Ricordi Di Vita Rivolese
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RIVOLI VERONESE CONSORZIO B.I.M. ADIGE Francesco Martinati Ricordi di vita rivolese Gruppo Culturale “EL CASTELETO” 2010 Estratti da LA VALDADIGE NEL CUORE Francesco Martinati Ricordi di vita rivolese Gruppo Culturale “EL CASTELETO” RIVOLI VERONESE CONSORZIO B.I.M. ADIGE Francesco Martinati Ricordi di vita rivolese Estratti da LA VALDADIGE NEL CUORE Redazione Gruppo Culturale “El Casteleto” - Dolcè (VR) Via Castello, 90 A cura di: Renato Comerlati Hanno collaborato: Angelo Brusco, Giovanni Buio e Giuseppe Caurla Consulenza fotografica e fotografie Francesco Martinati, Giovanni Buio, Archivio storico “El Casteleto” Stampa Finito di stampare nel mese di ottobre 2010 REDAPRINT srl - Cavaion V.se (VR) In copertina: - La Chiesa e il Forte - Batteria alta (foto di Giovanni Buio) - Fontana di Sopra (dipinto ad olio dell’autore) Indice Mirco Campagnari Presentazione 4 Francesco Martinati Militari e Rivoli 7 Il Medioevo a Rivoli è durato fino al 1950 19 La vita religiosa 27 Passatempi, storie e giochi 35 Ricordi di vita rivolese 44 Pino Negri e Mario Gino Filippini Il Monumento alla Battaglia di Rivoli: la Guglia 55 Francesco Martinati Questo libro è dedicato a mio padre Arturo 58 Ringraziamenti 59 5 Presentazione ono onorato di poter fare la presentazione Sdi questo libro, per l’amicizia che mi lega al Gruppo Culturale “ El Casteleto” e per l’impron- Mirco Campagnari ta che Francesco Martinati ha dato a questo vo- Sindaco di Rivoli Veronese lume. Il libro mi ha colpito ed impressionato per la semplicità del linguaggio usato e per il ricor- do dei vecchi detti dei nostri nonni come frasi, modi di dire e comportamenti, compresa la de- scrizione d’usi e costumi di allora. Racconti diventati linee guida per l’insegnamen- to che ci hanno lasciato e per i valori che ancora trasmettono, per l’energia e la forza d’animo che venivano messe per combattere le insidie, le dif- ficoltà e la povertà di quel tempo. Nonostante queste veniva sempre messo al primo posto il bene comune, per gli aiuti che ci si scambiava, per il bisogno di fare comunità; ci si trovava nelle stalle, riuscendo così a creare un passaggio di testimone tra “el vecio” e “el bocia”, forme di aggregazione che nella nostra società, così mo- derna e tecnologicamente avanzata, con cellula- ri, internet, e-mail, ecc., si sono perse. Ognuno vive barricato nel suo perimetro, generando una barriera nelle relazioni interpersonali e creando e futuro, compresi i colori tenui pastello usati di fatto un mondo sempre più legato alla priva- per i suoi acquarelli, di cui ho potuto ammirare cy piuttosto che alla condivisione degli spazi co- la bellezza grazie a questo volume. muni per relazionarsi e rispettarsi gli uni con gli altri. Dal 2004 l’Amministrazione che presiedo pro- muove e distribuisce i volumi alla cittadinanza, Viene anche ripreso un vecchio scritto di Pino con l’aiuto della Biblioteca, che si dimostra en- Negri e Mario Gino Filippini del 1946, di cui po- tusiasta perché vi sono raccontati stralci di vita chi ricordano la pubblicazione; anch’esso ripor- passata che non tutti conoscono o ricordano, ma ta con semplicità e chiarezza molte informazio- che ugualmente li rendono partecipi ed orgo- ni storiche, tra le quali l’attuale collocazione dei gliosi. marmi originali della colonna del Monumento a Napoleone. I primi due volumi sono stati pubblicati attra- verso il lavoro del Comitato “Rivoli 97”; questo 7 Nel volume sono ricordate alcune figure di rife- è redatto dal Gruppo Culturale “El Casteleto”, rimento importanti per Rivoli e per il suo com- che pubblica la rivista annuale “La Valdadige nel prensorio, che in silenzio hanno operato per lo cuore”, patrocinata dai Comuni di Rivoli, Dolcè e sviluppo delle varie realtà civili, sociali ed eco- Brentino Belluno. nomiche; si rammenta anche l’efficienza nei col- legamenti, soprattutto con Ceraino; all’epoca, no- È importante poter lasciare traccia di tutti coloro nostante le poche risorse, c’erano due attracchi che hanno contribuito e fatto parte della storia per i barconi, uno a Battello e l’altro a Gaium. in ogni circostanza, e portare alla conoscenza di tutta la popolazione, in particolare delle nuo- Martinati inoltre, essendo Architetto, descrive ve generazioni, chi e in che modo ha messo un i dettagli costruttivi dei fabbricati; essi servono tassello più o meno rilevante nell’evoluzione del per ridare un filo conduttore edilizio tra passato nostro paese. Militari e Rivoli ivoli, per la sua posizione geografica, fu consi- il fiume Adige si prestava a molte insidie che ne Rderata, da sempre, la porta nord della pianura sconsigliavano il passaggio. padana. Questa realtà, ora solo accennata, è stata La via del lago di Garda peraltro non era la più indagata e trattata negli atti del convegno interna- agevole, le due sponde del lago non offrivano che zionale in occasione del bicentenario della batta- viottoli a mezza costa e valli impervie; per i tra- glia, dal prof. E. Turri e