n° 15 - Aprile WORLD

Edizione Aprile 2014 - numero 15

FLAVIA PENNETTA

Quella di Flavia basterebbe scriverla in forma di cronaca minuta ANDRE AGASSI

L’otto volte campione di Grande Slam ha condiviso i suoi pensieri con Tennis World LE PERLE MANCANTI

Quali sono i grandi tornei che mancano nelle prestigiose collezioni private dei campioni e delle campionesse

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Flavia, una vita da best seller Li chiamano romanzi di formazione, Bildungsroman, se vi va di fare i saputi. La vita tennistica di Flavia Pennetta ne ricorda le cadenze, le trame, ne espone e cataloga gli stupori e le fragilità, enunciate come fossero appunti su un’agenda di cose da fare, cui mettere riparo. Condivide con i lettori le discese e le risalite, che tutti noi sappiamo essere ardite, da Lucio Battisti in poi. Narrano, quei romanzi, l’evoluzione di un giovane dal tempo dei rossori fino all’età adulta, e si attribuiscono il compito di mettere in guardia, perché la vita non è esattamente come vorremmo che fosse, né mai troppo spensierata. Quella di Flavia, dai primi dritti alla vittoria di Indian Wells, basterebbe scriverla in forma di cronaca minuta, senza 3

Da Brindisi a Roma, a Milano, alla Spagna, tradita dal fisico...

indulgenza alcuna al genere avventuroso. Niente è cambiato, eppure tutto esiste in altra maniera… Se Flavia desidera un buon inizio per la sua opera prima, Jean Paul Sartre potrebbe darle una mano. Da Brindisi a Roma, a Milano, alla Spagna, tradita dal fisico già al primo impatto con il suo “dolce mestiere”, ché così lei chiama il tennis. Debilitata da un brutto virus, a intendere che il seguito sarà una continua ribellione a tutto ciò che si frapporrà fra lei e la meta ultima: diventare tennista, atleta, e donna. Così gli amori, il più grande con Carlos Moya, quando lui era uno dei numeri uno del nostro sport, distruttivi al punto da ridurla un cencio, smagrita e senza forze. Capita, a un passo dal matrimonio, se lui decide di sposare un’altra… Così gli approdi, che sono stati alti mentre altre ottenevano più di lei. Così i ritorni, ostinati quanto la sua lealtà nei confronti di se stessa e degli altri, culminata in una conferenza stampa nella quale, con coraggio e senza lacrime, dichiarò di essere pronta a farsi da parte, «perché già molto ho avuto da questo sport, e voglio continuare a frequentarlo solo se sarò in grado di onorarlo». Si era a Wimbledon, un anno fa. E Flavia era caduta al numero 166 della classifica, lei che tre anni prima era stata la prima italiana nella Top Ten, al decimo posto, e

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addirittura la numero uno in doppio. Sul più Sposa di Gago, il calciatore che a Roma non bello il polso destro aveva ceduto. «Sarà banale, riuscì a far parlare di sé, ma al Boca ha ma nel tennis avere un polso guasto è come per riconquistato la nazionale argentina. Una un violinista una ferita sui polpastrelli». Tre felicità, quella di Flavia per l’amica, mitigata da mesi di ferma obbligata, un’operazione un pensiero che a 31 anni (ora sono 32) può far chirurgica delicata, la riabilitazione, altre male… «Sono rimasta davvero sola». Ma da quel settimane perse nel nulla, poi il ritorno fra Wimbledon, e da quelle parole, si sono l’incertezza di non essere più in grado di dare determinate le condizioni della ripartenza. Quasi forma geometrica ai suoi pensieri tennistici e la Flavia avesse giocato in contropiede con se paura di farsi male di nuovo. Fasciature, stessa. Ottavi sull’erba, semifinale (la prima) a impacchi, montagne di ghiaccio avvolto nelle suon di derby conquistata agli Us Open, quarti buste di cellofan legate al braccio con il nastro di finale agli Open d’. Ora la vittoria a adesivo dei muratori. L’improvviso addio al Indian Wells, il torneo da un milione di dollari, coach che l’aveva guidata sin dalla gioventù, sui campi costruiti nel deserto dal miliardario Gabriel Urpi, Gaby, un fratello più che un padre, Larry Ellison, titolare di Oracle da lei stessa sospinto verso nuovi incarichi, perché in quelle condizioni «continuare con me poteva significare una perdita di tempo e di soldi», e tutti, si sa, tengono famiglia. Persino il matrimonio della sua migliore amica, Gisela Dulko, doppista con Flavia in campo e nel girovagare per il circuito.

(l’azienda di database) e di Oracle (l’imbarcazione che ha vinto l’America’s Cup). Non solo… C’è un numero dodici in classifica, a due passi dal traguardo toccato il 17 agosto del 2009, quando gli anni da portare in campo erano solo 27. E c’è una nuova storia che piace molto agli italiani, che la vede legata a , il più forte fra i tennisti azzurri. Amore? «Ci supportiamo». Oggi si dice così. Il romanzo finisce qui. Più o meno. «Cercavo me stessa», dice Flavia, «e l’ho trovata. Mi è costata fatica, ma è bellissimo

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Tornerà fra le prime dieci, batterà il suo record, e sarà ancora più felice di come l’abbiamo vista sul campo di Indian Wells. esservi riuscita». Non finisce qui il tennis… Flavia potrà addirittura migliorare, perché nei punteggi che vanno e vengono lei non ha niente da scartare fino al prossimo Wimbledon, dunque potrà solo crescere. Tornerà fra le prime dieci, batterà il suo record, e sarà ancora più felice di come l’abbiamo vista sul campo di Indian Wells. «Mi viene da ridere e non smetterei di farlo». Sapete, i romanzi di formazione terminano spesso con una riscossa personale. Ma se a essa si unisce un sorriso, valgono un best sellers. a cura di Daniele Azzolini

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Lei e Fognini EnneEmmeEmme, , NMM, scritto in maiuscolo In amicizia, perché a questo si attengono le sotto la firma di Flavia Pennetta, sullo versioni ufficiali («Ci conosciamo da una vita, e specchietto dei vincitori che la telecamera in questo momento ci supportiamo a vicenda», mostra a fine match, sta per Non Mollare Mai. dice la Penna), o in amore, come è dato supporre Testo di Fabio Fognini, con tanto di ciondolo dai twitter che circolano e da una foto che porta fortuna da lisciare fra le dita tra un servizio proprio i due hanno postato, ciancicati su un e l’altro. lettone con le dita spianate a simboleggiare una Flavia ne ha fatto l’acronimo simbolo della sua vittoria. O una conquista. O altro… È che voi rinascita. Fabio, che lo teneva per sé, di tanto in siete maliziosi (noi no, invece) e pensate sempre tanto marinando il robusto portato di quelle tre a quella cosa lì. NMM, No Maliziosi Morbosetti, parole, glielo ha donato. I due se la intendono, dice l’acronimo rivisto e corretto. Perché, vedete, pare. E siccome non sta a noi giudicare come e questo inciucio ha molti lati buoni, ed è per perché, e nemmeno quante volte al dì, diremo questo che lo sosteniamo a spada tratta. soltanto che ci sembra molto bello che due Il primo è davanti agli occhi di tutti, se avete la ragazzi come loro, sani e sportivi, se la intendano pazienza di dare un’occhiata alle classifiche. a più non posso.

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Evert e Connors, la coppia degli anni Settanta. Serenona e Mouratoglou, la coppia “coach to coach”. Sharapova e Dimitrov, la coppia più “in”. Almeno fino alla fondazione della nuova équipe azzurra, Pennetta/Fognini. Classifiche alla mano, avanti Masha, di poco (lei 7, lui 16). Ma sul podio del doppio misto, perdinci, ora c’è anche l’Italia.

Nelle quali Flavia rimonta fin quasi a toccare i suoi tempi più belli (è dodicesima, fu decima) e Fabio preme verso l’alto dalla sua quattordicesima piazza, a due passi dalla dodicesima che fu di Bertolucci, tanti ma tanti anni fa. Lei ha la maturità dei trentadue anni, lui le voglie di chi ancora non sa dove potrà arrivare. Lei sa combattere, e può insegnarglielo, lui è un tipo divertente, di quelli che con una battuta la tranquillizzano. Lei è transitata fra mille gorghi, e sa come cavarsi d’impaccio. Lui, invece, i gorghi se li è spesso creati da solo. Fabio, a torso nudo nella foto “tweetterata”, è stato nominato (e ringraziato) da Flavia come “assistent coach of the week”. È caduto negli ottavi, per mano e racchetta di Dolgopolov, uno che è più incasinato di lui, ma è rimasto di guardia al torneo della Penna. Aveva fatto lo stesso a Melbourne, dove di sera Flavia si trasformava in perfetta padrona di casa e cucinava per la truppa. Aveva una relazione con Svetlana Simeonova, modella, stessa età della Penna, 32. Si vede che a Fabio, quasi 27, piacciono così. Lei invece se ne andava gironzolando con Andrea Preti, modello (anche lui), 26 anni, ma è durata poco e Flavia non ha mai smesso di ripetere, alla coorte dei giornalisti del tennis, che è costretta a sprofondare nel gossip, o nel “tessip” fate voi, che «quello giusto è ancora di là da venire».

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Lei una bella randellata se l’è già presa, ai tempi di Moya, ovvio che non abbia intenzione di prendersi la seconda. Con Carlos si parlava apertamente di matrimonio, finché lui si sposò con un’altra

Del resto, lei una bella randellata se l’è già presa, cinque volte l’anno, figuratevi adesso che è tutto ai tempi di Moya, ovvio che non abbia un “combined” (sta per torneo con tabelloni intenzione di prendersi la seconda. Con Carlos si maschile e femminile, ma se preferite usarlo parlava apertamente di matrimonio, finché lui si come sinonimo di inciucio amoroso, fate pure). sposò con un’altra, Carolina Cerezuela, Evert e Connors, la coppia degli anni Settanta. presentatrice in tivvù. Serenona e Mouratoglou, la coppia “coach to Pianse a lungo, la Penna, smagrì, e perse coach”. l’allegria che è la parte migliore di sé. Ma anche Sharapova e Dimitrov, la coppia più “in”. lì si riprese e ricominciò da capo. Almeno fino alla fondazione della nuova équipe Nel tennis, rapidamente. Con gli uomini, forse azzurra, Pennetta/Fognini. meno. Dicono si consolò con , Classifiche alla mano, avanti Masha, di poco (lei amico d’infanzia. 7, lui 16). Ma sul podio del doppio misto, Ma nemmeno lui era l’uomo giusto. E poi, lo perdinci, ora c’è anche l’Italia. sapete, il tennis favorisce gli incroci pericolosi. Lo faceva prima, quando uomini e donne a cura di Daniele Azzolini pascolavano gli stessi campi solo quattro o

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Ora, in Italia comanda lei

Flavia Pennetta guarda avanti. Fotogrammi di una vita che corre veloce lungo il rettangolo di un campo da tennis

A Indian Wells ha capito, semmai ce ne fosse stato bisogno, che la maturità raggiunta è un bene prezioso. Condividendo ogni singolo momento, bello e brutto che sia. Tanto oggi, quei benedetti numeri, sono tornati a essere un più sulla sua tabella di marcia. Da New York a Melbourne e poi in California, correndo lungo le righe di un campo da tennis che, oggi, le appartiene di nuovo, a tutti gli effetti. «Mi sono trovata con le spalle al muro, con la testa piena di pensieri. Ho dovuto fare una scelta, ponderata non una, ma mille volte. Sì, è vero, avevo pensato di smettere, ma ho fatto bene a continuare. E Flavia Pennetta guarda avanti. A maggior ragione oggi sono felice, perché sono rimasta me stessa, dopo il primo Slam della stagione, che, quattro mesi perché sono cresciuta dentro e fuori dal campo, dopo la semifinale all'Open degli Stati Uniti, ha perché ogni partita è un qualcosa di bello, di molto ribadito come lei, oggi, sia la nuova regina di un bello, da scoprire». tennis italiano che in questi anni ha saputo dare il Dopo A Wimbledon dello scorso anno, meglio di sé, e solo poco settimane a ridosso della simpaticamente, le avevamo dato della bugiarda. vittoria di Indian Wells, la più importante «Potete stare tranquilli, ma la Pennetta di un tempo, conquistata da Flavia, seconda in chiave nazionale non la rivredete mai più». solo a quella ottenuta dalla Schiavone al Roland Di difficile interpretazione le parole di Flavia nella Garros nel 2010, che è appena ieri ma sembra sala 2 dell'All England Club. Anche perché, e lo lontano un'infinità. diciamo al di là di cifre che, qualcuno ce lo insegna, E allora, cara Flavia, da dove vogliamo ripartire? vanno comunque interpretate nella maniera «Dalle istantanee della mia vita recente, che ne dite? migliore, la Pennetta di oggi è davvero un'altra cosa, Penso a Wimbledon, al desiderio di dire basta, per ma in positivo. Va in campo con il sorriso sulle poi accorgermi di essere ancora molto competitiva. labbra, esce ancor più contenta. Merito, forse, di Salvador Navarro, il mio coach, con il quale ci siamo messi reciprocamente a disposizione. Poi l'Open degli Stati Uniti, la foto più bella. Una semifinale conquistata a suon di vittorie importanti. E questi , dulcis in fundo, che hanno ribadito come, forse, posso ancora dare tanto a me stessa e al mondo del tennis. Per ricevere altrettanto, è ovvio». Parla lontano da microfoni più o meno indiscreti, Flavia. 10

«A Indian Wells non facevo che ridere. Mi veniva l'inferno con in tasca, però, il biglietto di ritorno nel così. Ero ebbra di felicità, e non potevo fermarmi». Paradiso. Tennistico, come la sua anima, non più Scoperta, questa, che assolutamente rivendichiamo. ribelle, ma combattiva. Forzando, come vuole il suo Fine agosto scorso, giardini della players lounge di coach, ogni palla. Rischiando la prima di servizio, il Flushing Meadows. diritto, quel rovescio meraviglioso, tornato a L'incontro con la famiglia Pennetta, Flavia in testa. risplendere d luce propria, come i suoi occhi, fedeli a Come stai? «Molto bene, grazie. Non mi vedete, sono un copione scritto di getto e interpretato, finalmente, felice e non vedo l'ora di giocare». a suo piacimento. Papà Oronzo e mamma Concita a fare da cornice a «È la mia filosofia, è il mio credo», dice Navarro, il un quadro dai colori squillanti. Ricordiamo quel coach «Flavia deve spingere sempre. Tra di noi c'è giorno, come fosse oggi. E quelle parole come se dialogo e disponibilità, anche perché lei sa benissimo fossero il comun denominatore di una nuova vita, che per me contano i colori forti, le sfumature le tennistica e non, di una giocatrice che è glamour al lascio agli altri». solo pronunciare il suo nome. Glamour tennistico, Tanto per gradire e per far capire, a chi legge, cosa si dentro un campo che, da New York a Melbourne, da celi dietro quello che per molti è un miracolo Flushing Meadows alla Rod Laver Arena, ci ha tennistico di una donna di 32 anni, già formata e riconsegnato, infiochettata, una giocatrice integra, matura, capace di ogni cosa. Anche... «di tornare tra le prime dieci, perché no? No, tranquilli, scherzo, non ho nessuna intenzione di farlo». Ora però è la numero dodici, e chissà se alla Top Ten non ha ripreso a pensarci sul serio. Secondo noi, sì. Da Navarro alla California. Prendendosi a cazzotti, litigando con il proprio io, sfiorando

vincente. E questo segreto è racchiuso in quel prendersi a schiaffi, a brutto muso. «Vuoi tornare a vincere? Allora devi provarci, altrimenti finiamola qui». Da aprile 2013 a marzo 2014. Da nulla a tutto. Dalla voglia di dire basta, a un ottavo a Wimbledon, a una semifinale agli Us Open, dal quarto di finale a Melbourne alla vittoria a Indian Wells sulla Radwanska. Davvero, non è poco...

di Gianluca Atlante

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Cina, la cassaforte del tennis

Bisogna seguire il fiume dei soldi per capire cosa stia accadendo al tennis asiatico La Cina ha la più grande economia di mercato esistente al mondo. È una delle protagoniste del XXI secolo, i suoi prodotti hanno invaso ogni continente

Bisogna seguire il fiume dei soldi per capire Qualche osservatore si è meravigliato che agli cosa stia accadendo al tennis asiatico. La ultimi Australian Open alcune pubblicità fossero Cina ha la più grande economia di mercato scritte con gli ideogrammi cinesi. A me è esistente al mondo. È una delle protagoniste sembrato nel naturale sviluppo delle cose che la del XXI secolo, i suoi prodotti hanno invaso ANZ, New Zeland Banking Group, li avesse comprati per tutte le partite di Na Li. Oppure ogni continente. Anche nel settore che la Jacob’s Creek, industria vinicola di alto tecnologico, computer e telefonini su tutto. È livello, avesse fatto lo stesso. Erano rivolti a quel la Banca degli Stati Uniti. Pechino finanzia i pubblico, che rappresentava solo il 15% del debiti dei consumatori americani e del totale spettatori negli impianti, ma che valeva governo di Washington. Ha un ruolo di milioni di spettatori davanti alla tv nelle loro primo piano nell’intera Asia, nel mondo case. arabo, in Africa e nell’America Latina. L’economia cinese cresce più in fretta di quella Insomma, denaro. Tanto denaro. australiana. È il momento di investire.

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Il flusso di denaro in uscita è notevole, poi gran parte di quel denaro torna indietro. Ecco dunque la necessità che la tua banca arrivi prima delle altre. Così la ANZ ha aperto 28 filiali in Asia, cinque delle quali in Cina. Il mercato da quelle parti vale 73 miliardi di dollari, i profitti nel 2012 sono stati di 6.3 miliardi. Niente male. E il tennis come veicolo promozionale è l’ideale all’interno di un mercato che lo considera un 2000 aveva stilato un programma, a cui solo prodotto nuovo, un testimonial che piace a qualche stagione fa ne ha fatto seguito un altro. giovani e consolida la sicurezza degli anziani. Vado con ordine. La donna, il secondo elemento Dopo essersi isolata per trent’anni Pechino è Il secondo elemento da non perdere d’occhio in rientrata pesantemente nel mondo dello sport ai questa storia è la donna. La Cina attorno al Giochi di Los Angeles 1984. Fino ad allora il bottino olimpico era stato di zero medaglie d’oro. Dalla California sono tornati con 15 ori, 8 argenti, 9 bronzi. Un venditore di prodotti chimici, Xu Haipeng, aveva aperto la raccolta con il successo nella pistola. Erano ancora i tempi in cui gli atleti guadagnavano poco, non avevano sponsor e non potevano fare pubblicità. Versavano al Governo il 65% dei premi e ricevevano vitto, alloggio, istruzione. In cambio lo Stato diventava proprietario delle loro vite di campioni. Fino ad allora ping pong, badminton, ginnastica e tuffi erano stati i terreni di conquista. Poi erano arrivati nuoto, atletica , pattinaggio su ghiaccio, scherma. Erano soprattutto (se non solo) le donne a raccogliere successi. I dirigenti politici dopo avere analizzato il mondo del tennis e avere capito che il settore femminile era quello che offriva maggiori possibilità, erano così entrati nell’ottica di una programmazione che prevedeva due traguardi che indico in ordine di tempo: a) numero 1 in

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L’Asia è un mercato in continua espansione. E adesso che il tennis è passato dalle quattro partite a stagione di trent’anni fa, le finali degli Slam, alle oltre mille ore di programmazione televisiva annuale doppio, b) numero 1 in . Solo a quel Il tennis femminile cinese è in continua punto sarebbe partita la campagna per lanciare espansione e si tira dietro l’intero movimento anche gli uomini alla conquista del mondo. asiatico. Uomini d’affari hanno speso un miliardo per la costruzione del Singapore Sports In due sul podio Hub’s che da quest’anno al 2018 ospiterà il Il piano è vicino alla sua realizzazione per Masters femminile. La Wta ha creato delle filiali quanto riguarda i primi due punti. Shuai Peng è in Asia e ha aumentato il numero di tornei in leader del doppio, Na Li è numero 2 nel quel continente. Oggi sono sedici, la metà dei singolare dietro Serena Williams. Sono state quali in Cina. investite montagne di dollari per il progetto. Un L’Asia è un mercato in continua espansione. E milione a stagione per far allenare le ragazze adesso che il tennis è passato dalle quattro all’Accademia di Delray Beach in Florida. partite a stagione di trent’anni fa, le finali degli È stato tirato su lo stadio Qixhoug. È stato creato Slam, alle oltre mille ore di programmazione il China National Tennis Center. Undici campi, televisiva annuale i clienti potenziali crescono uno stadio da 15.000 spettatori, tetto retrattile senza freni. La finale del doppio ai Giochi di sul Centrale, occhio di falco, alta tecnologia. Atene 2004 era stata seguita in Cina da 80

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milioni di telespettatori, per la finale del Roland dollari in cassa. Il solo mercato della vendita di Garros 2011 tra Na Li e Francesca Schiavone racchette è salito del 41% in un anno. l’audience (mai ufficializzata) sembra sia stata I cinesi sono passati dai 10.000 praticanti del attorno ai 400 milioni. 1980 ai trenta milioni di oggi. La svolta decisiva Particolare curioso e significativo della nel 2011, l’Anno del Coniglio nel calendario popolarità della protagonista, per tutta la durata cinese. Finale a Melbourne e vittoria a Parigi per della trasmissione la CCTV ha fatto scorrere un la Ribelle. E soprattutto la conquista banner con la stessa scritta: “Na Li ti amiamo”. dell’indipendenza agonistica, avvenuta Con 1,4 miliardi di abitanti tutto è possibile. progressivamente nel tempo e culminata in quella stagione. Il tennis non è più borghese Na Li è gestita dalla IMG, al suo Paese versa solo La Cina non considera più il tennis uno sport il 12% dei premi e finora ha portato a casa quasi borghese. Anche se il valore del denaro, in una sedici milioni di dollari, sponsor esclusi. Anche nazione in cui un lavoratore delle zone rurali le altre si battono per diventare padrone di se guadagna 755 dollari l’anno, è qualcosa da stesse. gestire con estrema cura. Così non mi sono stupito quando i cinesi hanno accusato di sperpero di soldi pubblici il Governo della provincia di Hubei che ha dato 800.000 yuan (96.000 dollari) a Na Li per avere raggiunto la finale agli ultimi Australian Open. I successi della ragazza portano comunque

“Vola da sola” è lo slogan che le unisce. Forse aveva ragione Na Li quando diceva (dopo il successo al Roland Garros): «Lo sport può cambiare tutto». Lo pensava anche Nelson Mandela. Quello della Ribelle è stato un autentico schiaffo a una nazione maschilista che ha della donna un’idea antica, retrograda. Ma ora, raggiunto l’obiettivo nel femminile, il discorso passa all’altra metà della Luna. I maschietti sono in clamoroso ritardo. Le ragazze inserite nelle Top 300 sono nove, tre delle quali tra le Top 50. Gli uomini ne hanno solo due tra i primi trecento: Di Wu che è 212 e Ze Zhong che occupa la posizione numero 229.

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E adesso è partito il secondo progetto. Quello della conquista degli spazi. In contemporanea allo sviluppo del settore maschile, la Cina sta spingendo per realizzare un colpo storico. Ospitare il quinto Slam

Hanno però tre dei cinque tornei Atp ospitati dall’Asia. E sono l’unico Paese, assieme agli Stati Uniti, ad avere una manifestazione in ogni fascia: Shenzen (250), Pechino (500), Shanghai (1000).

Una scuola per 16 milioni L’assalto è partito. Nei programmi scolastici ci sono sedici milioni di bambini che fanno tennis. La Federazione ha cominciato a fare seguire i migliori prospetti da maestri stranieri, saranno intensificati gli stage all’estero. E adesso è partito il secondo progetto. Quello della conquista degli spazi. In contemporanea allo sviluppo del settore maschile, la Cina sta spingendo per realizzare un colpo storico. Ospitare il quinto Slam. Pechino e Shanghai si sono proposte come sedi. Dicono che gli Australian Open non possono rappresentare da soli l’area asiatica e quella del Pacifico. Sono pronti a impegnare ingenti capitali per dimostrare quanto la cosa sia fattibile. Un appoggio importante è arrivato proprio da un fuoriclasse australiano, John Newcombe. «La Cina versi un miliardo di dollari agli altri Slam che se li divideranno in parti uguali. I quattro potranno consolidare la loro posizione e la Cina avrà il suo Slam. Lo merita». È stata fatta anche un’ipotesi di data: tra fine febbraio e inizio di marzo, poco prima di Indian Wells.

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Avere dietro una forza economica da leader nel mondo della finanza e la possibilità di creare mega impianti, comprare grandi tornei o imporre lo “studio” del tennis anche a scuola aiuta.

Ora non resta che aspettare. Impossibile? Ma avere a disposizione un potenziale di 1,4 Qualche anno fa avreste mai pensato a una miliardi di persone. cinese numero 2 del mondo? Avere dietro una forza economica da leader nel A chiusura di questo articolo vorrei chiarire un mondo della finanza e la possibilità di creare concetto. mega impianti, comprare grandi tornei o Un campione non si trova programmandolo. imporre lo “studio” del tennis anche a scuola, Rios è stato numero 1 del mondo in un Cile credetemi, aiuta. senza Federazione; Federer e Wawrinka nascono in Svizzera, nazione che non ha progetti di alto a cura di Dario Torromeo livello che vengano in aiuto dei giovani tennisti. Guga Kuerten arrivava dal Brasile, stesso discorso. Insomma i geni diventano fenomeni perché sono tali grazie a Madre Natura che li ha dotati di un incredibile talento.

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Peng, la prima cinese

Per l’oroscopo cinese il 2014 è l’anno del Cavallo Promette grande fortuna: affari, lavoro, amore, tutto... Ai cinesi, ovviamente, a noi italiani chissà, vedremo.

(tra cui Wimbledon e il Wta Championship) e in un'altra classifica importante per il portafoglio, quella dei guadagni di doppio, ha messo in tasca circa 750.000 dollari. Meglio di lei solo la sua compagna di doppio per una manciata di dollari. «Diventare numero uno era il mio obiettivo per questo anno. Lo scorso anno eravamo arrivate molto vicine a Errani e Vinci. In Australia avevamo una grossa chance, ma non ce l’abbiamo fatta. Ora sono contenta di esserci riuscita a Doha».

L’inizio dell’anno tennistico sembra allineato con E chi se ne frega della politica le più favorevoli previsioni, e già risulta storico La Peng gioca a fondo campo, Hsieh invece a per la Cina: a gennaio Li Na ha vinto il suo rete, perché per sua stessa ammissione non è di secondo titolo dello Slam e ha raggiunto il n.2 grande aiuto da fondo campo. Meglio, dunque, del ranking. Mai una cinese era arrivata così in stare avanti. Non hanno molto tempo per alto. Ma a febbraio c’è chi ha fatto meglio: Peng allenarsi insieme «Ogni match per noi è come Shuai si è arrampicata più su, fino a toccare la un allenamento». Insomma, come a dire... La vetta della classifica di doppio, scalzando le migliore strategia? Non avere strategia. italiane Errani e Vinci e diventando la prima Un doppio fra una cinese e una taiwanese che se tennista cinese (uomo o donna, singolo o ne infischiano della politica e dei rapporti assai doppio) a diventare la n.1. poco amichevoli fra i loro Paesi, fa già simpatia. «No, non lo sapevo! Dopo il match il mio coach Inoltre, la nuova numero uno ha uno stile di è venuto da me e mi ha detto: “Congratulazioni! gioco molto particolare. Sei la n. 1!”. E io ho risposto... Ma sei sicuro?». Peng Shuai fra tutte le giocatrici in attività è quella che ha giocato più tornei di singolo (180) senza vincere un solo titolo. Ma lo scorso con accanto il nuovo coach, il francese Guillaume Peyre, in coppia con la taiwanese (formosa, se preferite) Hsieh Su-Wei ha vinto 5 titoli

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Peng è una bimane sia di dritto sia di rovescio, colpisce piatto senza paura. E non solo le palline.

