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V. A NGELOTTI, M. I. FEDELI, E. FUCINI, G. IMPERIALI – A.D. 1703…FACCIAMO VOTO…: Il ter- remoto e l’impegno di Fede della Comunità di Marta con la SS.ma Vergine , di Marta, 2003, pp. 266 con ill. b/n nel testo

Ricorrendo il III centenario del voto alla Canona. Per dare “un’istantanea di quello che Vergine SS.ma che i nostri padri formularono era Marta nel 1703” gli autori non hanno po- per la protezione accordataci in “tempi cala- tuto fare a meno di prendere in esame le con- mitosi di terremoto”, abbiamo intrapreso un dizioni e i presupposti storici e sociali dei se- lavoro di ricerca con lo scopo di far meglio co- coli immediatamente precedenti. Questa pri- noscere, ai nostri concittadini, i dettagli di ma parte, corredata da un ricco apparato di quell’evento e per riportare alla memoria un note e citazioni documentarie, ci offre una impegno che ancora lega la nostra Comunità dovizia di informazioni provenienti, quasi per all’amore e alla materna sollecitudine di intero, da fonti inedite. Maria SS.ma. Con queste parole gli autori, La seconda parte ci offre una descrizione nella nota introduttiva, ci chiariscono i motivi del terremoto del 1703, e degli effetti da esso che hanno mosso la ricerca che è alla base provocati, allargata all’intera penisola italiana, della stesura del volume. ma con uno sguardo costante alla nostra area Il contenuto dell’opera, tuttavia, va ben oltre geografica. Inoltre vengono presi in conside- quello che potrebbe scaturire dall’enunciato razione i motivi contingenti che portarono al- del titolo. Dopo la prefazione del Prof. G. Izzo, la formulazioni di voti, non solo a Marta, ma assessore alla cultura del Comune di Marta, e le anche a , , Ro- presentazioni di Mons. P. Concioli, Vicario ge- ma, Ascoli Piceno, Offida (AP), Castelfidardo nerale, di D. Roberto Fabbiani, Parroco di (AN), Casanova (RI), i Comuni dell’area Marta, e degli autori, il libro si presenta diviso Gardesana, etc. Nei capitoli successivi si dà in due parti: la parte prima che prende in esa- notizia di altri voti formulati dalla comunità di me il contesto storico-sociale, la seconda che Marta nel corso dei secoli e dei terremoti che ha come oggetto i terremoti e i voti. hanno interessato la Tuscia fino al recente ter- Il volume si apre con la descrizione del- remoto di del 6/2/1971. l’impianto urbanistico di Marta nel 1703, quin- Il volume si chiude con un’appendice che di passa ad esaminare dettagliatamente i pro- chiarisce alcune situazioni storiche della vita venti della Comunità ( Macellarla, Ostarìa, martana che traspaiono nella prima parte del Pietra del pesce, Panattarìa,…), la vita ammi- libro e che danno ragione di quei motivi che, nistrativa con tutte le funzioni e le attribuzio- raggiunto il culmine della tensione nella vita ni delle varie cariche, le figure dei provvisio- sociale di Marta nell’anno 1703, portarono a nati (Medico, Maestro di scuola, Cancelliere, quel conflitto con la curia di Depositario, Organista, Predicatore…), la vita che segnò la nascita delle “Passate” nella festa religiosa, le milizie, la vita ricreativa, la della Madonna del Monte nell’anno 1704.

MAURO GALEOTTI, L’Illustrissima città di Viterbo - (Viterbo nell’anno del Signore 2002).

