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Rassegna “ColonneSonore” – Casa Del Cinema Registi e compositori a confronto

29 Marzo:Presentazione stampa della rivista “Colonne Sonore”

12 Aprile:Morricone - Tornatore: “Indagine su un sodalizio al di sopra di ogni sospetto” Proiezione film Un pura formalità

19 Aprile:Piersanti - Amelio: “Intimi accompagnamenti ” Proiezione film Lamerica (inizio ore 15.00)

26 Aprile:Giagni - Bellocchio: “La sonorizzazione come lavoro concettuale sulle immagini” Proiezione film Buongiorno notte

17 Maggio:Abeni - Stivaletti “Strategie di genere” Proiezione film M.D.C.– Maschera di Cera

24 Maggio: - Garrone “Psicoacustiche del noir” Proiezione film L'Imbalsamatore

Schema degli incontri: ore 16.00 - proiezione del film ore 18.00 - dibattito con gli artisti

Tutti gli incontri si terranno presso La Casa del Cinema Largo Marcello Mastroianni,1-Villa Borghese - Roma Informazioni: 06.423601

Rassegna a cura di Colonne Sonore Immagini tra le Note OTTAVA ARTE di M.Privitera Via Wildt n.5 - 20131 MILANO Tel. 347.4072349 www.colonnesonore.net • www.casadelcinema.it sommario 3

Anno iV In questo numero n. 16 • Giro di boa ...... 4 • Dalla parte dei registi – Invaxon ...... 24 di Anna Maria Asero Chiacchierando con i Buio Pesto sulla OST Gennaio / • Novità dal mondo della musica da film ...... 5 del loro film di fantascienza a basso costo Febbraio di Barbara Zorzoli news, case discografiche 2006 di Fabio D’Italia • Dalla parte dei registi – Romance & Cigarettes . 27 intervista esclusiva a John Turturro, • Bernard Herrmann – 30 anni dopo ...... 6 regista di un “musical da doccia” monografico sulla vita e le opere di Barbara Zorzoli del grande compositore americano, fido collaboratore di Alfred Hitchcock • FictioNote ...... 29 di Roberto Pugliese recensioni produzioni televisive • Oliver Onions – sberle, fagioli e note ...... 12 • La musica dei videogiochi – 8a parte ...... 30 esclusiva intervista alla carriera intervista esclusiva a Stuart Chatwood e Inon Zur, ai compositori autori di Guido e Maurizio De Angelis di Andrea Chirichelli di Stefano Tosi • Il Signore degli anelli – La compagnia dell’anello .. 32 • Zbigniew Preisner – decalogo in musica ...... 20 recensione dettagliata dell’edizione integrale intervista esclusiva al compositore di del capolavoro musicale di Howard Shore Krzysztof Kieslowski di Gianni Bergamino & Dimitri Riccio di Mattia Nicoletti • Recensioni di CD vecchi e nuovi ...... 34 • Il Cinema? Una grande scuola! ...... 22 Incontro con • Filmografie essenziali ...... 50 di Giovanni Aloisio I fratelli De Angelis & Bernard Herrmann Le recensioni discografiche • Quarto Potere ...... 8 • L’uomo senza sonno ...... 38 • Women in lounge vol. 1 ...... 43 di Dimitri Riccio di Gianni Bergamino di Massimo Privitera • Il fantasma e la signora Muir ...... 10 •Stay...... 38 • Women in lounge vol. 2 ...... 44 di Gianni Bergamino di Jacqueline Valenti di Massimo Privitera • Piedone lo sbirro ...... 16 • Prime ...... 39 • Tex e il signore degli abissi ...... 44 di Stefano Tosi di Jacqueline Valenti di Massimo Privitera • Piedone a Hong Kong ...... 17 • My summer of love ...... 39 • Idoli contro luce / di Stefano Tosi di Jacqueline Valenti E la donna creò l’uomo ...... 44 • Piedone l’africano ...... 18 • Partnerperfetto.com ...... 39 di Massimo Privitera di Stefano Tosi di Jacqueline Valenti • L’ultimo uomo di Sara ...... 44 • Il corsaro nero ...... 19 • Proof – la prova ...... 39 di Massimo Privitera di Stefano Tosi di Jacqueline Valenti • C’era una volta il West ...... 44 • Tre colori – Film Blu ...... 21 • Manderlay + Dogville ...... 39 di Maurizio Caschetto di Mattia Nicoletti di Stefano Tosi • Nella stretta morsa del ragno / • Tre colori – Film Bianco ...... 21 • Il vento del perdono ...... 40 Non si sevizia un paperino ...... 44 di Mattia Nicoletti di Massimo Privitera di Stefano Tosi • Tre colori – Film Rosso ...... 21 • Goal ...... 40 • La morte risale a ieri sera ...... 45 di Mattia Nicoletti di Andrea Chirichelli di Stefano Tosi • La doppia vita di Veronica ...... 21 • Habana blues ...... 40 • La notte che Evelyn uscì dalla tomba . 45 di Mattia Nicoletti di Maurizio Torretti di Stefano Tosi • Il giardino segreto ...... 21 • 4 amiche e un paio di jeans ...... 40 • Riusciranno i nostri eroi a ritrovare di Mattia Nicoletti di Massimo Privitera l’amico misteriosamente scomparso • La caccia ...... 29 • Broken flowers ...... 40 in Africa?...... 45 di Massimo Privitera di Maurizio Torretti di Stefano Tosi • Sacco e Vanzetti ...... 29 • Senza destino ...... 40 • Ringo il volto della vendetta...... 45 di Alessio Coatto di Massimo Privitera di Stefano Tosi • Il grande Torino ...... 29 • Duma ...... 41 • Tutti insieme appassionatamente.. 46 di Pietro Rustichelli di Emmanuel Vanni di Massimo Privitera • Regina dei fiori ...... 29 • Zathura ...... 41 • Il caso Carey / di Massimo Privitera di Maurizio Caschetto Il mondo dei robot / • The film music of Joe Harnell ...... 34 • The fog – nebbia assassina ...... 41 Coma profondo ...... 46 di Giuliano Tomassacci di Andrea Chirichelli di Gianni Bergamino • Munich ...... 35 • Stargate Atlantis ...... 41 • Ransom – stato di emergenza per di Maurizio Caschetto di Massimo Privitera un rapimento ...... 46 • I segreti di Brokeback Mountain ...... 36 • Dalida ...... 41 di Gianni Bergamino di Massimo Privitera di Mattia Nicoletti • Getaway ...... 46 • Jarhead ...... 36 • Il pane nudo ...... 41 di Gianni Bergamino di Maurizio Torretti di Mattia Nicoletti • Shergar ...... 47 • Orgoglio e pregiudizio ...... 36 • Viva Zapatero! ...... 42 di Gianni Bergamino di Maurizio Torretti di Mattia Nicoletti • Ghost ...... 47 • I Fratelli Grimm e l'incantevole strega . 36 • Texas ...... 42 di Giuliano Tomassacci di Maurizio Caschetto di Mattia Nicoletti • I soliti sospetti ...... 47 • King Kong ...... 36 • A luci spente ...... 42 di Giuliano Tomassacci di Maurizio Caschetto di Jacqueline Valenti • Silverado ...... 47 • Wallace & Gromit: la maledizione del • Pianosequenza ...... 42 di Gianni Bergamino coniglio mannaro ...... 37 di Andrea Chirichelli • Fuga per la vittoria ...... 48 di Pietro Rustichelli • Where the truth lies ...... 42 di Dimitri Riccio • Crash – contatto fisico ...... 37 di Mattia Nicoletti • 60 minuti per Danny Masters ...... 48 di Massimo Privitera • Craig Armstrong – Film Works ...... 42 di Dimitri Riccio • Stealth ...... 37 1995-2005 • Joe Bass, l’implacabile...... 48 di Andrea Chirichelli di Maurizio Caschetto di Dimitri Riccio • ...... 37 • Movie themes collection ...... 43 • Il pianeta delle scimmie - Serie TV ... 48 di Emmanuel Vanni di Massimo Privitera di Dimitri Riccio • ...... 38 • The essential Michel Legrand Film • Il cuore come una ruota ...... 49 di Gianni Bergamino music collection ...... 43 di Dimitri Riccio • Flightplan ...... 38 di Massimo Privitera • , piano dolce Carlotta ...... 49 di Gianni Bergamino • – ritratto di un di Dimitri Riccio • A history of violence ...... 38 autore ...... 43 • The music of Undertow ...... 49 di Gianni Bergamino di Pietro Rustichelli di Gianni Bergamino Legenda recensioni Mediocre Sufficiente Buono Ottimo Capolavoro

I giudizi delle recensioni di Colonne Sonore si riferiscono a valutazioni artistiche assolutamente personali dei redattori e non vogliono in alcun modo interferire da un punto di vista commerciale e discografico. 4 redazionale

Giro di boa

Si volta pagina (esigenze di varia Grazie al cielo non tutte le persone natura ci portano su un nuovo “sentie- che abbiamo incontrato in questi tre ro editoriale”!), abbandonando, forse anni sono stati così. Compositori, Anno Quarto, Numero 16 solo per un breve periodo, il cartaceo, uomini di cultura, collaboratori, Gennaio / Febbraio 2006 intraprendiamo la via più immediata appassionati ci sono stati vicino, spe- Registrazione al tribunale di Milano ed efficiente del “PDF”: la rivista si riamo che continuino ancora a soste- n.356 del 03/06/2003 potrà acquistare direttamente su nerci e a credere alla nostra idea. internet. Anna Maria Asero OttavaArte di Massimo Privitera Un sistema più agevole e più rapi- Via Wildt n.5 - 20131 MILANO do, che sicuramente faciliterà la con- Tel. 347.4072349 - Fax 02.26681884 sultazione del nostro bimestrale. [email protected] Senza uscire da casa, con un sempli- www.colonnesonore.net ce click ci si potrà tuffare nel mondo di Direttore responsabile: “Colonne sonore – Immagini tra le Anna Maria Asero note”, liberandosi così dalle prenota- Capo redattore: Massimo Privitera zioni in libreria della nuova copia o dell’attesa della posta. Redazione: La seconda parte del redazionale Maurizio Caschetto, Alessio Coatto, Pietro Rustichelli, Giuliano Tomassacci desidero dedicarla a tutti coloro che promettono con facilità e senza pro- Art Director - Impaginazione: blemi “mari e monti” e poi non rispet- Pietro Rustichelli tano la parola data. Correttore di bozze: Fabio D'Italia In genere l’italiano (nord, centro e Collaboratori: sud, non fa differenza) mostra a primo Giovanni Aloisio, Luca Bandirali, impatto di interessarsi al tuo caso, al Gianni Bergamino, Susanna Buffa, tuo problema, alla tua iniziativa. Fabrizio Campanelli, Piero Campanino, Propone soluzioni, sostegni o appoggi Andrea Chirichelli, Luca Cirillo, morali per poi fregarsene altamente Gabrielle Lucantonio, Giuliana Molteni, Mattia Nicoletti, Roberto Pugliese, appena girate le spalle. Vorrei ringra- Dimitri Riccio, Stefano Sorice, ziare tutti questi pseudo amici, grandi Marco Spagnoli, Chiara Tafner, uomini dell’editoria, promotori d’illusio- Maurizio Torretti, Stefano Tosi, ni e altra gente del genere. Jacqueline Valenti, Emmanuel Vanni, Barbara Zorzoli Un sentito ringraziamento a: www.colonnesonore.net Doug Adams, Lukas Kendall & Joe Sikoryak di “FSM” Alessandro Belloni, creatore della La rivista è reperibile o ordinabile JW Italian Home Page - www.jwilliamsmusic.it in tutte le librerie della catena nazionale Antonio Alesci di Cineclick ‘la Feltrinelli’ e in molti punti vendita in Daniela Zacconi di Film TV tutta Italia, tra cui: Roberto Zamori di Hexacord Paolo Dell'Orso della GDM LOMBARDIA CINEMA ANTEO - Libreria del Cinema - Via Milazzo 9 - MILANO Francesca Fabbri Fellini di RTL 102.5 BLOODBUSTER SNC - Via P. Castaldi 30 - 20124 MILANO LA BORSA DEL FUMETTO - Via Lecco 16 - MILANO DISCO CLUB - Piazza Cordusio (Stazione MM) - 20123 MILANO STRADIVARIUS - Via Pecchio 1 - MILANO TAU BETA - Via Pavoni 5/b - 20052 MONZA (MI) LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana, 15/D - 22100 COMO PIEMONTE WIDESCREEN - Via San Secondo, 55 - 10128 TORINO VENETO

Colonne Sonore CINECITY MULTISALA - Via Sile, 8 - 31057 SILEA (TV) Colonne Sonore FRIULI VENEZIA-GIULIA CINECITY MULTISALA - Via Nazionale, 74/2 - 33040 PRADAMANO (UD) La documentazione, le immagini, i marchi e quan- EMILIA ROMAGNA t'altro pubblicato e riprodotto su questa rivista è CASA DEL DISCO di FANGAREGGI & C. - L.go Muratori, 204 - 41100 MODENA protetto da diritti d'autore e qui utilizzato a puro LIBRERIA ‘LA FENICE’ - Via G. Mazzini, 15 - 41012 CARPI (MO) scopo informativo e promozionale, e ne è pertan- to vietata la copia e la riproduzione. LAZIO Nel caso i proprietari del materiale pubblicato LIBRERIA DEL CINEMA - Via Dei Fienaroli, 31d - 00153 ROMA abbiano richieste o reclami sono pregati di metter- DISCHI ‘L’ALLEGRETTO’ di MARY - Via Oslavia, 44 - 00195 ROMA si in contatto con la redazione. REVOLVER dischi-cd-dvd - Via S.Gherardi, 90-102 - 00146 ROMA Nessuna responsabilità viene assunta in relazio- MUSICARTE - Via Fabio Massimo, 35/37 - 00192 ROMA ne all'uso senza autorizzazione da parte di terzi. SUPERNOVA RECORDS - Cinecittà Due - Via Palmiro Togliatti, 2 - 00175 ROMA SICILIA Crediti immagini in copertina: Dove trovate Dove trovate ‘BROADWAY’ LIBRERIA DELLO SPETTACOLO - Via Rosolino Pilo, 18 - 90139 PALERMO © Decca Classics - © Superb Records KINO - AITNAION - Largo Papa Paolo VI, 10 - 95125 CATANIA © Reprise Records © Verve Forecast / Universal / Focus news 5

Notizie dal mondo della musica da film Case discografiche: nuove incisioni e riedizioni di grandi classici a cura di Fabio D’Italia • Aleph Records interviste audio agli interpreti principali del selezioni musicali dai più grandi successi E’ in preparazione il CD con le musiche film, Peter O’Toole e Petula Clark; provini cinematografici del mitico, quali «Il padrino», composte da Jerry Fielding per The delle varie canzoni interpretate dai protagoni- «Sayonara», «Il selvaggio», «La caccia», Enforcer («Cielo di piombo, ispettore sti; e, infine, i contenuti del 33 giri originale «Superman», «Giulio Cesare», «Viva Callaghan», 1976). uscito nel 1969. Il libretto accompagnatorio di Zapata!», «Ultimo tango a Parigi», «Gli www.schifrin.com 48 pagine, scritto dal produttore dell’album ammutinati del Bounty», «I giovani leoni», Michael Matessino (responsabile di molti riu- «Apocalypse Now», «I due volti della ven- • Cinefonia scitissimi recuperi in CD di capolavori wil- detta», «Il mio corpo ti appartiene», Sono di prossima pubblicazione, ripartiti a liamsiani degli anni ‘70) dovrebbe mettere a «Missouri», «Un tram che si chiama deside- coppie nei volumi 2 e 3 della collana Les tacere anche gli incontentabili cronici. rio», «Fronte del porto». Per il 10 aprile è notes de l’ecran (“Le note dello schermo”), L’altra new release FSM vede il ritorno, in attesa la raccolta Music from the Harry quattro lavori televisivi di : il una forma estesa e per la prima volta su CD, Potter Films, contenente selezioni dalle par- primo CD contiene Les Grand Familles e delle musiche composte da Marvin Hamlisch titure di e Patrick Doyle per i Sam & Sally (telefilm brillante degli anni ’70, per The Swimmer («Un uomo a nudo», quattro film che sono stati tratti fino ad oggi interpretato dal mitico Arsène Lupin televisivo 1968, di Frank Perry), un insolito dramma dai best seller della scrittrice scozzese Georges Descrières), il secondo L’homme psicologico interpretato da Burt Lancaster. Joanne Kathleen Rowling; il tutto eseguito de Suez e La Chambre des Dames. Un ottimo debutto per Hamlisch, che nel dalla sempre più efficace City of Prague www.cinefonia.com decennio successivo arricchirà il suo curricu- Philharmonic. Ultimo ma non ultimo, entro lum di best seller come «La stangata» fine aprile uscirà un CD contenente le musi- • DRG (1973), «Come eravamo» (1973) e «Agente che originali composte da Barry Gray per la E’ di prossima pubblicazione la ristampa del 007 - La spia che mi amava» (1977). serie televisiva a pupazzi animati Joe 90, CD di A Passage to India («Passaggio in www.filmscoremonthly.com realizzata nel 1968 dalla premiata ditta India», regia di David Lean), musica con la Gerry & Sylvia Anderson (quelli di UFO e quale l’autore Maurice Jarre («Lawrence • JOS Records Spazio 1999, per intenderci) e trasmessa d’Arabia») vinse l’Oscar nel 1985 (con gran- La casa discografica votata alla pubblicazio- anche in Italia negli anni ’70 con lo stesso de delusione di chi faceva il tifo per Indiana ne dell’opera omnia di John Scott è ancora titolo. Jones and the Temple of Doom di John impegnata nella preparazione di due CD già www.silvascreen.co.uk Williams). E’ attesa per il 4 aprile una ristam- annunciati mesi fa da Colonne Sonore: gli pa con suono rimasterizzato dello score di score del thriller Shoot to Kill («Sulle tracce • Tadlow Dimitri Tiomkin per l’epopea western «Il dell’assassino», 1988, di Roger E’ in preparazione una reincisione dell’intera gigante» (Giant, 1956, di George Stevens), Spottiswoode) e del fantasy avventuroso partitura musicale scritta da Elmer Bernstein uno dei tre film che hanno fatto di James The People That Time Forgot («Gli uomini per True Grit («Il grinta», 1969, di Henry Dean un’icona della ribellione giovanile. della terra dimenticata dal tempo», 1977, di Hathaway), western che valse al suo inter- www.drgrecords.com Kevin Connor). prete principale, John Wayne, l’Oscar per il www.josrecords.com miglior attore protagonista. • Monthly (FSM) www.tadlowmusic.com Di ben tre CD è composta una delle due • La-La Land Records www.silvascreen.co.uk novità dell’etichetta fondata dal nostro amico Sono di prossima pubblicazione: Battlestar Lukas Kendall; tanti infatti ne sono occorsi Galactica: Season 2 (Bear McCreary; sele- • Varèse Sarabande per contenere tutto l’ascoltabile di Goodbye zioni dalle musiche per la seconda stagione Sono attesi: per il 4 aprile Ice Age: The Mr. Chips (id., 1969), sontuoso remake in del discusso remake televisivo del film Meltdown («L’era glaciale 2: Il disgelo» – forma di musical di un classico MGM del Battaglie nella galassia), The Triangle John Powell) e True Grit: Elmer Bernstein 1939 imperniato sulla figura del preside di un (Joseph LoDuca) e Breakheart Pass («Io Conducts His Classic Scores for John college inglese e della donna che porta non credo a nessuno», 1975, di Tom Gries – Wayne (ristampa su un solo CD di due com- l’amore nella sua vita. La pellicola diretta da musiche di ). pact Varèse, da tempo fuori commercio, con- Herbert Ross fu il primo lavoro importante di www.lalalandrecords.com tenenti selezioni dalle partiture bernsteiniane John Williams, al quale furono affidati l’orche- per i western «Il grinta» (True Grit, 1969), «Il strazione e la direzione delle musiche e delle • Percepto pistolero» (The Shootist, 1976), «I comance- liriche composte dal paroliere Leslie E’ già disponibile il CD con lo score di Ronald ros» (The Comancheros, 1961), «Il grande Bricusse. Lungo i tre dischi, che insieme Stein per il fantasy avventuroso a basso a Jake» (Big Jake, 1971) e «La stella di latta» danno un totale di ben 226 minuti di intratte- costo Dinosaurus! («Dinosaurus», 1960, di (Cahill: United States Marshal, 1973), per un nimento musicale, è possibile ascoltare vera- Irwin S. Yeaworth Jr.). L’edizione è limitata a totale di 75 minuti di musica); per il 25 aprile mente di tutto: oltre alla colonna sonora pro- 1.000 copie. The Sentinel (; dal thriller priamente detta, infatti, sono state aggiunte www.percepto.com con Michael Douglas, Kiefer Sutherland, Kim tante versioni alternative dei brani incisi sul Basinger e la desperate housewife Eva primo CD (senza contare i pezzi rimasti ine- • Silva Screen Longoria attualmente in programmazione diti fino ad oggi) da ottenere una seconda E’ già disponibile il CD doppio Music from nelle nostre sale). soundtrack completa del film; una serie di the Films of Marlon Brando, contenente www.varesesarabande.com

NB: Le anticipazioni discografiche di queste pagine si basano sulle informazioni reperibili dai comunicati e dai siti ufficiali delle case di produzione e da fonti non ufficiali. La stessa natura bimestrale della Rivista impedisce di garantire la fedeltà del mercato a tali annunci.

ERRATA CORRIGE Gentili lettori, nello scorso numero 15, in merito alle interviste con Emir Kusturica e la No Smoking Orchestra, citavo (pag 28) due organizzazioni di cui però non specifica- vo il ruolo. Ciò può aver creato confusione circa meriti e competenze. A questo proposito ringrazio coloro che hanno reso possibili le due interviste. Il merito va alla Solares Fondazione Culturale (con sede a Parma), nella persona di Andrea Gambetta, tour manager della No Smoking Orchestra per Italia, Spagna e Portogallo. La Fondazione Solares, che produce e organizza eventi culturali a carattere multimediale (arti figurative, cinema, musica, installazioni, fotografia, arte contemporanea e cultura) in Italia e all’estero, ha da tempo instaurato una solida amicizia e una costante collaborazione con il regista Emir Kusturica, presidente onorario della Fondazione. Questa partner- ship ha portato, fra l’altro, alla coproduzione del film di Kusturica, Super8 Stories (una sorta di documentario sulla No Smoking Orchestra, la band con cui suona Kusturica), ma anche di Visioni gitane di un acrobata (esposizione di novanta fotografie scattate durante le riprese di Underground e Gatto nero, gatto bianco, e una retro- spettiva integrale di Emir Kusturica, con film, cortometraggi e interviste), e ancora la Produzione di 23 Polaroid giganti, realizzate durante le riprese di Super8 Stories con una speciale macchina fotografia di cui esistono solo quattro esemplari al mondo La Spyco Organizzazione, citata nello stesso articolo, invece, è l’ente organizzatore del Boa Goa Last Minute, e non ha con Emir Kusturica e La No Smoking Orchestra alcun rapporto. Barbara Zorzoli 6 bernard herrmann Bernard Herrmann 30 anni dopo

di Roberto Pugliese

La scomparsa di Bernard film – dove il suo nome era uno di (Le due sorelle, 1973) e Obsession Herrmann, avvenuta il 24 dicembre quelli che contano– la sensazione (Complesso di colpa, 1976), geniali 1975 poco dopo aver terminato le era che per lui fosse appena comin- e ribollenti rivisitazioni dei due sedute di registrazione della colon- ciata una nuova carriera, una capolavori hitchcockiani succitati, na sonora di Taxi Driver, colse seconda giovinezza creativa. La che avevano avuto in Herrmann di assolutamente impreparato il traumatica rottura con Alfred fatto un imprescindibile quanto con- mondo della musica da film. Mondo Hitchcock si era consumata meno sapevole co-autore. Ma anche La che – va detto e ricordato ai più gio- di un decennio prima, sul set di Il mariée était en noir (La sposa in vani – era totalmente diverso dal- sipario strappato; da allora nero, 1968) di François Truffaut l’attuale. Era un universo ancora in Herrmann, trasferitosi in Europa, poteva considerarsi l’esercizio- larga parte – e soprattutto in Italia – era stato consapevolmente adotta- omaggio di un maestro della nou- pionieristico, amatoriale, popolato to come “icona” da una nuova velle vague a quell’autore-sacerdo- di collezionisti che si comunicavano generazione di registi, compren- te della suspense e del cinema allo via lettera le ultime, reciproche dente sia autori come Truffaut, De stato puro come motore di angosce “scoperte”. Scarsissima la biblio- Palma, Scorsese che oscuri B- che lo stesso Truffaut aveva intervi- grafia in materia, di là da venire la moviemakers o registi di puro gene- stato nel suo leggendario e fonda- diffusione di supporti come CD, re (Pim de La Parra, Sidney Gilliat, mentale libro “Il cinema secondo DVD, VHS, Internet, tutto essendo Larry Cohen): tutti accomunati dalla Hitchcock”. ancora a carico del caro, vecchio (e certezza che l’universo musicale Per tutti questi, e molti altri film, per quanto riguarda , qualità visionario, romantico e sperimenta- Herrmann si guardò bene dal “rifa- e presenza di suono ancora imbat- le di Herrmann fosse una marcia in re” se stesso à la manière de tuto!) vinile. Al quale Herrmann più, una risorsa preziosa, un refe- Hitchcock, ma si calò nei nuovi aveva già affidato un’amplissima, rente semantico dal quale era diffi- incarichi con l’entusiasmo ribollente preziosa discografia, anche extraci- cile prescindere. e rabbioso che lo caratterizzava, nematografica, prevalentemente L’“hitchcockianesimo” di con l’ansia conoscitiva di un neofi- targata Decca. Herrmann divenne elemento sim- ta, la curiosità onnivora di un artista In questo scenario la morte bolico e diegetico diretto, soprattut- che non fa distinzione fra cinema di improvvisa del compositore, stron- to – e non a caso – grazie a Brian serie A e di serie B, esattamente cato da un infarto, cadde come un De Palma in quelle che possono come si opponeva con torrenziale fulmine a ciel sereno. Herrmann considerarsi a buon diritto due tra le furore a chi considerava la musica infatti era un uomo ancora relativa- più riuscite delle sue molte ricapito- da film una Cenerentola della musi- mente giovane, aveva 64 anni (era lazioni citazionistiche dei temi cari ca tout court. E così Sisters lo vide nato a New York il 29 giugno 1911), all’autore di Vertigo (La donna che tornare a sperimentare a piene ma soprattutto nel cinema europeo visse due volte, 1958) e Psycho mani, in una partitura spigolosa, e negli ambienti della musica da (Psyco, 1960): per l’appunto Sisters morbosa e disturbante, quell’elet- bernard herrmann 7 tronica che lo aveva visto fra i primi sagrato della chiesa dove si erano pionieristici esploratori sin dai tempi appena sposati, girato con dialogo di The Day the Earth Stood Still muto ma presenza della colonna- Genio e (Ultimatum alla Terra, 1951) di rumore (si direbbe alla De Robert Wise: trovandosi tra l’altro a Palma…) e con una onirica, inquie- sregolatezza dover faticosamente persuadere il tante e minacciosa ripresa della Brani tratti dalla biografia di Bernard giovane De Palma, reduce da alcu- marcia sino alla sua rabbiosa e ite- Herrmann “A Heart at Fire’s Center” di ni film d’esordio di sapore squisita- rata riaffermazione dopo lo sparo Steven C. Smith mente underground-godardiano, ad del fucile; e nell’ultima inquadratu- utilizzare musica sin dall’incipit e ra, allorché la marcia esplode bef- nelle scene clou (l’omicidio iniziale, farda e vendicatrice sull’esecuzio- JOHN WILLIAMS gli incubi…): proprio come aveva ne, fuori campo, dell’ultimo colpe- “Amicizia è una parola difficile dovuto sudare per convincere vole che si illudeva di essere al da usare quando si tratta di Benny, Hitchcock a utilizzare la celeberri- sicuro in una cella… perché c’erano sempre aspetti con- ma murder music per archi nella Una simile, capillare attenzione flittuali in ogni relazione di scena della doccia letale di Janet al dettato narrativo, ai meccanismi Herrmann. E quando non c’erano, Leigh, che inizialmente Hitchcock della suspense e dell’angoscia, ce li metteva lui. Ma io posso usare voleva senza musica e poi com- unita alla fioritura di invenzioni questa parola, perché Benny era mentata da un brano ! sonore, timbriche, melodiche che piuttosto caloroso nei miei confron- Per Obsession, forse uno dei sembrava non aver mai fine, testi- ti, più che con la maggior parte capolavori assoluti herrmanniani, il moniano come Herrmann, in que- delle persone. Penso che una delle côté romantico-metafisico di questa sto scorcio di fine anni ’60/primi ’70 ragioni principali risiedesse nel particolarissima rilettura di Vertigo, si ritenesse con buona ragione un fatto che era molto affezionato alla ma con elementi tratti anche da artista nel pieno della propria sta- mia compianta prima moglie. Marnie, ispirarono a Herrmann una gione creativa. Quello che fu pur- Quando cominciava a diventare colossale architettura sinfonico- troppo l’imprevisto congedo ne offensivo, lei lo apostrofava: corale costruita per accumuli e pro- costituisce anche l’ulteriore, definiti- “Benny, smettila subito e comporta- gressioni, con pagine di una violen- va dimostrazione. Per Taxi Driver di ti bene!” Lui se ne usciva con una za sonora inaudita (il celebre, ele- Martin Scorsese, cupa discesa agli risatina imbarazzata, a volte mentare tema discendente scandi- inferi metropolitana nell’America del arrossiva persino. Si stava bene to a tutta forza dai corni nelle dopo-Vietnam, Herrmann era infatti insieme. sequenze della consegna del ricorso al jazz, un genere musicale Ai tempi, io ero un giovincello. riscatto) e aperture liriche di disar- piuttosto anomalo per lui, rigorosa- Nonostante conoscessi il suo mante bellezza (il dialogo organo- mente fedele non tanto a forme lavoro, non credo che ne sapessi violini con l’inserimento del coro accademiche astratte quanto ad un abbastanza per nutrire quel rispetto muto, di impressionistica, trasogna- sinfonismo polistilistico e intessuto reverenziale che avrei avuto se ta e debussyana lievità, allorché di suggestioni anche contaminanti. fossi stato più vecchio. Cliff Robertson scopre nella chiesa Non si trattava di una prima volta: Benny era una persona incorag- fiorentina di San Miniato al Monte la Herrmann aveva già incrociato, con giante; venne a qualcuna delle mie “reincarnazione” della donna che fulminea intuizione, questo genere sessioni di registrazione. Non ti aveva amato e perduto in “padre” di tanta musica americana, adulava mai, ma ti spronava. Nei Geneviève Bujold, ignorando ovvia- almeno in due occasioni: la prima, primi anni Sessanta volevo scrivere mente che si tratta di sua figlia). apparentemente obbligata dalla una sinfonia. Un giorno a pranzo mi In La sposa in nero siamo dinan- natura di “livello interno” (faccio rife- stavo lamentando con Benny del zi ad una delle più straordinarie e rimento all’ormai storica e impre- fatto che volevo comporre anche complesse adozioni della forma scindibile definizione di Sergio dell’altro, e non solo musica da della variazione applicata ad uno Miceli) della sequenza interessata, film. Lui ribatté: “E chi te lo impedi- score cinematografico; in particola- in The Wrong Man (Il ladro, 1956) sce?” La sua risposta fu così sfac- re, la partitura, caratterizzata da di Hitchcock, all’apertura che ci ciatamente diretta – e vera – che una subdola, ingannevole “legge- mostra Henry Fonda intento a fare me ne andai a casa e dedicai i rezza” strumentale, da reiterate e il proprio mestiere, ossia il contrab- necessari quattro o cinque mesi penetranti dissoluzioni tonali e da bassista: un brano occasionale, un successivi a scrivere questo pezzo. momenti di folgorante icasticità (lo ballabile d’intrattenimento, e nel […] staccato dei legni e le sapienti quale tuttavia Herrmann inserisce La nostra amicizia continuò, pause sull’accordo del vibrafono un controtemino discendente che mano a mano che la mia esperien- che commentano il primo pedina- mette i brividi e anticipa quasi gli za cresceva. Scrissi una partitura mento del figlioletto di una delle vit- eventi successivi. La seconda volta per una produzione televisiva tratta time da parte di Jeanne Moreau), fu per un tipico psychothriller di da Jane Eyre nel 1970, e Benny ne ruota intorno a continue parafrasi e marca inglese, Twisted Nerve fu molto impressionato. Circa dieci distorsioni della abusatissima (Nervi a pezzi, 1968) di Roy anni dopo aver composto la mia Marcia Nuziale tratta dalle musiche Boulting, dove inventò tra l’altro sinfonia, nel 1972, André Previn la di scena di Mendelssohn per il quell’“innocente”, distratto motivetto diresse alla Royal Festival Hall con Sogno di una notte di mezza estate fischiettato, in evidente asincroni- la London Symphony Orchestra. shakespeariano. Una procedura smo psicologico col film che ruota Benny mi disse che non sarebbe che ha la propria apoteosi in due intorno alle gesta di un folle alla venuto perché non gli piaceva momenti topici: il flashback dell’inci- Psycho, tema che assurgerà alla Previn. Beh, visto che io non avevo dente che aveva causato la morte massima gloria quando quell’insa- posti a sedere, stavo gironzolando del marito della protagonista sul ziabile parassita di generi, film e con André davanti al botteghino segue a pag. 9 8 bernard herrmann

“Guerra dei mondi” che gettò nel panico l’America, rivelando d’un colpo la vocazione di Welles (in questo caso di concerto con l’opera dello scrittore suo quasi omonimo Wells) alla falsificazione, alla mani- polazione e alla beffa mediatica. Citizen Kane (Quarto potere), seguito l’anno successivo da The Magnificent Ambersons (L’orgoglio degli Amberson) fu non solo un film laboratoriale ma, per Herrmann, l’eccezionale palestra dov’egli poté esperire con metodologia tutt’altro che ortodossa tutta una serie di materiali e di stilemi, dal recitativo e aria da grand-opéra (“Ah, cruel” da un’immaginaria Salammbô di Flaubert, che pure fu affrontata da Reyer e da Mussorgsky, ma su Kim Novak e Alfred Hitchcock sul set di Vertigo testo della Fedra di Racine: aria soundtrack che risponde al nome di leuropeo, divulgatore attivissimo, volutamente “sfregiata” dall’esecu- andrà a ripescar- maestro che fece conoscere agli zione di Susan Alexander, nei panni lo per appiccicarlo addosso al temi- americani il connazionale Charles dell’aspirante quanto inetta soprano bile personaggio di Elle Driver- Ives (innovatore del sinfonismo sta- moglie di Charles Foster Kane, e Daryl Hannah nel film in due parti tunitense sulla scia anche del solo su disco riproposta nel proprio Kill Bill (2004). Novecento postromantico europeo) splendore virtuosistico e straussia- E’ tuttavia un jazz molto partico- e il sovietico Sostakovich (scompar- no da voci come Eileen Farrell e lare, naturalmente, quello di Taxi so quattro mesi e mezzo prima di Kiri Te Kanawa) alla tipica musica Driver: inserito in un contesto sono- lui), formidabile direttore d’orche- da cinegiornale, da salottieri valzer ro magmatico, oscuramente ance- stra (la sua lettura dei Pianeti di a quei cupi accordi dei legni che strale, notturno, fosco, e nel quale Holst, affidata a un vinile London introducono alla morte di Kane e al l’alzarsi del canto desolato, quasi ormai introvabile e che io sappia film in flashback, per poi ricongiun- lamentoso del sax assume un valo- mai ristampata in CD, è semplice- gervisi in un delirio corale nell’epilo- re spettrale, tristemente profetico. mente vertiginosa per potenza, pre- go. E’ un polittico sonoro inesauribi- Emerge, in questo grandioso con- senza di suono e tensione di fra- le, un puzzle che solo superficial- gedo funebre, quello che per trenta- seggio), aveva reso esplicito sin da mente può sembrare sconnesso, cinque anni era stato l’imperativo quel duplice esordio, nel lontano mentre invece la sua ragion d’esse- fondante della poetica herrmannia- 1941, che aveva visto affacciarsi re consiste nell’assomigliare ad un na: ovvero il piegare qualunque sulla storia del cinema il talento vul- insieme di brani preesistenti raccol- soluzione, genere, atmosfera, canico ed eversivo, utopistico, ti dalle più varie fonti ed epoche, in spunto alla costruzione di un edifi- empio di Orson Welles. E contem- realtà frutto di una sola, coltissima cio sonoro autonomo e personale, poraneamente il genio polivalente, mano creatrice. nel quale le parti si fondessero in un irrequieto, contaminatorio di Si capisce da qui la passione di tutto senza smarrirvi la propria Herrmann, di quattro anni più Herrmann per le “forme”, le struttu- identità di origine, ma subendo una anziano dell’amico che aveva cono- re classiche, i ritmi di danza etnica rielaborazione formale che le arric- sciuto, in quell’America così intellet- o folcloristica che così spesso tor- chisce e le sostanzia. tualmente fervida e avida di innova- neranno nella sua carriera: il “tema Era un “manifesto” che zioni, ai tempi dell’avventura del con variazioni” di Citizen Kane, il Herrmann, allievo di Bernard Mercury Theatre e poi dell’espe- valzer (da Citizen Kane a Snows of Wagenaar e Percy Grainger, rienza radiofonica alla CBS, culmi- Kilimanjaro - Le nevi del influenzato da Prokofiev e Bartok e nata il 30 ottobre 1938 in quella Chilimangiaro, 1952, Henry King - da tutto il tardoromanticismo mitte- iperrealistica simulazione della sino al già citato Complesso di

