Dott. For. Alessandro Quatrini Via Capranica, 1 01037 Ronciglione (VT) Tel. 339 7133912 e-mail: [email protected] P. IVA: 02087600561

REGIONE PROVINCIA DI DI RONCIGLIONE

Diradamento fustaia di cerro Località “Il Barco” Particelle Forestali n. 11 e 12 N.C.T. Ronciglione Foglio 11 part.lle 1/parte, 2, 7; Foglio 12 part.lla n. 7

Redatto ai sensi dell’art. 11 del Regolamento Regionale n. 7 del 18.04.2005 e del Piano di Gestione e Assestamento Forestale dei boschi di proprietà dell’Amministrazione Comunale di Ronciglione approvato ed esecutivo rispettivamente con determinazioni n. B3301 del 08.07.2010 e n. A2645 del 29.03.2011.

COMMITTENTE: AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RONCIGLIONE

PROGETTO ESECUTIVO: Data 11.03.14 Relazione tecnica - Assegno e stima - Allegati catastali

IL TECNICO : Dott. For. Alessandro Quatrini

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INDICE

1. PREMESSA……………………………………………………………….……………..3

2. DESCRIZIONE DEL LOTTO DI INTERVENTO……………………………….……...5

2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE………………………………………………….…5

2.2 INQUADRAMENTO FITOCLIMATICO……………………………………………….…..7

2.3 DESCRIZIONE DEL SOPRASSUOLO OGGETTO DI TAGLIO IN TERMINI VEGETAZIONALI E DENDROMETRICI……………………………………………………………………….…7

3. CONFORMITÀ CON LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE VIGENTE…….……12

4. FORMA DI GOVERNO E TRATTAMENTO SELVICOLTURALE PROPOSTO…....15

5. MODALITÀ DI ESBOSCO……………………………………………………………..17

6. ASSEGNO DEL BOSCO…………………………………………………………….….18

7. STIMA DELLA MASSA LEGNOSA………………………………………….………..25

8. ALLEGATI FOTOGRAFICI………………………………………………………….…29

9. ALLEGATI CARTOGRAFICI E TABELLE AREE DI SAGGIO……………………....31

TABELLE AREE DI SAGGIO……..……………………………………………………..31-36

TAV. 1: COROGRAFIA………………………………………………………………….….37

TAV. 2: PLANIMETRIA CATASTALE…..……………………………………………….….38

TAV. 3: CARTA DEGLI INTERVENTI….……………………………………………...... 39

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Bibliografia citata

Blasi C., 1994. Fitoclimatologia del Lazio. Roma.

Nardi Berti R., 2006. La struttura anatomica del legno ed il riconoscimento dei legnami italiani di più corrente impiego. II Edizione a cura di Berti S., Fioravanti M., Macchioni M., CNR IVALSA

Tabacchi G., Di Cosmo L., Gasparini P., Morelli S., 2011. Stima del volume e della fitomassa delle principali specie forestali italiane. Equazioni di previsione, tavole del volume e tavole della fitomassa arborea epigea. Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, Unità di Ricerca per il Monitoraggio e la Pianificazione Forestale. Trento. 412 pp.

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1. PREMESSA

Il sottoscritto Dott. For. Alessandro Quatrini regolarmente iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Viterbo con numero 346 è stato incaricato dall’Amministrazione Comunale di Ronciglione con Determinazione n. 751 del Responsabile del Servizio Dott. Francesco Casano, di redigere il Progetto di Utilizzazione Forestale di diradamento, assegno del bosco, stima, capitolato d’oneri e sorveglianza dei lavori delle particelle forestali 11 e 12 loc. “Il Barco” del vigente Piano di Assestamento Forestale dei boschi di proprietà del Comune di Ronciglione 2005-2014. Il progetto di diradamento di fustaia di cerro delle particelle forestali 11 e 12 di cui sopra è programmato per la stagione silvana 2013-2014 e redatto ai sensi della L.R. n. 39/2002 e del Reg. Reg. n. 7/2005 e delle determinazioni di approvazione della Regione Lazio n. B3301 del 08.07.10 e di esecutività n. A2645 del 29.03.11 dello stesso PGAF del Comune di Ronciglione 2005-2014.

Nel piano di assestamento le particelle forestali 11 e 12 rientrano all’interno della Compresa II - Classe Colturale Altofusto di cerro e roverella, con funzione prevalente assegnabile di tipo naturalistica in accordo con la determinazione di approvazione regionale. Nel piano dei tagli del PGAF l’intervento in oggetto sarebbe dovuto essere effettuato nell’anno 2006, mentre nella determinazione di approvazione del PGAF della Regione Lazio l’intervento è stato posticipato alla stagione silvana 2013/2014 sottolineando che il progetto di diradamento deve seguire un iter autorizzativo ex novo anche se all’interno delle superficie assestate dal Piano ancora vigente e quindi seguire gli iter autorizzativi indicati nell’art. n. 7 del Reg. Reg. n. 7/2005, contenendo la ripresa legnosa entro il 20% della massa presente. Pertanto sarà l’Amministrazione Provinciale di Viterbo a rilasciare il provvedimento autorizzativo come da determina di approvazione del Piano. Tra le prescrizioni del tavolo tecnico si evidenzia la necessita di prevedere sul capitolato d’oneri del progetto di diradamento delle particelle forestali 11 e 12 l’elenco delle piante cadenti al taglio, ovvero il piedilista di martellata. Le piante scelte al taglio dovranno essere adeguatamente marcate con vernice indelebile a petto d’uomo (1,3 metri da terra) e al pedale. Insieme al punto al pedale ogni pianta sarà oggetto di martellata con martello forestale e timbro del tecnico forestale incaricato della progettazione.

Il Piano di Assestamento assegna alle particelle forestali n. 11 e 12 una funzione prevalente di tipo naturalistico e descrive la struttura del bosco della compresa come una fustaia coetaniforme monoplana derivante da interventi di avviamento all’altofusto che hanno avuto successo, effettuati

3 probabilmente negli anni 70-80 in un vecchio ceduo composto di cerro. Il Piano definisce per le particelle forestali 11 e 12 un turno di 120 anni con un trattamento a tagli successivi, mentre per quanto concerne gli interventi da effettuare durante il periodo di validità dello stesso parla ovviamente soltanto di interventi colturali intercalari nello specifico diradamenti dal basso volti ad eliminare le piante nel piano dominato, deperienti, malate, e di incerto avvenire, rilasciando a dote del bosco qualora fossero presenti specie differenti dal cerro, in modo da migliorare la biodiversità e rendere il sistema forestale più complesso.

Il sottoscritto pertanto, alla luce dell’intervento del PGAF di Ronciglione e in accordo con quanto prescritto nella determinazione regionale di approvazione del Piano, propone in tale Progetto preliminare un intervento di utilizzazione di diradamento dal basso contenuto in cui verrà asportata una percentuale di massa legnosa inferiore al 20% della massa in piedi. I criteri di scelta delle piante da abbattere in tale intervento sono quelli descritti nello stesso piano di assestamento, al fine di favorire i soggetti di grandi dimensioni e di avvenire, a scapito di individui deperienti e dominati, rilasciando piante di diversa specie dal cerro qualora presenti, anche in rinnovazione.

Figura 1. Stralcio Carta Assestamentale del P.A.F. dei boschi di proprietà del Comune di Ronciglione 2005-2014.