(Attilio Carosi) Circa un secolo fa, nel 1920, lo stile moderno dei nuovi edifici. Basti solo l’e- vedeva la luce la monumentale guida “Viterbo sempio di via Garibaldi e dintorni. L’intero nei suoi monumenti” di Andrea Scriattoli, dopo quartiere di S. Sisto - .S. Leonardo, dalla Pace al anni e anni di lavoro per la ricerca dei docu- monastero della Duchessa, era stato quasi inte- menti e delle foto, insieme con la fattura di in- ramente raso al suolo, ma nel “quasi” dobbia- numerevoli disegni che la mano del “professo- mo inserire una torre ed un profferlo, con dop- re” eseguiva quando l’obiettivo non era suffi- pia scalata laterale, unico, secondo me, in ciente a fissare qualche remoto particolare di Viterbo, in via del Meone, insieme con un moz- un monumento. Scriattoli ebbe anche la fortu- zicone di torre ed altri ruderi medievali sotto na di incontrare un vero mecenate, l’avv. Caio via Vetulonia, per demolire i quali gli scalpelli Maria Capaccini, che nel suo stabilimento di pneumatici faticarono giorni e giorni. Roma ebbe la capacità e la possibilità econo- Negli ultimi cinquant’anni l’incuria e il disin- mica di stampare la guida, dandole una ricca teresse di molti viterbesi ha cancellato od alte- veste tipografica. I 625 esemplari numerati si rato palazzi e palazzetti (chi non ricorda la di- esaurirono alla fine degli anni ‘50 e tanta fu la struzione della elegante torre di Rolando Gatti richiesta che nel 1988 fu fatta una ristampa ana- al Corso Italia nel 1950, indifferenti e assenti gli statica di mille copie, a cura delle Edizioni arti- amministratori comunali e la Soprintendenza stiche Faul. Anche questa è da anni esaurita. per la salvaguardia dei monumenti?). Nello Dopo il passaggio della guerra e le distru- stesso tempo la Città si sviluppava caoticamen- zioni degli “alleati”, la Guida assunse ben altro te fuori delle mura e sorgevano i quartieri che interesse. Fu cioè viva testimonianza come fos- oggi vediamo e che, ovviamente, non sono do- se la nostra Città prima delle distruzioni e an- cumentati da Andrea Scriattoli. cora oggi è possibile confrontare come il “nuo- Da tempo si avvertiva la necessità di inte- vo” sia spesso indegno del “vecchio”. La rico- grare la vecchia guida e di fissare su carta la struzione non ha tenuto conto di quanto era nuova fisionomia della Città: Mauro Galeotti, ancora salvabile e come fosse piatto e banale appassionato amante della storia e dell’arte vi-

64 terbesi, ha voluto colmare questa lacuna con esempio le biografie di tanti personaggi pote- un lavoro di ricerca sul campo e in archivio, vano essere riportate in appendice, senza inter- che lo ha impegnato per molti decenni. Ne è rompere il corso logico della guida, anche se, uscito un volume mastodontico (forse era me- ad onor del vero, l’Autore ha riportato in co- glio dividerlo in due tomi, ma esigenze tipo- lonna più stretta e in caratteri diversi i dati bio- grafiche e, diciamolo pure, economiche, lo grafici; stemmi, formelle ed epigrafi potevano hanno impedito. Non sempre capita di trovare essere riprodotti in foto. Queste era forse me- un mecenate come Capaccini e Galeotti ha so- glio non porle tutte insieme all’inizio, ma in- stenuto in prima persona la spesa, fruendo di frammezzate nel libro, anche per rompere l’i- contributi di pochi amici), un volume di mille nevitabile monotonia delle righe. Altrettanto pagine, che fruga ed illustra ogni angolo della utile sarebbe stata una pianta topografica, ma- Viterbo antica e moderna. gari sovrapponibile, che fissasse la Viterbo di Capillari e minuziose le notizie, numerose le Scriattoli e quella di Galeotti. Le mende, però, citazioni degli autori, riportando talvolta le di- in un’opera di tal fatta, sono del tutto trascura- verse opinioni degli stessi, notizie che si soffer- bili per l’utilità e la validità delle notizie raccol- mano sul monumento di fama, come il palazzo te e particolarmente da apprezzare è il podero- papale, ma anche sulla formella di possesso so indice finale dei nomi e delle cose notevoli, consunta dal tempo e quasi illeggibile. L’opera che riempie oltre cinquanta pagine; con esso è è un documento vivo che non servirà soltanto facile collegare e raccordare tutta la agli appassionati o specialisti di storia locale, materia.Concludendo, la fatica di Galeotti meri- ma anche - e spero principalmente - ai nostri ta di essere segnalata e raccomandata (anche il amministratori ed ai sottoposti organi tecnici, prezzo è modico, decisamente inferiore al va- che spesso autorizzano distruzioni o indecenti lore del libro) ed i Viterbesi, specialmente quel- e irreparabili restauri con la scusa - a sconcio li in giro per l’Italia, debbono essergli grati per avvenuto - “se lo avessi saputo prima!”. avere impostato e portato a termine un’opera Il testo non è privo di pecche e di sviste: per spesso progettata, ma mai attuata prima d’ora.