Citizen Kane è giustamente considerato uno dei più grandi film mai girati. Ma tra i tanti primati che questa pellicola detiene c’è anche quello di essere il primo film musi- cato dall’allora trentenne Bernard Herrmann. Una partitura seminale che si può ripartire in tre gruppi stilistici: una parte livida, corrusca, fatta di timbriche spesse e gonfie relativa alla vecchiaia di Kane; una parte leggera, scherzo- sa e decisamente lirica per gli anni dell’infanzia di Kane, dell’Inquirer e dei suoi amori, e infine una breve parentesi operistica. Basti allora ricordare il micidiale tema scosceso, obliquo, per la slitta Rosebud, cantore del senso di una vita intera o le geniali, feroci riletture di pezzi popolari in brani come “Hornpipe Bernard Herrmann Polka”, o l’inedito, per quei tempi, modo di musicare le scene d’amore, essenziale, con un’ar- Citizen Kane pa e dei fiati sussurrati. (Quarto potere – 1941) Una lezione di grande musica, da parte di un compositore, Herrmann, che si confermò uno Varèse Sarabande 302 065 806 2 dei più grandi del ‘900. Dimitri Riccio 40 brani – Durata: 52’59” bernard herrmann 9

colpa), il “konzertstück” d’impronta Waxman, del quale – a proposito di della Festival Hall quando, in lisztiana nel cosiddetto Concerto ricorrenze – cadrà il 24 dicembre mezzo al trambusto, scorgemmo Macabre, pagina conclusiva e prossimo il centenario della nascita. Benny che sgattaiolava dentro, ben magistrale di quel piccolo, miscono- E questa vocazione si applicava intenzionato a non farsi vedere da sciuto capolavoro di noir gotico che voracemente ad ogni occasione noi! Mi chiamò al telefono la matti- è Hangover Square (Nelle tenebre possibile, con scarsa preoccupazio- na seguente: “E’ un buon pezzo. Mi della metropoli, 1945, John Brahm), ne se la committenza fosse autoria- piace il primo movimento, c’è un e ancora la habanera che accom- le o da B-movie; anzi, nei B-movie, bel motivo. Ma perché l’hai coperto pagna le ossessioni di James nei film “di genere”, come spesso con tutti quegli effetti, tutta quell’or- Stewart nei suoi pedinamenti di Kim accade, Herrmann si sentiva più chestrazione eccessiva?” Era criti- Novak in Vertigo oppure lo scatena- libero di cercare, osare, trasgredire. co, ma sempre costruttivo.” to fandango, vero tour de force di Ecco allora la tavolozza scoppiet- bravura orchestrale, che apre e tante e grottesca di percussioni, Un altro spettatore [alle sessioni sigilla North by Northwest (Intrigo suoni “anomali”, distorsioni e sber- di registrazione della colonna sono- internazionale, 1959), o ancora la leffi escogitata per la “Sleigh Ride”, ra di Herrmann per Taxi Driver di surreale tarantella con i richiami dei la cavalcata soprannaturale di The Scorsese – ndr ] era Steven corni da caccia che accompagna la Devil and Daniel Webster (o All Spielberg, fresco del suo primo drammatica cavalcata della prota- That Money Can Buy, L’oro del grande successo per Lo squalo. gonista in Marnie (id., 1964), tutti e demonio, 1941, William Dieterle); Spielberg confessò al compositore tre di Hitchcock. oppure la sconvolgente potenza di quanto profondamente ammirasse Curioso che questa passione per fuoco delle percussioni e degli otto- la sua musica – al che Herrmann le forme, comprese quelle “chiuse”, ni in On Dangerous Ground (Neve ringhiò con finta rabbia: “Davvero? andasse a braccetto con un’anar- rossa, 1951, Nicholas Ray): sei Allora se ammira tanto la mia musi- chica insofferenza per l’accademi- trombe, sei tromboni, due bassi ca, perché ricorre sempre a Johnny smo e la routine che spesso impe- tuba, e su tutto i feroci, allucinanti Williams per i suoi film?” ravano nei musical departments ululati di otto corni in due gruppi dell’età d’oro hollywoodiana. antifonali di quattro; oppure le figu- Herrmann ad esempio non volle razioni pentatoniche e gli strumenti mai saperne di utilizzare le figure africani inglobati in White Witch JERRY GOLDSMITH dei cosiddetti “orchestrators” e curò Doctor (Tempeste sul Congo, 1953, “Scrivevamo la colonna sonora sempre da sé sin nell’ultimo parti- Henry Hathaway) o ancora i glis- del programma televisivo [nei tardi colare le proprie partiture; donde sandi vertiginosi delle arpe su linee anni Cinquanta per la CBS] e poi si quel particolarissimo colore spesso melodiche indipendenti in Beneath faceva un teaser di un minuto o un abbacinante, le sonorità acute e the 12-Mile Reef (Tempeste sotto i trailer per la puntata della sferzanti, il respiro spesso incalzan- mari, 1953, Robert D. Webb), o la settimana successiva. […] Non te e brusco delle melodie discen- marcetta con tre diversi tipi di sordi- c’era mai tempo per scrivere anche denti, la fitta trama contrappuntisti- na alle trombe in The Three Worlds la musica di queste cose… solita- ca dei suoi score maggiori. Era – of Gulliver (I viaggi di Gulliver, mente prendevano un brano dalla non lo si ricorderà mai abbastanza 1960, Jack Sher), o gli xilofoni che music library e lo suonavano. – anche un grandissimo direttore duellano insieme agli scheletri in Sfortunatamente una settimana d’orchestra, influenzato dalla scuo- The Seventh Voyage of Sinbad (Il scelsero un pezzo di Bernie e lo la tedesca di un Furtwängler o di un settimo viaggio di Sinbad, 1958, usarono come sottofondo per il Knappertsbusch (da cui trasse la Nathan Juran). L’elenco delle “sco- “prossimamente”. E i titoli di coda potenza smisurata del suono e la perte”, delle esplorazioni herrman- recitavano: “Musica composta e solenne, wagneriana dilatazione niane del suono potrebbe continua- diretta da Jerry Goldsmith”. dei tempi), ma nondimeno da quel- re a lungo e saldarsi con alcuni Ebbene, lui voleva far causa a tutti. la toscaniniana, che gli ispirava il degli ultimi lavori, spesso sul fronte Se ne andava in giro per lo studio rigore luciferino dei timbri e il con- dell’horror, come It’s Alive! (Baby pretendendo le cose più assurde: trollo ferreo sulla dinamica stru- Killer, 1974, Larry Cohen), con “Quel Goldsmith! Sta rubando la mentale: ben desumibili anche effetti tanto semplici quanto mia musica!”, e naturalmente io nella sua unica apparizione sullo agghiaccianti ripresi quattro anni cercavo di spiegargli la situazio- schermo, nella seconda versione dopo, come omaggio postumo, dal ne… beh, più ci provavo più peg- dell’hitchcockiano The Man Who medesimo regista in It Lives Again; gioravo la situazione. Quella fu la Knew Too Much (L’uomo che sape- o l’inquieto impressionismo orche- fine della nostra amicizia.” va troppo, 1956) mentre dirige alla strale popolato da citazioni hit- Mano a mano che la stella di Royal Albert Hall la sontuosa canta- chcockiane e sussulti da brivido in Goldsmith cresceva, l’amarezza di ta “Storm Cloud” di Arthur Endless Night (Champagne per Herrmann aumentò proporzional- Benjamin, in attesa del colpo di due dopo il funerale, 1971, Sidney mente. Un pomeriggio del 1962, piatti che dovrebbe coprire lo sparo Gilliat). mentre entrava negli studi della del killer, in quella che è una delle Ne scaturisce il ritratto di un Universal, Goldsmith – che stava sequenze più magistrali dell’intera maestro complesso e non etichetta- scrivendo la sua prima importante storia del cinema. La sua esperien- bile, il cui opus sembra gravitare partitura cinematografica per Solo za nella direzione d’orchestra si tra- intorno ad un “prima” e un “dopo” sotto le stelle – udì la voce stridu- dusse, all’occorrenza, in una verve Hitchcock, ma laddove questo la del suo ex mentore giungergli sperimentale e laboratoriale scono- “prima” e questo “dopo” non rive- dall’altro lato della strada: “Sei sciuta a tutti i suoi colleghi, forse stono affatto una valenza qualitati- come tutti gli altri tizi di Hollywood: con la parziale eccezione del tede- vamente inferiore al Grande usi un orchestratore!” Quando un sco americanizzato Franz Sodalizio con il mago del brivido. segue a pag. 11 10 bernard herrmann

mai stato scritto in questa tipologia leitmotivica, e da alcune soluzioni (l’unisono a salire degli ottoni nel clou della sequenza sui Monti Rushmore) di tellurica, folgorante centralità; per non parlare del leg- gendario Psycho, musica “in bianco e nero” per archi, giustamente cele- bre per i glissando-frustati degli archi in ottave e settime maggiori a scendere della murder music, ma più latamente azzardata, temeraria perlustrazione delle zone d‘ombra del politonalismo e anche dell’ato- nalismo, intrisa di un senso di malinconia e scarnificazione in per- fetto equilibrio fra orrore e solitudi- ne; e il sottovalutato lavoro “fuori campo” di The Birds (Gli uccelli, 1963), che diede a Herrmann la possibilità di dimostrarsi anche ‘Hitch’ al lavoro “sound engineer” magistrale, al ser- Sul quale molto è stato scritto e sapienza drammaturgica e psicolo- vizio di un parco-effetti elettronici detto (valgano per tutti le analisi, gica straordinaria al servizio di un che lo riportavano quasi ai tempi di ancor oggi insuperate, di Tony kammerspiel kafkiano sulla perse- Ultimatum alla Terra o addirittura Thomas, Christopher Palmer e Roy cuzione e il terrore dell’autorità; la alle escogitazioni radiofoniche per Prendergast), tentando di scoprire fastosa intelaiatura di L’uomo che “La guerra dei mondi” wellesiana; e e tradurre la formula magica di una sapeva troppo, con all’epicentro la infine Marnie, misconosciuto capo- collaborazione fiduciaria fra due sequenza dell’Albert Hall prefigura- lavoro (di Hitchcock e di temperamenti così diversi, sfociata ta sin dai titoli di testa, fu un perfet- Herrmann), sensazionale affresco in un corpus di titoli che coincisero to esempio d’interscambio funzio- neoromantico di amour fou impian- con i capolavori dell’uno e dell’altro. nale fra livello interno ed esterno; tato su un leit-motiv principale Il grotesque-macabre di The l’onirismo intossicato, struggente, sconvolgente, febbricitante, campa- Trouble with Harry (La congiura cromatico di Vertigo, dalle terzine to su arpeggi d’archi impressionan- degli innocenti, 1955), pieno di ondulatorie in re dei titoli all’haba- ti, e su un “tema del rosso” saettan- ridondanze coloristiche e singolari nera già ricordata, attraverso ogni te verso l’alto e vibrante di terrore. suggestioni russeggianti, da minimo dettaglio di fraseggio, tim- E se fu proprio l’insuccesso com- Prokofiev a Rimsky-Korsakov a bro, richiamo, culminanti nella cita- merciale di questo film ad avvele- Ciaikovski, non fu che il preludio ad zione wagneriana dal Tristan und nare i rapporti fra regista e compo- una sorta di possibile storia della Isolde nella love scene della came- sitore, nondimeno dobbiamo anco- musica da film in otto capitoli (più ra d’albergo, fanno di questa parti- ra allo spirito provocatore di un nono epilogo “rigettato” ma non tura probabilmente il capolavoro Herrmann il monumentale rejected meno importante), volti quasi a assoluto di Herrmann; primato score di Torn Curtain (Il sipario compulsarne, approfondirne e peraltro insidiato dal geniale inter- strappato, 1966), frutto paradossale “liquidarne” – nell’accezione più ventismo brillante, ferocemente del patetico tentativo di Hitchcock di strettamente musicale del termine – scanzonato di Intrigo internaziona- imporsi sul maestro, commissio- ogni possibile sviluppo. Il minimali- le, caratterizzato da irruzioni sonore nandogli una partitura “facile, orec- smo apparente del successivo, già brusche, violente, da un tema chiabile, magari con qualche can- citato Il ladro celava in realtà una d’amore che è quanto di più alto sia zone da juke-box”, e vedendosi

a) b) Se le partiture scritte per Hitchcock, Welles, Truffaut e i fantasy di Harryhausen hanno reso celebre il nome di Herrmann, l’opera che riflette con maggior trasparenza la fragile malinconia del suo umore e il suo animo ineffabile e geniale è la musica di una commedia di Joseph Mankiewicz del 1947, un racconto d’amore ai confini della realtà, di sentimenti che varcano le barriere della morte, una fiaba romantica attraversata da un triste fatalismo, interpretata dagli indimenticabili Gene Tierney e Rex Harrison. Herrmann intesse temi semplici e cristallini, li intreccia in modo delicato e lieve, li lascia span- dersi in un romanticismo trattenuto, ma vibrante, con risultati che rendono quest’opera un gio- iello di lirismo sospeso, un poema sinfonico tenue e vaporoso come un sogno. Il compositore Bernard Herrmann entra in sintonia con il senso di disperata ineluttabilità che governa le fasi apparentemente fri- The Ghost and vole e scherzose del racconto: le pagine grondano struggimento e dolorosa evocazione. Strano a dirsi, questo capolavoro del passato gode di due magnifiche edizioni discografiche, Mrs. Muir entrambe della Varèse. Nella versione originale (mono) la direzione austera dall’autore sem- (Il fantasma e la signora Muir – 1947) bra quasi non cogliere in pieno tutte le miracolose potenzialità della partitura. A metà degli anni a) Varèse Sarabande VCD 47254 ’70 Elmer Bernstein la riesegue in stereofonia e ne offre una lettura che eleva temi ed episodi Direzione musicale di E. Bernstein 12 brani – Durata: 41’44” al loro massimo splendore espressivo, intensifica i registri, senza incrinare la delicata filigrana b) Varèse Sarabande VSD 5850 timbrica. Prova ne sia, tra tanti esempi di poetico splendore, l’esposizione disperata e sconvol- 33 brani - Durata: 50’56” gente del magnifico brano “Sorrow”. GB bernard herrmann 11

restituire un’ora e mezza di sonori- Herrmann visibilmente astioso tà terrificanti, apocalittiche, in una entrò nello studio di registrazione minacciosa cattedrale tutta fiati e nel quale Joseph Gershenson percussioni (senza archi, così da stava dirigendo lo score di togliere definitivamente di mezzo la Goldsmith, quest’ultimo andò nel possibilità dei “temini orecchiabili”), panico: ultimativa e disperata, che irritò pro- “Ma entrò proprio al momento fondamente la Universal e giusto; era il brano musicale miglio- Hitchcock, spingendoli a ricorrere re del film, ed era abbastanza emo- all’inglese (decorosissimo, peraltro) zionante. [Herrmann] esplose: . Rimase il lavoro her- “Non usare quella musica – è trop- rmanniano, recuperato prima da po bella per il film! Conservala, Elmer Bernstein in una memorabile cazzo, è troppo bella per il film!” versione discografica, e più tardi da Insomma, nonostante la sua ani- Martin Scorsese, in un ulteriore mosità e le sue personali idiosin- omaggio al musicista di Taxi Driver, crasie, era prima di tutto un musici- quando riutilizzò brani sia di questo sta, e non poteva zittire quello che score rifiutato che di quello della gli diceva il suo istinto musicale.” vecchia versione di Cape Fear (Il promontorio della paura, 1962, Jack Lee Thompson: in particolare Robert De Niro nell’illustrazione del poster di Taxi Driver il potente, schiacciante tema con- ELMER BERNSTEIN di dimensioni e durata wagneriane, duttore discendente di quattro note “Avevo avuto una carriera molto palese omaggio al grand-opéra per ottoni a tutta forza) per il suo strana ad Hollywood fino al 1955. meyerbeeriano ma anche trionfo remake di quest’ultimo del 1991. Cominciai molto bene nel 1950, per delle “forme aperte”, di un recitativo Per Herrmann questo spiacevole poi finire nei pasticci a causa dell’aria continuo e appassionante, dalla episodio equivalse ad una sorta di che tirava nella politica dell’epoca strumentazione vertiginosamente dichiarazione d’indipendenza, l’en- [maccartismo - ndr]. Intorno al 1953- cangiante, dai chiaroscuri inces- nesima della sua carriera, che gli 54 diciamo che ero entrato nella santi e spiazzanti, e dal patrimonio spalancò le porte dell’ultima, entu- Lista Grigia, se non proprio in quella melodico praticamente inesauribile, siasmante, fertilissima fase della Nera, ed ero molto scoraggiato parte del quale confluì nello score sua carriera, già rievocata in questa riguardo alla mia carriera. Fu nel struggente e “marino”, delirante e sede. mezzo di questa situazione che rice- poeticissimo, di The Ghost and Quello che oggi emerge e rima- vetti una chiamata da Alfred Mrs. Muir (Il fantasma e la signora ne della lezione herrmanniana, e Newman per scrivere la colonna Muir, 1947, Joseph L. Mankiewicz). che si è trasmesso in larga parte a sonora di Il treno del ritorno. Nel Ecco, in questa perfetta simme- compositori delle generazioni suc- corso della nostra conversazione tria fra l’Herrmann del Cinema e cessive (da Jerry Goldsmith a Elliot venne fuori che uno dei fattori princi- quello dell’Opera (e di numerosi Goldenthal sino al nostro Pino pali della sua scelta era stata una altri lavori extrafilmici), l’Herrmann Donaggio), è appunto questa lucida raccomandazione di Bernard di Hitchcock e quello di Pim de La autoconsapevolezza, questa deter- Herrmann. La cosa mi lasciò com- Parra, l’Herrmann fantasy e quello minazione nell’intraprendere un pletamente sbalordito, perché non bellico (The Naked and The Dead, cammino autonomo e personale, avevo idea che Herrmann conosces- Il nudo e il morto, 1958, Raoul artistico e autoriale, dentro una se una nota di ciò che avevo scritto; Walsh), l’Herrmann borghese (The disciplina apparentemente omolo- lui non parlava mai del tuo lavoro, a Man in the Gray Flannel Suit, gata verso il basso, rischioso terre- meno che non gli piacesse. L’uomo dal vestito grigio, 1956, no di citazioni e influenze, condizio- Ero così emozionato che chia- Nunnally Johnson) e quello fanta- namenti e appropriazioni, qual è mai Herrmann immediatamente e scientifico, l’Herrmann noir e quello quella particolare branca della lo ringraziai – e la cosa lo fece usci- western (The Kentuckian, Il musica applicata che risponde alla re dai gangheri. Con quella sua Kentuckiano, 1955, Burt Lancaster) definizione di “musica da film”. incredibile voce mi urlò: “Non mi o egiziano (The Egyptian, Sinuhe Penso a quel teatro, a quel seccare, se non avessi pensato l’egiziano, 1954, Michael Curtiz, paese che trovassero oggi le risor- che avevi talento non ti avrei racco- scritta in un singolarissimo tandem se, il coraggio, la cultura, e non ulti- mandato!”, e mi sbatté il telefono in con Alfred Newman, con i contribu- ma la compagnia di canto e orche- faccia. Cosa avrei potuto dirgli? Fu ti dell’uno e dell’altro comunque strale per allestire l’unica opera tea- molto gentile, da un certo punto di ben individuabili), in una parola trale di Herrmann, quel capolavoro vista. Ed era così tipico, da parte nella sintesi superiore fra tutti que- nascosto e sublime che è sua. […] sti e molti altri aspetti della sua poe- Wuthering Heights (Cime tempe- Nonostante la sua scontrosità, tica, risiede la modernità, l’attualità, stose), dal romanzo di Emily trovai molto facile farmelo piacere, l’insuperabilità di Bernard Brontë, concepita in una lunga e nel tempo apprezzai la sua gene- Herrmann, musicista “prestato” al gestazione durante gli anni della rosità. Andavo a casa sua […] e lui cinema la cui opera non ha solo Seconda Guerra Mondiale e mai mi parlava di colonne sonore e di reso migliore e più profondo il ricor- rappresentata vivente l’autore (che musica in generale. Era molto do e l’impronta di due muse (cine- la consegnò ad una memorabile disponibile, a patto che fosse chia- ma e musica), ma, di fatto, ha reso registrazione discografica autopro- ro che lui era il maestro e tu lo stu- anche migliore il nostro mondo e la dotta con etichetta Unicorn). Un dente.” enorme affresco gotico-romantico, nostra esistenza. 12 i fratelli de angelis Sberle, fagioli e note

Intervista a Guido & Maurizio De Angelis di Stefano Tosi I fratelli De Angelis hanno una casa di produzione, la De Angelis Group, che si trova in via Flaminia 999 a Roma (non crediamo sia solo una coincidenza del destino…). E’ una splendida giornata di sole, è la mia prima intervi- sta importante e Guido e Maurizio De Angelis mi concedono ben due ore del loro tempo con una grande corte- sia. Sono veramente emozionato, ma dopo pochi minuti l’intervista spicca il volo… Avete iniziato a suonare come classica assolutamente straordinaria RCA ci ha chiesto, come turnisti, se chitarristi. Maurizio si è diplomato che però vacillava sotto i colpi delle saremmo stati in grado di fare degli in composizione e armonia mentre nuove leve sonore americane. Dischi arrangiamenti. Arrangiamenti che ini- Guido studiava il flauto. Il vostro come “Oh, Carroll” di Neil Sedaka ziammo a fare subito. Il primo in primo gruppo si chiamava Black erano una vera e propria ondata di assoluto fu quello per Nico Fidenco Stones. Come vi siete avvicinati novità quando noi avevamo Renato ed era una cover version di un suc- alla musica da film? Rascel che cantava “Arrivederci cesso americano che noi rifacemmo Con un percorso naturale perché Roma”. Abbiamo tentato di portare uguale al disco originale. La base era prima facevamo altro, eravamo tur- queste nuove sonorità nei dischi com- bellissima, il brano anche. Nico nisti. merciali dell’epoca suggerendo agli Fidenco la cantò con un’orchestra arrangiatori, per esempio, di usare un americana. Dopo Fidenco abbiamo Quali ricordi avete della vostra tipo di chitarra piuttosto che un’altra fatto il primo arrangiamento in assolu- esperienza di turnisti quando (la 12 corde). E così abbiamo fatto per to per Claudio Baglioni (“La favola suonavate in orchestra alla tanti anni questo tipo di lavoro. Mi blu”) e i primi due LP di . RCA? Quali sono state le mag- ricordo che io, Maurizio, avevo una La “Casa in riva al mare” fu una regi- giori difficoltà? chitarra a 12 corde che all’epoca strazione che facemmo con il concor- Come turnisti partecipavamo a aveva un grande valore acustico. Era so canoro di tutte le maestranze tutte le registrazioni dei cantanti di una chitarra che suonava molto bene: RCA: facemmo venire tutti gli impie- successo dell’epoca: Gianni Morandi, una vecchia 12 corde Shenandoah gati in uno studio grandissimo e gli Patty Pravo, Nicola di Bari, Domenico della Fender con la quale ho registra- facemmo cantare: “Itaca, Itacaaa”. La Modugno… Tutti cantanti che già to un disco dal successo clamoroso registrammo in pausa pranzo. all’epoca erano in auge ed erano che era “La bambola” di Patty Pravo. Abbiamo fatto anche tutti gli LP di quasi tutti scritturati alla RCA. Noi, Quel tipo di sonorità piacque talmente Gabriella Ferri in chiave folcloristica e come giovani leve della RCA, siamo tanto che mi chiesero poi sempre di tradizionale e con sonorità all’avan- stati inseriti nella sua orchestra che utilizzare quel modello di chitarra per guardia basate su chitarre acustiche. partecipava alla realizzazione dei le registrazioni di tutti i cantanti del- Anche nei nostri arrangiamenti mette- dischi. Facevamo parte della sezione l’epoca. C’ero sempre io con la 12 vamo questo senso di freschezza per ritmica: Maurizio come chitarrista e corde: questo naturalmente mi inclu- l’epoca adoperando questa simbiosi Guido come percussionista e flautista. deva nei vari progetti. Non ero però fra le sonorità tradizionali e quelle che Questo lavoro ci teneva occupati né un chitarrista elettrico né uno clas- al tempo suonavano moderne. anche 18 ore al giorno! All’epoca ci sico: ero “quello della 12 corde”. riusciva molto bene ottenere partico- Nel 1970 incontrate Nino lari sonorità. Eravamo una formazio- Cosa ha rappresentato per voi Manfredi e scrivete per lui la can- ne musicale all’avanguardia rispetto la RCA? zone “Tanto pe’ cantà”. Nel 1971 ai gusti del periodo: la nostra cultura E’ stata una grande scuola: io e arriva la prima colonna sonora per musicale proponeva ai nostri ascolta- mio fratello eravamo impegnati a non la commedia Per grazia ricevuta, tori sonorità ispirate a Bob Dylan, fare rumore in sala, a vedere cosa film in cui il tema dei tabù religiosi Simon & Garfunkel, The Byrds… succede, a seguire il maestro che è trattato con pittoresca abilità. All’epoca in Italia c’era una tradizione dirige o a capire certi meccanismi di Come fu questa prima esperienza legata a personaggi come Aurelio registrazione. Dopo tanti anni di que- con Manfredi e che consigli vi Fierro o Natalino Otto: una tradizione sto lavoro un produttore interno della diede per la colonna sonora? i fratelli de angelis 13

Un giorno ci capitò di fare l’arran- percorso che non avremmo mai dell’epoca erano molto sensibili alle giamento per un attore che doveva sospettato. Quindi a volte i treni biso- sonorità che gli venivano sommini- partecipare a Sanremo come ospite: gna saperli prendere al momento giu- strate dall’estero: dischi che per arran- era Nino Manfredi. Doveva cantare sto: uno deve cercare di salirci sopra. giamenti, suoni e melodia erano asso- “Tanto pe’ cantà”, che è una canzone lutamente straordinari rispetto alle tradizionale romana di Ettore Come lavorano i fratelli De cose tradizionali che avevamo noi in Petrolini. Io, Maurizio, ero giovanissi- Angelis insieme? Italia. Quando noi pensavamo di mo e andai a dirigere l’orchestra a Io e mio fratello ci combiniamo avere un’idea abbastanza originale, Sanremo: ero veramente emoziona- molto bene insieme proprio perché era quella che proponevamo. “Flying tissimo e credo che si sia visto! siamo diversi: io, Maurizio, sono Through the Air” era il tema principale Tremavo! Fu il disco più venduto di molto più riflessivo mentre mio fratel- cantato di un film che ha avuto suc- quell’edizione di Sanremo: era però lo Guido è più spontaneo. Per noi la cesso in Italia, in Europa e in tutto il fuori concorso e non ebbe riscontri colonna sonora di Per Grazia mondo tranne gli USA (dove questo dal punto di vista formale. Vendette Ricevuta è stata anche un’esperienza tipo di prodotti non va). Avevamo l’esi- però un sacco di dischi. E allora traumatica. Io infatti non volevo genza che questo brano fosse canta- entrammo in contatto con Nino accettare questa soundtrack perché to in inglese: una spinta dovuta anche Manfredi, che sulle ali dell’entusia- pensavo di non essere in grado di alla RCA. Contattammo anche dei smo ci chiese se ce la sentivamo di farla. Mio fratello Guido invece soste- gruppi inglesi per venirla a cantare, fare la colonna sonora per il suo film neva che ce l’avremmo fatta. ma chiesero alla RCA una barcata di Per Grazia Ricevuta. Manfredi era un soldi e c’erano molte problematiche. A istintivo e con “Tanto pe’ cantà” aveva Nel 1972 uscì Più forte ragazzi, quel punto io e mio fratello decidem- capito che noi eravamo persone in film d’avventura con il duo vincen- mo di cantarla. Eravamo già d’accor- qualche modo fresche. Aveva biso- te -, diret- do con gli autori del testo in inglese gno di energie nuove ed ha rischiato to da Giuseppe Colizzi. Ricordiamo (una ragazza irlandese che lavorava molto ad affidarci una colonna sono- la ballata “Flying Through the Air”. alla RCA, Susan Duncan Smith). Fino ra perché non ne avevamo mai fatta Ha un andamento ritmico lento, a qualche tempo prima io e mio fratel- una. Manfredi non poteva conoscere marcato, inframmezzato da gioco- lo eravamo un gruppo che cantava in i risultati e si è fidato del suo istinto. se e sospese parentesi al pianofor- inglese brani dei Beatles, dei Rolling Quattro anni fa, durante una manife- te. Questo dondolio ritmico e melo- Stones, di Frank Zappa, degli stazione in cui veniva premiato Per dico molto arioso sembra proprio Animals. L’abbiamo cantata e il pro- Grazia Ricevuta, Manfredi era seduto ispirato ai voli dei due protagonisti dotto ci ha soddisfatto. A quel punto ci in platea ed io, dal palco dove avevo sui pericolanti aerei della compa- serviva un nome… ricevuto questo premio per la colonna gnia privata… sonora del film, gli ho ribadito il con- Sì, infatti c’era anche una versione Da dove viene la scelta del cetto che all’epoca rischiò moltissi- per grande orchestra in trasposizione nome d’arte Oliver Onions? mo. Lui disse: “No, no ho capito che samba che sposava la scena molto Susan Duncan Smith era la ragaz- mi potevo fidare”. E’ stato molto cari- bene. Lo stile samba è dovuto alla za che aveva fatto il testo di “Fliyng no ed è stata anche l’ultima volta che collocazione geografica della storia, Through the Air”. Insieme al marito l’ho visto. Ci diceva sempre di ubbidi- che si svolge in Sud America: quindi si Cesare Di Natale ci ha trovato questo re al nostro istinto. prestava benissimo. In realtà quando nome, Oliver Onions, che è un nome abbiamo composto il pezzo ci siamo che si legge e si pronuncia proprio Prendiamo la canzone “Viva concentrati solo sulla nostra ispirazio- come è scritto. Era esattamente ciò Sant’Eusebio”, così ricca di richia- ne. Per contratto ti dicono che entro che volevamo. Da allora cominciam- mi alle tradizioni popolari: Nino una settimana devi avere un’idea su mo a cantare in inglese. Dato poi il Manfredi la interpreta in modo una determinata cosa: uno si fa veni- successo che ebbe questo disco straordinario… re un’idea, però quella che gli viene (primo posto in classifica in Germania, Siamo stati coinvolti in questo pro- non è detto che sia l’unica. E’ l’idea Austria, Svizzera, Scandinavia, Paesi getto anima e corpo e abbiamo fatto che hai avuto per presentarti quella dell’Est) abbiamo scoperto che partecipe anche Nino Manfredi, che settimana a quel determinato appun- nascevano due carriere parallele: si è prestato a cantare brani come tamento. Stranamente però, per quella di Guido e Maurizio De Angelis “Viva Sant’Eusebio”, ripresi dalla tra- “Flying Through the Air”, avevamo già come compositori di musica da film e dizione ciociara della “pizzica e moz- un’idea che ci piaceva. Quando pre- quella degli Oliver Onions come can- zica”. Il film e la colonna sonora sentiamo delle idee a coloro che ci tanti. E’ stato un binomio che abbiamo hanno avuto un grande successo e lì commissionano dei lavori diamo sem- riproposto più volte nei film a seguire. è cominciato tutto perché anche noi pre dei concetti che ci convincono, abbiamo avuto un riscontro, ovvia- perché le cose che non ci piacciono In canzoni come “Angels and mente ben superiore alle nostre non le proponiamo mai. Abbiamo Beans” (da Anche gli angeli man- aspettative. Non ci aspettavamo sempre rispettato una specie di stile, giano fagioli del 1973) e “Why Is assolutamente un successo di quella di dogma: quello di essere convinti noi Everyone So Mad” (da Anche gli portata. Una trasmissione dell’epoca che una determinata idea poteva angeli tirano di destro del 1974) si molto in voga, Alto gradimento di avere un certo valore. Ci siamo sem- nota bene come vi piaccia, a volte, Renzo Arbore e Gianni pre messi nei panni di un ascoltatore trattare in modo ludico il modo di Boncompagni, usò “Viva che potesse prestare orecchio a que- cantare. Possiamo infatti udire Sant’Eusebio” come sigla goliardica. sta idea e la domanda era sempre: diverse e divertite variazioni ironi- Siamo molto affezionati a quella “Piacerebbe al signor X questa idea che nel canto. Perché adottate colonna sonora per come è venuta tematica, fatta magari da un gruppo questa soluzione? fuori e per quello che ha prodotto: ci musicale americano?”. Se ci rispon- Volevamo che ci fosse l’ironia ha dato la notorietà ed ha aperto un devamo di sì procedevamo. I giovani anche dal punto di vista della colonna 14 i fratelli de angelis