Peng è una bimane sia di dritto sia di rovescio, spalla destra, alla mano sinistra, alla caviglia colpisce piatto senza paura. E non solo le palline. sinistra, al gomito destro... E in mezzo, Questa ragazza di ventisette anni, che solo gli l’appendicite e di nuovo un problema al cuore “hard fan” della Wta conoscevano fino a pochi risolto con un’angiografia coronarica. giorni fa, è stata, come la più famosa collega Li Il fisico non è fragile ma la testa è decisamente Na, una tennista che ha voluto fare le sue scelte dura. I problemi con i notabili della CTA, la non accettando i metodi e le decisioni della Federazione Tennis Cina sono nati presto. federtennis cinese. Noi proviamo a raccontarvi la Motivo principale: pretendere la libertà (quasi sua storia. un parolaccia) di scegliersi il coach. Peng ne voleva uno che conoscesse bene il mondo del Un’operazione dietro l’altra tennis, per questo si affidava spesso ad allenatori Ha iniziato a giocare a otto anni grazie allo zio occidentali. «Ho bisogno di un coach per la coach, e ha avuto una serie di problemi fisici parte tecnica, uno per la parte fisica e di un lunga quanto le Grande Muraglia: operata al hitting partner». Si sa, una tennista cuore quando era ancora bambina, poi alla professionista si deve circondare di professionisti bravi e questo è costoso.

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«E comunque sembro più grassa in tivvù, lo schermo mi aggiunge almeno cinque chili. In tv la mia faccia sembra grossa come un lavandino!

I rubinetti federali erano chiusi ma gli aiuti finanziari, soprattutto a inizio carriera, le sono giunti dal Tianjing Tennis Center. «Credo che l’aiuto di un coach non sia una questione superficiale. Oltre alla parte tecnica è anche un aiuto psicologico. Non mi deve far sentire pressione addosso così posso allenarmi in tranquillità». Tranquillità non facile da trovare quando fra le varie critiche, ti dicono anche che devi perdere peso per diventare più veloce. Lei rispondeva ricordando che nel tennis c’erano anche tenniste capaci di un gioco potente e non erano certamente magre, come Davenport e Kuznetsova... «E comunque sembro più grassa in tivvù, lo schermo mi aggiunge almeno cinque chili. In tv la mia faccia sembra grossa come un lavandino! Questo dà alle persone un’impressione sbagliata».

La regola: pane al pane... Una ragazza sorridente ma senza paura nel dire quello che pensa, come quando a un torneo nazionale, Peng Shuai non si presentò per giocare la semifinale, semplicemente perché non aveva ricevuto comunicazione del cambio dell’ordine di gioco da parte degli ufficiali di gara. A quell’ora lei si trovava a Shanghai per fare il visto, dato che la CTA non le forniva aiuto nemmeno per i problemi burocratici.

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Oltre al danno, la sua avversaria in finale, la beffa: Shuai ricevette un richiamo ufficiale della federazione. La diciottenne Peng, caratterino furente, non poteva accettarlo. Convocò una conferenza stampa per raccontare la sua versione, e parlò di cospirazione contro di lei. Altro episodio... Quando il capitano di Fed Cup Jiang Hong-Wei si lamentò perché la Peng non gli aveva ancora sottoposto l’elenco dei tornei a quello che mi interessa è giocare bene e cui avrebbe partecipato, come era tenuta a fare migliorare la mia classifica». da precisi accordi con la federazione, la Peng È una ragazza che ha vissuto fra molti dubbi e rispose così: «L’elenco dei mie tornei è pubblico incertezze. «Ho cominciato a giocare da e può essere trovato sul sito della Wta. Queste bambina, ho avuto un operazione al cuore a 12 non sono cose di cui mi occupo, anni. Qualche volta mi sento fortunata e qualche volte sfortunata. Come junior ho giocato bene, poi non è stato facile. Quando avevo 18 anni ho anche pensato di smettere». Ma nel 2005 è improvvisamente entrata nelle top 30 e da quel momento le aspettative diventano alte: «Il tennis era originariamente uno sport della nobiltà», disse allora la Peng, «e io ho bisogno di giocare con più grazia, meno avventatezza, più pazienza. Ho bisogno di fare questo in giovane età così posso fiorire quando sarò più grande».

L’anno “no” L’anno successivo invece è un disastro fra infortuni, risultati scadenti e la solita tensione con la federtennis. Così, il torneo di Pechino del 2007 diventa centrale per la ragazza. Fare bene significa moltissimo per lei. Di ritorno dall’ennesimo problema fisico, Peng vince il match di primo turno e festeggia come se avesse vinto il torneo, ringraziando, salutando e mandando baci al pubblico in perfetto stile Agassi e in modo assolutamente poco, ma molto poco cinese.

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Sentirsi incompresa Dopo Li Na, la nuova dissidente era diventata la «Era la prima volta che lo facevo», racconta Peng. «Adesso mi sento molto meglio. Ho capito quasi a volersi scusare. «Volevo solo ringraziare che non c’è un modo per farsi capire da tutti, ma tutti quelli che mi avevano sostenuto. Quel è abbastanza se almeno qualcuno ti capisce. giorno ho ringraziato tanta gente, i miei genitori, Crescendo ho imparato ad affrontare i problemi i fans». Ma non la CTA. «Potevo includere anche in modo indipendente». loro? Be’, i miei ringraziamenti non erano diretti solo da una parte. Anche voi della stampa Un’anima poetica eravate inclusi, perché mi siete stati vicini C’è un altro caratteristica che accomuna Li Na e quando ho vissuto il momento di più grande Peng Shuai, nessuna delle due dà risposte banali difficoltà. A essere sincera, in genere mi piace o standard o troppo brevi. Anzi parlare e scrivere vedere le mie foto, leggere di tennis e gli articoli piace a entrambe. Cosí Peng descrive vita di una su di me. Ma in quel periodo non avevo il tennista: «Volare nel cielo, correre sulla terra e coraggio di andare online. Mi sentivo orribile, finalmente tornare a casa. Una carriera da svuotata. C’era stata su di me una pressione oltre nomade». il descrivibile». La parte più difficile non era la classifica che precipitava, ma non essere capita dalla gente, perché il suo scontro con i funzionari della federazione, per avere il controllo su come e con chi allenarsi e quali tornei giocare, in Cina aveva causato grande clamore.

Parole ben assemblate, quasi con un tocco di poesia. Peng Shuai è così. Racconta anche delle lunghe telefonate con gli amici e con la mamma, fino a che il telefono diventa bollente e allora capisce che è il momento di attaccare. Sorride con affetto dei consigli della mamma di riposare bene e di mangiare di più. «Sembra proprio che non importa dove vado, non importa quanti anni ho, nel suo cuore io sarò sempre la sua bambina». Per un po’ tempo ha anche scritto un blog per un sito cinese. Una esperienza che le è piaciuta non solo per il contatto con i fan ma anche per una specie di auto-analisi.

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Quattordici anni dopo... Nel 2000, Peng Shuai ha 14 anni, gioca il suo primo torneo ITF e raggiunge la semifinale sconfitta da Li Na. Tredici anni dopo sono sempre loro le due ribelli, le due donne che hanno voluto fare le proprie scelte in modo indipendente, che hanno scritto, anche per quella federazione ingessata, la storia del tennis cinese.

«Secondo me è importante passare dieci minuti a scrivere quello che è successo durante il giorno e poi rifletterci sopra». Le polemiche le vuole gettare dietro le spalle. «Troppo parlare di quello che è giusto o sbagliato non serve a nulla. Alla fine solo i tuoi risultati parlano a voce alta… O forse è meglio dire che i risultati parlano per te». Come una Rossella O’hara d’oriente conclude con «Domani è un altro giorno». E in quel domani, subito dopo essere diventata la numero 1, c’è anche l’annuncio che si allenerà nell’Accademia di Mouratoglou a Parigi, la stessa Accademia dove si allena la numero 1 in singolare Serena Williams. a cura di Franca Angelini 25

Le "Cichis" nella storia

“E' l'amicizia che ci dà forza” Sara Errani e Roberta Vinci, dopo l'ultimo splendido trionfo australiano, entrano di diritto tra le prime dieci coppie dell'Era Open

Un traguardo importante questo sesto posto raggiunto dalle ragazze, sicuramente nuovo punto di partenza per altri ambiziosi obiettivi da centrare. Il primo potrebbe essere già il prossimo Roland Garros. Infatti, se Sara e Roberta riuscissero a conquistare un altro titolo, entrerebbero, affiancando la coppia Casals/ J.King (1968-74), al quinto posto di questa prestigiosa classifica. Ma l'obiettivo più importante è certamente la presa di Wimbledon, che consegnerebbe alle due italiane il Career Grand Slam: la vera scommessa della stagione. Titolo saldo, quest'ultimo (dal 1968 ad oggi) nelle mani di quattro coppie stellari quali: Martina Questo hanno sempre dichiarato a gran voce Sara e Navratilova/ Pam Shriver; Gigi Fernandez/ Natasha Roberta, la coppia di doppio numero 1 al mondo. Zvereva; Serena e Venus Williams; e infine Kathy L'amicizia sì, quella spinta in più che nei momenti Jordan/Anne Smith. difficili, fuori e dentro il campo, non ti fa mollare e ti Titolo saldo, quest'ultimo (dal 1968 ad oggi) nelle motiva a dare sempre il massimo, per te e per la tua mani di quattro coppie stellari quali: Martina compagna di doppio. E poi c'è tutto il resto: cuore, Navratilova/ Pam Shriver; Gigi Fernandez/ Natasha talento, determinazione, obiettivi da raggiungere. Un Zvereva; Serena e Venus Williams; e infine Kathy mix vincente, perfezionato negli anni, che ha portato Jordan/Anne Smith. Sara e Roberta ad essere la coppia leader della Vedremo quali altre emozioni ci riserverà il resto classifica Wta di specialità. della stagione, certi che saranno molte e sempre dal I quattro titoli vinti in uno Slam: Roland Garros e US carattere deciso e incisivo, come quello 'indivisibile' Open nel 2012 e Australian Open nel 2013 e nel 2014, di Sara e Roberta. dimostrano e confermano la forza delle azzurre, entrate di diritto nella storia del tennis mondiale. a cura di Laura Saggio Inoltre, dopo il bis australiano, le due italiane si sono assestate al sesto posto della top ten delle coppie più vincenti nei Major dell'Era Open, pari merito con coppie leggendarie quali: Margaret Court insieme a Judy Tegart Dalton nel 1969-70 e poi a Virginia Wade nel 1973-75. E ancora, Kathy Jordan/ Anne Smith (1980-81); Jana Novotna/ Helena Sukova (1989-90); Cara Black/ Liezel Huber (2005-08).

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Dopo i Giochi Olimpici Invernali, arriva Fed Cup

Dopo i recenti Giochi Olimpici Invernali di Sochi, la città non si è per niente annoiata di altri eventi sportivi. La partita Play-Off di Federation Cup tra le squadre nazionali femminili di Russia e Argentina si terrà a all'Adler-Arena di Sochi. Questo sarà il terzo incontro tra le due squadre. In passato, la Russia è stata proclamata campionessa con una relativa facilità. Nel 2004, Gisela Dulko è riuscita a convincere i tifosi argentini a vincere la prima partita contro Svetlana Kuznetsova, ma la reazione della russa è stata immediata e hanno vinto 4-1. L'altro incontro, tenutosi in territorio neutro nel 2001, ha determinato in modo molto più netto, 3-0 risultato in favore della Russia. a cura di Stefania Grosheva 28

Finalmente Nole

Novak Djokovic torna ai suoi livelli di gioco L’edizione maschile del torneo californiano, appena andata in archivio, è stata caratterizzata dalla mancato rispetto dei pronostici

Uno dei pochi ad esser rispettato è stato quello i pronostici in questo torneo non l’hanno fatta sulla coppia di giocatori che ha disputato la da padrone. finale, Djokovic, nonostante non avesse brillato Nadal, ancora con qualche problema alla in termini di prestazioni in questo inizio schiena, dopo aver sofferto contro Stepanek è stagione era accreditato come un papabile stato eliminato da Dolgopolov che è stato la vincitore, e Federer visto l’ultima ottima rivelazione del torneo, Murray in netto ritardo di prestazione fornita a Dubai era da tenersi in condizione è uscito contro Raonic agli ottavi, considerazione almeno come possibile finalista, mentre il vincitore degli Australian Open, non al nonostante avesse un tabellone più ostico da meglio fisicamente, veniva estromesso da superare. Anderson, così un ottimo Federer aveva campo Dalla sua, lo svizzero, parte avrebbe dovuto libero in semifinale e ha dominato l’ucraino che trovare Wawrinka ai quarti e uno tra Nadal e non è stato capace di trovare soluzioni ai colpi di Murray in semifinale, ma come dicevamo prima King Roger.

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Dall’altra parte Djokovic arriva, non senza qualche patema in semifinale battendo senza esibire un gran gioco,Hanescu, Gonzalez, Cilic, Bennetau e Isner. Berdych si è fatto eliminare con una brutta prestazione al secondo turno da Bautista-Agut e DelPotro ha dato forfait per i soliti,purtroppo, problemi al polso. La finale è un bel match, Federer nel primo set porta letteralmente a scuola il serbo, che nel secondo parziale reagisce e pareggia i conti, prendendo in Per lunghi tratti lo svizzero è stato veramente mano il match anche nel terzo, salvo rischiare di superbo, poi i nervi di Nole hanno fatto la differenza. buttare via tutto sul 5-4 e servizio, ma gestendo alla Già..Nole…Il serbo, ha messo in bacheca il primo grande il tie-break. torneo stagionale, nel torneo in cui nel suo box c’era Federer nonostante la sconfitta conferma il buon solo il buon vecchio Vajda, situazione che alimenta i avvio di stagione ed una ritrovata condizione,e sostenitori che Becker a Djokovic non serva a nulla. dimostra che il rapporto con Edberg sta dando buoni Nole non ha giocato bene nel torneo, ha preso risultati. sottogamba forse i primi due matches poi con Cilic, dopo un primo parziale disastroso ha giocato veramente da Nole. Il match con Bennetau è stato un allenamento, e con Isner si può dargli l’attenuante della giornata molto ventosa. In finale invece nel primo set non è stato in grado di trovare soluzioni allo svizzero, si è fatto breakkare subito, ma è bravo nel secondo a ritrovare le forze nervose per incanalare la partita dalla sua parte. Dal secondo parziale ha giocato bene,sbagliando poco, forse ha insistito troppo sul rovescio di Federer senza cercare il suo famoso rovescio lungolinea dopo che si era aperto il campo, ma i fatti gli hanno dato ragione. Sicuramente una vittoria più di nervi e voglia, che di gioco, ma che comunque serve a far morale e a continuare con uno spirito diverso i prossimi tornei. Il Master di Miami, sarò un torneo ricco di incognite, visto com’è andato Indian Wells.

a cura di Alex Bisi

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Welcome to Miami

Djokovic conquista la doppietta Indian Wells/Miami come precedentemente fatto nel 2011. Bienvenidos a Miami..Sarà questa molto probabilmente la canzone che frullava nella testa di

Nel secondo, dopo aver guadagnato un break ed essersi portato sul 3-2, subisce di nuovo il serbo non vincendo più un gioco. Prova comunque positiva dello scozzese, che ha dimostrato soprattutto contro Djokovic un buon gioco. dimostra di esser nuovamente in forma, mostrando pillole di gran tennis, ed arriva all’appuntamento quarti contro Nishikori con tutti i favori del pronostico, anche perché il giapponese è reduce da due dure battaglie con Dimitrov e Ferrer. Ed ecco invece il primo pronostico che viene sovvertito, dopo esser partito molto bene ed essersi aggiudicato il primo parziale King Roger subisce il Il sorteggio mette Nadal dalla parte di Wawrinka e gioco del nipponico ed è costretto a cedere il passo. Berdych e Djokovic da quella di Murray e Federer. Se Indian Wells, una settimana prima , è stato il I primi due giocatori del seeding hanno un cammino torneo dove son stati sbugiardati quasi tutti i agevole fino ai quarti,con Nadal che sembra aver pronostici della vigilia, Miami non vuol esser da ritrovato un buon stato di forma, dopo la prova meno e regala un bel colpo di scena, Nishikori e deludente a Indian Wells e con il serbo che riposa Berdych devono abbandonare il torneo per problemi addirittura un turno, usufruendo del ritiro di Mayer fisici spedendo in finale senza nemmeno giocare Rafa al terzo round . e Nole. Nadal trova Raonic ai quarti di finale,concede un set In finale Nole gioca molto bene, scendendo anche a ma vince, mentre Wawrinka dopo aver faticato il rete con una certa regolarità, attaccando primo turno, conferma un brutto periodo di forma ed costantemente Rafa che non riesce a trovare esce con uno dei tennisti più in forma del momento, soluzioni al gioco del serbo. ovvero Dolgopolov, che verrà eliminato a sua volta da Il maiorchino sembra anche più piantato sulle Berdych. gambe, ma Nole a differenza di Indian Wells si Djokovic trova ai quarti Murray che dimostra un dimostra molto più in palla. discreto stato di forma dopo l’infortunio e arriva all’appuntamento con il serbo eliminando uno Tsonga sempre più in crisi di gioco. Il match trai due finalisti di Wimbledon è molto equilibrato, e secondo molti viene deciso dall’invasione di Nole nel primo set che destabilizza lo scozzese, che cede di schianto gli ultimi due giochi del primo parziale.

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La settimana prima il serbo aveva vinto più di nervi che di gioco,qua invece gioca una finale senza sbavature e il doppio 6-3 ne è la conferma. Particolarità, per gli appassionati di soap opera, anche questa vittoria di Nole arriva quando nel suo angolo c’è il solo Vajda, con Becker in ospedale per un operazione all’anca. Miami va in archivio con Murray che sembra,problema coach a parte, sulla via di un pieno recupero fisico, Federer invece abbastanza ridimensionato dalla sconfitta con Nishikori, per via dei tanti errori nei momenti clou dell’incontro. Berdych non giudicabile e Wawrinka che sembra essersi un po’ smarrito dopo lo slam australiano. Questa doppietta sicuramente infonde una buona dose di fiducia a Djokovic, in vista degli appuntamenti sul rosso, dove cercherà ancora l’impresa di espugnare il regno francese di Nadal e sferrare nuovamente l’attacco alla prima posizione in classifica. a cura di Alex Bisi

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Merce rara

C’è fame di talenti nello sport, non solo nel tennis Alexandr Dolgopolov è merce rara, va tutelato. E così a volte in onore del talento si perdona tutto

Vive e gioca fuori dagli schemi, anche per questo Dolgopolov ha un’anima difficile da capire. Per un lasso di tempo non c’è riuscito neppure il papà, Olexandr. Lo portava in giro per i campi quando il piccoletto aveva solo tre anni e lo lasciava palleggiare con Medvedev, che il genitore allenava, con Becker o Agassi. «Sento dire in giro che Alexandr ha cominciato a giocare quando aveva tre anni, in realtà vive di tennis da quando stava nel passeggino. Non camminava e già si divertiva con racchetta e pallina», racconta la mamma. « È un giocatore pazzesco, da lui puoi aspettarti Vedeva quei campioni in continuazione. di tutto. Può giocare molto aggressivo, può Avrà pensato che fosse quello l’unico modo di giocare molto veloce, ha un ottimo servizio e la giocare a tennis. Non erano esempi da seguire, palla a volte va via così veloce che quasi non la erano amici che rendevano felice un bambino vedi. Può batterti e tu non puoi farci niente. È scambiando con lui qualche colpo. Poi li un giocatore speciale. Uno che può tirare un rivedeva in campo per una partita vera e credeva vincente da ogni parte del campo» che quello strano gioco con una racchetta e la (Rafael Nadal) pallina si potesse giocare soltanto così. In casa aveva due esempi che spingevano verso C’è fame di talenti nello sport, non solo nel la concretezza estrema. La mamma Elena tennis. La noia è il nemico più grande da battere. Devetyarova era stata una ginnasta di successo, C’è una caccia spietata a ogni atleta che sappia per due volte sul podio agli Europei: oro e regalare emozioni. L’inseguimento al Pifferaio argento. E si sa quanta fatica, sudore e lacrime Magico capace di portarci nel parco incantato è richieda quello sport. aperta. In un tennis in cui quasi tutti giocano suonando lo stesso spartito, Alexandr Dolgopolov è merce rara, va tutelato. E così a volte in onore del talento si perdona tutto. Ma cosa volete che contino i cali di tensione, gli errori gratuiti, i periodi di buio totale davanti alla genialità dei suoi colpi?

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Il bambino diventato ragazzo aveva imparato ad amare quel gioco. Ma era il tennis che aveva costruito nei suoi sogni.

Il papà Olexandr era stato un discreto tennista e ora faceva il maestro. Il bambino diventato ragazzo aveva imparato ad amare quel gioco. Ma era il tennis che aveva costruito nei suoi sogni. Il padre ne era diventato il coach, un tecnico che pretendeva applicazione, allenamenti rigidi, rispetto assoluto della strategia tattica studiata a tavolino. Erano andati avanti così tra sorrisi e discussioni fino al 2008, quando era scoppiata l’ennesima lite. Per sei mesi non si erano parlati. Quando avevano ripreso a farlo, il distacco era diventato ufficiale. Il giovane Dolgopolov aveva già cambiato allenatore e nel tempo di un anno non era più neppure Junior. Aveva un altro nome, nato Olexandr era diventato Alexandr. 35

“È un freddo che non si entusiasma per un punto, ma quando lo porta a casa mostra al suo avversario quel sorriso da gatto che ha appena mangiato il canarino”

Ma soprattutto aveva trovato un altro allenatore. Il nuovo tecnico veniva da Adelaide, era un A 22 anni senti di avere il mondo in mano, australiano che i giornalisti avevano dipinto soprattutto se pensi di poterti guadagnare da come uno che girava con stecche di sigarette e vivere facendo il tennista di professione. Il cassette di birra al seguito. Capelli lunghi, ricci e ragazzo era anche convinto che il mondo biondi e faccia tagliata dal sole. Uno che lo andasse affrontato con la giusta filosofia. Niente faceva allenare mettendolo su una tavola da surf, pressione, rilassamento totale nei modi e nei lo faceva preparare facendo arrampicate sulle gesti. Si era fatto crescere la coda di cavallo, rocce, nuoto, lo assecondava nelle follie aveva un atteggiamento quasi irriverente in preferite: dodici di ore al volante di una Subaru campo. Il suo sorriso sfrontato dopo ogni punto per andare da Kiev a Mosca dove si giocava un conquistato aveva fatto scrivere a qualcuno (mi torneo. E sì perché le macchine sono la seconda scuso, ma non mi ricordo dove l’ho letto): “È un grande passione di Dolgopolov. Se non avesse freddo che non si entusiasma per un punto, ma fatto il tennista, il sogno nel cassetto era quello quando lo porta a casa mostra al suo avversario di diventare pilota di rally. quel sorriso da gatto che ha appena mangiato il Tutto questo Jack Reader, nome che sembra canarino”. finto tanto è simile a Jack Reacher, detective

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senza paura dei romanzi di Lee Child, lo sapeva benissimo. Era il suo modo di concepire la vita. Si era affidato a un bohemian dopo essere stato gestito da un militare, deve essere stato più o meno questo il cambio nella testa del giovanotto. Reader aveva lasciato l’Australia e si era trasferito in Europa. Aveva giocato in Germania e in Italia. Gli amici lo descrivevano come uno che amava più vivere che giocare. Ha fatto il giro del mondo del tennis la storia del «Sembrava che in campo fosse perennemente loro trasferimento da Nizza a Parigi, dove con una mano sulla racchetta e l’altra sulla Dolgopolov avrebbe giocato il Roland Garros del schiena di una ragazza». 2011. Due gaudenti che avevano avuto la fortuna di La scena si svolge all’Aeroporto della Costa incrociare le loro strade. Folli al punto da non Azzurra, davanti al bancone di una compagnia porsi limiti. aerea. Hostess di terra: «Avete delle prove che voi siete una coppia?» Jack: «Certamente» Aveva comprato su Internet un biglietto con il massimo dello sconto. Era un’offerta valida solo per coppie gay. Stranezze a parte, il talento di Alexandr era sbocciato e nel 2012 lo aveva portato alla sua migliore classifica: numero 13 dell’Atp. C’era un nuovo ragazzo in città, uno per cui valeva la pena tifare. Una straordinaria sensibilità di mano gli permette di cercare soluzioni che ad altri sembrano impossibili. Ha un gioco imprevedibile, dritto e rovescio di prima qualità, servizio di grande consistenza e soprattutto è uno dei pochi a possedere per intero la magia del drop shot, la smorzata. Scherzando, Jack Reader diceva che era indispensabile allenare anche le dita del suo allievo. Bisognava, insisteva, abituarlo a suonare tutte le note dello sport che pratica. Quasi tutti gli altri usano un solo tono.

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Ma anche il rapporto con questo signore nato in Ma anche a causa di una mancanza di continuità Inghilterra, emigrato in Australia, trasferitosi a nel rendimento, anche all’interno della stessa vent’anni sul Lago di Garda e poi a Caldaro (ha partita. un figlio nato a Rovereto) è finito. The Dog, Ucraino di nascita, anche se da tempo ha la Dolgo, Alexandr Dolgopolov, chiamatelo come residenza a Montecarlo, non ha mai voluto volete, è ancora alla ricerca della terra promessa. commentare la difficile situazione del suo Paese. È un luogo difficile da trovare. Lui ama giocare Ma nei giorni degli scontri di piazza, ha giocato spensierato, ma per raccogliere risultati ha con una coccarda nera per onorare la memoria bisogno di una maggiore continuità. A volte delle decine di morti che avevano macchiato di sembra che l’estrosità gli si rivolti contro sino a sangue le strade della sua città. Poi è tornato a sconfinare nella follia. Sembra che non sappia parlare di tennis. cosa stia facendo in campo, come se fosse Lasciato Reader a fine 2012 è sembrato per un posseduto da un demone maligno. brevissimo periodo di tempo rivolgersi a Fabrice Un talento ancora parzialmente espresso. E Santoro, The Magician, l’illusionista. È durata lo questo potrebbe essere un bene, se non si spazio di un torneo, quello di Doha temesse che quello che si è visto finira non sia migliorabile. Per colpa di qualche cedimento fisico? Potrebbe essere, visto che il giovanotto soffre della sindrome di Gilbert: un malattia ereditaria del fegato che produce stanchezza, debolezza improvvisa e dolori addominali.

all’inizio di questa stagione. Poi è finito tutto. È stato a quel punto che è arrivato il colpo di scena. È tornato Olexandr, il papà. Forse proprio quello che ci voleva per dare un po’ d’ordine al talento. l grafico dei risultati è lì in attesa di capire dove possa arrivare il folletto di Kiev. Exploit nel 2011, migliore classifica nel 2012, calo nel 2013. Poi quest’anno finale a Rio de Janeiro dopo avere sconfitto Ferrer e semifinale a Indian Wells dove ha eliminato tre Top 15 (Nadal, Raonic e il nostro Fognini), nuovamente tra i Top 30. Non può essere certo un traguardo per lui.

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Berdych ad un passo dai migliori

Tomas Berdych è uno di quei giocatori che fanno bene al tennis Rappresenta una variante ai primissimi giocatori della classifica, quelli che lottano per conquistare i titoli del Grande Slam e per terminare l'anno in vetta al ranking Atp

Il ceco è infatti il classico giocatore che fa fatica a Proprio il 2010 è stato l'anno del salto di qualità mantenere un livello altissimo per tutta la per Berdych. Dopo aver perso la finale del stagione, ma che quando è in giornata può Masters 1000 di Miami contro , battere chiunque. Mai stato più in alto della Tomas è infatti andato a un passo dal quinta posizione della classifica, Berdych ha conquistare la sua prima finale Slam al Roland ottenuto quello che per il momento è il suo Garros, cedendo al penultimo atto contro Robin risultato più importante addirittura nel 2005, a Soderling, dopo essere stato avanti per due set a soli 20 anni, vincendo il Masters Series di Parigi, uno. Finale Major che è comunque arrivata circa superando in finale Ivan Ljubicic. Ottenuto quel un mese dopo a Wimbledon, grazie alla doppia successo, il ceco ha però fatto fatica a impresa con i successi su Roger Federer ai quarti confermarsi nelle stagioni successive, restando e su Novak Djokovic in semifinale, tra la decima e la trentesima posizione della rispettivamente numero 2 e 3 della classifica classifica, con qualche rara apparizione nella mondiale, prima della sconfitta contro Rafa Top-10, fino al 2010. Nadal.