dall’arch. G. Perbellini. sporti di persone e cose tra i paesi rivieraschi si Il transito attraverso il pianoro di Rivoli, ci riferia- utilizzavano esclusivamente le imbarcazioni op- mo al transito di eserciti equipaggiati ed armati, portunamente attrezzate. era ricercato sia dalle formazioni che scendeva- Rivoli da nord si poteva raggiungere attraverso no da nord sia da quelle che risalivano da sud. Avio, Novezza, Ferrara e la valle di Caprino oppure Percorsi alternativi, praticamente non ce n’erano. dalla sponda destra dell’Adige. Da sud il pianoro La Chiusa, costretta fra pareti verticali rocciose e di Rivoli si poteva guadagnare sia da Bussolengo sia da Peschiera del Garda. Si spiega così il ruolo strategico di Rivoli riconosciuto dai mili- 9 tari di ogni formazione fino alla prima Guerra Mondiale. La difen- dibilità di Rivoli fu interpretata, prima dagli Austriaci, e poi dagli Italiani, con la costruzione del maggior numero di fortezze nel- la zona, i primi per contrastare il passaggio verso nord, i secondi per impedire le calate da nord. In altri capitoli della nostra storia di Rivoli, sono riportati gli avve- nimenti militari che si sono suc- ceduti dall’epoca napoleonica al Risorgimento, fino alla seconda Corte dei Foresti, acquerello dell’autore 10 Accampamento alla Chiusa; sullo sfondo a destra il Forte cancellato Guerra Mondiale. le regioni. Ora, attingendo dai ricordi dei residenti più an- Le parole e le espressioni del gergo militare en- ziani, ci proponiamo di evidenziare la “vocazione trano nel vocabolario dei nostri compaesani più militare di Rivoli”. anziani, specialmente quando volevano sottoline- Durante la costruzione del forte Wohlgemuth, are concetti di precisione, di puntualità con una intorno al 1850, e poi della Batteria bassa, della divertente ironia; eccone alcune: caserma Massena, dei forti di Incanale, della Pol- “sveglia, adunata, rapporto, guardia, servizio, ritira- veriera e delle strade militari intorno al 1870, i ta, silenzio, rancio, gavetta, pagnotta, ecc.” Rivolesi affiancarono prima i genieri austriaci e Durante la prima guerra, nella Ca’ Rizzoni fu alle- poi quelli italiani con servizi di manovalanza e tra- stito un ospedale militare da campo; nel sottotet- sporto di sabbia e marmi dalle vicine cave. to del municipio, fino al 1950, erano conservate Nel corso della prima Guerra Mondiale Rivoli di- ancora le attrezzature mediche di quel periodo: venne “zona di operazioni”, si poteva entrare e barelle, pompe per disinfestazione, attrezzi per uscire soltanto con passaporto interno. Le truppe medicazione, sussidi ortopedici, ecc. italiane e quelle degli alleati francesi affluirono Il Generale Grazioli, l’autore della più completa e 11 a Rivoli, nella caserma e nelle corti. Gli ufficiali documentata storia della battaglia di Rivoli decise alloggiavano presso i privati, quando non erano proprio qui di affrontare quella lodevole fatica ne- impegnati nei turni di servizio al fronte sull’Altis- gli anni’20 mentre era a Rivoli con i suoi reparti; simo. ma sentiamo come lo racconta Lui. Il rapporto tra militari e Rivolesi doveva essere Questo libro ha un’origine singolare. molto stretto per trasferire nel nostro dialetto pa- L’idea prima di scriverlo mi balzò viva e piena role di varia origine che durano fino ai nostri gior- nello spirito sul declinare di una radiosa gior- ni. Ad esempio: nata invernale mentre ritornavo, a cavallo, da -dagli austriaci: “befè” (per ordine indiscutibile); una lunga escursione compiuta, per istudio e -dai francesi: “condir” (per il doppio significato: per diletto, sulle pittoresche colline costellate di “condire” o “come dire”); ville superbe, che dal Monte Baldo degradano ”sefèr” (conduttore di automezzi); dolcemente fra la riva veronese del lago di Gar- “sanfason” (pasticcione arruffato); da e il corso dell’Adige. Così che, quando giunsi - dai dialetti italiani: i canti e le espressioni di tutte in vista del campanile del villaggio di Rivoli, dove una tiepida scuderia attendeva il mio ge- li costituì il proprio gruppo ANA per iniziativa di neroso compagno di viaggio, già le ombre fred- Lino Testi. de della sera scendevano sul vasto pianoro cir- L’Alfiere, per tanti anni, fu il compaesano Giusep- costante. Ed ecco parvemi allora veder sorgere pe Pietropoli reduce della 1a Guerra Mondiale e intorno a me una folla oscura di fantasmi di testimone diretto della tragedia che si consumò guerra, via trasvolanti pei monti e pei colli vici- nelle battaglie sull’Ortigara nella 1a Guerra Mon- ni ad aspra e sanguinosa battaglia, e come fol- diale. gore irrompere improvvisa sul piano e attraver- A Rivoli affluivano, tutti gli anni, reparti di ogni sare impetuosa la scena la leggendaria carica arma e specialità per i “campi estivi”. I militari ri- di Lasalle, mentre, alta a cavallo, parevami ve- empivano la caserma Massena, le balze dei prati der disegnata sullo sfondo maestoso del Baldo con i loro accampamenti e le corti con i depositi l’aquilina e diritta immagine del pallido Corso, ed i parchi macchine.