Trans-Migrazioni
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Negli ultimi anni, i discorsi intorno allo sfruttamento delle TRANS-MIGRAZIONI donne migranti nei mercati del sesso sembrano essersi cristallizzati nella contrapposizione tra le retoriche anti- LAVORO, SFRUTTAMENTO E VIOLENZA DI GENERE trafficking, da un lato, e quelle pro-sex, dall’altro. Questo MIGRAZIONI NEI MERCATI GLOBALI DEL SESSO - scontro, che produce equivoci e collocazioni forzate, non differenza & differenze differenza permette di cogliere la porosità dei confini tra coercizione www.rosenbergesellier.it TRANS e autodeterminazione che molto spesso convivono nello sfruttamento, così come le mille combinazioni e le geometrie non sempre lineari tra libertà di esercitare e libertà di scegliere, nelle quali le diseguaglianze EMANUELA ABBATECOLA sociali giocano un ruolo di rilievo disegnando traiettorie e opportunità. Ma l’aspetto forse più critico è che concentrarsi sulla contrapposizione tra chi ritiene che le migranti sfruttate dalle reti criminali siano solo vittime e chi invece sottolinea la loro agency, rischia di distrarre EMANUELA ABBATECOLA dalle contraddizioni del sistema. In quale tipo di mercato queste migranti esperiscono la loro attività? Come si configura la loro vita lavorativa? Quali sono le ricadute sulla salute? A quali forme di violenze sono sottoposte? E, infine, lo sfruttamento delle migranti nei mercati del sesso – riduttivamente indicato solo come violazione dei diritti umani – non è forse una delle modalità nella quale si esprime quella stessa violenza di genere che attraversa, almeno in potenza, le biografie di tutte le donne? In questo saggio, l’autrice cerca di rispondere a questi e ad altri interrogativi. L’analisi di un corposo materiale di ricerca sullo sfruttamento delle donne migranti (cisgender e trans) in quattro mercati del sesso occidentali, diventa così un’occasione per superare le contrapposizioni e per riflettere su alcune grammatiche di genere che 0 PP 1 attraversano le nostre società. 1 6 5 8 COVER DESIGN COVER Emanuela Abbatecola è docente di Sociologia del lavoro presso 8 7 l’Università di Genova. Cofondatrice di “AG-AboutGender. Rivista 8 8 internazionale di studi di genere” (www.aboutgender.unige.it), 8 ISBN 978-88-7885-611-0 per Rosenberg & Sellier ha pubblicato (con L. Stagi), Pink is the new 7 black. Stereotipi di genere nella scuola dell’infanzia (2017). 9 EURO 14,50 EMANUELA ABBATECOLA TRANS-MIGRAZIONI LAVORO, SFRUTTAMENTO E VIOLENZA DI GENERE NEI MERCATI GLOBALI DEL SESSO © 2018 Rosenberg & Sellier Pubblicazione resa disponibile nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 www.rosenbergesellier.it è un marchio registrato utilizzato per concessione della società Traumann s.s. prima edizione italiana, aprile 2018 isbn 978-88-7885-611-0 LEXIS Compagnia Editoriale in Torino srl via Carlo Alberto 55 I-10123 Torino rosenberg&[email protected] INDICE 5 Introduzione 15 Ringraziamenti 17 1. Prostituzione o sex work? Oltre il paradigma della scelta 17 1.1. Disuguaglianze e traiettorie. I mille volti del mercato del sesso 20 1.2. “Nuove schiave” o migranti? 23 1.3. I mercati del sesso e la tratta di esseri umani. Un dibattito aperto 27 1.4. Sui concetti di tratta e traffico 31 1.5. Uno sguardo critico alle stime 36 1.6. Sulla ricerca 40 2. Migranti, sfruttamento e violenza di genere nei mercati del sesso mediterranei 40 2.1. I racket nigeriano e albanese a confronto 53 2.2. Evoluzioni e cambiamenti. L’invisibile presenza del racket albanese 59 2.3. Il racket romeno. Reclutamento, reti e forme prevalenti di sfruttamento 64 2.4. Le famiglie: complici o vittime? 67 2.5. La prostituzione al chiuso. Gli appartamenti e i locali 70 3. Lo sfruttamento delle ragazze romene visto dalla Romania 70 3.1. Cambiamenti. Il 2007 come turning point 75 3.2. «E vissero per sempre felici e contenti». Amore, tradizione e altre strategie di reclutamento 82 3.3. «Tu andrai dove voglio io!» Minacce, ricatti e altre violenze di genere 88 4. Lo sfruttamento sessuale delle migranti brasiliane 88 4.1 Nuove migrazioni e forme di sfruttamento 90 4.2. Migranti, vulnerabilità sociale e forme di adescamento 97 4.3. Salve Jorge. Breve analisi di una telenovela di successo 103 4.4. Sul potere del denaro. Complicità e convenienze delle famiglie 104 4.5. Quel confine sottile tra turismo e tratta 112 4.6. Reti, rotte e fruttamento nella tratta delle brasiliane 115 4.7. Sullo sfruttamento delle travesti brasiliane 124 4.8. Não me chame de vítima. Quella linea sottile tra coazione e consenso 127 4.9. Ritornare 129 5. «Sesso da catena di montaggio». Lavoro e salute nello sfruttamento 132 5.1. Lavorare nei mercati del sesso in regime di sfruttamento 138 5.2. La salute nei mercati del sesso in regime di sfruttamento 149 Conclusioni (provvisorie) 165 Vocabolario essenziale di riferimento 167 Bibliografia di riferimento INTRODUZIONE Era la fine degli anni Novanta quando cominciai a interessarmi al tema della tratta e dello sfruttamento di donne straniere, a volte giova- nissime, nei mercati del sesso. Le straniere avevano cominciato a popo- lare le nostre strade solo da una decina d’anni, e