoria della Concordia, Un nome che era tutto un con- l’attuale Campana di Vetro, era tenuto pieno di significato: con- un luogo di incontro quando cordia fra tutti i novatesi un c’era la fiera del bestiame, fiera tempo divisi in due rioni. che poi si trasferì in via Roma- Vecchie storie novatesi traman- Madonnina, e in quella osteria date da padre in figlio racconta- avvenivano i contratti di acqui- no dei barnesi (francesi) e degli sto o di vendita del bestiame spagnoli; i primi “padroni” della mediante una stretta di mano piazza della Chiesa - vie Roma e una bevuta. - Madonnina - Matteotti, gli altri Durante la Sagra novatese vi della piazza fino all’attuale linea trovavano posto le giostre e ferroviaria. qualche volta l’albero della cuc- A testimonianza l’attuale via cagna. In piazzetta si racconta- vano e si seguivano le vicende trovò sede l’ufficio postale e mi del vivere di quel tempo, era la sfugge il nome dell’impiegata zona di una parte dell’antifasci- di allora. smo novatese e qualche scontro La Trattoria, negli anni dopo vi fu tra i giovani che sfidavano i l’8 settembre 1943, fu luogo di fascisti di allora portando la cra- incontro di giovani, alcuni dei vatta rossa nei giorni di festa. Vi quali andarono in montagna erano lavoratrici, un centinaio, nelle formazioni partigiane: che lavoravano nei capannoni Riccardo Tonolli, Mario Brasca, della proprietà Metti il crine Mario Cabri, Franco Basilico, animale e vegetale; nasceva Francesco Villa e altri militarono con fatica il mondo del lavoro al piano. I primi due caddero accanto a quello contadino. eroicamente combattendo con- Si parlava di come allevare i tro fascisti e tedeschi. bachi da seta, della mietitura Nella villa Metti per parecchi e della spannocchiatura che anni alcune stanze furono usate coinvolgevano famiglie, pa- come aule. renti e amici. In primavera e Come sarà domani questa piaz- in estate di domenica arrivava zetta luogo di tante storie?[...]” l’uomo con l’organino, l’asinello Achille Giandrini e la scimmietta. I giovani bal- [da Informazioni Municipali lavano sul selciato e qualche Nov-Dic 1990] volta si combinavano anche matrimoni. A questa domanda possia- 56 Una nota di colore dialettale 57 esisteva anche allora: la donna mo oggi rispondere soffer- del negozio di verdura più che di mandoci a confrontarne frutta la chiamavano “la moe- l’aspetto attuale con quello gia”, poi venne el Giulin Pipon. In descritto qui sopra. questa piazzetta per tanti anni (Fonti : 23)

■ Piazza Martiri della Libertà vista da via Bertola (anni Settanta). Rif. 4 15 Monumento ai Martiri delle Foibe Piazza Martiri della Libertà

■ Monumento ai Martiri delle Foibe. Rif. 5 Il monumento, inaugurato il è stato intitolato ai “Martiri 27 ottobre 2001, frutto di un delle Foibe” nell’aprile 2001 progetto dell’Ufficio Tecnico a seguito di un indirizzo del comunale, è costituito da un Consiglio Comunale del masso di granito sul quale è 56 1996 con cui si è ritenuto 57 apposta una scultura a foggia “doveroso e necessario ricor- di libro che riporta la dedica dare adeguatamente anche dell’Amministrazione Comu- nella nostra città le vittime di nale ai Martiri delle Foibe: quella brutale violenza poli- tica e della barbara pulizia “Dentro alla notte più scura a coloro che perirono perché etnica perpetrata in danno Italiani noi offriamo un tributo della popolazione di Istria di stelle e memoria”. e Dalmazia, che costrinse all’esodo forzato moltissimi L’opera è collocata presso abitanti di quelle martoriate Piazza Martiri della Libertà, regioni”. all’interno del giardino che (Fonti : 32; 62)

15 Cascina del Vicolo Chiuso Piazza Martiri della Libertà Da Piazza Martiri della Li- realtà oggi scomparsa: bertà, attraverso il Vicolo Chiuso, è possibile vedere “Agli inizi del nostro secolo dall’esterno questa cascina ogni famiglia aveva una stalla, storica che testimonia una dove ci potevano essere i cavalli, le mucche e i buoi e si viveva in una cascina generalmente provvista di piano terra, dove c’era la cucina; primo piano, dove c’erano le ca- mere da letto e una soffitta, dove si tenevano bachi da seta[...]. Vicino alla cascina c’era un locale dove si tenevano gli attrezzi da lavoro. Nelle vicinanze del- l’abitazione c’era un campo, pro- babilmente affittato, che veniva coltivato e i cui prodotti venivano venduti in occasione di mercati nei paesi o utilizzati per le esigenze familiari.[...]” [“Novate Ieri e Oggi” - Classi 2ª A e B - a.s. 90/91 Scuola Media “Rodari”]

“Abbiamo incontrato delle signore che ci hanno raccontato ■ Cascina del Vicolo Chiuso. Rif. 5 come si viveva ai loro tempi: ci 58 59

■ Cascina del Vicolo Chiuso. Rif. 13 hanno detto come a quel tem- sera i loro genitori tornavano a po erano le stalle, [...] adesso casa con le pannocchie di grano utilizzate come dei garage, ci e le mogli si mettevano a spel- hanno anche detto che i servizi lare le pannocchie mentre loro igienici erano fuori dalle case e giocavano.” anche come trascorrevano i loro [“Noi esploratori di Novate” giorni; [...] alla sera ballavano; - Classe 5ª C - a.s. 04/05 Scuola le signore ci hanno raccontato Elementare “Don Milani”] che quando erano bambine la (Fonti : 57; 60)

16 Monumento a Sandro Pertini Piazza Pertini Viene ad inserirsi nel per- ricorda la forte personalità corso pedonale di via Re- ed il grande valore morale. pubblica, all’altezza dell’ex (Fonti : 21; 23; 31) Cinema Corso, la piazza intitolata a Sandro Pertini, medaglia d’oro della Resi- stenzae e presidente del- la Repubblica Italiana dal 1978 al 1985. 58 Nell’aiuola al centro della 59 piazza, inaugurata il 2 giu- gno 1996, è posto il busto in bronzo dello scultore Luigi Teruggi - donato ai cittadini dai laburisti / socialisti no- vatesi - che ne riproduce i ■ Monumento a Sandro Pertini caratteristici tratti decisi e ne (1896-1990). Rif. 7

17 Il Gesiö Oratorio dei SS. Nazaro e Celso - Via Roma La chiesa di Novate che viene comunemente denominata come il Gesiö, situata nel- l’attuale via Roma - fino ad epoca relativamente recente chiamata via della Miseri- cordia - è un antico oratorio cinquecentesco dedicato ai

■ Il Gesiö. Rif. 7 SS. Nazaro e Celso. ste, nel suo testamento del Il senatore ducale Bernardi- 28 maggio 1529, dettato no Busti, facoltoso signore al notaio dal balcone della di Milano colpito dalla pe- camera da letto, lascia tutti