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Negli Slam il suo miglior risultato è stato quello ottenuto agli US Open, con la semifinale raggiunta dopo aver battuto il numero 1 Roger Federer nei quarti

Questi risultati hanno permesso al ceco di prima volta in carriera è riuscito a conquistare chiudere la stagione al numero 6 del ranking due titoli, a Montpellier e a Stoccolma, e ha Atp. superato il numero di vittorie ottenuto nel 2011, Il 2011 è stato addirittura migliore dell'anno fermandosi a quota 61. precedente per Berdych, che per la prima volta Negli Slam il suo miglior risultato è stato quello ha raggiunto il traguardo delle cinquanta partite ottenuto agli US Open, con la semifinale vinte (53). L'unico torneo vinto nell'anno è stato raggiunta dopo aver battuto il numero 1 Roger per lui quello di Beijing, ma la migliore Federer nei quarti. prestazione è stata quella offerta alle Atp World A livello di Masters 1000 ha invece conquistato Tour Finals, dove Tomas ha vinto il suo girone, la finale a Madrid e la semifinale a Monte-Carlo in cui era presente anche il numero 1 del mondo e Shanghai. Novak Djokovic, ottenendo due successi su tre Nel finale di stagione è poi arrivato anche il incontri, prima di perdere in semifinale contro successo in Coppa Davis, grazie all'affermazione Jo-Wilfried Tsonga. sulla Spagna sul cemento indoor di Praga. Anche il 2012 è stato molto positivo per il giocatore residente a Monte-Carlo, che per la

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Nel Masters 1000 di Miami Tomas non ha potuto purtroppo giocare il suo match di semifinale contro Rafa Nadal, a causa di una gastroenterite, precludendosi la possibilità di ottenere un altro importantissimo risultato. Il ceco è comunque il numero 4 della race in questo momento, ed ha quindi la possibilità di migliorarsi ancora in questo 2014. Sognando il trionfo a Wimbledon...

Lo scorso anno è arrivata poi la doppietta in Davis, con la vittoria questa volta ottenuta in trasferta in finale sulla Serbia. Berdych non è però riuscito a conquistare nessun successo individuale, fermandosi in finale a Montpellier, Dubai e Bangkok. L'ottima regolarità avuta nei Masters 1000, con ben quattro semifinali a Indian Wells, Madrid, Roma e Cincinnati, gli ha comunque permesso di raggiungere il suo best ranking di numero 5 nel mese di agosto. Memorabile la vittoria ottenuta a Roma ai danni del numero 1 al mondo Novak Djokovic, dopo essere stato indietro addirittura per 2-6 2-5. Berdych si è quindi presentato nelle migliori condizioni a questo avvio di stagione, ottenendo un'ottima semifinale all'Australian Open, prima di conquistare il titolo all'Atp 500 di Rotterdam e la finale a Dubai. a cura di Marco Di Nardo

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Non far crollare il tuo tennis!

Magari non ci hai mai questo colpo perdi pensato, ma sai qual'è un "15", ma anche il colpo del tuo un pezzetto della tua repertorio che può forza mentale se ne minare va con esso, perché psicologicamente tutta in questa situazione la tua prestazione durante un match? non hai scuse, il tuo far crollare tutta la tua avversario non fiducia in te stesso e c'entra… fai tutto tu! destabilizzare il resto del tuo gioco. LEGGI QUI Ogni voltai che sbagli

Kevin Anderson

C'era una volta il grande tennis in Sudafrica e portava le firme di Kevin Curren e Wayne Ferreira

giocatore di buon livello calcare i palcoscenici più importanti. Oggi un giocatore che sembra avere tutte le carte in regola per riuscirci è sicuramente . Anche lui di Johannesburg come Ferreira, ha iniziato a giocare a tennis quando aveva appena 6 anni, è cresciuto a pane e racchette fino ad approdare tra i campi dei college americani dell'NCAA ed è salito agli onori delle cronache nazionali e non solo lo scorso 3 marzo quando raggiunse la sua migliore posizione di sempre nel ranking ATP: la numero C'era una volta il grande tennis in Sudafrica e 18. Già ad agosto Anderson aveva assaporato il portava le firme di Kevin Curren e Wayne gusto di stare tra i migliori 20 del Mondo Ferreira. Sono stati loro, i migliori di sempre, andando a ricalcare le orme dei già citati Curren anche se a dirla tutta Curren divenne cittadino e Ferreira, ma anche di gente del calibro di americano nel 1985, poco prima di giocare la Johan Kriek, Cliff Drysdale e Christo van finale di Wimbledon persa contro Boris Becker e Rensburg, gli altri sudafricani che prima di lui diventare successivamente numero 5 del Mondo. avevano saggiato un ingresso nei Top 20. Chi invece non abbandonò mai i colori del suo Punto d'arrivo? Per nulla perché Anderson è paese fu Ferreira: negli anni 90, quando sempre stato chiaro in merito: “Il mio prossimo impazzavano le battaglie tra Edberg e Becker e passo è quello di stare stabilmente nei top 16 e ce poi ancora tra Agassi e Sampras, Ferreira seppe la potrei fare arrivando agli ottavi di finale in ritagliarsi un discreto spazio scalando la tutti i Master Series e nei tornei dello Slam”. classifica fino al 6° posto, raggiunto l'8 maggio 1995. Al contrario di Curren, non arrivò mai ad una finale di uno slam ma chiuse la carriera con 15 titoli vinti in singolare e un bilancio di 512 successi a fronte di 330 sconfitte. Era il 4 agosto 2003 quando a Los Angeles vinse il suo ultimo titolo e da allora il Sudafrica avrebbe dovuto aspettare un bel po' prima di rivedere un

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“Lavoro sodo continuamente e cerco di migliorare giorno dopo giorno..."

Anderson non sogna ad occhi aperti, non vuole Oggi i risultati ci sono e si vedono: di recente fare il passo più lungo della gamba e, credeteci, il Anderson è arrivato fino alla finale a Delray suo passo è veramente lungo essendo alto 2,03 Beach e ad Acapulco, battuto rispettivamente dal metri, ma vuole arrivare all'obiettivo con croato Marin Cilic e dal bulgaro regolarità e costanza: “Lavoro sodo al termine di due autentiche battaglie. continuamente e cerco di migliorare giorno dopo Giocatore molto in sintonia con i campi in giorno. Sto cercando di giocare un maggior cemento, superficie sulla quale finora ha numero di tornei per cercare di sentirmi sempre ottenuto i suoi unici due successi nel circuito più a mio agio anche con quei giocatori che mi ATP (Johannesburg 2011 e Delray Beach 2012), precedono in classifica”. Anderson non ha mai disdegnato di cimentarsi Proprio contro uno di questi giocatori Anderson anche sulla terra rossa e oltre alla finale ha giocato la sua più bella partita: “Battere conquistata un anno fa a Casablanca, è nitido tra Novak Djokovic nel 2008 a Miami fu gli appassionati e tra i più informati il ricordo memorabile. Fu la prima volta che sconfissi uno del successo ottenuto nell'ormai lontano 2009 dei più grandi giocatori del Mondo. Non so se fu sui campi della Sanremo Tennis Cup, challenger il mio miglior tennis, ma di sicuro è stata una che lo fece conoscere anche in Italia. partita che non dimenticherò”. 44

Adora leggere, ascoltare Eminem, godersi le vacanze nell'isola caraibica di Santa Lucia

Sempre in viaggio con il suo allenatore, il suo fisioterapista e sua moglie Kelsey O'Neal, appena torna a casa o ne ha la possibilità anche in viaggio, Anderson si attacca alla tv per guardare il cricket e per tifare per i 'suoi' Proteas. Adora leggere, ascoltare Eminem, godersi le vacanze nell'isola caraibica di Santa Lucia e sogna che venga cambiata una regola del tennis: “Mi piacerebbe che venisse tolta la regola del tennis come quando giocavo al college. Pensavo che fosse una cosa grandiosa anche perché alle volte servi benissimo e basta che la palla tocchi leggermente la rete per dover ripetere il servizio. Ci abbiamo provato lo scorso anno (nei primi 3 mesi dei tornei del circuito Challenger, ndr), la cosa non ha funzionato, ma è una cosa che mi piacerebbe veramente vedere”. Il Sudafrica tennistico oggi è tutto per lui, nella speranza che presto possa arrivare lassù dove prima di lui osarono solo Kevin Curren e Wayne Ferreira.... a cura di Marco Avena

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Roger l'immortale

Dopo un 2013 quasi disastroso, in pochi si aspettavano di rivedere un Federer competitivo in questo avvio di stagione. E invece lo svizzero ha sorpreso tutti per l'ennesima volta

Qualcuno lo dava già per finito nel finale del difficilissimo 2013 nessuno avrebbe nuovamente 2008, dopo una serie di sconfitte sul cemento puntato su di lui per un 2014 da protagonista. E estivo nordamericano. Poi nel 2009 arrivò la invece anche questa volta Re Roger è tornato, e i doppietta Roland Garros-Wimbledon e il ritorno risultati ottenuti in questo avvio di stagione al primo posto della classifica mondiale. In avvio fanno pensare che possa essere ancora uno dei di 2012 dopo la sconfitta in Coppa Davis in casa favoriti nei prossimi tornei Major, e che forse contro John Isner sulla terra rossa, si quel numero 17, che rappresenta i successi Slam intravedeva il viale del tramonto, e invece nello dello svizzero, possa essere ancora ritoccato. stesso anno arrivò il settimo successo a E' stata proprio la capacità di tornare in alto Wimbledon e il nuovo ritorno in vetta al ranking dopo aver sofferto molto a rendere incredibile la Atp. Roger Federer era già riuscito a risorgere in carriera di Roger Federer, anche più del fatto di più di una situazione dopo aver fatto pensare di aver dominato ininterrottamente per le quattro non essere più in grado di competere ad annate che vanno dal 2004 al 2007. altissimi livelli, ma probabilmente dopo il suo

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Perché quando le cose vanno bene è relativamente facile riuscire a vincere, quando invece iniziano i problemi, riuscire a superarli è molto più difficile. Se la carriera dello svizzero fosse terminata nel 2007, infatti, Roger sarebbe stato comunque uno dei migliori giocatori della storia, visto che aveva già vinto 12 tornei del Grande Slam, e aveva chiuso quattro stagioni consecutive in vetta alla classifica mondiale. Ma all'esordio contro Gilles Simon in Canada e contro sono stati i successi ottenuti dopo quella annata Ivo Karlovic agli ottavi a Cincinnati. Impossibile poi a renderlo davvero unico. A partire dalla vittoria non ricordare il fantastico successo al Roland Garros agli US Open del 2008 arrivata dopo una del 2009, dopo aver sofferto la superiorità di Nadal stagione molto difficile, con tante sconfitte nei primi mesi di quella stagione, e gli ultimi due premature proprio nei tornei di preparazione trionfi a Wimbledon, il primo proprio nel 2009, il all'Open degli Stati Uniti, come quelle subite secondo in quel fantastico 2012 che lo aveva riportato addirittura al numero 1 del mondo dopo un 2011 senza successi Slam. In questo inizio di 2014 Federer non è riuscito a tornare al successo a livello Major, ma dopo un 2013 con un solo torneo vinto (l'Atp 250 di Halle) e tanti problemi fisici, è stata davvero sorprendente la capacità dello svizzero di tornare a giocarsela contro tutti. Nella prima settimana dell'anno ha infatti raggiunto la finale nell'Atp 250 di , fermandosi solo in finale contro l'eterno Lleyton Hewitt. All'Australian Open ha poi dato una lezione di tennis a Jo-Wilfried Tsonga agli ottavi di finale, e ha dominato Andy Murray ai quarti prima di essere sconfitto al penultimo atto da Rafa Nadal. Ma è all'Atp 500 di Dubai che Federer è tornato al successo, dimostrando di essere ancora uno dei migliori tennisti al mondo: superati senza grossi problemi Benjamin Becker, Radek Stepanek e Lukas Rosol, Roger ha compiuto la più grande impresa di questo inizio stagione, battendo in rimonta in semifinale Novak Djokovic, prima di completare l'opera con l'affermazione su Tomas Berdych in finale, ancora in rimonta. Conquistati i 500 punti in palio negli Emirati Arabi, Federer non si è fermato nemmeno nel Masters 1000 di Indian Wells, arrivando ancora in finale, e arrendendosi questa 47

Federer ha quindi vinto 22 partite su 26 in questi primi mesi del 2014, conquistando un titolo, due finali, una semifinale e un quarto di finale volta a Djokovic, dopo una grande battaglia terminata al tie-break della frazione decisiva. A Miami lo svizzero ha poi compiuto la piccola impresa di raggiungere i quarti di finale perdendo appena 18 punti al servizio (3 contro Ivo Karlovic, 7 contro e 8 contro ), anche se è stato sconfitto da Kei Nishikori a livelli di migliori otto. Compreso anche il match vinto in Coppa Davis contro Bozoljac, Federer ha quindi vinto 22 partite su 26 in questi primi mesi del 2014, conquistando un titolo, due finali, una semifinale e un quarto di finale. Rivedere un Roger così competitivo è un bene per il tennis, che continua quindi a non perdere uno dei migliori giocatori di sempre. a cura di Marco Di Nardo

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Federer-Wawrinka Davis Cup vincente

Roger per questa stagione di Coppa Davis farà parte della squadra elvetica. Fondamentale e prezioso sarà il suo contributo per tutto il Team e sopratutto per il più 'giovane' Stanislas

Che sia la volta buona? Roger Federer ha vinto Il passaggio del turno da parte della squadra tutto, o quasi. E in quel quasi c'è il trofeo della svizzera si è risolto in due giornate, vista anche Davis Cup. Certo, nella sua affollata e prestigiosa la pesante assenza di Djokovic. Rispettivamente bacheca (17 Grand Slams, 6 Masters Cup, un oro Roger e Stan hanno battuto Bozoljac e Lajovic, olimpico in doppio...) la Coppa Davis ci starebbe mentre il resto del Team (Chiudinelli e Lammer) proprio bene. E forse potrebbe anche essere uno ha portato a casa l'ultimo punto utile nel doppio. stimolo importante per un numero 1 senza pari Certamente per i due campioni elvetici, questo, che si avvicina alla fine della sua strabiliante per motivi diversi, è un momento straordinario carriera. della loro attività professionale. Roger sembra Nel primo turno a Novi Sad contro la Serbia, aver trovato una rinnovata linfa e nuovi obiettivi Federer ha raggiunto in extremis il suo grazie all'aiuto fondamentale del suo 'fresco' compagno di squadra, fresco vincitore degli Coach Stefan. Wawrinka, dal canto suo, che ha Australian Open e attuale numero 3 al mondo, sorpreso tutto il mondo vincendo di slancio gli realizzando così il sogno di tutti i tifosi elvetici, e Australian Open, è carico di aspettative e voglia non solo, di vedere in campo il magico Dream di far bene per tutta la stagione. Team dal talento indiscutibile. Nei quarti di finale della Davis Cup, la Svizzera ospiterà il Kazakhistan che, grazie all'ottimo periodo di forma di Golubev, è riuscito a contenere la rimonta del Belgio al primo turno. Se è vero che i 'pronostici si fanno solo alla fine' possiamo azzardare un risultato a favore della squadra Roger-Stanislas senza troppi colpi di scena. Qualora la Svizzera dovesse passare il turno, incontrerà in semi-finale la squadra vincente tra Italia e Gran Bretagna. 49

Tre delle quattro squadre arrivate il semi-finale nel 2013 sono state eliminate al primo turno (Serbia, Argentina e Canada)

Intanto, nella parte alta del tabellone, si è registrato il primo successo (dal 1981) nella massima serie del Giappone, grazie all'imprevedibile Kei Nishikori, che ha portato a casa ben tre punti. Vedremo se la squadra nipponica riuscirà a ripetersi contro la Repubblica Ceca, che contro l'Olanda non è sembrata al massimo della forma. In attesa di vedere come finirà questa edizione di Davis Cup, un dato statistico curioso: tre delle quattro squadre arrivate il semi-finale nel 2013 sono state eliminate al primo turno (Serbia, Argentina e Canada). Che questo sia l'ennesimo segnale di poco interesse dei grandi campioni- assenti nei confronti di questa manifestazione, considerata spesso poco importante? Forse sì.

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Sicuramente, se è vero che “gli assenti hanno sempre torto” è vero anche che chi sceglie di esserci si prende insieme agli oneri anche tutti gli onori.

Chissà se la scelta di uno dei più forti campioni mai nati (a Basilea per esempio) nella storia del tennis di partecipare a questa competizione di secondo appeal, darà nuovo valore al torneo? Sicuramente, se è vero che “gli assenti hanno sempre torto” è vero anche che chi sceglie di esserci si prende insieme agli oneri anche tutti gli onori. E magari quest'anno sarà davvero la volta buona! a cura di Laura Saggio

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Una Davis per due

Sono due uomini sull'orlo di una Coppa Davis, due campioni che possono aiutare la vecchia Zuppiera a ritrovare credibilità e insieme regalarsi una dimensione diversa lucidando l'argenteria buona del tennis. Quest'anno SuperRog ha capito che l'occasione per redimersi era ghiotta: l'assenza di Djokovic nella sfida di Novi Sad, un tabellone da leccarsi le orecchie, e soprattutto un Wawrinka in grandissimo spolvero, che vincendo in Australia si è guadagnato il timbrino di “slammer” e che può alimentare il sogno. A “faglie di de sì” è stato questo groviglio di concause, ma anche il lavorio ai fianchi dell'ambiente svizzero, da Severin Luthi a Claudio Mezzadri («Eh, ci stiamo provando tutti a convincerlo», mi aveva detto Claudio durante l'Australian Open). Per anni ai Da stelle solitarie a uomini squadra: in fondo, sussurri e alle grida di dolore di una nazione che spesso è l'occasione che fa l'uomo davisman. sapeva di avere potenzialmente una squadra da Roger Federer e Andy Murray, perché è di loro titolo, Roger aveva fatto orecchie da mercante: che si parla, a questo punto delle loro carriere, un po' per non sporcare la sua rigorosissima hanno cose diverse da chiedere alla nazionale, programmazione, un po' perché – ma questa è ma per noi che la Coppa la amiamo l'importante una convinzione personale – sotto sotto pensava è che abbiano qualcosa da dare. che sì, un giorno, quando avrebbe voluto, la Roger dopo anni di tira e molla, di comparsate coppa se la sarebbe comunque presa. Invece gli contrattualizzate per salvare la Svizzera dalla anni sono passati, Roger ha superato i 30 anni, retrocessione, stavolta si è fatto convincere a anzi veleggia verso i 33, il brillio delle coppe che giocare il primo turno, e dopo averlo vinto contano si fa ogni giorno più lontano. L'anno contro una Serbia lacera e dimessa, ha promesso scorso ha capito che tornare numero uno sarà che ci sarà anche in aprile per i quarti contro il durissimo; ad agguantare l'ultimo Slam ancora Kazakistan di Golubev & Co. La rivincita, fra ci pensa, ma improvvisamente il suo orologio l'altro, del match che i kazaki (d'importazione) vinsero nel 2010 ad Astana, rifilando un 5-0 alla Svizzera di Wawrinka, Allegro, Chiudinelli e Lammer, orfana di un Federer che aveva opposto alle disperate richieste d'aiuto il solito niet.

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Se Federer e Wawrinka dovessero riuscire nell'impresa diventerebbero eroi a tutto tondo, nazional-cantonali, campioni del cuore oltre che del tennis. biologico ha iniziato a squillare. La Davis è riuscire nell'impresa diventerebbero eroi a tutto l'ultimo trofeo “pesante” che gli manca: insieme tondo, nazional-cantonali, campioni del cuore all'oro olimpico in singolare, ma lì c'è quello oltre che del tennis. Stan the Man la gara del vinto in doppio a Pechino, proprio con resto l'ha sempre amata, e anche a Melbourne, Wawrinka, a compensare lo spazio vuoto nella appena dopo il trionfo nella Rod Laver Arena, lo bacheca. Il 2014 potrebbe essere uno degli ultimi ha ribadito: «Forse non lo sapete, ma per me la anni buoni per tentare il colpaccio, anche grazie Davis è molto importante». Per questo, in alla penuria di grandissima concorrenza. Perché, passato, non aveva risparmiato frecciatine anche deve aver pensato alla fine, lasciarsela scappare? velenose all' Illustre Assente. Roger in Coppa ha La Svizzera del tennis, che ha prima mugugnato giocato con convinzione quando era un e poi apertamente protestato contro le sue ragazzino terribile con i capelli dipinti di verde ripetute diserzioni, la Coppa non l'ha mai vinta, (e l'Italia, che lo affrontò nel '99, ne sa qualcosa), ma solo sfiorata nel '92 nella finale contro gli e poi un giovane campione con lo chignon. Dopo Usa quando il numero 1 degli elvetici era Pippo le sue priorità sono cambiate, l'amore si è Rosset. Se Federer e Wawrinka dovessero raffreddato. Adesso che Wawrinka è il n.1 di Svizzera, e nel ranking mondiale gli sta

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avanti due posizioni (dopo la risalita di Roger vincitore a Dubai e finalista a Indian Wells), anche per il re spodestato la Davis può tornare a essere un obiettivo capace di segnare – o salvare, nella peggiore delle ipotesi – una stagione. L'ultima volta che una nazione ha buttato nella Coppa una squadra con due vincitori di Slam è stato nel 2005, e fu la Spagna di Nadal e Ferrero che però dopo aver perso al 1° turno con la la coppia più bella nel mondo della Davis, una Slovacchia – senza Ferrero – impiegò i suoi “spalla” di qualità è proprio quello che manca ad gioielli per salvarsi proprio contro l'Italia nello Andy Murray, l'Uomo Che Deve Vincere Da Solo. spareggio di Torre del Greco, dove peraltro Juan Oddio, a dire il vero nel match di primo turno Carlos cedette a Seppi nella prima giornata. giocato a San Diego contro gli Usa a sparigliare il Ma se Federer-Wawrinka è oggi senza dubbio conto, battendo Sam Querrey nella prima giornata, è stato il 27enne Jeremy Ward, l'hombre del partido, che ha consentito agli inglesi di lasciare Murray in panca per il doppio contro i Bryans e risparmiarlo così per il singolare decisivo contro Querrey. Gli americani svalutati di questi tempi, privi anche di Isner, non erano però un ostacolo impossibile, ed è difficile pensare che Ward, numero 179 Atp in singolare, riesca a moltiplicare i miracoli. Daniel Evans (n.124) ha talento ma è anche bravissimo a sciuparlo, il resto – a partire dai doppisti di San Diego, Fleming e Inglot – sono briciole. Murray può provare a ispirarsi a Borg, che nel 1975 vinse quasi da solo la Coppa per una Svezia ancora non in boom tennistico, ma che poteva comunque appoggiarsi a un doppista di qualità come Ove Bengtson (5 titoli di specialità in carriera, e n.43 in singolare). Andy sa che difficilmente potrà puntare al titolo, e negli anni passati ha anche sbottato nei confronti della carestia di talenti che lo costringeva a fatiche di Sisifo per tentare di salvare i british dal baratro di indecorose retrocessioni, sapendo già che si trattava di sudore sprecato.

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Nel 2010 e nel 2012 in Coppa non ha proprio Murray intravede la chance di riaccendere giocato, ma quest'anno ha intravisto anche lui l'orgoglio nazionale anche in Davis, ma sa come Federer un possibile sentiero di gloria in benissimo che nella “urban casbah” partenopea un tabellone azzoppato dall'eliminazione di – così hanno già iniziato a definirla i british... – Serbia e Spagna (orbata di Nadal). La Gran sarà durissima. «Gli italiani sono tosti da Bretagna non vince la Zuppiera dal 1936, ovvero affrontare sulla terra e sono molto più abituati di dai tempi di Fred Perry, l'antenato da incubo di noi al rosso», ha messo le mani avanti. «Ho Murray, che dopo averlo cacciato dalla porta a giocato varie volte contro tennisti italiani in Wimbledon se lo vede rientrare dalla finestra in Italia, so che il pubblico è molto caldo e Davis. L' ultima semifinale i britannici la appassionato. Fabio Fognini al momento è in giocarono e la persero contro l'Argentina nel grande forma, ha talento e può giocare su tutte le 1981, giusto pochi mesi prima che esplodesse la superfici. Lo conosco da quando aveva 12 anni, guerra delle Falkland-Malvinas. In quella gli è sempre piaciuto fare un po' di show, ma ora stagione nei quarti superarono la Nuova Zelanda ha capito mentalmente il livello a cui può e al primo turno l'Italia sull'erba di Brighton, 3-2 arrivare, sa di essere un potenziale top-10. con successo decisivo di Mottram su Barazzutti. Corsi e ricorsi, visto che nel '76 sul trionfale cammino per Santiago (del Cile) l'Italia nei quarti superò proprio i british a Wimbledon, grazie anche a un gran match di Tonino Zugarelli contro Roger Taylor – e che quest'anno nei quarti, dal 4 al 6 aprile a Napoli, si ripeterà la sfida fra noi e loro.

Sarà una sfida tutt'altro che facile per noi». Ben detto. Murray e Federer, con motivazioni e obiettivi diversi, possono dare molto alla Coppa, colmando le assenze più o meno giustificate di Nadal e Djokovic e restituendole l'attenzione che merita, e noi auguriamo loro di riuscirci.

a cura di Stefano Semeraro

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Dominic Thiem Il nuovo che avanza

Si dice che il talento in un tennista si riconosca immediatamente Ci sono degli elementi talmente evidenti da far bastare giusto qualche scambio a un osservatore acuto per fargli capire se quello che ha davanti è una potenziale stella o un semplice comprimario

Il talento non si crea. Ci si può lavorare, trasformare a tutti i costi il proprio figlio nel modellarlo, ma soltanto a condizione che ci sia futuro Edberg o nel nuovo Sampras. E, forse, una base di partenza dalla quale partire, che la proprio questa serenità, questa voglia di non materia plasmabile sia di prima qualità. E, forzare il destino, ha rappresentato la chiave del quando lo è, il risultato può essere stupefacente. successo di Thiem. Un successo arrivato quasi È questo il caso di , uno dei per coincidenza. Quella coincidenza che ha, talenti più interessanti del circuito ATP. però, in questo caso un nome ben preciso: Ventenne austriaco dal rovescio a una mano di Gunther Bresnik. Bresnik è un coach viennese, quelli che potresti guardare per ore e con un ex capitano di Davis, famoso ai più per le tante gioco i cui margini di miglioramento sembrano partnership con giocatori di livello del circuito: esponenziali. da Boris Becker a Patrick McEnroe, passando Figlio di due maestri di tennis, il ventenne di per Leconte e Mansdorf, sino ad arrivare ai più Wiener Neustadt si è avvicinato al mondo della “recenti” Voltchkov e Koubek. Uno che di racchetta da bambino. Così, giusto per esperienza ne ha da vendere e che vanta in divertimento, senza grosse pretese e senza essere scuderia, insieme a Thiem, un tale Ernests oppresso dalle grandi aspettative di quei genitori Gulbis, altro talento purissimo, genio e pseudo-ossessivi che vogliono sregolatezza del circuito ATP. Bresnik entra nella vita di Thiem quasi per caso, giusto per accontentare la richiesta di papà Wolfgang di dare un'occhiata all'allora undicenne Dominic, valutarlo un po', capire se via sia una base su cui poter lavorare. La base c'è ed è di ottima fattura, e Bresnik la nota sin da subito. Il problema è che, a volte, al talento

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bisogna accompagnare la costruzione di un gioco, l'irrobustimento dei fondamentali e, in qualche altro caso, l'eliminazione di meccanismi di gioco che si possono rivelare deleteri più che produttivi. Bresnik capisce che questo è il caso di Thiem e che c'è bisogno di una trasformazione totale, quasi di una distruzione del gioco dell'austriaco, necessaria per poter concretizzare tutto quel potenziale presente nel giovane uno stile di gioco molto più votato all'attacco. ragazzo. E a sottolinearlo è lo stesso Dominic: All'inizio è stata dura, ma mi sono fidato di lui, “Quando ho iniziato ad allenarmi con Gunther sapevo che era un gran coach”. Assimilare gli giocavo il rovescio bimane ed esprimevo un tipo automatismi, assorbire uno stile di gioco che di gioco puramente difensivo. Lui mi ha non solo non è il tuo, ma è praticamente completamente trasformato, facendomi passare l'antitesi rispetto a ciò che sino a quel momento al rovescio a una mano e a avevi praticato, è estremamente difficile. Il rischio e le possibilità di fallimento sono altissime. Però, secondo Bresnik, si tratta di un passaggio inevitabile. I primi anni dell'era Bresnik sono di assestamento. Thiem inizia ad acquisire i nuovi schemi impostigli dal coach, snaturando il suo stile di gioco e, almeno all'inizio, i risultati stentano ad arrivare. Le sconfitte piovono una dopo l'altra, senza però intaccare l'animo di Dominic, convinto del metodo adoattato da coach Gunther e sicuro che i successi sarebbero, prima o poi, giunti. La scossa arriva nel 2011, con la finale nel torneo juniores del Roland Garros. Thiem si arrende 8- 6 al terzo di fronte all'americano Bjorn Fratangelo, un altro giovane di rilievo ad oggi ancora inesploso. È l'inizio di un vertiginoso percorso di crescita che lo porta a chiudere la carriera da junior con tre titoli post-Parigi e ad affacciarsi al mondo senior. Lo scontro con la realtà maggiore è, sorprendentemente, tutt'altro che

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Thiem decide di abbandonare definitivamente il circuito challenger, volendo concentrarsi esclusivamente sui tornei maggiori: “Forse otterrò meno successi, ma imparerò molto di più” destabilizzante: Thiem lotta alla pari con mentre a Vienna tiene testa a Tsonga, Nieminen (cederà 7-5 al terzo) a Bangkok e vince arrendendosi soltanto al tie-break del terzo set. la sua prima partita in un torneo ATP, Il gioco diventa più solido e le aspettative imponendosi in quel di Vienna su Thomas inevitabilmente salgono e lo portano, in questo Muster, ormai in procinto di chiudere la sua inizio di 2014, a vette mai raggiunte in seconda carriera da tennista, in quello che precedenza. Thiem decide di abbandonare appare quasi un sintomatico passaggio di definitivamente il circuito challenger, volendo consegne generazionale. concentrarsi esclusivamente sui tornei maggiori: Da quel momento in poi, la strada è, “Forse otterrò meno successi, ma imparerò paradossalmente, sempre più in discesa. Il molto di più”. L'ambizione e la consapevolezza biennio 2012-2013 lo vede scalare ben 500 che per ottenere grossi risultati bisogna pensare posizioni in classifica, portandolo a chiudere la in grande. Nei primi cinque tornei dell'anno stagione 2013 al 139esimo posto del ranking (Doha, Australian Open, Rotterdam, Acapulco e mondiale. Tanti successi a livello challenger e Indian Wells) parte dalle qualificazioni e per ben non solo: a Kitzbuhel si concede l'onore di quattro volte centra il main draw. Vince il suo battere Jurgen Melzer, suo idolo assoluto, primo incontro in uno Slam contro Sousa, si

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concede qualche scalpo importante come Sì, ci sono ancora alcuni aspetti su cui dover Nieminen e Simon e fa sudare, in quel di lavorare. Rotterdam, il rientrante Andy Murray, Sul servizio e sulla mobilità in campo ci sono mostrando qualità tennistiche di assoluto livello. buoni margini di miglioramento. Lo stesso Il recente terzo turno conquistato a Indian Wells diritto, che a detta di Thiem rappresenta il suo lo ha condotto questa settimana al 86esimo miglior colpo, può essere perfezionato in termini posto nel ranking, suo best assoluto. di esecuzione. Attualmente è il tennista più giovane tra i top Tuttavia, basta andare a guardare qualche video 100. degli anni scorsi per rendersi conto della Un percorso che sembra non doversi fermare maturazione tecnica subita dall'austriaco, anche nei prossimi mesi e che lascia presagire soprattutto nel dritto che si è di fatto l'ingresso dell'austriaco nel tennis che conta. I trasformato da colpo debole in vera e propria dati sembrano più che positivi. arma d'attacco. ebbene sia terraiolo di nascita e nonostante lui Se si riesce a lavorare su questi aspetti, si può stesso abbia confermato di sentirsi più a suo davvero pensare in grande, avendo un giocatore agio sul rosso, pare abbastanza evidente come il suo tipo di gioco si possa adattare facilmente anche ai campi più veloci, cosa peraltro dimostrata anche in questo inizio di stagione. Lo stato di versatilità raggiunto, su cui è chiara la qualità del lavoro svolto da Bresnik, lo rende un elemento completo.

che a una notevole sensibilità affianca un rovescio di rara qualità. È difficile stabilire dove possa arrivare, anche perché il livello attuale del tennis maschile è estremamente alto, ma le potenzialità per un ingresso in top 20 ci sono tutte.

a cura di Giovanni Larosa

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Luke Saville prova a diventare “grande”

Due tornei Futures vinti di fila, e l’ex numero 1 juniores prova ad affermarsi anche tra i pro, come fatto tra i giovani.

