Biblioteca E Soc Dicembre 03
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
In libreria V. A NGELOTTI, M. I. FEDELI, E. FUCINI, G. IMPERIALI – A.D. 1703…FACCIAMO VOTO…: Il ter- remoto e l’impegno di Fede della Comunità di Marta con la SS.ma Vergine , Comune di Marta, 2003, pp. 266 con ill. b/n nel testo Ricorrendo il III centenario del voto alla Canona. Per dare “un’istantanea di quello che Vergine SS.ma che i nostri padri formularono era Marta nel 1703” gli autori non hanno po- per la protezione accordataci in “tempi cala- tuto fare a meno di prendere in esame le con- mitosi di terremoto”, abbiamo intrapreso un dizioni e i presupposti storici e sociali dei se- lavoro di ricerca con lo scopo di far meglio co- coli immediatamente precedenti. Questa pri- noscere, ai nostri concittadini, i dettagli di ma parte, corredata da un ricco apparato di quell’evento e per riportare alla memoria un note e citazioni documentarie, ci offre una impegno che ancora lega la nostra Comunità dovizia di informazioni provenienti, quasi per all’amore e alla materna sollecitudine di intero, da fonti inedite. Maria SS.ma. Con queste parole gli autori, La seconda parte ci offre una descrizione nella nota introduttiva, ci chiariscono i motivi del terremoto del 1703, e degli effetti da esso che hanno mosso la ricerca che è alla base provocati, allargata all’intera penisola italiana, della stesura del volume. ma con uno sguardo costante alla nostra area Il contenuto dell’opera, tuttavia, va ben oltre geografica. Inoltre vengono presi in conside- quello che potrebbe scaturire dall’enunciato razione i motivi contingenti che portarono al- del titolo. Dopo la prefazione del Prof. G. Izzo, la formulazioni di voti, non solo a Marta, ma assessore alla cultura del Comune di Marta, e le anche a Viterbo, Castiglione in Teverina, Ro- presentazioni di Mons. P. Concioli, Vicario ge- ma, Ascoli Piceno, Offida (AP), Castelfidardo nerale, di D. Roberto Fabbiani, Parroco di (AN), Casanova (RI), i Comuni dell’area Marta, e degli autori, il libro si presenta diviso Gardesana, etc. Nei capitoli successivi si dà in due parti: la parte prima che prende in esa- notizia di altri voti formulati dalla comunità di me il contesto storico-sociale, la seconda che Marta nel corso dei secoli e dei terremoti che ha come oggetto i terremoti e i voti. hanno interessato la Tuscia fino al recente ter- Il volume si apre con la descrizione del- remoto di Tuscania del 6/2/1971. l’impianto urbanistico di Marta nel 1703, quin- Il volume si chiude con un’appendice che di passa ad esaminare dettagliatamente i pro- chiarisce alcune situazioni storiche della vita venti della Comunità ( Macellarla, Ostarìa, martana che traspaiono nella prima parte del Pietra del pesce, Panattarìa,…), la vita ammi- libro e che danno ragione di quei motivi che, nistrativa con tutte le funzioni e le attribuzio- raggiunto il culmine della tensione nella vita ni delle varie cariche, le figure dei provvisio- sociale di Marta nell’anno 1703, portarono a nati (Medico, Maestro di scuola, Cancelliere, quel conflitto con la curia di Montefiascone Depositario, Organista, Predicatore…), la vita che segnò la nascita delle “Passate” nella festa religiosa, le milizie, la vita ricreativa, la della Madonna del Monte nell’anno 1704. MAURO GALEOTTI, L’Illustrissima città di Viterbo - (Viterbo nell’anno del Signore 2002). (Attilio Carosi) Circa un secolo fa, nel 1920, lo stile moderno dei nuovi edifici. Basti solo l’e- vedeva la luce la monumentale guida “Viterbo sempio di via Garibaldi e dintorni. L’intero nei suoi monumenti” di Andrea Scriattoli, dopo quartiere di S. Sisto - .S. Leonardo, dalla Pace al anni e anni di lavoro per la ricerca dei docu- monastero della Duchessa, era stato quasi inte- menti e delle foto, insieme con la fattura di in- ramente raso al suolo, ma nel “quasi” dobbia- numerevoli disegni che la mano del “professo- mo inserire una torre ed un profferlo, con dop- re” eseguiva quando l’obiettivo non era suffi- pia scalata laterale, unico, secondo me, in ciente a fissare qualche remoto particolare di Viterbo, in via del Meone, insieme con un moz- un monumento. Scriattoli ebbe anche la fortu- zicone di torre ed altri ruderi medievali sotto na di incontrare un vero mecenate, l’avv. Caio via Vetulonia, per demolire i quali gli scalpelli Maria Capaccini, che nel suo stabilimento di pneumatici faticarono giorni e giorni. Roma ebbe la capacità e la possibilità econo- Negli ultimi cinquant’anni l’incuria e il disin- mica di stampare la guida, dandole una ricca teresse di molti viterbesi ha cancellato od alte- veste tipografica. I 625 esemplari numerati si rato palazzi e palazzetti (chi non ricorda la di- esaurirono alla fine degli anni ‘50 e tanta fu la struzione della elegante torre di Rolando Gatti richiesta che nel 1988 fu fatta una ristampa ana- al Corso Italia nel 1950, indifferenti e assenti gli statica di mille copie, a cura delle Edizioni arti- amministratori comunali e la Soprintendenza stiche Faul. Anche questa è da anni esaurita. per la salvaguardia dei monumenti?). Nello Dopo il passaggio della guerra e le