sonora. Anche gli angeli tirano di Mi ricordo delle vere chicche di commissario di polizia anticonfor- destro è tutto giocato sul filo dell’iro- soddisfazione. Un giorno c’era la mista e manesco. “Car Chase a nia, del finto tonto. Era ambientato nel pausa pranzo alla RCA. Si andava Mergellina” ben rende l’idea di un Proibizionismo americano, l’epoca alla mensa o al bar. Era un mercole- inseguimento in auto attraverso le più marcatamente dedicata al dì, uno di quei mercoledì che si tra- sue serrate sonorità funky e sinco- Dixieland. Ci siamo divertiti a scim- smetteva per radio la hit-parade dei pate mentre in “Piedone è triste” miottare quello stile, per cui abbiamo dischi più venduti in Italia. Era un un flauto intimista e romantico trat- cantato alcune strofe normali, altre rituale perchè la RCA aveva dei teggia un brano indimenticabile… chiudendoci il naso. dischi in gara per la hit-parade e i diri- Sì, sì, “Car Chase a Mergellina” è Riconosco che quello che mi hai genti stavano lì ad ascoltare questo indubbiamente e volutamente funky. fatto notare è vero. Ci siamo sempre momento. Era una settimana in cui “Piedone è triste” è certamente più divertiti da matti con questo modo di c’era Delio Luttazzi cha faceva la hit- circoscritta, più personale: è il tema di cantare… parade. Lo sentiamo scandire un Piedone e della nostalgia per la sua conto alla rovescia: “Al numero 4…, Napoli. Il funky ci piaceva moltissimo Avete scritto colonne sonore al numero 3…, al numero 2…” Al all’epoca, così come il soul e l’R & B. soprattutto per commedie e film numero 1 udiamo con sorpresa il Ascoltavamo di tutto. Ci piacevano comici. Nonostante molti compo- ritornello “Come with me for fun in my Otis Redding, Wilson Pickett, The sitori reputino il genere piuttosto Buggy!”. Noi stavamo al bar e nessu- Sound of Philadelphia, Marvin Gaye, difficile da affrontare riuscite sem- no sapeva che gli Oliver Onions era- Gloria Gaynor, , KC & pre a creare brani brillanti ed effi- vamo noi, a parte i discografici. The Sunshine Band. Avevano tutti caci. Rappresentare musicalmente Eravamo veramente contentissimi e degli stili assolutamente straordinari. questo genere sembra proprio che un famosissimo produttore che stava Adoravamo anche il country, genere vi diverta un mondo e si avverte mangiando un panino al bar disse: completamente diverso: Rickie Lee sempre quel clima scanzonato e “Cazzo però ‘sti americani!”. Riuscire Jones e John Denver. divertente che ricorda le mitiche a vendere un brano nostro come se scazzottate di Bud Spencer e fosse un brano americano, cultura Il segreto del vostro successo è Terence Hill. Forse perché affron- musicale di cui ci eravamo ampia- in uno stile compositivo molto tate il vostro lavoro con ironia non mente nutriti, fu una grande soddisfa- melodico e giocoso sostenuto da prendendovi mai troppo sul serio? zione. Per tanto tempo abbiamo gio- un impianto ritmico accattivante e Sì, è assolutamente vero. cato sull’equivoco generato da que- variato… Eravamo studenti e la musica per noi sta voglia di non far sapere che gli Abbiamo sempre cercato di privile- era un hobby che era diventato un Oliver Onions eravamo noi. Questa giare la melodia: i brani contenevano lavoro, un lavoro che ci permetteva di doppia personalità ci entusiasmava. sempre in embrione una linea melo- vivere. Avevamo la fortuna di fare una Andavamo in Germania a promuove- dica che fosse riconoscibile. Adesso, cosa che ci piaceva e scoprivamo re gli Oliver Onions: ci vestivamo con a distanza di tempo e dopo tanto anche che ci rendeva qualcosa per giacche di pelle e stivali e partecipa- lavoro, devo dire che avevamo il vivere. Come arrangiatori abbiamo vamo con i capelli lunghi alle trasmis- difetto di essere troppo melodici. venduto tra i 10 e i 15 milioni di dischi, sioni televisive! Tornavamo poi in Questo difetto di essere troppo melo- per non parlare poi di quelli dove era- Italia a fare i compositori in giacca e dici era però anche il nostro pregio. vamo solo strumentisti. Quando face- cravatta! E’ stato un periodo della Dipende da come vedevi la cosa: vamo arrangiamenti ci davano due nostra vita molto bello e divertente. poteva risultare vincente oppure no. lire: se avessimo avuto i diritti sugli Oggi adottiamo anche altri sistemi arrangiamenti avremmo raggiunto A partire dal 1973 nasce il vostro per i nostri commenti musicali. dei vertici di benessere molto prima. lungo sodalizio con (Stefano All’epoca quello che si sentiva era Eravamo però soddisfatti così, per- Vanzina), per cui scrivete diverse che c’era una grande freschezza, ché eravamo gratificati dal fatto di colonne sonore, fra cui quelle della una grande spontaneità. Queste fare ciò che ci piaceva ed avere in serie di Piedone. Volete parlarci del erano le nostre carte vincenti. cambio una piccola remunerazione vostro lavoro con questo regista, che comunque ci permetteva di vive- con cui sono nate varie e fortunate Oltre a Steno avete collaborato re. Era una situazione ideale per un collaborazioni? anche con registi come Sergio giovane. Se tornassi indietro rifarei Steno era un regista di stampo tra- Martino, Francesca Comencini, tutto: farei nuovamente anche questo dizionale ed ebbe molto coraggio: . Spesso il rapporto fra periodo abbastanza lungo di appren- accettò l’idea, visto che faceva un film regista e compositore di musica distato vissuto alla RCA, in cui erava- con Bud Spencer, eroe dei giovani, di per film è difficile. Confermate que- mo di casa, eravamo di tutti però non diversificare lo stile delle colonne sto problema o siete sempre riusci- c’era un riconoscimento economico sonore che lui normalmente richiede- ti a collaborare in modo positivo? consolidato. C’era aria di casa in que- va ai suoi collaboratori. Noi, per Fra regista e compositore ci pos- sta enorme e stupenda struttura della Piedone lo sbirro (1973) facemmo un sono essere delle opinioni diverse. RCA di quel periodo. Noi ci sentiva- tema spensierato che riecheggiava Quando faccio un’operazione di spot- mo già gratificati da questo. quest’aria di Mediterraneo, quest’aria ting, quando cioè mi guardo un film e di Napoli. Era un tema davvero sem- identifico i punti in cui secondo me ci Parliamo di uno dei vostri più plice che piaceva molto. C’era anche vorrebbe la musica e avendoli identi- grandi successi, la canzone “Dune un pizzico di nostalgia vincente. ficati cerco anche di capire che musi- Buggy” legata al film del 1974 ca ci vuole, questa mia operazione …altrimenti ci arrabbiamo di Nel tema di Piedone lo sbirro può coincidere o no con il punto di Marcello Fondato. Vi aspettavate (1973) i fraseggi lirici e sognanti di vista del regista. Io compongo la questo grande consenso di pub- una chitarra nostalgica sembrano musica, ma il regista in fase di mis- blico? riflettere l’indole buona di questo saggio può anche non usarla. Nel i fratelli de angelis 15 dubbio però compongo sempre prima la musica per evitare poi di doverla comporre di corsa. Bisogna sempre prevedere la musica e poi accettare l’idea che possa anche essere inutilizzata. Noi ci siamo sem- pre trovati benissimo con i registi. Con loro cerchiamo di non litigare mai e di instaurare sempre un rapporto di fiducia. E’ importante avere sempre un atteggiamento costruttivo cercan- do di smussare gli angoli. Con Il maresciallo Rocca mi hanno lasciato carta bianca e credo di aver fatto una cosa veramente utile per la serie. Abbiamo lavorato anche con la Archibugi per una serie televisiva pro- Nino Manfredi e Delia Boccardo in Per grazia ricevuta dotta da noi (Renzo e Lucia). echi trobadorici (“Yara”), folclori- assolve (1973) è denso di percus- stici (“Palazzo Van Guld”) ed epici sioni marcate in uno stile funky Ci raccontate qualche episodio sintetizzatori (“Hombres del mar”) molto trascinante. Avete scelto indimenticabile? la vostra documentazione è questo stile perché direttamente Una volta io, Maurizio, ero a Los impressionante… legato al mondo della strada, del Angeles a vedere un negozio di chi- Sì, è vero, per Il Corsaro Nero, proibito, di ciò che va oltre la tarre. Per noi guardare una chitarra come per qualsiasi altro film per cui legge? era sempre una cosa straordinaria. abbiamo composto la colonna sono- Pensavamo che un gruppo rock lo Mentre stavo provando una chitarra ra, la documentazione è sempre stata avrebbe commentato così. Ci siamo in questo negozio da sogno a un massiccia. Hai colto nel giusto per il immedesimati in una crudezza ben certo punto vedo una ragazza bellis- discorso della documentazione, per- espressa in questi giri blues. sima in jeans e stivali, alta, mora, coi ché qualunque cosa facessimo era capelli lunghi. Sono rimasto incantato sempre preceduta da una ricerca di Il tema dei titoli di testa de Il cit- a guardarla e a un certo punto ho effetti particolari. Mi ricordo che con tadino si ribella (1974) rende molto scoperto che era Emy Lou Harris: era Sandokan io, Maurizio, ho studiato bene l’idea, come chiave di lettura il mio idolo e rimasi paralizzato. Lei per un certo periodo il sitar: ho com- del film, del giustiziere solitario. Il comprò una chitarra e se ne andò prato un sitar cercando di usarlo giro di basso ripetitivo e cupo, con senza che io avessi il coraggio di come se fosse una chitarra. Ero inserti di armonica a bocca, crea chiederle almeno un autografo. Per avvantaggiato dal fatto che sapevo un’atmosfera molto drammatica… chi ama la musica e incontra un suo percuotere le corde secondo quel All’epoca non esistevano i sequen- idolo c’è sempre un attimo di smarri- preciso stile del sitar. Io ed Enrico cer e i campionatori: si eseguiva tutto mento: credo siano emozioni che uno Ciacci, fratello di Little Tony, che era dal vivo. Se oggi sento le registrazioni poi si ricorda sempre. Un’altra volta in l’altro chitarrista turnista per fatte allora e faccio un paragone con un locale notturno della Baviera sco- Sandokan, ci siamo alternati e com- quelle che eseguo oggi, allora scopro primmo un piccolo gruppo tedesco pletati in tutta quella che era la ritmica delle sfasature ritmiche, delle esitazio- che suonava due nostre canzoni! Ci della colonna sonora di Sandokan. ni che comunque davano un’anima a capitò anche di ascoltare una banda C’erano poi varie percussioni come la quella musica. Certo il tema rende di paese che suonava “Verde”, brano tabla e alcune tipiche indiane. A volte molto bene l’idea dell’uomo disperato di una colonna sonora a cui siamo non usavamo nemmeno la grande e all’epoca ci sembrava proprio la molto legati perché associata ad uno orchestra perché, per lo stile di cui chiave giusta. Mi fa piacere che lo dei primi sceneggiati televisivi… avevamo bisogno, volevamo costrui- spettatore esperto si ricordi del perio- re delle cose che si adagiassero su do storico in cui il film e la musica Nel 1975, Piedone a Hong Kong. degli effetti musicali che precedevano sono stati concepiti, senza “vederlo” Il tema è decisamente fusion, sem- la grande orchestra. Per esempio, con l’orecchio di adesso. Oggi mi farei bra evidente l’influenza del James prendiamo un pezzo di sole percus- molti più scrupoli per comporre brani Taylor Quartet… sioni come “Manana”: ci sono percus- come questo: magari evidenzierei Sì, sì, c’è stata la necessità di ren- sioni fortissime, violentissime e un molto di più l’effetto a scapito della derlo molto aderente all’ambientazio- coro sopra; quindi non serviva l’or- spontaneità e della magia dei suoni ne: la Cina. Abbiamo introdotto chestra sinfonica. Oggi farei una tipici di quell’epoca. In quel periodo anche qualche fiato e strumenti mescolanza fra questi due tipi di avevano successo dischi fatti con due orientaleggianti per avere una con- organici: terrei la base di percussioni strumenti (vedi Santana, spesso con notazione simile o similare all’am- e ci metterei sopra ottanta violini. solo un basso e una chitarra): il pub- biente. Bisognava dare una caratteri- Questo però sarebbe un progetto blico non si poneva tanti problemi. stica folcloristica e acustica a quello perdente perché servirebbe solo a Essendo abituati a colonne sonore di che si andava a commentare. Il soddisfare una mia curiosità (che stampo tradizionale (penso ai film discorso sulle coloriture strumentali cosa potrebbe venire fuori da una americani come Via col vento, dove si delle colonne sonore è un ragiona- fusione simile?). avverte una grande dimensione mento sempre aperto. epica) le persone si trovarono di fron- Vi siete cimentati anche con il te a questo tema crudo da gruppo Nel 1976, la colonna sonora de Il genere poliziesco. Il tema del film rock, che ben si staccava dalla tradi- Corsaro Nero. Fra ritmi di marcia, La polizia incrimina, la legge zione. Quanto più vuoi essere ricono- 16 i fratelli de angelis

musiche indipendenti, per lo meno nei due temi principali. In questo film c’erano ben 18 temi musicali, fra cui “La danza dell’elefante” e “La danza del mangiatore di fuoco”. Credo che questa colonna sonora sia un prodot- to buono, un prodotto che a noi è piaciuto.

Brani come “Big Star” e “Whistles and Bells” si legano al film Uno sceriffo extraterrestre… poco extra molto terrestre (1979) per la regia di Michele Lupo. “Big Star” è una ballata avvolgente di grande respiro melodico, impre- ziosita da inserti di armonica a Il volo del Galaxy Express 999 bocca. “Whistles and Bells” è scibile tanto più ti devi distaccare dal Abbiamo sempre fatto musica pen- ricordata da tutti per il suo accatti- mondo della grande, grandissima sando ad una possibile autonomia vante refrain intonato da voci bian- orchestra nel senso tradizionale del della musica stessa rispetto al film. che (la la la la la la la), fra fischiet- termine. Per questo avevamo deciso Questo per noi è stato un esercizio di tii e campanelle. Entrambi sembra- di avvicinarci al linguaggio espressivo eccesso di ottimismo. Abbiamo sem- no legati al mondo di un’infanzia tipico di quell’epoca. L’esigenza di pre pensato che ci sarebbe piaciuto fantasiosa e libera. Vi sentite ispi- essere così crudi fu concordata con il vedere la musica vivere indipendente- rati a questo mondo pieno di regista. Anche se avessimo proposto mente dal film o dal documentario per immaginazione? la grande orchestra il regista avrebbe cui era stata fatta. Questo perché ave- Sì! L’infanzia è un periodo magico accettato lo stesso. Noi però non vole- vamo un amore sviscerato per ciò che della vita di ciascuno di noi. Uno dei vamo la grande orchestra, noi voleva- facevamo. Abbiamo sempre cercato più grossi crimini dell’umanità e far mo essere noi stessi. Cercavamo di di lavorare al meglio delle nostre pos- perdere l’infanzia ad un bambino. Io dare risposte a quello che ci chiede- sibilità e non accettavamo l’idea che penso che gli venga sottratto qualco- vano con i mezzi che avevamo a la nostra musica potesse morire con sa. Credo che ci sia un periodo in cui disposizione. In più c’erano dei bud- la fine della programmazione dei film il mondo dovrebbe risultare agli occhi get piuttosto limitati e la grande orche- nei circuiti. Il mercato discografico dei bambini qualcosa di meraviglioso. stra non potevano finanziarla tutti. all’epoca era in fermento e noi abbia- C’è tempo perché scoprano che poi mo sempre cercato di fare delle cose non è così. Un bambino non può intri- Quanto contano le differenze a che fossero anche “discografabili”: stirsi a sei, sette o otto anni: non è giu- livello di densità strumentale? questo per dar loro una durata di vita sto. Io vagheggio sempre un mondo Con pochi strumenti ci si avvicina più lunga. Però non tutte le nostre in cui ai bambini possano essere sot- di più ad un personaggio tipico nel colonne sonore erano di facile consu- tratte le malattie. Una persona film. Il personaggio viene identificato mo. Per questo film di Climati e Morra dovrebbe avere il diritto di vivere i suoi con una cifra musicale. Con una c’erano dei pezzi molto belli: davano primi 18 anni nella maniera più giusta grande orchestra parliamo dello una grande sensazione di spazi, di per lui. Mi annichilisce vedere la gente score, del film in senso lato. immagini senza confini. Quando però che soffre e soprattutto i bambini. Il la musica è solo strumentale (c’era mondo dell’infanzia lo conosco attra- Nel 1976 avete descritto musi- solo un coro che faceva la linea melo- verso le tre mie figlie, di cui una di sei calmente un documentario: dica) è chiaro che rischi che la vita anni: è un mondo che non puoi tradi- Savana violenta di Antonio Climati. della musica vada di pari passo con re, c’è sempre tempo per maturare. In un genere come questo, a quella del documentario. Era un Grazie a Dio io, mio fratello e mia vostro parere, la musica è sempre genere difficile, però anche quella sorella abbiamo avuto un’infanzia feli- al servizio delle immagini? volta provammo a rendere le nostre ce perché abbiamo avuto una fami-

Un’ottima colonna sonora molto calata nelle sonorità della black music anni ‘70. Il tema di Piedone lo sbirro viaggia sugli accordi e gli arpeggi di una chitarra dal sapore mediterraneo e nostalgico: nel fina- le subentrano gli archi con una coda intensa e melodica. Il tema ha una variazione superlativa nel flau- to solista ed intimista di “Piedone is Sad”, una seconda variazione che sa di tarantella divertita in “Death of the Hunchback I e II”, una terza variazione affidata al timbro unico dell’armonica a bocca in “Flatfoot Cop I”, una quarta alle corde percosse del pianoforte in “Flatfoot Cop II”. Numerosi i rimandi al funky, con sintetizzatori elaborati, percussioni sincopate e ritmo serrato, fugaci passaggi di chitarra elettrica, ottoni esclamativi ed epici giri di basso reiterati (“Schoolroom Drug”, “Piedone and the Baron”, “Piedone and Ferramenti”, “Action Sequence I”, “Action Sequence II”, “Action Sequence III”, “Action Sequence IV”, “Action Sequence V”). Le sonorità più marcatamente anni Settanta si esprimo molto bene in “Car G. & M. De Angelis Chase a Mergellina”, un brano dove si respira l’aria di sfida di un inseguimento in auto all’ultimo respi- Piedone lo sbirro (1973) ro. “The Baron’s Death” è innestata su un cupo giro di basso in cui si inseriscono fugaci passaggi di Digitmovies CDDM 031 chitarra elettrica, “Manomozza is Discovered” ha un andamento swingato con interventi jazzistici del 20 brani – Durata: 50’51” flauto e della chitarra e nacchere samba in sottofondo, “Thinking of You” è una ballata lenta e crepu- scolare, ispiratissima e riflessiva. Molto curiosa “Drug Allucinations”, tutta giocata su effetti di staccati del flauto, passaggi gutturali di pianoforte e una grande ricerca timbrica ed espressiva. ST i fratelli de angelis 17 glia unita. Abbiamo avuto delle difficol- bile al pianoforte. Se lo è al pianofor- moog, il sintetizzatore facevano parte tà di carattere economico quando io e te vuol dire che ha delle armonie che di questo fascino. Utilizzavamo spes- mio fratello ancora non lavoravamo e ti hanno aiutato a comprendere la so un mini moog che non abbiamo mio padre stava poco bene perché melodia. La fusione fra armonia e conservato come memoria storica e lavorava poco. La nostra felicità era il melodia è fondamentale. La puoi tro- ce ne siamo pentiti, perché faceva senso di protezione che ci dava que- vare tranquillamente anche senza le parte delle nostre prime emozioni. La sta famiglia attraverso cui superava- parole. Non credo sia una questione memoria, i ricordi sono molto impor- mo tutte le problematiche che c’era- di differente impatto perché a volte ci tanti perché sono le pietre miliari di un no. L’infanzia è sempre stata per noi può essere anche un bellissimo tim- percorso. Io e mio fratello abbiamo un valore sacro: l’abbiamo sempre bro di voce che rende ancora più ancora un sacco di voglia di lavorare raffigurata come un periodo di spen- bella una melodia. Se hai però un in questo settore e speriamo di farlo sieratezza e quindi la spensieratezza tema molto molto bello non hai biso- ancora per tanto tempo. Ci fa molto è rappresentata dalle nostre melodie gno della voce per emozionare, pur- piacere constatare che molte perso- semplicissime. Il bambino che si ché si indovini la combinazione giusta ne apprezzano ciò che abbiamo fatto mette a cantare non canta Casta armonia-melodia-timbro. E’ importan- nel passato. Ciò significa che una pic- Diva, ma canta “la la la la la la la”. tissimo anche il timbro, nel senso di colissima traccia l’abbiamo lasciata. Quando abbiamo descritto il mondo tipo di strumentazione, del colore. dell’infanzia ci siamo fatti interpreti di Altrimenti non si spiegherebbe per- Prendiamo due vostre canzoni noi stessi. E’ stata sicuramente la ché un brano cantato o suonato da simbolo: “Fantasy” da Bomber cosa meno difficile da descrivere. due artisti diversi suona diverso: que- (1982) e la sigla del cartone ani- sto perché sono diverse le strumenta- mato Galaxy Express (1982). Nei vostri brani fate spesso uso zioni. Il brano è lo stesso ed ha Stessa musica, ma cambia la lin- del coro. Quali sono i vantaggi? magari anche la stessa tonalità, ma gua. “Fantasy” è in inglese e Il coro che ci siamo inventati per non ha il medesimo impatto. “Galaxy Express” in italiano. tutto il repertorio Oliver Onions è un Prendiamo per esempio “Smoke Secondo voi quali sono, in una coro assolutamente caratterizzante Gets in Your Eyes” dei Platters. Se io canzone, i pregi e i difetti di due chiamato Baba Yaga. Erano tre, quat- penso alla registrazione originale dei lingue così diverse? Quale fra le tro ragazze che facevano tutti i nostri Platters è una cosa che ancora oggi due lingue preferite? cori dei nostri primi dischi come mi fa venire la pelle d’oca. Ho risenti- L’inglese è molto più musicale. Io, Oliver Onions. Erano l’elemento di to lo stesso brano dei Platters regi- se devo fare una canzone, se mi molteplicità, di rottura della uniformità strato dal vivo ed era già un po’ diver- viene l’idea di un brano musicale la di sonorità fra il gruppo vocale cardi- so. Che vuol dire? La tonalità è la prima cosa che faccio è metterci un ne (io e mio fratello) e gli strumenti stessa, i cantanti sono gli stessi, la inglese maccheronico. Mi serve solo che usavamo (una densità strumen- melodia e l’armonia sono le stesse per quantificare, poiché detesto met- tale da gruppo). Il coro sottolineava ma è cambiato il suono. Il timbro è tere i numeri. Se tu usi l’italiano non spesso i passaggi armonici più incisi- molto importante perché il timbro è puoi dimenticare che sei italiano ed vi e dava una dinamica molto fresca. tutto quello che fa il suono di un hai la necessità che quello che dici Era un vero e proprio arrangiamento disco. L’importante quando registri è abbia un senso compiuto, sennò ti e queste sonorità ci piacevano molto. usare uno strumento o un artificio che metti a ridere da solo. E allora pensi: Queste ragazze del coro Baba Yaga rimanga impresso. Pensiamo alla “Fino a quando non ho fatto un testo erano bravissime e ci capivamo al moda della voce rotta che aveva questa cosa non la faccio”. Non è pos- volo. Ci seguivano sempre nelle adottato Cher: era un effetto, un plug- sibile perché io [Maurizio] detesto fare nostre registrazioni e quando poteva- in. Se c’è una moda che va avanti e i testi e non sono assolutamente all’al- mo utilizzavamo sempre il loro coro. che ti colpisce per una cosa allora si tezza. Adoro fare musica e spesso è già ottenuto un effetto: quello stes- spero che la musica sia senza testi. In A livello di impatto emotivo rite- so suono fatto normale sarebbe pro- inglese presuppongo e lascio presup- nete più efficace un tema strumen- babilmente passato inosservato. Io porre che quello che dico abbia un tale o una canzone? Perché? [Maurizio] non sono un amante del- senso. L’unica cosa che rimane da Dipende. Io [Maurizio] sono molto l’artificio fine a se stesso: sono un fare quindi è essere convincente vincolato all’emozione che ti può dare amante della sonorità che viene fuori, come musica. Una mia debolezza, un la melodia intesa come tema suona- amo il fascino del timbro. Il coro, il mio grandissimo limite è che quando

Una colonna sonora eccezionale per la notevole quantità di stili musicali che esplora, dal repertorio etnico a quello fusion e funky. I titoli di Piedone a Hong Kong riprendono il classico intramontabile leitmotiv di Piedone con numerosi pizzicati di chitarra, in un confronto fra le sonorità della chitarra tradizionale e quelle della chitarra elettrica (accenni di effetti Wah-Wah). “Appostamento” è un dialogo fra basso e percussioni con tessiture sonore metalliche, “Al risto- rante” si affida alla romanza appassionata di un violino, “Morto di giornata” è un serrato dialo- go fra basso e armonica a bocca, “Night Club” un rilassato soft jazz ispirato dal pianoforte, “Bangkok International Airport” è un brano fusion epico e veloce in cui il leitmotiv di Piedone è ripreso, a tratti, da un ottavino. Influenze fusion anche in “Silkin’ Street”, “I metodi di Piedone”, “Piedone indaga”. “Mimi mani d’oro” è caricaturale e scanzonata nei suoi echi circensi, “Antichi templi” associa alle sonorità G. & M. De Angelis etniche i fraseggi del flauto, “Manhunt” vibra di chitarre funky, “Mafia cinese” tratteggia nella Piedone a Hong sua ricerca sonora una situazione tipicamente orientale. Bellissima l’alternanza fra una fusion Kong (1975) venata di timbri orientaleggianti ed una marcia comica e spensierata in “L’indagine continua”. Digitmovies CDDM 042 Non perdetevi “Piedone ritorna a Napoli”, una caricatura musicale del tema di Piedone. C’è 25 brani di commento anche una bella canzone, “The Taste of Love”, che chiude un disco imperdibile. ST + 1 canzone – Durata: 71’33” 18 i fratelli de angelis

sento una canzone che mi piace non Erano chiaramente film di cassetta non c’erano richieste. E’ stata un’ope- sento il testo. Mi piace perché mi fatti per garantire un notevole succes- razione a rischio che abbiamo fatto piace il suono, quella particolare melo- so commerciale, ma erano anche pel- noi. Avevamo tanta musica che vole- dia che nasce da una certa armonia. licole fatte con estrema professionali- vamo mettere nei film e in Italia questi Non riuscirò mai ad imparare il testo di tà e che contenevano in sé degli ele- film non c’erano. Così ci siamo una canzone proprio perché per me il menti che sono poi stati rivalutati nel costruiti e prodotti da soli il film, in col- testo non ha importanza. Per me sen- tempo. Un attore straordinario come laborazione con Ted Mather. Abbiamo tire il testo di una canzone vuol dire Renzo Montagnani dovrebbe essere anche collaborato alla stesura delle non ascoltare la musica. Non riesco a rivalutato molto oggi. Io credo che far sceneggiature. Tranne i costi di pro- scompattare le cose. Ho necessità divertire la gente non sia mai una duzione, che erano italiani, il resto era assoluta di stare in un mondo musica- cosa ignominiosa, nei limiti del buon tutto americano. Volevamo fare un le in cui il testo è uno strumento per gusto. I film di Terence Hill e Bud film che contenesse della musica dare un qualcosa in più al brano. I pri- Spencer erano fatti per divertire: come piaceva a noi. Quindi musica missimi cantautori italiani che scim- nonostante siano film di più di 35 anni varia: temi d’amore, balletti scatenati, miottavano gli americani avevano fa ancora fanno un minimo di share e brani rock, brani di danza classica. delle melodie assolutamente insignifi- devo dire che sono molto divertenti in Avevamo preparato una ventina circa canti, però i loro testi erano molto certi punti. Il film d’autore può essere di pezzi. Il film ha avuto molto succes- significativi e belli. Avevano successo anche molto palloso. Queste pellicole so, specialmente in Germania. La per la bellezza e la profondità dei loro appartengono ad un determinato filo- cosa ci ha gratificato molto e da quel testi non certo per la musica. A me pia- ne comico e sono girate con molta momento abbiamo coltivato l’idea di ceva ascoltare solo le melodie, anche professionalità. Per L’allenatore nel metterci in proprio a produrre. E’ nata se l’inglese lo parlo. Per esempio mi pallone la coloritura musicale è estre- così la nostra carriera di produttori. ricordo la melodia di “Blowin’ in the mamente divertente. La diversificazio- Wind” di Bob Dylan. L’ impatto da ne credo si debba fare non fra generi, Sandokan, Orzowei, Furia: a musicista che richiedo è questo: ma tra film onesti e meno onesti. quale di queste sigle vi sentite più un’emozione. Se mi arriva questo legati e perché? impatto vuol dire che l’emozione è Avete lavorato anche alla colon- Per il successo che ha rappresenta- veramente nell’aria e io la percepisco. na sonora di un film musicale to nella completezza della dimensione Un’emozione mi arriva attraverso una come Dance Academy (1987) di lavorativa direi Sandokan. Era la sinte- determinata sonorità. Un testo mi può Ted Mather. Com’è stata questa si di un enorme lavoro che avevamo piacere se c’è una voce straordinaria esperienza? svolto. Sono simpaticamente legato a che si incunea nel brano: allora la Straordinaria perché abbiamo Furia per l’aspetto discografico: è una voce straordinaria ti fa apprezzare conosciuto un mondo che avevamo sigla che ci è stata richiesta dal nostro quella determinata melodia. Io non visto solo nei film. Penso alle open discografico di allora (della Ricordi, se compro un disco perché c’è un bel call che abbiamo fatto per trovare il non sbaglio). Ci chiese di fare una can- testo. La fase letteraria della musica cast: venivano ragazzi e ragazze che zone per una serie di cui noi non cono- non mi riguarda. Capisco però che è si proponevano come ballerini o come scevamo nulla, una trasmissione per necessaria e che i testi servono. Non cantanti. Arrivavano i tipi più strani: si ragazzi che aveva come protagonista bisogna però assegnare al testo un presentavano un centinaio di persone un cavallo. Noi facevamo un tipo di ruolo troppo importante. di cui solo tre o quattro avevano i colonne sonore molto disinvolte e spi- requisiti. Tutti gli altri si presentavano ritose ed eravamo le persone giuste Per L’allenatore nel pallone del pur non avendoli! Speravano che non per realizzare questa sigla. Orzowei 1984 scriveste un bel tema dal ci accorgessimo che non avevano i era una sigla nata in ambito RCA, fra gusto samba. Cosa pensate del requisiti. Venivano con un curriculum turni e arrangiamenti. Ci chiesero di fatto che film stroncati dalla critica straordinario spesso spacciato in fare questa sigla e ne approfittammo come questo oggi spesso diventi- modo fasullo. Negli USA eravamo per fare un disco degli Oliver Onions. Il no dei veri e propri cult, soprattut- approdati nell’unico posto dove pote- disco Orzowei piacque molto. Forse to tra i giovani? vamo fare un film musicale. In Italia perché aveva un ritmo un po’ tribale (è la storia di un ragazzo africano) e non aveva nessuna aderenza con le Piedone l’Africano, terzo grande successo della immagini. serie, ha una colonna sonora che parte con la giocosa “Freedom”, canzone dei titoli di testa e leitmotiv del film. Ancora una volta i De Angelis ci colpiscono per la Parliamo delle vostre sigle per i loro ricca documentazione e il ricorso a diversi stili cartoni animati: l’epica e ritmata musicali. “In Africa” è l’ennesima variazione del mitico Galaxy Express 1999 (1982) evi- leitmotiv di Piedone, caratterizzato questa volta da un denzia benissimo il tema del corag- timbro marcatamente vibrato, “On Action” è un dialogo gio predominante nella serie ed fra basso e chitarra, “Jungle Galore” una variazione di esalta la poesia di questo treno che “Freedom“ eseguita da percussioni tribali, “Chase” pre- G. & M. De Angelis viaggia nella galassia su binari invi- senta lodevoli fraseggi del sassofono. Apprezziamo il sibili. Potete raccontarci la genesi Piedone l’Africano (1978) jazz notturno della tromba di “African Night Club”, il di questo brano indimenticabile? Digitmovies CDDM 029 rock esaltato dagli ottoni in “Rock-Boogie”, l’ammirevo- Come avete creato i magnifici effet- 25 brani di commento le tentativo di riprodurre i versi della scimmia in + 1 canzone – Durata: 58’56” “Monkey”. Di chiara matrice funky “African Disco” e ti “spaziali” al sintetizzatore? “African Adventure 3”. “Freedom 3 e 5” sono caricatu- La sigla di Galaxy Express 1999 rali nel tema principale affidato ad un gutturale fagotto, nacque prima di “Fantasy” per “Jungle Galore 2” alterna percussioni tribali al ritornel- Bomber: piacque al regista e la musi- lo cantato di “Freedom”. Una buona OST. ST ca venne riutilizzata. E’ un prodotto nato in sala di registrazione: ci siamo i fratelli de angelis 19 messi ad arrangiarla nel modo più mente tanto che per tenerlo in piedi Italia ne prendiamo una grandissima soddisfacente possibile. Nel brano la avremmo dovuto essere a Broadway. in queste due città. Con l’euro i costi voce solista è di Guido mentre io, Purtroppo la piazza italiana certe cose sono insostenibili. Anche nella fiction Maurizio, suono. Gli effetti al sintetiz- non se le può ancora permettere. c’è sempre un regista di cui devi zatore sono nati in studio: abbiamo Credo che il caso di Notre Dame sia rispettare le indicazioni, hai sempre usato un sintetizzatore Oberheim. un coincidenza piuttosto particolare. Il dei tempi da prendere e delle scene Era un sintetizzatore favoloso che musical è un genere che di solito va in da considerare. Nel nostro ruolo di aveva un sacco di suoni. sofferenza se costa tanto. Siamo però produttori ci troviamo benissimo per- molto soddisfatti di questa esperien- ché abbiamo avuto dei risultati di otti- Il Giro del mondo di Willy the Fog za. Se ci capitasse l’occasione, attra- mo livello con , con Elisa ha un ritornello indimenticabile, verso circuiti teatrali che curano di Rivombrosa… Tutto è nato dopo sembra quasi una giostra che gira… meglio la distribuzione a livello nazio- Dance Academy: il nostro lavoro di Esattamente: è proprio così. Mi fa nale, rifaremmo ancora il musical. produttori ci permette di crearci una piacere che sia arrivata questa cosa Non lo importeremmo né dalla dimensione che garantisce una conti- perché effettivamente la musica era Francia né dalla Germania né nuità di lavoro con il mondo della ispirata all’idea del giro del mondo, dall’Inghilterra, ma ci piacerebbe farlo musica e del cinema, che è la nostra all’idea di avventura vissuta contem- qui perché la scarica di adrenalina dimensione di vita. Abbiamo tanto poraneamente da più personaggi… E’ che ti viene dal contatto con il pubbli- entusiasmo e ci sforziamo sempre una serie a cui siamo molto affeziona- co è bellissima ed è una sensazione molto per raggiungere i nostri obiettivi. ti. Una volta eravamo con un arbitro di difficilmente descrivibile. calcio in una finale di Coppa Cos’è la musica per film per gli Campioni. Ci siamo conosciuti per Vi occupate anche di fiction di Oliver Onions? caso lì alla partita e fra una cosa e l’al- grande successo: per esempio Il Per gli Oliver Onions la musica da tra è venuta fuori questa sigla. L’arbitro maresciallo Rocca o Incantesimo. film è stato un modo unico e irripetibi- era inglese e ci disse: “Willy Fog? It’s Quali sono le differenze fra cinema le per farsi conoscere. Per noi la one of my favourite songs!”. Ci ha can- e fiction nel modo di lavorare? musica da film è fondamentale: ho tato una strofa intera della canzone! Come vi trovate nel vostro nuovo visto film brutti diventare bellissimi Sono quelle cose che ti rimangono… ruolo di produttori? grazie ad una bellissima musica. E’ Le differenze da un punto di vista anche vero però che film belli posso- La sigla di Doraemon è immersa musicale non sono tante. Ti richiedo- no diventare noiosi con una musica in una giocosa sperimentazione no le stesse cose: per esempio sotto- noiosa. Quindi il ruolo della musica è musicale e rievoca un mondo di lineare un dramma, una situazione… importantissimo. magia e divertimento disincantato. Si lavora nelle sale montaggio con gli Siete partiti dal personaggio prota- AVID. Quello che cambia è che puoi Quali sono i vostri progetti futuri? gonista per comporre la sigla? essere costretto a distribuire la colon- Abbiamo una struttura che ci per- Sì, certo. Siamo sempre stati e na sonora su più puntate, per cui puoi mette di lavorare a tutto tondo: idea- siamo rimasti molto bambini, molto servirti di un tema legato ad un perso- zione, missaggio, doppiaggio… infantili nel senso buono del termine. naggio inserendolo nella serialità della Cerchiamo di fare un lavoro a cir- Non ci sforzavamo mai a tirar fuori fiction. Ci sono cambiamenti a livello cuito chiuso. Io e mio fratello ci siamo questo tipo di mondo e riuscivamo a di sceneggiatura: una serie di sei pun- suddivisi le mansioni: io, Maurizio, mi dare una connotazione molto definita tate deve creare delle aspettative nel dedico di più alla parte musicale, a quella età. pubblico. Devi far succedere qualco- mentre Guido si dedica di più agli sa. In un film in un’ora e quaranta la aspetti produttivi. L’ultima cosa che Il vostro interesse per il musical. storia inizia e finisce, ci sono dei tempi abbiamo fatto è Il maresciallo Rocca Cosa amate del musical e perché? molto più stringati. Il modo di realizza- 5. Maurizio come musicista si sta Come musicista, se avessi la pos- re queste colonne sonore è ormai alli- dedicando ad una serie con Luca sibilità di fare un musical lo farei sem- neato al cinema: per registrare andia- Barbareschi. Ci sono tre grossi pro- pre di corsa. Se c’è un momento in cui mo a Praga o a Sofia perché con il getti in cantiere, ma per ora non sopraggiunge un’emozione è proprio costo di un’orchestra media qui in posso anticipare nulla. l’attimo prima di andare in scena: vedi la gente che è pronta, seduta ad aspettare quello che tu andrai a fare, Un buon prodotto della premiata ditta dei fratelli e ti domandi se sarai in grado anche De Angelis. Si parte con l’epica e ispirata “Hombres quella sera di farlo. Pensi che non del Mar”, una canzone in italiano molto mossa e dal grande ritornello corale. C’è anche una versione puoi deludere il tuo pubblico perché ti orchestrale in cui la melodia principale viene suona- è venuto ad ascoltare. E’ veramente ta da un futuribile sintetizzatore. “Arrembaggio” una grande scarica di adrenalina. riprende un frammento di “Hombres del Mar” utiliz- Come produttori abbiamo importato in zando solo percussioni intonate. “Yara” ha un grazio- Italia I dieci comandamenti. Le musi- so sapore medievale e trobadorico e c’è anche una versione vocale con voce femminile. “Enrico e che non sono nostre ma sono molto G. & M. De Angelis belle. Ha però funzionato meno del Onorata” è affidata alle note del flauto solista, “Festa Il Corsaro Nero (1976) previsto: in quel periodo in Italia c’era Van Gold” e “Palazzo Van Gold” vivono di allegri una serie di emergenze impreviste. arpeggi di chitarra in un’alternanza dinamica forte- Digitmovies CDDM 032 Per esempio c’era la SARS e la gente piano, “Tortuga” è un memorabile andante che salpa 22 brani di commento verso l’avventura con una tromba solista e grandi + 2 canzoni – Durata: 59’26” veniva a vedere lo spettacolo con la fraseggi degli archi, interludi di oboe e pizzicati di mascherina ed era un disastro. Chi ha clavicembalo. “Morte di Yara” si sviluppa, drammati- visto lo spettacolo è rimasto entusia- ca, nelle desolate e tristi note del flauto. ST sta. Lo spettacolo però costava tal- 20 zbigniew preisner Zbigniew Preisner