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2. DESCRIZIONE DEL LOTTO DI INTERVENTO

2.1 Inquadramento territoriale

La superficie oggetto di taglio si colloca a circa tre chilometri in linea d’aria dal centro abitato di Ronciglione (VT) (Cfr. Fig. 2). L’area di intervento è inserita all’interno del bacino imbrifero del fiume “Rio Vicano”, corso d’acqua che nasce dal Lago di Vico e si immette nel Fiume Tevere. Le particelle forestali n. 11 e 12, sono adiacenti e complessivamente si estendono per circa 32 ettari. Da sottolineare che all’interno del corpo boschivo vi è una zona di depressione stretta che attraversa per metà il corpo boscato ed è caratterizzata da prato pascoli e seminativi di proprietà del Comune di Ronciglione, in cui precedentemente era presente una zona lacustre probabilmente di natura artificiale chiamata “laghetto del Barco”. La particella forestale 11 si estende complessivamente per 15,59 ettari e comprende parte della particella catastale n. 1 del Comune di Ronciglione distinta al Foglio n. 11. Infatti l’altra parte della particella catastale è compresa nella particella forestale 13. La PF 11 confina a nord con la Strada Provinciale Caprolatta, ad est attraverso una pista forestale con la particella forestale 13 (ceduo di cerro), a sud attraverso il fosso “Sassovolto” con la PF12 e ad ovest con noccioleti e oliveti privati. Mentre la particella forestale 12 si estende complessivamente per 16,38 ettari e comprende le particella catastali n. 2 e 7 del Foglio 11 e n. 7 del Foglio 12 di Ronciglione. Il confine nord della particella è delimitato dal fosso “Sassovolto” e dalla presenza di seminativi, ad est la particella confina con arbusteti, mentre a sud confina con noccioleti e ad ovest con noccioleti privati e in parte con un ceduo di cerro. All’interno della particella si evidenzia la presenza di un rudere molto antico il “Casino di caccia” ex-proprietà della Famiglia “Farnese” di , che aveva la funzione di ospitare i cacciatori durante le battute di caccia all’interno del bosco del Barco, antica riserva di caccia nobiliare di Caprarola, ormai di proprietà del Comune di Ronciglione. Tabella 1 – Superficie di intervento, tare e superficie forestale realmente utilizzabile - N.C.T. Ronciglione. Dati catastali Sup. Tare Part.lla Sup. al Località Proprietà Qualità catastale improduttive forestale taglio (ha) Fg Part.lla (ha) (ha) Comune di 1/parte Bosco alto 15.59.00 - 15.59.00 11 11 Ronciglione 2 Bosco alto 04.5252 - 04.5252 Il Barco Comune di 11 12 7 Bosco alto 05.45.05 - 05.45.05 Ronciglione 12 7 Bosco alto 06.40.21 - 06.40.21 Totale 31.96.78 - 31.96.78

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All’interno della particella forestale 11 si evidenzia uno schianto mentre nella 12 si evidenzia la presenza di due schianti, dovuti tutti a una tromba d’aria che si abbatté all’interno del bosco qualche anno fa. Da sottolineare pertanto che tale intervento intercalare mira a migliorare anche le condizioni di stabilità del bosco evitando di rilasciare piante morte in piedi, deperienti e malate che potrebbero schiantarsi rovinosamente su altrettante creando delle buche di schianto come successo in precedenza. Da notare che all’interno della particella forestale 12 è presente una linea elettrica che segue una pista forestale fino alla zona di imposto. Nel capitolato d’oneri, eventuali danni a discapito della linea elettrica sia delle rovine dell’antico manufatto “Casino di caccia” saranno a carico della ditta utilizzatrice che dovrà evitare danni non solo al soprassuolo ma anche alle infrastrutture presenti all’interno dello stesso.

Figura 2. Area di intervento, inquadramento territoriale.

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2.2 Inquadramento fitoclimatico

Secondo la carta fitoclimatica del Lazio (Blasi, 1994) gli interventi si collocano all’interno delle seguente unità fitoclimatica:  termotipo collinare inferiore/superiore, ombrotipo subumido superiore/ umido inferiore, regione mesaxerica (sottoregione ipomesaxerica), caratterizzata da precipitazioni abbondanti sia durante tutto l’anno (775÷1214 mm) che durante l’estate (112 a 152 mm); temperature medie comprese tra 12,4 e 13.8 °C con temperatura media inferiore a 10 °C per 4-5 mesi. Debole aridità a luglio, agosto e sporadicamente a giugno con stress da freddo molto prolungato da ottobre a maggio. Area di intervento ascrivibile alla serie della roverella e del cerro: Lonicero - Quercion pubescentis; Quercion pubescenti - petraeae (fragm.).

2.3 Descrizione del soprassuolo oggetto di taglio in termini vegetazionali e dendrometrici

Le particelle forestali n. 11 e 12 del PGAF del Comune di Ronciglione sono caratterizzate da un popolamento forestale di altofusto a prevalenza di cerro (Quercus cerris L.) coetaniforme monostratificato di età compresa fra 50 e 70 anni. La specie dominante nello strato arboreo è il cerro con sporadica presenza di roverella (Quercus pubescens Willd.), mentre specie pioniere come carpino bianco (Carpinus betulus L.), orniello (Fraxinus ornus L.), acero campestre (Acer campestre L.) e sorbo domestico (Sorbus domestica L.) si trovano sporadicamente nello strato inferiore con altezze e diametri molto inferiori rispetto alle piante di cerro, talvolta anche in stadi di rinnovazione affermata in corrispondenza di buche causate da schianti. In alcune zone della particella forestale n. 12 e in particolare anche nell’area pilota n. 2 si evidenzia la presenza di ceppaie di orniello, carpino bianco e acero campestre nel piano dominato e con diametri molto piccoli, probabilmente in conseguenza residui di una vecchia struttura a ceduo. Le specie dello strato arbustivo sono riconducibili a specie caratterizzanti suoli freschi e fertili come nespolo selvatico (Mespilus germanica L.), biancospino comune (Crataegus monogyna Jacq.), corniolo (Cornus mas L.) e rovo (Rubus ulmifolius Schott), mentre specie come il sanguinello (Cornus sanguinea L.) e la ginestra dei carbonai (Citisus scoparius L.) caratterizzano le zone di margine del bosco. La morfologia della particella forestale 11 è caratterizzata da pendenze che oscillano all’interno della prima classe 0-20%, soltanto in alcuni tratti di versante le inclinazioni arrivano al 40-50%, in particolare i versanti della particella che degradano verso le aree di imposto e verso il 7 fosso “Sassovolto”. All’interno della particella la viabilità è buona e caratterizzata da piste forestali principali che conducono alle aree di imposto da cui si dipartono le strade forestali e/o bianche camionabili. La particella forestale 12 invece presenta una morfologia differente (cfr. Fig. 3), caratterizzata da inclinazioni nella seconda classe di pendenza per gran parte della superficie complessiva (circa per un 50%) che oscillano tra il 20 e il 30%. Circa un 30% della superficie rientra all’interno della prima classe di pendenza (i = 0-20%) mentre un 20% dell’estensione è rappresentata da pendenze oltre il 40% che per brevi tratti possono anche raggiungere il 100% (in particolare nella parte orientale della particella). La viabilità è buona nel tratto ovest della particella, mentre nella parte est è abbastanza scarsa in quanto a piste forestali principali di esbosco, infatti è servita soltanto da sentieri e piste forestali secondarie. Per la caratterizzazione dendrometrica delle due particelle forestali sottoposte a diradamento sono state prese in considerazione sei aree di saggio (AdS) rappresentative della struttura, densità e fertilità presenti all’interno delle particelle oggetto di intervento. Due aree di saggio sono state considerate omogenee (AdS 1 e 4) perché rappresentative di strutture e fertilità simili e rappresentative di circa il 73% del bosco in termini di superficie. Al fine di rendere la stima della massa legnosa presente in bosco e quella da asportare più precisa possibile è stata presa come riferimento la carta della zonazione realizzata ad hoc per questo progetto (Fig. 3). La carta rappresenta il bosco ripartito in 5 zone di differente fertilità stazionale, le caratteristiche dendrometriche di ciascuna zona sono riconducibili a quelle descritte nelle aree di saggio aventi lo il medesimo numero della zona. La superficie indagata dalle aree di saggio, in cui si sono rilevate le principali caratteristiche dendrometriche è di 7656 metri quadrati, essa è pari circa al 2,4% della superficie totale del bosco oggetto di intervento. Le aree di saggio sono state materializzate in campo contrassegnando con vernice gialla indelebile i fusti degli alberi appena fuori del limite dell’area con tratto orizzontale a petto d’uomo. All’interno delle stesse sono stati cavallettati tutti i fusti con diametro a 1,3 metri da terra superiore a 5 centimetri e successivamente, all’interno di ogni area campione, sono stati presi i dati di altezza su un campione rappresentativo di fusti distribuiti in classi diametriche con clisimetro suunto ed infine elaborata la curva ipsometrica per ogni area di saggio. La stima del volume legnoso presente e ritraibile per particella forestale e complessivamente per tutto il bosco oggetto di intervento è stata condotta attraverso le tavole di cubatura a doppia entrata dell’Inventario Forestale Nazionale (Tabacchi et al., 2011), poiché tavole di cubatura di recente realizzazione. Le provvigioni e le riprese legnose all’interno delle aree di saggio sono state

8 spazializzate in funzione della superficie della zona rappresentata dalle AdS e quindi è stata calcolata la ripresa legnosa complessiva e la massa presente, nonché la massa rilasciata a dote del bosco.