“Madonna con il Bambino e i SS. Nazaro e Celso” La Madonna con il Bambino in braccio appare seduta dentro una nicchia sovrastata da una grande conchiglia, ai suoi piedi vi è un cherubino musicante. L’ambiente è completato in alto con un tendaggio scuro che si apre a sipario. Sotto il trono, in una posi- zione leggermente abbassata, tro- vano posto i due Santi raffigurati in piedi su un pavimento decorato con motivi geometrici. L’identificazione dei personaggi ■ nei martiri Nazaro e Celso la si “Madonna con il Bambino e i può dedurre dalla palma che i SS. Nazaro e Celso”. Rif. 14 60 Santi hanno in mano, che secondo 61 l’iconografia cristiana è il simbolo al Rinascimento: misura, sobrietà, del martirio. equilibrio. La forma piramidale Essi vestono un abito militare ed ove si trova iscritta la figura della hanno in mano la spada e la pal- Vergine in trono è il fulcro compo- ma. sitivo che si dilata nel contrapporsi La tenuta militare, costituita dalla speculare delle figure dei Santi caratteristica lorica (corazza dei le- “come archi tesi”. gionari romani, in origine in cuoio Un ultimo elemento da consi- grezzo, poi rinforzata da scaglie di derare è l’uso del chiaroscuro, in rame) è un elemento che diviene particolare i modulati passaggi caratteristico del Cinquecento ed di luce-ombra che avvolgono le è uno dei tanti particolari della forme delle figure. pittura del secolo che trova corri- La paternità dell’opera, ignota fino spondenza nello studio delle scul- al 1991, può essere sicuramente ture antiche, alle quali si ispirarono attribuita al Landriani a seguito spesso pittori e scultori. della lettura in quella data, da Lo schema compositivo dell’opera parte di Marco Bascapè, di un libro è un’ennesima ripetizione di una mastro del Luogo Pio della Miseri- tipologia derivata dall’iconografia cordia, dal quale si desume che il della sacra conversazione. dipinto fu eseguito dal pittore tra La configurazione spaziale del- l’aprile e l’ottobre del 1603. Dalla l’opera si presenta quindi molto stessa fonte desumiamo i nomi semplice e ordinata nelle sue varie dell’intagliatore Cristoforo Dus e parti e la distribuzione delle forme dell’indoratore Ruggero Monza, e dei pesi (visivi) segue lo schema pagati nella stessa occasione in- geometrico razionale e riferibile sieme al Landriani. i suoi beni - fra i quali anche Papa Alessandro VI, Borgia un fondo di 2.400 pertiche di - avesse ricevuto in affitto terra che possiede a Novate diverse terre di Novate (di- - al Luogo Pio Elemosiniero venute successivamente sue della Misericordia di Milano proprietà), dal monastero di (uno dei più antichi istituti di S. Celso di Milano. pubblica beneficenza della Nel corso del XVII secolo città). vengono realizzate le due Nel testamento Bernardino tele originariamente poste al Busti impone al Luogo Pio la suo interno e restaurate tra il ricostruzione in Novate della 1985 ed il 1988 ad opera del cappella dedicata a S. Celso, Lions Club. La pala d’altare annettendovi una casa per il raffigurante la “Madonna cappellano che avrebbe do- con il Bambino e i SS. Nazaro vuto celebrare ogni giorno in e Celso” commissionata dal perpetuo una messa a suffra- Luogo Pio a Paolo Camillo gio dell’anima del testatore Landriani detto il Duchino e dei suoi defunti. è del 1603. Il dipinto “S. An- Non conosciamo con cer- tonio di Padova con Gesù tezza il motivo per cui Ber- Bambino e Angeli” viene nardino Busti abbia voluto realizzato intorno al 1660 dedicare proprio a S. Celso da un pittore lombardo e 60 questo oratorio; tuttavia originariamente ubicato in 61 sembra dovuto al fatto che una sorta di nicchia nella una trentina di anni prima parete di sinistra. Le opere della stesura delle sue ulti- non sono oggi visibili per- me volontà il Busti - come chè, vista anche la neces- testimoniato da una bolla di sità di completare i lavori

Paolo Camillo Landriani detto il “Duchino” Paolo Camillo Landriani, detto il “Duchino”, sembrerebbe essere nato in Valtellina intorno al 1562. Sarebbe stato allievo di Ottavio Semino insieme al quale fu affiliato all’Accademia della Val di Blenio presieduta dal Lomazzo. Realizzò alcune opere per la chiesa di S. Eustorgio e per la chiesa di S. Maria della Passione di Milano. Dal 1602 al 1604 fu pagato dalla Fabbrica del Duomo di Milano per sette quadroni con episodi della vita del beato Carlo, due dei quali realizzati in collabo- razione con il Morazzone. Successivamente orientò il suo interesse verso il linguaggio di Camillo Procaccini, come testimoniato dal ciclo della cappella Bollini in S. Gaudenzio a Novara. Nel 1610 eseguì sei quadroni per il ciclo dei Miracoli di S. Carlo per il Duomo di Milano (di cui uno è perduto). Lavorò alla Corte Ducale di Milano e per la Municipalità Milanese con una tela per la cappella del Tribunale di Provvisione (Milano, Civiche Raccolte). Morì a Milano nel 1618. “S. Antonio di Padova con Gesù Bambino e Angeli” Il Santo regge tra le braccia Gesù Bambino (ricordo di una visione del Santo) che viene raffigurato in piedi, su un tavolo coperto da un drappo, mentre appoggia un piede su un libro aperto (Testi Sacri) attributo iconografico del Santo fin dai tempi più antichi. In primo piano vi sono tre cherubini di cui il primo a sinistra regge una frusta probabile allusione alla mortificazione corporale o al sacramento della Penitenza e gli altri due, sulla destra, sorreggono altri simboli: un cesto, dei gigli, ■ “Sant’Antonio di Padova con delle rose. Gesù Bambino e Angeli”. Rif. 14 Nell’angolo in basso a destra si nota uno stemma attribuibile della visita pastorale del 2 dicem- al probabile committente del- bre 1632, condotta dal Prevosto l’opera. di Bollate, nella descrizione dei L’ambiente è completato da al- quadri dell’oratorio non esiste cune colonne che si intravedono alcun cenno su quest’opera, suc- 62 parzialmente a sinistra e da un cessivamente, nel verbale del 5 63 pesante drappo color terra sulla marzo 1697 relativo alla conse- destra. gna dell’oratorio da parte del La sua collocazione storica va Consorzio della Misericordia al posta intorno al 1660 e ciò per il nuovo Cappellano già si accenna fatto che, mentre nella relazione all’esistenza di questo dipinto.

■ Affresco sopra l’altare - particolare. Rif. 7 di restauro del Gesiö, sono questo avvenimento. state spostate per essere Il Gesiö viene acquisito conservate adeguatamente l’11 giugno 1992 dall’Am- presso l’Azienda dei Servizi ministrazione Comunale alla Persona “Golgi-Redael- che lo acquista, insieme ad li”, ex II.PP.A.B. Modifiche e altre aree, dalle II.PP.A.B. ex abbellimenti sono attuati E.C.A. (Istituzioni pubbliche in seguito, probabilmente di assistenza e beneficenza all’inizio del XVIII secolo, ex Ente comunale di assi- epoca a cui sembra risalire stenza). Gli arredi sacri ed l’affresco raffigurante angeli i dipinti contenuti nell’im- musicanti situato sulla volta mobile rimangono invece di soprastante l’altare. Il 25 proprietà delle II.PP.A.B. luglio 1853, l’Amministra- Attualmente il Gesiö è al zione del Luogo Pio Elemo- centro di un progetto di sal- siniero della Misericordia di vaguardia e ristrutturazione Milano, trasporta i resti del del complesso storico teso a Benefattore in questa chie- restituirlo alla cittadinanza sa, facendoli murare nella quale importante punto di controfacciata dell’oratorio aggregazione culturale. e ponendovi una piccola (Fonti : 2; 10; 23; lapide, a perenne ricordo di 30; 42; 43; 44; 45) 62 63 18 Parco Marco Brasca Prospiciente il Municipio Con una cerimonia ufficiale, il primo maggio 1996 è stato intitolato a Marco Brasca, figura emblematica dell’an- tifascismo e della politica na- vatese, il parco prospiciente il Municipio. Trova giusta collocazione, al suo interno, il “Monumento ai Caduti Novatesi della Resi- stenza” dell’architetto Loren- zo Noè (1995), in memoria di Mario Brasca, Achille Con- coni, Angelo Scorti, Primo Angelo Targato e Riccardo Tonolli. Marco Brasca nasce a Novate ■ Monumento ai Caduti Novatesi il 16 ottobre 1908. Iscritto della Resistenza. Rif. 7 ■ Marco Brasca. Rif. 4 alla Gioventù Comunista nel politica, come testimoniano 64 1924 appena diciannovenne i “quaderni del carcere di 65 viene rinchiuso, condannato Alghero”. Tornato dal carce- dal Fascismo, nel peniten- re alla fine del 1931, viene ziario di Alghero. Durante successivamente mandato la detenzione prosegue lo al domicilio coatto a Ferran- studio dell’economia, della dina, in Basilicata, dal 1934 al storia, della filosofia e della 1936. Scontata la pena deve