Decalogo in musica di Mattia Nicoletti

“Ma quanto ci manca Kieslowski?”, scriveva Irene Bignardi a un anno dalla morte del grande regista polacco. Il vuoto lasciato da un cineasta che ha creato l’intimità nella realtà, disegnato il Caso nei giorni della vita, non ha paragoni. Eppure era un uomo schivo che aveva abbandonato il cinema un anno prima di morire, dopo solamen- te una manciata di film. Amava sottolineare che era un regista solamente perché sapeva fare bene quello. E basta. Esattamente come un muratore sa usare cazzuola, malta e mattoni. In quella vita apparentemente norma- le, aveva un grande amico, Zbigniew Preisner, con il quale, insieme allo sceneggiatore Krzysztof Piesiewicz, for- mava un indissolubile trio. Si erano incontrati negli anni ’80, mentre Preisner stava componendo la musica per il film di Anthony Krauze Weather Report, e da quel momento sono stati inseparabili. Entrambi avevano una visio- ne del cinema come emozione, espressione d’amore e sentimenti. Preisner ha incontrato la musica mentre stava studiando Storia e Filosofia all’Università di Cracovia. Non sape- va come scrivere spartiti e così analizzava la musica che ascoltava, la riduceva in “pezzi” e poi la ricostruiva. A partire dal 1978, Preisner ha scritto musica per documentari e cortometraggi, disegnando atmosfere profonde e sentite, senza minimamente prevedere di poter diventare uno dei compositori più interessanti della nostra epoca. L’incontro con Kieslowski ha dunque cambiato la sua vita, consentendogli di mettere in musica un’anima autoc- tona (quella polacca) e uno spirito cinematografico come pochi. La simbiosi con il cineasta de La doppia vita di Veronica ha prodotto temi musicali di rara intensità, con note accorte e sintetiche, silenzi, piccoli barlumi di luci soffuse che si insinuano sotto la pelle. E’ questo l’anno zero di Preisner in cui le sue intenzioni si trasformano in armonia, e Il Decalogo nasce, e poi ancora La doppia vita di Veronica e i Tre colori. Dopo questi lavori nulla può essere più lo stesso. I lavori successivi – Il danno di Louis Malle, Giocando nel campo del Signore, Amarsi, Elisa – non hanno più raggiunto le vette polacche, probabilmente per la mancanza di un riferimento importante come Kieslowski; tutta- via negli ultimi anni, a cominciare dal personale omaggio al suo amico scomparso, “Requiem for a Friend”, Preisner ha iniziato a scrivere musica per film d’autore, ritornando alle sue origini. E così Aberdeen, The Last September, e anche Le forze del destino sono nuova linfa di un compositore, fra i più intimi ed emozionali, che lascia parlare i sentimenti in modo armonico e intenso, vero e impalpabile, con semplici note che toccano il cuore. Colonne Sonore ha intervistato Zbigniew Preisner per conoscere cosa pensa oggi della propria musica e come que- sta sia cambiata, dai tempi di Kieslowski, passando da Hollywood, fino al ritorno sui propri passi. Nuovamente romantici.

Potresti raccontarci il tuo viag- noi stessi e su noi stessi e le nostre tare le cose e valutare se avevamo gio musicale attraverso i registi e vite. Rappresentavano le nostre realmente qualcosa da dire. Era i film, dalla Polonia di Kieslowski visioni, esperienze e, qualche volta, come se costantemente ci ponessi- alle pellicole di Hollywood come i nostri sogni. mo degli interrogativi, spesso Il giardino segreto, Giocando nei La nostra intenzione era illumina- senza darci delle risposte chiare, campi del Signore, Amarsi e re il mondo con la nostra filosofia e, lasciando agli spettatori la possibili- Between Strangers? Qual è il tuo allo stesso tempo, rifletterla sul tà di scegliere la conclusione. La personale approccio, oggi, nel nostro modo di essere e di vivere. mia carriera al termine del periodo comporre musica? E’ cambiato Noi non ci domandavamo se con Kieslowski, scrivendo per film dall’inizio della tua carriera? avremmo dovuto realizzare film, americani, canadesi, italiani, greci è Con Kieslowski il percorso è perché la risposta era ovvia. La stata semplicemente un viaggio nel stato un vero viaggio dentro noi domanda, piuttosto, era relativa al tempo. Comunque quel periodo stessi per toccare l’anima delle per- messaggio che avremmo dovuto con Krzysztof ci ha permesso di sone, degli spettatori, degli ascolta- dare. A chi ci guarda e ascolta. conoscerci perché solo all’inizio di tori; noi stavamo facendo film per Interessante per noi era raccon- una carriera di un artista gli stravol- zbigniew preisner 21 gimenti ti fanno giungere al convin- una persona con la quale ho un Il piano è lo strumento musica- cimento che io, “io”, posso andare buon rapporto, questo solitamente le che più ami e utilizzi nelle tue avanti da solo, perché il mio tempo garantisce che quel film, che lui sta colonne sonore. A quali altri stru- è iniziato. girando, sarà interessante per me, menti ti piace pensare nello svi- E per fare questo è necessario anche solo perché la pensiamo alla luppo di una composizione? avere talento, coraggio e fortuna stessa maniera. Comunque non ho Non penso mai agli strumenti da [per Kieslowski era il Caso – ndr]. avuto e non avrò mai più un’intesa utilizzare e mi concentro solo su Io sono stato fortunato a incon- della stessa intensità di quella vis- grandi musicisti, perché un grande trare molte persone talentuose suta con Kieslowski. Niente nella musicista è più importante di un’in- sulla mia strada, e comporre musi- vita accade due volte. tera orchestra. I solisti, i grandi soli- ca, in particolare colonne sonore, Quando qualche anno fa sti, creano la mia musica, esatta- significa avere l’abilità di essere Kieslowski è mancato, lui che mente come gli attori che interpre- sensibile all’anima di un film. E’ aveva l’idea di fare qualcosa di tano magistralmente un ruolo prin- come la capacità di trovare un pro- nuovo, nel teatro, con la musica, mi cipale. Tutto quello che c’è intorno è prio spazio in modo creativo, senza aveva stimolato a comporre un un extra. Positivo o negativo, ma un però dominarlo. Io non enfatizzo Requiem, che poi dopo la sua extra. mai in un film ciò che vedo nella morte, si è trasformato in un pellicola, ma cerco di creare attra- Requiem dedicato a lui, un mio Ci piacerebbe conoscere la tua verso ciò che non vedo, quello che amico. Il mio amico. idea sull’evoluzione della scrit- è invisibile. La musica in un film è Credo realmente che lo fosse, tura da musica da film dai tempi come la metafisica, e sottolineo per il tempo che abbiamo lavorato di Miklos Rosza e Bernard sempre questo valore e questo insieme, per gli anni trascorsi. Per Herrmann a oggi, e sapere se ti modo di pensare; non cambierà tutto. Questo spiega il mio approc- sei ispirato a un compositore mai. Cambierei professione piutto- cio alla musica. Non è musica per i nella stesura delle tue musiche. sto che non essere me stesso. film, è musica per i sentimenti. Non ho mai seguito e non mi Quelli che fuoriescono dalle imma- sono mai immerso nella storia della La tua amicizia con Kieslowski gini, e quindi da una sequenza di musica cinematografica. Se devo ha creato una delle più emozio- immagini. Oggi dobbiamo tornare a rivelare quali sono i compositori che nanti coppie cinematografiche una sorta di Romanticismo, e lo si mi hanno dato emozioni posso cita- regista-compositore di tutti i deve fare senza porsi dei limiti, e un re e la sua collaborazio- tempi. Oggi, qual è il motivo che approccio simile io lo utilizzo nello ne con Fellini e Coppola. ti spinge a scrivere una colonna scrivere la mia musica. Amore, Ammiro anche Morricone e il sonora? morte, tristezza, sorpresa, gioia. Le lavoro che ha fatto con Sergio Principalmente mi concentro sul emozioni sono la mia prima ispira- Leone. Immenso. Vero. regista, perché quando incontro zione. Brividi che corrono sulle note.

Le cinque colonne sonore di Preisner da ricordare Tre colori - Film Blu ne con gli archi che conquistano la restituisce total- Il compositore scena in un tango europeo che si mente la religiosi- Van Den Buden- perde in momenti di estrema malinco- tà di questa opera mayer, la cui musi- nia e intimità. La terra promessa e che probabilmen- ca si ascolta nel l’anima cosmopolita si fondono in te esprime l’arte film di Kieslowski, emozioni conclamate, a volte rallenta- di Preisner al suo è l’alter ego di te. La trilogia ha mille facce ma una meglio. I pianissi- Preisner. Qui la sola anima. mo sono impalpabili, la fusione con composizione è sontuosa, anche la voce è quasi pucciniana, totale, troppo ricca nella strumentazione, in Tre colori - Film Rosso in un lento crescendo di emozioni ode all’Europa. Ciò che sorprende, Preisner gioca sottili che si contrappongono alle tuttavia, sono i silenzi, che spezzano con il “Bolero” sonorità più popolari della musica il fragore orchestrale, richiamando il (composizione di polacca. dolore della protagonista per la per- origine spagnola dita del marito e del figlio. Il tema del 18esimo seco- Il giardino segreto principale viene poi ripreso con l’inti- lo, combinazione di I soliti strumenti. mità del pianoforte. Le note sono più contradanza e Il piano, il flauto. Il lievi e la musica vive. Come nel film. sevillana) che trasforma in una perso- solito coro. Il tim- nale visione stylish una sfilata di bro di fabbrica di Tre colori - Film Bianco moda e nel contempo i pensieri di una Preisner si am- Nel capitolo più giovane donna. Il ritmo del “Bolero” morbidisce, per polacco della trilo- scandisce i tempi come un metrono- raccontare il senti- gia, anche Preisner mo. Il colore è rosso come il fuoco, e mento in maniera più dolce e armo- si diverte a tornare la passione è nascosta negli attimi. niosa. L’intensità rimane la medesi- alle sonorità della Momenti di amore non rivelato. ma, ed è questa la magia. patria natìa, e le Impossibile per chi ha amato i suoi fragorosità di “Blu” La doppia vita di Veronica lavori kieslowskiani non riconoscer- si trasformano lentamente in tradizio- La sottile voce di E. Towarnicka lo. E non amarlo. 22 giorgio gaslini Il Cinema? Una grande scuola!

Incontro con Giorgio Gaslini di Giovanni Aloisio

Il nome di Giorgio Gaslini, musicista e compositore di grande fama internazionale, è solitamente accostato a due indimenticabili colonne sonore, quella de La notte dal film di Michelangelo Antonioni e Profondo rosso dal noto thriller di Dario Argento. In realtà pochi ricordano che Gaslini, parallelamente alla sua intensa attività concer- tistica e di docente presso il Conservatorio di S. Cecilia in Roma, ha composto oltre una quarantina di colonne sonore per il cinema e molte altre per la televisione e il teatro. Un artista che, quindi, può vantare un’articolata e intensa esperienza in questo settore e che, proprio a tal proposito, abbiamo incontrato e intervistato.

La sua carriera come composi- disco dell’anno. Poi vennero le introdusse uno stile più spinto e tore di colonne sonore comincia colonne sonore con Dario Argento, molto più calato nel profondo delle discograficamente con un tra gli altri impegni artistici. storie e dei personaggi. celebre brano e album, La notte, per il film di Michelangelo Quindi, nel ‘72, quando venne Dicevamo che il giovane Antonioni. chiamato da Argento, era già un Argento, regista che già si era In realtà il mio percorso artistico compositore affermato e viveva distinto all’epoca per i suoi thril- da professionista è iniziato nel un periodo professionalmente ler molto personali, la convocò 1946. Il mio primo disco è molto intenso. per un progetto televisivo in “Concerto Riff” del gennaio 1948 Infatti. La mia attività concertisti- quattro puntate commissionato- per l’etichetta “La Voce del ca arrivava ad oltre 100 concerti gli dalla RAI. Padrone” (EMI). E’ considerato il l’anno. Nel frattempo avevo anche Dario Argento nel ‘72 mi chiamò primo della storia del jazz moderno la prima cattedra di jazz al per comporre le colonne sonore dei italiano. Poi nel 1957 pubblicai per Conservatorio S. Cecilia di Roma suoi quattro telefilm La porta sul la EMI “Tempo e Relazione”. che mi impegnava molto. Questa fu buio e subito dopo per la colonna Questo lavoro d’avanguardia è con- una vera dirompente novità della musicale del suo film Le Cinque siderato come l’inizio del jazz euro- quale i mezzi d’informazione e la Giornate con Celentano come pro- peo di ricerca. Fui invitato in televisione si impadronirono. tagonista. Intanto mi ero trasferito America. Nello stesso momento Registrai per la TV diverse puntate da Milano a Roma con un contratto Antonioni lo ascoltò e mi scritturò intitolate appunto “Jazz in cinematografico con l’editore Bixio. col mio quartetto per le riprese del Conservatorio”. film La notte e per comporre l’intera Commentando la colonna colonna sonora che poi vinse il Probabilmente lei è stato uno sonora di quel film, Le Cinque Nastro d’Argento. dei primi in assoluto ad accostar- Giornate, che la critica e il pub- si ad un tipo di commento sono- blico non hanno mai particolar- Fra gli anni Sessanta e ro meno classicheggiante ed mente amato, si è detto che lei Settanta ha firmato altri com- orchestrale, volutamente mini- “morriconeggiava” e che il riar- menti cinematografici come Un malista ed intimistico, caratteriz- rangiamento di temi rossiniani e amore. zato da forti componenti “jazz”. nazional-patriottici fosse senza Sì, seguirono altri dischi e film. In effetti già la mia colonna sono- particolari guizzi creativi. La mia colonna del film Un amore ra de La notte costituì un riferimen- Col tempo film e musica sono dal romanzo di Dino Buzzati fu pre- to per la novità di essere soltanto stati giustamente rivalutati. A miata dalla critica come miglior per un quartetto strumentale. E distanza di più di trent’anni cosa giorgio gaslini 23 si sente di rispondere ai suoi detrattori dell’epoca? La mia colonna del film Le Cinque Giornate è totalmente cala- ta nelle vicende e nei personaggi della storia. Quella storia richiedeva quella musica, con buona pace di chi disserta invece di fare.

Argento decise di coinvolgerla per la terza volta in un suo pro- getto, calandola nuovamente nelle atmosfere cupe e violente del genere thriller con Profondo rosso. Ci furono delle indicazioni precise del regista per orientare le sue composizioni o lasciò il tutto alla sua totale libera creati- vità? E, inoltre, conosceva già il Monica Vitti ne La Notte di Michelangelo Antonioni soggetto del film quando comin- suoi allievi. E’ curioso rilevare – e un film sono amministrate dalla ciò a comporre la celeberrima questo lo sanno in pochi – che que- SIAE. Ho ricevuto e ricevo regolar- colonna sonora? sti allievi erano proprio quelli del mente i diritti d’autore di tutta la mia Per Profondo rosso avevo già mio corso di jazz prestati alla musica (e non di quella di altri) che letto il copione e visto le prime scena! è stata utilizzata nel film Profondo scene alla moviola sul set a Torino. rosso. Niente di diverso da ciò che Tutto ciò mi bastava per capire il Fra lei e Argento fu “rottura” o avviene per qualsiasi film. lavoro creativo che dovevo svolge- ci fu un naturale “passaggio” ad re. Quando Argento mi chiamò per altri musicisti, i Goblin e, quindi, Avrebbe difficoltà, se le fosse comporre la colonna del film, fui per esigenze di copione, ad un richiesto, a tornare a comporre chiaro in partenza. Gli dissi che altro stile di musica? colonne sonore cinematografi- potevo liberarmi dai concerti per un Non ci fu alcuna rottura, che io che o ritiene questo tipo di espe- solo mese e cominciai a scrivere sappia. Dario Argento apprezzò in rienza un capitolo totalmente nella massima libertà. quegli anni la mia musica e la mia chiuso e superato? professionalità. Ho un buon ricordo Sono molto impegnato sia nel La celeberrima cantilena infan- e stima per lui e per tutta la sua campo della composizione sia in tile del film, “School at Night”, è famiglia. quello concertistico e discografico. uno dei brani cardine e fonte di A un certo punto dovetti riprende- Ma lascio sempre la porta aperta a ispirazione per una miriade di re i concerti per rispettare i contrat- nuove proposte artisticamente film e colonne sonore horror ti. Al giovane Simonetti lasciai delle entusiasmanti, cinema compreso. uscite successivamente, talmen- indicazioni per i pochi brani che Non c’è niente di chiuso o superato. te penetrante e angosciante da mancavano. Così nacquero i Tutto scorre, come diceva il filosofo! entrare di diritto e indelebilmente Goblin che indovinarono un tema nell’immaginario di molti di noi. efficace per il film, sulla falsariga di Nella composizione delle Come le venne in mente? un disco di qualche tempo prima, il colonne sonore le è sempre stata La cantilena infantile del film ha famoso “Tubular Bells” minimalista, lasciata ampia libertà espressi- impressionato tutti e continua a di Mike Oldfield. Il tutto si risolse in va? O il regista-autore, in qual- farlo. Mi nacque di getto, unendo un grande successo. che modo, tende a condizionare vari elementi: una voce infantile, il il musicista-compositore? gioco armonico tra maggiore e Cosa ne pensa di quella colon- L’esperienza di varie decine di minore, i timbri strumentali chiari e na sonora e dei Goblin che ese- colonne sonore per film mi porta a acuti per dare il senso della guirono alcuni suoi brani? concludere che più un regista è sospensione, dell’avvicinarsi di un Nella colonna sonora del film ho stato un autorevole artista tanto più incubo. diretto le esecuzioni per grande mi ha lasciato piena libertà creatri- orchestra e suonato i loro brani. Un ce. In genere per me è andata così. C’è una qualche attinenza fra disco serio dovrebbe riportare esat- Argento, per esempio, ha sempre la figura di Markus, il giovane tamente tutto ciò. Comunque sia, rispettato con estrema fiducia il mio professore di musica protagoni- nelle loro cose i Goblin sono stati lavoro per lui. sta di Profondo rosso che apre il bravi. film, non a caso, con una breve E sempre stato soddisfatto dei lezione sul jazz e quella del com- In termini di diritti d’autore risultati ottenuti? E comunque positore docente di conservato- Profondo rosso le avrà fruttato ritiene l’esperienza cinematogra- rio Gaslini? comunque parecchio. Forse, e fica, per un compositore di musi- In effetti, se si osserva la prima paradossalmente, proprio il lavoro ca, positiva? scena del film Profondo rosso si che, per una serie di ragioni, ha Lavorare musicalmente per il noterà che il protagonista, l’attore dovuto “condividere” è quello che cinema è una grande scuola. David Hemmings, è un professore ha avuto maggiore successo Questa esperienza ha arricchito e di jazz al conservatorio che sta diri- commerciale in Italia e all’estero… fortificato tutta la mia azione di gendo un brano con un gruppo di Le composizioni di un autore per compositore di musica autonoma. 24 dalla parte dei registi... InvaxönInvaxön (pronuncia(pronuncia ‘invajun’)‘invajun’)

Buio Pesto,Pesto, Musica ee immaginiimmagini fantascientifiche di Barbara Zorzoli I Buio Pesto al completo

Se per la maggior parte della persone, la parola pesto rimanda inesorabilmente al prelibato condimento made in Liguria, sono lieta di annunciarvi che i Buio Pesto poco si discostano dalla blasonata salsa. Come lei sono unici, piac- ciono a tutti, legano bene con qualsiasi tipo di companatico (provatelo anche sul pane) e come il pesto sono un pro- dotto d.o.c., su cui apporre un bollino di garanzia. Come il pesto (ricco d’aglio), fanno veramente bene alla salute, migliorano il tono della psiche e della mente, sono vagamente euforizzanti e… sono prossimi a farsi conoscere anche dagli alieni! Pensate sia fantascienza? Be’, avete perfettamente ragione! Il titolo del loro film, Invaxön - Alieni in Liguria (la Liguria non sarà mai più la stessa), è tutto un programma, e rac- chiude, in fondo, l’essenza e lo spirito di questo gruppo tutto genovese in piena ascesa. Avete presente il detto “vole- re è potere”? Ebbene, direi che nel caso dei Buio Pesto l’incoraggiamento in questione abbia preso forma e vita con- creta. Ora mi direte: “ma chi sono ‘sti Buio Pesto?” Curiosità legittima. I Buio Pesto sono la più nota, longeva, innova- tiva e irriverente band dialettale ligure, tanto ligure da esprimersi sempre e solo in genovese… Sette i componenti, 43.000 i dischi venduti dal 1995 sino ad oggi, 300 i concerti eseguiti, e adesso tenetevi forte: più di 240 milioni delle vecchie lire raccolte per beneficenza (leitmotiv di tutta la loro attività). Hanno pubblicato cinque album: Basilico, Paganini, Belinlandia, Colombo e Cosmolandia, ed è proprio quest’ultimo il primo album italiano volato nello spazio, decollando da Cape Canaveral il 19 dicembre 1999 a bordo dello space shuttle Discovery. Niente male, vero? Se si aggiunge poi che la band ha duettato con artisti quali Elio e le Storie Tese, Piotta, Massimo Di Cataldo, Francesco Baccini, Bruno Lauzi, i Ricchi e Poveri, Marco Masini, i New Trolls e l’indimenticabile Pucci dei Trilli, allora le cose si fanno ancora più interessanti. Sono loro gli autori di tutte le canzoni inserite in Invaxön, dove Massimo Morini (voce, tastiere e mente del gruppo), Davide Ageno (chitarra), Danilo Straulino (batteria), Nino Cancilla (basso), Maurizio Borzone (violino), Massimo Bosso (corista, produttore e autore dei testi), la mitica voce solista Casella, e ultima (per- ché merita una presentazione tutta particolare), l’unica donna del gruppo, Federica Saba, una Patsy Kensit con voce alla Pausini (se possibile anche meglio). Ecco i Buio Pesto. Come consuetudine, un film ha normalmente una colon- na sonora, e Invaxön non fa eccezione; anzi, la soundtrack di questa pellicola di fantascienza (girata tra la Liguria e la Florida, in quel di Cape Canaveral) è frutto dell’ingegno e dell’esperienza del maestro e naturalmente leader della band Massimo Morini. Lo incontro in occasione del passaggio del film su Jimmy, canale satellitare Sky. Mattatore sul palco, Massimo è un tipo alla mano, brioso e loquace; in fatto di colonne sonore poi, ha le idee molto chiare. Perché allora non scambiare quattro chiacchiere con lui?

Allora, com’è iniziata l’avven- sino a notte fonda, e simulando l’or- poi quando il film è stato definitiva- tura per la composizione della chestra cercavo di tradurre in musi- mente girato e doppiato, allora è ini- colonna sonora? ca le emozioni provate. ziata la fase che prevedeva la sin- Semplicemente nell’attimo in cui cronizzazione delle musiche con i abbiamo terminato le riprese del Lo facevi guardando il girato? suoi vari passaggi narrativi. Questa film. Da quel momento abbiamo No, semplicemente ad occhi chiu- volta, però, il lavoro si è svolto montato tutto. Ma già durante le si. Ricordavo bene cosa avevo pro- davanti al film, alle immagini. Non riprese avevo iniziato a comporre le vato, e cercavo di ricostruirlo sulla sul girato, ma sul montato. La cosa musiche; giravamo le scene, e pro- base di emozioni e sentimenti che interessante è che tutto questo pro- vavo determinate emozioni, allora avrebbero lasciato spazio alla musi- cesso è stato fatto con soli strumen- correvo in studio, e mi chiudevo lì ca. Questo è stato il primo passo, ti elettronici, utilizzando tre specifi- ...buio pesto 25 che tastiere, veri e propri simulatori Nella versione definitiva della significato principalmente la possi- di suono per orchestra; violino, vio- colonna sonora ci sarà qualche bilità di verificare subito al maxi- loncello, contrabbasso, oboe, clari- novità? schermo l’impatto della musica netto, ma anche batteria. Tutto al Sì, inseriremo una seconda ver- sulle immagini. fine di riuscire comunque a suonare sione di “Invaxön-Base” che verrà e ottenere una vera e propria colon- arricchita dai dialoghi tra Malerba Parliamo della sigla finale: na sonora, ma senza orchestra. Il [l’astronauta ligure in orbita sullo dura un quarto d’ora… passo successivo è stato quello di shuttle Atlantis nel 1992 – NdR] e la Sì, tutti i pezzi compresi nello chiamare alcuni singoli musicisti che sala comandi, e dal rumore del score sono nella sigla finale. avrebbero sostituito il suono ripro- decollo. Il CD comprenderà, oltre Mettendone un pezzettino di ognu- dotto dalle tastiere con il suono reale alle tracce appena elencate, altre no, siamo riusciti a farli stare tutti dello strumento in questione. Così, canzoni dei Buio Pesto, che si nell’end title. se ogni membro dell’orchestra viene ascoltano in vari passaggi narrativi. con il proprio strumento e suona E poi sono particolarmente fiero del Ora, per chi non ti conosce, insieme a quelli digitali sulla colonna fatto che la colonna sonora di chi è Massimo Morini? sonora già sincronizzata con il film, Invaxön e la canzone omonima Io sono fondamentalmente uno allora si ottiene un ottimo risultato. siano state entrambe candidate che fa musica a 360 gradi. Dirigo Ciò che abbiamo raggiunto è un’or- all’ultima edizione del David di l’orchestra a Sanremo curandone chestra vera, che però non ha mai Donatello. gli arrangiamenti, canto nei Buio suonato insieme! Pesto e ho lavorato come discogra- Canzone scritta sempre da fico, remixer e produttore con vari Parliamo dei pezzi che com- te… artisti. pongono la colonna sonora: No, io ho composto la musica e quanti sono e che caratteristiche Massimo Bosso ha scritto il testo. Qualche nome? hanno? Ma è suonata da I Buio Pesto e I B-nario, Alina, Enrico Ruggeri, I brani principali sono otto, e cantata da me. ma anche Bocelli, Tozzi, Baglioni, ovviamente nel film si ascoltano Anna Oxa. Curo anche la musica allungati, accorciati e sparpagliati. Ma chi c’è dietro la colonna da tecnico, mi sono occupato della Tutti si intitolano “Invaxön”, a cui sonora? realizzazione di alcuni dischi per segue un nome secondario che L’artefice principale sono io! Ho Battisti e di alcuni concerti italiani di indica il frammento filmico in cui composto la musica che è stata poi Bruce Springsteen. Ah, da ventidue sono stato utilizzati. “Invaxön- orchestrata da Maurizio Borzone, edizioni consecutive sono al Invaxön” è il tema principale e la violinista professionista, nonché Festival di Sanremo, come direttore sigla di testa, poi c’è “Invaxön- violinista ufficiale dei Buio Pesto. o tecnico di orchestra, e ad oggi Revenge”, utilizzata in tutti gli inse- Sempre Maurizio si è occupato di sono il più giovane direttore della guimenti tra umani e alieni… reclutare i singoli musicisti che storia del Festival. hanno sostituito l’orchestra “fittizia”. Alla John Williams? Ma come vi è saltato in mente [ride] Sentirai! E’ tutto un incrocio Come avete trovato questi di fare un film di fantascienza? tra John Williams e ! musicisti? Per spiegarmi meglio parto da Ma ritornando ai pezzi composti, Grazie all’amicizia, al passaparo- lontano. Un giorno, quando non segue “Invaxion-Dargos”, che per la. Sono amici, ex-orchestrali, potrò più fare il ragazzetto sul intenderci è la classica marcia membri dell’orchestra del Carlo palco, o quando non produrrò più russa degli alieni, ispirata alla sigla Felice… e tengo a precisare un dischi perché non avrò più l’età per iniziale di Mars Attacks!. Ammetto dato importante valido per tutti colo- capire il mercato dei giovani, ebbe- di essermi ispirato ai grandi film di ro che hanno preso parte al film: ne mi piacerebbe chiudere in bel- fantascienza; “Invaxön-Invaxön” è essendo il progetto a scopo benefi- lezza occupandomi di colonne infatti una composizione alla co, nessuno è stato pagato per la sonore, ma non da italiano. Gli ita- Guerre Stellari, “Invaxön-Revenge” prestazione offerta. liani hanno uno stile sempre molto è invece ispirata a tutti quei film di umile, delicato, esile, gli americani, Jerry Bruckheimer, hai presente le Quanto tempo hai impiegato invece, partono con l’idea di non scene in cui c’è un uomo di colore per scrivere questa colonna negarsi niente, non si vergognano che insegue un bianco… con quel sonora? di nulla, nemmeno di esagerare. Io, sottofondo caratteristico di batteria Tre settimane di full immersion! in questo senso, mi sento più e orchestrazioni moderne. Senza mai staccare, lavorando americano. In Invaxön, la cosa che “Invaxön-Base” è il brano che più giorno e notte. Anche perché erava- fa sorridere è lo “sbulacco” (termine mi appartiene, una mia creazione, mo in ritardo e dovevamo guada- genovese che significa una commistione tra eroismo e gnare tempo. E’ stato un lavoro sostanzialmente esagerazione), ansia, dal momento che è la musi- molto lungo, il film dura due ore e perché c’è la pretesa di fare le cose ca utilizzata prima del decollo dello un quarto. A questo proposito una in grande… un po’ da americani. shuttle dalla base di Cape figura importante da ricordare è Uno dei motivi per cui è partito il Canaveral. La quinta traccia è Michele Badinelli: lui è il tecnico del progetto è stato anche la possibilità “Invaxön-Love”, vero e proprio film, lo ha montato e mixato la di occuparmi interamente della tema d’amore del film, utilizzata nei colonna sonora. Tutta la colonna sonora. Quello che volevo momenti un po’ più intimi. Segue lavorazione è avvenuta al Buio era creare un evento in Liguria, che “Invaxön-Invaxön”, tema lento che Pesto Studio di Bogliasco. Luogo in mettesse in luce circa trecento per- sostanzialmente è il reprise di cui è stato montato anche il film sone, e poi ho sempre avuto una “Revenge”. (sala Videolandia). E questo ha passione per gli alieni e per le 26 dalla parte dei registi...

ricerche spaziali. Le riprese sareb- bero costate due milioni di euro, una grossa cifra, soprattutto se prima non hai fatto cinematografi- camente nulla, ed io non conosce- vo nessuno. L’universo cinemato- grafico era per me un mondo com- pletamente nuovo, che ho gestito come fosse un disco. L’unica via per la realizzazione del film era credere tutti a questo “sogno” par- tecipandovi ognuno con il suo apporto, ma gratuitamente. Così tutti abbiamo ottenuto ciò che desideravamo, c’è chi è riuscito a mettersi in mostra, chi è stato felice di vedersi al cinema… e soprattutto la beneficenza a sostegno della

ricerca per la sindrome x-fragile. Il “Maestro” Massimo Morini Anche i VIP presenti hanno parteci- pato entusiasti. Se dovessi comporre una colon- Un compositore Italiano? na sonora per un film non tuo, con , ma anche Nicola Per la scrittura della colonna quale regista vorresti lavorare? Piovani, che forse è il più sonora, ti sei ispirato a qualcuno Dato che siamo nel mondo dei americano di tutti noi. in particolare? sogni, il massimo sarebbe fare Quindici anni fa ti avrei risposto Assolutamente! John Williams è qualcosa per Lucas, o per Spielberg! , che credo abbia il primo in assoluto, Alan Silvestri toccato punte eccezionali difficili da per la velocità delle scene d’azione Un regista italiano? ripetersi. e infine Danny Elfman. Mars Dario Argento. Ti dirò di più, credo Attacks! è stato il modello che ho che se Argento avesse un’orchestrazio- Colonna sonora preferita? seguito sia per le musiche principa- ne più potente su cui contare potrebbe Jurassic Park, Ritorno al futuro e li, sia per il film. arrivare a fare i film alla Wes Craven. molte altre…