Figura 3. Zonazione del bosco prodotta in funzione delle aree di saggio rilevate in campo (AdS 1-6).

Dalle elaborazioni dendrometriche si evidenzia per la prima area di saggio (AdS1 - particella forestale 11) un diametro medio di 37,1 cm, un’area basimetrica di 29,1 m2 ha-1 , una provvigione legnosa di 406,9 m3 ha-1, un numero di piante complessivo ad ettaro di 269 e un’altezza media del popolamento di 27,3 metri. L’area pilota è caratterizzata da un bosco a fustaia monoplano a prevalenza di cerro coetaniforme con la presenza nello strato inferiore di piante di cerro sofferenti e morte in piedi di piccole dimensioni (15-20 cm di diametro). Nello strato inferiore del soprassuolo sono presenti anche acero campestre e sorbo domestico in stadi evolutivi di rinnovazione. La rinnovazione di cerro all’interno dell’area pilota è ridotta perché il bosco è caratterizzato da una copertura arborea dello spazio aereo continua e non inferiore al 90%. Appena fuori dell’area pilota 1 in corrispondenza di buche causate da recenti schianti di cerri di grandi dimensioni si ha

9 l’ingresso di rovo, ma analizzando il corteggio floristico di altre buche sempre della stessa dimensione delle precedenti, ma cagionate da schianti più vecchi, si evidenzia la presenza di un buon grado di rinnovazione del cerro presente talvolta con semenzali di 2-3 metri di altezza. In tali buche più evolute si nota ancora la presenza di rovo, ormai però in stadi evolutivi di regressione. Condizioni molto simili si osservano per l’area di saggio n.4. Per la seconda area di saggio (AdS 2 - particella forestale 12) si evidenzia un diametro medio di 31,9 cm, un’area basimetrica di 27,9 m2 ha-1 , una provvigione legnosa di 378,1 m3 ha-1, un numero di piante complessivo ad ettaro di 348 e un’altezza media del popolamento di 26 metri. L’area di saggio è caratterizzata da un bosco di altofusto talvolta biplano a prevalenza di cerro coetaniforme con la presenza nello strato inferiore di piante di cerro di piccole dimensioni, probabilmente elementi residuali di una conversione a fustaia di un ceduo composto effettuata negli anni ’70. Nello strato inferiore del soprassuolo, sotto copertura, sono presenti anche ceppaie di acero campestre, orniello e carpino bianco. La rinnovazione di cerro all’interno dell’area pilota è buona e anche nelle zone circostanti, poiché in questo caso il bosco è caratterizzato da una copertura arborea dello spazio aereo mediamente dell’85%. Tale situazione è data dal fatto che le piante più grandi e di altezza maggiore (piano dominante) sono ridotte e in numero minore rispetto all’area pilota n.1 e quindi talvolta si crea una certa discontinuità verticale con le piante di diametro prossimo a quello medio (30 cm) che fa entrare più luce diretta all’interno del bosco. L’area di saggio 3 rappresenta le condizioni di fertilità più ridotte del bosco (zona 3). Il bosco è caratterizzato da una fustaia monoplana di cerro con diametri e altezze tendenzialmente di ridotte dimensioni e con un buon grado di rinnovazione di cerro. Lo strato arbustivo si compone prevalente mente di pungitopo (Ruscus aculeatus L.) e ginestre. Il diametro medio delle piante è di 21,4 cm, il numero di piante ad ettaro è di 678, l’altezza media è di 17,3 m, l’area basimentrica è di 24,8 m2 e la provvigione ad ettaro è di 297 m3. L’ area di saggio 5 è rappresentativa della zona 5 ed è caratterizzata da una fustaia monoplana di cerro con fertilità stazionale inferiore alla zona 1 (quest’ultima rappresentata dalle AdS 1, 4) ma di densità un poco maggiore (in termini di area basimetrica). Il diametro medio è di 32,6, il numero di piante ad ettaro è di 400, l’altezza media è di 22,7 mentre l’area basimetrica ad ettaro è di 33,4 m2 e la provvigione stimata 379,6 m3. All’interno dell’area di saggio è presente rovo con una percentuale di copertura dello strato arbustivo del 5- 10%, per il resto la sinusia arbustiva è costituita da nespolo, ligustro (Ligustrum vulgare L.) e sporadicamente alloro (Laurus nobilis L.). L’area di saggio n. 6 è rappresentativa della zona 6 e si caratterizza di una fustaia monoplana di cerro con ottimo grado di rinnovazione allo stadio di plantule e semenzali. Lo strato arbustivo è caratterizzato da biancospino, lonicera (Lonicera etrusca L.), pungitopo e corniolo. In questa zona le condizioni di fertilità sono similari a quelle osservate

10 nella zona 5, ma la densità di piante aumenta. La pendenza si attesta mediamente sul 20% con tratti che raggiungono anche il 30% (fuori dell’area di saggio). Il diametro medio delle piante è di 27,3 cm, il numero di piante ad ettaro è di 546, l’altezza media è di la copertura è di 22 metri, mentre l’area basimetrica ad ettaro è stimata in 32 m2 e il volume legnoso in 371 m3 per ettaro. All’interno del bosco, in particolare in corrispondenza di aree con ristagno idrico (es. alcuni tratti lungo il fosso “Sassovolto” e nelle aree di confine con noccioleti privati) si osservano fenomeni di attacco da parte dell’agente del cancro carbonioso delle querce, Biscogniauxia mediterranea (De Not.) O. Kuntze, (Ascomicete, Ord. Sphaeriales, Xylariaceae). Il numero di piante morte in piedi in bosco, che ammonta a circa 3 ad ettaro (cfr. piedilista di martellata delle piante morte), è pertanto dovuto non solo alla competizione interspecifica per la luce ma anche dalle manifestazioni del patogeno di cui sopra. Nella particella forestale 11 nella parte più nord nei pressi del margine del bosco a confine con terreni privati si evidenzia la presenza di un nucleo di alloro di circa 1000 m2 al di sotto della copertura di grandi esemplari di cerro di notevoli dimensioni (oltre 60 cm di diametro), tale area non è stata oggetto di martellata ai fini della conservazione dell’alloro e delle piante di alto fusto probabilmente di oltre 70 anni di età.

Tabella 1. Dati dendrometrici sintetici distinti per particella forestale zona e ponderati sulla superficie di pertinenza

PF11 V piante zona % S (ha) (m3/ha) V x 100% V tot x zona piante/ha tot. G/ha G tot. 1, 4 72 11.22 406.9 1.00 4567.4 261 2930 28.94 324.8 3 10 1.56 297.1 0.73 463.2 678 1057 24.34 37.9 5 18 2.81 379.6 0.93 1065.2 400 1122 33.45 93.9 Totale 100.0 15.59 6095.8 5109 456.7

PF12

V piante zona % S (ha) (m3/ha) V x 100% V tot x zona piante/ha tot. G/ha G tot. 1,4 74 12.12 406.9 1.00 4931.5 261 3163 28.94 351 2 11 1.80 316.1 0.78 569.5 344 620 27.51 50 3 6 0.98 297.1 0.73 292.0 678 666 24.34 24 6 9 1.47 371.7 0.91 547.9 546 805 32.02 47 Totale 100.0 16.38 6340.8 5254.0 471.4

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3. CONFORMITÀ CON LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE VIGENTE

La superficie forestale oggetto di taglio ricade:  interamente in zona soggetta a vincolo idrogeologico di cui al R.D.L. 3267/23;  in nessuna area a rischio di frana o di inondazione di cui al Piano di Assetto Idrogeologico dell'Autorità di Bacino del fiume Tevere;  in nessuna area protetta o sito Natura 2000;  completamente all’interno delle superfici oggetto del Piano di Gestione ed Assestamento Forestale dei boschi di proprietà del Comune di Ronciglione valido per il decennio 2004/2005-2013/2014, ma comunque sottoposto al rilascio dell’autorizzazione da parte della Provincia di Viterbo - Servizio Difesa Suolo - Uff. Gestione Risorse Naturali ai sensi della determinazione della Regione Lazio - Area Conservazione Foreste di approvazione del PGAF n. B3301 del 08.07.2010;  interamente in area soggetta a vincolo paesaggistico vedi art. 38 “protezione delle aree boscate” e art. 35 “protezione dei corsi delle acque pubbliche” PTPR Regione Lazio, pertanto non soggetta ad autorizzazioni paesistiche in quanto trattasi di taglio colturale. Dall’analisi della Tavola A e B del PTPR non si ravvisa infine la presenza del vincolo archeologico.

