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Associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Direttore Nando Odescalchi [email protected] Condirettore Giorgio Boccolari [email protected] Comitato di direzione Nando Bacchi, Franco Boiardi, Antonio Canovi, Maurizio Casini, Giuseppe Catellani, Corrado Corghi, Flavia De Lucis, Mirco Dondi, Alberto Ferraboschi, Marco Fincardi, Alain Goussot, Giuseppe Innocenti, Fabrizio Montanari, Massimiliano Panarari, Dino Terenziani, Adolfo Zavaroni Segreteria Rosanna Gandolfi Editore La Nuova Tipolito snc - Felina (RE) Stampa La Nuova Tipolito snc Via Ganapini, 19 - Felina (RE) - Tel. 0522.717428 La rivista esce in fascicoli semestrali. Prezzo: euro 12,00. Abbonamenti annui (Italia e estero): euro 20,00. I manoscritti e/o dattiloscritti, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Sito internet: www.almanaccoreggiano.it Periodico dell’Istituto per la Storia del Movimento Operaio e Socialista «P. Marani» (ISMOS) Sede: Villa Adele, via Ferretti 8, 42042 Fabbrico (RE) Autorizzazione n. 593 del Tribunale di Reggio E. del 12.4.1985 L’ALMANACCO RASSEGNA DI STUDI STORICI E DI RICERCHE SULLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA a. XXVIII, n. 53 Giugno 2009 RICERCHE STORICHE R. GANDOLFI, I pittori socialisti reggiani tra Otto e Novecento ……… 7 M. DEL BUE, Il dopoguerra nella stampa socialista reggiana ……… 41 A. PETRUCCI, Notizie su Nilde Jotti e sull'Istituto magistrale “Principessa di Napoli” ………………… 53 E. CAMURANI, Giovanni Rossi e il “caso” Torricella nella corrispondenza di Ugo Rabbeno: una utopia laica …………………………………… 57 C. CORGHI, Incontro a Montevideo con una intellettuale anarchica … 75 G. BOCCOLARI, Il socialismo massimalista a Reggio Emilia (1914-1924) tra “unitari”, “defensionisti” e “terzinternazionalisti” …………… 83 MATERIALI C. DEMARIA, La biografia di Camillo Prampolini. Progetto di ricerca 103 R. TESTI, Le Case del Popolo tra XIX e XX secolo: Camillo Prampolini e Massenzatico ……………………………………………………… 107 SCHEDA L. TAMAGNINI, Il fanta-Zavattini. I fumetti fantascientifici di Cesare Zavattini ………………………… 117 MEMORIA R. BERTANI, L’onomastica longobarda ed antica sassone (interpretazione assolutamente inedita) ……………………………………………… 123 NOTE E RASSEGNE A. PETRUCCI, Michail Vasil'evič Peetrasevsky e il suo circolo ……… 133 A FERRABOSCHI, Recensioni …………………………………………… 137 RICERCA STORICA 7 L’ALMANACCO, n. 53 2009 Pittori socialisti reggiani tra Ottocento e Novecento Rosanna Gandolfi Questo breve saggio è dedicato a mio padre, Ivanno Gandolfi, che si appassionò per diversi anni, con curiosità ed entusiasmo, alla pittura e per tutta la vita, con dedizione e coerenza, al socialismo Il contesto politico e sociale opo l’Unità d’Italia la situazione politica, a livello nazionale, era piuttosto arida e poco organizzata. A Reggio e provincia, “nel 1860-70-80 non si ebberoD mai dei veri partiti organizzati, anche tra le forze che avevano ormai raggiunto un maggior grado di evidenza; [erano presenti per lo più] gruppi di potere o semplici gruppi di orientamento o di opinione: (…) un gruppo libe- rale e alcuni gruppi repubblicani e mazziniani”.1 Solo in seguito iniziarono a formarsi anche “gruppi di ispirazione socialista, dapprima di scuola interna- zionalista e romagnola (anarchica), poi di scuola mantovana (di derivazione mazziniana che si innestarono nel filone marxista) e infine di scuola autoctona che, pur mantenendo puntuali richiami al marxismo, [fu] una delle basi più salde del socialismo umanitario e riformista italiano”. 2 A livello sociale, nelle campagne di tutta la nazione, si viveva in un misto di “debolezza, disperazione, emigrazione”.3 Nella seconda metà dell’800 vi era in Italia “un debito pubblico di 14 miliardi e le più gravi tasse del mondo; [vi era mancanza] d’acqua, di case, di strade, di scuole, di tutto; (…) i contadini [morivano] ogni anno a migliaia di 1 S. Chesi, Ultimo ’800 a Reggio Emilia, Reggio Emilia, Editrice A.G.E., 1971, p. 15 2 G. Varini, Storia di Reggio Emilia, Reggio Emilia, Moderna Editrice, 1968, p. 194 3 A. Zavaroni, Tutti gli uomini di Camillo, Questione sociale e movimento cooperativo nel reggiano dal 1880 al 1914, Reggio Emilia, Tecnostampa Edizioni, 1987, p. 9 7 ROSANNA GANDOLFI pellagra e i lavoratori, in genere, [emigravano] a centinaia di migliaia, cacciati dalla fame”.4 Reggio Emilia, a quell’epoca, era poco più di un borgo circondato di campi, dove numerosi abitanti del capoluogo “vivevano di una combinazione di carità, piccoli furti e frodi”.5 Nel 1870 la provincia aveva un’altissima percentuale di analfabetismo, pari all’81,9% della popolazione residente. Le difficili condizio- ni di vita in cui viveva la maggior parte dei cittadini era aggravata dalle scarse condizioni igieniche e dalle gravi carenze alimentari che portavano alla diffu- sione di