L’Australia è una terra affamata di tennis, che L’argomento, sebbene sembri banale, può essere tanto ha dato e tanto darà, sperano almeno in un utile cartina tornasole per il dibattito sempre quelle latitudini così lontane da noi, a questo piu’ acceso in Italia su quello che sarà il destino splendido sport. Mentre il vecchio leone Lleyton di un altro ex numero 1 Juniores, il nostro Hewitt spara le ultime cartucce, si affacciano , alle prese con l’impatto nel giovani promesse targate Wallabies nel circuito mondo professionistico. ATP. può essere considerato un Per Saville, Marzo 2014 è partito benone: 2 habitueè del World Tour, e i giovani Kokkinakis tornei Futures vinti di fila in patria, e la e Krygios puntano ad emularlo, se non classifica che ora recita top 300 ATP. Se è vero addirittura a superarlo. Ma tra i talenti che il livello di questi tornei non è proprio australiani non bisogna dimenticarsi di un altissimo, avere continuità di risultati (ha vinto classe 1994, numero 1 juniores e vincitore di 14 delle 15 partite disputate a cavallo tra fine Australian Open e Wimbledon di categoria, Luke Febbraio e metà Marzo) è il miglior viatico Saville. possibile per

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“Si faceva notare per la concentrazione, e per come era capace di cambiare gioco quando serviva; combattivo, non mollava mai” migliorare ranking e gioco, e poter così giocare su ben altri scenari, come la trafila giovanile suggerisce per lui. Nato a Berri il 1 Febbraio 1994, è una sorta di predestinato, con i primi incontri a livello Futures disputati nel 2009, ad appena 15 anni. Papà Mick lo avvia a racchetta e pallina quando ha solo 3 anni. Stile aggressivo, ritmo alto, paragonabile secondo alcuni ai connazionali Hewitt e Tomic, lontano dallo stile di Krygios e Kokkinakis. Famiglia di tennisti, è chiaro a tutti sin da che Luke ha qualcosa in più: “Si faceva notare per la concentrazione, e per come era capace di cambiare gioco quando serviva; combattivo, non mollava mai” dice al proposito l’ex coach Mike Horseman. Nel settembre 2009 arriva la prima vittoria, contro Steven Goh, numero 839 del mondo. Non mancano gli inviti per lo slam australiano, dove tenta le qualificazioni, senza fortuna, già nel 2010, racimolando appena 2 giochi contro . Continua così in parallelo la carriera Juniores, con ottimi risultati, e quella tra i pro, senza acuti degni di nota. Nel maggio 2012, dopo i due trionfi di categoria a Wimbledon (2011) e Melbourne (2012) ecco però il primo successo a livello Futures, in Thailandia, che gli vale l’ingresso nei primi 800 giocatori del mondo. Prova ad alzare l’asticella, qualche qualificazione nei challenger senza gloria, nell’agosto dello stesso 2012 il secondo successo

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“Quando giocavo a livello junior sentivo di avere un gioco molto solido, a quel livello la cosa più importante è fare meno errori possibile, ma per il salto in avanti devi avere di più.." Futures, in Australia, e il ranking che migliora all’epoca numero 73 del mondo, a infrangere i ancora. suoi sogni dopo un bel primo set vinto al tie Saranno 6, inclusi gli ultimi recenti due a Port break. Pirie e Mildura, i tornei vinti dal giovane 1994 Quasi 2 anni di gavetta, durante i quali finora. Si affaccia anche nelle qualificazioni a sinceramente affermava: “Quando giocavo a livello ATP, ma non riesce ancora a giocare in un livello junior sentivo di avere un gioco molto main draw del World Tour; il miglior risultato, solido, a quel livello la cosa più importante è fare se vogliamo, è quello a Brisbane nel 2012, meno errori possibile, ma per il salto in avanti quando supera il primo turno di qualificazioni devi avere di più. Hai bisogno di due armi in contro , prima di arrendersi nettamente particolare in più: il servizio ed il dritto. Dunque a . ho bisogno di allenarmi e migliorare proprio Capitolo a parte l’Australian Open, dove essendo questi colpi e sono sulla buona strada per uno dei pupilli della Federazione viene premiato portare a termine questi miglioramenti”. nel 2013, complice il successo juniores dell’anno E il lavoro sembra finalmente funzionare: i prima, con una Wild Card per il tabellone risultati iniziano ad arrivare con continuità, principale: ci penserà , come detto, seppure solo a livello Futures.

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Basterà essere nato con la racchetta in mano, numero 1 juniores e vincitore di Slam per colmare il gap tra i giovani e i professionisti, e prendersi quello che si vuole anche tra i grandi? Basterà essere nato con la racchetta in mano, numero 1 juniores e vincitore di Slam per colmare il gap tra i giovani e i professionisti, e prendersi quello che si vuole anche tra i grandi? In fin dei conti l’età media dei top 100 si è alzata di molto, e anche Saville, che ha subito sicuramente l’impatto con i pro, può sperare di recitare ancora un ruolo da protagonista, se continuerà a lavorare duro. a cura di Alessandro Varassi

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K Factor

Lleyton Hewitt non molla, instancabile A trentadue anni e diverse operazioni, continua a lottare in campo con la stessa passione di un ragazzino, a costo di rimetterci altre articolazioni e di perdere contro giocatori battibili

Sono passati dodici anni da quel dorato trofeo, di esperti e appassionati Down Under si è quel Wimbledon passato nelle mani spostato su altri due giovani che fino allo scorso dell’australiano un po’ per merito suo ma anno competevano nei tornei Juniores (salvo soprattutto a causa di una provvisoria poltrona l’exploit di Kyrgios al Roland Garros, quando vacante, il trono di cui “Satanetto” si appropriò il sconfisse Radek Stepanek piuttosto facilmente al tempo necessario di vincere qualcosa di primo turno) e oggi appaiono pronti a tuffarsi importante prima del dominio svizzero e poco nel tennis professionistico. dopo il tramonto di Pete Sampras. rrompono senza indugi, con la faccia tosta di chi Da allora, una illustre nazione tennistica come ha deciso di farsi largo e le paranoie non sa quella australiana, le cui vecchie glorie sono nemmeno dove stanno di casa. raffigurate nelle statue all’entrata del complesso e sono figli di Melbourne Park, tanto per ricordarti dove ti dell’immigrazione massiccia di greci in trovi e a chi apparteneva il tennis in un tempo Australia: diciassette e diciotto anni, ormai troppo lontano, non ha visto più la luce. rispettivamente di Adelaide e Canberra, sono più Sprofondati in un buio profondo dal quale che pronti. Sembra siano nati pronti. Wild card Tomic non è riuscito a portarli fuori, lo sguardo prevedibili agli Australian Open 2014, si sono issati fino al secondo turno, con molti rimpianti per Kyrgios, avanti di due set contro Benoit Paire; prova di maturità fallita per il più promettente dei due australiani per esplosività e mentalità. Mentre Kokkinakis non ha potuto nulla contro Nadal ma ha mostrato qualità tennistiche di indubbio valore, il figlio di Canberra, il meno timido dei due, è parso il più adatto al tennis 66

Le spalle sono larghe e non crede che i suoi connazionali pretendano troppo: «Il pubblico vuole solo amarti, non è così faticoso giocare e farli felici, fare del tuo meglio perché avvenga».

Un debole per il basket Nick gioca a tennis solo da quattro anni: prima per lui c’era soprattutto il basket e ancora oggi pare abbia qualcosa di più di un debole per i Boston Celtics. In così poco tempo è riuscito a raggiungere risultati impressionanti; si nota qua e là una tecnica non esattamente affinata, ma il ragazzone di un metro e novantuno colpisce forte, fortissimo e ha nel rovescio e nel servizio i suoi colpi da kappaò. Attorno a lui ci sono molte aspettative e naturalmente una pressione smisurata: quella dell’attesa, della pretesa che sia un fenomeno, della fretta che si è fatto troppo tardi e si deve correre, che quelli lì davanti sono degli autentici mostri e gli scalini da fare sono tanti e faticosi. Kyrgios ha un’ambizione illimitata, punta in alto, altissimo: «Amo stare là fuori e intrattenere gli spettatori. Non voglio solo giocare a tennis, voglio coinvolgere le persone. Credo di averlo fatto dall’inizio alla fine del mio match contro Paire, devi arrivare a quel punto in cui non riesci nemmeno a contenere l’emozione. Una volta arrivato a quel punto, credo arriveranno grandi cose». Le spalle sono larghe e non crede che i suoi connazionali pretendano troppo: «Il pubblico vuole solo amarti, non è così faticoso giocare e farli felici, fare del tuo meglio perché avvenga». Padre greco e madre malese, si sente più australiano che mai; al collo porta tre collane con tre diversi ciondoli: una croce, una racchetta (regalo di mamma) e una giada, donatagli dal suo papà come portafortuna. Attorno a lui si stanno muovendo anche diversi sponsor, ma quello a cui punta l’entourage di Kyrgios è creare, in un futuro prossimo ma non troppo, un marchio personalizzato, come nel caso di Federer, Nadal, Sharapova.

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«La Nike potrebbe essere interessata a questo, ma dobbiamo valutare bene», spiega il suo manager, John Morris. Kyrgios e Kokkinakis lo scorso anno hanno vinto il trofeo in doppio juniores a Wimbledon e sembrano essere molto amici: «Ci spingiamo l’un l’altro fino al limite e se continueremo a farlo e a fare bene nei tornei dello Slam, possiamo raggiungere qualcosa di importante». bella mostra sui social network e i cuoricini Kokkinakis ha la faccia di uno dei One Direction tipici da idolatria adolescenziale. (boy band del momento, ndr), è meno espansivo Lui gioca a tennis dall’età di otto anni e il suo e nella off-season si è preparato negli Stati Uniti preferito è Monfils, «perché è divertente, il più insieme a Sam Querrey. È l’idolo delle ragazzine divertente di tutti, ma sono cresciuto con il mito che si sprecano in collage con il suo ciuffo in di Marat Safin e della sua potenza».

Ammaliato da Nadal Contro Nadal ha mostrato un raro coraggio pur perdendo nettamente in tre set e ha ammesso: «È un atleta bestiale, so di avere ancora molta strada da fare per raggiungere quei livelli di atletismo e resistenza». Ma i chiari obiettivi del diciassettenne australiano ora non possono comprendere la presunzione di poter battere uno come Rafa; sono i Sijsling e i giocatori simili che vanno sconfitti per acquisire esperienza e guadagnare punti e posizioni in classifica; proprio questo gli si chiedeva e Thanasi non ha deluso, avanzando al secondo turno dello Slam di casa proprio grazie alla vittoria sull’olandese. È stato il fratello a condurlo al tennis, dopo averne osservato il talento durante casuali lezioni di tennis, loro così appassionati di basket e dei L.A. Clippers. Nemmeno lui è uno che nasconde le ambizioni: «Il mio obiettivo è diventare numero uno del mondo, vincere la Coppa Davis e gli Slam». Roba da poco, insomma... Uno che si accontenta.

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Un quotidiano australiano durante le due settimane degli Open affermava che “L’Australia ama i lottatori tanto quanto i vincitori”.

Sia lui che l’amico Kyrgios sono due perfetti Il passaggio dal circuito juniores a quello prototipi del tennista moderno; forti, alti, maggiore, si sa, costituisce un momento decisivo bimani e con un grande servizio: l’omologazione per ogni tennista: molti, troppi si sono persi per è servita? Non esattamente, ma certo dati i strada e non è per nulla scontato che i due materiali e i ritmi di oggi, da queste trovino invece facilmente il percorso giusto. caratteristiche non si può proprio prescindere e Possono volerci mesi, anni, cambiamenti e il fatto curioso ma positivo è che entrambi ne accorgimenti e soprattutto non devono esserci sono perfettamente consci, mostrando una gravi infortuni: la sensazione è che non maturità e una consapevolezza rare per essere sosteranno ancora per molto tra i coetanei, ma due adolescenti. tennisti come Dimitrov e Raonic mostrano A differenza di Tomic, che presto dovrebbe pure quanto la strada sia tortuosa e che lo step ultimo essere operato all’anca sono circondati da da fare richieda tantissimo tempo. Se Nicholas entourage più seri e meno discussi di quello di Hilmy Kyrgios e Thanasi Kokkinakis Bernard e sebbene siano ancora ragazzini a cui mostreranno di essere entrambe le cose, forse un piace la musica hip hop e una sana giorno potranno sognare di essere ritratti lì, alla spensieratezza, conducono una vita da destra della Rod Laver Arena, tra Lew Hoad e professionisti. Margaret Court. 69

Gli anni che hanno segnato la storia della ITF La " International Tennis Federation " è l' organismo permettendo ai giocatori di competere apertamente e di vertice dell'organizzazione e rappresentazione del legalmente per denaro tennis. Questo corpo è colui che ha fissato le regole e 1972: Come copertura televisiva di eventi di tennis è la struttura organizzativa del tennis per essere come cresciuto, l'uso di palline bianche è stato sostituito lo conosciamo oggi. L'anno scorso ha festeggiato i per quelle gialle. Così, si è permesso per una facile 100 anni e oggi vi invito a rivivere i loro anni più visualizzazione sullo schermo. importanti. 1979: Brad Parks e David Saltz hanno fondato la 1924: L'ITF diventa l'organizzazione ufficialmente Fondazione Nazionale di Tennis in Sedia a Rotolle. riconosciuta con l'autorità di controllare il tennis su Nel 1980, un circuito di dieci tornei è stato istituito l'erba in tutto il mondo . negli Stati Uniti, e l'anno successivo l'Associazione di 1968: Dopo dieci anni di divisione e di lotta Giocatori di Tennis in Sedia a Rotolle (WTPA) è stata all'interno della ITF una riunione di emergenza è costituita per rappresentare i giocatori. stata chiamata a Parigi il 30 marzo, quando 47 2002: BNP Paribas ha assunto come title sponsor nazioni hanno concordato in linea di principio la della Coppa Davis. Nel 2005, aumenta la sua questione del tennis "Open". Un circuito di tennis è partnership con l' ITF, diventando anche il title stato organizzato chiamato World Championship sponsor della Fed Cup . Tennis (WCT). L'ITF ha ricevuto la sponsorizzazione di organizzare tornei Grand Prix permettendo ai a cura di Stefania Grosheva giocatori di competere apertamente e legalmente per 70

I numeri primi

La disperata ricerca del famoso GOAT Chi sono stati i più grandi dell’Era Open?

La disperata ricerca del famoso GOAT (acronimo professionisti che fossero, anche le statistiche che indica il migliore di tutti i tempi) nel tennis hanno preso ad assumere una certa rilevanza e assomiglia sempre più alla ricerca del sono diventate pressoché ufficiali. leggendario Sacro Graal. E, come quest’ultimo, In agosto del 1973 nel maschile e in novembre di nessuno sembra in grado di trovarlo. In effetti, due anni dopo nel femminile, sono state espandere la ricerca agli oltre 130 anni di storia introdotte le classifiche stilate periodicamente del nostro sport complica non poco le cose in dall’ATP e dalla WTA ed è stato così possibile quanto in questo ampio lasso di tempo sono stabilire, mediante un calcolo matematico, i cambiati troppi parametri di valutazione. Una numeri uno. Tuttavia, molti addetti ai lavori mano consistente a uniformare i giudizi è sono concordi nell’affermare che nulla, nel arrivata senza dubbio nel 1968, con l’inizio della tennis, valga quanto la vittoria in un torneo dello cosiddetta “Era Open”. Da quando la slam. Spesso, chi ha vinto un major è stato partecipazione ad ogni torneo è stata aperta (da anche numero uno o viceversa. Spesso, ma non qui il termine open) a chiunque, amatori o sempre.

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In campo maschile, solo il cileno Marcelo Rios (su un totale di 25 giocatori che hanno indossato la corona riservata al re) è stato in cima al ranking dell’ATP (peraltro per sole 6 settimane) senza essersi mai imposto in uno slam. Il fenomeno è più frequente nella WTA, dove ben tre giocatrici (su 21) sono state regine senza aver mai alzato uno dei quattro trofei più importanti: Caroline Wozniacki (per ben 67 settimane), Simile la situazione in campo femminile, dove le Dinara Safina (27) e Jelena Jankovic (18). vincitrici sono state 42 e oltre il 57% di loro (24) Dall’edizione 1968 del Roland Garros, ovvero il non è mai stata, nemmeno per una settimana, la primo slam open, agli Australian Open 2014 ci più bella del reame. sono stati 53 vincitori di major in campo Anche riconoscendo che alcuni tra costoro maschile e più della metà (29, pari al 54%) non (Laver e Rosewall tra gli uomini, King e Court tra sono mai stati in cima al ranking. le donne) rientrano nella lista dei vincitori ma hanno vissuto l’epoca delle classifiche al computer quando ormai erano a fine carriera) sarebbero certamente stati re e regine se le graduatorie fossero partite pure loro nel ’68, è ragionevole affermare che vincere uno slam è più semplice che diventare numeri uno. E non potrebbe essere altrimenti: le classiche due settimane della vita le può trovare chiunque (o quasi) mentre per arrivare in vetta occorre continuità agli altissimi livelli. Infine, è corretto ammettere che non tutte le 184 prove dello slam disputate nel lasso temporale preso in considerazione hanno avuto la medesima importanza e, soprattutto, lo stesso campo di partecipazione; basti pensare agli anni bui degli Australian Open o ad alcune edizioni del Roland Garros, soprattutto nel femminile. Detto questo, abbiamo voluto affidarci alle statistiche per vedere, nelle speciali classifiche degli head-to-head tra vincitori di slam, chi fossero i migliori.

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È Bjorn Borg a detenere la miglior percentuale di vittorie nei confronti diretti totali con i colleghi del suo stesso rango

MASCHILE – È Bjorn Borg a detenere la Questa classifica cambia parzialmente aspetto e miglior percentuale di vittorie nei confronti valori se prendiamo in esame solo i confronti diretti totali con i colleghi del suo stesso rango. diretti giocati negli slam. Con 142 successi e 56 sconfitte, lo scandinavo fa Il capolista diventa, anche grazie alle poche registrare un 71,7% ed è tallonato da vicino da partite disputate, Rod Laver con l’83,3% (10-2) Rafael Nadal. mentre Borg passa al secondo posto con il 77,8% Lo spagnolo, che essendo ancora in attività (35-10). La grossa sorpresa, qui, è l’inserimento potrebbe migliorarsi, vanta il 69,5% positivo del brasiliano Gustavo Kuerten addirittura nel grazie al record di 116-51 e precede Roger gradino più basso del podio; Guga vanta un Federer, terzo con il 65% (167-90). Dal quarto al clamoroso 75% per effetto delle 15 vittorie e sole sesto posto troviamo un terzetto separato da 5 sconfitte rimediate in carriera (due con Safin e qualche decimale: Pete Sampras ha il 64,6% una con Agassi, Alberto Costa e Kafelnikov). (168-92), Boris Becker il 64,5% (136-75) e Ivan Scende al quarto posto Nadal con il 73,9% (34- Lendl il 64,2% (199-111). Per completare la top- 12) seguito da Federer con il 70,7% (53-22) e ten troviamo poi Rod Laver (63,4%), Andre Sampras (69,8% con 44-19). Completano la top- Agassi (59,4%), John McEnroe (59,2%) e Jimmy ten John Newcombe (68,2%), (59%), Connors (58,4%). 73

Jim Courier e Andre Agassi, questi ultimi divisi Martina Navratilova (67,6%) e la, per certi versi, da un misero decimo (57,8% contro 57,7%). sorprendente Kim Clijsters. La belga ha un Insomma, guardando queste due graduatorie record di 116-64 e una percentuale del 64,4%, verrebbe da dire che Borg sia il migliore in superiore a quella di Margaret Court (63%), assoluto ma che la sua leadership potrebbe Justine Henin (62,7%), Tracy Austin (61,7%), essere intaccata nei prossimi anni da Nadal; Martina Hingis (60,8%) e Venus Williams, molto più difficile che possa invece riuscirci decima con il 59,1%. Federer, forse troppo avanti negli anni per Anche qui, la prospettiva cambia se prendiamo migliorare le sue percentuali. in esame solo le sfide disputate nei major. La migliore rimane la Graf (77,9% e un record di 67- FEMMINILE – Qui invece, almeno 19) ma al secondo posto c’è Margaret Court con limitatamente agli scontri diretti complessivi, il il 75% (21-7) e Serena Williams è molto verdetto attuale potrebbe cambiare nel prossimo distanziata. futuro in quanto tra la leadership e chi la Per la statunitense infatti ci sono 58 vittorie e 24 insegue la differenza è davvero minima. sconfitte, pari al 70,7%, una percentuale che Al primo posto infatti troviamo Steffi Graf, che ha vinto 179 dei 239 head-to-head considerati ma il cui 74,9% è insidiato dal 73,3% di Serena Williams (162-59), ancora in attività e dunque in grado di migliorarsi. Ottima terza è Chris Evert (259-103 pari al 71,5%) mentre ai piedi del podio troviamo

difficilmente potrà migliorare di così tanti punti. Quarta e quinta le amiche-nemiche Evert- Navratilova, divise da un’inezia (64,4% contro 64%) e ottima sesta di nuovo la Clijsters (63,3%) che fa meglio di Monica Seles (assente nella top- ten precedente e qui settima con il 61,8%) e Billie Jean King (61,5%). Chiudono la parte alta della graduatoria Justine Henin (60,7%) e Martina Hingis (59,3%). Rispetto ai colleghi maschi, qui è forse più semplice individuare in Steffi Graf la migliore dell’Era Open, con Serena Williams ancora in attesa di giudizio definitivo visti i risultati della passata stagione.

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Nonostante il disputati, Evert e Grande Slam del Navratilova con la 1970, Margaret piacevole sorpresa di Court non può Kim Clijsters, a cui essere considerata queste statistiche allo stesso livello conferiscono un soprattutto per lo rango superiore ad scarso numero di altre colleghe forse incontri disputati. più illustri come la Un gradino sotto, connazionale Henin, penalizzate in parte Monica Seles e dai tanti match Martina Hingis.

Tennis Revolution

Rischiavamo di stufarci. Per una decade i nomi scritti negli albi d'oro sono stati sempre quelli

Prima Dimitrov, poi Gulbis, poi Dolgopolov, uno dopo l'altro a prendersi la scena, a farci immaginare un futuro pieno di loro, a reclamare un posto fra i grandi già adesso. Janowicz, fra un infortunio e l'altro, ha dimostrato di che pasta è fatto in più occasioni; Raonic in top 10 ci è già entrato, la nuova tendenza offensiva lo rende più gradevole e competitivo; Tomic, limbo o paradiso, finirà comunque per far sempre notizia. Per non parlare della Wta, vera e propria girandola di emozioni, albi d'oro come terni al I 'malati' di tennis, il tennis lo vedono sempre e lotto e giovani fra cui sì, anche Camila Giorgi, comunque, gli 'aspiranti' appassionati no, i che spuntano come funghi all'orizzonte. pessimisti men che meno. Un campionato con la Djokovic, Murray, Nadal, non stanno prima squadra in classifica avanti 20 punti a attraversando un gran momento, per un motivo metà stagione perde d'interesse. I record fanno o per l'altro. notizia, creano interesse, fino a un certo punto. Una finestra di vulnerabilità, seppur ancora Ma nel tennis si è forse arrivati, per grazia divina molto stretta, si è creata. Roger Federer ne ha o solo per inerzia, a un punto di rottura. approfittato, lui che le generazioni le copre tutte Il circuito maschile ha trovato un nuovo in un'unica essenza e sembra aver ritrovato inaspettato protagonista in Wawrinka, simbolo l'eternità anche in campo. della rivoluzione. E' tornato a prendersi la scena, a guidare le "Se ce l'ha fatta lui, perchè non posso farcela aspiranti 'matricole' nel cammino. 'Guardate anch'io?" come si fa, prima...' Una rivoluzione concettuale. Cambiata è l'attitudine degli outsider, ora più convinti delle proprie possibilità. Cambiata anche l'attitudine dei tornei, palesemente ravvivati con superfici più veloci. Ecco spiegato il posizionamento in rampa di lancio della nuova generazione tennistica: non è ancora BOOM, ma il countdown è partito.

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Cambiata è l'attitudine degli outsider, ora più convinti delle proprie possibilità. Cambiata anche l'attitudine dei tornei, palesemente ravvivati con superfici più veloci.

Un processo simile a quanto avvenuto nel circuito femminile, con le big afflitte da problemi di vario tipo, e una Na Li pronta a tracciare la strada... Nazionalisticamente parlando, è bello poter scrivere che a questa finestra, con bella vista, ci si siano affacciati anche gli azzurri. La coppia Fognini-Pennetta, amore o amicizia poco c'importa, fa sognare. Top ten, grandi successi, ruolo d'immagine per il tennis, in Italia, importantissimo. Accontentati i 'novelli', saziati i nazionalisti, affamati gli statistici, ricaricati gli appassionati, rigenerati i pessimisti: questo nuovo rivoluzionario tennis targato 2014 piace a tutti. a cura di Adriano S.

