Evita, Il Musical Che Da 40 Anni Racconta Il Populismo Di Oggi,Addio
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Evita, il musical che da 40 anni racconta il populismo di oggi Il teatro è implacabile. Più sono vecchi, più i classici si rivelano di un’attualità sconcertante. Parlando di ieri, e magari pure di ieri l’altro, fustigano impietosamente l’oggi. Senza malizia, senza volerlo, per puro caso, tornando in scena assumono nuovi significati, fanno scattare connessioni, risultano inaspettatamente contemporanei. Del resto, il teatro è uno specchio, e davanti ci siamo noi: a duemilacinquecento anni di distanza, non è ancora stato inventato niente di più efficace per raccontarci per quello che siamo davvero, e non per quel che crediamo di essere. La prova? In questi giorni è in cartellone al Regio di Torino un evergreen del musical come «Evita», testo di Tim Rice, musiche di Andrew Lloyd Webber. Tutti lo conoscono, almeno per sentito cantare, per esempio Madonna nell’omonimo film di successo. E’ la storia di Eva Peron in arte Evita, attricetta assurta alla guida dell’Argentina per matrimonio con il presidente Peron. Evita fu un’icona glamour e pop ma anche la fatina buona di un personale welfare per infanti, infermi, anziani, donne in difficoltà, poveri ambosessi e in generale «descamisados», che infatti la fecero assurgere agli altari di santa laica e anzi, come da voto dal Parlamento, «leader spirituale della Nazione». Un grande show per Evita, per la prima volta con un’orchestra dal vivo REPORTERS Fino alla morte a soli 33 anni, fra colossali manifestazioni di cordoglio, altro che il «Don’t cry for me Argentina» della canzone più famosa. L’Argentina invece pianse, e molto, e forse non ha nemmeno smesso, a giudicare dalla venerazione che tuttora circonda quest’angelo dei diseredati sempre vestito Dior e Balenciaga, e con in cassaforte gioielli per sei milioni di dollari (ma si sa: alle masse la giustizia sociale piace di più se griffata e luccicante). Rice & Lloyd Webber sono diabolici. Inducono lo spettatore a commuoversi sulla storia prima felice e poi dolentissima di Evita. Ma, al contempo, mostrano il rovescio della medaglia. Si inventano un personaggio, il Che (che non è Guevara, ma una specie di uomo della strada) che fa da controcanto a gesti e gesta della Madre della Patria. Il musical debuttò nel remoto 1978. Però la sua descrizione del populismo risulta attualissima. Il peronismo, del resto, fu un populismo al quadrato, così estremo da risultare, a posteriori, quasi caricaturale: molta retorica, molto giustizialismo sommario, molti annunci di distribuzione della ricchezza senza curarsi, prima, di produrla, e tante urla contro le élite corrotte e corruttrici. Mentre qualche Che di buonsenso commenta sarcastico l’irresistibile ascesa degli Eviti di ieri e di oggi con le loro mirabolanti promesse e la risposta sempre rinviata alla più basica delle domande: chi paga? (per esempio, per il reddito di cittadinanza, o per la riduzione delle tasse). Insomma, un musical di quarant’anni fa fotografa con precisione chirurgica e spietata l’attuale mood politico dell’Occidente in generale e dell’Italia in particolare, e questa gestione insieme arrogante e arruffata della cosa pubblica. E, guarda caso, siamo proprio al Regio di Torino, anche dei pubblici teatri. Tratto da: LaStampa.it Addio a Lara Saint Paul, la cantante che portò l’aerobica in Italia È morta questa mattina, a 73 anni, la cantante Lara Saint Paul. Era malata da tempo ed era ricoverata nell’hospice di Casalecchio di Reno (Bologna). A dare la notizia è stata la sorella. Mamma eritrea e papà romagnolo, Lara, al secolo Silvana Areggasc Savorelli, era nata e cresciuta a Fusignano, in provincia di Ravenna. Importò la ginnastica aerobica in Italia e partecipò a diversi programmi televisivi. Bellissima, con la pelle ambrata e i grandi occhi messi in risalto dall’eye liner, era arrivata al successo nel 1968 al Festival di Sanremo, dove si era esibita in coppia con il grande Louis Amstrong. La musica le aprì anche le porte del varietà televisivo, da Quelli della Domenica sul primo canale a La domenica è un’altra cosa, con Raffaele Pisu. Negli anni ’70 aveva partecipato a Canzonissima e poi ancora a Sanremo, dove era stata in gara tre volte. Poi i tour in Europa e negli Stati Uniti. Concerti a Los Angeles, dove lavorò tra gli altri con Ray Charles e Stevie Wonder, l’amicizia con Frank Sinatra. Rimasta vedova, negli ultimi anni ha avuto una vita travagliata, costellata di malattie e situazioni difficili, amareggiata dall’indigenza. Le notizie di cronaca la citano per gli incidenti – un femore rotto, un’operazione difficile – e per le battaglie disperate, come quella che la portò nel 2011, assistita da due avvocati, a citare in giudizio la Bayer, sostenendo di essere stata rovinata dall’uso della pomata Lasonil che le avrebbe causato «lesioni tali da portarla ad uno stato di un’invalidità». Nel gennaio del 2017 la notizia della malattia, un tumore all’intestino, e la richiesta di