I Novatesi caduti per la Libertà

Mario Brasca Achille Conconi Angelo Scorti Primo Angelo Targato Riccardo Tonolli “Romeo” Nato il 29 dicembre Nato a Novate il 28 “Rapido” “Lillo” Nato il 17 febbraio 1923, cade a Varese ottobre 1921, artiere, Nato il 1 luglio 1923, Nato il 21 febbraio 1925, cade a Miazzina Ligure il 20 gennaio cade a Cefalonia nel cade a Cividale del Friuli 1923, cade a Verbania il il 24 agosto 1944 . Rif. 4 1945. Rif. 4 1943. Rif. 5 il 12 febbraio 1945. Rif. 4 4 agosto del 1944. Rif. 4 emigrare in Francia, dove dicata la bandiera tricolore partecipa alla Resistenza a dei partigiani novatesi e fianco dei partigiani transal- la sede locale dell’Associa- pini. Arrestato dalla Gestapo, zione Nazionale Partigiani subisce per alcuni mesi inau- d’Italia. dite torture. In una lunga intervista rea- Successivamente, dal car- lizzata agli inizi degli anni cere viene inviato al campo Ottanta e custodita presso la di concentramento di Mau- Sezione di Storia Locale della thausen, dove resta fino alla Biblioteca di Novate Milane- fine della guerra. se, Marco Brasca racconta la Tornato a Novate, viene elet- propria vita con gravità e di- to in Consiglio Comunale per gnità insieme, affiancando ai diverse legislature. Cittadino ricordi familiari il resoconto benemerito della Provincia delle durissime sofferenze di Milano (1976), nel 1985 subite. La lettura di questa gli viene conferita dall’Am- testimonianza, cui invitia- ministrazione Comunale mo tutti, potrà trasmettere, una medaglia d’oro, quale anche a chi non lo abbia co- riconoscimento al suo im- nosciuto personalmente, il pegno democratico di tutta grande valore morale di que- 64 una vita. Viene purtroppo a sto nostro concittadino. 65 mancare a Cambiasca (VB) il 7 dicembre 1990. “Il rispetto, la considerazione, Con una cerimonia ufficia- la stima che egli godeva tra la le nella Sala Consiliare del gente, gli amici, i compagni, gli Municipio di Novate il 15 avversari politici era così grande febbraio 1992 gli viene de- che, fino all’ultimo, quando pren-

Mario Brasca Achille Conconi Angelo Scorti Primo Angelo Targato Riccardo Tonolli “Romeo” Nato il 29 dicembre Nato a Novate il 28 “Rapido” “Lillo” Nato il 17 febbraio 1923, cade a Varese ottobre 1921, artiere, Nato il 1 luglio 1923, Nato il 21 febbraio 1925, cade a Miazzina Ligure il 20 gennaio cade a Cefalonia nel cade a Cividale del Friuli 1923, cade a Verbania il il 24 agosto 1944 . Rif. 4 1945. Rif. 4 1943. Rif. 5 il 12 febbraio 1945. Rif. 4 4 agosto del 1944. Rif. 4 deva la parola, tutti prestavano “Brasca e i suoi compagni attenzione alle parole che sape- sono stati catturati a cau- vano esprimere con chiarezza e sa del tradimento di uno di semplicità le sue posizioni”. loro, che era anche agente del [Il sindaco nemico[...]Malgrado le torture di Novate Milanese subite, essi non parlarono e l’ap- Mauro De Rosa parato per questo genere di azio- Informazioni Municipali Mar-Apr. 91] ni ha potuto essere rapidamente ricostituito. Brasca è un resistente autentico, arrestato, torturato e “La sua modestia resta una deportato come tale”. lezione di etica di comporta- [Jean Chaumeil - liquidatore menti, un maestro di vita di cui nazionale dei Movimenti della avremmo ancora bisogno”. Resistenza e dei Franchi Tiratori e [Achille Giandrini - Partigiani Francesi - Informazioni Informazioni Municipali Municipali Mar-Apr. 91] Nov-Dic.91] (Fonti : 21; 23; 31; 38; 56; 61)

19 Il Municipio Via Vittorio Veneto, 18

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■ Municipio - sede attuale. Rif. 5 Centro decisionale dell’attività Una cartolina del 1941 ritrae amministrativa, il nuovo Mu- l’antica sede del Comune, nicipio ospita gran parte degli all’epoca collocato in una uffici pubblici ed anche alcune villa ancora riconoscibile in opere artistiche di valore. via Diaz, mentre l’edificio co- munale odierno sorge in via Vittorio Veneto, nello stesso luogo dove si ergeva la sede precedente. La costruzione della struttura ha inizio nei primi mesi del 1976 ed il nuovo Municipio viene inaugurato nel 1978. Anche l’antico stemma che campeggiava sul vecchio edifi- cio è stato sostituito dal nuovo, la cui storia merita sicuramente ■ Municipio - antica sede in via Diaz un accenno. (1941). Rif. 6

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■ Municipio - sede precedente (fino alla fine degli anni Settanta). Rif. 4

■ Antico stemma comunale sul vec- chio Municipio (a sinistra, Rif. 4) e stemma attuale (a destra, Rif 5) Lo stemma Il Comune di Novate Milanese non ha uno stemma fino agli inizi degli anni Trenta. Il primo stemma, approvato nel 1933, viene proposto dal cavalier Francesco Forte dell’Archivio di Stato di Milano. Nel corso delle ricerche per la preparazione del libro “Storia di No- vate Milanese” del dottor Lorenzo Caratti di Valfrei, emerge però che l’emblema era stato frutto di un errore araldico: gli elementi a suo tempo rintracciati ed inseriti nello stemma non appartenevano alla famiglia Manriquez, già feudataria di Novate, bensì alla famiglia spagnola dei Mendozza, che non ebbe mai alcun rapporto con la storia di Novate. Sempre durante queste ricerche viene individuato lo stemma di un’antichissima famiglia denominata “Da Novate” dal quale si ritiene più fondato tragga origine l’emblema del nostro Comune. Nel 1984 Novate ha quindi il nuovo stemma che dal gennaio del 2004 si arricchisce degli ornamenti esterni della Città.

All’interno della Sala Consi- Pittura Adulti della secon- glio si può visitare, su appun- da edizione del concorso tamento, l’opera realizzata “Espressioni Artistiche No- dallo scultore Cancellieri e vatesi” (1989), quest’opera donata all’Amministrazione testimonia un’epoca carat- Comunale dalla dottoressa terizzata dalla presenza di 68 69 Emma Cantoni, mentre è numerose grandi industrie a posto all’interno della Sala Novate, oggi quasi comple- Giunta il quadro “Vecchia tamente scomparse. Novate in Tuta Blu” (▲) del Collocate sullo stesso piano pittore locale Roberto Ghi- anche alcune incisioni di sellini. Menzione speciale Virginio Silva - riprodotte della Giuria nella Sezione in numerose pubblicazioni

Roberto Ghisellini Nato a Novate Milanese nel 1950, Roberto Ghisellini ha studiato a Milano, all’Istituto d’Arte Appli- cata del Castello Sforzesco. Ha esposto in diverse città, fra cui Treviso, Milano, Montepiano, Erba, Santhià e Cermenate in mostre personali e collettive, ottenendo premi e riconosci- menti di rilievo. Il quadro esposto in Municipio è emblematico della sua opera che trae ispirazione dalla realtà circostante e dagli eventi della ■ “Vecchia Novate in Tuta Blu”. Rif. 5 quotidianità. Virginio Silva Nato a Novate il 30 gennaio 1911, ha realizzato numerose opere esposte non solo a Novate ma anche a Bognanco, a Milano ed in Liguria. Combattente in Russia, ha ap- puntato con la sua matita schizzi e ricordi degli avvenimenti allora vissuti, poi tradotti in quadri pieni di colore e di vita, di cui è ancora presente qualche esem- plare. È mancato a Novate, dove ha sem- pre abitato, il 13 dicembre 1987. La sua produzione più conosciuta è una pregevole serie di incisioni in cui ha riprodotto gli angoli più caratteristici del paese, in gran parte oggi scomparsi.