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Stefan Edberg la personalità è anche stile

Stefan Edberg è stato uno dei migliori giocatori di serve and volley di sempre Bjorn Borg, Mats Wilander, Stefan Edberg, Magnus Norman, , Thomas Johansson, Robin Soderling. I fan del tennis di tutto il mondo conoscono questi nomi – I nomi della gloria del tennis svedese. Sembra che la magia abbia funzionato Con 806 vittorie in carriera, 41 titoli in singolare inclusi 6 Slam, 18 titoli in doppio, #1 in classifica per 72 settimane, 4 volte vincitore in Coppa Davis, medaglia di bronzo alle Olimpiadi, “l’attaccante straordinariamente aggraziato” di Västervik ha terminato la sua avventura nel tennis professionale nel 1996. Nel settembre del ’96 , quando si è ritirato dal tennis, abbiamo potuto leggere - “Stefan Edberg mancherà al tennis. Se non per la sua arguzia silenziosa e per il sottile charm, per il suo tennis che non viene Il 48enne svedese è di nuovo in gioco come più giocato abbastanza” . E’ entrato nelle Hall of allenatore di Roger Federer e la squadra si Fame del tennis nel 2004. “ L’89 è stato un anno chiama “Fedberg”. Il suo impatto su Roger ha duro per me, ho perso due finali Slam e altre prodotto a Dubai il titolo #78 nella carriera di cinque finali. Lo è stato finchè non ho vinto il Roger. Quello prima è stato ad Halle lo scorso Master, o quello che adesso è chiamato Finali anno e la maggior parte degli osservatori si ATP, poi le cose sono cambiate nuovamente. erano detti scettici per quel che riguarda i All’improvviso ho vinto sette tornei nel 1990 e prossimi successi del Maestro svizzero, sono diventato N.1.” disse a suo tempo Stefan. specialmente sul vincere uno Slam... e poi è Cosa sarà il tennis senza Edberg? “Continuerà, arrivato Stefan! con giocatori sempre più alti e forti, così com’è Uno dei punti in comune di questi due gentil stato da 10 anni a questa parte. Quando ho uomini è lo stile di eleganza, così come il fair iniziato ero una specie di mosca bianca, ora play dentro e fuori il campo. Roger è stato passo quasi inosservato!. Queste parole sono onorato molte volte con la vittoria dell’ ATP state dette 18 anni fa e sono ancora importanti. Stefan Edberg Sportsmanship Award, come l’anno scorso alla fine della stagione. Lo svizzero, dopo un paio di sessioni di allenamento con lo svedese, ha creduto in lui e nel fatto che avrebbe ricostruito il suo gioco, atteggiamento, motivazione e volontà di vincere le prossime partite.

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Su stefantennis.free.fr – il sito di tennis dedicato a Edberg nel 90% dei casi, i votanti credono ancora che Roger possa vincere un altro Major con Stefan come allenatore.

Stefan andava a rete, un bellissimo rovescio a una mano ed eleganza significavano che era uno dei virtuosi del tennis più osservati del mondo nei giorni della grande rivalità con Boris Becker e gli americani. “Se servi bene, le tue volèe saranno molto più semplice. Ha ovviamente a che fare con la sicurezza” – era solito dire l’idolo dell’infanzia di Roger. Lo svedese fin dall’inizio ha decretato che Roger dovrebbe attaccare di più a rete. “Stefan Iceberf”, “L’adone biondo”, “L’eleganza aggraziata” questi sono i soprannomi dello svedese durante il suo tempo in campo. È bello vederlo nel box di Roger. Il Re farà ritorno sul trono? a cura di Jan Stanski

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Andre Agassi

L’otto volte campione di Grande Slam ha condiviso i suoi pensieri con Tennis World

Pochi giocatori capiscono meglio di Agassi la per fare compagnia nel circuito all’ex rivale complessa psiche di un giocatore di tennis, uno Stefan Edberg, Boris Becker e Michael Chang. dei colpitori più talentuosi della sua generazione “Posso immaginarmi a farlo In un momento ma un individuo profondamente introspettivo diverso della mia carriera perché che ha combattuto contro il dubbio durante fondamentalmente apprezzo il gioco, lo rispetto l’intera sua carriera fino a trovare la pace e mi piace,” ha detto. “ ma lo farò in un interiore con l’aiuto della sua collega e moglie momento in cui non sarò soggetto al dramma di Steffi Graf. Molti credono che la profonda ciò che non sarò più. Amo l’interazione con i comprensione di Agassi dell’unicità delle sfide giocatori e il suo aspetto di problem solving, mentali poste dallo sport un giorno lo possa quindi riesco a capire che ci voglia l’ispirazione vedere come allenatore leggendario e lui crede per farlo. Semplicemente per me non è questo il che a un certo punto in futuro, potrebbe essere momento.” una prospettiva allettante, ma non è ancora n molte maniere, la carriera di Agassi è stato un pronto abbastanza viaggio e ha cercato di sconfiggere i molti

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“Allenare è anche imparare. Tutti sappiamo come si gioca, tutti sappiamo cosa serva alle persone per essere più efficaci ma la domanda è, “Perché la persona con cui stai lavorando, non sta facendo quello che sa che dovrebbe fare?” demoni nella sua testa. È convinto che essere un Ma diversamente da Becker, Edberg e Ivan buon allenatore richieda un viaggio simile, per Lendl, non aspettatevi di vedere Agassi fare poter capire esattamente cosa renda il tuo squadra con una delle star del gioco. Avrebbe protetto forte. più grande soddisfazione aiutando chi non ha “Allenare è anche imparare,” ha detto. “Tutti ottenuto grandi risultati, ma è talentuoso, per sappiamo come si gioca, tutti sappiamo cosa dare una svolta alla sua carriera e ha accennato serva alle persone per essere più efficaci ma la che potrebbe considerare di lavorare con domanda è, “Perché la persona con cui stai qualche giocatore di punta americano. lavorando, non sta facendo quello che sa che “Se fossi un allenatore, mi concentrerei su dovrebbe fare?” Devi entrare nella testa di qualcuno che non sta massimizzando veramente qualcuno per capure come portarlo dal punto A il suo gioco”, ha spiegato. “Non sarebbe una al punto B. Questa è la parte eccitante ma è ciò questione di allenare il migliore del momento, richiede anche tempo e dedizione. E in questo ma sarebbe una questione di allenare chi è più momento della mia carriera non ho questo lusso. lontano dal suo potenziale. Questa sarebbe la Quando i bimbi se ne saranno andati e il nido sfida più grande per me. Come fai arrivare sarò vuoto, quello sarà il momento in cui qualcuno a pensare fuori dai parametri che inizierò a considerarlo.” stanno limitando il suo gioco. 81

“Finchè non iniziamo a insegnare ai bambini come giocare punti lunghi, faticosi e a giocare sulla terra rossa come fanno in Europa avremmo sempre uno svantaggio,”

Quando ci penso, penso ai giocatori interessanti che hanno qualcosa che non è utilizzato a pieno – a John Isner, qualcuno che ha tanto da mettere sulla tavola – e aiutarli a coprire la distanza che hanno ancora da fare.” Isner attualmente è il portacolori del tennis maschile americano, ma la mancanza di giocatori capaci di ottenere grandi risultati ai major è impressionante e Agassi pensa che cambiamenti rilievo siano necessari alle radici per far sì che l’America acchiappi il contingente europeo che ha preso le distanze nella decade passata. “Finchè non iniziamo a insegnare ai bambini come giocare punti lunghi, faticosi e a giocare sulla terra rossa come fanno in Europa avremmo sempre uno svantaggio,” ha detto. “C’è molto da dire riguardo a quando bisogna subentrare in un punto, giocare il gioco di transizione e lasciare andare, e poi avere la volontà di iniziare quel punto da capo. C’è disciplina mentale e fisica che guadagni crescendo sui campi più lenti rispetto ai campi veloci o la terra verde americana dove ti basta fare un buon tiro e pensare che sei in una posizione piuttosto buona finchè decidi di andare a giocare come chiunque altro nel resto del mondo.” Al contrario le prospettive più luminose per la prossima generazione arrivano dalla Bulgaria e dalla Polonia al momento, nelle figure di Grigor Dimitrov e Jerzy Janowicz. Mentre quei due giocatori son capaci di svilupparsi in star

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“Se mi preoccupo se la prossima generazione sarà capace di prendere il posto dei ragazzi che sono al top ora?” No, penso che le cose verranno da sé." globali nella stessa maniera di come hanno fatto Se Djokovic vince a Parigi, puoi guardare nell’ultima decade Roger Federer, Rafel Nadal e comunque 3 ragazzi della stessa generazione che Novak Djokovic, ma Agassi non ha dubbi sul hanno vinto tutto e ci sono voluti 50 anni per fatto che il tennis continuerà a sfornare nomi cinque di noi per farcela. Ma quello che ciò casalinghi in futuro. mostra è il tennis come sport in evoluzione “Se mi preoccupo se la prossima generazione continua ed è facile chiedersi come si possa fare sarà capace di prendere il posto dei ragazzi che meglio. So che mi è stato chiesto ogni volta che sono al top ora?” ha detto. “No, penso che le cose giocavo contro Pete – è impossibile che verranno da sé. Quella domanda in verità era in qualcuno lo possa rifare di nuovo, questo tipo di giro quando Pete (Sampras) ed io diventammo tennis è senza precedenti. E poi lo vedi. È professionisti. Guardando a (Jimmy) Connors, arrivato Fed a pensi che sia impossibile, e poi ha (John) McEnroe, Lendl, tutti i ragazzi che hanno un record di sconfitte contro Rafa! E poi portato il tennis dov’era, e poi è ricaduto sulle Djokovic, e poi Murray arriva nell’equazione. nostre spalle per fare lo stesso, ma ce l’abbiamo Quindi è un periodo piuttosto incredibile ed è fatta.” molto facile chiedersi come possa migliorare ma “E dopo di noi è arrivata quella che sarà scommetto sull’evoluzione e dirò che si considerata l’età dell’oro del tennis. migliorerà.” 83

Intervista con Younes El Nynaoui

Ex tennista professionista del Marocco Cinque volte vincitore in singolare nel tour ATP. Ha raggiunto il suo best in carriera diventando n°14 nel Marzo 2003, all’età di 31 anni.

Parli 6 lingue. Arabo, inglese, francese, Eri all’ Accademia di Nick Bollettieri per italiano, portoghese, spagnolo. Quando le due anni (1990-1992). Abbiamo scoperto hai imparate com’è possibile avere un che lavoravi duramente per stare là. Hai talento così grande non solo nel tennis guidato il bus, pulito la palestra, sei stato ma anche nelle lingue? dietro ai bambini, incordato racchette, La maggior parte le imparo viaggiando intorno al tirato palline in allenamento, aiutato a mondo. Nessuno parla arabo nel circuito, quindi fare da baby sitter a giocatori più giovani. per comunicare con i giocatori dovevo parlare Cosa ci puoi dire di più riguardo a quel altre lingue. periodo della tua vita? Ho imparato lo spagnolo quando ho vissuto 8 Che ricordi hai? Magari qualche storia anni in Spagna e ho avuto anche un allenatore divertente di quel periodo in Florida? E’ stato argentino per qualche anno. Mia madre è bello e difficile allo stesso tempo. I mei genitori francese, quindi è la mia seconda lingua. Ho non si potevano permettere il mio soggiorno là, imparato l’italiano parlando con le persone, quindi ho dovuto lavorare molto, ma allo stesso anche se non conoscevo la lingua tanto bene, ci tempo è stata una bellissima esperienza per me e provavo. ho incontrato alcune persone molto belle, che sono diventate miei buoni amici! Ho anche avuto la possibilità di conoscere ottimi giocatori. E ho imparato molto da quel periodo. Storie divertenti... quando ho guidato il bus degli studenti e non avevo la patente una volta Agassi aveva bisogno di un partner alle 22, così mi hanno chiamato durante l’allenamento e ho lasciato il campo sul 6-6...

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"Ma la cosa più importante è imparare ad essere un buon padre per i miei bambini!"

Per favore raccontaci della tua fondazione. La mia fondazione sta sviluppando il tennis in Marocco. Vogliamo rendere il tennis accessibile a veramente chiunque in tutto il paese e renderlo più popolare. Aiutare i bambini a realizzare il loro sogno.

Come sta andando il tennis in Marocco in questo momento? Qualche giocatore promettente? E’ di grande interesse in generale in Marocco, ma ancora non è molto accessibile, è più per un’elite di persone. Il paese ha molte aspettative da quando abbiamo avuto una squadra di Coppa Davis forte negli anni passati. Ora i giocatori marocchini che abbiamo, stanno provando di stabilirsi da qualche altra parte. Come Spagna, Francia, ecc...

Qual è il futuro del tennis in Africa in generale? Qualche pronostico? Grande potenziale fisico, ma non abbastanza risorse per i giovani. Quali sono le tue attività? Collaboro con la federazione, lavoro per il Ministero dello sport come consigliere. Faccio anche da consigliere a un club a Erfurt in Germania, per cui ho giocato molti anni e il proprietario è un mio buon amico.

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Quando è finita esattamente la tua carriera nel tennis professionale? Nel 2007. ma l’ultima partita che ho giocato ufficialmente è stata nel 2010 a Doha, dove ho vinto una partita.

Hai tre figli. Giocano a tennis? Sì, ci giocano un po’. Il più grande (Ewen) gioca a basket. Quello di mezzo (Neil) gioca a calcio e il Puoi raccontarci qualche storia piccolo (Noam) gioca a calcio e basket. divertente della tua carriera? Quale partita della tua carriera tennistica Una volta, io e Goran (Ivanisevic) eravamo in ricordi di più? Germania e stavamo in un hotel al 10mo piano. Qual è stato il tuo più grande successo? I quarti Abbiamo fatto una scommessa: che non avrei di finale agli Australian Open contro Roddick. buttato le sue scarpe eleganti dal balcone, cosa che ho fatto quindi sono dovuto andare a raccogliere in giardino. Mentre le raccoglievo, Goran ha voluto farmi uno scherzo buttando una bottiglia vuota nel giardino dal balcone. E mi ha colpito dritto in testa! Così quando sono tornata in stanza, la mia testa stava sanguinando ovunque...

Sei stato membro del Consiglio dei Giocatori ATP. Dicci qualcosa a riguardo. Sono stato membro per 10 anni. È stata una bellissima possibilità essere in prima linea per quel che accadeva ed essere parte dell’organizzazione. Penso comunque che sia una vergogna che il circuito sia regolato dai direttori dei tornei, non abbastanza giocatori fanno soldi. Solo 150 persone possono vivere di tennis, cosa che penso sia ridicola!

Quale giocatore della tua carriera puoi descrivere come difficile da sfidare e perché? Federer. Abbiamo giocato 5 volte. Ho vinto una partita e ne ho perse 4.

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è un grande giocatore. Ha un ottimo Il tuo film preferito? comportamento dentro e fuori dal campo. Ha Mi piacciono i film di Al Pacino. una grande personalità e perfezionismo, cos’altro posso dire di lui Se potessi cambiare qualcosa della tua carriera tennistica in una prospettiva Qual è la tua idea di vita? temporale quale sarebbe? Né aggressività o ansia, passare il tempo con i Forse assumerei un allenatore fisico e di tennis tuoi cari e ringraziare il Signore per ogni singolo un po’ prima nella mia carriera, se avessi potuto giorno che apro gli occhi. permettermelo prima.

Una persona che ammiri di più. Quali sono le tue impressioni e pensieri I miei genitori. sulla situazione attuale del mondo del tennis? Lo sportivo che più ammiri o hai E’ belo vedere più giocatori nuovi giocarsi le ammirato? grandi finali e non solo finali Federer- Nadal. Ivan Lendl.

I tuoi hobbys? Motocross, la moto in generale! Surf e giocare con i miei figli.

Il tennis è cambiato molto negli ultimi anni, è diventato più aggressivo, più potente. Meno tattico ma solo gioco più veloce e più veloce dell’avversario!! L’entourage è molto più grande. Vedi giocatori con 3 o 4 persone intorno, cosa che penso limiti le amicizie. Ai vecchi tempi molti ragazzi viaggiavano da soli.

Perché il tennis? Dicci cos’è stato prima del tuo soggiorno in Florida a 18 anni. Io e mio fratello abbiamo iniziato a giocare insieme. Lui è 2 anni più grande di me, quindi giocava meglio di me e sono stato fortunato a giocare con lui all’epoca.

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Un grande campione, il mio Prof Gentili e il fascino di un incruento duello: il tennis.

Vorrei presentare un tipo che ho ammirato molto. Jaroslav Drobny, cekoslovacco di Praga, tennista e hockeysta.

Il silenzio durante gli scambi era totale, ritmato solo dal suono della pallina da tennis contro suolo e racchette, e i giocatori, completamente vestiti di bianco, sembravano sacerdoti di Apollo e officiavano uno sport certamente imparentato con gli dèi dell’Olimpo. Il primo giorno finì con me che ormai adoravo Prof Gentili come il messia e Drobny era la mia nuova Divinità, con i suoi smash e il dritto mancino implacabile. Il giorno dopo ci fu lo scontro in finale fra Drobny e l’italiano Fausto Gardini, tipetto dal gioco strano e disarmonico ma efficace. Vinse Drobny, Lo vidi di persona che avevo 12 anni. Ero a Igea ma perse il primo set e fu una emozione marina in colonia e il mio prof di EF che ci curava, magnifica che ancora mi agita quando ci penso disse, domani andiamo a vedere il torneo di Riccione. ... Tutto nel più rigoroso silenzio durante lo Un torneo internazionale! Finì che ci andammo in scambio e le palline candide che bucavano l’aria tre, lui e io, e anche la sua figliola Maurina, gli altri come bianche colombe dando il tempo della preferirono la spiaggia. Naturalmente, il prof cercò di partita di tennis ... introdurre questo personaggio di cui non avevo mai Intanto, Prof Gentili si era preso la briga, vista la sentito parlare, ma in modo molto sintetico. “Voglio mia ricettività entusiasta, di fornirmi alcune che tu ti faccia un’idea partendo da quello che vedrai. Ricordati che lui, Drobny, non lascia nulla al caso, informazioni preziose su questo tennista sembra che si muova calcolando sempre dove andrà cecoslovacco che mi aveva profondamente e da dove arriverà la palla”. Non mi disse altro. impressionato. Da quel giorno poi seguii la Rimasi subito conquistato sia dalla grande signorilità carriera di Jaroslav Drobny, con molta di questo giocatore robusto e autorevole, sia dalla attenzione, non mancando di aggiornarmi tutte voce sussurrante del mio prof Gentili (grazie mio le volte che incontravo Prof Gentili. Prof) che in tono ieratico descriveva le caratteristiche di questo fenomenale giocatore mancino al quale, fu la prima cosa che notai, due robuste gambe, elastiche come molle, garantivano uno smash favoloso, eseguito con racchetta di legno. Fui anche colpito dall’atmosfera dello stadio, stracolmo di appassionati, che seguivano il gioco con attenzione felici di godersi questi campioni.

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L’Hockey ad alto livello gli procurò una muscolatura compatta e elastica che lo aiutò moltissimo nel tennis, in modo particolare nello smash

E invece nello sport ci era dentro fin da bambino. insistenza Bill Tilden per avere un autografo riuscì a Nato a Praga il 12 ottobre 1921. Suo padre era il farsi regalare una racchetta. custode di un club dove, d’inverno, i campi da tennis L’Hockey ad alto livello gli procurò una muscolatura venivano allagati per ricavarne altrettante piste da compatta e elastica che lo aiutò moltissimo nel hockey su ghiaccio. Così Jaroslav, che nel circolo tennis, in modo particolare nello smash. Le gambe faceva il raccattapalle, divenne contemporaneamente erano vere e proprie molle, cosicché, nonostante la tennista e anche un giocatore di hockey così forte da statura non eccezionale, Drobny riusciva a far parte della squadra nazionale ceca alle Olimpiadi schiacciare la palla con la violenza che scaturiva dai bianche di St. Moritz nel 1948. possenti dorsali. Ma era soprattutto un tennista. Suo padre gli costruì Anche la prima di servizio era ovviamente la prima racchetta riciclando un fusto smesso da un potentissima, mentre la seconda, molto lavorata dal socio, che lui stesso incordò. Jaroslav, troppo felice, suo braccio mancino era il frutto di un’altra delle doti la portava con sé anche a letto quando andava a peculiari di Drobny, cioè la sensibilità sulla palla. Un dormire. Sui campi del club arrivavano spesso a talento che gli consentiva, ad esempio, di allenarsi grandi campioni ai quali Yari cercava di interrompere un lungo scambio da fondo campo con rubare i segreti, persino il grande Bill Tilden. una improvvisa smorzata: una carezza che mandava Racconta lo stesso Drobny che inseguendo con la pallina a coricarsi beffarda appena al di là della rete, imprendibile per l’avversario.

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Grande mobilità, nascosta dall’intuizione in anticipo della direzione che avrebbe preso la pallina, un diritto fortissimo e preciso e un’estrema correttezza completavano il bagaglio che il professore portava sul campo e che faceva, del campione ceco, un giocatore di grande personalità e carisma. Qualche problema gli arrivò dal mondo storico- politico circostante, con il passaggio della Cekoslovacchia dal dominio tedesco a quello russo. In uno sport internazionale come il tennis questa gli dava il senso della appartenenza. Drobny ebbe situazione pesava e era quasi insopportabile così a subire alcune pesanti sconfitte (nel 1946, in psicologicamente per gli atleti. Al punto che Drobny finale a Parigi e in semi a Wimbledon , nel 1947 in che andava spesso in semifinale a finale nei tornei, semi a New York, nei quarti a Londra, e la serie nelle ultime e decisive battute delle competizioni proseguì nel 1948 e 49). Quando infine perse da finiva per deconcentrarsi e apparire in qualche modo Schroder a Wimbledon (“Drobny deve sempre fragile a causa di questa debolezza, che non vincere con uno come Schroder”, mi disse Prof Gentili), Drobny si convinse a "togliersi" da questa subordinazione e decise di diventare apolide. Infatti, appena arrivati a Gstaad per gli internazionali di Svizzera, lui e il suo compagno di doppio Cernik, scelsero di non tornare in patria. Da quel momento fu un altro uomo e le finali che prima perdeva, cominciò a vincerle. Così, nel ’50 e ‘51 vinse Roma (che aveva riorganizzato il suo Torneo) battendo Tony Trabert (USA) e il nostro Gianni Cucelli, sempre nel 1951 vinse Roland Garros. “Era come liberato”, diceva Prof Gentili, riecheggiando le parole di Drobny, “sono un altro uomo”. Faiwza, la bellissima principessa di Egitto e Sudan, sorella di Re Faruk (e ex moglie dello Sha di Persia), gli aveva concesso il passaporto egiziano. Jaroslav non era più apolide. “A 29 anni comincio una nuova carriera, La mia posizione è regolarizzata in Egitto e io posso pensare soltanto al tennis”. Wimbledon però continuava a voltargli le spalle. Quell’anno infatti Tony Mottram lo escluse ancora una volta dal tabellone, battendolo al terzo turno. Epica, invece, la finale di Parigi del 1952, fra Drobny campione in carica e l’australiano Frank Sedgman.

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Cadeva una pioggerellina leggera, quel giorno, e il A questo punto, il fragile Drobny si trasformò in un serve and volley di Sedgman era come “arrugginito”. leone, raccolse le ultime forze e si aggiudicò i due Jaroslav, pur infastidito dalle lenti appannate, giochi contro un ormai svuotato Patty che, trovò il seppellì Frank sotto una serie di passing precisi e modo di mangiarsi altri 3 match-point. possenti. Ma l’australiano si vendicò subito a L’eccezionalità dell’avvenimento indusse la duchessa Wimbledon battendolo in finale. Un altro incontro di Kent a regalare ai due giocatori un portasigarette significativo e memorabile fu il terzo turno di d’oro con inciso lo score dell’incontro: 8-6 16-18 3-6 Wimbledon 1953 fra Drobny trentaduenne e Budge 8-6 12-10. L’impresa non bastò però a Drobny per Patty, l’Americano dell’Arkansas, anche lui sulla vincere il torneo. Arrivato in semifinale stremato, si trentina. Il 25 giugno entrarono in campo alle 16.30 e arrese allo sconosciuto danese Kurt Nielsen. ne uscirono stremati dopo quasi cinque ore. Dopo tre Quell’anno giunse in finale a Parigi e, per la terza ore Patty era in vantaggio due set a uno, ma nella 4a volta, si aggiudicò gli Internazionali d’Italia partita era 1 a 3 … Si ricordò allora di un famoso sconfiggendo il nuovo fenomeno australiano, il detto tennistico, “c’è molto spazio anche in alto su un diciannovenne Lew Hoad, al quale concesse 5 giochi campo da tennis!”, e cominciò a riempire Drobny di in tutto. pallonetti. Non aveva calcolato la potenza dello Nel frattempo, in primavera, si era sposato a Londra smash di Drobny, che vinse il quarto 8 a 6. con Rita Anderson, una dolce e graziosa tennista “Entrambi sapevamo che nel quinto poteva succedere di tutto”, disse Drobny. E di tutto successe. Attanagliati dai crampi, cominciarono entrambi a chiedere al giudice di sedia, il colonnello John Legg, la sospensione per l’oscurità, ma soltanto sul punteggio di 10-10 questi decise che si sarebbero giocati ancora due game.

inglese che gli avrebbe poi dato un figlio. Questo matrimonio accelerò le pratiche per la nazionalità inglese, che Drobny ottenne qualche anno dopo e che lo indusse a declinare l’offerta di 50 mila dollari che gli fece Jack Kramer per passare al professionismo. Una scelta di vita in linea con il suo stile di uomo tranquillo. A Wimbledon non aveva ancora trovato il modo di battere una specie di destino avverso che sembrava perseguitarlo. La sua prima partecipazione risaliva al 1938. Era arrivato una volta nei quarti, tre in semifinale e due in finale, ma non aveva mai vinto. Aveva 33 anni e nel 1954 gli organizzatori gli avevano dato la testa di serie numero 11. Malgrado ciò arrivò in finale. Boomaker e tecnici lo consideravano perdente.

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Ma Drobny sembrava in fiducia. Mentre si avviava verso gli spogliatoi per prepararsi alla finale, fu avvicinato da un bagarino che gli offrì un biglietto di tribuna per 30 sterline, “No, grazie - gli rispose Jaroslav - questa finale ho intenzione di vederla in piedi”. Il suo avversario era il diciannovenne australiano Ken Rosewall, la giovinezza e il futuro del tennis mondiale, insieme a Lew Hoad. Contro questo ragazzo dal servizio insaponato e dall’incredibile ha fatto negli anni scorsi”. Il campione ceco risposta giocò un tennis magistrale e trionfò in confesserà, in seguito, che con quel successo a quattro set. Il pubblico del centrale di Wimbledon lo Wimbledon aveva spazzato via dal campo da tennis e applaudì, in piedi, per cinque minuti anche come dalla sua mente un’ultima ombra fastidiosa, cioè il omaggio al passato. suo atavico complesso d’inferiorità dovuto alle umili La duchessa di Kent, premiandolo, gli disse: “Ho origini. pregato per lei, Mister Drobny; nessuno come Lei ha Il sole di Londra aveva accompagnato il trionfo di meritato questa vittoria di oggi, anche per quello che Jaroslav Drobny sul giovane campione Rosewall e sul destino avverso che sembrava precludergli la strada verso il più grande successo per un tennista. Quell’anno, il 1954, raggiunse anche il primo posto della classifica mondiale. Ottenne in seguito altri successi ma, come lui stesso ebbe a dire: “Vincere a Wimbledon significa raggiungere il culmine di una carriera, qualunque cosa arrivi in seguito”.. Giocò e vinse ancora per molti anni, a testimonianza di una longevità agonistica fuori del comune. Fece la sua ultima apparizione a Roma nel 1963 dove, a 42 anni, al terzo turno battè il colombiano Pato Alvarez per poi arrendersi allo jugoslavo Jovanovic. Anche la Davis lo vide spesso protagonista, tra il 1946 e il 1949. Collezionò ben 37 vittorie, senza però mai vincere la Coppa. Ritiratosi dal tennis agonistico, si stabilì a Londra e ritornò qualche volta a Wimbledon per giocare il doppio veterani, più che altro come azione promozionale per il suo negozio di tennis che portava l’insegna “Old Drob”, l’affettuoso modo che avevano gli inglesi di chiamarlo, anche per via dell’assonanza con un suo colpo famoso, il drop shot, in suo onore “drob” shot .