Il film: Invaxön - Alieni in Liguria

Cosa accadrebbe se gli alieni città. Tanti gli spunti interessanti, in sbarcassero in Liguria? Il cielo primis l’excursus su Fortunato sarebbe invaso da navicelle spa- Zanfretta, il metronotte che dal ziali? Monumenti e piazze verreb- 1978 ad oggi ha avuto 11 presunti bero inceneriti da potenti laser incontri con gli alieni e che è in extraterrestri? Che fattezze avreb- attesa del contatto finale. Per nar- bero questi alieni? Simpatici ani- rarne la vicenda vengono proposte maletti alla E.T., oppure uomini le varie partecipazioni di Zanfretta Bazar, Claudio Onofri, Corrado dalle dimensioni spropositate? E ad alcuni programmi TV; dai tele- Tedeschi, Eraldo Pizzo, Dario poi, quale sport potrebbe mai intri- giornali al Maurizio Costanzo Vergassola, Roberto Pruzzo, Paolo gare gli abitanti di un altro pianeta? Show, passando per Portobello Villaggio, i Ricchi e Poveri, Max A tutto questo ha risposto, tra il con Tortora sino a Cucuzza. Novaresi, più le voci di Radio serio e il faceto, Invaxön, un film di C’è un dato da tener ben pre- Babboleo e alcuni comici locali). fantascienza tutto italiano. E que- sente: nessuno aveva la presun- Resta l’orgoglio di essere riusciti a sto è lodevole. La pellicola dura 2 zione di fare un film alla Star Wars, concretizzare un sogno, resta il ore e 13 minuti, ed è stata realizza- non era umanamente possibile, per fatto inconfutabile che Invaxön è ta per un fine benefico: sostenere cui è onesto valutare il film ponen- realmente il primo film di fanta- l’Associazione Sindrome X-fragile. dosi dalla giusta prospettiva. La scienza ligure, o meglio italiano, E questo è molto lodevole. Viene pellicola ha visto la luce grazie alla che ha avuto il privilegio di vedersi analizzato un arco temporale tra il tenacia di chi ci ha creduto, con aperte le porte della NASA. Una 1945 e il 1978 con testimonianze tutta la sua straripante buona pellicola che ha intenzione di vola- vere/presunte di sbarchi alieni sulla volontà, alla possibilità di far del re alto, molto alto, tra le stelle. terra. Gli alieni sbarcano e scelgo- bene con un prodotto “fatto in Dulcis in fundo… la sigla finale no la Liguria; inizialmente amici, casa”. Un film corale con attori sco- dura 16 minuti e contiene i nomi di non tarderanno (dopo aver perso nosciuti (anche se si scorgono tutte le persone che hanno parteci- una partita a calcio con l’immagina- volti, liguri e non, piuttosto noti: pato direttamente alla realizzazio- ria squadra GenoaSamp) a rivelar- Francesco Baccini, Vittorio De ne del film. si ostili. Dalla NASA, la prima mis- Scalzi, Gian, Bruno Lauzi, Beppe sione spaziale ligure corre con Dossena Attilio Lombardo, Sandro Sito ufficiale: tanto di space shuttle in aiuto della Giacobbe, Roberto Mancini, Matia http://www.alieniinliguria.it ...john turturro 27

Turturro prova una scena sul set

Romance & Incontro con Cigarettes John Turturro (un musical da doccia) di Barbara Zorzoli

L’idea di realizzare questo “musical Pants”, “Little Water Song”, “It’s A Camicia bianca, pantaloni scuri, alto e da doccia”, come lo ha definito il suo Man’s Man’s Man’s World”, “ El sottile, un sorriso asimmetrico dipinto regista, John Turturro, è nata quando Cuarto De Tula” eseguita da Buena su un volto dall’aria vagamente soffer- l’attore-scrittore-regista americano Vista Social Club) e le ascoltai tutte ta, impressione che stride con la sua stava lavorando alla regia di Illuminata attentamente. Il mio scopo era sce- verve inaspettata, l’umorismo vivace (secondo film dopo Mac). gliere l’accompagnamento giusto per e lo sguardo vispo. Beve un sorso Mentre era in sala di montaggio, la trama, sia in termini di ritmo sia di d’acqua, mentre il mio sguardo si sof- Turturro cercava disperatamente di testo, per cui non volevo limitarmi ferma su un dettaglio irresistibile: risolvere un problema riguardante la solamente alle mie canzoni favorite. Turturro indossa un paio di zoccoli colonna sonora. C’era una piccola In tutto ciò ho comunque privilegiato blu, che chissà per quale motivo mi sequenza musicale nel film che non un certo collegamento tra le canzoni suggeriscono l’immagine buffa di un trovava risoluzione, quando, imme- scelte e alcuni cantanti quali James valdostano intento a mungere le sue diatamente, si aprì nella sua immagi- Brown e Tom Jones”. belle mucche. A quel punto rido. nazione quella che lui descrive come Il secondo passo consisteva perciò Lui se ne accorge, e io (beccata) “una piccola porta”. E’ così che il regi- nel rendere credibile il canto dei prota- non posso far altro che glissare: “Belli sta comprese come la musica si gonisti, e ciò fu reso ancor più facile i tuoi zoccoli, li hai presi qui? Io ne sarebbe potuta incorporare nel dram- quando il regista si rese conto che i cerco un paio simile… Li uso anch’io ma. Questo accade in Romance & suoi attori erano disposti a “cantare” la sai, ma proprio non stavano in vali- Cigarettes dove la musica è espres- colonna sonora. Un po’ come stesse- gia”… sione delle stesse sensazioni e spe- ro cantando il loro repertorio persona- A quel punto stavo rovinosamente ranze che le canzoni popolari hanno le, appunto, “come un musical da doc- scivolando. Lui ha compreso. E la portato nella vita della sua famiglia e cia”. Il risultato è uno score molto risata all’unisono ci permette di entra- dei suoi vicini, quando lui era bambi- espressivo e realmente toccante, re subito in sintonia… no. “Mi piaceva l’idea di usare il mio composto da un’ampia selezione di inconscio in fase di scrittura”, ricorda canzoni note e conosciute da un pub- Com’è iniziata la tua avventura Turturro. “Iniziai a tracciare uno schiz- blico di tutte le età, capaci di esprime- col musical? zo di quella che sarebbe stata la re musicalmente qualsiasi stato d’ani- Direi che è incominciato tutto quan- colonna sonora, ma poi lasciai voluta- mo in cui si versa. do ho interpretato Barton Fink e lì, mente in sospeso un’ampia parte del Lo score infatti ha il privilegio di evi- come sai, ero sia attore sia sceneggia- lavoro, perché volevo vedere dove mi denziare il fenomeno per cui le perso- tore, ed è stato proprio questo mio avrebbe portato”. Una gran parte di ne meno abbienti evadono attraverso ruolo, il dover scrivere una storia, a quel vuoto, lasciato per essere colma- le canzoni, pressappoco come una stuzzicarmi, e potrei dire che tutto è ini- to, era essenzialmente la musica, che preghiera, perché, se la vita non è una ziato da lì. Pensa, una delle prime avrebbe col tempo fornito al film tanto commedia, una tragedia o un musi- immagini che avevo in mente era la impulso e stile. “Parallelamente allo cal, è anche vero che tutti questi ele- prima scena di Romance & Cigarettes, sviluppo drammaturgico cercavo can- menti fanno parte del quotidiano. quella in cui si vede una sigaretta tra le zoni e, per fare ciò, ne ascoltavo Ecco scorrere melodie che parlano dita del piede. Dal punto di vista musi- migliaia. Sin dal principio, però, avevo della vita di tutti giorni, delle difficoltà, cale, invece, una delle prime canzoni in mente due canzoni che fanno parte delle promesse, delle speranze, e tal- che mi sono come risuonate in testa è della mia vita, ‘A Man Without Love’ volta anche della passione. stata “The Man Without Love” che ho (“Quando m’innamoro” che si ascolta Romance & Cigarettes può essere scoperto solo dopo fosse la vostra anche eseguita da Anna Identici) e considerato “un’opera della classe “Quando m’innamoro”. Per cui direi ‘The Girl That I Marry’ (cantata da lavoratrice”. Parola di John Turturro. che sì, questo è stato il primo input. Poi James Gandolfini e Susan Siamo alla mostra del Cinema di tutto ha preso forma concretamente Sarandon), che sarebbero state il mio Venezia e oggi John ed io siamo con Illuminata. E’ stato lì che ho messo punto di partenza. In seguito feci una seduti ad un tavolo dell’Hotel Des a fuoco la mia idea, cioè quella di crea- lista di svariate altre canzoni (“Do You Bains per parlare proprio del suo re un musical, ma sui generis. Un Love Me Like You Kiss Me”, “Hot musical, Romance & Cigarettes. musical molto particolare… 28 dalla parte dei registi...

Sei un appassionato di musical? Direi che amo la musica più del musical! Mi piacevano soprattutto i musical di un tempo, senza tanti fronzoli. In questo caso volevo fosse un musical umano, reale. Volevo che tutti noi entrassimo a far parte di uno spettacolo che appartiene alla vita di tutti i giorni. D’altra parte penso che tutti noi abbiamo una colonna sonora della nostra vita, siamo inevitabil- mente affezionati a musiche che ci raccontano, che parlano di noi e delle nostre esperienze. Per cui mi piaceva l’idea di realizzare una sorta di mix, volevo mettere sul tavolo tutte Christopher Walken in un numero di Romance&Cigarettes le canzoni che appartengono ai vari interpreti, proprio per l’unicità della suo grande fan, e penso che “Red dirlo meglio di me! [ride]. E’ proprio persona e del suo bagaglio musica- Headed Woman”, la canzone scelta l’immediatezza e la versatilità delle le. Sin dall’inizio desideravo che gli per il film, si incastri bene con la canzoni, e più in generale della musi- attori non si trasformassero in can- storia narrata. Devo anche ammet- ca, ad avermi sempre attratto. Sin dal tanti, per il semplice fatto che sareb- tere che Bruce è stato di grande principio, in fase di scrittura, e forse be stato artificioso. Volevo qualcosa aiuto per il film. già mentre buttavo giù qualche idea, i di più vero, di più spontaneo. La solu- dialoghi sono stati tutt’uno con le can- zione era davanti ai miei occhi, la In che senso? zoni. Volevo che l’aspetto lirico fosse naturalezza che andavo cercando Nel senso che è stato costoso sempre presente così da non creare era racchiusa in ciò che accade nel averlo nello score! Ma come lui ha troppo stacco tra musica e parole. Qui quotidiano; gli attori non avrebbero detto sì, tutti gli altri hanno detto sì, ci sono canzoni che sono veri e propri cantato al posto dei cantanti, ma con senza creare troppi problemi. “Red inni dei nostri tempi, da James Brown i cantanti, sopra la loro voce. Headed Woman” di Bruce non è però a Janis Joplin (“Piece of My Heart”), Esattamente come accade quando la mia canzone preferita, è solo da Elgelbert Humperdinck (“Answer si ascolta una canzone che si cono- quella che meglio rendeva e accom- Me, My Love”) a Tom Jones (“Dalila”) sce, e si prova l’irrefrenabile impulso pagnava la storia. Una canzone non passando per Bruce Springsteen. di cantare, non importa se si va a è importante di per sé, ma è impor- tempo, se si è intonati o stonati, e tante per il contesto al quale si riferi- Com’era organizzato il set: c’era non importa nemmeno se si cono- sce. Ogni personaggio ha le sue la musica? scono o meno le esatte parole, l’im- canzoni, le sue emozioni, esattamen- [ride] Guarda, ci sono voluti ben portante è partecipare alla canzone. te come ognuno di noi ha i suoi ricor- due anni per pagare i diritti d’autore, E in quel momento, la nostra vita di e i suoi sogni. per cui sì, la musica è sempre stata diviene quasi un musical. sul set sin dal primo ciak! Le canzoni che hai selezionato Quest’esperienza è stata così bella e Hai detto di amare più la musica sono molto conosciute, entrano a nuova, che io mi butterei a fare subi- dei musical, cosa ascolti? far parte del dialogo, e arrivano allo to un altro film così, con la musica Ah, adoro tutti i generi di musica! spettatore in modo molto naturale. protagonista. Io ascolto sempre la Ascolto di tutto, artisti noti e non, rock, Chi guarda prende parte allo spet- musica: quando lavoro e non lavoro, musica leggera e spazio dal jazz al tacolo portando con sé le proprie a maggior ragione quando viaggio. blues. Non ho grosse preferenze, è la emozione legate a quelle canzoni. Senza dimenticare il fatto che avere musica in quanto tale a piacermi… E’ quello che volevi? musica intorno rende tutto più diver- Adoro Bruce Springsteen, sono un Esattamente! Anzi, sei riuscita a tente e leggero. Il film: Romance & Cigarettes

Romance & Cigarettes è una tre figlie adulte e assurde, in una dera una storia più impegnativa, le storia d’amore musicale priva di New York grigia e proletaria. Ma cose prenderanno una piega diffe- fronzoli e crinoline, pervasa d’iro- Nick non è solo un buon padre di rente… in fondo, ormoni a parte, nia, irriverente, retta da attori in famiglia (chi l’ha mai detto?) è compito di un buon uomo è tornare stato di grazia, e da una Kate anche un buon amante, che in gran dalla sua famiglia, almeno prima Winslet assolutamente indimenti- segreto (almeno per buona parte che sia troppo tardi. cabile. del film) porta avanti una focosa e Preparatevi a ridere (e non La storia ovviamente è delle più perversa relazione all’insegna del solo), aprite bene gli occhi (avrete banali (in fondo che bisogno c’è di sesso con Tula (Kate Winslet), una l’onore di vedere il magnifico cercare una storia originale se poi squillo dai capelli rosso fuoco. Ma i Christopher Walken danzare e tutto il film è geniale?). Nick (un sogni sono fatti per essere infranti cantare) e tendete le orecchie. James Gandolfini da urlo), operaio (almeno una volta avverati), perciò, Questo è un Bukowski party, all’in- metallurgico, vive con la splendida quando la moglie di Nick scopre segna dei colori forti, della dispera- moglie (Susan Sarandon) e con le che Tula, la perfida amante, desi- zione del piacere, e della vita. fictionote 29

Dedichiamo questo spazio ad un genere che nel nostro paese sta riservando da diverso tempo molte buone sorprese: le Colonne Sonore per le produzioni televisive. In una parola: FictioNote!

Una storia altamente drammatica di ricatti, fughe e violenze per questo film TV interpreta- to da Claudio Amendola, Alessio Boni e Simona Cavallari. Una musica altrettanto drammatica caratterizzata da duri ostinati ritmici alla Donaggio, vocalizzi spiazzanti, sospensioni armoniche, dissonanti interventi elettronici, atmosfere new age e melodie rassicuranti (?). Il compositore Enrico Fabio Cortese crea un buon sostegno compositivo a La caccia, non originalissimo, visto che gli stilemi musicali per commentare un racconto del genere alla fin fine sono sempre quelli (pigiare sui pedali drammatici dei legni, delle percussioni, dei synth e degli ottoni è ormai scontato in musiche di questo tipo), però dignitoso. Enrico Fabio Cortese Supportato dagli archi dell’Orchestra A.M.I., dal primo violino Daniele Bellu, dal flauto tra- verso di Laura Putignano e dalla voce enfatica di Pamela Zanieri (bello il pezzo “Per un fune- La caccia (2005) rale”), Cortese, alle tastiere elettroniche e al pianoforte acustico, ci guida in un viaggio cine- SetteOttavi/Rai Trade SORTF 016-005 musicale abbagliante e cupo al contempo. Sentire i taglienti brani “La caccia”, “Inseguimento 27 brani – Durata: 60’28’’ di Tania”, “Fuga per la città”, “Striking” e “La rapina” o gli squarci di sereno in “Pietro e Aurora”, “Adagio per un bambino”, “Tema di Lorenzo” e “Il pianoforte” per rendersene conto! Interventi arabeggianti in “I gitani” e ambienti rarefatti in “White Shadows” contornano in maniera interessante il CD. MP

Non deve essere stato facile per il compositore Stefano Caprioli avvicinarsi musicalmente ad una storia tragica come quella raccontata dal dignitoso Tv Movie di Fabrizio Costa Sacco e Vanzetti, prescindendo dal riferimento alle bellissime musiche scritte da Ennio Morricone (con la collaborazione della leggendaria Joan Baez) sul medesimo soggetto, per il film omo- nimo di Giuliano Montaldo (1970). Il suo “tributo” al Maestro romano Caprioli lo paga cimentandosi coraggiosamente in una “Canzone di Nick e Bart” (su testo di Alessandro Fo): un brano piacevole - proposto su CD in triplice veste: cantata (da Donatella Pandimiglio), per orchestra e per sola fisarmonica – ma che esce inevitabilmente schiacciato dal confronto con la celebre “Ballata di Sacco e Stefano Caprioli Vanzetti” morriconiana. Un altro evidente referente del musicista – che ne scrive nel curato libretto del CD – è la Sacco e Vanzetti (2005) musica di Terence Blanchard per il capolavoro di Spike Lee La venticinquesima ora: è l’or- Edel ERE 0165292 mai abusata commistione di musica sinfonica ed etnica, corredata di immancabili vocalizzi 11 brani – Durata: 41’38’’ orientaleggianti, alla quale la film music americana degli ultimi anni – dal Gladiatore a Munich - sembra essersi affezionata. In definitiva, si tratta di un lavoro di discreta fattura, ben calibrato sulle immagini del film e di gradevole ascolto su disco. AC

Il 4 maggio 1949 alle ore 17.05 i sogni e le speranze di un’Italia appena uscita dal dopo- guerra si abbatterono sui muraglioni della Basilica di Superga, nello schianto in cui perse la vita il Grande Torino di ritorno da un’amichevole a Lisbona. Tra documenti e romanzo il regista Claudio Bonivento, assecondato da un bel cast su cui spiccano i sempre bravi Beppe Fiorello e Remo Girone, dipinge un buon affresco d’epoca e si affida all’esperienza musicale di Pino Donaggio. Per seguire le diverse storie parallele in cui è narrata la vicenda “corale” il compositore veneziano - evidentemente in vena - realizza uno score variegato e ricco di temi, dall’arioso per archi de “Gli invincibili” ad adeguate ricostruzioni swing (“Bordello di Lusso”, “Il raccon- Pino Donaggio to”), dal sospeso e romantico “Susanna” passando per l’intimo pianistico “Il talento”, vera perla di questo lavoro. Con il trascorrere delle tracce si avvicina inesorabilmente “La trage- Il grande Torino (2005) dia”, caratterizzata musicalmente da un vocalizzo sospeso che ricorda (forse davvero un po’ SetteOttavi/Rai Trade SORTF 019-005 troppo da vicino) certe volte in America morriconiane. 26 brani – Durata: 53’36’’ Come sempre sicura l’esecuzione dell’Orchestra Bulgara Sif 309 diretta da Maurizio Abeni, per un ottimo disco con diverse punte di eccellenza. PR

Per fortuna la musica composta, orchestrata e diretta da Fabio Frizzi, apprezzato per i suoi tanti commenti ai film horror di (Paura nella città dei morti viventi, , tema usato da Tarantino in Kill Bill Vol. 1), non si è ispirata all’interpretazione (?) della bellissima e sensuale Manuela Arcuri in questo film per la TV dimenticabile. Il compositore bolognese, da anni romano d’adozione, ha dato lustro alla love story tra l’Arcuri e Giorgio Lupano, che parte da piazza di Campo de’ Fiori in Roma e giunge fino a Venezia, componendo un tema di matrice popolare (“Regina dei fiori”), che rammenta i più bei leitmotiv di per le commedie d’ambientazione capitolina: quelle, per intenderci, dirette da . Fabio Frizzi Tale tema ritorna variato più e più volte nell’arco del CD, ma è sempre un piacere riassa- porarlo, il piacere di quelle melodie di facile presa che rasserenano il cuore di chi le ascolta. Regina dei fiori (2005) In ciò consiste la bellezza di questa breve colonna sonora (ognuno dei brani in scaletta non Warner Chappell Music Italia supera i due minuti di durata). 5050467-7173-2-9 Alcune volte basta veramente poco per rendere gradevole il commento sonoro di un film 21 brani – Durata: 30’10” per la TV, per non parlare in generale di una pellicola: delicati “Panorama su Campo de’ Fiori”, “Gita nella laguna”, “Il primo impeto è amore” e “Giacinto e i ragazzi”, sbarazzini “In punta di piedi”, “Rincorsa nei vicoli” e “La marcetta dei ragazzi”. MP 30 la musica dei videogiochi

Un’immagine della recente versione del gioco MelodieMelodie daldal MediorienteMedioriente

IntervistaIntervista esclusivaesclusiva aa StuartStuart ChatwoodChatwood ee InonInon Zur,Zur, autori della colonna sonora dell’ultimo episodio della nuova trilogia di Prince of Persia di Andrea Chirichelli

Era il 1989 quando Prince of Persia, creato da quel geniaccio di , apparve per la prima volta sul mercato video- ludico. Immediatamente, il pubblico si rese conto che un’alternativa al platform classico di matrice nipponica pote- va avere un senso e una ragione di esistere. Forte di animazioni strepitose per l’epoca (ed efficaci anche oggi), di una giocabilità immediata e di un reparto iconografico che recuperava in grande stile le tradizioni da “Mille e una notte”, Prince of Persia è unanimemente considerato una pietra miliare nella storia del videogioco. Ed è anche uno dei pochi franchise a potersi vantare di avere avuto una doppia vita. Dopo il grande successo del primo titolo infatti, ed una serie di sequel di minor spessore, la comunità dei gio- catori ha dovuto aspettare fino al 2002 per poter indossare nuovamente i panni del Principe. Prodotta da Ubisoft e realizzata dalla divisione canadese della stessa, la nuova trilogia di Prince of Persia si è immediatamente pro- posta come degna erede del brand originale. Grafica sontuosa, enigmi a bizzeffe, appassionanti combattimenti all’arma bianca, trovate ludiche di grande originalità (le sabbie magiche, grazie alle quali il giocatore può tornare indietro nel tempo e ripercorrere livelli già giocati) e, soprattutto, una colonna sonora di altissima qualità che poco o nulla fa rimpiangere le complesse partiture sinfoniche ed orchestrali che accompagnano sempre più frequente- mente le produzioni del Sol Levante. Echi zimmeriani (del migliore Zimmer, eh!), cori, sinfonie da mille e una notte, fiati e percussioni che enfatizza- no i momenti più romantici ed emozionanti del gioco, una partitura insomma che immerge alla perfezione il gio- catore nel mondo arabo e mediorientale che fa da sfondo alle avventure del protagonista. Responsabili di questa eccellente soundtrack sono Stuart Chatwood e Inon Zur, e a loro Colonne Sonore ha posto qualche domanda…

Quale ruolo ricopre la musica ludica. Per me, ogni videogioco ha SC: Il mio obbiettivo era di nei videogiochi? la “sua” colonna sonora, immergere il giocatore nel mondo comprendendo in quest’ultima della Persia antica, della mitica SC: L’utilizzo della musica nei categoria anche l’assenza della Babilonia, con le sue mille sfumatu- videogiochi va dosato oculatamen- stessa… re, i suoi ritmi così particolari, te, a seconda del genere di appar- decisamente lontani dalle sonorità tenenza del gioco stesso. IZ: Tocca ai produttori e ai game occidentali. Purtroppo però molti I titoli alla Resident Evil, ricchi di designers decidere quale dev’esse- giocatori (ovvero il 90% del totale) atmosfera e suspence, perdono re il ruolo della musica nei giochi. Al trovano spesso noiosa la world molto del loro fascino se giocati compositore spetta il compito di music e tendono ad ignorare senz’audio! Come regola generale, massimizzare le opportunità che gli aprioristicamente sonorità che non il musicista dovrebbe seguire il vengono concesse e creare la sono tipiche della loro cultura. ritmo del gioco ed adattarsi ad ogni migliore musica possibile. Che fare? Quale grado di “auten- suo momento: essere troppo ticità” dare alla musica di un gioco invasivi è un rischio e depotenzia Qual è stata la vostra ispirazio- così fortemente caratterizzato, l’impatto che una buona partitura ne musicale per la soundtrack di senza cadere nei cliché sonori sen- potrebbe avere sull’esperienza Prince of Persia? titi migliaia di volte? la musica dei videogiochi 31

Abbiamo dovuto optare per una soluzione compromissoria, che tutto sommato è piaciuta parecchio, visto che il gioco è andato molto bene e il nostro lavoro ha avuto critiche positive, specie fuori dagli Stati Uniti, dove le persone sono più “morbide” nei confronti della musica etnica. In futuro mi piacerebbe registrare in Turchia, Libano e Marocco con solisti e gruppi locali, perchè ritengo che sarebbe davvero un grande passo avanti nella storia della orchestrazioni per videogiochi, anche se ammetto che è un progetto ambizioso e difficile da realizzare.

IZ: E’una combinazione tra sono- La classica versione 2D rità tipiche dell’estremo oriente, dei luoghi dove sono nato e cresciuto e nesi. Le soundtrack della maggior occidentali. Lo stile, la tecnica, l’at- la classica orchestrazione parte dei giochi di guida, ad teggiamento verso la musica. Noi hollywoodiana, che adoro. Sono esempio, mi sembrano una siamo stati influenzati dai composi- stili complementari e che, assieme, pessima re-interpretazione di quello tori classici degli ultimi due secoli e creano un ibrido assolutamente che gli autori giapponesi credono questo imprinting è evidente anche unico, di cui vado fiero. che siano i gusti degli occidentali. in ambito ludico, mentre lo stile giap- Ci sono partiture di straordinaria ponese contemporaneo è frutto di Ritenete che le partiture di qualità come quelle di Final contaminazioni tra le loro tradizioni accompagnamento dei giochi Fantasy 7 e Resident Evil 4, ma musicali millenarie ed elementi pop non giapponesi differiscano alcune acquistano un motivo di tipicamente occidentali. A monte di molto da quelle create nel Sol interesse solo per l’alto tasso di tutto però, c’è proprio un approccio Levante? “kitsch” in esse presente. diverso alla musica in generale, e questo è evidente, ad esempio, nelle SC: Personalmente adoro solo IZ: Ci sono moltissime differenze partiture che vengono realizzate in alcune delle realizzazioni giappo- tra i compositori nipponici e quelli ambito cinematografico. Le Recensioni dei lettori 32 recensioni FellowshipFellowship ofof thethe RingRing

LaLa straordinariastraordinaria edizioneedizione integraleintegrale delladella partiturapartitura didi HowardHoward ShoreShore perper ilil primoprimo capitolocapitolo delladella trilogiatrilogia didi PeterPeter JacksonJackson di Gianni Bergamino e Dimitri Riccio

Qualsiasi descrizione della parti- che, nella foga di ottenere sempre d’un fiato, in un’avvolgente versio- tura integrale di Fellowship of the nuove scritture, stentano persino a ne surround, per far risuonare di Ring, primo episodio della trilogia scimmiottare i grandi. profondità cattedraliche, di echi filmica tratta da The Lord of the Al confronto con questo primo cavernosi e di canti leggendari Rings, si presta ad un abuso di cofanetto da collezione, costruito anche le quattro pareti della nostra superlativi assoluti. con dedito amore fin nella sua misera stanza d’ascolto. Evasione, Un’iniziativa discografica che si veste editoriale che lo fa sembrare elevazione, ispirazione che tra- impone subito come “L’Evento”, un antico volume scovato nelle pol- scendono l’umano. Sono decine i una nova il cui fulgore scolora in un verose biblioteche di Minas Tirith, il momenti nei quali ci si arresta in baleno qualsiasi momento forte vecchio CD singolo diventa poco estatico godimento, a riflettere sul- avuto nei migliori ascolti durante i più di un souvenir, un trailer della l’epica impresa di un compositore mesi che l’hanno preceduta. È un partitura. I brani conosciuti e a umile e puntiglioso, che con sacrifi- nuovo inizio, che d’ora in poi impo- lungo ascoltati di cinque anni fa, ora cio e tormento creativo ha saputo ne di stabilire inedite unità di misu- si dilatano in proporzione geometri- spillare dalla sua fantasia generosa ra per valutare, che esige nuove ca. I passaggi noti si frantumano, un affresco di simile respiro. parole per descrivere. Alla fine dei per far emergere intere regioni nar- 80 (!) leitmotiv. Già solo in termi- travolgenti 180 minuti dei tre CD, rative, sviluppi che armonizzano ni quantitativi è inaudito il numero stremati da una passione d’ascolto l’ascolto, approfondimenti che non dei temi specifici scritti da Howard epifanica, ci si rende conto che ristagnano nella mera variazione, o Shore per la saga di Jackson. In Shore ha prepotentemente eretto al nell’abbellimento, ma si implemen- mani più svogliate e furbette ci centro della storia della musica per tano di misure inedite, di episodi sarebbe materia prima per correda- cinema un nuovo pilastro, azzeran- geniali e strabilianti, di gemme re di musica decine di pellicole. Ma do giudizi e punti di riferimento. veramente irrinunciabili. ancora più strabiliante è lo studio L’impatto lasciato da quest’opera Se nel vecchio disco l’impianto psicologico e la sottigliezza narrati- sull’evolversi del linguaggio musi- espositivo era largamente domina- va che collega tra loro le molte cale a noi caro sarà valutabile solo to dal tema della Compagnia, da melodie, come un finissimo intarsio negli anni. Si rinnova lo scossone quello degli Hobbit e dall’ossessivo in bassorilievo. Le basi dell’opera si dato da Star Wars nel lontano 1977, incalzare del tema di Isengard, in ergono sulla scansione netta tra le con onde telluriche che sembrano questa edizione integrale tutti i temi specificità di ognuna delle culture destinate a produrre, anche in que- svelano le loro potenzialità, si musicali: uomini, nani, hobbit, elfi, sto caso, effetti a grande distanza. espandono e trasfigurano fino a orchi, cattivi, forze della natura, Come Williams allora, Shore oggi diventare inevitabili araldi di ciò che magia, anello… Ognuno di questi offre una chiave di volta, l’alfa e verrà nei capitoli a seguire. Si perde archetipi viene caratterizzato da l’omega, da cui tutto può ripartire, la parola davanti a tanta bellezza e una ben delineata timbrica, da facendosi largo con prepotenza ricchezza orchestrale, si stenta a orchestrazioni sui generis, da scel- nello sconfortante panorama com- credere che la musica del cinema te armoniche che attingono spunti positivo di inizio millennio e liberan- abbia saputo elevarsi una volta dall’intera storia della musica, do una volta ancora le migliori ancora a simili altezze. senza limiti geografici o temporali potenzialità espressive di un setto- Tre compact disc saturi di musica anche nella scelta degli strumenti re che sta scontando la desolazio- grossa, un libretto cesellato dalla più inusitati. ne del dominio dei “cloni”, l’assedio descrizione minuziosa dei moltissi- Su fondamenta tanto solide, di una moltitudine di modesti com- mi temi, un DVD audio che ripropo- Shore intesse la puntuale narrazio- pilatori senza personalità artistica, ne l’intera fiumana sinfonica tutta ne delle gesta degli eroi di Tolkien, recensioni 33 attraverso una serie di episodi auto- conclusivi, ognuno godibile come un atto a sé stante. Il colosso diven- ta, in questo modo, ancora più stu- pefacente nell’incanto delle sue sin- gole parti. Dopo il Prologo, in cui si affollano idee e spunti che serpeg- geranno in tutta la Trilogia, il pano- rama si apre sulle morbidezze colli- nari della Contea, con le sue balla- te di impronta gaelica, con il delica- to abbraccio di natura e vita agre- ste: l’attenzione compositiva si con- centra proprio su questo modello di armonia ecologica, che Shore deri- va direttamente dalle pagine del narratore sudafricano. Hobbit ed Shore dirige la Sinfonia da Il Signore degli Anelli a Pittsburg erba pipa, la malinconica partenza di Bilbo nel bel mezzo della festa di primo capitolo filmico, il tema della momento di descrivere l’ultimo compleanno, la sua amicizia con Compagnia, appunto, trova in que- scontro di Boromir. Gandalf, la seduzione dell’oscuro sto spazio le sue espressioni più Sono molti i brani rinominati che potere dell’Unico Anello, l’inizio del terse e svettanti. illustrano momenti nemmeno mai viaggio di Frodo, con gli affezionati Il quadro successivo ci immerge apparsi nei film, interi episodi che e buffi amici che lo accompagnano. ancora nell’oscurità, questa volta esondano dalle scene per divenire La fase successiva cambia bru- un pozzo che pare senza fine, con un poderoso contraltare alla lettura talmente registro e inizia a sprofon- la lunga, tesa e battagliera vicenda stessa del romanzo ispiratore, nel dare l’ascoltatore negli oscuri di Moria, che parte dall’agguato del quale la musica di Shore sembra recessi di Mordor, echeggianti di Custode piovresco, passa attraver- trovare la sua fonte d’ispirazione cori ruggenti, di martellanti monodie so la sanguinosa lotta con gli Orchi principale. L’evidente dedizione per il Signore oscuro. E in parallelo, e il Troll, fino al tragico scontro di artistica, culturale e umana di le trame metalliche che ingabbiano Kazhad Dum, in cui Gandalf e il dia- Shore alla Trilogia è ancora più i piani nefasti di Saruman ad bolico Balrog incontrano il loro lodevole per l’assenza di qualsiasi Isengard. Il viaggio di Frodo attra- destino. Le caverne dei Nani otten- parentela, nemmeno minima, con il versa le piste dei micidiali Nazgul, gono da Shore lo sforzo forse più lavoro di altri compositori presenti o furiosamente lanciati alla ricerca impegnativo dell’opera, l’orchestra passati. Shore è leale e coerente dell’Anello: l’opera musicale non e il coro vengono forzati a perora- alla propria poetica soltanto, e que- esita a far leva su inseguimenti pro- zioni aggressive e furiose, a rincor- sto fa di lui un autore completo e lungati ed ossessivi, dove le corali- se tonitruanti, a furenti rincalzi, unico. Non resta che attendere le tà medievali cancellano luci e colori quasi senza requie. successive due pubblicazioni della e favoriscono lo spandersi della Quando la Compagnia torna a serie integrale, convinti, come disperazione, mentre i settori del- vedere la luce, la disperazione per ormai siamo, che con le quasi dieci l’orchestra si danno battaglia per l’amico perduto in quei recessi si ore in cui si esplicherà l’intera opera accentuare i toni rabbiosi e sulfurei stempera nell’abbraccio alleato si andrà a completare un episodio del panorama narrativo. La fortuno- degli Elfi di Lothlorien, dove la sag- sublime della storia musicale di tutti sa salvezza di Frodo sospinge gli gia regina Galadriel sfida la fedeltà i tempi, uno dei massimi esempi di eroi a Rivendell, dove si apre una di Frodo alla sua missione. quali siano le altezze a cui la luminosa parentesi di quietudine L’episodio è il più etereo e limpido musica per cinema è capace di musicale, piena di ritornelli ondiva- dell’opera, con escursioni verso un giungere. ghi, alleggerita dai canti sospesi e misticismo vibrante, verso emozioni venati di triste consapevolezza vicine al rapimento estatico, dove Dimitri degli Elfi, popolazione antica e stre- influssi di canto gregoriano vengo- Riccio e mata dalla sua superna onniscien- no ad abbracciarsi a movimenti di Gianni za. Nel concilio di Elrond nuove impronta orientale: la partitura si promesse melodiche anticipano le eleva al di sopra dell’umana com- fasi future dell’avventura: fa capoli- prensione e il paesaggio che ci no il nobile, verticale tema di lascia scorgere è di sconvolgente Gondor, che diventerà il vero prota- bellezza. gonista del terzo capitolo della Gli avventurieri sono pronti alla Howard Shore Saga e si annunzia anche la melo- fase conclusiva del viaggio della Bergamino dia dell’approdo finale (la canzone Compagnia, pronti a percorrere il Lord of the Rings - “Into the West” che, nell’interpreta- grande Fiume, a varcare il celebra- The Fellowship of the Ring zione di Annie Lennox per il terzo to passaggio degli Argonath, a per- The Complete Recordings capitolo, si è guadagnata il premio dere ancora un compagno, a scon- (Il Signore degli Anelli - La Compagnia Oscar). trarsi con gli Uruk-Hai nella batta- dell’Anello, Edizione Completa - 2005) La partenza della Compagnia è glia più violenta e, infine, a divider- Reprise Records 49454 una svolta ulteriore, verso un radi- si. Shore racconta tutto questo con 3 CD + DVD Audio 37 brani (14+14+9 su CD) cale cambiamento degli scenari un senso di ricapitolazione, che si Durata totale: 180’34” musicali: il tema portante di questo fa disperata ed accorata nel 34 raccolte DOC The film music of Joe Harnell