■ Ponte Tresa. Rif. 2

- grazie alle quali si può posto nella Sala Consiliare 68 ammirare una Novate antica al primo piano e il quadro 69 che non esiste più. “Ciclamini” (▲), di Giovanni Il Municipio ospita altre due Testori, collocato nell’omo- importanti opere d’arte il nima Sala Teatro al piano trittico “La Pace” (▲) di Pa- interrato. dre Ambrogio Fumagalli (Fonti: 16; 18; 23; 59; 61)

19 Il trittico “La Pace” Municipio

Grande dipinto di Padre dall’Amministrazione Co- Ambrogio Fumagalli realiz- munale in occasione del zato su tre distinti pannelli quarantesimo anniversa- delle dimensioni totali di rio della Liberazione con m. 10 x 2,20 accostati tra l’intenzione, in un primo di loro e collocati stabil- momento, di rappresentare mente all’interno della Sala il tema della Libertà. I boz- Consiliare al primo piano zetti presentati non trovano del Municipio di Novate però il consenso unanime Milanese. del Consiglio Comunale e L’opera è commissionata lo stesso approfondimento critico sollecitato da Padre inaugurato il 15 dicembre Fumagalli porta ad ulte- 1985 con la presentazione riori riflessioni; si opta così di Giovanni Testori. per la Pace, senza la quale, Nel primo quadro, a sini- peraltro, non può esservi stra, tra incastri geometri- neppure libertà né possi- ci, simbolo di un mondo bilità di sviluppo. lacerato da guerre, appare Al termine di due incontri il volto sofferente di Cristo, pubblici e di un dibatti- morto ma risorto e dun- to molto vivace, la lettura que preannuncio di pace. della poesia “Ho dipinto la La sfera bianca è il nostro pace” della dodicenne israe- pianeta, devastato da una liana Tali Sorex costituisce guerra nucleare. l’elemento sul quale Padre Nel secondo quadro, al cen- Ambrogio Fumagalli espri- tro, grandi albatros, volan- merà la propria creatività do contro vento, planano per comunicare ai novatesi verso la terra glaciale e arida il senso di questa condizio- che, riacquistando i suoi ne da sempre auspicata, ma colori, torna a rinascere. purtroppo mai completa- Nel terzo quadro, sulla de- mente raggiunta. stra, l’umanità riconciliata è Per riuscire a terminare il rappresentata da un festoso 70 lavoro entro il 1985 l’autore girotondo di bimbi “dona- 71 si mette subito all’opera nel telliani” di tutte le razze suo studio presso il mona- che danzano davanti ad stero olivetano di Santa un aggrovigliato paesag- Francesca Romana, al Foro gio metropolitano, fitto di Romano, senza concedersi ciminiere, grattacieli, torri durante l’estate nemme- e animato dalle strutture no un giorno di vacanza architettoniche della chiesa ed il dipinto è finalmente della Resurrezione di Mi-

▲ Il trittico “La Pace”. Rif. 7 lano - Vialba (che accoglie danza e armonia nell’essere, uno dei cicli più vasti di creatività e rigenerazione. Allora vetrate di Padre Ambrogio potremmo gustare la natura Fumagalli). fresca e rosata dei nostri bambini e sederci con loro a dipingere la “Con la Pace tutto si ricom- PACE con colori nuovi.” pone, si rinsalda, la vita diventa [Padre Ambrogio Fumagalli]

Giudizi favorevoli sul trittico Ho dipinto la pace sono espressi da numerosi esperti; significativo quello Avevo una scatola di colori, del critico Giovanni Testori brillanti, decisi e vivi. Avevo una scatola di colori, che partecipa con un pro- alcuni caldi, prio intervento all’inaugu- altri molto freddi. razione. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti, non avevo il nero “Questo bellissimo dipinto, per il pianto degli orfani, quasi un affresco, riprende la non avevo il bianco tradizione della grande pittura per il volto dei morti, fondata sui simboli, sulle imma- non avevo il giallo gini emblematiche della civiltà per le sabbie ardenti. 70 Ma avevo l’arancio e della religione, immagini che 71 per la gioia della vita, qui si uniscono con una tensione e il verde abbastanza unica, così come si per i germogli e i nidi, uniscono e si risolvono le tensio- e il celeste ni di tutto il cammino artistico di per i chiari cieli splendenti, Ambrogio e di gran parte della e il rosa per il sogno e il riposo. pittura moderna” Mi sono seduta [Giovanni Testori] E ho dipinto la pace. Tali Sorex (Fonti : 7; 23; 27; 33; 54) 19 “Ciclamini” Municipio

Il quadro (▲), collocato in sala teatro è stato acqui- stato dall’Amministrazione Comunale e presentato alla cittadinanza il 12 maggio 2000. Rappresenta un esem- pio della multiforme arte di Giovanni Testori. L’opera ritrae un mazzo di “pampurzini” (ciclamini), soggetto molto amato dal- l’autore.

Ecco le rosette, i cucù, i nontiscor- dardeme. Ecco i pampurzini che te piasèvano tanto e che andavi a cattare in su del Zan Primo... ■ “Ciclamini”. Rif. 5 [da l’Ambleto, 1972] 72 2003. Queste tele segnaro- 73 Lo stesso tema è infatti rap- no il passaggio dell’artista presentato in una serie di dall’olio all’acrilico e, soprat- otto piccoli quadri dipinti tutto, la fine di un periodo nel 1971, già esposti presso di depressione durato molti Villa Testori nel corso della mesi. mostra “Il ritorno a casa” del (Fonti: 4; 5; 23; 46; 62)