Figura 4. Area di intervento: estratto del Piano Territoriale Paesistico Regionale (Tavola A).

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Figura 5. Area di intervento: estratto del Piano Territoriale Paesistico Regionale (Tavola B).

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Figura 6. Legende Tavola A (sx) e Tavola B (dx) PTPR Regione Lazio.

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4. FORMA DI GOVERNO E TRATTAMENTO SELVICOLTURALE PROPOSTO

L’intervento descritto nel presente elaborato progettuale preliminare si configura come un taglio colturale di diradamento dal basso con una ripresa media ad ettaro di circa il 7,7% della massa legnosa presente in piedi, al fine di migliorare le condizioni strutturali e fitosanitarie e garantire l’evoluzione del bosco verso la maturità selvicolturale di una fustaia con funzione naturalistica. Durante tale intervento saranno scelte le piante cadenti al taglio tra quelle deperienti, attaccate da patogeni, contorte, dominate, morte in piedi e pertanto di avvenire incerto nella prosecuzione del ciclo colturale della fustaia. L’intervento si configura come un taglio intercalare (diradamento dal basso di debole-media intensità) che rientra nelle cure colturali di un bosco di altofusto. La ripresa complessiva ad ettaro calcolata sulla base del piedilista di martellata e sui dati di provvigione delle aree di saggio è circa 30 m3 che rappresenta circa il 7,7% della massa legnosa totale presente. Il numero di fusti marcati e martellati ad ettaro è di 93 che rappresentano circa il 28,6% delle piante vive presenti e il diametro medio dei fusti da abbattere è pari a 20,6 cm di diametro a 1,3 m da terra (altezza di cavallettamento). Mentre in termini di area basimetrica il prelievo ad ettaro è di 3,1 m2 che rappresenta circa il 10% del valore medio ponderato dell’area basimetrica presente. A conclusione dell’intervento la ripresa legnosa complessiva (inclusa l’aliquota delle piante morte in piedi) sull’intera superficie forestale utilizzabile di 32 ettari è stimata in 971 m3 che applicando la massa volumica del cerro ad una umidità commerciale del 15% pari a 1,04 t/m3 (Nardi Berti, 2006) sono pari a 10094 quintali di legna. Nelle aree del bosco in cui sono presenti specie accessorie come carpino bianco, orniello e acero campestre si prescrive il rilascio di tutti gli individui, invece per le ceppaie che portano più di 3 polloni si prescrive il rilascio dei 3 polloni migliori (scelti tra quelli di maggior vigore e dimensione) per ceppaia al fine di garantire la presenza di specie differenti dal cerro. Tale scelta tecnica ha il fine di aumentare la mescolanza tra le specie aumentando la complessità del sistema forestale migliorandone le capacità di resistenza. L’intervento proposto è stato materializzato in campo con l’apposizione di 3 punti con vernice di colore blu a petto d’uomo e sigla del tecnico VT 346A impressa con martello forestale al pedale di ogni albero cadente al taglio. Dal confronto tra gli istogrammi indicati nelle tabelle delle aree di saggio che descrivono ad oggi la realtà del bosco e quello relativo alla situazione immaginata dopo l’intervento di diradamento e quelli dei piedilista di martellata totale (PF11, PF12, Totale del bosco), si osserva che l’intervento proposto in generale per tutto il soprassuolo è un diradamento dal basso di debole-media intensità volto ad intervenire sul piano dominato a normalizzare la

15 densità del bosco di altofusto coetaniforme e migliorare le condizioni dello stesso in quanto a struttura e condizioni fitosanitarie.

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5. MODALITÀ DI ESBOSCO

Il cantiere di lavoro più conveniente e quindi consigliato per l’utilizzazione delle particelle forestali 11 e 12 è l’esbosco a soma con trattore. Dopo l’abbattimento, sul letto di caduta, viene eseguito lo spacco e l’allestimento del materiale in lunghezze commerciali (1 metro) e la legna viene stivata all’interno di gabbie montate su un trattore forestale d.t. cingolato o gommato a seconda della pendenza. L’operazione viene eseguita a mano dal trattorista e da 2 aiutanti; durante il viaggio del trattore gli aiutanti concentrano il materiale legnoso abbattuto. All’imposto viene effettuato lo scarico della legna, che sarà infine caricata direttamente con apposite pinze sui cassoni dei camion per il trasporto lungo la strada forestale indicata in Tav. 3 verso la SP Caprolatta. Le operazioni di esbosco verranno condotte mediante l’impiego di mezzi meccanici leggeri, a basso impatto sulla struttura del suolo e secondo percorsi che non alterino il regolare decorso delle acque superficiali. L’utilizzo di mezzi meccanici di grossa stazza nelle tagliate potrà essere consentito solo per casi particolari o inerenti strettamente la sicurezza degli operatori oltre che per le operazioni di trasferimento della legna dall’imposto verso l’esterno del sito. Si raccomanda l’utilizzo di trattori e rimorchi in versione forestale che presentano idonei accorgimenti (protezioni speciali per la macchina e l’operatore, pneumatici adatti all’uso forestale, guida reversibile, trazione su più assali anche nel rimorchio, ecc.) per avere una riduzione del compattamento del terreno e dei danni agli apparati radicali lungo le piste, quindi un minor impatto su suolo e soprassuolo, ed un aumento delle condizioni di sicurezza per gli operatori ed il cantiere in generale. La distanza media di esbosco è di circa 450 metri. L’esbosco avverrà tramite le piste forestali esistenti, senza ricorrere all’apertura di nuovi tracciati e ad alcun movimento di terra. Le aree di imposto per l’accatastamento ed il carico su camion del legname sono indicate nella Tav. 3 (Carta degli interventi) , zone prative di proprietà del Comune di Ronciglione.

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6. ASSEGNO DEL BOSCO

Le particelle forestali oggetto di intervento selvicolturale sono delimitate dai seguenti confini:

Particella Forestale 11: a Nord dal cambio di destinazione di uso del suolo di terreni privati (noccioleti, oliveti); a Est da una pista forestale che divide la particella forestale 11 con quella n. 13; a Sud dal fosso “Sassovolto”; a Ovest da una pista forestale a confine con noccioleti privati. Sul confine di tale particella e più in particolare sul vertice di Sud-Est e in quello di Sud-Ovet, sono stati apposti numeri e doppi anelli di vernice blu come confine di particella forestale. I doppi anelli sono stati apposti anche lungo il fosso “Sassovolto”.

Particella Forestale 12: a Nord dal fosso “Sassovolto” e in parte dal cambio di destinazione di uso del suolo di terreni seminativi di proprietà del Comune di Ronciglione; a Est da doppi anelli di vernice blu a confine con boschetti cedui di cerro; a Sud da noccioleti privati; a Ovest da noccioleti privati e in parte da doppi anelli di vernice blu apposti sugli alberi di confine. Anche in questo caso, sul confine Nord di tale particella e più in particolare sul vertice di Nord-Ovest e in quello di Nord-Est, sono stati apposti numeri e doppi anelli di vernice blu come confine di particella forestale.