di Giuliano Tomassacci

Si chiamava Joe Harnell e scriveva per Due soli risultati di una carriera nutrita alla luce di un bagaglio professionale la televisione. Raramente uno specialista di a suon di intuizioni efficacissime, tanto aperto alla contaminazione e alla citazio- musica per immagini ha favorito un inqua- per le imprese ai confini della realtà de ne ragionata. Emerge un eccellente arti- dramento così preciso della propria figura La donna bionica, quanto per le temibili giano costantemente teso all’autonoma artistica. Durante la sua attività nel corso conquiste aliene di V-Visitors, capaci di tematizzazione musicale dell’episodio degli anni ‘80 questo compositore estrema- rifrangersi indirettamente sulle genera- chiamato a musicare, dotato di una feli- mente dotato ha dimostrato un’affinità col zioni di musicisti a venire come humus di cissima mano per il cross-over formale. piccolo schermo difficilmente riscontrabile un “memorabilia” musicale (soprattutto Nei sette estratti da Bionic Woman a par- altrove per impegno e dedizione, assolven- quello dei supereroi) tutt’altro che limitato lare di una tale agilità compositiva sono do brillantemente a committenze tra le più dalle scelte stilistiche retrò. ad esempio le parossistiche stilizzazioni varie, tutte riconducibili ad una predisposi- Anche per questo, è una fortuna che di quel citato horror-sound in siparietti a zione totale per il medium: film-tv, serie e Harnell abbia provveduto personalmente là Vic Mizzy (“Suite from Doomsday Is telefilm, soap-opera, spot e finanche loghi ad antologizzarsi ricorrendo alla creazio- Tomorrow”); nei dieci commenti tratti da per major cinematografiche (quasi come se ne di una propria etichetta – vista anche Hulk, la matrice big-band che si impos- la sua unica ingerenza nell’ambito del la prevalente indifferenza dell’editoria sessa del sofferto tema del protagonista “grande schermo” non potesse comunque specializzata contemporanea – salva- per farne un refrain da balera; nel “Main prescindere dalla tirannia della forma guardando il suo lavoro dall’oblio disco- Title” da Hot Pursuit un iniziale piglio da breve). Patendo però anche un’ingiusta grafico prima della scomparsa avvenuta John Addison hitchcockiano sfociante in squalifica in termini di notorietà nell’ambien- il 14 luglio scorso. Attraverso una raccol- un ritmato sviluppo schifriniano; nei quat- te di settore tout-court. ta ragionata come The Film Music of Joe tro assaggi dal pilot di Alien Nation (tra i Tutt’altro che anonime, invece, le sue Harnell, si ha così modo di appurare capolavori del compositore) un’evocativa brevi ma indimenticate battute per la quanto il congenito stilema gotico dell’au- e primitiva scrittura tribale (“Main sigla animata della United Artists, che tore, responsabile di un tetro vocabolario Title/Hanging Out/Stealing the Truck”, hanno acclimatato generazioni di spetta- da Hammer-movie (ben riassunto nella assai più attraente dello score proposto tori alla politica produttiva dello studio “Suite from Curse of ”, con lo da Curt Sobel per l’originale cinemato- fondato da Chaplin e Griffith, o la leggen- zampino di Les Baxter, da Hot Pursuit - A grafico) all’occorrenza mediata in pas- daria elegia intessuta sull’immancabile passo di fuga), distillato nelle celebri saggi di raccoglimento sentimentale. A accomiatarsi del dottor Bruce Banner quattro note del tema principale di Hulk permeare il tutto, un’innervante calligrafia lungo la sua strada di solitudine negli epi- abbia in qualche modo offerto motivo jazzistica, punto di contatto con l’altra loghi de L’incredibile Hulk, un brano d’ispirazione al Danny Elfman dell’adat- carriera dell’autore, forse più riconosciuta immediatamente assurto a cult. tamento cinematografico dell’eroe verde e stimata, come pianista e direttore d’or- (la scrittura d’archi in ostinato sul tappeto chestra per , Maurice intermittente di bongos in “Growing Chevalier, Marlene Dietrich, Peggy Lee, Anger”, prima “trasformazione” dal pilot Judy Garland ed altri ancora. Dell’autore del telefilm); o come, sempre rimanendo televisivo, perfezionatosi in composizio- all’ambito elfmaniano, la gustosa parafra- ne sotto la guida di William Walton e si dell’Intrigo internazionale herrmannia- Aaron Copland, vincitore di 3 Emmy e no per Visitors lasci trapelare sovente un responsabile, tra i molti altri commenti, gusto per l’orchestrazione che anticipa anche di quello per il prototipo della alcune soluzioni del compositore di Tim soap-opera moderna Santa Barbara, Burton. restano, oltre a questo doppio, altri due Al di là delle possibili suggestioni CD (gli score di Hulk e Visitors), anch’es- Joe Harnell offerte ai posteri, il doppio CD è però si autoprodotti ed acquistabili esclusiva- The Film Music of molto più generoso nel ritratto di un auto- mente sul sito www.joeharnell.com. Joe Harnell (2005) re attento ai diversi bisogni di ogni serie, Un’occasione preziosa per scoprire JHCD 06 teleplay, situazione drammatica – mai un professionista valente, alfiere del suo 43 brani (CD 1: 19 brani – CD 2: 24 brani) licenziata con approssimazione o cieco campo, e per poter finalmente apporre affidamento ai risaputi e comodi canoni un nome al fianco di numerosi tunes e Durata complessiva: 150’82” del TV-scoring, ma sempre rintracciata loghi del secolo passato. recensioni 35

Hanns Zischler, Eric Bana UnaUna preghierapreghiera e Daniel Craig in Munich perper lala pace:pace: MunichMunich

Luci,Luci, ombreombre ee unauna forteforte improntaimpronta umanistaumanista nellanella dolente,dolente, accorataaccorata colonnacolonna sonorasonora didi JohnJohn WilliamsWilliams perper l’ultimol’ultimo filmfilm didi StevenSteven Spielberg.Spielberg. didi MaurizioMaurizio CaschettoCaschetto

Come si direbbe per le migliori annate dei Spielberg è stato così gravido di dubbi, re ebraico nella versione per chitarra sola vini, il 2005 verrà ricordato come un anno ansie ed interrogativi senza risposta. (“Avner’s Theme”). Nel corso della partitura, straordinario nelle future monografie dedi- Il regista sceglie un linguaggio cinemato- il tema è spesso piegato a letture sommes- cate al compositore John Williams. Dopo grafico rapsodico, tagliente, che richiama lo se e struggenti (“Bonding”, “Discovering essersi congedato con onore e classe stile dei thriller politici degli anni ’70, fatto di Hans”), dove Williams fa dialogare le linee (assai più di quelli del regista George Lucas, virtuose impennate di montaggio e di teleo- melodiche tra chitarra, oboe e violoncello. secondo il parere di molti) dalla Saga di Star biettivi che schiacciano le prospettive. E Se da un lato troviamo quindi un sentito e Wars con l’infuocata, colossale e vibrante anche musicalmente il regista sembra tor- dolente lirismo, l’altra faccia della colonna partitura per La vendetta dei Sith (vedi CS n. nare a uno degli assiomi del cinema dei sonora di Munich presenta un Williams 11), Williams si è immediatamente dedicato primi anni ’70: John Williams infatti si ritaglia severamente minimalista, richiamando le alla colonna sonora di La guerra dei mondi un ruolo particolarmente ristretto e parco, medesime inquietudini che apparivano nella di Steven Spielberg, regalando alla pellicola preferendo lasciare al silenzio e ai suoni sottovalutata partitura di Sleepers (1996, di un moderno ballet mechanique di rabbiosa naturali il commento sonoro di gran parte B. Levinson); alcune pagine si distinguono intensità in cui rinuncia a griffare la partitura del film. E anche quando è chiamato ad per un senso opprimente e minaccioso con un tema portante netto e riconoscibile, intervenire, il compositore mantiene un sor- dominato da ansia e incertezza (“Bearing ma frantuma il discorso musicale in cellule vegliato controllo delle sue composizioni, the Burden”, “Stalking Carl”), mentre la ten- motiviche a volte smozzicate, altre volte lasciando da parte qualsiasi genere di sione da thriller del film è tradotta musical- sospese e mai portate a pieno compimento, funambolismo o di invadenza; le sequenze mente con un percussivo loop elettronico oppure abbandonate in un magma di incer- musicali sono perlopiù composte da inter- (“Encounter in London/Bomb Malfunction”, tezza tonale, sfoderando inoltre una propul- venti sottaciuti e sospesi, talvolta ridotti ad “Raid in Tarifa”), sui quali il ruolo dell’orche- siva aggressività ritmico-timbrica. una semplice pulsazione elettronica che stra è appena accennato. L’origine medio- Ma se la poliedricità di Williams ormai non richiama il battito cardiaco. Tuttavia, in alcu- rientale della storia è rispecchiata da parsi- stupisce quasi più, ecco che con Memorie ni momenti la musica assume un ruolo di moniosi colori etnici come il cimbalom e l’oud di una geisha (vedi CS n. 15) si esprime protagonismo fondamentale, diventando (una sorta di chitarra di origine palestinese), l’anima recondita dell’autore, quella colta e così il veicolo espressivo primario della pel- oltre all’immancabile , e il compositore raffinata, che dipinge un ritratto cameristico licola. Spielberg e Williams sanno come ne trae i risultati migliori nelle sequenze in fla- e sontuoso suggellato dalla presenza di dare risalto l’uno al lavoro dell’altro e in tal shback dell’attentato di Monaco (“The Attack solisti d’eccezione come Yo-Yo Ma e Itzhak modo confermano la simbiosi ormai quasi at the Olympic Village”). Perlman, dando alla partitura, eppure così “panica” che il duo ha raggiunto dopo oltre La partitura si congeda con una ripresa frequentemente dominata da colori scuri e trent’anni di collaborazione. del tema di Avner (“End Credits”), questa irrequieti, la lucentezza del gioiello prezioso. Munich è dominato da due temi principa- volta eseguito dal pianoforte, lasciando Ed è con altrettanta apparente spontaneità li, a cui Williams dedica paritetico spazio all’ascoltatore un sentimento di intensa par- che il compositore cambia registro e stile, nella partitura. Il primo (“Munich, 1972”) è tecipazione emotiva: il degno sigillo finale di ovviamente mantenendo la sua inimitabile una sorta di canto di matrice mediorientale, una colonna sonora forse non particolar- voce, nell’ultima prova del 2005, ancora una una melopea affidata alla voce solista con- mente originale ma sicuramente genuina e volta richiestagli dall’inseparabile Spielberg. tralto di Lisbeth Scott, che in seguito assu- raffinata. E l’epilogo di un 2005 williamsiano Munich è un film duro, addolorato e pieno me i tratti dolenti e mesti di un requiem dedi- da ricordare. di inquietudine, ma attraversato da un pro- cato alla memoria delle vittime di Monaco fondissimo umanesimo che lo rende anco- (“Remembering Munich”). La creazione ra più forte e intenso. Spielberg racconta la melodica è squisita, tant’è che il composito- storia difficile di un recente passato che ha re le dedica nel CD ben due letture “da con- però il sapore amaro del presente. Se certo” per oboe (“Avner and Daphna”) e per Schindler’s List e Salvate il soldato Ryan violoncello solo (“Thoughts of Home”), svi- erano circoscritti attorno ad eventi storici luppate ed orchestrate magistralmente determinati e “chiusi” (seppur ancora estre- secondo il distintivo tratto williamsiano. mamente attuali e importanti), la vicenda di L’altro tema portante è quello dedicato al Avner e del commando del Mossad, chia- protagonista Avner: una melodia accorata, mati da Israele a vendicare il barbaro atten- traboccante lirismo appassionato e che tato delle Olimpiadi di Monaco del 1972, esprime una profonda umanità; certamente John Williams spalanca interrogativi scomodi ai quali il tema è figlio delle struggenti melodie di Munich (id. - 2005) anche oggi non è possibile dare una rispo- Schindler’s List, come dimostra la bellissima Decca Classics 609302 sta netta, soprattutto se la si mette in relazio- versione per archi dal titolo semplice e 18 brani – Durata: 62’37” ne all’attuale situazione geopolitica interna- quanto mai eloquente (“A Prayer for zionale. Mai come in Munich, il cinema di Peace”), ma assume ancor di più un sapo- 36 recensioni

ché alla psicologia e al comportamento Marianelli con un impianto sinfonico, Verve Forecast/ irrequieto dei personaggi. In fase di scrit- ricco di atmosfere gotiche (“Dickensian Universal/Focus 0602498865859 tura, una maggiore partecipazione di Beginning”). La partitura è principalmen- Newman avrebbe potuto rendere più te di matrice europea, anche se sono 17 brani (10 canzoni + 7 accattivante un prodotto commercialmen- evidenti le influenze dei grandi nomi di commento) te autoindulgente che non riesce a garan- dello scoring statunitense, soprattutto Durata: 43’30” tire la credibilità di una buona colonna Goldsmith (uno dei temi principali ricorda sonora. MT da vicino quello di Hollow Man, come si può notare in “Red Riding Hood”) e Danny Elfman (l’atmosfera di molte pagi- Gustavo Santaolalla / AA.VV. Universal ne non può non far pensare ai cupi meli- Brokeback Mountain Classics 4763088 smi di Sleepy Hollow). Ma nonostante le (I segreti di Brokeback Mountain – 2005) 17 brani influenze e i rimandi, il compositore pisa- Durata: 41’30” no dimostra una certa bravura e un Vincitore del Leone d’Oro all’ultimo gusto particolare soprattutto dal punto di Festival di Venezia, del Golden Globe vista della strumentazione (coadiuvato come miglior film e miglior canzone (“A da Benjamin Wallfisch, che è anche Love That Will Never Grow Old”) e l’Oscar direttore d’orchestra) e della cura dei immotivato per la migliore musica, la colori orchestrali (“The Forest Comes to sopravvalutata pellicola di Ang Lee pos- Dario Marianelli Life”; “Muddy”; “Burning the Forest”), a siede un fascino tutto old western grazie Pride & Prejudice scapito forse di un’architettura tematica all’ottima alternanza di canzoni country e (Orgoglio e pregiudizio - 2005) più robusta ed originale. Marianelli lo score del compositore e chitarrista mostra inoltre uno spirito ironico da non Gustavo Santaolalla. Quest’ultimo, autore La storia del film è l’ennesimo adatta- sottovalutare (vedi le citazioni della delle musiche de I diari della motocicletta mento dell’eternamente popolare roman- “Gazza Ladra” rossiniana e della ninna e North Country - Storia di Josey, esegue, zo di Jane Austen, scritto nel 1813. Già nanna di Brahms in “The Eclipse insieme a Bob Bernstein, tutti i sette brani portato con successo sugli schermi due Begins”). strumentali alla chitarra, percussioni e anni fa da Gurinder Chadha, il nuovo Un debutto convincente e ricco di pro- pump organ (con rari interventi degli Pride & Prejudice, per la direzione del messe, per un compositore ormai già archi) creando una partitura forte del regista televisivo Joe Wright, è supporta- lanciato sulla strada del successo, gra- melodismo tanto caro alle performance to da un soundtrack fluido e appassiona- zie all’inaspettata nomination all’Oscar cinemusicali di Ry Cooder. Una grande to che non ha però la pretesa d’eternare per Orgoglio e pregiudizio. MC presenza di canzoni originali scritte da la performance recitativa degli attori e Santaolalla, anche insieme a Bernie dunque la trama filmica. La scrittura Taupin (in primis quella già menzionata, orchestrale accompagna con puntuale Decca Classics premiata con il Golden Globe) e classici accuratezza quella pianistica, raffinata e 476 5224 del country di Bob Dylan, Rufus punteggiata di languori rubati, tenera e 21 brani Wainwright, Buddy Holly, ecc., interpreta- sognante (“Dawn”, “The Living Durata: 74’27” te tra gli altri da Willie Nelson, Linda Sculputetrs of Pemberly”) ma sempre Ronstadt e Steve Earle. MP troppo prevedibile. Tre brani di nymania- na memoria come “Liz on Top of the world”, “The secret Life of Daydreams” e Decca/Universal “Your hands are cold” offrono preziosi 988 8461 DH suggerimenti mentre la temperatura James Newton Howard 25 brani espressiva si alza proprio in quest’ultima King Kong (id. - 2005) (20 di commento composizione, ma niente di più. Le altre e 5 canzoni) pagine sono ben concepite, ma aggiun- E’ quasi impossibile recensire questa Durata: 61’33” gono poco all’interesse del disco. MT colonna sonora senza essere condiziona- ti minimamente da una domanda specifi- ca: cosa sarebbe successo se Howard Milan Music Shore avesse composto la OST di King 301 728-4 Kong? Infatti è così che sarebbero dovu- 17 brani Jarhead (id. - 2005) te andare le cose, fino a quando lo scor- Durata: 71’50” so ottobre un laconico comunicato stam- Il film ispirato al best-seller di Anthony pa della Universal annunciava che Shore Swoffonrd, ambientato durante il primo aveva abbandonato il progetto a causa di conflitto mediorientale (1991), vede nuo- “divergenze artistiche” con il regista Peter vamente il regista Sam Mendes dietro alla Jackson (nonostante avesse quasi con- macchina da presa affiancato da collabo- cluso la registrazione della partitura) e ratori del calibro di Roger Deakins (foto- Dario Marianelli che James Newton Howard avrebbe grafia), Walter Murch (montaggio) e Albert The Brothers Grimm preso il suo posto sul podio. La piaga del Wolsky (costumi). Il compositore Thomas (I fratelli Grimm e l’incantevole strega - 2005) cosiddetto “rejected score” mieteva un’al- Newman, sette volte candidato all’Oscar, tra vittima eccellente. si è limitato a realizzare alcuni dei brani Il nostrano Dario Marianelli (nato a Ancora non ci è dato sapere le vere più dinamici e drammatici della pellicola e Pisa e formatosi musicalmente a ragioni del divorzio artistico tra il regista accoglie nella colonna sonora canzoni Londra) entra nell’olimpo delle produzio- neozelandese e il compositore prediletto altrui come “Bang a Gong (get it on)” di T. ni hollywoodiane con questa commen- di David Cronenberg; tuttavia rimane la Rex, “O.P.P.” dei Naughty by Nature, devole partitura per il film di Terry Gilliam sensazione di amarezza per l’occasione “Fight the Power” dei Public Enemy, ispirato ai racconti dei celebri fratelli mancata, sicuri come siamo che il lavoro “Don’t Worry Be Happy” di Bobby Mc tedeschi inventori di favole. Il tono cupo, di Shore sarebbe stato di altissima Ferrin, “Soldier’s Things” di Tom Waits, venato di divertenti sprazzi grotteschi ai qualità. L’amaro in bocca persiste soprat- adeguandosi in maniera molto duttile alle quali l’ex-Monty Python ci ha da tempo tutto per due ragioni: la prima è che la differenti ambientazioni della storia, non- abituato, è efficacemente tradotto da speranza di un nuovo binomio recensioni 37

regista/compositore in grado di produrre brano “Flames” stringe il cuore) che fanno risultati innovativi e salutari per l’Ottava VarèseSarabande credere che tutto alla fine possa volgere 302 066 686 2 Arte – come è stato per la Trilogia de Il al sereno. Sarà così? Una menzione spe- signore degli anelli, appunto – sembra 19 brani ciale va alla canzone nominata agli sfumare nell’oblio; l’altra ragione è il risul- Durata: 48’11” Oscar, “In the Deep”, interpretata magica- tato effettivo ottenuto da James Newton mente da Bird York. MP Howard, davvero trito e poco esaltante. Bisogna comunque fare qualche preci- VarèseSarabande sazione a suo favore: il compositore si è 302 066 676 2 trovato a lavorare in condizioni e circo- 28 brani stanze tutt’altro che invidiabili e accomo- + altri Durata: 63’35’’ danti, pressato da una tabella di marcia ai Wallace & Gromit: The limiti dell’impossibile (poco più di un mese Curse of the Were-Rabbit per scrivere e registrare quasi 180 minuti (Wallace & Gromit: La Maledizione del di musica sinfonica) e dalla crescente ten- Coniglio Mannaro - 2005) sione seguita al “licenziamento eccellen- te” di Shore, oltre alla ormai abituale pres- Onore alla Aardman, abili nell’imporre sione della major di turno durante le fasi alla Dreamworks la non scontata con- BT finali di un blockbuster costato parecchi ferma del compositore Julian Nott Stealth (id. – 2005) fantastilioni di dollari. Considerate queste (autore del tema e delle musiche dei circostanze, il lavoro di Howard è tutt’altro premiati cortometraggi originali) Mamma mia! Già avevamo avuto modo che esecrabile. Il compositore ha cercato comunque affiancato da James Michael di stroncare in altre sedi il film e, nel di tenere la testa alta e di dare il massimo Dooley, Rupert Gregson-Williams e numero scorso di Colonne Sonore, la nei limiti del possibile. Ma alla fine biso- della factory di Hans compilation di riferimento, ma questo gna fare i conti col risultato vero e proprio. Zimmer (qui in veste di produttore) score completa davvero nel peggiore dei King Kong è certamente una partitura capace questa volta di tenersi in dispar- modi possibili la storia cine-musicale di monstre, roboante e massiccia, ma tanta te ed esaltare lo stile dell’autore princi- Stealth, opera che avrebbe fatto meglio a ricchezza sul piano dei mezzi e della pale. Certo, vista la grandezza della restare ben chiusa nel cassetto delle scri- forma è inversamente proporzionale alla produzione anche le musiche risultano vanie dei produttori. debolezza della struttura e della sostanza un po’ più “gonfie” rispetto ai piccoli Bt, un nome, una garanzia, infligge alle musicale. ensamble utilizzati da Nott per gli stori- povere orecchie degli incauti ascoltatori Ovviamente non si chiede di reinventa- ci episodi, ma ne è fedelmente preser- oltre un’ora abbondante di rumore assor- re la musica da film ad una colonna sono- vata la britishness. dante e musica, per così dire, cacofonica, ra del genere, ma la ferrea robustezza Ne deriva uno score spettacolare, che attenta seriamente ai timpani e al invece sì. In King Kong ci sono tutti gli vario e divertentissimo (e superiore al cuore. Che questi film siano spesso mal- ingredienti che ci si può aspettare in una già notevole Chicken Run) che, parten- trattati musicalmente è un dato di fatto, partitura di questo genere: un tema princi- do dalla celebre marcetta, si destreggia ma anche gli action movies hanno, anche pale in tonalità minore con i corni minac- brillantemente tra odi “elgariane”, com- se non è questo il caso, una loro dignità ciosi e incombenti (“King Kong”), le plessi intrecci d’azione e momenti di autoriale e meriterebbero partiture meno parentesi liriche (“A Fateful Meeting”, puro spasso orchestrale, senza mia raffazzonate e confusionarie (si pensi “Beautiful”) dal retrogusto minimal, come dimenticare il primato della melodia. all’eccellente lavoro svolto da A. Desplat ormai comanda il moderno approccio di Per una pellicola da Oscar, una colonna in Hostage), invece con Stealth siamo scoring hollywoodiano, le pagine disso- sonora eccezionale! PR proprio ai minimi sindacali. Si vola basso nanti colorate da fiati etnici e percussioni stavolta… ACh tambureggianti (“Last Blank Space on the Map”, “It’s Deserted”) e ovviamente una Superb Records quantità infinita di concitate e interminabi- SPB-CD-2512 VarèseSarabande VSD 6699 li galoppate a tutta orchestra, con ottoni 15 brani strillanti e percussioni a spron battuto (13 di commento 25 brani (“Head Towards Animals”, “Tooth and + 2 canzoni) Durata: 59’28” Claw”). Durata: 58’39” Tutto quanto è orchestrato con sapien- za ed eseguito con la solita bravura secondo gli standard hollywoodiani, ma non basta a dare alla partitura un’anima Mark Isham convincente. Spicca qualche momento Crash (Crash, contatto fisico – 2005) Greg Edmonson più riuscito, come l’assolo della voce Firefly (id. – 2005) bianca sul finale (“Beauty Killed the Beast Un film straordinario, scritto benissimo V”), che crea una dimensione sospesa e dallo sceneggiatore di Million Dollar Baby, Greg Edmonson è l’autore di un sound rarefatta (sebbene la soluzione possa Paul Haggis, qui in veste anche di regista, genuino, eclettico e ricco di soluzioni richiamare certe pagine dello Shore tol- candidato a sei Oscar e vincitore come timbriche, concepito per la serie televisiva kieniano). “miglior film”, “montaggio” e “sceneggiatu- della Fox Firefly creata da Joss Whedon: Il modello a cui Howard guarda è senza ra originale”. Un racconto duro come un in un lontano futuro multietnico alcuni dubbio il Jerry Goldsmith delle partiture pugno allo stomaco, composto da diverse ribelli ad un potere tirannico cercano di d’azione, ma al di là dei ritmi dispari e storie che si sfiorano o si scontrano, sem- sopravvivere in una galassia dove si cela- della concitazione orchestrale, sembra pre in maniera violenta. Un racconto no mille insidie. proprio difettare dell’abilità goldsmithiana crudo sul razzismo (bianchi, neri, cinesi, La storia si sviluppa in una cornice che nel creare un’architettura tematica e con- arabi, ispanici, ecc.) che possiede una evoca un selvaggio western dalle tinte cettuale solida su cui poggiare l’evidente forza ancora più brutale e al contempo asiatiche di una civiltà multiculturale, un ricchezza di mezzi a disposizione. rassegnatamente spiazzante nella musi- matrimonio West/East per il quale il musi- Ovviamente non è nemmeno il caso di ca composta ed eseguita ai synth dal cista compone un’adeguata parafrasi fare paragoni con la colonna sonora di bravo Mark Isham. Ambienti sonori tragici musicale. Max Steiner per il film originale. MC si mischiano a vocalizzi arabeggianti (il Una vasta gamma di strumenti orienta- 38 recensioni

li si affianca a fiddle, chitarra country, Per apprezzare ogni nuova partitura di archi, pianoforte, percussioni e synth Horner bisognerebbe ascoltarla come se Mellowdrama Records generando un universo sonoro dai colori fosse la sua prima ed unica. Se scolle- MEL100 etnici e dalle atmosfere suggestive: brani ghiamo la memoria, possiamo fingere di folk, fraseggi blues, scale cinesi e modi non percepire la moltitudine di idee già 19 brani Durata: 48’25” asiatici, nonché una pagina celtica, confe- sentite in mille altre occasioni. Il soggetto riscono una buona varietà stilistica alla del film non favorisce l’originalità di partitura. Horner, che si è già occupato di bambini Sebbene Edmonson eviti l’approcio del scomparsi in Ransom, The Forgotten e “” e scelga di descrivere gli ele- The Missing. menti narrativi tramite l’uso di patterns L’approccio stilistico e le orchestrazioni Roque Baños timbrici e armonici, non mancano lungo il non offrono sorprese, dunque: lo sfondo The Machinist disco alcuni episodi lirici di grande effetto: di echi martellanti e minacciosi, la costan- (L’uomo senza sonno – 2004) una ragione in più per ascoltare lo score te puntualizzazione dei percussionisti, et di questo compositore americano ancora cetera. La prima parte è più elegante, con Curiosa e straordinaria idea, quella del poco conosciuto. EV movimenti sinfonici armoniosi e intensi. regista Brad Anderson, di richiedere Archi e fiati delineano, in registri malinco- all’emergente compositore Roque Baños nici, la ferrea personalità di una Jodie di rievocare lo stile immortale di Bernard VarèseSarabande Foster ancora in lotta per la sua prole e Herrmann nelle musiche di questo eccel- 302 066 682 2 l’intenso legame tra madre e figlia (piace- lente thriller dell’anno scorso. 23 brani vole, in particolare, l’intreccio sinfonico di Orchestra cameristica dominata da the- Durata: 50’03” “Missing Child”). Il palpabile stato di ten- remin e archi, un motivo conduttore sione che vibra nel lungo “The Search” ossessivo, basato su quattro coppie di più tardi si perde negli stilemi usurati dei accordi che si inseguono inesorabili lungo brani finali. tutti gli anfratti tenebrosi attraverso cui ci Forse ci vorrebbero dischi più brevi, per accompagna la partitura. Una struttura non percepire un così intenso sapore di scarna e defedata, che riproduce alla let- David Newman riciclato. Peccato, perché Horner ha dav- tera la fragilità fisica di Trevor, il fantasma- Serenity (id. – 2005) vero una classe strepitosa. GB tico protagonista, alla ricerca delle ragioni della paura incontrollata che lo sta lette- Non nuovo all’avventura epica (come ralmente divorando vivo. Nel riproporsi di dimenticare il suo divertente The New Line schematismi musicali incolori e claustro- Records Phantom), David Newman si imbarca con NLR39051 fobici che alludono al grande Hitch, tra- entusiasmo nel western spaziale di spare una sofferenza psicologica radica- Serenity, film germogliato dalle ceneri 14 brani ta, senza perdono. della serie tv Firefly, e si presta alla Durata: 40’22” Esce tardi questo prezioso CD, che richiesta di Joss Whedon (l’autore di Buffy ripropone in un’incisione pulita e stento- e Angel) di allestire uno strabordante rea un’opera dall’ascolto inquieto, incubo- caleidoscopio musicale, con l’intento so, non facile, ma di qualità rara, conside- dichiarato di raccogliere tutte le rata la capacità di Baños di non appiattir- eterogenee suggestioni musicali insite Howard Shore si sul richiesto modello herrmanniano, ma nell’opera e di stimolare al tempo stesso A History of Violence (id. - 2005) di offrirne una rilettura personale e attua- l’ingovernabile gusto degli spettatori più le, rispettosa, anche in questo, dell’auste- giovani. Dopo i giorni fasti e nefasti passati con rità del modello. GB Un risultato che stordisce, per questo i giganti di Hollywood, Shore si concede Newman si è portato a casa un bel po’ di un meritato ritorno tra mura familiari e recensioni negative: qualcuno avrebbe amiche, un nuovo viaggo nel minimalismo VarèseSarabande voluto l’opulento tradizionalismo della creativo di Cronenberg. VSD-6693 space opera di Williams, qualcun altro Non si potrebbero concepire geni e 19 brani uno score sci-fi tutto elettronico, alla sensibilità così diverse, eppure i due arti- Durata: 42’03” Christopher Beck. sti canadesi hanno fatto del loro lungo La miscellanea di stili e sonorità sodalizio un esempio cristallino di pura (grande orchestra, violoncello solista, armonia creativa. Da sempre sedotto dal chitarre elettriche, loop percussivi, synth, fascino della malattia, Cronenberg esplo- cori campionati, banjo, techno country, ra questa volta un virus dello spirito, la new age, spunti orientali e molto altro) è violenza, di cui racconta contagio, epide- Asche & Spencer originale, divertente e mai noiosa. mia e cura. Stay (Stay - Nel labirinto della mente – 2005) L’ascolto plurimo dei tanti brani riserva Le musiche di Shore elaborano un sorprese ed emozioni, basta non aver commento trattenuto, non senza elegia e Marc Foster torna alla regia (dopo fretta di passare oltre. GB pathos, che però non affoga le scene con Monster’s Ball - L’ombra della vita e ridondanti florilegi sinfonici. L’orchestra Neverland - Un sogno per la vita) con il dominata da ottoni ed archi anticipa con thriller psicologico Stay - Nel buio della Hollywood accordi rappresi le molte esplosioni di vio- mente. Scritto da David Benioff, il film, Records lenza. Un bucolico tema dei corni (che ambientato in una prestigiosa università 2061-62553-2 tradisce qualche ricordo della Terra di americana, parla di uno psicanalista 8 brani Mezzo) tratteggia il teatrino familiare, in (interpretato da Ewan McGregor) che Durata: 50’39” apparenza sereno, in cui il protagonista si cerca di impedire il suicidio di un suo stu- è acquattato. dente. I destini dei personaggi si intrec- Spiccano un gran momento d’azione ciano, attraverso vari colpi di scena, in un per un falso allarme (“Run”) e il lirismo gri- viaggio al confine tra la vita e la morte. dato della bella scena sulle scale (“The La colonna sonora è stata affidata a James Horner Staircase”). Un ascolto appagante e intel- Mark Asche e Thad Spencer che ci pro- Flightplan (id. - 2005) ligente. GB pongono uno score che mantiene, dalla recensioni 39

prima all’ultima traccia, le stesse atmosfe- essere stato utilizzato come colonna Il film racconta la storia drammatica di re cupe e surreali, contribuendo a raffor- sonora dello spot di una nota casa auto- una ragazza (interpretata da Gwyneth zare il coinvolgimento emotivo dello spet- mobilistica tedesca), una ballata intensa e Paltrow) che lascia gli studi per seguire il tatore. sensuale della bravissima Alison padre malato (Anthony Hopkins): un Un lavoro senza infamia e senza lode: Goldfrapp. geniale matematico che soffre di una un viaggio tra immaginazione e realtà Quello che colpisce di questo score è malattia degenerativa che colpisce il dove, più che la musica, sono i suoni l’incontro di generi diversi all’insegna cervello. elettronici ed i rumori ad accompagnare lo della malinconia e con uno sguardo La tensione emotiva è tenuta alta gra- spettatore fino al più classico finale a nostalgico agli anni Sessanta e Settanta. zie alla colonna sonora di Stephen sorpresa. JV Si passa infatti dai Pretenders a Edith Warbeck (compositore, tra gli altri, di Piaf, dai Blonde Redhead a Gilberto Gil e Shakespeare in Love e Billy Elliot) che Caetano Veloso, passando per Mozart. sottolinea in modo perfetto l’emotività dei VarèseSarabande Un commento musicale eclettico ma personaggi. VSD-6694 efficace da gustare traccia dopo traccia. Le undici tracce accompagnano l’ascol- 12 brani JV tatore nel mondo di Catherine e di suo (8 canzoni + padre, tra i ricordi del passato e le alluci- 4 di commento) nazioni del presente, in modo efficace e Durata: 45’05” Sony EK96403 coinvolgente. JV 13 brani (12 canzoni + 1 di commento) Milan Music CD AA,VV. Durata: 42’07” 301 721-4 Prime (id. – 2005) 15 brani (14 di commento Che cosa succede quando una + 1 canzone) Durata: 26’28’’ ragazza s’innamora del figlio della sua analista? E’ questa la trama di Prime, AA.VV. commedia sull’amore e la vita con due Must Love Dogs grandi attrici: Uma Thurman che (Partnerperfetto.com – 2005) interpreta Rafi, trentasettenne ferita da un AA.VV. recente divorzio che si innamora di un Traendo lo spunto da Must Love Dogs, Manderlay + Dogville (id. - 2005) giovane di ventitré anni e Meryl Streep, il romanzo della statunitense Claire Cook, terapista di Rafi e madre del suo giovane il film racconta la storia di Sarah e Jake, Lars Von Trier si affida agli ottimi amante. Una commedia divertente con interpretati da Diane Lane e John arrangiamenti di Joachim Holbek per uno score insolitamente intenso e di alta Cusack, che si conoscono e si innamora- commentare i primi due film della sua qualità. no grazie a un sito web di incontri. A giu- trilogia dedicata agli Stati Uniti. Un commento musicale che compren- dicare dai loro annunci, in comune hanno L’Ouverture del Concerto di Vivaldi, il de stili e personaggi differenti (come solo l’amore per i cani (da qui il titolo). tema di Dogville, è una perfetta armonia differenti sono le culture che s’incontrano La colonna sonora, fantasiosa e varie- di violini malinconici e splendidi violoncel- a Manhattan, dove la commedia è gata, parte con Christopher Plummer che li ieratici, mentre “Thoughts of Tom” vive ambientata): dall’hip hop di RJD2 alla recita “Brown Perry” di Yeats e prosegue sul grandeur di Haendel, ben espresso musica elegante e sensuale del popolare all’insegna del rock (Linda Ronstadt, dalla magniloquenza strumentale del jazzista Duke Ellington, dalla musica Sheryl Crow e Ryan Adams & The concerto grosso. introspettiva di Rufus Wainwright alla Cardinals), ma non trascura il romantici- “Happy at Work” è un arrangiamento passione della giovane cantante smo, riproponendoci il tema principale del dal concerto per oboe del veneziano americana Rachael Yamagata. Da Dottor Zivago composto da Maurice Jarre Albinoni: un Allegro innestato sul basso segnalare i due temi composti da Ryan e l’intramontabile “This Will Be (An continuo del clavicembalo e impreziosito Shore: “Rafi and David” e “Prime Suite” Everlasting Love)” di Natalie Cole. Il fina- dai ricami melodici dell’oboe. “The Gifts” è che ben sottolineano i momenti più le è invece affidato al cast che canta arrangiato da un concerto di Vivaldi per delicati del film. JV “Come On Get Happy”. flauto e clavicembalo: un Andante con un Una colonna sonora che sicuramente flauto dalle melodie superlative Milan Music accontenterà anche gli ascoltatori più controbilanciato dai leggeri pizzicati del 36123 esigenti. JV clavicembalo. 15 brani Il “Madrigalesco” si sviluppa su violini stirati e drammatici, “Nisi Dominus” ha un (9 di commento + VarèseSarabande 6 canzoni) VSD 6678 incedere cerimoniale, funebre e intriso di Durata: 42’07” spiritualità, il frammento dello Stabat 11 brani Mater di Pergolesi crea una parentesi di Durata: 41’55” rassegnazione e dolore. “Manderlay” si innesta su un tema affi- AA.VV. dato al timbro grave del fagotto, che dialoga con clavicembalo e violini. My Summer of Love (id. 2005) “Mam’s Death” è espressa dalla mestizia di un organo desolato, “The Child” Tratto dal romanzo omonimo di Helen Stephen Warbeck sprofonda nell’intenso fiorire drammatico Cross, My Summer of Love di Pawel Proof (Proof - La prova – 2005) degli archi mentre solo “The Swallows”, Pawlikowski racconta l’amicizia tra due arran-giamento di Haendel arioso e adolescenti con una vita piuttosto Proof (che letteralmente significa dimo- solenne, lascia un barlume di speranza problematica. strazione, prova inconfutabile) è la versio- all’ascoltatore. La loro ricerca d’amore e fede è ne cinematografica di un’opera letteraria Una canzone di David Bowie, una accompagnata da una splendida ed origi- scritta dal premio Pulitzer David Auburn e “Young American” molto beat con inserti nale soundtrack. Il tema principale è affi- già trasformata nel 2002 in un’opera di sassofono e coro femminile, completa dato a “Lovely Head” (famoso in Italia per teatrale. questa magnifica colonna sonora. ST 40 recensioni