Il fuoco rituale. Documenti del folclore religioso e del lavoro (volume secondo), a cura di Assunta Achilli e Laura Galli, Roma, EDUP, 2003.

(Bonafede Mancini) Per il tema trattato e per del termosifone, sembrano loro estranei. l’accurata documentazione degli studi, il sag- Attraverso il gioco di ritrovare analogie, omo- gio offre una variegata ed interessante lettura logie, ma anche differenze tra i fatti culturali nella quale, il semplice lettore come lo stu- descritti nel libro (nel sapere popolare i detti: dioso di scienze demoetnoantropologiche, Tutto il mondo è un paese e Paese che vai potrà piacevolmente immergersi. Il volume, usanza che trovi) e quelli riconducibili alla che raccoglie gli atti del secondo convegno te- propria esperienza, il lettore acquista co- nuto nel Museo delle Tradizioni Popolari di scienza della comunità d’appartenenza e delle il 21 e 22 settembre 2002, comple- trasformazioni storiche in essa avvenuta. ta la serie delle relazioni pubblicate già nel Il volume (334 pagine) propone gli inter- predente studio (Il fuoco rituale. Documenti venti di Yohanka Alfonso Contreras, Aurelio del folclore religioso e del lavoro, a cura di L. Rizzacasa (Università di Perugia), Maria Luisa Galli, Roma, EDUP, 2002.) ed è stato presen- Giuliani, Luciana Mariotti (Museo Nazionale tato in occasione del terzo incontro, svoltosi delle Arti e delle Tradizioni popolari di Roma), anch’esso nella medesima sede nel settembre Alain Crivella (Università di Montpellier), 2003. Il progetto di quest’interessante studio di Lucio Niccolai, Angelo Biondi, Antonio Riccio antropologia culturale, come ha scritto nella (Etnomuseo dei Monti Lepini di Roccagorga), premessa del libro Quirino Galli, ideatore e Roberto Marinelli, Paola Elisabetta Simeoni, organizzatore degli incontri, si muove ed arti- Sandra Becucci (Museo del Bosco, Orgia- cola “seguendo un percorso tematico all’inter- Sovicille) e le riflessioni tra Marcello Arduini, no di un’area circoscritta. (…) tanto vasta e Fabio Mugnaini e Alberto Sobrero emerse in tanto limitata da conciliare omogeneità e va- sede di dibattito sui nuovi approcci teorici ne- rietà, indagine antropologiche e percorsi stori- gli studi antropologici,. Per l’area viterbese, ci”. Nella sintetica e felice formula di tra Arno specificamente, si segnalano gli interventi di e Tevere, sono indicate le tre regioni di , Luigi Cimarra (Sto fermo e pur cammino. Di Umbria e Toscana oggetto dell’indagine an- alcune iscrizioni su camini), Romualdo Luzi tropologica per la cui trattazione sono state ri- (Fuoco e fornaci per la ceramica in area alto- chieste conoscenze e competenze differenti. Il laziale), Bonafede Mancini (Fuochi rituali fuoco, attraverso i suoi usi rituali, dalle solen- estivi & santi. All’acqua e al foco Dio dia loco), nità religiose popolari, al ciclo calendariale, Pietro Tamburini (Arseverse: nuovi dati sul al suo uso profano nel lavoro quotidiano, è di- santuario etnico degli etruschi). Il libro, com- ventato l’oggetto d’indagine da parte di antro- pleto nella sezione finale da un’ampia docu- pologi e storici, ricercatori universitari e stu- mentazione fotografica (64 foto b/n), è stato diosi locali. Attraverso un’ampia riflessione realizzato con il contributo della Fondazione culturale e teorica è stato possibile recuperare, CA.RI.VIT. e con l’utile lavoro organizzativo o meglio restituire, un universo di simboli e del Gruppo Interdisciplinare per lo studio del- valori del fuoco i cui significati, agli uomini la cultura tradizionale dell’Alto Lazio.

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PAOLO GIANNINI, Centri Etruschi e Romani dell’Etruria Meridionale, Grotte di C,, Ceccarelli, 2003, III ed., 2 vol. in cofanetto, 622, 190 p., figg.