Il vigente Piano di Assestamento assegna alle particelle forestali n. 11 e 12 una funzione prevalente di tipo naturalistico e descrive la struttura del bosco come una fustaia coetaniforme monoplana derivante da interventi di avviamento all’altofusto che hanno avuto successo, effettuati probabilmente negli anni 70-80 in un vecchio ceduo composto di cerro. Il Piano definisce per le particelle forestali 11 e 12 un turno di 120 anni con un trattamento a tagli successivi, mentre per quanto concerne gli interventi da effettuare durante il periodo di validità dello stesso parla soltanto di interventi colturali intercalari nello specifico diradamenti dal basso volti ad eliminare le piante nel piano dominato, deperienti, malate, e di incerto avvenire, rilasciando a dote del bosco qualora fossero presenti specie differenti dal cerro, in modo da migliorare la biodiversità e rendere il sistema forestale più complesso. La determina di approvazione regionale per quanto riguarda l’intervento nelle particelle forestali 11 e 12 si è espressa affermando che l’intervento non deve superare una ripresa del 20% in termini di massa rispetto a quella presente al momento del taglio in piedi. La

18 scelta selvicolturale del sottoscritto rimane fedele alle modalità di intervento descritte nel piano e nelle prescrizioni tecniche della determina di approvazione dello stesso, quantificando una ripresa legnosa complessivamente del 7,7% della massa presente in piedi. In fase di progettazione preliminare (progetto preliminare) sono state delimitate n. 2 aree di saggio dimostrative del tipo d’intervento, in funzione delle diverse situazioni riscontrate, utilizzate anche come aree di saggio per la determinazione dei vari parametri dendrometrici. Le aree, di forma quadrata ed estensione pari a circa 2500 m2 ciascuna, sono state poi in fase di progetto esecutivo aumentate a 6 arrivando a coprire una superficie di circa 7800 m2, per avere un quadro conoscitivo più approfondito delle condizioni strutturali del bosco. Ogni area è stata georeferenziata (cfr. Tav. 3 - Carta degli Interventi). Ogni pianta scelta da abbattere è stata marcata con tre punti a petto d’uomo disposti l’uno dall’altro a 120° sul piano orizzontale, con vernice indelebile di colore blu e martellata alla base dell’albero ai sensi dell’art. 27 comma 2 del Reg. Reg. n7/2005. Durante il sopralluogo di dicembre 2013 con i Tecnici dell’Amministrazione Provinciale di Viterbo sono state visionate le due aree della fase preliminare e si è concordato di estendere la segnatura e la martellata su tutto il bosco seguendo la scelta delle piante da abbattere fatta nelle prime due aree di saggio (AdS 1 e 2) secondo i criteri descritti nel paragrafo “4.” di diradamento dal basso di debole-media intensità, evitando pur sempre di creare buche e/o distanziare troppo le chiome degli alberi rilasciati a dote del bosco al fine di non permettere al rovo di insediarsi. Le caratteristiche dendrometriche principali rilevate nelle aree sono riassunte nelle tabelle del paragrafo “8.”

Figura 7. Confronto tra grafici rappresentanti il piedilista di martellata distinto per particelle forestali.

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PIEDILISTA DI MARTELLATA PF11 PIEDILISTA DI MARTELLATA PF12

Sup. (ha) 15.59 Sup. (ha) 16.38

diam. (cm) n. h vol.(m3) massa (q) diam. (cm) n. h vol.(m3) massa (q) 5 5 9.2 0.0 0.5 5 6 9.2 0.1 0.5 6 13 10.6 0.2 2.0 6 21 10.6 0.3 3.2 7 7 11.8 0.2 1.6 7 14 11.8 0.3 3.2 8 35 12.8 1.1 11.3 8 69 12.8 2.1 22.3 9 8 13.7 0.3 3.5 9 27 13.7 1.1 11.8 10 30 14.5 1.7 17.2 10 69 14.5 3.8 39.6 11 26 15.2 1.8 19.0 11 70 15.2 4.9 51.1 12 25 15.9 2.2 22.7 12 82 15.9 7.1 74.3 13 52 16.5 5.5 57.5 13 117 16.5 12.4 129.3 14 40 17.1 5.1 53.0 14 44 17.1 5.6 58.3 15 50 17.6 7.5 78.5 15 61 17.6 9.2 95.7 16 65 18.1 11.5 119.3 16 84 18.1 14.8 154.2 17 53 18.6 10.8 112.7 17 31 18.6 6.3 65.9 18 121 19.0 28.4 295.2 18 116 19.0 27.2 283.0 19 80 19.4 21.4 222.2 19 64 19.4 17.1 177.8 20 93 19.8 28.1 292.1 20 73 19.8 22.0 229.2 21 93 20.2 31.5 328.1 21 76 20.2 25.8 268.1 22 85 20.6 32.2 334.9 22 83 20.6 31.4 327.0 23 80 20.9 33.7 350.3 23 84 20.9 35.4 367.8 24 76 21.2 35.4 368.0 24 72 21.2 33.5 348.6 25 56 21.5 28.7 298.6 25 62 21.5 31.8 330.5 26 50 21.8 28.1 292.4 26 71 21.8 39.9 415.1 27 30 22.1 18.4 191.7 27 28 22.1 17.2 178.9 28 42 22.4 28.1 292.2 28 64 22.4 42.8 445.3 29 9 22.7 6.5 68.0 29 18 22.7 13.1 136.0 30 34 22.9 26.7 278.0 30 32 22.9 25.2 261.6 31 26 23.2 22.1 229.5 31 24 23.2 20.4 211.8 32 22 23.4 20.1 209.1 32 19 23.4 17.4 180.6 33 13 23.7 12.8 132.7 33 18 23.7 17.7 183.8 34 7 23.9 7.4 76.6 34 7 23.9 7.4 76.6 35 6 24.1 6.8 70.2 35 4 24.1 4.5 46.8 36 0 24.3 0.0 0.0 36 0 24.3 0.0 0.0 37 1 24.6 1.3 13.3 37 1 24.6 1.3 13.3 38 8 24.8 10.9 113.3 38 3 24.8 4.1 42.5 39 0 25.0 0.0 0.0 39 0 25.0 0.0 0.0 40 4 25.2 6.1 63.7 40 1 25.2 1.5 15.9 41 0 25.3 0.0 0.0 41 1 25.3 1.6 16.9 42 1 25.5 1.7 17.8 42 0 25.5 0.0 0.0 43 0 25.7 0.0 0.0 43 1 25.7 1.8 18.8 44 1 25.9 1.9 19.8 44 25.9 0.0 0.0 45 1 26.1 2.0 20.9 45 26.1 0.0 0.0 46 0 26.2 0.0 0.0 46 26.2 0.0 0.0 47 0 26.4 0.0 0.0 47 26.4 0.0 0.0 48 2 26.6 4.7 48.5 48 26.6 0.0 0.0 49 26.7 0.0 0.0 49 26.7 0.0 0.0 50 26.9 0.0 0.0 50 26.9 0.0 0.0 TOT. 1350 492.9 5126 TOT. 1617 508.2 5286

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Figura 8. Modalità di marcatura delle piante oggetto di diradamento: tre punti a petto d’uomo e martellata al pedale dell’albero con martello forestale e sigla del tecnico, VT 346A.

Figura 9. Grafico rappresentante la distribuzione diametrica di tutte le piante vive cadenti al taglio

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PIEDILISTA TOTALE DI MARTELLATA Sup. (ha) 31.97 (piante vive) massa diam. (cm) n. G (m2) h vol.(m3) (q) 5 11 0.021598 9.2 0.1 1.0 6 34 0.096133 10.6 0.5 5.1 7 21 0.080817 11.8 0.5 4.8 8 104 0.522761 12.8 3.2 33.7 9 35 0.22266 13.7 1.5 15.4 10 99 0.777544 14.5 5.5 56.8 11 96 0.912319 15.2 6.7 70.0 12 107 1.210141 15.9 9.3 97.0 13 169 2.243176 16.5 18.0 186.8 14 84 1.29308 17.1 10.7 111.4 15 111 1.961532 17.6 16.8 174.2 16 149 2.995823 18.1 26.3 273.6 17 84 1.906633 18.6 17.2 178.6 18 237 6.030915 19.0 55.6 578.2 19 144 4.082814 19.4 38.5 400.0 20 166 5.215044 19.8 50.1 521.3 21 169 5.853494 20.2 57.3 596.2 22 168 6.38623 20.6 63.7 662.0 23 164 6.8138 20.9 69.0 718.0 24 148 6.695362 21.2 68.9 716.6 25 118 5.792311 21.5 60.5 629.1 26 121 6.424243 21.8 68.0 707.5 27 58 3.320821 22.1 35.6 370.6 28 106 6.526973 22.4 70.9 737.5 29 27 1.783404 22.7 19.6 203.9 30 66 4.665265 22.9 51.9 539.6 31 50 3.773838 23.2 42.4 441.3 32 41 3.297416 23.4 37.5 389.7 33 31 2.651426 23.7 30.4 316.5 34 14 1.271088 23.9 14.7 153.2 35 10 0.962113 24.1 11.3 117.0 36 0 0 24.3 0.0 0.0 37 2 0.215042 24.6 2.6 26.6 38 11 1.247526 24.8 15.0 155.7 39 0 0 25.0 0.0 0.0 40 5 0.628319 25.2 7.7 79.7 41 1 0.132025 25.3 1.6 16.9 42 1 0.138544 25.5 1.7 17.8 43 1 0.14522 25.7 1.8 18.8 44 1 0.152053 25.9 1.9 19.8 45 1 0.159043 26.1 2.0 20.9 46 0 0 26.2 0.0 0.0 47 0 0 26.4 0.0 0.0 48 2 0.361911 26.6 4.7 48.5 49 0 26.7 0.0 0.0 50 0 26.9 0.0 0.0 TOT. 2967 99.0 1001 10411

