Post/Teca 05.2014
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ISSN 2282-2437 Post/teca materiali digitali a cura di sergio failla 05.2014 ZeroBook 2014 Post/teca materiali digitali Di post in post, tutta la vita è un post? Tra il dire e il fare c'è di mezzo un post? Meglio un post oggi che niente domani? E un post è davvero un apostrofo rosa tra le parole “hai rotto er cazzo”? Questi e altri quesiti potrebbero sorgere leggendo questa antologia di brani tratti dal web, a esclusivo uso e consumo personale e dunque senza nessunissima finalità se non quella di perder tempo nel web. (Perché il web, Internet e il computer è solo questo: un ennesimo modo per tutti noi di impiegare/ perdere/ investire/ godere/ sperperare tempo della nostra vita). In massima parte sono brevi post, ogni tanto qualche articolo. Nel complesso dovrebbero servire da documentazione, zibaldone, archivio digitale. Per cosa? Beh, questo proprio non sta a me dirlo. Buona parte del materiale qui raccolto è stato ribloggato anche su girodivite.tumblr.com grazie al sistema di re-blog che è possibile con il sistema di Tumblr. Altro materiale qui presente è invece preso da altri siti web e pubblicazioni online e riflette gli interessi e le curiosità (anche solo passeggeri e superficiali) del curatore. Questo archivio esce diviso in mensilità. Quanto ai copyright, beh questa antologia non persegue finalità commerciali, si è sempre cercato di preservare la “fonte” o quantomeno la mediazione (“via”) di ogni singolo brano. Qualcuno da qualche parte ha detto: importa certo da dove proviene una cosa, ma più importante è fino a dove tu porti quella cosa. Buon uso a tutt* sergio Questa antologia esce a cura della casa editrice ZeroBook. Per info: [email protected] Per i materiali sottoposti a diversa licenza si prega rispettare i relativi diritti. Per il resto, questo libro esce sotto Licenza Creative Commons 2,5 (libera distribuzione, divieto di modifica a scopi commerciali, si prega citare la fonte...). Post/teca materiali digitali a cura di Sergio Failla ZeroBook 2014 Post/teca 20140502 2 Maggio Italia, lo Stato dell’odio di Antonio Padellaro | 1 maggio 2014 Cos’è oggi lo Stato? Uomini in divisa che ammazzano di botte (letteralmente) cittadini in difficoltà che allo Stato si erano affidati. Dov’è oggi lo Stato? Nella sala affollata di un sindacato della Polizia di Stato, che inneggia agli agenti condannati dai giudici dello Stato per aver massacrato il ragazzo Federico Aldrovandi. Solidarietà che un giorno potrebbe essere estesa ai loro colleghi nelle cui mani sono morti, tra urla disperate e nel silenzio, Giuseppe Uva, Stefano Cucchi, Michele Ferrulli, Riccardo Magherini. Dove non è oggi lo Stato? Accanto all’ispettore della Polizia di Stato, Roberto Mancini, che per primo indagò sui veleni della Terra dei Fuochi e che nelle centinaia di siti tossici esplorati contrasse quel tumore del sangue che lo ha ucciso e per il quale il ministero degli Interni, organo del governo dello Stato, gli riconobbe un risarcimento di 5 mila (cinquemila) euro. Sui testi di diritto viene definito Stato l’organizzazione sovrana di un popolo su un territorio. Di questo Stato conosciamo l’organizzazione, i falansteri nei quali si addensano agglomerati inestricabili di funzioni e mansioni e quasi mai fattezze umane. 5 Post/teca Anche la sovranità ci è nota, quella che i dignitari esercitano sui sudditi, a loro discrezione e se capita agli amici il favore, a tutti gli altri l’arbitrio. Ma il popolo, dov’è il popolo? Se ne parla diffusamente nella Costituzione, ma nella realtà non conta niente e subisce tutto. Tartassato dallo Stato esattore, vessato dallo Stato riscossore è soprattutto un popolo disoccupato che il Primo maggio festeggia il non lavoro, rintronato dalle promesse dei politici che dello Stato sono l’espressione più perniciosa, l’avanspettacolo che intrattiene mentre ti frugano nelle tasche. Che fa oggi lo Stato? Si fa odiare perché se provi a protestare e non stai attento finisci soffocato nel tuo stesso sangue a opera di quegli uomini dello Stato che difendono appassionatamente i colleghi assassini. Il loro applauso ci dice: noi siamo lo Stato e voi non siete nulla. fonte: http :// corallorosso . tumblr . com / post /84495057471/ italia - lo - stato - dellodio ------------- Concertone Taranto, Riondino: "Politici, noi vi malediciamo" Caparezza ha aperto la maratona musicale al Parco Archeologico delle Mura Greche; sul palco poi, tra gli altri, Vinicio Capossela, Fiorella Mannoia, i Sud Sound Sistem e gli Aftherours. L'attore Riondino accusa i politici: "Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che avete soffocato" ● Caparezza , " A Taranto un concerto pro " ● Taranto e Roma , i selfie dei concertoni 01 maggio 2014"Signor Presidente del Consiglio, signori ministri, signor Presidente della Regione, signor sindaco e signori sindacalisti non dimenticate che continueremo a maledirvi ogni giorno per tutto ciò che potreste fare e non fate, per ciò che avreste potuto fare e non avete