(r.l.) Questa III edizione dell’opera sui con tavole ed illustrazioni precise, puntuali e Centri Etruschi e Romani dell’Etruria preziose anche sulla tipologia dei reperti più Meridionale (presentato in una veste editoria- rappresentativi rinvenuti nei centri illustrati. le gradevole con due volumi in cofanetto), Oltre alla competenza scientifica con cui rappresenta un momento significativo per la l’opera viene realizzata e aggiornata, si deve cultura archeologica della Tuscia (oltre ai cen- aggiungere che il volume si pone al lettore tri della Provincia di Viterbo, illustrati nel I vo- con chiarezza di un linguaggio chiaro e com- lume, sono presenti molte voci su centri delle prensibile per i tanti lettori, appassionati della vicine province contenute nel II volume). storia del nostro rilevante patrimonio archeo- Si tratta di un’opera che da anni rappresen- logico. ta una prima fonte inesauribile di informazio- Un’opera, per concludere, di cui si è già ni per tante generazioni di studenti e studiosi, molto parlato in senso positivo e che noi con- non solo del Viterbese, un “Dizionario archeo- sideriamo come un prezioso strumento al ser- logico”, aggiornato fino alle ultime scoperte, vizio della nostra cultura viterbese e non solo.

RONCIGLIONE al tempo della prima repubblica romana 1798-99, da ‘un’dea di Italo Leali, testo e sceneggiatura di Flaviano F. Fabbri; Disegni: Giulio Fefè; Archivio: Fabbri-Sillani. , Centro Ricerche e Studi, 2003, Album di 24 pagg. illustrate.

(r.l.) Un sistema particolarmente interes- taglia di Ronciglione e del suo gravissimo in- sante di “fare storia” è questo splendido al- cendio (il cui bagliore si vede fin da Bassano). bum che gli amici del Centro Ricerche e Studi Sono così presenti i principali momenti di una di Ronciglione hanno realizzato per racconta- storia conosciuti come quelli del “Viva Maria”. re la Ronciglione del 1798-99, al tempo cioè Particolarmente preziosa, per conoscere della prima Repubblica romana. Un album, sa- anche la corografia della città di Ronciglione, pientemente illustrato da Giulio Fefè nelle sue è l’illustrazione minuta del paginone centrale, personalissime vignette a cui ha saputo alter- a colori, ove un’adeguata “Legenda” consente nare, inserire e far rivivere, documenti della di cogliere anche la disposizione delle truppe storia come manifesti, monete, ceramiche. nella battaglia con i Francesi. Disegni incisivi sino a dare immagini della bat-

ORESTE SAGRAMOLA - L’apostolato educativo di Felice Socciarelli nella scuola italiana del primo Novecento - Viterbo, 2001, pp. 120, £ 9,29.

Il volume ricorda, a cinquant’anni dalla inizi del ‘900 e da un quadro sintetico della ge- morte, le straordinarie vicende che trasforma- nesi e dei pionieri delle scuole rurali italiane. rono un umile contadino della Maremma vi- In tale contesto si inquadra la figura del mae- terbese in uno dei più validi tra gli insegnanti stro di e l’opera da lui svolta in chiamati ad operare nelle scuole rurali, istitui- una sperduta scuola dell’Agro romano, nel vil- te nel primo Novecento nelle campagne dove laggio Mezzaselva, nei pressi di Palestrina. Un era ancora altissimo il tasso d’analfabetismo. ambiente in cui al maestro elementare spetta- Una condizione alla quale, nella sua infanzia, va un compito ben più ampio ed impegnativo era apparso molto vicino anche Felice del semplice insegnamento di nozioni. La sua Socciarelli che, nato a Tessennano nel 1887, opera doveva, anzitutto, rovesciare completa- aveva cominciato a frequentare le elementari a mente i concetti tradizionali della pedagogia, , dove la famiglia si era trasferita dopo per far sì che gli alunni non guardassero alla la morte della madre, ma, per la necessità di scuola come ad una realtà completamente se- dare una mano nei lavori dei campi, aveva do- parata dalle loro esperienze quotidiane, ma la vuto interrompere gli studi dopo aver comple- sentissero vicina ad essi ed al loro mondo, e tato la seconda classe. Poté riprendere a stu- vincessero in tal modo la diffidenza inizial- diare solo parecchi anni dopo, nei lunghi pe- mente dimostrata nei suoi confronti. riodi trascorsi in ospedale, allorché una ferita I capitoli centrali del libro illustrano le dif- riportata nella guerra di Libia del 1911, gli ave- ficoltà che Soccìarelli si trovò a dover affron- va causato una grave malattia. Come per un tare all’inizio dell’insegnamento, e che riuscì a prodigio, il contadinello incolto riuscì in breve superare quando abbandonò l’astrazione di tempo a conseguire una serie di titoli di stu- una linea pedagogica puramente teorica per dio: la licenza elementare, il diploma di scuo- calarsi nella palpitante realtà del mondo in cui la tecnica e l’abilitazione magistrale. i suoi alunni trascorrevano la loro vita quoti- Il profilo biografico del personaggìo è pre- diana. Seguendo questa via - più difficile, cer- ceduto da un ampio panorama sulla situazio- to, ma più efficace - il maestro di Tessennano ne della pedagogia, in Italia ed all’estero, agli riuscì a far affezionare alla scuola i bambini