VarèseSarabande Dro East West Decca 988 3781 VSD-6683 S.A. / Maestranza DH 23 brani Films S.L. 12 brani Durata: 35’42” 16 brani (4 di commento + Durata: 50’41” 8 canzoni) Durata: 40’06”

Deborah Lurie AA.VV. Mulatu Astatke / AA.VV. An Unfinished Life Habana Blues (id. – 2005) Broken Flowers (id. – 2005) (Il vento del perdono – 2005) Con questa bella commedia musicale Ancora una compilation. Quaranta Il dramma di Lasse Hallstrom (La mia non priva di piccole e toccanti sensibilità, il minuti di colonna sonora decisamente vita a quattro zampe, Chocolat) con prota- regista Benito Zambrano racconta vincente nell’accompagnare il protagoni- gonisti due grandi attori americani come sentimenti e vicende comuni a molte fami- sta, un Bill Murray in stato di grazia, nel Robert Redford e Morgan Freeman, più la glie cubane alle prese con la sopravviven- suo girovagare dentro e fuori la sua vita. presenza femminile, mai spiacevole, di za quotidiana, con sentimenti di amore- Nella selezione dei brani si nota chiara- Jennifer Lopez, annovera le musiche di odio verso la propria isola e la voglia di fug- mente come il regista Jim Jarmusch matrice western di Deborah Lurie. La com- gire via. La colonna sonora è tutta incen- abbia preferito note intense, capaci di positrice - che ha curato le colonne sonore trata su un sound multicolore e poliritmico, passare dal cupo più profondo all’esube- di alcuni film indipendenti americani ed è da elegante nel mescolare hip-hop, heavy rante più superficiale, di inserire sonorità poco approdata a pellicole dal grosso bud- metal, pop, reggae, fusion e rock, eseguito etniche e aperture melodiche, incrocian- get e dal cast all star - accompagna la sto- da una sequela di musicisti cubani scono- do in maniera obliqua rock, soul e musica ria di rancori, solitudine e dolore (la perdita sciuti ma dotati di notevole talento: Habana classica. Il disco ha un andamento narra- di un figlio) del cowboy Redford e dell’ami- Blues, Cuba Libre, Tribal, Escape, Tierra tivo, quasi che ogni brano fosse una lette- co Freeman con una vena melodica a trat- Verde, Anaìs Abreu, Porno Para Ricardo. ra aperta da cui fuoriescono emozioni, ti molto zuccherosa. Grazie anche all’ausi- Un disco eterogeneo, ricco di spunti inte- sentimenti, riflessioni del protagonista. Un lio della Hollywood Studio Symphony e ressanti, talvolta toccanti come in “Habana ventaglio musicale che spazia da Marvin all’utilizzo predominante di chitarra Blues”, “Arenas De Soledad”, “Vivamos Gaye a Mulatu Astatke (autore delle musi- acustica, elettrica e pianoforte in tutti i brevi Juntos”, che aderiscono con convinzione che), dai Greenhornes a Holly Golightly e 23 brani. MP ai fotogrammi, ma soprattutto una musica Dengue Fever, fino al Requiem Op. 48 di lontana da quella cubana tradizionale che Fauré. Un disco equilibrato che si rivolge Buena Vista Social Club ha esportato in a un pubblico vario. MT Sony / BMG tutto il mondo. MT 82876743522 14 brani EMI (2 di commento + VarèseSarabande 7243 860331 2 3 12 canzoni) VSD-6665 15 brani Durata: 64’30’’ 20 brani Durata: 42’30’’ Durata: 35’25”

Graeme Revell / AA.VV. Goal (id. - 2005) Ennio Morricone Goal è il primo film di una trilogia cine- Cliff Eidelman Sorstalansag matografica, che si chiuderà tra qualche The Sisterhood of the (Fateless / Senza destino – 2005) mese, in coincidenza con i Mondiali di Traveling Pants Germania, che racconta la sfolgorante (4 amiche e un paio di jeans – 2005) Quando Morricone ha visto le prime carriera di un giovane calciatore che scene del film Senza destino di Lajos passa improvvisamente dal completo Cliff Eidelman (da non confondere con i Koltai, noto direttore della fotografia per anonimato all’essere titolare in una squa- suoi colleghi Randy Edelman e Stephen Malena (nomination all’Oscar) e La leg- dra di Premier League. Giusto per sottoli- Endelman), dopo le ottime prove di son- genda del pianista sull’oceano di neare che la pellicola è ambientata in tuoso stampo sinfonico per Cristoforo Tornatore, si è seduto immediatamente al Inghilterra, la compilation propone un’or- Colombo - La scoperta (1992) e l’epica pianoforte, iniziando a suonare alcune gia di brani assolutamente British, che spaziale di Star Trek VI – Rotta verso melodie e trovandone subito una, sempli- vedono gli Oasis protagonisti con ben tre l’ignoto (1992) distende vene melodiche ce e accattivante come una canzone folk. canzoni tratte dal loro repertorio di suc- di velato intimismo e passaggi minimalisti Finito di suonare è scoppiato in lacrime e cesso. Molto interessanti i contributi di alla Glass per questa commedia rosa di ha deciso di comporre un Inno alla Kasabian (“Club Foot”), Happy Mondays crescita e fuga di quattro amiche per la solitudine. Questo è il tema portante della (“Playground Superstar”) e The Bees pelle. Tutti i brani posseggono una carica soundtrack (“About Solitude 1 & 2”, “A (“This Is The Land”) che contribuiscono a allegra e allo stesso tempo delicata: pri- Voice from the Inside”), cantato dalla voce dare ritmo ad una compilation che accom- meggiano per intensità l’astratto “Honey”, liturgica di Lisa Gerrard (Il gladiatore, Alì). pagna decorosamente le immagini sullo il concertino leggiadro di “Piano Suite” Coadiuvato dall’Orchestra e Coro della schermo e merita più di un ascolto extra- (qui il tema principale sembra rammenta- Radio Ungherese, dal flauto di pan di cinematografico. I due brani di commento re quello premio Oscar di Neverland - Un Ulrich Herkenhoff e dal dulcimer di Agnes sono di Graeme Revell e non aggiungono sogno per la vita di Kaczmarek) e “The Szakaly, il Maestro romano crea per que- molto alla struttura del disco, né brillano Traveling Song” con quel vocalizzo etereo sta storia di un adolescente ungherese per originalità o pathos (niente fanfare o e il violino canterino di Lili Haydn. Si stac- sopravvissuto ai campi di sterminio temi epici alla Bill Conti, per intenderci). ca da tutto il resto il sirtaki di “A Touch of nazisti una musica tonale ricca di empa- Godibile. ACh Greece”. MP tia, e di facile ascolto. MP recensioni 41

“Main Title” per fugare qualsiasi minimo Stargate Atlantis è lo spin-off del 2003 VarèseSarabande dubbio), quello insomma delle arie sin- del famoso telefilm fantascientifico VSD 6701 foniche e dei temi squillanti e magnilo- Stargate SG-1. Le musiche di commento 19 brani quenti. sono state composte dal figlio d’arte del Durata: 40’56” Il lavoro di Debney è tutt’altro che compianto Jerry Goldsmith, Joel, il quale esecrabile, il compositore dimostra di ha anche creato molti temi per la serie possedere un’indubbia abilità tecnica e originale. una mano sicura in fase di scrittura e di Le influenze compositive di cotanto strumentazione (aiutato da un team di padre si avvertono tutte, soprattutto nei orchestratori in gran forma che sanno robusti, eroici e marziali brani d’azione: / George Acogny indubbiamente il fatto loro) e il tutto si “Rogue Drone” su tutti, con quelle pos- Duma (Id. – 2005) ascolta anche molto volentieri. Tuttavia, senti impennate degli ottoni e delle per- manca il minimo barlume di originalità o cussioni e l’uso sincopato dei fiati. Da Nelle pagine che commentano Duma, il più piccolo tentativo di trovare, anche capogiro! Pure “Wraith Abductions” & John Debney riesplora il gusto etnico e le solo per brevi istanti, qualche soluzione “Dart Battle” sono brani ricchi di grinta, sonorità già sperimentate in The Passion fuori dai cliché e dalla prevedibilità. ma il “Main Title” li batte tutti per la sua of the Christ. In collaborazione con L’abilità di Debney gli garantirà sicura- carica epica. George Acogny, il musicista texano ritrae mente una carriera fitta di impegni Qua e là affiorano incisi tematici del il panorama culturale africano con un (Hollywood avrà sempre bisogno di imi- “Main Title” composto da David Arnold sia marcato realismo. Pianoforte, archi, pad tatori williamsiani), anche se noi ci per il film del 1994 che per il telefilm origi- elettronici e assoli vocali d’effetto si auguriamo che il compositore un giorno nale (non per nulla chi orchestra e dirige mescolano ad una texture di suoni etnici, o l’altro metta a frutto con un po’ più di questo album altri non è che Nicholas ritmiche e percussioni africane impostata coraggio e audacia le sue indubbie Dodd, fido collaboratore di Arnold). MP su arrangiamenti e performance corali capacità. MC che ricordano il The Lion King di . Debney predilige una scrittura CAM 515330-2 d’atmosfera piuttosto che sviluppare la VarèseSarabande 302 066 697 2 37 brani partitura su una base tematica e lungo il Durata: 76’21” CD si avverte la mancanza di un tema 19 brani portante. Nonostante la brillante orche- Durata: 39’20’’ strazione e l’ottima performance vocale, il disco soffre l’assenza di una vena di origi- nalità in grado di spezzare la monotonia che pervade l’ascolto dei brani. E’ comun- que ammirevole il tentativo di John Jean-Marie Sénia / AA.VV. Graeme Revell Debney nel destreggiarsi nuovamente Dalida (id. - 2005) con una partitura che non riconduca al The Fog (The Fog - Nebbia assassina – 2005) suo consueto stile compositivo. EV Dalida, grande interprete della canzone A dire la verità, nessuno sentiva il biso- francese, ha trascorso la propria vita fra gno di vedere un remake del classico (nem- successi, contraddizioni, drammi e VarèseSarabande meno quello del tutto riuscito) di Carpenter, segreti. Prossimamente si vedrà sul pic- VSD-6705 ma, è noto, di questi tempi a Hollywood le colo schermo un film a lei dedicato, inter- 20 brani idee scarseggiano. pretato da Sabrina Ferilli. Durata: 44’25” Revell lavora con la mano sinistra e scri- Per la colonna sonora è stato ve una partitura abbastanza insipida che uti- ingaggiato Jean-Marie Sénia, autore lizza cliché musicali sentiti almeno un transalpino di musiche principalmente per migliaio di volte in altri film del genere hor- la televisione. La sua visione di Dalida è ror. L’estrema brevità dei brani – solo un un insieme di frammenti che fanno paio superano i tre minuti – non permette di riferimento ai periodi della vita dell’artista. John Debney cogliere alcun guizzo creativo, l’orchestra- Oltre al tema principale (“A Dalida”), Zathura: A Space Adventure zione è piatta, la maggior parte delle tracce melodico e dolce tappeto di violini con (Zathura: un’avventura spaziale – 2005) si assomigliano paurosamente, non c’è aura ancienne, reinterpretato in diversi ombra di brillantezza né di originalità e, dul- momenti, compaiono arie vagamente John Debney è ormai abbonato al cis in fundo, anche pathos e suspense sono egiziane (Dalida è nata al Cairo), e altre genere fantasy/avventuroso per ragaz- ai minimi termini. Revell stavolta brancola più francesi, che riproducono con zini (Spy Kids, Come cani e gatti) e cer- davvero nella nebbia e firma una colonna successo le mille sfaccettature di un’arti- tamente rappresenta una sicura garan- sonora breve, impalpabile e molto al di sotto sta mitica. zia per registi e produttori in cerca di un dei suoi standard. Un ascolto interessante anche per risultato musicale canonico, rassicuran- Un lavoro dimenticabile, come il film che coloro che non hanno mai conosciuto te e di solido mestiere. Poi l’autore de accompagna. ACh Dalida. MN La passione di Cristo è un musicista diligente in grado di soddisfare sempre le richieste dei committenti e di accetta- VaréseSarabande CAM 515328-2 re qualsiasi situazione. VSD-6700 18 brani La partitura di Zathura – film d’avven- 16 brani Durata: 43’09” tura tratto dal racconto di Chris Van Durata: 42’18” Allsburg che segue la stessa trama di Jumanji – è un esempio della scuola hollywoodiana più classica e prevedibi- le: il modello di riferimento di Debney è in questo caso ovviamente il John Williams delle produzioni lucasiane- Joel Goldsmith Safy Boutella spielberghiane (basti ascoltare l’iniziale Stargate Atlantis (Id. 2005) Le pain nu (Il pane nudo – 2005) 42 recensioni - raccolte

Safy Boutella, algerino di origine e di raccontato con il suono degli archi e dei pagna un altrettanto atipico film italiano, anima, nato in Germania nel 1950, è un fiati, come se si fosse in un “Piccolo girato interamente, come il titolo suggeri- compositore che si è sempre dedicato West”, alternando pizzicati che rompono il sce, in piano sequenza. all’orchestrazione della musica di film alge- ritmo (“La provincia dell’impero”) a lenti L’opera alterna musica elettronica rini. Per il film Il pane nudo di Rachid crescendo (“Fosse tutto lì”) e intimi inter- (“Low Death”), sfumature jazz (“Run for Benhadj, ambientato a Tangeri nel 1942 e ludi al pianoforte. Money”), assoli di pianoforte e flauto che racconta la storia di povertà del picco- Sono le emozioni a vincere, quelle della (“Mother’s Arms”), sonorità etniche lo Mohamed, fra padri padroni e violenze di nostra Frontiera, quelle delle riflessioni (“Oriental Room”) e altri generi in un mix ogni tipo, Boutella compone un tappeto della gioventù, e Tescari ce lo ricorda intrigante ma non sempre efficace. sonoro in bilico fra Morricone e le ritmiche omaggiando in parte le armonie delle La mancanza di amalgama è, in effetti, maghrebine. Gli archi dell’iniziale “Salaf” e lande sconfinate d’Oltreoceano. il difetto maggiore di un disco che, a parte del generique, richiamano incredibilmente il Completano la colonna sonora alcuni alcuni temi più riusciti ed incisivi, non bril- tema principale di Nuovo Cinema Paradiso, pezzi non originali fra cui spicca la bella la per originalità, avvicinandosi più a quel- aprendosi in un continuo crescendo di vio- versione di “The Crying Game” di Dave le compilation proposte, con successo, da lini e violoncelli. In contrapposizione la track Berry. MN numerosi locali “lounge” (alla Buddha Bar, “L’appel” e “La fuite Momo” sono ipnotiche, per intenderci) che a una vera e propria dense di percussioni nella più logica sono- colonna sonora, con tutti i vantaggi e gli rità algerina. La colonna sonora, proprio Warner Chappel svantaggi del caso… ACh per questa commistione poco omogenea, Music 0989 perde identità e origine. MN 20 brani Durata: 38’07” VarèseSarabande LC 06083 CAM 515347-2 20 brani 10 brani (20 di commento Durata: 31’20” + 1 canzone) Durata: 46’37” Antonio Sechi A luci spente (2005)

Con A luci spente, Maurizio Ponzi Mychael Danna / AA.VV. (conosciuto dal grande pubblico come Where the Truth Lies Riccardo Giagni / Maurizio Rizzuto regista della fiction televisiva Il bello delle (False verità - 2005) Viva Zapatero! (2005) donne) rende omaggio al neorealismo, raccontando la storia delle riprese di La colonna sonora di un noir deve Realizzare le musiche per un film come Redenzione, film prodotto con il sostegno necessariamente richiamare le atmosfere quello di Sabina Guzzanti presentato a del Vaticano da Ettore Benedetti, diretto inquiete e sensuali tipiche di questo Venezia nel 2005, non è cosa semplice. dal regista antifascista Giovanni Forti genere anni ’40 e ‘50, e che affondano le La struttura destrutturata dei frammenti e (interpretato da Giulio Scarpati) e con la radici nei romanzi di Raymond Chandler e dei commenti sullo stato dell’arte, neces- partecipazione di Elena Monti (l’attrice dei Dashiell Hammett. Mychael Danna è sitava di un’interpretazione innovativa e “telefoni bianchi” interpretata da Giuliana insieme a Angelo Badalamenti e Ryuichi sperimentale. Il percussionista Maurizio De Sio). Il film si avvale di una splendida Sakamoto, uno dei pochissimi composito- Rizzuto e il tastierista e chitarrista colonna sonora, ultimo lavoro del compo- ri attuali a riuscire a rendere in musica Riccardo Giagni utilizzano suoni elettroni- sitore Antonio Sechi, scomparso di recen- l’equilibrio e le incertezze del noir ci e li mixano con composizioni tradizio- te dopo una lunga carriera divisa tra cine- classico. Lenti piano circles, con il violino nali, rompendo gli schemi ad ogni traccia ma (è stato orchestratore e direttore delle solo che entra impalpabile e disegna il di questo CD. “L’info des guignols” è pro- musiche del film Callas Forever e tema principale (“Maureen”, “This is My babilmente il pezzo più rappresentativo direttore musicale della versione italiana Daughter”, “The Truth Had Come Out”) per la sua ritmica ipnotica. In definitiva le dei film Il Principe d’Egitto e Il Re ed io) e malinconico e misterioso. Di seguito gli sonorità prodotte sono uno degli ascolti la televisione (Il bello delle donne, archi, e nel finale i fiati, per acuire la meno tradizionali per quello che concerne L’inganno e molti altri). Sechi, da eccel- drammaticità e la tensione conclusiva. il commento musicale di un film nel nostro lente musicista, ci regala una colonna Una colonna sonora mirabile, sentita e paese, come del resto lo è la visione del sonora leggera ma emozionante, ricca di appassionata, fra le migliori di quest’anno. documentario della Guzzanti. MN valzer e romanticismo (come nel tema di Un’ulteriore curiosità è un pezzo swing Liberazione e A luci spente). Un commento cantato in duetto dai due protagonisti musicale nostalgico che ricorda lo stile Kevin Bacon e Colin Firth. MN Radio Fandango delle colonne sonore dell’anteguerra e che 4029758678121 ben si sposa alle immagini del film. JV 19 brani Family (13 di commento Recordings + 6 canzoni) Warner Chappel 020 8962 5700 Durata: 52’17” Music 0979 18 brani 16 brani Durata: 59’45” Durata: 45’00’’

Nicola Tescari / AA.VV. Texas (2005) Craig Armstrong L’opera prima del giovane cineasta Craig Armstrong Film Fausto Paravidino è l’occasione per Tiziano Lamberti Works 1995-2005 (2005) ascoltare le composizioni di Nicola Pianosequenza (2005) Tescari, già collaboratore di Nicola Craig Armstrong Film Work 1995-2005 Piovani, che accompagnano i luoghi della Particolare. Questo l’unico aggettivo raccoglie il meglio della produzione per il provincia italiana. Il Texas nazionale è per descrivere una partitura che accom- cinema di un grande talento dell’attuale raccolte - cult corner 43

scena cinemusicale: Craig Armstrong. Liuni, Cerasi, Cantarelli e Lamberti, giusto Sebbene attivo soprattutto in campo Musicista sensibile, colto, frequentatore per citarne qualcuno. teatrale (a fianco di Dario Fo e Giorgio del pop e dell’elettronica d’autore (ha col- Una compilation nella quale, in oltre Strehler nei leggendari allestimenti del laborato tra gli altri con Bjork, U2, due ore di musica, si possono ascoltare Piccolo Teatro di Milano) è innegabile Madonna, Peter Gabriel e Massive tante belle e nuove idee tematiche, melo- l’impatto e l’influenza di Fiorenzo Carpi Attack), sperimentatore di nuovi suoni e die trascinanti, ottimi arrangiamenti e sulle generazioni successive - ossia le promotore di un’estetica di commistione grandi orchestrazioni (molte delle colonne attuali - di compositori italiani (su tutti tra generi e fonti, ma sempre dominata sonore sono state già recensite nella , che alla scorsa edizione dal buon gusto e dalla ricerca, il composi- nostra rivista). del Festival ‘Orvieto Musicalcinema’ è tore scozzese ha trovato terreno fertile Da applausi i temi di Orgoglio stato padrino di questa straordinaria per la sua notevole sensibilità musicale (Mainetti), Padre Pio tra cielo e terra raccolta discografica). soprattutto nel cinema. (Morricone), Queen’s Messenger In una carrellata di ben 33 brani Il CD contiene le versioni originali di 18 (Cipriani), Il quaderno della spesa vengono presentati trent’anni di brani tratti dalle colonne sonore dei film (Tempera), A luci spente (Sechi) e eclettismo e di straordinaria e sensibile più importanti ai quali Armstrong ha pre- Vaniglia e cioccolato (Abeni). MP vena melodica: oltre ad alcuni degli stato la propria voce come Romeo + indimenticabili temi per Le Avventure di Juliet, Ray, Moulin Rouge, Plunkett & ritroviamo infatti titoli più o Macleane, The Quiet American. Silva Screen meno noti (tra cui I quattro tassisti con Attraverso queste 18 selezioni è possibile Records Macario, La Baraonda – Passioni SILCD1185 notare soprattutto la sua abilità di model- popolari di Vancini, Arrivederci latore dei suoni, che mescolano con 13 brani all’Inferno… amici di Jakubisko, Mio dio sapienza elettronica e orchestra, raggiun- Durata: 77’55” come sono caduta in basso, Marcellino gendo vette di grande espressività e di Pane e Vino e Incompreso di gustosa magniloquenza, che ben si lega- Comencini) che partendo da profonde no con l’estro visionario di registi come radici popolari dimostrano la versatilità, Baz Luhrmann: basti ascoltare infatti la la cultura e la sottile ironia di questo parafrasi dei Carmina Burana in “O Michel Legrand troppo spesso dimenticato autore. Verona” da Romeo + Juliet o le poderose The Essential Un ritratto necessario, quindi, nella campiture sinfonico-corali di “Escape” da Michel Legrand Film Music speranza che sia solo preludio ad una Plunkett & Macleane. Collection (2005) più completa riscoperta discografica del E’ curioso notare come parecchi abbia- grande Fiorenzo Carpi. PR no cercato di imitare e riprendere questo Michel Legrand, classe 1932, uno dei stile pop-elettro-sinfonico (soprattutto compositori francesi più eclettici: allo nella musica da film) senza però riuscire stesso tempo direttore d’orchestra, can- Cinedelic ad elaborarlo con la medesima bravura. tautore, arrangiatore e autore di sigle per Records CNCD 2001 Ma Armstrong non è solamente un la radio, nonché ottimo pianista. Questa prestigiatore timbrico, sa anche essere un sublime raccolta dell’etichetta inglese 20 brani raffinato ed elegante creatore di melodie Silva Screen rappresenta la summa dei Durata: 61’28’’ limpide e avvolgenti, come dimostrano migliori temi composti per il Cinema in “Glasgow Love Theme” (dalla commedia oltre sessant’anni di carriera da Legrand, Love Actually), “Della’s Theme” (da Ray) due volte premio Oscar per Quell’estate e “Rebecca” (da Plunkett & Macleane). del ’42 e Yentl. Un disco che consigliamo soprattutto a Riarrangiate e dirette dall’autore stesso AA.VV. chi ancora non conosce il lavoro del com- in maniera strepitosa per la Flemish Women in Lounge Vol. 1 positore. MC Radio Orchestra troviamo le musiche trat- (2005) te dai film (oltre i due già citati qui sopra) 007 - Mai dire mai, Il caso Thomas Sognavate una raccolta lounge coi fioc- Warner Chappell Crown, Cime tempestose, Messaggero chi e non riuscivate a trovarla? Music Italia d’amore, Amici come prima, Lieto fine, Women in Lounge Volume 1 esaudisce 5051011-1362-2-1 Dingo, La canzone di Brian e I tre i vostri desideri! Venti languide, CD 1: 25 brani moschettieri, non tralasciando i bellissimi smaliziate, accattivanti, brillanti canzoni, Durata: 77’10’’ temi di due delle dieci pellicole del grande tratte da altrettanti film metà anni CD 2: 25 brani sodalizio con il regista francese Jacques ’60-primi anni ’70, firmate dai compositori Durata: 72’01’’ Demy: Les parapluies de Cherbourg e più celebri e interpretate dalle voci più Josephine. Da brivido la performance al note della Golden Age cinemusicale piano del compositore parigino in “The taliana. AA.VV. Thomas Crown Affair” e la potenza orche- L’etichetta nostrana Cinedelic, esperta Movie Themes Collection (2005) strale della Flemish Radio in “The Three nel recupero di grandi colonne sonore Musketeers”. MP lounge, jazz e beat made in , ci dona Questa è davvero una “Signora strepitose composizioni di Piccioni, Raccolta”! 50 brani originali tratti da fiction Trovajoli, Morricone, Ortolani, Buongusto, e film più o meno di successo (molte delle CAM 515327-2 Nascimbene, Alessandroni, Orlandi e pellicole cinematografiche inserite nell’al- 33 brani Pisano accompagnate dai briosi vocalizzi bum non hanno avuto una buona distribu- Durata: 69’07” e performance canore velate di Edda zione nelle nostre sale) che meritavano Dell’Orso, Ornella Vanoni, Lydia una vetrina del genere per potere apprez- Macdonald, Julie Rogers, Jean Seberg, zare il lavoro svolto dai suoi autori. Si va Andee Silver, Maria Grazia Buccella, da nomi illustri a nuovi talenti dell’Ottava , Nora Orlandi e altre. Arte: in primis Morricone, Donaggio, Troverete ben quattro nuove edizioni di Cipriani, Guerra, Piersanti, Pivio e Aldo canzoni mai pubblicate prima in altre De Scalzi, Frizzi, Siliotto, Mainetti, Sechi, Fiorenzo Carpi De Resmini raccolte del genere e per la prima volta su Bosso, Tempera, Abeni e Frisina, di Fiorenzo Carpi, CD “Le cafard” di Nascimbene dal film seguito gli emergenti Iusco, Landini, ritratto di un autore (2005) Summit. MP 44 cult corner

Cinedelic GDM 2058 GDM Music 2062 Records 19 brani 27 brani CNCD 2003 (17 di commento Durata: 64’55” 20 brani + 2 canzoni) Durata: 61’46’’ Durata: 48’19”

AA.VV. Ennio Morricone Ennio Morricone Women in Lounge Vol. 2 (2005) Idoli controluce (1965) C’era una volta il West – E la donna creò l’uomo (1964) Edizione Integrale (1968) Se la prima raccolta Women in Lounge non è riuscita a saziare il vostro irrefrena- E la donna creò l’uomo di Camillo GDM ci regala un’edizione finalmente bile desiderio di ascoltare canzoni Mastrocinque (12 brani), sebbene nell’al- completa di uno dei massimi capolavori del suadenti e piccanti vocalizzi, potrete bum compaia al secondo posto come Maestro Ennio Morricone. La colonna sono- saziarvi definitivamente con questo fanta- titolo, è stata composta nel 1964 prima di ra dell’epocale pellicola di Sergio Leone è stico secondo volume! Idoli controluce di Enzo Battaglia del 1965 universalmente riconosciuta come uno dei Accanto alla vostra amata preparatevi (7 brani). vertici assoluti del compositore romano, che a godervi una memorabile serata, cullati L’abbinamento di queste due colonne forse mai come in questa circostanza è riu- dai sospiri, dai ritmi travolgenti, dalle dolci sonore nello stesso CD è presto spiegato: scito a sintetizzare magistralmente tutti i trat- note di questa compilation lounge incan- l’approccio compositivo di Ennio ti tipici del suo magistero compositivo. Per tevole. Morricone è il medesimo. alcuni versi potremmo definirla la partitura Lasciatevi trasportare da Morricone, L’uso di melodie bossanova, twist e della maturità morriconiana: se le precedenti Bacalov, Trovajoli, Cipriani, Nicolai, jazz con l’orchestra diretta da Bruno incursioni leoniane erano contraddistinte da Umiliani, Fidenco, Ferrio, Orlandi e molti Nicolai e gli interventi corali dei Cantori uno spirito irriverente e quasi burlesco, con altri ancora, per un’ora intera di attraenti Moderni di Alessandroni (inconfondibile il C’era una volta il West Morricone arriva a performance vocali di Mina, Astrud suo fischio nel brano 19). Non mancano lambire vette liriche sublimi fino ad allora Gilberto, Sophia Loren, Edda Dell’Orso, brani avvolgenti, dalle leggere orchestra- rimaste su un piano secondario, perfetta- Lara Saint Paul, Nora Orlandi, Katarina zioni (“Le meno importanti” sia versione mente rappresentate dal celeberrimo tema M. Hollander e i Cantori Moderni di per chitarra che orchestra e coro, “Relax principale (“C’era una volta il West”). Alessandroni, solo per citarne qualcuna. in solitudine”, “Dawn in the Park”, Scompare quasi del tutto quindi l’anima un Venti film targati, come nel primo volume, “Sexydonna” & “E la donna creò l’uomo” po’ cialtrona e iconoclasta che accompagna- metà anni ’60 – primi anni ’70, tra cui Gli su tutti). va le scorribande di Clint Eastwood – anche scassinatori, L’amica, Supercolpo da 7 Le canzoni che aprono le due colonne se ancora fanno capolino nel tema di miliardi e Vergogna, schifosi!. MP sonore sono davvero piacevoli. MP Cheyenne e nel brano diegetico “L’orchestraccia” – e appare un’anima più malinconica e riflessiva, come risulta Rai Trade GDM 2059 evidente da sublimi composizioni come il CRT 305 14 brani tema di Frank (Henry Fonda) e “L’America di 23 brani (13 di commento Jill”, facendo così il paio con le ambizioni più Durata: 52’06” + 1 canzone) dichiaratamente mitopoetiche del regista. Durata: 42’49” Morricone si circonda dei suoi abituali colla- boratori dell’epoca (Alessandroni alla chitarra e al fischio, Edda Dell’Orso alla voce solista, Franco De Gemini all’armonica), piegandoli ad uno struggente e intenso lirismo crepu- Gianni Ferrio Ennio Morricone scolare. Davvero notevoli anche i momenti Tex e il Signore degli L’ultimo uomo di Sara (1972) isolati dall’architettura dei temi principali, abissi (1985) come il motivo di Morton e la notevole pagi- La canzone scritta da Morricone con M. na puntillistica per percussioni de Pensate un po’, la frase di lancio del Ligini per questo film drammatico del “L’attentato”. L’edizione integrale approntata film nel 1985 fu: “La risposta italiana a 1972 è interpretata da Carmen Villani in da GDM, oltre ad arricchirsi di 7 brani rimasti Indiana Jones”. Ridicolo, dato che la uno stile più parlato che cantato. finora inediti, presenta un notevole remaste- pellicola è veramente inguardabile e Il resto dei brani - tranne un pezzo ring digitale del suono, restituendo così nito- distrugge il mito fumettistico di Tex degno di una comica d’annata, dal titolo re e lucentezza a questo splendido capola- (interpretato da ) e emblematico “Stanlio e Ollio”, e uno svo- voro morriconiano. Da non perdere. MC dell’amico Kit Carson ideati da Bonelli. lazzante e pianistico “Scale” con la voce L’unica nota positiva di tutta di Edda Dell’Orso - dissemina graffianti l’operazione condotta fiaccamente dal dissonanze, violente atonalità e speri- Hexacord regista è la musica mentalismi alla Nuova Consonanza, oltre HCD-9307 composta e diretta da Gianni Ferrio sul ai ritmi percussivi sincopati tipici di molte 28 brani podio dell’Orchestra Roma Sinfonietta. pellicole-inchiesta morriconiane. (27 di commento + 1 canzone) Incredibilmente epico, seppur dalla Infatti il Maestro romano stesso ammet- Durata: 76’11’’ linea melodica assai placida, il tema te nel libretto della colonna sonora: principale esposto nell’iniziale “Welcome “L’ultimo uomo di Sara è uno dei pochi Tex” (che ritorna variato lungo l’arco del film nel quale io mi sia occupato di CD). A questo brano si contrappone il equilibrare l’intervento di “rumori” con folgorante esplodere dei corni in “La fuga” quello della musica. e altri pezzi oscuri di commento ai villains Anzi in molte parti del film la musica Nella stretta morsa del del film: gli indiani e il malefico Signore sostituiva i rumori e questo è appunto un ragno (1971) / Non si sevizia degli abissi. MP caso raro…”. MP un paperino (1971) cult corner 45