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Fu poi consulente tecnico della squadra italiana che, Vidi giocare per due giorni di seguito questo grande con Pietrangeli e Sirola, giocò la finale Davis in campione che avevo 12 anni e ne rimasi incantato. Da Australia, poi delle équipe sudafricana e svedese. allora il tennis non mi ha più abbandonato e ricordo Ritiratosi definitivamente dall’ambiente, alla sempre quei due giorni con il mio Prof Gentili e la confusione dei campi da tennis, preferì la serenità e sua figliola Maurina, con Jaroslav Drobny la tranquillità delle giornate di pesca nel Sussex. Morì protagonista sulla terra rossa e nei nostri discorsi, a Londra il 13 settembre 2001, all’età di 80 anni. come giorni felici, magici. Rosewall divenne un campione assoluto, ma la Proprio in quei giorni cominciai a pormi alcune lezione di Drobny doveva avere rotto qualcosa nel domande circa il misterioso rapporto che doveva per suo meccanismo psichico perché il grande Rosewall forza esserci fra l’uomo, la racchetta, l’abbigliamento, non riuscì mai a vincere Wimbledon. le dimensioni e proporzioni del campo, l’esoterico L'ultimo tentativo fu a 40 anni, quando arrivò in punteggio, l’arcano delle linee e della loro finale col giovanissimo Jimmy Connors. Poteva disposizione e il senso del vagabondare della regina essere la replica della vittoria del “vecchio” Drobny di questo gioco, la bianca pallina. sul campione nascente, ma probabilmente i 40 anni Una regina che tutti ambiscono strapazzare e/o di Rosewall erano troppo pesanti per una simile accarezzare, un gioco che vede due uomini in impresa. Anche perché stava cambiando la struttura dei materiali del tennis e anche il tennis stesso. Così Jimmy Connors non si fece sfuggire l'occasione del prestigioso successo. L'era delle racchette di legno era ormai finita e la vittoria di Connors e della sua racchetta di metallo dava un segnale preciso.

campo sfidarsi secondo regole ben delineate, uomini che lottano l’uno contro l’altro, e alla fine, uno muore e l’altro sopravvive, simbolicamente, sul diabolico tabellone, senza mai toccarsi. Smagliante metafora di un aspro duello. Magnifico.

a cura di Roberto Tumminelli

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L’ Ice Borg che ha spezzato i nostri cuori

The series, offre sguardi nostalgici nel passato, caratterizzati da leggende della terra dei tempi passati

Bjorn Borg – lo svedese dal sangue freddo è stato “Marziano”, ha anche cambiato il modo in la gente un’icona e un iconoclasta, entrambe, nella storia del percepiva il gioco negli anni ’70. allora, il tennis era tennis. È stato diverso da molti nel suo contegno e una più una cosa da serve and volley offensivo, con nel suo stile. Forse ha portato la sua idiosincrasia un l’eccezione di giocatori come Jimmy Connors. Lo po’ troppo in la quando ha deciso di appendere la sua svedese non convenzionale ha spesso giocato 10 piedi racchetta al chiodo a soli 27 anni – al top della sua dietro la linea di fondo, rispondendo anche a colpi carriera quando aveva dalla sua 11 Grandi Slam – in impossibili con la sua firma di rovescio bimane un periodo di otto anni. Se avesse giocato un altro caricato con pesante topspin. Sul campo, non era uno paio di anni, avrebbe potuto aumentare quel numero, stratega, ma compensava con i suoi colpi, il comando ma Borg aveva perso la sua passione per il gioco. e il controllo della palla. Borg, il biondo enigmatico Quando Ice Borg se n’è andato con nonchalance , ha dalla lunga chioma, è stato un sex-symbol di quei portato via qualcosa che apparteneva al tennis, giorni. Se gli anni ’60 sono stati “Beatlemania”, gli lasciando un vuoto che ha tormentato i suoi fan per anni ’70 sono stati “Borgasm”! E’ sempre stato il molto tempo. Quando il “Dio vichingo” si è evoluto favorito dalle ragazze inglesi da quando fece il suo da “Angelo adolescente ad “Assassino angelico” e debutto a Wimbledon da timido 17enne. finalmente a 96

È stato un inizio sensazione per il giovane svedese quando centinaia di fan femminili l’hanno attaccato e trascinato al suolo nella frenesia

È stato un inizio sensazione per il giovane svedese principale stratagemma era provocare gli avversari. quando centinaia di fan femminili l’hanno attaccato e Borg ha vinto 5 Wimbledon consecutivi dal 1974 al trascinato al suolo nella frenesia. La sua presenza ha 1980, un record che è rimasto imbattuto fin’ora, creato un tale furore in campo che le autorità erano anche se Federer è riuscito ad eguagliare il numero. costrette a chiedere alla scuole di tenere d’occhio le Ha vinto uno dietro l’altro l’Open francese e loro adolescenti che venivano a vedere giocare il Wimbledon per tre anni consecutivi – un altro record giovane. che rimane tutt’ora imbattuto. Ha scelto di non Benedetto sia da talento che aspetto, sembrava che giocare gli Australian Open, qualcosa per cui non ha Bjorn Borg avesse tutto quello che un giocatore di mai provato rimorso in seguito, e per la quale ha tennis potesse sognare. Aveva un’aura di invincibilità avuto le sue ragioni. All’epoca l’Open australiano si intorno a lui quando sorprendeva gli spettatori con le giocava sull’erba e capitava inoltre alla fine della sue incredibili rimonte dall’orlo della sconfitta. Borg stagione. Quindi, Borg preferiva prendersi un ampio aveva un ottimo gioco di piedi e scannava i suoi periodo di riposo per esaurirsi poi nell’estenuante avversari con i suoi missili terra-aria così come il suo calendario. Lo US Open è rimasta la sua superficie contegno imperturbabile. Come le sue mosse, era sfortunata, dove ha dovuto avere a che fare con il difficile comprendere i suoi umori, in gran parte piatto del secondo classificato per quattro anni. dovuti alla frenesia dei suoi avversari, specialmente Jimmy Connors, il cui

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Quando Borg si è avventurato nell’imprenditoria, ha pensato di poter duplicare il suo successo sul campo anche nel business. Con grande sgomento, l’imprenditoria è stato un enorme fallimento. Per molti di noi, il più grande match della storia del Grandi Slam in 27 apparizioni e 62 titoli da 88 tornei. tennis è stata l’epica finale di Wimbledon 2008 tra Quando Borg si è avventurato nell’imprenditoria, ha Federer e Nadal; coloro i quali hanno testimoniato la pensato di poter duplicare il suo successo sul campo finale del 1980 tra Borg e McEnroe nello stesso anche nel business. Con grande sgomento, campo non sarebbero assolutamente d’accordo. l’imprenditoria è stato un enorme fallimento. Nel Durante quella partita da far rizzare i capelli, Borg 1989, Bjorn Borg Design – che produceva fece un’incredibile rimonta dopo aver perso il primo attrezzatura da tennis, vestiti e lozioni dopo barba è set 1-6. Il risultato finale recita 1-6, 7-5, 6-3, 6-7, 8-6. andata in bancarotta. Durante il set decisivo, McEnroe non è stato capace Per peggiorare le cose, il governo svedese l’ha di brekkare il servizio di Borg nemmeno una volta, e perseguitato per 40.000$ di tasse. Ha tentato un il secondo se n’è andato con la corona dopo aver ritorno senza successo nel circuito nei primi anni ’90, vinto 5 game a 0 contro il suo rivale. ma non è riuscito a vincere neanche un solo set McEnroe si è vendicò alla finale degli US Open che contro i suoi avversari. seguirono, e anche nella finale di Wimbledon Quando ha abbandonato finalmente nel 1997, i dell’anno successivo. creditori l’hanno inseguito per una circa di circa 1 Lo stesso anno, fece cadere nuovamente Borg nella milione di $. Poi un disperato Borg ha tentato di finale degli US Open, dopo la quale il secondo se n’è vendere i suoi cinque trofei di Wimbledon, insieme andato ritirandosi. Per allora, aveva dalla sua 11

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”Se vieni a casa mia, non vedresti niente di associato al tennis. Non sapresti che ho giocato a tennis. Non tengo cose, do via coppe e racchette per beneficienza.” alle racchette con cui ha vinto, inclusa quella con cui Una volta, in un’intervista al Boston Globe, Borg ha ha battuto McEnroe nella finale del 1980. in seguito a detto :”Se vieni a casa mia, non vedresti niente di una protesta dei fan e di giocatori come McEnroe e associato al tennis. Non sapresti che ho giocato a Agassi, Borg ha fermato la sua mossa. tennis. Non tengo cose, do via coppe e racchette per Sfortunatamente dopo averli dati alla casa di aste, da beneficienza.” È difficile indovinare perché Borg cui ha dovuto ricomprarli. Così Borg, ha provato voglia scappare da quello che è stata definita come la ancora una volta che non era bravo a prendere sua vita – il tennis. Il suo precoce ritiro e la decisione decisioni. di vendere i suoi premi lasciano perplessi. È assurdo Sul fronte personale, tre matrimoni, due divorzi, due pensare che Borg abbia paura del successo, ma lui figli e due figliastri, aggiunti alla divisione delle solo sa perché ha deciso di andarsene quando tutto spese. sembrava bello. Per lui, il tennis è un passato Le decisioni di Borg hanno pagato solo in campo, non lontano, ma per i suoi fan, è ancora il Re. Quei ricordi nella vita. In seguito, Borg è rinato dalle ceneri per non saranno mai cancellati dai loro cuori. fare un impressionante ritorno, traendo grande profitto dall’impresa Borg di intimo, scarpe e a cura di Princy Jones occhiali.

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Bonzi Gaspare

Gaspare Bonzi nacque a Genova il 21 Luglio del 1918, di origini piemontesi, trascorse la sua vita, sin dai primi anni dell’infanzia a Roma, dove i genitori si erano trasferiti per lavoro Gaspare, come giocatore non ebbe molta fortuna anche perché fu rapito dalla passione e dall’interesse per questo “Sport” legato soprattutto alle storie sportive del tennis, per cui egli anteponeva ai suoi impegni. Bonzi è stato anche un buon avvocato, professione che egli esercitava soprattutto per necessità economica ma ne avrebbe fatto sicuramente a meno, già perché tutte le sue prestigiose cariche non gli portarono soldi, ma a lui non interessavano più di tanto, egli viveva la vita con semplicità. Chi lo ricorda, come nel caso del dott. Francesconi, già Presidente del Circolo Tennis Roma, ci racconta del Alla giovane età di venti anni venne iscritto nei Guf di suo unico amore, il suo pensiero fisso, il gatto! Il suo Roma per le sue eccellenti qualità tecniche come amato gatto, che amava coccolare quando si ritirava giocatore di tennis, proseguendo poi la carriera al tra le mura di casa sua in via San Giovanni in Circolo Tennis Roma dove egli fu anche il primo Laterano. Socio del circolo e Presidente (soprattutto per Icona e socio quasi fondatore del circolo Tennis acclamazione) nel biennio 1977/78. A parte la Roma, gli amici di squadra, Mogos, Giauna, passione per il tennis, nulla aveva in comune con il Rampichini e Baruti, quella delle tante vittorie, più noto omonimo Leonardo Bonzi, campione l’hanno sempre ricordato per i punti preziosi che italiano di tennis, e non solo di questo sport ( realizzava in campo. Con Sergio Baruti, noto agente www.leonardobonzi.it ), ma soprattutto viaggiatore di attrezzature per il tennis, intraprendeva vere con a seguito sempre la sua racchetta, battaglie tennistiche. Sicuramente, si potrebbe documentarista ed eroico militare della seconda definire il Signor Baruti l’avversario storico di guerra mondiale. Di stirpe nobile, il Conte Leonardo Gaspare Bonzi. Bonzi si affacciò al cinema sposando la bellissima L’avvocato Gaspare era anche l'amico che raccontava attrice Clara Calamai, la prima donna del cinema tante belle storie, spesso avente per argomento le sue italiano a mostrare il suo seno nudo in una pellicola passioni sentimentali per le (La cena delle beffe, 1934). Tornando al Bonzi romano, non da meno, Gaspare fu personaggio di spicco nell’ambito della Federazione Italiana Tennis; Presidente del Comitato Regionale Lazio e Giudice Arbitro Internazionale ai tempi di Gennaro Farina, icona tra i G.A. in Italia. Chissà se i due ebbero modo d’incontrarsi sui campi da tennis.

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donne, ma anche episodi di fatti realmente accaduti durante gli incontri da egli diretti a volte in compagnia anche del più noto collega Gennaro Farina. Gaspare Bonzi amava la gioventù, soprattutto voleva essere circondato da giovani perché a loro cercava di trasmettere i valori dello sport e dell’amicizia, di fatto tra questi fu molto amato, anche perché si poneva a loro con modi scherzosi facendo a gara a chi raccontava più barzellette, viceversa accadeva nei il rigore e la disciplina si formavano gli studenti e gli riguardi dei soci adulti, da loro pretendeva atleti. Molti lo ricordano, dandone una immagine di inizialmente rispetto, si poneva talvolta con modi lui come una persona sempre pronta alla battuta scostanti ma non troppo, solo per far intendere a loro (aveva in serbo una barzelletta per ogni occasione). e ai presenti che davanti avevano comunque un Un amico del Bonzi di vecchia data, Gerardo Bonardi, uomo d’altri tempi abituato ad un altro tipo di M° di tennis, ha detto di lui: “E’ stato molto attivo nel contegno, autorevole e fiero di essere appartenuto al tennis, gli rimproveravo solo di fumare troppo”, periodo monarchico dove con terminando il commento commosso per via della morte che coinvolse l’amico, malinconico dramma per gli amici che restano, il Bonzi, avendo trascorso tutta la sua vita solo senza nessuna compagna, fu trovato infartuato in casa. Portato d’urgenza all’ospedale San Giovanni, morì dopo pochi giorni a causa di una crisi respiratoria dovuta alla paresi causata dall’infarto. Ripensando al personaggio gioviale qual’era, e sconcertante sapere oggi di un fatto così triste accaduto ad una persona tanto amata e piena di amici. L’Avvocato, come voleva che fosse chiamato, preferiva spostarsi a piedi, anche perché non aveva la patente, a volte nelle sue passeggiate lo accompagnava l’amico Francesconi, entrambi, spesso, cenavano assieme in una trattoria nei pressi dell’abitazione del Bonzi, lì l’Avvocato, inizializzò il suo amico al consumo di prelibate polpette che, sotto sua dettatura per quel che riguardavano gli ingredienti da adoperare, venivano confezionate con abile maestria dall’Oste sotto casa. Insomma il povero presidente si prestò anche a fargli da cavia ma in verità al dott. Francesconi a tutt’oggi gli è rimasto il sapore sotto il palato di quelle polpette mai più degustate.

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Gaspare Bonzi amava la gioventù, soprattutto voleva essere circondato da giovani perché a loro cercava di trasmettere i valori dello sport e dell’amicizia

Uno dei giovani ragazzotti del Tennis Roma, già aver visto in campo complessivamente una squadra stimato direttore dell’Acquasanta, uno dei più bei che non si era risparmiata. In men che non si dica fui circoli di Roma, ci racconta di un episodio accaduto destinatario di innumerevoli esclamazioni ed al rientro di un importante incontro dove il Signor esternazioni di disappunto mai udite prima! Chi lo Bonzi era presente in qualità di capitano: conosceva sapeva quanto gli fosse stata cara quella “Tornavamo da Vigevano dove avevamo disputato e vittoria mancata - M. Cucchiaroni - ” perso la finale del campionato italiano SERIE B (a proposito, mi chiedo come è che fu che non (Coppa Croce) contro il T.C. Milano. Vista la nostra s’incontrarono i due Bonzi nemmeno in squadra composta oltre che dal sottoscritto, da quest’occasione). Bonardi, Castelnuovo, Bon, Fanfani, Pellegrini e visto che quel traguardo l’avevamo conquistato comunque a cura di Salvatore Sodano con grandi prestazioni, le nostre ambizioni di vittoria (pubblicato su Tennis Ticinese) erano forti ed anche quelle del nostro capitano. Così, durante il volo di rientro a Roma, Gaspare se ne stava defilato non lontano dal gruppo, fino a quel momento non s’era mai visto così scuro in volto. Provai a sdrammatizzare su l’amara sconfitta cercando di avvalorare il fatto di

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Vita di Kamal

Dedicato a Mansour Bahrami Kamal (perfezione) era nato con il sorriso. I suoi occhi sprizzavano sempre un’incredibile positività e gioia per la vita.

I suoi occhi sprizzavano sempre un’incredibile guardavano entusiasti in televisione un gioco dove positività e gioia per la vita. Eppure Kamal era nato due giocatori, vestiti rigorosamente di bianco, si poverissimo. Viveva, insieme ai suoi cinque fratelli, scambiavano con maestria attraverso una rete una in uno sperduto villaggio di contadini, dove suo padre palla con una racchetta di legno. Hassan (buono) e sua madre Farah (gioia) li facevano Kamal rimase per alcuni minuti a guardare quel crescere con tanto amore e poco, molto poco, pane. gioco, ipnotizzato da quei due bravissimi giocatori, Kamal da piccolino trascorreva le sue giornate specialmente da quello mancino e rossiccio che capì insieme al suo amico del cuore Iman (fedele) solo che si chiamava Rod qualche cosa. Kamal inventandosi continuamente dei giochi dal nulla. Un sarebbe rimasto ore a guardare quel gioco, che in giorno Kamal passava di corsa insieme ad Iman seguito scoprì chiamarsi tennis, ma venne richiamato davanti alla casa del “riccone” del paese, l’unico che all’ordine dai lamenti del suo povero amico che stava addirittura possedeva un vecchissimo televisore in per svenire sotto il suo peso. Kamal spiegò al suo bianco e nero. I due amici furono incuriositi dalle fedele amico ciò che aveva visto e i due amici grida e dagli applausi provenienti dall’interno della decisero di praticare anche loro quel gioco. casa. Kamal costrinse Iman a portarlo sulle spalle e si Si costruirono con dei vecchi stracci una palla di aggrappò al davanzale della finestra per sbirciare stoffa che, però, rimbalzava poco e male e all’interno della stanza e vide quattro uomini che utilizzarono come racchette due rudimentali tavole di legno trovate in un vecchio fienile e passarono i pomeriggi dei mesi successivi a cimentarsi nel loro nuovo gioco. Ma la sopravvivenza in quel lontano e sperduto villaggio dimenticato da Dio diventava ogni giorno più difficile. Così Hassan decise di trasferirsi con tutta la sua famiglia nella capitale del Paese per cercare un futuro migliore. E fu fortunato perché trovò quasi subito lavoro come giardiniere nell’unico circolo tennis della città.

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Kamal nei pomeriggi dopo la scuola andava sempre a trovare il padre al circolo e riusciva a ottenere qualche spicciolo di mancia facendo da raccattapalle agli aristocratici soci del club che avevano l’assoluto ed esclusivo utilizzo dei campi da tennis. Malgrado questo assurdo divieto, il ragazzo nelle caldissime ore intorno a mezzogiorno si intrufolava sui campi insieme ai suoi nuovi amici raccattapalle e giocava utilizzando qualche vecchia pallina sottratta ai soci e qualche pezzo di legno scovato nel ripostiglio del Un assolato e caldissimo pomeriggio estivo, mentre circolo. Kamal si allenava furtivamente con i suoi compagni Kamal in quella specie di tennis era veramente un al suo solito “quasi “ tennis, fu notato giocare da fenomeno e surclassava tutti i suoi compagni, Habib (amico), uno dei pochi soci aristocratici di ricordando con nostalgia le infinite ore passate al suo buon cuore del circolo. Habib rimase incredibilmente paese natio giocando con la palla di stoffa insieme al impressionato dall’ abilità di Kamal nel ribattere la suo carissimo amico Iman, di cui aveva perso, con pallina dall’altra parte della rete, malgrado utilizzasse enorme rammarico, le tracce. uno strumento che lo costringeva a sfidare ogni volta le leggi della fisica e decise di regalargli una sua vecchissima racchetta di legno. Kamal lo ringraziò in ginocchio piangendo dalla felicità e dall’emozione e decise di provare subito la sua nuova “arma “. Naturalmente con il suo fenomenale “nuovissimo “ strumento al ragazzo riuscirono subito delle nuove e più incredibili giocate e Kamal stupito e meravigliato dall’istantaneo miglioramento del suo gioco, eccitatissimo, continuò a giocare senza accorgersi dell’arrivo dei custodi del campo che lo picchiarono a sangue per punire il suo comportamento incredibilmente arrogante e irrispettoso delle regole del circolo e gli spaccarono la racchetta i mille pezzi. Kamal scoprì quel giorno, una volta ancora di più, quanto può essere ingiusta e crudele la vita. Ma non perse il suo sorriso e il suo naturale ottimismo e continuò imperterrito i suoi allenamenti segreti a “ quasi “ tennis. Quando aveva ormai quasi sedici anni fu notato per caso allenarsi da un dirigente della federazione del suo Paese in visita al suo circolo, che decise immediatamente di parlare alla dirigenza del club perché a quel ragazzo, straordinariamente dotato e

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In poco più un anno raggiunse il livello dei più forti giocatori del suo Paese, tanto che la federazione decise di premiarlo iscrivendolo al torneo di Wimbledon juniores.

sempre sorridente, doveva essere data la possibilità della dignità e non disse niente a nessuno. di allenarsi sul serio. Kamal ovviamente apprese la Così si ritrovò in campo, tre giorni dopo, fisicamente notizia con incredibile felicità e comincio finalmente completamente svuotato e non riuscì a vincere ad allenarsi seriamente a tennis. In poco più un anno nemmeno un gioco. Ma neanche questa volta Kamal raggiunse il livello dei più forti giocatori del suo perse il suo ottimismo e il suo sorriso e tornato in Paese, tanto che la federazione decise di premiarlo patria continuò ad allenarsi sognando di poter un iscrivendolo al torneo di Wimbledon juniores. Kamal giorno tornare a calcare i campi di Wimbledon con non stava nella pelle al pensiero di poter calcare i maggior fortuna e magari nel torneo senior. Ma la campi del tempio mondiale del tennis ed era malasorte non voleva proprio lasciarlo in pace e incredulo alla notizia che la federazione gli avrebbe quando ormai aveva raggiunto il livello per giocare la offerto gratuitamente il biglietto aereo e addirittura coppa Davis per il suo Paese, scoppio la guerra civile anche il soggiorno in albergo. Quando sbarcò, e il potere fu assunto da forze governative entusiasta, in terra inglese , si accorse, però, che assolutamente reazionarie e anti-occidentali che c’era un piccolo problema: l’albergo era pagato, ma vietarono anche la pratica del tennis visto come sport non erano compresi i pasti e lui non aveva consumistico e filo-americano. praticamente soldi. Come se non bastasse il suo Per quasi altri tre anni Kamal non potè giocare a incontro era in programma tre giorni dopo. Kamal tennis, come se non fossero bastati tutti gli anni persi aveva un naturale e forte senso nella sua giovinezza…

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Ma anche questa volta non perse il suo ottimismo e il Rashid prese a cuore le sorti di Kamal e lo presentò al suo sorriso e continuò a sognare di poter fare nella presidente del circolo tennis locale proponendolo vita quello per cui sentiva di aver talento e una come maestro. Kamal riuscì così ad avere un smisurata passione: il tennista professionista. Così permesso di soggiorno di altri sei mesi e cercò di un giorno riuscì a racimolare ben… 200 dollari e un sbarcare il lunario con le poche lezioni di tennis che biglietto navale e partì per l’Europa in cerca di un riuscì a fare. Allo scadere dei sei mesi Kamal aveva nuovo inizio. Arrivò in Francia, a Nizza, e si accorse una sola opportunità per cercare di prolungare il suo subito che con i suoi pochi spiccioli non avrebbe soggiorno in terra francese : dichiararsi esule potuto sopravvivere che qualche giorno. politico. Ma a lui non era mai interessata la politica Passeggiando spaesato per la città passò davanti al ed aveva troppa dignità per mentire. Così decise di Casinò e in lui balenò l’idea di tentare la sorte per scappare a Parigi per continuare a rincorrere il suo cercare di moltiplicare il suo misero bugdet … ma sogno tennistico. perse tutto ! Anche questa volta la vita sembrò Nella capitale su un autobus incontrò Fariba voltargli le spalle e si ritrovò disperato, senza un (affascinante) una bellissima ragazza di origini soldo e senza cibo a dormire all’aperto. Questa volta iraniane che lavorava come segretaria in un ufficio Kamal sentiva di essere veramente in una situazione poco distante. Kamal sentì di essersi innamorato senza speranza e senza via d’uscita, solo, senza soldi, all’istante e si avvicinò a lei con i suoi occhi senza lavoro, senza visto di soggiorno in una nazione che non conosceva e senza la conoscenza della lingua locale Il giorno seguente Kamal camminava disorientato per le strade della città e incredibilmente si imbattè in Rashid (coraggioso) un suo vecchio amico che aveva conosciuto qualche anno prima nel suo Paese e che aveva trovato lavoro da poco in Francia.

sorridenti che continuavano , malgrado tutto, ad esprimere gioia e rispetto per la vita e per gli altri. Fariba comprese immediatamente che quell’uomo era diverso da tutti gli altri che aveva conosciuto nella sua vita, meravigliosamente diverso… La vita di Kamal con l’amore cambiò in meglio e, anche se ormai alla soglia dei trent’anni, riuscì finalmente a coronare il suo sogno di diventare un tennista professionista. La sua storia, però, commosse tutti i suoi colleghi, che riconobbero tutti che Kamal, senza quella vita così difficile che aveva saputo con grande forza e dignità attraversare, sarebbe diventato un campione del loro sport.

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Ricorda sempre che la vita è un dono meraviglioso e non è importante se si vince o si perde , l’importante è continuare sempre e comunque a giocare e a sorridere …

Per questo motivo a fine carriera Kamal fu invitato a giocare alla pari dei grandi campioni del passato nel senior tour e ancora oggi gira il mondo insieme alla sua famiglia soggiornando in alberghi a cinque stelle ( questa volta con vitto pagato ), dispensando giocate incredibili e il suo meraviglioso sorriso a tutti quelli che hanno la fortuna di vederlo giocare e a cui ricorda sempre che la vita è un dono meraviglioso e non è importante se si vince o si perde , l’importante è continuare sempre e comunque a giocare e a sorridere …

Liberamente ispirato alla vita del mio tennista preferito: Mansour ( protetto da Dio) Bahrami a cura di Andrea Guarracino

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Le perle mancanti

I tabù dei grandi campioni

Nel corso degli anni, a volte per questioni finanziarie, altre per fattori legati all’esplosione o al declino di campioni nei diversi paesi, la geografia dei due circuiti a livello mondiale è cambiata parecchio e di conseguenza le perle mancanti hanno cambiato nome e luogo. In ogni caso, come vedremo, nessuno (o quasi) è riuscito a completare l’album delle figurine.

Maestro senza laurea – Per uno che ha centrato non una bensì due volte il Grande Slam, parlare di lacune nella vetrinetta dei trofei è quantomeno azzardato. Eppure, al grandissimo Rod Laver sarà Quali sono i grandi tornei che mancano nelle capitato diverse volte di ripensare alle due finali prestigiose collezioni private dei campioni e delle perse contro Ken Rosewall a Dallas, nel biennio campionesse che hanno fatto la storia del tennis 1971/72. In entrambe le occasioni erano in palio un nell’Era Open? E, soprattutto, c’è qualcuno tra bel gruzzolo di dollari e il titolo di maestro del costoro che può legittimamente dichiarare: io ho circuito WCT, quello del petroliere Lamar Hunt, che vinto tutto? Prima di individuare e analizzare i tabù all’epoca riuniva tutti i migliori giocatori in dei più grandi tennisti degli ultimi 45 anni, è circolazione. Il “razzo” di Rockhampton ebbe poca opportuno precisare che non tutti i francobolli hanno fortuna anche con il Master del Grand Prix: in lo stesso valore. Non ci sono dubbi, infatti, che al occasione della sua unica partecipazione, quella momento attuale i quattro slam siano in cima alla relativa alla prime edizione che si svolse al lista dei desideri di chiunque maneggi una racchetta Metropolitan Gymnasium di Tokyo, l’australiano con una certa ambizione mentre, tanto per fare un chiuse il round-robin con le stesse vittorie di Stan esempio, la Coppa Davis sembra aver perso buona Smith (4) ma finì alle spalle dello statunitense in parte del suo fascino e della sua importanza. quanto perse proprio il confronto diretto. Tuttavia, solo tre decenni fa il prestigio che un giocatore ricavava alzando l’insalatiera era assai superiore a quello che otteneva aggiudicandosi gli Australian Open, per lungo tempo definiti a giusta ragione “la gamba zoppa dello Slam”. La situazione è analoga se rapportata ai tornei di seconda fascia, quelli che adesso sono i Masters 1000 per l’ATP e i Premier Mandatory per la WTA.