66 dello sperduto villaggio ed a conquistarsi la fi- Nei capitoli conclusivi viene messa partico- ducia e la simpatia delle loro famiglie, che ac- larmente in rilievo la profonda traccia che l’o- colsero con profondo dolore la notizia della pera di Socciarelli ha lasciato nel panorama sua partenza allorché, dopo un decennio di della pedagogia italiana e sono riportati alcu- permanenza nel villaggio, venne trasferito a ni episodi particolarmente significativi della e poi a Roma. sua vita.

MARINA STANZIALE - IL PALAZZO COMUNALE DI - Quaderni di Nepi, 1 - , 2002, pp. 104 con un’ampia serie di illustrazioni in b/n nel testo, € 13,00

Il volume è il primo di una collana promos- facciata, per passare poi a vagliare l’attendibi- sa da una collaborazione tra il Comune di lità delle diverse ipotesi sull’identità dell’autore Nepi, l’Università romana “La Sapienza” ed il del progetto. Sulla base di alcune testimonian- Museo della Città e del Territorio, al quale ulti- ze documentarie si ritiene di poter escludere mo unitamente all’editore Davide Ghaleb di l’attribuzione della paternità al Vignola, mentre Vetralla - si debbono altre interessanti pubbli- più attendibile appare l’identificazione dei pro- cazioni miranti a ricordare ed a valorizzare il gettista con un altro insigne artista dell’epoca passato e le emergenze artistiche di varie zone della cui opera i Farnese ebbero più volte oc- della Tuscia. La collana è diretta da un docen- casione di giovarsi, Antonio da Sangallo il te della Facoltà di Architettura di Valle Giulia, il Giovane. Viene, comunque, sottolineato che prof. Enrico Guidoni, che in una nota introdut- questa attribuzione non esclude la presenza e tiva ricorda che il lavoro ha avuto origine da la collaborazione di altri architetti. una tesi di laurea da lui assegnata ed illustra Una lunga e complessa serie di vicende pro- sinteticamente i caratteri della ricerca compiuta trasse per circa due secoli la costruzione del dall’autrice, auspicando che la sensibilità dimo- palazzo, ed anche in seguito varie parti di esso strata dall’amministrazione comunale di Nepi furono sottoposte a lavori di sistemazione e di nei confronti della valorizzazione del proprio restauro, provocando modifiche e trasforma- patrimonio artistico ed ambientale trovi un’eco zioni nella sua struttura originaria. Rispettoso anche presso gli amministratori di altri centri delle strutture originarie è stato, invece, il più del territorio. recente ciclo di manutenzione, operato nel Il fatto di derivare da una tesi di laurea in ar- 1985. Nel ricordare i principali interventi susse- chitettura fa pensare che si tratti di un lavoro guitisi fino alla metà del XIX secolo, l’autrice ne essenzialmente tecnico, rivolto ad un ristretto pone in rilievo gli stravolgimenti più notevoli, pubblico di “addetti ai lavori”. Non è così. e passa poi in rassegna i vari ambienti dell’edi- Anche se il rigore scientifico con cui si esami- ficio, esaminando lo stato di ciascuno di essi. nano la genesi del progetto, il progressivo svi- Di particolare interesse appare l’appendice luppo della costruzione, la struttura varie parti documentaria, che riporta il testo integrale di del fabbricato, attraverso un’attenta analisi cui un grande numero di documenti conservati si affianca un’ampia ricerca documentaria, l’e- nell’Archivio Storico Comunale di Nepi e sposizione, racchiusa in brevi capitoli, è piana, nell’Archivio di Stato di Roma, tra cui la parti- e consente un’agevole lettura anche ai non colareggiatissima relazione dei lavori effettuati esperti della materia. La parte più propriamen- nel 1845, seguita da un dettaglio stimativo dei te espositiva occupa solo l’inizio del volume. Si lavori stessi. Completa l’appendice una serie di comincia con le notizie sulla costruzione del numerosi disegni e foto del palazzo e dei suoi palazzo e della fontana posta al centro della dettagli.