20 “Intorno a Novate” Chiesa della Resurrezione Milano-Vialba Via Longarone, 5 Merita sicuramente una visi- infatti, autore del trittico, ta la chiesa della Resurrezio- uno degli artisti maggior- ne, il cui profilo ci è familiare mente coinvolti nella rea- in quanto inserito nel pae- lizzazione della chiesa: sue saggio metropolitano che sono le vetrate intense e fa da sfondo al girotondo di cariche di luce, protagoniste bambini nell’ultimo quadro del progetto d’avanguardia del trittico “La Pace”, colloca- che ha dato vita ad un “ca- to nel Municipio novatese. polavoro di architettura e È Padre Ambrogio Fumagalli, di colore” come fu definita la chiesa dal settimanale Epoca dopo la sua apertura al culto nel 1967. Ai confini di Nova- te Milanese, al vertice del grande viale che fa da spina dorsale del quartiere , la chiesa emerge come una presenza inso- lita. La sua forma richiama quella delle barche sul lago di Tiberiade. È composta da una parte bassa, quasi buia, a forma di auditorium a se- micerchio e da una parte alta, molto luminosa, sull’altare, a richiamare la Resurrezione; ■ Chiesa della Resurrezione. Rif. 15 l’architetto Benvenuto Villa ha inteso rendere in questo Rui, la “Pietà” in marmo di Vi- modo l’idea centrale del pas- cenza e la “Via Crucis” in cotto saggio dall’oscurità alla luce, di Mario Rudelli, la ceramiche dalla vita alla morte. Padre per il leggio ed il tabernacolo Ambrogio Fumagalli ha ri- 72 di Albino Reggiori. 73 preso e completato questa (Fonti: 7; 25; 26) immagine con le sue splendi- de vetrate portate a termine tra il 1965 e il 1967. Sono stati realizzati dall’artista anche, il “Volto di Cristo” - simile a quello che appare nel primo quadro del trittico “La Pace” - per la sacrestia e, dipinta nel 1987, la tela “Cristo risorto appare alla Madonna”. Oltre alle opere di Padre Am- brogio Fumagalli, la chiesa ospita numerose altre inte- ressanti realizzazioni arti- stiche tra cui la “Madonna col Bambino” - pala d’altare tardocinquecentesca del pa- vese Tassinari - l’altare e il battistero dell’architetto Ma- riarosa Zibetti Ribaldone, il ■ “Cristo risorto appare alla Ma- crocifisso in legno di Romano donna”. Rif. 15 I Personaggi Giovanni Testori Giovanni Testori è stato uno dei protagonisti della cultura italiana, non solo lettera- ria, della seconda metà del Novecento, che ha saputo leggere la realtà non da in- tellettuale, ma da “uomo”. Infatti tutta la sua opera cer- ca di indagare e capire la vita, nei suoi drammi, nelle sue disperazioni, nelle sue necessità. ■ Giovanni Testori. Rif. 16 Una sua affermazione può essere letta anche come un posizioni radicali a livello ci- testamento morale. vile e religioso vanno contro- Infatti Testori scrive: “La vita è corrente: è come un “profeta” una: questa. E non mi sento di che grida, senza mai placare ridurla a un progressivo e pro- la sua necessità di verità, nel 74 gressistico strangolamento di deserto metropolitano. quell’inevitabile verità per cui Il suo è un inarrestabile “me- fin qui ho accettato d’acco- moriale” al servizio di chi gliere e percorrere niente più non ha voce, dei dimenticati, e niente meno che la vita”. degli “irreparabili” che di- Così la grandezza della figu- ventano i suoi “personaggi”, ra di questo lombardo che coloro che rappresentano, guarda a Manzoni, a Parini e totalmente e senza falsità, a Gadda e ne reinventa sulla quella “vita” che ha sempre, sua pelle la lezione lettera- non solo guardato, ma vo- ria e umana sta nel cercare luto interpretare in prima continuamente la “voce” per persona. La sua contempo- dare espressione e verità a raneità sta nell’aver dato questa vita che pulsa nei suoi voce agli ultimi, nell’aver libri. Così Testori è narratore, raccolto la loro testimonian- è poeta, è scrittore di teatro, za come propria esperienza, è critico d’arte, è pittore: spesso incomunicabile, ma con tutti gli strumenti di resa come parola, borbottio, queste arti riconduce alla lingua della coscienza som- lezione umana che più gli mersa nelle sue opere. sta a cuore. Sta in quel “coro degli irrepa- Vive da isolato; spesso le sue rabili” che dal dio di Roserio in Note biografiche • 12 maggio 1923 - Nasce a Novate Milanese. Il padre è di Sormano, la madre di Lasnigo; a Novate il padre dirige una filanda. • 1947 - Si laurea in Lettere all’Università Cattolica di Milano, con una tesi sull’estetica nell’arte moderna. La tesi gli viene contestata. Lui prima pensa di cambiare Università, poi accetta di purgare le pagine giudicate scandalose. • 1948 - Esordio ufficiale come scrittore teatrale: Franca Valeri interpreta la sua Caterina di Dio al Teatro della Basilica di Milano. • 1951 - Conosce Roberto Longhi, il massimo critico d’arte italiano. Diventerà il suo vero maestro. Nel 1952 Longhi pubblica sull’impor- tante rivista “Paragone” un saggio di Testori su Francesco del Cairo, pittore lombardo del Seicento. Il metodo critico appassionato di Testori fa subito discutere. • 1954 - Pubblica il racconto lungo Il dio di Roserio nei Gettoni di Einaudi, collana diretta da Elio Vittorini. • 1958 - Esce Il ponte della , primo suo grande successo in letteratura. Da alcuni racconti Visconti, nel 1960, trae il soggetto di Rocco e i suoi fratelli. • 1960/61 - Il suo nuovo spettacolo, L’Arialda, messo in scena da Luchino Visconti, viene fermato dalla censura; verrà assolto tre anni dopo nel successivo processo per oltraggio al pudore. Sempre nel 1961 pubblica Il fabbricone, ultimo atto della serie dei Segreti di Milano. • 1972 - Pubblica L’Ambleto, primo testo della Trilogia degli Scarrozzanti che inaugura il suo sodalizio con uno dei più grandi attori italiani, 75 75 Franco Parenti. Il 16 gennaio 1973 L’Ambleto viene presentato in un nuovo teatro milanese, il Salone Pier Lombardo, fondato da Testori, Parenti e dalla regista Andrée Ruth Shammah. • 1975 - Inizia la collaborazione al “Corriere della Sera”, come elzeviri- sta per la terza pagina e tre anni dopo, il direttore, Franco di Bella, lo chiama a intervenire sulla prima pagina. Successivamente gli viene affidata anche la responsabilità della pagina d’arte del quotidiano. Sempre nel 1978 nasce il settimanale “Il Sabato”, con il quale Testori inizia una collaborazione che si intensificherà negli anni successivi. Nel 1982 raccoglierà gli articoli comparsi sulle due testate con il titolo di La maestà della vita. • 1979 - La Compagnia del Teatro dell’Arca di Forlì porta in scena Interrogatorio a Maria. Lo spettacolo ha un grandissimo successo e raggiunge nella tournée il record di mezzo milione di spettatori. • 1980 - Cura una nuova collana per Rizzoli, “I Libri della Speranza”. • 1983 - Scrive Post-Hamlet, che viene portato in scena da Emanuele Banterle al Teatro di a Milano. Costituisce una nuova compagnia: il Teatro degli Incamminati con lo stesso Banterle. • 1985 - Pubblica Confiteor, che viene messo in scena l’anno successivo da Franco Branciaroli. La collaborazione con questo grande attore segna l’ultima stagione creativa di Testori. • 1990 - Primi segni della malattia e primo ricovero in ospedale. • 1993 - Giovanni Testori muore il 16 marzo. Esce in un volume la lunga intervista che nel corso degli ultimi mesi ha rilasciato a Luca Doninelli. poi ha costruito una sorta di Il “PERCORSO TESTORI” famiglia in cui Testori si era riconosciuto totalmente. La passeggiata nei luoghi della Novate “testoriana” si Questa è la sua “prova di snoda attraverso i seguenti verità”, quella che designa punti d’interesse: ancora oggi l’attualità della lezione testoriana. 1. La Stazione. È una “prova” continuamen- 6. Chiesa S. Carlo Borromeo. te ricercata nella pittura che 13. Villa Testori. ha amato, nelle periferie 19. Municipio milanesi che ha descritto, Sala Teatro Giovanni negli “irreparabili” che sono Testori: “Ciclamini”. diventati la luce del suo tea- tro, nelle vicende che ha raccontato, per tanti anni, grande partita della verità: in prima pagina sul “Corriere che è, insomma, “il coagulo della Sera”. di tutti i sentimenti, di tutte le Il senso, Testori stesso lo ri- azioni e di tutte le meditazioni dell’uomo”. trova leggendo l’opera di [Tratto da: “Dedicato a Testori” un grande pittore, Cézanne. di Fulvio Panzeri - Infatti per lui questa “prova Novate Milanese, 1998] di verità” è anche il solo luo- 76 go deputato a sostenere la (Fonti: 37; 53)