aiuto lanciata dalla figlia Manuela: «Abbiamo bisogno di aiuto economico e di consigli medici». Per lei, che l’aveva a lungo orgogliosamente rifiutata, arrivò infine – racconta la sorella Loredana – il conforto economico della legge Bacchelli. Tratto da: LaStampa.it La cantante Grimes ama il signor Tesla, la nuova coppia del jet set Claire Boucher, aka Grimes. Segnarsi questo nome. Potrebbe essere quello della futura signora Tesla. La cantate indie canadese ed Elon Musk, ceo di SpaceX e considerato uno degli uomini più potenti del mondo, hanno debuttato ufficialmente come coppia al Met Gala il 7 maggio a New York. Entrambi in black&white (look discutibile), Grimes anche indossava una collana piuttosto appariscente che ad alcuni ha ricordato il logo di Tesla. I due si sono conosciuti, ovvio, su Twitter (Musk è attivissimo sui social). Come riporta Page Six, hanno iniziato a frequentarsi circa un mese fa. Galeotto un gioco di parole molto nerd che Elon voleva postare su Twitter riguardo ai rischi dell’intelligenza artificiale (il miliardario di origini sudafricane è fissato con la minaccia che i robot rappresentano per l’umanità) salvo poi scoprire che una certa Grimes aveva usato lo stesso identico calembour anni prima. La contatta e lei gli risponde «che era la prima volta in tre anni che qualcuno capiva quello scherzo» . Poi è amore. Sulla durata si accettano scommesse, ma avere lo stesso senso dell’umorismo aiuta sempre. Grimes, che parla russo e ha seguito studi universitari in psicologia e filosofia poi abbandonati per amore della musica elettronica, ha 30 anni e il suo ultimo album Art Angels è uscito nel 2015. Mora, alternativa è molto lontana dallo stereotipo di bionda- fidanzata-modella a cui l’imprenditore, 46 anni e una vita sentimentale piuttosto tarantolata, era abbonato. Sposato prima con la scrittrice Justine e poi – due volte tra continui tira e molla – con l’attrice Talulah Riley (per tutti i dettagli leggere la biografia parzialmente autorizzata firmata da Ashlee Vance), recentemente è stato legato all’attrice Amber Heard, ex di Johnny Depp. Una relazione iniziata e finita (malissimo) in diretta Instagram, tanto che i due si sono incrociati al Met ignorandosi con disinvoltura. Intanto «l’uomo che porterà l’umanità su Marte» ha dichiarato, sempre su Twitter va da se, che intende dedicarsi a una nuova impresa, un’azienda di caramelle: «Sono super serio». Anche qui si accettano scommesse. Tratto da: LaStampa.it Sanità digitale per l’emofilia pediatrica: il progetto EMO.TI.ON SENZA BARRIERE – Si chiama EMO.TI.ON, è una novità in Europa e arriva dalla Puglia: si tratta del primo sistema integrato al servizio dei bambini emofilici capace di coniugare la diagnostica per immagini a domicilio e il videoconsulto medico telematico. L’innovativo progetto di e-Health prende piede due anni fa e nasce dalle competenze di sei società IT pugliesi in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Biomediche ed Oncologia Umana dell’Università degli Studi di Bari e con la partecipazione di CoReMaR, AReSS e ABCE onlus, al fine di garantire la sicurezza dei bambini emofilici e il monitoraggio costante del loro stato di salute, anche a distanza. L’emofilia è una malattia rara di origine genetica caratterizzata da un difetto della coagulazione del sangue. È determinata dalla carenza o dall’assenza di specifici fattori coinvolti nel processo di coagulazione, indispensabili per la normale emostasi del sangue. Ereditata attraverso il cromosoma X, si manifesta solo nei maschi mentre le donne possono essere portatrici sane. Le forme principali sono due: l’emofilia A, dovuta alla carenza del fattore VIII e l’emofilia B, data dalla carenza del fattore IX. Esiste, poi, una terza forma di emofilia ultra rara, l’emofilia A acquisita. In Italia le persone emofiliche sono circa 6.000, nel mondo oltre 500.000. Per una persona emofilica i rischi principali riguardano sanguinamenti ed emorragie esterne ma soprattutto interne, spontanee o dovute a traumi, anche di lieve entità. Una condizione, questa, che rende necessari controlli costanti e il monitoraggio continuo di tali pazienti, soggetti spesso al ricorso di urgenti cure mediche. Grazie alla sperimentazione clinica dell’innovativa tecnologia EMO.TI.ON, condotta nell’ultimo anno su 12 bambini emofilici di età compresa tra 3 e 10 anni nella Clinica pediatrica “Trambusti” dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bari, è stato dimostrato come il sistema integrato di diagnostica per immagini a domicilio e videoconsulto medico telematico possa cambiare in modo significativo la vita dei piccoli pazienti poiché in grado di comunicare facilmente i dati diagnostici rilevati dal sistema e di monitorarne lo stato di salute a distanza, riducendo drasticamente gli accessi in ospedale. In cosa consiste esattamente la tecnologia EMO.TI.ON? L’innovativo sistema è costituito da un ecografo digitale portatile capace di trasmettere i dati e le immagini relativi al paziente attraverso una piattaforma cloud.