LUCIANO PASSINI - - il paese e la sua storia - Roma, 2002, pp. 304 con ill. in b/n e a colori nel testo, € 14,00

Come ricorda nella presentazione il prof sediamenti umani nel territorio, l’autore esa- Italo Faldi, se vastissima è la letteratura sul mina le vicende che, nei secoli del Medioevo, Palazzo Famese di Caprarola, non altrettanto si portarono alla progressiva formazione del cen- può dire delle pubblicazioni che esaminano il tro abitato, ricorda le diverse signorie che si monumento inquadrandolo nel contesto delle succedettero, si sofferma sulle ipotesi formula- vicende che hanno caratterizzato la storia del te per spiegare l’origine del toponimo e sui centro abitato in cui esso sorge. Nello sparuto motivi per cui i suoi principali quartieri sono gruppo di studiosi che hanno tentato questa oggi conosciuti con i nomi delle maggiori iso- via si colloca autorevolmente, con questo li- le del Tirreno. bro, Luciano Passini, caprolatto doc e, come Si giunge, così, alla fase più fulgida della tale, desideroso di far conoscere ai lettori il storia di Caprarola, quella della signoria dei passato ed il presente della sua piccola patria Farnese. L’inizio di questo periodo si colloca e le emergenze architettoniche che l’abbelli- nel 1537, quando Paolo III raccoglie tutti i scono, facendo degna corona al celebre pa- possedimenti che la famiglia aveva nella lazzo. Tuscia, istituendo il Ducato di Castro e la Nei primi due capitoli, dopo aver passato in Contea di Ronciglione, cui farà seguito, otto rassegna le scarse notizie disponibili sui perio- anni dopo, la creazione del Ducato di Parma. di preistorici, in cui si registrarono i primi in- Tra i luoghi ad essi soggetti, i Farnese dimo-

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strarono per Caprarola una particolare prefe- ne introdotto il discorso sulla Caprarola di og- renza, come è testimoniato dalla scelta di que- gi, che costituisce la materia degli ultimi tre ca- sto centro per erigere il sontuoso palazzo in pitoli, in cui si parla dell’organizzazione della cui frequentemente amavano risiedere. Ai rap- Riserva naturale del Lago di Vico e vengono porti tra i membri dell’illustre famiglia ed il pit- passate in rassegna le tradizioni religiose e le toresco paese dei Cimini sono dedicati due ca- manifestazioni artistico-culturali. L’albero ge- pitoli, che concludono questo excursus storico. nealogico dei Farnese, che precede l’ampia bi- La parte centrale del volume è, infatti, de- bliografia posta a conclusione del volume, dicata alla descrizione dei monumenti. Un no- parte da un personaggio della seconda metà tevole spazio è, naturalmente, riservato al dell’VIII secolo, Federico - considerato il fon- Palazzo Farnese, di cui si esaminano dettaglia- datore del centro della Tuscia che ancora og- tamente i vari ambienti, i giardini, la palazzina, gi porta il nome della famiglia - e giunge fino le scuderie, si mettono in rilievo alcune ano- ad Elisabetta, divenuta nel ‘700 regina di malie costruttive e si ricordano le personalità Spagna per il matrimonio con Filippo V di che vi furono ospitate. Segue l’illustrazione de- Borbone: un’unione da cui ebbe origine il ra- gli altri palazzi che rivestono un certo interes- mo Borbone - Parma. Ricorderemo, infine, se sotto il profilo storico-artistico, delle chiese l’ampia documentazione fotografica che, con esistenti nel centro storico e degli edifici note- una serie di immagini in bianco e nero ed a voli (chiese, ville e casali) sparsi nella circo- colori, costituisce un efficace complemento stante campagna. del testo, particolarmente laddove si parla del Con il capitolo “Il paese dopo i Farnese” vie- Palazzo Farnese e degli altri monumenti. Periodici