Padre Ambrogio Fumagalli Padre Ambrogio Fumagalli (Cambiago 1915 - Bolsena 1998), trascorre la sua infanzia a Novate prima di intrapren- dere gli studi religiosi. Monaco benedettino olivetano, nelle diverse stagioni del suo per- corso artistico attraversa gran parte del ventesimo secolo in- terpretandone con originalità le molteplici e più significative espressioni formali. Autodidatta, ma dotato di notevole facilità di appren- dimento, negli anni trascorsi a Monte Oliveto Maggiore ■ Padre Ambrogio Fumagalli. (Siena) di fronte agli affreschi Rif. 17 del Signorelli e del Sodoma ed The King” studia Henry Moore ai tanti capolavori che arric- e conosce Francis Bacon e chiscono la celebre abbazia, Graham Sutherland dai quali si esercita ad assimilare ed trae spunti per numerosi e a sperimentare i diversi lin- incisivi disegni: vive medita- guaggi artistici affinando le zioni sul senso della doloro- proprie naturali capacità e, sa e agonizzante solitudine nello stesso tempo, completa umana. gli studi teologici per rice- Si avvicina, poi, al cubismo vere, nel 1940, l’ordinazione statico iniziando a comporre sacerdotale. Nel 1941, nello i piani alla maniera di Picasso. studio bolognese di Giorgio Tornato in Italia per stabilirsi Morandi impara a cogliere a Roma, nel monastero di l’essenzialità delle immagini S. Francesca Romana dove e dei volumi per immergerli, rimane fino al 1987, lenta- con il colore-luce, in uno spa- mente abbandona il linguag- zio interiorizzato. gio cubista per rivisitare, con Nel 1947, mentre risiede nel cromatiche partiture moran- monastero di S. Salvatore diane, il lirismo della Scuola Monferrato (Alessandria) in- Romana e per passare, poi, contra Carlo Carrà e perfe- all’astrattismo. ziona, con il suo magistero, Dagli inizi degli anni Sessanta, equilibrio formale, geometria grazie all’incontro con l’archi- 77 poetica e rigore compositivo. tetto Luigi Moretti, progetti- Nel 1953, si reca a Londra nel sta, tra l’altro, del complesso monastero olivetano “Christ residenziale “Watergate” di

Note biografiche • 6 agosto 1915 - Nasce a Cambiago (Milano) da una famiglia contadina. Sul finire della Prima Guerra Mondiale si trasferisce a Novate Milanese, dove il padre trova occupazione come sacrestano. • 1929 - Entra in collegio presso i Padri Benedettini di Monte Oliveto Maggiore. • 1940 - Viene ordinato sacerdote. Studia disegno a Firenze. • 1945 - Seregno: prima mostra. Successivamente dal 1946 al 1971 tiene mostre in tutta Italia e all’estero: Bologna, Roma, Teramo, Milano, Cortina, Firenze, Positano, Bergamo, Londra e New York. Nel frattempo, oltre ai quadri di cavalletto, esegue mosaici e vetrate per chiese: chiesa della Resurrezione (Milano-Vialba), Cambiago (Milano), S. Antonino al Ticino (Varese), Castelverde (Roma), Siena, Pescara, Seregno (Milano), S. Giorgio su Legnano (Milano), Cerro Maggiore (Milano). • 1985 - Novate Milanese: trittico “La Pace” e “Monumento ai Caduti”. • 1991 - Novate Milanese: la “Crocifissione” e la “Resurrezione” nella chiesa SS. Gervaso e Protaso. • 1998 - Bolsena (Viterbo): muore l’8 maggio e riposa nel cimitero locale. Washington e pioniere con la Il “PERCORSO FUMAGALLI” rivista Spazio di una rinnovata cultura figurativa, dipinge tele La visita alla scoperta delle opere dell’artista si articola cosmologiche e informali con nel seguente itinerario: la stesura dei colori su piani bidimensionali. 2. Chiesa Sacra Famiglia: Tale fase evolutiva si concre- bozzetto del “Volto di tizza nella mostra presso il Cristo” attualmente posto Centro Culturale S. Fedele sulla cappella del Cimitero di Milano (1961) dove Padre Monumentale di Novate. Ambrogio Fumagalli offre 4. Area verde antistante il le premesse per una pittura Municipio: “Monumento ai simbolico-cristiana. La spe- Caduti” rimentazione del linguaggio 9. Chiesa SS. Gervaso e Protaso: la “Crocifissione” e astratto continua per alcuni la “Resurrezione”. anni con dipinti carichi di sim- 11. Villa Venino: bolico lirismo cristiano e con esposizione permanente tematiche intrise di intensa presso la sala studio Padre emotività - come Pianure, Cit- Ambrogio Fumagalli. tà, Rondini sulla città - e trova 19. Municipio - Sala la propria definizione prima Consiliare: trittico “La Pace”. con le opere realizzate per 20. Intorno a Novate 78 commentare il Diario di Gusen Milano-Vialba: chiesa della 79 di Aldo Carpi sugli orrori dei Resurrezione: campi nazisti di sterminio e le vetrate. poi con i dipinti dedicati all’an- tica civiltà dei Camuni. alquanto sognante e decisa- Dal 1987 al 1998, anno della mente impressionistico. sua morte, vive a Bolsena (Vi- [dalla sezione su Padre terbo), antica e piccola città Ambrogio Fumagalli del sulle rive dell’omonimo lago sito del Comune di Novate che, con i suoi trasparenti Milanese] colori e con le vaporose atmo- sfere, gli ispira tele dal tocco (Fonti: 23; 54) Vincenzo Torriani Nasce a Novate Milanese dedono un piccolo frantoio il 17 settembre 1918 nella dove si esegue la macinazio- casa di famiglia sita in via ne delle olive producendone Repubblica 68, nel cortile un ottimo olio che poi com- “dell’ouliè” chiamato così mercializzano alla clientela. perché il nonno e poi il padre Vincenzo Torriani ha il dono di Vincenzo Torriani, possie- dell’invenzione e dell’orga- nizzazione, tanto è vero che giovanissimo organizza un torneo di calcio tra gli stu- denti dell’Istituto S. Carlo di Milano che lui frequenta. Durante la guerra, rifugiatosi in Svizzera, organizzò un torneo di calcio tra i nostri connazionali profughi in ter- ra elvetica. Nel 1945, dopo la notte oscura della guerra, ■ Vincenzo Torriani. Rif. 18

Note biografiche • 17 settembre 1918 - Nasce a Novate Milanese. • A quattordici anni organizza un torneo di calcio fra gli studenti dell’Istituto S. Carlo di Milano da lui frequentato. • 1943 - È costretto a fuggire in Svizzera. • 1943/45 - Allestisce nei campi di raccolta sparsi in tutto il territorio svizzero (ne visita centinaia) una notevole rete di assistenza. No- nostante i gravi rischi, fa entrare e uscire dalla Svizzera e circolare in territorio elvetico moltissime persone. Opera anche in collega- mento con don Gnocchi e con personaggi legati al CLN Alta Italia 78 e ai Servizi anglo-americani. 79 • Al rientro in Italia fonda l’U.S. Novatese e organizza la corsa ciclistica per dilettanti denominata “Prima Coppa di Novate”. Si adopera poi per la costituzione di diverse importanti realtà associative novatesi tra cui il Club Alpino e il Corpo Musicale Santa Cecilia. • 1946 Comincia a collaborare con Armando Cougnet all’organizza- zione del Giro d’Italia, della Milano-Sanremo, del Giro di Lombardia e delle altre competizioni organizzate dalla Gazzetta dello Sport. • 1949 Viene nominato direttore unico del Giro d’Italia. Gli succederà Carmine Castellano nel 1993. Sono guidate da lui le edizioni degli epici duelli tra Coppi e Bartali e tra Moser e Saronni. • 25 maggio 1973 - In occasione del transito a Novate della tappa del Giro d’Italia Milano-Bergamo, i concittadini gli consegnano una medaglia d’oro a riconoscimento dei suoi meriti sportivi. Ulteriori importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali gli vengono attribuiti per la sua incisiva attività e personalità; tra gli altri la me- daglia d’oro della benemerenza della Città di Milano, la nomina a Gran Ufficiale per aver portato in tempi difficili il Giro in Slovenia ed il titolo di Gran Croce al merito della Repubblica, consegnatogli da Sandro Pertini. Il 22 dicembre 1986, gli viene conferita anche la medaglia d’oro per aver contribuito a tenere alto, con il lavoro, il nome della Provincia di Milano. • 1996 - Viene a mancare nel pomeriggio del 24 aprile. La sua salma è ora a Novate, accanto a quella della moglie Elena, nella tomba di famiglia. In sua memoria • 19 ottobre 1996 - Inaugurato il monumento a lui dedicato nella piazza del santuario intitolato alla Madonna del Ghisallo. Sul bronzo del monumento è incisa una dedica dettata da Sergio Zavoli, il noto giornalista Rai, suo fraterno amico.