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Jimmy Connors ha sempre mostrato scarsa dimestichezza quando si è trovato a calpestare la terra rossa.

Il 1974 di Jimbo – Come molti suoi connazionali, Dieci anni dopo invece… - …il teatro è lo stesso anche Jimmy Connors ha sempre mostrato scarsa ma cambiano gli attori. A giocarsi la finale del Roland dimestichezza quando si è trovato a calpestare la Garros sono infatti John McEnroe, guarda caso terra rossa. Eppure ai , su un totale di americano e mancino, e Ivan Lendl; il cecoslovacco tredici partecipazioni, il mancino di Belleville ha dalle guancie scavate è alla quinta finale in uno slam raggiunto quattro volte le semifinali e altrettante i e le quattro precedenti le ha perse, tanto da far quarti, a dimostrazione di una certa competitività. dubitare sulla sua reale tenuta psicologica nei Ecco perché nel 1974, la sua annata migliore quanto momenti importanti. McEnroe, già plurititolato a a prestazioni negli slam, avrebbe anche potuto fare Wimbledon e Flushing Meadows, sta disputando di meglio se l’ATP non gli avesse impedito di scendere gran lunga la sua miglior stagione e sente di poter in campo al Roland Garros in quanto iscritto al sfatare finalmente il tabù della terra europea e World Team Tennis, l’associazione “rivale”. In quella riportare negli States la coppa dei moschettieri quasi stagione Jimbo si aggiudicò Australian Open, tre decenni dopo l’ultima volta, quando ci riuscì Tony Wimbledon e US Open e rimarrà sempre il dubbio di Trabert. Johhny Mac domina i primi due set e sale 4- cosa sarebbe accaduto se gli avessero consentito di 2 nel quarto (dopo aver ceduto il terzo) ma alla lunga gareggiare anche a Parigi. la pazienza e la preparazione fisica di Lendl avranno la meglio e l’americano vedrà sfumare la possibilità di

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Proprio con la demolizione del sogno di McEnroe, Ivan lendl fece il suo ingresso trionfale nel tennis degli eletti

conquistare l’unico grande torneo che manca al suo ricco repertorio. È vero: McEnroe non ha mai vinto nemmeno a Melbourne ma nel suo tempo in Australia ci si andava alla fine della stagione e c’è da giurare che, in quell’orwelliano 1984 in cui dominò la scena, se John avesse avuto in tasca ¾ di Grande Slam sarebbe certamente andato a calpestare l’erba del Kooyong con ottime probabilità di suggellare la stagione perfetta.

Chi la fa l’aspetti – Proprio con la demolizione del sogno di McEnroe, Ivan lendl fece il suo ingresso trionfale nel tennis degli eletti e alla fine della carriera arrivò a giocare 19 finali in un major, vincendone 8 che, sommati agli altri 86 tornei conquistati, ne fanno il secondo nella classifica all-time dei trofei alzati. Eppure, siamo quasi certi che Ivan avrebbe barattato diverse di queste coppe con l’unica che non ha mai potuto toccare: quella di Wimbledon. Nell’intenzione di adattare il suo gioco all’erba inglese, Lendl (che pure si impose due volte al Queen’s, nel biennio 1989/90) arrivò perfino a saltare due edizioni consecutive del Roland Garros (torneo in cui partiva sempre tra i grandi favoriti) per allungare il periodo di allenamento sui prati. Ma, forse anche perché le sue stagioni migliori erano ormai passate, il sacrificio si rivelò del tutto inutile: nel 1990 venne sconfitto in semifinale da Edberg mentre l’anno dopo si fece sorprendere addirittura al terzo turno da Wheaton. Così, per il futuro coach di Murray, i risultati migliori a Church Road rimangono le finali del 1986 e 1987, in cui però non raccolse nemmeno un set rispettivamente contro Becker e Cash.

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Terra bruciata – Come McEnroe, ecco altri due campioni a cui la terra rossa ha negato la gloria eterna. Per uno, Boris Becker, è stato proprio un tabù assoluto; per l’altro, Stefan Edberg, è stato invece la negazione del Career Grand Slam. Il tedesco, che a Parigi in nove partecipazioni ha raggiunto tre volte le semifinali, ha chiuso la carriera con 49 titoli in bacheca, nessuno dei quali però ottenuto sul mattone tritato, che l’ha respinto sei volte in finale. Di queste, tre particolarmente combattute a Montecarlo nel colmare la lacuna recandosi a Gstaad nel ’98, per la 1989 (7-5, 2-6, 7-6, 7-5 con Alberto Mancini), 1991 prima volta in carriera, ma anche lì, pur dopo aver (5-7, 6-4, 7-6, 7-6 con Sergi Bruguera) e 1995 (4-6, 5- sconfitto Mantilla e Rios, trovò uno specialista 7, 6-1, 7-6, 6-0 con tanto di doppio fallo sul primo dei (Corretja) che gli sbarrò strada sul traguardo. due match-ball avuti a disposizione e sprecati), Depositario di un gioco offensivo che ancora, negli mentre nel 1990 ad Amburgo e nel 1994 a Roma anni a cavallo fra gli ‘80 e i ‘90, non doveva fare i perse netto con Aguilera e Sampras. Boris fece un conti con l’uniformità delle superfici di gioco e il ultimo tentativo di progresso tecnologico di palline e racchette, Stefan Edberg riuscì a conquistare tre titoli sul rosso (Madrid, Amburgo e Gstaad) e chiudere la carriera con un più che dignitoso bilancio di 138 vittorie e 64 sconfitte su quella superficie. Tuttavia, per l’elegante scandinavo la più grande amarezza fu presumibilmente la sconfitta patita nella finale dei French Open 1989, quando si trovò avanti due set a uno ed ebbe dieci palle-break non sfruttate nel quarto contro Michael Chang. Alla fine perse 6-2 al quinto e, con i doppi successi rimediati agli Australian Open, Wimbledon e US Open, Parigi per lui rimase una chimera.

Altri due svedesi – Oltre a “Stefanello”, la Svezia ha partorito altri due numeri uno del mondo: Borg e Wilander. Simili nel modo di intendere il tennis, Bjorn e Mats ebbero però due appuntamenti diversi che finirono per respingerli sempre. Borg, che trionfò sei volte al Roland Garros e cinque consecutive a Wimbledon, non ebbe praticamente mai la spinta per recarsi in Australia alla fine dell’anno in quanto New York gli fu sempre ostile. L’orso frequentò il major statunitense sia a Forest Hills che a Flushing Meadows e su tre diverse superfici ma dovette accontentarsi, si fa per dire, di 112

quattro finali, tutte perse. La prima, sulla terra verde Assai più variegata è invece la collezione di Andre nel 1976, e la seconda, sul cemento nel ’78, per mano Agassi, capace di aggiudicarsi almeno uno dei suoi 60 di Connors; la terza e la quarta invece (1980/81) lo titoli complessivi per ben 18 anni su 19 (dal 1987 al videro sconfitto da McEnroe. 2005 con la sola eccezione del 1997!): un record Wilander invece ha distribuito i suoi sette titoli dello invidiabile, ancora più significativo se si considera slam su tre diverse superfici ma, pur avendo vinto che Agassi ha conquistato almeno una volta ciascun due volte a Melbourne quando ancora si giocava major, il Master (o ATP Finals che dir si voglia), la sull’erba (1983/84), a Wimbledon non è mai andato Davis e l’oro olimpico. Allora: è lui l’uomo senza oltre i quarti di finale (conquistati in tre occasioni macchia e senza paura? A una prima visione, consecutive dal 1987 al 1989) in quello che resta sembrerebbe di sì anche perché scorrendo la lista dei l’unico major mancante nel suo palmares. trofei troviamo i quattro Masters 1000 sul cemento americano, i due indoor autunnali (Bercy e Madrid, Terra bruciata (2) – Ci risiamo! Altri due che all’epoca non si era ancora trasferito alla Caja grandissimi, guarda caso americani, che hanno Magica) e perfino Roma. chiuso le rispettive immense carriere con un neo Dato però che ci siamo assunti il gravoso compito di “rosso”. Molto più evidente quello di Pete Sampras, fare le pulci ai campioni, rileviamo che i due padrone assoluto di erba e cemento, che ha provato inutilmente ad esorcizzare Parigi. C’era quasi riuscito nel 1996 quando in semifinale incappò nel russo Kafelnikov, un tipo che l’avrebbe battuto appena due volte in tredici confronti diretti ma una di quelle fu proprio quel giorno: 7-6, 6-0, 6-2 e per Pete il sogno del Roland Garros rimase tale.

(piccoli) nei del signor Graf sono Montecarlo e Amburgo, tornei ai quali Agassi ha preso parte saltuariamente e molto spesso con scarsa convinzione: mai oltre il terzo turno in quattro presenze nel Principato e un solo quarto di finale su cinque partecipazioni in Germania. Vedremo però che nessuno, nemmeno tra i fuoriclasse ancora in attività, può finora vantare un palmares così completo.

Tra i due litiganti… - E siamo alla rivalità per antonomasia, quella tra Federer e Nadal (citati in questo ordine, alfabetico, per non urtare la suscettibilità dei tifosi dell’uno o dell’altro…). Pur essendo in lizza entrambi per aspirare al titolo di

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Aver interrotto giusto un anno fa il dominio di Nadal a Montecarlo può aver rinnovato la fiducia del serbo, che ha i numeri per fare il colpaccio. Oltre al Roland Garros, l’altro trofeo eccellente solo sfiorato da Djokovic è quello del Masters 1000 di Cincinnati; in Ohio quattro finali perse (due con Federer, altrettante con Murray) e tanta voglia di riscatto.

“migliore dell’Era Open” e ancora in grado di colmare Masters 1000 di Miami e Shanghai (quattro finali le rispettive lacune, Roger e Rafa al momento complessive, di cui due perse con Davydenko). presentano ancora qualche fastidioso zero nelle colonne dei trofei che contano. Completato il poker …il terzo gode – Il terzo non poteva essere che dei major (a Parigi nel 2009 Federer, l’anno dopo a Novak Djokovic. L’obiettivo stagionale del serbo è Flushing Meadows Nadal), i due si sono tolti a chiaramente il Roland Garros, torneo che lo ha visto vicenda l’opportunità di riempire alcuni significativi quattro volte semifinalista e una volta finalista. Da spazi vuoti: l’iberico ha impedito allo svizzero di quando si è presentato la prima volta al Bois de conquistare Montecarlo e Roma (battendolo cinque Boulogne (era il 2005), Nadal ha lasciato agli altri volte in finale) e viceversa se Nadal non ha ancora una sola possibilità di alzare la coppa dei vinto il Master lo deve in buona parte ai tre ko patiti moschettieri; era il 2009, il campione in carica perse contro Federer (due semifinali e una finale). con Soderling e alla fine ad approfittarne fu Federer. Oltre alle questioni interpersonali, ce ne sono altre Quell’anno Djokovic perse addirittura al terzo turno che invece hanno cause diverse. Federer non ha mai da Kohlschreiber ma in seguito il rendimento di Nole vinto la Coppa Davis (anche se quest’anno sembra sulla terra parigina è lievitato e proprio nell’edizione intenzionato ad andare fino in fondo) e l’oro alle 2013 Djokovic ha avuto parecchio da recriminare per olimpiadi: Nadal invece è ancora a secco nei la rocambolesca sconfitta al quinto set contro Rafa.

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La bellezza

Moda nel tennis o tennis alla moda?

I due mondi sono da sempre correlati. È professione; e le sportive lo sanno bene. In particolar possibile affermarlo perché, sin dagli inizi, non modo le tenniste. sono state di certo poche le occasioni che hanno Le signore del tennis tuttavia, per anni si sono confermato il loro reciproco influenzarsi. Basti nascoste dietro look pratici e di impostazione decisamente maschile. Probabilmente troppi. Finché pensare ai conosciutissimi gilet con lo “scollo a un giorno (per esattezza a partire dalla fine degli anni V” della Sergio Tacchini; o al tessuto Jersey Petit ’90), l’importanza estetica ha assunto un ruolo Piqué, ideato mirabilmente da René Lacoste per centrale, anche nelle realizzazioni di chi si prodigava i suoi colleghi, negli anni ’30. Con il passare del per l’immagine delle paladine della racchetta (e tempo, per di più, tutti i brand sportivi hanno pensare che neppure troppo tempo prima, l’avvenuta fatto a gara nel creare completi alla moda, capaci conquista dei pantaloncini legata all’altra metà del di valorizzare finemente i corpi statuari degli circuito, quella rosa, era stata “santificata” dalla atleti. Quelli femminili soprattutto. Perché Navratilova come un vero e proprio trionfo, sentirsi belle, è un’acquisizione che va oltre la un’acquisizione concreta di quello che veniva visto propria come una tassello aggiunto alla

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Andando avanti con i cicli, i confini tra la “passerella” e le “linee del campo” sono andati sempre più assottigliandosi

tanto inseguita “parità dei sessi”). Parole d’amore le sue. Di attrazione e richiamo, verso uno stile che l’ha portato a trascinare I confini son saltati all’interno del suo atelier nomi come quelli della Cos’è cambiato allora in così poco tempo? Come Seles, della Vinci, o della Errani, con l’intento di siamo tornati alla “tennista-donna e con la mixare nei suoi seguitissimi eventi, il “far gonna”? tendenza” in modo popolare, con il La verità è che andando avanti con i cicli, i “movimento”. confini tra la “passerella” e le “linee del campo” E che dire piuttosto della collezione creata dalla sono andati sempre più assottigliandosi; e Hingis per l’azienda canadese Yonic Lifestyle l’hanno fatto fino al punto in cui i due Apparel? O della collaborazione di Stella entourage, sono poi divenuti l’uno il trampolino McCartney con il marchio tedesco Adidas? di lancio dell’altro. «Volevo cambiare quello che vedevo», ebbe Sarà un caso? No di certo. E Giorgio Armani è modo di spiegare la figlia del baronetto della pop tra coloro che si sono affannati per far sì che non music. «Le nuance erano troppo basic e non lo fosse. «Fragilità, coraggio, grazia e forza bruta; c’erano molte variazioni riguardo i temi toccati. tutte miscelate insieme. Questo è il modo in cui Ho intravisto una reale opportunità di vedo questa disciplina». rimediare, mettendomi all’opera con tecnologie 117

C’è chi preferisce dedicare più tempo alla chioma, chi ai vestiti, chi al make up. Dal rimmel al lucidalabbra, il trucco è tangibile e complice amico.

Semplice rivendicazione delle proprie capacità di stilista, o nascita di un vero e proprio settore a se stante? Presumibilmente entrambi. Ma da quanto è facile intravedere, la prima delle due opzioni è quella che risulta potenzialmente più papabile (e lo è non tanto per puro narcisismo professionale, quanto per una sana e sentita appartenenza di genere, a cui il gentil sesso è ancorato sin dal principio). L’essere donne d’altra parte è un vero e proprio esercizio quotidiano: mantenersi gradevoli prima di tutto! E ognuna lo fa a modo suo. Con i propri segreti. C’è chi preferisce dedicare più tempo alla chioma, chi ai vestiti, chi al make up. Dal rimmel al lucidalabbra, il trucco è tangibile e complice amico.

Trucco? Che sia waterproof L’unico consiglio? Che sia waterproof. Molte le società produttrici, madrine di prodotti mirati. Dalla Shiseido, alla Max Factor, passando per la Kiko e il suo caleidoscopio di tinte e guide piene di suggerimenti disponibili online. Per non parlare dell’infinità di creme e protezioni, praticamente indispensabili per chi (facendo parte del circuito), viene esposta ai raggi solari la bellezza di dieci se non undici mesi l’anno.

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Un eccesso invadere di creme e rimmel la sacralità dei minuti che precedono il match? Non si direbbe, e le mura degli spogliatoi WTA ne sanno qualcosa. A dimostrarlo, il numero sempre più crescente di “punti beauty” messi a disposizione delle atlete. Per alleviare lo stress pre e post partita difatti, ci sono diverse modalità: massaggi alla testa, al viso, shampoo, pettinature up to date… curatissimo difatti, sembra esser diventato oggi Squadre complete di “professionisti un vero e proprio must. Le acconciature dell’avvenenza”, si prestano (oramai all’ultimo grido (oltre che a rendere autentiche giornalmente), al soddisfacimento di ogni icone di bellezza), vengono sfoggiate più che piccolo capriccio che passi per la testa delle volentieri durante gli incontri; oltre che per le campionesse in giro per il mondo. loro qualità pratiche, anche per quelle Presentarsi in campo con un aspetto valorizzanti e (perché no) confortevoli. «Mi gratifica avere i capelli lunghi fuori dal campo. Per questo quando gioco opto per un’annodatura multipla costruita su più basi. Divido i miei capelli in tre piccoli insiemi e poi li uso per farne una sola». Alla russa Maria Kirilenko, piace vedersi così. A lei, all’Azarenka, alla Wozniacki… Mentre quella più famosa, la trecciona della Kournikova? Insomma, alta, bassa, tenuta da fascetta o semplicemente abbozzata… tra colpi e contraccolpi, la treccia ha fatto il suo ingresso prepotente nel circuito. Ed è un’alleata. Soprattutto se paragonata, in quanto a innovazione, alla coda di cavallo in “stile country”, sfoggiata alla fine degli anni ’70 da Chris Evert (rimasta fra i più solidi evergreen dei giorni nostri).

Sorella eccentricità Ma come valutare allora, chi il proprio outfit se lo disegna da sola? “EleVen”, è una marca di abbigliamento creata per la palestra e gli

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sportivi nel 2007. Venus Williams ne è Oltre la multa stanziata dall’organizzazione degli l’ideatrice. Tonalità fluorescenti, spacchi laterali Open d’Australia nei confronti delle giocatrici e design rivoluzionario, la fanno da padrone. che “osano troppo” (ne sa qualcosa l’americana Al suo fianco (a spalleggiarla in tema di Mattek); o anche oltre i commenti puritani della eccentricità), non poteva mancare ovviamente la pluri trionfatrice di Slam Margaret Smith Court? complice sorella Serena. Anche lei palesemente Lei che qualche tempo fa, in un’intervista patita di passerelle e originalità. A darne avrebbe appunto affermato: «Gli stadi di tennis conferma, il suo varcare la soglia del rettangolo non sono di certo i luoghi adatti per mostrarsi. di gioco (tanto per fare un esempio), con i Non siamo mica in spiaggia. Se si è brave, non “Boots”. Una sorta di gambaletti rigidi, da c'è bisogno di essere persino appariscenti». mettere sopra le scarpe. Lucidi e di colore bianco e giallo, oppure nero. Indelebili tanto quanto L’Era di chi sa osare l’impermeabile e la borsa da passeggio, con cui si Ecco. Di ragioni per non scrutare troppo più in è fatta poi vedere in occasione di Wimbledon là, a quanto pare ce ne sarebbero. E pure tante. 2008. Prima tra tutte, il fatto che un campo da tennis Un po’ eccessivi? Forse troppo. Fino a che punto però è lecito spingersi? Insomma, qual è la soglia che porta a confondere il mostrare con l’osare? L’aggraziato con il trash? I buoni conservatori probabilmente, si sarebbero arrestati già sui colori. Tutti gli altri però? In fondo perché non sarebbe giusto guardare oltre?

Pnon è un campo da Beach. Oppure che questo è uno sport ricco di fondamenta e (non ultimo) di charme allo stato puro. Solo che il progresso fa parte della nostra storia, del nostro sistema. Una società in cui l’osare è al centro delle dinamiche esistenziali, in cui tale “progresso” si materializza nelle mise incantevoli di Maria Sharapova (esaltate dagli orecchini fatti su misura per lei da Paloma Picasso), o nel sogno di Ana Ivanovic di creare una linea di cosmetici tutta sua; nelle copertine di riviste patinate che non si fanno pregare nel proporre tenniste, o in qualche ingenua sessione fotografica di nudo, alla quale non si è sottratta,

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Margaret Smith Court: «Gli stadi di tennis non sono di certo i luoghi adatti per mostrarsi. Non siamo mica in spiaggia. Se si è brave, non c'è bisogno di essere persino appariscenti» prima fra tutte, la slovacca Daniela Hantuchova… In fondo, perché no? Che male c’è nell’assecondare i consigli originali, di coloro che si adoperano con tutti loro stessi per cercare di “dettar legge”? La vera femminilità d’altra parte, non si misura in termini di taglia, lineamenti oppure altezza. Una gonnellina o un top provocatori da indossare durante gli incontri, non rendono una donna meno degna di essere definita tale. Fanno solo marketing. E i cromosomi XX lo garantiscono… a cura di Sara Di Paolo

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Gli occhi di Alfonso

Elogio dell'umiltà

dentro di me. La partita cambia e riesco a vincerla nettamente al terzo set. Dopo poche settimane Alfonso muore e io mi ritrovo una mattina al cimitero a piangere da solo sulla sua tomba. Gennaio 1998: Sono a Formia sui campi in veloce del Grand Hotel Fagiano dove ho organizzato dei corsi di tennis per ragazzi. Appena finita la lezione mi reco nella hall dell’albergo per prenotare i campi per la settimana successiva. Lì, seduto da solo in un angolo, c’è il grande Mario Belardinelli che sta leggendo il giornale e prendendo un caffè. Vorrei tanto andare a salutarlo ma la mia Luglio 1992: Sono al circolo e sto correndo naturale timidezza e riservatezza mi frena per la lentamente cercando di riscaldarmi. Pochi minuti paura di disturbarlo. Ho fatto tanti anni prima un dopo sarò in campo per disputare la finale del torneo provino con lui e penso tra me stesso: “ E’ federale che il mio Club organizza ogni anno. Sono impossibile che si ricordi di me“. piuttosto teso e preoccupato e cerco di sciogliere la I nostri sguardi s’incrociano per un attimo e il grande tensione facendo un po’ di ginnastica. Maestro con la sua incredibile sensibilità ed umanità Alfonso, l’anziano custode del circolo, una delle capisce tutto al volo, si alza di scatto e viene a persone più umili e gentili che ho avuto l’onore di salutarmi. Scopro con piacevole incredulità che si conoscere nella mia vita, si avvicina a me con il suo ricordava tutto di me e che seguiva anche la mia passo ormai lento e incerto. carriera di maestro. Alfonso ha un tumore terminale alla laringe, si ferma A quasi ottant’anni il nostro maestro dei maestri mi vicino a me , mi guarda con i suoi occhi gentili, pieni dà una lezione di umiltà, di umanità e di lucidità che di sensibilità e di umanità e con l’ultimo filo di voce mi lascia ancora oggi senza parole quando ci che gli è rimasto mi sussurra stentatamente: ripenso. Dopo pochi giorni Belardinelli vola via la “Andrea, io tifo per te!“. Per l’emozione avverto un notte del 19 gennaio, lasciando nel mio cuore un improvviso e fortissimo groppo alla gola e riesco a profondo dolore. stento a rispondergli: “Grazie Alfonso“. Dopo poco sono in campo per la partita, ma sono ancora troppo teso e sto giocando veramente male. Perdo il primo set e sono indietro 4-1 anche nel secondo. Al cambio di campo seduto sulla sedia mi vengono improvvisamente in mente gli occhi di Alfonso e le sue parole e sento scattare qualcosa

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Novembre 2003: Sono a Cividino con un mio allievo per un raduno dei migliori under italiani. Il direttore tecnico è Renzo Furlan, ex numero 19 ATP, che non avevo avuto mai il piacere di conoscere di persona. Alla fine del raduno, io e il mio allievo stiamo per partire ed io volevo salutare Furlan con cui avevo avuto l’onore di fare alcune riunioni insieme ai maestri degli altri ragazzi convocati. Lo cerco e lo scorgo dalla vetrata del ristorante seduto a tavola di spalle a me intento a consumare il averti conosciuto!“. suo pranzo. Anche questa volta mi blocco fuori Io, sorpreso da una così fulminea dimostrazione di dall’entrata del ristorante per paura di disturbarlo. sensibilità e di umiltà, riesco appena a rispondere: Furlan gira improvvisamente la testa all’indietro, “Onorato io!“. quasi come se avesse avvertito la mia presenza alle Nel corso della mia carriera di insegnante di tennis sue spalle, legge nel mio volto la mia titubante ho sentito centinaia di maestri e giocatori formulare volontà, si alza di scatto, mi viene incontro, mi porge la propria teoria su quale sia la qualità determinante la mano tesa e mi dice deciso: “Onorato di per diventare dei campioni del nostro sport. Alcuni si sono soffermati ad evidenziare gli aspetti tecnici, altri gli aspetti tattici, altri ancora quelli atletici o mentali. Ognuno di loro ha evidenziato, secondo me, solo una parte della verità. Per me la qualità fondamentale è possedere, e soprattutto riuscire a conservare, la necessaria dose di umiltà e di semplicità senza la quale si è destinati a perdersi durante la difficilissima scalata, vanificando tutte le doti che la natura o Dio, per chi è credente come me, ci ha regalato. Quell’umiltà e quella sensibilità che ho letto negli occhi di Alfonso, di Mario e di Renzo ( a cui auguro ovviamente una vita lunghissima), che ringrazio dal profondo del mio cuore per gli insegnamenti che mi hanno dato.

a cura di Andrea Guarracino

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L’UMILTA’ E’ LA VIRTU’ CHE CI PERMETTE DI RAGGIUNGERE LA CONSAPEVOLEZZA DELLA NOSTRA VERA IDENTITA’

A MIO PADRE NESSUN’ALTRA VIRTU’,SE NON DI PURA APPARENZA. ALLO STESSO MODO,L’UMILTA’ E’ L’UMILTA’ E’ LA VIRTU’ CHE CI PERMETTE LA DISPOSIZIONE PIU’ PROPRIA PER RICEVERE DI RAGGIUNGERE LA CONSAPEVOLEZZA TUTTI I DONI CELESTI. E’ TANTO NECESSARIA PER RAGGIUNGERE LA PERFEZIONE, E TRA DELLA NOSTRA VERA IDENTITA’, DEI TUTTE LE VIE PER ARRIVARE ALLA NOSTRI LIMITI (INTESI COME I CONFINI PERFEZIONE LA PRIMA E’ L’UMILTA’,LA OLTRE I QUALI C’E’ IL PROSSIMO E C’E’ DIO ) SECONDA E’ L’UMILTA’, LA TERZA E’ E DELLA NOSTRA FORZA ( INTESA COME I L’UMILTA’.” DONI E I CARISMI ATTRAVERSO CUI POSSIAMO METTERCI AL SERVIZIO DEL DEDICATO A MIO PADRE MARIO SCOMPARSO IL PROSSIMO E DEL DISEGNO DI DIO ). 19 MARZO 2012 RICERCARE LA VERITA’ SENZA UMILTA’ CI CONDUCE A RAGGIUNGERE SOLO UNA Andrea Guarracino TREMENDA CARICATURA DI ESSA. PER SANT’AGOSTINO “ L’UMILTA’ E’ IL FONDAMENTO DI TUTTE LE VIRTU’, E NELLE ANIME DOVE ESSA NON E’ 124

Il tennis nel cuore

Le idee più belle passano dagli occhi al cuore senza attraversare il cervello

TENNIS CLUB SCAURI ALPHA VIENI AD EMOZIONARTI CON NOI !

Direttore Tecnico: Andrea Guarracino Tecnico Nazionale F.I.T. www.tcscaurialpha.it [email protected]

“CHI HA CUORE VA OLTRE” Pietro Mennea ( 1952-2013 )

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Una battuta vincente

Con l'aiuto del Mental Coach Mauro Pepe

Come si allena la battuta? Come si rende una battuta efficace e vincente? Esistono molte tecniche di allenamento per la battuta, il mondo del tennis è pieno di allenatori particolarmente bravi e su questo sito trovi alcuni articoli che ne parlano. Ma esistono delle tecniche di allenamento mentale che aiutano a velocizzare il processo di apprendimento, e a rendere la battuta efficace e vincente. Come spiego anche nell'articolo sull'allenamento mentale per il tennista, la battuta è un momento molto delicato dell'incontro e bisogna battere in Quando ho iniziato a seguire il tennis ero uno ststo d'animo produttivo per massimizzare affascinato dalla classe di Sampras, dalla tenacia il risultato di Chang, dalla forza possente di Muster, dalla Suddividiamo, dal punto di vista della volèe di rovescio di Edberg, ma io tifavo ( forse preparazione mentale, in 3 passi l'azione della influenzato da un amico ) per Agassi, battuta: straordinario per le sue risposte "fulmianti". 1. I pensieri e stato emotivo prima di battere Poi c'erano dei tennisti che presentavano una 2. La preparazione ( o rituale ) peculiarità particolare, che gli permetteva di fare 3. Il gesto tecnico la differenza, gli "specialisti della battuta" come I tennisti professionisti hanno la capacità Ivanišević, Rusedski e Lendl. Molto bravi su straordinaria di battere, forte, preciso e in terreni veloci e ai quali era davvero difficile fare maniera efficace, in qualsiasi momento. Se un break. questo è vero allora perchè ci sono molti errori Il tennis di oggi è decisamente cambiato, sono in una partita? Quale è la causa di poche 1° palle cambiate le racchette e la preparazione. I efficaci? tennisti sono sempre più veloci, resistenti e preparati fisicamente. Ma, il fattore determinante è che tutti, chi più chi meno, lavora sulla battuta per vincere e scalare il ranking.