solo da poco era nata la consapevolezza dell’esistenza di racket violenti dietro la gestione di parte di questi mercati. Non tutte erano libere. Femminista da sempre, volevo conoscere, capire. Dovevo far sapere. Da allora sono passati quasi venti anni. E lo sfruttamento nei mercati del sesso gode di ottima salute poiché è un investimento che rende mol- tissimo anche in tempi di crisi. Alcuni racket, come quello nigeriano, si sono riprodotti senza stravolgimenti evidenti, forse perché dotati di strategie efficaci; altri, penso a quelli albanese e romeno, si sono evoluti e trasformati nel tempo. Di quello cinese, oggi come allora, non si sa quasi nulla. Ancora pochissimi, in Italia, gli studi e i contributi sullo sfruttamento delle donne brasiliane, cisgender1 e trans. In Italia il lavoro sessuale indoor è cresciuto, favorito dalle politiche repressive susseguitesi a partire dagli anni Novanta e divenute capil- lari verso la fine degli anni Dieci del Duemila, grazie a ordinanze dei sindaci tese a contrastare il lavoro sessuale visibile anche attraverso la criminalizzazione del cliente (Giovannetti e Zorzella 2010). Al chiuso, come sulla strada, non sempre il lavoro sessuale è libero, ma le azioni di contrasto alla prostituzione, che hanno caratterizzato le politiche securitarie del nostro paese negli ultimi decenni, sembrano finalizzate più al mantenimento del cosiddetto “decoro urbano” e al ripristino dell’ordine transnazionale, che alla lotta contro lo sfruttamento e alla 1 Con il termine cisgender si fa riferimento ai soggetti che sperimentano una coincidenza identitaria armoniosa tra il sesso biologico e il genere attribuito dalla società in virtù delle caratteristiche sessuali del corpo. In parole semplici, possiamo definire cisgender le persone nate in un corpo di donna che si percepiscono intimamente donne, e gli uomini nati in un corpo di uomo che si percepiscono intimamente uomini. 7 promozione dei diritti delle persone sfruttate (Weitzer 2007; Giovannetti e Zorzella 2010). I mercati del sesso contemporanei sono ancora attraversati da gravi forme di sfruttamento, che sembrano seguire logiche legate a un ordine nel quale prendono corpo gerarchie variabili definite dall’intersezione tra genere, nazionalità, colore, della pelle, classe sociale, livello di istruzione e carattere normativo o meno delle identità. In altre parole, esiste una stratificazione chiara nell’ambito dei mercati del sesso, in base alla quale la probabilità di poter scegliere la professione e esercitare in modo libero sono privilegi non scissi dallo status socio-economico, ma anche identitario e simbolico, della persona. Occuparsi dello sfruttamento delle migranti nei mercati del sesso, dunque, è ancora necessario, anche per disvelare i complessi giochi della discriminazione, le ambivalenze insite nell’ordine di genere e le contraddi- zioni che attraversano la nostra società e il mondo globalizzato. Per queste ragioni non ho mai smesso di fare ricerca in questo ambito, sviluppando però nel tempo una certa insofferenza rispetto al carattere spesso “vio- lento”, manicheo e poco incline al confronto che caratterizza il dibattito attorno a qualunque forma di «scambio sessuo-economico» (Tabet 2004)2 che veda le donne nel ruolo di venditrici – non di sé ma di prestazioni sessuali – e gli uomini in quello di clienti. Emblematico, in questo senso, è un episodio accaduto poche settimane fa proprio mentre scrivevo. Roma, 12 ottobre 2017. La casa internazionale delle donne presenta il libro di Rachel Morin dal titolo Stupro a pagamento. La verità sulla prosti- tuzione, tradotto dal collettivo Resistenza Femminista. L’autrice, presente e principale relatrice, è un’ex prostituta (termine che privilegia, avendo lei una posizione molto critica rispetto al corrispondente sex worker), nonché un’attivista internazionale per i diritti delle donne. All’incontro intervengono altre attiviste del collettivo Ombre Rosse, che vede unite sex worker femministe, attiviste non sex worker e altre soggettività tran- sfemministe e queer, le quali inscenano un flash mob appendendo cartelli e distribuendo volantini. L’atmosfera si fa tesa, le flash mobber vengono allontanate e nei giorni successivi si scatenano sui social polemiche binarie, nelle quali le due “fazioni” contrapposte si rivolgono accuse reciproche senza mai riuscire a confrontarsi. Non avendo partecipato in prima persona all’evento, riporto qui per completezza alcuni stralci dei rispettivi comunicati. 2 Con questa felice espressione, in realtà, Paola Tabet si riferisce a scambi che trava- licano i mercati del sesso. 8 Figura 1. Cartelli mostrati durante il flash mob Fonte: www.facebook.com/collettivoOmbreRosse/ Il punto di vista del collettivo Resistenza Femminista sull’accaduto: Proprio nel momento in cui Rachel ha preso la parola, è scattata l’aggressione nei suoi confronti e nei confronti delle presenti; l’avevano pensata proprio così, dandosi un segnale nel momento della presa di parola di Rachel. Si sono alzate, hanno tirato fuori dei cartelli e mentre alcune li sistemavano in alcuni punti della stanza, altre distribuivano volantini alle persone presenti.