• 24 aprile 1997 - Gli viene dedicata la piazza posta nel punto di arrivo del celebre “Muro di Sormano”, la famosa salita “scoperta” nel 1960 e che per anni, per suo volere, caratterizzò il Giro di Lombardia. La piazza ospita un cippo posto dalle associazioni sormanesi: sul “masso”, scelto dagli Alpini, sono posti una targa ed un bassorilievo in bronzo di Torriani realizzati dalla ditta Ottolina e dalla Fonderia Cubro di Novate.

• A lui sono intitolati il nuovo campo sportivo di Novate Milanese e la via adiacente.

• Dal 1995 è stata assegnata a Novate la partenza della Milano-Torino. Grazie all’interessamento di un Comitato Cittadino con l’adesione dell’Amministrazione Comunale, la collaborazione della Parrocchia, dei gruppi sportivi Osal e Osmi, della direzione del Cinema Nuovo e degli Amici del Circolino è stato infatti raggiunto un accordo con la Gazzetta dello Sport. Viene così rievocata ogni anno la partenza dell’edizione del 1989, la prima da Novate Milanese, voluta dallo stesso Vincenzo Torriani. 80 81 Vincenzo Torriani rientra in Vincenzo Torriani è un uomo Italia. di grandi ideali, un organiz- Fonda l’U.S. Novatese e or- zatore capace e innovativo, ganizza la corsa ciclistica con grande serenità di spiri- per dilettanti denominata to e con grande e forte cari- “Prima Coppa di Novate” che ca umana, certamente uno vede vittorioso Valeriano sportivo autentico e sensibi- Zanazzi, il quale in seguito, le alle opere di bene. con il fratello Renzo, passa [Pietro Castelli e professionista nella gloriosa Aleardo Faroldi - Informazioni Municipali - squadra “Legnano”, capita- Maggio/Giugno 1996] nata da Gino Bartali. Poi, nel 1946, la grande svol- (Fonti: 23; 36; 38) ta Vincenzo Torriani viene chiamato a collaborare con Armando Cougnet all’orga- nizzazione del Giro d’Italia e, in seguito, nominato Di- rettore Organizzativo della Gazzetta e quindi “Patron del Giro” fino al 1992. Bernardino da Novate Apprezzato scultore - secondo Cattaneo Pinelli (1555) collo- la tesi più accreditata - si presu- cata nell’atrio di Palazzo Tursi me sia nato intorno al 1510. (sede del Comune di Genova) A lui sono attribuite le statue e le sculture della tomba del della “Fama” e della “Vittoria” nobiluomo Ceva Doria (1574) che ornano il mausoleo di Gian posta nella chiesa di S. Maria Galeazzo Visconti (ca.1560) della Cella (Genova-Sampier- presso la . darena). Sono ritenute di sua produ- A lui è intitolata una via della zione anche la statua comme- nostra città. morativa del nobile genovese (Fonti: 10; 11; 23) Bertola da Novate Fra i più abili ingegneri idraulici Ambrosiana, nel 1450 sale del Quattrocento, ha realiz- al trono del ducato milanese zato importantissime opere Francesco I degli Sforza: colpi- fluviali nel Nord-Italia. to dalle geniali innovazioni del Il duca di Milano Filippo Maria giovane ingegnere, il nuovo Visconti lo incarica di presie- duca lo incarica di procedere 80 dere la commissione tecnica alla messa a punto del proget- 81 per la realizzazione di una to riguardante i Navigli. fitta rete di canali navigabili Portano la firma di Bertola che colleghino tra loro il Po, il da Novate i Navigli di Parma, Ticino e l’Adda. Mantova, Bereguardo e Bina- Con la morte di Filippo Maria sco, Martesana e Cremona. (1447), tramontata la signoria L’ultima fatica del nostro in- viscontea, la sua bravura viene gegnere, del quale oggi ci riconosciuta anche dalla neo- rimangono le opere e la via nata Repubblica Ambrosiana cittadina a lui intitolata, è la che lo nomina “Architetto di progettazione della rete idri- fiducia del Governo dello Sta- ca per il Castello Sforzesco to di Milano”. (1474). Caduta anche la Repubblica (Fonti: 11) Simpliciano da Novate Reverendo e cantore della prevosto della chiesa di Santa Cappella del Duomo di Milano Tecla, Galeazzo Maria Sforza lo - nella quale possono cantare vuole a corte come cantore del solo le voci migliori del suo Coro della Cappella Ducale. tempo - nel 1471, quando è già (Fonti: 10; 11) Fonti e bibliografia

I testi delle singole voci sono stati tratti dalle seguenti fonti costituite da testi, opuscoli, periodici, documenti e testimonianze