distru- stesso tempo la Città si sviluppava caoticamen- zioni degli “alleati”, la Guida assunse ben altro te fuori delle mura e sorgevano i quartieri che interesse. Fu cioè viva testimonianza come fos- oggi vediamo e che, ovviamente, non sono do- se la nostra Città prima delle distruzioni e an- cumentati da Andrea Scriattoli. cora oggi è possibile confrontare come il “nuo- Da tempo si avvertiva la necessità di inte- vo” sia spesso indegno del “vecchio”. La rico- grare la vecchia guida e di fissare su carta la struzione non ha tenuto conto di quanto era nuova fisionomia della Città: Mauro Galeotti, ancora salvabile e come fosse piatto e banale appassionato amante della storia e dell’arte vi- 64 terbesi, ha voluto colmare questa lacuna con esempio le biografie di tanti personaggi pote- un lavoro di ricerca sul campo e in archivio, vano essere riportate in appendice, senza inter- che lo ha impegnato per molti decenni. Ne è rompere il corso logico della guida, anche se, uscito un volume mastodontico (forse era me- ad onor del vero, l’Autore ha riportato in co- glio dividerlo in due tomi, ma esigenze tipo- lonna più stretta e in caratteri diversi i dati bio- grafiche e, diciamolo pure, economiche, lo grafici; stemmi, formelle ed epigrafi potevano hanno impedito. Non sempre capita di trovare essere riprodotti in foto. Queste era forse me- un mecenate come Capaccini e Galeotti ha so- glio non porle tutte insieme all’inizio, ma in- stenuto in prima persona la spesa, fruendo di frammezzate nel libro, anche per rompere l’i- contributi di pochi amici), un volume di mille nevitabile monotonia delle righe. Altrettanto pagine, che fruga ed illustra ogni angolo della utile sarebbe stata una pianta topografica, ma- Viterbo antica e moderna. gari sovrapponibile, che fissasse la Viterbo di Capillari e minuziose le notizie, numerose le Scriattoli e quella di Galeotti. Le mende, però, citazioni degli autori, riportando talvolta le di- in un’opera di tal fatta, sono del tutto trascura- verse opinioni degli stessi, notizie che si soffer- bili per l’utilità e la validità delle notizie raccol- mano sul monumento di fama, come il palazzo te e particolarmente da apprezzare è il podero- papale, ma anche sulla formella di possesso so indice finale dei nomi e delle cose notevoli, consunta dal tempo e quasi illeggibile. L’opera che riempie oltre cinquanta pagine; con esso è è un documento vivo che non servirà soltanto facile collegare e raccordare tutta la agli appassionati o specialisti di storia locale, materia.Concludendo, la fatica di Galeotti meri- ma anche - e spero principalmente - ai nostri ta di essere segnalata e raccomandata (anche il amministratori ed ai sottoposti organi tecnici, prezzo è modico, decisamente inferiore al va- che spesso autorizzano distruzioni o indecenti lore del libro) ed i Viterbesi, specialmente quel- e irreparabili restauri con la scusa - a sconcio li in giro per l’Italia, debbono essergli grati per avvenuto - “se lo avessi saputo prima!”. avere impostato e portato a termine un’opera Il testo non è privo di pecche e di sviste: per spesso progettata, ma mai attuata prima d’ora. Il fuoco rituale. Documenti del folclore religioso e del lavoro (volume secondo), a cura di Assunta Achilli e Laura Galli, Roma, EDUP, 2003. (Bonafede Mancini) Per il tema trattato e per del termosifone, sembrano loro estranei. l’accurata documentazione degli studi, il sag- Attraverso il gioco di ritrovare analogie, omo- gio offre una variegata ed interessante lettura logie, ma anche differenze tra i fatti culturali nella quale, il semplice lettore come lo stu- descritti nel libro (nel sapere popolare i detti: dioso di scienze demoetnoantropologiche, Tutto il mondo è un paese e Paese che vai potrà piacevolmente immergersi. Il volume, usanza che trovi) e quelli riconducibili alla che raccoglie gli atti del secondo convegno te- propria esperienza, il lettore acquista co- nuto nel Museo delle Tradizioni Popolari di scienza della comunità d’appartenenza e delle Canepina il 21 e 22 settembre 2002, comple- trasformazioni storiche in essa avvenuta. ta la serie delle relazioni pubblicate già nel Il volume (334 pagine) propone gli inter- predente studio (Il fuoco rituale. Documenti venti di Yohanka Alfonso Contreras, Aurelio del folclore religioso e del lavoro, a cura di L. Rizzacasa (Università di Perugia), Maria Luisa Galli, Roma, EDUP, 2002.) ed è stato presen- Giuliani, Luciana Mariotti (Museo Nazionale tato in occasione del terzo incontro, svoltosi delle Arti e delle Tradizioni popolari di Roma), anch’esso nella medesima sede nel settembre Alain Crivella (Università di Montpellier), 2003. Il progetto di quest’interessante studio di Lucio Niccolai, Angelo Biondi, Antonio Riccio antropologia culturale, come ha scritto nella (Etnomuseo dei Monti Lepini di Roccagorga), premessa del libro Quirino Galli, ideatore e Roberto Marinelli, Paola Elisabetta Simeoni, organizzatore degli incontri, si muove ed arti- Sandra Becucci (Museo del Bosco, Orgia- cola “seguendo un percorso tematico all’inter- Sovicille) e le riflessioni tra Marcello Arduini, no di un’area circoscritta.