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Figura 10. Piedilista totale di martellata delle piante morte in piedi

Da sottolineare che le altezze calcolate nei piedilista di martellata sono riconducibili a quelle dell’area di saggio 1, 4 poiché la fertilità rappresentata dalla curva ipsometrica delle stesse aree di saggio (zona 1) è rappresentativa del 73% della soprassuolo oggetto di intervento. Quindi anche i volumi stimati nei piedilista sono riconducibili a un soprassuolo con lo stesso grado di fertilità della zona 1, pertanto nella stima della ripresa ritraibile finale si è tenuto conto delle differenti situazioni di fertilità nel restante 27% del soprassuolo e si è proceduto a correggere il dato di volume (cfr. Paragrafo 7).

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PIEDILISTA PIANTE MORTE Sup. (ha) 31.97

diam. (cm) morte h vol.(m3) massa (q) 5 9.2 0.0 0.0 6 10.6 0.0 0.0 7 11.8 0.0 0.0 8 12.8 0.0 0.0 9 1 13.7 0.0 0.4 10 1 14.5 0.1 0.6 11 2 15.2 0.1 1.5 12 5 15.9 0.4 4.5 13 7 16.5 0.7 7.7 14 5 17.1 0.6 6.6 15 10 17.6 1.5 15.7 16 5 18.1 0.9 9.2 17 18.6 0.0 0.0 18 5 19.0 1.2 12.2 19 19.4 0.0 0.0 20 6 19.8 1.8 18.8 21 2 20.2 0.7 7.1 22 6 20.6 2.3 23.6 23 7 20.9 2.9 30.6 24 3 21.2 1.4 14.5 25 5 21.5 2.6 26.7 26 3 21.8 1.7 17.5 27 2 22.1 1.2 12.8 28 3 22.4 2.0 20.9 29 1 22.7 0.7 7.6 30 1 22.9 0.8 8.2 31 3 23.2 2.5 26.5 32 2 23.4 1.8 19.0 33 23.7 0.0 0.0 34 23.9 0.0 0.0 35 6 24.1 6.8 70.2 36 2 24.3 2.4 25.0 37 1 24.6 1.3 13.3 38 1 24.8 1.4 14.2 39 25.0 0.0 0.0 40 1 25.2 1.5 15.9 41 1 25.3 1.6 16.9 42 1 25.5 1.7 17.8 43 25.7 0.0 0.0 44 25.9 0.0 0.0 45 26.1 0.0 0.0 46 26.2 0.0 0.0 47 26.4 0.0 0.0 48 26.6 0.0 0.0 49 26.7 0.0 0.0 50 26.9 0.0 0.0 TOT. 98 44.76307 465.536

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7. STIMA DELLA MASSA LEGNOSA

La stima della massa dendrometrica presente prima del diradamento è stata eseguita mediante la misurazione dei diametri e delle altezze su 5 aree di saggio (AdS 1, 2, 3, 5, 6; l’ AdS 4 è stata ricondotta all’AdS 1 di condizioni simili) rappresentative delle diverse condizioni di fertilità stazionale del popolamento (vedi Carta della zonazione del bosco Fig. 3). Pertanto la cubatura ad ettaro riferibile a ciascuna area è stata moltiplicata per la superficie (zona) rappresentata dalla rispettiva AdS. Come detto le aree di saggio hanno forma quadrata, con raggio di 50 m (AdS1, 2) , 40 m (AdS 4), 20 m (AdS 3, 5, 6) entro il quale è stato cavallettato l’intero soprassuolo. Le altezze sono state misurate attraverso un clisimetro suunto e poi calcolate mediante appositi fogli di calcolo. La stima della massa dendrometrica da prelevare durante l’intervento di diradamento è stata invece eseguita mediante il cavallettamento di tutte le piante scelte al taglio e mediante la curva ipsodiametrica dell’area di saggio 1 rappresentativa delle condizioni di fertilità di circa il 73% del soprassuolo. La ripresa totale è stata poi corretta in funzione della cubatura delle diverse zone rappresentate dalle condizioni di fertilità delle stesse AdS di cui sopra.

Figura 11. Particella Forestale 11: fustaia coetaniforme di cerro

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Figura 12. Confronto tra i grafici delle curve ipsodiametriche costruite per le 6 aree di saggio e utilizzate per la stima della provvigione presente prima del taglio nelle differenti zone (zona 1, 2, 3, 5, 6) o condizioni di fertilità del popolamento.

Nel bosco del “Barco” (PF11 e PF12) la densità delle piante varia dalle 678 piante per ettaro della zona 3 (AdS 3) alle 261 piante ad ettaro della zona 1 (AdS 1) con valori medi che si attstano intorno alle 324 piante ad ettaro. La mortalità è bassa, dell’ordine del 3%. Il diametro medio varia da 37,1 cm (zona 1- AdS 1) a 21,2 cm (zona 3 - AdS 3), l’altezza media si aggira intorno ai 27 metri per le zone più fertili e tra i 17 e i 22 metri per quelle meno fertili.

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Particella forestale 11 V piante zona % S (ha) (m3/ha) V x 100% V tot x zona piante/ha tot. G/ha G tot. 1, 4 72 11.22 406.9 1.00 4567.4 261 2930 28.94 324.8 3 10 1.56 297.1 0.73 463.2 678 1057 24.34 37.9 5 18 2.81 379.6 0.93 1065.2 400 1122 33.45 93.9 Totale 100.0 15.59 6095.8 5109 456.7

Particella forestale 12

V piante zona % S (ha) (m3/ha) V x 100% V tot x zona piante/ha tot. G/ha G tot. 1,4 74 12.12 406.9 1.00 4931.5 261 3163 28.94 351 2 11 1.80 316.1 0.78 569.5 344 620 27.51 50 3 6 0.98 297.1 0.73 292.0 678 666 24.34 24 6 9 1.47 371.7 0.91 547.9 546 805 32.02 47 Totale 100.0 16.38 6340.8 5254.0 471.4

BOSCO TOTALE VALORI MEDI V V tot x G (m2) zona % S (ha) (m3/ha) zona (m3) piante/ha piante tot. G(m2/ha) tot. 1 73.0 23.3 406.9 9498.82 261 6093 28.9 675.6 2 5.6 1.80 316.1 569.47 344 620 27.5 49.6 3 8.0 2.54 297.1 755.13 678 1723 24.3 61.9 5 8.8 2.81 379.6 1065.23 400 1122 33.5 93.9 6 4.6 1.47 371.7 547.89 546 805 32.0 47.2 Totale 100 31.97 389 12437 324 10363 29 928.1

BOSCO TOTALE Superficie particella (ha) 32.0 100% Superficie al taglio (ha) 32.0 100% N. piante totali 10363 100% N. piante totali al taglio 2967 28.6% N. piante ad ettaro 324 100% N. piante ad ettaro al taglio 93 28.6% Area basimetrica (m2) 29 100% Ripresa Area bas. (m2) 3.1 10.7% Volume in piedi (m3/ha) 389 100% Ripresa ad ettaro (m3) 30 7.7% Massa in piedi (q/ha) 4046 100% Ripresa ad ettaro (q) 312 7.7% Volume in piedi (m3) 12437 100% Ripresa totale (m3) 957 7.7% Massa in piedi (q) 129340 100% Ripresa totale (q) 9955 7.7% Volume rilasciato (m3/ha) 359 92,3% Volume rilasciato (m3) 11480 92,3% Ripresa totale (m3)* 971 Ripresa totale (q)* 10094

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* si prende in considerazione anche l’aliquota rappresentata dalle piante morte in piedi oggetto di martellata(n=98) il cui volume e massa totale commerciabile (stimato in 30% del totale al netto di tessuti legnosi alterati e non commerciabili) è stato stimato in 14 m3 e139 quintali.