1 A Don Mansueto Messa primo Parroco. Novate Milanese: Parrocchia Sacra Famiglia [1961] 2 ABBAZIA SANT’AGOSTINO RAMSGATE, Grande dizionario illustrato dei Santi. Casale Monferrato: Piemme, 1991 3 Antichi organi in concerto nei Comuni della Provincia di Milano. Milano, 2003 4 ASSOCIAZIONE GIOVANNI TESTORI, Testori a Novate. Cinisello Balsamo: Silvana Editoriale, 2003 5 C. BONIARDI, Testori: la mostra‘Il ritorno a casa’ prelude all’istituzione dell’ente culturale. “Settegiorni “, 16 maggio 2003, 51 6 M. BRAMBILLA, Storia della parrocchia Sacra Famiglia. Novate Milanese [1961] 7 G. BRIZZI (a cura di), Bozzetti per vetrate e mosaici di don Ambrogio Fuma- galli monaco benedettino di Monte Oliveto. Seregno: Abbazia S. Benedetto, 1992 8 L. CARATTI DI VALFREI, Appunti di ‘Storia di Novate Milanese’ (877-1877). Novate Milanese: a cura dell’Amministrazione Comunale, 1991 9 L. CARATTI DI VALFREI, Guida storica della Chiesa dei SS. Gervaso e Protaso 82 di Novate Milanese. Novate Milanese, 2001 83 10 L. CARATTI DI VALFREI, Storia di Novate Milanese: mille anni di storia ricostruita sui documenti (877 - 1877). Novate Milanese: a cura dell’Ammini- strazione Comunale, 1982 11 L. CARATTI DI VALFREI, T. D’AGOSTINO, S. ROVELLI, C’era una volta a Novate: la storia a fumetti della nostra città. Novate Milanese: a cura dell’Amministra- zione Comunale, 2003 12 Centenario di fondazione della cooperativa “La Previdente” 1889-1989. “Informazioni Municipali. Periodico del Comune di Novate Milanese”, anno XV n°5, novembre-dicembre 1989 13 G. CORNOLÒ, Cento anni di storia delle Ferrovie Nord Milano. Trento: Globo edizioni, 1979 14 M. DE MICHELI, La scultura del Novecento in: Storia dell’ arte in Italia. Torino: UTET, 1981, vol. [19] 15 C. DEL BALZO, (a cura di), Comune di Novate Milanese: cenni storici - attività produttive. Novate Milanese: a cura dell’Amministrazione Comunale, 1972 16 Espressioni Artistiche Novatesi. II ed. Novate Milanese, 1989 17 D. C. FAROLDI, In chiesa due nuovi dipinti. “Luce”, 27 ottobre 1991, 18 18 Ghisellini. Ferrara ‘97 . Dipinti. Ferrara: Galleria d’arte moderna “alba”, 1997. 19 Gianfranco Lamon. I racconti della sera. Sculture e disegni. Locarno: Galleria d’arte Il Cavalletto, 1998. 20 M. C. GIGANTE, S. GIUNTINI, Note sul movimento democratico, l’antifascismo e la Resistenza a Novate Milanese. Novate Milanese, s.d. 21 M. C. GIGANTE, S. GIUNTINI, Piazze e strade: luoghi di vita, luoghi di memoria: Antifascismo e Resistenza nella toponomastica novatese. Novate Milanese: ANPI Sezione “Marco Brasca”, 1996 22 Il Girotondo, Novate Milanese [1997] 23 Informazioni Municipali: periodico del Comune di Novate Milanese 1-, Novate Milanese, s.n., 1974 – [raccolta] 24 L’omaggio di Novate per il grande Testori .”Settegiorni”, 6 novembre 1998, 33 25 La chiesa caleidoscopio. “Epoca”, 2 aprile 1967, 72-75 26 La chiesa della Resurrezione. Milano, 1992 27 La Pace in Aula Consiliare. Novate Milanese, 1985 28 G. LAMON, Discorso tenuto in occasione dell’inaugurazione del Monumento del ciclo “I Racconti della Sera” presso Le Filande. Novate Milanese [2003] 29 A. LANCINI, Procaccini e la Natività della Vergine a Novate: radiografia di un’Opera. Novate Milanese, 2004 30 LIONS CLUB BOLLATE, Il restauro dei dipinti del Gesiö: storia e arte. Novate Milanese, 1988 31 M. LOZZA, Comunicazione alla Prof.sa Aurora Scotti della Biblioteca di Progettazione dell’Architettura di Milano in occasione dell’indagine per il censimento e la catalogazione dei monumenti celebrativi presenti sul territorio della Provincia di Milano. Novate Milanese, 20 gennaio 1999 32 Monumento ai Martiri delle Foibe. “Settegiorni”, 26 ottobre 2001, 44 33 Nel municipio di Novate Milanese un trittico di padre Fumagalli sulla pace. “Jesus”, 14 febbraio 1986, 14 34 Nel silenzio del tempo la bellezza genera amore: catalogo della prima edizione del Premio d’Arte Lidia Conca. Novate Milanese, 2007 35 Novate la nostra città. Novate Milanese: a cura dell’Amministrazione Co- munale, 1994 36 Novate Milanese ricorda: Vincenzo Torriani. Novate Milanese, [ 1996 ] 37 F. PANZERI (a cura di), Dedicato a Testori: catalogo bibliografico. Novate Milanese [1998] 38 L. PEREGO, Uomini e istituzioni a Novate Milanese: dizionario dei Consigli Comunali e dintorni 1861-2005. Garbagnate Milanese: Anthelios Edizioni, 2004 39 Programma dei comunisti novatesi per le elezioni del 1975. Novate Milanese 82 [1975] 83 40 C. ROVAGNATI, Venticinquesimo della Parrocchia Sacra Famiglia 1961- 1986. Novate Milanese, 1986 41 San Carlo: una Chiesa per Novate: La storia, l’edificio, gli artisti. Novate Milanese, 1996 42 C. SILVERA, Appunti su Paolo Camillo Landriani detto il Duchino. Milano, 2007 43 F. SOMAINI, Bernardino Busti, in: M.G. BASCAPE’, P. M. GALIMBERTI, S. REBORA (a cura di), Il tesoro dei poveri: il patrimonio artistico delle Istituzioni pubbliche di assitenza e beneficienza (ex ECA) di Milano. Cinisello Balsamo: Silvana Editoriale, 2001 44 A. SPIRITI, Insieme Groane: itinerari d’arte a nord di Milano. Bergamo: Velar, 2008 45 F. TERRACCIA, S. REBORA, S.A. COLOMBO, L’oratorio dei Santi Nazaro e Celso a Novate, in: M.G. BASCAPE’, P. M. GALIMBERTI, S. REBORA (a cura di), Il tesoro dei poveri: il patrimonio artistico delle Istituzioni pubbliche di assitenza e beneficienza (ex ECA) di Milano. Cinisello Balsamo: Silvana Editoriale, 2001 46 G. TESTORI, L’Ambleto in: Opere 1965-1977. Milano: Bompiani, 1997 47 G. TESTORI, La maestà della vita e altri scritti. Milano: BUR, 1998 48 Un mattone lungo un secolo: 100 anni di vita della Cooperativa La Benefica. Novate Milanese: Editrice Cooperativa La Benefica, [ 2001] 49 Un monumento per ricordare Aldo Moro e la sua scorta. “Luce”, 16 maggio 1998 50 U. VAGHI, Storia de Nüaa Vècc. II ed. Novate Milanese, 2005 51 Venticinque anni di apostolato: 1961-1981. Novate Milanese: Parrocchia Sacra Famiglia [1981] 52 80° della Scuola Materna Giovanni XXIII. “Informazioni Municipali. Periodico del Comune di Novate Milanese”, anno XVI n°2, marzo-aprile 1990 Siti 53 ASSOCIAZIONE GIOVANNI TESTORI ONLUS, , agg. 16/02/2007 54 COMUNE DI NOVATE MILANESE, Padre Ambrogio Fumagalli. , agg. 19/03/2007 55 R.A.I., Quelli di Via Fani. , agg. 29/10/2007

Tesi e ricerche 56 M. BRASCA, Intervista in: M. GENNARO, P. CAPPÈ (a cura di), Biografie di gente comune. Corso di Storia orale e memorie - Progetto Centocinquanta Ore, a.s. 1982/83 57 M. FABBRI E CLASSE 5^ C, Noi, esploratori di Novate. Scuola Primaria “Don Milani” di Novate Milanese, a.s. 2004/05 58 E. L. GAINI, E. GREGOLIN, Ricerca storica e rilievo della villa Fassi Venino di Novate Milanese. Corso di Restauro Architettonico - Facoltà di Architettura, Politecnico di Milano, a.a. 1994/95 59 M. PICCARDI, Novate Milanese da borgo rurale a territorio metropolitano. Sviluppo urbano ed economico di un comune dell’hinterland di Milano. Tesi di laurea in Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Milano, a.a. 1981/82 60 L. POGGI, L. VACCARO E CLASSI 2^A E 2^B, Novate ieri e oggi. Laboratorio: Ricerca-Ambiente, Scuola Secondaria “Gianni Rodari”, a.s. 1990/91

Altre fonti 61 Anagrafe Comunale 62 Archivio Comunale 63 Ufficio Tecnico Comunale

84 Le immagini sono tratte dalle seguenti fonti Rif. 1 “Storia di Novate Milanese 877 - 1877” Rif. 2 “Disegno di Virginio Silva” [verificare con Luciana se questa dicitura può andare] Rif. 3 “Disegno di Paolo Fabbro” [verificare con Luciana se questa dicitura può andare] Rif. 4 “Archivio Storia Locale” Rif. 5 “Foto di Marco Vimercati” Rif. 6 “Archivio Locati” Rif. 7 “Foto di Valerio Ferrari” Rif. 8 “Archivio Privato Lamon” Rif. 9 “San Carlo: una Chiesa per Novate - La storia, l’edificio, gli artisti” Rif. 10 “Donazione d’Amico” Rif. 11 “Guida storica della Chiesa dei SS. Gervaso e Protaso” Rif. 12 “Nel silenzio del tempo la bellezza genera amore” Rif. 13 Archivio Bruno Gattico Rif. 14 “Il restauro dei dipinti del Gesiö: storia e arte” Rif. 15 “La chiesa della Resurrezione” Rif. 16 sito Associazione Testori Rif. 17 sito Comune di Novate Milanese Rif. 18 “Novate la nostra città” Rif. 19 Famiglia Milanesi Rif. 20 Internet http://www.valtaro.it/moro2003