La Loggetta - Notiziario di vita piansanese - Anno VIII, n. 5 - Settembre 2003

Di questo periodico ci siamo già occupati Giuseppe Brunotti, caduto a ventinove anni, altre volte nella nostra rubrica. Parliamo, oggi, durante la prima guerra mondiale, mentre fa- del numero di settembre, quarantaseiesimo ceva scudo al comandante col proprio corpo. della serie, che presenta servizi di un certo in- Si richiamano alla presenza nella Tuscia di illu- teresse, non solo per gli abitanti dei centri di- stri personaggi la rievocazione storica di rettamente interessati. Girolamo Farnese, duca di intorno alla Nelle prime pagine, sotto il titolo “Di che metà del ‘600 (Emanuele Germani), e la crona- cosa moriamo?”, è riportata un’ampia analisi ca delle nozze fra Giacomo III Stuart, preten- sulle cause di morte registrate nella popolazio- dente al trono d’Inghilterra, e la principessa ne di negli ultimi trentacinque anni, polacca Maria Clementina Sobieska, celebrate condotta da persone a costante contatto, per la a Montefiascone il I’ settembre 1719 (Giancarlo loro attività professionale, con una documenta- Breccola). Ad un fatto avvenuto nei primi anni zione non facilmente reperibile da parte di al- del ‘900 si riferisce Anna Maria Giuntani per tri. Infatti il dott. Giancarlo Della Casa, che fir- contestare la qualifica di cowboys della ma l’articolo, dal 1976 ha esercitato a Piansano Maremma, attribuita ai butteri della campagna la professione medica, come condotto e come romana ai tempi della sfida vittoriosamente so- ufficiale sanitario, mentre il direttore del perio- stenuta contro i cavalieri di Buffalo Bill. dico Antonio Mattei, che ha collaborato come Torniamo, invece, più indietro nel tempo con consulente, è da circa un trentennio ufficiale di l’articolo “Classi sociali nel ‘700 e prammatica stato civile all’anagrafe di quel Comune. Il di- del vestire “, di Silvio Verrucci. Rientrano nel scorso è ampio e corredato da numerosi grafi- novero delle indagini storiche tradizionali la ri- ci, in cui la mortalità nel periodo viene esami- cerca di Giuseppe Tiberi sull’archivio della cat- nata sotto vari profili: distribuzione fra i sessi e tedrale di Tuscania ed una breve nota di negli anni, incidenza delle patologie più diffu- Domenico Marinelli sulla genesi di Pescia se, come le cardiovascolari e le tumorali. Romana. Infine, una notizia poco nota è, per Ricorderemo in breve i principali fra gli altri molti, il fatto riportato da Maria Irene Fedeli - argomenti trattati nelle trentasei pagine del pe- che la Madonna del Rosario e San Bernardino riodico, in parte - come sempre - dedicate agli da Siena, venerati dai Piansanesi come protet- altri centri della parte settentrionale della pro- tori, lo siano anche del non lontano centro di vincia ed a quelli dei litorale tirrenico, da Marta. Mentre decisamente curiosa appare la Montefiascone a , da Montalto di Ca- relazione sullo scavo clandestino di una tomba stro ad . etrusca, tratta da un plico che un anonimo Anzitutto, i consueti richiami alle persone avrebbe furtivamente inserito nella cassetta po- ed alle vicende del passato. Attilio Stendardi ri- stale della redazione. Ci siamo limitati a far corda una religiosa di Piansano vissuta nel cenno agli articoli che ci sono apparsi più in- XVIII secolo, la serva di Dio Lucia Burlini, per teressanti. Ad essi vanno aggiunte le consuete la quale da tempo i suoi concittadini chiedono rubriche - curate anch’esse da validi collabora- ed auspicano la beatificazione. Carla Melaragni tori - sulla vita di Piansano e degli altri centri ci dice che ad Arlena è rimasta viva la memo- della zona, sui festeggiamenti locali, sull’attività ria di un eroe, il sottufficiale dei carabinieri agricola, sui libri da leggere.

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