Una colonna sonora al vetriolo per l’in- pezzo piuttosto ripetitivo nei suoi fraseggi Il tono dell’opera di Trovajoli è ispiratissi- quietante vicenda di una fattucchiera accu- di clavicembalo; “Il numero non risponde” mo, rilassante e godibile. “Angola Adeus”, sata dell’omicidio di tre ragazzi in un paese è imperniato su tamburi concitati che il leitmotiv, è costruito su un accattivante della Lucania. La “Seq. 1” di Non si sevizia creano un’alta tensione emotiva, “Milano giro di basso: un frammento di poche note un paperino è agghiacciante: stilettate di ” è brillante nella sezio- continuamente reiterato a sostegno di archi acutissimi che muoiono in anelli di eco ne ottoni e nel ritmo accattivante, fra brevi sorprendenti invenzioni corali ed discendenti per introdurre un dilaniante e improvvisazioni di chitarra e tromba. orchestrali. dissonante tourbillon di fiati gotici e violini Passiamo poi a chitarre isolate su pedali La sezione archi è intensa, lirica e ario- tetri, percussioni cupe e gong delittuosi che di sintetizzatore; mentre appare evidente sa nel suo sviluppo e con un tema princi- si dipanano in una ragnatela sonora fittissi- l’ispirazione ritmica a “Take Five” di Dave pale molto melodico e ripreso da vari stru- ma, inframmezzata qua e là dalle note stri- Brubeck nel brano “Il duro che scappa”. menti; presenti anche rapidi passaggi di denti di un pianoforte stonato. La “Seq. 2” è Atmosfere jazz, inserti di timbro arpa ed efficaci percussioni tribali, che un carillon sognante, ornato dagli arpeggi Hammond, parentesi descrittive fra impreziosiscono un brano bellissimo e inci- barocchi di un sintetizzatore che simula il arpeggi, scale e improvvisazioni, influen- sivo. Il senso di sospensione e attesa crea- timbro del clavicembalo e intona un prezio- ze funky fra percussioni che scappano ed to dal basso e magnificato dalle risposte so tema melodico. La “Seq. 3” riprende la ottoni esclamativi e mirabolanti, un orga- del coro e dell’orchestra crea un’ottima struttura di “Seq. 1” introducendo un miste- no liturgico per “Ricordi” e momenti con- colonna sonora tutta basata su variazioni rioso sassofono in mezzo ad ac-cordi di pia- templativi e melodici completano un pro- del tema principale. noforte sfasati e dissonanti che creano dotto nel complesso buono e dalle colori- L’interpretazione corale dei Cantori un’atmosfera rarefatta e occulta. I violini ture strumentali variegate. ST Moderni di Alessandroni è notevole. La mimano spesso urla strazianti e i commenti musica è densa di crescendi, di variazioni dei fiati sono molto cupi. Ai fraseggi lirici e ritmiche, di passaggi solistici indimentica- melodici degli archi si contrappongono Digitmovies bili. In “Feitico do Vento” campanellini dal atmosfere tese e inquietanti dei violini, CDDM 040 timbro acuto e tamburi creano un vivace spesso concentrati su lunghe e non risoluti- 19 brani dialogo. “Canto de Angola” spazia fra ve note tenute, a tratti interrotti da frammen- (18 di commento sonorità metalliche, allegri tam-tam ed ti di sintetizzatore. Onnipresenti le stilettate + 1 canzone) evocativi inserti canori. degli archi discendenti ad anello, vere e pro- Durata: 64’13’’ Il leitmotiv viene ripreso anche dalla cop- prie pugnalate di nero climax.Organi liturgi- pia flauto-arpa intervallato dal tripudio ci e contemplativi, pianoforti onirici, flauti orchestrale, si stempera in ritmi salsa sin- malinconici, preoccupati sassofoni e carillon copati, atmosfere bossa-nova, ispirati canti da anticlimax sonoro completano una Bruno Nicolai solisti, pizzicati di chitarra elettrica, incur- colonna sonora di grande impatto e di netti La notte che Evelyn uscì sioni di sax da urlo. contrasti. “Quei giorni insieme a te” è l’unica dalla tomba (1971) Libratevi fra le percussioni afro e le canzone interpretata dalla magica voce di variazioni melodiche e canore del leitmotiv, Ornella Vanoni. Nella stretta morsa del Il Preludio “Fuga dal manicomio” è un a tratti solenne ed epico e a tratti ragno apre su chitarre elettriche distorte ed ripetersi ossessivo, sinistro e maniacale di scanzonato e swingato. C’è perfino un archi impazziti e in fuga. Il tema d’amore è una nota percossa al pianoforte in un caos brano in cui alcune spettrali percussioni rarefatto, quasi sussurrato dagli archi nel sonoro stridente, confuso, altamente distor- intonate mimano il leitmotiv (“Feitico da suo andamento moderato. Tessiture clavi- to. Gli effetti al sintetizzatore sono di grande Noite”)! ST cembalistiche e accenti di sintetizzatori si impatto e il contrabbasso fugge a perdifiato: inseriscono nel gran valzer del “Ballo al un brano di alto impatto emotivo. I “Titoli” castello”, un brano indimenticabile per il sono espressi da una tromba solista, una GDM 2060 respiro melodico e il dialogo fra timbri di cla- voce femminile indistinta e archi molto melo- 21 brani vicembalo e di archi. “Suspence n. 5” è tutta dici. La suspense è spesso creata da note Durata: 42’33’’ giocata su pizzicati di corde e accordi tenu- tenute al sintetizzatore, archi dissonanti, ti di organo; “Allucinazioni” si basa su una passaggi di fiati e percussioni. Troviamo ricerca sonora di chitarre elettriche distorte momenti rarefatti affidati agli effetti del sinte- ed archi tesi allo spasimo. Una colonna tizzatore e altri brani in cui la ricerca sonora sonora molto cupa basata sul trittico archi espressionista è affidata a pochi strumenti disperati-percussioni rantolanti-chitarre spa- solisti, ristretti organici o libera sperimenta- smodiche: il rimando alle atmosfere gotiche zione (si notano archi miagolanti allo spasi- Francesco De Masi di Poe c’è, ma manca l’impatto. ST mo). A brani descrittivi si alternano pagine Ringo - Il volto della orchestrali intense. Interessante il pezzo vendetta (1966) “Festa”, diviso in tre parti: la prima suonata Digitmovies da un ottavino, la seconda veloce e cantata I titoli di Ringo - Il volto della vendetta, CDDM 039 in duo, la terza soft jazz e sognante. ST una marcia innestata su una tromba epica 18 brani fra sonagli tremanti, introducono numero- (16 di commento se e differenti sequenze. + 2 canzoni) GDM CD CLUB Le parentesi descrittive sono affidate a Durata: 45’03’’ 7027 percussioni e oboe in una densità 12 brani strumentale piuttosto debole per essere Durata: 37’12’’ incisiva (anche nei momenti musicali più drammatici). Gianni Ferrio Gli ottoni preannunciano una armonica La morte risale a ieri sera (1970) a bocca dalle melodie elementari e nostal- giche, le chitarre tex-mex solitarie sono “I giorni che ci appartengono” si nutre sostenute da xilofoni e trombe, il mormo- di una ispiratissima tromba solista e soft Armando Trovajoli rio di campane in sottofondo, le varie jazz, con percussioni sincopate e un tono Riusciranno i nostri eroi a marce dal tema melodico e i pizzicati a metà strada fra l’epico e il nostalgico. Il ritrovare l’amico misterio- nervosi di chitarra elettrica completano brano viene anche cantato da Mina con samente scomparso in una colonna sonora spesso sospesa fra buona intensità espressiva. “Livia” è un Africa? (1968) sonorità troppo terse o troppo urlate. 46 grandi classici

Ricordiamo gli interessanti dialoghi fra in causa uno svogliato Sean Connery già Film Score tromba e armonica a bocca, il botta e Monthly FSM Vol. stufo di James Bond, è un piccolo film che risposta fra strumenti e rullii di tamburi e 8 No. 16 nessuno ricorda. D’accordo, il grande l’oboe che costella la trama sonora di un CD 1: 29 brani compositore californiano ha dato il meglio timbro amaro e rassegnato rafforzato dal Durata: 74’49” di sé anche in prodotti filmici di nessuno pathos vibrante dell’armonica a bocca. ST CD 2: 23 brani spessore. Durata: 72’04” La partitura per Ransom si regge su due temi, uno finemente involuto, l’altro RCA / Legacy / breve e lapidario come le sue idee Sony / BMG migliori, entrambi degni di altre sue gran- 82876746342 Roy Budd / Fred Karlin / di invenzioni per piccoli film (High 24 brani Jerry Goldsmith Velocity, Take a Hard Ride). (16 canzoni + 8 di commento) The Carey Treatment / Il problema sta nella qualità dell’audio e + 3 bonus tracks Westworld / Coma nella selezione dei brani. La prima è Durata: 77’00” (Il caso Carey, 1972 / Il mondo dei robot, 1973 / appena qualche gradino sopra la prece- Coma profondo, 1978) dente edizione della Silva Screen: un po’ di pulizia nelle frequenze alte e suoni R. Rodgers & O. Hammerstein II Tre film e altrettanti compositori e parti- meno pastosi, molto lontani dal poter The Sound of Music ture senza alcun legame se non la pre- garantire un ascolto appagante. (Tutti insieme appassionatamente – 1965) senza (non sempre come autore) del mul- La seconda ripropone pari pari la sele- timediatico e sopravvalutato Michael zione del vecchio LP, con tanto di brani The Sound of Music: quale miglior tito- Crichton. ripetuti. lo poteva avere – prescindendo dalla cen- Roy Budd inserisce nel thriller parame- La forma delude, ma la sostanza è surabile traduzione italiana - il musical dico di Blake Edwards un sapido com- esplosiva e meriterebbe ben altro che ad oggi è tra i 25 film che hanno mento d’azione, con escursioni jazz e pop recupero. incassato di più nella storia del cinema? anni ’70, in un cocktail frivolo e non Un Goldsmith minore, che non manca Il Suono della Musica straordinaria e memorabile. di divertire e affascinare, as usual. GB indimenticabile di Richard Rodgers e Per il famoso Mondo dei robot, in cui il delle parole di Oscar Hammerstein II che luciferino Yul Brinner è un inarrestabile si aggiudicò l’Oscar (uno dei 5 premi pistolero meccanico, Fred Karlin assem- Film Score ricevuti, tra cui miglior regia e film, su 10 bla nello studio di casa una diseguale par- Monthly Vol. 8 nomination ottenute) per il miglior titura, che mescola ballate da saloon e No. 18 adattamento di Irwin Kostal, il quale glaciali inseguimenti elettronici. CD+DVD arrangiò e diresse la colonna sonora. Jerry Goldsmith è l’autore della terza 16 brani Per celebrare il quarantesimo opera: uno dei suoi lavori più diabolici, tal- Durata: 38’05” anniversario della pellicola la RCA Victor mente difficile da lasciare sbigottiti anche Broadway, insieme a Legacy e Sony i suoi molti estimatori, ristampata in edi- BMG, ristampa - in concomitanza zione finalmente integrale. Il remissaggio dell’uscita del doppio DVD da collezione e restituisce uno stupefacente nitore alla Jerry Fielding dell’eccellente versione teatrale di qualità timbrica di un lavoro raffinato ed Music for “The Getaway” Saverio Marconi con la Michelle Hunziker estremamente colto. (Getaway – 1972) e Luca Ward - la soundtrack che ha ven- Di gran lunga il piatto forte della duto più di 10 milioni di copie in tutto il raccolta, Coma è un riferimento Il catalogo per ultra collezionisti della mondo e ricevuto diversi “dischi di plati- irrinunciabile per comprendere l’estensio- FSM spesso propone titoli davvero no”, in una versione expanded deluxe ne del dominio creativo di Goldsmith. strepitosi, come il recupero dall’oblio di un edition con rare foto, memorabilia, nuove Peccato non sia stata concepita capolavoro come questa partitura del dettagliate note di copertina, ben 5 brani un’edizione dedicata a questo capolavoro leggendario Jerry Fielding, scritta per il precedentemente non pubblicati e tre soltanto. Getaway di Sam Peckinpah e poi performance originali delle canzoni come Gli altri pur interessanti ma ben più respinta. ascoltate nel film. piccoli lavori non giustificano la spesa del Realizzata al centro di un periodo di Inoltre 3 bonus tracks con interviste al doppio CD a tiratura limitata e rischiano di fibrillante attività, rispecchia al meglio lo regista Robert Wise, recentemente far perdere di vista un gioiello spirito impareggiabile dello sfortunato scomparso, al compositore Rodgers e inestimabile, che – se proposto da solo – Fielding. all’attrice Carr, che interpretava la avrebbe ottenuto il nostro punteggio più I suoni spettrali e desaturati di armoni- giovane Liesl (appena sedicenne, secon- alto. ca a bocca e fisarmonica, avviluppati do il testo originale della sua canzone Con devozione. GB negli accordi ansiosi degli archi. I fremiti “Sixteen Going on Seventeen”, ma del tamburo, nervosi e ossessivi come addirittura più giovane nell’adattamento scariche di adrenalina. italiano del medesimo brano: Prometheus L’insistenza circolare delle idee, la “Quindicianni quasi sedici”!). PCD 160 malinconica ombra di predestinazione E’ impossibile non farsi trascinare dalle 11 brani che permea il tema di Doc e Carol, fanno bellissime canzoni (versioni originali per Durata: 34’04” pensare ad un Herrmann trasfigurato. album), ormai divenute dei classici del Film e musica così ben miscelati e un musical, eseguite da un ottimo cast, su Peckinpah al settimo cielo non aiutano a cui primeggia la dolcissima voce di Julie capire come la musica di Fielding, alla Andrews, come “Do-Re-Mi”, “The Sound fine, sia stata rimpiazzata dalla pur of Music”, “My Favorite Things”, “So frizzante partitura di . Long, Farewell”, “Maria” e l’intramontabile Jerry Goldsmith A questo prezioso CD viene abbinato “Edelweiss” con la voce calda di Bill Lee Ransom (Ransom, stato di emergenza un DVD esclusivo (29’54”), in cui le che doppiava Christopher Plummer (il per un rapimento – 1974) vedove di Fielding e Peckinpah comandante Von Trapp). Non è tutto Goldsmith quello che commentano in salotto i segreti del Viene voglia di cantare a squarciagola! luccica. Ransom, produzione inglese che sodalizio artistico dei geniali mariti. MP narra di rapimenti e terroristi, chiamando GB grandi classici 47

nella forma estesa conclusiva, “End Title”, difficilmente ci si sarebbe aspettato di JOS Records esplicita la sua matrice valzeristica mitte- annoverare tra i preferiti del giovane JSCD127 leuropea – classico topos jarriano) non musicista. La cifra di Ottman risulta infatti 22 brani può essere sottovalutata. Inoltre, al vene- complessivamente ben distante dai pae- Durata: 62’08” rando compositore va dato atto di un’intui- saggi horneriani. E il riascolto di questo zione audiovisiva non trascurabile, quella esordio lo riconferma. di fasciare con fredde simulazioni del sin- Carezzando atmosfere noir, strumenta- tetizzatore l’estetica patinata di Zucker (il zioni dense e allusive, squarci echeggian- primo ad aver dovuto fare i conti con le ti Philip Glass e un certo minimalismo estreme proposte d’arrangiamento del moderno, la partitura esalta con grande John Scott musicista). dovizia l’ambiguità sotterranea al genere Shergar (id. – 1998) La Milan rimasterizza dunque per la e in particolare il disorientamento prorom- collana Silver Screen Edition uno score pente nella sceneggiatura premio Oscar Alcuni compositori restano etichettati a che, malgrado la discutibilità delle scelte di McQuarrie. vita. John Scott ne è un esempio: la sua formali e strumentali, ha il pregio della Il carattere è forse ancora latitante (non filmografia è stracolma di storie di uomini grande adeguatezza e che deve buona avrebbe comunque tardato a svelarsi, a contatto con la natura, soprattutto parte del notevole riscontro di pubblico anche se non sempre riconoscibilissimo), avventure di ragazzi e animali. Il regista soprattutto all’indovinato utilizzo di un ma certo già nel 1995 Ottman si richiama- inglese Lewiston lo assolda per la storia classico di come “Unchained va molto più a Elfman, a Shore e a telai semi-vera di un giovanissimo fantino che Melody” (e la versione orchestrata da ritmici goldsmithiani che al compositore di fugge con il celebre campione Shergar Jarre, al di là del chiaro tributo, è una Braveheart. per sottrarlo al rapimento ad opera di ter- dimostrazione di umiltà encomiabile). La Una disuguaglianza stilistica, quest’ulti- roristi dell’IRA. Lewiston scrive nelle note compilazione non subisce modifiche ma, che però risulta apprezzabile: in un di aver pensato al concerto per oboe di rispetto alla ristampa del 1995 (con due ambiente hollywoodiano contemporaneo Vaughan Williams. tracce in più rispetto alla prima pubblica- dove l’imitazione estetica sembra l’unica Scott non si fa trovare impreparato e zione e all’equivalente Varèse) – mante- soluzione soddisfacente per musicisti e non delude. Le sue cullanti idee melodi- nendo quindi lo scomodo accorpamento produttori, un autore in grado di che (veri pilastri intorno a cui si avvinghia degli estratti in lunghi collage posticci – evidenziare la propria personalità senza tutta la lunga partitura sinfonica) sono di ma guadagna un’intervista audio dove il farsi sopraffare (troppo) da stilemi altrui, un’eleganza inimitabile. Che abbia pen- compositore francese ripercorre gli esordi fossero anche quelli del proprio beniami- sato oppure no a Vaughan Williams, la concedendo ricordi sfiziosi (la scoperta no, conforta. GT massiccia presenza dell’oboe nell’orche- dell’Ondes Martenot, il rapporto con strazione è nel suo stile, come lo sono la Boulez). GT classe tipicamente british delle affasci- Intrada MAF 7096 nanti variazioni, i suoi accompagnamenti CD 1: 18 brani composti e classici, le sue modulazioni Milan – 301 727-0 Durata: 48’03” Silver Screen CD 2: 9 brani malinconiche. Edition Durata: 38’01” Il disco, nella scarna edizione dell’eti- 25 brani Totale: 86’04” chetta personale JOS, offre agli estimato- (24 di commento ri di questo piccolo grande artigiano d’altri + 1 di intervista) tempi un ascolto generoso e gradevole, Durata: 69’04” per qualità e quantità. Cos’altro chiedere alla buona film music? GB Silverado (id. – 1985) John Ottman Milan 301 726-9 The Usual Suspects Ci sono ottime opere di film music che, Silver Screen (I soliti sospetti – 1995) Edition in versione estesa ed integrale, perdono di mordente e persino di interesse. Altre, 11 brani Con la collana Silver Screen Edition la invece, nella loro completezza si (10 di commento + 1 di intervista) francese Milan si sta adoperando nella dimostrano più magnetiche e affascinanti Durata: 55’40” ristampa di alcuni titoli del suo rilevante di prima. Silverado di Broughton catalogo cinematografico. Rimasterizzati appartiene senz’altro a questo secondo per l’occasione, gli album non gruppo. aggiungono nulla in fatto di quantità Nel vinile di 30’ si ascoltava un’esplosi- Maurice Jarre rispetto alle pubblicazioni originali, ma va sequenza di magnifiche melodie Ghost (id. – 1990) vengono riproposti con una nuova cover western, una devota celebrazione dei cartonata estraibile e una bonus track capolavori di Copland, Newman, Tiomkin In alcuni casi è davvero difficile venire a contenente un’inedita intervista audio e Bernstein. patti con la musica cinematografica di all’autore delle colonne sonore in Nella prima edizione in CD (con meno Maurice Jarre. Soprattutto durante il radi- questione. di un’ora di musica), ci si accorgeva che calismo elettronico del ventennio ‘80-’90, Nel caso de I soliti sospetti è questa la galoppata di Broughton lungo la pista le scelte stilistiche del compositore caro a nuova traccia audio a destare maggior dei classici del western passava anche David Lean non sempre hanno convinto interesse e a sorprendere. John Ottman per gli stili innovativi di autori più recenti, alla prova discografica. Il suo apporto allo racconta i suoi trascorsi cinemusicali a come Goldsmith, Williams e Fielding. straordinario successo di questo new-age cominciare dagli inizi (quando, già Ma solo in questa colossale edizione fantasy dell’esperto in parodie Jerry nascente montatore, veniva coinvolto definitiva, con il doppio della musica fino- Zucker, scopertosi negli anni’90 anche nella composizione delle musiche per ra ascoltata, proposta in un remissaggio regista di facile sentimentalismo, non fa questo esordio mainstream di Bryan cristallino, Silverado ci appare ben più eccezione. Singer), la genesi dell’adeguato tema grande di un geniale omaggio al genere Se però la miscela di elettronica e principale, il suo pensiero sulla musica (cosa che rimane vera per il film di orchestra può ancora risultare indigesta per immagini. Kasdan). all’ascolto autonomo, la bellezza di un Ma anche la sua ammirazione per il L’opera di Broughton assume un rilievo tema d’amore di marcato trasporto (che lavoro di James Horner, collega che di assoluta preminenza. 48 grandi classici

Più che una ricapitolazione, è un’apo- dovrebbero stare a casa o trovarsi un all’LP (con due bonus track), questa teosi. altro lavoro stanno ad Hollywood... a partitura freschissima, con uno dei temi L’approccio, originale e grintoso, esalta comporre (?). DR più contagiosi e divertenti mai scritti da le componenti più violente e rudi del Bernstein. racconto di frontiera, con enfasi sulle Percepto 019 Va anche menzionato il grande “Square timbriche ruvide degli ottoni e sulle Dance for Loco Horses”, due minuti di 26 brani percussioni più aggressive. Durata: 55’37” azione clamorosi, dove gli ottoni fanno a I magnifici e amati temi svettano in un gara in una rincorsa fatta di girotondi panorama musicale immenso e fluido, nel inciampati e continuamente avvitati su se quale la lezione dominante rimane quella stessi. Come fanno sempre il loro effetto di Goldsmith, ma dove il compositore gli ottoni sforzati e trascinati di “Forced sublima il suo pregnante senso del ritmo March”, che a metà brano partorisce, e del pathos cinematografico in un quando meno te l’aspetti, una di quelle affresco potente e indimenticabile, un Georges Delerue gemme melodiche di cui Bernstein poema sinfonico degno di entrare nella The Escape Artist disseminava le sue opere, tanto gli storia della musica, forse il gradino più venivano facilmente, un tema che ti alto del podio in quel settore stesso che (60 minuti per Danny Masters – 1982) svuota con una lancinante bellezza. vuole celebrare. GB A quattordici anni dalla scomparsa del La partitura è all’insegna del farsesco, grande Georges Delerue, l’interesse nei ma il compositore non si perde in confronti della sua musica sembra di chiacchiere e mette a segno una Prometheus colpo rifiorito, con ristampe e riesecuzioni composizione lieve, divertente, infuocata e PCR 520 varie. irresistibilmente contagiosa. E ti rendi 14 brani Certo la voce inconfondibile di Delerue conto di quanto mancano l’intelligenza e Durata: 42’57” manca, sempre di più. Ben venga quindi l’immensa arte di Elmer Bernstein al l’incisione dell’inedita “The Escape Artist” mondo... DR del 1982. Il nostro compone tre temi per questo film: un carillon, a tracciare i contorni gio- Intrada Special cosi e spensierati dell’età giovane del pro- Collection vol. 25 Bill Conti tagonista; un secondo, dolente, gonfio, 31 brani Escape to Victory per il padre defunto del ragazzino prota- Durata: 68’46” (Fuga per la Vittoria – 1981) gonista ed un ultimo, stupefacente tema a cantare con lirismo appassionato e infini- Dopo 25 anni (!) una delle partiture più ta compassione il senso di perdita del attese e richieste di sempre approda ragazzo per il padre. finalmente in CD: “Escape to Victory”, del Ci sono alcuni momenti di tensione grande e sottovalutato Bill Conti. orchestrale, circospetta, orizzontale e altri Lalo Schifrin, Messa da parte l’emozione del primo soft, swingati. Ma è nelle variazioni dei tre Planet of the Apes - The TV ascolto, ciò che resta è davvero un temi che Delerue canta i tanti autunni Series (Il pianeta delle scimmie – 1974) bellissimo score, avvincente, roboante, della nostra vita, le tante volte in cui con una marcia strepitosa, dove Conti fa siamo caduti e ci siamo rialzati: è la musi- Gran bel CD, questo dell’Intrada, dedi- esplodere i suoi tanto amati ottoni, come ca che avremmo voluto in quei momenti, cato alle musiche per la serie TV de “Il nessuno sa più fare: sentite cosa non è il e che Delerue ci regala, per cullarci, Pianeta delle Scimmie”, che racchiude le brano “The Team Uniforms”, con quelle abbracciarci, asciugarci quelle lacrime partiture per quattro episodi della medesi- trombe spernacchianti in sordina che che nessuno ha mai asciugato, ma, tre composte da Lalo Schifrin e una lasciano spazio all’esecuzione più espressione di un dolore così nascosto da Earle Hagen. clamorosa della marcia principale, in un che solo una musica come questa può Ci troviamo davanti ad una musica per arrangiamento che andrebbe studiato nei trovarlo e provare a lenirlo. DR Tv di altissima qualità, in particolare per conservatori, tanto è da manuale. E quel che riguarda Schifrin, che, ammiran- sentite quell’ottovolante per ottoni che è il do apertamente la soundtrack per il primo brano “Team Outing”, dove il tema VarèseSarabande film scritta da Jerry Goldsmith, seguì i principale viene frammentato in rallentati VCL 1105 1043 passi di quel tipo di musica atonale, per- morceaux, e gli ottoni fanno a gara, 14 brani cussiva, primitiva, anche per la serie. inseguendosi su scale di sali e scendi Durata: 34’09” Musica davvero di altissimo livello, intelli- continui. gente e di grande economia: certi brani Certo fa un po’ storcere la bocca sono eseguiti solo da percussioni, piano, sentire ricalcare la “Patton March” oboe e trombone, ma il livello compositivo goldsmithiana, con tanto di effetto eco è talmente alto che non ci si accorge del- nelle trombe, nel brano “Let’s go Guys” e l’estrema riduzione dell’ensemble. la pesantissima parafrasi del quarto Elmer Bernstein Anche lo score di Hagen si inserisce in movimento della “Quinta” di Shostakovich The Scalphunters questo stesso contesto timbrico, e si nel finale del brano “Match’s Revenge”, al (Joe Bass, l’implacabile – 1968) sente davvero quanto l’audacia della par- limite del plagio... ma la bellezza di titura goldsmithiana abbia aperto le fron- questa composizione, alla fine, riscatta Da tempo si attendeva che qualche tiere di Hollywood ad un tipo di musica tutti i suoi, minuscoli, lati negativi. anima pia si decidesse a pubblicare un impensabile pochi anni prima. Acquisto obbligatorio, quindi (anche se CD di “Scalphunters” (1968), con la Importante, quindi, questo CD che ci pare sia già esaurito), per un autore che splendida musica del mai troppo sentiamo di consigliare senza riserve, col in questo mondo incredibile sta passando rimpianto Elmer Bernstein. grande dispiacere che cose simili, nel il tempo a casa anziché comporre per il Il buon Bob Townson ha quindi deciso cinema di oggi, sono una vera rarità. cinema, mentre tutti quelli che di pubblicare per la Varèse Club, pari pari DR

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“Hush, Hush” è consigliata a tutti, Intrada Special Intrada Special senza se e ma, e Frank DeVol merita una Collection vol. 24 Collection vol. 26 riscoperta. DR 24 brani 20 brani Durata: 49’19” Durata: 70’58” Orange Mountain Music 0016 15 brani Durata: 45’42”

Laurence Rosenthal Frank DeVol Heart Like a Wheel Hush... Hush, Sweet Charlotte (Il cuore come una ruota, 1983) (Piano... piano, dolce Carlotta – 1964) Philip Glass è un autore di L’incisione della partitura seminale per The Music of “Undertow” grandissima classe che, solo a causa di “Hush, Hush Sweet Charlotte”, del dimen- (inedito – 2004) sfortunate associazioni filmiche di scarso ticato Frank DeVol, riempie una lacuna successo, non è annoverato tra i massimi importante. Glass sa mantenersi fedele al proprio esponenti della sua leva, come Williams, DeVol è infatti il primo a indovinare la dogma creativo (non solo minimalista, Goldsmith, Morricone e Barry. portata dirompente di una scelta anticon- ormai) e ciononostante non tradisce nem- E allora bisogna ringraziare Doug formista come quella dell’innocente “lulla- meno l’aderenza alle sequenze filmiche a Fake, che da sempre è campione del- by” come veicolo di suspense. Certo, il cui, sempre più spesso, offre la sua arte. l’opera di Rosenthal, per aver pubblicato resto della partitura si inserisce nei binari Nell’inedito dramma familiare di David la meravigliosa partitura per l’oscuro film ben collaudati della Hollywood music di Gordon Green, ambientato nelle paludi “Heart Like A Wheel” del 1983. Lo score si quegli anni, con i violini alla Newman e del sud degli States, un ex galeotto impo- divide tra brani intimi, dolci, ripiegati su se diversi passaggi musicali da commedia ne le sue dure regole al fratello e ai suoi stessi, strumentati sapidamente per chi- nei quali il compositore era fra i massimi due giovani figli. Due generazioni di fratel- tarra, oboe, arpa su delicate trame d’archi esegeti. Clamoroso infatti è il tema legge- li (tra gli interpreti, Jamie Bell e Dermot sussurrate, e altri più dirompenti, orche- ro, arioso, che viene presentato in “Love Mulroney) si confrontano in un clima di stralmente rampanti. That House”, classicissima frase musica- crescente violenza. Allarga il cuore ascoltare il bellissimo, le della Hollywood di quei giorni. Non Glass incupisce l’ambiente con i suoi cullante tema introdotto in “The mancano le sorprese però, perchè DeVol schemi circolari, le ossessive iterazioni Wedding”, orchestrato con gusto tipico di contamina con dell’elettronica i momenti melodiche, il dinamismo dei singhiozzi quegli anni, mentre il motivo di cinque dark, e lascia l’orchestra a combattere ritmici. Ne emerge un quadro claustrofo- note, quello più trionfale, esposto nei con slanci di romanticismo avvizzito, con- bico, fatto di calura umida, di tensione, di Main Titles in forma swing, viene declina- tro le sonorità più acide di clavicembalo e pulsioni primarie. to in mille, ammirabili variazioni, come armonica. Il coro di voci bianche sottolinea l’inno- quelle, splendide, su ritmi anni ‘70, di Sentite la poesia venata di predestina- cenza dei due fratelli più giovani, vittime “Shirley’s First Win” e “Winning”. Sentite i zione oscura di “The Storm” e godetevi il dell’aggressività spregiudicata dello zio. clarinetti che schiaffeggiano vibrafono e finalone a tutta orchestra, con i suoi cin- Le ovattate percussioni, la chitarra archi prima di lasciare spazio a ottoni que minuti di contagiosa delicatezza nel elettrica e il didgeridoo, con il suo timbro spaesati, che ripiegano la loro rotta su descrivere, non la conclusione di una sto- raschiante e minaccioso, introducono le due note dissonanti, prima di lasciar spa- ria, ma quasi un mondo che sta per scom- affannose svolte conclusive, fino al zio ad un’apertura rilassata sul tema prin- parire, un cinema che sta per fare i conti tragico confronto finale, sprofondato, cipale in “The Wrecked Car”. con se stesso (lo Studio System crollerà grazie a Glass, in un clima pastoso e In breve un cd da avere. DR di lì a poco). alienante. GB Le Recensioni dei lettori 50 filmografie

Filmografia essenziale di G&M De Angelis Compositori, arrangiatori, musicisti e cantanti. Nati a Rocca di Papa, Guido il 22 Settembre 1944 e Maurizio il 22 Novembre 1947 Anno Titolo (Titolo originale) Regista 1971 Per grazia ricevuta Nino Manfredi 1971 Continuavano a chiamarlo Trinità E. B. Clucher (Enzo Barboni) 1972 Più forte, ragazzi! – Nastro d’Argento Giuseppe Colizzi 1973 Anche gli angeli mangiano fagioli E. B. Clucher (E. Barboni) 1973 La polizia incrimina, la legge assolve Enzo G. Castellari 1973 Piedone lo sbirro Steno 1973 Altrimenti ci arrabbiamo Marcello Fondato 1974 Il cittadino si ribella Enzo G. Castellari 1974 Porgi l’altra guancia Franco Rossi 1974 Anche gli angeli tirano di destro E. B. Clucher (E. Barboni) 1975 Zorro Duccio Tessari 1975 Piedone a Hong Kong Steno 1976 Sandokan (sceneggiato TV) Sergio Sollima 1976 Keoma Enzo G. Castellari 1976 Il corsaro nero Sergio Sollima 1977 Safari express Duccio Tessari 1977 Charleston Marcello Fondato 1977 I due superpiedi quasi piatti E. B. Clucher (E. Barboni) 1978 Piedone l’africano Steno 1978 Lo chiamavano Bulldozer Michele Lupo 1978 Pari e dispari 1979 Uno sceriffo extraterrestre…poco extra e molto terrestre Michele Lupo 1980 Piedone d’Egitto Steno 1980 Chissà perché capitano tutte a me Michele Lupo 1981 Banana Joe Steno 1982 Bomber Michele Lupo 1985 Scemo di guerra Dino Risi 1996 Il Maresciallo Rocca (telefilm) Giorgio Capitani & Lodovico Gasparini 1998 Incantesimo (sceneggiato TV) Gianni Lepre, T. Sherman, A. Cane 2005 The clan Christian De Sica NB: I fratelli De Angelis hanno composto per il cinema anche con il celebre pseudonimo di Oliver Onions Filmografia essenziale di Bernard Herrmann Compositore e direttore d’orchestra. Nato a New York il 29 giugno 1911, morto a il 24 dicembre 1975. Anno Titolo (Titolo originale) Regista 1941 Quarto potere (Citizen Kane) Orson Welles 1941 L'oro del demonio (The Devil and Daniel Webster) William Dieterle 1942 L'orgoglio degli Amberson (The Magnificent Ambersons) Orson Welles 1947 Il fantasma e la signora Muir (The Ghost and Mrs. Muir) Joseph L. Mankiewicz 1948 Il ritratto di Jennie (Portrait of Jennie) William Dieterle 1951 Ultimatum alla Terra (The Day the Earth Stood Still) Robert Wise 1951 Neve rossa (On Dangerous Ground) Nicholas Ray 1953 Le nevi del Chilimangiaro (The Snows of Kilimanjaro) Henry King 1954 Sinuhe l'egiziano (The Egyptian) Michael Curtiz 1955 Il kentuckiano (The Kentuckian) Burt Lancaster 1955 La congiura degli innocenti (The Trouble With Harry) Alfred Hitchcock 1955 Alfred Hitchcock Presenta (Alfred Hitchcock Presents - serie tv) Vari 1956 Il ladro (The Wrong Man) Alfred Hitchcock 1956 L'uomo che sapeva troppo (The Man Who Knew Too Much) Alfred Hitchcock 1958 La donna che visse due volte (Vertigo) Alfred Hitchcock 1959 Viaggio al centro della terra (Journey to the Center of the Earth) Henry Levin 1959 Intrigo internazionale (North by Northwest) Alfred Hitchcock 1959 Ai confini della realtà (The Twilight Zone) Vari 1959 I viaggi di Gulliver (The 3 Worlds of Gulliver) Jack Sher 1960 Psyco (Psycho) Alfred Hitchcock 1962 Il promontorio della paura (Cape Fear) J. Lee Thompson 1963 Gli uccelli (The Birds) Alfred Hitchcock 1964 Marnie (id.) Alfred Hitchcock 1966 Il sipario strappato (Torn Curtain) Alfred Hitchcock 1966 Fahrenheit 451 (id.) François Truffaut 1968 La sposa in nero (The Bride Wore Black) François Truffaut 1973 Le due sorelle (Sisters) Brian De Palma 1974 Baby Killer (It's Alive!) Larry Cohen 1975 Complesso di colpa (Obsession) Brian De Palma 1976 Taxi Driver (id.) Martin Scorsese

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