L’area basimetrica delle piante vive per ettaro è pari in media a 29,0 m2, il volume legnoso medio ad ettaro è stimato in 389 m3. Per la cubatura è stata utilizzata la tavola stereometrica a doppia entrata per il cerro delle nuove tavole di cubatura Tabacchi et al. (2011). L’età raggiunta dalle piante del popolamento è tra 50 e 70 anni al massimo. Il diradamento leggero dal basso che è stato proposto sarà senz’altro efficace perché consentirà di alleggerire la massa presente, eliminando soggetti deperienti ed in competizione tra loro ed incrementando la filtrazione di luce verso il basso nella speranza che la prerinnovazione presente, soprattutto di specie secondarie più tolleranti l’ombreggiamento, possa affermarsi. Tale intervento, può intendersi come un diradamento di preparazione da attuare 15-20 anni prima del taglio di sementazione, che mira a portare a fine ciclo colturale le piante di avvenire destinate alla fruttificazione e quindi ad una rinnovazione del bosco stesso. Il prelievo legnoso in termini di numero di piante è mediamente intorno al 28%, pari a 93 piante ad ettaro. Comunque l’asportazione in termini di area basimetrica e, soprattutto, di volume legnoso si attesta su valori assai contenuti rispettivamente del 10,7% e del 7, 7%. Il volume legnoso rilasciato a dote del bosco dopo l’intervento è stimato in 359 m3/ha pari a 11480 m3. Il quantitativo totale di legna da ardere ricavabile dal diradamento è stimato pari a 971 m3 commerciabile che in termini di massa sono 10094 q di legna all’umidità commerciale del 15%. L’utilizzazione dovrà essere effettuata in conformità alle vigenti disposizioni di Legge in materia Forestale e secondo le disposizioni del Capitolato di Oneri e del documento di autorizzazione dell’Amministrazione Provinciale di Viterbo – Assessorato Ambiente Settore Tutela Suolo in fase di acquisizione.

Il Tecnico Ronciglione, 11/03/2014 Dott. For. Alessandro Quatrini

28

8. ALLEGATI FOTOGRAFICI

Figura 13. Particella Forestale 12, fustaia di coetaniforme di cerro

Figura 14. Area prativa, sito di imposto per il legname.

29

Figura 15. Limite fisiografico particellare fosso “Sassovolto”

Figura 16. Particella Forestale 11, pista forestale principale.

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9. ALLEGATI CARTOGRAFICI E TABELLE AREE DI SAGGIO

AREA DI SAGGIO 1 Sup.* (m2): 2490 Pend.(°): 5 Coordinate** X 274725 Y 4686513 Esp.: Sud-Est Altitudine: 320 m s.l.m.

Cl. Altezza Situazione prima dell'intervento Situazione dopo dell'intervento diam. Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro (cm) (m) Cerro Acero camp. Vive Morte Totale Cerro Acero camp. Vive Morte Totale 5 10.2 2 3 20 0 20 0 3 12 0 12 10 16.1 1 4 0 4 0 0 0 0 15 19.6 2 1 8 4 12 0 0 0 0 20 22.0 6 1 24 4 28 1 4 0 4 25 23.9 2 8 0 8 2 8 0 8 30 25.5 8 32 0 32 5 20 0 20 35 26.8 9 36 0 36 7 28 0 28 40 27.9 11 44 0 44 11 44 0 44 45 29.0 10 40 0 40 9 36 0 36 50 29.9 7 28 0 28 6 24 0 24 55 30.7 2 8 0 8 2 8 0 8 60 31.4 1 4 0 4 1 4 0 4 65 32.1 1 4 0 4 1 4 0 4 70 32.7 0 0 0 0 0 0 75 33.3 0 0 0 0 0 0 80 33.9 0 0 0 0 0 0 totale 62 3 2 261 8 269 45 3 0 193 0 193

* Corretta in funzione della pendenza ** Sistema di riferimento UTM ED50 33N

Riepilogo dati medi ad ha N % G % V % Dmedio Hmedia Tot. piante vive 261 97.0 28.94 99.3 398.8 98.0 37.6 27.4 Tot. piante morte 8 3.0 0.20 0.7 8.1 2.0 17.7 21.0 Tot. prima dell'intervento 269 100 29.14 100 406.9 100 37.1 27.3 Intervento risp. alle vive 68 26.2 3.87 13.4 49.3 12.4 26.9 24.6 Piante al taglio 76 28.4 4.07 14.0 51.4 12.6 26.1 24.3 Tot. dopo l'intervento 193 71.6 25.07 86.0 355.5 87.4 40.7 28.1

Distribuzione piante vive Cerro 12 Piante di cerro 10 prima dell'intervento 8 Piante di cerro 6 dopo

l'intervento N. piante N. 4

2

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 Classi diametriche (cm)

31

AREA DI SAGGIO 2 Sup.* (m2): 2500 Pend.(°): 0 Coordinate** X 274646 Y 4686160 Esp.: Est Altitudine: 315 m s.l.m.

Cl. Altezza Situazione prima dell'intervento Situazione dopo dell'intervento diam. Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro (cm) (m) Cerro Vive Morte Totale Cerro Vive Morte Totale 5 9.7 0 0 0 0 0 0 10 14.2 6 24 0 24 0 0 0 0 15 16.9 7 28 0 28 0 0 0 0 20 18.7 7 28 0 28 2 8 0 8 25 20.2 12 48 0 48 6 24 0 24 30 21.4 11 44 0 44 11 44 0 44 35 22.4 24 1 96 4 100 21 0 84 0 84 40 23.3 11 44 0 44 11 44 0 44 45 24.1 6 24 0 24 6 24 0 24 50 24.7 0 0 0 0 0 0 55 25.4 2 8 0 8 2 8 0 8 60 25.9 0 0 0 0 0 0 65 26.5 0 0 0 0 0 0 70 27.0 0 0 0 0 0 0 75 27.4 0 0 0 0 0 0 80 27.8 0 0 0 0 0 0 totale 86 1 344 4 348 59 0 0 236 0 236

* Corretta in funzione della pendenza ** Sistema di riferimento UTM ED50 33N

Riepilogo dati medi ad ha N % G % V % Dmedio Hmedia Tot. piante vive 344 98.9 27.51 98.6 299.4 94.7 31.9 21.8 Tot. piante morte 4 1.1 0.38 1.4 16.7 5.3 35.0 22.4 Tot. prima dell'intervento 348 100 27.90 100 316.1 100 31.9 21.8 Intervento risp. alle vive 108 31.4 3.64 13.2 35.1 11.7 20.7 19.0 Piante al taglio 112 32.2 4.03 14.4 39.3 12.4 21.4 19.2 Tot. dopo l'intervento 236 67.8 23.87 85.6 276.8 87.6 35.9 22.6

Distribuzione piante vive Cerro

30 Piante di cerro 25 prima dell'intervento 20 Piante di cerro dopo 15

l'intervento N. N.piante 10

5

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 Classi diametriche (cm)

32

AREA DI SAGGIO 3 Sup.* (m2): 398 Pend.(°): 5 Coordinate** X 275260 Y 4685919 Esp.: Nord-Est Altitudine: 290 m s.l.m.