fatto". Così l'attore Michele Riondino, direttore artistico insieme a Roy Paci della manifestazione, ha aperto il 6 Post/teca Concertone al Parco archeologico delle Mura Greche. "Verrà il giorno - ha continuato- in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che avete soffocato". Subito dopo sono saliti sul palco i presentatori Barbarossa, Andrea Rivera e Valentina Petrini. Migliaia le persone in piazza per assistere all'evento, giunto alla seconda edizione organizzato dal Comitato "Cittadini e lavoratori liberi e pensanti", di cui fanno parte i manifestanti che il 2 agosto 2012 interruppero il comizio sul caso Ilva dei leader sindacali Camusso, Bonanni e Angeletti. Ad inaugurare la maratona musicale Caparezza con il singolo 'Non me lo posso permettere".Poi sul palco, tra gli altri, Vinicio Capossela, Fiorella Mannoia, Paula Turci, Diodato, Filippo Graziani, i Sud Sound sistem e gli Aftherours. Oltre 100 mila le persone al concerto, dicono gli organizzatori. L'esibizione degli artisti è alternata agli interventi di associazioni, lavoratori e cittadini. "Siamo italiani e dobbiamo essere fieri di questo. Siamo qui per non mollare", hanno detto i rappresentanti venuti dalla "Terra dei fuochi". È intervenuto poi anche l'altro direttore artistico della manifestazione: Roy Paci ha letto un appello dell'Isola dei cassintegrati. Stamattina prima del concerto un dibattito sul tema "Ambiente e lavoro futuro? Ma quale futuro?''. Intervenuto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil, "Non si è chiusa un'epoca con la morte di Emilio Riva. Per noi, e lo dico col rispetto che si deve a chiunque davanti alla morte, quell'epoca si era chiusa già da tempo". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/concertone-taranto-primo-maggio-politici- vi-malediciamo-c5ce5671-fb95-4b45-a551-fc60f6665f87.html#sthash.EoWWzc4e.dpuf fonte: http :// www . rainews . it / dl / rainews / articoli / concertone - taranto - primo - maggio - politici - vi - malediciamo - c 5 ce 5671- fb 95-4 b 45- a 551- fc 60 f 6665 f 87. html ------------------ 7 Post/teca Nostalgia dello sfruttamento La vignetta di Altan di oggi ci dice perfettamente dove ci hanno portato questi ultimi trent’anni: alla nostalgia del lavoro. Mi viene da dire: alla nostalgia della schiavitù, della fatica, dello sfruttamento. Perché questo è stata (e dove resiste è ancora) la fabbrica. Già. Quando arrivò il profetico libro di Rifkin, tutti ci dicemmo: interessante, illuminante, ma poi? Ma dopo? Non immaginavamo che il dopo sarebbe stato una società in cui la ricchezza (finanziarizzata e quindi diventata in buona parte una variabile indipendente dal lavoro) proprio per questo si sarebbe concentrata nelle mani di così pochi, mentre tutti gli altri stanno a strapparsi i pezzettini dell’altra fetta, quella ancora prodotta dal lavoro. E non immaginavamo quindi che sarebbe scoppiata anche questa guerra atomizzata tra poveri, fra chi un lavoro ce l’ha decente, chi ce l’ha indecente, chi ne non ce l’ha proprio, chi ce l’ha ogni tanto, e così via. Perché questo è il nostro presente, per chi non se ne fosse accorto: una piccolissima fetta di popolazione che del lavoro se ne può fottere altamente, perché il suo patrimonio lo coltiva altrove; e un’enorme fetta che si ammazza sui brandelli del lavoro che resta. Dividendosi per questo, politicamente, da una parte in “sinistra e sindacato” (quelli che vogliono proteggere il poco che ancora hanno, compreso il proprio pur merdoso posto di lavoro) e dall’altra parte in “populisti e anti sistema” (quelli che non hanno nulla da salvare perché rimasti esclusi anche dalla spartizione delle briciole di lavoro rimaste). Qui siamo. E da qui c’è molto, anzi tutto, da fare, da elaborare, da rovesciare come un calzino. A 8 Post/teca meno che, naturalmente, non ci piaccia una società dove l’uno per cento ha tutto senza lavorare e il 99 per cento combatte selvaggiamente per dividersi il lavoro che resta, cioè sempre meno. Comunque, buon Primo maggio a tutti. fonte: http :// gilioli . blogautore . espresso . repubblica . it /2014/05/01/ nostalgia - dello - sfruttamento / --------------------- iilaria lasimpleFonte: lasimple: -Dio. -Dimmi Noè. -Tu hai fatto tutto il mondo, vero? -Sì. -Montagne, fiumi, animali? -Sì. -Allora perché devo fare io quella cazzo d’arca? ---------------------- corallorossoFonte: 9 Post/teca 10 Post/teca 11 Post/teca corallorosso: “Voglio fare in modo che le altre donne si sentano autenticamente insostituibili”, questa la missione della fotografa Jade Beall che colleziona foto, non ritoccate, di donne appena dopo il parto. Non ha mai creduto ai tradizionali standard di bellezza e così la fotografa Jade Beall ha scattato un autoritratto, seminudo, appena dopo il parto, non ritoccando in alcun modo l’immagine. La foto è stata postata sulla sua pagina Facebook e, sorpresa, ha ricevuto migliaia di like, ma non solo: moltissime donne chiedevano di essere fotografate, proprio come Jade, appena dopo il parto, senza alcun ritocco di post produzione.