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Esistono molteplici ragioni che portano all'errore e molto dipende dai pensieri prima di accingersi a servire!

La risposta a queste domande sta nei pensieri e l secondo passo per una battuta vincente è avere nello stato emozionale del tennista prima di un rituale ( o preparazione alla battuta ) che sia battere. Esistono molteplici ragioni che portano davvero efficace. Il rituale, deve avere le seguenti all'errore, ad esempio: caratteristiche: * Non riuscire a riazzerare dopo un colpo vinto o * Deve permettere all'atleta di entrare in uno perso. E quindi trovare difficoltà a concentrarsi stato d'animo produttivo: forza, sicurezza, sul presente. grande fiducia in se stesso, etc... * Pensare a quello che bisogna fare nei prossimi * Deve presentare una sequenza di movimenti, punti, o pensare a cosa potrebbe succedere se semplici, ripetibili e che non durino troppo vince o perde. O anche preoccuparsi di cosa * Deve permettere di azzerare i pensieri e di pensano gli altri di come sta giocando. fornire un semplice ed efficace comando positivo *Paura di sbagliare all'inconscio * Preoccupazione di non riuscire a trovare * Per alcuni tennisti può essere utile immaginare soluzioni contro un avversario particolarmente il risultato ( ovviamente positivo e vincente ) in forma. della battuta durante il rituale. * Calo di autostima

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Lo so cosa stai pensando. Bello interessante, ma come posso migliorare la mia battuta? Attraverso l'allenamento mentale. Un insieme di tecniche di visualizzazione, di ancoraggi, e di crescita personale per miglirare la tua autostima e la tua mentalità vincente. Per iniziare posso insegnarti una visualizzazione utile per prendere consapevolezza dei tuoi movimenti nella battuta e propedeutica per l'allenamento mentale. testa, passando per quelli del busto, le braccia, 1° PASSO: RILASSAMENTO poi il corpo, le gambe e i piedi. Chiudi gli occhi. Respira con il diaframma Ora sei pronta/o per effettuare la riempiendo bene i polmoni e in maniera naturale visualizzazione. Mantenendo gli occhi chiusi … espira. Fallo per qualche volta e mentre respiri in questo modo, svuota la mente da tutti i pensieri e 2° PASSO: CONSAPEVOLEZZA visualizza il tuo corpo che si rilassa, ad ogni respiro si (dissociata ) rilassa maggiormente. Partendo dai muscoli della Continuando a respirare regolarmente e in maniera diaframmale, immagina di vederti proiettato sullo schermo visivo mentre compi il gesto della battuta dalla preparazione fino al colpo della racchetta sulla pallina. Suddividi i momenti: scelta della pallina, palleggio, lancio, corpo che si inarca, e colpo. Per ognuno dei momenti, immagina i muscoli del tuo corpo interessati che si illuminano. Mentre si illumanano, prova la sensazione che in quei muscoli fluisce la tua energia.

3° PASSO: CONSAPEVOLEZZA (associata) Continuando a respirare regolarmente e in maniera diaframmale, ora immagina di entrare nel tuo corpo e vivere in prima persona l'esperienza della battuta dalla preparazione fino al colpo della racchetta sulla pallina. In questa parte della visualizzazione, per ognuno dei momenti, immagina e prova fisicamente la sensazione che i muscoli del tuo corpo interessati nel movimento si illuminano.

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Esistono delle tecniche di allenamento mentale che aiutano a velocizzare il processo di apprendimento, e a rendere la battuta efficace e vincente.

Questo è il momento di concentrarti sulle tue emozioni, sulle sensazioni corporee, ecc... 4° PASSO: RITORNO ALLA REALTA’ Concentrati nuovamente sul respiro e sentiti sereno/a e rilassato/a. Quando ti senti pronto/a apri gli occhi, e complimentati con te stesso/a per il lavoro splendidamente eseguito. Questa visualizzazione è di preparazione per l'allenamento mentale. Infatti, ti aiuta a prendere consapevolezza del tuo corpo su movimento del gesto tecnico in questione. Per l'allenamento mentale vero e proprio, è necessario calibrarlo sulle caratteristiche specifiche dell'atleta e in base ai suoi obiettivi.

Mauro Pepe - Mental Coach - www.vinciconalmente.it 130

La Floriterapia

La Floriterapia è uno strumento eccezionale che permette all’Atleta di trovare, e mantenere, l’Equilibrio psico-fisico, anche sotto forte stress.

reazioni alla malattia e sugli stati d’animo della persona durante i processi che sta vivendo. I rimedi agiscono sugli stati d’animo. Le essenze ricavate da fiori e piante non hanno effetti collaterali e possono essere associate a qualsiasi altra terapia o medicina in uso. La Floriterapia è riconosciuta dall’OMS dal 1976. La Floriterapia nasce dallo studio della Psiche e si basa sulla creazione di rimedi vibrazionali che hanno la capacità di agire nel profondo, quel profondo che siamo in grado di iniziare ad elaborare. I rimedi floreali sono degli eccezionali integratori psico-fisici. Ciò che ci fa perdere forza, o energia, durante una Attraverso la Floriterapia è possibile risolvere prestazione è proprio il conflitto psichico che si problemi riguardanti la Psiche e stati d’animo che riversa sul corpo. Andando ad equilibrare la “zona” di provocano squilibrio e disarmonia. Aiutano conflitto, il corpo risponderà in modo più proattivo, nell’integrazione del lavoro svolto sui vari corpi coordinato, energetico. I rimedi possono essere presi (fisico-emotivo-mentale), come anche durante la durante la giornata e/o durante la gara e/o prestazione sportiva per poter competere in allenamento, a seconda della necessità. Qui di seguito equilibrio psico-fisico. La base della Floriterapia di riportiamo le più frequenti paure e ansie che si Bach è il principio secondo il quale nella cura di una verificano durante una competizione: paura di persona, devono essere prese in considerazione vincere, paura di perdere, paura del giudizio, ansia da principalmente la prevenzione e la conoscenza dei prestazione, aggressività eccessiva, non presenza, “disturbi” psicologici, i quali determinano i sintomi disorientamento, confusione, scarsa fiducia, fisici (sintomi di qualunque tipo, dai crampi a pessimismo, rassegnazione, intolleranza, impazienza, strappi, ecc.). superficialità, indecisione, autolesionismo, bisogno di Il singolo fiore cura la tendenza psicologica che ha riconoscimento, insicurezza, controllo, paura di causato o può causare un certo malessere fisico. perdere il controllo. Quando si parla di disturbo psicologico non si intende qualcuno con patologie mentali, ma chiunque di noi; l’essere umano vive perennemente immerso in conflitti, traumi, ecc., che presto o tardi lo porteranno a sviluppare dei sintomi sul corpo fisico. La Floriterapia tiene conto dell’individuo nella sua globalità e unicità. L’efficacia della Floriterapia è data dal fatto che non interviene sulla “malattia” ma sulla persona ammalata, sulle sue

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La Floriterapia nasce dallo studio della Psiche e si basa sulla creazione di rimedi vibrazionali che hanno la capacità di agire nel profondo, quel profondo che siamo in grado di iniziare ad elaborare Grazie alla Kinesiologia è possibile testare, e trovare, paura invalidante. Per soggetti ipersensibili, che il Fiore Integratore per ogni Atleta. tendono a sviluppare profezie negative che si autodeterminano (immaginare di giocare una partita PAURA catastrofica e realizzare tale scenario immaginario). MIMULUS, paura di vincere / paura di perdere / Aiuta a trovare sicurezza e sviluppare paura del giudizio Difficoltà ad entrare in gioco, in consapevolezza. Ad un livello più alto aiuta ad avere partita, in lotta. Agitazione nell’affrontare situazioni fede. impegnative. Paura di viaggiare, dell’aereo, del futuro; tachicardia, nervosismo. Per chi si ritrae in CHERRY PLUM, bisogno di riconoscimento / paura difesa pur non essendo la sua naturale propensione di perdere il controllo Per chi è rigido e tende a tattica. Aiuta ad avere coraggio, ad affrontare le razionalizzare soffocando la parte intuitiva del gioco. proprie paure, a prendersi la responsabilità della Per chi tende ad avere scatti di ira e violenza vittoria o della sconfitta entrando in lotta. Aiuta ad improvvisa. Aiuta a lavorare sull’accettazione, sulla imparare ad amare e a dare valore alla propria spontaneità e naturalezza, nell’utilizzare al meglio le sensibilità. proprie energie psico-fisiche.

ASPEN, ansia da prestazione / eccitazione / blocco / ROCK ROSE, blocco / panico / trauma / panico / trauma Per paure non definite; angoscia, disorientamento / confusione Situazioni d’emergenza paura della paura, del nuovo, del cambiamento, che provocano panico e terrore ed 133

Da prendere prima di andare a dormire in caso di sonni agitati, ad esempio la notte prima di una prestazione importante. Per chi prova c ostantemente paura prima di una gara.. hanno durata limitata. Da prendere prima di andare a dormire in caso di sonni agitati, ad esempio la notte prima di una prestazione importante. Per chi prova costantemente paura prima di una gara, che non gli impedisce di agire ma gli esaurisce molte energie. Aiuta a riattivare l’energia, a superare stati di panico che ci bloccano, a mobilitare un livello di forza molto alto.

DEPRESSIONE WILD ROSE, non presenza / disorientamento / superficialità / indecisione Per chi soffre di apatia, rassegnazione senza lotta, mancanza di gioia. Per chi crede che sia tutto inutile. Infelicità, stanchezza. Non si lamenta del suo stato perché lo considera normale. Aiuta a ritrovare interesse e motivazione per il proprio sport. Aiuta a contattare la gioia data dal gioco, a trovare interesse e stimolo. SWEET CHESTNUT, paura di perdere / del giudizio / panico Per quegli atleti che credono di non poter più vincere. Soffrono di esaurimento, malinconia, senso di angoscia. Per chi sente di attraversare una crisi profonda, un tunnel senza uscita. Aiuta ad attraversare il dolore senza arrendersi. Aiuta a ritrovare la fiducia in se stessi; in fondo al tunnel si inizia a vedere la luce. QUI E ORA HONEYSUCKLE, non presenza / solitudine / disorientamento Per chi vive nel passato, per chi ricorda le vittorie passate e non le lascia andare; rimpianti e recriminazioni. Per chi ricorda solo le cose positive e che danno sicurezza. Per chi fatica a vivere il

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presente. Aiuta a stare nel “qui e ora”, a ricordare il passato come parte della propria esperienza senza però continuare a vivere nel passato.

WHITE CHESTNUT, autolesionismo / durezza / ossessione Pensieri ossessivi, pensieri più importanti delle azioni, si fissa sui particolari perdendo la visione d’insieme (ad es. perdere un punto a causa di una contestazione e non riuscire più a “ritornare” in partita). Aiuta a ritrovare pace mentale e capacità di distratto. “Se faccio errori attiro l’attenzione e sono controllare i pensieri; aiuta a vivere nel presente. visto”, “se non apprendo e non evolvo, non devo cambiare la mia vita col rischio di non essere CHESTNUT BUD, ansia da prestazione / accettato e visto”. Aiuta a sfruttare al meglio le disorientamento / confusione / autolesionismo Non situazioni di gioco, a vivere le esperienze come evolve gli errori commessi e tende a ripetere gli stessi qualcosa di arricchente indipendentemente dal schemi “perdenti”, poca umiltà, disattento e risultato, aiuta a far tesoro degli errori per poter evolvere il proprio gioco.

STANCHEZZA OLIVE Questo rimedio è consigliato nelle forme di stanchezza psicofisica, dopo una malattia o in periodi di convalescenza.

INCERTEZZA WILD OAT, non presenza / disorientamento / confusione Per chi si sente frustrato per ambizioni del passato non raggiunte, non realizzato e insoddisfatto, incerto sul da farsi, vive nel dubbio e nel conflitto. Ha talento, curiosità, molti interessi, ma è inconcludente ed un eterno adolescente. Aiuta a trovare la propria strada ed il proprio talento, a fare chiarezza.

SENSI DI COLPA PINE, paura di vincere / paura del giudizio / paura di perdere il controllo / senso di colpa / autolesionismo Insoddisfazione peri risultati ottenuti, senso di inadeguatezza, autocritica, limitazione del proprio potere e della forza personale; per chi cade spesso in infortuni. Aiuta ad esprimere tutto il nostro potenziale, potere e forza. Libera energia.

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CRUB APPLE, senso di colpa / ossessione / blocco che sulla prestazione (che è sotto il nostro governo); Ossessionato dalla perfezione (completino, racchetta, perfezionista segue rigide regole. Aiuta a contattare il corda, ecc.) per nascondere un senso di colpa ed piacere del “viaggio”, del match; porta ad essere più inadeguatezza. Tende a perdersi nel dettaglio non tolleranti con se stessi. afferrando la visione d’insieme del match. Aiuta a vedere le cose nella giusta prospettiva e ad ampliare IMPAZIENZA la visione di gioco, aiuta ad uscire dalle dipendenze e IMPATIENS, paura di perdere il controllo / dall’ossessività. aggressività eccessiva Adrenalinico, difficoltà a stare fermo, difficoltà a collaborare con gli altri (senso di POLARITA’ squadra); per chi fatica a “vedere” la soluzione tattica SCLERANTHUS, agitazione / eccitazione / di un match, impulsività. Aiuta a riacquistare il indecisione Per chi ha mancanza di equilibrio e controllo di se stessi, a prendersi del tempo per coordinazione psicomotoria; non sa mai decidersi tra riflettere, ad avere chiara visione. E’ utile per dolori due cose (ad es. se difendersi o aggredire durante un muscolari, crampi, per una azione anti- match); sbalzi d’umore; tende ad accusare ogni infiammatoria. giorno un sintomo diverso; fragilità nervosa. Aiuta a trovare equilibrio e coordinazione; maggiore EGOCENTRISMO decisione tra le alternative. ROCK WATER, controllo / durezza / intolleranza Per chi è molto rigido e tende all’auto-repressione; mai soddisfatto ed intransigente; testardo, intollerante rispetto ai cambiamenti o alle aspettative (durante la gara); più orientato sul risultato (che è una conseguenza della prestazione)

WATER VIOLET, solitudine / non presenza / blocco Solitudine volontariamente cercata ma poco costruttiva, senso di superiorità, orgoglio (difficoltà a lasciar entrare i consigli), distacco dagli elementi della squadra in quanto considerati inferiori; incapacità a confrontarsi, ad accettare lo scambio e la condivisione, mancanza di umiltà. Aiuta a demolire le barriere che tengono isolati, ad accogliere gli altri ed i suggerimenti, a lavorare sull’umiltà. Aiuta in caso di dolori ossei o muscolari. FRAGILITA’ AGRIMONY, paura di vincere o di perdere / paura di perdere il controllo / scarsa fiducia / ansia da prestazione Vuole che tutto scorra liscio e senza

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scosse, inquieto, fa di tutto per mascherare le paure, inquieto, dipendente, terrore di essere visto veramente, paura di mettersi in gioco. Aiuta a non perdere energia nel sostenere una “maschera” e a lasciar andare l’idea di chi dovrebbe essere, a prendersi la responsabilità di se stesso e della propria verità, a sdrammatizzare.

CENTAURY, insicurezza / dipendenza / ansia da prestazione Volontà debole, influenzabile, chi non riesce a farsi valere (ad es. subisce il comportamento scorretto dell’avversario), subisce la personalità dell’avversario; umile ma non fa ciò che vuole. Aiuta ad imporre la propria volontà in campo prendendosi la responsabilità di giocare la partita al proprio meglio; aiuta a conquistare fermezza lasciando andare i giudizi degli altri.

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WALNUT, insicurezza / disorientamento Incostante, rinuncia alla lotta, ipersensibile, rifiuto, difficoltà ad adattarsi, bloccato dal passato. Sostiene i cambiamenti, a lasciar andare il passato e ciò che del passato non ci serve più, aiuta a risolvere i conflitti in campo, ad andare verso il proprio obiettivo senza farsi influenzare dall’opinione degli altri.

RABBIA HOLLY, paura del giudizio / rabbia / odio / lasciar andare la frustrazione conquistando maggior aggressività eccessiva / frustrazione / gelosia Pensa lucidità verso se stessi e gli altri. che gli altri siano migliori, sospetta che tutti complottino alle sue spalle, permaloso. In situazioni WILLOW, autocommiserazione / autolesionismo / di gara tende ad essere rabbioso e poco lucido, pur frustrazione / paura del giudizio Si sente bersagliato temendo il giudizio altrui. Aiuta a fidarsi del dalla sfortuna, incolpa tutto e tutti, fatica ad prossimo (allenatore, compagni di squadra), aiuta a assumersi le proprie responsabilità, non perdona, non lascia andare, trattiene e implode; ha una visione distorta della realtà, chiede molto senza dare, si lamenta. Aiuta a lavorare sul senso di responsabilità, ad avere una visione più chiara e realistica. Lavora sull’ottimismo ed aiuta ad analizzare le sconfitte in modo costruttivo. ASPETTATIVE DI FALLIMENTO LARCH, paura di vincere / paura di perdere / frustrazione / ansia da prestazione / non presenza / indecisione. Non si mette neanche in partita perché si aspetta il fallimento, rimane sulle esperienze negative vissute in passato e non pensa di poter migliorare, non si sente mai all’altezza, non si confronta. Aiuta a sviluppare capacità inutilizzate, a lasciare idee fisse limitanti. Aiuta ad affrontare la partita vivendola passo passo con una visione più ampia su come risolvere le difficoltà e i problemi man mano. PATOLOGIE DEL LEADER ELM, paura di vincere / Blocco / panico / paura di perdere il controllo Pensa di non farcela, sovraccarico, si sente crollare anche davanti ad impegni volontariamente presi per troppe responsabilità. Sensazione di non riuscire a

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concludere la partita o il torneo; non si sente Atteggiamento ipercritico,giudica l’avversario e all’altezza della prestazione. Persona coraggiosa ed vedendo solo i suoi errori, si sente migliore di lui, efficiente che si sente crollare. Aiuta a rivedere le non si osserva e proietta sull’altro i suoi difetti, non difficoltà e a comprendere che al momento giusto volendo cambiare si irrigidisce e rifiuta. Aiuta ad arriva sempre la soluzione. Dona fiducia e essere più tolleranti nei confronti di se stessi o una consapevolezza. Aiuta in casi di rigidità articolare. parte che non piace, a lasciare andare il giudizio,la tensione e durezza, a mettersi nei panni degli altri. OAK, ossessione/ controllo. Non molla mai, non si WINE, durezza / tensione / controllo. Atteggiamento lamenta perché non vuole dimostrarsi debole, vive inflessibile, pensa solo al raggiungimento del suo un ostinato attaccamento. Aiuta ad accettare i scopo, pensa di avere sempre ragione e non ascolta o passaggi, a sapersi fermare rilassare e vivere in modo accetta opinioni altrui. Crede di essere infallibile, meno ossessivo. grande forza di volontà che porta durezza ed egoismo. Aiuta ad avere sangue freddo, tenendo VERVAIN, eccitazione / aggressività eccessiva / conto delle opinioni altrui, più comprensivi nei durezza / ossessione/ impazienza / tensione. confronti degli altri, aiuta a raggiungere l’obbiettivo Iperattivo, vive il mach in continua tensione e tende ad essere una buona guida per gli altri e non un ad esagerare perdendo la giusta misura. Aiuta ad allentare la tensione per poter poi ascoltare anche la visione altrui, permettersi di riposare e rilassarsi. A livello fisico è antinfiammatorio e antidolorifico, anche con applicazioni locali per contratture muscolari. BEECH, giudizio / aggressività eccessiva / rabbia/ intolleranza / impazienza / durezza / tensione.

tiranno. RESCUE REMEDY, blocco / panico / trauma / non presenza / disorientamento / tensione / stress / ansia / paura di perdere il controllo. In caso di shock improvviso, di trauma, prima di sostenere qualcosa che crea paura o tensione, prima di qualcosa di imminente. Lavora sul piano fisico e psichico, fa retrocedere lo stato di pericolo, la crisi e le agitazioni psichiche, ha un’azione molto potente e rapida. Unione di 5 fiori che unendosi ne creano uno con caratteristiche proprie e non la semplice somma (Rock rose, Star of Bethlehem, Clematis, Impatiens, Cherry Plum). Da usare in casi di emergenza. a cura di Amanda Gesualdi

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La costante e le varianti nel doppio

Tutti pensano che, salendo la qualità del livello di gioco, sia più difficile fare la scelta tattica giusta. Non è così!!

Come scritto qualche mese fa dal mio collega definito: le varianti, si perché sono sempre più Tecnico Nazionale Paolo Spezzi il tennis di una. La differenza tra un grande giocatore ed percentuale è uno dei punti fondamentali, se un giocatore di circolo gira intorno a queste non il più importante, del gioco del tennis. Su protagoniste. Tutti pensano che, salendo la ogni palla che andiamo a colpire abbiamo la qualità del livello di gioco, sia più difficile fare la possibilità di scegliere tra varie soluzioni. Spesso scelta tattica giusta. Non è così!! il colpo che viene giocato non è quello corretto e Avete immaginato se Nadal o i fratelli Bryan non dal punto di vista tecnico ma da quello giocassero a tennis con i vostri concetti e le tattico. La scelta migliore è quella che in vostre idee? Non avrebbero mai potuto percentuale ci permetterà di acquisire il raggiungere i risultati che hanno raggiunto, quindici. anche con i loro mezzi tecnici. Quest’ultima viene definita dal sottoscritto: la Quello che si sente commentare nei Club costante. Tutto ciò che potrebbe essere fatto durante un qualunque doppio è sempre: “se mi diversamente nella stessa situazione viene

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Il tennista amatoriale vive sempre con i suoi “se” e i suoi “ma”….i grandi giocatori “mai” perché la loro scelta è sempre più semplice e consone alla situazione. fosse passata questa palla sarebbe stato un sbagliano perché l’obiettivo è troppo difficile; il grande colpo, peccato”; oppure: “mi è andata professionista ti fa giocare 4, 5 ,6, 7 voleè (spesso fuori vicino l’angolo, ma che sfortuna…!!” in mezzo) in attesa che la situazione di gioco si Il tennista amatoriale vive sempre con i suoi “se” evolva. e i suoi “ma”….i grandi giocatori “mai” perché la I giocatori di club sbagliano spesso lateralmente loro scelta è sempre più semplice e consone alla perché cercano i corridoi, il giocatore di alto situazione. Il professionista vive con i colpi di livello, lateralmente non sbaglia mai, o tira a rete transizione e di costruzione, il dilettante con o tira lungo. (questo vale anche per il singolare). quello che spesso gli passa nella testa Il giocatore di club che si trova a rete da solo, al all’improvviso. quarto scambio dove non tocca la palla, prova ad Es. nella situazione di gioco dove troviamo intervenire altrimenti non si diverte ed contro 2 avversari a rete si può alzare il ovviamente fa danni e poi quando dovrebbe pallonetto, giocare basso in mezzo, tirare nei 2 intervenire non lo fa più perché ha paura di corridoi, e tirare al corpo. sbagliare di nuovo; il professionista aspetta I giocatori di club quando affrontano questa finché la palla non gli consente di entrare. situazione cercano subito di tirare per non far prendere la palla all’avversario ed ovviamente 142

Fare la scelta giusta secondo la situazione rimane la difficoltà maggiore da apprendere a qualunque livello, anche per i grandi giocatori.

Come ho sempre detto ci sono delle regole che, se rispettate, porteranno ottimi risultati ma la bravura è adattarsi alle debolezze degli avversari, non tanto come colpi, ma come posizioni errate nel campo durante lo scambio. Questo per me è denominato in modo scherzoso, tanto per rimanere nei tempi moderni: il mondo del 3D, la profondità dell’avversario. Quest’ultima è un altro degli aspetti che differenzia il tennista bravo da quello molto meno bravo. Tutti riescono a vedere la lateralità dell’avversario e quindi a trovare uno spazio maggiore dove tirare, ma per la profondità la storia è molto … diversa. Se imparerai a vedere sempre la profondità del tuo avversario nel suo campo ti si apriranno praterie dove poter tirare senza nessun rischio. Questo sembra molto difficile ma se farai attenzione, ti accorgerai che l’avversario lo vedrai senza guardarlo direttamente, provaci e scoprirai un mondo nuovo!! Quindi capire quale sia la costante dipende spesso dagli avversari. Si dice che non bisogna mai tirare da fondo campo su quello a rete ed è vero, ma se l’avversario staziona sulla riga di metà campo sarà corretto tirare, spesso o quasi sempre, su quest’ultimo e non fare mai il pallonetto passante. Con un avversario molto vicino alla rete ovviamente sarà il contrario. Fare la scelta giusta secondo la situazione rimane la difficoltà maggiore da apprendere a qualunque livello, anche per i grandi giocatori. L’importante è avvicinarsi il più possibile alla realtà e la realtà sono le percentuali…perché i numeri non mentono…mai!!!

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Club Med Il Club Med recluta Animatori Tennis per * Esperienza di insegnamento i suoi Villaggi in Italia o all´estero. * Gradita la conoscenza del francese e/o inglese

La missione I punti di forza * Insegna in corsi collettivi a bambini e adulti, Professionale dal livello iniziale al perfezionamento * Partecipa Responsabile all´organizzazione degli eventi legati al tennis Appassionato * Promuove l´attività all´interno del villaggio Disponibile Pedagogo Il profilo * Disponibile e mobile geograficamente per un Contratto stagionale. Vitto e alloggio all'interno periodo da 3 a 8 mesi del villaggio e altri vantaggi legati alle attività del * Diploma di istruttore, maestro/allenatore FIT gruppo Club Méditerranée. o classificato buon livello Candidarsi online sul sito www.clubmedjobs.it

Un pò di Tecnica

Movimento di transizione a rete molto spesso attaccare viene interpretato come "correre il più velocemente possibile" nei pressi della rete. In realtà il movimento di transizione verso la rete è un qualcosa di più complesso perchè deve tenere conto anche di ciò che sta facendo l'avversario.

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Il pensiero dei campioni Oggi il grande Jimmy Connors ci spiega i segreti mentali che gli hanno permesso di essere uno dei più grandi Giocatori di tennis di tutti i tempi.

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Sai quanto vali veramente? Ooggi cercheremo di trarre qualche insegnamento pratico da un evento tennistico molto importante accaduto poche settimane fa. Vuoi sapere di cosa sto parlando? Leggi l'articolo

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Il diritto di Roger Federer

Fase 1: Fase 2: Fase 3: Fase 4: Preparazione Coordinazione Impatto Finale Osservate come gli È il momento che La pallina tocca sul Il braccio destro occhi di Roger già precede l'impatto. La centro della racchetta termina fissano la pallina. testa della racchetta è mentre l'elvetico si da l'accelerazione del Comincia il cosiddetto in basso e in un forza con le gambe dal colpo e il peso del "swing" corto mentre rapido momento basso verso l'alto. La corpo si sposta la mano sinistra si sta ruoterà per dare spalla destra si trova all'indietro. Grazie separando dalla effetto alla pallina. Le in posizione avanzata all'inerzia del colpo le racchetta e le gambe spalle cominciano a cercando di spalle si muovono rimangono girare e le gambe velocizzare il braccio, verso il lato opposto e completamente cercano di dare tutta mentre quella sinistra la racchetta rimane bloccate. la forza avanti, da comincia ad andare all'indietro senza destra a sinistra. all'indietro. Una minimamente toccarla caratteristica tipica di con la mano sinistra. Federer riguarda il movimento degli occhi che non si a cusa di distaccano dalla Stefania Grosheva pallina fino a quando il tennista non la colpisce.

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