Cl. Altezza Situazione prima dell'intervento Situazione dopo dell'intervento diam. Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro (cm) (m) Cerro Vive Morte Totale Cerro Vive Morte Totale 5 11.0 2 50 0 50 0 0 0 10 14.0 3 75 0 75 0 0 0 15 15.8 7 1 176 25 201 1 25 0 25 20 17.0 6 151 0 151 4 100 0 100 25 18.0 4 100 0 100 4 100 0 100 30 18.8 3 75 0 75 3 75 0 75 35 19.4 1 25 0 25 1 25 0 25 40 20.0 1 25 0 25 1 25 0 25 45 20.5 0 0 0 0 0 0 50 21.0 0 0 0 0 0 0 55 21.4 0 0 0 0 0 0 60 21.8 0 0 0 0 0 0 65 22.1 0 0 0 0 0 0 70 22.5 0 0 0 0 0 0 75 22.8 0 0 0 0 0 0 80 23.0 0 0 0 0 0 0 totale 27 1 678 25 703 14 0 0 351 0 351

* Corretta in funzione della pendenza ** Sistema di riferimento UTM ED50 33N

Riepilogo dati medi ad ha N % G % V % Dmedio Hmedia Tot. piante vive 678 96.4 24.34 98.2 212.0 71.4 21.4 17.3 Tot. piante morte 25 3.6 0.44 1.8 85.0 28.6 15.0 15.8 Tot. prima dell'intervento 703 100 24.79 100 297.1 100 21.2 17.3 Intervento risp. alle vive 326 48.1 4.93 20.2 37.9 17.9 13.9 15.4 Piante al taglio 351 50.0 5.37 21.7 41.3 13.9 14.0 15.4 Tot. dopo l'intervento 351 50.0 19.41 78.3 255.8 86.1 26.5 18.2

Distribuzione piante vive Cerro

8 piante prima 7 dell'intervento piante dopo 6 l'intervento 5 4

N. N.piante 3 2 1 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 Classi diametriche (cm)

33

AREA DI SAGGIO 4 Sup.* (m2): 1483 Pend.(°): 22 Coordinate** X 275174 Y 4685922 Esp.: Nord Altitudine: 300 m s.l.m.

Cl. Altezza Situazione prima dell'intervento Situazione dopo dell'intervento diam. Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro (cm) (m) Cerro Carpino b. Vive Morte Totale Cerro Carpino b. Vive Morte Totale 5 10.2 0 0 0 0 0 0 10 16.1 4 9 88 0 88 9 61 0 61 15 19.6 1 2 20 0 20 2 13 0 13 20 22.0 0 0 0 0 0 0 25 23.9 0 0 0 0 0 0 30 25.5 2 13 0 13 1 7 0 7 35 26.8 6 40 0 40 4 27 0 27 40 27.9 6 40 0 40 5 34 0 34 45 29.0 2 13 0 13 2 13 0 13 50 29.9 6 40 0 40 6 40 0 40 55 30.7 2 13 0 13 2 13 0 13 60 31.4 2 13 0 13 2 13 0 13 65 32.1 1 7 0 7 1 7 0 7 70 32.7 0 0 0 0 0 0 75 33.3 0 0 0 0 0 0 80 33.9 0 0 0 0 0 0 totale 32 0 290 0 290 23 11 0 229 0 229

* Corretta in funzione della pendenza ** Sistema di riferimento UTM ED50 33N

Riepilogo dati medi ad ha N % G % V % Dmedio Hmedia Tot. piante vive 290 100 30.31 100 425.4 100.0 36.5 27.2 Tot. piante morte 0 0.0 0.00 0.0 0.0 0.0 ##### #DIV/0! Tot. prima dell'intervento 290 100 30.31 100 425.4 100 36.5 27.2 Intervento risp. alle vive 61 20.9 2.95 9.7 37.0 8.7 24.9 23.9 Piante al taglio 61 20.9 2.95 9.7 37.0 8.7 24.9 23.9 Tot. dopo l'intervento 229 79.1 27.36 90.3 388.4 91.3 39.0 27.7

Distribuzione piante vive Cerro

7 piante prima dell'intervento 6 piante dopo 5 l'intervento

4

3 N. piante N. 2

1

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 Classi diametriche (cm)

34

AREA DI SAGGIO 5 Sup.* (m2): 400 Pend.(°): 2 Coordinate** X 274946 Y 4686353 Esp.: Sud-Est Altitudine: 315 m s.l.m.

Cl. Altezza Situazione prima dell'intervento Situazione dopo dell'intervento diam. Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro (cm) (m) Cerro Vive Morte Totale Cerro Vive Morte Totale 5 8.1 0 0 0 0 0 0 10 13.5 2 50 0 50 0 0 0 15 16.7 0 0 0 0 0 0 20 18.9 0 0 0 0 0 0 25 20.7 4 100 0 100 2 50 0 50 30 22.1 2 50 0 50 2 50 0 50 35 23.3 3 75 0 75 2 50 0 50 40 24.3 3 75 0 75 3 75 0 75 45 25.2 2 50 0 50 2 50 0 50 50 26.1 0 0 0 0 0 0 55 26.8 0 0 0 0 0 0 60 27.5 0 0 0 0 0 0 65 28.1 0 0 0 0 0 0 70 28.7 0 0 0 0 0 0 75 29.2 0 0 0 0 0 0 80 29.7 0 0 0 0 0 0 totale 16 0 400 0 400 11 0 0 275 0 275

* Corretta in funzione della pendenza ** Sistema di riferimento UTM ED50 33N

Riepilogo dati medi ad ha N % G % V % Dmedio Hmedia Tot. piante vive 400 100 33.45 100 379.6 100.0 32.6 22.7 Tot. piante morte 0 0.0 0.00 0.0 0.0 0.0 ##### #DIV/0! Tot. prima dell'intervento 400 100 33.45 100 379.6 100 32.6 22.7 Intervento risp. alle vive 125 31.3 5.26 15.7 54.3 14.3 23.1 20.1 Piante al taglio 125 31.3 5.26 15.7 54.3 14.3 23.1 20.1 Tot. dopo l'intervento 275 68.8 28.19 84.3 325.3 85.7 36.1 23.5

Distribuzione piante vive Cerro 5 piante prima dell'intervento 4 piante dopo l'intervento 3

N. N.piante 2

1

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 Classi diametriche (cm)

35

AREA DI SAGGIO 6 Sup.* (m2): 385 Pend.(°): 16 Coordinate** X 274701 Y 4686006 Esp.: Nord-Est Altitudine: 310 m s.l.m.

Cl. Altezza Situazione prima dell'intervento Situazione dopo dell'intervento diam. Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro Piante vive P. morte Dati medi ad ettaro (cm) (m) Cerro Orniello Vive Morte Totale Cerro Orniello Vive Morte Totale 5 5.7 1 26 0 26 1 26 0 26 10 12.4 6 156 0 156 0 0 0 15 16.2 1 26 0 26 0 0 0 20 19.0 2 52 0 52 0 0 0 25 21.1 3 78 0 78 2 52 0 52 30 22.9 1 26 0 26 1 26 0 26 35 24.3 1 26 0 26 1 26 0 26 40 25.6 5 130 0 130 5 130 0 130 45 26.7 1 26 0 26 1 26 0 26 50 27.7 0 0 0 0 0 0 55 28.6 0 0 0 0 0 0 60 29.5 0 0 0 0 0 0 65 30.2 0 0 0 0 0 0 70 30.9 0 0 0 0 0 0 75 31.6 0 0 0 0 0 0 80 32.2 0 0 0 0 0 0 totale 20 0 546 0 546 10 1 0 286 0 286

* Corretta in funzione della pendenza ** Sistema di riferimento UTM ED50 33N

Riepilogo dati medi ad ha N % G % V % Dmedio Hmedia Tot. piante vive 546 100 32.02 100 371.7 100.0 27.3 22.0 Tot. piante morte 0 0.0 0.00 0.0 0.0 0.0 ##### #DIV/0! Tot. prima dell'intervento 546 100 32.02 100 371.7 100 27.3 22.0 Intervento risp. alle vive 260 47.6 4.60 14.4 39.1 10.5 15.0 16.2 Piante al taglio 260 47.6 4.60 14.4 39.1 10.5 15.0 16.2 Tot. dopo l'intervento 286 52.4 27.42 85.6 332.6 89.5 34.9 24.3

Distribuzione piante vive di Cerro

7 piante prima dell'intervento 6 piante dopo 5 l'intervento

4

3 N. N.piante

2

1

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 Classi diametriche (cm)

36

37

38

39