pellagra, colera e vaiolo. Per combattere la povertà e per migliorare la qualità della vita, soprattutto dei contadini, che rappresentavano lo strato più debole e sfruttato della popolazione, tra il 1873 e il 1874, nella frazione reggia- na di Rivalta e a Casoni di Luzzara, vennero fondate le prime società cooperati- ve di consumo e risparmio; contemporaneamente, videro la luce anche le prime società di mutuo soccorso nel capoluogo e a Rolo, Boretto, Campagnola e Povi- glio. In quegli anni, iniziò a diffondersi nella provincia reggiana un socialismo umanitario che si rifaceva ad utopie anarchiche e a sogni internazionalisti. Si dovette attendere però una decina d’anni prima che un gruppo di anarco-co- munisti, che aderiva ad un socialismo di stampo più positivista, facesse uscire nel 1882 il settimanale Lo Scamiciato, attraverso il quale “il movimento ope- raio reggiano [trovò] per la prima volta una voce che [diede] espressione alle proprie rivendicazioni ed una guida che l’accompagnerà nelle battaglie alla conquista dell’emancipazione”.6 In quel periodo iniziò le pubblicazioni anche il quotidiano Reggio Nova, che oltre a sostenere la lotta allo sfruttamento del proletariato da parte dei proprietari terrieri e dei commercianti, promuoveva la cooperazione ed era favorevole alla partecipazione della donne alla vita politica e associativa della città. A quegli anni risalgono inoltre le prime lotte salariali: “alle agitazioni dei braccianti nella primavera dell’85 [seguì] un grande sciope- ro dei muratori a Reggio e in molte altre località a nord della via Emilia”.7 Nel 1886 uscì il primo numero del settimanale La Giustizia, fondato e diretto da Camillo Prampolini, giovane avvocato proveniente da famiglia conservatrice e cattolica che, dopo un’iniziale adesione al socialismo rivoluzionario, abbracciò in maniera convinta e definitiva posizioni più moderate e riformiste. Proprio “La Giustizia (...) segnò un nuovo passo avanti sulla via della diffusione del so- 4 C. Prampolini, Maledetta Africa!, in: R. Barazzoni, N. Ruini, Camillo Prampolini. Scritti e discorsi (1° vol.), Ed. Cassa di Risparmio di Reggio Emilia, 1981 5 S. Chesi, Ultimo ’800 a Reggio Emilia, Reggio Emilia, Editrice A.G.E., 1971, p. 10 6 M. Festanti, Camillo Prampolini e gli “scamiciati” nella rievocazione di Mario Pilo, in “L’Almanacco”, n. 31, Reggio Emilia, Istituto Storico P. Marani, 2001, p. 5 7 G. Varini, Storia di Reggio Emilia, Reggio Emilia, Moderna Editrice, 1968, p. 194 8 9 I PITTORI SOCIALISTI REGGIANI DELL'800 cialismo. Prampolini capì che bisognava rompere la dura crosta della diffidenza contadina (…); andò quindi coi suoi compagni nelle borgate e nelle frazioni a tenere conferenze e propaganda spicciola, a distribuire volantini in italiano e dialetto”.8 I primi socialisti si trovarono a fronteggiare “l’enorme influenza del clero delle campagne, un clero oltretutto particolarmente conservatore e com- battivo che, alleato sempre dei moderati, non [tralasciava] di schierarsi a fianco degli agrari e della forza pubblica contro i contadini”.9 Per contrastare gli attacchi del clero i socialisti seguirono due principali diret- tive: l’utilizzo della satira e la graduale sostituzione di una nuova “religione socialista” alla vecchia religione tradizionale. Prampolini stesso, nel suo modo di fare politica, proponeva “un ingenuo e fiducioso messianesimo: il sociali- smo [veniva presentato come] l’unica strada per realizzare il regno di Dio”.10 Prampolini comprese che il sentimento religioso non faceva solo parte di una “secolare tradizione contadina”,11 ma scaturiva anche “da un’aspirazione di trascendenza e di identità che non si [poteva] né si [doveva] spegnere, ma si [poteva] e si [doveva] incanalare a nuovi sbocchi umani e morali”.12 Da questa idea nacquero i toni profetici con cui egli parlava alle masse, che gli valsero l’appellativo di “apostolo del socialismo”, e la famosa Predica di Natale che venne pubblicata negli anni successivi sulla Giustizia, nella quale Prampolini scrisse: “Questo, o lavoratori, questo era il pensiero e questa fu la predicazione di Cristo. Un odio profondo per tutte le ingiustizie, per tutte le iniquità, un desiderio ardente di uguaglianza, di fratellanza, di pace e di benessere fra gli uomini; un bisogno irresisti- bile di lottare, di combattere per realizzare questo desiderio – ecco l'anima, l'essenza, la parte vera, santa del cristianesimo. (…) Sì, voi sarete con noi, voi lotterete tutti al nostro fianco, perché noi socialisti siamo oggi i soli e veri continuatori della grande rivoluzione sociale iniziata da Cristo”.13 A Reggio Emilia il socialismo assunse così il carattere di “una nuova religione 8 G. Badini, L. Serra, Storia di Reggio, Reggio Emilia, Ediarte, 1985, p. 238 9 A. Secchi, Aspetti del socialismo emiliano attraverso il giornale “La Giustizia” (1900-